Città di Venezia (VE) - Il Fondaco dei Tedeschi | Loris Villa n.matr. 284513

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LORIS VILLA N.°284513

NOME - La parola Fondaco (pron. Fóndaco) ha una radice lontana: deriva dal greco pandokheion, albergo, attraverso l’arabo funduq, letteralmente “casa-magazzino”. Identifica un edificio (o un complesso di edifici) di origine medievale, che nelle città di mare svolgeva funzioni di magazzino e, spesso, anche di alloggio per i mercanti stranieri; LUOGO - Sestiere di San Marco, Calle del Fontego dei Tedeschi, Ponte di Rialto, 30124 Venezia VE; CONFINI - Il Fondaco confina a Nord con il Rio del Fontego dei Tedeschi, a Sud con la Calle del Fontego dei Tedeschi, a Est con la Salizada del Fontego dei Tedeschi e a Ovest con il Canal Grande; COORDINATE - 45°26’17.66’’N, 12°20’12.23’’E; ASPETTI TIPOLOGICI - Grande complesso che guarda sul Ponte di Rialto, il Fontego è un edificio in stile rinascimentale, a pianta quadrata, disposto su cinque livelli intorno ad un cortile interno, coperto da una struttura in vetro e acciaio, al cui centro è collocata una vera da pozzo che un tempo attingeva l’acqua dalla cisterna sottostante. Venezia attinge invece a questo tipo edilizio dalle proprie fonti mediterranee e lo fa portandolo nel cuore commerciale della città ed adattandolo alle proprie esigenze. Il fondaco nasce infatti come una struttura a corte, fornita di un unico accesso, con botteghe e magazzini al piano terra, taverne ed alloggi ed atta ad ospitare viandanti e commercianti. È possibile osservare la struttura architettonica originaria del Fontego solo nella celebre veduta di Venezia eseguita dal de’ Barbari nel 1500 Tale costruzione, risalente al 1228, venne però completamente distrutta da un furioso incendio che, appiccatosi nella notte del 27 gennaio 1505, perdurò tenacemente anche per tutto il giorno seguente. L’edificio odierno è frutto dell’azione della storia e di una serie di trasformazioni operate in virtù dell’evoluzione della destinazione d’uso nel corso dei secoli del Nuovo Fontego, edificato tramite ricostruzione dal 1506 al 1 agosto 1508; ASPETTI DIMENSIONALI - Il piano di fondazione della palificata, a seguito di indagini ed ispezioni dei fondali, è stato individuato circa a quota 7,5 – 8 m dal piano di campagna ed è inoltre risultato essere quello tipico veneziano di limo argilloso chiaro ed elevatissima resistenza alla penetrazione nonché a bassa plasticità, chiamato caranto. È stata inoltre rilevata l’esistenza di una vecchia fondazione in pietra dura fino alla profondità di circa 3 m e quindi la presenza di pali al di sotto di un magrone di bettoncino in malta di calce ed inerte in spaccato di trachite. La struttura portante dell’intero edificio è costituita da travi e pilastri conglobate nei setti murari portanti. Al pian terreno cinque grandi arcate a tutto sesto chiudono un portico in dialogo col Canal Grande, dove si scaricavano le merci. Le pareti interne invece, che danno sul cortile, si aprono ariosamente in logge con archi a tutto sesto. Il secondo livello è percorso da una lunga fila di bifore e monofore a cui corrispondono simmetricamente le finestre quadrangolari minori dei due piani sovrastanti. La sommità del palazzo è merlata, mentre dagli angoli della facciata emergevano in origine due tozze torrette, in seguito demolite, così come è oggi scomparsa la lunga teoria di camini a cono rovesciato; VOLUMI E SUPERFICI - L’edificio presenta un totale di quattro piani fuori terra ai quali si è aggiunto un nuovo quinto livello, realizzato a seguito dell’ultimo restauro operato, sottostante la copertura metallica della corte, dal quale si accede alla terrazza panoramica posta sulla copertura stessa. La superficie complessiva del palazzo è pari a 9.160 m2;


