Portfolio di Laurea Triennale IUAV | Loris Villa n.matr. 284513

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LORIS VILLA N. 284513 L - 17 D.C.P. 2015/2018

© Settembre 2018 lorisvilla17@gmail.com



esperienze lavorative

informazioni personali Nome e Cognome: Loris Villa Luogo di nascita: Noto (SR) Data di nascita: 17/10/1996 Residenza: Resana (TV), Via degli alpini n.28 C.A.P. 31023 E-mail:lorisvilla17@gmail.com Telefono: 0423 826790 Cellulare: +39 320 3118809

formazione I.T.C.G. “A. Martini” Titolo conseguito: Diploma Geometra – Tecnico C.A.T. Anno conseguimento titolo: 2015 Materie oggetto di studio: Progettazione, Costruzioni, Topografia, Estimo, Diritto, Tecnologia. Università IUAV di Venezia Corso: Architettura: Tecniche e Culture del Progetto Dipartimento: Dipartimento di Culture del Progetto Percorso: Percorso Comune - GGG Classe: L-17-Classe delle Lauree in Scienze dell’Architettura Ordinamento: 2013 Normativa: DM270 Data Immatricolazione: 09/10/2015

STUDIO GAMBUZZA ARCH. GIUSEPPE Via Roma, 27, 96018 Pachino, Siracusa (Sicilia), Italia Esperienze di tirocini formativi della durata di quattro mesi Periodo di svolgimento: da giugno a luglio 2013 e da giugno a luglio 2014 Assistente alle attività dell’architetto dello studio, svolgimento di compiti di diversa tipologia: relazioni tecniche, visure catastali, pratiche burocratiche consegnate all’ufficio tecnico del comune, rilievi, restituzioni grafiche tramite software CAD, visite in cantiere.

STUDIO RONCATO ARCHITETTI Via Ramoneto 1, 35017 Piombino Dese, Padova (Veneto), Italia Esperienza di tirocinio curriculare universitario della durata di 150 ore Periodo di svolgimento: da settembre a ottobre 2017 Assistente all’attività dei due architetti dello studio, svolgimento delle seguenti attività: sviluppo di una proposta per la progettazione di una comunità-alloggio situata a Torreselle di Piombino Dese (PD); visite e verifica dello stato di avanzamento dei lavori in sito ai cantieri di restauro della chiesa S.S. Maria e Zenone a Onigo di Pederobba (TV) e dell’Oratorio di San Giovanni Nepomuceno a Sant’Ambrogio (PD); disbrigo di pratiche amministrative;

workshop Olivier Ghainet | Francia

Paredes Y Pedrosa | Spagna

Roberta Albiero | Italia


salvezza

ptc 21 - 32

immaginazione lab.i 01 - 10 psg 11 - 20 concezione

mondo viaggio 147 - 162

struttura

istituto universitario d lettura rst 111 - 122

italia lab.iii 85 - 98

s t o c 123 - 130 memoria wave ‘17 131 - 146 rinascita

g r a v i t à wave ‘ 18 99 - 110 risveglio


o

t e n

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lab.ii 33 - 52

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o

t es

g

tra 53 - 64

innesco

i architettura di venezia ereditĂ

u r b 75 - 84

res 65 - 74

riqualificazione


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Prof.: Eleonora Mantese Collaboratore: Ugo Rossi, Nicola Barbugian, Andrea Calgarotto, Alberto Cibinetto, Alioscia Mozzato

A.Accademico 2015/2016

ARCHITETTURA COME concezione Obiettivo comune dei laboratori del primo anno è di fornire a tutti gli studenti, provenienti da scuole con diverse formazioni, una base comune per la comprensione della complessità estetica e costruttiva del progetto di architettura e di prepararli a un metodo di lavoro che richiede, in modo sincronico, molteplici relazioni che arricchiscano la conoscenza. Per iniziare il percorso triennale alla docenza è sembrato indispensabile ripristinare una prassi di conoscenza del luogo in cui si studia, in particolare se la città è Venezia, un vero insegnamento nel rapporto tra natura e artificio. È così che partendo da una visita alla Scuola Dalmata, si è passati alla progettazione in una lottizzazione fittizia di un luogo auratico che attraverso l’accostamento di volumi, la misura, la luce, il valore simbolico, potesse ospitare una scuola di qualsiasi ordine o grado, materializzazione del concetto stesso di conoscenza. Un obiettivo tanto oneroso quanto audace, certo, ma portato a termine con non poche difficoltà. Il responso della docenza a fine anno? “Qualcosa è mancato ai nostri ragazzi, il contesto.”

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esempio assegnato - elaborati di progetto

Aula A - Sezione 1

Scuola Superiore - Planimetria Generale Aula A - Sezione 2

Aula A - Pianta

03

Aula A - Sezione 3

l’aula della conoscenza


esempio assegnato - foto dei plastci

Sezione interna 1

Sezione interna 2 Scuola Superiore - Planivolumetria generale

Veduta dell’interno

in una lottizzazione fittizia

Dettaglio delle scale

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riferimenti progettuali

Bouleuterion di Priene, Asia Minore, II sec. a.C.

Schizzo di Progetto - Bouleterion

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Propileo del Monumento nazionale alla Bandiera, Alejandro Bustillo, Santa Fe, Argentina, 1957

+

Schizzo di Progetto - Propileo

l’aula della conoscenza


esempi del passato ed esempi contemporanei

Finestre della Cappella del Convento di Santa Maria de La Tourette, Le Corbusier, Éveux, 1957

Progetto per il Churchill College, James Gowan, Cambridge, 1957 Schizzo di Progetto - Aula della Conoscenza

in una lottizzazione fittizia

06


l’aula della conoscenza

Pianta del Piano Terra

Sezione 1

Pianta del Primo Piano

Sezione 2

Prospetto Nord

Sezione 3

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l’aula della conoscenza


elaborati di progetto

Attacco a Terra

Planivolumetria

in una lottizzazione fittizia

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ortofoto modello

Ortofoto - Scala Modello 1:50

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l’aula della conoscenza


elaborati fotografici

Foto Frontale - Prospetto Sud - Scala Modello 1:50

Vista esterna degli studioli e del cortile porticato interno - Scala Modello 1:50

in una lottizzazione fittizia

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Prof.: Luigi Latini Collaboratore: Luca Zilio

A.Accademico 2016/2017

ARCHITETTURA COME salvezza Il pianeta Melancholia avvicinandosi alla Terra minaccia di disgregare ogni essere umano, ogni possibile felicità e speranza. La sua visione cattura gli spettatori, l’utenza, conducendoli verso il finale annichilimento della Terra. La malinconia è però non solo pesanteur, ma anche potenza fantastica, Schwärmerei, dona una sensibilità e una preveggenza che gli individui normali non posseggono. L’influsso astrale si aggiunge a quello temperamentale, secondo una logica che congiunge il microcosmo (corpo umano) al macrocosmo (universo). L’integrazione al Laboratorio d’Anno II con il corso di Architettura del Paesaggio ha visto un approfondimento del tema dell’“architettura effimera” attraverso lo studio e la conseguente applicazione di una precisa tipologia architettonica. La ricerca, guidata dal vocabolo “Belvedere” ha portato alla concezione di un dispositivo di riflessione per il genere umano, un disco, conficcato da qualche parte sulla Terra, posto ad esprimere il valore e il senso del nostro spazio vitale e a ricordarci di prendercene cura fino a quando con la nostra morte, non cesserà di esistere.

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la definizione di belvedere

Belvedere. Luogo di solito elevato, architettonicamente configurato, donde si gode una veduta panoramica (piazzale del Pincio a Roma e Michelangiolo a Firenze); può trovarsi in un parco pubblico o privato (PADIGLIONE, FOLIE, tempietto in giardino, il più noto esempio del passato è la Große Neugierde di Karl Friedrich Schinkel) oppure, come TERRAZZA o ALTANA, alla sommità di un ed. di abitazione: GAZEBO. Ne ha preso nome il cortile del Belvedere in Vaticano in virtù di una preesistente costruzione, realizzata intorno al 1487, conosciuta come palazzetto di papa Innocenzo VIII, realizzata su disegno di Antonio del Pollaiolo; la costruzione era una villa suburbana ad uso del pontefice con un’ampia loggia aperta verso la campagna ed era detta Villa o Casino del Belvedere per la sua posizione rialzata rispetto all’area della Basilica dalla quale era separata da un vasto pendio; con un progetto successivo Bramante propose la separazione dello spazio in tre terrazzamenti a quote differenti, grazie a lunghi e paralleli corpi di fabbrica. A seguire ne hanno preso il toponimo anche diversi châteaux, situati in posizioni amene (i più noti sono quello di HILDEBRANDT a Vienna e di PFINGSTBERG a Potsdam).

Belvedere sul Pfingstberg, Peter Joseph Lenné, Ludwig Persius, Friedrich August Stüle, 1863.

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il belvedere - melancholia


gli esempi del passato 1

2

3

4

Didascalia: 1. A carousel in the Cortile del Belvedere, Étienne du Perac, 1565; 2. Das Schloss Belvedere und seine Gartenanlage aus der Vogelschau, Salomon Kleiner, 1731; 3. Grosse Neugierde,Architektonisches Album,Heft 43,Blatt 5, Karl Friedrich Schinkel, 1859; 4.Das Belvedere auf dem Pfingstberg in Potsdam, Ferdinand von Arnim, 1856.

da qualche parte sul pianeta terra

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TIPOLOGIE E FUNZIONI

Per Belvedere si intende oggi anche uno spazio con l’oblio sulla mensola dotato di una struttura molto semplice e composta da pochi elementi, come dimostrato dal paesaggista svizzero Kienast Dieter. A Uetliberg, in una residenza privata, un pulpito naturale è stato progettato come punto di avvistamento. Esso diventa la parte più importante del giardino, un ben conosciuto topos: la collisione della natura piuttosto domata e controllata del giardino con la natura selvaggia, spontanea della foresta in forte pendenza sulla collina. Una balaustra forma l’inscrizione “Et in Arcadia Ego” fornendo protezione dalla caduta e diventando il più forte elemento narrativo del giardino di Uetliberg, in grado di permettere una moltitudine di associazioni e interpretazioni: dai pittori paesaggisti, ai poeti che trattano di giardini, alla storia di vita dei proprietari. Un’ulteriore inscrizione fa da balaustra al belvedere realizzato da Kienast per un giardino privato a Ulma, in Germania. L’immagine che incornicia è carica di significato: andando a ritroso nella foschia ci sono le Alpi, la città con le più alte torri in Europa, le piante nel giardino e direttamente di fronte, “Ogni pensiero vola”. Rimossa dalle vicine sculture di mostri nel bosco sacro di Bomarzo, l’inscrizione protegge dall’abisso e permette ai pensieri di elevarsi. Un esempio contemporaneo di Belvedere è costituito dalle realizzazioni a Cardada dell’architetto paesaggista Paolo Bürgi: un promontorio ed un osservatorio geologico. Emergendo dalle cime degli alberi, la struttura portante del promontorio si inclina in avanti in risposta a una spinta e un impeto verso il paesaggio. L’osservatorio è invece collocato sulla Cimetta, sopra i 1600 metri di altitudine sul picco del monte Cardada.Si raggiunge attraverso un percorso che si avvicina gradualmente e lateralmente, in modo che il disco sottile di cemento di 15 m di diametro che interseca alcune rocce esistenti diventi visibile solo all’ultimo momento. Una linea rossa sul terreno lastricato rappresenta il contorno della regione di Insurbia: insieme ai campioni di diverse pietre dalle placche europea e africana, esprime una dimensione temporale che trascende l’esperienza umana. I simboli sul terreno formano una linea temporale che colloca gli eventi precisamente in relazione con le ere geologiche. Il belvedere di Burgi, di conseguenza, attrae sia sulle peculiarità della natura e del paesaggio di Cardada, sia sulla storia che racconta il tempo della lentissima evoluzione della crosta terrestre e stimola una meditazione sugli aspetti culturali più profondi del territorio. Oltre ad assecondare la volontà di valorizzare il paesaggio, il belvedere può essere realizzazione di un momento di grande turbamento emotivo.

