Es ist mein ganzes leben

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Lorenzo Tognarini

Es ist mein ganzes Leben

Charlotte Salomon


Corso di Semiotica A.A 2016 / 2017 Prof.ssa Francesca Polacci


Indice

Introduzione

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1. Biografia

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2. Influenze artistiche

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3. Linguaggio artistico 3.1 Linguaggio visivo p.15 3.2 Linguaggio poetico p.18 3.3 Linguaggio musicale p.20

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4. Analisi opere 4.1 Sogno; JHM n. 4175, p.22 4.2 Foglio in trasparenza; JHM n. 4175, p.25 4.3 Il giorno di MachtĂźbernahme; JHM n. 4305, p.30 4.4 Leben oder Theatre; JHM n. 4925, p.36

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Riferimenti bibliografici

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Introduzione

Charlotte Salomon, giovane artista ebrea berlinese, prima di essere travolta dall’uragano nazista fece in tempo a raccontare in pittura la propria vita. Nata nel 1917 in una famiglia segnata da tragici avvenimenti, il suicidio della zia, della madre e della nonna e vittima della follia razziale hitleriana, morirà a soli ventisei anni, incinta di quattro mesi, in una camera a gas di Auschwitz. Charlotte, grazie al suo capolavoro autobiografico, riesce ad elaborare queste forti emozioni da lei vissute ed a fuggire dalla grave depressione. Un viaggio in più di 1300 gouache1 a ritroso nel tempo e nell’interiorità. Accettando fino in fondo la sofferenza, l’artista riesce a emergere dalla depressione, a far sgorgare la propria creatività e a testimoniare di come poter uscire da un destino che si presentava ineluttabile. Ella non si presenta come vittima, non oppone odio a odio, esprime solo la necessità di uscire dall’orrore che la circonda. Leben? oder Theater? 2 si presta ad essere letta secondo molteplici livelli, sia per la sua complessità, sia per il periodo storico in cui è stata eseguita e in cui si snoda gran parte del racconto. E’ sbagliato, però, vedere questo lavoro solo come un’altra testimonianza, sia pure importantissima, della storia degli ebrei e del loro sterminio, è molto di più 3. Questa non è un’opera tragica: l’amore per la bellezza dell’arte, per suo marito Alfred Wolfsohn e per la vita 1 Gouache (o guazzo) è una tecnica pittorica che consiste nell’uso di colori mescolati ad acqua, colla e biacca. Diversa dall’acquerello per il suo carattere coprente, è, per questo, opaca. E’ stata utilizzata a partire dal XIV secolo. 2 L’intera opera è di proprietà dello Joods Historisch Museum di Amsterdam, che ne ha catalogato e numerato progressivamente i 1325 fogli che la compongono tra gouache, appunti e lavori preparatori. 3 Cfr. Katia Ricci , Charlotte Salomon: I colori della vita, p.26 7


in tutte le sue forme sovrastano l’orrore di quei tempi bui, a cui sono dedicate ben poche gouache. Analizzare l’opera in chiave autobiografica, soffermandosi unicamente sul livello superficiale della narrazione, sminuirebbe il valore artistico dell’autrice Salomon. Proprio per questo profondo senso che Salomon attribuisce all’arte, nel momento in cui, affidò il proprio lavoro all’amico dottor Moridis, poco prima della sua morte, disse: “Heben Sie das gut auf, es ist mein ganzes Leben…” - “Ne abbia cura, questa è tutta la mia vita4”.

4 In sulle ali della Shekhinah, Charlotte Salomon, catalogo della mostra svoltasi nel dicembre-febbraio 1999-2000, presso il Museo Monumento al Deportato di Carpi, p.5

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Es ist mein ganzes Leben Analisi semiotica di Leben? Oder Theatre? di Charlotte Salomon

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Es ist mein ganzes Leben

1. Biografia

Charlotte Salomon nacque a Berlino il 16 aprile del 1917 da Franziska Grünewald, musicista, e Albert, medico chirurgo. Figlia unica, trascorse un’infanzia serena fino a nove anni, quando la madre si suicidò, gettandosi da una finestra. Le fu raccontato che la causa della morte era stata un’influenza. Soltanto dopo il suicidio della nonna davanti agli occhi di Charlotte, molti anni più tardi, il nonno le rivelò che anche la madre e altre cinque donne della famiglia si erano tolte la vita nel corso di tre generazioni. Nel 1930 il padre si risposò con Paula Levi, nota cantante lirica, con la quale Charlotte ebbe un intenso rapporto affettivo. All’avvento del nazismo con l’emanazione delle Leggi di Norimberga contro gli ebrei, dovette abbandonare il liceo. Volle dedicarsi all’arte e nel ’36 fu ammessa all’Accademia. Nel ’38 abbandonò la scuola per paura delle persecuzioni, quando il padre fu rinchiuso per qualche tempo nel campo di Sachsenhausen. Dopo la “notte dei cristalli” la famiglia la mandò a Nizza, dove già si erano rifugiati i nonni. Nel ‘40 dopo la morte della nonna e l’internamento per tre settimane nel campo di lavoro di Gurs nei Pirenei, Charlotte, per superare una grave crisi nervosa, riprese il lavoro artistico. In soli due anni dipinse le 1325 gouache di Leben? Oder Theatre?, che affidò all’amico, dottor Moridis. Nel ’43 il nonno ebbe un infarto per strada, in seguito al quale morì in febbraio. Charlotte si sposò con Alexander Nagler, ebreo austriaco. La polizia, dato che i matrimoni misti erano vietati, li arrestò in settembre. Internati ad Auschwitz, a soli 26 anni la pittrice Charlotte Salomon venne uccisa nel campo di sterminio di Auschwitz il 10 ottobre del 1943. Era incinta di cinque mesi. Stessa sorte toccò nel ’44 al marito Alexander. 10


