FONDAZIONE OAT
Visione, strategie, obiettivi e anticipazioni sulle attività del 2015 Supplemento cartaceo TAO NEWS
Dalla rete locale a quella nazionale
La Fondazione si apre
Giorgio Giani - Presidente Fondazione OAT
Eleonora Gerbotto - Direttore Fondazione OAT
Le Fondazioni degli Ordini degli Architetti sono ormai una realtà consolidata nel panorama italiano e quella dell’Ordine di Torino è stata nel 2002 fra le prime a nascere. Diventava infatti in quel periodo sempre più pressante la necessità di disporre di uno strumento, capace di superare i limiti imposti dalla legge agli Ordini, in materia di promozione della professione e offerta di servizi agli iscritti: gli si diede quindi un mandato di ampio respiro, affinché si potessero sperimentare scenari nuovi e più ampi ad evitare che si fermasse ad essere un mero strumento operativo. Negli anni, la Fondazione OAT, sviluppando sempre più il mandato affidato, ha raggiunto una capacità di intervento e di programmazione, che l’ha portata ad avere un riconosciuto ruolo di stakeholder territoriale. La Fondazione conserva naturalmente il compito di dare attuazione a politiche ed iniziative dell’Ordine, alcune delle quali sono dirette e limitate agli architetti. Sono tuttavia le azioni di carattere generale e di iniziativa diretta della Fondazione, che diversamente non esisterebbero, a diventare più interessanti per le ricadute sul mondo degli architetti. La Fondazione mette in rete nel sistema socio economico e culturale del territorio la conoscenza delle peculiarità professionali degli architetti, evidenziandone il ruolo sociale e le potenzialità di intervento nei confronti dei partner e/o committenti di settore di carattere istituzionale o imprenditoriale e dei semplici cittadini. Il mondo della progettazione è spesso disconosciuto e sottovalutato,
Architettura, città e territorio sono le parole chiave che guidano l’operato sin dalla sua costituzione della Fondazione OAT, voluta per offrire formazione e servizi aggiuntivi, anche di tipo culturale, quasi esclusivamente agli architetti. La partecipazione al Congresso mondiale degli Architetti tenutosi a Torino nel 2008 attraverso l’organizzazione di un fitto calendario di eventi collaterali ha consentito di affermare sul territorio il ruolo di centro di promozione della cultura dell’architettura e interlocutore sui temi del costruire e dell’abitare. L’evento è stato inoltre l’occasione per rendersi conto che l’architettura è un tema di cui si può (e si deve) parlare non solo agli e tra gli architetti, ma anche ampliando la platea dei propri uditori e coinvolgendo la cittadinanza, le istituzioni e le aziende. I destinatari privilegiati delle azioni attuate sono gli architetti, non solo professionisti in attività nella provincia di Torino, ma anche chi non è più iscritto all’Ordine, chi proviene da un’altra realtà territoriale, studenti o neo laureati. A questi la Fondazione OAT si rivolge in prima istanza offrendo aggiornamento professionale attraverso diverse modalità. Inoltre opera attivamente per la diffusione e la corretta gestione dei concorsi di architettura e crea occasioni di confronto con altri professionisti, con il mondo imprenditoriale e con le istituzioni. Infine organizza periodicamente eventi con l’obiettivo di affiancare alle conoscenze tecniche un approfondimento culturale per la categoria. A partire dalla profonda convinzione che la qualità del costruito debba passa-
generare momenti di incontro, mettere in mostra il lavoro professionale, diventa perciò obiettivo strategico della politica di Fondazione che in questa direzione sta operando in particolare in questo ultimo anno seguendo la linea del nuovo CdA. Si tratta di una politica ambiziosa, che mette al centro dell’attenzione il progetto per far riflettere sul fatto che nessuna attività umana, materiale o immateriale, esiste senza un progetto. E se così è, a maggior ragione non possono esistere un’architettura, una città, un territorio, adeguati, funzionali e sicuri, senza la competenza e la creatività di qualcuno che ne sviluppi il disegno. L’interesse per un buon progetto è quindi di tutti e ha ricadute sulla vita quotidiana di ognuno di noi, sia nel caso in cui ne siamo committenti diretti, sia nel caso in cui siano altri a decidere per noi, ad esempio per effetto di una delega di rappresentanza elettiva: conoscere per sapere consapevolmente ciò che possiamo avere e chiedere risposte. Ma per raggiungere obiettivi tanto complessi è necessario attivare sinergie: il Festival Architettura in Città rappresenta in tal senso l’esempio ad oggi più eclatante. La predisposizione del programma è concertata con una fitta rete di altri soggetti culturali che operano a Torino, ma anche in Provincia e in qualche occasione fuori dalla Provincia di Torino, istituzioni e associazioni che si occupano di temi che hanno affinità con quelli che sono il patrimonio culturale e professionale degli architetti, anche in modo indiretto o attraverso linguaggi diversi, CONTINUA a pagina 2
re da una domanda consapevole, la Fondazione OAT si rivolge anche ai cittadini comuni: comprendere che la qualità della propria vita è strettamente legata all’ambiente nel quale si vive, si lavora, si studia e si viene curati è il primo passo per avviare una trasformazione del territorio e per garantire il riconoscimento del ruolo sociale dell’architetto. Eventi culturali aperti ai non addetti ai lavori, iniziative di progettazione partecipata, attività didattiche nelle scuole, azioni di comunicazione sono solo alcune delle proposte che trovano spazio nella programmazione della Fondazione OAT. Considerando strategica la sensibilizzazione dei decisori sull’importanza della pianificazione dello spazio urbano e periurbano, pubblico e privato, la Fondazione OAT affianca le istituzioni, politiche e territoriali, per sostenere l’inserimento dell’architettura nei dibattiti e nelle agende politiche. Inoltre offre le proprie competenze per facilitare l’incontro tra le istituzioni ed il mondo professionale da una parte e la cittadinanza dall’altro guidando percorsi di progettazione, organizzando confronti, sostenendo le Amministrazioni Pubbliche nel bandire concorsi di architettura. È promotrice di forme di collaborazione con le istituzioni (a livello locale e nazionale) per la cura di eventi ed attività culturali sui temi di competenza. Il quarto interlocutore è infine il mondo delle aziende: la Fondazione OAT da un lato favorisce la diffusione della conoscenza di prodotti tra i professionisti, dall’altro collabora al processo di inno CONTINUA a pagina 2
La Fondazione la Qualità dell della Città e sostenendo le competenze
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come Cinemambiente o Torinodanza. La rete locale tuttavia non è sufficiente e soprattutto sentiamo oggi l’esigenza di confrontare politiche ed azioni con istituzioni a noi simili. A partire da questa considerazione, abbiamo recentemente invitato le altre Fondazioni degli Ordini degli Architetti italiane ad un incontro con l’intento di avviare un dialogo tra realtà che fino a quel momento non avevano avuto opportunità di comunicare e collaborare e con la speranza che la messa a sistema di esperienze e buone pratiche possa favorire il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi. Usci-
re dal contesto locale ci ha permesso di esplorare possibilità diversamente non immaginabili sia sul piano economico, condividendo iniziative di circuito, sia sul piano dell’efficacia comunicativa, programmando azioni contemporaneamente in più città. Presentare lo scenario delle nostre iniziative e le attività in corso di programmazione nel prossimo periodo, quelle ricorrenti e quelle di nuova formazione, ci è sembrato un passaggio necessario ed utile non solo a noi ma allo scenario di sistema dei nostri partner consolidati e dei nuovi che si affacciano con curioso interesse al nostro mondo.
CONTINUA La Fondazione si apre
vazione, facilitando lo scambio di conoscenze tra il mondo aziendale, quello professionale e quello decisionale. Uno strumento vincente a tal fine è il workshop, che può essere di progettazione o scenario, durante il quale professionisti, tecnici di azienda, committenti, e rappresentanti del mondo istituzionale sono riuniti attorno ad un tavolo per proporre metodologie e soluzioni innovative su casi concreti. Anche la procedura concorsuale concorre a creare questo dialogo, in quanto strumento efficace per l’azienda per individuare nuove proposte. Sono inoltre state avviate partnership
con alcune imprese in occasione di eventi e attività culturali. Per aiutare la lettura delle iniziative (e del giornale), ciascuno dei quattro target è identificato da un simbolo che si può ritrovare in testa alla pagina di descrizione delle attività che sovente sono finalizzate al raggiungimento di più obiettivi e si rivolgono a diversi destinatari. L’apertura nei confronti di nuovi pubblici non è solo a parole: la Fondazione OAT ha avviato una campagna di fidelizzazione istituendo la figura degli Amici della Fondazione soggetti che ne seguono e sostengono le attività ricevendo in cambio benefit e agevolazioni.
OAT promuove l’Architettura del Territorio e divulgando degli architetti.