Osservatorio geologico di Cardada, Bürgi Paolo, Svizzera, 2003;

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il belvedere - melancholia


esempi contemporanei 1

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Didascalia: 1. “Et in Arcadia Ego”, Kienast Dieter, Giardino privato a Uetliberg, Svizzera, 1994; 2. “Ogni pensiero vola”, Kienast Dieter, Giardino privato a Ulma, Germania, 1994; 3. Promontorio panoramico di Cardada, Bürgi Paolo, Svizzera, 2003; 4. Osservatorio geologico di Cardada, Bürgi Paolo, Svizzera, 2003; 5. Aurland Outlook, Saunders Todd & Wilhelmsen Tommie, Aurland, Norvegia, 2005; 6.Trollstigen Tourist Route, Rieulf Ramstad Arkitekter, Rauma, Norvegia, 2010.

da qualche parte sul pianeta terra

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L’inscrizione “MELANCHOLIA” su un disco sospeso incornicia il paesaggio verde retrostante: andando a ritroso nella foschia un mondo industrializzato, in cui vivono gli uomini, in architetture verticali di cemento, dentro metropoli in cui tutto si muove velocemente, perdendo il contatto con il proprio pianeta. Vedendo un paesaggio incontaminato, il visitatore sente il peso di questa mancanza e comprende allo stesso tempo di avere una responsabilità nei confronti della natura, di poter trasformare quella malinconia in un comportamento più rispettoso, in una reazione. Uno specchio corre intorno all’inscrizione e la capovolge, riversando la malinconia verso il basso: la parte centrale del disco si stacca dando un’impressione di isolamento ed elevazione al cielo.

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il belvedere - melancholia


MODELLO DEL PROGETTO

“Il Creatore, l’autore di tutte le cose, mantiene con cura le proprie opere.” - Parabola del Seminatore, Marco 4, 1 - 20

da qualche parte sul pianeta terra

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MODELLO CONCETTUALE

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il belvedere - melancholia


Melencholia I, Albrecht DĂźrer

da qualche parte sul pianeta terra

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Prof.: Giovanni Mucelli Collaboratore: Claudia Tessarolo

A.Accademico 2016/2017

ARCHITETTURA COME sTRUTTURA Lo scopo del corso di Progettazione Tecnologica è stato quello di far acquisire la conoscenzacoscienza della complessità del progetto tecnologico in rapporto alle relazioni formali e funzionali dell’oggetto architettonico contestualizzato. L’analisi e il ridisegno di un’architettura significativa, nel caso riportato la Casa Cubo di Simon Ungers a Ithaca, New York, sono stati il punto di partenza per iniziare gli studenti, attraverso casi reali, all’identificazione dell’influenza delle scelte tecnologiche e costruttive rispetto alle relazioni funzionali e formali dell’oggetto architettonico. La capacità critica acquisita nel concepire, progettare e restituire graficamente i principali elementi costruttivi di un edificio si è tradotta nella realizzazione completa dell’iter progettuale di un edificio modulare di forma cubica con destinazione d’uso residenziale mista, concepito sulla base di stretti vincoli dimensionali, funzionali e ambientali al fine di incanalare l’attenzione esclusivamente sulla scelta dei più adatti sistemi tecnologici atti a rispondere alle esigenze di un ambiente a clima freddo secco.

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the cube house - simon ungers, 1997 A Ithaca, nel nord dello Stato di New York, la casa progettata da Simon Ungers riduce l’ambiente domestico al minimo essenziale

Fase di Disegno: 1997-1999 Fase di Costruzione: 1999-2000

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cubebuilding


PIANTE E SEZIONI RIDISEGNATE

Prospetto Nord Pianta Piano Terra

Prospetto Sud

Pianta Primo Piano

Prospetto Est

Sezione A - A Prospetto Ovest

in un ambiente a clima freddo secco

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SCHEDA ASSEGNATA - DATI DI PROGETTO

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cubebuilding


ASSONOMETRIA PROGETTUALE

in un ambiente a clima freddo secco

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minimi dimensionali e funzionali ambiti

Pianta Piano Terra

Pianta Primo Piano

Pianta Secondo Piano

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cubebuilding


modello e programma d’uso

Pianta Piano Terra

Pianta Primo Piano

Pianta Secondo Piano

in un ambiente a clima freddo secco

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01 - PROGETTO ARCHITETTONICO

Prospetto Sud

Prospetto Sud

Sezione A - A

Prospetto Est

Prospetto Ovest

Sezione B - B

Pianta 1°P.

Pianta 2°P.

Pianta P.T.

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cubebuilding


02 - SEZIONI COSTRUTTIVE

Sezione B - B

Rappresentazione di Dettaglio del Prospetto Sud Sezione A - A

in un ambiente a clima freddo secco

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03 - PARTICOLARI COSTRUTTIVI interfaccia tra scala interna e solaio

scala interna

interfaccia tra solaio a terra e parete perimetrale verticale

solaio a terra

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cubebuilding


INTERFACCE TRA ELEMENTI TECNICI interfaccia tra copertura inclinata e parete perimetrale verticale

copertura inclinata

interfaccia tra solaio e parete perimetrale verticale

solaio primo piano

in un ambiente a clima freddo secco

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Prof.: Sara Marini Collaboratore: Federico Segat

A.Accademico 2016/2017

ARCHITETTURA COME innesco 8 diverse alternative tra le quali scegliere, un’unica necessità: sfruttare il potenziale culturale di ciò che la città di Venezia ha scartato, che non utilizza più, che tanto il suo turismo quanto i suoi abitanti evitano in quanto dissestato, logoro, poco valorizzato. C’è una Venezia che non sta mai ferma, con cui anche per le amministrazioni è difficile stare al passo; le grandi opere dell’architettura italiana e mondiale a cui ha dato i natali non possono che privare dei riflettori qualsiasi altra circostanza, qualsiasi altro luogo che non sia nella lista dei luoghi da visitare per il turista veneziano medio. Il Laboratorio di progettazione architettonica e contesto ambientale ha avuto in questo caso la finalità di trarre potere dallo scartato, dal chiuso, e di vedere in esso la possibilità di fare qualcosa di più funzionale del demolire. è con queste premesse che è nato il progetto per un centro multifunzionale affacciato sulla Darsena di S.Elena, luogo peculiare sulla pinna caudale, lontano dal labirinto di calli veneziano, in cui lo sguardo si apre e pone orizzontalmente su altri contesti.

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01 - I PAESAGGI DELLA CITTà

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diario di un’architettura con giardino


LA SCELTA DELL’AREA

1

2

3

4

Santa Maria del Pianto

Chiesa di Santa Croce

Cementificio Trevisan

Isola di San Secondo

Sant’Elena

Madonna del Monte

Chiesa di Gesù Lavoratore

Sant’Anna

1 - LE 8 AREE DI SCELTA L’isola di Sant’Elena rappresenta all’interno della città di Venezia un microcosmo, una realtà totalmente differente. Tra le 8 proposte, la coda orientale del pesce veneziano offre un buon potenziale progettuale e garantisce ampia libertà di scelta della destinazione d’uso di una possibile nuova architettura.

2 - DIVERSITà L’isola di Sant’Elena è lontana dalla Venezia abituale che conoscono turisti, studenti e lavoratori e dal labirinto veneziano di calli, campi e canali; essa esprime una venezianità diversa rispetto a ciò a cui Venezia ha abituato i suoi visitatori.

3 - LAGUNA Oltre alla diversità edilizia ed architettonica non ha avuto minore rilevanza la posizione geografica dell’area: la pinna caudale non si affaccia su nessun altro Sestiere o canale, bensì in aperta laguna. La presenza di questa apertura garantisce la possibilità di affacciare volumi sull’acqua, di creare riflessioni a specchio e di confrontarsi con l’elemento fondamentale del paesaggio veneziano: la laguna.

4 - ORIZZONTE

ISOLA DI sant’elena, venezia

La presenza dell’aperta laguna implica la possibilità di rapportarsi ad un orizzonte diverso rispetto a quello che si ha all’interno della città: da Sant’Elena lo sguardo si pone orizzontalmente su altri contesti, dando una prospettiva diversa da quella veneziana.

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LA SCELTA DEL TEMA

CHIUSURA OTTICA Che si arrivi dalla Stazione di Santa Lucia o da Piazzale Roma, Venezia ha la capacità di temprare inconsciamente il nostro sguardo: è un continuo dilatarsi e comprimersi della nostra percezione visiva; il cambio può essere più o meno drastico, può essere dovuto a finestre, scorci, volumi scostati, ma è forse solo lungo le estremità del “pesce” che il nostro sguardo può finalmente posarsi su un orizzonte.

GRADUALE APERTURA VISIVA Sant’Elena, in questo gioco di continua variazione della prospettiva, ci lascia al termine delle rive meridionali avere un ultimo graduale mutamento dello scenario: le pareti delle calli diventano gli alberi del Parco delle Rimembranze, elementi puntuali che con la loro chioma coprono la vista dello spettatore della laguna veneziana e lo portono a muoversi verso di essa per poter riavere uno sguardo completo sul territorio.

APERTURA COMPLETA DELLA PROSPETTIVA I pinus pinae della pineta si trasformano in piccole mura di laterizio e svaniscono in prossimità dell’area di progetto in un’aperta laguna che non arreca impedimenti alla vista umana. È rifacendosi agli elementi storici, fisici e geografici dell’area, nonché a questa continua variazione di prospettiva che è stato progettato un edificio che attraverso volumi si pone l’obiettivo di simulare questa riscoperta dell’orizzonte visto dal territorio veneziano.

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diario di un’architettura con giardino


DILATAZIONE DELLO SGUARDO

CALLE STRETTA FLANGINI (NEI PRESSI DELLA CHIESA DI SAN GEREMIA) CHIUSURA OTTICA 3

19/11/16 13:19

PARCO DELLE RIMEMBRANZE GRADUALE APERTURA VISIVA 13/05/17

4

10:02

1

BANCHINA DI SANT’ELENA, APERTA LAGUNA APERTURA COMPLETA DELLA PROSPETTIVA 13/05/17 09:12

ISOLA DI sant’elena, venezia

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02 - SE AVESSI UN GIARDINO

1. PROFONDITà

2. ampiezza

Un banco di fiori di ciliegio si specchia nei timpani riflettenti di questo caffè che crea un angolo attorno ad un piccolo albero a Gifu, Giappone, progettato dallo studio di architettura Bandesign. Gli specchi funzionano per tutte le stagioni. In primavera gli alberi di ciliegio fioriscono e gli specchi creano una foresta di ciliegi, successivamente gli specchi riflettono il fogliame verde, mentre in Autunno riflettono lo sbocciare del fiore della Camilla.

Il progetto di OMA per la Fondazione Prada a Milano stabilisce una convivenza di nuova architettura e riqualificazione di una distilleria di gin dell’inizio del XX secolo. Situata in Largo Isarco, a sud del centro della città il progetto si compone di sette edifici esistenti, e tre nuove strutture. In tutti gli edifici si nota uno strato di rivestimenti che li individualizza e nasconde l’interno.

Lo studio Bandesign si è servito dell’artificio dello specchio per catturare l’ambiente circostante, moltiplicarne gli elementi, e dare profondità allo spazio antistante.

Mirrors Cafe, Bandesign, Gifu, Giappone, 2014.

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In questo progetto Rem Koohlaas utilizza lo specchio in verticale per dare ampiezza alle sue architetture e permettere una visione completa anche dei lati nascosti.

Fondazione Prada, OMA, Milano, ITALIA, 2015.

diario di un’architettura con giardino


studio sull’utilizzo degli specchi

3. capovolgimento

4. avvicinamento

Più che un padiglione è una sorprendente copertura che accompagna i passanti in un magico viaggio allo specchio: la struttura è stata realizzata nel vecchio porto di Marsiglia. Il progetto è dell’architetto Norman Foster che con il suo studio ha ideato questo cielo artificiale di 46 metri per 22, concepito per invertire il punto di vista dei visitatori, che dando vita ad inconsueti scorci ed inedite prospettive riflette la vita sottostante, riuscendo ad includere anche l’acqua e gli spazi circostanti del porto riqualificato.

