Martin Schoeller da vicino

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Martin Schoeller è uno dei più famosi fotografi ritrattisti di New York. Davanti ai suoi occhi sono passate sostanzialmente tutte le più importanti celebrità del nostro tempo.

Martin Schoeller durante una sua mostra al Nederlands Fotomuseum a Rotterdam nel 2018



Sopra. Copertina di luglio 1998 di Time Out, rivista committente del primo close-up di Schoeller Pagina a fianco. Martin Schoeller, Vanessa Redgrave, New York 1998

Vanessa Redgrave è il soggetto che ha dato il via alla sua carriera come la conosciamo oggi. Un ritratto ravvicinato, scattato nel 1998 e realizzato sperimentando con un nuovo tipo di illuminazione che gli ha permesso di far risaltare gli occhi del soggetto e farne emergere il viso. Al tempo la tendenza dominante era quella di realizzare ritratti scattando ad una maggiore distanza dal viso, con uno sfondo perfetto ed uno stile più classico. Il ritratto close-up dell’attrice inglese comincia a destare l’attenzione degli editori.



Pagina a fianco. Steve McCurry, Woman at a Horse Festival, Tagon, Tibet 1999 In alto. Richard Avedon, William Casby, born in slavery, Algiers, Louisiana 1963 A lato. Richard Avedon, His Holiness the Dalai Lama, Kamataka, India, 1998



Alphonse Bertillon, Dimostrazione del metodo in due parti della foto segnaletica, 1913

Facendo tesoro della capacità dei volti di raccontare se stessi attraverso la fotografia, lo stile di Schoeller è debitore di molti degli autori del passato, a partire da Alphonse Bertillon e Francis Galton. Iniziatori della fotografia segnaletica (utilizzata per studi di fisiognomica), le loro foto fronte-profilo riducono l’inquadratura a ciò che realmente contraddistingue un individuo da un altro, il volto. Schoeller riprende questa impostazione estremizzandola, ponendosi così vicino ai suoi soggetti tanto da risultare quasi sgarbato.



Pagina a fianco. Alphonse Bertillon, Foto segnaletica di Dupuis Augustin, 1894

Sopra. Martin Schoeller, Stuart, dalla serie Close Up, New York, 2015-2018


August Sander, Serie di ritratti per il volume People of the Twentieth Century iniziato nel 1911


Dichiarando di essersi ispirato principalmente ad August Sander, Schoeller ha intrapreso una carriera che lo ha portato a creare un vasto catalogo di volti umani (ai quali decide di non aggiungere narrazione, ma lascia che si raccontino da soli attraverso la loro pura presenza), immortalando personalitĂ provenienti da ogni tipo di ambiente: attori, politici, artisti e persone comuni. Non piĂš una ricerca di tipologie sociali (come accadeva con il volume People of the Twentieth Century di Sander), piuttosto una democratizzazione della fotografia, adatta a riportare i volti noti alla stessa stregua di quelli ignoti.


La serie di ritratti della societĂ tedesca di August Sander (in bianco e nero) messa a confronto con la serie Close Up di Martin Schoeller (a colori)


*Citazionde da Artist Statement: Martin Schoeller, National Portrait Gallery

Inquadrando solo il volto Schoeller sfida lo spettatore a “leggere un viso senza avere a disposizione segnali che provengono dall’ambiente circostante�*, evitando di far rientrare nella scena vestiti, ambientazioni o altri elementi che possano dare indicazioni aggiuntive sul soggetto e sul suo status sociale.



A lato. Bernd and Hilla Becher, Water Towers, 1967-83 Pagina successiva. Martin Schoeller, Volto di un giovane Kayapo, copertina del National Geographic, gennaio 2014

BERND E HILLA BECKER PROCESSO RIGOROSO Determinanti per lui (come per altri fotografi contemporanei come Candida Höfer e Andreas Gursky) sono stati Bernd e Hilla Becher che, per più di 40 anni, hanno fotografato migliaia di strutture industriali utilizzando sempre la stessa rigorosa inquadratura e lo stesso trattamento, anche a distanza di anni. Un lavoro eccezionale di fotografia documentaria tipologica. Attraverso la stessa rigorosa grammatica visiva, Schoeller sostituisce i volti umani alle strutture in ferro e cemento adottando un processo sistematico in cui ogni soggetto è fotografato esattamente allo stesso modo (la posizione della fotocamera è dettata dall’altezza degli occhi del soggetto).


Bernd and Hilla Becher, Water towers e altre strutture industriali, 1967-83 Pagina a fianco. Martin Schoeller, Kayapo women, per la rivista National Geographic, 2014




Pagina a fianco. In alto a sinistra. Platon Antoniou, Dustin Hoffman In alto a destra. Thomas Ruff, Josef Strau, 1991 In basso a sinistra. Thomas Ruff, A. Roters, 2001 In basso a destra. Platon Antoniou, Sylvester Stallone, 2003 Sotto. Platon Antoniou, George H. Bush Pagine successive. A sinistra. Platon Antoniou, Barack Obama, 2009 A destra. Martin Schoeller, Barack Obama, dalla serie Close Up, 2004

Altri fotografi (Thomas Ruff, Richard Avedon, Platon Antoniou) lavorano in modo simile a lui, ma Schoeller è l’unico che, con i suoi scatti ultra-ravvicinati, cerca di catturare il momento in cui il soggetto non è consapevole di essere fotografato, in cui viene preso di sorpresa e, di conseguenza, non assume un’espressione artificiosa, ma spontanea e naturale. Per questo spinge i soggetti a dialogare con lui, mentre è intento a scattare.