Compiti, azioni e aspirazioni dell’Ordine degli Architetti di Torino Marco Aimetti - Presidente OAT L’obiettivo primario degli Ordini degli Architetti operanti in Italia è la tutela del mestiere dell’architetto e dell’architettura stessa. Qualità, professionalità, serietà e competenza sono le parole chiave che definiscono l’operato dell’Ordine degli Architetti di Torino (OAT).
7000 iscritti, 500 architetti operanti attivamente nei focus, consulenti e dipendenti appassionati ed efficienti permettono all’OAT di essere istituzione primaria di riferimento anche a livello nazionale sui temi dell’architettura, del paesaggio, della pianificazione territoriale e della tutela del costruito. A fianco degli obblighi istituzionali che fondano l’Ente – la tenuta dell’albo, la deontologia professionale e, dalla recente riforma operata dal governo Monti, la gestione dell’aggiornamento professionale – l’OAT progetta e sviluppa attività che contribuiscono alla crescita della figura professionale dell’architetto e alla
valorizzazione dell’architettura in tutte le sue declinazioni, operando nella società civile e rivolgendosi alle istituzioni e alla comunità degli architetti. Per la realizzazione di questi obiettivi è stata costituita nel 2002 la Fondazione OAT, attraverso la quale si rende concreta la promozione dell’architettura e il lavoro degli architetti. Le recenti logiche distorsive che hanno trasformato un mestiere socialmente e culturalmente rilevante in una mera e svalutata prestazione di servizi tecnici, hanno imposto all’OAT la messa in campo di politiche di contrasto finalizzate da un lato alla crescita della professionalità
della categoria e, dall’altro, alla lotta alle politiche al ribasso che coinvolgono il costo della nostra prestazione (e, indirettamente, il valore del progetto) in modo proporzionale all’inevitabile decremento della qualità (fornita e richiesta) del nostro operato. Inoltre, l’OAT promuove l’internazionalizzazione, tutela le fasce deboli e sostiene l’aggiornamento tecnico professionale. Ricoprire il ruolo di attore principale nel dibattito culturale, economico e sociale della società sui temi tipici del nostro mestiere è l’obiettivo primario che l’attuale dirigenza dell’Ordine si pone e persegue con le sue molteplici azioni.
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Formazione Corsi, incontri con le aziende, workshop, viaggi, pubblicazioni e attività culturali sono alcune modalità con cui è possibile aggiornarsi professionalmente.
L’opportunità formativa Antonella Feltrin - Ufficio formazione
L’esperienza in campo formativo di cui l’Ordine e la Fondazione OAT possono vantarsi precede di molto l’entrata in vigore dell’obbligo formativo per gli architetti: i primi corsi furono organizzati nel 2005 a partire dalla consapevolezza dell’importanza dell’aggiornamento dei professionisti quale condizione essenziale per garantire la qualità del loro operato e di conseguenza dell’architettura e della città. Da allora, l’offerta si è ampliata e diversificata, per contenuti e modalità, fino all’introduzione per norma di legge, a partire dal 1° gennaio 2014, dell’aggiornamento e sviluppo professionale continuo per gli architetti. Con la riforma, l’unità di misura dell’attività di aggiornamento è diventata il credito formativo; gli architetti devono acquisire nel triennio 2014-2016 complessivamente 60 crediti che nel triennio successivo diventeranno 90. I crediti possono essere conseguiti attraverso la frequenza di corsi, incontri e workshop formativi in aula e on line (FAD, webinar) accreditati presso il CNAPPC. Sono inoltre previste dalla normativa altre attività per le quali è possibile l’acquisizione di crediti: frequenza di master di I e II livello, dottorati di ricerca, visite a mostre e viaggi di architettura, pubblicazioni, partecipazione a gruppi di lavoro dell’Ordine, attività formativa svolta all’estero o per conto della
Pubblica Amministrazione se dipendenti pubblici, etc. L’esperienza formativa può essere maturata negli ambiti disciplinari che caratterizzano l’attività dell’architetto purché rientranti fra le aree previste dalla normativa: architettura, paesaggio, design e tecnologia; gestione della professione; norme professionali e deontologiche; sostenibilità; storia, restauro e conservazione; strumenti, conoscenza e comunicazione; urbanistica, ambiente e pianificazione nel governo del territorio.
Forum Internazionale della Sicurezza nei Cantieri e nei Luoghi di Lavoro Massimo Giuntoli - Vice presidente OAT
Dopo la prima edizione del 2013 che ha visto la presenza di oltre 800 partecipanti su 26 seminari tecnici e 2 sessioni plenarie l’Ordine degli Architetti di Torino e la Fondazione OAT, con la referenza scientifica del Focus group Sicurezza, per implementare il confronto tra gli attori della sicurezza nei luoghi di lavoro e nei cantieri quali legislatore, organismi ispettivi, professionisti, imprese, committenze ripropone per il 2015 una nuova edizione del Forum dal 28 al 30 aprile. La prima novità è proprio la scelta della data: per la nuova edizione si è deciso di far coincidere l’apertura dei lavori con la “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro” istituita nel 2003 per sensibilizzare cittadini e istituzioni e diffondere la cultura della sicurezza. Ci saranno modifiche anche nell’organizzazione delle giornate; sono previsti infatti tavoli tecnici, tavole rotonde con dibattiti su tematiche di attualità, ma anche visite guidate in cantieri e luoghi di lavoro. Naturalmente il Forum non potrà esimersi dal riflettere sull’attuale momento storico e sociale che vede il mondo delle professioni ed imprese in particolare difficoltà economica, ragionando sulla cultura della sicurezza in tempo di crisi. Un’edizione che ci auguriamo possa essere ricca e stimolante e possa diventare un importante momento di condivisione della cultura della sicurezza.
Viaggi di Architettura Paolo Giordano - Referente viaggi GAC Fondazione OAT
Nato nel 2007 dalla collaborazione tra Fondazione Ordine Architetti Torino e Gruppo Architetti del Canavese & Valle d’Aosta, “Architecture Exchange” propone viaggi di aggiornamento professionale volti alla visita di realizzazioni di architettura contemporanea nazionali e internazionali. La scelta delle mete è indirizzata a promuovere quelle realtà che si caratterizzano per maggiore interesse sotto il profilo della qualità della produzione architettonica, presentando nell’offerta, accanto a destinazioni italiane ed europee (Finlandia, Danimarca, Francia, Svizzera), esperienze in terre più lontane (USA, Israele). Ciascun viaggio è costruito attorno alle opere di giovani progettisti emergenti e di studi affermati a livello internazionale, proponendo un ventaglio il più ampio possibile di tipologie architettoniche e organizzando le visite sotto la guida degli stessi progettisti. Obiettivi di ogni viaggio sono il confronto e l’apprendimento, in un’atmosfera di gruppo gioviale che vede in media la partecipazione di 35-40 architetti di diversa età. Per il 2015 sono previsti itinerari di visita ad Amburgo, Bordeaux, nel Sud Tirolo e nell’Europa dell’Est.
Forum Internazionale sulla Sicurezza nei Cantieri e nei luoghi di Lavoro, SAA - Scuola di Amministrazione Aziendale, 2013 PH: Jana Sebestova
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PARTECIPANTI AI CORSI
2005
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2008
2009
2010
2011
2012
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primo semestre
Corsi a pagamento
517
462
747
614
776
1040
1118
976
1313
1129
133
245
232
623
1657
3669
Corsi finanziati
Incontri gratuiti
TOTALE
517
462
747
614
776
1040
1251
1221
3202
5421
NUMERO DI CORSI
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
primo semestre
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55
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Corsi a pagamento
Corsi finanziati
Incontri gratuiti
TOTALE
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L’architettura attraverso i libri Claudio Cucchiarati - Presidente CELID s.c.
Se non si corresse il rischio di essere additati come autoreferenziali o autocelebrativi, in un contesto di onesto rapporto di lavoro e serietà professionale si potrebbe dire che certe scelte si fanno puntando tutto, o almeno soprattutto, sulla qualità. La qualità è importante sempre, in ogni caso, e ancor più là dove necessariamente è una caratteristica che deve primeggiare nell’attività stessa. Stiamo parlando di architettura e buona comunicazione, di formazione e informazione, elementi che si debbono fondere per conseguire un vali-
do risultato. È per queste ragioni che nel 2011 è nato FONDAMENTA, il progetto editoriale che vede protagonisti l’architettura torinese e una casa editrice di lunga esperienza universitaria legata allo stesso mondo. Molte sono infatti le pubblicazioni di architettura nei quarant’anni di attività di Celid. L’obiettivo di ottimizzare la divulgazione di concetti e temi orientati a costruire nuove idee per il futuro è ciò che sta alla base dell’intesa e del reciproco riconoscimento fra la Fondazione OAT e Celid Editrice.
