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PENDENZA MIN 5% 1960-62 GIROLOMBARDIA ALTITUDINE 1107 MT PENDENZA MEDIA 17% LUNGHEZZA PERCORSO 1700 MT DISLIVELLO 280 MT ALTITUDINE 827 MT PENDENZA MAX 25% TEMPO DI PERCORRENZA 20’ BICICLETTA 30’ A PIEDI LARGHEZZA MEDIA 3 MT 4 TORNANTI MURO DI SORMANO
ATTENZIONE //CAUTION LA FORTE PENDENZA E LA CARREGGIATA STRETTA RENDONO LA DISCESA PERICOLOSA
THE WALL Camminando al fresco sotto le chiome degli alberi, la concentrazione va ai rumori e agli odori del bosco e dei suoi abitanti. Abbassando gli occhi si nota un percorso che ha anch’esso qualcosa da dire: sull’asfalto sono segnati progressivamente con degli stencil metri di dislivello e la rispettiva vegetazione, che cambia man mano che si sale. Queste grafiche sono parte di un progetto di riqualificazione compiuto negli ultimi anni dallo studio di architettura ifdesign, che ha trasformato tutto il Muro di Sormano in una lunga narrazione del paesaggio circostante, raccontato attraverso il carattere prevalente del Muro, la sua pendenza. Così, con l’aumentare dell’altitudine, cambiano anche le informazioni sotto i piedi del visitatore.
% SLOPE Il carattere prevalente del “Muro di Sormano” è la sua pendenza. Non è un semplice dato orografico: è ciò che lo rappresenta nell’immaginario della popolazione, ciò che lo qualifica in un determinato ambito (quello sportivo) che lo riconosce, dopo l’inserimento triennale al Giro di Lombardia, come uno dei percorsi più difficili in assoluto, seppure con la sua brevissima storia. È importante rilevare però che l’aspetto sportivo non è l’unica chiave di lettura della forte pendenza che caratterizza il percorso. Si trova infatti in quell’intervallo di altitudine in cui la montagna subisce un cambio di paesaggio radicale. Secondo questi principi si sviluppa il progetto per la sua riqualificazione del “muro”, come una sorta di narrazione di un paesaggio che cambia, letto sempre attraverso la lente di questo suo carattere – la pendenza – che diventa non più mezzo, tramite, ma esso stesso obiettivo di questa operazione.
STENCIL Il progetto per la riqualificazione del “Muro” è inteso come una sorta di narrazione, letta attraverso l’elemento prevalente della pendenza e misurata mediante la grafica dell’asfalto e la segnaletica di un paesaggio che cambia. Il nastro d’asfalto diventa così un rullo che registra ciò che avviene, la mappa di un museo “a cielo aperto” che racconta il territorio attraverso simboli, elementi misuratori, motivi grafici, scritte e segnali. Gli inserti grafici nella pavimentazione sono posti ad ogni metro di dislivello, in maniera tale che l’aumento e la diminuzione della pendenza possa essere letta, oltre che direttamente con la fatica, indirettamente dalla compressione o dal diradamento di questi elementi (per pendenze intorno al 10% ogni 10 mt, per pendenze del 20% ogni 5mt e così via). Questi elementi costituiscono il trait d’union dell’intervento poiché sono presenti a varie densità su tutto il percorso. È un’occasione per raccontare il paesaggio incontrato.
FLORA
FLORA I caratteri del percorso sono raccontati lungo tutta la sua lunghezza dalla segnaletica orizzontale con la numerazione di ogni metro di dislivello e la continua registrazione dell’aumento e della diminuzione della pendenza. Accanto a queste indicazioni, il disegno di foglie e l’indicazione di specie arboree, funzionano come didascalie che descrivono la vegetazione ai lati della strada. Così, con l’aumentare dell’altitudine, cambiano anche le informazioni sotto ai piedi, o alle ruote, e si passa via via dal simbolo della betulla a quello dell’abete mentre si tengono d’occhio anche le distanze tra i diversi metri di dislivello, riuscendo a capire che pendenza si stia percorrendo.