1. Biografia

1917. Il 16 Aprile nasce a Berlino, unica figlia dei coniugi Franziska e prof. dott. Albert Salomon: Charlotte. 1923. Charlotte frequenta la scuola elementare a Berlino. 1926. Suicidio della madre. 1927. Ingresso al Ginnasio. 1930. Il prof. Salomon sposa la cantante Paulinka Lindberg. 1934. Charlotte abbandona la scuola superiore a causa delle molestie e delle umiliazioni antisemitiche. 1934. I nonni, il medico Gruenwald e sua moglie Marianne, emigrano da Berlino a Villefranche sur Mer, nel sud della Francia. 1935. Charlotte entra nella scuola superiore d’arti figurative, per diventare disegnatrice. Si aggiudica il premio dell’Accademia per i suoi studi. 1939. Charlotte abbandona l’Accademia ed emigra a Villefranche. 1940. Suicidio della Nonna, rivelazione del dramma familiare. Charlotte e il nonno vengono internati dal 3 al 12 luglio nel campo di concentramento di Gurs dalle autorità francesi. 1940. Inizia il diario illustrato. 1942. Conclusione di Leben? Oder Theatre? 1943. Morte del nonno in febbraio. Charlotte sposa in maggio Alexander Nagler. Deportazione ad Auschwitz e morte nelle camere a gas.

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Charlotte Salomon nel giardino della Villa L'Ermitage a Villefranche-sur-Mer 12


2. Influenze artistiche

Charlotte Salomon crea un linguaggio originale, in cui sono evidenti le influenze degli Espressionisti, così come del linguaggio cinematografico e quello dei fumetti. Tutta l'esperienza post impressionista ed espressionista è qui assimilata e rielaborata, il potere illustrativo dell'immagine viene accompagnato e allacciato visivamente al testo. “…Charlotte Salomon è straordinariamente innovativa. All’epoca non esisteva ancora il graphic novel 1, ma oggi il suo emozionante lavoro lo definiremmo proprio così.” afferma Frédéric Martin, editore della prima pubblicazione di Vie? ou Théâtre? nell’integrale forma libro immaginata dall’autrice. Infatti, Salomon raffigura di più eventi ed episodi accorpati all’interno di un’unica gouache, ed ulteriormente accompagnati da testi, dialoghi, commenti.2 La mise en page si adopera quanto la mise en scène: servono il racconto, l’aderenza ai fatti emotivi attraverso il ricordo e lo stato d’animo, e non la ricerca formale ed estetica per se stessa. Così troviamo opere che seguono le necessità della narrazione e quelle, più evocative e simboliche, del sentimento. Troveremo, inoltre, accorpamenti di scene ed eventi che si svolgono in più luoghi contemporaneamente, espediente preso in prestito dai nuovi mezzi fotografici e cinematografici.

1 Possiamo tradurre il termine “graphic novel” con romanzo grafico o romanzo per immagini. Caratteristica frequente del genere è l’ambientazione realistica delle vicende e le tematiche attuali o di rilevanza storica. 2 Katia Ricci, op. cit., p.31 13


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3. Linguaggio artistico

Leben? oder Theater? (Vita? o Teatro?) è concepito come un melodramma, singspiel, come lei stessa lo definisce, vale a dire un racconto di immagini e parole con accompagnamento musicale. Nella storia della musica, questo genere è il predecessore dell’opera lirica.1 Divisa dall’artista stessa in tre parti, secondo la classica struttura teatrale, inizia con un preludio in due atti, che a loro volta si suddividono in scene; segue un corpo centrale composto di due sezioni, la prima con 11 capitoli e la seconda con 5, infine l’epilogo. Ogni singolo dipinto contiene testi scritti di accompagnamento, che contengono sia i dialoghi dei personaggi, sia i commenti dell’artista in veste di narratore, voce fuori campo, ma anche citazioni di lettura, opere liriche e canzoni.2 Tra le opere più innovative del Novecento, narra infatti la sua vicenda utilizzando un’originale forma narrativa, un linguaggio artistico composito dato dalla mescolanza di tre diversi linguaggi: visivo, poetico e musicale. Per Pedretti è importante sottolineare “Diario in figure, dramma con musica, racconto pittorico, poema visivo… Vita? o Teatro? può essere definita in molti e diversi modi, giacché in realtà è una vera opera d’arte totale”.

