NON CHIAMATELO LATTE La Soia, Legume o Superfood? Pier Matteo Murro, Paolo Pannarale, Anna Acquaviva, Valentina Masella, Chiara Rusconi, Marco Montemurro, Antonella Fasano, Andrea Cruciani, Francesca Canilli, Ivana Andriola, Carmela Martiradonna, Daniela Vitiello, Maria Camilla Cocchia, Marina Putzolu, Marica Larizza 16 Marzo 2018
La presente opera è rilasciata con licenza Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-SA 4.0), la licenza è consultabile su https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0. Quest’opera fa uso dei contenuti presenti in www.wikonsumer.org, rispetto ai quali possono essere presenti delle modifiche atte a migliorarne la fruizione nel formato ebook. Limitazioni di responsabilità: gli autori hanno impiegato al meglio le loro capacità nella preparazione di questo ebook, tuttavavia non forniscono alcuna garanzia circa l’accuratezza o la completezza dei contenuti e in maniera esplicita declinano ogni responsabilità circa il loro uso. Le indicazioni contenute potrebbero non essere adatte per una qualche particolare condizione del lettore. Se ce ne fosse bisogno il lettore deve rivolgersi ad uno specialista. L’autore e l’editore non sono responsabili di eventuali danni subiti.
Prefazione Non chiamatelo latte, infatti a partire dal 14 giugno 2017 all’interno dell’Unione Europea è stato fatto divieto di utilizzare i termini: “latte”, “burro”, “yogurt”, “formaggio” ecc… in riferimento a prodotti di origine vegetale, poiché queste parole rimandano a prodotti di origine animale. Ma il motivo del titolo non è solo questo: la soia è infatti un alimento di forte interesse, per vegetariani e non solo; Interagendo col sistema ormonale ed endocrino ha numerosi effetti, tanto positivi quanto negativi, sul corpo femminile ed anche maschile. Nel libro si parla anche di patologie, di dieta, di intolleranze, di OGM e tanto altro. Usando il latte di soia come filo conduttore, l’e-book affronta e spiega diversi temi legati alla salute, all’alimentazione e al consumo critico. Quest’ebook è il risultato del lavoro di una community di esperti, tecnologi e nutrizionisti, che dal 2016 stanno partecipando alla costruzione della guida online agli alimenti. Purtroppo i consumatori hanno davvero poche informazioni per scegliere. Le informazioni necessarie non sono riportate in etichetta e quando ci sono, sono difficili da interpretare. I vari brand, piuttosto che spiegare un prodotto, utilizzano spot emozionali, che cercano di inculcare in noi l’idea che quel prodotto abbia la capacità di rendere la mia famiglia più unita e felice. Purtroppo questi spot funzionano…infatti occupano la maggior parte degli spazi pubblicitari. Ma qualcosa sta cambiando…sono sempre di più i consumatori che ricercano prodotti di qualità. Ricercano produttori in grado di realizzare prodotti salutari, sostenibili e buoni nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del territorio. Sono consumatori che vogliono scegliere in maniera consapevole il prodotto migliore ma spesso hanno difficoltà nel farlo. Spesso su internet sono vittima di influencer, che cercano di orientare le scelte dei consumatori, ma non sulla base di valutazioni oggettive dei prodotti. Wikonsumer.org vuole che il consumatore si senta sicuro rispetto a ciò che sta leggendo e coinvolto pienamente in quello che non è un semplice sito ma un esperimento sociale. Come? Cambiando completamente l’approccio alla produzione dei contenuti e cioè attraverso la mobilitazione dell’intelligenza collettiva. Esperti e consumatori collaborano alla realizzazione di articoli e classifiche, attraverso un processo chiamato peer review, che letteralmente significa revisione tra pari, ottenendo così contenuti chiari, completi e scientificamente attendibili. Ogni articolo viene revisionato numerose volte e da più persone, che controllano la veridicità delle informazioni. Lo staff ed i revisori controllano che ad ogni affermazioni presente nell’articolo corrisponda una fonte scientifica ed attendibile. In fondo all’ebook ci sono le nostre storie, una piccola descrizione degli autori di questa piccola rivoluzione, dei fondatori del sito e degli esperti che hanno lavorato ai contenuti, una comunità che, anche se è sul web, è fatta di persone vere che condividono gli stessi principi e valori!
Paolo Pannarale, PhD Co-fondatore di Wikonsumer.org
Non Chiamatelo Latte 1. Introduzione 2. PROPRIETÁ E BENEFICI DEL LATTE DI SOIA 1. Contrasta il fegato grasso 2. Indicato in caso di gastrite e reflusso 3. Combatte la candida? 4. Estrogeni come terapia ormonale 5. Combatte i sintomi della Menopausa 6. Fa crescere il seno? 7. Fa dimagrire 8. Ideale per il diabete 9. Riduce il colesterolo 10. Previene e migliora l’osteoporosi 3. IL LATTE DI SOIA: CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI 1. Può provocare diarrea, stitichezza e gonfiore 2. Il latte di soia fa male alla tiroide? 3. Contiene degli antinutrienti 4. Soia e Tumore 4. LATTE DI SOIA PER MAMME E BIMBI 1. ”Latte” di soia in gravidanza e in allattamento 2. Effetti sui Bambini e sulle Bambine 3. “Latte” di soia ai neonati 5. PUÓ CAUSARE INTOLLERANZE E ALLERGIE 1. Contiene lattosio o glutine? Può causare intolleranze? 6. LATTE DI SOIA CALORIE E VALORI NUTRIZIONALI. DEVO STARE ATTENTO AGLI OGM? 1. E’ OGM? 2. Calorie e valori nutrizionali 7. LATTE DI SOIA: CHE SAPORE HA? MEGLIO SOIA O VACCINO? 1. Bevanda alla Soia o Latte Vaccino oppure Latte Scremato? 2. Che Sapore ha il “latte” di soia? Si può scaldare? 3. Erba, Fagioloso e Cartone 4. Cioccolato, Vaniglia, Frutti 8. CONSIGLI PER LA SCELTA DI UN LATTE DI SOIA. COSA CONTROLLARE? 1. Perché dovremmo comprare un “latte” di soia Bio? 2. Per Kefir, Yogurt, Maionese e Creme 3. Con addizione di Omega-3? 4. Cautela con le formulazioni Light 5. Cautela con gli OGM 6. Intolleranti al Lattosio 7. Per Colazione, Caffè e Cereali 8. Sceglilo Gluten Free solo se celiaco 9. Bambini e Neonati 9. BIOGRAFIE DEGLI AUTORI
Introduzione Cos’è un superfood? Superfood è un termine utilizzato a scopo di marketing ed è associato ad alimenti che si suppone abbiano effetti benefici. Questo termine non è solitamente usato dagli esperti, che al contrario sono critici verso il suo uso, spesso non basato su fondamenti di verità. L’uso di questo termine è considerato addirittura pericoloso da importanti nutrizionisti, perché i cibi ai quali sono associati hanno spesso delle controindicazioni…e la soia ne ha! Con atteggiamento critico, attento e di ricerca di informazioni autentiche iniziamo dunque un percorso di educazione alla consapevolezza alimentare che attraversa tutti i capitoli di questo ebook. Sfatiamo luoghi comuni e scopriamo indicazioni utili alla vita di tutti i giorni. La bevanda alla soia è una bevanda che si ricava dalla soia, uno dei legumi più proteici. La bevanda da essa prodotta presenta molteplici proprietà benefiche, ma anche numerose controindicazioni. E’ fra le bevande vegetali più famosa e più utilizzate come alternativa al latte vaccino, anche come ingrediente per ricette dolci e salate di ogni genere. Consumata prevalentemente da vegetariani, vegani e intolleranti, la bevanda alla soia è uno dei prodotti più acquistati negli ultimi anni da quei consumatori che, sempre più, pongono attenzione ad uno stile di vita ed a un’alimentazione consapevole e genuina. Ma è una giusta scelta oppure no?
PROPRIETÁ E BENEFICI DEL LATTE DI SOIA La bevanda alla soia presenta molteplici proprietà benefiche, ed è per questo che probabilmente è fra le bevande vegetali più famosa e più utilizzate . Nei paragrafi che seguono gli esperti di Wikonsumer.org ti aiuteranno a conoscere tutti i benefici di questa bevanda considerata un valido aiuto per chi soffre di osteoporosi, diabete, intolleranza al lattosio e al glutine.
Contrasta il fegato grasso Le proteine presenti nella soia potrebbero avere un ruolo fondamentale nella riduzione dell’accumulo di trigliceridi a livello epatico prevenendo quindi il cosiddetto fegato grasso. Che cos’è il fegato grasso? La steatosi epatica, ovvero ciò che comunemente definiamo un fegato grasso consiste in un’alterazione del metabolismo lipidico che porta ad un accumulo eccessivo di grasso nelle cellule del fegato. Le cause Questo è causato prevalentemente da un’eccessiva assunzione di calorie, da un’alimentazione ricca di acidi grassi, alcol e povera di fibre ed avviene maggiormente in persone in sovrappeso e obese (la steatosi epatica riguarda il 70-90% di loro) 6. Anche il diabete è associato al fegato grasso: il 75% dei pazienti con diabete di tipo 2 presenta un quadro di steatosi epatica all’indagine ecografica. Ulteriori fattori predisponenti sono la componente genetica, la malnutrizione e l’assunzione di alcuni tipi di farmaci 3. Le complicanze Le complicanze della steatosi epatica possono essere tante e vanno dall’infiammazione del fegato alla cirrosi, che può condurre verso l’insufficienza epatica 4. Alimentazione e dieta per depurare il fegato Le scelte alimentari che fanno bene al fegato e quindi contrastano il fegato grasso sono: contenere l’apporto calorico giornaliero
ridurre il peso corporeo ridurre l’uso di bevande alcoliche Bisogna preferire alimenti ricchi di: acidi grassi insaturi fibre antiossidanti (vitamina C e vitamina E) colina e metionina (fattori lipotropi, cioè favorenti l’allontanamento dei trigliceridi dal fegato; la colina è contenuta in buone dosi nella soia, in molti ortaggi freschi, nel fegato di vitello e nelle uova che sono ricche anche di metionina, aminoacido presente nella soia, lenticchie, fagioli, formaggi e pesce) 5 Si dovrebbe inoltre limitare il consumo di fruttosio in quanto alcuni studi lo hanno correlato con lo sviluppo di steatosi epatica attraverso la stimolazione della lipogenesi de novo 8. Soia e fegato, gli studi scientifici L’assunzione della bevanda alla soia potrebbe ridurre l’accumulo di grassi e dei trigliceridi nel fegato delle persone obese. La soia, infatti, ripristina in parte la via di segnalazione del metabolismo dei grassi nel fegato 1. I potenziali benefici della bevanda alla soia sono stati testati sottoponendo animali sani e geneticamente predisposti al sovrappeso ad una dieta a base di proteine del latte oppure derivate dalla soia. I risultati hanno dimostrato che il tipo di dieta non influiva sulla condizione epatica degli animali di peso normale, mentre gli animali obesi alimentati con proteine della soia presentavano un accumulo di grassi nel fegato del 20% inferiore. Inoltre in modelli animali l’assunzione di lecitina di soia ha dimostrato un effetto epatoprotettivo dovuto a meccanismi favorenti la rigenerazione, la stabilizzazione delle membrane cellulari e la protezione dalla perossidazione lipidica, grazie alla presenza di antiossidanti come la vitamina A e la vitamina E 2. 1. American Society for Biochemistry and Molecular Biology (2012). Soy protein alleviates symptoms of fatty liver disease, study suggests. ScienceDaily. ↩ 2. Cohn JS, Wat E, Kamili A, Tandy S. (2008) Dietary phospholipids, hepatic lipid metabolism and cardiovascular disease. Curr Opin Lipidol. 19(3):257-62. ↩ 3. Garg A, Misra A. (2002). Hepatic steatosis, insulin resistance, and adipose tissue disorders. J Clin Endocrinol Metab 87: 3019–3022. ↩ 4. Grattagliano I, D’ambrosio G, Palasciano G. Steatosi e steatoepatite non alcolica (NAFLD, NASH). Inquadramento e trattamento in Medicina Generale. Medicina Generale e Cure Primarie, Scuola di Specializzazione in Medicina Interna, Università di Bari. ↩ 5. Loria P, Adinolfi LE, Bellentani S, et al. (2010). Expert Committee of the Associazione Italiana per lo Studio del Fegato. Practice guidelines for the diagnosis and management of nonalcoholic fatty liver disease. A decalogue from the Italian Association for the Study of the Liver (AISF) Expert Committee. Dig Liver Dis. 42(4):272-82. ↩ 6. Marceau P, Biron S, Hould FS, Marceau S, Simard S, Thung SN, Kral JG (1999). Liver pathology and the metabolic syndrome X in severe obesity. J Clin Endocrinol Metab 84:1513–1517. ↩ 7. York LW, Puthalapattu S, Wu GY (2009) Nonalcoholic fatty liver disease and low-carbohydrate diets. Annu Rev Nutr. 29:365-79. ↩ 8. http://www.liverfoundation.org/ ↩
Indicato in caso di gastrite e reflusso
Un’altra interessante relazione che vogliamo sottoporvi è quella tra la bevanda alla soia e gastrite. La soia, naturalmente ricca di isoflavoni, può avere un ruolo importante nel trattamento della gastrite e del reflusso gastrico grazie alle sue proprietà antiinfiammatorie, ma non è ancora dimostrato che la bevanda derivata sia utile nel trattamento di gastrite e reflusso. Quello che è certo è che la soia, se fermentata, interviene positivamente sull’equilibrio della flora intestinale. La gastrite La gastrite è una malattia infiammatoria frequente della mucosa gastrica. 1, genera acidità, bruciori, crampi allo stomaco, vomito e nausea. Spesso è causata da cattive abitudini alimentari come l’abuso di alcol, spezie, caffè, tabacco e cibi irritanti per la mucosa gastrica e anche alcuni farmaci con proprietà gastrolesive. Anche uno stile di vita stressante può causare e acuire i disturbi gastrointestinali 2. Il reflusso Il reflusso gastroesofageo è un disturbo spesso legato ad alimentazione sbagliata, obesità, posture non corrette dopo i pasti, o anche ad una ernia iatale3. Indicazioni per una dieta corretta Ci sono diversi cibi che scatenano i sintomi delle due patologie, che andrebbero evitati. Andrebbero evitati i prodotti molto acidi (patatine fritte, succhi d’arancia, succhi al pompelmo…) ricchi di grassi e contenenti caffeina. Per una dieta precisa e fatta su misura per le vostre esigenze, vi consigliamo di parlarne con un esperto nutrizionista o con il vostro medico di fiducia che potrà studiare con cura il vostro caso. Bevanda alla soia e gastrite: Aiuta a lenire i sintomi? Gli isoflavoni contenuti nella soia presentano proprietà anti-infiammatorie 4, per cui la bevanda derivata potrebbe avere un effetto benefico sui sintomi della gastrite e sul reflusso, però studi scientifici che dimostrano tale proprietà non ci sono ancora. Soia fermentata probiotica
Alcuni studi hanno messo in evidenza che, una bevanda alla soia fermentata con aggiunta di succo di mela e prodotta utilizzando un particolare microrganismo, potrebbe essere un buon veicolo per fornire microrganismi probiotici, utili per combattere la gastrite5. Non vi sono particolari controindicazioni
Attualmente non si ritrovano studi che correlano l’assunzione di bevande a base di soia con problemi digestivi. Pertanto non sono presenti controindicazioni per l’utilizzo di questa bevanda, anche non fermentata, in persone con disturbi all’apparato digerente. Non ci sono motivi particolari, dunque, per cui la soia dovrebbe essere indigesta.
1. Denis Chatelain, Christophe Attencourt, Jean-François Flejou. “Les classifications des gastrites: mise au point.” Revue Francophone des Laboratoires, Volume 2014, Issue 458, January 2014, Pages 31-40. ↩ 2. http://studiocammarota.weebly.com/gastrite.html ↩ 3. Giovanni Cammarota, Rossella Cianci, Luca Miele, Antonio Martino, Vittoria Vero, Alessandra Forgione, Antonio Grieco, Giovanni Gasbarrini. “Malattia da reflusso gastroesofageo: fatti e incertezze”. Recenti Progressi in Medicina, 95, 1, 2004. ↩ 4. Aline Andres, Vassilia Theodorou, Jean Dayde, Jean Fioramonti, Lionel Bueno. “Protective effect of a food industrial soy by-product rich in isoflavones on experimental colitis and gastritis.” Gastroenterology, Volume 120, Issue 5, Supplement 1, April 2001, Page A673. ↩ 5. R. Nout. “Quality, safety, biofunctionality and fermentation control in soya.” Advances in Fermented Foods and Beverages, 2015, Pages 409-434. ↩
Combatte la candida? Generalemente in una dieta anticandida, si consiglia di sostituire il latte vaccino (a causa della presenza di zuccheri di cui la candida si nutre) con altri tipi di bevande vegetali, meglio note con il termine latte (soia, avena, riso, mandorle ecc). La bevanda alla soia potrebbe essere utilizzata come sostituto in quanto ha un minore contenuto di zuccheri. Tuttavia secondo l’Università del Maryland Medical Center è opportuno, in caso di candida, fare attenzione anche alla bevanda alla soia in quanto tende ad acidificare il corpo, favorendo la proliferazione del fungo 1. Cos’è la candida? La candida o candidosi è un’infezione micotica piuttosto comune provocata da Candida albicans, un fungo che normalmente è presente in diversi distretti dell’individuo sano (nel cavo orale, nella vagina e nel tratto gastrointestinale) 5. Quando tuttavia il controllo della sua proliferazione viene meno, inizia a moltiplicarsi dando origine a manifestazioni tipiche quali: dolore, bruciore, comparsa di secrezioni bianche e dense a livello genitale o orale 3. Sono molte le cause della candidosi, ma sicuramente la causa principale è la disbiosi ovvero la riduzione della flora batterica intestinale, che normalmente tiene sotto controllo la candida. In tal caso, essa prolifera e lascia l’intestino migrando in sedi lontane (la pelle, la vagina o il cavo orale). La candidosi intestinale può provocare: stipsi, colon irritabile, diarrea, gonfiori, disturbi digestivi, intolleranze alimentari, allergie, predisposizione alla cistite. Dieta anticandida La candida si nutre di zuccheri semplici ma anche di carboidrati e lieviti, di conseguenza un’alimentazione ricca di questi alimenti rischia di dare forza alla candida 4. Uno studio 2 ha esaminato come Candida Albicans utilizza lo zucchero: si è riscontrato che i carboidrati sono indispensabili sia per la crescita cellulare che per la conversione tra il lievito e forme fungine. Strategie alimentari per eliminare la candida: una dieta a ridotto contenuto di zuccheri.
