Viaggiatori della Luna

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Viaggiatori della luna



Viaggiatori della luna Storia, arti e mestieri dalla Fiera al Luna Park a cura di Emilio Vita

IKON EDITRICE

e

Chantal Rossati

ANESV-AGIS


I wrat01i e l'editore ringrazia n o per i lol'O significa tivi in te1·venti: Zeev Go u rcirie1; Tinin Ma ntegazza e Agostin o Volpi (Presiden te o n o ra rio dell'ANESV). Si ringrazia no, ·i noltre, per il con t1·ibuto iconografico le Arti Grafiche Fiorin, Augusto Carola, Ma u rizio Martini, Antonio Orl andini, Carlo Picca luga e tillti i «Viaggiatori» che h a n no fornito, con rarn entusiasmo, documenti e immagin i storiche altrimenti introvabili. Ci scusiamo se pei· motivi editoriali non tutt·i h an no potu to trovare spazio in questo libro.

Copyright

© 1997 Ikon Editrice

I Edizione Ottobre 1997 Ikon Editrice srl Via G. B. Bertini 3/a - 20154 Milano Te!. 02/3452458 - fax 33600525 Le foto a colori, quando non diversamente indicato, sono state tratte da Il était u n e fois la féte foraine de A à Z di Zeev Gourarier. Stampato in Italia da C.E.N.S. Melzo (Milano)


Prefazione Questo volume viene edito dall'ANESV -Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti- nel cinquantenario della s ua costituzione. Da mezzo secolo opera l'NA ESV, sorta nel 194 7, facendo prevalere nelle formazioni locali che già si

riconoscevano nell'AGIS -Associazione Generale Italiana dello

Spettacolo- il vecchio, basilare spirito unitario, quello clell'Associazionismo, per adottare un ter niine oggi diventato di uso corrente. Quale Presidente dell'ANESV non intendo addentrarmi o intrattenermi sv, argomenti di caraUere storico in quanto nelle pagine che seguono, dovute a diversi av,tori e in esecuzione di un ben definito piano editoriale, si potranno trovare elementi desc1·ittivi di una attività che ojfoncla le radici nel tempo, che è tra le primigenie forme di dive1·timenlo e di spettacolo, che si è

trn�formata negli anni e che oggi può ben collocarsi tra le mi ' gliori «possibilità» di impiego del tempo libero.

S'i potnlnno trovare in queste pagine anche descrizioni che ormai appartengono al passalo, più o meno remoto, e che non si addicono all'odierno spettacolo viaggiante, quello delle giostre e delle att1 azioni grandi o piccole che nel tempo si sono trnsjormate, in linea con il progresso e lo sviluppo. Oggi, nei Parchi cli divertimento o Luna Park, si è in presenza di attrazioni che vengono azionate cla «macchinista-pilota» secon do precise elaborazioni tecniche, in grado di compiere m ovimenti ed evoluzioni in altre epoche inconcepibili. Si viaggia sempre più verso il <<fantastico», ben lungi dal sottovalutare i trattenimenti di modeste dimensioni, che hanno fatto anche questi la storia dello spettacolo viaggiante e che proseguono e si aggiornano per la gioia dei fanciulli e lo svago degli adulti.Le piccole e medie attrazioni, sempre bene inserite, fanno parte a tutti gli effetti dei luoghi di ricreazione e di aggregazione..Struggente passione della giostra a cavalli.' Questo volume ha caratteristiche antologiche, è composto cli vari capitoli scritti cla autori diversi, ognuno con la propria specializzazione.La parte sto1·ica è stata offidata a Zeev Gourcl1'ie1; Conservatore del Museo Nazionale cli Arti e Tradizioni Popolcl?'i di Parigi e a Emilio \lita, membro della Commissione Nazionale Ci?'chi e Spettacoli Viaggianti. ' le prova delle loro Entrambi hanno già dato incliscutibi capacità e se1·ietà professionali con altre pubblicazioni cli indubbio valore sollo diversi profili e rnalizzando esposizioni

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di livello internazionale. Il professor Gourarier è stato contattato proprio in seguito alla sua accurata mostra Il était une fois la fete foraine de 1850 à 1950, allestita nel parco La Villette a Parigi e ora ospitata in Giappone. Il libro si conclude con le testimonianze di alcuni esercenti spettacoli viaggianti che hanno rilasciato interviste o hanno usato la penna secondo il proprio stile, la propria sensibilità, il proprio modo di interpretare fatti o situazioni. A tutti, a nome della Presidenza dell'ANESV, desidero che giunga il più sentito ringraziamento per lo spirito di collaborazione che ha ben distinto ognuno, per il loro impegno volto a dare immagini dello spettacolo di piazza, di ieri e di oggi, sia di quello propriamente viaggiante sia a carattere permanente, vale a dire i «parchi fissi». Il cinquantenario dell 'ANESV mi è imperioso motivo per ricordare coloro che mi hanno preceduto nel delicato incarico presidenziale e hanno lasciato indelebile traccia della loro opera, che sempre rimarrà esemplare. Analogo ringraziamento, anche se ciò non rientra nella prefazione o presentazione di un volume, a quanti con me condividono gli atti e le ansie di ogni giorno al vertice associativo, o che hanno condiviso in passato e condividono tuttora, quali esponenti dell'AGIS, le problematiche dello spettacolo viaggiante. Avendo già debordato dai limiti della presentazione, a completamento invio anche un cordiale saluto -non solo a tutti i Lettori- ma ai soci dell'ANESV, agli Esercenti del settore e alle Autorità che ci seguono. L'ANESV è in cammino da 50 anni. Superato questo traguardo andiamo incontro all'avvenire con indefettibile impegno. Gastone Rampazzo

Presidente ANESV

Gioco degli anelli a Parigi nella Foire China e acquarello, seconda metà del XVIII secolo. Una delle '[Yri,me ranrresentazioni di una giostra in fiera, tratta aux Porcherons.

da Manèges d'autrefois

di Z. Gourarim; éd. Flammarion.

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Gente del viaggio «Chi vuol essere lieto sia

(.. .)del diman non i"è ce1·tezza»

Lorenzo il Magnifico

I fi e ranti o lunaparkisti, come li chiamiamo n oi i «viaggiaLori» o ,

«gente ciel viaggio» come si chiamano l o ro , meritano un'attenzione

che va ben olLre le poche giornate in cui, in modo ricorrente si sta­ ,

\!ecchio ingresso di

nu

Lww Pwk

de/lafamiglia Adricwo De Matteo di Casel'ta. (1939-J,O}.

biliscono con le loro attrazioni iLineranti nei nosLri cent ri abita! i, se­ condo un calendario pre stabiliLo come le stagioni e ricorrenLe come i ricordi.

Il loro arrivo sui variopinti automezzi fantasiosamente 1 ersonaliz­

zat i, accompagna Li eia casca Le cli suoni e luci spezza la monotonia clel­

lèi nostra q uoLic lianità Invitano a inoltrarsi in un caleidoscopico mon­ .

do l'atto cli mobilità e leggerezza, cli ebbrezza e sensualità, dove il vi-

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Pagina a fronte. In alto: evoluzioni e giochi equestri nobiliari a Dresda,

1 709.

In basso: una versione dell'antico gioco di abilità detto «gioco degli anelli» e precisamente La bague chinoise, inizio XIX secolo. Tratto dal Libro dei giochi di Henry René D'Allemagne, Civica Raccolta . Stampe Bertarelli (CRSB), Milano.

Sopra: Das Karussel. Anche oggi i tedeschi, assieme agli italiani, sono fra i migliori costruttori di giostre a livello internazionale. A destra: Carosello durante la fiera di San Lorenzo. Litografia di Thierry Frères,

1840

ca., Museo Nazionale

Arti e Tradizioni Popolari (MNATP), Parigi. Oggigiorno è possibile imbattersi in rudimentali giostre di questo tipo in paesi extraeuropei (Bangladesh, Afghanistan ecc.).

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s i tatore sa istintivamente cli intraprendere un viaggio iniziat ico d u­ rante il quale la sua abil i t à , il suo coraggio, la sua generosità , i suoi desid eri e perfino i l suo destino verranno messi alla prova. Nel mon­ do d ella kermesse è proprio attraverso le prove , i l superamento cli sé stessi, il rito cli passaggio e la t rasgressione che si raggiunge uno sta­ to cli festosa e spensierata allegrezza. In Europa le ult ime p rofessioni nomadi della st oria sono esercita­ t e dai battellieri e dai «Viaggiatori». Ent rambi si spostano con t utto i l nucleo famil iare e con dei mezzi c h e cos t ituiscono l a loro dimora per­ manente ma, mentre i b a tt ellieri at t raversano pressocché inosserva­ t i le contrade in cui svolgono la l o ro attivi t à , «la gente ciel viaggio» per pot er vivere deve attirare l'attenzione dei cent ri in c u i irrompe a scadenze fisse , per rallegrare sagre , fiere, feste popo lari . Dal pun t o cli vist a etnologico e ant ropologico è doveroso sottolineare il fatt o che, in realtà, « la gent e ciel viaggio» è semi-nomade e non noma d e . Infat­ ti il semi-nomade percorre itinerari fissi a intervall i regolari, mentre il nomade -e questo era la nonna in Europa anche dopo il Medioevo e si verifica tuttora nel Terzo Mondo- p e r sopravvivere è costretto , non certo per capriccio , ma per precisi motivi c l imatici o bellici o cli impoverimento e infertilità ciel t erreno a spingersi in t erritori mai bat t u t i prima cli allora . Occorre alt resì precisare c h e «la gente ciel viaggio», pur spostandosi in carovana (che non ch iamerà mai «rou­ lot te» ) è una categoria professionale eia non confondere con gli Zin­ gari i quali costituiscono un'etnia a se stan t e: diverse le origini , d i­ verse le regole cli vita. Vi sono stati contatti fra quest i gru ppi e ve ne sono tuttora: oggi non è infrequente trovare d egl i stand cli attrazioni

gest ite da famiglie zingare mentre ai tempi alcuni Rom erano not i ammaestratori cli orsi e cli scimm ie che venivano esibiti nelle Ciere.

Ma tornando ai «viaggiatori» cons t a tiamo che ormai i l loro raggio d 'a­ zione è assai limitato rispet t o ai tempi passat i e , in Italia, per esem-

«Attn1zio11i modeme» e «11ovità se11sazio11ali» cli 11110 baracca

cl'entmta degli i11izi clel XX secolo.

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Gli "Ursa nti» o a i n maestmt01·i di orsi e gli «Sci m m ia n ti», a in nwestni tori di sciin m ie, sono figurn orm a i scomparse dalle Fiern. Ca rtolina del 1920, Collezione Ma u rizio iV!ai"tinL

pio, si limita in genere a coprire due o tre regioni limitrofe. Uno sguardo attento sullo spazio occupato da carovane, stand e giostre supera ben presto una prima impressione di disordine. Si im­ para ad apprezzare la gamma delle attrazioni proposte al loro giusto valore facendo qualche passo a ritroso nel tempo. Chi si addentra nella storia dei Luna Park scopre che molti tipi di divertimento che li caratterizzano vantano nobili ascendenti e altri si perdono nella notte dei tempi. L'origine dei divertimenti su sedili ro­ tanti è remota e oscura: un bassorilievo bizantino sembra dimostrare sin dal VI secolo d. C. l'uso della ruota per questo genere di passa­ tempo. Attrazioni girevoli erano conosciute anche dagli Aztechi, da­ gli Indù e dai Turchi del XVI secolo. La storia insegna che i musei sono nati sulla scia delle «Curiosae»

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cioè delle prime «baracche d'entrata» ideate dai fieranti che vi rac­ coglievano elen1enti e fenomeni curiosi e stupefacen ti, naturali o più o meno sapientemente artefatti. L'inesauribile curiosità insita nel­ l'uomo, abilmente sfruttata dall'inesauribile inventiva di altri uomini, può trasformarsi in inesauribile fonte di piacere e di guadagno. Altre forme culturali quali la Pantomima, la Farsa e l'Opera comi­ ca -perlomeno quella francese- discendono direttamente dai «me­ stieri da banco» dei fieranti che si esibivano sia per puro spettacolo sia per attrarre l'attenzione del pubblico verso prodotti o attrazioni varie. Nella seconda metà del XVII secolo gli attori fieranti, esperti mimi, danzatori e acrobati, interpretano varie commediole che sono ben lungi dal concorrenziare quel Teatro istituzionale qual era ed è la Comédie française. Ma nel 1697 una troupe di fieranti di nazionalità italiana si esibisce

in w1 pezzo che riesce assai sgradito a Madame de Maintenon, la quale reputandosi apertamente presa in giro espelle dal regno la troupe. Ep­ pure gli italiani, in quel periodo, recitavano solo nella loro lingua nata­ le. Eseguivano quelle acrobazie proprie dell'Accademia dell'arte in mo­ do così professionale da essere imitati dai fieranti di altre nazionalità che cominciarono ad attingere largamente al repertorio itaUano. Allora la Coniédie française insorge e comincia ad accanirsi contro i teatrini delle fiere sino a ottenere, dal 1703 al 1709, diversi decreti con cui vie­

tare ai teatranti itineranti di esprimersi per mezzo di dialoghi e impedi­

re addirittura, in un secondo tempo, qualsiasi lingua parlata. Per aggi­

rare genialmente il primo ostacolo i fieranti mimano i testi scritti su am­ pi pannelli o alternano dei rnonologhi con ritornelli cantati iJ1 coro,

creando così le premesse del «vaudeville». Dopo l'Lùtimo clivieto del

1709 si mettono sotto la protezione dell'Accademia reale di musica e so­ stituiscono la lingua parlata col canto dando origine all'Opéra-comique.

Ca rtolina d'epoca . Aspetti di vita ]JCl?"igina lu ngo i Ca mpi Elis i, 1900. Coll. NJNATP, Pa rigi.

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DALLA FIERA AL LUNA PARK

Cavalieri erranti Le giostre girevoli a cavallucci sono una reminiscenza dei tornei.

Classica giostm ottoceutesca

«Giostrare» significava «combattere eia vicino». Ma, mentre un Lem­

co11 pregiate e accnmte rUiniture.

po, i tornei e i «caroselli» erano riservati unicamente agli arisLocraLi­

clie costituisc01w nn lmw Park so1w

ci, la nascita delle giosLre a pagamento offre u n passatempo accessi­

bile a t u tt i gli aclu!Li che, con modica spesa, non sono più relegati al

ruolo cli semplici spettatori, ma vengono coinvolti in prima persona .

le giostre e tutte le attmzioni

chiamate «mestieri» dagli ese1·centi.

Ai bambini si penserà in un secondo tempo e le loro giostre saranno più piccole e più lente, per ovvi motivi cli sicurezza.

Sin1ili a cavalieri erranti i «viaggiatori» percorrono itinerari preci­

si per proporre puntualmente, cli città in città ( cli «piazza in piazza» secondo i I loro gergo) l'infinita varietà delle attrazioni o «mestieri»:

non solo giostre ma anche stand cli curiosità che, a seconda ciel loro contenuto, vengono talora definite «Stanze degli orrori» nel qual ca­ so ternlinano in una galleria cli specchi deformanti per assicurare una risata liberatoria degli astanti, labirinti, giochi di abilità e di forza co­ JTte i tiroassegno e i pugnometri, lotterie la cui istituzione offre un nuovo modo di pensare e quindi cli affrontare la vita. Infatti per lWl.go tempo la ruota ciel destino si è mossa in senso nega­

tivo esprimendo w1 fato ineluttabile. Nel Medioevo la fortw1a è vista co-

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me wl'azione implacabile: l'irrunagine della ruota che schiaccia ogni spe­ ranza ha spinto gli artisti a esprimere una visione tragica del destino raf­ figw·ando le Età o quadranti della vita, dalla nascita sino alla morte. La grande ruota della fortuna -intesa come sorte- il cui rosone il­ lumina la navata di innumerevoli cattedrali, sembra il negativo della grande ruota panoramica che illumina oggi la città in festa: la prima precipita gli uomini verso il proprio declino e fa cadere i re dal trono,

mentre l'altra travolge il pubblico spensierato in una fantasmagoria di luci e suoni al ritmo di tutte le giostre che danzano ai suoi piedi. In epoca rinascimentale gli umanisti hanno tentato invano cli ria­ bilitare questa dea bendata, forse terribile, ma che sa anche elargire beni ai temerari che la sfidano: condottieri e conquistadores, grandi mercanti e artisti illustri. A eccezione cli poche opere «firmate» in cui la fortuna è raffigurata come una seducente e prosperosa creatura, l'iconografia popolare si ostina a illustrarla come una poderosa mac­ china che spezza il destino cli tutti. Solo con l'invenzione della lotteria cioè della ruota della fortuna, nasce la speranza che, finalmente, ogni tanto perlomeno, il destino «giri per il verso giusto». Nel Luna Park l'ondeggiare delle giostre accornpagna il movimen­ to delle lotterie per inebriarci cli piaceri effimeri e guidarci verso la felicità. In piena Belle

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époque,

simili alle trottole con cui si può gio-

Un

giardino pubblico agli inizi clel

XX secolo. in cui si nota

n11a 1·icca giostm cn11 imponenti couigli bianchi cavalcali da adulti!


DALLA FIERA AL LUNA PARK

care d'azzardo o trarre pronostici, piroettavano delle giostre il cui plateau funzionava come una grande ruota della lotteria: la fila di ca­ vallucci di legno che si arrestava di fronte a un determinato punto di riferimento vinceva un premiai

Una giost rci cli prnporzion i pm 'ticola nn ente ciggniz-iate e riccamente cleconita cla sculture, dipin t i e aclclobbi .

Le giostre europee differiscono eia quelle inglesi soprattutto per il senso di rotazione: quelle anglosassoni ruotano in senso antiorario contrariamente alle nostre. Il senso orario sottolinea il fatto di esse­ re state costruite ricalcando il modello degli antichi tornei. Ma dopo la morte di ben due re francesi, Enrico II e Carlo IX, in seguito alle ferite riportate durante questi violenti scontri, i tornei vennero sosti­ tuiti dai carrousels o «Caroselli», agli inizi del XVII secolo. I carosel­ li, la cui origine etimologica deriva sia dall'italiano «carosello» che dallo spagnolo garosselo o carossela col significato di «piccola guer­ ra», consistevano in ampie sfilate di carri che però non furono in gra­ do di sostituire in modo soddisfacente la pompa e l'emozione solle­ vata dai tornei. Per ovviare a tale inconveniente si pensò cli abbinare ai caroselli anche il gioco degli anelli cioè uno degli esercizi di alle­ namento ai tornei. Effettivamente il fascino dei cavallucci cli legno sulle prime giostre

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Esibizione di uno dei tanti «Ercoli» che hanno reso celebri le fiere di nn tempo.

è aumentato dal piacere di tentar d'afferrare gli anelli o il fiocco che pendono dal soffitto oltre che dalla bellezza delle decorazioni o dall'e­ mozione provocata dal movimento rotatorio, ondulatorio o sussultorio. «Il gioco d€gli anelli fu in auge alcuni secoli fa, soprattutto in Francia, al tempo di Luigi XIV Il re praticava questo gioco a cavallo, affiancato da tutti i suoi cortigiani e con un seguito pittoresco. A Pa­ rigi, il nome di Place du Carrousel attribuito a uno spiazzo nei pres­ si del palazzo delle Tuileries deriva proprio da una festa (carosello)

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DALLA FIERA AL LUNA PARK

gioco moresco degli a n elli, i ncisione, CRSB, Mila n o.

Il

particolarmente spettacolare, nel corso della quale si praticava il gio­ co consistenLe nell'agganciare a un albero o a un palo un corto ba­ stone disposto orizzonLalmente, a cui erano appesi, mediante fili as­

sai sottili, alcuni anelli e nel cercare di infilare, col cavallo a spron

baLLuLo, o correndo a piedi, t 11tti gli anelli in una lancia tenuta in ma­ no» spiega la Guido ai .c;iochi cli René Alleau. li «gioco degli anelli»,

cli probabile origine moresca, è praticato sin dal XII secolo in Inghil­

Lerra dove viene chiamato, come in Italia, «quintana» e la succitata

Guida ai giochi ne spiega

le leggere differenze: «La q uintana, gioco

medioevale eletto anche "giostra del saracino'', consisteva nel colpi­ re, a cavalcioni cli un cavallo al galoppo, lo scudo imbracciato eia un fantoccio mobile fissato a un perno, di solito raffigurante un saraci­ no. Questo fantoccio aveva l'altro braccio proteso in fuori con il pu­ gno chiuso oppure armato eia una mazza. Il cavaliere, dopo aver col­ pito lo scudo doveva cercare di evitare il gran colpo della mazza che gli veniva cli ritorno dalla sagoma postasi in moto.» La differenza evidenziata, dal XVII secolo in poi, fra il lussuoso ca­ rosello, con carrozze e cavalieri vistosamente bardati, e il semplice gioco degli anelli propriamente detto si è conservata nella lingua francese: infatti mentre il termine «giostra» (manège) indica un'at­ trazione modesta, quello cli «giostra da salone» (manège-carrousel o carrousel-salon) spetta a strutture imponenti tanto per dimensio­ ni quanto per magnificenza: i carrousel sono importanti costruzioni dalle facciate colorate, arabescate, scolpite, intarsiate, dipinte, orna­ te spesso con grande gusto e raffinata qualità che ospitano magnifi­ che giostre a cavalli e carrozze sfavillanti che, contrariamente alle al­ tre, sono al riparo dagli sguardi ciel pubblico che vi può accedere so­ lo dopo aver pagato il biglietto d'ingresso. Ormai di questi splendidi oggetti è stato salvato un unico esemplare, il Demeyer, visibile nel­ l'Ecomuseo alsaziano nei pressi di Mulhouse, a Ungersheirn.

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ANARCTICA

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CIN[MlTOGRlPHE PARUNT ET CHlNTlNT

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Exposilion uniuerselle de Liége 1905

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Esposizio11e internazionale

cli Liegi. Cw·toli11a del 1905, Coll. Mcu-tini.

Ogni anno, a partire dal 1931, il gioco degli anelli si effettua cli

n uovo ad Arezzo nella terza domenica cli giugno e in num erose altre località italiane si svo lgono diverlissemenls cli chiara reminisce nza

medievale: Asco li Piceno col Torneo cavalleresco, Foligno con la Gio­ stra della qui ntana; Urbi n o , nella Lerza domen ica di agosto ricostitui­ sce giochi cavallereschi cli origine quatt rocentesca; Oristano con la

famosa Sart iglia carnascialesca, vera e propria prova cli resistenza a cavallo e cli abilità nell'infilzare i bersag l i sospesi; Gubbio con il Tor­ neo dei quar t ieri e il Palio della balestra, tanto per cit are qualche esempio attinente al nostro terna . Col passare del tempo la fantasia dei costrnttori si sbizzarrisce e i lignei destrieri vengono alternati o sos t i tuit i da altri soggett i più o meno f antasiosi , sino a riprodurre gli amat i personaggi dei cartoon­ disneyani: i l divertimento dà vita a vere e proprie i ndustrie. Dopo la Seconda guerra mon d iale i l mondo delle giostre subisce una profonda trasformazione: le n uove leghe, i materiali sint e tici, i comandi e lett ronici rendono le cos t ruzioni p iù leggere e veloci, p iù durature e sicure, più i mponenti ed elaborate. Oltre a l le a l t a lene e alle giostre a c a va l l i anche i labirin ti vantano origini tanto nobili quanto a n t ic he . N u merose opere sono sta t e scrit­ te sulle i nterpretazioni dei labir i n t i . Poiché, fra l 'altro, simboleggia­ no il p ercorso accident ato dell a vita in lotta contro i l peccato d a l ­ l 'apparenza spesso ingannevole, vennero spesso raffigura t i sul pavi­ mento delle chiese più importa n t i ma anche, solo per gioco , nei giar­ dini cli numerosi aristocratici palazzi europei: i l a b irinti ricavati sa­ gomando cespugli e arbusti a d arte non fecero altro che arricchire la gamma dei diversivi già a disposizione dei nob i l i: altalene e cion­ dol i , gioco degli anelli, spettacoli mus i c a l i e teatral i , giuochi d ' a c qu a (Tivoli) e cli l u c i . . .

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Ingresso cli un serraglio in wwfiem

fmncese dell'inizio clel XX secolo.

L'epoca dei primi voli spaziali i11terpretata dal momlo delle giostre. Coli. Marti11i.

li labirint o de i rnoclerni Luna Park, che può essere anche a più p ia­ ni e addirittura poggiat o su piatt aforme in m ovirnenLo, è cost ituito eia inLricat e gallerie e svo l t e (ambagi) c h e si int ersecano, spesso sono

senza sbocco, e sono formate eia specc h i e lastre cli vet ro che fanno perdere il senso dell'orientament o . Una vol ta entrat i nel labirinto bi­ sogna indovinare il percorso che permeLLe cli sbucare all 'aperto sot­ Lo gli occhi divert i t i del pubblico che, al l'esLerno cli quella specie cli d iabolica serra, segue le evoluzioni cli chi riesce a malapena a trova­ re l'usci t a proprio come awenne, molli secoli prima, al principe cli Conclé che , sperdutosi nel proprio labirinto cost ruito nel giardino de lla sua residenza cli C hant illy non giunse in tempo a part ecipare ai fest eggiamenti preparat i in

uo onorel

L'augurio è quello cli non perdersi nell'intreccio dei molt eplici rneanclri cli questa appassionant e st oria sulle arti clel l'inLrattenirnen­

to pubblico e cli saper ricostruire il variopinto mosaico ciel mondo

della «gen t e ciel viaggio». In Europa la riscoper t a, assai recent e , del­ l'universo dei «viaggiatori» è iniziata con iniziative sparse: eia un lat o

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« Venere anatomica» in cera del Museo Spitzner. Le Esposizioni

anatomiche create per informare e stupire il pubblico chiusero i battenti dopo alcune campagne pseudo­ moralis tiche che tacciavano di oscenità questo tipo di esibizioni.

a opera degli studiosi di cinematografia che ben sanno che il cinema

Nella pagina a fronte.

è stato adottato durante i primi suoi sette anni di vita da fiere e Lu­

Treno da giostra realizzato da Henri

na Park prima che gli venisse riconosciuto quel valore di cui gode og­

De Vas , allievo di

gi; d'altro lato gli appassionati di musica strumentale meccanica han­ no ricercato e studiato gli organi da giostra e infine , dopo gli anni 70 ,

G. Bayol ad Angers ,

Francia, 1930. Sirena dell 'artista tedesco Friedrich

il mondo dello spettacolo ha rivalutato e riconosciuto il suo debito

Heyn, 1 8 70 ca., coll. MNATP

to ancora pienamente sviscerato ma sono già stati pubblicati e tra­

Sabrina, la chiromante-automa, 1 920.

nei confronti dei teatri tipici delle fiere di un tempo. Non tutto è sta­ dotti libri d'arte sul mondo delle giostre, sono stati girati documen­ tari e allestite mostre. Da quel momento gli antiquari hanno sistema­ ticamente cominciato a raccogliere i rrùgliori pezzi delle antiche at­ trazioni smembrate o cadute in disuso mentre alcuni collezionisti hanno dato vita a veri e propri Musei delle Arti della Fiera, sulle or­ me del maggior museo del divertimento esistente al mondo: l'Ameri­ can Museum of Public Recreation, nel parco di Coney lsland. Solo in America è stato possibile ricostruire accuratamente archi­ vi, manufatti, testimonianze sull'evoluzione delle tecniche di costru­ zione delle giostre: per il semplice motivo che in quella nazione le at-

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MNATP


DALLA FIERA AL LUNA PARK

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i t razion i sono s o l i tamen t e r i c h i e s t e p e r i n u m e ro s i parchi s t a b il i c l i di­ vert i m en to q u i n d i n o n r i s c h i a n o c l i essere c o n t i nua mente s m o n t ate e rimon ta t e né subire rip e t u t i viaggi, pericolosi p e r l ' i n c o l u m i t à d e l l e l o ro rifi n i t u re . I p e r s o n aggi i n o l t re sono scol p i t i in un legno m o lt o più s o l i d o r i s p e t t o a q u e l l o u t i l i zzat o ab i t ua lm e n t e i n E u ro p a . Tut t o c i ò p e r m et t e a g l i a r t i st i che l i mocl e l l a n o cli sbizzarri rsi i n d e l i c a t e fi orit u re c l i aclclobbi c h e l i d i s t i nguono i m medi a ta m en t e cl a g l i s t i l i e u ro p e i . L a r i va lu t az i o n e storica, a rtist ica e u m a n a c l e i fie ra n t i , u u i t a a u n c e r t o g u s t o del reviva l , h a permesso non solo agli s t u d i o s i ma a n c h e a l l a g e n t e c o m u n e c l i spoglia rsi c l i pigri p r eg i u d i z i e a p p rezza r n e l e cara tt e ri s t i c h e q u a li l o s p i ri t o d i organizzazione e c l i s o l i d a r i et à , i l r i ­ s p e t t o d e l le t ra d i z io n i , p r i m e fra t u t t e la fam ig l i a pat ria rc a l e , l 'es t ro e l 'indust riosi t à .

