Napoli - Numero 4 del 22 dicembre 2018

Page 1

COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA

La Città - La Squadra – Gli Eventi

numero 4 del 22 Dicembre 2018

GIANLUCA RANIERI: L'EVOLUZIONE DEL DOLCE

SORBINO: UNA STORIA LUNGA 50 ANNI

CANÉ: IL BRASILIANO PARTENOPEO


Agenzia per il Lavoro S.p.A. Via G. Palumbo 12 - 00195 - Roma

+39 06 83654635 +39 340 8563012


L’ EDITORIALE

Natale tra i vicoli di Napoli “Cenzì” il nuovo scugnizzo Il Napoli e l'Europa League

Carlo Ancelotti

di Giovanni Gaudiano

L

a notizia è di quelle che aprono il cuore: la carta stampata tiene, anzi è addirittura in crescita. I media tradizionali reggono l'urto della modernità ed anzi ribattono e mantengono una maggiore credibilità e si riprendono q u e l l ' a u t o r evo l e z z a c h e sembrava perduta. Per noi di “Napoli”, che abbiamo da poco avviato la nostra avventura, è un'iniezione di fiducia e contemporaneamente uno sprone a cercare di fare sempre meglio. Oggi partiamo dal nostro impegno per la città. Le attività natalizie a Napoli sono davvero una parte importante per la nostra tradizione. La città si offre al turismo con il centro storico che tra San Gregorio Armeno e dintorni diventa un

vero e proprio punto d'incontro. Arrivano da tutto il mondo e da tutta l'Italia i turisti attirati dalla qualità del lavoro dei nostri maestri del presepe, ma anche i napoletani non si fanno mancare una visita in quelle stradine sempre uguali nelle quali sembra di vivere una mattinata, un pomeriggio o una serata d'altri tempi. È un turismo intelligente, è una consuetudine quasi doverosa ma è soprattutto un modo per tuffarsi in un mondo che sembra essere rimasto fermo, anche se i personaggi che danno vita ai pastori sono spesso attualissimi. Poi in questi giorni è in preparazione in tutte le case napoletane il pranzo della vigilia di Natale ed allora abbiamo pensato di chiedere ad un paio di operatori emergenti del settore di darci qualche idea, magari fuori da ogni schema, senza farci mancare la presenza del pasticcere. Nel frattempo chiude proprio oggi a Pietrarsa un gradito e riuscito esperimento, quello dei mercatini di Natale nel

3

sito museale ferroviario più importante d'Europa. È noto questo primato? Se non lo fosse, lo ricordiamo a tutti invitandoli a recarsi in visita. Dalla prima ferrovia, Napoli – Portici, ad oggi la nostra città vanta uno storico e aggiornato primato che le parole del dr. Orvitti hanno bene rappresentato. A questo punto parliamo della nostra squadra. Con l'ultima settimana dell'anno si chiude il girone d'andata. Il Napoli, uscito dalla

Il maestro Ugo Esposito


Champions, a febbraio ripartirà dall'Europa League con l'intenzione di fare la maggior strada possibile. Il lavoro di Ancelotti prosegue senza soste e senza alcun tentennamento: i risultati, quelli attesi da tutti, arriveranno. Bisogna pazientare, in fondo per tre anni abbiamo inseguito un calcio bello da vedersi ma poco pratico e quasi mai vincente. Ora si sta lavorando sulla mentalità, sulla determinazione, sulla convinzione nei propri mezzi, sulla personalità e sulla verticalizzazione della manovra, anche se è duro a morire quel

reiterato e stucchevole palleggio dove troppo spesso la palla viaggia all'indietro piuttosto che avanti. In questo numero, poi, fa il suo esordio nella rivista “Cenzì”, un personaggio nato dalla matita di Giancarlo Covino che ci accompagnerà con diverse sorprese che proporremo sin dal

‘‘Napoli’’ La città, la squadra e gli eventi Aut. Tribunale di Napoli n. 50 del 8/11/2018 Mensile a distribuzione Gratuita Numero 4 del 22 Dicembre 2018

prossimo numero di gennaio. Il disegnatore si è ispirato alla famosa scultura dello “Scugnizzo” di Vincenzo Gemito, un napoletano da annoverare di diritto tra i più autentici visionari nella storia dell'arte italiana. Il nomignolo è stato scelto dall'autore proprio per onorare la memoria di questo grande artista, nato e cresciuto nei vicoli della Napoli antica, insofferente verso le teorie dei parrucconi, capace di creare senza aver fatto la abituale trafila scolastica e accademica. Ora bando alle chiacchiere, Buon Natale e soprattutto Buon anno.

Direttore Responsabile: Giovanni Gaudiano Consulenza Amministrativa: Francesco Marchionibus Stampa, Grafica e Pubblicità: Sport and Marketing Srl Progetto Grafico ed Impaginazione: Daniela Altruda Redazione: Lorenzo Gaudiano, Bruno Marchionibus Sede: Viale V. Lamberti - Trav. Spinelli Area Ex Saint Gobain - Caserta Collaboratori: Marco Boscia, Marina Topa Con interventi di: Pier Paolo Cattozzi Fotografie: Foto Agenzia Mosca

Direzione Editoriale della Soc. Editoriale Napoli Srls Sede Via F. Cilea, 129 Napoli - P.IVA 09045371219 Tel. 081 5794009 e.mail: gaudianog@alice.it Sito Web: www.magazinenapoli.it

IL PROSSIMO NUMERO DI “NAPOLI” SARÀ IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” ED ALLO STADIO IL 20 GENNAIO 2019

4




TESTIMONE DEL TEMPO

Indagine scale su Lo Bello dopo quei tre rigori a Ferrara di Mimmo Carratelli

L

a prima domenica di febbraio del 1967 a Fe r r a r a f u u n i n d i m e n t i c a b i l e pomeriggio di ombrelli e calci di rigore sotto il cielo della Bassa, pesante di nuvole, cavalloni di nuvole nere e grigie, pioggia continua. Si giocò Spal-Napoli nella seconda allegra stagione azzurra con Sivori e Altafini, l'impareggiabile Petisso in panchina. Ci divertivamo un mondo. Un grande entusiasmo attorno alla squadra rilanciata da Roberto Fiore, il presidente dei centomila cuori. San Paolo gremito con 69.344 abbonati. Il Napoli giocava per l'alta classifica. Era arrivato terzo l'anno prima, la prima stagione di Altafini e Sivori, continuava a respirare l'aria dell'alta classifica e, in certe domeniche, dava spettacolo. Arrivammo a Ferrara la settimana dopo che avevamo perso a Vicenza. Il Napoli era quarto con 23 punti, l'Inter di Herrera il Mago prima a quota 28, seconda la Juventus dell'altro Herrera, Heriberto, a 26 punti, terzo il Cagliari di Gigi Riva a 25 punti. Stadio strapieno, campo ridotto a una unica pozzanghera. Il Napoli schierò una delle migliori formazioni di quei tempi: Bandoni; Nardin, Girardo; Ronzon, Panzanato, Bianchi; Canè, Juliano, Orlando, Altafini, Sivori. Era il 5 febbraio 1967. Pesaola si portò in panchina i soliti due pacchetti di sigarette. Si cominciò nel pantano. Nella Spal giocavano Osvaldo Bagnoli e Fabio Capello, mezzeali. Dopo venti minuti Juliano andò a segno con un gran diagonale dal limite. Partita in discesa. Cinque minuti dopo lo stopper

Moretti sgambettò in area Canè, rigore realizzato da Altafini. L'arbitro era Concetto Lo Bello, un monumento di uomo siciliano. Ai giocatori che protestavano offriva il petto. Molti che arrivavano di corsa per protestare, su quel petto rimbalzavano. Assoluto dittatore del fischietto. Un giorno a Firenze lo canzonarono dagli spalti: “Duce! Duce”. Lo Bello accordò un

Il Presidente Roberto Fiore

7


Cané, Altafini e Sivori: l'attacco del Napoli del 1967

Amadei, sei gol in sette partite. Nella seconda metà, Vinicio (sei gol in dodici gare). La stagione 1965-66, contro la Spal, fu il trionfo di Canè. Un rigore più due gol nel 4-2 al San Paolo, un gol e un rigore nel 2-1 a Ferrara. La Spal è tornata in serie A nella stagione scorsa. Il Napoli l'ha battuta due volte. Fuori casa, decisivo il gol di Ghoulam (3-2) dopo le reti di Insigne e Callejon. A Fuorigrotta un risicato 1-0 firmato da Allan.

Concetto Lo Bello da Siracusa

secondo rigore al Napoli. Bertuccioli falciò in area Ottavio Bianchi. Josè centrò il secondo penalty. A questo punto, lo stadio si irritò con Lo Bello. Alla caduta di ogni azzurro in qualsiasi zona del campo cominciò a gridare: “Rigore! Rigore!”. Lo Bello concesse un terzo penalty al Napoli per fallo di mano di Moretti sul cross corto di Canè. Dagli undici metri, implacabile Altafini. I rigori c'erano tutti e tre. La partita finì 4-1 per il Napoli (autogol di Nardin per i ferraresi) e qualche tempo dopo si registrò una curiosa coincidenza. Il ministro delle finanze Luigi Preti, ferrarese, ordinò una indagine fiscale su Concetto Lo Bello. I tre rigori di Ferrara furono peggio di Equitalia. È il ricordo più curioso degli incontri fra Napoli e Spal che sono stati avversari anche in serie B e in serie C. Trentadue confronti con 17 vittorie azzurre, 6 pareggi e 10 sconfitte. Al San Paolo 11 vittorie del Napoli, 2 pareggi, 3 sconfitte. Nella prima metà degli anni Cinquanta, il cannoniere azzurro contro la Spal fu Amedeo

Bruno Pesaola

8


PAGINE AZZURRE

21 giugno 1962: il Napoli rompe il ghiaccio

di Lorenzo Gaudiano La Coppa Italia del 1962

Napoli-Spal è stata anche una nale di Coppa Italia, a Roma assegnò agli azzurri il primo trofeo della loro storia Roma – Stadio Olimpico 21 Giugno 1962 Il Napoli batte la Spal grazie alle reti firmate da Corelli e Ronzon Napoli Spal Pontel Patregnani Molino Muccini Gatti Olivieri Girardo Gori Rivellino Cervato Corelli Riva Mariani Dell'Omodarme Ronzon Massei Tomeazzi Mencacci Fraschini Micheli Tacchi Novelli All. Pesaola All. Montanari Arbitro – Bonetto di Torino Marcatori – al 12' Corelli (N), al 16' Micheli (S), al 78' Ronzon (N)

La squadra che conquistò il trofeo

D

odici sono i trofei conquistati dal Napoli nella sua storia. Fu la Coppa Italia 1962 ad inaugurare la serie di gingilli che oggi luccica nella bacheca della società partenopea, la più titolata di tutta l'Italia meridionale. Quel trofeo ancora oggi ha un sapore davvero particolare, non solo perché il Napoli finalmente riuscì a conquistare qualcosa, rompendo il ghiaccio, ma anche perché gli azzurri compirono l'impresa di vincere la Coppa pur militando in Serie B. L'Albo d'Oro della Coppa Italia racconta che a vincere la prima edizione del 1922 fu il Vado, squadra ligure che conquistò il trofeo militando in Promozione. Nella stagione '21/'22 i grandi club italiani, dopo che la proposta portata avanti da Vittorio

Pozzo di ridurre il numero di partecipanti al massimo campionato italiano fu respinta, decisero di distaccarsi dalla FIGC per costituire il CCI (Confederazione Calcistica Italiana), che organizzò campionati a parte. Quelli di Prima Categoria e di Promozione Regionale quindi rimasero sotto la curatela della FIGC, che in quell'occasione diede avvio anche alla prima edizione della Coppa Nazionale. Per questo alla

9


PAGINE AZZURRE Pesaola e la sua Napoli “Napoli, città bella da riempire il cuore. A Napoli non ti senti mai solo, non conosci la solitudine della vita. Ho un'ammirazione sconfinata per i napoletani, li considero grandi filosofi che sanno prendere la vita come merita più alto nella competizione. La Spal, inoltre, in semifinale aveva eliminato la favorita Juventus con un netto e roboante 4 a 1. Il Napoli la spuntò grazie ai suoi due uomini più prolifici: Corelli e Ronzon. Il primo, tra l'altro ex della partita visto che proprio in quella stagione approdò dalla Spal alle falde del Vesuvio, era un mediano dotato di grande corsa e di un potente tiro da fuori. Aveva fiuto per il gol ed una grande abilità ad andare a segno nelle gare più importanti: sua fu la rete dell'1 a 0 a Verona con cui il Napoli fece un passo importante verso la promozione, così come quella che consentì agli azzurri di superare ai quarti di finale di Coppa la Roma. Corelli contro la Spal segnò su punizione la rete del primo vantaggio partenopeo, anche se macchiò la sua partita con un errore dal dischetto che già nel primo tempo avrebbe potuto riportare il Napoli in vantaggio dopo il pareggio dello spallino Micheli. A determinare la conquista del trofeo da parte degli azzurri quel giorno fu Ronzon, che si era trasferito al Napoli proprio in quella stagione. Oscurato dall'Abatino Rivera al Milan, Napoli fu per lui un'occasione da cogliere al volo per svoltare e

Bruno Pesaola tra un sorriso ed una sigaretta

competizione non presero parte le realtà calcistiche più importanti, ma soltanto alcune squadre di Prima Categoria, come Parma ed Udinese, ed altre di Promozione, tra cui proprio il Vado vincitore del trofeo. Il Napoli, invece, a 40 anni di distanza dal successo dei liguri realizzò un vero e proprio miracolo sportivo, mai più replicato in seguito. In B quella squadra era inizialmente sotto la guida di Fioravante Baldi, esonerato dopo ventuno giornate e sostituito da Bruno Pesaola. Dall'arrivo del Petisso il Napoli svoltò con il secondo posto in campionato, che valse la promozione in massima serie, e la conquista del primo trofeo della sua storia. Dopo le vittorie ai rigori contro Alessandria e Sampdoria al San Paolo, ancora sotto la gestione Baldi, gli azzurri prima della finale con la Spal superarono Torino e Roma in trasferta e il Mantova in casa. Il 21 giugno 1962 lo stadio Olimpico fu teatro di una finale tra due squadre che mai avevano raggiunto un punto

Il mediano Gianni Corelli, l’uomo dei gol importanti

10


giocare con più continuità. Mezz'ala d'origine, spesso fu provato anche come libero in qualche partita da Pesaola, ma la sua inclinazione era per ruoli prettamente offensivi, data la sua grande tecnica e il discreto bottino di gol messi a segno negli anni. Erano gli anni della presidenza Lauro, che attraverso l'universo calcistico aveva l'obiettivo di puntellare il proprio prestigio politico. Quelli erano tempi di grande speranze, in alcuni casi disattese, che però portarono il Napoli a conquistare il suo primo trofeo e a porre le basi per un futuro ai vertici del calcio italiano. Napoli-Spal oggi è soltanto una sfida di campionato. Chi ha vissuto però quel momento di grande gioia ed entusiasmo in prima persona, oppure attraverso racconti familiari e libri, probabilmente sugli spalti o sul divano di casa volgerà la mente a quel giorno in cui tutto ebbe inizio e magari non potrà fare a meno di guardare la partita con un sorriso e qualche lacrimuccia. Sono passati 56 anni ma, come ha detto Isabel Allende, “non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo”.