l’uso di probiotici che può ridurre la probabilità di recidive riequilibrando la flora batterica locale. alcune spezie come origano, chiodi di garofano, salvia, aglio e cannella sono utili per le loro azioni antimicotiche. Il latte e i latticini, a causa del loro elevato contenuto di lattosio (uno zucchero) possono favorire la proliferazione del fungo. Inoltre il latte può talvolta contenere tracce di antibiotici, che possono danneggiare ulteriormente la flora batterica intestinale. 1. Ehrlich SD (2015).Candidiasis. University of Maryland Medical Center. ↩ 2. Han TL, Cannon RD, Villas-Bôas SG (2011). The metabolic basis of Candida albicans morphogenesis and quorum sensing. Fungal Genet 48(8):74763. ↩ 3. Martins N, Ferreira IC, Barros L, Silva S, Henriques M (2104). Candidiasis: predisposing factors, prevention, diagnosis and alternative treatment. Mycopathologia. 177(5-6):223-40. ↩ 4. Santana IL, Gonçalves LM, de Vasconcellos AA, da Silva WJ, Cury JA and Del Bel Cury AA (2013). Dietary Carbohydrates Modulate Candida albicans Biofilm Development on the Denture Surface PLoS One 8(5): e64645. ↩ 5. http://www.lastampa.it/2011/11/28/scienza/benessere/medicina/candida-guarire-si-puo-bNi9kXJUj5hQgQMWvKv4GO/pagina.html ↩
Estrogeni come terapia ormonale La bevanda alla soia, contiene fitoestrogeni, molecole ormone simili che possono legarsi ai recettori per gli ormoni presenti nel corpo umano, imitando o modulando gli effetti degli ormoni veri e propri. Essi possono avere un ruolo importante nel contrastare alcune patologie che sconvolgono il sistema ormonale nella donna. Le cisti, cosa sono e quando bisogna averne paura La cisti ovarica è una sacca di neo formazione, contente sostanze liquide, solide o semi-solide, riscontrabile sulle ovaie. La formazione di cisti ovariche è un fenomeno molto frequente, che spesso non riveste nemmeno un carattere patologico, essendo legato al funzionamento delle ovaie. Alcune volte le cisti sono correlate ad una patologia, la sindrome dell’ovario policistico (PCOS), che colpisce dal 5 al 20% della popolazione mondiale femminile.1 Sintomi della PCOS La sintomatologia è molto complessa, comprende: -disturbi della funzione riproduttiva; -sindrome premestruale e danni estetici ( perdita di capelli, comparsa di peluria e acne, causata dall’ipersecrezione di ormoni maschili) -crescita delle ovaie e follicoli immaturi disposti sulla superficie esterna, -elevato numero di cisti 2 Alla base della sindrome c’è, dunque, una disfunzione ormonale. I fitoestrogeni della soia
La bevanda alla soia, con il suo contenuto in fitoestrogeni, può risultare un’ottima fonte di sostanze in grado di contrastare tale sindrome. Nello specifico, risultano essere gli isoflavoni contenuti in questa bevanda a equilibrare lo squilibrio ormonale causato dalla PCOS, a dimostrarlo sono stati dei ricercatori della Kashan University of Medical Sciences, in Iran. Nello studio, le donne che assumevano il supplemento di isoflavoni della soia presentavano, rispetto al gruppo controllo che non lo assumeva, un miglior assorbimento dell’insulina, una diminuzione della concentrazione di androgeni liberi e dei trigliceridi nel sangue. 3 Bevanda alla soia un anticoncezionale…. vero o falso? Navigando su internet è possibile imbattersi in alcuni post che attribuiscono ai fitoestrogeni la capacità di rendere la bevanda alla soia, una vera e propria pillola anticoncezionale, interrompendo di fatto il ciclo mestruale in quanto la loro assunzione interferirebbe con il normale sviluppo dell’ ovulo. Attualmente, però, non esiste in letteratura scientifica uno studio che confermi tale teoria. La bevanda alla soia è utile anche in altre occasioni Grazie ai fitoestrogeni la bevanda alla soia ha effetti positivi anche sulle donne in menopausa: alcuni studi riportano una riduzione del 45% dell’incidenza di vampate di calore 4 (un tipico sintomo), mentre un altro studio riporta che il consumo di soia non avrebbe effetti positivi sulla frequenza di vampate di calore, ma solo sulla loro intensità 5. La bevanda alla soia è anche efficace nel contrastare l’osteoporosi: uno studio inglese 6 che ha stabilito che le sostanze contenute nella soia rallentano la demineralizzazione ossea con un meccanismo simile a quello dei principali medicinali utilizzati contro l’osteoporosi. Gli effetti di tale bevanda contro i sintomi della menopausa e contro l’osteoporosi sono meglio spiegati negli articoli dedicati, che potete ritrovare sempre in questa sezione. 1. Aziz et al. “Polycystic ovary syndrome” Nature Reviews Disease Primers (2016) ↩
2. http://www.endocrinologiamoretti.info/contenuto/Attivit%C3%A0%20di%20Ricerca/Sintomatologia%20da%20eccesso%20di%20androgeni%20e%20signaling 3. http://press.endocrine.org/doi/pdf/10.1210/jc.2016-1762 ↩ 4. Sathyapalan, T., Aye,M., Kilpatrick,E.M., Rigby, A.S., Fraser,W.D., Thatcher, N.J., Atkin, S.L. (2015) Soy protein with isoflavones reduce bone turnover markers in women during their early menopause- a randomised double blind parallel study. Endocrine Abstracts 38P5| DOI:10.1530/endoabs. ↩ 5. Albertazzi P, Pansini F, Bonaccorsi G, Zanotti L, Forini E, De Aloysio D. (1998) The effect of dietary soy supplementation on hot flushes. Obstet Gynecol. 91(1):6-11. ↩ 6. Sathyapalan, T., Aye,M., Kilpatrick,E.M., Rigby, A.S., Fraser,W.D., Thatcher, N.J., Atkin, S.L. (2015) Soy protein with isoflavones reduce bone turnover markers in women during their early menopause- a randomised double blind parallel study. Endocrine Abstracts 38P5| DOI:10.1530/endoabs. ↩
Combatte i sintomi della Menopausa La soia può rivelarsi utile per combattere e prevenire i sintomi della menopausa. Nelle prossime righe affronteremo l’argomento bevanda alla soia e menopausa spiegato dagli esperti di Wikonsumer. La menopausa è un “periodo fisiologico” della donna in cui gli ormoni femminili, detti estrogeni, non vengono più prodotti per la cessazione dell’attività della funzione ovarica
con successiva scomparsa delle mestruazioni. Di conseguenza la menopausa coincide con il termine dell’età fertile. La menopausa è preceduta da una fase chiamata premenopausa che è causa di irregolarità del ciclo con disturbi psichici (sindrome ansiosa depressiva, alterazione dell’umore, insonnia, svogliatezza) e disturbi organici (cefalea, palpitazioni, vampate di calore) 6. Menopausa: rischi per la salute e nutrizione La “caduta” degli estrogeni può inoltre determinare: un aumento del peso corporeo dovuto sia alla diminuzione del metabolismo basale, sia alla riduzione del dispendio energetico che avviene. un aumento dei livelli del colesterolo, in particolare un incremento del colesterolo cattivo (LDL) ed una riduzione del colesterolo buono (HDL). l’insorgenza dell’osteoporosi, specie in quelle donne che nel loro passato non hanno seguito una dieta equilibrata, con un adeguato apporto di calcio. Da un punto di vista alimentare è importante seguire una dieta sana, povera di grassi, ricca di fibre, con molta frutta, verdura e alimenti integrali. E’ importante, anche, arricchire la dieta con alimenti ricchi di vitamine e minerali, oltre a cibi con una quantità sufficiente di calcio e di vitamina D. Per le donne che non tollerano la terapia ormonale Per diminuire le manifestazioni della menopausa le terapie più utilizzate sono le somministrazioni di estrogeni. Non tutti sanno però che la soia può rivelarsi un’importante alleata delle donne in menopausa, in quanto è una delle poche fonti alimentari di un particolare tipo di fitoestrogeni, chiamati isoflavoni 2. Gli isoflavoni, composti con una struttura simile agli estrogeni femminili, forniscono una valida alternativa per le donne che non tollerano la terapia ormonale sostitutiva, in quanto si dimostrano efficaci nel mitigare i disturbi tipici della menopausa 8. Quanta soia devo assumere? Assumere 45 mg di proteine di soia al giorno, secondo alcuni studi, apporterebbe benefici contro le vampate, l’insonnia e la depressione. La frequente assunzione di soia è dunque benefica e produce dei risultati riscontrabili dalla maggioranza delle donne in menopausa 3. Non è un caso che in Asia, dove la soia viene utilizzata quotidianamente, le donne in menopausa soffrano molto meno rispetto a quelle occidentali 7. È quindi consigliato l’utilizzo della bevanda alla soia in menopausa nelle giuste dosi. Quanto è efficace Bisogna sottolineare, tuttavia, che si tratta di estrogeni molto deboli rispetto a quelli femminili: risultano, quindi, efficaci soprattutto nelle donne con sintomi lievi. Uno studio riporta che le donne che avevano consumato soia avrebbero sperimentato una riduzione del 45% dell’incidenza di vampate di calore 5, mentre un altro studio
riporta che il consumo di soia non avrebbe effetti positivi sulla frequenza di vampate di calore, ma solo sulla loro intensità 1. Ulteriori studi sono necessari per avere a disposizione dati certi. Comunque, i cibi a base di soia sono certamente un importante supplemento dietetico per le donne che decidono di non seguire la terapia ormonale sostitutiva. 1. Albertazzi P, Pansini F, Bonaccorsi G, Zanotti L, Forini E, De Aloysio D. (1998) The effect of dietary soy supplementation on hot flushes. Obstet Gynecol. 91(1):6-11. ↩ 2. Baird DD, Umbach DM, Lansdell L, Hughes CL, Setchell KD, Weinberg CR, Haney AF, Wilcox AJ, Mclachlan JA. (1995) Dietary intervention study to assess estrogenicity of dietary soy among postmenopausal women. J Clin Endocrinol Metab. 80(5):1685-90. ↩ 3. Cassidy A, Bingham S, Setchell KD. (1994) Biological effects of a diet of soy protein rich in isoflavones on the menstrual cycle of premenopausal women. Am J Clin Nutr. 60(3):333-40. ↩ 4. Cianci A, Colacurci N, Paoletti AM, Perino A, Cicinelli E, Maffei S, Di Martino M, Daguati R, Stomati M, Pilloni M, Vitale SG, Ricci E, Parazzini F. (2015) Soy isoflavones, inulin, calcium, and vitamin D3 in post-menopausal hot flushes: an observational study.Clin Exp Obstet Gynecol. 42(6):743-5. ↩ 5. Lock M. (1994) Menopause in cultural context. Exp Gerontol. 29:307-17. ↩ 6. Nelson HD, “Menopause,” The Lancet, vol. 371, no. 9614, pp. 760–770, 2008. ↩ 7. North American Menopause Society. The 2012 hormone therapy position statement of The North American Menopause Society. Menopause. 2012 Mar;19(3):257-71 ↩ 8. Second International Symposium on the Role of Soy in Preventing and Treating Chronic Disease, Brussels, Belgium 1996: 21. ↩
Fa crescere il seno? Quante volte tra amiche vi sarete chieste se la bevanda alla soia fa crescere il seno? E’ probabilmente il sogno di ogni donna quello di avere un seno sodo e tonico. Stando alle ultime ricerche la maggior parte delle donne è insoddisfatta del proprio seno, tantissime sognano di poterne aumentare la misura, tuttavia, non tutte sono disposte a sottoporsi a un intervento chirurgico 1. In Rete è facile imbattersi in notizie su effetti miracolosi di questa bevanda vegetale. Molti articoli online infatti asseriscono che la bevanda alla soia faccia crescere il seno. Il merito sarebbe da attribuire ai suoi fitoestrogeni 2. Tuttavia non esiste alcuna prova scientifica che il consumo di soia faccia aumentare la misura seno. Come ottenere un seno tonico senza chirurgia Tutte le donne notano come in fase di ovulazione il seno abbia un aspetto più vigoroso e ingrossato, dovuto al picco di estrogeni che accompagna questa fase del ciclo ovarico. È noto infatti, che gli estrogeni stimolano la crescita del tessuto mammario. La soia e il la bevanda da essa derivata contengono estrogeni vegetali, quali isoflavoni e fitoestrogeni che imitano l’ormone estrogeno femminile e quindi in grado di esercitare una debole attività estrogenica nel nostro corpo. Ma un’assunzione dei fitoestrogeni della soia potrebbe avere lo stesso effetto? Gli ormoni vegetali hanno sul corpo umano un’efficacia più limitata rispetto agli ormoni già presenti nell’organismo, quindi, affinché si verifichi un reale cambiamento dell’aspetto del seno, sarebbe necessario bere latte, o meglio, bevanda alla soia in quantità molto significative, e si tratterebbe per altro di un effetto non duraturo. La scienza smorza gli entusiasmi
E’ possibile trovare molti tipi di prodotti, le cosiddette “pillole del seno” a base di isoflavoni di soia 6. Ad oggi però non è stata riconosciuta, in Europa, la possibilità di attribuire questi effetti benefici con un’indicazione sull’etichetta. Esiste uno studio che sostiene la tesi che integratori a base di fitoestrogeni, contenenti anche soia, possano effettivamente avere un effetto positivo 3 dovuto probabilmente ad un aumento della moltiplicazione cellulare e diminuzione dell’apoptosi (fenomeno controllato geneticamente che determina la morte programmata di una cellula) 4. Tuttavia questo studio non può essere considerato attendibile. Accanto ai giudizi entusiastici delle aziende che li producono, un recente articolo della Società Americana dei Chirurghi Plastici però smorza gli entusiasmi sottolineando la mancanza di prove di efficacia a breve e soprattutto lungo termine di tali prodotti, mettendo i pazienti in guardia dai possibili effetti collaterali 5. Un altro studio dell’American Society for Nutritional Sciences, analizzando la composizione chimica di uno di questi prodotti commerciali, conclude che, oltre a non presentare isoflavoni, l’assunzione al 20% del totale della dieta non comporta significativi effetti estrogenici 7. 1. Donne insoddisfatte del proprio seno, ma impaurite dal bisturi- Chirurgia estetica- Il tempo- 24/02/2016. ↩ 2. Enlarge Your Breast Size Naturally - Dr. Alisha Stephen ↩ 3. Jin Wha Chung, MD (2003). Breast Augmentation by The Effect of Phytoestrogen. The catholic University of Korea, Saint Mary’s Hospital Orthopaedic Department, Seoul, Korea ↩ 4. Coldham N.G., Sauer M.J. (2001). Identification, quantitation and biological activity of phytoestrogens in a dietary supplement for breast enhancement. Food Chem Toxicol. 39(12):1211-24. ↩ 5. http://www.senosalvo.com/attualita_intro05.htm ↩ 6. http://www.soya.be/breast-enlargement.php ↩ 7. Setchell KD, Brown NM, Desai P, Zimmer-Nechemias L, Wolfe BE, Brashear WT, Kirschner AS, Cassidy A, Heubi JE. (2001). Bioavailability of Pure Isoflavones in Healthy Humans and Analysis of Commercial Soy Isoflavone Supplements. J. Nutr. 131, 1362S-1375S ↩
Fa dimagrire Una delle domande che più spesso ci viene rivolta è se la bevanda alla soia fa dimagrire. In questo paragrafo approfondiremo la questione grazie all’intervento dei nostri esperti e nutrizionisti. Gli isoflavoni e la beta conglicinina, contenuti nella soia, si sono rivelati ottimi alleati ai fini del dimagrimento. Riduce la formazione di grassi Finora ci sono dati limitati per quanto riguarda gli effetti delle proteine della soia sulla perdita di peso a lungo termine. In diversi studi sugli animali, è emerso che quelli alimentati con le proteine della soia in un regime ipocalorico perdevano maggiormente peso rispetto ad altri alimentati con le proteine del latte 5. Questo effetto sembra sia dovuto sia agli isoflavoni che alla beta conglicinina, in grado di ridurre i livelli dei trigliceridi nel sangue, sopprimere la sintesi di acidi grassi e quindi favorire il dimagrimento 6. La beta conglicinina è una sostanza di natura proteica in
grado di stimolare il rilascio dell’ormone colecistochinina (CCK), implicato nella riduzione della fame e nel determinare il senso di sazietà. Come dieta iperproteica? no grazie! La soia offre il maggiore quantitativo di proteine rispetto a quelle di qualsiasi altro vegetale. Diversi studi evidenziano come seguire una dieta ipocalorica con un apporto proteico moderatamente elevato per breve tempo (1,2 g/kg/die contro 0,8g/kg/die raccomandato dai L.A.R.N) fa dimagrire maggiormente rispetto a una dieta normoproteica 2, tuttavia dopo i primi 6 mesi l’effetto si perde. Inoltre se si esagera…
Il consumo protratto nel tempo di proteine animali due volte maggiore rispetto alle dosi giornaliere raccomandate, risulta potenzialmente associato a elevati rischi di patologie renali, cardiache e tumori 3. Integrare coi cereali
Le proteine della soia non forniscono tutta la gamma di aminoacidi essenziali al nostro organismo. Questo problema può essere ovviato accostando la soia ai cereali (gli amminoacidi di cui sono carenti i cereali ne è ricca la soia, e viceversa). Evitare quello zuccherato La bevanda alla soia, inoltre possiede zuccheri a basso indice glicemico, che ci forniscono energia in modo lento e progressivo, senza produrre picchi di insulina che scatenano la fame. Per questo motivo andrebbero evitate le bevande di soia addizionate di elementi dolcificanti (alla vaniglia, al cioccolato…) perché contengono una quota maggiore di zuccheri semplici. 1. Astrup A. the satiating power of protein - a key to obesity prevention? Am J Clin Nutr 82(1):1-2, 2005 ↩ 2. Jia Li, Cheryl L. H. Armstrong, and Wayne W. Campbell “Effects of Dietary Protein Source and Quantity during Weight Loss on Appetite, Energy Expenditure, and Cardio-Metabolic Responses” Nutrients. 8(2): 63, 2016. ↩ 3. Fontana, L. et al. (2016). Decreased Consumption of Branched-Chain Amino Acids Improves Metabolic Health. Cell Rep 16, 520–530 ↩ 4. Lang V, Bellisle F, Oppert JM, Craplet C, Bornet FR, Slama G, Guy-Grand B. “Satiating effect of protein in healthy subjects: a comparison of egg albumin, casein, gelatine, soi protein, pea protein, and wheat gluten” Am J Clin Nutr 2008 ↩ 5. Manuel T. Velasquez1 and Sam J. Bhathena “Role of Dietary Soy Protein in Obesity” Int J Med Sci. 4(2): 72–82, 2007 ↩ 6. Moriyama T1, Kishimoto K, Nagai K, Urade R, Ogawa T, Utsumi S, Maruyama N, Maebuchi M. “Soybean beta-conglycinin diet suppresses serum triglyceride levels in normal and genetically obese mice by induction of beta-oxidation, downregulation of fatty acid synthase, and inhibition of triglyceride absorption”. Biosci Biotechnol Biochem. 68(2):352-9, 2004. ↩
Ideale per il diabete Tra i benefici di questa bevanda vegetale, uno dei più importanti, è quello tra la bevanda alla soia e il diabete. Il consumo regolare della bevanda alla soia, infatti, può avere un ruolo importante nella alimentazione per diabetici Cosa è il diabete? Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia), dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina.