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LE PUBBLICAZIONI
INCONTRI FORMATIVI GRATUITI
• Paesaggio: cura, gestione, sostenibilità, 2014 Claudia Cassatella, Francesca Bagliani • La sicurezza sui luoghi di lavoro. Manuale operativo, 2014 Massimo Giuntoli • L’eredità del moderno. Architettura a Torino 1918-1968, 2013 Emilia Garda, Guido Montanari, • Manuale operativo per la sicurezza in cantiere, 2013 Massimo Giuntoli • Paesaggio e Bellezza. Enjoy the landscape, 2012 Claudia Cassatella, Francesca Bagliani • Un parco in città. L’area Riva di Avigliana: concorso di idee, 2012
Accanto alle attività più tradizionali e collaudate nel tempo, dal 2012 l’Ordine e la Fondazione OAT hanno iniziato a proporre soluzioni formative differenti. In particolare, sono nati gli incontri formativi gratuiti; si tratta di appuntamenti con una durata che può variare da un minimo di 3 ad un massimo di 6 ore. Questi seminari hanno un carattere tecnico e si avvalgono spesso del contributo di aziende che possano mostrare prodotti o tecnologie innovative. L’interesse crescente da parte degli iscritti verso questa modalità formativa ha portato ad una crescita significativa dell’offerta, che è passata dai 5 del 2012 ai 35 nei primi sei mesi del 2014.
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I workshop realizzati
PRO-LITE 28 maggio-19 giugno 2014 60 professionisti hanno individuato soluzioni innovative per l’illuminazione di tre edifici scolastici torinesi
ARCHITETTURE PER LA CATASTROFE 1-3 marzo 2013 25 architetti e designer hanno progettato e realizzato un prototipo di alloggio provvisorio in scala 1:1
SMART BUILDING +1 30 novembre-7 dicembre 2012 Utilizzo della tecnica del Workshop Scenario per individuare un set di azioni condivise per il raggiungimento degli obiettivi di Torino Smart City
SMART BUILDING IN TORINO SMART CITY 27 settembre-1° ottobre 2011 100 soggetti coinvolti tra ricercatori, aziende e professionisti per la definizione di 5 isolati urbani
BOIS LAB 7-28 maggio 2010 60 partecipanti hanno progettato una “mobil home” in legno di provenienza locale
Lo strumento del workshop Pier Giorgio Turi - Referente scientifico progetto TCS
Fa parte del DNA degli architetti la capacità di mettersi in gioco, di accettare le sfide della complessità, di immaginare scenari o visioni del futuro viste attraverso la lente della fattibilità, di riunire intorno a delle idee sensibilità ed esperienze diverse, di offrire la propria capacità disciplinare anche a servizio di una dimensione di utilità sociale. Una propensione “antropologica” dell’architetto da cui la Fondazione OAT ha attinto, con continuità ed intensità, per esplorare, promuovere e sviluppare all’interno delle proprie attività lo strumento del “workshop”, inteso come vero e proprio laboratorio di idee, una sorta di “think tank” interdisciplinare con l’obiettivo di indagare i diversi scenari che l’innovazione scientifica e culturale hanno proposto in questi anni al mondo dell’architettura e della pianificazione urbana. Le occasioni sono state molte, costruite su un filo conduttore comune: interpretare a scala locale il tema globale della “città sostenibile”, dove la questione dello sviluppo urbano fosse affrontata per conciliare esigenze di natura ambientale ed energetica con percorsi decisionali, interessi di natura economica e imprenditoriale, nuove forme di partenariato pubblico-privato, attività di ricerca applicata e una particolare attenzione alla dimensione sociale e alla qualità architettonica degli interventi. Il Congresso mondiale degli Architetti tenutosi a Torino nel 2008 può essere assunto come il punto di avvio di questo percorso di ricerca. “Trasmettere la Città Sostenibile” diventa il manifesto di un nuovo agire della Fondazione OAT che ha come momento centrale un workshop internazionale di progettazione sull’area di Basse di Stura, con 92 progettisti provenienti da 10 paesi (Italia, Spagna, Portogallo, Austria, Venezuela, Colombia, Gran Bretagna, Belgio, Algeria e Cina), guidati da 10 Tutor, assistiti da un Comitato Scientifico Internazionale e da 53 esperti. Una prima esperienza, certamente aiutata dalla prestigiosa cornice internazionale, dalle molte ricadute tra le quali l’adesione della Città di Torino, prima città metropolitana italiana, al Patto dei Sindaci promosso dalla Commissione Europea e la restituzione alla Città di 5 scenari di trasformazione urbana sostenibile di un’area urbana particolarmente complessa e compromes-
sa. Obiettivo comune dei workshop che si sono susseguiti è quello di coinvolgere intorno ad uno specifico tema attori pubblici e privati interessati a contribuire ad un cambiamento culturale per un equilibrato sviluppo delle nostre città. Le iniziative del 2011 e del 2012, promosse per lanciare e accompagnare la candidatura della Città di Torino al progetto europeo “Smart City”, ad esempio, hanno visto la partecipazione e il sostegno del sistema produttivo locale rappresentato da aziende, selezionate attraverso una manifestazione pubblica d’interesse, invitate a mettere a disposizione processi innovativi, materiali, tecnologie e competenze specializzate. Un processo che ha creato nuovi contatti tra progettisti e mondo dell’impresa e fatto scaturire alcuni prototipi di innovazione tecnologica. Sempre sul filo dell’innovazione tecnologica si è sviluppato anche l’ultimo workshop, Pro-LITE, promosso nel 2014 dalla Fondazione OAT, in collaborazione con la Città di Torino e IREN Servizi, finalizzato a sostenere una ricerca europea per la costruzione di un appalto pubblico di innovazione per il rinnovamento dei sistemi di illuminazione in tre edifici scolastici della Città, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici, diminuire i costi di manutenzione, migliorare la qualità e il comfort degli spazi educativi. Un’esperienza che è stata un’ulteriore occasione per esplorare anche la dimensione della partecipazione degli utenti finali: i progettisti sono stati in diretto contatto con i principali fruitori degli spazi, bambini e ragazzi, che sono diventati parte protagonista del percorso interagendo, con reciproca soddisfazione, con gli architetti e le aziende di settore. Il risultato ottenuto, presentato pubblicamente alla presenza di rappresentanti della Commissione Europea, ha permesso di raccogliere un set articolato di soluzioni integrate che oggi stanno orientando la stesura della gara d’appalto che verrà lanciata all’inizio del 2015. Ma Pro-LITE è stata anche la prima opportunità nella quale la Fondazione OAT ha sperimentato il riconoscimento dei crediti formativi attraverso lo strumento del workshop, rilevando un ottimo gradimento di questa formula da parte dei numerosi partecipanti. La formula del workshop è quindi al tempo stesso un’opportunità formativa sul campo e un’occasione di valorizzazione del ruolo e della figura dell’architetto contemporaneo all’interno di una realtà socio-economica oggi in profonda mutazione e alla ricerca di nuovi punti di riferimento.