Pierluigi Ronzon

Il cammino del Napoli verso il trofeo Primo turno: Napoli-Alessandria 1-1 (6-5 d.c.r.) Secondo turno: Napoli-Sampdoria 0-0 (7-6 d.c.r.) Ottavi di finale: Torino-Napoli 0-2 Quarti di finale: Roma-Napoli 0-1 Semifinale: Napoli-Mantova 2-1 Finale: Napoli Spal 2-1 Una prima pagina dedicata da ‘‘Il Calcio Illustrato’’ al Petisso

11


dooa.it


LE STORIE

Cané ed il suo cuore azzurro di Giovanni Gaudiano

La sua tripletta alla Spal nel '65, l'affetto per Pesaola e Vinicio, il ritorno in azzurro nel '73 con la rete alla Juve ed i suoi pensieri sul calcio che partono dal Brasile anni ‘60

S

ono passati 53 anni da quel 6 settembre del 1965 e per certi versi nella vecchia

Europa il tempo sembra essersi

fermato. In quel settembre di oltre mezzo secolo f a , i ve n t i d e l l a s e p a r a z i o n e e d e l l a contestazione portarono il presidente francese Charles De Gaulle ad annunziare l'uscita della Francia dalla NATO. Nel calcio, nel frattempo, il Napoli di Pesaola strapazzava al San Paolo la Spal con un netto 4 a 2: nella squadra estense giocavano Bagnoli, Reja, Capello, Bertuccioli; nel Napoli gli “indigeni” Juliano e Montefusco,

Jarbas Faustino detto Cané

affiancati da Sivori, Altafini, Bean, Panzanato e

Brasile da mezzala di punta, anche se nel

soprattutto da Cané. Sì “cioccolatino” come

mio paese d'origine in quegli anni si giocava

affettuosamente lo avevano soprannominato i

con quattro punte mentre in Italia lo schema

tifosi partenopei. Fu proprio lui, quella

più diffuso prevedeva una punta e due mezze

domenica, a portarsi il pallone a casa con tre reti

ali». Erano gli anni del famoso 4-2-4 brasilero,

messe a segno, bottino completato dall'altro

il gioco che sembrava una riproduzione in

brasiliano della truppa: José Altafini. «Era il

campo del samba. Tanto era bello da vedersi,

debutto con la maglia del Napoli di Sivori ed

anche e soprattutto per merito dei tanti

Altafini ed io realizzai una tripletta – ricorda

campioni prodotti da quella scuola spontanea

Jarbas Faustino –. Qualcuno mi aveva

divisa tra carioca e paulista che lo interpretava.

presentato, quando arrivai a Napoli, come

«Avevo avvisato Pesaola e Monzeglio,

un centravanti ma in realtà io giocavo in

quando sono arrivato nel 1962, su quale

13


LE STORIE

Napoli coincise con il ritorno in serie A e la vittoria in Coppa Italia e questo lo aiutò. Poi lui a Napoli avrebbe potuto fare ancora di più e di certo non sarebbe andato a Firenze senza i contrasti che aveva con il presidente Roberto Fiore». Cosa ne pensi di Lorenzo Insigne? «Ho seguito Insigne sin da ragazzo

Con Juliano, Altafini e Sivori

fosse il mio ruolo naturale nell'Olaria di

perché giocava nella squadra Allievi del

Rio. A Napoli c'era da un anno Fanello che

Napoli allenata da mio figlio e poi anche in

ricopriva il ruolo di centravanti ed io da

Primavera. A quel livello Lorenzo già faceva

brasiliano non potevo che essere un

la differenza. Lui è stato sempre un

attaccante. Poi nella rosa c'era anche un

giocatore padrone del suo ruolo soprattutto

altro centravanti: Tomeazzi. Da questa

quando ha potuto giocare più libero da

situazione scaturì il mio spostamento all'ala

c o m p i t i f i s s i . Tu t t e

voluto dal Petisso, ruolo nel quale mi trovai

queste storie che girano

bene perché c'era più spazio, tenuto conto

attorno al nome di Sarri o

che le marcature non erano rigide come

Benitez lasciano il tempo

quelle di oggi». Che Napoli era quello del 1965

che trovano: penso che

che iniziò bene il campionato? «Era una

Insigne sia un fenomeno.

squadra emergente. L'arrivo di Altafini e

Le esperienze avute con

Sivori aveva galvanizzato l'ambiente. José

Z e m a n a l Pe s c a ra e

era nel pieno della maturità calcistica, mentre forse per Sivori si trattava di un

prima ancora al Foggia Con la maglia azzurra hanno mostrato la sua personalità calcistica

ripiego, visto che Agnelli fu costretto a

che somiglia a quella del calcio di una volta,

cederlo per i dissapori con l'allenatore

cosa rara di questi tempi. I moduli con

Heriberto Herrera». Un breve ricordo di

Lorenzo non contano. Ancelotti, che non

Pesaola. «Il Petisso mi ha cambiato ruolo e

gioca con ruoli fissi, è per Lorenzo come per

mi ha cambiato la vita. Senza di lui io non

Mertens il miglior allenatore possibile: i due

sarei qui ancora a parlare di calcio dopo 50

con le loro qualità tecniche e con la capacità

anni. Pesaola era una guida, io l'ho anche

di non dare punti di riferimento fanno la

copiato nella mia carriera da allenatore e

differenza in serie A come possono farla in

speravo di poter fare quello che ha fatto lui

Europa. Resto solo molto perplesso quando

magari proprio con gli azzurri. Il suo arrivo a

sento che Lorenzo viene criticato magari

14


perché in quel periodo non fa gol. Per me

un mio gol allo scadere del primo tempo e al

Insigne è un fuoriclasse nel calcio di oggi».

raddoppio di Clerici nella ripresa. Era una

Torniamo al suo Napoli. Cosa provò quando fu

squadra costruita con giocatori

ceduto al Bari? «Andare a Bari per me fu un

d'esperienza e giovani che s'integrarono

grande dispiacere.

bene. Vinicio

Ero andato in

portò delle idee

Brasile da solo

n u o ve c h e n o n

perché avevo la

erano affatto

garanzia da parte

copiate dal calcio

del presidente

olandese, ma

Fe r l a i n o e

erano invece

dall'allenatore

tipicamente

Chiappella che

presenti nel calcio

sarei rimasto a Napoli. Tornando in aereo, ebbi la

b r a s i l i a n o. L a La formazione tipo del Napoli del 65-66 In piedi: Bandoni, Ronzon (cap), Nardin, Stenti, Montefusco e Panzanato. Accosciati: Cané, Juliano, Altafini, Sivori e Bean.

n o s t ra e ra u n a zona brasiliana e

notizia e diciamo

se avessimo avuto

che se non avessi

una società più

avuto la famiglia a

forte alle spalle si

Napoli me ne sarei

poteva anche

t o rn at o s u b i t o

puntare allo

indietro. Ma poi

scudetto. Ferlaino

dopo tre anni

però, pur avendo

ritornai a Napoli

forse più carisma

grazie a Vinicio,

di De Laurentiis,

che mi fece

era geloso del

debuttare proprio

Jarbas Faustino durante una premiazione

successo e della

contro la Juventus il 14 ottobre del 1973

popolarità dell'allenatore, che aveva dal suo

solo perché ho dovuto aspettare la

canto un carattere un po' difficile. Vinicio

riapertura delle liste autunnali. Fu una

era ed è una bravissima persona ma a volte

partita indimenticabile: erano 12 anni che

per fare l'allenatore bisogna evitare

non si vinceva contro i bianconeri e quel

impuntature e le sue discussioni con il

Napoli ci riuscì con un netto 2 a 0 grazie ad

presidente non fecero bene all'ambiente».

15


LA PRESENTAZIONE

Napoli e Spal: stessi colori ma obiettivi diversi di Bruno Marchionibus

Allo stadio San Paolo un confronto tra due squadre che prediligono il gioco con Lazzari osservato speciale Hamsik lotta a centrocampo con Viviani

Due squadre simili Accomunata al Napoli non soltanto dai colori biancoazzurri, ma anche dalla mentalità di gioco propositiva volta molto più alla costruzione che non alla distruzione della manovra avversaria, la S.P.A.L. si presenta al San Paolo ormai da vera realtà, più che da sorpresa, della nostra Serie A. Dopo il ritorno in m a s s i m a s e r i e d e l l a s c o r s a s t ag i o n e, quarantanove anni dopo l'ultima volta, infatti gli estensi sono riusciti prima, al termine dell'ultimo torneo, ad ottenere un'ottima salvezza, e poi a ripartire con la stessa determinazione nell'annata corrente, nella quale la squadra di Fer rara si è resa protagonista anche di risultati importanti, come l'affermazione per 2 a 0 in casa della Roma.

Callejon contrastato da Dramé

chiave nello scacchiere dell'allenatore toscano, fondamentali come sono per le punte i loro rifornimenti dalle corsie esterne; ed a proposito di punte, ad un Antenucci che si sta confermando sempre più bomber capace di lasciare il segno anche in massima serie e a Paloschi si è aggiunto in questa stagione anche l'ex atalantino Petagna, il quale in questi primi mesi di campionato ha trovato la via della rete con maggior frequenza rispetto a quanto visto a Bergamo. Non imperforabile, invece, risulta essere la difesa dei ferraresi, la quale pur essendo riuscita a mantenere la porta di Gomis imbattuta in alcune occasioni nel corso della stagione, in altre è andata incontro ad imbarcate

Il Modulo della Spal Il tecnico Semplici è solito disporre i suoi con un 3-5-2, schema che valorizza al massimo la corsa di Manuel Lazzari, colui il quale si è rivelato nell'ultimo anno la vera arma in più della S.P.A.L., arrivando ad indossare la maglia della Nazionale, e di Fares, altro esterno che tanto bene sta facendo tra le fila della compagine emiliana. Sono i laterali, dunque, gli elementi

16


NAPOLI – SPAL SPAL ALLENATORE SEMPLICI

CAMPIONATO SERIE A GIRONE D’ANDATA 17^ GIORNATA RUI MERET

ZIELINSKI

LAZZARI ANTENUCCI MISSIROLI CIONEK

MALCUIT MILIK

PETAGNA SCHIATTARELLA KURTIC

NAPOLI ALLENATORE ANCELOTTI

VICARI GOMIS

FELIPE

2

5-

FARES

AL SP

3-

STADIO SAN PAOLO 22 DICEMBRE 2018 ORE 15.00 di notevoli dimensioni, come in casa col Frosinone o a Roma con la Lazio.

solamente nel finale grazie ad una sensazionale giocata individuale di Ghoulam, a segno dopo uno slalom speciale tra le maglie della difesa estense, mentre a febbraio gli azzurri vinsero al San Paolo per 1 a 0 con gol di Allan, conquistando i tre punti dopo non poche sofferenze causate dall'ottima organizzazione dei ragazzi di Semplici.

Le armi del Napoli Il Napoli, dunque, avrà senza dubbio la possibilità di giocare la propria partita trovandosi di fronte un avversario che nell'arco dei novanta minuti potrà concedergli spazi, e grazie alla rapidità e all'imprevedibilità dei suoi attaccanti, Insigne e Mertens su tutti, ha sicuramente nel proprio arsenale le armi giuste per arrecare sofferenza agli imponenti difensori della S.P.A.L. Così come, potenzialmente, una mano importante per i partenopei potrebbe venire dalle fasce laterali, dove se le catene di destra e di sinistra dovessero funzionare al meglio, gli uomini di Ancelotti potrebbero mettere seriamente in difficoltà il 3-5-2 spallino. Nella scorsa stagione, ad ogni modo, la S.P.A.L. è riuscita a creare seri grattacapi al Napoli sia all'andata che al ritorno; a settembre la banda Sarri si impose a Ferrara per 3 a 2

Allan dopo la rete del 18 febbraio

17


IL CONFRONTO

Callejon

I padroni della CALLEJON: DALLA SIERRA NEVADA AL GOLFO DI NAPOLI

L

a carriera di Callejón, dopo la

trafila delle giovanili con il Real

Madrid, ha una svolta con la

squadra riserve dei “blancos”, il Real Madrid Castilla. Si fa notare in Segunda Division nel 2007-2008, realizzando 21 gol in 37 presenze, tanto da attirare le attenzioni dell'Espanyol di Barcellona, che lo acquista per 1,2 milioni di euro. Messosi in mostra per 3 stagioni in Liga, il Real Madrid lo riporta nella capitale, dove in due anni colleziona 55 presenze con la maglia delle “merengues”. Dalla Spagna al golfo di Napoli: nell'estate del 2013 arriva all'ombra del Vesuvio e da quel momento José María è diventato insostituibile. Perno della fascia destra, sembra avere tre polmoni per i km percorsi in ogni gara. Ha nelle sue corde la capacità di mandare in porta i compagni fornendo pregevoli assist. È anche freddo sotto porta ed arriva spesso al gol. È diventato, infatti, con il Napoli il calciatore spagnolo che ha realizzato più gol di sempre nel nostro campionato.