1 Cfr ArtReview Magazine, Charlotte Salomon: Life? Or Theatre?, 21 febbraio 2016, www.paulgravett.com 2 Katia Ricci, Scene da un diario tragico, Art e Dossier di dicembre 2008, oltreluna.women.it 14


3. Linguaggio artistico

3.1. Linguaggio visivo Spesso, come abbiamo precedentemente esposto, Charlotte decide di narrare la propria storia con una sequenza di eventi posti sullo stesso foglio, proprio come nei fumetti odierni o come nei manoscritti miniati medievali. L’autrice usa questa tecnica narrativa soprattutto nel prologo, quando racconta episodi dei primi anni di vita. Nella parte centrale e nell’epilogo, invece, ricorre spesso a singole scene, rappresentando a volte anche solo piccoli dettagli, come se, per causa della pressione nazista non ci fosse più tempo per i racconti. Inoltre, se confrontiamo ulteriormente i dipinti del prologo con quelli dell’epilogo, notiamo come le prime siano più descrittive e dense di segni, colori, parole ed elementi narrativi. Quelle dell’epilogo, invece, rifuggendo dai particolari, acquistano tratti quasi informali per rappresentare non tanto gli eventi quanto il loro senso. Bruno Pedretti, curatore della mostra al Palazzo Reale di Milano dedicata a Charlotte Salomon, spiega: “Con l’avanzare dell’opera, il linguaggio visivo subisce poi una progressiva metamorfosi, diventando frenetico, ansioso, vorticoso, secondo una originalissima pittura-scrittura gestuale in cui discorso e personaggio, dialogo e scena, racconto e visione tendono a fondersi in un unico linguaggio.3” Il tratto, a tempera o a guazzo, è un insieme fluido e vigoroso. La forza del segno pittorico è intensificata dall’uso dei colori primari, usati spesso puri. L’utilizzo di un colore antinaturalistico, espressione di una visione soggettiva, intima ed emotiva, tipica degli espressionisti.4 Questo utilizzo dei colori strettamente simbolico, attribuisce un significato che alcune volte è semplice da intendere, come quando, per esempio, adopera accostamenti cromatici scuri per esprimere la tristezza, chiari per descrivere 3 Mariateresa Cerretelli, Vita? o Teatro? Charlotte Salomon a Palazzo Reale a Milano, www.artslife.com 4 Cfr. Thomas Ganzevoort, Out of Oblivion: Charlotte Salomon’s Escape From Madness, 23 Gennaio 2011, www.ineedartandcoffee.it 15


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stati d’animo più sereni e colori vivaci per rendere i momenti di felicità. Altre volte invece medesimi colori con lieve differenze di sfumatura guadagnano un significato più profondo e nascosto, non sempre distinguibile. Come fa notare Katia Ricci, il rosso e l’azzurro connotano la sua nascita (JHM 4170)5 rappresentata in una delle sue gouache da un biglietto di partecipazione in un cuore rosso, su cui è scritto in azzurro: “Al dottor Kann e alla signora Kann è nata una figlia di nome Charlotte”, quest’ultima parola è tracciata in rosso. In basso a destra, c’è la data in azzurro: “Aprile 1917”. Con il colore, poi, evoca il senso di attesa (JHM 4169). Inoltre, l’azzurro scuro esprime, in altri casi, il senso di solitudine e di abbandono, come nella gouache (JHM 4187) in cui l’artista si rappresenta bambina mentre depone una lettera sulla tomba della madre.6

5 La numerazione delle gouache è riconducibile al catalogo del Joods Historisch Museum di Amsterdam. 6 Katia Ricci, op. cit., p.35 16


3. Linguaggio artistico

Nella pagina precedente, sulla sinistra, JHM n. 4170, nascita di Charlotte. Sulla destra, JHM n. 4169; Franciska attende il ritorno del marito Albert. Riportata qua sopra, JHM n. 4187; Charlotte fa visita alla tomba della madre. 17


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3.2. Linguaggio poetico L’artista adopera vari mezzi per sottolineare la sua distanza tra l’essere protagonista degli avvenimenti vissuti e l’esserne narratrice: il commento è in terza persona e la posizione del narratore è extradiegetica, apparentemente esterna agli avvenimenti. Il tono dei commenti è a volte ironico, i testi sono alle volte in rima. I testi iscritti nelle opere, possiedono spesso un significato velato, persino lo stesso titolo pone un legame, ma anche un’ambiguità, tra la vita e il teatro, vale a dire tra realtà e finzione o, meglio, la sua rappresentazione. La maggior parte dei dipinti sono accompagnati da un testo scritto a matita o con il pennello, in questo modo i due linguaggi, visivo e verbale, si integrano e si sostengono l’un con l’altro per illustrare e dare significato agli eventi narrati. Le parole riempiono lo spazio insieme ai personaggi e ai luoghi in cui si svolgono le azioni, così facendo diventano parte integrante del tutto. Le prime 210 pagine, che corrispondono al preludio e ai primi fogli della sezione principale, contengono testi scritti su carte semitrasparenti che possono essere sovrapposte ai dipinti7, così a formare un gruppo legato insieme da trasparenze e rimandi. Infatti in molte gouache, i testi non dialogati sono scritti su un foglio diverso dal dipinto, mentre quelli riguardanti i dialoghi sono rappresentati all’interno, entrando a far parte dello spazio pittorico della storia narrata. 8 Importante è l’analisi delle particolarità del livello plastico che assumono i testi scritti. Questi rafforzano il senso del visivo e sono espressivi, non solo in quanto parole, ma come immagini in sé. E’ inoltre essenziale prestare attenzione alla loro collocazione spaziale rispetto alle figure rappresentate. Soffermandosi invece sula grafia, il testo è sempre riportato in stampatello, ma grazie alla differenziazione di altezza tra le singole parole, allo spessore 7 Katia Ricci, op. cit., p. 42 8 B. Pedretti, Charlotte. La morte e la fanciulla, 18