L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. 1 Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Attenzione all’indice glicemico Durante i pasti assumiamo carboidrati (soprattutto dalla pasta e dal pane, ma non solo), che vengono digeriti con conseguente produzione di glucosio, però non tutti i carboidrati sono uguali, alcuni vengono digeriti rapidamente altri lentamente. I primi innalzano più velocemente la glicemia. L’indice glicemico (IG) indica la velocità con cui un alimento fa aumentare la glicemia. Alimenti ad alto indice glicemico sono quelli che più velocemente modificano tale concentrazione. 2 Per il diabete, l’alimentazione migliore, prevede il consumo in quantità moderate di carboidrati e comprende cibi ricchi di fibre con IG basso. Perchè posso bere la bevanda alla soia? La bevanda alla soia naturale (ovvero la bevanda senza zuccheri aggiunti), grazie all’esigua quota glucidica (0,8 g totali e 0 di lattosio) è un alimento a basso indice glicemico (34), e può essere consumato senza timori dai soggetti che seguono un’ alimentazione per diabetici, inoltre è povera di grassi, ciò facilita il controllo del peso, che ha un importante ruolo nel livello di glucosio nel sangue. 3 Inoltre gli isoflavoni, che combattono i sintomi della menopausa, hanno un effetto positivo sul benessere di un soggetto diabetico 4, e la bevanda alla soia ne è naturalmente ricca. Attenzione però, la soia e i suoi derivati contengono sostanze chelanti, l’acido fitico tra tutti, in grado di sottrarre importanti elementi minerali, tra tutti lo zinco, che è un microelemento coinvolto nel processo di assorbimento del glucosio. 5 Ne consegue che la bevanda alla soia deve essere consumata in una dieta di diversi alimenti, naturalmente ricchi di antiossidanti, microelementi e altre vitamine. Per questo nelle persone con diabete l’introduzione giornaliera di frutta e vegetali deve essere associata ad alimenti poveri di grassi e a basso IG. 1. http://www.epicentro.iss.it/problemi/diabete/diabete.asp ↩ 2. http://www.montignac.com/it/il-concetto-di-indice-glicemico/ ↩ 3. Food choices for people with diabetes – Italian (2010): 4 ↩ 4. Nutritional supplementation for type 2 diabetes: a systematic review. Centre for Reviews and Dissemination in Database of Abstracts of Reviews of Effects 2011 Issue 2 Original article:Bartlett HE, Eperjesi F. Nutritional supplementation for type 2 diabetes: a systematic review. Ophthalmic and Physiological Optics. 2008; 28 (6): 503-523 ↩ 5. Dizionario degli alimenti. Scienza e tecnica, 2009 ↩
Riduce il colesterolo Molti studi clinici si sono concentrati sul rapporto tra la bevanda alla soia e colesterolo, dimostrando l’efficacia della soia, nella globalità dei suoi componenti, nel ridurre il livello di colesterolo cattivo (LDL) e nel ridurre il rischio di patologie
dell’apparato cardiocircolatorio. Il colesterolo è utile al nostro organismo Il colesterolo è una molecola importantissima per il nostro organismo in quanto è componente delle membrane cellulari e precursore di numerosi ormoni, della vitamina D e dei sali biliari. Colesterolo buono e cattivo Il colesterolo, essendo un grasso, non è capace di circolare nel sangue se non viene accompagnato da proteine che lo rendono idrosolubile: le LDL e le HDL. Le LDL hanno un’azione negativa perché facilitano la permanenza del colesterolo all’interno delle arterie, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche; le HDL, invece, ne facilitano il trasportano verso il fegato dove viene metabolizzato 3. Non più di 300 mg di colesterolo al giorno Il colesterolo proviene sia da sintesi endogena (circa l‘80% è prodotto dalle cellule del fegato), sia dall’alimentazione (sintesi esogena); si raccomanda un introito con la dieta non superiore a 300 mg/die. Nella dieta per il colesterolo alto si consiglia si prediligere il consumo delle carni bianche e soprattutto del pesce; di usare come condimento olio extravergine di oliva; di limitare il consumo dei formaggi, sostituendoli con quelli light; di ridurre il consumo dei dolci e di non consumare più di 2-3 uova alla settimana 4. Oltre alla dieta, le cause di colesterolo alto nel sangue sono uno stile di vita non corretto, una ridotta attività fisica e, a volte, una predisposizione familiare 2. La bevanda alla soia combatte il colesterolo alto Numerosi sono gli studi che si concentrano sulla relazione tra la bevanda alla soia e colesterolo alto. La Food and Drug Administration (FDA) ha stabilito che, nel caso di livelli alti di colesterolo nel sangue, si possono sostituire tutte o parte delle proteine di origine animale con proteine della soia, diminuendo significativamente il colesterolo totale e il colesterolo LDL. La FDA basa questa decisione su studi clinici mostranti che almeno 25 g di proteine di soia al giorno abbassano il colesterolo totale e LDL 6. Nello specifico, i nutrienti della soia che combattono il colesterolo in eccesso sono: proteine: possono agire aumentando la secrezione di acidi biliari (contenti colesterolo) e stimolando il fegato a rimuovere le LDL dal sangue. fosfolipidi tra cui la lecitina di Soia, complesso di fosfolipidi, ricca di omega-3, omega-6, colina, inositolo e minerali (soprattutto, ferro, calcio e fosforo). Le sue proprietà emulsionanti permettono di favorire e di supportare il passaggio dei grassi nel sangue sotto forma di emulsione, conducendo dunque in modo più agevole il colesterolo verso il fegato 1. fitosteroli: alcune molecole steroidee di origine vegetale direttamente coinvolte nella riduzione dell’assorbimento intestinale del colesterolo poiché, essendo chimicamente affini, lo legano e ne impediscono il passaggio attraverso la mucosa intestinale. I
fitosteroli sono anche dei potenti antiossidanti e, a prescindere dall’interazione con il colesterolo, riducono il rischio cardiovascolare 5. 1. Hodgson JM, Puddey IB, Beilin JL, Mori TA, Croft KD (1998). Supplementation with isoflavonoid phytoestrogens does not alter serum lipid concentrations: A randomized controlled trial in humans. J. Nutr. 128, 728–732. ↩ 2. Leandro G, Vannozzi G (2009). Lineamenti di dietoterapia e nutrizione clinica. Editore: Il Pensiero Scientifico Edizione: 2 ↩ 3. Mele M, Pulina G, (2016). Alimenti di origine animale e salute. Franco Angeli. ↩ 4. Miggiano GA (2016). La nutrizione nelle malattie del metabolismo. Una guida per la prevenzione e la terapia. Editore: Il Pensiero Scientifico. ↩ 5. Sacks FM, Lichtenstein A, van Horn L, Harris W, Kris-Etherton P, Winston M. (2006). Soy protein, isoflavones and cardiovascular health. An americam heart association science advisory for professionals from nutrition committee. Circulation 113, 1034–1044. ↩ 6. Teixeira SR, Potter SM, Weigel R, Hannum S, Erdman Jr JW, Hasler CM (2000). Effects of feeding 4 levels of soy protein for 3 and 6 wk on blood lipids and apolipoproteins in moderately hypercholesterolemic men. Am J Clin Nutr 71, 1077–84. ↩
Previene e migliora l’osteoporosi Tra le tante proprietà della bevanda alla soia, una spicca in assoluto. L’osteoporosi è caratterizzata da una diminuzione della resistenza scheletrica per minore densità e qualità dell’osso con conseguente aumento del rischio di sviluppare fratture traumatiche o spontanee 6. Tale patologia si può prevenire seguendo un’ alimentazione equilibrata e fornendo un giusto apporto di calcio e vitamina D 1. La soia, pur contenendo poco calcio e vitamina D, ha comunque un effetto protettivo nei confronti dell’osteoporosi perchè contiene fitoestrogeni. Bevanda alla Soia e Calcio Le principali fonti alimentari di calcio sono rappresentate dal latte e dai suoi derivati, che lo contengono nella forma maggiormente biodisponibile. Nel caso in cui si scegliesse la bevanda alla soia, è bene ricordare che non possiede le stesse caratteristiche nutrizionali del latte vaccino, poiché presenta uno scarso contenuto di calcio (13mg/100ml) ed è carente di vitamina D. Sarà fondamentale scegliere, quindi, la bevanda alla soia con calcio aggiunto, nutriente fondamentale per la salute delle ossa. In commercio molte varietà di tale bevanda alla soia sono arricchite con vitamine, quali la vitamina B12, e addizionate di carbonato di calcio, fonte di questo minerale 4. Bevanda alla Soia e Vitamina D La vitamina D è una vitamina liposolubile fondamentale per il controllo dei livelli di calcio e fosforo nel sangue e, quindi, importantissima per una corretta formazione e mantenimento del tessuto osseo. La carenza di vitamina D favorisce, perciò, lo sviluppo di osteoporosi e, nelle forme più severe, di osteomalacia, attraverso la riduzione dell’assorbimento intestinale di calcio 2. Gli isoflavoni della bevanda alla soia Gli alimenti a base di soia, sono ricchi di isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina) antiossidanti che mimano l’azione degli estrogeni, i principali ormoni sessuali femminili, e si dimostrano efficaci nel moderare i disturbi tipici della menopausa. Gli isoflavoni
hanno una struttura simile a 17-β estradiolo, un ormone sessuale femminile che fa parte della categoria degli estrogeni e determinano lo sviluppo delle tipiche caratteristiche del sesso femminile, e possono quindi agire come modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni 3. Pertanto il consumo abituale della bevanda alla soia e degli altri prodotti a base di soia impedisce, per effetto estrogenico, la perdita di calcio da parte delle ossa e anche il blocco di assorbimento del calcio, causato quando i livelli di estrogeni diminuiscono nel plasma sanguigno. La bevanda alla soia, di conseguenza, può ostacolare la rarefazione del tessuto osseo a cui la popolazione femminile è più esposta proprio dopo la menopausa 7. Una delle più recenti conferme dei benefici della soia contro l’osteoporosi viene da uno studio inglese 5 che ha stabilito che le sostanze contenute nella soia rallentano la demineralizzazione ossea, con un meccanismo simile a quello dei principali medicinali utilizzati contro l’osteoporosi. Va ricordato che la forma nella quale viene assunta la soia può influire sulla sua azione: la bevanda alla soia è particolarmente efficace nella riduzione del rischio di frattura. 1. S. Adami, F. Bertoldo, M.L. Brandi, C. Cepollaro, P. Filipponi, E. Fiore, B. Frediani, S. Giannini, S. Gonnelli, G.C. Isaia, G. Luisetto, E. Mannarino, C. Marcocci, L. Masi, C. Mereu, S. Migliaccio, S. Minisola, R. Nuti, G. Rini, M. Rossini, M. Varenna, L. Ventura, G. Bianchi. (2009) Linee guida per la diagnosi, prevenzione e terapia dell’osteoporosi. Reumatismo 61:260-284. ↩ 2. Ishimi, Y. (2015) Osteoporosis and Lifestyle. J Nutr Sci Vitaminol, 61: S139-S141. ↩ 3. Ishimi Y. (2009) Soybean isoflavones in bone health. Forum Nutr 61: 104-116. ↩ 4. NIH Consensus Statement Online (2000) Osteoporosis Prevention, Diagnosis, and Therapy. March 27-29: 1-36. ↩ 5. Sathyapalan, T., Aye,M., Kilpatrick,E.M., Rigby, A.S., Fraser,W.D., Thatcher, N.J., Atkin, S.L. (2015) Soy protein with isoflavones reduce bone turnover markers in women during their early menopause- a randomised double blind parallel study. Endocrine Abstracts 38P5| DOI:10.1530/endoabs. ↩ 6. WHO (2001) The world health report 2001 - Mental Health: New Understanding, New Hope ↩ 7. Wu J, Oka J, Tabata I, Higuchi M, Toda T, Fuku N, Ezaki J, Sugiyama F, Uchiyama S, Yamada K, Ishimi Y. (2006). Effects of isoflavone and exercise on BMD and fat mass in postmenopausal Japanese women: a 1-year randomized placebo-controlled trial. J Bone Miner Res 21: 780-789. ↩
IL LATTE DI SOIA: CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI Spesso sul web è possibile imbattersi in informazioni frammentate e contraddittorie circa le controindicazioni e gli effetti collaterali provocate dalla bevanda alla soia. Il team di esperti di Wikonsumer.org ha cercato di sciogliere ogni tuo dubbio a riguardo, rispondendo ad alcune domande fondamentali. Quando è sconsigliato assumere la bevanda alla soia? Quali sono i risvolti negativi della sua assunzione? È cancerogena? Contiene antinutrienti? Ti invitiamo, quindi, a leggere e a scoprire i contenuti di questo capitolo, se vuoi conoscere tutte le controindicazioni della bevanda alla soia e scoprire quando è preferibile evitarne il consumo.
Può provocare diarrea, stitichezza e gonfiore Nei soggetti particolarmente sensibili, come chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile, il consumo di prodotti a base di soia provoca meteorismo e flatulenza, episodi di diarrea, gonfiore addominale o stipsi (stitichezza). Questi episodi sono dovuti alla presenza di sostanze anti-nutrizionali come i galattani e gli inibitori della tripsina. Maggiore è il quantitativo di acqua che il derivato di soia contiene, maggiore sarà la concentrazione di fattori anti-nutrizionali: attenzione dunque a yogurt e alla bevanda alla soia se soffrite di problematiche intestinali 1. I responsabili: Galattani e inibitori della tripsina I galattani sono zuccheri a corta catena che risultano scarsamente digeribili e/o assorbibili nel piccolo intestino. Tale difficoltà è data principalmente da una mancanza fisiologica di enzimi deputati alla loro digestione. Per questo motivo, i galattani diventano residui di cibo non assimilato, che richiamano acqua e vengono fermentati dai microrganismi della flora batterica per trarne energia (microbioma intestinale) 2. L’attività fermentativa libera gas, con conseguenti e molteplici disturbi gastrointestinali. Un’altra categoria di nutrienti che risulta difficilmente utilizzabile nei prodotti derivati della soia sono le proteine. La soia stessa, infatti, contiene sostanze in grado di inibire la tripsina, ovvero l’enzima deputato alla loro assimilazione. Non potendo svolgere il proprio lavoro al meglio, la digestione proteica risulta compromessa e si manifestano, anche in questo caso, disturbi a livello gastrointestinale 3. Sintomi Ecco spiegato perché la bevanda alla soia gonfia la pancia. Tale bevanda, inoltre, causa anche un insieme di fastidi intestinali, la cui intensità e sintomatologia, è altamente
soggettiva: si possono avere problemi di meteorismo, formazione di gas, flatulenza, senso di gonfiore, crampi addominali. Inoltre c’è una relazione tra latte di soia e diarrea o -all’opposto- con stitichezza persistente.Tali spiacevoli inconvenienti, sono strettamente legati alla quantità assunta, che risulta essere diversa per ogni soggetto 4. Rimedi e soluzioni L’unico modo per allontanare quasi completamente i diversi fattori anti-nutrizionali è quello di sottoporre la soia a lungo ammollo con ricambio di acqua, lunga cottura e fermentazione. Per chi soffre di questi problemi è preferibile, quindi, il solo consumo di prodotti derivati della soia fermentata come miso, natto e tempeh e consumare solo in piccole quantità prodotti come la bevanda alla soia 5. Ricapitoliamo qui dunque alcuni effetti collaterali del latte di soia diarrea stitichezza e stipsi gonfia la pancia 1. Drossman DA, Corazziari E, Delvaux M et al. Rome III: the functional gastrointestinal disorders, third edition. Ed. Degnon Associates: McLean Virginia, 2006. ↩ 2. Liener I.E. – Implications of antinutritional component in soy foods – Crit Rev Food Sci Nutr., 1994;34(1):31-67 ↩ 3. Sarwar Gilani G1, Wu Xiao C, Cockell KA “Impact of antinutritional factors in food proteins on the digestibility of protein and the bioavailability of amino acids and on protein quality”. Br J Nutr. 2012 Aug;108 Suppl 2. ↩ 4. Longstreth GF, Thompson WG, Chey WD et al. Functional bowel disorders. Gastroenterology 2006;130:1480-91 ↩ 5. Anderson R.L., Wolf W.J. – Compositional changes in trypsin inhibitors, phytic acid, saponins and isoflavones related to soybean processing – J Nutr., 1995, 125:581S-588S ↩
Il latte di soia fa male alla tiroide? Diversi studi si sono concentrati sul rapporto tra soia e tiroide mostrando che gli isoflavoni della soia interferiscono con la funzionalità tiroidea. Nessun pericolo viene corso per i soggetti con una dieta varia e una normale funzionalità tiroidea, ma solo per particolari categorie: i bambini, chi soffre di disfunzioni tiroidee (ipo- o ipertiroidismo, tiroidite autoimmune, morbo di Hashimoto) e chi assume farmaci per la tiroide 1. Gli isoflavoni della soia e la funzione tiroidea I disturbi legati alla tiroide sono tra le malattie endocrine (cioè malattie che alterano la normale concentrazione di ormoni) più comuni. Molte sostanze sono in grado di interferire con l’attività della tiroide: tra questi gli isoflavoni della soia. Gli isoflavoni contenuti nella soia, come genisteina e daidzeina, sono dei fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale simili agli estrogeni. Proprio per questa loro caratteristica, intervengono in molteplici equilibri ormonali, compreso quello degli ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei (T4 e T3) vengono secreti dalla tiroide. Gli isoflavoni causano una diminuzione della produzione di questi ormoni. Tale carenza, associata ad una deficienza
di iodio, provocherebbe un continuo e aumentato stimolo della tiroide, portando a ipotiroidismo. Questo causerebbe l’insorgenza di noduli alla tiroide, fino alla sopraggiunta del gozzo 2. Per questo, chi ha già una funzionalità tiroidea compromessa, dovrebbe evitare il consumo di alimenti derivati dalla soia, sia fermentata che non, in quanto dannoso per la tiroide. Gli isoflavoni non sono degradati durante i processi fermentativi, pertanto anche in caso di consumo di alimenti a base di soia fermentata (natto, tempeh e miso), le raccomandazioni restano inalterate 3. Soia e farmaci: EUTIROX Il trattamento dell’ipotiroidismo è attualmente basato sulla somministrazione della levotiroxina sodica (L-T4), prodotto sostanzialmente identico all’ormone tiroideo T4. La levotiroxina è abitualmente commercializzata sotto forma di compresse (Eutirox, Tirosint, Levotiroxina). Coloro che assumono questi farmaci devono porre in atto qualche cautela: la soia infatti può interferire con l’assorbimento di questi medicinali e renderli di conseguenza meno efficaci 4. Soia e formule per l’infanzia In diversi studi è stato dimostrato come i neonati a cui vengono dati, durante la fase di svezzamento, preparati a base di soia siano maggiormente predisposti a sviluppare disfunzioni tiroidee. Il numero dei disturbi tiroidei a cui sono soggetti è tre volte superiore a quello a cui sono soggetti i loro fratelli e sorelle allattati diversamente. Anche per questo motivo l’OMS sconsiglia l’utilizzo di alimenti per infanti a base di soia 5. 1. Norman A. Mazer “Interaction of Estrogen Therapy and Thyroid Hormone Replacement in Postmenopausal Women” Thyroid, Vol14 (1), 2004 ↩ 2. Mark Messina, Geoffrey Redmond “ Effects of Soy Protein and Soybean Isoflavones on Thyroid Function in Healthy Adults and Hypothyroid Patients: A Review of the Relevant Literature” Thyroid Vol 16, (3), 2006. ↩ 3. Zasshi Tokyo Ika Daigaku.”Experimental studies on the nutritive value of fermented soy beans” .Nov;23(6):367-70, 1985. ↩ 4. Sathyapalan , Manuchehri AM, Thatcher NJ, Rigby AS, Chapman T, Kilpatrick ES, Atkin SL.”The effect of soy phytoestrogen supplementation on thyroid status and cardiovascular risk markers in patients with subclinical hypothyroidism: a randomized, double-blind, crossover study” J Clin Endocrinol Metab. 96(5):1442-9, 2011 ↩ 5. Crawford BA, Cowell CT, Emder PJ, Learoyd DL, Chua EL, Sinn J, Jack MM. Iodine toxicity from soy milk and seaweed ingestion is associated with serious thyroid dysfunction. Med J Aust 193(7):413-5, 2010 ↩
Contiene degli antinutrienti Il latte di soia fa male? Questo è un dubbio che spesso insorge nei consumatori. In effetti ha alcune controindicazioni. Il latte di soia influisce negativamente nella digestione e assorbimento di alcuni nutrienti poichè contiene degli antinutrienti! Gli antinutrienti dei legumi.