José María Callejón: nato a Motril, età 31, nazionalità spagnola, altezza 178 cm, peso 73 kg

18


Lazzari

di Marco Boscia

fascia destra LAZZARI: SARÀ LUI L' EREDE IN AZZURRO DELLO SPAGNOLO?

I

l 1° settembre 2018 Lazzari è diventato il primo giocatore della Spal

a rientrare nel giro della Nazionale

italiana dopo ben 66 anni (Meret nel 2017 fu convocato ma non giocò), debuttando contro il Portogallo pochi giorni più tardi. Una gioia immensa per il calciatore, che solo nel 2010-2011 muoveva i primi passi da professionista, in serie D, con la maglia del Montecchio. Nelle due stagioni successive cambia due volte casacca, indossando prima quella del Delta Porto Tolle e poi quella della Giacomense. È quindi la Spal ad acquistarlo e con la squadra estense in due anni ottiene la doppia promozione, dalla Lega Pro alla Serie A. Lazzari è un esterno destro offensivo, dotato di una discreta tecnica e di un'ottima corsa. È giovane ed è un prospetto molto interessante, su cui già molte squadre di Serie A, tra cui anche il Napoli, hanno messo gli occhi. Stesso ruolo di Callejón, chissà che non possa essere proprio il motorino veneto l'erede dello spagnolo volante.

Manuel Lazzari: nato a Valdagno, età 25, nazionalità italiana, altezza 174 cm, peso 67 kg

19


Forniture per ufďŹ ci Software e Hardware


L'APPROFONDIMENTO

Una società solida ed in crescita

di Francesco Marchionibus

Aumento dei fatturati e partecipazione alle Coppe: come è cambiato il Napoli di Aurelio De Laurentiis

D

al ritorno in serie A ad oggi il Napoli ha vissuto un costante processo di crescita, con risultati in continuo miglioramento sia dal punto di vista sportivo che da quello economico - finanziario. Nel corso degli ultimi dieci anni la squadra azzurra ha raggiunto una dimensione nazionale ed internazionale che nella sua storia aveva conosciuto forse solo all'epoca di Maradona e, pur non riuscendo a cogliere ancora l'obiettivo più desiderato, ha conseguito una serie di ottimi risultati, imponendosi oramai con costanza come la seconda forza calcistica italiana ed entrando a pieno diritto tra le prime quindici squadre a livello europeo. La società partenopea oltre che in termini di risultati sportivi è però cresciuta molto anche sotto l'aspetto economico-finanziario, aumentando i propri ricavi di oltre il 300% rispetto alla prima stagione di serie A, sino a raggiungere nel 2017 il livello record di circa 300 milioni di euro, e chiudendo i propri bilanci quasi sempre in utile e con un indebitamento praticamente pari a zero. Questo aspetto, sicuramente di minore impatto per i tifosi, nel calcio di oggi è di fondamentale importanza in quanto rappresenta la premessa e la base indispensabile per mantenere nel tempo la squadra ad alti

21


livelli di competitività nei confronti di società più ricche e tradizionalmente più forti. Il Napoli, senza grandi multinazionali alle spalle e con uno stadio non in grado di produrre gli introiti ottenuti da altre società sia in Italia che all'estero, ha raggiunto i brillanti risultati economico-finanziari che le hanno permesso di mantenere e migliorare la competitività della squadra, seguendo sino ad oggi essenzialmente due vie: le plusvalenze realizzate con la cessione di giocatori top e l'incremento degli introiti TV. In questa ottica la partecipazione alle Coppe Europee, e segnatamente alla Champions League, rappresenta per il Napoli un fondamentale strumento di crescita e di consolidamento. La squadra azzurra è oramai alla nona partecipazione consecutiva alle competizioni europee ed alla terza Champions League di fila. Negli anni ha ottenuto numerosi risultati di prestigio for nendo ottime prestazioni contro squadre di consolidata tradizione internazionale, disputando anche una semifinale di Europa League. Il ranking UEFA è migliorato tantissimo così come il prestigio internazionale, anche se ad oggi in

Champions la squadra azzurra non è mai riuscita a superare gli ottavi di finale. E proprio questo può e deve essere il prossimo passo in avanti del Napoli di De Laurentiis nel suo processo di crescita: qualificarsi stabilmente alla Champions League e cercare di andare il più av a n t i p o s s i b i l e n e l l a c o m p e t i z i o n e . L'innalzamento dei ricavi derivanti dalla partecipazione alla Champions, infatti, permetterebbe alla società di proseguire più agevolmente nella politica intrapresa negli ultimi due anni: limitare al massimo le cessioni eccellenti, confermando tutti i big (la rosa del Napoli è ogni anno migliore per qualità e quantità) con l'innalzamento del monte ingaggi, ed acquistare giocatori di qualità, se possibile anche il tanto desiderato top-player, per potenziare la rosa. E se poi ad una società che negli anni ha dimostrato, nonostante i pareri spesso discordi della tifoseria, di saper condurre in alto il Napoli, si affianca in panchina un allenatore di respiro mondiale come Carlo Ancelotti, si può certamente essere ottimisti sulla ulteriore crescita sopr attutto internazionale della squadra azzurra.

Ancelotti durante una conferenza stampa Uefa

22



PROFILI di Marco Boscia

Hysaj: L'inesauribile e coriaceo Elseid

Elseid Hysaj

Una storia che sembra una favola e la determinazione che mette a disposizione anche se gioca a sinistra Gli inizi e l’arrivo a Napoli Il giovane terzino è nato a Scutari, in Albania, il 2 febbraio 1994. La sua carriera inizia proprio in casa, nel Vllaznia. A soli 14 anni si trasferisce in Italia e viene tesserato dall'Empoli, in cui milita per quattro stagioni collezionando 98 presenze tra Serie B e Serie A. Nell'estate del 2015, Maurizio Sarri, appena arrivato a Napoli proprio dall'Empoli, neanche “velatamente” fa capire al nuovo presidente di volere ancora Elseid alle sue dipendenze. Aurelio De Laurentiis lo accontenta ed acquista Hysaj per 5 milioni di euro. È così che il giovane difensore a soli 21 anni diventa un elemento fondamentale dell'undici azzurro.

Le caratteristiche tecniche Hysaj è un terzino destro, che all'occorrenza può essere impiegato anche a sinistra, dove ha dimostrato diverse volte di cavarsela bene. È dotato di un'inesauribile forza fisica, con una spiccata propensione per la fase difensiva più che per quella offensiva, tanto da arrivare poche volte al tiro. Risulta però quasi sempre essere primatista di palloni intercettati durante una gara: un lavoro oscuro, spesso trascurato, ma imprescindibile, che consente alla squadra poi di dipanare il proprio gioco con l'abilità dei propri attaccanti.

La spinta di papà Gzim Hysaj è apparso visibilmente emozionato ogni volta che ha raccontato la sua storia. Si ritiene, e sa di esserlo, un ragazzo estremamente fortunato, non potrebbe essere altrimenti. Dopo solo due anni dalla sua nascita, il padre arriva in Italia su un gommone, allontanandosi dall'affetto dei cari, ma per garantire un futuro migliore alla propria famiglia. Gzim, il papà, si arrangia con piccoli lavoretti da muratore, e nel

Contro l'Udinese impiegato a sinistra

24


Hysaj si racconta

“La mia storia? Una vera favola. Perché io sono consapevole che quello che è successo a me ca pita solo a uno su un milione. Ed è per questo che mi colpiscono le immagini di questi mesi: chi arriva qui sui barconi lo fa per fame. La stessa che avevamo noi negli anni '90

“Sono venuto dal niente, i sacrifici portano a dei risultati inattesi, io per esempio ho giocato in Champions League e con la Nazionale. Per me è un orgoglio portare il mio nome dietro la maglietta

“Il mister (Ancelotti) ha vinto ovunque in Europa, ha qualcosa di speciale, lavorare con lui è fantastico. Inoltre è stato bravo ad entrare subito in sintonia con noi, speriamo possa continuare così. Un giocatore stimolato da un grande tecnico dà di più, anche in relazione alle nuove posizioni in campo 25


PROFILI 2004 arriva la svolta: si ritrova a lavorare in casa di Marco Piccioli, procuratore sportivo, a cui strappa la promessa di far effettuare un provino al figlio. Quattro anni più tardi la promessa viene mantenuta ed il giovane Elseid effettua un provino con la Fiorentina, che ne resta impressionata e che solo per problemi burocratici non riesce ad acquistarlo. Subentra l'Empoli che lo tessera nel settore giovanile e che gli permette di iniziare quella che è una vera e propria favola. Hysaj ha ricevuto sempre più attestati di stima. Anche la Serie A Tim, solo due anni e mezzo fa lo omaggiò attraverso i propri canali Twitter e Facebook con una bellissima dedica: “Lo vedi giocare e ti domandi come sia possibile che un ragazzo di 21 anni abbia il carattere di un veterano. Poi leggi la sua storia e capisci perché Elseid Hysaj non ha paura di nessuno”.

Dicono di lui “Hysaj sta facendo vedere che si può fare affidamento su di lui. Gioca sempre, non ha infortuni, non crea problemi e magari qualche volta non mette bene la palla, ma pochi altri a destra giocano con la continuità, la tecnica e la forza di Hysaj. È completo ed ha solo 24 anni per cui può ancora migliorare Gianni De Biasi (ex all. Albania)

“Ha giocato diverse partite a sinistra facendo molto bene, ma purtroppo si parla solo quando uno fa male e commette degli errori. Accettiamo anche questo, non è un problema, è molto più gratificante essere il 13esimo terzino d'Europa per valutazione, le critiche non ci interessano Mario Giuffredi (suo procuratore)

“Lui non ha molti grilli per la testa e sta bene qui. Un anno fa mi disse di lasciar perdere le offerte della Juventus perché voleva vincere qui lo Scudetto Mario Giuffredi (suo procuratore)

26


LA STRADA PER BAKU

Dalla Champions all'Europa League di Lorenzo Gaudiano

Il dopo Liverpool si chiama Zurigo. Il Napoli ai sedicesimi trova gli svizzeri allenati dall'ex terzino sinistro Magnin Espugnare Anfield è difficile per tutti. Il Napoli

andare in visita al Letzigrund Stadion, poi il 21

ci ha provato, purtroppo senza riuscire

febbraio il San Paolo ospiterà la gara di ritorno.

nell'intento. La sconfitta per 1 a 0 subita per

Il doppio confronto con la squadra elvetica

mano del Liverpool ha retrocesso gli azzurri in

avverrà in concomitanza con le sfide di

Europa League dopo un girone impegnativo

campionato contro Fiorentina al Franchi e

disputato con grande personalità. Gli ottavi di

Torino al San Paolo, gare sicuramente non

finale di Champions, anche se sarebbero stati

proibitive ma comunque impegnative e

meritati, sono sfuggiti per un pelo. Come recita

importanti per la classifica. Lo scorso anno il

però un antico detto, quando si chiude una porta

Napoli rinunciò all'Europa League per

si apre sempre un portone. Adesso le porte

inseguire il sogno Scudetto. Oggi si ripresenta

dell'Europa League si sono spalancate per il

di nuovo la possibilità di conquistare un trofeo,

Napoli, che dal 14 febbraio inizierà il suo

sulla carta, alla portata. Il cammino non sarà

viaggio alle volte di Baku, sede della finale 2019. La prima tappa di questo percorso lungo e faticoso sarà Zurigo. Il sorteggio, abitualmente poco benevolo nei confronti dei partenopei, ha riservato per i sedicesimi alla squadra di Ancelotti una sfida questa volta agevole sulla carta, ma comunque da affrontare con la giusta concentrazione. Gli svizzeri, quarti in classifica nel loro campionato nazionale, hanno superato il girone di Europa League da secondi dietro al Bayer Leverkusen. Agli azzurri toccherà prima

27


facile, perchĂŠ anche in questa competizione ci

crescita internazionale del Napoli, che potrĂ

sono squadre attrezzate per arrivare sino in

contare sull'esperienza di Carlo Ancelotti e su

fondo. Le gare contro Liverpool e Psg, insieme a

un organico comunque all'altezza della nuova

quelle che verranno, saranno importanti per la

competizione da affrontare.