FINITURE - Per quanto riguarda le finiture esterne delle facciate fu deciso di non ricorrere a decorazioni marmoree né ad elementi decorati a traforo, abbellendo piuttosto le campiture libere tra le finestre con la tecnica dell’affresco, operata in questo caso da Giorgione (facciata lungo il Canal Grande) e Tiziano (facciata prospicente la calle omonima). Oggi del loro lavoro restano pochi frammenti alla Ca’ d’Oro, deteriorati dagli agenti atmosferici e dal clima umido e salmastro della laguna. Anche gli interni conservavano opere di inestimabile valore, dei pittori Paolo Veronese, Vecellio e Jacopo Tintoretto, di cui oggi si è perduta quasi ogni traccia. Rimangono, a testimonianza della funzione che nei secoli ha svolto l’edificio, i numerosi simboli che i mercanti incidevano, soprattutto sulla pietra delle colonne, per segnalare i vani in cui depositare le merci; FUNZIONE ORIGINALE - Dal XIII secolo la fabbrica di Rialto è stata per otto secoli un edificio chiave nella storia politica e istituzionale della Serenissima: nella prima metà del XIII secolo il Governo vi approvò infatti l’installazione del Fontego dei Todeschi, per ospitarvi coattivamente i numerosi mercanti tedeschi provenienti principalmente da Nuremberg, Judenburg ed Augsburg (anche se, va ricordato, con l’appellativo di “todeschi” a Venezia si indicavano pure gli austriaci, gli ungheresi e in generale tutte le popolazioni provenienti dall’Europa del nord). In esso operavano gli uffici delle magistrature veneziane dei Visdomini al Fontego dei Todeschi, dei Visdomini ai ligadori del Fontego dei Todeschi, dei Consoli e dei Sopraconsoli dei mercanti. Accanto a questi funzionari direttivi, al Fontego lavoravano anche un gran numero di appartenenti alle diverse Arti: i “ligadori” (incaricati di pesare e imballare), i “bastasi e segadori” (facchini e falegnami), nonché cuochi e barcaroli. Unico in tutta Europa, il Fontego fu, al contempo, anche un’alta scuola di commercio. Molti infatti furono i giovani alemanni che appresero tra le sue mura parte della mercatura; EVOLUZIONE DELLE FORME D’USO NEI SECOLI - L’ importanza del Fondaco era tale per la città di Venezia che quando nel 1505 l’incendio lo distrusse, si decise subito di ricostruirlo in fretta e su una scala simbolica e monumentale senza precedenti. Con la fine della Repubblica nel 1797, il Nuovo Fondaco perse la sua funzione commerciale, e venne assorbito dal demanio francese. Napoleone, conquistata Venezia e preso possesso del Fondaco, decise nel 1806 di cessarne ogni attività e di adibirlo a luogo dove si effettuavano i controlli doganali. Passato a seguito dei successivi avvenimenti storici, prima in mano al demanio austriaco, ed infine a quello italiano, il Fondaco perse la sua importanza commerciale e si configurò come il luogo adatto ad ospitare il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi; USO ATTUALE E STATO DI CONSERVAZIONE USO ATTUALE - Il Fondaco rimane sede delle Poste veneziane fin quasi alla fine del Novecento, quando gli uffici centrali vengono spostati a Mestre. Di lì a poco le Poste mettono in vendita la struttura che dopo brevi trattative viene acquistata dal Gruppo Benetton. Dopo otto anni di chiusura ed inutilizzo e tre di cantiere, l’ex palazzo delle Poste è stato riaperto al pubblico come polo del lusso con un nuovo nome, T Fondaco, nome in cui la lettera T intende alludere ai “Tedeschi”, i visitatori di un tempo, ed ai “Travelers”, i visitatori di oggi. Il centro ospita oggi 65 boutiques oltre che, saltuariamente, eventi culturali ed iniziative istituzionali a beneficio della città. Il progetto di recupero e rifunzionalizzazione ha consentito di estendere il dominio pubblico a tutta la massa dell’edificio. In particolare, in quanto alle consistenze, i 9160 m2 sono stati così ripartiti secondo le nuove destinazioni d’uso in: • 6307 m2 destinati a spazi commerciali di cui 2210 svolgono le suddette funzioni “ibride”; • 428 m2 destinati a spazi commerciali ad uso programmato secondo convenzione (eventi pubblico/privati); • 214 m2 destinati a servizi alla persona; • 945 m2 destinati alla circolazione; • 739 m2 destinati a locali tecnici; • 391 m2 destinati a spazi di servizio; • 133 m2 destinati a uffici. È stata quindi ottenuta una superficie netta di vendita pari a circa 6.800 m2.