ABITARE LA CITTÀ 22-26 aprile 2009 36 professionisti under 40 hanno ideato 5 nuovi modelli abitativi
BASSE DI STURA 11-16 febbraio 2008 92 neo laureati provenienti da 10 Paesi hanno prodotto 5 masterplan per l’area Basse di Stura
Workshop Abitare la Città, Camplus Lingotto, 2009 / PH Maria Bucci [a destra] Esedra Villa della Regina, concorso per la manica accoglienza, 2009
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A vincere è la qualità
permette ai professionisti di esprimersi per via meritocratica, facendo di fatto vincere il miglior progetto. Proprio Enrico Bertoletti - Programmatore seguendo questi princìpi opera l’attività promozionale attivata in questi anni dalla Fondazione dell’Ordine deNonostante ne siano noti di antica data, come quello per la gli Architetti di Torino, a partire dai corsi di formazione cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze (1418), è dall’età sull’argomento, per passare all’attività di consulenza (resa moderna che il concorso di idee o di progettazione costitui- possibile dall’istituzione di un ufficio concorsi interno alla sce un aspetto basilare della vita professionale dell’architet- Fondazione) verso tutti quei soggetti, pubblici o privati, to. Oggetto di concorso sono state importanti opere come che intendono realizzare un’opera o, più semplicemente, il Crystal Palace per l’Esposizione Internazionale di Londra acquisire idee attraverso un concorso. (1850), il teatro dell’Opéra di Parigi (1860), il Palazzo delle In questo quadro si inserisce la sperimentazione, partita Nazioni a Ginevra (1926) o, più recentemente, l’Opera Hou- con un bando lanciato dalla Fondazione nel 2014, del nuovo programma di sostegno a soggetti banditori affinché prose di Sydney (1957) e il Centre Pompidou a Parigi (1969). È proprio della natura dell’architetto cimentarsi nei con- cedano, a loro volta, a bandire un concorso di architettura. L’obiettivo è incentivare e promuovere l’utilizzo dello strumento concorsuale in un momento in cui il ricorso a tale procedura è sempre più ridotto anche a causa delle ristrettezze economiche che la spesa pubblica sta vivendo. In questo modo la Fondazione OAT ha stanziato nel proprio bilancio risorse Un’opportunità per i committenti di valorizzare per 20mila euro, assegnando un sostegno in termini di assistenza, consulenil merito dei progettisti e per i partecipanti di za e servizi, ma senza trasferimenti di contribuire al dibattito architettonico. denaro. Nel caso specifico la selezione è stata vinta dal Comune di Avigliana con un interessante intervento di riqualificazione urbana il cui concorso è in fase di studio e del quale si prevede la pubblicazione del corsi perseguendo più fini: crescere e formarsi professionalmente, partecipare e stimolare il dibattito architettoni- bando nella primavera 2015. Grazie all’esperienza maturaco, creare opportunità di lavoro facendo rete con colleghi, ta sui concorsi di architettura, la Fondazione OAT è stata artisti e aziende, esercitare il proprio talento e la propria recentemente coinvolta nel progetto GreenArch in qualità capacità di sintesi e, infine – aspetto da non sottovalutare di associated partner. È un’iniziativa che coinvolge Francia, Spagna, Regno Unito e Repubblica Ceca ed è improntata a – acquisire incarichi. Dobbiamo anche considerare che oggi, nel rispetto del Co- promuovere il concorso come strumento di valorizzazione dice degli Appalti, quando la prestazione riguardi la pro- dell’operato dei giovani professionisti, consolidando e progettazione di lavori di particolare rilevanza sotto il profilo muovendo la figura dell’architetto programmatore di con-
Concorsi
Concorsi programmati da Fondazione OAT
Muri e territori del vino 2013-2014 Provincia di Asti
Vogogna. Borgo, città, territorio 2012-2013 Comune di Vogogna
Boislab call. La tecnologia del legno incontra il social housing 2012 Provincia di Torino
Trettari 2011-2012 Comune di Cirié
Con.fine Design 2011 Associazione Proto Design
Area Riva. Parco Urbano e centro Città 2011 Comune di Avigliana
Amiantifera di Balangero 2010-2011 RSA - Società per il Risanamento e lo Sviluppo Ambientale dell’ex miniera di amianto di Balangero e Corio
La Metamorfosi 2010 Comune di Torino – Divisione Urbanistica e Edilizia Privata
Masterplan Nichelino 2010 2010 Comune di Nichelino
Ivrea Carnevale 365 colora la città: i luoghi e i percorsi del Carnevale 2010 Comune di Ivrea, Fondazione dello storico Carnevale d’Ivrea
Villa della Regina. Il concorso per la manica accoglienza 2009-2011 Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti del Piemonte
Riqualificazione delle ex OMA e Chimica Industriale e valorizzazione dell’area della Collina Morenica 2009-2010 Comune di Rivalta di Torino
Valorizzazione di Susa Romana e Medioevale 2008-2009 Provincia di Torino
Riqualificazione urbanistica dell’area “Casermette” 2008 Comune di Rivalta di Torino
Il drago e la montagna 2008 Provincia di Torino
La città, il fiume, la collina architettonico, ambientale, storico-artistico e conservativo, nonché tecnologico, le stazioni appaltanti valutano in via prioritaria l’opportunità di applicare la procedura del concorso di progettazione o del concorso di idee. Da quanto sopra espresso, è chiaro come il concorso sia un importante strumento, in mano alle committenze, che
corsi e mettendo a confronto le competenze e le esperienze dei diversi Paesi coinvolti. L’iniziativa si ripropone inoltre di creare reti nei Paesi partner di supporto al progettista che intenda prendere parte ad un concorso in quella realtà territoriale, con l’intento di favorire la mobilità professionale in Europa e le opportunità lavorative.
2006 Comune di Torino
Nuovo polo scolastico in zona Pragranda 2005 Comune di San Mauro Torinese
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Un modello di festival win-win
architettura e progetto (Politecnico e scuole di design), a scuole e amministrazioni di Comuni fuori Torino. Proprio Raffaella Lecchi - Responsabile Ufficio Attività Culturali nella grande dimensione partecipativa dei soggetti che entrano di anno in anno a far parte dell’offerta culturale si Il festival Architettura in Città ha già una sua piccola sto- gioca la scommessa del festival: riuscire a comunicare i ria: quattro edizioni realizzate in uno dei periodi più com- temi dall’abitare e della qualità della vita con un linguagplessi e difficili in Italia per il comparto progettuale da un gio nuovo, allo stesso tempo coinvolgente, efficace e non tecnico. Portare le altre discipline a parlare di architettura lato e quello culturale dall’altro. Indubbiamente, nel 2011, la spinta iniziale è stata la voglia attraverso i linguaggi loro propri è stata sicuramente una di festa: a Torino mancava un appuntamento estivo dedi- strada che ha dato esiti positivi. Un esempio molto efficace cato all’architettura, che si affiancasse ai festival culturali è quello del pubblico della danza, che si è avvicinato al festival attratto dall’evento di una compagnia specifica, ma al termine della performance ha cominciato a guardare con occhi più consapevoli lo spazio occupato dal corpo, anche in contesti domestici o urbani. L’esempio vale naturalmente per il cinema, la letteratura e le altre discipline. Un fitto calendario di iniziative che invadono Viceversa, ai soggetti che si occupano gli spazi urbani per far comprendere che qualità in modo specifico dei temi dell’architettura, della città e del territorio in dell’architettura significa qualità della vita. quanto parte del processo di trasformazione o di indagine dell’ambiente (associazioni e studi di architettura, e musicali già presenti in città. Un modo per affermare che scuole, amministrazioni,…) viene richiesto uno sforzo di anche l’architettura può, a buon diritto, essere considerata adeguamento del linguaggio e della comunicazione, affinuna disciplina culturale e non meramente tecnica, apprez- ché il festival si trasformi in una reale occasione di comzabile dal pubblico dei non addetti ai lavori. Il festival si prensione per i cittadini. è strutturato intorno all’idea di portare “all’aperto e allo Per questo definiamo Architettura in Città un modello di scoperto” un universo di iniziative da comunicare sotto un festival win-win: i pubblici si mescolano e entrano in conunico cappello, rivolto a chi l’architettura la fa e a chi la tatto con realtà inconsuete, i linguaggi si avvicinano e si abita tutti i giorni, per valorizzare la necessità e la gioia di confondono, i soggetti culturali entrano in rete e usano le risorse (economiche, umane, di relazione) in modo sinervivere spazi di qualità. Il modello è stato quello – già sperimentato in ambito cul- gico ed efficiente. turale piemontese – di coinvolgere un gran numero di sog- Il futuro di Architettura in Città, dopo quattro edizioni, getti produttori di cultura presenti sul territorio e invitarli continua a ruotare intorno alla sua capacità di comunicare a inserire proposte affini ai temi del festival in un cartellone a un pubblico composto da cittadini anche di formazione comune. Hanno risposto in numero elevatissimo, sempre non tecnica. Una sfida che, in un momento di grave difcrescente negli anni: istituzioni e associazioni che si occu- ficoltà del comparto culturale italiano, deve guardare più pano di arte, cinema, teatro, danza, letteratura, fotografia, alla qualità delle iniziative che alla loro quantità, e al coincibo e musica accanto a chi più propriamente si occupa di volgimento di soggetti nuovi, anche in ambito nazionale.
Eventi in città
ARCHITETTURA IN CITTÀ Nasce nel 2011 dall’idea di promuovere il progetto d’architettura, della città, del territorio, come espressione culturale centrale dell’identità di un Paese ed essenziale per la qualità della vita dei suoi abitanti.
Dialogo tra Benedetta Tagliabue e Roberto Ciccarelli, Festival Architettura in Città 2014, BasicVillage / PH: Jana Sebestova [a destra in alto] Visita guidata alla casa dei bambù, AB Architecture Tour, 2014 PH Jana Sebestova [a destra in basso] Mostra “Architetture Rivelate”, piazza Carignano, 2009 / PH Angelo Morelli
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2011
2012
2013
2014
Affluenza pubblico
6.000
5.500
9.000
6.500
Eventi in programma
107
72
102
116
Istituzioni culturali
70
100
110
170
Tour Serena Pastorino - Ufficio Attività Culturali
Raccontare e far appassionare alla complessità dei temi dell’architettura, della città e del territorio i cittadini non è facile; tuttavia lo strumento delle visite guidate è molto efficace, in quanto consente di vedere con i propri occhi luoghi sconosciuti, ascoltando il racconto di ospiti, progettisti e proprietari degli spazi esplorati con il loro personale punto di vista. I tour che Fondazione OAT organizza, soprattutto destinati ad un pubblico di non addetti ai lavori, sono volti a scoprire architetture ancora in costruzione, come quelli nei cantieri della TAV o del grattacielo della Regione Piemonte, edifici privati e pubblici presenti in aree in trasformazione (con gli AB Tour), architetture segnalate attraverso il premio dell’Ordine “Architetture Rivelate”, o ancora paesaggi poco conosciuti. Si tratta di iniziative che la Fondazione realizza autonomamente o insieme ad altri partner, anche contribuendo al calendario di altre iniziative: il più recente è il TANZARCHTOUR a San Salvario, organizzato lo scorso 9 novembre.