Il film di Liverpool - Napoli

28

Foto Mosca



VERSO INTER - NAPOLI

Forza Ancelotti Firmato DRIBBLOSSI di Pier Paolo Cattozzi Evaristo Beccalossi

“Il Becca”, senza pronostici per Inter – Napoli, ed il suo calcio fatto di qualità anche fuori dal rettangolo di gioco "DRIBBLOSSI", più che un acronimo, un vero e proprio Titolo onorifico riconosciuto urbi et orbi dalla DEA EUPALLA e tramandato ai posteri dallo scrittore e giornalista, anche di sport, Gianni Brera.

lunghi per i titoli e, in genere, anche per i tabellini della cronaca spicciola. Essendo il giovane cresciuto a Brescia giocatore di talento e fantasia, non lo si poteva certo ignorare. Accadde così che l'autore settimanale dell'Arcimatto (rubrica settimanale di risposte ai lettori del Guerin Sportivo) ancora una volta seppe racchiudere in un solo suo neologismo tutto quanto sapeva inventare in campo quel Campione dal dribbling facile. Proprio tutto, invero, non lo si può affermare, perché il personaggio aggiungeva all'estro un pizzico di "discontinuità" che lo faceva regredire al ruolo di semplice comprimario. Raccontano che i suoi colleghi di spogliatoio, prima di entrare in campo, usassero chiedersi se la partita in programma l'avrebbero giocata in dieci o in dodici a seconda dell'umore di DRIBBLOSSI. -Non posso smentire: era proprio così. Perché a me piaceva giocare per divertirmi e a volte gli altri evidentemente si divertivano meno. Eri evidentemente insofferente agli schemi. -Che schemi e schemi: io e Altobelli giocavamo e ci intendevamo perfettamente,

Quando vidi per la prima volta il campo a 11, mi sembrò enorme. Ci andavo in bicicletta, una Graziella che piegavo in due per metterla nell'automobile di papà, che veniva a prendermi quando finiva di lavorare -- Se devo essere sincero, quando mi battezzò come DRIBBLOSSI, non la presi affatto bene. Mi lamentai. Poi scrisse che "io vedevo autostrade dove gli altri vedevano solo strade di campagna" e allora, capii che non era il solito criticone e gli sono addirittura riconoscente. Il soprannome mi h a p o r t a t o f o r t u n a . E VA R I S T O BECCALOSSI per i giornalisti del tempo erano considerati, nome e cognome, troppo

30


ma nessuno ci ha mai dettato schemi. Gli schemi sono venuti dopo e, almeno io, non sono proprio convinto che abbiano aggiunto qualcosa di più al gioco: forse qualche alibi e rompicapo per voi giornalisti. Non è che il tuo rapporto con il giornalismo, quello che Frassica (il comico, categoria che oggi va per la maggiore ndr) ha definito il mestiere più antico del Mondo, sia stato sempre idilliaco. -- No, grande rispetto per tutti, ma riconosco che oggi siano troppo invadenti. Radio, tv, giornali, social e così via. Tu sei un amico, quindi è un'altra cosa. In effetti per averti al telefono sono stato dribblato via cavo, con sms, whatsapp e via dicendo in Italia e all'estero. A proposito, cosa ci facevi in Georgia. -- Ero con la Under 19 come Capo delegazione. Una bella esperienza che mi gratifica. Oggi ci sono giovani che a soli diciannove anni vengono convocati da Mancini in Nazionale A. Vedi Tonali, Zaniolo, ma non solo. Il problema è che vengono subito paragonati a campioni del passato o recenti mentre non ci sono cloni: ognuno ha caratteristiche proprie. Mi sembra sciocco paragonarli subito a Del Piero o Pirlo. Inoltre si rischia anche di mandarli fuori giri. Inutile chiederti se c'è qualcuno che ti assomiglia, ad esempio, nel Napoli. -- Non me la sento proprio di fare certe cose: io ero uno che cercava di fare bene l'ultimo passaggio. Con Altobelli lo facevo a occhi chiusi e per questo ci divertivamo. Non era vero che sbavavo per il dribbling: mi piaceva giocare per gli altri e non mi piaceva correre. Da qui il fatto che non tutti gli allenatori mi capivano. Nemmeno Bearzot (non lo convocò per i Mondiali dell'82, quelli vinti dall'Italia). -Fammi il favore. Acqua passata, non ne voglio più parlare. Allora ritorniamo alla Coppie Regine: come Mertens ed Insigne, ad

Gianni Brera

esempio. -- Davvero forti, ma niente paragoni. Hanno tecnica, classe e si allenano come si fa oggi: al massimo. Non c'è più il calcio naïf. Qualcuno dice anche a scapito della qualità. -- Tutte balle. Certo il professionismo esasperato di oggi priva lo spettacolo di qualche colpo del cosiddetto fantasista, privilegiando il collettivo. Però

La maglia nerazzurra la ricordo di un peso incredibile. La gente dell'Inter mi ha sempre amato e lo fa a nc ora , m a a rr iva re a gi oc a re nell'Inter dopo i fenomeni che c'erano stati mi faceva paura. Era incredibile, passare da Brescia alla grande città, Milano, per giocare con l'Inter. Passare da Suarez, Corso, Mazzola a Beccalossi, erano emozioni impressionanti quanti atleti e campioni che possono comunque garantire lo spettacolo. Come Napoli e Inter: chi vedi come anti Juve. -- Il Napoli ha fatto vedere qualche cosina in più. Ancelotti in soli sei mesi ha già valorizzato quel tanto di buono che aveva fatto Sarri. Indubbiamente la sua esperienza internazionale è più che una garanzia. Spalletti. -- Spalletti ha fatto bene alla Roma, ma la sua vera occasione di dimostrare cosa

31


VERSO INTER - NAPOLI sa fare è l'Inter. Se sbaglia, Milano potrebbe esser l'ultima spiaggia. Non mi chiedere però quale sarà il risultato. Speriamo nello ... Spettacolo. L'eliminazione di entrambe in Champions a chi porterà più problemi. -- È difficile dirlo. Certo il Napoli è uscito veramente a testa alta. Nessuno aveva pensato a una impresa tanto meritevole. Si pensi che praticamente è stato eliminato a causa del golletto subito dalla Stella Rossa. Per Ancelotti solo un ulteriore riconoscimento nonostante l'eliminazione, ma si sa che in campo poi vanno solo i giocatori. Qualcosina in più ci si aspettava sia da Mertens che da Insigne. Hanno ancora il Campionato per farsi perdonare, senza dimenticare che anche l'Europa League resta un traguardo da non sottovalutare. E la tua Inter. -- Quasi lo stesso discorso anche per l'Inter, ma con l'aggravante di un calo di condizione e concentrazione che Spalletti dovrà valutare molto attentamente. Anche perché non mancano rimproveri a suo carico. Forse anche un mea culpa non guasterebbe e Milano resta per lui l'ultima spiaggia. Visto che sei fra i suoi collaboratori in Nazionale, come giudichi il lavoro di Mancini. -- Sono ottimista. La scelta di puntare sui giovani darà risultati molto lusinghieri. Io fra i giovani lavoro e vedo ragazzi interessanti e tecnicamente già affidabili. Mancini come Ancelotti ha buona esperienza internazionale. Farà bene: lo auguro a lui e alla Nazionale. Dopo Brera, mio Direttore al

La carriera di Beccalossi Brescia dal 1972 al 1978 Inter dal 1978 al 1984 Sampdoria dal 1984 al 1985 Monza dal 1985 al 1986 Brescia dal 1986 al 1988 Barletta dal 1988 al 1989 Pordenone dal 1989 al 1990 Breno dal 1990 al 1991 Nazionale Under 21 76 - 80 Nazionale Olimpica 79 - 80 Palmarés Brescia – Camp. Primavera 74-75 Inter – Camp. Serie A 79- 80 Inter – Coppa Italia 81-82 Sampdoria – Coppa Italia 84-85 Guerin Sportivo che mi portava a San Siro a vedere la sua Beneamata, ti ricordo anche un altro personaggio mai dimenticato fra i tuoi prestigiosi ammiratori: l'avvocato Prisco. Lui amava dire: "Non è BECCALOSSI che gioca col pallone, è il pallone che vuole giocare con lui". -Hai ragione: davvero indimenticabile come la Beneamata di allora. Senza dimenticare i suoi grandi Presidenti. A proposito di presidenti, cosa pensi di De Laurentiis. -Con la maglia dell'Inter

È meglio giocare con una sedia che con Hansi Muller, perché con la sedia quando gli tiri la palla addosso ti torna indietro!

32


Il Becca con la Nazionale

ha scelto Ancelotti per il dopo Sarri. Chiaro che a volte parla troppo, ma non devo essere proprio io a dirlo. Sta portando avanti un programma ambizioso che merita attenzione, non solo per la sua soddisfazione ma per quel pubblico che tutti vorrebbero avere. Forse anche la Juve, almeno qualche volta. Quindi alla fine Juve o Napoli o ....-- Ehi Catto, non ci riprovare: niente pronostici. Così, alla fine, non poteva che arrivare un bel tunnel, firmato DRIBBLOSSI.

Beccalossi ed il suo amico Altobelli

IL RICORDO Milano 15 Settembre 82, Inter - Slovan Bratislava: ‘‘Sbagliai due rigori in pochi minuti. Dal nervoso mi venne una contrattura muscolare e dovetti pure chiedere il cambio a Marchesi. Venivo da 12 rigori trasformati e mi sentivo sicuro’’ Evaristo sorridente risponde alle domande

33


LA PARTITA DI NATALE

Milano – Napoli sotto l' albero

INTER - N CAMPIONATO – SERIE A GIRONE D'ANDATA 18^ GIORNATA

di Bruno Marchionibus

FABIAN RU

A San Siro Inter e Napoli si sfidano per inseguire la vetta e consolidare il proprio posto in zona Champions

MAKSIMOVIC

ICA

ST AD

MERTENS

IO

La partita Accreditate da molti come le due principali e potenziali antagoniste della Juventus in campionato, l'una per la splendida stagione dello scorso anno e l'altra per la faraonica campagna acquisti estiva, Napoli ed Inter si sono presentate ai nastri di partenza di questa stagione con l'obiettivo minimo di conquistare una nuova qualificazione in Champions, cercando per quanto possibile di impensierire i bianconeri in vetta alla classifica. I nerazzurri, al secondo anno sotto la guida di Spalletti, dopo una partenza stentata hanno trovato la quadratura del cerchio, iniziando ad inanellare una serie di risultati positivi consecutivi così come i ragazzi di Ancelotti, cosicché la sfida di San Siro del 26 dicembre tra le due compagini si presenta sulla carta come uno dei match più avvincenti del torneo.

Ancelotti e Spalletti qualche anno fa in un'amichevole

34

NAPOLI ALLENATORE ANCELOTTI

SA

PERISIC

NS

IRO

MI

LA

NO

STADIO SAN SIRO 26 DICE Investimenti vs continuità tecnica I meneghini, come al solito, faranno grande affidamento non soltanto sul proprio potenziale offensivo, con Icardi ormai affermato rapace d'area di rigore che in questa stagione oltre al supporto di Perisic può contare al suo fianco anche su Politano e Keita, ma anche su una rinnovata solidità del centrocampo e della difesa, ottenuta grazie ai fondamentali arrivi dalla Capitale di Nainggolan e De Vrij. Fattore determinante nel campionato interista, infine, è come sempre il “portierone” Handanovic, da anni ormai tra i migliori della Serie A nel suo ruolo. Gli azzurri, dal canto loro, hanno basato i risultati positivi di questa prima metà di annata sulla continuità tecnica rispetto alle passate stagioni, con buona parte dei protagonisti del triennio sarriano al centro anche del progetto di


- NAPOLI INTER ALLENATORE SPALLETTI

BIAN RUIZ

POLITANO ICARDI

ERISIC

NO

VRSALJKO

NAINGGOLAN

VECINO

Una trasferta storicamente difficile

DE VRIJ BROZOVIC SKRINIAR HANDANOVIC

ER

ASAMOAH

1 3-

2-

4-

T IN

CEMBRE

Ancelotti, il quale ha saputo però trasmettere ai suoi ragazzi quel quid in più dato da esperienza internazionale e capacità di cambiare pelle a seconda degli incontri e dei momenti della partita. Hamsik e compagni affronteranno senza dubbio la sfida del Meazza puntando sul palleggio del proprio centrocampo e sulla fantasia dei propri uomini offensivi che, guidati da un Lorenzo Insigne in questa stagione in formato deluxe e da un Mertens che recentemente ha tagliato il traguardo di quota 100 gol in maglia partenopea, potrebbero mettere seriamente in difficoltà i giganti della retroguardia di Spalletti.

2018 ORE 20.30 – –

La Scala del calcio, storicamente, è un campo dove il Napoli è spesso incappato in sconfitte brucianti, basti pensare alla contestata sconfitta in rimonta subita nel 1970/71, che segnò la fine del sogno Scudetto per gli azzurri di Zoff e Juliano, o al fatto che anche negli anni dei due Scudetti la squadra di Maradona tornò in Campania da Milano a mani vuote (1 a 0 gol di Bergomi nel 1986/87, 3 a 1 nel 1989/90); non è mancata, tuttavia, per i partenopei qualche soddisfazione non da poco, come negli ultimi anni l'1 a 0 di due stagioni fa firmato da Callejon o il ben più rotondo 3 a 0 dell' ottobre 2011 (Campagnaro, Maggio, Hamsik), ar rivato diciassette anni dopo l'ultima imposizione napoletana in casa della Beneamata, siglata all'epoca dall'autogol di Jonk su tiro di Buso e da un magistrale calcio di punizione del brasiliano Andrè Cruz.