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Viaggiatori, imb onitori, lunap arkisti Per un'ipotesi storica della nascita del Luna Park Che cosa è un Luna Park?

semplicemente, il d i fferente modo cli concepire l a v i ta . 1

Un sistema cli giochi dalle origini antiche, ma tra­

L a s toria delle fiere e d e i giochi cli piazza i n E uropa in­

sformati e riproposti in forma « macchi n a » .

fatti è assai diversa eia quella ciel nostro paese, « dove la

L a risposta «rubata» alla s t ud iosa E lisabetta S ilve­

propensione s i p o t rebbe dire m e d iterranea e insieme cli

strini è breve, concisa e fot ografa perfettamente la len­

origine comunale, all'uso polivalente della piazza h a

ta trasformazione dei giochi c h e a n imavano le fiere ai

probabil mente

« mestieri» dei Luna Par k .

spettacoli eia fiera sull 'uso delle primitive macchine eia

determinato

il

lungo

p revalere

degli

D a l punto c l i vista storico, è infatt i ancora p o c o ch ia­

Luna Park. Automi, organi meccanici, pianole, giostre,

ro il passaggio , avvenuto nei gru p p i fiera n t i , dagli spet­

vennero infa t t i importate i n I talia, i n izialmente, soprat­

tacoli cli piazza o cli tipo circense, a l l a gestione delle

t u t t o dalla Germania

e

dall'E uropa centrale, eia quei pae­

macchine d e i Luna Park . I n questo saggio si c e rc h erà ,

s i cioè depositari cli una cultura dell'orologeria, cli una

alm eno in parte , c l i colmare questo vu o t o .

tecnologia certamente già piuttosto avanzata, ma proba­

L a storia c l i m o l t e attrazion i , dalle a n t i c h e alle mo­

bilmente anche cli una dimensione culturale, in cui gio­

d e rn e , dalle rud imentali altalene all'ottovolante, è ana­

stre, percorsi accidentat i , giochi cl i piazza fissi erano già

lizzat a in un c o ntesto e u ro peo , ma con riferi menti pre­

patrimonio stabile della società c iel tempo . »2

cisi al loro apparire e al loro evolversi in I talia. In effetti

Ma quanti erano gli artisti ambulant i che popolavano

le condizioni cli svi luppo i n a l t ri paesi possono esse re

l e nostre piazze nelle occasioni cli festa·7 E' d i fficile dare

s t a te anche molto divers e , dato il maggiore o min ore

delle risposte precise, perché l a natura s tessa della loro

benessere, la diversa capac i tà ind ustriale o anche, più

professione ambulante l i sottrae agli a ffretta t i censi-

Sta mpa. inglese del 1804 con u n a gm ncle ruota. a. navicelle oscilla n t i; il moto è coi�ferito da. u n a tni s m issione cornna-pign one azionata da trn openii che spingono i b mcci ii�fissi n el palo rn tc m te.

33


menti, così come è complicato indagare sulla storia del­

svolgevano gli scambi comm erciali , ma era anche occa­

le famiglie che operarono e operano nel settore, perché,

sione d'incontro e centro d i aggregazione sociale: meta

salvo poche eccezioni , esse hanno cambiato « mestiere»

privilegiata quindi d i artisti ambulanti che c ercavano cli

continuamente. L'eterogeneità dei padiglioni e dei «me­

intrattenere e divertire l'uditorio con i propri vi rtuosi­

stieri» che compongono un parco divertimenti , inoltre ,

smi o con altre attrazioni.4

rende difficile ricondurne le origini a un'unica fonte. Prima fase: l a fiera come metafora del Teatro

Dalla fiera al Luna Park LA

LENTA TRASFORMAZIONE DEI «MESTIERI»:

DALLE ATTRAZIONI ALLE GIOSTRE

Le fiere e le feste han.no accompagnato la vit a del mon­ do euro-occidentale durante la cosiddetta età preindu­

striale: u11 lw1go periodo che va quindi ben oltre i limi ti del Medioevo.

«La fiera è la rottura più o meno frequente di un ordi­ ne stabilito, quello della vita quotidiana, della produzione

Il ricercatore Sergio Calorio, a conclusione dei pro­

e della scansione dei ruoli sociali: una rottura che ribadi­

pri studi sull'argomento , ha suddiviso l'epopea della fie­

sce quell'ordine e che conferma quelle scansioni anziché

ra in quattro grandi periodi stori c i :

contestarle o metterle in crisi».5

1 ) mercato fino alla m e t à d e l Settecento ; 2) fase di

La tendenza che ha l'uomo a voler credere nel meravi­

trasformazione da luogo di commercio a occasione di

glioso e nel soprannaturale aLUllenta in particolare modo

divertimento e spettacolo, dalla metà del Settecento ai

quando è in uno stato di debolezza e di impotenza. Così

primi del Novecento; 3) parchi dive rtimento, tra i l 1 900

quando con le proprie forze non riesce a risolvere un pro­

e il 1 950; 4) Luna Park completamente meccanizzato a partire dalla seconda metà del Novecento. 3

blema si affida a c hi gli promette di risolvere i suoi enigmi.

Prendendo pe r corrette le quattro fasi ipot izzate eia

se, eia sibille, rimpiazzate poi nel Medioevo da maghi e

Calorio, si entrerà nel merito dei vari periodi s torici , fa­

astrologhi; in epoche successive i protagonisti erano inve­

cendo alcune puntual izzazion i . Già la prima fase «mer­ cato fino al 1 750» non ci vede pienamente concordi . La

buona parte del Cinquecento furono infatti secoli d'oro

fiera fi n

dalla sua mscita, non era solo il luogo dove si

Nei tempi antichi tale compito veniva assolto da pitones­

ce indovini, magnetizzatori e ciarlatani. Il Quattrocento e per i ciarlatani. Le cronache riportano che verso la fine del

Incisione del 1869 che rn.ffig u ra u na giostra con velocipedi.

34


DALLA FIERA AL LUNA PARK

I divertimenti

mente lo storico Piero Camporesi- se l'horrw luclens per

nel 1894;

decine di secoli è stato intrattenuto stille piazze da i.nfiru­

alle Esposizion i R iimite di Milan o l a Ferl'Ovia Aerea, l a Torre Stigler e il Toboggan , catalogo Sonzogno, Milano 1895.

te generazioni cli ciarlatani.s « La fiera è trionfo della parola, dell'attore, della di­ mensione corporea vissuta direttamente, e quindi an­

Cinquecento piazza Navona brulicava di ciarlatani, medi­ castri, giocolieri, mangiatori di fuoco, bari e saltimbanchi,

che del rischio possibile anche se improbabile: la sfida ai lottatori o all'orso era una sfida reale; gli spettacoli de­

sebbene sulla Roma di papa Sisto V soffiasse un vento ma­

gli acrobati, degli arrUT\aestratori cli animali, dei serragli,

laugurante di austera e gelida repressione.6

avevano una l oro parte, sia pure limitata, cli rischio rea­

La piazza offre quindi un genere di spettacolo non de­

le. La fiera possiede in un certo senso un carattere

nesco, ricco di invenzioni strampalate e di gigionismo ca­

pariscente m a più garantito rispetto al rischio, e certa­

salingo, bonario e furfantesco, con i suoi trucchi vistosi e il suo iperbolico linguaggio. Il visitatore delle fiere era

mente più "mediato" (attraverso l'uso sistematico della

finibile, perché occasionale, tm teatro variopinto e cialtro­

cruento, che è invece estraneo al Luna Park, molto ap­

quindi stordito dai mille richiami , dalle infinite attrazioni,

simulazione e dell'irnmagine) ».9 Le attrazioni in questa prima fase erano vissute so­

dalle lusinghe promesse, e si aggirava sorpreso e incanta­ to in mezzo allo spettacolo che lo circondava, lo assedia­

come vero e proprio spettacolo. Il « mestiere» del ciarla­

va, lo seduceva.7 In mezzo a questo castello delle meravi­ glie a portata di tutti non c'è da stupirsi -sostiene giusta-

prattutto come mezzo primario di sopravvivenza e non tano fu quasi sempre frutto cli un bisogno e in pochi ca­ si di libera scelta, uno stato di necessità che costringe-

35


Passeggiata aerea, 1 9 1 7, CRSB, M'i lano.

locale o nazionale si verifica una lenta trasformazione dei parchi divertimento . Accanto alle attrazioni fa ntasti­ che degli ambulanti trovano gradualmente posto anche

va poveri , diseredati, disoccupati e mendicanti a una

giochi meccanici , altal ene, giostre e altre cost ruzioni

continua mimetizzazione, a una dolorosa girandola cli invenzioni sempre diverse per meravigliare il pubblico e

provvisorie. Tali esposizioni avevano il duplice scopo di i n t rattenere i visitatori e nello st esso tempo p resentare

cli conseguenza per sopravvivere. io Il «meraviglioso» -

n uovi ritrovati t ecnologici .

sottolineava lo storico Kinclermann- serve ad avviare «il

Tali mestieri, c h e un t e m p o p e r i frequent atori ave­

processo cli guarigione cli una umanità sofferent e » . D a i mondi che convivevano all'interno delle antiche

vano praticamente solo un aspet to visivo, e che erano stati creati in base alle sole capacità art ist iche e orga­

fiere e fino al decadere cli queste, si sono a ffermati au­

nizzative degli stessi operat ori, si t rasformarono e furo­

tonomamente almeno quattro tipi differenti cli spettaco­

no poi integrati e completati dalle macchine-giostre,

lo e cli divertimento: i t eatranti e la Commedia dell'Arte

che coinvolsero direttamente chi ne usufruiva, solleci­

con le sue maschere; gli spettacoli dei burat tini e delle marionette; il circo, e il Luna Park. 1 1

tandone le sensazioni fisiche. « Le origini recenti del Luna Park sono da ricerc arsi

Seconda fas e :

nel periodo fine Ottocent o-inizio del Novecento, anni in cui si al lestiscono n umerose Esposizioni indust rial i , a

nascita d e l d ivert i m e n t o c o m e s p e t t a c o l o

carat tere locale o nazionale, nelle quali t rovano posto

Mentre le stravaganti esibizioni offerte dai saltim­

giochi, macch i ne, costruzioni provvisorie che avevano lo

banchi e da altri ambulanti hanno accompagnato la vita

scopo di intrattenere i visit a t ori e nello stesso tempo cli

delle fiere e delle feste del mondo euro-occidentale du­

present are le nuove tecnologie costruttive. Certamente

rante l'età preindustriale, con l'avvento alla fine dell'Ot­

giostre e padiglioni erano già abbastanza diffusi nelle

tocento cli numerose esposizioni industriali, a carattere

fiere dalla metà dell'Ottocento; ma le esposizioni indu-

36


DALLA FIERA A L LUNA PARK

Ca 'l'O va n e di u n L n n a Pa i'k del 1 9 19. Ma n m a no che a vv iene la distinzione .fi·a Pa 1'co dive1'ti?nenti e Piern­ m e rcato a u m enta no le dimensio n i delle co. 1·ova n e; molte s o n o a nco1'a a t· m i n o a n imale. Oltrn a lla cultn 'l'a del trnsporlo e a quella della .fi'eq u en te insta llazione e 1imozione degli iinpia n t i è degna di interesse la cn ltu ni dell 'abitazione che i « V iaggiat0 1·i,, ha n no saputo e/ a bo1'a 1 'e nel corso del te1npo.

sL riali segnano il m o m e n t o di uno sca t t o t ecnologico

riguarda i l Luna Park è p i u t tost o raro t rovare un feno­

nella cost ruzione d e i giochi e d e i padigli o n i , e c o n t em­

meno analogo p re-o t t o c ent es c o n e l l e classi popolar i , i n

pora n e a m e n t e l 'affermarsi cli una fi ducia nel progresso,

quelle nobiliari, u n r i fe ri m e n t o c h e possa avere u n a

cli una ideologia posit iva della "macchina", che sembra­

qualch e rispondenza con il Luna Park p u ò essere cost i ­

no i n t rinsecamen t e l egat i al sign i ficato profondo ciel Lu ­ na Park » . 1 2

t u i t o dai giard i n i e c c e n t rici o giardini e p a e s i d'illusione.

N o n dobbiamo diment icare, i n o l t re, c h e i rivolgi­

cost ruire d a V i c i n o Orsi n i , l a V i l l a cli Pratolino v i c i n o a

XIX secolo prod ussero cleUe profonde

F i renze (poi V i ! Ja D e m icloff) , fa t t a cost rui re da France­

m e n t i s t o rici ciel

«li c i nquecentesco sacro bosco cli Bomarzo

(VT) , fat t o

m o d i ficazioni nel t essuto soc ial e , con la relat iva scom­

sco I de' M ed i ci n el

parsa d e l l e classi divise second o la ripart izione in ari ­

M o s t r i cli Palagon ia ( PA) , o p e ra c l i Ferdinando Fran c e­

1 568- 1 58 1 , la settecent esca Villa de i

II G ravi na Prin c i pe c l i Palago n ia , i giardini d'illusio­

sL ocra t ici e popolo e l'avv e nt o della mode rna suddivi­

sco

sione i n b o rghesia e p ro l e t ariato. Così se p e r quello che

n e s e t t ecenteschi s t udiati da Balt rusait i s , contengon o

37


leli, quali trasformazioni e mutazioni genetiche hanno subito le attrazioni con la nascita dello Stato italiano? Fino ad un certo momento la fiera ha offerto il «di­ vertimento» attraverso le sole risorse umane (fantasia, doti fisiche e intellettuali dell'uomo) senza mezzi mec­ canici. Con l'avvento dell'industrializzazione e dell 'ideo­ logia positivista della «macchina» , gli spettacoli delle fiere cambiano progressivamente l a loro veste e acqui­ siscono nuove tecnologie per attirare e intrattenere il p ubblico. Con l'introduzione dei mezzi meccanici si v e ­ rifica quindi un progressivo abbandono, eia parte degli artisti ambulanti, delle proprie attività nelle piazze, per­ ché tali professioni erano diventate poco remunerative a causa ciel graduale benessere e dell'accrescimento c ulturale che portava il pubblico a non apprezzare p iù con

la genuinità cli un tempo i loro ingenui intratteni­

menti, preferendogli elaborati più sofisticati. Con l'in­ gresso dei parchi divertimento cambia anche la valenza ciel pubblico in rapporto alle attrazioni, essendo o ra c oi n vo l t o più direttamente. « lnizialmente si fece ri corso ad attrezzature che erano attivate dal p ubblico stesso,

per esem pio l e altalene, messe i n movimento dal ­

come

le p e rsone

ch e , facendole muovere a s p i n t a , vi s i dive r­

tivano. Oppure si fece uso della forza animale, co me nel­ le giostre rotonde con cavalli c li legno, s p i n t e normal­ rm� nte da un cava l l o b e n cla t o . » 1 �

A ques t e segu iro n o

quelle con seggiolini aggan cia ti a lunghe cat en e , deno­ minate Calc i , mosse i n iz ia l men t e dalla forza muscolare

Ca ro'V ana di l usso i n due foto del 1920. La «ge n te del 'Viagg·io» n o n ch iamerà m a i «roulotte» ma sempre «caro'Van a » il prop1·io microcosmo a bitciti'Vo. Costretti a rispettarn le local izzazio n i assegnate e più che m a i soggetti a lle 'Variazio n i clim at iche e a l l 'essenzia lità degli spazi gli abdcin ti del L u n a Pa rie esprimono nel focolare ci?-colan te la ricerca cli agi e cli oggetti simbolici della domesticità sta nzia.le.

delle braccia dell'uomo. Poi verso l a fin e d el l O t t oce n t o '

apparvero in Italia le primordiali giostre a saliscendi c h iamate O n de cli mare, perché i l l o ro movimento rot a ­

torio e on d u la t o rio ne imi t ava i l m o v i m e nt o . Secondo Florian sì via,

Dering, g i o s t r e , l a b i ri n t i , s c i vol i , a l t a l e n e e c o ­

cioé i giochi e le prove che costit uiscono oggi

l ' a t tu a l e L u n a Pa r k , solo dalla se co n d a

metà dell'Ot t o ­

cento in p o i h an n o raggi u n t o cara t teristiche t e c n i c h e c o s t ru t t i ve e man eggevol e zza t a l i , eia

poter es se re t ra ­

sportati in giro n e l l e p i a zze , e q u i n d i u ti l izzat i d a i itinerari e percorsi a t t raverso mostri e m eravig li e , con

gruppi cli fi e r a n t i ; i n p r e c e d e nza q u e s t i s t es s i p a d ig l i o ­

elemen t i comuni al Luna Park at t ual e ma n o n certo di

ni e

esso es c l u s i vi,

pubblico,

come il mostru o s o , il giga n t i sm o d e l l e fi­

gu re , l'esot ismo, la r icost ruzione degli a m b ien t i ( s i ve­ dano, a Bomarzo , la casa e il mausoleo

cli G i ulia Orsini) ;

soprattutto s ign i fi c a t ivi , r i s p e t t o alla fiera e a l Luna Park, sono i l bosco

giard i n o lo spazio rec i n t a t o , una forma cli ,

magico in cui avve n t urarsi può essere rischioso e

certamente carico

cli sorp rese » . 1 3

Ma cosa è sop ra vvi ssu t o cli questi due mondi parai -

38

giochi, ug u a l m e n t e u sa t i p e r i l d iv e r t im e n t o c i e l erano fis s i . 1 5

li L u na Park

si in se ri s c e nel parco divert i m e n t i d e l l e

fi ere allo st esso modo ciel c i rc o , ma rispetto a qu est 'u l­ t i mo

sembra aver ass u n t o u na valenza n e t t am e n t e di­

versa.

« O l t re i n fa t t i , alla b ip art i z io n e "spettacolo" e

"gioco'', tra c i rc o e L u na Park possono individuarsi alt ri e l e m e n t i c h e c o n figurano una a l m e n o apparente oppo­ sizione; da un l a t o il risc h i o viss uto a n cora

c ome r e al e


DALLA FIERA AL LUNA PARK

possibilità; dall'altro il rischio simulato . Da un lato una

della fortuna; specchi deformanti; labirinti degli spec­

struttura spettacolare che, sia pure attraverso i neces­

chi; tiri a segno (eletti sport, tiro a sport, grande sport,

sari ammodernamenti, si mantiene legata a canoni fissi,

con fucili ad aria compressa con pallini cli metallo o a

e con una cospicua dose di orgoglio professionale; dal­

tappi cli sughero, o con fucili da tiro Flobert con pallini

l'altro la continua trasformazione delle macchine nel

metallici) ; tiro a segno «tre palle u n sold o » , i cui bersa­

Luna Park, il quale sopravvive e ha la sua essenza esclu­ sivamente nell'incessante rinnovarsi» . 1 6

gli prendevano la forma cli un turco, un b ulgaro , un au­

Terza fase: i primi parchi divertimento meccanici

striaco durante la prima guerra mondiale; prove di for­

za (per esempio mazza che battendo su di un disco fa­ ceva salire un indice metallico fino alla cima cli un palo) ;

All'inizio del secolo in molte città si inaugurano i par­

castelli incantati (tunnel con percorso buio, fantocci e

chi divertimento. Il grande appassionato bolognese di

pavimenti mobili, da percorrere a piedi, o con un car­

teatro forense Alberto Menarini ci ha lasciato una pre­

rello dopo l'avvento della corrente elettrica) ; giostre (la

cisa e importante testimonianza delle innumerevoli esi­

più nota a Bologna era la giostra el Sandrein) ; trabalero

bizioni e giochi presenti nelle piazze ciel capoluogo emi­

e carrello o slitta con discesa dall'alto in basso) ; tubo ro­

liano nei primi decenni del nostro secolo. Le fiere erano

tante, posto orizzontalmente; rotor, pozzo della morte

infatti popolate da venditori ambulanti; venditori di lec-

(con motociclette) ; toboga; montagne russe; automi e

cornie; ciarlatani (venditori cli unguenti e di « unto cli 1 teatri meccanici; Museo G reppi (padiglioni con pezzi marmotte») ; animali (merli, gazze, topolini) che sce-

anatomici in cera) ; padiglione con vedute ottiche e con

glievano i biglietti con l'oroscopo; giocatori d'azzardo

soggetti quali la guerra di Tripoli, la guerra cli Crimea,

(gioco delle tre noci, gioco delle tre carte) ; gioco dei eia-

l'affondamento cli una nave) ; Nichel Odeon (serie cli fo-

cli (con picco, ancora, cuore , luna) ; ginnasti e acrobati;

tografie o cli disegni montati su cli un rullo , che girato a

lotta greco-romana (un vecc h io l ottatore che sfidava il

manovella clava il senso ciel movimento) ; fotografie cli

pubbli co) ; un orso l ottatore; un piccolo circo; se rragli;

piazza; padiglione con p ro iezioni cinematografiche (tra

fenomeni ; il barcone della sirena (che offrendo la mano

le pii:1 note negli anni antecedenti al primo contlitto

clava la scossa elettrica) ; una macchinetta a corrente

mondiale, Entrée du t rain a l a gare de la Cio t a t , nel­

elettrica (accumulatore a pile che graduava l'emissione

la quale si mostrava un t reno che correva a tutta velo­

della corrente , fino a che l o sfidante rinunciava) ; fachi­

cità verso il pubblico) . 1 7

ri; ingoiatori cli fuoco; la sonnambula; lotterie; la ruota

11

parco divertimenti cl i Bologna può certamente es-

Parata, cioé �fila ta ecl esibizione cli personaggi pe1· attira re il pu bblico. Coll. Martin i.

39


sere preso come esempio cli molti altri installati tempo­

state ciel 1 9 1 3 nel terreno privato dello Zaglia si siste­

raneamente nelle diverse città d'Italia. Questa testimo­

marono tre giostre, tre padiglioni a uso fotografia istan­

è quanto mai importante perché ci fa riflettere

tanea, u n bersaglio, una manifattura stoffe e un serra­

sullo stretto legame che coesisteva ancora nei primi de­

glio. Trevisan giustamente nota come a Venezia fossero

nianza

cenni ciel Novecento fra i virtuosi della piazza e i «me­

scomparsi eia anni i musei delle cere, gli automi , le ma­

stieri» dei lunaparkisti.

rionette, i burattini, le compagnie drammatiche ambu­

A Venezia la sera ciel primo giugno 1 9 1 4 apre il pri­

lanti, quelle d'arte varia, le proiezioni con lanterne m a­

è strepitoso. L'attrazione

gich e , le scatole ottiche dei cosmorami e dei panorami e

mo parco giochi. Il successo

principale era rappresentata dalle montagne russe e per

il cinematografo fosse ormai proiettato solo nelle appo­

il suo impianto scenografico e meccanico, e per le nuo­

site sale . 1 9 Nel primo Novecento quindi il tipo cli produ­

ve emozioni che procurava.

zione offerta dai baracconi, allestiti temporaneamente

Così molte città italiane alla pari cli Londra, Parigi e Copenaghen poterono provare «le più violente sensa­ zioni dello sport unite a un lato un1oristico e gai o . » 1 8 Dai permessi consultati negli archivi comunali cli Ve­

nelle fiere, anelava via via mutando: erano sempre più la scienza e i nuovi mestieri a fare spettacolo. Dopo la prima guerra mondiale avendo a disposizio­ n e molti residuati bellici , il parco divertimenti della fie­

nezia lo studioso Albano Trevisan, conferma la tesi so­

ra completa la sua lenta trasformazio ne nell'odierno Lu­

prascritta da Menarini, della lenta evoluzione e trasfor­

na Park, con tutti i vari sistemi sofisti cati cli movimento

mazione dei mestieri all'interno delle fi ere. Durante l'e-

ottenuti utilizzando i principi dell'oleodinamica e dell'e­ lettronica. Le prime giostre meccaniche apparse in Ita­

British Ernpire Exhibition, cartolina del 1 924 . Coll. Martùii.

Hl A 1U5e•lENt PARK

40

lia erano cli origine straniera e avevano un meccanismo mosso dal vapore. « E rano le monumentali shimmy, le


DALLA FIERA AL LUNA PARK

F A E N Z A - Ex

Piazza c a v a l l erizza u t i l izzata al d i v e r t i m e n t i

barche volant i (sul tipo dell'onda del mare, ma motoriz­

estivi ,

tradizionali nel mese di G i ugno, ricorrenza

di S.

P i e tro

biarono completamente il paesaggio ciel parco dei diver­

zata) e le giostre a cavalli galoppant i . Di alcune cli que­

timenti. Le grandi scene dipinte potevano essere viste

ste si erano già viste le inunagini all'Esposizione cli Tori­

anche nella notte e poteva essere prolw1gato l'orario d'a­

no del 1 898, alle fiere di Prato, cli Casale Monferrato; di

pertura del parco stesso; mentre precedentemente venj­

Padova, cli Udine e cli Torino, della stessa epoca o cli po­

va aperto all'alba e trovava w1 proprio limite naturale cli

chi anni dopo. All'Esposizione cli Milano del 1 887 era an­

fwlzionamento nell'oscurità. Finalmente l a luce elettrica

che apparso un primo rustico e semplicissimo toboga

aveva trionfato e ogni punto ciel parco, og1u giostra e ogni

stabil e ; mentre in quella del 1 906 era stata addirittura

baracca era riscruarata eia una lampaclina; il motore elet­

allestita la prima effettiva macchina con motore elettri­

trico stava soppiantando quello a vapore e il suono degli

co: l'aeroplano, che in ultima analisi era una enorme cal­ ci di progettazione inglese. ,,20

organini meccanici aveva i giorni contati . Eravamo ormai alla fine degli aruu Venti; gli speccluetti, gli intagli e le de­

Ma la «rivoluzione» nei parchj divertimento è già av­

corazioni erano state sostituite dagli effetti cli luce , che

venuta grazie all'introduzione della corrente elettrica:

giocavano con i colori vivaci delle strutture, diventate

anche questa trasformazione, come tutte le tradizioni

sempre più grancli con l'introduzione delle montagne rus­ se, degli autoballo e degli autoclromi . »2 1

nel mondo popolare, è stata lenta e graduale. Prin1a del­ la luce elettrica erano in voga gli impianti a gas: impian­

Ma i due mondi fiera e parco divertimenti erano an­

ti, però, clifficilmente applicabili a installazioni precarie

cora distanti , isolati e differenti.

grazie a lampade portabili ad acetilene accanto ai lumi a

Lm'antica forma nomadica dello spettacolo. L'altro gio­

petrolio. «Certo è che le prime lampade elettriche cam-

vane e stabile, frutto di investimento cli capitali, e stu-

come il parco giocru. l mestieri quindi erano visibili solo

«Uno povero ed emarginato, diretto discendente di

41


SOCIETÀ INTERNAZIONALE Data

timbro po1tale.

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()),'1fEOtRAZ10SE Ol'!Nl'!RAl f ,ASCISTA DEll' INDUSTRIA ITi\LIA.'14

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rtrTrÌ ll('­

quali

t r a t t e n i:iie n i

di

i ta l i e i u .

n a 1 i oo a l i t a

di

fieristica.

o parchi d i

Luna P a r k . l o o a l i

i n questo Oruppo

d i vertimento.