3. Linguaggio artistico

e al colore, Charlotte riesce a simboleggiare molti stati d’animo diversi. In altri casi, differenziando la grafia delle lettere l’autrice cerca di accentuare visivamente il significato stesso delle parole e attribuirvi la fisicità e corporeità dei personaggi. Questi attori sono personaggi reali indicati con uno pseudonimo, che ne mette in evidenza il carattere.

Come possiamo vedere in questo esempio di una gouache con la sovrapposizione di un foglio in trasparenza, la parola accompagnata al disegno, è strutturante del momento-immagine. Il livello plastico della scrittura ha funzione decorativa, mentre in quello figurativo ha valenza narrativa, descrittiva o didascalica. Qui è insieme forma estetica, segno fonetico, racconto.

Sulla sinistra, JHM n. 4187; Foglio in trasparenza. Sulla destra la sovrapposizione della gouache con il foglio di accompagnamento. 19


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3.3. Linguaggio musicale In questo particolare linguaggio artistico composito adoperato da Charlotte, l’autrice prevede un accompagnamento musicale durante la visione delle opere, proprio come in un’esibizione teatrale. Tali brani sono stati selezionati dall’autrice in base alle emozioni che riuscivano ad evocarle durante l’atto pittorico, ma soprattutto per cercare di trasmettere tali emozioni anche ad un ipotetico osservatore. L’accompagnamento musicale varia, da una sinfonia a una canzone popolare, dall’aria di un’opera lirica alla colonna sonora di film. In determinati casi, lo stesso canto accompagna momenti di felicità, di pienezza di vita e momenti di dolore e di morte. Questo sottolinea ciò di cui Charlotte è profondamente convinta: vita e morte sono strettamente intrecciate. “L’arte è desiderio e nostalgia del corpo materno e scaturisce dal vuoto che la perdita ha lasciato dentro di lei.9” 9 Cfr. Bruno Pedretti, op. cit., p.35

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4. Analisi opere

Le opere prese in analisi nelle prossime pagine, sono state selezionate tra le 1300 gouache dipinte dall’autrice, con lo scopo di ottenere una visione quanto più possibile totale e completa di Leben? Oder Theatre?. Cercheremo così di estrapolare i principali noccioli più significativi del lavoro autobiografico composto dall’autrice Charlotte Salomon. Dato che il gruppo di opere è suddiviso secondo la struttura classica teatrale, analizzeremo due opere per il prologo (gouache e il relativo foglio in trasparenza), una per la parte centrale ed infine una per l’epilogo. Con l’analisi della prima opera “Sogno” (JHM 4175) ci addentreremo nel particolare linguaggio poetico - visivo adoperato dall’autrice. In seguito, l’analisi proseguirà con l’opera “Il giorno di Machtübernahme” (JHM n. 4305), gouache particolarmente significativa data la sua contestualizzazione temporale. Mentre con l’opera “Leben oder Theatre” (JHM n. 4925) sarà presa visione del profondo significato simbolico che questo lavoro ebbe per Charlotte Salomon, la storia del suo percorso spirituale.

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4.1. Sogno, JHM n. 4175 La ricerca delle ragioni profonde dell’agire umano da indagare nell’infanzia e, in particolare, nel rapporto con la madre Franziska, sono particolarmente visibili nella seguente opera. In questa gouache è rappresentata sotto forma di racconto l’intensa spiritualità di Franziska, che in qualche modo preannuncia alla figlia la propria morte, come se volesse proteggerla dal trauma.1 Costituisce, inoltre, un perfetto esempio di come l’autrice riuscisse a rappresentare una serie di eventi ed episodi su un’unica tela. Proprio come in un fumetto, la narrazione è suddivisa in più figure, attori che si ripetono nella rappresentazione in base al progredire della storia. In basso a sinistra scorgiamo madre e figlia abbracciate, avvolte tra le rosse coperte di un letto, che dialogano in un intimo e caldo colloquio. Da queste coperte, una fila di bianche figure taglia verticalmente a metà il foglio, accompagnando la lettura verso l’alto dove troveremo il Paradiso. Quest’ultimo è rappresentato in una piccola sezione orizzontale situata nell’estremo superiore del riquadro. Qua Franziska è attesa da Dio, circondato da anime elette, seduto in un trono sotto due putti che reggono una corona. A destra scorgiamo nuovamente Franciska, rappresentata da due angeli alati, che si presta a portare una lettera alla figlia, appoggiandola sul davanzale di una finestra. Infine, nella zona in basso a destra, sono rappresentate nuovamente Charlotte e la madre nello stesso letto. In questo caso però la piccola Salomon non è più stretta tra le braccia della madre, bensì le è seduta a fianco come se le stesse raccontando il sogno che ha appena vissuto. I due letti risultano come il riflesso l’uno dell’altro, il primo rivolto verso destra e viceversa. Unica differenza tra i due, è che il secondo è posto leggermente più in basso, ciò è per cedere maggior 1 Paul Tillich e Emil Strauss, Charlotte: un diario in immagini, 1963 22