La facciata, svelatone il mistero, è un’installazione dell’artista argentino Leandro Erlich: una ricostruzione in scala 1:1 dell’edificio tardo ottocentesco, precedentemente esistente, disposta in terra su un lotto inutilizzato; un enorme specchio, con un’inclinazione di 45 gradi posto sopra l’installazione, proietta la stessa sul piano verticale, così da farle occupare uno spazio nello skyline.

Lo studio di Foster ha quindi utilizzato lo specchio per compiere un ribaltamento del piano orizzontale ed aumentare l’apertura di sguardo degli spettatori.

Vieux Port Pavilion, Foster + Partners, Marsiglia, FRANCIA 2013.

ISOLA DI sant’elena, venezia

In questa architettura lo specchio ha funzione di ribaltamento virtuale del piano orizzontale e avvicinamento della sua immagine che viene assorbita dal piano verticale.

Dalston House, Leandro Erlich, Londra, INGHILTERRA, 2013.

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PAVIMENTAZIONE

High Line, Scofidio + Renfro, New York, 2009-2014.

Al fine di rompere il parallelismo, una pavimentazione in pannelli prefabbricati sembra arrivare come un’onda sull’area di progetto.La vegetazione autoctona della laguna pervade l’area creando un forte contrasto con la pavimentazione artificiale.

Aster Tripolium

Juncus maritimum

Tamarix Gallica

Pinus Pinea

Spartina maritima

Ginkgo Biloba

Salicornia emerici Duval-Jouve

Puccinelia Palustris

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diario di un’architettura con giardino


DOTAZIONI

1. RIVESTIMENTO

2. STRUTTURA

3. SPECCHI Frutto dell’unione di una griglia di travi d’acciaio rivestita da pannelli riflettenti e del complesso ribalta tutto ciò che c’è al di dell’area di Sant’Elena e della laguna veneta

ISOLA DI sant’elena, venezia

alveolari e profilati lamiere, la copertura sotto, portando scorci sulla sua superficie.

Vieux Port Pavilion, Foster + Partners, Marsiglia, 2013.

dettaglio del planivolumetrico

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03 - ARCHITETTURA E FUNZIONI NECESSARIE

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diario di un’architettura con giardino


diagrammi di progetto

x1

x1

x2

x1

x2

x1

x2

ISOLA DI sant’elena, venezia

x2

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STRATEGIE PROGETTUALI

spazio servente

spazio servito

rooftops

spazio servente

scelta definitiva

COMPARAZIONI MISURE

CAMPANILE DELLA CHIESA DI SANT’ELENA IMPERATRICE

50,00 m

12,00 m ABSIDE DELLA CHIESA DI SANT’ELENA IMPERATRICE

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DIARIO DI UN’ARCHITETTURA CON GIARDINO


Terrazza pubblica

Affaccio Doppia sulla Remiera Altezza

Co - working office 2

Affa c sulla cio lagu na

Collegamento

Terraz. Privato Co - working office 1 Segreteria

Sala d’attesa Area Relax

Sala riunioni

Co - working office 2 Terraz. Privato

Terraz. Privato

Affaccio Doppia sulla Remiera Altezza

Terrazza pubblica

Affaccio sulla Darsena

Affa c sulla cio lagu na

Segreteria

Sala d’attesa Area Relax

Collegamento alla

Darsena

Sala riunioni

Bar esterno

Sala Bar Spazio Cucina Riserv. Deposito

Collegamento

Co - working office 1

Scale e ascensore

Affaccio sulla Darsena

Servizi

Piazza

Sala Espositiva

Terraz. Privato

Remiera Interna

Remiera Esterna

diagrammi funzionali

Utenza utenza:: Utenza : Utenti provenienti dalla Darsena Utenti provenienti dall’esterno dell’area

Utenti utentiprovenienti provenientidalla dallaDarsena darsena Utenza : Utenti provenienti dalla Darsena

Utenti utentiprovenienti provenientidall’esterno dall’esternodell’area dell’area Utenti provenienti dall’esterno dell’area

Utenti provenienti dalla Darsena del Diporto VelicoUtenti Veneziano (Nord)dalla Darsena del Diporto Velico Veneziano (Nord) provenienti Impiegati del servizio di ristorazione Impiegati degli uffici

Utenti Darsenavelico del Diporto Vel utentiprovenienti provenientidalla dal diporto Impiegati del servizio di ristorazione Impiegati degli uffici Impiegati impiegati del del servizio serviziodidiristorazione ristorazione

Impiegati impiegati degli degli uffici uffici

ISOLA DI SANT’ELENA, VENEZIA

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04 - inside /// dentro

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attacco a terra + piante

DIARIO DI UN’ARCHITETTURA CON GIARDINO


prospetto e sezione longitudinale

sezione a - a

prospetto est

ISOLA DI SANT’ELENA, VENEZIA

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prospetto della darsena di sant’elena

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DIARIO DI UN’ARCHITETTURA CON GIARDINO


prospetto e sezioni trasversali

sezione b - b

sezione c- c

sezione d - d

prospetto sud

ISOLA DI SANT’ELENA, VENEZIA

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viste di progetto

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DIARIO DI UN’ARCHITETTURA CON GIARDINO


viste di progetto

ISOLA DI SANT’ELENA, VENEZIA

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53 02


Prof.: Andrea Sardena Collaboratore: Giulia Gnola

A.Accademico 2017/2018

ARCHITETTURA COME gesto Casier, Casale, Silea e Roncade, comuni e territori bagnati dal Sile, un fiume di risorgiva del Veneto che scorre con una certa sinuosità da ovest verso est e, una volta bagnato il capoluogo della Marca Trevigiana, piega a sudest verso la Laguna: questi quattro luoghi sono diventati oggetto di studio durante il Corso integrato di Trasporti, con la finalità di realizzare un percorso di riqualificazione tra le centralità individuabili all’interno del loro tessuto urbano. In questo caso la scelta è ricaduta sul Comune trevigiano di Roncade, una città dalla storia millenaria, dal cui sottosuolo sono stati portati alla luce resti e reperti risalenti al Neolitico; un borgo apparentemente anonimo che si è fatto teatro nel corso del XX° secolo di importanti avvenimenti durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo aver analizzato il caso studio del Muro di Sormano, una leggendaria salita presente tra la colma e il centro abitato dell’omonimo paese in provincia di Como, è stata progettata una segnaletica orizzontale che potesse allo stesso tempo essere funzionale e rievocare nella mente dei visitatori storia e tradizioni 54 del roncadese.


CASO STUDIO - IL MURO DI SORMANO

THE WALL Camminando al fresco sotto le chiome degli alberi, la concentrazione va ai rumori e agli odori del bosco e dei suoi abitanti. Abbassando gli occhi si nota un percorso che ha anch’esso qualcosa da dire: sull’asfalto sono segnati progressivamente con degli stencil metri di dislivello e la rispettiva vegetazione, che cambia man mano che si sale. Queste grafiche sono parte di un progetto di riqualificazione compiuto negli ultimi anni dallo studio di architettura Ifdesign, che ha trasformato tutto il Muro di Sormano in una lunga narrazione del paesaggio circostante, raccontato attraverso il carattere prevalente del Muro, la sua pendenza. Così, con l’aumentare dell’altitudine, cambiano anche le informazioni sotto i piedi del visitatore.

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SILENTO


SEGNALETICA ORIZZONTALE

STENCIL Il progetto per la riqualificazione del “Muro” è inteso come una sorta di narrazione, letta attraverso l’elemento prevalente della pendenza e misurata mediante la grafica dell’asfalto e la segnaletica di un paesaggio che cambia. Il nastro d’asfalto diventa così un rullo che registra ciò che avviene, la mappa di un museo “a cielo aperto” che racconta il territorio attraverso simboli, elementi misuratori, motivi grafici, scritte e segnali. Gli inserti grafici nella pavimentazione sono posti ad ogni metro di dislivello, in maniera tale che l’aumento e la diminuzione della pendenza possa essere letta, oltre che direttamente con la fatica, indirettamente dalla compressione o dal diradamento di questi elementi (per pendenze intorno al 10% ogni 10 m, per pendenze del 20% ogni 5 m e così via). Questi elementi costituiscono il trait d’union dell’intervento poiché sono presenti a varie densità su tutto il percorso. È un’occasione per raccontare il paesaggio incontrato.

CITTà DI RONCADE,(tv) FIUME MUSESTRE

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le funzioni della segnaletica

POINT OF VIEW Un grande mirino fatto da cerchi concentrici disegnato sul suolo indica il punto da cui godere della vista migliore sull’orizzonte circostante e come un radar rileva i nomi delle vette piÚ importanti nella loro direzione di avvistamento.

HEROIC QUOTES Lungo il percorso del Muro non viene narrato solo il paesaggio naturale, fisico e visibile, ma anche quello della memoria, legato al mondo dello sport e a quegli episodi che hanno consacrato la sua salita al mito. Delle scritte dell’altezza di 30 cm occupano tutta la larghezza del percorso a formare una texture composta dalle lettere: esse ricordano le parole dei campioni che con tanto impegno e sudore hanno affrontato il Muro, Bartali e Baldini, le cui citazioni, risalenti al periodo in cui era il loro peggiore incubo, esaltano al massimo il carattere di questo luogo.

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SILENTO


il percorso DEL MURO

CITTÃ DI RONCADE (tv), FIUME MUSESTRE

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CALDA BIANCA RONCADE

Sono state scelte due centralità della città di Roncade, il Municipio della città e la Parrocchia di Ognissanti, rispettivamente poste ai punti A e B; La Prima Guerra Mondiale non ha portato a Roncade solo morte e distruzione ma, insieme alla Sezione 2 della Croce Rossa americana e diversi alti comandi alpini, ha dato ospitalità al premio Nobel per la letteratura Ernest Hemingway ed al poeta vate Gabriele D’Annunzio, personaggi storici che si sono probabilmente incontrati all’interno del Castello in occasione del famoso discorso alle truppe tenuto dal tenente colonnello presso Villa Giustiniani. Data la valenza storica della città il progetto di riqualificazione si propone, legandone assieme gli scenari attraverso simboli e citazioni dei protagonisti, di mantenere viva la memoria di quegli anni e rievocarne le atmosfere.

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SILENTO


L’INGRESSO ALL’ANTICA CITTà DI RONCADE

Il percorso didascalico evocativo ha inizio in Via Roma, in corrispondenza della prima centralità, il Municipio, edificio dotato di una moderna ed ampia piazza. Imboccando via Ca’ Morelli subito dopo essersi lasciati alle spalle la SP112, oltrepassato con superficialità il classico cartello di località, ci si immerge nell’atmosfera calda ed acogliente di una ridente cittadina del territorio trevigiano che ha tutta l’aria di essere anonima: mostrando con modestia il campanile in lontananza, nasconde nel suo intimo un territorio dalla storia millenaria. Questa prima parte del percorso è stata pensata proprio per eliminare l’alone iniziale di anonimato che si prospetta dinanzi al visitatore e rendere immediatamente note le origini storiche del toponimo e della cittadina stessa.

CITTà DI RONCADE (tv), FIUME MUSESTRE

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CENTRO E NODO DI COLLEGAMENTO

Chiunque provenga dalle rive del Musestre e non sia nativo della città potrebbe aver bisogno di indicazioni per proseguire il proprio cammino: è per sopperire a questa necessita che nei punti in cui si può decidere dove dirigersi sono stati progettati due diversi anelli di semicerchi concentrici che riportano i nomi e le direzioni in cui proseguire per trovarsi dinanzi al Comune, piuttosto che alla Parrochia o a Villa Giustinian. In qualità di nodo centrale di collegamento, Piazza I Maggio è inoltre dotata di parcheggi per autovetture e biciclette. è in quest’ultimo caso che è stata prevista un’ulteriore segnaletica quasi a sottolineare che l’itinerario è stato progettato e pensato appositamente per pedoni e ciclisti che hanno il tempo di fermarsi, riflettere e ricordare la storia della città che stanno visitando, anzichè per coloro i quali la attraversano frettolosamente in automobile.