-

cost i t u i t o

da

vari

· d i p en d e n t e d a l l a f' e d e r a i i o n e t. i u 1 o n a l e Pas c i s t a d e l l e I n d u s t r i e

d e l l o S p e t t a co l o . P e r essere

i ns c r i t t i

a

questo

d e n t i d icos t r i no n o n s o l t a n t o d i lita,

ma

ben.si.

che

e s er c i s c aoo

Gruppo o

p os s ed e r e r e

necess a r i o

:i.u i :; l t i

t r a t t en i m e n t i

di

che i

richle·

on e s t :l e :11or a ·

decorosi

e

au t o r i i i a t i

dalle leggi italione. L • a t t u a l e d i s a r. i o e c on oc l c o d us t r i a ,

e pp e rc i b

già gravata da p r e g h i amo

forti le

l a l o c a l i t a d e s t i n a. t e. p e r

1

sia

la

S.

11 d 11 v.

:na ,!: g i o r m & n t e i n g en l i

I l l . ::rn

i .s t a n i. e d e g l i

l a c i t at a

:s p e s e

peroha

e s e r c en t i

di

in­

t r a s po r t o ,

voglia

accogliere

" s p e t ta c ol i

·dag·

ad o t t e n e r e u n a t a i:J p o r a n e a c o n c e s s i o n e d · ar e a e p e r eh�

i n i o n a p e r i ! e r i e () .

d i i ionl

c o l p i s ce

t as s e

v 1 v a ::i e c t e

con particolare benevolenza

giant i " tendenti

t a r i f fa r i e p e r

Allo scopo p o i d i

pubbl i c i

p r a t i cando

t r a t t e n im en t i

loro

anche

le

più

possibilmente vantaggiose

l · o c c u p a i i o n e d e l s u o l o p u b !J l i c o . e l i::ii n are d a l l a

C a t e go r i a

tutti

coloro

non

c on­

che

vi

r e c a n o d i s d o r o ed anche pcrchè n o n ci se :n bra logico che nell 'Anno X d e ll'Era Fascista vi debbano essere ancora degli individui che vi\•ano in margine al Fa­ scismo ed alle Organizzazioni Corporative �irultandone i numerosi benefici senza sostenere li minimo sacrificio, pre gh i "co c a l d ac e n t e l a S. v. 1 1 1 . c a . n e l l e

concessioni di

a r e a p e r i m p i a n t o d i t r a t t en i r.i c u t i o pt H r i l a s o i o l i ce n z e

d · es e r o i i i o d e i ::i e d e s i t:1 i .

d:

Y O l e r c h i ed e re l a e i: i b l 1 i on e d e l l a t o s s e r a

d e l l a C o n f e d e r a i i o n & O e n e r e l 11 f'as c i :J t a d e l l • l n d u:o t r i a l t r:r. l i an a · r e c a n t e la

f o t o g r a f i a d e l l • i nt e c t a t ar i o e d i 1

preferenza

bollo

d e l l · anno i n c o r e o - d a n d o l a

a c h i p ro d u c e i l c i t a te d o c u m en t o . C i b :o e r v i ra a l l a S . V .

t l l .:na

d i :nag g i or g a r a n i. i a s u l l a m o r a l 1 t à e s u l l a d ac o ro ll i t a del t r a t t e n i me n t o .

Questo

" ;i o s i 1 i o n e co d e:i; t o

Con

del la

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si

V.

d i c hiara

di

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/]jl . )'

per

quan t o

spettacoli

ass i cu ra d o n e .

p e r fe t t a o 1 13 e r

(l !' ' i tf, V,

f in d · o r a l i e ta d i

1 1 1 . :ii a

in ma t e r i a di

un cenno

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l/1ti.,1ri.•simr1

Gruppo

Cot"lune

a t t e s a dl

rnllll r•.! 11111.�simn frim1·t t 11r rilttmle il risuf/f/lll. S11e.·11,,z1w, ,

gli

I s ud d e t t i s o n o i n q u a d r a t i

Prevenzione SPE TTACOL I

Il motirn d1t induce il sot/osr�·ittn 11 rr1J./r1·e ci•)

di Jiuhliliro '110/0

tutti

" s ono cocpresi

" S p e t t a c o l i V i f!. g g i a n t i

la d e n oi:i i n a � i a n e di

�iostre, circhi equestri, serragli, tiri a 'iC&'uo, montagne russe, PADIGLIONI OA BALLÒ, padiglloni fotografici, ollici e illuslonistici, cinema e teatri viaggianti di . marionette, di varietà, e o c . t u t t i c o l o r o . 1_ ns oi:J::ia . che e s e r c 1 s c o n o uo • 1 n ­ d us t r i a

In1e:r��uz1onnle PROPR IE TARI

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I L COYYISSARIO (tl r . U f f . C o l l e ga r !

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diato ad hoc per una nuova società massificata e imper­

te, cioè « di tutto ciò che si riferisce all'arte musicale,

sonale . L'uno ammaliatore e ipnotico, l'altro dirompente

drammatica e coreografica» .

e c hoccante, entrambi raffigurazioni architettonkhe ef­

Con l'avvento dell'epoca fascista furono molte le re­

fimere e cli fantasia, luoghi cli viaggi labirintici e iniziati­

strizioni che le autorità imposero anche allo spettacolo viaggiante . Da un clocwnento distribuito il 9 maggio

ci . . . E' desiderio del corpo umano di farsi macchina es­ so stesso, di provare i "brividi" dell'illusione ciel rischio,

1 932 dal Gruppo Nazionale Fascista delle Industrie del­

delle esasperate sensazioni fisiche, tattili e sinestetiche.

lo Spettacolo è possibile constatare quali erano le attra­

La fiera rinviava alla magia, alla ciarlataneria, alla cultu­

zioni fieristiche ancora operanti e le condizioni pratiche

ra delle classi subalterne , alla gente nomaclica della

a cui tali ambulanti dovettero assoggettarsi per poter la­ vorare. 23

strada, a w1 mondo che anelava scomparendo con la se­ dimentazione industriale . »22

Il sindacato fascista degli spettacoli viaggianti inoltre

Con la nascita dei primi parchi meccanici, i lavorato­

nel 1 92 7 comunicò a tutti i Comuni di riservare tratta­

ri dello spettacolo viaggiante avvertirono l'esigenza cli

menti privilegiati agli ambulanti muniti cli tessera ciel

darsi una maggiore tutela. Nel 1 89 0 , infatti, costituirono

sindacato. Quasi tutte le domande, infatti, eia allora fu­

a Monza, con formula cooperativa e con lo scopo cli dar­

rono contrassegnate dal timbro ciel sindacato fasc ista

si una forma cli assistenza e previdenza, una Società in­

degli spettacoli viaggianti.

ternazionale di prevenzione fra proprietari cli pubblici spettacoli ambulanti . Tale associazione nacque forse sull'oncia della Banca teatrale internazionale cli Mutuo Soccorso costituita a Bologna nel 1 8 72 , cooperativa che si occupava però solo dello spettacolo considerato cl'éli-

42

Quarta fase: le nuove te cnologi e , i Luna Park 11

Luna Park (parco lunare) , termine di uso america­

no introdotto in Italia nel secondo dopoguerra, si iclen-


DALLA FIERA AL LUNA PARK

tifica nei moderni parchi divertimento, corrispondenti a

na o addirittura con aeroplani, motociclette e razzi vo­

loro volta alle antiche fiere. Tale struttura si caratteriz­

lanti. Per le autopiste e gli autoscontri, abbandonate le

za e si impone sul mercato grazie all'impiego dell'ener­

primissime macchine con motore a scoppio e con il pa­

gia elettrica e della tecnica meccanica, sfruttando i gu­

racolpi, l'anello protettivo inferiore che nel caso specifi­

sti e le esigenze della nuova utenza attratta dal movi­

co era ancora il legno, si cercarono vetturette con linee

mento violento, dalla velocità e dall'illusione del rischio.

moderne, più accoglienti e al passo con i l progresso au­

«Fino alla fine della seconda guerra mondiale dove­

tomobilistico. Dopo la stasi della guerra, all'inizio degli

va resistere ancora il legno come materiale d i base per

anni Cinquanta, vi è stata un'autentica esplosione nel­

tutte le costruzioni smontabili, ma si era già alla ricerca

l'impiego del ferro al posto del legno, nonché di tutti i

di materiali nuovi e quindi anche di una linea diversa

materiali leggeri. Alla decorazione, valida un tempo per

per le attrazioni . . . Ci si affannava a trovare novità per le

il richiamo, si sostituiva la linea pratica ed essenziale

giostre dei bambini, sostituendo le carrozzine e le prime

dell'attrazione. Da quel momento era il congegno mec­

rudimentali automobiline con quelle di linea più moder-

canico, a dare l'idea per un nuovo movimento: sussulto­ rio, rotatorio , verticale, eccentrico, inclinato. »24

Un classico nella storia dei Luna Park è la giostra a cavalli galoppanti. Dall'SOO in poi si brevettano ingegnose invenzioni per rendere le attrazioni più complete e funzionali celandone spesso i meccanismi dietro pannelli decorativi.

« Il Luna Park diventa la macchina "umoristica e gaia", la nuova piazza cittadina, non un ganglio urbano di interrelazioni sociali, ma semplice luogo di compre­ senze sociali differenti e anonime. Se la fiera si rivolge al pubblico attraverso il suo imbonitore, le insegne lu-

43


.. ' AlU � id)ai?�"

.......: .�-��-- � 4-._

F L I P FLAP, I M P E R I A l I N T E R N AT I O N A L E X H I B.I T I O N . L O N D O N , 1 909

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minose, gli striscioni del Ltrna Park assolvono a quel

Sul fi.tlire degli arnli '50 comunque per una tacita auto­

ruolo solo in maniera impersonale e differenziata. »25

regolamentazione, per la mancanza di spazio sufficiente

D'altra parte, anche se alcuni artisti delle fiere hanno

e per questioni concorrenziali, i circhi non convivono

continuato a vagabondare per proseguire la loro atavica

più con i Luna Park neanche nell'ambito delle grandi

professione per le molte piazze d'Italia subito dopo la

fiere annuali . Se è pur vero che alcuni numeri di attra­

nascita e l'evoluzione del Luna Park, non bisogna di­

zioni fieristiche sono stati assorbiti nel circo, bisogna

menticare che molti dei suoi protagonisti sono stati as­

comtrnque ricordare che molti Luna Park ancora oggi

sorbiti dal circo. Il circo infatti ha accolto al suo interno

ospitano diversi padigUoni d'entrata, nei quali l'aspetto

molte attrazioni della fiera trasformandole in un'wuca

dell'in1bo11irnento e della esibizione di fenomeni o di ar­

rappresentazione, non essendo di conseguenza più ese­

tisti con specifiche abilità (il derby day, l'autopista, la

guite contemporaneamente e caoticamente come avve­

Virginia al bagno, la dorn1a elettrica, il muro della mor­

niva nella fiera. Anche il circo, fino agli anni '50 circa,

te, il cinema a 1 80 ° , l'acquario, il simulatore, la mostra

spesso veniva ospitato all'interno di fiere o mercati im­

fawlistica e altri) convive con le attrazioni meccaniche ,

portanti convivendo con il Luna Park e le residue esibi­

attribuendo all'attività dei lunaparkisti una valenza che

zi011i di saltimbanchi. Il circo diventava in quelle occa­

ha definito tale attività «Spettacolo viaggiante » . La linea

sio11i il fulcro della fiera e presentava non solo uno o due

di demarcazione tra l'attività circense e lo spettacolo

spettacoli giornalieri a ore ben precise e programmate,

viaggiante, costituita dalla differenziazione tra arte ed

come avviene oggi, ma realizzava le camerate che era­

esercizio di macchine, non è quindi così netta come po­

no rappresentazioni di seguito a partire dal primo mat­

trebbe apparire a una superficiale lettura: ancora oggi

tino quando cominciavano ad arrivare i p rinli visitatori.

sono « Spettacolo» anche gli abbaglianti colori, gli armo-

44


DALLA FIERA AL LUNA PARK

niosi suoni, le fantasmagoriche luci , gli inebrianti profu­

divertimenti mobile era ed è in rapporto a una cadenza

mi, l'assordante musica che avvolgono e coinvolgono il

calendariale ben precisa (carnevale, inizio di una sta­

pubblico alle soglie e all'interno del Luna Park.

gione, Natale, feste patronali) e legato quindi a un tem­

Dopo la Liberazione i Luna Park si svilupparono e si

po festivo; nei Luna Park fissi questo non è più possibi­

ammodernarono con sempre nuovi ritrovati tecnologici

le, e il tempo festivo si concentra nella domenica e nel­

e rinnovati mestieri. E' in tale periodo che i l Luna Park

le feste principali.

ha avuto l'ultima grande espansione con la conquista, in

Dal punto

cli

vista sindacale gli esercenti dello spet­

estate, di molte località marine. Nel dopoguerra, inoltre,

tacolo viaggiante , dopo i l periodo fascista, si organizza­

nascono anche in Italia le grandi installazioni penna­

rono con la costituzione a Roma nel 1 944 del Consorzio

nenti sulla scia del Prater di Vienna e dell'immenso Co­

Spettacoli Viaggianti che poi partecipò alla sottoscrizio­

ney Island di New York . Napoli, Roma, Milano e altre

ne dell'atto costitutivo dell'AGIS (Associazione Genera­

grandi città si attrezzano quindi, per installare Luna

le Italiana Spettacolo) nel 1 945 e l'AIESV (Associazione

Park fissi. Tra il parco divertimenti mobile e i Luna Park

Italiana Esercenti Spettacoli Viaggianti) fondata a Mila­

fissi c'è comunque una significativa distinzione: il parco

no nel 1 94 5 . Attualmente i lavoratori dello spettacolo viaggiante sono divisi in diverse associazioni cli catego­ ria. La più antica e rappresentativa è sicuramente l'A­

Giostra z'ig-zag degli Anni '30-'40 di Virgilio Ghidini.

NESV

(Associazione

Nazionale

Esercenti

Spettacoli

Viaggianti) , costituita nel 1 94 7 e aderente all'AGIS.

45


Particolari del progetto di una delle prime <iferrovie del tunnel» in cui una piccola locomotiva a vapore trainava 2 o 4 carrozze. Il divertimento consisteva sia nel salire su ii,n mezzo di locomozione allora modernissimo sia nell 'approfittare del buio del tunnel per qualche scherzo e bacio innocente.

Nel 1 968 il Ministero, con la legge del 1 8 marzo nu­ mero

337, riconosce la fw1zione sociale dei circhi eque­

Disegno del moto delle «barche a dondolo». Le «gabbie oscillanti» spinte dall 'interno dagli stessi avventori furono per decenni un 'attrazione molto popolare. L'antichissimo movimento altalenante delle «barche a dondolo» fu motorizzato per la prima volta nel 1 888.

sempre alla ricerca di nuove attrazimù che lo coinvol­ gessero e lo entusiasmassero.

stri e dello spettacolo viaggiante. L'articolo 2 di tale leg­ ge recita che «Sono considerati "spettacolj viaggianti" le attività spettacolari, i trattenimenti e le attrazioni alle­

La città mobile

stiti a mezzo di attrezzature mobili, all'aperto o al chiu­ so, ovvero i parchi permanenti, anche se in ma1ùera sta­

I PROFETI D E L PARCO D IVERTIMENTI

bile. Sono esclusi dalla disciplina di cui alla presente

Il Luna Park è costituito da molti mestieri, alcuni dei

legge gli apparecchi automatici e senù-automatici da

quali assai djversi tra loro per modalità di gioco o per

trattenimento » .

tecnologie costruttive.

Nella suddetta legge d e l '68 venivano anche elenca­

Giochi che, secondo un'analisi eseguita da Elisabet­

te tutte le categorie in cuj sono stati raggruppati i me­

ta Silvestrini negli aruù Ottanta, possono essere ricon­

stieri, i trattenimenti e le varie attività dello spettacolo

dotti ad alcune categorie fondamentali di tipo nùsto sto­

viaggiante . Nella lunga elencazione sono ancora inseriti

rico-morfologico-antrop ologic o :

i teatri meccanki, i teatri viaggianti e quelli delle mario­

mondo sotterraneo e autonù; giostre; prove dj coraggio

nette, ormai scomparsi dal parco divertimento, mentre

o percorsi accidentati; battaglie collettive; prove di for­

lab i rinti;

viaggi

nel

Tagadà

za; altalene; prove di abilità e tiri a segno; divinazione

all 'Enterprise, mestieri inseriti poi in circolari successi­

del futuro; lotterie; ritratti; cinema. Gli ultinù arrivati

ve .

sono invece: go-kart; pattinaggio; sala giochi. 26

mancano tutte le grandi giostre meccaniche dal

Q uesta lw1ga distinta di attrazioni è comunque un

utile strwnento per verificare il notevole cambiamento dei mestieri dell'attuale Luna Park.

Ma quali erano gli antesignani mestieri del Luna Park?

In conclusione si può tranquillamente sostenere che

In primo luogo le baracche d'entrata, una delle

la storia della spettacolo viaggiante contiene in sé quel­

principali forme di spettacolo e attrazione d e l parco

la di tutti i possibili divertimenti che si sono avvincen­

divertimenti della fi era. G l i esercenti dello s p e ttaco­

dati nel tempo: questo perché il pubblico della fiera era

lo

46

viaggiante

distinguevano

tali b aracche

in

due


DALLA FIERA AL LUNA PARK

grandi categorie: quelle di parata e quelle di racco­

no come protagonisti i prodigi della natura. Lo storico

laggi o . C o n l e prime s i indicavano i padiglioni che of­

francese Escudier, alla fine dell'800, presentava quei fe­

frivano singole attrazioni (giochi di prestigio, feno­

nomeni scrivendo che «tra coloro vi è una speciale ge­

meni, a c r o b az i e , cinema) e nei quali il pubblico en­

nia, la quale non riconosce che un regno al mondo: il

trava grazie all 'imbonimento dell 'artista davanti alla

Mostro, sotto tutte le sue forme, perché il mostro lo fa

bara c c a . Con il termine raccolaggio (da raccolta) ci

vivere senza che egli debba fare la minima cosa. Che

si riferiva invece a quelle baracche che conse ntivano

tanti colleghi si sloghino, si contorcano, ballino sulla

l'ingre s s o c o ntinuat o , perché l'attrazione non aveva

corda, si buchino lo stomaco mangiando chiodi e scia­

interru zioni ( p e r es empio labirinti degli s p e c c h i , mu­

bole, sollevino cannoni o si lancino attraverso lo spazio

sei anatomi c i , castelli incantati, trenini fantasma) .2 1

col rischio di rompersi il collo, è affar loro. Un buon mo­

Le più antiche e rinomate baracche d'entrata aveva-

stro, piccolo o grande, ben presentato, è infinitamente più vantaggioso per il ciarlatano . »28 Non mancano in queste attrazioni i falsificatori che t entavano di camuf­

La prima automobilina per autoscontro costruita da Ernesto Soli (1925). Reggio Emilia é la provincia che conta il maggior n umero di aziende costruttrici di attrezzature per Luna Park. Il primo a iniziare tale attività industriale è stato Ernesto Soli nel periodo 1 920-23.

fare alcuni individui, sottoponendoli a delle assurde mi­ metizzazioni, sfornando degli uomini-ragno, delle don­ ne-tigrate, uomini dalla testa di cane, sirene e altri tipi di s trampalati fenomeni . In E uropa le esibizioni viventi di mostruosità umane gravi, dopo la prima guerra mon­ diale, furono interdette. In Occidente attualmente le

47


esibizioni di giganti, nani, donne-cannone , donne-bar­

dagli scienziati a i ciarlatani. M a fu solo con l'avvento del

bute, uomini scheletro, uomini-tronchi e altri fenomeni

positivismo che ogni genere di nuova scoperta venne

non sono registrate in alcuna specifica legge o decreto,

trasformata in oggetto di spettacolo. In questo clima di

ciascun individuo può quindi disporre a suo gradimento

invenzioni nacquero i palloni aerostatici, le macchine

di se stesso.

ottiche, i teatri meccanici, le statue cli cera e la fotogra­

Ma le baracche d'entrata oltre ai fenomeni erano ri­

fia che entrò nei padiglioni delle fiere come una forma

servate anche all'esibizione di animali selvaggi , sapienti

particolare cli spettacolo. Molto diffusa era inoltre l'e­

o esotici: tali padiglioni venivano chiamati « Serragli » .

sposizione cli lanterne magiche, camere ottiche con fi­

N e l secolo scorso, infatti, n o n v i era fiera che non com­

gure dipinte, automi eletti figure matematiche, panora­

prendesse fra le proprie attrazioni il serraglio, poiché

mi e cosmorami: spettacoli poi tramontati, alla fine del

era convinzione diffusa che, se il visitatore non udiva i

secolo scorso, con l'affermarsi della cinematografia.30

ruggiti dei leoni, l'intera fiera ne veniva screditata nel­

«Confusi nella grande marea cli venditori ambulanti che

l'opinione generale dei frequentatori.29 La funzione del

clilaga dal Seicento i lanternisti diffondono la loro luce su

serraglio all'interno della fiera era importante per la cu­ riosi.tà e il fascino che suscitavano alcune specie di ani­ mali allora sconosciuti per i pochi mezzi divulgativi . Sin dal XVIII secolo, inoltre, gli esperimenti scienti­ fici costituivano un momento di spettacolo: nei circoli

territori sempre più ampi e agiscono sulle cellule emotive

modificando, nel giro di pochi decenni, la logistica dei de­ sideri, dei sogni collettivi e soprattutto le aspirazioni a usci­ re dal prop1io limitato 01izzonte vitale per appropriarsi vi­ sivamente del mondo. Anzi di più mondi.»31

intellettuali aristocratici di tutta Europa si assisteva al­

Con la nascita della macchina da presa gli automi, le

le sperimentazioni come a una rappresentazione teatra­

figure di cera e i cosmorami diminuirono considerevol­

le. Non ci stupisce quindi, se alcune delle nuove sco­

mente perché l'interesse del pubblico si orientò rapida­

perte passarono dai laboratori ai baracconi delle fiere,

mente verso quest'ultima novità della scienza. Subito

48


L'imm ensa ruota pa noram ica svetta co me u n gi·attacielo. Per ga1witi1"e la massima sicurezza di questa e di t u tte le altre giostre ci si aj]ida a ditte a l ta men te specializzate.

prima dell 'avvento dell'apparecchio cinematografico, E dison aveva stupito il pubblico delle fiere nel 1 894 con

il kinetoscopio, che permetteva di vedere le immagini in movimento attraverso un oculare, dopo aver introdotto w1a moneta nelI'apparecchio, anziché proiettarle su uno

schermo. Il kinetoscopio ebbe una certa fortuna, ma in A fronte. Anche la fotografia ai suoi primordi, come la cinematografia, diven ne appa n n aggio delle fiere e ulteriore motivo per i n cu riosire e a ttra rl"e il pubblico.

seguito i visitatori delle fiere preferirono l'invenzione dei fratelli Lumière. Lo studioso E. Ferdinando Palmie­ ri nel suo saggio

Dalla baracca alla sala analizza con

puntualità questo importante passaggio. «Nato nel salo-

49


Una, dieci, cento storie

Auto-circuito del periodo pre-bellico a ntesignano dell 'autoscontro.

al Luna Park

ne I n diano del Gran Café cli Parigi, nel dicembre 1 89 5 , il

SOCIETÀ E COSTUME AL PARCO DIVERTIMENTI

cinema continua in strada . . . Uno spettacolojorain non soltanto in Francia.

E' privo di locali, e poi l'indu striali­

Nella storia delle fiere e del Luna Park confluiscono

smo l o trascura, gli i.ntellettuali lo disprezzano, gli atto­

molte storie; gli spettacoli sono una summa di mestieri

ri c e lebri lo sdegnano. E' la stagione dei carrozzoni e

e diverse rappresentazioni: alla storia cli ogni spettacolo

delle tende , il periodo avventuroso dei casotti. I casotti

sono certamente legate altre storie di famiglie, di lega­

con l o schermo appaiono accanto al Barnum Museum, al

mi , di rituali che influenzano lo stesso quadro rappre­

castello incantato e alla don.na volante. Nel nostro Pae­

sentativo. Storie che appassionano, perché straorclina­

se è il periodo delle baracche dove i film vengono

riamente umane e coinvolgenti.33

proiettati su un lenzuolo. Neppure le nostre élite han.no compreso,

vanno

comprendendo l'importanza della

conquista fatta dai Lumière; e le baracche sono là per i

Le fiere e i Lw1a Park -precisa la Silvestrin.i- sono at­ 1

tività di gruppi professionali che, con una espressione molto generale e omnicomprensiva, possono essere de­

non raffinati . . . Nel 1 896 si può assistere in un baracco-

finiti fieranti. I n realtà i gruppi che portano in giro spet -

cli scene di mari: mare in bur­

tacoli di piazza e Luna Park in Italia costituiscono un

rasca, barche sul mare calmo, pescatori al lavoro. Nello

complesso culturale estremamente eterogeneo e strati­

ne torinese a documentari

stesso an.no a Milano il fotografo I talo Pacchiani costrui­

fi cato, composto di fieranti per tradizione familiare, ori ­

sce una macchina da presa e da proiezione simile a quel­

ginari di singoli paesi o di alcune aree localizzate della penisola; di fieranti di recente tradizion e ; di giovani che

la dei Lumière. Le baracche però non si moltiplicano con rapiclità; tra

lavorano come dipendenti nei Lu.na Park fissi; a parte si

il problema della luce elet­

pone la questione del rapporto tra cult ura dei fieranti e

l'altro, è un'Italia alle prese con

trica. Diventeranno molte solo col passar del tempo_ ,,32

50

cultura dei nomadi (particolarmente i gruppi sinti) .34 I l


DALLA FIERA AL LUNA PARK

marginale è al di fuori del sistema di vita «normale » , al

sia festiva? Può gestire quello spazio dell'alterità e del

di fu ori dei mocU di produzione e delle forme sociali isti­

rovesciamento? Può mostrare incarnata la possibilità di

tuzionali, quindi al cli fuori dei sistemi cli sicurezza crea­

un altro modo cli vivere? « I l marginale non vende solo

ti e garantiti dalla società. E' qui che si inserisce, come

servizi (musica, canto , spettacolo) , vende l'ebbrezza del

giustamente la definisce lo studioso Glauco Sanga, «la

festivo, dove è abolita la quotidianità; è soppressa la di­

cultura dell'ansia » . L'ambulante vive infatti in un regime

stinzione tra tempo feriale e tempo festivo, perché il la­

di precarietà e d i spaesamento. Una vita di ansie , dove

voro per i l marginale è la festa, si lavora facendo festa;

l'insicurezza sociale è riprodotta culturalmente per es­ sere trasformata da rischio esistenziale in mezzo cli so­

è rimosso l'orizzonte domestico per essere trascinati in

u n viaggio senza fine . . l marginali, col loro stile di vita, .

pravvivenza. «Il mito ciel mondo alla rovescia, e quello a

offrono la libertà, la rottura ciel quotidiano, una vita non

esso collegato ciel paese della Cuccagna35, è il grande mi­

programmata, ma sempre nuova, sempre diversa. Certo ,

to dei marginali. Non sarà allora un caso che, nelle società

è una libertà in gran parte illusoria, pagata col rischio,

con articolata stratificazione e divisione sociale ciel lavo­

con l'ansia, con la costrizione a essere nuovi e diversi,

ro , le feste passano progressivamente a essere gestite dai

sempre e dappertutto, a non avere mai patria, né fisica,

marginali: si pensi alla fiera, al Lw1a Park, allo spettacolo

né tanto meno psicologica.»3 8

viaggiante. Il marginale diventa lo specialista ciel tempo

Molto spesso il comune pensare ha identificato i fie­

festivo e -sempre alla rovescia- lavora la domenica e ri­

ranti con gU zingari: w1a confusione che ha portato la

posa il lw1ecll . »36 La fiera, basata su un meccanismo an­

categoria a essere,

siogeno (la sospensione del lavoro, della quotidianità, ciel

« Non risponde alla realtà, certamente, l'identificazion e ,

tempo feriale) è vista in quest'ottica come celebrazione

comunemente effettuata, dei fieranti c o n gli zingari, an­

cli un certo tipo cli società che nella sua proiezione ideale

che se questi ultinU, soprattutto i n passato, hanno eser­

ingiustamente,

sotto-classificata.

chiama a sé tutte le componenti espressive cli cui dispo­

citato mestieri di piazza e con animali ammaestrati, co­

ne, ognuna con la propria autonomia: «il tempo diverso

me suonatori ambulanti o come zingare esercitanti l a di­

della festa per il suo stesso porsi, funziona da elemento

vinazione) . I fieranti traggono invece la loro origine dal­

catalizzatore. ,,37

le culture stanziali particolarmente difficili dal pw1to di

La cultura dell'ansia coincide quindi con la cultura

vista economico, soprattutto in periodi storici cli crisi

della festa: chi meglio ciel marginale può provocare l'an-

delle culture agrarie; crisi che harmo rovesciato sulle

I

51


strade e sulle piazze gruppi che per sopravvivere aveva­

trice propria. E ' u n impiego di capitale notevole il cui

no intrapreso una vita caratterizzata dal semi-nomadi­

ammortizzamento è affidato al . . . bel tempo e al deside ­

smo, e che offrivano al pubblico giochi e spettacoli . » 39

rio della massa cli trasco rrere un'ora serena al Luna

A conforto della tesi sostenuta dalla Silvestrini è utile

Park . »40

riportare una testimonianza d i Luciano Manfredini che nel

'69 dalle pagine ciel quindicinale del Luna Park scri­

veva. « Non so come è nata la confusione -che la cate­ goria degli spettacolisti per l a verità non ha mai fatto

Ci piace chiudere questo squarcio cli vita del Luna Park citando le parole d i Augusto Pi è arcli (primo Presi­ dente clell'ANE S V, dal

1 94 7 al 1 963) che nel '57 regi­

strò i nomi e le figure (che si riportano in nota) dei pri­

nulla per dipanare- ma essi sono anche chiamati "giro­

mi grandi protagonisti d el l o spettacolo viaggiante . « P ur

vaghi" con tutto quello che cli spregiativo e inquietante

contenuto nel numero delle imprese, il nos tro settore -

vi può stare i n questo vocabolo . . . Le attrazioni che la

sc riveva con una nota d ' o rgoglio Picardi- prevalente ­

gente chiama impropriamente "baracconi" sono una ve­

mente formato da elementi artigiani c h e , come i loro

ra e propria industria. Una giostra (ottovolante p e r

lontani antenati "si sono fatti da sé", contiene in germe

esempio) costa milioni e milioni , servono sette otto

serie e fondate possibilità d i sviluppo in Italia, come già

p e rsone per montarla e farla funzionare. Per il traspor­

altrove . . . In queste caratteristiche, sostanzialmente di­

to cli un ottovolante eia una località all'altra, dove si

verse da quelle delle altre forme dello spettacolo, pos ­

svolgono le fiere, necessitano da cinque a sei automez­

siamo facilmente s c orgere gli elementi passionali che

zi pesanti. Accanto agli automezzi cli lavoro , vi sono poi

hanno sostenuto i n passato , e maggiormente premono

le carovane abitazione, generalmente trainate con mo-

adesso, tutta la categoria che ha saputo esprimere no-

52


DALLA FIERA AL LUNA PARK

Photo Flandrin

73 ,_ M A�oc ._Les balançoires dejours �de Fete

mi e figure che non si sono mai adattati al criterio di ri­

Revrod. interd

lazzi magici, il castello fan tasma, ecc.) sono chiaramen­

manere fermi nel loro stato ma al contrario, sono stati

te percorsi iniziatici. I percorsi effettuati al buio, o ca­

sempre prote s i , nonostante una difficile vita, verso il

ratterizzati da ostacoli e effetti ottici, automi, figure tri­

meglio . . .