Come molti legumi e cereali, la soia contiene alcuni antinutrienti. I principali sono l’acido fitico, gli inibitori della tripsina e le saponine. Sono contenuti maggiormente nella parte più esterna pertanto la loro quantità è fortemente influenzata da eventuali operazioni di decorticatura. Inoltre alcuni zuccheri (galattosidi) contenuti nella soia ed in molti legumi posso essere la causa di flatulenza. Acido fitico L’acido fitico lega molti minerali formando i fitati. Questi composti non permettono il successivo assorbimento da parte del nostro intestino di zinco, calcio, ferro e magnesio. La germinazione della soia utilizzata per la preparazione di bevande vegetali ha dimostrato una riduzione dei fitati aumentando sensibilmente la disponibilità dei minerali. 1 Altra tecnologia utilizzata può essere la fermentazione tramite l’azione dei batteri tramite un duplice meccanismo: l’azione di enzimi batterici che riescono a scindere i legami dei fitati. Attenzione perchè non tutti microrganismi posseggono quest’enzima. abbassando il pH (favorendo l’azione degli enzimi già presenti nei legumi). Inibitori della tripsina Gli inibitori della tripsina sono delle sostanze, tra cui la lectina, che inibiscono l’attività dell’enzima pancreatico che permette di digerire le proteine. In ogni modo, in seguito a trattamenti con calore, una buona parte di questi composti è in realtà assente al momento del consumo, e le proteine risultano denaturate, fattore che ne migliora la digeribilità e ne permette un buon utilizzo. 2 Saponine Sono tossiche se ingeriti in grande quantità! Attualmente, però, diversi studi dimostrano la capacità delle saponine di avere effetti positivi quali: la modulazione del sistema immunitario, diminuzione del colesterolo, diminuzione del rischio di cancro e diminuzione della risposta insulinica. Oltre a ciò, è in grado di diminuire il rischio di sviluppare calcoli renali3 4, ovviamente se assunti in basse quantità. Antinutrienti e vitamine E’ stato dimostrato che la presenza di antinutrienti nella soia causa una maggiore richiesta di vitamine tra cui la A, B12, D ed E. 5 Gli inibitori della tripsina sono inoltre correlati con un diminuito assorbimento della vitamina B12. 6 Il tofu Il tofu può essere prodotto sia tramite l’utilizzo di coagulanti delle proteine sia grazie l’azione della fermentazione. Tali metodi di preparazione con trattamenti termici e azioni di enzimi batterici permettono la diminuzione della quantità di inibitori della tripsina e l’acido fitico. 7
1. Food Quality Improvement of Soy Milk Made from Short-Time Germinated Soybeans Susu Jiang, Weixi Cai and Baojun Xu. ↩ 2. http://www.treccani.it/enciclopedia/legumi_(Universo-del-Corpo)/ ↩ 3. John Shi, Konesh Arunasalam, David Yeung, Yukio Kakuda, Gauri Mittal, and Yueming Jiang. Saponins from Edible Legumes: Chemistry, Processing, and Health Benefits. Journal of Medicinal Food, 7(1): 67-78. ↩ 4. Shuichi Kamo, Shunsuke Suzuki, and Toshiro Sato. The content of soyasaponin and soyasapogenol in soy foods and their estimated intake in the Japanese. ↩ 5. Liener I.E. Implications of antinutritional components in soybean foods. Crit Rev Food Sci Nutr. 1994;34(1):31-67. ↩ 6. http://americannutritionassociation.org/newsletter/downside-soybean-consumption-0 ↩ 7. D. Agrahar Murugkar. Effect of sprouting of soybean on the chemical composition and quality of soymilk and tofu. Journal of Food Science and Technology, 51 (5): 915–921 ↩
Soia e Tumore La comunità scientifica giorno per giorno cerca di dare una risposta chiara sul ruolo degli isoflavoni contenuti nella soia nella eliminazione o nella comparsa dei tumori. Consigliamo di consumare prodotti contenenti soia con prudenza e di chiedere, nel caso di patologie già conclamate, consiglio al proprio medico curante. In particolar modo l’assunzione di soia è sconsigliabile per chi già ha un tumore o per chi l’ha avuto. Soia e tumore al seno La soia è il legume più ricco di proteine (oltre il 40%) e presenta un alto contenuto di isoflavoni, i fitoestrogeni, un gruppo di sostanze di derivazione vegetale, strutturalmente e funzionalmente simili all’estradiolo (ormone sessuale femminile), estrogeno prodotto dalle ovaie. Evidenze a favore
Numerosi studi scientifici hanno mostrato come la soia possa giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione del tumore. Due studi, ad esempio, hanno riportato il ruolo protettivo del consumo di soia durante l’adolescenza nei confronti del rischio di cancro in post menopausa.1 2 E’ stato evidenziato come una dieta ricca di alimenti a base di soia e derivati decresca i livelli di estradiolo nel sangue. Questo è importante perchè in alcuni tumori, (come appunto il cancro al seno), le cellule cancerose rispondono alla quantità di ormoni circolanti.3 Molti studi epidemiologici hanno da sempre riportato la bassa incidenza del tumore al seno in tutti quei paesi con un alto consumo di soia (soprattutto i paesi Asiatici, Cina, Giappone, rispetto ai paesi occidentali).4 L’assunzione di isoflavoni di soia potrebbe ridurre il rischio di cancro al seno per le donne in pre- e post-menopausa nei paesi asiatici. Tuttavia, per le donne nei paesi occidentali, pre- o post-menopausa, non ci sono prove che suggeriscono un’associazione tra l’assunzione di isoflavoni di soia e il cancro al seno.5 Nonostante il gran numero di studi non è emerso un consenso chiaro circa l’azione dei fitoestrogeni nei confronti del cancro al seno. Molti studi infatti affermano che i fitoestrogeni non abbiano una azione preventiva nei confronti del cancro al seno 101112.
Motivi per adottare prudenza
Altri studi, invece, dimostrano come gli isoflavoni della soia possano aumentare la proliferazione delle cellule tumorali. Questo non significa necessariamente che favoriscano la comparsa del tumore, ma che un tumore in essere potrebbe progredire e diffondersi più rapidamente. 6 Pertanto l’assunzione di soia è sconsigliabile per chi ha il tumore o per chi l’ha avuto. La soia potrebbe aumentare la proliferazione delle cellule del seno nelle donne in premenopausa 13. Alcuni studi infine supportano l’opinione che l’esposizione per un lungo periodo agli estrogeni (ai quali i fitoestrogeni contenuti nella soia sono simili) ha una significativa influenza sul rischio di sviluppare un cancro al seno 14. Soia e cancro al colon Nessuno studio ha affermato che il consumo di “burro” di soia fa male e che lo associa al rischio di cancro del colon-retto. Tuttavia il consumo di soia è stato associato ad una riduzione di circa il 21% del rischio di sviluppare il cancro del colon-retto nelle donne, ma tale effetto non è stato osservato negli uomini. 7 Inoltre è stato osservato come le saponine, sostanze presenti nella soia, potrebbero essere efficaci nel prevenire il cancro al colon alterando le cellule e gli enzimi implicati nella loro crescita.8 Le membrane cellulari tumorali contengono più colesterolo, delle membrane cellulari normali, e le saponine potrebbero legarsi più facilmente a loro, innescando così la loro distruzione. Soia e cancro alla prostata Uno studio asiatico ha rilevato una correlazione tra gli isoflavoni e la proliferazione di cancro alla prostata pre-esistente.9 Soia nella margarina Alcuni burri vegetali e margarine contengono soia, vi consigliamo di consumare un’alternativa più “sicura”, come il burro di mandorle, più correttamente definito come margarina di mandorle. Fonti 1. Shu XO, Jin F, Dai Q et al. (2001) “Soyfood Intake during Adolescence and Subsequent Risk of Breast Cancer among Chinese Women.” Cancer Epidemiol Biomarkers ↩ 2. Wu AH et al. (2002) “Adult and adolescence soy intake and risk of breast cancer in Asian-Americans” Carcinogenesis. ↩ 3. Lu LJ et al. (2000). “Decreased ovarian hormones during a soya diet: implications for breast cancer prevention.” Cancer Res. ↩ 4. Nagata C et al. (1997). “Decreased serum estrogen concentration associated with high dietary intake of soy products in premenopausal Japanese women.” Nutr Cancer. ↩ 5. Meinan Chen et al. (2014). “Association between Soy Isoflavone Intake and Breast Cancer Risk for Pre- and Post-Menopausal Women: A MetaAnalysis of Epidemiological Studies”. Plos one ↩
6. Van Duursen MB et al. (2011) “Genistein induces breast cancer-associated aromatase and stimulates estrogen-dependent tumor cell growth in in vitro breast cancer model.” Toxicology ↩ 7. Lin Yan et al. (2010). “Soy Consumption and Colorectal Cancer Risk in Humans: A Meta-Analysis” Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. ↩ 8. Cheng-Yu Tsai et al. (2010). “Effect of soy saponin on the growth of human colon cancer cells”. World J Gastroenterol ↩ 9. Hideyuki Akaza et al.(2002) “Is Daidzein Non-metabolizer a High Risk for Prostate Cancer?” Jpn J Clin Oncol 2002;32(8)296–300 A Casecontrolled Study of Serum Soybean Isoflavone Concentration ↩ 10. Tonkelaar den I, Keinan-Boker L, Veer van’t P, Arts CJM, Adlercreutz H, Thijssen JHH, Peeters PHM. Urinary phytoestrogens and postmenopausal breast cancer risk. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2001; 10:223-228. ↩ 11. Shannon J, Ray R, Wu C, Nelson Z, Gao DL, Li W, Hu W, Lampe J, Horner N, Satia J, Patterson R, Fitzgibbons D, Porter P, Thomas D. Food and botanical groupings and risk of breast cancer: a case-control study in Shanghai, China. CancerEpidemiol Biomarkers Prev 2005; 14:81-90. ↩ 12. Travis RC, Allen NE, Appleby PN, Spencer EA, Roddam AW, Key TJ. A prospective study of vegetarianism and isoflavone intake in relation to breast cancer risk in British women. Int J Cancer 2008; 122:705-710. ↩ 13. McMichael-Phillips DF, Harding C, Morton M, Roberts SA, Howell A, Potten CS, Bundred NJ. Effects of soy-protein supplementation on epithelial proliferation in the histologically normal human breast. Am J Clin Nutr 1998; 62(Suppl 6):1431-1435. ↩ 14. Clemons M, Goss P. Estrogen and the risk of breast cancer. N Engl J Med 2001; 344:276-285. ↩
LATTE DI SOIA PER MAMME E BIMBI Bevande alla soia, neonati, bambini e gravidanza. Facciamo il punto. Quando si tratta di neonati, bambini e mamme in attesa, l’attenzione è sempre più alta. Wikonsumer ha dedicato questo capitolo specifico per loro, in cui gli esperti ti indicheranno tutti i benefici, le controindicazioni e i consigli da seguire riguardanti questa fascia di consumatori. L’assunzione nelle donne in gravidanza di “latte” di soia potrebbe comportare problematiche nel nascituro, come l’aumento del rischio di insorgenza di tumori, sviluppo ritardato. La bevanda alla soia per i bambini è ottima per sostituire il latte vaccino in caso, ad esempio, di allergia al latte vaccino, ma potrebbero innescare reazioni allergiche alla soia; per i neonati è necessario acquistare alcune formulazioni specifiche della bevanda alla soia per neonati.
”Latte” di soia in gravidanza e in allattamento La bevanda alla soia in gravidanza: si o no? La soia, a causa della presenza di isoflavoni, è un alimento che ha sollevato preoccupazioni in caso di gravidanza e allattamento. Ci sono tuttavia tesi discordanti in merito all’assunzione della bevanda alla soia durante l’allattamento e la gravidanza. In ogni caso bisogna preferire la bevanda alla soia arricchita con calcio e vitamine D, importanti per la formazione di ossa e denti forti e perchè sono di grande ausilio per la funzione muscolare. Tesi contrarie: no alla bevanda alla soia in gravidanza Chi si oppone al consumo di soia durante questa fase di vita particolare della donna, sostiene che la soia causerebbe: Problemi per lo sviluppo del bambino: arrivando al liquido amniotico, i fitoestrogeni potrebbero influire negativamente sullo sviluppo delle ghiandole endocrine del bambino 1. Inoltre alte dosi di isoflavoni di soia somministrate in animali in gravidanza hanno provocato tumori e deformità fisiche nella prole 2. Rischio di cancro al seno nell’età giovanile e problemi riproduttivi: un esperimento su animali ha mostrato che l’esposizione nell’utero alla genisteina, una molecola presente nella soia, aumenta il rischio di tumori mammari 3. I fitoestrogeni durante la gravidanza possono anche incidere sulla riproduzione a lungo termine poiché riducono i livelli di testosterone nell’uomo e la fertilità maschile 4 5.