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SILENTO


IL CASTELLO DI RONCADE

è soltanto dopo aver attraversato la città lungo il suo asse principale che ci si può finalmente trovare dinanzi al Castello di Roncade, un maestoso complesso rinascimentale, nonché l’unica villa veneta pre-palladiana cinta da mura in cui è ancora presente la tradizione agricola della produzione di vini. Il progetto si serve in questo caso delle grafiche orizzontali per porre fine alla scala delle distanze progressive, mostrare il motto ed il logo degli odierni proprietari del maniero e sopratutto raccontare l’avvenimento cruciale di cui si è fatto scenario durante il secolo scorso, ovvero l’adunata delle truppe voluta dal maggiore tentente colonnello Gabriele D’annunzio durante la Prima Guerra Mondiale, narrata attraverso le parole di Ernest Hemingway, la cui permanenza sul territorio roncadese è stata determinata dalla presenza della sezione n.2 della croce rossa americana in territorio veneto.

CITTà DI RONCADE (tv), FIUME MUSESTRE

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SCENARI CONCEPITI

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SILENTO


APPLICAZIONE DEGLI STENCILS

CITTÃ DI RONCADE (tv) FIUME MUSESTRE

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Prof.: Chiara Ferro Collaboratori: Massimiliano Bigarello

A.Accademico 2017/2018

ARCHITETTURA COME EREDITà I primi documenti certi dell’ubicazione di un Arsenale dello Stato veneto nell’ attuale sito del Sestiere Castello, sono del XIII secolo. Adibito a cantiere per la costruzione delle pubbliche navi, l’Arsenale divenne il fulcro della potenza della Repubblica di Venezia. è questa imponente e articolata fabbrica, risultato di aggiunte sedimentatesi nell’arco di sei secoli, il luogo dalla storia secolare scelto dalla docenza per iniziare gli studenti all’onerosa e complessa disciplina del Restauro, volta alla conoscenza della materia e del suo degrado, all’individuazione di soluzioni mirate ai fini conservativi e ad una tutela apprensiva che possa garantire la sopravvivenza del patrimonio artistico-culturale. Al fine di ridurre il forte impatto con la complessità dell’analisi stratigrafica, l’applicazione delle nozioni teorico-pratiche acquisite ha avuto come oggetto edifici che hanno visto la loro realizzazione in tempi meno remoti: il Magazzino marittimo 268, un tempo adibito a Carpenteria dell’Arsenale Nuovo e l’Edificio dei Congenatori-Aggiustatori, entrambi dello Stradal Campagna, rimaneggiati completamente nel XIX secolo.

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inquadramento territoriale STRADAL CAMPAGNA Fra il 1305 ed il 1306 ebbe luogo il primo ampliamento del nucleo originario dell’Arsenale,che venne espandendosi verso est: lo spazio di tale espansione venne definito con il termine di Campagna. È per questo motivo che la lunga strada scoperta di servizio, che ancora oggi taglia lo spiazzo correndo da ovest verso est, iniziando dal Piazzale Campagna e concludendosi davanti alla monumentale Porta dell’Artiglieria, ha conservato il nome di Stradal Campagna. Lungo il suo percorso questa ampia strada si trova fiancheggiata sul lato nord prima dall’Officina dei Fabbri da grosso, poi dai due tezoni aquatici (o squeri) e quindi dalla lunga fila dei Magazzini Marittimi; sul lato sud si trovava un tempo il Deposito Scoperto delle palle di cannone e quindi l’attuale, lungo edificio dell’Officina delle Armi.

magazzini marittimi L’area, oggi occupata dai Magazzini Marittimi, nel 1303 vedeva una linea continua di dieci squeri, tutti in legno, che si affacciavano lungo la sponda meridionale dell’antico Lago di San Daniele, acquistato dallo Stato dai frati di San Daniele proprio allo scopo di avviare la prima espansione del nucleo dell’Antico Arsenale. Nel 1326 la Repubblica concluse l’acquisto dell’intero lago che fu perciò incorporato entro l’area dello stabilimento, venendo quindi trasformato nella darsena dell’Arsenal Nuovo. In seguito, divenuti obsoleti, gli squeri vennero demoliti e quindi ricostruiti in muratura fra il 1451 e il 1457, con dimensioni modulari di circa 50 x 18 m ciascuno. Sul lato nord mantennero l’affaccio a picco sull’acqua, mentre sul lato opposto vennero serviti dallo Stradal Campagna. edificio 268 - carpenteria L’Edificio 268 possiede un orientamento nord-sud ed è caratterizzato da una lunga estensione di 923 m2 compresa tra due sole facciate principali essendo inserito tra i muri ciechi di due edifici contigui. Le facciate hanno entrambe un aspetto rigoroso, fortemente simmetrico, e sono composte nella parte inferiore da quattro aperture finestrate e da un grande portale, chiusi da archi a sesto acuto, mentre la parte superiore è dominata da due oculi circolari laterali e da un oculo centrale più ampio. Una piccola rampa in cemento a livello del suolo accompagna l’utenza all’ingresso del portale mentre una fascia bugnata corre lungo tutta la parte inferiore del prospetto. A distinguere le due facciate, oltre ad un diverso stato di avanzamento del degrado, è la presenza di diverse dotazioni installate in epoca recente (contatori, lampade esterne, ecc.).

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edificio 268: carpenteria dell’arsenale nuovo


RILIEVO GEOMETRICO

Rilievo Stato di Fatto - Prospetto Sud - Campagna del 17/11/2017

Rilievo Stato di Fatto - Prospetto Nord - Campagna del 17/11/2017

stradal campagna, arsenale di venezia

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abaco dei materiali

Edificio 269

immagine

69

codice

Prospetto Sud

descrizione

immagine

codice

descrizione

Edificio 266 - 267

immagine

codice

descrizione

MURATURA IN LATERIZIO

trachite euganea

portale d’ingresso

Muratura in laterizio e malta con tessitura alla gotica avente disposizione dei mattoni alternata testa - costa

Blocchi di trachite euganea di grandi dimensioni aventi colorazione grigio marrone e funzione di basamento, legati da malta cemenztizia con giunti variabili

Portale d’ingresso in ferro verniciato, chiuso da arco ogivale con vertice a punta, incorniciato da paramento in laterizio a due teste, chiave e concio di spalla in Pietra d’Istria

MURATURA IN LATERIZIO

ELEMENTI METALLICI

Aperture principali

Muratura in laterizio e malta con tessitura a una testa e disposizione circolare, avente funzione decorativa di cornice marcapiano degli oculi presenti in facciata

Elementi metallici utilizzati nella realizzazione dei canali di scolo. Pluviale realizzato rispettivamente in alluminio per la parte superiore e ghisa per quella inferiore

Aperture principali chiuse da arco ogivale, con serramento in ferro verniciato e vetro retinato, incorniciato da paramento in laterizio a due teste, chiave e concio di spalla in Pietra d’Istria

MURATURA IN LATERIZIO

legno

oculi laterali

Muratura in laterizio e malta con tessitura a due teste e disposizione ad arco, avente funzione decorativa di cornice marcapiano degli archi a sesto acuto di chiusura dei principali serramenti

Elementi lignei lasciati a vista presenti in copertura, aventi funzione strutturale di travi

Aperture circolari poste in posizione laterale a metà del prospetto, con serramento in ferro verniciato e vetro retinato, incorniciate da paramento in laterizio a una testa

pietra d’istria

oculo centrale

Pietra d’Istria bocciardata spazzolata, presente in elementi di forme e dimensioni diverse a seconda dell’uso quali davanzali, chiavi di volta e conci di spalla

Apertura circolare posta in posizione centrale, con serramento in ferro verniciato e vetro retinato, incorniciata da paramento in laterizio a una testa

edificio 268: carpenteria dell’arsenale nuovo


facciate dell’edificio 268

Edificio 266 - 267

immagine

codice

Prospetto Nord

descrizione

immagine

codice

descrizione

Edificio 269

immagine

codice

descrizione

MURATURA IN LATERIZIO

trachite euganea

portale d’ingresso

Muratura in laterizio e malta con tessitura alla gotica avente disposizione dei mattoni alternata testa - costa

Blocchi di trachite euganea di grandi dimensioni aventi colorazione grigio marrone e funzione di basamento, legati da malta cemenztizia con giunti variabili

Portale d’ingresso in ferro verniciato, chiuso da arco ogivale con vertice a punta, incorniciato da paramento in laterizio a due teste, chiave e concio di spalla in Pietra d’Istria

MURATURA IN LATERIZIO

ELEMENTI METALLICI

Aperture principali

Muratura in laterizio e malta con tessitura a una testa e disposizione circolare, avente funzione decorativa di cornice marcapiano degli oculi presenti in facciata

Elementi metallici utilizzati nella realizzazione dei canali di scolo. Pluviale realizzato rispettivamente in alluminio per la parte superiore e ghisa per quella inferiore

Aperture principali chiuse da arco ogivale, con serramento in ferro verniciato e vetro retinato, incorniciato da paramento in laterizio a due teste, chiave e concio di spalla in Pietra d’Istria

MURATURA IN LATERIZIO

legno

oculi laterali

Muratura in laterizio e malta con tessitura a due teste e disposizione ad arco, avente funzione decorativa di cornice marcapiano degli archi a sesto acuto di chiusura dei principali serramenti

Elementi lignei lasciati a vista presenti in copertura, aventi funzione strutturale di travi

Aperture circolari poste in posizione laterale a metà del prospetto, con serramento in ferro verniciato e vetro retinato, incorniciate da paramento in laterizio a una testa

pietra d’istria

oculo centrale

Pietra d’Istria bocciardata spazzolata, presente in elementi di forme e dimensioni diverse a seconda dell’uso quali davanzali, chiavi di volta e conci di spalla

Apertura circolare posta in posizione centrale, con serramento in ferro verniciato e vetro retinato, incorniciata da paramento in laterizio a una testa

stradal campagna, arsenale di venezia

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abaco dei degradi

Edificio 269

immagine

codice

Prospetto Sud

descriz. uni normal 1/88 alveolizzazione Presenza di cavit’ di forma e dimensioni variabili, dette alveoli, spesso interconnesse con distribuzione non uniforme

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immagine

codice

descrizione uni normal 1/88 fratturazione o fessurazione Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti

Edificio 266 - 267

immagine

codice

descrizione uni normal 1/88 Mancanza Perdita di elementi tridimensionali

deposito superficiale

fronte di risalita

patina biologica

Accumulo di materiali estranei di varia natura quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante

Limite di migrazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di efflorescenze e/o perdita di materiale. è accompagnato da variazioni della saturazione della zona sottostante

Strato sottile, morbido, e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica di colore variabile, per lo più verde

disgregazione

lacuna

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche

Perdita di continuità di superfici

erosione

Macchia

Esportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di diversa natura

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato

edificio 268: carpenteria dell’arsenale nuovo


facciate dell’edificio 268

Edificio 266 - 267

immagine

codice

Prospetto Nord

descriz. uni normal 1/88

immagine

codice

descrizione uni normal 1/88

deposito superficiale

Macchia

Accumulo di materiali estranei di varia natura quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato

erosione

Mancanza

Esportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di diversa natura

Perdita di elementi tridimensionali

fratturazione o fessurazione

patina biologica

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti

Strato sottile, morbido, e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica di colore variabile, per lo più verde

lacuna

presenza di vegetazione

Perdita di continuità di superfici

Locuzione impiegata quando si ha lo svuluppo di licheni, muschi o piante, determinato da condizioni ambientali favorevoli e favorito dall’aumento di porosità e dal decoesionamento dei materiali

stradal campagna, arsenale di venezia

Edificio 269

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REIMMISSIONE IN UN CIRCUITO VIRTUOSO DI UTILIZZO EDIFICIO DEI CONGEGNATORI - AGGIUSTATORI Al centro dello Stradal Campagna a partire dal 1460 venne avviata la costruzione di una serie di edifici genericamente accomunati con il termine di Officina delle Armi. Nel corso del 1880 venne realizzato un rifacimento al fine di ospitare i nuovi Laboratori dei Congegnatori-Aggiustatori: gli spazi interni subirono una significativa alterazione che sostanzialmente diede vita ad una spazialità interna tripartita. Questi spazi, chiusi a chiave da data immemore, hanno subito inesorabilmente l’azione del tempo: è doveroso, in virtù del loro pregio storico, reimmetterli in un circuito virtuoso di utilizzo, collaborante con le già presenti attività museali/espositive della Biennale e della Marina Militare, nella consapevolezza che proprio il riutilizzo parsimonioso e controllato è il miglior metodo di conservazione.