»

41

dimensionali, immagini inquietanti) e difficoltà nel pas­ saggio affondano le loro radici nei complessi mitico-ri­

Luna Park, un rito d 'iniziazione?

tuali ciel mondo mediterraneo classico e preclassico, con tutti i simbolismi relativi all'attraversamento della caverna, della discesa agli inferi. La caverna nella sim­ bologia popolare raffigurava l'utero materno. La caver­

ORIGINI RITUALI E AGRARIE DEI MESTIERI

na infatti, è presente nei riti cli origine, cli rinascita e cli

DEL LUNA PARK

iniziazione di numerosi popoli.

Roger Caillois nel suo avvincente saggio scrive che i

Si tratta, quindi, cli una rappresentazione di prove

giochi sono largamente dipendenti dalle culture in cui

iniziatiche (che e quivalgono a quelle che ci sottopone il

vengono praticati. E ssi ne sottolineano i gusti, ne pro­

nostro vivere quotidiano) che terminano con il supera­

lungano le usanze, ne riflettono l e credenze. Partendo

mento , il ritorno alla luce, la catarsi finale.

dalle considerazioni dello storico francese si può reali­

Un altro tipo di rito che può essere individuato nei Lu­

di

«inversione»

(il mondo alla rovescia e

sticamente affermare che i mestieri del Luna Park sono,

na Park è quello

in un certo modo, una forma di rito iniziatico che il gio­

il paese della Cuccagna sopracitati) . «Il complesso mitico

vane e anche l'adulto affrontavano e affrontano per

ciel mondo alla rovescia, ed elementi tipici di un rito di in­

mettere alla prova la propria «forza» , e vincere paure

versione possono trovarsi distribuiti qua e là nei giochi e

ataviche affermandosi di fronte a se stessi e agli altri. Le baracche d'entrata (i tunnel delle streghe, i pa-

negli spettacoli cli piazza; negli spettacoli circensi (si pen­ si all'iconografia dell'acrobata, del trapezista, del giocolie-

53


re a testa in giù e gambe in aria) , e nel Luna Park come

Chenille des neiges ovvero bruco delle nevi, giostra

esperienza possibile, soprattutto nelle macchine che pro­

acquistata in Francia da due «viaggiatori» che lavoravano in coppia: Gastone Rampazzo quando non era ancora Presidente dell 'ANESV e Cesare Pelucchi quando non era ancora Presidente di Gardaland.

ducono

il

movimento più veloce e nelle quali si affronta,

la forza

di

gravità, e ci si consegna alle forze centrifuga o

sempre in una situazione controllata, il superamento del­

centripeta. Paese di Cuccagna è anche il Luna Park, ne­ gli allestimenti dei premi e dei regali nelle lotteri e , nei ti­ ri a segno e nei giochi di abilità.»42 Le macchine del Luna Park, e i giochi che attraverso

giolini, giostre a navette sospese, ruote panoramiche, al­ talene oscillanti, "gabbie", e tutti i loro derivati discen­

di esse si possono effettuare, pongono in primo luogo la

dono dal gioco rituale dell'altalena, diffuso come è noto

questione della loro origin e . Se la ricerca finora effet­

nell'India vedica, nell'Italia centro-meridionale e nel Me­

tuata ha individuato le origini di alcuni dei più significa­

diterraneo (si vedano ad esempio la canofiena romana,

tivi mestieri del Luna Park, molto lavoro resta ancora da

o l'altalena rituale maltese) , e come gioco rituale prima­

effettuare, per scoprire l'origine di numerosi giochi di

verile nella Russia agraria del secolo scorso. Il gioco ri­

piazza.

tuale agrario dell'altalena, con il suo trasparente simbo­

Tuttavia alcune considerazioni possono già antici­

lismo sessuale, e con la sua funzionalità magica di con­

parsi; la provenienza geografica o culturale di un gioco

giunzione della terra con il cielo, e di propiziazione del­

definisce, soprattutto per i secoli passati, molti aspetti

l'altezza ciel grano , si è trasformato , eia espressione di

della sua utilizzazione nel Luna Park e soprattutto del

un complesso mitico-rituale presente nelle società agri­

suo passaggio alla cultura dei fieranti.

cole e stanziali , in un gioco gestito da fieranti, e inserito

«Le più significative macchine da Luna Park traggo­

nella sfera dell'urbano, ciel festivo e (apparentemente)

no la loro origine da giochi diffus i nelle società stanzia­

del profano. In questa nuova dimensione non è pensabi­

li, e particolarmente nelle culture agrarie . Giostre a seg-

le che si siano conservate le stesse funzionalità, anche

54


se permangono probabilmente alcuni simbolismi prima­ ri (per esempio il simbolismo sessuale, il simbolismo ciel

qualità ·e quantità ciel lino che avrebbero ottenuto . 45 ·

«Un particolare genere cli scivolo, il toboggan o ta­

vol o , la ricerca della vertigine) ; ma è certamente vero

boga, con la vettura che scende precipitosamente verso

che le altalene e altri giochi esibiti sulle piazze dai fie­

il basso con un percorso spiraliforme, si rifà probabil­

ranti offrono una esperienza cli ilinx, cli emozione e cli

mente ad analoghi giochi diffusi in E uropa centro-set­

vertigine che risponde, ancora, probabilmente, alla ri­

tentrionale , e trova corrispondenza in un giocattolo tra­

chiesta cli alcune fasce sociali e cli alcune classi d'età

dizionale ligneo, kakelorum o tivolispiel, diffuso nell'a­

(soprattutto adolescenti e giovani) , nonostante la diffu­

rea europea germanofona, nel quale una pallina di legno

sione cli massa dello sport nelle nostre città, e nono­

scende a spirale verso il basso. L'autolooping invec e ,

stante le mille emozioni visive offerte quotidianamente

percorso a elica in verticale effettuato da un treno di ·

dai mass meclia . » 43

vetturette, non è altro che la trasposizione su vettura e

In tutta l'Asia sud-orientale l'altalena è associata ai

per il pubblico del giro della morte, l'esibizione acroba­

riti cli fertilità e cli fecondità a causa ciel suo movimento

tica dei motociclisti della "piazza", a sua volta assogget­

alternato. I Brahmani chiamavano l'altalena «la nave

tata alle stesse leggi fisiche che governano le esibizioni

che porta in cielo» secondo un evidente simbolismo ciel

dell'acrobata e ciel ginnasta sulla trave , e del corrispon­

movimento che Mircea E liacle evoca anche come conte­

dente giocattolo, con l'acrobata snodato che si muove

sto sciamanico. Per gli antichi inoltre, l'altalena accom­

sul filo. »46 Sulle considerazioni della Silvestrini e dei suoi colla­

pagnava il rinnovamento della terra. Legati ai giochi rituali delle società agrarie sono an­

boratori, l'antropologo Glauco Sanga interviene accet­

che le montagne russe e tutti i tipi cli scivoli derivati dal

tando l'ipotesi del Luna Park quale rito d i iniziazione,

gioco cli scivolare sulla neve in base alla forza cli gravità:

ma contestando i paralleli con i riti agrari. La prima in­

giochi tanto praticati nei mesi invernali nella Russia

tuizione -puntualizza Sanga- è persuasiva basti pensare

agraria dei secoli passati e trasformati alla fine ciel XVIII

alle diverse prove (d'abilità, forza, maturità) nel supera­

secolo in attrazione su macchine fisse. Il gioco delle

re la paura ciel turu1el delle streghe. Ma per la seconda

montagne russe deriva eia un uso rituale agrario . Du­

più che a improbabili paralleli con riti agrari vedrei qui,

rante il Carnevale i novelli sposi dovevano infatti, scivo­

con particolare evidenza, affiorare quel meccanismo ti­

lare eia alture su slitte, o su pelli bovine, o su asticelle cl i

picamente festivo che è lo spaesamento: tecnica di de­

legno davanti a tutto il paese.

stabilizzazione psicologica momentanea, che appare an­

Nel distretto

cli Pinez la slitta veniva trattenuta in

ci­

ma all'altura, dallo sposo e dagli uomini, sposati e sca­

che nel ballo, nella musica, negli eccessi alimentari e comportamentali propri di ogni festa.47

poli, ciel paese, finché la sposa, che era salita sull'altura inchinandosi più volte, non aveva baciato il marito in

Le ipotesi e le discussioni sul significato antropologi­ co del Luna Park, rimangono quindi ancora aperte e da

quantità ritenuta sufficiente. Il rito dello scivolo -ipotiz­

sviluppare: l'importante, ai fini del presente saggio, è

za la Silvestrini- praticato dagli sposi dell'anno, poteva

cercare di comprendere le funzioni e le origini dei gio­

forse propiziare la fecondità e la fertilità e denotava cer­

chi, a volte legati a un filo diretto di scomparsi passa­

tamente una forma cli accettazione nella comunità della

tempi popolari o aristocratici.

nuova coppia.44 Un'altra credenza -citata eia Propp- di­

«Le giostre, o caroselli, traggono la loro lontana ori­

ceva che le filatrici che scivolavano dalle montagne sul­

gine dalle giostre medioevali, durante le quali i cavalie­

le assi usate come sedili per la filatura stessa, traevano

ri combattevano a cavallo , tra due avversari o tentando

dalla lunghezza ciel percorso effettuato, pronostici sulla

di colpire una figura posta a lato del percorso prefissa-

55


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to; questo gioco è quasi del tutto scomparso dalle gio­ stre del Luna Park, tranne per la giostra "a seggiolini". Le giostre derivano invece la loro recente origine dalle "altalene orizzontali" russ e , una variante delle "altalene verticali"; secondo Florian D e ring . . . le giostre come gio­

A sinistra.

Retro e fmnte di una cartolina postale mjJigurante Gli sposi più piccoli del mondo. A destra. Muro della morte. coll. Martini.

co avrebbero una origine turca, importata in E uropa at­ traverso la mediazione russa. Il viaggio effettuato sui cavalli o sulle vetture della giostra è un percorso circo­ lare: un cerchio magico che chiude ed esclude, estrania

ne la raccomandava ai giovarl.i come preferibile al gioco

dalla realtà circostante , innesca la dimensione della

dei dadi. Molti studiosi intravvedono nel gioco della trot­

vertigine, secondo l'affascinante ipotesi di Roger Cail­

tola, reminiscenze di antichi riti religiosi o magici. Essa

lois; l'estraniamento e la vertigin e , come viaggio al di là

era certamente

della sensorialità,

Dalle caratteristiche del moto di grandi trottole inoltre i

impli c ano

quindi

un'uscita dalla

realtà, e un ritorno, an ch'essi interpretabili come tec­

w10

strumento di indovini e di stregoni.

contadini di certe regioni traevano pronostici per l'arma­

niche da rito iniziati c o . I l viaggio sulla giostra, e parti­

ta.

colarmente sul rotor, sul tagadà e sulle giostre dalla

essere di derivazione aristocratica delle giostre e dei tor­

Secondo un'altra ipotesi le giostre a cavalli possono

tecnologia più recente, è una prova, un conflitto tra la

nei medioevali, e attraverso la mediazione, attuata nei

forza centrifuga che vorrebbe lanciare il corpo lonta­

secoli successivi, dei giochi nei giardini principeschi e

n o , e la necessità di tendere verso il centro, unico

delle giostre di piazza nei paesi dell'antica civiltà comu­

punto di riferimento solido e stabile nella situazione

nale (vedi la giostra del saracino) . Della stessa origine

estraniata. ,,48

aristocratica o popolare possono derivare anche i tiri a

Il movimento rotatorio della giostra può essere indi­

segno, originati dalla cultura della caccia.

viduato, anche nella figura della trottola, giocattolo dal­

I giochi documentano, quindi, le forme tradizionali

le origini molto antiche . La trottola era infatti un gioco

della nostra vita, ma queste forme rispecchian o , allo

prediletto presso i greci e i romani ; la ricordano Platone

stesso tempo, usi, riti, scongiuri, credenze, canzoni e

e Aristofane, come Plinio, Persia, Virgilio e Ovidio; Cato-

danze del mondo popolare.49

56


Note

1 - G. Pretini, Dalla fiera al Luna Pa rk,

1 8- A. Trevi.san, Dal «casotto» al Luna

37- F. Cruciani-0 . Seragnol i , Studi sul

ca

logna, 1 983 , pag. 9.

Udine, 1 984, pag. l .

Paik, in G. Sanga (a cura di) , « La ricer­

2 - E . Silvestrini (a cura di) , La piazza

1 989, pag.84.

u n iversa le, Roma, 1 988, pag. 7 1 .

fol k l orica » ,

Brescia,

n ° 1 9 , aprile

tea t ro del Rinascimento italiano, Bo­

38- G . Sanga (a cura di) , in op. cit.,

1 9- A. '[)·evi.san, Dal «casotto» al Luna

1 989, pag. 5

Torino, 1 98 1 . Testo ricavato dalla tesi d i

1 989, pagg. 83-84.

39- E . Silvestrini (a cura di) , op. cit . ,

nomadiche del d'ivertimento: i L u n a

20- G. Pretini, op. cit., pagg. 26-27.

3 - S . Calorio, Lo spettacolo viclggia n te ,

laurea dello stesso autore, Strull urn

Park, in G. Sanga (a cura di) , op. cit . ,

Park .

4 - T.

2 1 - G. Pretini, op. cit., 1 984 , pag. 49. Garzoni

(da Bagnacavallo) , La

piazza u n iversale di t u l le le p r nfes­

sioni del mondo, Venezia, 1 585, capi­

tolo sui cerretani pagg. 74 1 -749; G. D. Ottonelli, Della

Christia n a modera­

22- A. 1ì·evisan , Dal «casotto» al L un a

Park, i n G . Sanga ( a cura d i ) , op. c i t . ,

1 989, pag 8 4 .

tione del theat ro, libro eletto l 'a m mo­

23- E . Vita, il tea t ro delle niemviglie,

n i m e n to a ' 1 ·ecitant i , Firenze, 1 652.

Ravenna, 1 990, pag. 4 1 .

5- F. Cardini, il sagrato, la piazza, la

24- G . Pretini, op. cit. , 1 984, pagg. 49-

1 988, pag 63. 40- L . Manfredini, « Rassegna ciel Luna Park e del tempo libero » , 1 969, Milano, a. I I , n° 1 1 .

15 giugno

4 1 - A . Picardi, Nomi e figure dello spet­ t ac o l o viaggiante,

i n Lo Spettacolo

viaggian te, edito dall'ANESV nel de­

cennale deLla sua fondazione, Roma, 1 957, pagg 1 00- 1 05:

« Nel settore del Luna Park troviamo fi­

50.

gure di grande e significativo rilievo: il

6- P. Camporesi (a cura di) , il l i b rn dei

25- A. 1ì·evisan, Dal «casotto» a l Luna

papà Manfredini, il Re deLl ' Ottovolante,

Park , in G . Sanga (a cura di) , op.cit. ,

vagabondi, Torino, 1 9 73, pag. C I .

1 989, pag. 84 .

pianto cli quanti lo conobbero; il Mago

7- F. Mastropasqua , introduzione a F. D e

26- E . Silvestrini (a cura di) , op. c i t. ,

corte, in E. Silvestrini (a cura di) , op.

cit. , l 988, pag. 38.

Lucis, La fiera delle meraviglie , Reg­

d e cano

dello

Spettacolo Viaggiante,

recentemente scomparso tra il com­ della Luce, nonno Falchero che orga­ nizzò splendidi Parchi aLl'estero e con­

l 9 8 8 , pag. 77

cluse la sua vita operosa nel Luna Park

2 7- G . Pret ini, op. cit. , 1 984 , pag. 1 35 .

matore instancabile;

2 8 - G . Escudier, Les sallimban ques,

"montagne russe".

leurs vie, leurs moeu rs , Parigi, 1 875.

Una importante ed eletta schiera cli ele­

pag. 76.

29- E. Vita, op.cit., 1 990, pag. 1 64 .

verdisce, neLla nostra associazione la

1 0- P. Camporesi, op. cit, 1 9 73, poscrit­

30- E . Vita, o p cit., 1 990, pag. 209.

spetta di pieno diritto al cav. Emilio Pe­

3 1 - G . P. Brunetta, I sentieri l u m in osi ,

stra aeroplani; dopo la grande guerra

gio Emilia, 1 98 1 .

8- P . Camporesi, op. cit . , l 973, pag. CL­

VI I

9- E . Silvestrini (a cura d i ) , o p . cit . ,

to pag. C L X X I X .

1 1 - G . Pretini, o p . cit . , 1 984, pag. 20. 1 2- E . Silvestrini (a cura di) , op. cit, ,

in AA.VV. , Le lanterne magiche, Vene­

zia, 1 988, pag. l O .

della Fiera ciel Levant e del quale fu ani ­ Leandro Greppi,

che fu il primo a present are in It alia le

menti anziani e giovani, perpetua e rin­ tradizione ciel Luna Park. li primo posto

lucchi che a 1 8 anni lanciò la prima gio­ ' 1 5- ' 1 8 , tornato dal front e , col suo socio

Drouet costruì, in Italia, il primo ottovo­

lante , (sic) ha presentato in questi ulti­

pag 77.

3 2 - E . F. Palmieri, Cinema, dalla ba­

mi

1 3- E. Silvestrini (a cura di) , op. cit.,

Milano, 1 959, pagg. 1 24- 1 28.

pioniere deLla categoria, Emilio Peluc­

33- E . Silvestrini (a cura d i ) , op. c i t . ,

zioni, ottovolanti, automotoscooter, tre­

l 988, pagg. 64-65 .

racca alla sal a , in AA.VV. , La piazza ,

1 4- G. Pretini, op. c i t , 1 984, pag. 26.

1 988, pag. 7.

1 5- E . Silvestrini (a cura di) , op. cit . ,

34- E . Silvestrini (a cura di) , op. c it . ,

anni

( 1 94 9 ) .

ed

il

famoso

Costruttore,

"scoiattolo",

inventore, vero

chi , ha presentato ben 2 7 nuove attra­ n o-fantasma, charleston, rumba, indiriz­

zando i l settore cleLle costruzioni verso posizioni di risonanza internazionale. I n

1 988, pag. 70.

1 988, pag. 63.

Italia e all'estero, a l Cairo, in Francia,

1 6- E. Silvestrini (a cura di) , op. cit.,

35- Sul mondo alla rovescia vedi G. Coc­

indiscusse e geniali capacità, oltre che

1 988, pag. 77.

chiara, Il mondo alla rovescia, Torin o ,

E.milio Pelucchi è ben noto per le sue

per la sua ilmata modestia.

1 98 1 .

Accanto al Pelucchi, capostipite di una

Silvestrini in

36- G . Sanga ( a cura di) , La piazza.

un 'altra grande famiglia: quella dei Pic­

Cei·cando la vertigine, i n G. Sanga (a

A m b u lanti vagabondi malviven t i fie­

scia, n° 1 9, aprile 1 989, pagg. 57-58.

scia, numero 1 9 , aprile 1 989, pag. 5.

1 7- La puntuale descrizione di Menarini è stata t rascritta da E.

cura di) , «La ricerca folklorica», Bre­

ran t i , in «La ricerca folklorica», Bre­

attivissima famigli a , cl i spettacol isti , caluga, dal Piemonte alla Lombardia, al­

l e Puglie ha svolto e svolge una brillan­ te attività. I n una rapida sintesi delle nostre figure rappresentative, troviamo: Ferdinando Ginolino, notissimo in Pa-

57


tria e all'estero, con E nrico Frezzato

E rn esto Soli organizzano importantissi­

che organizza splendidi Parchi in Grecia

me

in Turchia, in Egitto, in Tunisia, oltre

Marche, nell' Umbria ed in Italia.

manifestazioni

spingendosi

nelle

che in Italia; Marinoni Felice parimenti

La tirannia dello spazio ci vieta cli parla­

noto nei Balcani, e tra noi; Aldo Prova­

re cli t u t t i i nostri esponen t i , che dalla

glio, conosciutissin10 in Francia e in tut ­

Sardegna con la Signora Monti Anna, al­

to l 'ambiente , i Faccio e gli Zamperla,

la Sicilia, a tutto il territorio nazionale e

Facciali, Martinelli e Meclini del Veneto,

aLl ' estero continuano nonostante tutte

i Viotto, i Colligiani, i Michelassi, i Duc­

le difficoltà, nella loro brillante e gradi­

ci, i Canigiani della Toscana, gli Zena,

ta attività, ma non sappiamo non ricor­

tra i quali i l nostro Vice Presidente G.

dare la famiglia dei Canigiani, dei Mar­

Battista che, col papà, fu il pioniere ciel

chesi, dei Cagno, e ancora i Rossi, i

Cinema in Italia, i Campese, i Cordoni e

Mannucci, l ' Amadi o, Angelo Lombardi,

l ' imponente gruppo lombardo. DaLle Pu­

Martano nel settore degli Zoo, e Mainar­

glie Nicola Caggiano che, col compianto

cli,

Falchero furono i pionieri del Luna Park

gruppo dei gestori cli Balli a palchetto

Montacchini e

tutto l'imponente

alla Fiera ciel Levante, continua la fasto­

del Piemonte, della Lombardia, delle

sa tradizione organizzando ricchi Parchi

tre Venezie e dell ' E milia insieme col

oltre che nelle Puglie e in Calabria, in

sorgente settore dei microparchi che

Toscana, a Roma e alla Fiera cli Cagliari.

attraverso i locali cli Dazio, cli Martone,

I Piccaluga, i Marini, i Casini ed altri co­

cli Vascollo, cli Dragoni, cli Valiani, cli

stellano coi loro Parchi la sponda adria­

Germani, cli Bardi, cli Michelli, Valiani,

tica e si spingono in tutto il Tavoliere.

Ventavoli,

Dalla Sicilia E ugenio Vanfiori, Giovanni

completano il quadro delle attività ciel

Cecchi, la sig.ra Koska, i Soragni orga­

nostro settore nel significante rilievo

Germani

e cli mol t i altri,

nizzano a Palermo, a Messina, a Catania

delle famiglie che l e compongono e

manifestazioni che assurgono ormai , col

contribuiscono con la loro appassionata

loro festoso rilievo, ad in1portanza na­

dedizione a perpetuare nel nostro Pae­

zionale.

se, la nobilissima tradizione dei "For­

A Napoli e in tutta la Campania, Oreste

matori cli Spettacoli" spingendola, an­

Rossotto, al quale risale i.I vanto

della

prima riorganizzazione ciel settore, colla

che a costo cli ingenti ed ignorati sacri­ fici, verso il futuro . »

Mostra delle attività romane, con annes­ so Luna Park, al Piazzale Cloclio, ha svi­ !uppato

e

s\'Olge una intensa

e

brillante

attivita col grandioso Parco aLla Mostra d'Oltremare , e con quello cleLla Villa Co­

42- E . Silvestrini, Cercando l a vertigi­ ne, in G . Sanga (a cura ùi) , op. cit . , 1 989, pag. 56.

munale, perpetuando una tradizione cli

43- E. Silvestrini (a cura di) , op. cit . ,

eleganza e cli modernità che ha lasciato

1 988, pag. 54.

tracce indimenticabili a Roma e dovun­

que. Pure nel napoletano il nostro Pu­ gliè Giuseppe, il De

Matteo,

la S . ra

Grossi, il Di Gioia e un folto gruppo cli pionieri dello Spettacolo Viaggiante, ca­ peggiato dal nostro Amadio, sostengono

44- E. Silvestrini (a cura cli) , op. cit . , 1 987, pag. 78.

45- V. Propp, Feste agrarie russe, Bari, 1 978, pagg. 2 1 8-22 1 .

brillantemente l e affermazioni ciel no­ stro settore.

46- E . Silvestrini, Cercando la vertigi­

Nel Lazio accanto ad Enrico Frezzato,

ne, in G . Sanga (a cura cli) , op. cit . ,

troviamo Rodolfo Preziotti, che conti­

1 989, pag. 54.

nua la brillante fatica paterna, svolgen­ do col fratello una ferace attività con at­

4 7 - G . Sanga (a cura di) , op. cit. , 1 989,

trazioni

pag. 1 5 1 .

e l egantissime,

presentando

Parchi rinomati; Franco Lomanto, Mar­ cello Pesarini, il gruppo in1portante dei

48- E . Silvestrini (a cura di) , op. cit.,

Livero, eia papà Umberto, infaticabile

1 988, pag. 78.

pioniere ai figlioli Bruno e Ferruccio, ben noti per la loro operosità, oltre che nel Lazio, nell'Abruzzo, nel Molise e al­ l ' estero. Nell'Emilia, un grande pioniere del no­ stro Spettacolo, Carlo Catellani insieme con Pinfari, con Vacondio Otello, con E milio e Ferdinando Manfreclini, con

58

49- E. Vita (a cura cli) , Dire fare bacia­

re lettera o testamento, Ravenna, 1 993,

pag. 1 4 .