Martin Schoeller, Jeff Koons, dalla serie Portraits, New York, 2013 Pagina a fianco. Martin Schoeller, Geoffrey Rush, dalla serie Portraits, New York, 2009

Completamente antitetica all’onestà ricercata nei close-up, nel portfolio di Schoeller c’è spazio anche per la fotografia allestita. Qui si nota molto di più l’influenza di Annie Leibovitz, per cui ha lavorato come assistente all’inizio della sua carriera. Rifacendosi al filone fotografico di Cameron, Carrol e Cloeden e creando un immaginario visivo scenografico, Schoeller lascia che gli attori, i politici e le celebrità si raccontino sperimentando assieme a lui con trucco e costumi e creando un racconto visivo denso di richiami e interamente costruito e artificioso. Un mondo fittizio, pittorico, che dialoga giocosamente con la personalità e il passato del soggetto fotografato.


Annie Leibovitz, Drew Barrymore per Vogue Us, 2005




Martin Schoeller, Quentin Tarantino, dalla serie Portraits, New York


In alto. Martin Schoeller, Steve Carell, dalla serie Portraits, New York, 2010 A lato. Martin Schoeller, Zach Galifianakis, dalla serie Portraits, New York, 2009 Pagina a fianco. Martin Schoeller, Christian Bale, dalla serie Portraits, New York, 2000



Artist Statement: Martin Schoeller, National Portrait Gallery, consultato aprile 2019 da https://npg.si.edu/ Baker Rob, The Extraordinary Photos of German Photographer August Sander, Flashback, 30 gennaio 2019, consultato aprile 2019 da https://flashbak.com/ Behind the scenes with Portrait Photographer Martin Schoeller, Porshe, 10 ottobre 2016, consultato aprile 2019 da https://www.youtube.com/watch?v=WfvwhL8tVvM Callard Abby, Q&A: The Technique Behind Martin Schoeller’s Photography, Smithsonian Mag, 24 settembre 2009, consultato aprile 2019 da https://www. smithsonianmag.com/ Calouro Eric, A Conversation with Martin Schoeller, PetaPixel, 14 giugno 2013, consultato marzo 2019 da https://petapixel.com/ Clarck Nick, Man who invented the mug shot: The ground-breaking work of Alphonse Bertillon, Independent, 22 febbraio 2015, consultato aprile 2019 da https://www.independent.co.uk/ De Graaf Mia, The Changing Face of America: picture book by famed photographer Martin Schoeller illustrates ‘melting pot’ of races in U.S., Mail, 30 settembre 2016, consultato aprile 2019 da https://www.dailymail.co.uk/ De Stefani Lucia, Meet Los Angeles’ Homeless People, Time, 22 dicembre 2015, consultato aprile 2019 da http://time.com/ From bodybuilders to Obama: How Martin Schoeller takes an ‘honest’ photograph, CNN Style, 23 febbraio 2017, consultato aprile 2019 da https://edition.cnn.com/ style/ From Obama to Lady Gaga: Martin Schoeller’s ‘honest’ photos, France 24, 9 novembre 2017, consultato marzo 2019 da https://www.youtube.com/ watch?v=mY1negfFjhI Hartigan Shea Rachel, Behind the Cover: Martin Schoeller Photographs an Amazon Tribe, National Geographic, 18 dicembre 2013, consultato marzo 2019 da https:// www.nationalgeographic.com/ Heuer Jörg, The Authenticity of the Moment, Newsroom, 7 luglio 2016, consultato marzo 2019 da https://newsroom.porsche.com/ Hobbs Amy, Martin Schoeller and Matthew Modine Discuss Their Most Iconic Images, Fstoppers, 15 settembre 2012, consultato marzo 2019 da https://fstoppers. com/


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http://blackkamera.com/ http://lenscratch.com/ http://photoquotations.com/ http://www.artnet.com/ http://www.photographermagazine.net/ https://it.wikipedia.org/ https://martinschoeller.com/ https://www.awwwards.com/ https://www.buzzfeed.com/ https://www.fotografiska.com/ https://www.metmuseum.org/ https://www.moma.org/ https://www.timeout.com/ https://www.whitechapelgallery.org/ https://www.youtube.com/


Progetto di Lorenzo Maffei


A man's face as a rule says more, and more interesting things, than his mouth, for it is a compendium of everything his mouth will ever say, in that it is the monogram of all this man's thoughts and aspirations. - Arthur Schopenhauer -


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