RIFLETTENDO, MARCO CELLINI & PLACIDO LUISE, PALAZZO DEL BO, PADOVA, 2017

Alvéole 14, lin architects, Trasformazione della base sottomarina di Saint-Nazaire, Francia, 2005

I principi dell’intervento padovano si legano perfettamente al proposito iniziale di scardinamento dello spazio e consentono di creare un luogo per l’esposizione dinamico che grazie all’ illuminazione e la tinta della stoffa che riprenda i colori della laguna, ricrea l’atmosfera mistica che si vive su un’imbarcazione notturna. Al fine di consentire l’esposizione gli elementi verticali vengono resi per una metà dispositivi di distorsione della percezione e per l’altra dispositivi di sostegno; l’introduzione del pavimento flottante consente di non esercitare alcun tipo di intervento sul pavimento preesistente.

Le piccole modifiche apportate da LIN Architects migliorano l’atmosfera enigmatica delle celle della base di Saint - Nazaire. Una nuova pavimentazione e un “tappeto luminoso” a soffitto, creato con dei cavi elettrici che terminano con un punto luce, definiscono la “strada” pubblica che corre lungo i vecchi binari, e guidano il visitatore all’interno del complesso. Questo intervento viene preso come riferimento e soluzione tecnologica all’interno dell’altrettanto lungo edificio dell’ex Officina delle Armi al fine di illuminare la corte centrale dello spazio, con punti luce posti a formare costellazioni.

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edificio 268: carpenteria dell’arsenale nuovo


OCCHI AL CIELO E PIEDI PER TERRA

In una delle deviazioni del percorso, una grande parete specchiata dilata lo spazio coprendone un altro e creando un antro spettacolare e suggestivo con al centro un elemento circolare bianco che copre una gran parte dell’immagine riflessa. Anche quest’ultima soluzione della base sottomarina di Saint Nazare viene riprese all’interno dell’Edificio dei Congegnatori - Aggiustatori, in fondo alla corte centrale al fine di raddoppiarne la percezione e disorientare ulteriormente il visitatore, tramite una grande parete specchiata che assolve allo stesso tempo alla necessità di separare lo spazio, esercitando un intervento reversibile e removibile.

stradal campagna, arsenale di venezia

Centro Medialab-Prado, María Langarita & Víctor Navarro, Madrid, 2013 Un ultimo spunto progettuale ha consentito di trovare una destinazione d’uso anche per lo spazio sovrastante i soppalchi laterali: si tratta del progetto di adattamento della Segheria Belga di Madrid trasformata nel Centro Medialab-Prado, un restauro caratterizzato dal ruolo predominante degli elementi di connessione; il progetto per l’edificio dei congegnatori aggiustatori prevede di creare uno spazio per la direzione al di sopra del soppalco laterale sinistro, che prende luce dallo Stradal Campagna, tramite il consolidamento del tavolato, la messa in sicurezza dei parapetti tramite reti che siano un chiaro riferimento all’utilizzo delle corde sulle imbarcazioni.

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Prof.: Maria Chiara Tosi Collaboratori: Alessia Franzese, Giovanna Muzzi, Marco Paronuzzi

A.Accademico 2017/2018

ARCHITETTURA COME riqualificazione In un’area in cui si arriva spesso a parlare di non-città, di non-cosa, di una forma degradata alla quale non resta che aggiungere il suffisso “diffusa”, i Comuni della Città Metropolitana di Venezia, a causa del fenomeno di urbanizzazione incontrollata del secondo dopoguerra, non possono che manifestare, su estesi brani di tessuto edificato, ostilità nei confronti della vita quotidiana di tutti gli abitanti. Obiettivo principale del corso è stato quello di osservare, rilevare e precisare l’insieme dei caratteri responsabili di tale fatica al fine di far emergere le tracce di ciò che si sarebbe potuto configurare come infrastruttura urbana, producendo benessere per la collettività. Tra le dieci alternative proposte è stata setacciata la Città di Noale attraverso una lente stereoscopica che, tenendo insieme idraulica e welfare, ha palesato la principale criticità del territorio: l’impermeabilizzazione del suolo. A seguito delle analisi, è stato elaborato un progetto di riqualificazione con l’obiettivo di risolvere i problemi noalesi tramite un nuovo disegno e assetto della rete e del territorio.

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01 - stereoscopia di un territorio idrofilo PERMEABILITà DEI SUOLI

N

TER. AD ALTA PERM. 3,6 36 cm/h TER. A bassa PERM. 0,36 3,6 cm/h criticità idrauliche zone di criticità allagamenti registrati dal c.d.b. anno 2005 anno 2006 anno 2009 anno 2012

L’impermeabilizzazione del terreno, conseguente all’urbanizzazione diffusa a partire dal centro storico durante il secolo scorso e l’interramento della maggior parte dei canali presenti in quest’area, ha determinato serie problematiche nel drenaggio e la gestione di acque meteoriche ed irrigue. Canali, scoline, alvei, ex cave, costituiscono l’essenziale apparato circolatorio dell’organismo noalese, e per questo motivo nessuna tematica sarebbe potuta apparire altrettanto fondamentale nella riqualificazione del territorio.

01

spazi del welfare VIA DELLA FONDA

spzio aperto privato canale interrato sede stradale percorsi pedonali e ciclabili

02

parcheggi VIA ANTONIO GRAMSCI

fabbricati e pertinenze

03 VIA ALDO MORO

01 77

02

03 stereoscopia di un territorio idrofilo


02 - strategie di cambiamento 01

MASTERPLAN DI PROGETTO + WATER DESIGN TOOLS 01 - 06

04

02

05

03

06

spazi del welfare

ZONA INDUSTRIALE

PERCORSI PEDONALI

ALLAGAMENTO DEL 2005

spazi A STANDARD

IDROGRAFIA

PISTE CICLABILI

CANALI INTERRATI

INTEGRAZIONE DELLA RETE CICLABILE E PEDONALE

CITTÃ DI Noale (ve), fiume marzenego

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03 - anaglipto: legame dipolare w - s

PAVIMENTAZIONI

IDRAULICA

VEGETAZIONE

PRATO

LISTELLI DI LEGNO

- 2,50 m

- 1,00 m

CHIAIA

CEMENTO

- 2,00 m

- 0,50 m

GEOGRIGLIA

ASFALTO

- 1,50 m

NUOVE DOTAZIONI

alberi alberi a crescita graduale arbusti flora fitodepurativa

Alla presenza di un terreno che crea dislivelli riempiti dalle acque del fiume Marzenego vengono perseguiti gli obiettivi dettati dalle precedenti analisi tramite l’applicazione delle diverse strategie di cambiamento. Il progetto ha avuto come obiettivi primari: la creazione di bacini di espansione e di filtrazione; la costruzione di una serie di spazi del welfare fruibili dalla cittadinanza; un maggiore controllo sulla permeabilità dei suoli garantito da nuove pavimentazioni, ed infine l’innesto di un percorso ciclopedonale idoneo a conferire continuità al nuovo asse di progetto.

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stereoscopia di un territorio idrofilo


DELAYERING DI PROGETTO IDRAULICA E CONFORMAZIONE DEL SUOLO Come già evidenziato, l’acqua e l’idraulica del suolo noalese sono le principali protagoniste della riqualificazione: la riapertura dei canali interrati, il reinserimento degli stessi nel reticolo idrografico della città di Noale, la creazione di spazi del welfare idrofili, sono risultati strumenti essenziali per migliorare le condizioni del paese, garantendo l’approvvigionamento involontario di una grande quantità di terreno scavato che, anzichè essere onerosamente smaltito altrove, diventa esso stesso, modificando la morfologia del luogo, uno strumento di progetto da aggiungere e armonizzare alla già prevista applicazione dei Water Design Tools messi a punto.

PERMEABILITà dei suoli e vegetazione La seconda tematica inevitabilmente fondamentale è quella relativa alla permeabilità dei suoli e alla partecipazione della vegetazione nel processo di purificazione e miglioramento delle condizioni ambientali. Le nuove pavimentazioni previste per il percorso di progetto tentano di rispondere a tali necessità attraverso una permeabilità totale o controllata che si fa impermeabile soltanto in alcuni tratti ben determinati; la vegetazione, utilizzata ora come filtro per la separazione degli spazi, ora come presenza dinamica che crescendo attraverso le stagioni cambia l’aspetto dell’area secondo le leggi del performative ground, riempie i vuoti creati dalla variazione orografica rendendoli sede della flora batterica adesa, vera protagonista della depurazione biologica.

intensificazione della mobilità lenta Un ultimo obiettivo perseguito è stato quello di ricollegare i percorsi ciclopedonali esistenti che, a causa della collisione con il nuovo tessuto residenziale, hanno perso con il passare del tempo la loro coesione ed efficacia come sede della mobilità pulita e sicura. Proprio per queste considerazioni è stato scelto di prevedere: una modifica della viabilità di Via Tiziano Vecellio, al fine di ospitare un nuovo tratto di percorso ciclopedonale idoneo a conferire continuità al nuovo asse di progetto; un nuovo parco idrofilo, progettato come elemento di collegamento, influenzato nella forma e nelle funzioni dall’ingresso dell’acqua; ed infine un dispositivo di connessione tra il parcheggio e gli spalti della Rocca, che dà immediato accesso alla Noale ad Anello, pista che collega la città di Noale a Salzano e Santa Maria di Sala.

CITTà DI Noale (ve), fiume marzenego

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NUOVE DOTAZIONI TERRESTRI

RECINZIONE MODULARE GIREVOLE girevole LENT SPACE

SEDUTE MINAMORA, SCHOOL RESTING AREA

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stereoscopia di un territorio idrofilo


NUOVE DOTAZIONI IDROFILE

PARCO IDROFILO A IDRAULICA VARIABILE

WOOD PROMENADE

CITTÃ DI Noale (ve), fiume marzenego

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modello concettuale - 20 x 20

Ortofoto - Modello Concettuale - 20 X 20 cm

Vista assonometrica - Modello Concettuale - 20 X 20 cm

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stereoscopia di un territorio idrofilo


modello progettuale - scala 1 : 1000

Ortofoto - Modello Progettuale - Scala 1:1.000

Vista assonometrica - Modello Progettuale - Scala 1:1.000

CITTĂ DI Noale (ve), fiume marzenego

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Prof.: Renato Rizzi Collaboratore: Susanna Pisciella Assistenti: Edoardo Cesani, Ludovico Dal Piccol, Nicola Revolti, Alvise Rittà Ziliotto, Angelica Stern, Marco Vidor

A.Accademico 2017/2018

ARCHITETTURA COME GRAVITà Lampedusa, l’isola più a Sud d’Italia, è stata per lunghi anni protagonista del fenomeno dell’emigrazione di massa e delle tragedie quotidiane legate alla traversata del Mediterraneo. Essa rappresenta il simbolo delle tensioni e contraddizioni presenti tra aree povere e aree ricche e tra l’idea di un mondo “infinito e dominabile” e uno che invece è “finito e indominabile, a dimostrazione di una realtà tanto cruda quanto scomoda: l’inadeguatezza del nostro pensiero. Il progetto della Cattedrale di Solomon del prof. Renato Rizzi rappresenta un santuario ipogeo, una cattedrale invisibile nel corpo roccioso, che fa da duplice spazio fisico e spirituale, permettendo all’isola di riscoprire la sua e la nostra interiorità, nel tentativo di smuovere, attraverso l’architetura, le coscienze. L’attività del laboratorio ha visto la realizzazione di quattro modelli di murillo in scala 1:250 del progetto, che attraverso il loro peso hanno materializzato il carico di riflessioni e nozioni teoriche acquisite durante il terzo ciclo conclusivo delle Decadi, dedicato all’Ermeneutica dell’Ineffabile del prof. e filosofo delle idee Andrea Tagliapietra.