Nella pagina a fronte.

Quirinale: attribuzione della Targa Gemini. Da sinistra: Agostino Volpi, Gianni Da Ronche, Luciano Pavarotti, Gastone Rarnpazzo, Alberto Vincentini, Massimo Piccaluga.


50 anni eia quando fu sottoscrit to di­

bensì agi.i altri gruppi che già si esprimevano nel conte­

nanzi al notaio Michel e Barone, che aveva il suo s t udio a

sto cli organizzazioni territoriali cli Esercenti Cinema e

Roma in Largo Goldoni n. 4 4 , l'atto costit utivo dell'Asso­

Teatri , al Nord e al Centro-Sud.

Sono trascorsi

c iazione

Nazionale

( AN E SV)

E s e rcenti

Spet tacoli

aderente aLl'associazione

Viaggianti

Generale

I t aliana

dello spettacolo (AGJS) . L'atto fu sottoscritto effettiva­

L'avv. Camili o B runo, Presidente clell'ANESV dal me­ se cli n ovembre ciel

1 963 al giugno 1 97 1 , ha lasciato una

breve s t oria clell'ANESV, a puntate, titolata: « Uno sguar­

mente presso la sede clell'AGlS in Roma, allora in Via Si­

do al nostro passato » . Egli volle fare menzione -nell'atti­

stina n .

vità dei periodi precedenti l'unificazione- non solo degli

91.

Contestualmente aLl'atto costitutivo fu approvato lo Statuto sociale cleLla nuova o rganizzazione, che conser­ verà a lungo i suoi primi lineamenti. Sottoscrissero l'atto costitutivo il 22 luglio

esercenti cli Lombardia e ciel Lazio, ma anche della To­ scana e ciel Piemonte. Cronologicamente e sotto tale profilo si deve risalire

1 94 7: E r­

-quale primo atto- alla nascita ciel Consorzio spettacoli

cole Togni , Aldo Martano, Augusto Picarcli, Franco Lo­

viaggianti avvenuta a Roma nel

manto , Antonio Rossi, Alfredo De Matteo, Oreste Ros­

sivo all'ingresso delle truppe alleate nella capitale (e

sotto, Remo Zena e Arturo Ducci. I sottoscrittori sono

quei giorni si conservano rare e consunte pubblicazioni a

1 944 nel periodo succes­

cli

tutti deceduti come risulta dagli archivi e dalle pubblica­

stampa sotto forma cli «bollettini» che risentivano chia­

zioni clell'AN E SV.

ramente delle difficoltà economiche del momento , in

L'atto ciel

1 947 segnò l'unificazione cli gruppi o asso­

ciazioni cli imprese cli spettacoli viaggianti già aderenti a organizzazioni territoriali cle ll'AG I S , quest'ultima costi­ tuitasi a Roma il

7 dicembre 1 945. Nell'atto costitutivo

particolare nel settore cartario) e, quindi, alla precitata AJESV sorta a Milano nel

1 945, dopo la Liberazione.

Ovviamente la storia clell'ANESV si intreccia con quella clell'AGIS e, nel tempo, con gli esponenti associa­

clell'AG I S anche i nominativi ciel Gruppo spettacoli viag­

tivi delle due organizzazioni. Dall'ANESV -che nel

gianti e Parchi attrazioni assistiti clall'avv. Carlo Mazzoni:

annoverava i Circhi, i quali l'anno successivo vollero dar­

1 94 7

Oreste Rossotto, Ferdinando Genolino e Aldo Provaglio

si una propria autonomia con la costituzione dll'Ente Na­

dei quali si conservano memorie, anche oralmente per­

zionale Circhi- derivarono la SAPAR (Sezione apparec­

venute , e si hanno notizie relative alla loro attività. Molti esercenti spettacoli viaggianti in seguito sotto­ linearono che l'unificazione del

1 94 7 non dovesse fare ri­

chi per pubbliche attrazioni ricreative) e l'Unionparchi permanenti che poi vollero darsi un assetto autonomo

sia in seno all'AGIS che fuori dalla medesima, con riferi­

ferimento soltanto a un gruppo e all'AJ E SV (Associazio­

mento in questo caso all'Un.ionparchi. Tutto ciò sta a si­

ne Italiana Esercenti Spettacoli Viaggianti - Alta Italia)

gnificare l'ampiezza dell'azione clell'ANESV e la sua evo-

59


a t t ività all'interno o a i margini dei Luna Park, in occasio­ ne c l i sagre e fiere. La s t o ria c lel l 'ANESV, si può ribadire nel c i nquante­ nario della sua cost it uzione e riprendendo una vecchia t e s i , è la d i retta p rosecuzione cli quella i n iziata nell'ult i ­ mo periodo del t rascorso secolo, del

1 800. li co m pia nt o

Camillo Bruno, che respingeva nei suoi riguardi la defi ­ nizione di s t oriografo, v o l l e sost enere c h e le origini del­ l 'ANESV dovevano mett ersi in relazione a l la Societ à in­ ternazionale cli mutuo socc orso fra propriet ari cli pubbli­ ci spe t t acoli e d affini ciel 1 888, p e r giungere a t t raverso glj anni e l e vari e vicende st oriche d'Italia agli even t i i m­ mediatamente successivi a l la Seconda guerra mondiale e proseguire . Una t esi -anche eia altri sos t en uta- c he st abi­ lis ce un legamento ideale, che nessuno ha mai c o n t esta­ to, sia per l'au to revol ezza , la figura e l'op e ra cli CamilJo Bruno c h e per la logica successione cli accadime nt i , e sia p e r dare una cont i n u i t à a l movimento associat ivo s inda­ cale dello spettacolo viaggia n t e ed alle sue finalità . Della Socie t à cli mutuo soccorso, sopra ri c hi amat a , dell'ultimo clecenn.io c i e l luzione operativa nel tempo per muoversi sot t o il vasto

1 800 n o n si h a n n o m o l t e not izie

e documenti. E s istono alc uni esemplari dello stemma,

a rco dello spettacolo di piazza, anche se poi conceLL ual­

predisposto per l 'esposizion e a l l 'est e rn o delle a t t ra zioni

men te e l egisla t ivamente , con la Legge

337/ 1 968, le fo r­

o dei carri domiciliari, pubblicat o p i ù volte da « Lo SpeL ­

me di i n t ratten imen t o andranno al di là delle caratt eri­

tacolo Viaggiant e » , organo u fficiale clell'ANE SV, c h e gra­

stiche specifiche cl eLla mobi l i t à e deLle a t t ivi t à all 'aperto

fi camente, nel suo in s ie me , un isce le foglie cli ulivo, sim­

L'esercizio cli speLtacoli viaggiant i infa t t i si è in part e t ra­

bolo cli pace e fecondità, a quelle di quercia, significat ive

sformato i n « Stanzial e » .

di vecchie e gloriose origin i . AJ centro cli ques t o stemm a

Nel campo d'azione cleLl'ANESV un posto i mportante,

i J sole con i suoi raggi e , ai due lat i , piccoli cart igli con la

per ciò che hanno rappresentato e rappresentano sotto

scrit ta : «Tu t t i per uno, uno per t u t t i » . Vi erano , come a p­

i l profiJo della cultura e della t radizione, gli spettacoli di

parirà dalla breve descrizione, e l ement i e richiamj c h e

marionette, i burattini, i pupari e , inoltre i t eatri viag­

appartengono a u n l o n tano periodo . AJlora si usava spes­

gianti c h e , p u rt roppo, si può affermare sopravvivano nel

so il «Tut t i per uno » , con l'i mmagine delle mani ch e si

ricordo d i quanti li apprezzarono. L e d i fficoltà i n campo

stringono. E rano i giorni d e l le Società operaie e del m u­

autorizzatori o, una serie cli disposizioni riferite a piccoli

t u o soccorso.

allest i m e n t i , assai onerose, hanno determinato una deci­

Sui legament i storici cle!J'AN E SV con i l passato, con

di queste att ività teatrali che già procedevano

riferimento agli anni '30 e u t i Jizzando a l t re ricerche clel­

mazione

a fat ica nel solco d i w1a antica tradizione familiare.

l ' avv. Carnill o Bruno, con un preciso richiamo a l suo di­

Nell'ampio raggio d'azione dell'AN E SV altre attivi t à ,

scorso tenuto a l Teatro L i rico d j M i lano i l 5 maggio 1 9 68

c o m e quelle d e i «balli a palchetto» c h e t u t t ora hanno

i n occasione dei festeggiament i p e r iJ ventennale dell'A­

funzioni d i richjamo nell'ambito cli festeggiamenti patro ­

NESV (i quali furono abbinati a queUi per l'avven u t a

n a l i e fiere i n a l c u n e region j , p i ù d i ffusamente in Pie­

promu lgazione cl ella Legge 33711 968) r i p rendiamo: « L'e­

mont e , nonché quelle dei « microparc h i » p e r l'esercizio

satta data c l i nascita clel l'ANESV c i è data, d i fa t t i , eia una

degli apparecchi automati c i da t rattenimento in sede fis­

not izia cli cronaca

pubblicata dal giornale « L'eco degli

sa, c h e eia tempo, nel l'amb i t o dei parchi cli divertimento,

Spettacoli» d e l d i cembre 1 934. Questi era iJ bollettino

hanno ceduto i l passo alle sale giochi Queste a t tività

mensile del Gruppo nazionale degli industriali dello spet­

meritano c i tazione al pari ciel « dolciari » , che ebbero una

tacolo viaggiante c h e già contava 45 anni cli vita. I l n .

specifica possibilità d i adesione a l l 'A N E SV, trattandosi di

d i tale giornale-bollett ino riportò i l verbale del 1 ° Con -

60

12


miche per la maggior parte degl i esercen t i erano assai scarse. Buona parte delle att razioni ciel periodo post-bel­ l ico conservavano prevalent i cara t t eristiche art igianal i , i « Cost r u t tori cli a t t razi on i » , per usare una t e rrn.inologia

c h e diven t erà di largo uso, erano appena all'inizio della loro fase evolut iva e pe r t a n t o ben l o n t a n i dagli a t t ua l i ver t i c i p ro d u t t iv i e t e c n ol ogici . Le agevolazioni cred i t i ­ z i e n o n e s i s t eva n o , a n c h e se i n ques ta d i rezione n o n s i fara nno m a i l u nghi pass i , n o n si sapeva ch e cosa fosse i l leasing e si ignorava la s o t t oscrizione e l'ava l l o d e i «pagherò» p rima che quest ' u l t i m i c o n d i zi onassero i l m e rcat o .

I mezzi cl i trasport o , a utocarri e cari.aggi , erano ant i­ quat i , mol t i eserce n t i , sp ecialme nt e per i l u nghi t rasfe ri­ m e n t i delle proprie a t t razioni si servivano delle ferrovie,

A ugusto Pica nli, Prnsidente dell 'ANESV da l 194 7 a l 1963. Alla sua s inistra Adriano Man n ucci, Oreste Rossotto, Giiglielnw Medin i e Antonio F?·ezza to. In basso. Da sinistra: Anto n io Frnzza to, Ca m illa Bru no, Prnsiden te del l 'Anesv da l 1963 al 1971, L u igi Gmssi e Mario Faccio.

e allora si discut eva s u ll'applicazione della tariffa più agevolat i va d is t i nguendo quella della classe

80 dalla gra­

vosa n . 68. Poi t e n n e ro banco i residuati b e l l i c i in campo a u t oveicolare: Ford, Aus t i n , MG , Chevrolet e, sopra t t ut ­ t o , Doclge. A breve dist anza prese avvio lo sviluppo ciel parco a u t o m obil ist ico in c hiave p i ù moderna e a ciclo d i esel, più moderna per u n s e t t ore c h e era passa t o dai t rasporl i i p po t rai nat i , legat i a i m magi n i pionierist i c h e , alla p ri m a fase c l i mot orizzazione con l'impiego dei glo­

gresso nazionale d egli i n c lusL ria li dello s pe t L acolo viag­ g i a nLe t e n u t osi a Roma nei giorni

20-2 1 novembre 1 93 4 .

riosi F' I AT 1 3 Ll 8

e

1 8 P dalle res i s t e n t i ru o t e d'acciaio

st ampat e con cerch ioni a gomma piena e c h e m o n tavano

p i ù precisament e dal d i­

L rasmissioni a cat e na . I carri, d o m i c i l iari e n o n , t a lvolta

s corso p ro nu nciat o dal cl irigen L e G r. U ff. U m bert o Calle­

prese n t a vano ruot e t o t a l m e n t e in fe rro. Furo n o u t i l izza­

gari , risu l t a che quest i , dopo avere afferma t o «che il

t i , per con cludere quest o genere c l i a n not azioni, a n c h e i

D a l resoco n t o c i e l congresso

e

2 . 000 d i t t e c h e davano lavoro ad o l­

1 5TE R e gli SPA, limit ando le c itazioni a i p i ù d i ffu s i .

20 .000 pres L aL oFi d'opera , soggiunse che l'u t i l i t à c l el­

Questi aut ocarri, che c l i d i ri t t o appart engono alla s t oria

l'organ i zzazi o n e era profondamente sent i t a » . U n modo

dei veicoli industriali e mili tari , h a n n o con t ribuit o n e l

c l i sen t ire c h e si è t ramandato nel t em po . Callegari Um­

t empo a s c rivere la s t o ria dello spett acolo viaggia n t e .

G ruppo i nquadrava t re

bert o era i l nonno dell'at t uale Pres iclenLe dell 'ANESV Gast one Rampazzo. Tralasciando i r i feriment i storici su o r igini e lega m i si può passare all'att ivi t à clell'AN ESV dal 1 94 7 i n poi. Lasciat a a l l e spalle l a Seconcla gue rra mondiale, era già s t a t a avvia t a l'opera cli ri cost ruzi on e . Mol t o , mol t o c'era d a fare i n quei giorni per risanare le fe ri t e , per a f­ frontare le d i ffico l t à c li vario gen ere (si pensi alle Limita­ zioni i n materi a di erogazione c l i en ergia elet t ri ca) e , p e r­ ch é n o ? , per il reperimen t o dei plat eat i c i , un problema che poi divent erà cronico quantunque i n quegl i anni s i pot esse prefigurare l a u t il izzazione cli a r e e c e n t ra l i o che consenti ssero favorevoli previ s ioni cli lavoro.

I costi c li

ges t ione avevano un loro peso, i m e s t ie ri , pe r i nt en dere l e at t razioni , era n o eia r i n n ovare e l e possib i l i t à econo-

61


t est imonianza. Furono espe ri t i i n t ervent i s u vast a scala, spesso reit erat i , per arginare il costo d e i plat eat ici

e

più

ancora per o t t en e rl i ; per l e assegnazi o ni cli carburante con la riduzione previ s t a per le att ività industria l i ; p e r la riduzione della tassa di ci rcolazion e che fec e regist rare erronee d i fformità imposit ive in alcune Regi o n i , un pro­ blema rimasto sempre aperto e parimen t i oggett o c l i ri­ serve e discussioni anche dopo l'i nseri m e n t o dei veicoli cleLlo spe t t acolo viaggiant e , aven t i specifiche cara t t e ri­ st i c h e , t ra q uelli ad uso speciale: per c h i ri t e nne c l i sot ­ t opo rre i pro p ri mezzi a n uovo collaudo

e

cli sottostare

agli adempiment i d i norma.

Da s i n istm: Mcl'l'io Faccio, Nicola De Pirro, Prnsiclente ANESV cla l 1972 al 1975, Ga stone Ra mpazzo e Rorlo(fo Preziott'i.

Per i t rasport i fe rroviari arriveranno delle agevolazio­ n i , sia per il t rasport o cli mat eriali c h e per i «viaggiat ori» muniti della t esse ra cli colore rosa-a ntico della storica IX conc ession e c h e poi dive n t e rà , nel n uovo modello, t es­ sera c l i qualificazione professionale rilasciata dal Mini­

L e spese d i gestione del secondo dopoguerra erano

s tero ciel t urismo e dello spet t acolo dopo la sua cost it u­

t u t t'altro che lievi, andavano dal costo clei plat eat ici agli

zione. Occorrevano i bonifici fe rroviari , p rima cl i colore

importi della fornitura el et t ri ca e relat ivo cont ributo cli

rosa anche quest i , poi cli colore verde , e c i voleva i l t i m­

allacciamento, e ia! costo dei trasp o rti -c'era ancora il ra­

bro e la firma d e l l'a ut orità cui compet eva la convalida del

zionamento e la carta per le assegnazioni c l i ca rburan te­

mot ivo cli viaggio. Allora queste agevolazioni avevano un

alle aliquote cleLle t asse e d i ri tti erariali (verranno le so­

significat o che oggi probabilment e a mo l t i s fuggi rà . Per la S I A E , vale a d i re per d i ri t t i

vra i mposte per la costituzione del Fondo cli assist enza

e

im poste dall a

per i ciechi civiU , iJ sovrapprezzo per i J Fondo nazionale

stessa riscossi , furono sottoscri t te e rinnova t e varie Con­

soccorso invernal e , per la Lega i t aliana per la lot t a con­

venz i o n i , agevolat ive sotto l 'aspetto della determinazio­

t ro i t umori e per la Croce rossa i t a l iana) . Sovrai mposte

ne degli imponibili e cli versamen t o , cioè mediante abbo­

e addizionali c he si appl icavano alle a t t i vità cli spettaco­

namen t o annuale in base a una media c l i giorni lavora t i ­

lo, « Viaggianti » compresi , c h e hanno sempre versato nel

vi ovvero per gio rnata c l i attiv i t à . Un sistema forfettario,

modo previ s t o , quantunque i l soccorso invernale lo invo­

l 'abbona mento e ra i ndivisibile (la rateizzazione i n versa­

cassero coloro che non avevano possibilità lavorative

m e n t i bimest rali era un'alt ra agevolazione clell'ANESV

dalla novembrina fiera cli Santa Caterina sino all' inizio

per i propri soci a seguito cli prestata e «Cos t i t u i t a » ga­

del carneval e . Un modo p e r sottolineare situazioni e dif­

ranzia ) . Le convenzioni AGI S-ANE SV-SIAE hanno fa t t o

ficolt à . I n quel periodo si discuteva spesso sulla tassa c l i ci r­

epoca e l 'u l t ima c i e l

1 965 ha retto per ben 27 a n n i , a n c h e

d o p o le riforme t ributarie c i e l

1 972, fino all'inizio ciel

colazione e se ne discuterà vieppiù in relazione all'am­

1 993 quando e n t rò in vigore -dopo p relim inari inc on t ri

pliamento complessivo dei mezzi i m piegati e con riguar­

t ra i rappresentant i del M in ist ero delle finanze, de lla

do alle percorrenze numericamente esigu e nel corso del­

SIAE e cli esponent i dell e organizzazioni cli cat egoria cl el­

l 'anno e per m odesti chilometragg i . Si seguiterà a discu­

i o spet t acolo viaggiante- i l D . M . previst o dal D P R n .

tere anche dopo il provvedimento c h e cl i fatto t rasfor­

ciel

merà la tassa cli c i rcolazione in quella cli « proprietà» del

co di t empo c h e sta a signiJicare la validità dei criteri

veicolo.

640

26 ot t obre 1 972. Dal 1 965 al 1 993 è t rascorso u n a r­

adottati a part i re eia quell'anno, dopo un se rrat o e d e c i­

In questo scenario, certamen te i ncompleto , f u chia­

sivo i n co n t ro t ra esponenti della S IAE e c lell'AJ'1ESV nel­

mata ad agire l'AN ESV per i l ragg i u ngimento delle fina­

la vecchia sede romana cli via Valaclier, rispondendo a

lità esp resse neLlo stat u t o sociale redatto con spirito de­

duplici esigenze, quelle del fisco e quell e degli operator i .

mocratico.

V a e l e t t o alt resì - e d è stato proposto per un legam en­

G l i a t t i assoc iativi d i quel periodo , la corrispondenza

t o con la parte irrrn 1ecliatame n t e successiva d i questo

e l e pubblicazioni p o trebbero essere rivisi t at i a riprova, a

scritto- che t ra l e problemat i c h e , non solo ciel p eri odo

62


A.N.E.S. V. A.G.l.S. ASSEMBLEA GENERALE DEI DELEGATI -

ini ziale delle a L L ivi L à cl eL l 'AN E SV, ebbero (e hanno) u n pos L o cl i r i l ievo l e d i sposizioni per il rilascio d e l l e a u t o ­ rizzazi o n i per l'esercizio c l i a L t razioni d e l l o spet tacolo viaggia n t e e per l'organizzazione c l i parchi c l i cliverL i m e n ­ L o . U n a s e r i e c l i c i rcolari i n a t t uazione d e l l e vigent i n o r­ me legislaL ive i n fa tt i disciplinò a lu ngo il rilascio di t a l i a u t orizzazio n i , prima e i a parte d e l l a Presidenza c iel Con­ siglio dei m i n ist ri e poi del M i n i s t e ro del t urismo e dello spet t acolo, sino alla abrogazione cl i questo a segu it o cli refere n d u m . Sono t a ppe dist a n t i una clall'a l L ra . I n q u e s t o arco c l i t empo vi e ne a collocars i la Legge n.

337, promulga t a il 1 8 marzo 1 968. La prima legge c li s e t ­ L o re d e l l ' I t alia democrat ica, a l ungo att esa, la prima vera

legge per qualità e q u a n t i t à cli contenuti e per i l caratt e­

re c l elle provvidenze rispet t o a p recede n t i legislat ivi d ' a n t eguerra:

d e c re t o

corpora t ivo

ciel

27 novembre

1 939, c h e in p remessa si rich iamava a disposizioni ciel 1 934. La

337/ 1 968 segn ò la realizzazione c l i aspirazionj a

A sin istni Gastone Ra mpazzo, attuale Presidente dell 'ANESV, con ·il suo predecessore Pasquale Lopez.

l u ngo colt ivat e e fu la degna conclusione c l i at t i , injzia t i ­ ve, int e rven t i presso autorit à c l i governo, p ol i t i c i

e

parla­ t o in precede nza, va u n i t a la sigla dell'Ente nazionale c i r­

mentari. S u i p recec lenL i c l i quest a legge, c h e non sort irono gli

chi per i c o n t ribu t i dat i nel t e mpo. Per l ' A G I S si impon­

e lTeLL i c l esiclera t i , si ra breve cenno all'incont ro c ie l m in i­

gono i n o m i c iel Presi de n t e I t alo G e m i n i , clececl u t o nel

s t ro Alb e rt o Falchi con coloro i quali avevano preso par­

1 984 , e ciel Vi ce presiden t e e segretario generale Franco

t e alla riunione ciel Consiglio d i re t t ivo c l ell'AN l� SV il

23

Bruno. Per il mondo ci rc en se Orlando Orfei ecl Egidio

1 963. NeLla c i rcostanza fu messa in risalt o la fu n ­

Pal m i ri . C o rsa cont ro i l t empo i n quanto i l disegno cl i leg­

zione schiet t a men t e popolare dello spett acolo viaggian­

ge fu approvato eia! Consiglio dei m i n i s t ri ( Presidente

L e , che giust i fi cava l ' interven t o dello Stato . E proprio con

o n . Aldo Moro) il

q uesL e fin a l it à la Direzione generale cl e L l o Spet t acolo

va verso la fi ne della IV legislat ura -si voterà per il rin no­

aveva già predisposto

vo q u i nquennale ciel Parlamento i l

l uglio

w1

disegno cl i legge c h e n o n ebbe

23 d i c embre 1 967 aLlorquancl o si anela­ 1 9 maggio 1 968- per

esi t o per « d ecorsa legisla t u r a » . Non ebbe migl iore fort u ­

i n iziare i l suo iter parlamentare: aLla Camera il

na alt ra propos t a cli legge , ciel

c en t o parl a m e n t ari -pri.n[j fir ma t a ri gli o n . l i Radi e Ric­

1 968, al Senat o il 29 febbraio successivo. Poi la feli ­ ce conclusione nel mese cli marzo ciel 1 968.

cio- con t e n e nt e solo provvidenze fiscali e agevol azioni in

F u u n m o m e n t o cli gra n de e u for i a per t u t t i , p e r i l

1 962 , presentata eia oltre

22 gen­

naio

m a t eria cli t rasport i speciali automobi l i s t ici e ferroviari

p o p o l a re set t o re d e i d ivert i m e nt i , p e r l e a u t o r i t à c l i g o ­

nonché cli forn i t ura cli energia elett rica.

v e rn o , p e r l a D i rezione d e l l o spett a c o l o e p e r le orga ­

Gli a t t i fi n a l i , che portarono alla promulgazi one della Legge

3371 1 968 -lega t a poli t i camente al nome c iel M i n i­

n i zzazi on i c l i catego ria c h e si rico noscevano n e l l 'A G I S . C i fu c h i - rappres e n t a n d o a l t re orga n izzaz i o n i d e l l o

st ro c iel L urismo e dello spettacolo o n . Ach ille Corona e

spet t a c o l o viaggi a n t e- i n u n p r i m o tempo s i pavoneg ­

al President e clell'ANESV Camilla B ru n o p e r l'incliviclu a­

giò c l i avere dato c o n t r i bu t i a l l a fel i c e c o n c l u s i o n e

zione delle tematiche che cost i t u i ranno la part e norma­

p o i , d i n a n z i a l l a real t à d o c u m e n t a l e , p r e ferì assumere

t i va e delle p rovvidenze- furono defin it i u n a vera corsa a

a t t eggi a m e n t i c ri t i c i .

e

c ron ome t ro , c o n t ro i l tempo. Va evidenz i a t o che i n dica­

L a n u ova Legge segnò i l primo e autorevole interven­

re due persone sola m e n t e n ulla t oglie a col oro che s i i m ­

to dello S t a t o in modo posit ivo e completo a favore cli

pegnarono a ffinchè d u e sett ori i m port a n t i come lo spet ­

questo settore popolare dello spettacolo. Il M iJ[jst ro Co­

tacolo viaggia n t e e il c i rco avessero la pro pria, att esa leg­

rona sot t oli neò nel suo saluto a i dest in atari della Legge

ge . Al l' i n t reccio A N E S V e AGIS, c u i si è fatt o riferimen-

c h e l ' i n t ervent o dello Stat o non era volt o solamente a eia-

63


re « u na soluzione ai prob lemj e a stabi]jre agevolazioni e

aree d isponibili e per la redazione del regolamento di

c o n t r i b u t i , ma s o p ra t t u t t o a c o n ferire agli esercenti e

concessione delle stesse. Poi alcune sensibi l i riduzioni

lavora t o r i del circo e dello spe ttacolo viaggiant e , u n a

t a ri ffarie e , anche i n questo caso p e r l a p r ima vol t a , in

qual i fi c azione mai prima c on t em p lat a in a l t r i provv e d i ­

materia cli assis t e nza e previdenza con l 'es t e nsione al

menti » .

settore delle clisposizionj legislat ive per gb esercenti at ­

l i riconosc ime nto d el la funzione sociale non aveva -e

t ività commerc iali .

t u tt o ra non ha- precedenti nella legislazione italiana.