TREES
TREES In alcuni tratti del percorso la vegetazione riprende carattere prevalentemente arboreo, offrendo ai visitatori riparo sotto le chiome di alberi aggettanti sul tracciato. In corrispondenza di queste parti del Muro la stessa pendenza tende a diminuire e per questo la narrazione del dato orografico in adiacenza agli inserti grafici, che in questa porzione passano dall’essere riproduzioni di foglie arbustive a quelle di semplici alberi stilizzati, viene temporaneamente interrotta, quasi a suggerire il luogo ideale per una breve sosta dalla scalata.
ATTENZIONE //CAUTION “CHI NON SA FARE QUESTA SALITA CAMBI PURE MESTIERE.” ALFREDO BINDA, 16 OTTOBRE 1960
MITH OF IMPOSSIBILITY Il ciclismo italiano ha sempre annoverato nei propri tracciati, ed in particolare tra quelli del Giro di Lombardia, alcune tra le salite più dure a livello internazionale. Sul finire degli anni ‘50 la classica delle foglie morte aveva perso interesse, motivo per cui Vincenzo Torriani volle aggiungere alla lista un percorso ancora più impegnativo, il Muro di Sormano, che rimase nel percorso di gara per tre edizioni, fino al 1962. Pur non essendo particolarmente lungo, il repentino cambio di altitudine lo rese un vero calvario per i ciclisti che parteciparono alle gare, così duro che molti professionisti furono costretti a scendere di bicicletta e proseguire a piedi, anche per la mancanza all’epoca di rapporti sufficientemente corti per quelle pendenze. Si trattava di dieci minuti al limite dello sforzo fisico, tanto da far scendere di sella persino l’allora campione del mondo Van Loy. Paradossalmente proprio la durata effimera ed il fallimento si sono rivelati conduttori fenomenali nella memoria collettiva, generando una sorta di mito dell’impossibilità e rendendolo un luogo dove il gesto sportivo è portato al limite, riconducibile ai valori delle possibilità agonistiche e della sfida con sé stessi e con la natura.
HEROIC QUOTES Lungo il percorso del Muro non viene narrato solo il paesaggio naturale, fisico e visibile, ma anche quello della memoria, legato al mondo dello sport e a quegli episodi che hanno consacrato la sua salita al mito. Su questo presupposto si è infatti basato il progetto di riqualificazione affidato allo studio Ifdesign, che ha proposto una sistemazione in chiave “monumentale” del percorso, quasi a renderlo una sorta di museo a cielo aperto. Delle scritte dell’altezza di 30 cm occupano tutta la larghezza del percorso a formare una texture composta dalle lettere: esse ricordano le parole dei campioni che con tanto impegno e sudore hanno affrontato il Muro, Bartali e Baldini, le cui citazioni, risalenti al periodo in cui era il loro peggiore incubo, esaltano al massimo il carattere di questo luogo.
HEROIC QUOTES
RECORDS Oltre alle citazioni vengono narrate anche le gesta degli eroi di Sormano: l’asfalto ci dice anche i migliori tempi dei corridori delle tre edizioni storiche del Giro di Lombardia (1960-62), che hanno percorso il Muro in meno di una decina di minuti. I tempi sono riportati in ordine di arrivo, a partire dal record di scalata detenuto da Ercole Baldini che nel 1962 riuscì a vincere la sfida contro il Muro in 9’42’’. In seguito alla reintegrazione del tracciato nell’odierna Classica delle Foglie, Joaquim Rodriguez, pur non passando per primo in cima, ha battuto Baldini e stabilito il nuovo record di 9’02’’.