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ELABORATO DI PROGETTO

Planimetria - Scogliera Nord

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LA CATTEDRALE DI SOLOMON


ORTOFOTO MODELLO

Ortofoto - Scogliera Nord - Scala Modello 1:250

ISOLA DI LAMPEDUSA

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ELABORATO DI PROGETTO

Planimetria - Modulo Centrale

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LA CATTEDRALE DI SOLOMON


ORTOFOTO MODELLO

Ortofoto - Modulo Centrale - Scala Modello 1:250

ISOLA DI LAMPEDUSA

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ELABORATO DI PROGETTO

Planimetria - Vallone

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LA CATTEDRALE DI SOLOMON


ORTOFOTO MODELLO

Ortofoto - Vallone - Scala Modello 1:250

ISOLA DI LAMPEDUSA

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ELABORATO DI PROGETTO

Planimetria - Scogliera Sud

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LA CATTEDRALE DI SOLOMON


ORTOFOTO MODELLO

Ortofoto - Scogliera Sud - Scala Modello 1:250

ISOLA DI LAMPEDUSA

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SEZIONE TRASVERSALE

Sezione Trasversale - Modulo Centrale - Scala Modello 1:250 Sezione Trasversale - Cattedrale + Galleria

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LA CATTEDRALE DI SOLOMON


ORTOFOTO E FOTO FRONTALI MODULI

Foto Frontale - Scogliera Sud - Scala Modello 1:250

Ortofoto - Moduli Scogliera Sud + Nord - Scala Modelli 1:250

Foto Frontale - Scogliera Nord - Scala Modello 1:250

ISOLA DI LAMPEDUSA

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MODULI // SCOMPOSIZIONE DEI MODELLI

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LA CATTEDRALE DI SOLOMON


STRUMENTI // CENTINE E NEGATIVI

ISOLA DI LAMPEDUSA

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Prof.: Roberta Albiero Collaboratori: Giuseppe Biasi, Arabella Guidotto

A.Accademico 2017/2018

ARCHITETTURA COME risveglio Ubicata nel cuore della Valle del Belice, nella Sicilia occidentale, la cittadina di Salemi sorge sul sito dell’antica Halyciae, di origine elima. Gravemente danneggiato nel corso del Terremoto del Belice del 1968, il centro storico è stato oggetto di un progetto di recupero urbano curato da Alvaro Siza. Il borgo storico di Salemi, Alicia, prima dell’avvento degli arabi, presenta ancora oggi le tracce del sisma, ma non soltanto quelle. I cinquant’anni di abbandono progressivo del suo centro hanno proseguito, senza soluzioni di continuità, l’opera di distruzione. Le macerie del terremoto sono sostituite, oggi, dalle rovine prodotte dall’inesorabile lavoro del tempo. Trasformati in giardini murati, stanze a cielo aperto, hortus conclusus o attico del Bestegui, i lotti urbani, ormai rovine, tornano a vivere con un nuovo senso. Essi diventano delicati e misurati spazi pubblici che dilatano gli stretti percorsi del borgo, luoghi di delizia, e di sosta, giardini con ombra, una fontana, un albero, una seduta, nei quali si aprono visuali nuove sull’arido ma incantevole paesaggio siciliano.

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l’antica città di salemi

Si racconta che Alicia arrivò su queste verdi e boscose colline prima dell’anno mille in compagnia di due sorelle, a capo di una tribù. Non tutte, però, furono d’accordo sulla scelta dell’altura su cui costruire una dimora. La più giovane lanciò una sfida: “Si costruisca una fortezza sul sito che ci aggrada di più. Chi per prima metterà l’ultima pietra, sarà proclamata regina.” La giovin pulzella, calcolando il tempo che avrebbero impiegate le germane a coprire la distanza tra i loro insediamenti ed il suo, diede anzitempo il segnale della fine del suo lavoro. Riuscì a collocare le ultime pietre prima che arrivassero le sorelle. Sull’altura di Salemi troneggia l’antico maniero, protagonista e testimone di mille e più anni di storia.

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Il territorio di Salemi varia in tutti i punti, e se verso oriente ha un’estensione quasi planiforme, non è così verso settentrione e mezzogiorno, dove sorgono le Montagne di Sette Soldi, quelle di Poliso, l’altare di San Ciro, Pusillesi ecc... Confina verso Nord col territorio di Calatafimi e Vita, verso Est con quello di Santa Ninfa e Partanna, verso Sud con quello di Castelvetrano e Mazara, verso Ovest con quello di Marsala e Trapani. Col Fiume Grande, al quale confluiscono vari altri canali, solcano il territorio di Salemi il fiume di Ricalcata, che va a scaricarsi nel Mar di Marsala, e quel della Collura che mette foce sul lido di Trapani.

SALEMI: LE STANZE DI ALICIA


un estratto della guida aleatoria

La festa delle Cene di San Giuseppe si celebra il 19 marzo e dura una settimana. Durante i preparativi per la festa, Salemi è interessata da tanti estemporanei piccoli cantieri che vengono costruiti con strutture lignee, gli altari, riccamente decorati con arance, limoni, ramoscelli d’alloro e soprattutto con dei caratteristici pani che vengono lavorati dalle donne del luogo in modo da risultare delle vere e proprie opere d’arte.I pani si presentano nelle più svariate forme. I principali simboli rappresentati sono quelli della tradizione cristiana, come il pesce, o i simboli della pentecoste; oltre a questi, di chiaro riferimento religioso, le altre forme rappresentate fanno riferimento alla natura.

CITTà DI SALEMI (TP)

Già a partire dall’Età Neolitica, si sono ritrovati reperti di ceramica che hanno assunto un ruolo di grande importanza per la conoscenza della storia della città di Salemi. Il maggiore sviluppo della lavorazione della ceramica si ebbe nel Neolitico e nel periodo greco, diminuendo notevolmente durante il periodo della dominazione romana e bizantina e riprendendo vigore dopo la conquista Araba nell’827 dopo Cristo, abbellendosi nello stile, nelle forme, nei decori e nelle tecniche di lavorazione. Furono infatti gli Arabi, che portano in Sicilia la tecnica dell’invetriatura piombifera del vasellame,consistente in una miscela di sostanze cosparsa sul corpo ceramico, che si vetrifica poi in cottura.

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MODELLO CONCETTUALE

Vuoti e spazi collettivi - Scala Modello 1:500

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SALEMI: LE STANZE DI ALICIA


MODELLO TERRITORIALE

Valle del Belice - Scala Modello 1:50.000

CITTÃ DI SALEMI (TP)

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il terremoto del 1968

Nel 1968, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio, la città fu gravemente colpita da un forte terremoto che rase al suolo molti comuni della Valle del Belice. A seguito dell’evento sismico le autorità politiche salemitane e gli architetti chiamati a progettare e ridisegnare la struttura del comune optarono per la ricostruzione del paese secondo uno stile nuovo. Nel centro storico a seguito del sisma, l’abitato nella zona centrale, sebbene non fu del tutto disgregato, rimase per diversi anni abbandonato in virtù dei pochi interventi di restauro e di una scelta che hanno preferito decentrare gli abitati nei nuovi quartieri. La struttura, tuttavia, mantenne la monumentale ortogonalità del complesso costituito dal Collegio dei Gesuiti e da un denso corollario di dimore patrizie e di numerose chiese.

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SALEMI: LE STANZE DI ALICIA


ricostruzioni urbane

Poggio Reale

Salemi

Gibellina

Montevago

CITTÃ DI SALEMI (TP)

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LE STANZE DI CATENA

Progetto di riqualificazione delle rovine della Chiesa Maria SS. della Catena Spazio espositivo + Belvedere

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SALEMI: LE STANZE DI ALICIA


MODELLO A SCALA URBANA

Le Stanze della Catena - Scala Modello 1:500

CITTÃ DI SALEMI (TP)

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AULA 1.8 MAGAZZINI LIGABUE

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SALEMI: LE STANZE DI ALICIA


FOTO DELL’ALLESTIMENTO

CITTà DI SALEMI (TP)

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Prof.: Giuseppe D’Acunto Collaboratore: Isabella Friso

A.Accademico 2015/2016

ARCHITETTURA COME letturA Per il viaggiatore che vi giunga dal mare, Lisbona, anche vista da lontano, sorge come una bella visione di sogno, stagliata contro il cielo azzurro splendente e illuminata dai raggi dorati del sole. Il 1998 fu, per la capitale del Portogallo, un anno d’oro. L’Esposizione Mondiale inaugurata in quella primavera segnò la definitiva rinascita della città portoghese bagnata da fiume Tago. Il Padiglione del Portogallo, ad opera di Alvaro Siza, è stato progettato per esserne l’elemento fondamentale e funzionare come ingresso monumentale al sito dell’Expo, contribuendo ad attirare l’attenzione del visitatore sul tema dell’evento: “Oceani: un’Eredità per il Futuro”. Tra i tanti padiglioni proposti dalla docenza, è stato questo progetto ad essere scelto per completare la formazione sui metodi della rappresentazione applicando le teorie della geometria descrittiva al disegno concreto dell’architettura. L’uso delle proiezioni mongiane, dell’assonometria e della prospettiva, applicate al cosiddetto “tema d’anno” è stato propedeutico alla comprensione dei principi compositivi del progetto.

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oceani, un’eredità per il futuro L’Expo che si è svolto dal 22 maggio al 30 settembre del 1998 a Lisbona, ha costituito all’epoca una duplice occasione per la città di darsi un nuovo assetto urbanistico e allo stesso tempo riqualificare una vasta area urbana storicamente votata ormai da tempo al degrado, una zona industriale situata a 6,5 km dal Terreiro do Paço, centro nevralgico e simbolico della città. Soggetto centrale dell’Esposizione è stato l’Oceano, come patrimonio per il futuro. All’interno del complesso, il Padiglione Portoghese di Alvaro Siza è posto a marcare l’importanza simbolica della piazza d’acqua ad una delle due estremità di quest’ultima, in posizione diametralmente opposta alla seconda estremità, occupata dal Padiglione della Conoscenza dei Mari, o Oceanario, di Joao Luis Carrilho de Garça. Il Padiglione del Portogallo è costituito sostanzialmente da due parti: una si può definire normale e occupa 14000 m2 di superficie, raccogliendo le principali funzioni, dal vestibolo, agli uffici, ai depositi, alle grandi sale; l’altra, con un’estensione di 3900 m2, si può dire speciale e risponde alla richiesta di un grande spazio coperto per le rappresentazioni nazionali. La prima parte è a sua volta articolata in parti e appendici e si organizza intorno ad una sorta di nucleo elementare. In questo caso si tratta dell’accostamento e l’assemblaggio di alcuni “elementi tipici” e nominabili, che rispondono a diverse esigenze di natura urbana, funzionale e rappresentativa: il porticato sulla darsena, il balcone, la corte aperta, il passaggio, la rampa del garage, il giardino sulla strada, i giardini recintati, la possibile futura torre degli uffici e la stessa piazza cerimoniale, che può essere considerata come un’appendice speciale. Il nucleo principale è un edificio a corte (22,5 x 20 m), a pianta quasi quadrata, con due livelli fuori terra per un’altezza di 15,30 m ed un livello interrato.