Finalmente approvata la Legge, sorgerà il problema

Questo venne evidenziato e rappresen terà il fiore all'oc­

dell'applicabilità eia parte dei Com u n i . Prima esist eva il

chiello o il bigl i e t t o d a visita c l i queste forme d i spetta­

problema unico, della approvazione, poi si chrà che sorge­

colo. Della funzione sociale a onor ciel vero se ne pa rlava

vano o sorgeranno olt re 8.000 problemj , grosso modo,

nel s e ttore già da t empo e , tra i primi, M ons . Dino Tor­

quante sono le amminist razioni comunali i t ahan e . Ciò s l a

reggiani, l'umjle prete di Reggio E m.i l i a , apostolo t ra la

a cl.i.mos t rare le cl. i JTicoltà che s u b i t o s i inc on t rarono in

gente ciel viaggio e fondatore dell' Istit u to secolare servi

questa direzione, che misero in luce sia la i n sensibiljtà cl.i

della Ch iesa. Egli fu anche il fondatore della Casa di ri­

alcLme arrmlinistrazioni che la permanenza cli vecch i , i n­

poso cleLlo s pe ttacolo vi<tggia n t e e circhi -che dal

1 95 1

giustificat i preconcet t i o prevenzioni . L'azione clell'ANESV

seguita a eia re famjJiare ospitalità agli anziani del settore­

si è quù1cli espressa per anru, un po' dovunque , per supe­

e ciel coL legio Villa Maria i n Treviso che, p urtroppo, ha

rare le cliJficolt à c l'ognj giorno per il rispe t to della legge .

chiuso i b a t tenti nel

1 995 p e r obiet tive d i fficoltà econo­

Alc u n e provvidenze, in relazione a n u ove d isposizio­

mj c h e derivant i dalla non disponibilità c l i i d o neo perso­

ni legislative, sono poi state rec ep it e i n n uovi t es t i . S i

na le. Il co mpianto D o n Dino -così veniva fam i l iarmente

pensi all 'imposta spet taco l i , a l l a t assa cl i o c cupazione

ch iamalo- aveva quest e apert u re sociali a nc he in campo

suolo p ubblico, ai d i rit t i cli a ffi ssione

o ratorio.

t a riffe elett rich e .

e

pubb l i ci t à

e

alle

Sulla funzione sociale nessuno si espresse in t e rm ini

P o i verranno n u ov i pro b lemi in campo a u t o rizzat orio

t a n t o elevat i ecl esplicit i come S . S . Paolo Vl nel corso

e c lalla c i rcolare c i el M i n ist ero c iel t u rismo e c l e l lo spe t t a­

dell'udi enza c ie l 10 febbraio

1 966 concessa a i parteci ­

pant i al X l i Congresso i n te rn azionale clel l 'U . F. E . (Un ion

colo n .

5444 c i el 1 9 7 1 -che t e rrà per ben 1 6 ann i- si a rri­

verà alle n u ove d i sposizioni clella ci rcolare n.

4908 c i el

Fora i n e E u ropéenne) . Più c l i una vol t a il Pontefice volle

1 987 e , quasi a ridosso, c i el la c i rcolare n . 4803 ciel J 989

fare benevolo riJerim e n t o all'a tL i vità cli spettacolo viag­

e al t re s ucc ess ive reca n t i lievi mocliJicaz i o n i .

g ia n t e , ai suoi valori m o ra l i e sociali: «Vi è ben a l t ra cosa

'lì-a l e problemat i c h e , eia annot a re quelle riguarda nt i

che una sempli ce funzione ricreat iva : è un ruolo benefi­

le assicurazioni a u t omobilist i c h e , della responsa b ilit à c i ­

c o c h e voi eserc i t ate a favore cli coloro -giova n i e vecc h i­

v i l e conn essa all 'e sercizi o delle at t razi oni e cont ro l' i n­

che accorrono ai vostri spettacol i , voi svolgete una fun­

c e n d i o : a propos ito c l i assicurazioni, negli anni su c cess i­

zione umanitaria e social e » . D a l disco rso ciel

vi alla costit uzione clcll'A N E SV, fu sott oscri t t a una poliz­

1 966 al 1 968 anno c l i prom ulgazione

za con «la Minerva» cont ro l ' i ncendio e la c ad u t a ciel fu l­

La nuova legge , ol t re al riconoscimento clella funzio­

va , sia p u re quale base m i n i ma cli garanzi a . La pol izza era

della Legge

337 il passo è breve .

mine il cui p remio era congloba t o nella quota associat i­

n e sociale e l 'impegno dello S t a t o cli sost enere il consoli­

i nseri t a nei li bre t t i c l i agi bilit à che ven ivano sostit u i t i

damento e lo svil u p p o c lei circ h i e dello spe t t acolo viag­

ogni a n n o . P o i ovviamente s i affronterenno nuove situa­

giant e , definì che cosa s i dovesse int endere per spetta­

zioni.

coli viaggia n t i , vale a d i re « le att ivi t à spettacolari, i t rat ­

I n fi n e , i n ra pida sint e s i , dive n teranno ogget t o cl i i n­

t e njm enti e le a t t razioni allestite a mezzo cli a t t rezzat ure

t erven t i associa t ivi i p robl em i cl e l la s ic urezza d e l l e a t t ra­

mobi l i , all 'aperto o al chiuso, ovvero i parchi p ermanen­

zioni e dei collaudi e, a ncora una volt a , q u e l l i d e i t ra­

t i , anche se in man iera sta b il e » . E qui si r ipropone l'am­

sport i stradali. S i pot rebbe conti nuare nella esposizione

pi ezza opera t iva c l e l l 'ANE SV.

e sopra t t u t t o con la p revisione cli un n u ovo i n t ervento

Con la

337 inoltre vennero d e fi n i t e le principali in­

combenze m i nisteriali sul piano a u torizzatorio e delle

dello S t ato, allo s t udio, per una nuova legge cl i sett o re a c irca

30 annj claLla 337.

Amministrazioni comunali per la compilazione e aggi or­

I n ordine agli i n t e rventi legislat ivi dopo la legge ciel

namento -almeno u n a volta all'armo- dell'elenco delle

1 968 e grazie all'impegno clell'AGIS e cle!J'ANE SV, furo no

64


criteri diversi da quelli del passato, e per l'istituzione di comitati tecnici.

Il cinquantenario è anche motivo per la stesura di al­ cune note di carattere interno. Si è già fatto richiamo al­ l'assetto statutario dell'ANESV, alle finalità iniziali del

1 94 7 in base alle quali «svolge la sua attività su tutto il territorio dello Stato italiano , senza finalità di lucro e con carattere di assoluta apoliticità, con lo scopo di provve­ dere nell'ambito nazionale a rappresentare le imprese associate in tutto quanto riguardi questioni di carattere approvate disposizioni per il rifinanziamento della

nazionale tutelandone gli interessi singoli e collettivi in

337

che aveva stabilito, si deve ripetere «per la prima volta» ,

tutto quanto concerne la loro attività e favorendone lo sviluppo tecnico ed economico» .

l'erogazione di contributi in conto capitale, o a fondo

Si è andati avanti per molto tempo con questo statu­

fu isti­

perduto, per la ricostruzione delle attrezzature distrutte

to, poi -per afferrare le modificazioni sostanziali-

o danneggiate da eventi fortuiti -sempre ipotizzabili per

tuita (Firenze,

chi agisce all'aperto ed è esposto a calamità naturali- o

dell'ANESV con criterio rappresentativo di tutte le cir­

1 959) l'Assemblea generale dei delegati

per accertate difficoltà di gestione. Si può fare riferi­

coscrizioni territoriali, dalle quali in seguito presero av­

mento, a completamento di quanto immediatamente

vio le Consulte locali, e quindi fu approvato il regola­

375 del 1 975, alla 390/1980 (un'al­

mento di disciplina che atteneva all'azione dei probiviri.

precede, alla Legge n.

1 978, ancora a Firenze , fu deciso che in seno all'As­

tra vittoriosa battaglia) che comportava interventi anche

Nel

per l'acquisto di nuove attrazioni e beni strumentali, ma

semblea e al Consiglio direttivo i componenti fossero

1 63/1985. Quest'ultima, definita legge­

portatori di voti con criterio proporzionale , secondo il

madre, lasciava il campo alla previsione di nuove leggi di

numero di iscritti a ciascuna circoscrizione associativa.

settore, o leggi-figlie, per i vari settori dello spettacolo e

Fu inoltre approvato che alla sigla ANESV seguisse, a in­

le previsioni all'atto pratico si riveleranno di più lunga

tegrazione, «e parchi».

soprattutto alla

gestazione e ancora permangono per le attività dello

Con l'Assemblea di Roma del

1 982 furono istituite le

1 6311985, istitutiva del

Sezioni territoriali, disciplinate da proprio statuto, con au­

Consiglio nazionale dello spettacolo e del Fondo unico

tonomia rappresentativa e operativa, sempre salvaguar­

spettacolo viaggiante. La Legge

per lo spettacolo, non solo pose in essere più adeguate

dando lo spirito unitario della compagine associativa e,

erogazioni di pubblico denaro ma si fece apprezzare per

nuovamente a Roma nel

l'inserimento dello spettacolo viaggiante nel contesto

za paritetica delle tre categorie (grandi, medie e piccole

dello spettacolo italiano di riconosciuti valori culturali.

attrazioni) negli organi sociali che, del resto, era stata

Importante questo nuovo riconoscimento dopo quello

mantenuta con carattere facoltativo a livelli regionali.

concernente la funzione sociale: lo spettacolo viaggiante

1 991 , fu abolita la rappresentan­

1 994 furono definite le cariche «Onora­ fu istituita la carica di Consigliere delegato e ri­

A Rimini nel

da vecchia data porta intrattenimenti anche in località

rie» e

disagiate e assai prima della diffusionè dei mezzi televi­

scritta la norma relativa al Segretario nazionale.

sivi, con un ruolo veramente meritorio nel campo del­

La penna della memoria suggerisce di riservare qual­

l'impiego del tempo libero. Un ruolo sempre importante

che periodo alle persone che per tanti anni sono state tra

-a qualsiasi latitudine- per la ricreazione di giovani e non.

i rappresentanti della vita associativa e che hanno colla­

Si potrebbe fare richiamo ad altri elementi «educativi» di

borato efficacemente allo sviluppo dell'ANESV e della

queste attività dalle lontane origini.

categoria tutta. Un elenco sarebbe lungo e incompleto

A chiusura delle note sugli interventi legislativi dopo

ed è opportuno aggiungere che molte persone non han­

1 968, un breve richiamo

no mai cercato la ribalta né sollecitato gratitudine. Sia

promulgazione della Legge del

39411994 per la concessione di contributi e

consentito, dopo un accenno doveroso a tutti i soci, di ie­

per il rilascio di autorizzazioni per l'esercizio di attività

ri e di oggi, di fare breve riferimento soltanto a coloro

650 del

che sono stati ai vertici dell'Associazione, sia nella veste

1 996 per la nomina delle Commissioni consultive, con

di Presidente che di componente dei Comitati di presi-

alla Legge n.

nell'ambito della Unione europea e alla Legge n.

65


nell'organizzazione del XXVII° Congresso dell'UFE non­ ché per dare un nuovo volto statutario all'ANE SV. Gastone Rampazzo (segretari nazionali Volpi e Mau­ rizio Crisanti) glio del

è stato eletto Presidente nel mese di lu­

1 988. E' in carica (Vice presidente vicario Gian­

ni Da Ronche, Presidente onorario Volpi e Vice presi­ denti onorari Mario Faccio ed Alberto Vicentini, consi­ gliere delegato Massimo Piccaluga) dopo essere stato a lungo Vice presidente e componente della Commissione consultiva ministeriale e del Consiglio nazionale dello spettacolo. E' il primo Presidente nato nello spettacolo viaggiante e ha pOrtato al vertice associativo il bagaglio di esperienze maturate in prima linea, riservando spe­ ciale attenzione alle questioni fiscali e della «Sicurezza» delle attrazioni, per una nuova legge di settore, dopo la

Il Sen. Piero Bargellini, sindaco di Firenze, insieme a Carlo Stagi e Piercarlo Ruffilli (oggi scomparsi) e agli esercenti Gianni (}uarùw e (}regorio Salvatori e soprattutto Alberto Vincentini che da oltre trent'anni segue con dedizione profonda l 'andamento della Casa di riposo di Scandicci. Foto scattata nel 1970 in occasione della consegna di un pullmino ojfe?to dagli ese?·centi dell 'ANESV

337/1 968, e per dare una nuova veste tipografica alla Rivista « Lo Spettacolo Viaggiante». Del I Comitato di presidenza

.

( 1 963) e del II ( 1 9 7 1 )

fecero parte Antonio Frezzato, Mario Faccio e Luigi Grassi; del III

( 1 975) oltre a Frezzato e Faccio, Rodolfo

Preziotti e Gastone Rampazzo. Un'altra doverosa citazione -anche se ripetitiva- per i Presidenti dell'AGIS che nel tempo si sono adoperati per la

denza cui diedero vita, con carattere temporaneo ed ec­

soluzione dei problemi dell'ANESV: Italo Gemini, sempre

cezionale, i competenti Organi sociali.

presente e partecipe nei lunghi amli del suo presidentato

Augusto Picardi (segretari Ottorino Lippi e Bruno Mancini) ha retto le sorti dell'ANESV dal

1 947 al 1 963,

negli armi della ricostruzione, affrontando tutte le tema­ tiche relative alle attività del settore e, nel contempo, dedicandosi con impegno ai problemi assistenziali, so­

e convinto assertore dei meriti della più antica forma di

spettacolo; Franco Bruno che ha vissuto fin dall'inizio tut­ ti gli atti dell'ANESV, di cui

è stato Vice segretario nel 1 948

e, quindi, quale Vice presidente e segretario generale e poi Presidente dell'AGIS,

è stato tra i più attenti e sensibili ad

prattutto quelli degli anziani. Durante il suo presidenta­

ogni problematica, suggerendo soluzioni in ogni sede,

to l'ANESV entrò nell'Union Foraine Européenne.

spesso in modo detenninante. Altrettanto sensibili e at­

Camillo Bruno (segretario Bruno Mancini) , dal al

1963

1 9 7 1 ha profuso le migliori energie per dare alla cate­

tenti Carlo Maria Badini, David Quille1i e Antonio Mazza­ rolli.

goria dello spettacolo viaggiante una legge che ne rico­

Una rassegna delle attività dell'ANESV in ambito

noscesse i meriti e la funzione sociale, adoperandosi per

giornalistico, editoriale, culturale e organizzativo richie­

il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Nicola de Pirro (segretario nazionale Bruno Mancini)

derebbe lunghi capitoli. Si può concludere con la pre­ senza dell'ANESV in campo internazionale, europeo. L'a­

è pervenuto al vertice dell'ANESV ( 1 972-1 975) dopo es­

desione all'UFE , costituitasi ad Amsterdam nel

sere stato Direttore generale dello spettacolo, portando

(prima della sottoscrizione del Thattato di Roma del

una somma di notevoli esperienze. Avviò a soluzione i

1 957) , è significativa, è un'apertura verso traguardi che,

1 954

problemi dell'assicurazione obbligatoria dei veicoli e vol­

nello spirito, vanno ben oltre le finalità squisitamente

le dare nuovi impulsi per la formazione dei giovani.

economiche.

Pasquale Lopez (Segretario nazionale Agostino Vol­

E' scritto sulla bandiera dell'Organizzazione europea

pi) , anch'egli proveniente dal Ministero del turismo e

degli esercenti spettacoli viaggianti: « Il grande mondo è

( 1 977- 1 988) nel fiancheg­

il nostro campo>>. Un motto in cui sono racchiusi grandi

giare l'azione dell'AGIS in modo particolare per nuovi in­

dello spettacolo, si impegnò

valori che vanno dalla difesa di attività di antica tradizio­

terventi legislativi in favore dello spettacolo viaggiante e

ne alla umana solidarietà e civile convivenza.

66


LE PUBBLICAZIONI

ANESV-AGIS

DELL'ANESV A Firenze, durante il luglio

1 ° congresso ANESV (2 1 ,22,23

1 948) venne deliberata, fra l'altro, la creazione di

un periodico che fosse un organo ufficiale dell'Associa­

zione: «Lo Spettacolo Viaggiante d'Italia» . Per tanti anni

rappresenterà !\mica pubblicazione del settore. Sino a maggio

1 963 conserva il formato « lenzuolo», vale a dire

quello dei grandi quotidiani (cm

66x42) . Dopo tale data

la pubblicazione si presenta con una nuova impostazione

grafica e il formato rivista, l'intestazione a caratteri gotici abbreviata diventa

«Lo

Spettacolo Viaggiante» tout

court. In ogni prima di copertina appariva un'istantanea

�ONE NAZIONALE F.sERCENTI SPEITACOU VIAGGIANTI E PAROD

di attualità (p.es. il Luna Park organizzato da Felice Ma­ rinoni a Bucarest; la visita a S.S .Paolo

V1; Rita Pavone al

delfinario del Luneur; Enzo Tortora mentre intervista la bella del Luna Park con le sue

1 967; lo skotter di Giuseppe Puglié

5.000 lampadine; la settecentesca giostra a ca­

pubblicazioni belghe e spagnole e la tedesca

«Der Ko­

valli di Osvaldo Spini; la moderna autopista di Pirovano­

met». Questa, da anni , propone il monumento ai viaggia­

Boni . . . ) . La serie si conclude nel

tori caduti per la patria nei due conflitti mondiali.

1 971 con una veduta pa­

noramica di Zurigo, sede del XV Congresso UFE (Union Foraine E uropéenne) . Il prof. Tornei firma la nuova copertina ispirata a

Gli apporti pubblicitari contenuti nello «Spettacolo

Viaggiante» sono inferiori ai costi tipografici ma lo spirito

w1

di collaborazione di redattori e soci permette di evitarne

ottovolante tricolore come la bandiera italiana. Mentre il

l'appiattimento e la voce dell'ANESV ha registrato i fatti

il secondo evidenzia una foto di attualità in

menti statutari, disposizioni legislative e circolari applica­

primo dei due cerchi che formano 1'8 contiene il titolo

della rivista,

carattere con un articolo interno. Con il numero speciale

111176 dedicato al XIX con­

gresso UFE appare una nuova copertina, sempre ad ope­ ra del Tornei, raffigurante una giostra stilizzata di cui va­

salienti associativi e del settore: cariche sociali, linea­ tive, attività dei grandi parchi di divertimento, resoconti delle fiere specializzate, normative fiscali, premiazioni, concorsi e così via. Dal

1 995 «Lo Spettacolo Viaggiante» cambia nuova­

rierà il colore di fondo per ogni edizione. «Lo Spettacolo

mente veste e, coerente con questa nostra società del­

Viaggiante» non é la sola testata di notiziari settoriali a

l'immagine, la sua copertina sottolinea fotograficamente

presentare sempre la stessa copertina: basti vedere le

alcune delle notizie sviluppate all'interno del periodico.

67


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Gioco detto della Ramasse. CRSB

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Alla ricerca del tempo passato «Osservando ciò che comprendere quel che

è antico, è moderno»

Massima giapponese

Guardiamoci indietro: perché stupirsi se ancora all'inizio del XX secolo un pubblico folto di qualsiasi ceto era pronto a meravigliarsi e a pagar denaro sonante solo per vedere un elefante o una giraffa, un nano o una donna cannone? E' comprensibile se si pensa che allora non esistevano né mass media, né zoo, né musei, né associazioni sportive, né scuole obbligatorie, né viaggi turistici organizzati e tan­ tomeno vacanze pagate. Per cui si veniva informati sulle meraviglie o bizzarrie della natura e anche sulle più recenti innovazioni tecnologi­ che da quegli attenti imprenditori oggi generalmente chiamati dal va­ sto pubblico «giostrai» , talvolta con una sfumatura negativa. « Quelli delle giostre» preferiscono definirsi i «viaggiatori» o «la gente del viaggio » . Questi termini poetici indicano i componenti dei Luna Park e si contrappongono all'appellativo di «Circolanti» o, più moderna­ mente, « circensi» cioè appartenenti al mondo del Circo. I «viaggiatori» per primi hanno fatto conoscere ai nostri nonni e

Parata o Passarella: sfilata di personaggi che si esibivano per s trada o di fronte ad uno s tand per attirare il pubblico e reclamizzare gli spettacoli.

71


Centauro Alì Pascià. La scultura di tipica fattura inglese Spooner,

1890.

è firmata

Direttore d 'orchestra con tricorno. Atelier Mooghuys, Belgio Coll. MNATP

bisnonni e trisavoli gli spettacoli realizzati con lanterne magiche, i

fùm muti, gli automi e la fotografia, l'applicazione alle giostre dell'ener­

gia a vapore e di quella elettrica, le esposizioni itineranti di statue di­ dattiche di cera, gli organetti a manovella; hanno organizzato i primi vo­ li di mongolfiere e lanci col paracadute: tutte le innovazioni di quei tem­ pi circolavano di fiera in fiera, di paese in paese, di piazza in piazza co­ me usano dire i viaggiatori nel gergo professionale. Talvolta il pubblico rischiava di essere ingannato grossolanamente ,

per esempio quando gli si mostrava una serie di fantasiosi collage spac­ ciati per vere sirene imbalsamate, oppure quando veniva scaraventato

a sua insaputa da una giostra in uno scivolo «Belvedere» , dove il «bel

vedere» era offerto sia dalle vesti scompigliate delle sfortunate signore colte alla sprovvista sia dalle espressioni stralunate dei loro accompa­ gnatori. . .

Questi e numerosi altri episodi del genere, gustosamente descritti fra l'altro nel libro di Raymond Queneau Pierrot man ami o accennati nel capitoletto Testimonianze dietro le quinte, grazie alla memoria di un anziano «gaggio» perfettamente inserito nel mondo della gente del viaggio, possono spiegare il permanere di una certa diffidenza nei con­ fronti della figura del viaggiatore.

Nella lingua « zerga» (gergo) dei viaggiatori i «fermi» o «gaggi» o «Contrasti» sono gli uomini non nomadi. Molti «fermi», nelle zone rura­ li francesi e italiane , particolarmente in Piemonte, in mancanza di altro lavoro hanno scelto la professione ambulante, imparando a costruire da sé i «mestieri» cioè giostre e altre attrazioni a conduzione familiare. Fra le cause di forza maggiore che hanno spinto i «fermi» a «muoversi» , ve n'è una assai romantica: l'amore. Molti spettacolisti stranieri, soprattut­ to tedeschi e austriaci che nel periodo invernale non potevano eserci­ tare la propria professione nei loro paesi troppo freddi, «scendevano» in Italia, specie in Piemonte e lì avevano l'occasione di contrarre matri­

moni con persone del posto. Matrimoni misti che spiegano anche l'ori­ ginalità dei nomi esotici che caratterizzano spesso la loro discendenza.

L'amore fra fermi e viaggiatori, fra fermi e circolanti ha fatto nascere in­ tere famiglie dedite per lunghe generazioni ai Luna Park o al Circo.

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1890 ca.,


Cavallo tedesco da giostra firmato Joseph Hubner, 1914 ca., Coll. Marchal.

Conduttore di risciò per giostra.

Realizzato da Camille Soccorsi di origine italiana e tuttora vivente e operante nel sud della Francia a Tarascona.

L'occhio dell 'artista «L'unica costante della realtà

è la mutazione» Proverbio cinese

In un'Italia straripante di opere d'arte tanto numerose quanto im­ portanti, le Arti popolari rischiano spesso di essere trascurate. Que­ sto è dovuto anche all'abitudine tutta occidentale di dividere l'Arte dall'artigianato , le Arti minori dall'Arte tout court. Il voler parlare di un discorso evolutivo artistico nei Luna Park (pittura dei fondali di giostre e teatrini; pannelli per diorama; miniature sui vetrini delle lanterne magiche; scultura dei personaggi che ornano strumenti mu­ sicali, tiroassegno e altri mestieri; grafica di locandine, manifesti e pianeti della fortuna; fogli dei cantastorie; strumenti musicali; auto­

mi; ceroplastica e così via) diventa un'ardua impresa perché in Italia la bibliografia sull'arte del divertimento e in particolare sulle giostre

è scarsissima. Fra gli studi esteri più recenti e innovativi, ricordiamo la pubblicazione di Mare Grodwohl, direttore dell'Ecomuseo alsazia­ no, sull'architettura dei Luna Park, che nulla ha da invidiare per esempio alle ricerche effettuate a suo tempo da altri autori sull'ar­ chitettura industriale. Queste forme di passatempo nel nostro paese appaiono molto tar­ di rispetto alle altre nazioni. In Italia, fino agli anni '50 non esisteva­ no grandi parchi permanenti di attrazioni e perfino il termine italo­ inglese Luna Park, ormai internazionalmente utilizzato, in Italia è sta­ to adottato solo nel secondo dopoguerra. Infine, e questo discorso vale per tutta l'Europa, la maggior parte delle opere relative al tem­ po libero sono state distrutte, dimenticate o malamente ristrutturate per adeguarsi alle nuove mode o, nei casi migliori, smembrate per es­ sere vendute a caro prezzo a collezionisti e antiquari. D'altra parte il materiale stesso in cui erano costruite le attrazio­ ni non ne permetteva una lunga vita.

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Particolare dell 'organo da giostra della famiglia Zena (Coll. C. Piccaluga), costruito nella Foresta Nera a Waldkirch, uno dei siti più noti ancor oggi per questo tipo di produzione. Fabbricante

A. Ruth &

Sohn. L

=

m 5,75; H = m 2,45; P = m 1,25.

Le misure fornite rispecchiano

l 'ingombro reale dello strumento ma i costruttori hanno l 'abitudine di fornire misure inferiori perché riferite unicamente alla sola parte meccanica, che veniva poi «rivestita» e decorata a seconda delle necessifiL del cliente. Foto

Come già detto, nella maggior parte degli stati europei, l'Ottocen­ to è stato il periodo aureo delle giostre, ma non è stato un periodo

d'oro per gli italiani costretti per lunghi anni a emigrare numerosi in

altre contrade per guadagnarsi da vivere. Ecco la ragione per cui non si può fare a meno di notare -anche in questo campo- nomi pretta­ mente italiani, spesso figli di artigiani e artisti stabilitisi all'estero, quali Bacigalupo o Bacigalupi, Barberi, Berni, Bracco, Buglione, Pie­ tro Gallici, Gasparini, Gaviali, Marenghi, Ruggeri. . . a malapena ricor­ dati nel loro paese d'origine. Tanto in Italia quanto all'estero ci si im­ batte in un'ampia terminologia prettamente italiana

(bagonghi,

ban­

co, berlingozzo, carosello, ciarlatano , lazzi, legra o leggera, lotto e lot­ teria, madonnari, maneggio , orvietano , scarpoletta, Tivoli . . . ) . La creatività e l'ingegno italiani sono sempre stati doverosamen­ te apprezzati anche dai paesi stranieri, tant'è vero che, in Francia per esempio, gli spettacolisti del secolo scorso assumevano voluta-

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A. Orlandini


Lavori di restauro dell 'ottocentesca giostra appartenente alla famiglia Amedea Degli Innocenti. Come in tutte le imponenti giostre di quell 'epoca l 'organo orchestrale troneggiava al suo centro.

mente nomi d'arte italiani come sicuro richiamo per un folto e cu­ rioso pubblico. Tanto per citare uno degli esempi più famosi basti ricordare l'illu­ sionista francese Robert Houdin, ( 1 805- 1 87 1 ) , così abile da essere inviato dal governo francese in Algeria per sedare gli animi dei ribel­ li berberi intimorendoli con spettacoli di magia. Houdin fu allievo di un mago francese che però, in tournée, usava il cognome del cogna­ to italiano: Torrini. Sino alla metà del XIX secolo i baracconi erano decorati in modo sommario e naif. Le scene raffigurate avevano perlopiù lo scopo di il­

lustrare le attrazioni presentate all'interno dello stand. Le scritte e i disegni, ingenui e volutamente esagerati e caricaturali erano kitch o pop-art ante-litteram, atti a stuzzicare la curiosità dei visitatori. Un viaggiatore celebre per la sua «baracca d'entrata» di curiosità, volen­ do rinnovarne l'effetto precisò al pittore interpellato di aggiungere la

dicitura seguente:

«Autentica mummia egiziana I Champollion l'ha vista I La perizia

è stata effettuata dalla facoltà di medicina/ Presentata alla corte del­ l'Imperatore del Giappone / . . . »

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-Ma questo non significa niente !- osservò l'artista. -Appunto!- ri­ battè pronto il viaggiatore, forte della propria esperienza di acuto os­ servatore. -E proprio per questo il pubblico accorrerà a frotte!-. Ancor oggi la pubblicità da cui siamo bersagliati con tutti i mezzi è effettivamente basata sull'iperbole e il fantastico e non pochi stu­ diosi p ensano seriamente che la paternità delle prime campagne pubblicitarie sia da attribuirsi alla gente del viaggio. Addirittura c'è chi vuol fare un raffronto fra la «parata» e le mo­ derne «Sfilate» di moda, spesso provocatoria e assurda ma sicura­ mente divertente. Ma durante la Belle époque i gusti cambiano e di­ ventano più raffinati e non si può più parlare, affrettatamente, di «ciarpame da Luna Park» come lo fa, pur riferendosi a tutt'altro con­ testo, Lea Vergine, una delle maggiori critiche d'arte in Italia nel suo

Lessico delle tendenze artistiche 1 9 60-1990. Più di uno degli arti­

sti da lei nominati si sono ispirati, più o meno coscientemente, anche al mondo del Luna Park. Non ultimi gli scultori Calder, con il suo tea­

trino i cui personaggi, forgiati e animati dall'artista in persona ricrea­ no un magico e nostalgico spettacolo di arti ambulanti di antica me­ moria, e lo svizzero Tinguely che ha scritto testualmente mentre rea­ lizzava Grosse Méta Maxi-Maxi Utopia, una delle sue tipiche mac­ chine in movimento:

«Je veux faire quelque chose de gai, quelque chose pour les enjants, qui grimpent, qui sautent, j'aimerais que cela devienne bien, impressionnant, joyeux, fou et style jete foraine aussi . . . » (Voglio fare qualcosa di allegro, qualcosa per i ragazzi che si arram­ picano, che saltano, vorrei che diventasse una cosa impressionante, fes tosa, folle e nello stile Luna Park) . Si rimane stupiti di fronte alla ricchezza dei pannelli che arabe­ scavano gli stand dei mestieri fra la fine del XIX e l'inizio del XX se-

Cavallo da giostra proveniente dalla Germania come risulta dalla caratteristica decorazione laterale a sirena e dalla coda costituita dal crine di animali veri.