4. Analisi opere

JHM 4175; La madre Franziska Salomom racconta a Charlotte il cielo, c. 1941 23


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spazio alla rappresentazione degli angeli Franciska e alla finestra. In basso a destra troviamo il monogramma dell’artista “CS”. Il dipinto è suddiviso orizzontalmente in due zone, con figuratività contrastanti, cioè con un’opposizione tematica: sogno-veglia, divino-terreno, teatro-realtà. La parte superiore è costituita dalla rappresentazione di Dio con i beati al suo fianco e una fila di anime ascendenti verso il paradiso, sono presenti poi due angeli portatori della lettera. La parte inferiore invece è dove vengono dipinti i due letti con madre e figlia avvolte tra le coperte. I sogni, pensieri ed emozioni rappresentati dalla parte superiore vengono dipinti insieme alla realtà, in un passaggio senza differenze plastiche. Come suggerisce il titolo Leben? Oder Theatre?, la vita reale si confonde col teatro, i sogni con la veglia. La composizione eidetica dell’opera accompagna l’osservatore nel percorso visivo e di conseguenza nella narrazione. L’intensa cromia delle coperte cattura in un primo momento l’attenzione del lettore. Soffermatosi nella parte inferiore del quadro, l’attenzione si concentra sulla sinistra, poiché questo letto è disposto spazialmente più in alto rispetto all’altro. In seguito la lettura prosegue verso l’alto, accompagnati dalla ripetizione verticale delle piccole e candide figure. Come nella cinematografia, per ottenere un aumento del senso di movimento ascendente, Charlotte raffigura un’iterazione dello stesso soggetto orientato verso l’alto, raffigurando così ben otto volte l’anima di Franciska che vola verso il Paradiso. La stessa tecnica è applicata alla rappresentazione dell’angelo, che viene dipinto due volte; in questo caso, però, non per conferire dinamicità, bensì per narrare un gesto. L’angelo prima rilegge la lettera, da lui scritta, poi la posa sul davanzale della finestra. Riguardo la composizione cromatica, il colore che prevale, come in molte altre gouache, è l’azzurro. Usato in questo caso come sfondo dell’opera, che dovrebbe contestualizzare la narrazione, svolge invece una funzione ambivalente: contemporaneamente 24


4. Analisi opere

cielo, in relazione al tema del sogno e del divino, ma anche parete, in cui è presente una finestra e quindi una parete, se nella lettura prevale la realtà. Bompiani intuisce come la struttura della gouache e l’accostamento delle note cromatiche, grazie alla disposizione ritmica degli elementi, riescano ad evocare la melodia di accompagnamento, cioè cantata natalizia “Am Weihnachtsbaum die Lichter brennen” (la gouache precedente include scene di Natale).2

4.2. Foglio in trasparenza; JHM n. 4175 Questa gouache, come molte altre, viene completata da un livello sovrapposto. Il foglio semitrasparente, dove sono stati scritti da Charlotte i dialoghi, commenti e note, è strettamente legato alla rappresentazione. Il foglio è diviso in due sezioni, quella superiore presenta parole scritte su una traiettoria libera che segue i soggetti della narrazione sottostanti, quella inferiore invece presenta un testo scritto con direzionalità orizzontale dettata dalle norme di scrittura occidentale, cioè sinistra-destra. Queste due scene della narrazione differiscono inoltre per tecnica, grafia e cromia: guazzo-lapis, stampatello-corsivo, rosso/blu-grigio. Inoltre, scritta a guazzo e colorata in rosso, vi è un’annotazione di Charlotte, situata in basso a destra: “Nach derselben Melodie” (stessa melodia), il che indica che la canzone di accompagnamento fosse “Am Weihnachtsbaum die Lichter brennen”. Nel testo scritto a lapis troviamo scritto: “Franciska era molto sentimentale. Spesso portava la bimba con se a letto, e le parlava della vita che avrebbero vissuto in cielo dopo la morte. Quella vita pareva meravigliosa, e sembrava che Franziska avesse un grande, 2 Cfr. Charlotte Salomon Vie? ou Théâtre?, www.le-musee-prive.com, 2016 25