Mostre Serena Pastorino - Ufficio Attività Culturali
La componente visiva è fondamentale nella comunicazione dell’architettura, soprattutto per coinvolgere il pubblico ampio dei cittadini. Perché i contenuti e le forme espressive risultino interessanti ed efficaci per un target non omogeneo, che in parte ha un background solido su questi temi, e in parte invece necessita di una narrazione che consenta una lettura semplice (ma non banale) e comprensibile, è stato privilegiato il mezzo della fotografia, attraverso missioni ad hoc e ricerche storiche. L’obiettivo di un esteso coinvolgimento ha determinato negli anni la scelta degli argomenti (dall’architettura del Moderno all’architettura Radicale, dalle “Architetture Rivelate” premiate a Torino all’architettura storica e contemporanea argentina) e dei luoghi espositivi: le mostre sono state allestite nelle piazze della città (Architettura del Moderno, Architetture Rivelate, Posterheroes), e nelle sedi del festival Architettura in Città (“Architettura Radicale”, “Identidad en la Diversidad. Architettura argentina”, “Rovine Esposte. Urban Exploration”), luoghi ad accesso gratuito e caratterizzati da ampio passaggio.
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Gli architetti costruiscono democrazia? Raffaella Lecchi - Responsabile Ufficio Attività Culturali
Non deve stupire che fin dalla prima edizione Fondazione OAT abbia accettato l’invito a partecipare al programma di Biennale Democrazia: nella dimensione pubblica dell’architettura si gioca una delle questioni democratiche di maggiore impatto. Perché gli edifici sono sotto gli occhi di tutti, dell’esperto come del passante disinteressato. E perché tutti sono direttamente o indirettamente condizionati dalle scelte con cui sono stati organizzati gli spazi (privati o pubblici che siano) in cui vivono. È del tutto evidente dunque che gli architetti sono una chiave fondamentale nella definizione dei rapporti di potere dei luoghi che abitiamo: il loro pensiero e i modelli che trasmettono nella pratica del loro lavoro hanno influenza diretta sulla costruzione del mondo urbano e del paesaggio rurale, sul sistema di valori economici e immobiliari, su socialità e benessere dei cittadini. Entrare nella cornice di Biennale Democrazia è stata quindi una scelta quasi necessaria, per far meglio comprendere ai cittadini - attraverso il racconto di esempi concreti, l’organizzazione di laboratori, dibattiti e eventi di “pratica democratica diretta” - l’importanza della responsabilità etica degli architetti, e le complesse contraddizioni che ne derivano.
Portare gli architetti a parlare di architettura a Biennale Democrazia ha il significato di aumentare nel pubblico della manifestazione la consapevolezza su temi che riguardano l’ambiente e il territorio: cittadini meglio informati e più attenti saranno in grado, con le loro scelte e le loro opinioni, di chiedere maggiore qualità agli spazi che vivono, orientando, in ultima analisi, mercato e scelte politiche. Non solo. Biennale Democrazia è l’occasione per far sì che gli architetti si interroghino sul proprio ruolo, confrontandosi su temi come il diritto alla casa, l’housing sociale, le nuove esigenze abitative per arrivare ad affrontare macro questioni come la partecipazione della cittadinanza alle scelte urbanistiche e architettoniche e il futuro dell’organizzazione delle città. Per l’edizione 2015 (25-29 marzo) Biennale Democrazia avrà come filo conduttore Passaggi e porrà al centro dell’attenzione i percorsi che possono generare cambiamenti e i movimenti che possono produrre mutamenti. La Fondazione OAT affronterà il tema da tre diversi punti di vista: le trasformazioni urbane determinate da fattori politici e sociali nel quadro degli appuntamenti “Torino incontra Berlino” (città emblematica del tema scelto da Biennale Democrazia), le modifiche che intervengono sul territorio a seguito di eventi calamitosi e il modo in cui possono essere prevenute e infine, capovolgendo la prospettiva, le architetture che, cercando di resistere al cambiamento, si fanno portatrici di un messaggio.
BIENNALE DEMOCRAZIA Una manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino dal 2009. La Fondazione OAT collabora al programma dalla prima edizione curando iniziative che, in coerenza con i temi proposti dalla Biennale, valorizzano il ruolo sociale dell’architetto.
2015
VINCOLI E POSSIBILITÀ / CHI COSTRUISCE LA CITTÀ? conferenza nella cornice di “Torino incontra Berlino”
VELOCITÀ E LENTEZZA / PAESAGGIO, NATURA, EMERGENZA dibattito
ARCHITETTURE RESISTENTI mostra in piazza e evento partecipato
2013
L’UTOPIA DELLA CITTÀ NEL RINASCIMENTO lectio magistralis di Cesare de Seta
CITTÀ BAMBINE conferenza
POSTERHEROES mostra in piazza e evento partecipato (con Associazione Plug)
INSEDIAMENTI LUDICI installazione (con ITER Centri di cultura per il gioco)
2011
ARCHITETTURA E DEMOCRAZIA lectio magistralis di Rem Koolhaas
ARCHITETTURA PER POCHI ARCHITETTURA PER TUTTI conferenza
DESIGN ECO-DEMOCRATICO concorso e evento partecipato
2009
LA CASA CHE CI ASPETTA conversazione
ABITARE LA CITTÀ workshop, conferenza e lectio magistralis di Bill Dunster e Cino Zucchi
I LUOGHI URBANI DELLA DEMOCRAZIA concorso e evento partecipato
ASSEMBLEA CONDOMINIALE spettacolo teatrale
Proiezione della lectio magistralis di Rem Koolhaas, piazza Carignano, 2011 PH: Jana Sebestova� [a destra] Jardin de la Cité Lemasson di Collectif Coloco / PH: Coloco-Studio Public
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La cura del paesaggio, un dovere civile Chiara Martini - Vice presidente Fondazione OAT
Gli obiettivi che la Fondazione OAT si ripropone organizzando la rassegna sono già evidenti dal titolo della biennale “Creare Paesaggi”: promuovere la cultura della pianificazione e della progettazione paesaggistica attraverso un approccio attivo che valorizzi la pratica del “Fare Paesaggio” declinata alle diverse scale. A partire dal 2002, anno della prima edizione, la rassegna ha spaziato dall’analisi di alcuni ambiti di intervento all’individuazione delle modalità d’azione, indagando la dimensione sociale del paesaggio, il concetto di bellezza e i problemi connessi alla gestione e alla sostenibilità delle trasformazioni. Il filo rosso che lega le varie edizioni è quello di favorire la consapevolezza che la qualità del paesaggio in cui si vive, si riflette inevitabilmente sulle condizioni di vita di tutti noi. La messa in essere di buone pratiche di pianificazione territoriale, di progettazione di dettaglio, di gestione, cura e manutenzione sono condizioni necessarie e intrinseche alla pratica paesistica e al perseguimento della qualità. La rassegna si propone inoltre di sostenere e valorizzare il lavoro di quelle figure professionali specifiche, quali architetti pianificatori e paesaggisti, che possiedono gli strumenti adeguati per occuparsi di una materia così complessa perché racchiude saperi multidisciplinari come quella dell’architettura del paesaggio: professioni che sono ampiamente affermate in Europa e che qui in Italia faticano ancora ad avere un reale riconoscimento e una identità propria. La rassegna sin dalla sua prima edizione dedica ampio spazio a ciò che avviene fuori dai confini nazionali attraverso il contributo di professionisti ed esperti di paesaggio provenienti da Europa e Stati Uniti; non è casuale la scelta di collocare l’evento (quasi) in concomitanza con la Biennale del Paesaggio di Barcellona e di condividerne alcuni dei contenuti: nelle passate edizioni, infatti sono state proposte mostre frutto di questa collaborazione e sono stati invitati alcuni tra i progettisti vincitori del prestigioso premio ‘Rosa Barba’. A fianco dell’attività convegnistica e espositiva, si ritrova poi un’importante produzione di pubblicazioni sui temi affrontati durante le giornate di studio; i volumi, diversamente da semplici atti di un convegno, sono dei preziosi compendi che, ripercorrendo le tappe della rassegna, consentono di mettere in luce la più recente evoluzione della disciplina paesaggistica internazionale. Nata come momento di riflessione disciplinare, prevalentemente rivolta agli addetti ai lavori, Creare Paesaggi nel
corso degli anni si è modificata e ampliata. Nelle ultime edizioni sono stati organizzati tour con l’obiettivo di coinvolgere anche i non esperti su questi temi. Inoltre nel 2012, con la firma di un protocollo di intesa con l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Piemonte (che ha collaborato sin dalla prima edizione) e con l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese, nella rassegna confluisce l’esperienza di Paesaggio zer0, un appuntamento per riflettere sui concetti “Paesaggio” e “Parchi”, a partire dalla pianificazione della fascia fluviale del Po. Da questa collaborazione, Creare Paesaggi si arricchisce, completando l’approccio internazionale originario con il dialogo tra chi opera sul territorio locale. Il titolo “Il Paesaggio Urbano” dell’edizione appena conclusa può sembrare provocatorio perché difficilmente si associano le parole “Paesaggio” e “Città”. Paesaggio, nella sua accezione più diffusa rimanda a scenari bucolici e a bei panorami, non certamente all’ambiente urbano; tuttavia, la Convenzione Europea del Paesaggio ha contribuito a fare ordine e ad elevare alla dignità di paesaggio ogni porzione di territorio, così come percepita dalle popolazioni, i cui caratteri derivano da fattori naturali e/o antropici e dalle loro interazioni e quindi anche il paesaggio della città con il tessuto e gli assi storici, con i panorami, le visuali sul territorio circostante, ma anche con le periferie, le aree agricole periurbane, gli spazi residuali, i vuoti… Questa edizione ha voluto riflettere sulla città, sulle sue trasformazioni e sul contributo che la pratica paesaggistica ad esso associata può esercitare sulla qualità della vita dei cittadini incentivandone per esempio la partecipazione nei processi decisionali; come il creare paesaggio, dalla pianificazione strategica all’intervento alla micro scala, possa porsi a sostegno dell’economia e dello sviluppo del turismo locale.