Il gol vittoria di Callejon nel 2017

André Cruz contribuì al successo azzurro nel 1994

Il 3 a 0 di Hamsik nel 2011

35


www.protom.com


IL TORNEO

Mauro De Maio e Federica Sacco campioni campani di Bruno Marchionibus

Un successo tecnico e organizzativo per il Club Atheneo l'edizione 2018 dei Campionati Assoluti

G

rande successo di iscritti e di pubblico per l'edizione 2018 dei Campionati Assoluti Campani di Tennis, tenutisi sui campi del Tennis Club Atheneo, il circolo sito in Via Arcamone e gestito dalla famiglia La Cava, che in meno di dieci anni grazie alle sue moder ne str utture ed alla passione e professionalità dell'intero staff tecnico ed amministr ativo è riuscito a diventare un'eccellenza a livello regionale e non solo. «I Campionati hanno registrato, rispetto alle scorse edizioni, un notevole incremento di partecipanti» sottolinea Paolo La Cava, patron

del T.C. e grande appassionato di questo nobile sport «toccando quota 184 giocatori iscritti nelle varie categorie, di cui 141 uomini e ben 43 donne, record assoluto a livello campano di presenze femminili in un torneo Open». Tabelloni nutriti e competitivi, quelli della massima rassegna della Campania, sia per quanto riguarda la Terza Categoria che la Seconda, e torneo che ha avuto la possibilità di andare avanti regolarmente nonostante qualche prevedibile, dato il periodo dell'anno, giorno di pioggia grazie ai campi al coperto di cui è dotato l'Atheneo: «Per quanto riguarda

Le Premiazioni

37


considerevole montepremi di 5.500 euro, la quale prima di questo 2018 da anni ormai veniva stabilmente assegnata al CUS Napoli: «Ringrazio i partner commerciali che ci hanno accompagnato nel corso di questi giorni» aggiunge il patron «in particolar modo il nostro main sponsor Articolo 1, e voglio evidenziare come sui nostri campi in terra rossa siano stati anche diversi dei “nostri” ragazzi dell'Atheneo a mettersi in mostra, a riprova ancora una volta della qualità tecnica raggiunta dal Circolo».

la Terza Categoria abbiamo superato addirittura quota settanta iscritti» continua La Cava «trenta invece i partecipanti per la Seconda. Disporre di tre campi al coperto, cosa estremamente rara da queste parti, ha fatto sì che i match potessero disputarsi regolarmente secondo i programmi anche nelle giornate in cui ha piovuto». Proprio la qualità di giocatori e partite, inevitabilmente, ha assicurato alla competizione, iniziata il 6 dicembre e conclusasi domenica 16 con le finali, un'ottima risposta di pubblico. E nel giorno delle finali, inoltre, indicativa dell'importanza dell'evento è stata la partecipazione delle istituzioni, sia per quanto riguarda il Comune di Napoli con la presenza dell'Assessore allo Sport Ciro Borriello, sia per quanto riguarda il C o m i t a t o C a m p a n o Te n n i s , c o n l a presidentessa Virginia Di Caterino. Doveroso, ovviamente, ricordare chi ha contribuito a rendere possibile l'organizzazione di una rassegna sportiva di tale portata, dotata di un

Le Finali Finale maschile I° classificato Mauro De Maio (Tennis Club San Giorgio del Sannio) II° classificato Giuseppe Caparro (Tennis Vomero) Finale Femminile I^ classificata Federica Sacco (Tennis Fireball) II^ classificata Antonella La Cava (Tennis Club Atheneo)

Le Premiazioni

38



STORIE NAPOLETANE

Gianluca Ranieri ed i suoi dolci quadrati di Giovanni Gaudiano

L'art creator dell'omonima pasticceria racconta la sua storia, i suoi sogni creativi e le sue idee per Napoli È domenica mattina e nel bar pasticceria di

originale che viene sviluppato in

Gianluca Ranieri di via Cilea sembra di stare

laboratorio, questo percorso ha determinato

partecipando ad un happening. C'è gente che

il successo del nostro impegno. Le nostre

entra, consuma al banco, si sofferma cercando

torte provengono da un design originale, la

un dolce; altri preferiscono consumare

torta quadrata è nata per fornire un prodotto

all'aperto, complice la bella giornata. Il

che avesse la sua originalità e una sua pulizia

movimento è continuo e non potrebbe essere il

visiva e posso dire che caratterizza il mio

contrario. Il fine pasto domenicale del

modo di pensare al dolce. La base nella

napoletano richiede il dolce e la Pasticceria

preparazione è quella tradizionale, classica

Ranieri offre un'ampia scelta, anche se non è

ma il risultato finale è soprattutto

questo il punto di forza. I dolci preparati sono

visivamente attuale, moderno». A spiegare è

frutto di un lavoro ricercato, di una voglia di

proprio lui, Gianluca Ranieri, l'art creator della

novità e di sperimentazione che non conosce

pasticceria, il deus ex machina di una ricerca

soste. «I nostri dolci partono da un disegno

costante che produce risultati eccellenti. Ma

40


Ranieri, lei è solo uno sperimentatore? «Sostanzialmente sì. È il mio ruolo. In realtà io non mi sento un pasticcere, io sono un creativo. Non sono adatto per fare ogni giorno le stesse cose. La routine è lontana dal mio modo di essere, mi toglierebbe la creatività. Sono stato forse il primo a cercare con i miei colleghi uno scambio che partisse da basi tecnico-culturali già nel 2000 ma non feci proseliti. Ancora oggi l'operazione

dolce in maniera diversa da quella abituale,

risulta difficile, si fa fatica a portare avanti

in particolare un ingrediente presente da

un tale progetto. La mia idea è che bisogna

sempre nelle preparazioni veniva trattato in

migliorare la pasticceria, migliorare i locali

modo diverso. Ebbene noi, per raggiungere

in modo da poter migliorare i quartieri, la

quel risultato suggeritomi dal sogno,

città». Che sensazione le produce vedere i suoi

abbiamo impiegato 27 prove e da qui è nato il

dolci quadrati? «Quando guardo la pastiera

nome della nostra pastiera». È quindi una

quadrata mi emoziono in particolar modo,

creatività contagiata dai sogni la sua o parte da

perché vedere un dolce tradizionale

altri presupposti? «La mia creatività migliora

preparato in quel modo lo rende Ranieri, gli

quando sono in meditazione. Esiste

conferisce un senso di appartenenza molto

l'inquinamento del pensiero come quello

più forte al mio modo di intendere la

sonoro ed allora la capacità di estraniarsi

pasticceria». Ed allora che significa il numero

aiuta molto la fase creativa. In realtà si tratta

attribuito alla Pastiera 27? «È un dolce della

di raggiungere una frequenza che ti renda

tradizione che ho voluto comunque

più libero, meno ossessionato dai problemi

quadrato. L'originalità di questa creazione

di tutti i giorni al punto da poter creare nel

risiede nel fatto che nasce da un mio sogno,

piacere, superando la complessità che il

durante il quale in pasticceria si lavorava al

processo comporta. D'altronde la fase creativa oggi è difficile come anche raggiungere l'originalità, ci siamo riusciti per esempio nella preparazione degli struffoli che quest'anno ci ha regalato un premio. Poi c'è il profumo della città che parte dal caffè, che ti ispira in ogni momento». Ma quando lei parla della musica che migliora la lavorazione dei dolci a cosa si riferisce? «È vero, la musica quando viaggia a

41


STORIE NAPOLETANE 432 hertz, che è il suo suono naturale, fa sì che la struttura molecolare dei prodotti sia solidi che liquidi assuma un disegno perfetto. Si tratta però per il momento di un discorso prematuro che ritengo riuscirò a sviluppare meglio più in là». Torniamo indietro. Parliamo un po' di lei, del suo percorso professionale. «Sono oltre 15 anni che lavoro nel settore. Il mio primo inizio nel mondo dell'intrattenimento inteso come caffetteria e pasticceria è cominciato nel 2001. Ho avuto diverse esperienze e quando mi è capitato di dover allestire e curare feste per i compleanni o per le lauree mi sono reso conto che questo lavoro comportava un'aggregazione che a me piace molto. La cosa diventava ancora più sentita al taglio della torta, per me infatti quello era un

tecnologia». Siamo quasi a Natale, meglio il

momento di grande piacevolezza che mi ha

panettone o il pandoro? «Il nostro panettone

convinto come fossi tagliato per la

mi ha dato la possibilità di esprimere la mia

pasticceria. Nel 2015, quindi, ho lanciato il

c r e a t iv i t à . È u n d o l c e a p e r t o a l l a

mio nuovo brand con mio fratello Salvatore,

sperimentazione, si presta alla ricerca di

che si occupa dell'amministrazione, alla

gusti differenti, pur partendo dalla ricetta

ricerca di una pasticceria nuova, diversa

classica. Il pandoro potrebbe essere

dalla solita». Una delle novità è rappresentata

utilizzato tenuto conto delle possibili

dall'angolo lettura a via Cilea? «In realtà sono

farciture, ma non lo preferisco perché non

molto attento dal punto di vista culturale,

mi procura quelle sensazioni necessarie». E

pensare solo al commercio diventa triste.

la cassata? «La ricetta classica risulta un po'

L'angolo Ranieri change book serve a

stucchevole, asciutta, alla fine poco

favorire l'aggregazione, lo scambio dei libri

piacevole al palato. Le nostre nuove cassate

letti soprattutto tra i giovani. Oltre a

al forno al cioccolato e ai frutti di bosco

q u e s t ' at t iv i t à f a c c i a m o d ive r s e

saranno più gradevoli e più morbide. Sono le

presentazioni di libri nelle nostre strutture

ultime creazioni in ordine di tempo ma da

perché mi piace promuovere il mondo della

quando le ho presentate hanno subito avuto

lettura. Credo che i ragazzi debbano

successo». Un consiglio per il dolce di Natale.

staccarsi un po' dalla moderna

«Il mio consiglio per un fine pasto nelle

42


peggiori della città. Vedo anche uno sforzo da parte dei commercianti per migliorare la situazione in tutti settori». Cosa ne pensi del Napoli? «De Laurentiis è un genio. I tifosi possono dire quello che vogliono ma come imprenditore penso sia un esempio di efficienza. Non sono tifoso, non seguo da vicino il calcio ma il suo avvento ha portato positività con risultati e con la continuità festività va verso gli struffoli. Ci sono tante

che è sempre un risultato difficile da

varianti proposte un po' da tutti, anche se la

raggiungere. Gianluca ritor na alle sue

nostra creazione è stata premiata di recente

creazioni quadrate, senza tralasciare la cascata

come la più originale». Come vede Napoli

di struffoli presente nelle sue vetrine. A

Gianluca Ranieri? «Napoli la vedo sempre

proposito, sul sito si trova un appuntamento:

bella. Per me è una città che andrebbe

“Aspettando Ranieri 2020”. Non è dato sapere

comunicata diversamente per quello che è

per il momento di cosa si tratti, forse qualcosa

realmente. È piena di storia, c'è un popolo

connessa al laboratorio, al lavoro che li vi si

positivo nella sua maggioranza, anche se non

svolge. Chissà. Non resta che attendere, siamo

si perde occasione per mostrare i lati

quasi nel 2019.

43


Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA Tel. 081 558 1970 Aperto dal lunedĂŹ al sabato dalle 09.00 alle 22.00


LE AZIENDE

Sorbino: ‘‘La tradizione ci insegna, l'innovazione ci guida’’

di Lorenzo Gaudiano

Una famiglia ed un gruppo d'aziende con un marchio consolidato ed in espansione su tutti i mercati del mondo Siamo all'Interporto. Entrando nel quartier

Giuseppe e i fratelli Ciro e Modestino

generale dell'azienda Sorbino, si respira subito

incominciarono a spostarsi in altri punti

un'aria di grande professionalità. L'ampiezza

vendita nella zona con un nuovo marchio ed

dei locali e l'organizzazione dell'azienda

il fatturato iniziò a crescere. Da qui nacque

spiegano da subito la grande evoluzione che il

l'idea di realizzare prodotti utilizzando il

marchio in più di cinquant'anni ha avuto nel

marchio Sorbino, che ebbe un buon impatto

settore dell'abbigliamento maschile. Non si

sul mercato. La domanda crebbe e così partì

tratta soltanto di un'azienda ma di una famiglia.

nei primi anni '90 l'esperienza al CIS di

Una famiglia di tre fratelli (Ciro, Modestino e

Nola, all'isola 3, con un capannone. Ciro,

Giuseppe) che ha saputo continuare e

Modestino e papà Giuseppe credettero sin

sviluppare l'attività iniziata dal padre Giovanni,

da subito nel progetto ed il progressivo

riuscendo a coinvolgere anche i propri figli. Uno

sviluppo del marchio consentì l'acquisto di

di questi è Gianni Sorbino, figlio di Giuseppe,

ulteriori capannoni. Poi negli anni '90

con il quale è un piacere ripercorrere la storia

partimmo con un altro polo distributivo al

del marchio e lanciare un breve sguardo al

Centergross a Funo Argelato, che è il centro

futuro, ricco di possibilità ma soprattutto di obiettivi. Come è nato il marchio Sorbino? «L'azienda nasce con mio nonno nel locale a Vico Scassacocchi, quartiere Forcella. Si trattava di un garage dove lui esponeva ogni mattina i pantaloni all'esterno della sua parete. Mio nonno riforniva tutta Napoli ed e ra u n c o m m e r c i a n t e r i c o n o s c i u t o dappertutto. Successivamente mio padre

45


«Quando ero bambino, papà lavorava molto anche la domenica perché il CIS era sempre pieno di persone provenienti da tutt'Italia che si rifornivano di merci. Dal lunedì al sabato vendevano al dettaglio, la domenica venivano a rifornirsi. Il CIS è venuto a mancare nel corso del tempo non per sua colpa ma perché il mercato all'ingrosso ha distribuzione che serve i mercati del Nord

cominciato a scemare. L'entrata sempre più

Europa e Nord Italia. Nel 2007 però iniziò un

insistente nel nostro Paese di catene

periodo di crisi che vide il fallimento di

internazionali ha fatto sì che ci fossero

molte aziende del settore e per questo

sempre negozi diretti in aree cittadine,

decidemmo di spostarci con la logistica

demotivando il cliente che comprava

all'Interporto Campano di Nola e creare

all'ingrosso. È cambiata la politica del

un'altra società figlia della Sorbino, che è il

pricing in virtù di una crescente

Gruppo GGM Italia a cui fanno capo i

globalizzazione e di una forte concorrenza

marchi Dooa, Hamaki-Ho e Sseinse che

dei centri commerciali e del mercato

esponiamo da 20 stagioni al Pitti di Firenze.

online». Quanto è importante consentire ai

Successivamente abbiamo rilevato l'azienda

clienti di acquistare capi d'abbigliamento anche

empolese Gazzarrini, che fu insieme ad

online? «Secondo Il Sole 24 Ore un'azienda

Armani tra i primi a sfilare a Milano». Come è

che non dispone di una piattaforma

continuato lo sviluppo dell'azienda? «Per

d'acquisto online è destinata a fallire. Con

diversificare, considerando le difficoltà

altri marchi la abbiamo già, per Sorbino è in

nella diffusione, abbiamo deciso di far

via di allestimento. Ci sarà un customer che

diventare il nostro core business i nostri

seguirà le richieste del cliente e un addetto

punti vendita, aprendone 100 su tutto il

alle spedizioni. Riceviamo continue

territorio nazionale di cui 30 in affiliazione. Il nostro appeal all'estero, tra l'altro, è cresciuto con affiliazioni in Iran, a Dubai e nei centri commerciali di spessore. Abbiamo aperto corner e punti vendita anche in Europa. Per l'anno prossimo sono previste nel primo semestre 25 aperture e mi auguro lo stesso per il secondo. Abbiamo una vasta richiesta di affiliazione». Come è cambiato il mondo dell'abbigliamento in questi anni?