Assunzione di fitoestrogeni e pubertà: si è riscontrato che le ragazze, che assumono una maggiore quantità di isoflavoni nella fase prepuberale, sembrano entrare in pubertà in età più avanzata 6. Tesi contrarie: no alla bevanda alla soia durante l’allattamento al di sotto dei 6 mesi Secondo l’ADA 7, le formule a base di soia non sono raccomandate per i neonati prematuri. Inoltre la British Dietetic Association raccomanda di non introdurre formule a base di soia in lattanti al di sotto dei 6 mesi 8. Tesi a favore: si al “latte” di soia in allattamento Studi clinici, che hanno confrontato i neonati nutriti con formule a base di soia con i neonati nutriti con latte di mucca, indicano che la formula a base di soia determina una crescita e uno sviluppo normale nel primo anno di vita 9 10. Inoltre, uno studio retrospettivo su 811 uomini e donne di 20-34 anni di età non ha rilevato differenze di altezza, peso, età puberale e salute tra neonati alimentati con formula a base di soia e neonati alimentati con latte di mucca 11. Allo stato attuale, non vi è alcuna prova convincente che i neonati nutriti con formula a base di soia siano a maggior rischio di effetti avversi rispetto a quelli nutriti con formula a base di latte di mucca 12 13. Studi a lungo termine sulla crescita e lo sviluppo dei neonati nutriti con formule a base di soia sono attualmente in corso 14. 1. Todaka E et al. (2005). Fetal exposure to phytoestrogens-the difference in phytoestrogen status between mother and fetus. Environ Res 99(2):195203. ↩ 2. Adlercreutz H, Yamada T, Wähälä K, Watanabe S. (1999). Maternal and neonatal phytoestrogens in Japanese women during birth. Am J Obstet Gynecol. 180(3 Pt 1):737-43. ↩ 3. Hilakivi-Clarke L. E Cho E., Onojafe I., Raygada M., Clarke R. (2009). Maternal exposure to genistein during pregnancy increases carcinogeninduced mammary tumorigenesis in female rat offspring. Oncology Reports 1089-1184. ↩ 4. Hughes CL, Liu G, Beall S, Foster WG, Davis V. (2004). Effects of genistein or soy milk during late gestation and lactation on adult uterine organization in the rat. Exp Biol Med 229(1):108-17.) ↩ 5. Jefferson WN, Williams CJ. Circulating levels of genistein in the neonate, apart from dose and route, predict future adverse female reproductive outcomes. Reprod. Toxicol. 31(3):272-9. ↩ 6. Cheng G, Remer T, Prinz-Langenohl R, Blaszkewicz M, Degen GH, and Buyken AE. (2010). Relation of isoflavones and fiber intake in childhood to the timing of puberty. Am J Clin Nutr 92(3):556-64. ↩ 7. American Dietetic Association (ADA). Position adopted by the House of Delegates Leadership Team on June 22, 2000. ↩ 8. British Dietetic Association Paediatric Specialist Interest Group (2009) Position Statement: Use of Infant Formulas based on Soy Protein for Infants. Pediatric. ↩ 9. Mendez MA, Anthony MS, Arab L. (2002). Soy-based formulae and infant growth and development: a review. J Nutr. 132(8):2127-2130. ↩ 10. Badger TM, Gilchrist JM, Pivik RT, et al. (2009). The health implications of soy infant formula. Am J Clin Nutr. 89(5):1668S-1672S. ↩ 11. Strom BL, Schinnar R, Ziegler EE, et al. (2001). Exposure to soy-based formula in infancy and endocrinological and reproductive outcomes in young adulthood. JAMA. 286(7):807-814. ↩ 12. American Academy of Pediatrics Committee on Nutrition (1998). Soy protein-based formulas: recommendations for use in infant feeding. Pediatrics.;101(1 Pt 1):148-153. ↩ 13. Bhatia J, Greer F. Use of soy protein-based formulas in infant feeding (2008). Pediatrics.;121(5):1062-1068. ↩ 14. Turck D. (2007). Soy protein for infant feeding: what do we know? Curr Opin Clin Nutr Metab Care 10(3):360-365. ↩
Effetti sui Bambini e sulle Bambine
Sei alla ricerca di un sostituto vegetale al latte vaccino? Il “latte” di soia per i bambini può essere un ottimo sostituto per chi soffre di allergie e/o intolleranze alle componenti del latte vaccino, sempre più diffuse tra i giovanissimi. Vanno tenute in considerazione, però, tutte le controindicazioni. Utile in caso di allergia al latte vaccino La bevanda alla soia per bambini può essere usata come sostituto del latte vaccino, quando questo non può essere normalmente consumato. Ad esempio in caso di allergia di tipo IgE alle proteine del latte vaccino. Tale conclusione è avvalorata da uno studio 1 che, tramite test su pazienti di età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni affetti da APLV (allergia alle proteine del latte vaccino), ha dimostrato come una bevanda alla soia, con una formulazione specifica per i bambini, venga tollerata perfettamente dal loro organismo, divenendo la fonte di sostanze utili alla crescita e allo sviluppo. Un’altra pubblicazione 2 specifica che il periodo di tempo tra l’introduzione nella dieta del latte vaccino e l’insorgenza dei sintomi di intolleranza ad esso, può essere più o meno lungo. Una volta individuata la problematica, è necessario seguire una dieta di eliminazione delle proteine del latte e la bevanda alla soia, per questo, può essere considerata un suo valido sostituto. La sua introduzione nella dieta alimentare del fanciullo viene sconsigliata solo nelle forme gastrointestinali di APLV, perché col tempo potrebbe indurre una sensibilizzazione alla soia. Da usare in caso di diarrea Uno studio evidenzia una diminuzione della durata della diarrea stessa quando si utilizzano formulati di soia per contrastarla 3. Sei un genitore vegano? Per i neonati la soluzione non è la soia… Molti genitori vegani o vegetariani vogliono evitare l’uso del latte vaccino per i propri figli. Prolungare l’allattamento al seno, per quanto possibile, sembra essere un buon compromesso all’utilizzo della bevanda alla soia per neonati in una fase così delicata. Infatti il latte materno è ricco di colesterolo e questo è importante per il corretto sviluppo intestinale e celebrale del neonato. Per i bambini più grandi meglio arricchito Il bambino/a a colazione può assumere bevande alla soia o yogurt di soia, ma deve essere arricchito in: Calcio o vitamina D (per le ossa)4; vitamina B12 , lattosio e galattosio (per lo sviluppo del sistema nervoso)5 In quanto il prodotto ne è naturalmente carente. L ‘introduzione dei latticini di soia può avvenire dopo il primo anno di età
Controindicazioni, allergia alla soia La soia può essere fonte a sua volta di reazioni allergiche: è classificata come un allergene emergente 6, diffusa soprattutto tra i bambini, nei quali si manifesta intorno al terzo mese d’età. Molti neonati però ne manifestano i sintomi già a 2 mesi. Per questo motivo, nonostante le formule a base di soia siano molto diffuse nell’uso, le società allergologiche controindicano totalmente il loro uso sotto i 6 mesi di età. Pericolo Alluminio! È bene sottolineare che la bevanda alla soia, presenta circa 15 volte più alluminio del latte materno, proprio per il caratteristico accumulo di alluminio nella pianta 7. Anche i latticini a base di soia sono una fonte significativa di alluminio, ed è proprio per questo che esso si sconsiglia nei bambini con insufficienza renale8. L’alluminio può produrre danni al DNA perché porta alla produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). Il sistema nervoso e i reni del neonato possono essere compromessi da un eccessiva esposizione all’alluminio. Poiché i bambini hanno reni immaturi, non riescono ad eliminare l’alluminio, e ciò li predispone a reazioni avverse 9. 1. Buts, Jean-Paul (1993) Valutazione clinica della tolleranza di una formula speciale di latte a base di soia su bambini affetti da intolleranza/allergia alle proteine del latte vaccino (CMPI/CMPA). “Minerva pediatrica” - Vol. 45, no. 5, p. 209-13 ↩ 2. Licasto, Buttacavoli (2007 )Approccio diagnostico e terapeutico nell’allergia alle proteine del latte vaccino. Acta Pediatrica Mediterranea, 2007, 23: 89 ↩ 3. Committee on Nutrition. (1998). Soy Protein-based Formulas: Recommendations for Use in Infant Feeding. American academy of pediatrics.. PEDIATRICS. Vol. 101. ↩ 4. Weaver CM, Plawecki KL Dietary calcium: adequacy of a vegetarian diet, Am J Clin Nutr 1994 May; 59(5 Suppl):1238S-1241S. ↩ 5. Specker BL, Black A, Allen L, Morrow F (1990). Vitamin B-12: low milk concentrations are related to low serum concentrations in vegetarian women and to methylmalonic aciduria in their infants. Am J Clin Nutr 52(6):1073-6. ↩ 6. L’Hocine L1, Boye JI, Munyana C. (2007) Detection and quantification of soy allergens in food: study of two commercial enzyme-linked immunosorbent assays. J Food Sci. 2007 Apr;72(3):C145-53. ↩ 7. Jensen-Jarolim. Aluminium in Allergies and Allergen immunotherapy.World Allergy Organization Journal (2015) 8:7. DOI 10.1186/s40413-0150060-5. ↩ 8. Emily DeVoto and Robert A. Yokel. (1994). The Biological Speciation and Toxicokinetics of Aluminum. Environmental Health Perspectives. 102(11):940-951. ↩ 9. L. Tomljenovic and CA Shaw. (2012). Mechanisms of aluminum adjuvant toxicity and autoimmunity in pediatric populations. Lupus 21, 223–230. ↩
“Latte” di soia ai neonati Bevanda alla soia ai neonati: Perché non è consigliata Non tutti i pediatri consigliano la bevanda alla soia per i neonati al di sotto dei 6 mesi perché: la soia può essere allergizzante3. Tale patologia colpisce circa lo 0,5-1% dei lattanti manifestandosi con sintomi dermatologici, come dermatite atopica o seborroica, e problemi respiratori come tosse, senso di costrizione al torace, naso che cola e respiro affannoso. Altri sintomi piuttosto frequenti sono: mal di pancia, nausea,
vomito e diarrea.4 La bevanda alla soia non contiene il galattosio che è uno zucchero indispensabile per il neonato. Il galattosio è importante perché partecipa alla creazione dei cerebrosidi, molecole fondamentali per lo sviluppo cerebrale. La bevanda alla soia non contiene il colesterolo che è un derivato dei lipidi indispensabile per il neonato. Il colesterolo è importante sia per la creazione degli ormoni steroidei (sostanze che regolano il metabolismo e il trasporto delle sostanze nutrienti alle cellule) che per la creazione di acidi biliari (acidi rilasciati nell’intestino durante la digestione e servono per digerire e per assorbire grassi e vitamine). La presenza di alluminio nella bevanda alla soia è superiore di 10-40 volte ai valori presenti nel latte materno (circa 15-30 mg / L). L’alluminio, molto probabilmente, è assunto dalla pianta della soia e non da processi che portano alla formazione del latte. Molte ricerche hanno messo in evidenza la potenziale tossicità dell’alluminio nei soggetti in età pediatrica. Tale tossicità influenza il sistema nervoso centrale e i reni del neonato. 5 Meglio evitare la bevanda alla soia per adulti Le formulazioni di “latte” di soia per neonati, impropriamente chiamato così anziché bevanda alla soia, sono in polvere o liquide, le quali differiscono in termini di conservazione e prezzo. Non può essere sostituita con quello per adulti perché non soddisfa le richieste nutrizionali del neonato. 6 La bevanda alla soia per lattanti ha: potere calorico generalmente più basso minore quantità di carboidrati e minerali eguale quantità di grassi diverso bilanciamento di vitamine integrazione con aminoacidi e calcio E’ consigliato scegliere la bevanda alla soia nel formato biologico per escludere l’assunzione di soia derivante da coltivazioni geneticamente modificate, prodotta con l’utilizzo di agenti chimici. Non è equivalente al latte vaccino Non può essere considerato equivalente al latte vaccino dal punto di vista nutrizionale, poiché carente di calcio, vitamina D, vitamina B12 e di alcuni amminoacidi essenziali, elementi indispensabili per l’accrescimento del neonato. 2 Per compensare a tali carenze, in commercio esistono diverse formulazioni di bevande alla soia “arricchite” di vitamine e minerali sia per l’infanzia che per gli adulti.
Indicato in caso di stitichezza La bevanda alla soia contiene naturalmente la fibra (0,6 g\100 l) che concorre a combattere la stitichezza, qualora presente. Non sempre risolve problemi di rigurgito, mal di pancia e vomito Tra i lattanti sono frequenti sintomi quali rigurgito, mal di pancia e vomito, ma è soggettiva la diminuzione di tali sintomi nei neonati allattati con la bevanda alla soia. Intolleranze e allergie La bevanda alla soia è spesso consigliata per i neonati che sono allergici alle proteine del latte vaccino o intolleranti al lattosio1. Se il neonato non è allergico alle proteine del latte non c’è nessun motivo per sostituire il latte materno/vaccino con la bevanda alla soia, o qualsiasi altro latte vegetale. Per i neonati che, invece, sono intolleranti al lattosio (zucchero presente nel latte) è sufficiente un latte che ne sia privo. L’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) sottolinea che l’allattamento al seno è di gran lunga preferibile. 1. Bhatia J, Greer F, American Academy of Pediatrics Committee on Nutrition. (2008) Use of soy protein-based formulas in infant feeding. Pediatrics. 121(5):1062–1068pmid:18450914 ↩ 2. Durazzo, A., Gabrielli, P., & Manzi, P.(2015). Qualitative Study of Functional Groups and Antioxidant Properties of Soy-Based Beverages Compared to Cow Milk. Antioxidants: 4(3), 523–532. ↩ 3. Wilson S, Blaschek K, de Mejia E.(2005). Allergenic proteins in soybean: Processing and reduction of P34 allergenicity. Nutr Rev ;63:47-58 ↩ 4. Kattan, J. D., Cocco, R. R., & Järvinen, K. M. (2011). Milk and Soy Allergy.Pediatric Clinics of North America, 58(2), 407–426. ↩ 5. Dórea, J. G. (2015). Exposure to Mercury and Aluminum in Early Life: Developmental Vulnerability as a Modifying Factor in Neurologic and Immunologic Effects. International Journal of Environmental Research and Public Health, 12(2), 1295–1313. ↩ 6. Committee on Nutrition, Academy of Pediatrics Soy protein formulas: Recommendations for use in infant feeding, Pediatrics (1983); 359-363. ↩
PUÓ CAUSARE INTOLLERANZE E ALLERGIE Gli esperti di Wikonsumer ti spiegano le possibili intolleranze e allergie che la bevanda alla soia può scatenare. La soia è causa di intolleranze e allergie, così come la bevanda derivata. All’interno di questo capitolo scopriremo il rapporto tra la bevanda alla soia e le intolleranze e le allergie. La bevanda alla soia è un prodotto naturalmente senza glutine e senza lattosio, per questo è indicata sia per i celiaci che per gli intolleranti al lattosio. L’AIC, però, inserisce questi prodotti nella lista degli alimenti a rischio contaminazione.
Contiene lattosio o glutine? Può causare intolleranze? La bevanda alla soia, è priva di lattosio, caseina e glutine. Costituisce, dunque, una valida alternativa al latte vaccino per gli intolleranti al lattosio. Seppur priva di glutine, è inserita negli alimenti a rischio per i celiaci quindi attenzione alle etichette! Inoltre la soia è un allergene, per alcuni soggetti questo potrebbe rappresentare un problema. Lattosio e intolleranze L’intolleranza al lattosio, causata da un deficit dell’enzima lattasi, prevede l’esclusione dalla dieta di questo zucchero che causa tipici disturbi gastrointestinali. Per questo motivo si rivela utile il consumo della bevanda alla soia, perché non contiene lattosio. La tolleranza al lattosio è dose-soggettiva, perciò un prodotto come il kefir (alimento fermentato a base di latte fresco) risulta a volte tollerato, perché contenente il 30% in meno di lattosio. Questa ridotta quantità è garantita dai microorganismi contenuti nei granuli di Kefir che fermentando, convertono il lattosio in acido lattico grazie al rilascio dell’enzima lattasi, normalmente carente negli intolleranti, che scinde il lattosio in glucosio e galattosio 1. Bavanda alla soia e celiachia La bevanda alla soia, per sua natura non contiene glutine. L’AIC, l’Associazione Italiana Celiachia, classifica la bevanda alla soia come un alimento «a rischio», ovvero che potrebbe contenere glutine in quantità superiore ai 20 ppm o a rischio di contaminazione, per il quale è necessario conoscere e controllare l’ingredientistica e i processi produttivi. Per essere certi di assumere un prodotto “gluten-free” è bene consultare il Prontuario AIC degli Alimenti o leggere con attenzione le etichette 2. Intolleranze e allergie La soia - e di conseguenza la bevanda alla soia - contiene molti allergeni che potrebbero causare diverse forme di allergia o di intolleranza. Le intolleranze alla soia sono poco comuni e riguardano reazioni dell’apparato digerente. I sintomi
dell’intolleranza alla bevanda alla soia e alla soia sono mal di pancia, nausea, vomito, diarrea correlabili a malessere generale. I più colpiti sono i bambini e per tale motivo l’American Academy of Pediatrics raccomanda di non somministrare prodotti che contengono soia prima del 9°-10° mese 3. In caso di allergia alle proteine della soia, i sintomi sono molto marcati e scatenati direttamente dal sistema immunitario. In aggiunta ai comuni fastidi dell’intolleranza, si riscontra prurito, orticaria, febbre, calo della pressione, problemi respiratori e anche shock anafilattico nei casi più gravi 4. Soia e reazioni crociate La soia è stata spesso utilizzata nelle formule destinate all’allattamento dei soggetti allergici al latte vaccino, dimostrandosi a sua volta in grado di indurre sensibilizzazione. È noto che il 14-35% dei bambini allergici al latte vaccino diventa allergico anche alla soia 5. Inoltre, il 20 % dei pazienti allergici alle profiline dei pollini di diverse piante (proteine normalmente presenti in tutte le cellule), sono risultati allergici anche alla soia. Le profiline sono labili alla digestione e alla cottura e quindi determinano generalmente reazioni allergiche lievi definite sindrome orale allergica (SOA: prurito alle labbra, alla lingua, al palato, alle orecchie e alla gola) 6. Infine, vi è da sottolineare, che la bevanda alla soia contiene galattani, sostanze indigeribili che causano problemi di flatulenza, meteorismo e disturbi intestinali simili a quelli dell’intolleranza al lattosio, specialmente in soggetti che già soffrono di colon irritabile 7. 1. Microbiologia degli alimenti - James James Monroe Jay, Martin J. Loessner, David Allen Golden – Springer. ↩ 2. [AIC] (http://www.celiachia.it/HOME/HomePage.aspx) ↩ 3. Setchell K.D., Zimmer-Nechemias L., Cai J., Heubi J.E. – Exposure of infants to phyto-oestrogens from soy-based infant formula – Lancet, 2000 Jul 5;350(9070):23-7 ↩ 4. Adgent M.A., Daniels J.L., Rogan W.J., Adair L., Edwards L.J., Westreich D., Maisonet M., Marcus M. – Early-life soy exposure and age at menarche – Paediatr Perinat Epidemiol., 2012 Mar;26(2):163-75 ↩ 5. [Ministero della salute (http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_pubblicazioni_2134_allegato.pdf) ↩ 6. Neri Pucci, Riccardo Asero, Mauro Calvani,Giovanni Cosimo Indirli, Stefania La Grutta La diagnosi di allergia alle profiline. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica 06/2011 (3-15) ↩ 7. Liener I.E. – Implications of antinutritional component in soy foods – Crit Rev Food Sci Nutr., 1994;34(1):31-67 ↩