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JHM n. 4175, gouache su carta, 32,5Ă—25 cm, fine della scena 1 nel Preludio 26


4. Analisi opere

nostalgico desiderio del cielo. Più volte chiese a Charlotte se non le sarebbe piaciuto avere per mamma un angelo con le ali. Charlotte riconobbe che sarebbe stato bello. “Quando tua madre sarà diventata un angelo, discenderà e porterà al suo agnellino una lettera dove racconterà com’è lassù, in cielo, com’è là in alto nei cieli. Ti piacerebbe, Lotte, che la tua mamma diventasse un angelo con le ali?3”. Questo testo narrativo lavora in simbiosi con la rappresentazione degli eventi nell’opera sottostante, riporta la vicenda, descritta dall’ormai adulta Charlotte, sotto forma di racconto in terza persona. Invece, il testo che figura nella parte superiore dell’opera riporta: “Im Himmel ist es viel schöner, als es auf dieser Erde ist - und wenn dann deine Mutti ein Engelein geworden ist, dann kommt sie runter und bringt dem Häschen und bringt einen Brief, indem sie sagt, wie es im Himmel, wie es im Himmel oben ist” “Il cielo, è molto più bello di quanto non sia su questa terra - e adesso tua madre è diventata un angelo, che poi scenderà e porterà al suo coniglietto una lettera spiegando come è essere in Paradiso, come è stare sopra il cielo.4” Questo foglio in trasparenza è un’opera particolarmente significativa, a cavallo tra poesia e pittura. I versi seguono la lettura dell’opera sottostante, vi è un allineamento tra il figurativo dell’immagine e il figurativo del testo, grazie alle plasticità combacianti. Questo fattore è ulteriormente evidenziato dal susseguirsi dei pigmenti rosso e blu usati per la scrittura. Questo alternarsi delle cromie definisce ogni singola scena narrata: ascensione e visione del cielo, trasformazione in angelo, discesa e consegna 3 Valentino Bompiani, Charlotte: Diario in figure di Charlotte Salomon, p.24-25 4 Cfr. Antonella Lurilli Duhamel, Vita? O Teatro?, www.equilibriarte. com, 2014 27


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Gouache e foglio semitrasparente vengono sovrapposti. 28


4. Analisi opere

della lettera, contenuto della lettera. Le parole e lettere, in un primo tempo, seguendo un vettore obliquo ascendente si innalzano fino a giungere nella parte superiore del riquadro: ascesa di Franciska. A questo punto le parole si soffermano sul piano del paradiso, stabilizzandosi orizzontalmente: Franciska diviene un angelo. Questa rapida ascensione, sottolineata dell’esiguo numero di parole, contrasta il significativo nucleo formatosi durante la discesa. Questo fattore sottolinea l’azione, rappresentata della gouache sottostante, dell’angelo che si presta a rileggere la lettera da lui stesso scritta prima di consegnarla a Charlotte. Le parole, insieme alle figure, si sofferma per un’ultima riflessione. L’ultima parte del testo espone il contenuto della lettera, “come è essere in Paradiso, come è stare sopra il cielo”. L’elemento divino è sottolineato dalla ridondanza del termine “Himmel”, usato prima con la maiuscola, così da significare “Paradiso”, mentre la seconda volta essendo totalmente in minuscolo viene tradotta semplicemente con “cielo”. Inoltre ad evidenziare tale principio sono le parole “oben ist” (sopra, in alto, lassù), rappresentate verticalmente, le lettere si trovano una sopra l’altra, azzerando i canoni tradizionali della scrittura occidentale. Viene così a ripetersi la dinamicità dell’ascensione della parte iniziale del testo. Il colori hanno inoltre una valenza significativa, il rosso incarna la passione e l’amore di Charlotte nei confronti della madre, infatti trattasi del pigmento utilizzato per scrivere le azioni in prima persone di Franciska: l’ascensione in cielo e la scrittura della lettera. Il blu al contrario esprime i contenuti riguardanti il cielo, il Paradiso: la reincarnazione nelle sembianze angeliche e la narrazione dell’al di là. Quest’opera in trasparenza è una vera e propria sperimentazione del verso libero con il fine di assumere tratti visivi importanti.