Coll. C. Piccaluga. Foto A Orlandini.

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Automa poveniente dalla Sala dei Ricordi collezione di strumenti musicali e altri cimeli da Luna Park del viaggiatore Carlo Piccaluga. Foto A. Orlandini.

colo. Tanto lusso esprime l'apogeo raggiunto dall'arte del divertirsi. D'altronde la nascita di un'arte fieristica vera e propria è la diretta conseguenza del successo riscontrato dalle prime giostre. E ' il periodo in cui numerosi spettacolisti, trasformatisi in accorti imprenditori alle prese con gigantesclù mestieri trasportati via treno, non si rivolgono solo alla massa popolare ma vogliono attirare anche la classe borghese . Perciò si adoperano a rivestire gli imponenti pan­ nelli di facciata con cariatidi, specchi che moltiplicano i gioclù di lu­ ce, candelabri e vetrate caleidoscopiche. Per avere un'idea dell'im­ ponenza di queste opere citiamo l'Hyppopalace, di cui oggi rimango­ no alcuni pezzi funzionanti in un ristorante, che pesava 38 tonnella­ te e aveva un diametro di 1 8 metri. Occorrevano 23 vagoni ferrovia­ ri per trasportarlo, 1 0 uomini e 10 giorni di lavoro per smontarlo e al­ trettanto tempo e personale per assemblarlo. La firma più celebre fra i' pittori dediti, più o meno saltuariamen­ te, a questo tipo di abbellimento è indubbiamente quella di Toulou­ se-Lautrec . Per la sua arnica La Goulue, che fu anche domatrice, rea­ lizzò dei pannelli in cui immortalò Jane Avril, Oscar Wilde, Maurice Guibert, Valentin le Désossé e se stesso. I dipinti obbedivano ai re­ quisiti indispensabili a quel genere di opere: tutta la scena si svolge sullo stesso livello prospettico mentre in primo piano i personaggi raffigurati devono dare l'impressione che la folla si diriga incessante­ mente a vedere l'attrazione. Una serie di trompe-l'oeil. Le decorazioni di teloni, fondali, facciate intorno ai vari mestieri, oltre a evidenziare l'attrazione che vi si svolge, devono anche essere una cornice adatta sia che la giostra o lo stand si trovi in una fiera

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affollata da altri mestieri concorrenziali sia che , al contrario, venga installata in uno spazio isolato. Allora è più che mai necessario dare l'impressione di una folla che si accalca e studiare la prospettiva in modo da allargare e allungare il più possibile il volume dell'attrazio­

Cavallo inglese da giostra. Notare il tipico elaborato lavoro d 'intarsio che co·1rre interamente il corpo del destriero, 1900.

ne da reclamizzare. Ogni diverso tipo di attrazione o mestiere richie­ de un diverso tipo di decorazione: per esempio scene di caccia per i tiroassegno, putti e pampini per le giostre stile rétro, sfilar di mostri per i trenini-fantasma . . . Ma le scene non debbono essere eccessiva­ mente realistiche. Lo ha imparato a sue spese quel viaggiatore che pretendeva una raffigurazione seria di Indiana Jones per il suo Pa­

lazzo delle risate: il pubblico in realtà preferisce una messinscena comica o grottesca e disertava quello stand così come diserterebbe un carnevale morigerato .

I più antichi tiroassegno da fiera pervenuti sino a noi sono deco­ rati con episodi delle guerre napoleoniche ma nel 1 900 i dipinti di queste attrazioni si diversificano e moltiplicano trofei venatori, cani che puntano e scene di caccia alla volpe. Nascono poi i tiroassegno con sorpresa in cui i personaggi, perlopiù caricaturali (il monaco ubriaco , il marito schiavizzato dalla moglie megera, la ballerina che solleva la gonnella mostrando le mutandine) danno vita a gustose scenette in movimento . Gauthier in Francia e Witz in Austria furono i maggiori specialisti capaci di ritagliare silhouette metalliche ispira­ te al repertorio grottesco o a quello delle immagini di Epinal: il pom­ piere , il capostazione, l'arrotino, l'uomo-orchestra, l'acrobata, il sol­ levatore di pesi. I tiroassegno da fiera sono veramente degni di nota

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Particolare di pannello decorativo di una giostra scolpito dall 'inglese Anderson, 1900 ca.


LA FIERA DELLE MERAVIGLIE

quando diventano veri e propri teatrini o vetrine animate da automi in grado di illustrare in poche rapide mosse un'intera storia. Un esempio: festa nuziale allegramente annunciata dal campanaro ma ecco apparire un'amante abbandonata con tanto di figlio appresso! Col passare del tempo lo stile che contraddistingue i soggetti da giostra tedeschi, inglesi e francesi si definisce sempre più nettamen­ te. I primi, di chiara ispirazione medioevale, presentano personaggi squadrati, con ciocche disposte simmetricamente, bardature con bor­ chie colorate o placche di rame inciso e una sella su cui svetta un'a­ quila, l'espressione dei destrieri è calma e pacata, le orecchie diritte. Coda e criniera provengono da animali veri. Talora i soggetti tedeschi sono sprovvisti di sella e scavati all'interno così che le persone non vi salgono sopra ma vi si infilano tramutandosi in novelli centauri. I cavalli inglesi, sospesi come se corressero , si ispirano al reperto­ rio Barocco. Il corpo dei destrieri è talmente decorato da sembrare interamente tatuato oppure le selle elaborate si stagliano sul manto dorato degli animali. La sovrabbondanza di intrecci e motivi orna­ mentali richiamano lo stile Rococò. Con la scoperta degli animali esotici provenienti dalle colonie il serraglio dei Luna Park si diversifica sempre più. Lo stile francese è naturalistico con un tocco ironico: spesso le espressioni dei lignei animali spettinati hanno un che di umoristico. Le selle si rifanno alle forme di quelle abitualmente usate da chi pra­ tica sport equestri. Grazie all'inventiva e all'industriosità di falegna­ mi, carradori, scultori, fabbri, decoratori, pittori, costruttori di orga­ ni da chiesa o di polene per navi, vengono modificate e inventate nuo­ ve attrazioni rese ancor più interessanti dall'applicazione delle sco­ perte e delle tecniche sempre più evolute: prima l'energia a vapore, poi quella elettrica che oltre a render più veloci le giostre le accende di mille luci. Il fantasmagorico sistema di illuminazione che farà ben presto parte integrante dei Luna Park verrà adottato pari pari da città piccole e grandi come addobbo per sagre e feste natalizie. Fra gli artisti di origine italiana tuttora viventi all'estero e precisa­ mente in Francia, ricordiamo Camille Soccorsi, classe 1 9 19, che de­ ve al padre ebanista i rudimenti della sua futura professione di scul­ tore. Durante la sua permanenza in marina effettua vari viaggi che lo influenzano profondamente e forse i suoi cavalli da giostra risentono dello stile americano. Superstite di un campo di deportazione, dopo la seconda guerra mondiale, scolpisce soggetti religiosi ma gli vengo­ no richiesti nuovamente soggetti per decorare le giostre e realizza personaggi disneyani arricchiti da svariati accessori quali tricicli, pat­ tini a rotelle e così via. Non firma le sue prime opere che però sono riconoscibili perchè contraddistinte da una specie di stemma: una margherita, intera o spezzettata. L'Italia è stata un po' il fanalino di coda in questa storia? Ma ha recuperato sul tempo perso se si pensa che attualmente molte fra le maggiori ditte fabbricanti di giostre che esportano regolarmente le loro creazioni innovative in tutto il mondo si trovano in Germania e in Italia.

Bersaglio da tiro a segno. Altezza cm 1 ,90, Germania 1 800 ca.

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La scatola magica . . . . . inquadrato burocraticamente fra i divertimenti da baraccone, il cinema aveva modi plebei che scandalizzavano le persone serie, era il divertimento delle donne e dei bambini... da Le Parole di Jean-Paul Sartre

I fratelli Lumière nacquero a Besançon ma cominciarono a svol­ gere la loro attività di celebri inventori del cinematografo ( 1 895) a Lione. Seppur perfezionata da innumerevoli altri geniali ricercatori tra cui lo stesso Edison, la portata di tale invenzione non venne ca­ pita subito e, per anni, rimase appannaggio delle attrazioni da fiera sotto i più disparati nomi e brevetti: actograph, american biograph, andersonoscopograph, animatograph, biactograph, bioscop, camera­ graph, cinecosmorama, chronophotograph, ediolascope, ekneto­ graphe, electrograph, fenachistoscopio, iconograph, isolatograph, Ki­ netografo, kinoptikon, marvelous cinematograph, mutoscope, pa­ noptikon, phantascope, photomotoscope , phototachygraphe, poìy­ scope , scenematographe , thaurnatographe, vitascope . . . Tra le prime sale cinematografiche vi furono i baracconi da fie­ ra. Erano sale decorate con gusto un po' carico, spesso fortemente illuminate. Un organo di legno, intagliato e dipinto, faceva mostra di sé accanto al botteghino. Ma il richiamo maggiore per il pubblico era la «passerella» degli artisti, animata dall'imbonitore assistito dagli inservienti. Un altro modo di avvicinarsi a poco prezzo alle brevi riprese era quello di vederle nelle singole macchinette a mo­ neta chiamate cinetoscopi e messi a disposizione del pubblico nel­ le fiere e nei Luna Park.

({ I

Vetrino da lanterna magica raffigurante una delle farfalle che si usava proiettare su ballerine sospese a fili invisibili offrendo in tal modo esibizioni difantomatiche «Aerogine» o «donne farfalle» e «danze se1-pentine».

·

I'

Lanterna magica e, a fronte, immagine proiettata.

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LA FIERA DELLE MERAVIGLIE

Grazie alle riprese cinematografiche si capiranno i meccanismi, sfuggiti all'occhio umano, della locomozione degli animali che corro­ no. D'ora in avanti pittori e scultori, anche quelli dediti alla realizza­ zione degli animali da giostra saranno in grado di offrire una produ­ zione più aderente alla realtà. «Prima dei Lurnière, per secoli, migliaia e migliaia di anonimi viag­ giatori ambulanti, con la semplice dotazione di una lanterna magica a tracolla (ed è alle caratteristiche delle lanterne magiche che si ispi­ ra per maneggevolezza e formato anche l'apparecchio tuttofare dei Lurnière) con un organetto o un tamburo , avevano intrecciato le lo­ ro strade con i venditori di almanacchi, di pianeti della fortuna, di lu­ nari, coi venditori di stampe, che partivano spesso dalle montagne del Veneto e del Trentino spingendosi sino alle più remote località dell'Europa settentrionale e orientale» ricorda Gian Piero Brunetta, uno dei massimi esperti di cinema e pre-cinema; e prosegue: «Questi viaggiatori infaticabili non mancavano ad alcun appuntamento popo­ lare e partecipavano, in modo non certo marginale, alla costruzione di quel sistema di trasmissione della cultura popolare di cui si sono per ora indagati alcuni aspetti e caratteristiche ideologiche, ma non si è ancora definita l'articolazione e la morfologia . . . Rispetto alle altre

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forme di cultura e di editoria popolare la caratteristica della lanterna magica è la sua capacità di penetrazione interclassista anche in luo­ ghi tradizionalmente riservati a forme di spettacolo alto . . . Le imma­ gini in movimento del cinema sono la continuazione di una memoria visiva e il corrispettivo di una memoria orale, ben radicata nelle tra­ dizioni popolari. . . Il luogo d'eccellenza della lanterna magica resta la piazza, il momento della grande socializzazione popolare come la fe­ stività religiosa, la sagra, il mercato, la fiera. Frati e ciarlatani, signo­ ri e bambini, nobili e popolani usano o si accostano alle immagini of­ ferte dalle lanterne, attratti dalla promessa di viaggi meravigliosi nel­ lo spazio e nel tempo. Preceduto dal Kinetoscopio Edison, il Cinematografo Lumière fa il suo ingresso ufficiale in Italia il 1 3 marzo 1 896 a Roma. Sempre in quell'anno Italo Pacchiani presenta alla fiera annuale di porta Geno­ va, a Milano, il suo "baraccone delle meraviglie" dove "fra tanti sten­ dardi e pochi centesimi è finalmente possibile vedere il cinemato­ grafo". Con Pacchiani si apre al cinema la lunga strada dei successi popolari nelle fiere, nei mercati, nelle sagre paesane o almeno si alli­ nea e continua una grande tradizione di spettacoli di piazza e viag­ gianti. . . I programmi cinematografici di questi fieraioli hanno lo stile, i colori e le forme grafiche dei foglietti di canzoni popolari, dei pia­ neti della fortuna che tipografie popolari come quella di Pennaroli fa­ cevano circolare in quantità nelle campagne. » L a famiglia Zamperla è stata una delle primissime fra l e grandi di­ nastie di viaggiatori italiani a diffondere il cinema in fiera avvalen­ dosi della collaborazione di numerosi familiari spesso musicisti di notevole talento , necessari a sottolineare musicalmente le fasi sa­ lienti delle proiezioni mute.

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A sinistra. Manifesto anonimo per reclamizzare l 'Aerogina o «donna volante». A destra. Manifesto prodotto

da

Méliès per «La conquista del Polo». Da Il était une fois la fete foraine de A

à Z.


LA FIERA DELLE MERAVIGLIE

Il cinema può esser anche il surrogato di altre forme di spettaco­ lo. Un esempio ci è dato da Leopoldo Fregali al quale i Lumière con­ cedono di registrare, dal 1 898 alcuni numeri del suo repertorio di tra­ sformista. «La serie di brevi scenette che lo vedevano come unico protagonista (Fregali al caffè , Fregali al ristorante, Una burla di Fre­ gali, Fregali dietro le quinte) vengono presentate in una sezione ap­ posita del suo spettacolo -che prende il nome di Fregoligraph- in tut­ te le maggiori città europee. » Quando il cinema diventa autonomo non dimenticherà del tutto il Luna Park e ne parlerà, da vicino o da lontano in molti film di tutti i generi, dal sentimentale al poliziesco e anche cartoni animati (molto interessanti alcuni della serie Merrie & Melodies in bianco e nero) . Fra i maggiori registi che hanno guardato con sensibile attenzione il mondo dello spettacolo itinerante ricordiamo l'ineffabile Jacques Ta­ ti (Jour de jéte; Parade) , il poeticissimo Marcel Carné con i suoi Amanti perduti (Les Amants du Paradis) il Fellini ora commoven­ te ora grottesco (La strada, I clowns) , il caricaturale Festa Campa­ nile con Il petomane, solo per citarne qualcuno. Lastra di lanterna magica, paesaggio di Puesch, fotografia D. Adam, MNATP, Parigi.

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Giostre e giostrine Conservare l 'infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere il piacere di capire la voglia di comunicare. Bruno Munari (*)

Questo paragrafo si rivolge non solo ai bambini veri e propri ma anche a quel bambino che è rimasto in noi, più o meno ben nascosto. Come si diceva, inizialmente le giostre a cavalli di legno sono un surrogato degli antichi spettacoli costituiti dai combattimenti caval­ lereschi. Fino alla fine del secolo scorso le giostre non erano affatto disdegnate dagli adulti, anzi erano riservate proprio a loro. Impettiti signori con tanto di cravatta e mustacchi si mettevano a cavalcioni dei lignei destrieri con al fianco la propria dama, più comodamente installata in una poltroncina appositamente costruita. Ma col passa­ re del tempo e il modificarsi dei gusti e soprattutto col soprawento delle tecnologie che aumentano la potenza e la velocità di tutti i con­ gegni meccanici a cui vengono applicate, anche i mestieri cambiano. Le classiche vecchie· giostre dette familiarmente «calcinculo» o sempli­ cemente «Calci» nel gergo dei viaggiatori e che invece nella lingua fran­ cese vengono chiamate più romanticamente «gioco degli anelli», si di­ versificano e diventano così vorticose che già all'inizio del 1 900 rischia­ no di essere pericolose per i bambini. Vengono quindi studiate e messe in commercio giostre di dimensioni ridotte e abbastanza lente, adatte ai più piccini. Le giostrine più ricercate recano la firma dello scultore fran­ cese Gustave Bayol ( 1859- 1 93 1 ) . Con un diametro di 6 metri e con or-

La figlia dello scultore francese Gustave Bayol a cavalcioni di un maialino scolpito dal padre (18591 931).

Giostre-giocattolo. CRSB, Milano.

(*) L:eclettico artista Munari: designer, gra­ fico , pittore, scultore, docente, architetto honoris causa, scrittore per grandi e piccoli, PETITS CHAAIOTS AEPRtsafTANT LEI "EUX DE BAOUE i•o •i:L • t Tu t . .... .. .. .. L • C • 1>'c • r.o • • •CA•T • • t r"ou :

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è qui ricordato soprattutto per aver messo

a punto un metodo didattico per lo sviluppo della creatività infantile.

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LA FIERA DELLE MERAVIGLIE

namentazioni così raffinate da essere ribattezzate «manèges-bijoux» (giostre-gioiello) questi raffinati giocattoli sono ormai contesi da anti­ quari e collezionisti. In Italia il primo ideatore di giostre miniaturizzate (aerei, auto-scontro ed altri soggetti ancora) è stato Antonio Zamperla fondatore dell'omonima ditta vicentina. E , a proposito di giocattoli, chi ricorda più che i vari pupazzi che rappresentano un coniglietto-tamburi­ no alludono probabilmente ai viaggiatori in fiera? Infatti il personaggio che guidava la parata o passerella cioè il battage pubblicitario di allora, per richiamare l'attenzione della folla con una lepre addestrata che suo­ nava un tamburo battendovi ritmicamente sopra con le zampe. Oltre alle altalene e ai dondoli, di antichissima memoria, oltre alle varie attrazioni, stagionali nelle località turistiche o permanenti negli spazi riservati all'infanzia o nei Luna Park stabili quali il Prater di Vienna o il Coney Island di New York, e gli italianissimi Gardaland, Mirabilandia di Savio di Ravenna, Italia in miniatura della famiglia Rambaldi a Rimini, il parco acquatico Aquafelix di Civitavecchia, e al­ tri ancora (reperibili sulla rete Internet) , un altro motivo di richiamo per i più piccoli è offerto dalle bancarelle di dolciumi, indissolubil­ mente legate alla nozione di festa e di spensieratezza.

Giostra miniaturizzata con accompagnamento di musica meccanica. Coll. Carlo Piccaluga. Foto A. Orlandini

Dolciumi e torroni Sino al Medioevo l'unico alimento dolcificante era fornito dal mie­ le. Anche per quei fortunati che , contrariamente alla maggioranza, potevano sfamarsi a sufficienza, le spezie e il miele rappresentarono a lungo un piacere raro e ricercato. Entrambi gli ingredienti si trova­ no abbinati nel tipico «pan pepato» , noto in tutta Europa sotto di­ versi appellativi ma con ricette molto simili. Nel XV secolo i Venezia­ ni cominciarono a irnportare lo zucchero dall'isola di Creta, dove si coltivava la canna da zucchero. Creta si chiamava allora Candia: da

La signora Gelsomini, venditrice di zucchero filato. Foto Carlo Piccaluga.

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qui deriva l'aggettivo «candito» . Dal XVII secolo sino alla Rivoluzione francese lo zucchero invece proviene dalle Antille, poi quando viene messa a punto la tecrùca di raffirtazione della bietola, questo alimen­ to è finalmente alla portata di ogrù borsa. Ciononostante rimane as­ sociato all'idea di golosità e di superfluo: non viene consumato per appetito, ma per puro piacere. Nelle Fiere spesso a questa gioia si ag­ giunge la possibilità di assistere alla folkloristica preparazione dei va­ ri dolci, croccanti o morbidi, variopinti e profumati, dove ogrù addet­ to è contemporaneamente «battitore» , cioè dà spettacolo mentre la­ vora e vende la propria mercanzia. Ogrù festa, ogrù paese, ogrù cittadina ha i propri dolci tradizionali che sono spesso uno dei mezzi di esprimere la religiosità popolare: gli esempi sono molteplici e non si possono ricordare tutti in poche righe . Citiamo, fra quelli più trascurati, probabilmente perché così goffamen­ te tozzi da sembrare malriusciti le «Beatine» di Ghemme, informi dol­ cetti da sagra che ricordano vagamente i fusi con cui è stata martiriz­ zata Santa Panacea, protettrice della cittadina piemontese. Più noti in­ vece i «canestrelli parigirù» che in realtà sono tipici dolci belgi e fran­ cesi (J;aufres) , i «tiramolla» , le caramelle a righe colorate, le mandorle tostate, dolcificate e «perlinate» , i «berlingozzi» (tetramente defirùti da un freddo vocabolario «Caramelle a forma tetraedrica») che pur essen­ do italiarù sono forse più noti in Francia perché, nel 1 890, un certo Maxirnilien, ex fabbricante di fiammiferi, si mise a produrli e far vende­ re questi berlingots dalla sua bellissima moglie soprannominata la Mi­ gnonne (carina) che divennero notissimi col nome di Berlingot Mi­ gnon . . . Un appunto particolare merita lo zucchero filato: si legge nel li­ bro Dalla Fiera al Luna Park che in Italia queste «nuvole di zucche­ ro» comparvero per la prima volta, nel 1 906, a Udine, portate rùentedi­ meno che da Buffalo Bill, alias Capitano Cody, quando girava il mondo per presentare il suo celeberrimo show al seguito del Circo Bamum.*

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(*) Liberamente tradotto d a Il était une

jois lajetejomine

de A à Z di Zeev

RMN.

...

Gourarier, 1 995, éd.


Musica Maestro.! «L'uomo che non ha musica dentro di sé ed è insensibile agli accordi delle dolci melodie, è pronto per tradimenti, stratagemmi e rapine» Shakespeare,

Il mercante di Venezia

Cerchiamo di immaginare l'ambiente di una grande festa popo­ lare a cavallo fra l' '800 e il '900: ovunque gli imbonitori convoglia­ no a suon di grancassa la folla che si raduna per ammirare la «pa­ rata» che si svolge di fronte all'ingresso di ogni «baraccone» o «Ca­ sotto » . C'è chi ricorre a megafoni e chi forma vere e proprie orche­ strine dove gli ottoni hanno voce preponderante e coprono gli altri suoni della festa. In mezzo a tanto frastuono l'esile richiamo della campana che preannuncia l'inizio di un nuovo giro in giostra rischia di restare inosservato. Per ovviare a questo inconveniente i viag­ giatori ricorreranno agli organetti la cui musica gradevole scandirà il movimento delle giostre. Una fiera senza organetti diventerà im­ pensabile, poi questi strumenti cadranno in disuso col sopravvento

Organo tedesco da giostra dei primi del '900. Strumento a cilindro di legno dentato con lettore pneumatico a scarica indiretta di 93 fori. Canne in legno ad anima e ad ancia. Le canne in metallo della facciata sono soltanto ornamentali. (}rancassa, tambw-ino, piatto. Fabbricante: A.Ruth & Sohn, Waldkirch. Prop'l-ietm-io: Gianni Zena, esposto nella collezione di C. Piccaluga.

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degli annunci al microfono e della musica diffusa dagli altoparlanti. « Molti organi sono andati distrutti o dimenticati dalla seconda guerra mondiale salvo poi essere venduti a caro prezzo ad appassio­ nati antiquari e conoscitori. Solo più tardi alcuni proprietari delle gio­ stre si sono ricordati dei loro organi impolverati e li hanno fatti re­ staurare portandoli nuovamente in giro nelle piazze, purtroppo più per decorazione che per la musica. In Italia e in tutta Europa le me­ lodie di Verdi sono diventate famose, anche al di fuori dei teatri liri­ ci, proprio grazie agli organetti a manovella. » « Fra i tanti fenomeni di costume che caratterizzarono l'Ottocento quello della musica meccanica fu uno dei più duraturi . . . » si legge nel catalogo sulla rassegna Scatole sonore in mostra realizzata a Torino nel 1 995 dalla Camera di Commercio che espose gran parte dei rari e preziosi oggetti della Collezione di Carlo Piccaluga, appartenente a una delle più antiche e note dinastie di viaggiatori piemontesi. « Il diffondersi dell'opera lirica e, in un secondo tempo, dell'ope­ retta, -prosegue il curatore del catalogo- moltiplicarono il consumo di arie e romanze anche in occasione di fiere o di feste popolari . . . Pianole e pianoforti meccanici entrarono, per restarvi stabilmente lungo parecchi decenni, nei cafés-chantant, nelle birrerie, nei ri­ storanti, mentre gli organetti -detti «di Barberia» dal nome del (presunto) primo costruttore, l'italiano Barberi o Barbieri- destina­ ti ad eseguire musica all'aperto , furono i padroni incontrastati di fiere e feste popolari. Alcuni di essi, di dimensioni particolarmente grandi, erano utilizzati per allietare il sempiterno moto della gio­ stra . . . L'organetto di Barberia rappresenta l'evoluzione dell'organo idraulico rinascimentale . . . Con il tempo le dimensioni dell'organo di Barberia si fecero più grandi; rulli di diametro maggiore consenti­ vano l'esecuzione di brani di maggior durata; alle canne venivano

Automa per organo da giostra con copricapo a forma di felino. Belgio, 1875. Da Il était une fois la fete foraine de A à Z .

Organo orchestrale per giostre e fiere. Fabbricante: A. Ruth & Sohn, Waldkirch, Baden. Anno di restauro 1 984. Funzionamento meccanico con attuatore pneumatico a scarica indiretta con lettore a 65 fori di cui almeno 4 di servizio. Canne ad anima e ad ancia. (}rancassa, tamburino e piano. Coll. Sala dei Ricordi di C. Piccaluga. Foto: A. Orlandini.