RECORDS
POINT OF VIEW Raggiunto il tratto tra il terzo ed il quarto tornante, è una vera gioia uscire dalla boscaglia e fermarsi un attimo con la scusa di guardare il panorama con la consapevolezza che la città è abbastanza vicina da essere vista all’orizzonte e al tempo stesso tanto lontana da far sentire chi la guarda in un’altra dimensione. Un grande mirino fatto da cerchi concentrici disegnato sul suolo indica il punto da cui godere della vista migliore sull’orizzonte circostante e come un radar rileva i nomi delle vette più importanti nella loro direzione di avvistamento. Ruotando attorno al punto designato è possibile ammirare le cime delle Prealpi, dalla Grigna al Cornizzolo, dal Resegone al Barzaghino. La vista da questo punto di osservazione, posto in prossimità dellavale tutta la dura scalata del Muro.
BOOKS
- “Paesaggi da decifrare: Gli sguardi del progetto.”, Antonella Falzetti, Luigi Ramazzotti, Gangemi Editore, Roma, 2012; - “Pro-cycling territory: Il contributo del ciclismo professionistico agli studi urbani e territoriali.”, Paolo Bozzuto, Franco Angeli Edizioni, Milano, 2016; - “In punta di pennino - Cesare Sangalli, 50 anni di ciclismo disegnati e raccontati”, Pino Lazzaro, Ediciclo Editore, Portogruaro, Venezia, 2005; - “Il Giro d’Italia, Dai pionieri agli anni d’oro”, Mimmo Frranzinelli, Feltrinelli Editore, Milano, 2015.
MAGAZINES
- Casabella 774 - “Muro di Sormano, Una salita impossibile trasformata in un’opera di Land Art”, Giulio Barazzetta, Febbraio 2009, p.88-91, Milano, Italia; - Paisea: revista de paisajismo 6, Graphismo en el Paisaje - Recuperatiòn cuesta historica “Muro di Sormano”, Jaime Garcia, 2008, Articolo 002, p.22-25, Valencia, Spagna; - Oris Magazine 45, Volume IX - “The Wall”, Helena Sterpin, 2007, Zagabria, Croazia;
SITES
- IFDESIG: http://www.ifdesign.it/muro-di-sormano.html; - DIVISARE: https://divisare.com/projects/6260-ifdesign-muro-di-sormano; - METALOCUS: https://www.metalocus.es/en/news/open-air-museum-historical-cycling-race-slope-muro-di-sormano-ifdesign; - ARCHITETTURA DEL MODERNO: https://www.architetturadelmoderno.it/ luogo/muro-di-sormano/; - LOMBARDIA BENI CULTURALI: http://www.lombardiabeniculturali.it/ blog/percorsi/i-luoghi-del-ciclismo/muro-di-sormano/; - ARCHITECTURIGN: http://artchitecturign.blogspot.it/2011/04/il-murodi-sormano-by-ifdesign.html; - NUOK: http://www.nuok.it/comm/verso-le-stelle-passando-per-il-murodi-sormano/;
GRAPHICS
- VELOVIEWER: http://veloviewer.com/segment/2182738/salita+del+Muro+di+Sormano+.
VIDEOS
- VIMEO: https://vimeo.com/48641433; - YOUTUBE: https://youtu.be/NU0YU2iyeNkpaAc - YOUTUBE: https://youtu.be/Dq40aeiWMsE
M. 1124 S.L.M.
QUI TERMINAVA IL “MURO” DI SORMANO IL PIÙ IMPEGNATIVO TRATTO IN SALITA DEL CICLISMO INTERNAZIONALE PENDENZA MASSIMA 25% IDEATO DA VINCENZO TORRIANI “PATRON” DEL GIRO D’ITALIA E DI ALTRE MANIFESTAZIONI DELLA GAZZETTA DELLO SPORT E REALIZZATO DALL’ING. ANGELO TESTORI SINDACO DI SORMANO NEL 1960 24 APRILE 1987