Tutti i diritti riservati a © Fernando Guerra | FG + SG

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tema d’anno - Pavilhão Português


Alvaro Joaquim Melo Siza Vieira La seconda parte è dominata dall’elemento più caratteristico e rappresentativo dell’intero complesso che ha fatto del Padiglione una vera e propria icona della contemporaneità: la vela curva in cemento armato, a spessore sottile e variabile, mediamente di soli 20 cm, che origina l’originale baldacchino sopra la piazza cerimoniale, uno spazio coperto di 65 x 50 m affiancato al lato corto del corpo principale. La volta rovesciata con vista sull’oceano, è sostenuta da funi che, sottoposte a forte sollecitazione, hanno richiesto alcuni elementi strutturali annegati nelle alte pareti di 14 m che individuano i portici, progettati su entrambi i lati della piazza proprio per rispondere alla forte flessione della copertura. Le due parti terminali di questa struttura sono differenti sebbene abbiano la stessa forma parallelepipeda: una è caratterizzata da 8 campate di larghezza variabile ed è rivestita da piastrelle di colore verde, e l’altra da un prospetto piatto ricoperto da piastrelle rosse, forato esclusivamente da tre aperture di diversa larghezza e altezza, poste a livello del terreno come varchi per lasciarsi alle spalle la piazza. Per le finiture dei due portici Siza si serve di un tradizionale materiale da costruzione portoghese che non aveva quasi mai utilizzato per i rivestimenti esterni delle sue opere precedenti, le cosiddette “Azulejos”. Álvaro Joaquim Melo Siza Vieira è nato a Matosinhos, nel distretto di Porto, in Portogallo, nel 1933. Si laurea alla Scuola superiore di Belle Arti di Oporto nel 1955. Dal 1955 al 1958 frequenta lo studio del suo professore e amico Fernando Tavora. Realizza la sua prima opera, il famoso ristorante Boa Nova in Leça de Palmeira, noto come Casa del Tè, nel 1954. Con la fine della dittatura di Salazar, Siza si impone nel panorama dell’architettura internazionale ottenendo incarichi anche all’estero come la Schlesisches Tor di Berlino, nota come Bounjour Tristesse. Ha costruito in Italia, Olanda, Germania, Spagna, Corea e Brasile. Nel 1992 viene insignito del Pritzker Prize Architecture.

Tutti i diritti riservati © Giuseppe Todaro Architect

lisbona, expo 1998

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DISEGNI E PENSIERI

“Disegni, schizzi a penna Bic e matita su carta, (in prevalenza formato 30 x 21) dove prendono forma immediata i pensieri dell’architettura di Álvaro Siza, in diversi stadi: sono elementi essenziali e principali strumenti di studio, di ricerca e comunicazione che assume la semplicità come propria ricchezza, mescolando rigore ed eclettismo, ragione e fantasia. Nei suoi eidotipi di studio c’è rispondenza immediata del pensiero appena formulato, anche in minimi tratti, alla sostanza di quello che sarà il progetto ultimo e l’incantevole e utile sobrietà dell’opera compiuta.” - “Alvaro Siza. Disegni e pensieri.” Vittorio Gregotti, Antonia Jannone, Milano, 2011.

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tema d’anno - Pavilhão Português


SIZA SKETCHES

lisbona, expo 1998

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IL DISEGNO PER SIZA

“Il disegno è una forma di comunicazione, con l’io e con gli altri. Per l’architetto il disegno è uno strumento di lavoro, una forma di apprendimento, assimilazione, comunicazione, trasformazione: una modalità di progettazione. L’architetto ha a disposizione anche altri strumenti, ma nulla può sostituirsi al disegno senza avere delle ripercussioni. La ricerca di uno spazio organizzato e lo studio analitico di ciò che esiste e di ciò a cui si aspira, passano attraverso le intuizioni che il disegno introduce istantaneamente nelle più logiche e condivise costruzioni, alimentandole e alimentandosene. Ogni gesto – anche quello del disegnare – è carico di storia, di memoria inconscia, d’incommensurabile e oscura saggezza. Bisogna coltivarne la pratica affinché i gesti – e con loro il resto – non si atrofizzino”. Introduzione al catalogo della Galleria Jannone, 1987.

Affaccio sul fiume Tago

Copertura ondulata

Tago

Contrasto tra i materiali

Pietra Caliza

Giochi d’ombra

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Azulejos

tema d’anno - Pavilhão Português


REINTERPRETAZIONE GRAFICA

Ingresso della luce sulla piazza

Piazza Coperta

lisbona, expo 1998

Skyline

Lato strada corpo centrale

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pianta p.t. e prospetti

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tema d’anno - Pavilhão Português


pianta 1° piano e sezioni

lisbona, expo 1998

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ASSONOMETRIA CAVALIERA z

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tema d’anno - Pavilhão Português


SEZIONE PROSPETTICA

lisbona, expo 1998

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Prof.: Fulvio Lenzo Collaboratore: Francesca Mattei

A.Accademico 2016/2017

ARCHITETTURA COME MEMORIA C’era una volta nel lontano 1899 una bellissima villa costruita da Frank Loyd Wright all’interno di Buena Park, sulle rive del Lago Michigan, a Chicago, Illinois. La Husser House, commissionata da John Marshall Williams come regalo di matrimonio per la figlia Helen Williams, da poco sposata con il maggiordomo Joseph W. Husser, rappresenta l’ultimo incarico in cui l’architetto americano ha utilizzato gli ornamenti esterni del suo maestro Louis Sullivan, mentre vedeva le proprie creazioni incarnare matericamente un nuovo spirito e aprire la strada all’innovativa e rivoluzionaria Prairie School. Oltre all’inquadramento generale, le letture monografiche e il ripercorrimento delle vicende dell’architettura contemporanea attraverso chiavi di lettura come il rapporto con la “grande città” e le riflessioni sui problemi costruttivi, il seminario di approfondimento del Corso di Storia dell’Architettura ha costituito un’occasione di confronto con la memoria, facendo emergere non solo la complessità del processo di ricerca, ma anche l’importanza del suo ruolo nella società finalizzato a mantenere vivo il ricordo di ciò che la mano dell’uomo ha prima creato e poi distrutto. 124


UNA VILLA DEMOLITA LUOGO - Illinois, Chicago, Rive del Lago Michigan, Buena Park, Buena Avenue n. 178-182. TIPOLOGIA - Residenza unifamiliare su tre livelli DESTINAZIONE D’USO - Edificio residenziale MATERIALI DA COSTRUZIONE - Pareti esterne in muratura rivestite da mattoni romani di colore giallo asciutto; giunti orizzontali larghi in modo da evidenziare la venatura orizzontale. Giunti verticali a filo con malta del colore dei mattoni. Passamanerie e davanzali di pietra. Soffitto piano in gesso. Tetto in tegole rosso chiaro. Copertura a sbalzo con displuvi e colmi netti. Le finestre del piano principale erano in vetro al piombo, quelle del secondo piano erano in vetro trasparente; MATERIALI DECORATIVI - Capitelli di terra cotta. Fregio in rilievi di stucco. Il fregio sullivanesco avvolge la struttura orizzontalmente sotto la linea di gronda. La metà superiore del fregio si estende fuori approssimativamente dai sei ai dodici pollici. Anche gli archi si rifanno allo stile di Louis Sullivan. Pareti interne dell’ingresso inferiore e stanze principali rivestite di mattoni romani di colore marrone chiaro con inserti in oro e fasce intarsiate in legno di quercia e/o mosaico oro bruno che segnano l’inizio di una nuova epoca nell’uso di materiali permanenti e pregiati per gli interni domestici nel West. Intonaco di gesso in tinta oro. L’ornamento è della superficie, non sulla superficie e non ci sono sfondi tangibili; TECNICHE COSTRUTTIVE - Il piano inferiore è stato progettato come un basamento, nonostante fosse un piano terra. Questo ha permesso al primo (secondo piano) di avere una migliore vista sul lago Michigan. Le limitazioni dei lotti stretti sono state compensate con un’ingegnosa pianificazione per la luce e la vista, così come per un percorso composto dalla strada all’atrio di ricevimento. Non ci sono partizioni sottili e gli effetti di massa e profondità non sono forzati indebitamente nell’interesse del caratteristico trattamento plastico e non ci sono spazi murali cavi che non siano organizzati in pianta per scopi pratici. Il tetto viene fatto galleggiare dall’ornamento ed è ampiamente a sbalzo sopra i piani inferiori. Gli angoli aggettanti sono aperti da fasce di finestre racchiuse in arcate grottescamente graduali. La configurazione generale della casa è distesa, allungata, ed enfatizza la linea orizzontale. SINGOLI ELEMENTI - Un elemento fondamentale interno è il focolare, centrale per lo stile Prairie. Leggermente inquadrata tra strisce di pietra di Caen, la combinazione di oro in fusione con il colore sulla porcellana è stata fatta per delineare tralci di vite e una profusione piangente di ramoscelli di glicine e fiori pendenti su uno sfondo oro opaco. Le giunzioni bianche sono state impiegate con grande maestria per delineare dei gambi delicati, foglie di verde più leggero e oro ad effetto screpolato. I ramoscelli di fiori sono intarsi di vetro bianco rosato e perlato che cadono nella maniera più eterea e leggera dal groviglio di foglie sopra. Wright ha incorporato anche cinque grandi vasi di cemento, già inseriti in altri progetti del tempo. È presente una credenza con ante in vetro al piombo, fiancheggiata su entrambi i lati da lampade dello stesso materiale in cima a un piedistallo. Di interesse sono anche l’Urna in rame e il Candeliere; AUTORE - Frank Lloyd Wright (Richland Center, 8 giugno 1867 – Phoenix, 9 aprile 1959); CONTESTO tre anni l’ultimo verso lo

STORICO - Wright ha progettato Husser House cinque anni dopo la Winslow Residence (1894), dopo la Heller Residence (1896) e due anni dopo la Furbeck Residence (1897). È stato incarico in cui ha utilizzato gli ornamenti esterni di Louis Sullivan mentre si muoveva stile Prairie;

DATA - Costruita nel 1899, demolita su permesso edilizio nel 1924; COMMITTENTE - John Marshall Williams (1921- 1901). Sulla base di prove documentarie (*) si ipotizza sia stato un regalo di matrimonio per la figlia Helen Williams, da poco sposata con il maggiordomo Joseph W. Husser. (*) Nell’edizione del Giugno 1900 del “The Architectural Review”, la tavola XXXVII è stata intitolata “House for Mrs. Helen W.Husser”, ma sempre all’interno della stessa tavola, parte del testo riporta “Dwelling for Mr. Joseph W. Husser, Buena Av, Lake View Suburban Lot…” L’uscita del Marzo 1908 di “The Architectural Record” intitola anche una foto “Mrs.Helen W.Husser, Buena Park, Chicago”. Ciò lascia pensare che il committente sia stato proprio il padre di Helen, datore di lavoro e suocero di Joseph, John Marshall Williams;

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ricerca archeologica: HUSSER HOUSE


I MOBILI SOPRAVVISSUTI

CURIOSITà: Ad oggi, solo un tavolo da pranzo e otto sedie sono sopravvissuti alla distruzione di Husser Residence. Il tavolo è quasi quadrato, 54 x 60, e alto 28 pollici. Questo set per sala da pranzo è stato scoperto nel 1978 dopo 55 anni di inutilizzo. Quando tutti e tre i tavoli erano allineati, gli Husser potevano intrattenere un grande gruppo di ospiti in sala da pranzo. La trama a scacchiera era intagliata su tutti e 4 I lati, ripetendo lo stile visto in tutta l’abitazione. 5 pollici sotto la parte più alta del tavolo e 5 pollici sopra il pavimento, uns piccola striscia di modanatura corre orizzontalmente lungo le gambe del tavolo come anche lungo le gambe di ogni sedia. Quando le sedie sono nascoste sotto il tavolo, una linea orizzontale continua corre completamente attorno tavolo e sedie. Nel settembre del 1987 il set è stato messo all’asta al Christie’s di New York. Mr. Monaghan (Dominos Pizza) se l’è accaparrato per $1.6 milioni. Sei anni più tardi è ritornato al Christie's, e il 12 giugno del 1993 lo stesso tavolo e le otto sedie sono state vendute a Daniel Wolf, un rivenditore di foto di NY per $442,500;

BUENA PARK, CITTà DI CHICAGO, ILLINOIS, U.S.A.