46


LE AZIENDE richieste da parte di molte persone fuori

classifica, lottiamo per lo Scudetto e ci

dall'Italia, fidelizzate Sorbino, che vogliono

misuriamo contro squadre di livello come

acquistare i nostri prodotti». Quali sono gli

Liverpool e Paris Saint-Germain». Quali

obiettivi per il futuro? «Aprire punti vendita

sono i vantaggi della vostra partnership con il

in territorio nazionale e aumentare la lista di

Napoli? «Qualche anno fa abbiamo venduto

partner all'estero. A Dubai, per esempio,

più caschi di Momodesign in virtù della

apriremo con un nostro partner 10 punti

sponsorizzazione con il Napoli. Ruiz e

vendita». I vostri capi dove vengono realizzati?

Insigne sono nostri testimonial. La

«Turchia, Bangladesh, Cina e Romania per

partnership con la società partenopea ha

ragioni naturalmente economiche.

naturalmente incrementato la nostra

Vorremmo produrre in Italia ma siamo

clientela. Al di là poi dell'immagine e

costretti ad andare all'estero. Devo dire che

dell'aspetto economico, è un onore far parte

comunque la produzione all'estero è

della famiglia Napoli». Cosa ne pensa di Carlo

migliorata in maniera significativa anche

Ancelotti? «Ancelotti come persona mi piace

grazie a figure professionali provenienti

tanto, perché ha dato spazio a figure che non

dall'Italia». Sorbino è legato da anni al Calcio

conoscevamo. È stato bravo a valorizzare

Napoli. Cosa ne pensa di Aurelio De Laurentiis?

diversi giocatori e a trattenere i campioni».

«Noi siamo sponsor del Napoli dall'epoca di

Ringraziamo Gianni Sorbino per la sua

Maradona. Poi con l'arrivo di De Laurentiis

disponibilità ed il suo tempo. Uscendo

abbiamo anche prodotto una linea Dooa-

dall'azienda, balza agli occhi uno splendido

Napoli con capi numerati che avevano

tavolo da biliardo. Anche il tempo libero

l'esclusiva. Il Presidente è un grande

nell'azienda ha il suo rilievo. Una partitina ci

imprenditore, si fa valere e lo stimo tanto.

avrebbe fatto piacere ma è tardi, è ora di

Ha preso la squadra in Serie C, oggi stiamo

rientrare a casa per ricaricare le batterie dopo

vivendo annate stupende ai vertici della

una lunga giornata di lavoro e di impegni.

47


LE TRADIZIONI

L'arte de “Il Mondo dei pastori” di Bruno Marchionibus

Il presepe napoletano del maestro Ugo Esposito nel segno della antica tradizione partenopea Il maestro nel suo negozio

storia e tradizione. Come si è avvicinato al mondo dei presepi e da quanto è a San Gregorio Armeno? «Io qui a San Gregorio ci sono nato. Quando ero piccolo questa strada non era molto conosciuta, anzi direi che era decisamente isolata, e le botteghe erano aperte semplicemente per quei 15/20 giorni di dicembre. Poi, col passare degli anni, le tante bellezze artistiche presenti qui al Centro hanno fatto sì che la zona dei Decumani venisse del tutto riscoperta, ed oggi la presenza di turisti durante tutto l'anno è notevole, anche per la possibilità che Napoli offre di trascorrere qualche giorno in città a prezzi più che ragionevoli». Ad oggi quindi la bottega è aperta tutto l'anno? «Sì, rispetto a quando si apriva solamente per il mese di Natale, l'aumento delle spese al giorno d'oggi rende necessario tenere aperta l'attività dodici mesi e lavorare di fatto dodici ore al giorno, anche perché il flusso di turisti è consistente durante l'intero arco dell'anno. E poi ci sono anche diverse persone che vengono per comprare regalini, bomboniere, decorazioni per le

Nel cuore pulsante di Napoli, tra i decumani del Centro Storico, dove ogni angolo trasuda storia ed ogni scorcio trasmette agli occhi ed ai cuori dei napoletani e dei turisti la millenaria cultura di Partenope, si trova, come un'arteria che collega Spaccanapoli a Via dei Tribunali e che irrora la città con lo spirito della tradizione e del Natale, quella che è comunemente considerata la Capitale Mondiale dell'arte presepiale: San Gregorio Armeno. Patrimonio della città ed autentica calamita per migliaia di visitatori non soltanto nel periodo delle festività natalizie, San Gregorio ha ottenuto fama internazionale grazie all'abilità ed alla creatività dei suoi maestri presepiali, che realizzano prodotti unici al mondo i quali, nell'epoca della produzione in serie, hanno la capacità ed il merito di ricordare quanto il lavoro artigiano raggiunga vette di qualità inarrivabili per qualsiasi macchina. Tra di essi, al civico 46, spicca Ugo Esposito, la cui bottega “Il Mondo dei pastori” si presenta come un vero e proprio paradiso per gli amanti del presepe tradizionale napoletano, con i personaggi classici riprodotti fedelmente e con una cura dalla quale traspare tutta la passione del maestro verso il proprio lavoro e verso

48


case; insomma, siamo sempre in attività». C'è un personaggio del presepe tradizionale napoletano al quale è particolarmente legato? «I miei preferiti sono sempre stati Benino ed il pastore della meraviglia. Benino è un pilastro del presepe napoletano, è colui che sogna il presepe; e poi c'è appunto il pastore della meraviglia, che va insieme a lui». Qual è il procedimento di realizzazione delle sue meravigliose statuine? «I pastori di terracotta come i nostri sono rifiniti al 50% con la forma ed al 50% a mano, poi si fanno seccare, si cuoce a 940/960 gradi la terracotta e ci si dedica infine alla pittura. Si tratta di pitture dalle colorazioni molto particolari; anche in questo caso l'obiettivo è realizzare un prodotto di qualità. Con questa lavorazione si parte da pastori di 2/4 centimetri per arrivare fino a quelli di 12/15; più grandi per Il pastore vestito del tipico presepe napoletano

L'ingresso del negozio di San Gregorio Armeno

49


LE TRADIZIONI i presepi ormai se ne fanno pochi, dato che la tradizione del presepe e di conoscerne la grandezza media delle abitazioni di oggi storia».Ne gli ultimi anni, accanto ai personaggi tradizionali proposti dal presepe condiziona anche quella dei presepi allestiti napoletano, sono comparsi a San Gregorio un dalle famiglie. Per quanto riguarda i pastori po’ in tutte le botteghe, in maniera sempre vestiti, di dimensioni maggiori, il discorso è maggiore, tante statuine di vip e personaggi un po' diverso: abbiamo abiti di seta e mani e dell'attualità. Cosa ne pensa? «Io amo il p i e d i i n l e g n o, e d i n q u e s t o c a s o presepe classico napoletano del '700, e credo raggiungono anche i 40 centimetri. “Il che sia quello della tradizione il messaggio Mondo dei pastori”, insomma, sta facendo di che dovremmo portare avanti con forza. È tutto per mantenere viva la cultura chiaro che ad oggi la richiesta di personaggi tradizionale del vero presepe napoletano». famosi è tanta, e A questo proposito, c'è la necessità di qual è secondo lei il adeguarsi almeno segreto del presepe in parte a ciò che napoletano, che lo rende il più famoso chiede il mercato, al mondo? «I dovendosi anche segreti del pastore m a n t e n e r e napoletano sono la costantemente grazia, la bellezza, aggiornati nel la qualità del corso dell'anno su manufatto e delle quali siano le stoffe, e la cura celebrità del con cui viene momento; al 90%, presentato in ogni caso, insieme ai vari c o n t i nu o a I Re Magi di Ugo Esposito accessori. Quando dedicarmi ai la testa è modellata a mano, l'eleganza del pastori ed alle statuine tradizionali, che prodotto è evidente. Quando invece un fanno parte della storia di Napoli e del vero pastore è brutto, è brutto dalla testa ai piedi, presepe». Tra le varie statuine, nella sua c'è poco da fare». Tra i tanti turisti che bottega, spiccano anche Pulcinella, Totò, vengono a Napoli e visitano San Gregorio, c'è Troisi. Come si legano questi personaggi alla una nazionalità in particolare che apprezza tradizione? «Si legano per il fatto che, come l'arte presepiale partenopea? «Sì, senza dubbio il presepe, anche loro fanno parte della i turisti spagnoli. D'altra parte si sa che la storia di Napoli. Io ho avuto la fortuna di Spagna è simile in tutto e per tutto alla incontrare Totò ai tempi in cui il Principe nostra terra; gli spagnoli sono solari, allegri, della risata usciva di notte a passeggiare per ed amano le cose belle e la qualità, tra cui i le vie della città, e credo che anche ricordare nostri presepi e le nostre statuine. E poi, per questi personaggi sia un modo per difendere fortuna, c'è da dire che tanti napoletani e valorizzare la tradizione napoletana». mostrano di amare ancora tanto la

50



LE TRADIZIONI

SCIÒ SCIÒ Una creazione di Ugo Esposito

Il folletto antisfiga e il pastore dormiente, come tutti gli altri personaggi napoletani,sono l'espressione della dimensione stravagante, onirica e magica del grande presepe napoletano

Sciò Sciò e la gobba beneaugurante

spontaneo dire: “E i Re Magi …muti!” Tutto questo è lo Sciò Sciò, lo spirito vecchio/bambino più amato dai napoletani e non solo. È rappresentato come un folletto, sul cui abito nero a code sono cuciti innumerevoli corni rossi così come il suo cappello a cilindro or pellato inoltre da campanellini e rigorosamente nonché vistosamente gobbo, non inteso nel senso calcistico del termine dove il fraintendimento è dietro l'angolo bensì “scartellato”. Secondo le antiche credenze lo scartello, o gobba, è indice di buon augurio, benessere e ricchezza. L’espressione sciò sciò altri non è che un'abbreviazione di “Sciò Sciò Ciucciuè Tiè”, che si potrebbe liberamente tradurre in “pussa via, brutta civetta del malaugurio” poiché da noi al Sud questo esemplare d'animale non porta bene, essendo un simbolo legato al passaggio della morte e ritenuto (a torto oppure a ragione) portatore di sventure, lutti e rovine per il suo lugubre verso. A questo rito scaramantico verbale si sussegue, di prassi obbligatoria, un altrettanto gesto di rimando che non è proprio signorile ma necessario, la cui venia passa in secondo piano rispetto all'efficacia del suddetto gesto.

È nel XVIII secolo che il presepe napoletano fiorisce nel suo folklore più stravagante, a tratti irriverente ma senza incorrere nella blasfemia, con l'introduzione di personaggi esistenti solo nella fantasia che, tra il serio ed il faceto, fanno da cornice al miracolo della natività. Sono essi la materializzazione di vizi, fisime e peculiarità del nostro popolo senza i quali saremmo denudati del nostro cromosoma più prezioso, che ci rende speciali agli occhi del mondo; tant'è vero che per omaggiare il nostro Salvatore, ovemai la sua onnipotenza non fosse sufficiente al nostro umano sentire, e per compensare (sempre a nostro dire) l'inutilità di incenso e mirra in un contesto estremo come la venuta alla luce in una mangiatoia, si è rocambolescamente pensato di introdurre lo Sciò Sciò, buffo, furbo ed allegro personaggio molto amato o forse il più amato nella panoramica delle figure allegoriche, poiché esso rappresenta la “buona” sorte, l'antisfiga per eccellenza. A questa figura bastano devozione e riconoscimento affinché la sua proverbiale generosità si manifesti senza limiti. Un portafortuna di inestimabile valore. Come da “slang facebookiano” verrebbe

52


E BENINO

di Paola Parisi tutti i pastori del presepe napoletano, anche la figura del nostro beato dormiente ha un preciso significato simbolico e contribuisce a rendere il racconto della Natività unico e speciale. Benino, infatti, è il pastorello immerso nel sonno, collocato lontano dalla grotta, ossia nel punto più alto del presepe dove egli è disteso in prossimità di un albero che gli fa da ombra e contornato da pecorelle bianche, dodici per l'esattezza, come i mesi dell'anno. Questi, anche se presente nel presepe come parte passiva, è un personaggio di grande importanza e nulla è lasciato al caso. Tutti aspettano la nascita del Bambino Gesù e lo fa anche Benino, seppur dormendo. Intorno a lui ruota una leggenda poco conosciuta, quella in cui il Presepe non è altro che il sogno stesso di questo personaggio. La leggenda vuole infatti che il Presepe appartenga al sogno di Benino ed è per questo che è importante che nessuno lo svegli, altrimenti tutta la magia scomparirebbe immediatamente. Si intuisce la simbologia onirica come un viaggio eccezionale, un viaggio verso la grotta della Natività ed il risveglio invece come il moto della rinascita dell'uomo e la vicinanza con Dio. Benino è un “nunzio” che ha il compito di annunciare non una nascita ma una rinascita, ovvero la rivelazione di Cristo al mondo intero. Quindi… nessuno svegli Benino.

Benino tra sogno e stoltezza Non mancano nell'idioma popolare delle espressioni poco gratificanti sul conto del nostro pastorello, al quale spesso e volentieri ci si riferisce, ben lontano dalla sua figura tradizionale, come simbolo di stoltezza per antonomasia. Non a caso si è soliti riportare a l l ' at t e n z i o n e i l s o g g e t t o d i s t r at t o, sottolineando sarcasticamente l'espressione “E tu duorm Benino!!!”, anche se vorremmo esprimere tutt'altra cosa prendendo in prestito il finale di una celeberrima poesia di Salvatore di Giacomo che, ad hoc, recita: “E tu duorm…strunz”.