CREARE PAESAGGI Una rassegna internazionale biennale dedicata alla cultura del paesaggio, promossa dalla Fondazione OAT dal 2002. Dal 2012, in virtù di un protocollo d’intesa, vi partecipano anche l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese e la Regione Piemonte.
2014
PAESAGGIO URBANO tavole rotonde, convegno, tour
2012
PAESAGGIO. CURA, GESTIONE, SOSTENIBILITÀ tavole rotonde, convegno, tour
2010
BELLEZZA E PAESAGGIO convegno, mostra
2008
COMUNICARE IL PAESAGGIO PAESAGGIO AL FUTURO main session Congresso Mondiale UIA
2006 La prossima Biennale Creare Paesaggi si terrà nel 2016, lo stesso anno in cui Torino, ospitando il 53° Convegno IFLA (International Federation of Landscape Architect), diventerà per qualche giorno, la capitale dell’architettura del paesaggio. Sarà un momento fondamentale di confronto perché arriveranno nella nostra città esperti di paesaggio da tutte le parti del mondo. Per quell’occasione, la Fondazione OAT vorrebbe proporre un’ulteriore evoluzione della rassegna, curando un modello di evento simile a quello già sperimentato con successo per il Festival Architettura in Città; intende coinvolgere gli operatori culturali attivi sul territorio sui temi legati al paesaggio, per favorire un’apertura verso un pubblico di non addetti ai lavori, attraverso una serie di eventi off.
PAESAGGI INDECISI convegno, mostre, incontro
2004
IN OGNI MODO convegno, mostre, lettura
2002
REALIZZAZIONI TEORIE E PROGETTI IN EUROPA convegno, mostre, incontro
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Progettazione Partecipata Le attività del Laboratorio Città Sostenibile a Torino e quelle avviate nei Comuni della provincia per promuovere un atteggiamento attivo nei confronti dello spazio circostante.
L’architetto tutor Maria Bucci - Architetto
È una figura professionale, con un percorso formativo specifico e un’esperienza maturata nell’ambito dei sistemi educativi, nata dalla collaborazione tra la Città di Torino, la Fondazione OAT e l’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino. Opera nelle scuole, in qualità di ‘facilitatore’, per realizzare progetti dedicati alla lettura, alla cura e alla trasformazione dell’architettura e degli spazi urbani attraverso percorsi partecipati. A seguito dell’esperienza maturata con il Laboratorio Città Sostenibile della Città di Torino, la Fondazione OAT ha scelto, a partire dall’anno scolastico 2010-2011, di promuovere la figura dell’architetto tutor presso i Comuni della Provincia di Torino. Come per i progetti sviluppati nel capoluogo, anche in questo caso i percorsi partecipati hanno portato ad alcune azioni concrete sul territorio: la creazione di un’area gioco presso la Città di Collegno e di un edible garden presso la Città di San Mauro Torinese.
Educare alla partecipazione Intervista a Mariagrazia Pellerino Assessora alle Politiche educative, Città di Torino Raffaella Bucci - Ufficio Stampa
L’approccio partecipativo che caratterizza le attività del Laboratorio Città Sostenibile è stato avviato 20 anni fa, quando la Città di Torino ha aderito alla rete mondiale delle città educative che comprende 477 città in 37 Paesi, tra cui, ad esempio, Corea del Sud, Argentina e Messico. Il presupposto di partenza è che per costruire città a misura di bambini e ragazzi, lo sguardo dei giovani cittadini debba essere messo in primo piano: si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma perché da soggetti da tutelare, le nuove generazioni diventano portatori di interesse e capaci di fornire un contributo effettivo. Le attività di progettazione partecipata che la Città di Torino conduce sono volte alla creazione di una cultura del bene comune, quale parte fondamentale del processo di costruzione di una comunità: trasmettere l’importanza del rispetto dell’ambiente significa non solo educare a comportamenti eco-sostenibili, ma anche far comprendere il valore dell’ambiente urbano in cui viviamo. Così attraverso la progettazione partecipata di aree gioco, cortili o porzioni dell’edificio scolastico la Città di Torino promuove un atteggiamento attivo nei confronti dello spazio circostante da parte delle nuove generazioni, mentre con l’adesione all’iniziativa “La scuola adotta un monumento” le attività si concentrano sulla sensibilizzazione alla salvaguardia del patrimonio storico-architettonico. Dalla scuola, l’attenzione si sposta poi allo spazio circostante e alla dimensione dell’intero quar-
tiere, con un focus specifico sulla mobilità. Attraverso il punto di vista dei ragazzi infatti sono stati ripensati i percorsi casa-scuola e sono state riprogettate le aree attorno all’edificio scolastico individuando nuove mappe di rappresentazione della città. Sono nate così le zone 30, si è promosso il car pooling ed è stata istituita in ciascuna scuola la figura del mobility manager con il compito di studiare e ridefinire le modalità di spostamento di bambini, genitori, insegnanti e personale in generale. In questo processo, il ruolo dell’architetto tutor è fondamentale. Grazie a competenze nel campo dell’urbanistica e dell’architettura e ad esperienza nella gestione dei processi partecipativi, questa figura si colloca a metà tra l’Amministrazione e la cittadinanza facilitandone il dialogo. L’insistenza sulla partecipazione non si limita solo alle future generazioni. Con Crescere 06, il programma di incontri sul territorio per raccogliere proposte da genitori e educatori, la discussione partecipata si sposta al futuro dei servizi per l’infanzia della Città. Inoltre, accogliendo la sfida del bilancio deliberativo, i cittadini hanno l’opportunità di discutere e scegliere progetti per il proprio territorio, con l’aiuto dei funzionari; questa azione consente di attivare un duplice canale di comunicazione: da un lato gli abitanti possono far sentire la propria voce prendendo parte alle decisioni, dall’altro imparano a conoscere i processi che portano alla loro concretizzazione. Educare al dialogo e al confronto è essenziale per stimolare lo sviluppo nei cittadini di un pensiero critico: avere la capacità di individuare e porre problemi è infatti il primo passo per risolverli.
La creazione del Community Garden a San Mauro L’area Pragranda è un ampio spazio verde di circa 35.000 metri quadrati collocato nel territorio dell’Oltrepo di San Mauro, di proprietà pubblica, con destinazione a verde. Grazie ad un finanziamento della Compagnia di San paolo, la Città di San Mauro, la Fondazione OAT, Slow Food Italia e la Cooperativa Il Punto promuovono un percorso partecipato di costituzione di un Community Garden: un progetto di giardino urbano di nuova generazione che, sin dalle sue prime fasi ideative, prevede il coinvolgimento attivo e responsabile della comunità locale di riferimento. L’obiettivo è lo sviluppo di una nuova sensibilità sull’uso consapevole delle risorse, sul ruolo delle comunità nella trasformazione dello spazio urbano, sulla produzione agricola nelle aree abitate, sull’educazione alimentare e sulla gestione collettiva dei beni comuni. Patrimonio del progetto sarà anche l’esperienza realizzata con le scuole del quartiere nell’anno scolastico 2013-2014, grazie alla collaborazione con la Provincia di Torino nel quadro del progetto INFEA. La conclusione delle attività è prevista per settembre 2015.