STATO DI CONSERVAZIONE - Il Fondaco incarna in qualche modo la brutalità segreta di Venezia. Quasi completamente ricostruito col calcestruzzo moderno negli anni Trenta, è un palinsesto storico di sostanza moderna che ha attraversato cinque secoli di tecniche costruttive. A prescindere dalla storia dei suoi riadattamenti (torri rimosse, cortili coperti di vetro, nuove apertura, strutture ricostruite, ecc.) e dalla carenza di autenticità della struttura, il suo status giuridico di ‘monumento’, concesso nel 1987, ne ha impedito ulteriori pesanti modifiche. L’edificio aveva già subito modifiche rispetto alla sua struttura originaria quando è stato adeguato per diventare sede dell’ufficio postale. A questo si sono aggiunte necessità di adeguamento alle attuali normative e alla rinfunzionalizzazione del T Fondaco. Tre sono i piani che si aprono sul cortile dell’edificio, che ha mantenuto la sua struttura cinquecentesca, contaminata da un’allure moderno grazie alla presenza di scale mobili rosso fuoco; PRINCIPALI INTERVENTI DI RESTAURO - Il Fondaco è stato rimodellato costantemente nei secoli in un processo di continua stratificazione storica. La storia del Fondaco, che immerge le sue radici nel XIII secolo, mette in relazione ed attraversa tre importanti momenti storici: 1. COSTRUZIONE, 1228 - La paternità del progetto, a distanza di secoli, non è ancora stata resa nota; 2. RICOSTRUZIONE, 19 GIUGNO 1505 - 1 AGOSTO 1508 - A seguito dell’incendio che il 27 gennaio 1505 ha distrutto totalmente il fondaco, il 19 giugno 1505, nel suo decreto, il Senato di Venezia ha approvato la ricostruzione del palazzo su progetto di un certo “Hieronymus lo Todesco”, Girolamo il tedesco, di cui si sono perse le tracce nei tempi. Il primo agosto 1508, è stato inaugurato e benedetto il Nuovo Fondaco, i cui lavori di ricostruzione sono durati circa 3 anni e mezzo. Il costo complessivo è ammontato a più di 30.000 ducati. L’impianto cinquecentesco ha utilizzato chiaramente parte delle preesistenze modificandole alla luce di un impianto ed un linguaggio moderno. L’assetto è stato razionalizzato mediante l’introduzione di un solo cortile centrale. Ad ognuno dei mercanti venne assegnato un affaccio per vendere le proprie mercanzie. La scelta di utilizzare archi a tutto sesto segnava l’avvento di un nuovo linguaggio “romano”, allo stesso