LATTE DI SOIA CALORIE E VALORI NUTRIZIONALI. DEVO STARE ATTENTO AGLI OGM? Molti consumatori si chiedono quali sono i valori nutrizionali e le calorie del “latte” di soia e gli ingredienti in esso contenuti. Il latte di soia è una bevanda poco calorica perché non contiene zuccheri nella sua formula naturale. Ciò che colpisce è che la maggior parte della soia impiegata deriva da coltivazioni OGM, anche se non esistono dati certi sulla sua pericolosità. Ti invitiamo a leggere questa sezione per scoprire tutto quello che riguarda la “chimica” della bevanda, creata dal team di esperti di Wikonsumer.org
E’ OGM? La maggior parte della soia è OGM. Ma non ci sono dati certi sulla pericolosità di questo dato. Le nuove tecniche di ingegneria genetica hanno consentito di sviluppare organismi vegetali ed animali contenenti geni estranei alla loro specie: gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM). La maggior parte della soia, e dei suoi derivati, che noi consumiamo risulta OGM, ma attualmente non esiste alcun dato certo sulla sua pericolosità per la salute umana. Perchè si usano tanto gli OGM? La soia viene geneticamente modificata sia per aumentarne il contenuto in metionina (un amminoacido essenziale per il nostro organismo), dando luogo a un prodotto maggiormente completo sotto il profilo proteico, sia per garantire una maggiore resistenza della pianta ad erbicidi (tipo il glifosato, considerato un probabile cancerogeno secondo lo IARC) e a diverse malattie della pianta (fitopatologie). Queste modifiche, inoltre, permettono di abbattere costi di produzione e aumentare le rese 1. Gli OGM fanno male? Uno dei temi più rilevanti connessi all’introduzione degli OGM è quello della sicurezza alimentare. In realtà, ben 12 anni fa, l’OMS (Organizzazione Mondiale Della Sanità) scrisse in un suo documento ufficiale, che gli alimenti OGM possono essere mangiati tranquillamente e non costituiscono alcuna fonte di pericolo 3. La American Medical Association nel 2012 ha ribadito che non si riscontra in letteratura scientifica alcuna notizia di effetti avversi sulla popolazione umana collegati agli OGM 4. Va riscontrato, tuttavia, che tramite la modificazione genica si potrebbero creare
sequenze proteiche allergeniche. Se è OGM è scritto in etichetta L’UE ha emanato una serie di Regolamenti relativi all’impiego degli OGM nella filiera agroalimentare e zootecnica 5: tutti gli alimenti e mangimi che contengono o sono prodotti da OGM devono essere etichettati come tali in modo da permettere al consumatore e agli utilizzatori dei mangimi di poter scegliere. Tuttavia tale normativa riconosce che la presenza di materiale GM in prodotti immessi sul mercato possa comunque verificarsi in modo accidentale a causa di crosscontamination nelle fasi di lavorazione, immagazzinamento e trasporto delle derrate e pertanto ne prescrive una soglia (0.9% calcolato sull’ingrediente) al di sotto della quale non è prescritta l’etichettatura 6. Gli OGM in Italia L’85% della produzione mondiale di soia deriva da Paesi che coltivano soia GM e ogni anno l’Italia importa quattro milioni di tonnellate di farina di soia per produrre mangimi per animali. Nello stesso arco di tempo, il nostro Paese importa 3 milioni e 350mila tonnellate di soia GM, soprattutto da Brasile e Stati Uniti, che serve per diverse produzioni, compresa quella del latte 2. Va notato che, malgrado in Italia attualmente non ci siano colture OGM, non significa che sia un Paese “OGM free”. Infatti, come detto precedentemente, la gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani (esclusi quelli biologici) è prodotta a partire da soia e mais geneticamente modificati. Per poter evitare l’assunzione di soia GM, la soluzione rimane quella di acquistare una bevanda alla soia biologica** la cui produzione è sottoposta a piani di gestione che limitano moltissimo la contaminazione da parte di OGM. 1. British Medical Association – Board of Science and Education. The Impact of Genetic Modification on Agriculture, Food and Health. Interim Statement, May 1999. ↩ 2. Parlamento Europeo ↩ 3. World Health Organization. Food safety: 20 questions on genetically modified foods. Accessed December 22, 2012. ↩ 4. American Medical Association (2012). Report 2 of the Council on Science and Public Health: Labeling of Bioengineered Foods “Bioengineered foods have been consumed for close to 20 years, and during that time, no overt consequences on human health have been reported and/or substantiated in the peer-reviewed literature.” ↩ 5. Direttiva 2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 marzo 2001 sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE del Consiglio ↩ 6. Decreto Legislativo 8 luglio 2003, n. 224 “Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati”pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 194 del 22 agosto 2003 - Supplemento Ordinario n. 138 ↩
Calorie e valori nutrizionali Solo 32 kcal per 100 ml. Sono queste le calorie della bevanda alla soia. Una bevanda adatta a chi soffre di diabete e che contiene proteine e grassi di elevata qualità oltre a vitamina B2 e fosforo. Attenzione però: sono presenti anche delle sostanze antinutrizionali, molecole in grado di interferire con la digestione degli alimenti. Analizziamo in dettaglio cosa contiene, quali sono gli ingredienti, qual è la
composizione e le proprietà nutrizionali di questa bevanda vegetale particolarmente consumata. Proprietà nutrizionali della bevanda alla soia Analizzando la tabella nutrizionale (ad esempio quanti grassi e calorie), le proprietà nutrizionali, i micro e macronutrienti, notiamo che apporta in media su 100g: 1,8 g di carboidrati (9% dell’energia totale) 2,9 g di proteine (37% dell’energia totale) 1,9 g di grassi (54% dell’energia totale) 0,4 mg di ferro (2,2% della dose giornaliera raccomandata: RDA, valore inteso per donne 18-60 anni) 13 mg di calcio (1,3% RDA) 32 mg di sodio (2,3% dell’assunzione adeguata: AI) 120 mg di potassio (3% dell’AI) 47 mg di fosforo (6,7% RDA) 0,01 mg di vitamina B1(0,9% RDA) 0,27 mg di vitamina B2 (20% RDA) 0,1 mg di vitamina B3 (0,5% RDA) Diabetici e intolleranti Esaminando in dettaglio i diversi macronutrienti, ci accorgiamo che l’esigua quota glucidica (0,8 g totali e 0 di lattosio) gli conferisce un basso indice glicemico (34), di particolare importanza per chi soffre di diabete, e non contiene lattosio, rendendolo un prodotto adatto agli intolleranti. Grassi, proteine e micronutrienti Più di un terzo dell’energia totale della bevanda alla soia è fornita da proteine dal buon valore biologico (indice che permette di valutare la qualità delle proteine rapportando quante ne vengono utilizzate dall’organismo rispetto a quelle ingerite), grazie alla presenza di molti amminoacidi essenziali. I grassi sono in buona parte insaturi e vi è una piccolissima percentuale di saturi. Sul fronte dei micronutrienti, evidenziamo una quantità discreta di vitamina B2 e fosforo. Calcio e ferro Proseguendo nell’analisi della composizione, notiamo che non contiene molto calcio (13 mg) né ferro (0,4 mg), motivo per cui la maggior parte delle bevande in commercio vengono fortificate di calcio e vitamina D e addizionate di dolcificanti e aromi volti a migliorarne il gusto. Antinutrienti
Sono contenuti anche alcuni componenti antinutrizionali,molecole in grado di interferire con la digestione degli alimenti o con il nostro funzionamento metabolico a livello prevalentemente gastrointestinale. In particolare, vi è presente una significativa quantità di fitati, che si legano ad alcuni minerali come calcio, magnesio e ferro già nell’alimento e ne riducono l’ assorbimento e di inibitori della tripsina. La tripsina è un enzima pancreatico che permette di digerire le proteine: la bevanda alla soia contiene delle sostanze in grado di inattivare l’attività di questo enzima, con un conseguente effetto depressivo sulla digestione e sull’utilizzazione proteica. Effetti del processo produttivo I trattamenti termici effettuati durante il processo di produzione, inoltre, possono danneggiare la digeribilità del prodotto e degradare proteine e vitamine. 1. CREA, Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (http://nut.entecra.it/636/banche_dati.html) ↩ 2. LARN. Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. Revisione 2012 ↩ 3. Bahareh Hajirostamloo, ”Comparison of Nutritional and Chemical Parameters of Soymilk and Cow milkWorld Academy of Science, Engineering and Technology”, International Journal of Biological, Biomolecular, Agricultural, Food and Biotechnological Engineering Vol:3, No:9, 2009 ↩ 4. Fiona s. Atkinson, Kaye foster-powell, Jennie c. Brand-miller, “international tables of glycemic index andglycemic load values”,2008 ↩ 5. ISTAT 2016, dati di consumo ↩
LATTE DI SOIA: CHE SAPORE HA? MEGLIO SOIA O VACCINO? Molto spesso ci si interroga sulle potenzialità della bevanda alla soia come alternativa al latte vaccino. Allo stesso tempo, prima di compiere una scelta, il consumatore consapevole prende in considerazione non solo i parametri nutrizionali ma anche quelli legati al sapore e al gusto. In questo capitolo sono riportate tutte le informazioni necessarie per capire quando è opportuno consumare la bevanda alla soia al posto del latte vaccino, qual’è la quantità giusta da consumare giornalmente, qual’è il suo sapore e come può essere consumata.
Bevanda alla Soia o Latte Vaccino oppure Latte Scremato? La bevanda alla soia e quello scremato sono meno calorici 1 e contengono meno colesterolo, quello intero è più nutriente. Una scelta equilibrata potrebbe essere alternarli. Indicazioni particolari invece per bambini, mamme e diabetici. Migliori le proteine del latte vaccino Dal punto di vista proteico invece, le bevande si equivalgono: ciò che le differenzia è la diversa qualità, poiché le proteine del latte vaccino risultano molto più ricche di amminoacidi essenziali delle proteine del “latte” di soia, quindi maggiormente complete per l’uomo. Grassi e colesterolo Il tenore lipidico del latte intero è alto, praticamente nullo in quello scremato. La bevanda alla soia è nel mezzo. Ciò che radicalmente cambia è il colesterolo: presente nel latte intero in discreta quantità e assente nel latte scremato e di soia 2. Il latte vaccino contiene più vitamine e minerali Nel latte vaccino intero si trovano importanti vitamine come A E e D, che non ritroviamo né nel latte scremato né in quello di soia. Infine il latte vaccino, sia scremato che intero, è caratterizzato da un ottimo contenuto di minerali come fosforo, calcio, potassio e magnesio, mentre quello di soia (non addizionato) ne contiene quantità nettamente inferiori 3. La scelta più equilibrata: alternarli Alla luce delle valutazioni sopra riportate e, in assenza di specifiche intolleranze, allergie o di scelte alimentari, non c’è nulla di sbagliato nell’alternarli, seguendo un’alimentazione quanto più variata ed equilibrata. Per alcune particolari categorie di persone, tuttavia, può essere maggiormente indicato il consumo dell’uno o dell’altro
prodotto. “Latte” di soia, per diabetici e chi ha il colesterolo alto La bevanda alla soia senza zuccheri aggiunti è indicato per chi soffre di diabete. Inoltre, è consigliato a chi soffre di ipercolesterolemia, in quanto ricco di lecitina, una sostanza con azione ipocolesterolemizzante, in grado cioè di abbassare i livelli di colesterolo LDL. Tale bevanda,tuttavia, è sconsigliata in caso di disfunzioni tiroidee, in quanto secondo diversi studi, gli isoflavoni della soia interferirebbero con la funzionalità tiroidea 4. Infine, vi è da sottolineare che questa bevanda è spesso a rischio OGM, quindi sarebbe consigliabile riporre la scelta sulla bevanda alla soia biologica. Latte vaccino per bambini e donne in gravidanza o allattamento Il latte vaccino intero è particolarmente indicato per bambini e adolescenti che necessitano di calcio e vitamina D per supportare la sana crescita dello scheletro, per le donne in gravidanza e in allattamento, per soddisfare gli aumentati fabbisogni di calcio. In questi consumatori, si sconsiglia l’assunzione della bevanda alla soia perché ricca di fattori antinutrizionali, in grado di limitare o impedire l’assorbimento dei minerali 5. Latte scremato per chi è a dieta Il latte vaccino scremato, essendo stato privato della maggior parte della quota lipidica, risulta maggiormente digeribile ed è adatto a chi sta seguendo una dieta ipocalorica. VALORE
LATTE VACCINO INTERO
LATTE VACCINO SCREMATO
BEVANDA DI SOIA
Energia kcal
64
36
32
Carboidrati g
4,9
5,3
0,8
Proteine g
3,3
3,6
2,9
Lipidi g
3,6
0,2
1,9
colesterolo mg
11
-
Sodio mg
50
52
32
Calcio mg
119
125
13
Fosforo mg
93
0,1
47
Potassio mg
150
150
120
-
Ferro mg
0,1
0,1
0,4
Magnesio mg
10
10
-
Selenio µg
3,7
3
-
Vit A µg
37
-
-
Vit E µg
0,07
-
-
Vit D µg
1,3
-
-
Tiamina mg 0,04
0,04
0,06
Riboflavina 0,18 mg
0,17
0,27
Niacina mg
0,09
0,1
0,1
1. Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, il latte vegetale ↩ 2. Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (http://nut.entecra.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html) ↩ 3. Bahareh Hajirostamloo. Comparison of Nutritional and Chemical Parameters of Soymilk and Cow milk (PDF), World Academy of Science, Engineering and Technology, 2009. ↩ 4. Messina M, Redmond G. Effects of soy protein and soybean isoflavones on thyroid function in healthy adults and hypothyroid patients: a review of the relevant literature. Thyroid, 2006 ↩ 5. RF Hurrell, MA Juillerat, MB Reddy, SR Lynch, SA Dassenko, JD Cook, Soy protein, phytate, and iron absorption in humans, in Am J Clin Nutr, settembre 1992. ↩
Che Sapore ha il “latte” di soia? Si può scaldare? Il sapore della bevanda vegetale dipende dalle sostanze aromatiche presenti, che possono avere un riflesso positivo e negativo. Sono infatti responsabili del sapore di cartone, o di fagiolo, oppure il sapore di panna cotta o del profumo d’erba. La concentrazione di queste sostanze è quindi la percezione del sapore è influenzata da: tecniche di coltivazione della soia; temperature di processo; modalità di conservazione. Riscaldare il latte a temperature di 80°C per circa 30s può essere una soluzione per ridurre la percezione delle molecole sgradevoli, ma si potrebbero avere degli effetti sulle altre molecole in caso di una errata applicazione della temperatura o del tempo indicati. Quali sono le possibili percezioni sensoriali Il gusto di cartone, o di fagiolo, è attribuito a due sostanze, la daizeina e la genisteina, due polifenoli presenti nella soia in combinazione con uno zucchero.
L’azione di alcuni enzimi determina il distacco dello zucchero, ottenendo una molecola volatile responsabile del difetto;1 Il profumo di erba deriva da un composto volatile, l’esanale, che si sviluppa a seguito di enzimi che agiscono sugli acidi grassi;2 Alcuni composti solforati, originatisi dalla ossidazione degli acidi grassi linoleico e alfa linolenico, apportano invece sensazioni piacevoli, come una maggiore dolcezza , altri conferiscono quell’aroma tostato3, che può essere apprezzato o meno. Come posso evitare i prodotti con questi difetti?
La soluzione più semplice è testare le diverse marche e cercare quella che non presenta tali difetti e che soddisfi il gusto. Le recensioni che potete visualizzare in classifica prodotti sono una utile guida, ma va considerato che la percezione di tali molecole varia da persona a persona. Puoi contribuire anche tu alla valutazione dei prodotti lasciando una recensione sul gusto una volta provato. Un modo per ridurre tali percezioni sgradevoli può essere quella di riscaldare la bevanda prima del consumo. In alternativa, si possono acquistare le formulazioni aromatizzate (cioccolato, vaniglia, fragola e banana) che grazie al loro gusto particolare, mascherano lievi difetti. Meglio caldo o freddo quindi? Trattementi a 80°C per 30 s circa possono ridurre la concentrazione degli inibitori della tripsina3, un enzima proteolitico che disgrega i polifenoli che comportano il sapore di fagiolo. Tale combinazione di tempo temperatura è chiamata blanching, ed è una fase del processo produttivo. Attenzione però, riprodurla in casa potrebbe non portare ai risultati sperati e sbagliare con la temperatura e con i tempi potrebbe alterare i componenti presenti (vitamine, minerali…), con la formazione di ulteriori composti negativi per il sapore.4 Mi piace l’idea di produrre la bevanda alla soia in casa, come devo fare per ridurre i difetti?