Nessuno svegli Benino Un personaggio che invece è promosso sul campo fin dalla notte dei tempi è Benino. Come

Sciò Sciò nel presepe come antidoto Il personaggio raffigurante il porta fortuna “Sciò Sciò” che scaccia via la iella ed il malocchio è modellato nella tradizione interamente a mano e non da stampo. Abiti in stoffa di San Leucio, busto in fil di ferro e stoppa secondo la tradizione napoletana del '700 per le statue da presepe. Inconfondibile per i suoi ricchi ornamenti nel vestito e nel cappello, contenenti tutti i simboli scaramantici: aglio, ferri di cavallo, cornucopia, forbici, ombrello e corni di tutte le forme possibili ed immaginabili. Il nostro Sciò Sciò non è ovviamente un pastore ma comunque fa parte della nostra cultura e tradizione e non conosce tempo, poiché la scaramanzia, come sopra detto, fa parte del nostro patrimonio genetico e possiamo dire che, se è stato introdotto nel presepe, è innocentemente stato fatto per preservare la Sacra Famiglia da sventure di sorta senza l'intento di voler sminuire la loro misericordia.

53


IL PATRIMONIO

Pietrarsa: la sua storia e le sue locomotive di Giovanni Gaudiano

Il direttore Orvitti racconta il sito voluto d a l l a Fo n d a z i o n e delle Ferrovie dello Stato che è molto più di un semplice museo Il dr. Orvitti direttore del museo di Pietrarsa

I

l cielo è plumbeo e il mare attacca la

ferme, immobili su spezzoni di binari ed

scogliera come farebbe un esercito fuori

all'improvviso ti sembra di sentire il vociare dei

dalle mura di una fortezza. Il rumore

passeggeri, quelli sul piazzale, quelli affacciati ai

ricorrente delle onde sugli scogli nella

finestrini e poi tutti quei rumori caratteristici di

tranquillità del pomeriggio somiglia a quello

una stazione ferroviaria. Il mondo dei treni è

prodotto dall'arrivo di un convoglio sui binari.

f at t o d i r o m a n t i c i s m o, d i u n p a s s at o

Le luci però, e il bugnato chiaro delle alte

avventuroso ma resta, anche oggi che i Tav di

costruzioni, che furono le officine di un tempo,

tutto il mondo ne hanno cambiato la faccia,

danno chiarore al piazzale ampio ed al giardino

affascinante. Chiediamo al dott. Oreste Orvitti,

che costeggia il mare. Lo scenario di Pietrarsa

direttore del Museo di Pietrarsa, quale

in un pomeriggio autunnale è questo. Poi entri

sensazione prova entrando nel padiglione

nei vari padiglioni e ti si apre il cuore ad un'altra

riservato alle locomotive? «Una sensazione di

forte sensazione: vedi le locomotive, le carrozze

grande rispetto e stima perché vederle adesso qui ferme ti porta a pensare al lavoro che hanno svolto, alle persone che hanno trasportato. Ci si sente piccoli al cospetto di tutte queste macchine che hanno lavorato tanto ed oggi è come se si godessero il meritato riposo. Non sono più oggetti ma le sentiamo come parte di noi e poi immaginiamo che la sera, dopo aver chiuso il

Una veduta aerea del sito

54


La sala delle locomotive

museo, queste parlino tra di loro e ci sia una

rifornimenti dal mare. Nel Regno delle due

v i t a ch e si r i at t iva . L e l oc om ot ive

Sicilie, peraltro, il sito aveva una vocazione

rappresentano la nostra storia, il sacrificio

pirotecnica. Vi si costruivano affusti di

delle nostre famiglie, delle generazioni di

cannoni, motori per le navi sino all'avvento

una volta ed anche la grandezza del nostro

del treno che fece di quest'officina un vanto

paese che è stato ed è una potenza

dello stato borbonico. Quelle Officine

industriale, una forza geniale che ha fornito

nascono a Torre Annunziata, poi furono

sempre un impulso alla vita di tutta

s p o s t at e a Pa l a z z o Re a l e e q u i n d i

l'Europa». Ma lei, che è avvocato, cosa c'entra

definitivamente qui. Il posto si chiamava

con il museo? «Sono stato al servizio delle

originariamente Pietra Bianca ma l'eruzione

Ferrovie come legale. Poi quando la

del 1600 fece sì che il nome si tramutasse in

Fondazione ha rilanciato il progetto dei siti

Pietrarsa. L'industria ferroviaria voluta dai

ferroviari, ha cercato di mettere alla guida

Borboni fu pensata e costruita in anticipo di

persone che avessero un amore per il treno.

40 anni rispetto alla Fiat, alla Breda. Poi

La Ferrovia è di fatto una famiglia. Nel mio

l'Unità d'Italia creò delle nuove gerarchie.

caso, poi, il valore affettivo è doppio, mio

Questa zona di confine è anche conosciuta

padre ha lavorato proprio qui quando

per un evento particolare: l'eccidio a seguito

c'erano le officine, anzi potrei dire triplo

dei primi moti sindacali del 6 agosto 1863. I

perché io abito qui in zona e sono quasi il

lavoratori protestavano per la conduzione e

custode del sito». Pietrarsa ha avuto una

lo stato delle officine e furono caricati. Ci

storia piena di eventi, come si è arrivati al

furono 4 morti e 22 feriti. Per il popolo del

museo? «La struttura è posizionata in un

sud quella data è il vero primo maggio dei

posto meraviglioso e strategico. Fu pensata

lavoratori ed è ricordata proprio nel nostro

in questo posto per poter ricevere i

sito ancora oggi con afflusso di persone da

55


IL PATRIMONIO Ferrovie dello Stato ha anche voluto valorizzare gli hub presenti in Italia da quello di Pistoia a quello di La Spezia, dalla Sicilia a Pietrarsa che è considerato il gioiello tra i gioielli, quasi il Vaticano delle rotaie, anche perché è il sito da cui tutto nasce. Nel 2014 mi viene affidata la struttura che viene da subito individuata Pietrarsa all'imbrunire

come uno strumento di marketing ed anche

tutta l'Italia in occasione della festa dei

un modo per riavvicinare la gente al treno e

lavoratori. Pietrarsa comunque seppe

quindi alle Ferrovie dello Stato. In

ritagliarsi il suo posto anche con il governo

quell'anno i visitatori erano stati 4.000 ed

italiano, che investì sul sito industriale. In

oggi chiudiamo il 2018 con 150.000

queste officine si realizzava una locomotiva

presenze di cui oltre 50.000 studenti». Che

in 30 giorni contro gli abituali 100. Il

intende quando parla del museo come uno

particolare non sfuggì agli inglesi che

strumento di marketing? «In sostanza, si

intrapresero una collaborazione con

trattava di avvicinare al treno non solo gli

commesse di lavoro importanti. Poi nel 1975

appassionati ma anche quelli che non lo

le officine furono chiuse e Ferrovie dello

fossero. Pietrarsa doveva diventare un polo

Stato decise di farne un museo che fu

culturale, mettendo a disposizione per la

inaugurato nel 1989». Come è cresciuto in

diffusione e la crescita del consenso la sua

questi anni l'interesse per questo splendido

splendida struttura. Si è pensato quindi di

posto? « C'è stato un rilancio molto

dare spazio ai grandi artisti, ai musicisti, alle

significativo del museo di Pietrarsa. Le

associazioni culturali, alle scuole di danza

Fe r r o v i e d e l l o S t a t o , d o p o l a

che stentano a trovare spazio altrove. Grazie

riorganizzazione del sistema finanziario,

a questo nostro impegno si è potuto creare

hanno da qualche anno deciso di dedicarsi al suo patrimonio storico, che in fondo è il patrimonio della nostra nazione. Nel 2013 a tale scopo è stata costituita la Fondazione delle Ferrovie dello Stato con il compito di preservare, custodire, di mettere in evidenza il patrimonio storico delle Ferrovie, partendo dalle vecchie locomotive per arrivare ai moderni treni elettrici. Così

Il piazzale con la statua di Ferdinando II di Borbone

56


un vero e proprio programma che si svolge tutto l'anno all'interno dei grandi spazi del museo. Il sito è quindi diventato anche un percorso formativo nel quale il treno diventa lo spunto per spaziare nella storia che permea le mura, che vive nelle locomotive. Qui si tengono concerti, musical, si noleggiano gli ampi spazi per grandi congressi che vengono richiesti dagli Stati

Una cerimonia allestita nella sala delle locomotive

Uniti, dal Giappone, dalla Corea, da tutta l'Europa. Grandi case farmaceutiche, industriali di varia provenienza preferiscono organizzare il proprio congresso nei nostri spazi o la propria cena di gala qui da noi, tenuto conto che noi possiamo utilizzare

Veduta dell’intero complesso di Pietrarsa

tutte le sale ed abbiamo una capacità

meritato riposo, guardando i volti stupiti dei

ricettiva di 3000 persone». Oggi chiudono i

visitatori che le ammirano. Il sito è pronto ad

mercatini di Natale organizzati in questo

una nuova stagione di impegni, di lavoro perché

periodo. È stato l'ennesimo successo di una

il lavoro dell'uomo, quello permeato dalla

p r og r a m m a z i o n e s e r i a , c o m p e t e n t e e

passione, non conosce soste e limiti e sfocia

lungimirante. Le locomotive si godono il

immancabilmente in grandi successi.

La pensilina Fiorenzuola

57


IL PRANZO DI NATALE

Un menù alternativo per il giorno di festa Due ristoratori, un pasticcere e le loro proposte Dario Moxedano - Salvatore Maresca

Federico Dezi

Gianluca Ranieri

Antipasto – Bocconcino pesto e mela Primo – Pasta e patate con provola Secondo – Porceddu sardo di latte al forno aromatizzato alle erbe Dolce – Cassata pink ai frutti di bosco Bocconcino pesto e mela – Pasta e patate con

L'impiattamento prevede l'involucro della mela

provola. Sono due scelte di Dario Moxedano,

svuotato dal contenuto e contenente la

che ha pensato nel 2013 di aprire un'attività di

preparazione. Per il primo piatto la proposta

ristorazione con il suo amico Salvatore Maresca

prevede un piatto tra i più tradizionali della

con due punti su Napoli in Via Partenope e Vico

cucina partenopea: paste e patate con provola. Il

Alabardieri. L'antipasto è una vera trovata ed

piatto parte da una base di sedano, carote e

anche se gli abbinamenti possono sembrare

cipolle con pomodorini del piennolo di Sorrento

avventurosi alla fine il risultato è sorprendente.

per essere poi arricchito dalla mozzarella

Si tratta di bocconcini di mozzarella da 15 gr.

affumicata di bufala, che di fatto sostituisce la

ricoperti da un delicato

provola, con spolverata di

strato di pesto di basilico

parmigiano reggiano

fatto in casa e da

stagionato 24 mesi.

pezzettini di mela pink

Singolare la presentazione,

sempre ricoperti di pesto.

il piatto viene infatti servito

58


in quella che una volta veniva usata come

pasto è una novità assoluta, si tratta della

grattugia per il parmigiano. Porceddu sardo di

nuovissima “Cassata Pink”, una cassata al forno

latte al forno aromatizzato alle erbe. Il piatto

realizzata con ricotta fresca di pecora e frutti di

è stato pensato e preparato da Federizo Dezi

bosco che conferiscono il colore al dolce. Alla

patron del ristorante Taste di Marcianise, con la

bontà del prodotto anche in questa nuova

collaborazi

o n e

d i

proposta dolciaria l'art creator Gianluca

N a d i a .

Federico è

Ranieri aggiunge il suo tocco fashion nella

s o l i t o

proporre

presentazione del dessert. La variante può

serate a

tema dove

essere rappresentata dalla versione al cioccolato

nel periodo

invernale la

fondente e in quella con sola ricotta per gli

carne la fa

da padrone.

amanti della tradizione. La Pink va ad

D'altronde

in cucina

aggiungersi alla già molto apprezzata versione

Nadia, che

v i e n e

“light” nata per il Natale 2017 in cui la glassa di

dall'est,

a

a

zucchero, che alcuni trovano eccessivamente

preparare anche secondi di carne. In questo

dolce, venne sostituita con una più delicata

caso il piatto è certamente singolare, visto che a

mousse di ricotta.

m

Napoli si è abituati a servire come seconda p i e t a n z a i l t r a d i z i o n a l e a g n e l l o. L a preparazione prevede l'aromatizzazione della carne attraverso l'utilizzo di un misto di erbe che vengono inserite prima della cottura nel ventre del maialino. Il risultato sarà un piatto di carne dal gusto particolare ma gradevole per morbidezza e sapore. Cassata pink ai frutti di bosco. La scelta di Gianluca Ranieri per il fine

Il vecchio adagio cita: “A tavola non s'invecchia”. È singolare che qualcuno abbia dato alla frase il seguente significato: “Stare in compagnia intorno ad un tavolo fa bene alla salute” mentre dappertutto si predica moderazione nel mangiare, si va dai nutrizionisti, si sale e si scende dalla bilancia di continuo, si affollano le palestre dove l'attività fisica viene fatta al chiuso, etc. La moderazione nella quotidianità sarebbe un principio indubbiamente da adottare sempre ed in qualunque attività si svolga, quindi compreso lo stare a tavola, ma forse a Natale l'eccezione, lo sgarro è concesso. Per questo abbiamo voluto proporre un menù di Natale alternativo, fuori dallo schema classico, che contemperi la voglia di quelli a cui la tavola piace senza remore e di quelli che vi si siedono con circospezione. I due cuochi-ristoratori ed il pasticcere che si sono prestati al gioco lo hanno fatto con allegria e semplicità.

59


AT THE MEAT steakhouse experience The Meat è la prima steakhouse dove la carne è un’esperienza totale. Carni pregiate nazionali ed internazionali, showcooking al tavolo e vini scelti ad hoc.