tempo attuale, possente e funzionale. La rigorosità dell’architettura era in un certo senso tradita dalla ricchezza decorativa delle superfici esterne, totalmente affrescate da Giorgione e Tiziano. È degli inizi dell’Ottocento la chiusura a vetri delle logge del cortile, e della fine dello stesso secolo la collocazione del lucernario; 3. RESTAURO FASCISTA, 31 AGOSTO 1928 - LUGLIO 1939 - Dopo i primi limitati interventi d’urgenza del 1908, a seguito della manifestazione dei primi allarmi sulla stabilità statica dell’edificio, i restauri massicci degli anni ‘30 costituiscono la più significativa operazione effettuata sul Fondaco nel Novecento: furono effettuati consolidamenti con strutture in calcestruzzo armato come l’inserimento nella muratura di pilastri volti a sostituirne la portanza, la sostituzione o il rinforzo dei solai, il rifacimento delle voltine delle logge al piano terra e la completa sostituzione della copertura con travi reticolari in calcestruzzo armato; diverse sono le aree sventrate per lasciare spazio ad ampi vani e la grande maggioranza delle partizioni è stata ricostruita in muratura novecentesca. L’intervento, eseguito sotto il controllo della Sovrintendenza ai monumenti di Venezia su progetto dell’Ufficio Tecnico Erariale diretto dall’ing. Guido Gerbino e realizzato dall’impresa appaltatrice dei lavori murari guidata dall’ing. Gino Vittorio Ravà, si inquadra nell’ambito della cultura del restauro degli anni ‘20- ‘30. La cifra spesa per tali operazioni non risulta essere nota. Essa potrebbe essere riservata e/o contenuta in un atto archiviato tra la documentazione storica comunale; 4. RESTAURO CONTEMPORANEO, AGOSTO 2009 - 20 MAGGIO 2016 L’idea di rifunzionalizzare il Fondaco dei Tedeschi nasce nel 2008, in seguito all’acquisto del complesso, un tempo sede dell’ufficio postale veneziano di proprietà di Poste Italiane, da parte di Edizione S.r.l. Rem Koolhaas, affiancato dal partner Ippolito Pestellini Laparelli e da Francesco Moncada e Silvia Sandor, è stato incaricato della redazione di un delicato progetto di restauro. I punti chiave della nuova trasformazione sono stati: - la parziale demolizione dei setti murari interni, voluta da Koolhaas per aprire visuali in cui si intravedono le nuove, e sicuramente necessarie, scale mobili interne, per le quali è stato scelto un rosso accesso;