Ottenere la bevanda vegetale in casa è appagante, ma non si dispone degli impianti di deodorazione di una azienda, che rimuovono parte dei componenti volatili che si formano durante il processo. Un trucchetto che consigliamo però, utilizzato anche dalle aziende, è quella di effettuare delle tecniche preliminari, per ridurre gli enzimi responasibili della ossidazione dei grassi: cottura a vapore dei bacelli della soia successiva macinazione del legume 5. E’ pur vero che col calore una parte delle vitamine viene persa, ma il contenuto proteico rimane invariato.6. Si può congelare? Il congelamento in casa è una pratica estremamente diffusa, ma anche abusata. Ogni
alimento può essere congelato per aumentare il suo tempo di conservazione, ma per alcuni delle controindicazioni che ne vietano il consumo una volta scongelati. Non ci sono ricerche che affermano che consumare bevanda alla soia, precedentemente congelata sia dannoso per la salute. E’ dimostrato, però, che i minerali nelle bevande arricchite, come il calcio, subiscono modificazioni a seguito del congelamento: si aggregano in composti instabili che possono separarsi dalla fase liquida e risultano non assimilabili.7 Il consiglio è di evitare di congelare latti di soia arricchiti in minerali, come il calcio 1. M.Matsura et al. “Objectionable Flavor of Soy Milk Developed during the Soaking of Soybeans and its Control”. Journal of Food Science Volume 54, Issue 3 - Jun 2008 ↩ 2. Poliseli-Scopel FH, Gallardo-Chacón JJ, Juan B, Guamis B, Ferragut V. “Characterisation of volatile profile in soymilk treated by ultra high pressure homogenisation”. Food Chem. 2013 Dec 1 ↩ 3. Lozano P. R., Drake M., Benitez D. & Cadwallader K. R. (2007). Instrumental and sensory characterization of heat-induced odorants in aseptically packaged soy milk. In: J. Agric. Food Chem., 55: 3018-3026. ↩ 4. Yuan S, Chang SK, Liu Z, Xu B. “Elimination of trypsin inhibitor activity and beany flavor in soy milk by consecutive blanching and ultrahightemperature (UHT) processing”. J Agric Food Chem. 2008 Sep 10 ↩ 5. Wang R., Xing Zhou & Zhengxing Chen. (2007). High pressure inactivation of lipoxygenase in soy milk and crude soybean extract. In: Food Chemistry (2008), 106: 603-611. ↩ 6. Zuo F, Peng X, Shi X, Guo S. “Effects of high-temperature pressure cooking and traditional cooking on soymilk: Protein particles formation and sensory quality”. Food Chem. 2016 Oct 15 ↩ 7. “Impact of freeze-thaw treatment on the stability of calcium-fortified soy beverages”. LWT - Food Science and Technology, Volume 62, Issue 1, Part 2, June 2015, Pages 474–481 ↩
Erba, Fagioloso e Cartone Non tutte le bevande di origine vegetale hanno un sapore accettato dai consumatori. Ciò dipende prevalentemente dalla qualità delle materie prime del prodotto (varietà, territorio e metodi di coltivazione) ma anche dai trattamenti che subiscono nel scorso del processo produttivo. Le sensazioni provate da alcuni consumatori vengono descritte come percezione di erba, fagiolo o cartone. Nella classifica delle bevande alla soia, (erroneamente chiamate come “latte alla soia”) fatta dagli esperti di Wikonsumer, abbiamo raccolto le diverse recensioni degli utenti sulla percezione di questi difetti. Le 5 stelle sono state assegnate a quei prodotti dove il difetto era completamente assente. Una volta provato, anche tu potrai lasciare una recensione del prodotto! Quali sono le percezioni sensoriali avvertite? Alcuni consumatori avvertono, consumando bevanda o latte alla soia, delle percezioni di cartone, o di fagiolo ed un retrogusto amarognolo. Questi sapori derivano dalla natura “vegetale” delle proteine presenti. In alcuni studi sono stati ritrovati odori sgradevoli associabili a sensazioni di erba a causa della presenza di molecole volatili come esanale, ottanale e nonanale. 1 In altri lavori è stata ritrovata l’associazione tra presenza di odori sgradevoli riconducibili al fagiolo in molti prodotti contenenti legumi. Questa sensazione è considerata la maggiore causa di cattiva accettazione dei prodotti a base di soia. È stato evidenziato, infatti, come all’inizio del 2000 la sola presenza della soia in etichetta faceva
presupporre al consumatore un aroma ed un sapore sgradevole di fagioli. 2 Come si originano queste molecole sgradevoli? L’attività di alcuni enzimi (lipossigenasi) favoriscono l’ossidazione dei grassi, originando queste molecole sgradevoli. 3 In presenza di ossigeno, luce e a temperature elevate, l’ossidazione dei grassi avviene più velocemente. Agendo su questi fattori durante il processo produttive, le aziende possono diminuire la formazione di questi composti, aumentando l’appetibilità della bevanda. In alternativa sono presenti sul mercato molti prodotti aromatizzati, come ad esempio quelli alla frutta, alla vaniglia e al cioccolato, che mascherano tali molecole. 1. BROWN, D.F., SENN, V.J., DOLLEAR, F.G. and GOLDBLATT, L.A. 1973. Concentration of some aliphatic aldehydes and ketones found in raw and roasted Spanish and runner peanuts. J. Am. Oil Chem. Soc. 50, 16–20. ↩ 2. VAN DEN, T. and MENDOZA, E.M.T. 1982. Purification and characterization of two lipoxygenase isoenzymes from cowpea [Vigna unguiculata (L.) Walp.]. J. Agric. Food Chem. 30, 54–60. ↩ 3. LACEY BOTT and EDGAR CHAMBERS IV. 2006. Sensory characteristics of combinations of chemicals potentially associated with beany aroma in foods. Journal of Sensory Studies 21 (2006) 308–321. ↩
Cioccolato, Vaniglia, Frutti Diverse aziende producono bevande vegetali alla soia con gusti particolari, per andare incontro alla domanda dei consumatori con un palato più esigente e dei più piccoli. Esistono diverse bevande al cioccolato, o alla vaniglia, ma tra questi può cambiare, oltre che il sapore, anche l’ingrediente che conferisce il gusto. E’ importante capire cosa cambia tra le diverse bevande vegetali aromatizzati, erroneamente chiamate latti vegetali, presenti in commercio per fare una scelta più consapevole. Se punti ad una qualità maggiore, il consiglio è preferire prodotti con ingredienti naturali, il cui gusto è dovuto al cioccolato, alla vaniglia o al frutto e non ad un aroma, anche se ottenuto dalla materia prima. Proviamo a confrontare gli ingredienti e le calorie delle bevande presenti nella nostra classifica. Tale riflessione può essere fatta anche da te consumatore al momento dell’acquisto. Bevanda alla soia al cioccolato Prodotto
Ingredienti
Kcal
Provamel SOYA CHOCO
cacao magro (1,3%), cioccolato (1,1%)
57
Alpro SOYA CHOCO
cacao magro (1.5%),aroma,aroma naturale
61
Soyasun SOYA CHOCO
cioccolato in polvere 2%, polvere di cacao magro, aroma
71
Cereal SOYA CHOCO
cacao magro 1,3%, aroma
67
I quattro prodotti hanno un livello calorico abbastanza simile, ma la scelta della combinazione di ingredienti e alquanto diversa: Provamel utilizzata cacao magro e cioccolato, senza far uso di aromi, mentre le altre tre marche impiegano un aroma non specificato, probabilmente per conferire maggior gusto e sapore di cioccolato alla bevanda. Considerate anche che Provamel utilizza zucchero di canna grezzo, quindi non chiarificato e non zucchero semplice raffinato Bevanda alla soia alla vaniglia Prodotto
Ingredienti
Kcal
Provamel SOYA VANIGLIA estratto di vaniglia bourbon (0,2%)
54
Alpro SOYA VANIGLIA
aroma
54
Soyasun SOYA VANIGLIA
aroma di vaniglia
49
Anche per questo prodotto, il livello di informazioni al consumatore è maggiore per la Provamel, che specifica come si utilizzi un estratto di vaniglia bourbon (è la specie più coltivata), mentre Alpro si limita ad “aroma”. Bevanda alla banana, alla fragola, ai frutti rossi Prodotto
Ingredienti
Kcal
Provamel SOYA BANANA
aromi naturale di banana con altri aromi naturali
78
Provamel SOYA FRAGOLA
aroma naturale
59
Alpro SOYA BANANA
succo di banana (1,2%), aroma
58
Alpro SOYA RED FRUITS
succo di frutta (2,8%) a base di succhi concentrati (bacca di sambuco, ribes rosso, fragola, mora, mela, lampone in proporzione variabile)
54
In questo caso è Alpro che specifica “succo di banana”, anche se è sempre presente l’indistinto “aroma” mentre Provamel utilizza diversi aromi “naturali”.
CONSIGLI PER LA SCELTA DI UN LATTE DI SOIA. COSA CONTROLLARE? Per scegliere una bevanda alla soia salutare, nutriente e gustosa è necessario saper leggere attentamente l’etichetta, fare attenzione a piccoli ma importantissimi elementi che ci aiutano a compiere una scelta consapevole e ricca di salute. È preferibile acquistare un prodotto biologico, con più fibre, senza zucchero, OGM Free, controllare i valori nutrizionali e valutare se sceglierlo addizionato in Omega-3.
Perché dovremmo comprare un “latte” di soia Bio? Per tutti i consumatori è meglio acquistare una bevanda alla soia biologica perché: non presenta residui di composti chimici , non presenta tracce di prodotti OGM, rispetta i cicli naturali dei suoli, delle acque, delle piante sostiene la biodiversità, garantisce un impiego corretto dell’energia e delle risorse naturali, è una scelta etica che valorizza gli imprenditori del settore che scelgono questo diverso canale di produzione. Non sempre il termine biologico è sinonimo di un prodotto salutare e dietetico. Un prodotto può ottenere la certificazione di “Prodotto Biologico”, quando il suo produttore dimostra, ad un ente certificatore riconosciuto dal Ministero, che le tecniche agricole o le materie prime impiegate, sono conformi ad un apposito Regolamento. La bevanda alla soia, quindi, per ottenere la certificazione di prodotto biologico, deve contenere almeno il 95% di soia coltivata rispettando le regole sopraindicate. Le risposte e le garanzie che cerchiamo sono tutte in etichetta. Ogni prodotto, infatti, per essere considerato “Biologico”, deve presentare il marchio approvato e riconosciuto dall’unione europea. Nella nostra classifica Il miglior latte di soia? Marche e prodotti a confronto sono presenti diversi prodotti biologici fra cui poter scegliere. Per approfondire ogni aspetto e chiarire ogni dubbio sul biologico, vi invitiamo a leggere il nostro articolo Perché dovremmo comprare Bio?, in cui affrontiamo l’importanza dell’agricoltura e dell’allevamento biologico, l’impatto che ha sul nostro pianeta e sul nostro stile di vita.
Per Kefir, Yogurt, Maionese e Creme
La scelta del latte, animale o vegetale, è fondamentale per la produzione casalinga di yogurt, kefir e maionese. Per la preparazione di questi prodotti può essere utilizzato sia il latte vaccino che una bevanda vegetale, erroneamente definita latte vegetale, ma con gli opportuni accorgimenti. Se volete partire da una bevenda o latte vegetale, come quello di soia, è fondamentale sapere che: per il kefir, è opportuno scegliere un prodotto privo di additivi, conservanti e aromi che potrebbero compromettere la vitalità dei fermenti; per lo yogurt è necessario avere un latte in partenza ricco di proteine, privo di zuccheri aggiunti e povero in grassi; per la maionese, per le creme e per i budini è necessario partire da un latte ricco in grassi (2,2g su 100g di bevanda). Nella classifica delle bevande alla soia fatta dagli esperti di Wikonsumer, abbiamo raccolto le diverse recensioni degli utenti sugli utilizzi in cucina. In una scala da 1 a 5 (le stelle affianco all’applicazione in cucina) si identifica il livello di apprezzamento dell’utente. Una volta provato, anche tu potrai lasciare una recensione del prodotto! Preparazione del Kefir Valutando le recensioni e i commenti degli utenti sulla rete, a questa voce sono state assegnate dalle 4 alle 5 stelle a quei prodotti che, utilizzati per la preparazione del Kefir, mostravano ottime rese e un sapore gradevole. Preparazione dello Yogurt Valutando le recensioni e i commenti degli utenti sulla rete, a questa voce sono state assegnate dalle 4 alle 5 stelle a quei prodotti che, utilizzati per la preparazione dello yogurt, mostravano ottime rese e un sapore e una consistenza simile a quella dello yogurt vaccino. Preparazione di Creme e budini A questa voce sono state assegnate dalle 4 alle 5 stelle a quei prodotti che, utilizzati per la preparazione di creme e budini, mostravano ottime rese, un sapore e una consistenza simile a quella delle creme e budini ottenuti con latte vaccino, inoltre per le creme è stato considerata anche la capacità di mantenere la montatura.
Con addizione di Omega-3? Gli adulti dovrebbero introdurre 1-1,5 grammi di omega-3 al giorno 1 invece in media ne assumono molto meno rispetto alle dosi consigliate. Erroneamente si tende ad assumere più Omega-6 rispetto agli Omega-3. Una scelta consapevole sarebbe quella di consumare alimenti naturalmente ricchi di omega-3, se per qualche motivo questo non è possibile si consiglia di scegliere prodotti addizionati per integrare maggiormente questo nutriente essenziale per l’organismo.
Meglio un prodotto addizionato o un integratore? La scelta migliore è sempre quella di raggiungere un giusto apporto di omega-3 attraverso una dieta varia e bilanciata, se però ciò non fosse possibile, da un punto di vista economico, conviene assumere degli integratori. La stessa quantità di omega-3 si trova in una capsula di integratore, che può costare attorno ai 0,10€, o in un prodotto addizionato, che però solitamente presenta, in virtù dell’addizione, una sovrapprezzo superiore. Ad esempio nel caso della bevanda alla soia addizionato, abbiamo rilevato un sovrapprezzo di oltre 1€. Come riconosco un prodotto ricco in Omega-3? Sulla confezione il produttore è autorizzato a riportare in etichetta la dicitura fonte di omega-3 o addizionato in Omega-3 solo se il prodotto soddisfa un preciso Regolamento in merito alla quantità di Omega-3 presente al suo interno 14: se contiene almeno 0,3 g di acido alfa-linolenico per 100 g e per 100 kcal oppure almeno 40 mg della somma di EPA e DHA per 100 g e per 100 kcal. Perchè è importante assumere Omega-3 L’Omega-3 è un acido grasso essenziale, perchè comporta tantissimi benefici e l’organismo non è capace di produrlo. E’ un componente delle membrane cellulari e coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna e nelle risposte infiammatorie.2. I benefici Assumendo una giusta quantità di omega-3 si ottiene: Un’azione antitrombotica ed antiaritmica 3. Una riduzione del rischio di diabete. Riduzione dell’ipertensione. Riduzione dell’ipertrigliceridemia 4 5. Riduzione del rischio di demenza: gli omega-3 riducono di circa il 60% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer 6. I benefici degli omega-3 si manifestano anche dopo la menopausa quando il rischio coronarico aumenta 78. Riduzione del rischio di sviluppare osteoporosi9. L’assunzione nelle donne in gravidanza e in l’allattamento di DHA assicura un buono sviluppo del feto in particolare del sistema nervoso centrale, della vista, del cuore e delle arterie 10. Mantenimento di livelli normali di colesterolo. Mantenimento della normale funzione cerebrale e della capacità visiva normale. L’acido alfa-linoleico e acido linoleico hanno un ruolo nella crescita. Alimenti naturalmente ricchi I cibi ricchi di omega-3 sono il pesce (soprattutto i pesci grassi come sardine, salmone, sgombro, cefalo, carpa ecc), i crostacei, il tofu, le mandorle, le noci e alcuni olii
vegetali come l’olio di semi di lino, l’olio di nocciole e l’olio di colza. Se assunta in quantità eccessive ci sono delle controindicazioni… Nonostante i numerosi benefici, esistono possibili effetti collaterali, associabili in qualche modo ad una dieta ricca di omega-3 (dose superiore ai 3 g giornalieri): aumento del rischio di emorragie e di ictus per cui l’assunzione di omega-3 è controindicata in caso di malattie di coagulazione e in caso di assunzione di farmaci anticoagulanti 11. alte dosi di olio di pesce possono aumentare i livelli di colesterolo LDL (anche detto “cattivo”)12. accumulo di metalli nell’organismo (mercurio, policlorobifenili, diossine) dovuto al consumo di pesce che, a causa dell’inquinamento delle acque, contiene tali metalli nocivi alla salute 13. Sbagliamo il rapporto omega-6/omega-3 Gli Omega-6 sono acidi grassi essenziali con funzioni molto simili a quella degli Omega-3, ma sono correlati a diverse problematiche se assunti in quantità eccessive rispetto agli Omega-3. Il rapporto di assunzione omega-6/omega-3 consigliato dai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti) è di 4:1 14; per ogni grammo di omega-3 dovremmo introdurne quattro di omega-6, ma in realtà tale rapporto è di 13:1. Le cause sono: elevato utilizzo nell’industria alimentare di oli di girasole, mais, arachide e soia estremamente ricchi di acido linoleico (omega-6); dello scarso apporto degli omega-3 per il ridotto consumo di pesce e la minor presenza di omega-3 nel pesce di allevamento rispetto a quello pescato 15. Gli omega-6 sono altrettanto utili all’organismo, ma non dobbiamo introdurne troppi a scapito degli omega-3, in quanto un eccesso di omega-6 nella dieta aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, infiammatorie e autoimmuni 16. 1. LARN Livelli di Assunzione di riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione Italiana. IV Revisione. Coordinamento editoriale SINUINRAN (attuale CREA-NUT). Milano: SICS, 2014. ↩ 2. Dei Cas L, Nodari S, Manerba A. (2007). Polyunsaturated fatty acids (n-3 PUFAs). Gerontol 55:45-57. ↩ 3. Maggie B. and Covington M.D. (2004). Omega-3 Fatty Acids. University of Maryland School of Medicine, Baltimore, Maryland American Family Physician Vol. 70/No. 1 ↩ 4. Durrington PN, Bhatnagar D, Mackness MI, Morgan J, Julier K, Khan MA, et al. An omega-3 polyunsaturated fatty acid concentrate administered for one year decreased triglycerides in simvastatin treated patients with coronary heart disease and persisting hypertriglyceridaemia. Heart 2001;85:544-8. ↩ 5. Woodman RJ, Mori TA, Burke V, Puddey IB, Watts GF, Beilin LJ. Effects of purified eicosapentaenoic and docosahexaenoic acids on glycemic control, blood pressure, and serum lipids in type 2 diabetic patients with treated hypertension. Am J Clin Nutr 2002;76:1007-15. ↩ 6. Morris MC, Evans DA, Bienias JL, Tangney CC, Bennett DA, Wilson RS, Aggarwal N,Schneider J.Consumption of fish and n-3 fatty acids and risk of incident Alzheimer disease. Arch Neurol. 2003 Jul;60(7):940-6. ↩ 7. Bourre JM. Dietary omega-3 fatty acids for women. Biomed Pharmacother. 2007 Feb- Apr;61(2-3):105-12., sembra ridurre l’intensità e la frequenza delle vampate di calore, che rappresentano il disturbo più diffuso associato alla menopausa. ↩ 8. Lucas M, Asselin G, Mérette C, Poulin MJ, Dodin S. Effects of ethyl-eicosapentaenoic acid omega-3 fatty acid supplementation on hot flashes and quality of life among middle-aged women: a double-blind, placebo-controlled, randomized clinical trial. Menopause. 2009 Mar-Apr;16(2):357-66. ↩
9. Chen YM, Ho SC, Lam SS. Higher sea fish intake is associated with greater bone mass and lower osteoporosis risk in postmenopausal Chinese women. Osteoporos Int. 2009 Aug 6. ↩ 10. EFSA (2011). Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to docosahexaenoic acid (DHA), eicosapentaenoic acid (EPA) and brain, eye and nerve development (ID 501, 513, 540), maintenance of normal brain function (ID 497, 501, 510, 513, 519, 521, 534, 540, 688, 1323, 1360, 4294), maintenance of normal vision (ID 508, 510, 513, 519, 529, 540, 688, 2905, 4294), maintenance of normal cardiac function (ID 510, 688, 1360), “maternal health; pregnancy and nursing” (ID 514), “to fulfil increased omega-3 fatty acids need during pregnancy” (ID 539), “skin and digestive tract epithelial cells maintenance” (ID 525), enhancement of mood (ID 536), “membranes cell structure” (ID 4295), “anti-inflammatory action” (ID 4688) and maintenance of normal blood LDL-cholesterol concentrations (ID 4719) pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/2006. EFSA Journal ;9(4):2078. ↩ 11. Eritsland J, Arnesen H, Gronseth K, Fjeld NB, Abdelnoor M. Effect of dietary supplementation with n-3 fatty acids on coronary artery bypass graft patency. Am J Cardiol 1996;77:31-6. 29. U.S. ↩ 12. Food and Drug Administration. What you need to know about mercury in fish and shellfish. FDA/CFSAN Consumer Advisory. EPA-823-R-04-005. March 2004. Acccessed online April 20, 2004, at: http://www.cfsan. fda.gov/~dms/admehg3.html. ↩ 13. Harris WS, Ginsberg HN, Arunakul N, Shachter NS, Windsor SL, Adams M, et al. Safety and efficacy of Omacor in severe hypertriglyceridemia. J Cardiovasc Risk 1997;4:385-91. 15. Harris WS. N-3 fatty acids and serum lipoproteins: human studies. Am J Clin Nutr 1997;65:1645S-54S. ↩ 14. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (2006). Regolamento (CE) N. 1924/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari. ↩ 15. Simopoulos A. (2008) The importance of the omega-6/omega-3 fatty acid ratio in cardiovascular disease and other chronic diseases. Experimental Biology and Medicine. Published online 11 April 2008. DOI:10.3181/0711-MR-311. ↩ 16. Simopoulos AP — Omega-3 fatty acids in health and disease and in growth and development — Am J Clin Nutr. 1991 Sep;54(3):438-63. ↩
Cautela con le formulazioni Light In commercio esistono bevande alla soia considerate “Light”, perché presentano un contenuto calorico inferiore del 30% rispetto alla versione tradizionale del singolo produttore. Se segui una dieta ipocalorica devi prediligere cibi con un basso contenuto di calorie e la bevanda alla soia è un ottimo alleato in tal senso, perché essendo la soia un legume poco calorico, anche la bevanda alla soia naturale è una bevanda poco calorica. Nel momento in cui si acquista una bevanda alla soia light, consigliamo di non prestare fede alla dicitura “light” riportata in etichetta, ma di controllare l’apporto calorico della bevanda. Capita spesso che nonostante il prodotto sia considerato light, la percentuale di calorie è elevata. Per questo motivo sostituirla con la versione light non comporta una riduzione effettiva delle calorie assunte giornalmente. Inoltre le formulazioni light vanno consumate con cautela, perchè subiscono delle trasformazioni che comportano una perdita di sostanze nutritive. Quindi se si vuole introdurre nella propria dieta prodotti light è bene farlo principalmente sostituendo prodotti con un contenuto calorico elevato. Quando un prodotto è considerato Light? Un prodotto light può essere definito tale se presenta un contenuto energetico del 30% inferiore rispetto alla versione tradizionale. Nello specifico sulle etichette dei cibi light si possono trovare le seguenti diciture 1: a basso contenuto calorico: se il prodotto contiene non più di 40 kcal/100 g per i solidi o più di 20 kcal/100 ml per i liquidi a ridotto contenuto calorico: se il valore energetico è ridotto di almeno il 30% senza calorie: il prodotto contiene non più di 4 kcal/100 ml.