L’esperienza del Laboratorio Città Sostenibile a Torino
SMART SCHOOL MOBILITY Prevede un percorso di co-progettazione rivolto a bambini, insegnanti e genitori, finalizzato a costruire un piano di mobilità scolastica sostenibile a scala locale.
PIANO STRATEGICO PER LE AREE GIOCO URBANO Nasce nel 2004 per fornire una risposta concreta alla richiesta, espressa da bambini e ragazzi, di ripensare la natura e la qualità degli spazi urbani dedicati al gioco e alla socializzazione e al tempo stesso per creare uno strumento di pianificazione che consenta alla Pubblica Amministrazione di attuare una gestione più efficace delle proprie aree dedicate al gioco e alla socializzazione.
PROGETTO CORTILI SCOLASTICI Prevede percorsi di progettazione partecipata finalizzati a realizzare interventi per la riqualificazione fisico-funzionale dei cortili scolastici,luoghi che assumono valore urbano, sociale e pedagogico, con particolare attenzione alla natura e alla qualità degli spazi dedicati al gioco e all’aggregazione.
COMMUNITY SCHOOL GARDEN L’iniziativa prevede la realizzazione di orti scolastici per promuovere l’educazione alimentare e ambientale e favorire la costituzione di una comunità d’apprendimento, a partire dall’idea che la coltivazione nei cortili delle scuole possa essere uno strumento per far diventare il cittadino consapevole delle ripercussioni delle proprie scelte di acquisto.
PAESAGGI SONORI Un percorso sulla percezione del suono con un duplice obiettivo: avvicinare il mondo della scuola alle tematiche relative all’acustica e realizzare la progettazione partecipata di un intervento di mitigazione dell’inquinamento acustico prodotto da fonti esterne.
ADOTTA UN QUARTIERE Nell’ambito del programma Urban Barriera il Laboratorio Città Sostenibile sviluppa attività, co-progettate con le scuole e i Centri di Cultura di ITER, incentrate sulla promozione della cultura della partecipazione e della cittadinanza attiva: i bambini residenti in Barriera di Milano e le loro famiglie sono coinvolti in percorsi di conoscenza, progettazione, realizzazione e cura del bene pubblico.
PIANO COLORE L’idea di realizzare un piano colore partecipato per gli edifici scolastici nasce dalla diffusa richiesta, di bambini e ragazzi, di rendere più accoglienti, riconoscibili e gradevoli gli ambienti in cui trascorrono gran parte della loro giornata.
IL MENÙ L’HO FATTO IO Un progetto partecipato sulla ristorazione scolastica sviluppato per coinvolgere bambini, docenti, famiglie e commissioni mensa in un percorso di educazione alimentare e di consumo consapevole in una dimensione di sostenibilità ambientale.
PRO-LITE Un percorso educativo di diagnosi del comfort ambientale degli spazi scolastici con l’obiettivo di costruire il quadro informativo sull’esistente attraverso il contributo di allievi e insegnanti e realizzare un percorso educativo per accrescere la consapevolezza della comunità scolastica sul tema del risparmio energetico. La Fondazione OAT ha contribuito al progetto organizzando un workshop durante il quale un gruppo di progettisti ha proposto soluzioni innovative per l’illuminazione nelle scuole.
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I numeri del Laboratorio Città Sostenibile
133
Scuole
344
Classi
7.880
Bambini e ragazzi
622
Docenti
10.000
Cittadini coinvolti
165
Ambiti territoriali adottati
4.200
Spazi analizzati
150
Proposte di intervento
90
Interventi nelle scuole
44
Interventi di riqualificazione dei cortili scolastici
26
Interventi sul territorio urbano
7
Cortili scolastici aperti ad uso pubblico
Comuni della provincia con cui si sono svolte attività nelle scuole
Rivoli
2010-2011
Rivalta di Torino
2010-2011
San Mauro Torinese
2011-2012 2013-2014
Collegno
2010-2011 2011-2012
”Una questione privata di B. Fenoglio”, progetto di Gabriella Dal Lago, in collaborazione con Matteo Enrico e Alessio Lamarca
Le azioni della Fondazione OAT
Comunicare il progetto Gli architetti non possono e non devono limitarsi a comunicare i contenuti della loro professione in senso stretto, ma devono saper trasmettere il senso generale del progetto e gli obiettivi raggiunti, cosa che qualificherebbe il valore del loro operare. La Fondazione OAT, consapevole dell’importanza per gli architetti di saper comunicare i progetti e la propria attività, ha scelto di promuovere alcune iniziative, in parte nuove, in parte consolidate, orientate all’acquisizione di queste competenze.
ARCHITETTURA LETTERARIA Imparare a narrare ciò che si cela nei progetti e come dialogare e comunicare con committenti e cittadini sono gli obiettivi di un’edizione speciale del laboratorio curato da Matteo Pericoli interamente dedicato agli architetti. Nella programmazione del 2015 sono previsti inoltre laboratori per non addetti ai lavori, rivolti a chi si interessa di architettura o letteratura o ne è semplicemente curioso, per sensibilizzare ad un diverso modo di osservare l’ambiente circostante.
CONFERENZE L’architettura contemporanea al suo meglio: la Fondazione OAT sta mettendo a punto un calendario di appuntamenti pubblici con architetti ed esperti di fama internazionale selezionati sulla base della loro capacità di esprimere e divulgare un pensiero originale e innovativo nei diversi settori della professione dell’architetto, dal design alla città, dall’edificio al paesaggio,…
CORSI DI FORMAZIONE All’interno dei corsi di formazione è spesso presente una componente espressamente dedicata alla narrazione e alla comunicazione, in relazione allo studio professionale, all’architetto stesso o ad un particolare progetto. Un esempio: il modulo “Marketing e comunicazione”, all’interno del corso di “Gestione e controllo dello studio professionale”.
SERVIZI DI CONSULENZA
Il Laboratorio di Architettura Letteraria Matteo Pericoli - Architetto, disegnatore e autore
Quando leggiamo un romanzo o un racconto, c’è sempre un momento nel quale ci rendiamo conto che siamo entrati in una struttura costruita, più o meno consciamente, dallo scrittore. E non mi riferisco alla nostra abilità di ricreare le ambientazioni descritte nel testo, ma a quella sensazione di essere immersi in uno spazio progettato da qualcun altro. I grandi architetti progettano concatenando lo spazio, cioè il vuoto, procurandoci sensazioni di sospensione, sollievo, oppressione, leggerezza, attesa. I grandi scrittori, nel creare le loro strutture letterarie, fanno qualcosa di molto simile. Non è un caso che diciamo che un testo “sta in piedi” o che parliamo dell’“architettura” di un romanzo. Perché non pensare allora di progettare e costruire il modello di un’architettura la cui struttura sia basata su un’opera letteraria? Questo è il punto di partenza delle riflessioni che mi hanno portato nel 2010 a curare presso la Scuola Holden di Torino la prima edizione del corso intitolato “Laboratorio di Architettura Letteraria”. Da allora il laboratorio è stato riproposto presso diverse strutture formative, in Italia e all’estero, tra cui la Columbia University di New York, la Montgomery Blair High School nel Maryland, il Diparti-
mento di Architettura dell’Università di Ferrara e, in questi mesi, il Dipartimento di Teatro della Southwestern University di Georgetown, in Texas. In ogni edizione del laboratorio il punto di partenza è sempre un’opera letteraria: a volte i testi da analizzare sono assegnati, in altri casi sono i partecipanti stessi che devono scegliere uno scritto che conoscono a fondo – una storia, un racconto o un romanzo. Nella scelta, l’importante è la grande familiarità con il soggetto letterario che si dovrà studiare. Contemporaneo o meno, lungo o corto, bisogna conoscerlo nei minimi dettagli, essere in grado di descriverlo e smontarlo e rimontarlo a piacimento; solo così sarà possibile trasformarlo in una struttura architettonica. E così nelle prime fasi del laboratorio analizziamo il testo cercando di individuarne la struttura narrativa, i suoi elementi principali, i loro pesi rispetto alla struttura generale, la voce narrante, e riflettiamo su come tutto ciò potrebbe essere tradotto in un progetto architettonico. Ci interroghiamo poi sugli strumenti della composizione architettonica che possono meglio essere trasferiti alla narrazione. Cosa sono e cosa possono significare le sequenze di spazi di un’architettura?