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4.3. Il giorno di Machtübernahme; JHM n. 4305 Alcune pagine del secondo atto raffigurano una sequenza narrativa sull’inizio delle persecuzioni: dal corteo nazista fino alla decisione di Charlotte di non frequentare più la scuola dato che vi ebbero luogo forti atteggiamenti antisemiti. La presa di potere di Hitler è rappresentata da un compatto drappello di nazisti che avanza minaccioso, tutti uguali nella loro divisa, sotto la bandiera con la svastica che agitano ed innalzano sopra loro stessi. Sul retro della gouache vi è annotata la melodia di accompagnamento: la canzone Horst Wessel, un inno nazista5. L’opera segue la composizione dei terzi orizzontali, permettendo così di focalizzare l’attenzione dell’enunciatario su tre diversi nuclei: in alto prevale la rossa bandiera che ondeggia al vento e che riporta la svastica, nella zona centrale è invece la data 30-I-1933 che viene messa in evidenza e che prevale sui nazisti sottostanti, mentre nella zona inferiore troviamo questa interminabile folla nazista che avanza. Secondo le leggi della gestalt, questo esercito appare in entrata nello spazio della rappresentazione dato che parte dall’alto e prosegue verso il basso, da destra verso sinistra, creando dal punto di vista eidetico un forte taglio visivo che segue la diagonale del riquadro. Tale taglio, suddivide sostanzialmente l’opera in due zone figurative che hanno un’opposizione tematica: svastica-popolo, guida-guidati, unità-moltitudine, potere-volere. Un forte volere comune, si unifica sotto uno stesso emblema, segno di potere. Così, la bandiera si erge come simbolo sintesi della massa sottostante, formata da atomi di un esercito, uguali nel loro volere ed interscambiabili, che si consolidano nell’Unità nazista. Il commento di Charlotte suona come satira: “Milioni guardano con speranza alla Svastica. Albeggia il giorno della libertà e del 5 Cfr. Charlotte Salomon, Riccardo Braccini, www.weimarart.it, 5 agosto 2010. 30


4. Analisi opere

JHM n. 4305, Il giorno di Machtübernahme1, c. 1941 1 Il giorno di “Machtübernahme” indica la data della nomina di Adolf Hitler a cancelliere il 30 gennaio 1933 31


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pane.” Una promessa di ritorno alla gloria, una speranza di porre fine a tutte le difficoltà e carestie che il popolo tedesco fu costretto a subire per colpa della profonda crisi politica, sociale ed economica durante gli anni successivi alla prima Grande Guerra. Di tutto ciò ne è simbolo la bandiera, più specificamente la svastica, che sovrasta l’intera gouache e ne evoca la tematizzazione, che incarna i valori di “libertà e pane.6” Il vento che soffia sul vessillo facendolo ondeggiare crea un ulteriore senso di movimento, lo indirizza inoltre parallelamente alla diagonale formatasi dal drappello di nazisti. Le onde rappresentate sulla bandiera sono indice di movimento; il significante ha quindi un rapporto di continuità fisica col significato. Notiamo che la folla risulta completamente anonima sia nei gesti che nei lineamenti, volti uniformi e approssimativi, quasi disumani. Sovrapposto allo sfondo, caratterizzato da pennellate verticali cromaticamente tendenti all’azzurro tenue, colore freddo ed anonimo ma di forte contrasto complementare rispetto alle altre cromie raffigurate, troviamo dei semplici tratti indefiniti e apparentemente casuali. Dato che quest’ultimi sono stati dipinti con lo stesso pigmento utilizzato per la raffigurazione dei lineamenti della folla, rappresentano figuratamente la perdita di umanità, ascendente verso l’alto, che i singoli soggetti subiscono nell’entrata a far parte di un gruppo. Anche le lunghe pennellate parallele di color chiaro utili a definire la carnagione dei volti, che si alternano a quelle arancioni delle divise, sottolineano quanto siano uniformati e irriconoscibili le singole unità. Come già sottolineato, è uno dei pochi riferimenti visivi alla tragedia tedesca. La persecuzione razziale è narrata implicitamente, non è il tema conduttore. Nei lavori di Salomon, è presente una posizione attanziale dei nazisti, ma solo in poche opere, come in questa nello specifico, viene attorializzato. Su queste teste è stampigliata una data, 30-I-1933, elemento peculiare dell’opera, giorno dell’entrata in carica di Adolf Hitler. La 6 Valentino Bompiani, Charlotte: Diario in figure di Charlotte Salomon, p.34 32


4. Analisi opere

Atto Secondo. Milioni guardano con speranza alla Svastica. Albeggia il giorno della libertĂ e del pane. Proprio in questo momento, molti ebrei - che, con tutta l'efficienza spesso inconfutabile, sono forse una razza invadente e insistente, occupando il governo e altre posizioni di alto livello. Dopo la presa al potere dei nazisti, tutti sono stati licenziati senza preavviso. Qui vedi come questo ha colpito un certo numero di anime diverse che erano sia umane che ebraiche! 33


Es ist mein ganzes Leben

Nelle precedenti pagine, le trasparenze della gouache JHM n. 4305, numerate 147 - 148. In questo caso i fogli di accompagnamento con i relativi commenti dell’autrice sono piÚ di uno. 34


4. Analisi opere

data risulta in primo piano perché inscritta e messa in risalto dal segno di una pennellata bianca che sovrasta la folla, simbolo della gestualità dell’autrice. Questo particolare colloca la data completamente su un diverso livello plastico rispetto a tutti gli altri elementi. Tramite questo elemento, nell’opera si attua un atto di temporizzazione, che per Charlotte doveva risultare fondamentale data la posizione spaziale e plastica in cui decide di collocarla. Dato che Laben? Oder Theatre? risulta con la stessa struttura narrativa di un diario, l’utilizzo di una specifica data collocata all’interno dello spazio della rappresentazione, ha lo scopo di associare un determinato evento, in questo caso la presa di potere nazista, ad un determinato momento storico.