- La gestione della copertura e dell’ultimo livello, dove il progetto ha realizzato un event pavillion e, accanto al restauro della vecchia copertura metallica, un nuovo tetto dall’imposta elevata di 1,5 m rispetto all’originale che dà accesso a una nuova terrazza panoramica che, riprendendo i tratti della classica altana veneziana, con parapetti e piani di calpestio in legno, si apre a 360° sui tetti di Venezia; - L’inserimento, al di sotto della copertura vetrata, di un nuovo solaio traslucido di acciaio e vetro in corrispondenza della corte centrale, che recupera lo spazio necessario a una sala polivalente sormontata dall’originaria lanterna e destinata ad ospitare mostre ed eventi culturali, il primo dei quali è stato l’installazione “Under water” di Fabrizio Plessi, aperta insieme all’inaugurazione del nuovo Fondaco. L’intervento è costato ad Edizione S.r.l. circa 35 milioni di euro; PROPRIETÀ ATTUALE - Nel 2008 il Fondaco dei Tedeschi, di proprietà del Demanio, viene acquistato da Edizione S.r.l. (holding del gruppo Benetton) per un totale di 53 milioni di euro. L’immobile è quindi oggi interamente di proprietà di questa società privata, non quotata, interamente controllata dalla famiglia Benetton; STRUTTURA DI GOVERNANCE E DI GESTIONE - Il Fondaco dei tedeschi, a seguito dell’ultimo restauro realizzato da OMA e dell’allestimento a store del lusso curato dall’architetto britannico Jamie Fobert, è stato concesso in affitto da Edizioni S.r.l., holding del gruppo Benetton che lo ha acquistato ed abilitato alla nuova destinazione d’uso, a DFS Group Limited, una divisione del colosso mondiale LVMH, Moët Hennessy Louis Vuitton, attraverso un contratto pluriennale di circa 110 milioni di euro (Edizione ha remunerato il doppio del capitale investito per acquistare l’edificio da Poste Italiane) della durata di 6 anni, rinnovabile una volta decorsi i primi. T Fondaco conta più di 300 dipendenti tra sales assistant, chef, camerieri e impiegati d’ufficio. In particolar modo a gestire la struttura sono questi ultimi dalle loro postazioni situate al piano mezzanino, tra piano terra e primo piano. Il centro commerciale possiede inoltre una lounge, punto di sbarco al Tronchetto per intercettare i bus turistici in arrivo a Venezia ed inserire il Fontego nel tour di poche ore di molte delle comitive straniere. Nella gestione del Fondaco di Dfs il Comune di Venezia si limita al ruolo di spettatore, ma vige una convenzione stilata tra Ca’ Farsetti e Benetton, ed ereditata da Dfs, che prevede la disponibilità degli spazi del “Padiglione degli eventi” ricavato sotto il lucernario, con un nuovo piano, per dieci giorni l’anno, in cambio della rinuncia agli standard e agli aumenti di volumetrie concesse. Al fine di esaurire il proprio impegno nei confronti della comunità, Dfs ha concesso inoltre al Comune l’uso pubblico dei servizi igienici del grande magazzino ed ha stretto rapporti di collaborazione con istituzioni cittadine, a cominciare dall’università, proprio in vista del suo programma di eventi; DATI DI GESTIONE - Il traffico indotto in esercizio, durante la fase progettuale, è stato stimato attraverso un confronto con dati relativi al traffico di una struttura di vendita, posta in prossimità del Fondaco dei Tedeschi. La superficie di vendita del Fondaco dei Tedeschi si aggira sui 6800 m2. È stato considerato un fattore moltiplicativo sui dati dell’esempio citato pari a 3,5 (cautelativo). Si è in questo modo ottenuta una previsione di traffico merci su acqua pari mediamente a 3-4 barche al giorno, nei momenti di punta (30 giorni all’anno), anche di 7 barche al giorno. Rispetto al numero di utenti attesi si è previsto invece un flusso medio al massimo di circa 7000 persone/giorno con punte che si sono attestate sulle 10000-12000 persone. È stato stimato infine un numero di addetti pari a circa 200/240. Essendo il Fondaco dei Tedeschi uno dei pochi palazzi storici di Venezia con due ingressi alla corte interna che storicamente i veneziani utilizzano come “scorciatoia”, il loro mantenimento ha aiutato a rendere più fluida la circolazione pedonale. Oltre che via terra, gli utenti possono accedere al Fondaco servendosi di taxi o compagnie private già presenti sul Canal Grande. Ad un anno dall’apertura di T Fondaco è possibile affermare che le previsioni fatte in sede di progetto sono state più che eguagliate. Il Nuovo Fondaco ha realizzato in un anno un fatturato di 100 milioni di euro e ha registrato l’ingresso di circa 3 milioni di visitatori, con una media di 8 mila ingressi al giorno, di cui 1200 alla terrazza, con un’affluenza che ha superato di gran lunga quella di Palazzo Ducale e della Collezione Peggy Guggenheim;