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PIANTE RINVENUTE

PIANTE: La pianta della Husser House è una pronunciata croce; le braccia minori sono costituite dal grande bow-window della sala da pranzo con i suoi drammatici contrafforti e dalla torre della scala coraggiosamente pronunciata. La pianta per il piano terra è incompleta. Sono disponibili testimonianze solo per il primo piano, ma non per il secondo; PIANTA DEL PIANO TERRA: Wright ha progettato il piano inferiore come un basamento, nonostante fosse un piano terra. Questo ha permesso al primo piano di avere una migliore vista sul lago Michigan e di evitare l’allagamento della zona giorno. La stalla è infondo a sinistra. L’area direttamente sotto la sala da colazione è la stanza dei maggiordomi. Alla destra c’è il vano scale (lato ovest). L’entrata alla casa è sul piano inferiore al vano scale, e porta dentro alla hall inferiore. Una scala doppia da accesso al piano principale e porta alla hall di ingresso o “foyer” situata tra il salotto e la sala da pranzo al primo piano. Il Porte Cochere (tradotto portico per carrozze) interseca il piano inferiore del vano scale. PIANTA DEL PIANO PRIMO: Sopra la stalla a sinistra (nord) c’è il fienile (lato ovest), la stanza degli uomini e la stanza della servitù sul lato est. Appena a destra ci sono due stanze della servitù e una veranda. Subito dopo è presente la zona della cucina che include una cucina, una dispensa e una nicchia che serviva come piccola ed informale sala per la colazione. Appena a destra della zona cucina c’è la sala da pranzo che affaccia ad est e uno studio che affaccia ad ovest;

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ricerca archeologica: HUSSER HOUSE


TESTIMONIANZE GRAFICHE

Tavola XXXVII - House for Mrs. Helen W. Husser, Buena Ave., Lake View, Ill. - Mr. Frank Lloyd Wright, Architect

Poster pubblicato nel 1998. Husser (Publicato da Pomegranate Communications, Inc., Frank Lloyd Wright: Joseph Husser House, Chicago, Illinois, Prospettiva e prospetto; inchiostro su carta 21

BUENA PARK, CITTà DI CHICAGO, ILLINOIS, U.S.A.

House Rohnert Park, CA) 1899 (demolita c. 1923-1924). ½ x 37 ½ pollici.

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TESTIMONIANZE GRAFICHE DI DETTAGLIO

Tavola IV - “Prospettiva e piano terra di una dimora cittadina per Isadore Heller, Woodlawn Avenue. Dettaglio della Husser house, Buena Park, Chicago.� 15.75 x 25.25.

Dettaglio del secondo piano della veranda della sala da pranzo (Lato Est)

Dettaglio di una colonna del pergolato coperto di ingresso.

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ricerca archeologica: HUSSER HOUSE


TESTIMONIANZE FOTOGRAFICHE

3 fotografie esterne contenute all’interno di “Ausgeführte Bauten und Entwürfe von Frank Lloyd Wright” Ernst Wasmuth A.-G., Berlino, 1911

BUENA PARK, CITTà DI CHICAGO, ILLINOIS, U.S.A.

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Prof.: Paredes Y Pedrosa Collaboratore: Luis G.Pachón Assistenti: Emanuele Biscaro, Francesca Cremasco, Federica Fiorese

A.Accademico 2016/2017

ARCHITETTURA COME RINASCITA Aleppo è una città costruita 5000 anni fa, una delle più antiche del Medio Oriente, situata nella Mezzaluna Fertile, luogo in cui secondo gli storici sono sorti i primi insediamenti umani. Nel corso della storia questa citta è stata una zona di perenne conflitto, crocevia tra il Nord e il Sud e tra l’Est e l’Ovest. Al suo interno, gli edifici vengono spesso demoliti e distrutti per poi essere parzialmente ricostruiti, proprio a causa dei continui scontri bellici. Il conflitto armato siriano che ha raggiunto anche il territorio di Aleppo nel 2012 ha causato ingenti danni e devastazioni anche di monumenti inestimabili, trascinati nell’oblio insieme ai vicini centri abitati al solo scopo strategico di abbattere e annichilire l’identità culturale della popolazione, al punto che la città storica è stata annessa alla lista del patrimonio culturale a rischio. Progettare tra le tracce esistenti della città, usando i moduli di architetture di differenti periodi, è risultato essere un modo suggestivo di lavorare con un tema così delicato come può essere la ricostruzione della Siria.

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new souq gallery

Tipologia dell’area di lavoro Drive-in Market Stato approssimato di distruzione 50% distrutto Area approssimata di intervento 4.500 m2

Context

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WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


01 - AREA DI LAVORO

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Alice De Paoli, Francesco Fantinato, Giovanni Svalduz, Loris Villa Il progetto elaborato dal Team 02 per Aleppo prevede la ripetizione di una variazione del modulo di Aldo Van Eyck per il suo progetto mai realizzato per la chiesa “Wheels of Heaven”. Configurandosi come una galleria attraversabile sia dai pedoni che dai veicoli grazie all’eliminazione dei tamponamenti centrali, la Nuova Galleria dei Souqs intende ospitare degli spazi commerciali paralleli all’asse stradale e fungere da collegamento tra la Grande Moschea e le principali strade della città. La presenza di lucernari al di sopra delle coperture circolari, simbolo della rinascita dei vecchi mercati a seguito della distruzione provocata dal conflitto, consente alla luce di penetrare e scandire il ritmo della ripetizione.

1:6000 CITTà DI ALEPPO, SIRIA

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02 - CONTESTO

1:1000 135

WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


03 - UNITà MODULARE - PIANTE Aldo Van Eyck, Wheels of Heaven 1996 2 200 m / 24,2 x 2,70 m

Plan

Roof Plan

Elevation

Section CITTà DI ALEPPO, SIRIA

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04 - UNITÃ MODULARE - ASSONOMETRIA

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WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


05 - VARIAZIONE TEMATICA

Double lane road

Pedestrian walkways

Market stands

Skylights Typologies

CITTÃ DI ALEPPO, SIRIA

Constructive system

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06 - modelli

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WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


07 - sistema architettonico - assonometria

CITTÃ DI ALEPPO, SIRIA

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08 - sistema architettonico - collage 01

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WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


08 - sistema architettonico - collage 02

CITTÃ DI ALEPPO, SIRIA

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08 - sistema architettonico - collage 03

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WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


09 - sistema architettonico - pianta e sezione

1:1000

CITTÃ DI ALEPPO, SIRIA

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new souq network

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WAR HERITAGE VS RAW HERITAGE


10 - sistema territoriale - ricerca del modulo

CITTÃ DI ALEPPO, SIRIA

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Prof.: Valeria Tatano, Giovanna Mar Collaboratore: Silvia Lugari

A.Accademico 2016/2017

ARCHITETTURA COME viaggio Non si fa un viaggio, è il viaggio che ci fa, e talvolta ci disfa, ci disorienta, ci scombussola e ci fa cambiare prospettiva, mettendo a nudo contatto con i luoghi la nostra singolarità. A maggior ragione, esso può sortire questo effetto se le sue tappe portano il viaggiatore all’interno di giochi sapienti, corretti e magnifici di volumi auratici, raggruppati sotto l’effetto della luce naturale, dalla mano e dalla mente di un maestro indiscusso dell’architettura contemporanea come CharlesEdouard Jeanneret, in arte semplicemente Le Corbusier. Momento di riflessione, di comprensione e di immersione, l’itinerario di studio ha avuto come tema principale la sua produzione achitettonica in un’esperienza completa dello spazio in prima persona che, attraverso i cinque sensi, è stata capace di toccare anche l’anima. Spaziando dal territorio svizzero a quello francese, il viaggio è stato anche occasione per visitare le Saline Reali di Arc-et-Senans e il Vitra Campus, notevole complesso architettonico reso un magnete per gli appassionati di design e architettura dagli innumerevoli e svariati edifici realizzati al suo interno da noti architetti contemporanei. 148


VITRA CAMPUS Stabilimento di produzione, Alvaro Siza, 1991-94

Conference Pavilion, Tadao Ando, 1992-93

Vitra Design Museum, Frank O. Gehry, 1988-89

Vitra Slide Tower, Carsten Hoeller, 2014

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VIAGGIO STUDIO - LE CORBUSIER


WEIL AM RHEIN, 1981 - 2018 Elytra filament pavilion, ICD - ITKE, 2016

Vitra Haus, Herzog & De Meuron, 2010

Vitra Fire Station, Zaha Hadid, 1993-94

Factory Building, Sanaa, 2010-2012

SVIZZERA & FRANCIA

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CAPPELLA DI NOTRE DAME DU HAUT Vista della Facciata Sud

Vista della Facciata Est

Vista della Facciata Nord

Vista di uno dei Campanili e del Sistema di raccolta dell’acqua piovana

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VIAGGIO STUDIO - LE CORBUSIER


le corbusier RONCHAMP, 1950 - 54 Dettaglio di una delle finestre di colorazione rossa e blu

Dettaglio di una delle finestre di colorazione rossa e verde

Dettaglio di una delle finestre di colorazione blu e gialla Vista interna della Cappella con i suoi spettacolari giochi di luce

SVIZZERA & FRANCIA

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SALINE ROYALE

Nicchia d’ingresso rivestita di pietra che richiama all’archetipo della caverna

L’ingresso al sito delle Saline Reali

Urne rovesciate di decorazione del muro di ingresso Veduta interna al complesso: Residenza del Direttore e Padiglione Est per la Lavorazione del Sale

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VIAGGIO STUDIO - LE CORBUSIER


c.n. ledoux, ARC - ET - SENANS, 1775 - 77 Colonne bugnate ispirate a Palazzo Thiene (VI) Facciata in stile classico della Residenza del Direttore

Modello della Casa del Guardiano del fiume di Claude-Nicolas Ledoux, MusĂŠe Ledoux

Struttura lignea di copertura dei Padiglioni

SVIZZERA & FRANCIA

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Convento de la tourette

Vista esterna laterale dei cannoni di luce della cappella e del cortile interno

Vista della Facciata Nord

Vista interna di una delle celle di pernottamento Dettaglio delle finestre armoniche, progettate con l’aiuto di I. Xenakis

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VIAGGIO STUDIO - LE CORBUSIER


Vista delle aperture orizzontali per l’illuminazione delle sedute

le corbusier, ĂŠveux, 1952 - 60 Dettaglio di uno degli altari della cripta

Vista interna della cripta e dei suoi altari

Dettaglio di uno dei crocifissi e delle aperture circolari colorate che illuminano la cripta

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site le corbusier

Scultura in calcestruzzo del Modulor posta dinanzi all’ingresso della Chiesa

Chiesa di Saint - Pierre, progettata nel 1965, realizzata completamente nel 2006

Dettaglio delle aperture superiori, pensate per l’ingresso della luce solare Vista interna della Chiesa e delle grandi aperture orizzontali colorate

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Firminy - saint-etienne mĂŠtropole, 1965 - 2006 Maison de la Culture et de la Jeunesse, 1966 - 1968 Dettaglio della Facciata Nord

Vista interna di uno degli spazi espositivi

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Vista interna dell’ingresso al Museo

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u. d’habitation, le corbusier, firminy - vert, 1968 Dettaglio dei setti portanti Dettaglio della facciata principale, orientata ad Est

Vista completa della facciata principale, orientata ad Est

Dettaglio dei rilievi in pietra del Modulor utilizzato per le proporzioni dell’Unité

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u. d’habitation, le corbusier, marsiglia, 1945 - 52 Vista della pensilina d’ingresso Dettaglio della Copertura e delle sue dotazioni

Vista interna di una delle camere Dettaglio della facciata principale, orientata ad Est

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villa e - 1027, eileen gray, roquebrune, 1926 - 29 Vista parziale della Facciata Nord

Vista occidentale della terrazza principale

Vista interna del bagno con appeso il “Satellite Miroir” Vista interna de “La Grande Piece” con l’arredamento originale progettato dalla designer e proprietaria E.Gray

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le corbusier a roquebrune, 1952 - 57 Vista interna del Cabanon Les UnitĂŠs de Camping, Le Corbusier, Roquebrune, 1957

Vista interna dello Studio di Le Corbusier, posto di fronte al Cabanon

Le Cabanon, Le Corbusier, Roquebrune, 1952

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archi tettu ra PE R MA R S . Il presente Portfolio di Laurea Triennale è stato stampato presso il Centro Copie BlueStarSystem, Fondamenta della Madonna, Dorsoduro, 2408/D - Venezia nel mese di Settembre 2018. Copia brossurata, 162 pagine, Carta 120 grammi.


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