È in corso di attivazione un sostegno personalizzato per i professionisti per individuare le modalità più idonee alla comunicazione della propria attività.
C’è (o anche: è bene che ci sia?) una gerarchia nella distribuzione dei volumi? In che modo sospensioni, attese, sorprese e voce narrante possono essere trasmesse architettonicamente? Poi passiamo alla fase concreta: carta e cartone, matite, forbici e taglierini sono gli “attrezzi” per la costruzione del modello architettonico. C’è ovviamente massima libertà nella fase di creazione, ma in ogni caso il risultato sarà qualcosa composto di spazio, relazioni tra volumi e gerarchie. L’obiettivo non è progettare il luogo per la messa in scena dell’opera. Nel tradurre il testo in spazio bisogna cercare di non essere letterali bensì letterari. Il progetto sarà – se si riuscirà nello scopo prefissato – una struttura architettonica che rifletterà la struttura del testo letterario scelto e che permetterà a chi lo sperimenterà di vivere e percepire l’essenza letteraria di quel racconto o quella storia, senza dover necessariamente sapere quale sia. Perché, come dice Alice Munro, “una storia non è una strada da percorrere […] è più come una casa. Ci entri e ci rimani per un po’, andando avanti e indietro e sistemandoti dove ti pare, scoprendo come le camere stiano in rapporto col corridoio, come il mondo esterno viene alterato se lo guardi da queste finestre […]”.
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La rete delle Fondazioni Unire le forze per promuovere il lavoro e le capacità dell’architetto a livello nazionale e incrementare l’offerta culturale e professionale sul territorio locale.
Intervista a Giorgio Giani Presidente della Fondazione di Torino
Il confronto avviato con le altre Fondazioni degli Ordini italiani si rivela interessante sia per le prospettive sinergiche sia per la riflessione su ruolo e funzionamento delle Fondazioni stesse; per esempio è emerso un dato particolare in relazione alla composizione dei CdA: maggiore è il numero dei consiglieri che non fanno parte contemporaneamente del Consiglio dell’Ordine e di quello di Fondazione, maggiore è la capacità di generare iniziative e qualificarle per il loro carattere di sostegno alla professione. Non si tratta solo di un effetto della capacità di un maggior numero di persone di mettere in moto più iniziative, ma è il risultato che deriva dal dover approfondire ed utilizzare tutte le potenzialità
offerte dalla diversa natura giuridica delle Fondazioni escludendo che sia un semplice braccio operativo dell’Ordine: un dato peraltro emerso chiaramente dall’esperienza di quest’ultimo anno della Fondazione OAT, che per la prima volta è composta solo da membri esterni al Consiglio dell’Ordine. Su questa linea di pensiero si fondano le ragioni dell’iniziativa con le altre Fondazioni ed ora, la scelta di indirizzare le prime attività della rete su eventi itineranti o contemporanei in più città italiane potenziandone la visibilità. Una prima azione sarà dedicata alla riqualificazione degli edifici scolastici finanziata dal governo, per mostrare l’importanza e promuovere il lavoro degli architetti.
Intervista a Stefano Battiston Presidente della Fondazione di Vicenza
Il ruolo delle Fondazioni non deve essere visto come secondario per il fatto che queste si occupano prevalentemente degli aspetti culturali della professione; al contrario le nostre attività hanno un grande impatto nella promozione della categoria. Mentre l’Ordine si impegna nel rappresentare la figura dell’architetto, la Fondazione ne valorizza l’operato. Tale azione può essere ulteriormente potenziata a livello nazionale
grazie alla rete delle Fondazioni che unisce soggetti che operano in contesti territoriali diversi ma che condividono le stesse finalità. Ne può derivare una maggiore consapevolezza da parte degli iscritti (e speriamo non solo) dell’apparato che le costituisce: le Fondazioni non sono una cosa astratta, sono enti diversi dall’Ordine ma non in competizione, che possono offrire opportunità differenti.
Intervista a Giancarlo Manzo Presidente della Fondazione di Campobasso
Per una Fondazione di recente nascita come la nostra, la creazione di una rete nazionale è un’opportunità molto importante. La possibilità di condividere progetti e iniziative consente innanzitutto di ottimizzare gli sforzi e le risorse rendendo più ricca l’offerta di servizi e eventi culturali che le singole istituzioni, soprattutto se di piccole dimensioni, potrebbero presentare sul proprio territorio. Ma non solo. Creare reti di collaborazione tra realtà lontane è anche un
modo per uscire dai confini territoriali di appartenenza: favorisce il coinvolgimento e il dialogo con un pubblico diverso rispetto agli iscritti del proprio Ordine e a chi risiede nella provincia in cui si opera e consente la valorizzazione delle specificità dei singoli territori, mettendo in luce differenze e analogie e dando visibilità al lavoro di realtà più piccole e distanti. La rete delle Fondazioni è un’occasione importante per ampliare i confini e avvicinare città lontane. Rappresentazione grafica del volume di affari medio annuo delle Fondazioni
A partire da una sollecitazione della Fondazione OAT, hanno iniziato ad incontrarsi e a dialogare tra loro 12 Fondazioni degli Ordini degli Architetti basate su diverse province in Italia: Campobasso, Chieti e Pescara, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza e Brianza, Parma e Piacenza, Reggio Emilia, Savona, Vicenza, oltre ovviamente a Torino che ha fatto da promotore. L’obiettivo è di costruire una rete che consenta di unire le forze per condividere risorse e attività ed acquisire un peso più rilevante sul territorio nazionale e la speranza è che questa rete si ampli coinvolgendo anche le Fondazioni che finora non vi hanno preso parte. Si parte con una “semplice” messa in comune di quanto già è parte della programmazione o dei servizi offerti in ciascuna realtà territoriale: le mostre, i corsi di formazione, i viaggi, le produzioni editoriali, … per poi proseguire con la messa in cantiere di progetti ex novo. Il risultato atteso è duplice: da un lato rafforzare l’immagine dell’architetto a livello nazionale, promuovendone il lavoro e facendone conoscere le capacità, dall’altro agire sull’ambito territoriale accreditando l’operato e le attività delle Fondazioni. Per introdurre il lavoro della rete Raffaella Bucci ha intervistato i presidenti della Fondazione di Torino, Campobasso e Vicenza.
FONDAZIONE OAT / Pagina 15
Gli amici della Fondazione OAT Servizi, opportunità e agevolazioni per aziende, architetti, cittadini e istituzioni, che condividano l’attenzione per la qualità dell’architettura, della città e del territorio.
Gli Amici della Fondazione OAT sostengono attraverso una quota annuale le sue attività e contribuiscono a porre al centro dell’attenzione sociale l’importanza della qualità dell’architettura, della città e del territorio. La partnership con Fondazione OAT offre a tutti coloro che abbiano a cuore queste tematiche l’occasione di instaurare un rapporto privilegiato con la Fondazione interagendo con essa e attraverso un programma di benefit. Gli iscritti all’Ordine di Torino sono di diritto Amici della Fondazione OAT e possono usufruire delle opportunità riservate agli architetti senza il pagamento di alcuna quota di adesione.
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ARCHITETTI
• Presenza logo sul sito e sui materiali cartacei della Fondazione • Organizzazione di un evento formativo gratuito all’anno destinato agli iscritti OAT e agli Amici • Sconto per dipendenti architetti che necessitano di formazione (corsi tradizionali e FAD) • 1 posto riservato per i workshop che coinvolgano anche le aziende tra i partecipanti • 1 posto riservato nelle prime file degli eventi • Sconto sui prodotti editoriali della Fondazione OAT • Invito alle preview delle mostre • Visita guidata con i curatori delle mostre • Forme di collaborazione personalizzate in base alle specifiche esigenze dei soggetti partner
Iscritti OAT o ad altri Ordini, architetti non iscritti • Iscrizione agli eventi formativi gratuiti • Accesso gratuito o a prezzi scontati ai corsi in modalità FAD • Tariffe agevolate per i corsi di formazione • Riduzione nelle quote per la partecipazione ai Viaggi di architettura organizzati dalla Fondazione OAT • Sconto sui prodotti editoriali della Fondazione OAT • Convenzioni a prezzi agevolati per professione e tempo libero • Newsletter via mail
CITTADINI • Riduzione nelle quote per la partecipazione ai Viaggi di architettura organizzati dalla Fondazione OAT • Sconto sui prodotti editoriali della Fondazione OAT • Convenzioni a prezzi agevolati per interessi culturali e tempo libero • Newsletter via mail
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ISTITUZIONI Enti, associazioni, fondazioni, soggetti culturali,… • Invito alle preview delle mostre per un rappresentante • Visita guidata con i curatori delle mostre per un rappresentante • 1 posto riservato nelle prime file degli eventi • Forme di collaborazione o sviluppo di progetti personalizzati in base alle specifiche esigenze delle istituzioni
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