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Es ist mein ganzes Leben

4.4. Leben oder Theatre; JHM n. 4925 In quest’ultima immagine la comunicazione di Salomon si tramuta dal narrativo al riflessivo, frutto del passaggio da uno sguardo all’indietro verso le vicende vissute, ad uno sguardo rivolto dentro di sé. L’autrice sente necessario infatti entrare in se stessa per poterne uscire, come afferma in una delle precedenti pagine.7 Inoltre, nella pagina precedente si leggeva: “Attorno a sé, vide il mare, sentì il sole, e seppe che era necessario per lei svanire per un po’ dalla vita, e fare qualsiasi sacrificio per creare dal profondo un mondo nuovo, suo.8” Da queste affermazioni possiamo notare quanto l’autrice sentisse il bisogno di scavare dentro se stessa per trovare la pace tanto desiderata. Con il procedere della conclusione del corpo di opere riempisse i fogli sempre più freneticamente, con una gestualità tanto più ampia e veloce, quanto il tempo della narrazione incombeva sul tempo della rappresentazione. Otteneva così un tratto più essenziale e un colore più puro. Infatti, se confrontiamo le gouache del prologo con quelle dell’epilogo, notiamo come le prime siano più descrittive e dense di segni, colori, parole ed elementi narrativi. Quelle dell’epilogo, invece, rifuggendo dai particolari, acquistano tratti informali e frenetici. Questa tipologia di rappresentazione pittorica comunica non tanto una narratività specifica o dettagliata degli eventi, bensì il senso che questi trasudavano. Man mano che procedeva, l’opera diventava la sua vita e la vita l’opera. In queste ultime gouache vi è spesso una ridondanza, un’iterazione di alcune componenti semantiche. I colori più scuri e freddi, insieme ad un segno più informale, emanano un senso di malinconia e tristezza. Queste ultime opere sono legate da una topicalizzazione patemica. 7 B. Pedretti, op. cit., p.126 8 Valentino Bompiani, op. cit., p.47 36


4. Analisi opere

JHM n. 4925, Leben oder Theater, 1942 37


Es ist mein ganzes Leben

Notiamo come la Charlotte rappresentata emerga grazie una complementarità cromatica rispetto alla fredda realtà in cui è immersa, rappresentata da diverse tonalità di blu e di grigio. La ragazza inginocchiata emana un forte calore dato dalle sintetiche pennellate rosse ed arancioni che la compongono. Questa tipologia di contrasto, spesso adoperata dall’artista come nella gouache “30-I-1933”, risalta la carne e la vita. Nell’immagine di chiusura l’autrice si ritrae di spalle, in ginocchio di fronte al mare, posizione ideale per Charlotte durante l’atto di dipingere. La mano sinistra regge il foglio, il braccio destro è libero di muovere il pennello sulla carta, che in realtà non c’è: al posto del foglio c’è il mare stesso.9 L’intera gouache è opaca perché le pennellate non ricoprono l’intera superficie della tela, lasciandola visibile nell’angolo in alto a destra parlandoci così del supporto della dimensione rappresentativa e metapittorica dell’opera. Il mare, dimensione della rappresentazione di I° livello, traspare all’interno della tela su cui il soggetto (rappresentazione dell’autrice stessa) dipinge, rappresentando quindi la realtà rappresentata come un’ulteriore rappresentazione, atto che nomineremo di II° livello. La trasparenza della tela non la rende più solo significante dell’arte bensì della realtà stessa, dell’esistenza e della vita. La rappresentazione di secondo livello è quindi trasparente. Proprio su quelle spalle ricurve di Charlotte è dipinto il titolo senza più un punto interrogativo, “Leben oder Theater”, Vita o Teatro, segno di come non solo la realtà che la circondava, ma il suo corpo stesso fosse diventato l’opera, tramutatosi nella tela in cui dipingere. Vita e arte, realtà e rappresentazione, si fondono. La schiena del soggetto, simulacro di Charlotte Salomon, si tramuta in tela, in teatro. Tramutazioni, queste, rappresentate sia graficamente che verbalmente. L’opera così commuta i ruoli continuamente, come 9 Katia Ricci, op. cit., p.53 38


4. Analisi opere

in un legame covalente. Adesso che Charlotte ha completato la propria opera biografica, non vi è più la necessità di porsi il dilemma su quale sia la scelta più appropriata: affrontare la vita o immergersi nella propria e personale visione della realtà. Finalmente convergono.

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Bibliografia

B. Pedretti, Charlotte: La morte e la fanciulla, Giuntina, Firenze 1998 Katia Ricci, Charlotte Salomon: I colori della vita, Bari 2006 Valentino Bompiani, Charlotte: Diario in figure di Charlotte Salomon Frédéric Martin, Vie? ou Théâtre? Margaret Gray e Margherita Mariano, Charlotte Salomon: Vie? ou Théâtre?, Le Tripode

Corso di Semiotica A.A 2016 / 2017

ISIA Firenze Prof.ssa Francesca Polacci 41


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