La medesima normativa regolamenta anche il contenuto degli zuccheri e la relativa dicitura da riportare sulle etichette alimentari. Quali sono le possibili complicazioni? I prodotti light sono soggetti ad importanti trasformazioni tecnologiche, che provocano un alterazione sia del gusto sia dei livelli nutrizionali, infatti vitamine, pregiati acidi grassi ed aromi ne risultano modificati. Consumo esagerato perchè erroneamente considerati non calorici 2. Le bevande alla soia Light sono effettivamente utili? La bevanda alla soia, è un alimento, nelle sue formulazioni “naturali”, di per se povero di calorie: facendo una media, le formulazioni naturali hanno 50 kcal, contro le 25-30 delle formulazioni Light. Ipotizzando un consumo di 125 ml di bevanda alla soia al giorno a colazione, arriviamo a introdurre 60 Kcal per le formulazioni naturali, 30-35 circa con le formulazioni Light. Su una dieta di 2000 Kcal al giorno, stiamo evitando solo 25-30 Kcal (circa 1,5% delle calorie totali). E’ evidente che non è la bevanda alla soia il primo alimento che andrebbe ricercato Light, ma altri prodotti che nella versione naturale presentano un contenuto calorico più importante, come salumi, dolci o cibi ricchi in grassi. Non sconsigliamo, quindi, l’acquisto di questi prodotti, ma invitiamo i consumatori che cercano di ridurre le calorie introdotte giornalmente, a adottare una dieta che riduce il consumo dei prodotti effettivamente calorici, a favore di cibi dietetici come frutta, verdura e legumi. 1. http://www.confconsumatori.it/prezzi-ed-etichette-regolamento-ce-n-19242006-sulle-indicazioni-nutrizionali/ ↩ 2. I prodotti alimentari “light”. Elisabetta Toti INRAN ↩
Cautela con gli OGM La soia, che è l’ingrediente alla base della bevanda vegetale, è un ingrediente potenzialmente OGM. Gli “Organismi Geneticamente Modificati”, sono organismi in cui parte del genoma (insieme dei geni) è stato modificato, per ottenere nuove caratteristiche ricercate e utili. La comunità scientifica è dibattuta sugli effetti degli OGM sul nostro organismo, una parte supporta le ricerche sugli effetti negativi e un’altra su quelli positivi. Cosa trovi in etichetta Attenzione perchè in etichetta è presente una delle seguenti diciture: ‘100% OGM free’ oppure ‘Senza OGM’: se garantisce la totale assenza Contiene OGM: obbligato a riportarlo se supera il limite OGM consentito Nessuna dicitura: se la percentuale di OGM è al di sotto del limite consentito
Se scegli di acquistare una margarina senza OGM devi cercare in etichetta la prima dicitura ‘100% OGM free’ oppure ‘Senza OGM’. E’ l’unica che te lo garantisce!
Intolleranti al Lattosio Solitamente la bevanda alla soia è indicata per gli Intolleranti al Lattosio perchè ottenuta a partire da ingredienti naturalmente privi. Per questo motivo sono pochissimi i produttori che analizzano i propri prodotti per certificarli “senza lattosio”. Per questi prodotti è frequente ritrovare la dicitura “naturalmente senza lattosio”, che però non assicura l’assenza di eventuali contaminazioni. Se sei intollerante al lattosio verifica quali sono gli altri prodotti che l’azienda da cui vuoi acquistare la bevanda alla soia, produce. Se ci sono alimenti contenenti lattosio, è maggiore il rischio di contaminazione crociata. Cosa trovi in etichetta Esistono tre possibili indicazioni che gli alimenti possono riportare: Senza lattosio A ridotto contenuto di lattosio Naturalmente privo di lattosio Sulle confezioni delle margarine è più frequente ritrovare l’ultima dicitura per cui non soltanto “occhio all’etichetta” ma anche “occhio al produttore”.
Per Colazione, Caffè e Cereali La bevanda alla soia viene utilizzato in sostituzione del latte vaccino sin dalla prima colazione. Molti consumatori abbinano la bevanda con il caffè o con i cereali ( cornflakes). Nella classifica delle bevande alla soia fatta dagli esperti di Wikonsumer, abbiamo raccolto le diverse recensioni degli utenti sugli utilizzi nella prima colazione. In una scala da 1 a 5 (le stelle affianco all’applicazione in cucina) si identifica il livello di apprezzamento dell’utente. Una volta provato, anche tu potrai lasciare una recensione del prodotto! Quali sono queste applicazioni? A colazione Con il caffè Con i cereali A colazione Quando consumiamo una bevanda, possiamo avere una percezione del sapore diversa se consumata al mattino appena svegli rispetto alla percezione data dal consumo in un altro momento della giornata. Questo è probabilmente un fattore che influisce sulla
valutazione degli utenti per questo uso, oltre che il sapore effettivo della bevanda (dolce, vegetale, aromatizzato….). Dalle 4 stelle in su è una bevanda apprezzata dai consumatori per la prima colazione! Con il caffè Il sapore amaro del caffè può esaltare alcune molecole presenti nella bevanda, piacevoli o meno. Dalle 4 stelle in su la bevanda alla soia è un ottimo partner per la bevanda ottenuta dai chicchi del caffè macinati! Con i cereali Alcuni utenti apprezzano più di altre alcune bevande vegetali in combinazione con i corn-flakes, altri invece meno. Dalle 4 stelle in su la bevanda alla soia che stai osservando è ottimo da consumare in combinazione con i cereali più famosi per la prima colazione! Non esitare a commentare e a inserire la tua recensione dei prodotti che provi per la prima volta, così da avere una valutazione sempre più accurata.
Sceglilo Gluten Free solo se celiaco Tutte le bevande alla soia sono naturalmente senza glutine, ovvero gli ingredienti da cui viene prodotto non lo contengono in natura. Ne conseguirebbe che qualsiasi bevanda alla soia è sicuro per i consumatori celiaci, ma l’AIC non condivide questa posizione, a causa del rischio di contaminazione crociata. Puoi cercare i prodotti sicuri nel prontuario della associazione, consultabile online, ma puoi anche ricercare in etichetta diciture come “Senza Glutine” o “Gluten-free” che assicurano l’assenza di glutine. Informarsi su quali prodotti realizza l’azienda che ti interessa è un modo per poter acquistare consapevolmente: sapere che l’azienda non tratta nessun ingrediente contenente glutine è un dato che garantisce una certa sicurezza sull’assenza della proteina incriminata nella bevanda alla soia che stai acquistando. Perchè la bevanda alla soia è a rischio? Possono verificarsi, durante la produzione della bevanda, pericolosi fenomeni di contaminazione crociata o ambientale da glutine. Così, può accadere che da un ingrediente naturalmente privo di glutine si ottenga un prodotto finito contaminato. Se, ad esempio, nella azienda produttrice di bevanda alla soia viene lavorato anche del frumento o un altro cereale proibito, sussiste un forte rischio di contaminazione dei prodotti finiti, per presenza di glutine negli ambienti di lavoro e nei sistemi di trasporto utilizzati. Per questo motivo alcune categorie di prodotti, anche se preparati o derivati con ingredienti naturalmente privi di glutine, sono considerate «a rischio».1 Il prontuario
L’azienda che vuole inserire i propri prodotti nel prontuario devono essere in grado di dimostrare all’AIC che: sono in grado di applicare un corretto piano di controllo delle materie prime e del prodotto finito; sono in grado di monitorare costantemente il processo produttivo, gli ambienti di lavoro, le attrezzature, gli impianti; attuano una adeguata formazione degli operatori. Tutto è volto al fine di ridurre il rischio di contaminazione crociata per produrre una bevanda idonea per i consumatori celiaci. Non sono celiaco ma vorrei acquistare una bevanda alla soia senza glutine. Cosa devo controllare? Per te valgono le stesse indicazioni nell’articolo per il consumatore celiaco, ma eliminare il glutine dalla propria dieta senza soffire di particolari patologie legate ad esso è fortemente sconsigliato. 1. AIC- Associazione Italiana Celiaci ↩
Bambini e Neonati La bevanda alla soia può essere un ottimo sostituto del latte vaccino per bambini e bambine. Per questa fascia di consumatori è necessario acquistare prodotti arricchiti in calcio, vitamine e minerali. Per i neonati sono molte le complicazioni che questa bevanda vegetale può comportare, quindi il consumo della bevanda è sconsigliato. Esistono, però, delle formulazioni specifiche a base di proteine della soia. Bevanda alla soia per i bambini Il bambino/a a colazione può assumere bevanda alla soia ma deve essere arricchito in: Calcio o vitamina D (per le ossa)1; vitamina B12 , lattosio e galattosio (per lo sviluppo del sistema nervoso)2 Il prodotto è naturalmente carente di questi elementi. Bevanda alla soia per neonati La bevanda alla soia per i lattanti non è consigliato perchè: la soia è allergizzante; non contiene galattosio e colesterolo, due molecole importanti per lo sviluppo del sistema nervoso del neonato; contiene pericolose quantità di alluminio, che è tossico per i neonati.
Esistono, però, delle formulazioni sostitutive del latte materno a base di proteine della soia. Queste formulazioni, rispetto alla bevanda alla soia per adulti, hanno: potere calorico generalmente più basso; minore quantità di carboidrati e minerali; eguale quantità di grassi; diverso bilanciamento di vitamine; integrazione con aminoacidi e calcio. 1. Weaver CM, Plawecki KL Dietary calcium: adequacy of a vegetarian diet, Am J Clin Nutr 1994 May; 59(5 Suppl):1238S-1241S. ↩ 2. Specker BL, Black A, Allen L, Morrow F (1990). Vitamin B-12: low milk concentrations are related to low serum concentrations in vegetarian women and to methylmalonic aciduria in their infants. Am J Clin Nutr 52(6):1073-6. ↩
BIOGRAFIE DEGLI AUTORI Marco Montemurro Marco Montemurro è nato a Bari il 14/5/1984, è un agronomo junior dal 2009 e tecnologo alimentare dal 2011. Ha partecipato al master SESEF in Hotel Management,al master universitario in “Scienze e tecnologie alimentari e nutrizione umana”, e a corsi di perfezionamento in agricoltura biologica ed innovazione nella filiera ortofrutticola, svolgendo il tirocini presso Club Med, Ferrero S.p.A. e Campoverde. Dal 2009 è impegnato nella gestione dell’azienda agricola “L’Uliveto” condotta in regime di agricoltura biologica e con la quale ha attivato il polo museale MOOM – Museo dell’Olio di Oliva di Matera. Dal 2013 collabora con l’ Università di Bari per lo svolgimento di progetti di ricerca riguardanti l’innovazione di processi di produzione e commercializzazione. Ha svolto esperienze nel settore della ristorazione ed è iscritto alla CCIAA come esperto assaggiatore di olio d’oliva.
Antonella Fasano Co-Fondatore di WiKonsumer.org Ciao sono Antonella, ingegnere e mamma di 2 gemelline di 4 anni. Ho 33 anni e sono un consumatore consapevole. Da quando sono diventata mamma, la frase ” acquistare è più importante di andare a votare” è diventata uno stile di vita e un valore che voglio riuscire a trasmettere alle mie figlie. Voglio essere libera di scegliere cosa acquistare e decidere come meglio usare i soldi! Per farlo in maniera consapevole, avevo bisogno di informazioni vere che mi guidassero nella scelta, quello che trovavo sul web non mi soddisfava. Da qui la mia Missione Imprenditoriale WiKonsumer.org: La Guida agli Alimenti collaborativa, rapida, completa ed attendibile. Per realizzarla abbiamo utilizzato un wiki che come Wikipedia ha bisogno di contributori che l’alimentino (Wikonsumer = Wiki del Consumatore). I contributori sono esperti (nutrizionisti, tecnologi e biologi) e consumatori consapevoli che collaborano per la realizzazione dei contenuti di Wikonsumer.org.
Valentina Masella Valentina Masella è una Biologa Nutrizionista che lavora presso uno studio associato a Roma. Ha conseguito una laurea triennale in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e ha proseguito gli studi ottenendo una Laurea Magistrale in Biologia ed Evoluzione Umana con votazione di 110/110 con lode. Presso lo Studio Medico Migliaccio- Strumendo, presso il quale lavora, collabora all’elaborazione di piani di educazione alimentare in condizioni fisiologiche e patologiche con valutazione della composizione corporea mediante esame bioimpedenziometrico. Per la sua formazione non rinuncia a partecipare a convegni sull’alimentazione e sui corretti stili di vita. Inoltre, la dottoressa ha curato diverse pubblicazioni in ambito medico sia nazionali che internazionali. Collabora con Wikonsumer.org dalla sua fondazione occupandosi della redazione e revisione degli articoli.
Francesco Bruno Francesco Bruno è un giovane tecnologo alimentare formatosi presso l’Università di Bari, con laurea magistrale in Scienze e Tecnologie alimentari. Grazie ad un master in “Certificazioni agroalimentari” ha perfezionato le sue conoscenze e ha acquisito la qualifica di Auditor ISO 9001 e ISO 22000. Ha lavorato come responsabile della qualità del prodotto per diverse aziende pugliesi; e per Wikonsume.org si occupa dell’analisi dei prodotti e della redazione della loro scheda tecnica, che costituisce la guida alla scelta del nostro portale.
Pier Matteo Murro “Siamo ciò che mangiamo” è un must che sin dal liceo mi ha accompagnato nello studio di tutto ciò che riguarda l’alimentazione: chimica, microbiologica, tecnologie di produzione, risvolti salutistici e nutrizionali. Nonostante le possibilità di lavoro e crescita in aziende del settore, decido di approdare in estate 2016 su Wikonsumer.org per seguire il desiderio di informare e formare il pubblico sui risvolti positivi o negativi dell’alimentazione quotidiana
Maria Camilla Cocchia Maria Camilla Cocchia è una giovane biologa nutrizionista che lavora come libera professionista per diversi studi medici romani. Ha conseguito una laurea magistrale in Scienze della Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Ha svolto un progetto di “Educazione alimentare” presso un liceo scientifico di Roma diffondendo, quindi, anche nelle scuole con corretto stile di vita e alimentare. Per Wikonsumer.org scriver articoli sulle proprietà, i benefici e le controindicazioni di un alimento.
Daniela Vitiello Sono una Biologa Nutrizionista, orgogliosamente nata e cresciuta a Napoli. Abilitata alla professione in Luglio 2013, subito dopo aver conseguito la Laurea Magistrale in Scienze degli Alimenti e Nutrizione presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi di laurea in: “Valutazione dello stress ossidativo nelle donne in menopausa”. In continua formazione, ho seguito e seguo diversi corsi e convegni per migliorare il mio approccio con il pubblico. Collaboro come consulente nutrizionale per Mytho s.r.l. Dal 2016, collaboro con Wikonsumer per la redazione degli articoli.
Marica Larizza Solare, energica e curiosa. Sempre dubbiosa su tutto. È per questo che ho un quesito per ogni cosa. Premurosa di ricercare sempre la verità e di confrontarmi con chi la pensa diversamente da me. Ho 32 anni, sono laureata in Scienze Politiche. Ho sempre definito la mia laurea, un ibrido di tante materie, di vari percorsi formativi che alla fine ti forma su tutto e su niente. Per me è solo un’accezione positiva perché mi ha consentito di allargare i miei orizzonti e guardare oltre la linea di confine. Ed eccomi qui!!! Scrivere, comunicare e fare networking son sempre state le mie passioni e allora mi son chiesta perché non fare questo da grande?!? Di musica ed altro mi sono interessata, ma l’obiettivo comune è sempre stato migliorare la qualità di ogni nostra singola azione. E così entra in gioco WiKonsumer, un progetto dalle nobili intenzioni che nel suo piccolo cerca di soddisfare il grande bisogno di ciascuno di noi, di cambiare in meglio, la qualità della nostra vita. Accolta calorosamente da tutto il team, con grande piacere, ho iniziato il mio cammino verso questa “scelta consapevole”.
Marina Putzolu Marina Putzolu, biologa nutrizionista, opera nella città di Bari e Taranto. Dopo la laurea in Biotecnologie mediche, ha conseguito il master in “Alimentazione e Nutrizione Umana”. Dal 2016 è Referente del settore Alimentazione e Nutrizione per l’Istituto Europeo per la Dieta Mediterranea “Margaret e Ancel Keys” (MeDi). È divulgatrice scientifica presso l’associazione Onlus AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti), per la quale scrive e pubblica articoli scientifici inerenti l’intolleranza al lattosio. Collabora, inoltre, con i siti formicaargentina.it e alimentiesicurezza.it per la stesura di articoli divulgativi inerenti il settore dell’alimentazione e della nutrizione. Ha preso parte, nel 2017, alla realizzazione del numero speciale “Dieta Mediterranea” della rivista ufficiale dell’Ordine dei Biologi. Inoltre, ha curato per diverso tempo, una rubrica di nutrizione sul “Corriere di Taranto”. Collabora con Wikonsumer.org dalla sua fondazione svolgendo attività di redattore e revisore degli articoli. E’ autrice del blog ladietagiustaperte.blogspot.it
Anna Acquaviva Anna Acquaviva è laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Bari con una laurea in Sociologia della letteratura. Attualmente frequenta un master in Comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano. Molto attiva socialmente e culturalmente, sposa i suoi differenti interessi con la passione per il cibo italiano, prestando attenzione alla alimentazione e promuovendo produttori di qualità di tutto il territorio nazionale. Collabora per Wikonsumer.org come editor e revisore dei contenuti dei testi.