NORMATIVA - Il Fondaco dei Tedeschi è tutelato quale Bene Culturale e Paesaggistico ai sensi del Dlgs. 42/2004. Attraverso analisi e valutazione è stata dimostrata la piena coerenza dell’intervento in progetto con il quadro di riferimento programmatico in relazione al riconoscimento del carattere di interesse pubblico come da Delibera di CC n.18/2013. L’intervento ha acquisito il parere favorevole della Commissione Edilizia Integrata che, esprimendosi dal punto di vista paesaggistico, ha considerato il progetto coerente con la natura storica del sito, con l’ambiente ed il paesaggio circostante (parere espresso in data 19/12/2012); inoltre per quanto attiene i vincoli ai sensi degli artt.134 e 142 del D.Lgs. 24/2004 (Beni Paesaggistici) e dell’art.10 comma 3 e 4 del D.Lgs. 42/2004 (Beni Culturali) la competente Soprintendenza ha già espresso in merito parere favorevole (rif. parere n. 17102 del 06/12/2012 a valere sia per gli aspetti paesaggistici che monumentali, come da verbale della Conferenza dei Servizi n. 24222 del11/1/2013); FONTI BIBLIOGRAFIA - Pietro Paoletti, L’architettura e la scultura del Rinascimento veneziano, Venezia, 1893; - K.E. Lupprian, Il fondaco dei Tedeschi e la sua funzione di controllo del commercio tedesco a Venezia, Venezia, 1978; - Vittorio Casali, Il Fontego dei Tedeschi, Venezia, 2009; - G. Zordan, I Visdomini di Venezia nel secolo XIII, Padova, 1971. - Manlio Dazzi, Studio su L’Architetto del Fondaco dei Tedeschi in “Atti del R. Istituto veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1939-1940; - Ferdinando Forlati, Il Fondaco dei Tedeschi in “Palladio”,Vicenza, 1940; - Pession, Dazzi, Brunetti, Gerbino, Il Fondaco nostro dei Tedeschi, Venezia, 1941; - Gino Vittorio Rava, Nuovi metodi impiegati nel restauro di alcuni palazzi veneziani, in “Annali dei Lavori Pubblici” n.II, 1936; - Giuseppe Fagi, Il palazzo demaniale ex Fondaco dei Tedeschi in Venezia, in “Rivista del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali”, nov.-dic. 1937; - Ferdy Hermes Barbon, I segni dei mercanti a Venezia nel Fondaco dei Tedeschi, Crocetta del Montello, Treviso, 2005; - Francesca Dal Co, Elisabetta Molteni, Rem Koolhaas, Il Fondaco dei Tedeschi, Venezia, OMA: il restauro e il riuso di un monumento veneziano, Milano, 2016; - Luca Tamini, Luca Zanderighi, Dismissioni commerciali e resilienza: Nuove politiche di rigenerazione urbana, Milano, 2017. DOCUMENTAZIONE - FdT Newspaper, OMA*AMO; - Relazione Generale; - Relazione Tecnica – Illustrativa del Progetto di Restauro e Rifunzionalizzazione del Fondaco dei Tedeschi ad Uso Commerciale; - Relazione illustrativa degli interventi strutturali; - Relazione impianti; - Studio Preliminare Ambientale, Redatto da Politecnica. SITOGRAFIA - OMA: http://oma.eu/projects/il-fondaco-dei-tedeschi; - Domus:https://www.domusweb.it/it/notizie/2016/06/08/oma_fondaco_dei_tedeschi.html; - Yatzer: https://www.yatzer.com/fondaco-dei-tedeschi-venice-benetton-oma; - VAS Roma: http://www.vasroma.it/la-lezione-del-fontego-dei-tedeschi/; - Ricerca del 1994: http://xoomer.virgilio.it/maleante/lavori/fondaco/target0.html; - Metalocus: https://www.metalocus.es/en/news/oma-restores-16th-century-fondaco-dei-tedeschi-venice; - La Nuova Venezia: http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ cronaca/2016/09/28/news/dal-fontego-dei-tedeschi-a-t-fontego-a-venezia-l-ex-palazzo-delle-poste-diventa-polo-del-lusso-1.14168727; - Zanet Marmi: http://www.zanetmarmi.it/progetti.php.


FOTO STORICHE

Il Fondaco ai tempi del Fascismo

Il Fondaco durante i restauri degli anni ‘30

Un’incisione della ricostruzione del Fontego

Pianta ottocentesca dell’edificio

Incisione raffigurante l’antica facciata del Fondaco


ELABORATI DI PROGETTO

Plastico a scala urbanistica

Plastico della Corte Interna

Sezioni del Fondaco

Plastico di dettaglio

Esploso dei dispositivi di collegamento


FOTO ODIERNE

Ingresso al Fondaco con affaccio sul Canal Grande

La modernitĂ ed il lusso del Fondaco

Il solaio traslucido di acciaio e vetro

Viste delle scale mobili in legno


Vista interna delle Gallerie

Altana panoramica

Vista interna della Galleria del 3° piano

Interni dell’event pavilion


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