Caserta 81100 Corso Trieste, 225 0823 1501695

www.themeat.it


SCAFFALE PARTENOPEO

Marina Topa tra i suoi ‘‘scugnizzi’’

di Lorenzo Gaudiano

Un lavoro che viaggia nel mondo dei bambini fuori e dentro la scuola, illustrato da Roberto Rey

S

criveva Paulo Coelho nel romanzo Monte

Cinque: “Un bambino può insegnare

sempre tre cose ad un adulto: a essere

contento senza motivo; a essere sempre occupato con qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera”. Il mondo dei bambini rappresenta una delle esperienze più belle e formative che si possano vivere. Il romanzo Marina parla del suo lavoro

Scugnizzi costituisce una rappresentazione scritta di questo mondo, un insieme di episodi vissuti

nella scuola dell’infanzia. Da un punto di vista

d a l l ' a u t r i c e M a r i n a To p a c h e h a n n o p e r

sociale gli insegnanti di scuola dell'infanzia

protagonisti suoi ex alunni. Tra l'attualità e la

erano considerati di serie B e questo faceva

relazione famiglia-scuola si snodano molteplici

dispiacere ai miei genitori. Nonostante questo,

tematiche, abbellite da esempi di spontaneità e

io vi ho lavorato con grande consapevolezza ed

sincerità dati dai bambini stessi. Come è nata l'idea

entusiasmo. Lavorare coi bambini mi piace

di Scugnizzi? «Il libro è nato su suggerimento che

molto. Il desiderio era convincere mio padre che

mio padre mi dette poco prima di morire. Ero

non avevo fatto questa scelta per una questione

abilitata all'insegnamento per le scuole

di dovere nei confronti della famiglia ma per

superiori ma nel '93 decisi di cambiare rotta per

gioia e passione. Fu lui a consigliarmi di scrivere

una serie di esperienze personali. Sono entrata in

un libro quando gli cominciai a raccontare alcuni

contatto con il mondo dell'infanzia,

episodi di bambini e quello che mi

interessandomi a studi di psicologia e pedagogia

trasmettevano dal punto di vista educativo e

dell'età evolutiva. Presi il diploma per lavorare

formativo. Poi il caso ha voluto che incontrassi le

61


La parola all’illustratore Roberto Rey Ro b e r t o, c h e e m o z i o n e h a i p r ov at o

persone adatte per realizzare questo progetto». In questi anni è cambiato il modo di relazionarsi con

collaborando a questo progetto? «Per me è

i bambini? «I bambini hanno sempre le stesse

stato un vero piacere partecipare alla

esigenze, è il linguaggio ad essere diverso.

realizzazione di questo libro, tanto che

Qualche anno fa i bambini nei primi giorni di

quando Marina me l'ha proposto ho

scuola piangevano e per calmarli bastava fingere

accettato immediatamente. È stato bello

di telefonare alle mamme. Adesso ci sono

grazie a questa esperienza poter scoprire

strumenti di comunicazione più veloci come

un mondo, quello dei bambini, a cui ero

Whatsapp ed Internet ad esempio. Quello che mi

completamente estraneo, considerando

crea tanto dispiacere è che i bambini stanno

che le mie due figlie sono ormai grandi e

perdendo strumenti che contribuiscono allo

che i bambini di oggi sono sicuramente

sviluppo della creatività. Già a 4 anni molti

molto diversi da quelli di un tempo, come

usano il tablet, non sanno disegnare ed

ho potuto constatare anche di persona

applicarsi e questo rende più difficile stimolarli.

quando sono stato ospite della scuola di

Quando però si riesce ad of frire loro

Marina, in una giornata sorprendente e

l'opportunità di vivere il gioco in modo diverso,

piacevole».

l'accettano con gioia. Proposi tempo fa a dei

rientrare in contatto con gli alunni che si

bambini di 4 anni delle bamboline di carta alle

ricordavano a distanza di anni di certe cose. Mi

quali bisognava fare dei vestiti. Per loro era una

ha fatto prendere coscienza della responsabilità

cosa fantastica, un gioco meraviglioso». Ci

che in qualità di insegnante si ha nei confronti

racconta la sua esperienza con Homo Scrivens? «È

delle persone». Progetti futuri? «Avrei bisogno di

stata una bella esperienza. Mi ha permesso di

più tempo, mi piacerebbe scrivere un libro sull'educazione alla resilienza data dai bambini, perché i bambini sanno vedere il lato positivo delle cose». Passiamo ad un argomento più frivolo, da insegnante sei soddisfatta dell'operato di Carlo Ancelotti dal suo arrivo a Napoli? « A me interessano i risultati e mi pare che stiano arrivando. Ancelotti, per me, sta al calcio come la Montessori sta all'educazione». La settimana scorsa Marina Topa ha ricevuto il Premio Vomero Cittadinanza Attiva Umanitaria 2018, una soddisfazione che si unisce alla grande passione ed al trasporto che l'autrice ha nei confronti del mondo

Marina e Roberto Rey

dei bambini.

62


DALL'UNIVERSITÀ ALLA LIBRERIA

Il Merito di Napoli

di Bruno Marchionibus

I migliori lavori di laurea letterario-artistici in ambito napoletano si trasformano in testi divulgativi in una collana di sei volumi

P

ermettere alle migliori tesi magistrali in ambito napoletano di uscire fuori dalle mura dell'Università ed arrivare alla collettività, regalando al lettore la possibilità di approfondire le proprie conoscenze su autori, artisti e determinati spaccati della storia socio-culturale di Napoli e valorizzando l'attività di ricerca dei migliori studenti accademici formatisi nelle facoltà umanistiche del capoluogo campano: è questo lo scopo de Il merito di Napoli, iniziativa editoriale d e l l a Rog i o s i , r e a l i z z at a a d o p e r a d i Gianpasquale Greco, che ha tramutato i migliori lavori di laurea letterario-artistici, aventi ad oggetto tematiche legate a Napoli, da trattazioni esclusivamente accademiche a testi divulgativi, resi facilmente consultabili dal formato tascabile e corredati da numerosi contributi fotografici.

Lo scorso novembre, al PAN, sono stati presentati i sei volumi, già in vendita, della prima annata della collana (ne saranno dodici in tutto): ‘‘Fabrizia Ramondino tra Napoli e il Mondo’’ di Marina Diano; ‘‘L'avvento dei motori. L'automobilismo nella Napoli del primo Novecento’’ di Luigi Casaretta; ‘‘La fortuna di Caravaggio nell'Ottocento Napoletano’’ di Alessandra Trifari; ‘‘Il sistema dell'arte contemporanea a Napoli: gallerie, fondazioni, musei’’ di Rosaria Carlomagno; ‘‘Le mie stagioni’’ di Stefano Cortese e ‘‘L'arcipelago Imbriani’’ di Anna Rita Rossi, quest'ultima già autrice del romanzo ‘‘Il mondo a testa in giù’’, il cui lavoro è stato presentato singolarmente il 21 dicembre alla libreria Colonnese, così come nei prossimi mesi saranno presentati uno per uno tutti i volumi della collana.

Gli autori dei volumi con il curatore Greco

Luigi Casaretta e Anna Rita Rossi

63


IL MONDO DEL LAVORO

La nostra impresa tra il vulcano e il mare servizio di Elena Vanacore Lorenzo Fiore e Mattia Caiazza

Un gruppo di liceali guidati da esperti pensa, elabora e costituisce un'impresa turistica sociale con la forma giuridica dell'associazione

A

lternanza scuola - lavoro? No grazie. Ma se l'Alternanza diventasse un momento di crescita professionale, con la quale si impara a fare impresa, a conoscere il territorio, a promuovere servizi e bellezze della nostra città? Allora sì, grazie. È questa l'esperienza vissuta dagli alunni della 4^ D e 4^ A del Liceo Scientifico Filippo Silvestri di Portici con il progetto PON FSE “Tra il vulcano e il mare: una proposta alternativa di percorsi turistici vesuviani”. Gli studenti, con l'ausilio di un gruppo di validi esperti, quali il dottor Alessio Mazza, la dott.ssa Maria Luce Aroldo (dall' Univer sità Suor Or sola Benincasa) e i dottori Vincenzo Palumbo, Giorgio Punzo e Ciro Pucci (del consorzio C.O.I.N.S.) hanno costituito nell'arco di quattro mesi un'impresa turistica sociale sotto la forma giuridica di un'associazione culturale-turistica volta a valorizzare il territorio vesuviano di Portici ed Ercolano, offrendo servizi come visite guidate, itinerari culturali, naturalistici ed enogastronomici. Il progetto si coniuga perfettamente con la tendenza attuale del turismo internazionale a riscoprire luoghi meno conosciuti, che tuttavia nascondono enormi potenzialità culturali ma anche occupazionali. Gli alunni, condotti dai docenti

La stesura del progetto

dell' Università Suor Orsola Benincasa, hanno conosciuto attraverso le visite guidate le bellezze, i segreti e la storia di luoghi come il palazzo reale di Portici, il Museo Storico dell'Archivio di Napoli, lo storico porto borbonico del Granatello o l' antico convento del Suor Orsola Benincasa. La parte più interessante del progetto, però, resta la trasposizione dei contenuti appresi nell'impresa costituita dagli alunni: dagli aspetti pratici fatti di procedure amministrative, differenza tra tipi di società, scelte strategiche, business plan, digital-marketing, si è passati a quelli creativi, con la reale costituzione dell'associazione, la scelta dei ruoli, del logo, dei servizi offerti attraverso la creazione di brochure, di un sito internet, delle pagine instagram e facebook e di un'app. Tra il vulcano e il mare non c'è solo la nostra impresa, ma anche il nostro futuro.

64


COCKTAILS & DREAMS

Claudio La Mura: il Brian Flanagan di Napoli di Lorenzo Gaudiano

Il barman originario di Pozzuoli si racconta tra la lunga gavetta e il desiderio di allestire un locale proprio nella sua Napoli storica Nel 1988 Tom Cruise ha interpretato nel film “Cocktail” il barman Brian Flanagan. La sua passione, la sua creatività e i suggestivi giochi di prestigio dietro al bancone conquistano i clienti, consentendogli al termine della pellicola di fondare un locale tutto suo: “Cocktails & Dreams”. Anche Napoli ha il suo Brian Flanagan, si chiama Claudio La Mura. Cordialità, spontaneità, trasparenza, creatività e passione sono gli ingredienti del bellissimo cocktail che ogni giorno Claudio offre ai suoi clienti. Nato a Pozzuoli nel 1977, il suo sogno è dare vita ad una propria struttura, mettendo a frutto la sua lunga gavetta e i suoi zelanti studi su caffè e cocktails originali: «Faccio questo lavoro da oltre 32 anni. Ho iniziato a 8 anni, portando il caffè in giro. A 9 già facevo il caffè. Non ero molto alto, per cui avevo bisogno di uno sgabello per potermi alzare ed attaccarmi al braccio della macchina per abbassarlo. Di giorno andavo a scuola, di pomeriggio a lavoro. Quando tornavo a casa la sera, dovevo fare i compiti e la mattina mi addormentavo sui banchi di scuola. A 12 anni andai a lavorare in un bar a Pozzuoli, dove mi affermai. Durante le stagioni estive poi lavoravo tra Riccione e la

Calabria per qualche mese. Guadagnavo un bel po' di soldi a 14/15 anni e proprio in quegli anni mi nacque la passione per il drink». A Claudio la professionalità non è mai mancata. Il desiderio di migliorare sempre di più il proprio caffè e le proprie creazioni l'ha contraddistinto nella propria carriera, ricca di esperienze dentro e fuori Napoli: «Dopo essere emigrato al Nord Italia tra Roma, Firenze e Genova, sono tornato nella mia Pozzuoli. Il mio intento è sempre stato quello di girare, fare esperienza. Fui chiamato al Lucrezia Caffè a Posillipo ed in seguito ho cominciato a lavorare a via dei Tribunali, dove sono rimasto per dieci anni. È da lì che è iniziata la mia storia». È alla caffetteria Koiné, nata da

Il “Mirtillo Party”

65


Parlano del cocktail Marcello Marchesi: “Il cocktail, in realtà, è solo un’occasione di incontro. È una festa alla quale ognuno si invita da solo per farsi un po' di festa Francis Scott Key Fitzgerald: “Prima tu prendi un drink, poi il drink ne prende un altro e infine il drink prende te Brendan Francis Behan: “Un drink è troppo per me, e un migliaio non sono abbastanza Il barman al lavoro

amore per il Napoli, che ora ha da concentrarsi sul campionato dopo l'eliminazione dalla Champions League: «Non posso criticare Ancelotti. Un allenatore può fare la differenza per il 20% ma a scendere in campo sono i giocatori. Forse nella partita di Anfield avrebbe potuto avere un po' di coraggio in più, schierando i giocatori che al loro ingresso hanno cambiato la partita. Il Napoli ha preso un brutto colpo ma sono curioso di vedere come il tecnico riuscirà a dare ulteriori stimoli alla squadra». La chiacchierata è finita e Claudio La Mura può riprendere a lavorare per realizzare il proprio sogno professionale. È determinato, pieno di fiducia ed ambizioso quanto basta per realizzare il suo obiettivo. Noi siamo con lui.

circa sei mesi, in via Depretis che oggi il barman lavora con l'aspirazione un giorno di creare una struttura propria in cui l'esperienza alla macchina della caffè e la passione per i cocktails creino un connubio vincente per clienti di fasce d'età diverse: «Il mio sogno professionale è quello di creare un locale tutto mio, dove fare caffetteria la mattina e preparare drink la sera per abbracciare le fasce d'età medio-alta e bassa. La mia idea è quella di trasformare in realtà un sogno ed essere in grado di trasmetterlo anche al popolo, ispirandomi proprio al film di Tom Cruise». Il “Mirtillo Party” è la specialità di Claudio La Mura, che però al tempo stesso propone ai suoi clienti una grande varietà di drink alcolici ed analcolici con fantasie di frutta par ticolar mente creative ed originali: «Premetto che non sono bevitore di cocktail, ma mi piace molto prepararli. Ho creato il “Mirtillo Party”, un drink a base di mirtillo e prosecco millesimato accompagnato con finocchio. Dopo averlo bevuto, mangi il finocchio che dà al cocktail freschezza e un giusto contrasto amaro. Ho impiegato un anno in mezzo per studiare la formula e i clienti la apprezzano». Oltre alla passione per i cocktails Claudio nutre un grande

66




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.