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aggiunti altri strumenti quali il tamburo, le nacchere, i piatti, i triangoli, i campanelli. Di questi apparecchi, che contemplando pa­ recchi strumenti venivano denominati « Orchestrion» se ne costrui­ rono di giganteschi. Gli orchestrion furono utilizzati principalmen ­ t e nelle fiere p e r fornire l'accompagnamento musicale alle giostre. Di solito , sulla facciata decorata fastosamente a colori vivaci, erano sistemati degli automi che mimavano il movimento degli strumenti o battevano il tempo» . Gli organi da Fiera, ie1i come oggi, si possono ammirare regolarmente funzionanti all'Oktoberfest di Monaco, e nelle periodiche Fairground (fiere del suono) inglesi o in occasione di raduni di auto e mezzi mecca­ nici d'epoca. Si trovano anche in w10 dei più grandi musei europei di Stru­ menti Musicali Meccanici come quello di Savio, in provincia di Ravenna e vengono prodotti o restaurati in alcuni centri specializzati, per esempio nella Foresta Nera a Waldldrch o in Francia a Vienne e a Tolosa. Quando nel 1 8 0 1 il lionese Joseph Marie Jacquard mise a punto un sistema di schede perforate per la riproduzione meccanica di di­ segni per la tessitura non pensò cli certo che la sua invenzione avreb­ be dato un apporto utile anche in campo musicale! Un altro lionese, certo Claude Félix Seytre avrebbe adattato, 40 anni dopo, la sua in­ venzione a uno strumento cli musica automatica: «Applicando il si­ stema inventato da Jacquard fu possibile sostituire il rullo a denti con una banda di cartone perforata, la quale oltre a poter essere costrui­ ta della lunghezza richiesta dal singolo brano musicale consentiva an­ che di ottenere sonorità più ampie , di durata proporzionale alla lun­ ghezza della perforazione» . Dopo il 1 860 perfino nei lontani Stati Uniti inizia la realizzazione

Organo orchestrale per giostre e fiere. Fabbricante: Gebriider Bruder, Waldkirch, Baden. Fine '800. Da restaurare. Funzionamento meccanico con attuatore pneumatico a scarica indiretta con lettore a 57 fori di cui almeno 4 di servizio. Canne in legno ad anima e ad ancia. Grancassa, tamburino e piatto. Proprietario Fm-ruccio Livero, esposto nella Sala dei Ricordi di C. Piccaluga. Foto: A. Orlandini.

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di pianole funzionanti secondo questo principio che venne applicato agli organi solo alla fine del XIX secolo dal modenese Ludovico Ga­ viali (Cavezzo 1 807-Modena 1 875) che arricchì la musica popolare e le Fiere con i suoi strumenti riconoscibili per la fattura accurata ed elegante. Realizzò fra l'altro un organo per la cappella di corte di Eli­ sabetta II di Spagna e fondò in Francia la nota ditta Gaviali & C . Ce­ lebre il suo «Carro con l'organo dagli automi suonanti» che fece ac­ correre grandi folle in tutte le località dove venne esibito. A proposito di Gaviali, Giancarlo Pretini annota nel suo libro Dal­ la Fiera al Luna Park che in Inghilterra 1'Illustrated London News del 1 846 scrisse quanto segue: « . . . è arrivato un organo mostro della strada ad aggiungersi alla nostra giornaliera tortura. Proviene dalla prolifica fabbrica Gaviali di Modena e costa 1 50 sterline. E ' trainato da un cavallo vero e ci sono due uomini al suo servizio, affinchè pos­ sa sviluppare in pieno tutte le sue risorse orchestrali» . L'organo meccanico è stato preso come simbolo per ricordare tut­ ta la «gente del viaggio» scomparsa: nel 1 983, Carlo Piccaluga ha inaugurato a Genova il «Monumento itinerante al viaggiatore» costi­ tuito da un festoso organo funzionante realizzato per percorrere le strade della penisola e per sostare in tutte le «piazze» (città nel ger­ go dei viaggiatori) delle fiere e dei Luna Park. Ulteriori notizie sui Gaviali si leggono in Manèges d'autrejois e in Il était unefois la jeteforaine. . . de A à Z di Gourarier che ricorda: «In Germania la Ditta Bacigalupo , fondata nel 1 867 è una delle tante concorrenti dei Gaviali, fu una delle rare botteghe private autorizza­ te a Berlino Est. ( . . . ) Luigi Bacigalupo nel 1 904 verrà chiamato negli Stati Uniti per costruire organi adatti alle giostre di Gustave A. Dent­ zel. Quando Anselm Gaviali succede a Ludovico, la Ditta verrà tra-

Organo meccanico sinfonico orchestrale per giostre e fiere. Fabbricante; Gebriider Brudm� Waldkirch, Baden. Fine '800- inizio '900. Anno di restauro: 1 988. Funzionamento meccanico con attuatore pneumatico a scarica indiretta. Lettore a 78 fori di cui 1 O di servizio. Canne in legno ad anima e ad ancia. Grancassa, tamburino, piatto. Strumento dotato di 9 statuine di cui 7 in grado di compiere movimenti semplici sincronizzati con brani musicali in esecuzione. Importato in Italia dalla famiglia Campese nel dopoguerra, passato in proprietà di C. Piccaluga. Si tratta del pezzo più imponente della collezione con quasi 6 metri di lunghezza, un 'altezza di 3,40 m e una profondità di 1 , 60 m. Pagina a fronte:

Orlandini.

Particolar-i. Foto A.



sferita in Alsazia e rimarrà distrutta da un incendio. Per ripristinarla Anselm si rivolge ai migliori talenti. Nel 1 892 mette a punto l'organo a schede abbinato al sistema pneumatico destinato alle giostre e ai balli all'aperto . . . Gli organi delle giostre sono i più robusti e i più so­ nori. Malgrado il successo degli organi a schede i Gavioli, nel 1 90 1 , non riescono a far fronte alle spese necessarie per le innovazioni e uno degli associati, Marenghi, abbandona l'impresa con alcuni fra i mi­ gliori operai per fondare una nuova ditta utilizzando i segreti di fab­ bricazione degli ex padroni. Quando i Gavioli cominciano ad essere in difficoltà, nel 1 900, gli organi Limonaire riconquistano il mercato francese. La competen­ za acquisita da alcune ditte che lavorano anche per la Chiesa spie­ ga forse l'eccezionale qualità delle sculture ornamentali di questi strumenti, simili all'arte statuaria a tutto tondo: nei suonatori di triangolo o nei direttori d'orchestra coperti con pelle di gatto e dal­ le braccia e dalla testa animati meccanicamente , non si rileva nes­ sun errore nelle proporzioni o negli atteggiamenti. Oltre agli orga­ ni dei grandi mestieri, che possono avere perfino 1 00 tasti e la fac­ ciata arricchita con automi, le ditte propongono strumenti più mo­ desti adatti a giostre di qualsiasi dimensione. In Francia la ditta Li­ monaire si fa conoscere soprattutto grazie a questa possibilità e i suoi strumenti diventano addirittura sinonimo di organetti di Bar­ beria, col rischio di far dimenticare che questa stessa ditta co­ struisce pregevoli giostre e fa scolpire i soggetti che le ornano. La fama di Limonaire relega nell'ombra le altre fabbriche i cui organi erano richiesti per la l oro monumentalità: i Gavioli, i Marenghi o i Gasparini, oppure i belgi Mortier, Hooghuys e Verbe ek .» Un tocco tutto italiano, che ha sottolineato e sottolinea tuttora gli eventi popolari, è offerto dalla Banda musicale. E bbene , come giustamente ricorda Pretini, «appena è stato possibile nel recinto della Fiera e del Luna Park è entrata, festosa e a pieno diritto, la Banda musicale! Non l'orchestra o i complessi con i suoni dolci . . . ma la Banda, quella con lo strepito inebriante degli ottoni; cioè proprio la "Musica", ed è emblematico, come la chiamava il popo­ lino» .

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A sinistra. Organo da giostra francese fabbricato da Gasperini. Durante l 'esecuzione musicale le colonne a tortiglione girano su se stesse dando l 'illusione di una cascata in movimento. Ultimo acquisto della Coll. C. Piccaluga. A destra. Autopiano a cilindro. Fabbricante; Chiappa, Torino. Fine '800. Anno di restauro: 1 990. Funzionamento meccanico a manovella con cilind1·0 in legno dentato. Dispone di 20 note e 8 motivi diversi. Coll. C. Piccaluga. Foto A. Orlandini


Le professioni della piazz a dal cav adenti al burattinaio Chi abbia costruito e poi agitato per la prima volta u n simulacro umano cercando di dargli un movimento c h e esprimesse vitalità, n o n

è dato di saperlo. Probabilmen­

te quel pupazzo era protagonista cli qualche rito magico propiziatorio. Non sembra un caso che in alcune zone d'Italia il Bu­ rattino

è eletto «Magatello» con questa radice «maga»

che fa trasparire un antico significato. Ancor oggi d'al­ tronde esistono pratiche stregonesche che usano pu­ pazzetti trafitti eia spilli per mandare accidenti a perso­ ne odiate. In questa sede però le origini magiche ci interessano poco, la sola magia che vogliamo prendere in considera­ zione

è quella della teatralità popolare viaggiante nelle

Vettura di un cavadenti ambulante, 1 850 ca. Musée de la voiture, Compiègne (RMN, Réunion des Musées Nationaux). Le altre immagini che illustrano questo capitolo sono della collezione Martini.

sue varie discipline, soprattutto quelle riguardanti il teatro d'animazion e , alcune delle quali hanno avuto no­ tevole ruolo sulle piazze e nelle fiere .

Ogni specificità in italiano ha un suo nom e : Mario­

nette quelle mosse a fili, Pupi quelli animati con spran­ ghe rigide, Burattini quelli a guanto, Ombre (o ombre cinesi) se proiettate in trasparenza, Fantocci certe ma­ rionette mosse dal sotto con spranghe e con le gambe penzoloni, Pupazzi a tavoletta (o Ballastelli) quelli che per mezzo di spaghi o asticelle ballano a tempo sulle no­ te dei musici. Anche la struttura scenica cambia a seconda del ge­ nere: baracca o castello per burattini e fantocci, ponte sopraelevato per marionette e pupi, schermo semitra­ sparente per le ombre, cielo aperto per altri generi. Nel­ la storia dello spettacolo viaggiante il teatro d'animazio­ ne si affianca a saltimbanchi, ciarlatani, commedianti, musici, cavadenti e imbonitori con funzione cli richiamo. Sino al

1 500 nelle piazze sono prevalenti i burattini,

agili, cli esiguo impianto scenico, di facile mobilità, ma­ novrati eia una sola persona (talvolta due) ; la marionet­

ta più complessa e raffinata compare più tardi, verso il

1 600, la sua esibizione richiede un impegno più onero­ so, con l'impiego

di più persone e mezzi di trasporto; più

rara la presenza d i altre forme .

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Tutti questi tipi di teatro, così come la Commedia dell'Arte e la saltimbancheria, hanno origini antichissi­ m e , dalla cultura greca e poi romana si strutturano in Italia per poi diffondersi in tutta E uropa, adattando i personaggi e le vicende ai diversi costumi locali. Nella separazione tra cultura colta e cultura popola­ re così come si viene a determinare tra Medioevo e Ri­

culture si s eparano ancor di più, per i nobili diventa sconveniente assistere agli spettacoli popolari. Se per molto tempo

il teatro viaggiante si rivolge al

suo pubblico senza distinzione d'età, verso la fine del­ l'Ottocento alcune compagnie marionettistiche s i siste­ mano in vere e proprie sale teatrali e rivolgono partico­ lare attenzione al pubblico infantil e .

nascimento al teatro d'animazione viene riservata im­

Il fenomeno è determinato anche dal sistema censo­

propriamente la definizione di teatro minore, anche se

rio, la trasgressione e l'irriverenza proprie della satira

in realtà le esigenze attorali e di tecnica scenica sono

non sono più tollerate, i gendarmi esigono di leggere i

assai complesse e richiedono grande maestria. Ma nella «piazza» a quale pubblico si rivolgeva il tea­ tro dei b urattini e delle marionette?

copioni, vietano ciò che a loro giudizio è «pericoloso » , per comici, burattinai e marionettisti l o spazio s i re­ stringe, al teatro del dissenso si sostituisce quello del

Come per tutta la teatralità viaggiante non c'è un confine generazionale: adulti, bambini e ragazzi assisto­

consenso, il pubblico dei bimbi diventa un'oasi, un rifu­ gio rimediato.

no assieme a questi spettacoli, così come non c'era dif­

Infatti è di quel periodo la metamorfosi sociale, dal­

È solo dopo il 1 600

la società contadina si passa a quella industriale, nelle

ferenza di ceto o di livello culturale .

che inizia il boom della costruzione dei teatri pubblici,

fabbriche entrano tutti, uomini e donne, i loro bimbi ri­

ciò che prima avveniva solo nelle residenze dei nobili si

mangono affidati a se stessi, la loro indipendenza diven­

sposta nelle sale teatrali e l'evento spettacolare diventa

ta un problema, la scuola diventa un'esigenza per tutta

la grande occasione d'incontro per l'aristocrazia. Non c'è più la «piazza» per tutti, a questa rimango­ no le classi inferiori, per i potenti ora ci sono i teatri: le

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la popolazione, il bimbo diventa una «novità» della qua­ le farsi carico al di fuori della famiglia. Se per i bambini nasce un mercato dello spettacolo,


il trattenimento sulle piazze non si specializza e rimane

stra fa recitare il burattino, il dialogo avviene tra il bu­

per tutti, senza differenze d'età, ma lentamente il teatro d'animazione si stacca e va verso il pubblico dei ragazzi

rattinaio stesso che porge le battute e il burattino che le dice, una recitazione a due voci, come per i ventriloqui,

ed è anche in sensibile declino, sono pochi gli artisti di

che ha dato presumibilmente origine al termine «spalla». La baracca è molto piccola per i guarratelli, diffusi

valore, per molti la qualità non esiste, al teatro popola­ re si sta per sostituire il cinematografo. I tempi cambiano, nelle fiere sono apparsi dei curiosi

maggiormente al sud, fatta apposta per poterla sposta­ re rapidamente senza doverla smontare.

cassoni e al loro interno si possono vedere le immagini

I burattini in gergo sono dette «teste» e se quelle

della «lanterna magica» , ultimo ritrovato della scienza ot­

meridionali sono piuttosto piccole, quelle del nord sono

tica, antenata del cinema, il quale, quando arriverà sarà

più grandi, soprattutto quelle bergamasche, di notevole

muto e saranno proprio i burattinai a portarlo sulle piaz­

dimensione, molto vicina a quella della testa umana.

ze e nei villaggi perché loro, abituati a recitare a più voci,

Il burattinaio non recita a copione, ma a canovaccio,

sono particolarmente adatti a dar voce agli attori; non

cioè seguendo una scaletta riassuntiva delle diverse

sanno che quella novità sta per diventare il grande con­

scene, la durata di ciascuna delle quali dipende dal pub­

corrente della loro teatralità: dall'artigianato si passa al

blico, più si diverte e più si allunga grazie alle improvvi­

prodotto industriale, lo spettacolo non viaggia più, viag­

sazioni del burattinaio, in caso contrario la si cambia.

mate o lozioni, vendono lo spettacolo: si paga il biglietto.

paese la sera prima della fiera, andare in una locanda e

Il Circo ricostruisce la «piazza» sotto il tendone, in­

ascoltare pettegolezzi: il giorno dopo il canovaccio sarà

giano le pellicole di sala in sala, i fùrn non vendono po­

Una delle tecniche più usate è quella di arrivare in

stato adattato alle vicende locali, gli amanti avranno no­

venta grandi spettacoli itineranti, la stessa cosa la fa il marionettista Vittorio Podrecca che porta in molti teatri

mi

del mondo un super spettacolo ricco di quadretti folclo­

quel posto, i prepotenti avranno similitudine a quelli cit­

ristico-musicali con il contributo di diversi artisti di

tadini e così per sbirri e strozzini.

grande valore.

professionali simili a quelli di amanti chiacchierati in

Satira quindi, e vita pericolosa, può infatti capitare

Ma torniamo alle origini, quando i burattini alias ma­

che le persone prese di mira si vendichino e al povero

gatelli, fracurradi, tutui, guarratelli o gioppini agivano

burattinaio arrivi tra capo e collo una sonora bastonatu­

sulle piazze. Inizialmente il burattinaio non ha nemmeno

ra se non peggio.

la baracca, recita tenendo con la sinistra un lungo man­

Ma non c'è punizione che faccia desistere questi pro­

tello che faccia da boccascena, dietro al quale con la de-

tagonisti dello spettacolo viaggiante, la componente li-

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b ertaria del loro carattere è troppo importante, la loro è

spandono quindi a criteri di economicità pur avendo

una scelta di vita.

una gestione ben più cara di quella del burattino.

La «piazza» si anima per le fiere, le feste civili e re­

Oggi certe figure di piazza sono scomparse o si sono

ligiose, il carnevale, i mercati e le occasioni politiche

totalmente modificate. Sia sufficiente pensare all'ante­

con le loro conflittualità, ogni occasione è buona per

nato imbonitore all'angolo di una strada nel Medioevo e

esercitare commerci e ad attirare l'attenzione ci pensa

confrontarlo con il suo discendente che vende mercan­

lo spettacolo.

zie dal video. Quello di oggi è w1 divo, conduce una vita

Il burattinaio fa da richiamo per vendere pomate e

ben diversa da quella del suo storico predecessore. Il

lozioni, aiuta il cavadenti e con le urla delle sue teste di

pubblico è cambiato numericamente, dalle decine di

legno copre quelle dei pazienti. Sino alla fine del XIX se­

persone si passa alle centinaia di migliaia, e lo si rag­

colo i cavadenti viaggiavano in carovane spesso ricca­

giunge a domicilio tramite le telecamere.

mente decorate e praticavano la loro arte sui ponti o

I baracconi dei fenomeni non ci sono più, le loro fun­

nelle fiere, organizzando vere e proprie parate o «in­

zioni parascientifiche o di semplice stimolo di curiosità

canti» per richiamare l'attenzione di possibili clienti.

sono annullate dal cinema e dalla televisione, lo stesso

Se l'estro artistico corrispondeva all'abilità terapeu­ tica dimostrata da questi personaggi, il re dei cavadenti

discorso vale per gli animali esotici, anche se il leone,

l'elefante o il bisonte visti dal vivo possono dare qualche

-in Francia- fu di certo un tal Laurent Mourguet che, al­

emozione, oggi il video ce li ha fatti conoscere nel loro

la fine del secolo scorso, creò le celebri marionette: gui­

ambiente naturale assieme a panda, koala, ornitorinchi

gnol, gnafron e, probabilmente, anche madelon che so­

e gorilla. Se i prestigiatori e illusionisti oggi sono prota­

no ormai inseriti nel folclore lionese così come gianduja

lo è a Torino !

gonisti del video e dei grandi teatri, nelle strade agisco­ no ancora piccoli biscazzieri clandestini: ombrello aper­

La marionetta arriva dopo e si ferma p o c o in piazza,

to per tavolino, tre carte mosse con destrezza, un nutri­

il suo allestimento scenico richiede maggior riparo , na­

to gruppo di compari che simula vincite finché arriva il

scono i teatri smontabili, ma soprattutto ci si rivolge agli

«gonzo» che viene indotto a giocare e alla fine perde un

ambienti chiusi, il repertorio riguarda le sacre rappre­

bel po' di soldi.

sentazioni, melodrammi, balletti virtuosistici e comme­

Il popolo del «viaggio » ha i suoi usi e costumi, un suo

dia dell'arte, le scene diventano veri e propri meccani­

gergo, una scuola di vita e di abilità: tante specializza­

smi teatrali. Il più celebrato marionettista e costruttore

zioni, ciascuna con le sue tecniche: si fa spettacolo con

di ingegnose macchine scenografiche opera verso la

burattini e marionette, ma anche con molto meno, il

metà del

cantastorie, da solo o in gruppo, magari con l'ausilio di

1 600, si chiama Filippo Acciaiali e lavora a Ve­

nezia, a Roma e a Napoli. Il teatro marionettistico si rivolge ad un pubblico più elitario e sostituisce gli attori in carne ed ossa che sono più costosi, facilmente litigiosi, le figurine di legno ri-

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cartelli dipinti, racconta in rima fatti e fattacci e vende

il foglio con il testo stampato, indossa abiti eccentrici e può fare anche gag comiche. Ancor più esigua l'attrezzatura del «Cuntu» che agi-


sce in meridione: è narratore cli notevoli capacità atto­

«farceurs, bateleurs, bul"foni pubblici», sovente nemme­

rali e mimiche che racconta le gesta cli eroi cavallere­

no figli d'arte, bensì dilettanti dotati cli talento che riu­

schj, cli briganti e cli garibaldini.

nivano in un solo comico il funambolo, il prestigiatore, il

I « fogli volant i » dei cantastorie sono ormai oggetto cli

ballerino, il musicista eccentrico e l'acrobata saltatore.

col lezionismo e cli mostre, i soggetti raccontano con poe­

Se il lazzo cli Lionello ci può ricordare w1a delle nu­

tica ingenua, sovente anche maliziosa, la cronaca che sia

miche dello straordinario Totò, la descrizione ciel Ricco­

nera o politica o sportiva, anche con una certa genialità.

b01u ci dà la ricetta del perfetto clown.

Oggi, grazie ai mass media, cultura colta e cultura

Questi artisti intrattenevano e davano i loro «Consi­

popolare tendono a fondersi, la separazione è diventata

gli per gli acquisti» smerciando « conserve cli ginepro » ,

relativa, la qualità artistica si è affinata, clown, mimi, bu­

« olii cotti » , « contravveleni» e altri rimedi farmaceutici

rattinai e marionettisti hanno assunto grande dignità.

tanto nuracolosi quanto privi cli scientificità.

Rivisitare il passato ci è utile per capire un mondo

Oggi la credulità popolare è molto cambiata così com'è

ciel quale esiste troppa poca memoria storica.

cambiato l'imbo1utore, la funzione ingannevole è senunai

Già nel 1 585 Tommaso Garzoni descrive efficacemen­

appaimaggio dei mass media, nella piazza ci si ritrova per

Piazza 'llniversale di l'lltle le professioni

il pmo trattenimento e il livello qualitativo dei nuovi sal­

te ne!Ja sua

del mondo saltatori, cerretani, buffoni e saltimbanchi.

timbanchi, conuci e bmattinai è sempre più elevato.

1ì·a questi racconta ciel comico Lione!Jo che campava con

All'artista che viaggiando va a raggiungere il suo

il lazzo cli allLmgare il collo e torcere la bocca e lo com­

pubblico in piazza si sostituiscono altre situazio1u, lo

menta facendogli la morale e spiegando come si doveva fare correttamen�e l'istrione: «non s'han eia dire manco

1

spettacolo popolare passa dal video, dal cinema, dai parchi permanenti, il viaggio ora lo fa il pubblico ed è in

parole sporche, né far atti men che honesti, né distorcer

corso una vera rivoluzione culturale: il cinema cerca un

troppo il viso come fa quel Mammalucco cli Lionello, né ti­

suo nuovo equilibrio commerciale tenendo un rapporto­

rare il collo e torcer troppo le persone senza ritegno». Gli anunonimenti ciel Garzoni non avevano però al­

confronto con la temibile concorrente televisione, tutto lo spettacolo viaggiante cerca nuove soluzio1u, ciò che

cun effetto -probabilmente non erano stati nenm1eno

una volta era plebeo ed emarginato oggi viene riscoper­

letti- se ·nel 1 728, centoquarantuno aruu dopo, Lelio Ric­

to e riconsiderato, le sculture, le scenografie, i canovac­

coboni confrontando gli attori italiani con quelli france­

ci e i copioni diventano oggetto cli studio, tesi e ricerche

si scrive -tentennando tra il disprezzo e l'amnurazione­

illUversitarie: sta nascendo una nuova cultura molto più

che non si tratta cli veri conm1eclianti, ma piuttosto cli

aperta, senza compartimenti stagni.

97


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. quti compifa. l'aggrenioni, ··�•tnt.Utdo coa miDICde quei padlld colool

Aul IODO, a. UonUc:'llo dalle �ntle fu !trito, ma di DUOfO btilaate per miracolo i 1!1gilo.

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be cong;.

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PaAri dece�tl, CO.I •I ·supplico Di stare allenli . Al YOllri ftgll rate 1.niu.r

Ma d•oa tntto i due. soepeui se 11. . repen1� mentn i tre canibiaieri comn d.iet.ro ai due

fu�ti.

Uo conftlllo di1peralo p. 1' impegna... ecco •1a baadito cade. e 'imte am.ma.nettato. L' Jltro fugge �d ts ia�lliJ.

-tre I' alllo

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l•tco ....... . . esplodt.

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La ...i· 111i. .... lrilte ftoe, coel ....e.i.t anche al l#tMdlao. ,..,,,. .. I& pila al m. wi luci& lo zamploe ! .

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regiar.

Su

via sfogatevi

C'fl bnte. donne. . Quelle nop mancano

Troppe CO n' è

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Perda la. vish., 1.a wltà: DoY&ftli. -UD ebete D' iaiquitl.

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Per.ia· rudilo.

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DrH&o a1 coro dcl h:lndlto . il oolùto ba beo mirato e il //lolltlbl in meuo lll'aoqM C.., steso, Culminato I

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La città di Sofronia si compone di due mezze città. In una c 'è il grande ottovolante dalle ripide gob be, la giostra con la raggiera di catene, la ruota delle gabbie girevoli, il pozzo del la morte coi motociclisti a testa in giù, la cupola del circo col grappolo dei trapezi che pende in mezzo. L'altra mezza città è di pietra e marmo e cemento, con la banca, gli opifici, i palazzi, il mattatoio, la scuola e tutto il resto. Una delle mezze città è fissa, l 'altra è provvisoria e quando il tempo della s1.w sosta è finito la schiodano, la smontano e la portano via per trapiantarla nei terreni vaghi d 'un 'altra mezza città. Così ogni anno arriva il giorno in cui i manovali staccano i frontoni di marmo, calano i muri di pietra, i piloni di cemento, smontano il ministero, il monumento, i docks, la raffineria di petro lio, l 'ospedale, li caricano sui rimorchi, per seguire di piazza in piazza l 'itinerario di ogni anno. Qui resta la mezza Sofronia dei tirassegni e delle giostre, con il grido sospeso dalla navicella dell 'ottovolante a capofitto, e comincia a contare qiianti mesi, quanti giorni dovrà aspettare prima che ritorni la carovana e la vita intera ricominci.

tratto da Le città invisibili

1 00

di Italo Calvino




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Il servizio fotografico di questo capitolo è stato realizzato da Andrea Chisesi.

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Manifesti e locandine delle Arti Grafiche Fratelli Fiorin di Milano.

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Testimonianze Chi s 'incammina per la nuova via, che portava alla periferia, dove nulla era sicuro solo un avvenire oscuro, oscuro ... Composizione del viaggiatore Otello Vacondio in Ricordi bolognesi

« . . . I mestieri (giostre) sono mezzi meccanici di straordinaria precisione tecnica, garantiti da un ottimo materiale» osservava Luciano Manfredini, appartenente a una nota famiglia della «gente del viaggio» in occasione di un congresso europeo di giornalisti riunito nel lontano giugno 1 969. Manfredini continuava il suo accorato appello, che qui trascriviamo. «Praticamente non vi possono essere incidenti se non a causa del­ le inavvertenze del pubblico . . . Rammentate qualche grave incidente nei Luna Park? Sono certo che moltissimi di voi non ne hanno mai avuto notizia o al massimo ricordano uno o due casi. Eppure quanta gente affolla queste fiere? ! Accadono molti incidenti nelle stazioni fer­ roviarie, durante le gare sportive o in qualsiasi altro assembramento di folla, ma il Luna Park ne sembra immune .» «Inoltre è stato appurato che nessuno s i è mai lanciato d a una tor­ re metallica di un'attrazione per suicidarsi: eppure le torri delle gio­ stre raggiungono 1 5/20 metri d'altezza . . . »

Luciano Man/redini

La Fiera a Porta Genova durante la Settimana grassa, Milano, 1 883. Disegno di Ximenes, CRSB.

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« . . . In Italia numerosi problemi e pregiuclizi colpiscono questo setto­ re che comprende fra grandi, medi e piccoli mestieri circa 6mila ditte; ciò significa lavoro e mantenimento per almeno 15mila persone . . . «Vorrei farvi entrare nelle case viaggianti, quelle che l a gente del viaggio chiama carovane . Troverete, anche nelle più modeste, ordi­ ne e pulizia, troverete c ucine economiche razionali, dotate dei più moderni elettrodomestici, lucidatrici, lavatrici, servizi igienici, am­ bienti puliti, arredati con proprietà, spesso anche con dovizia; gli ambienti per i bambini non sono antigienici, al contrario . Per inciso dirò che vi sono in Italia ditte specializzate (che esportano in tutto il mondo) per l a trasformazione di autocorriere in carovane per spettacolisti viaggianti . . . « Come s i può lottare a volte contro il pregiudizio della gente che giudica male perché questo lavoro dà divertimento?» «Un bambino

è stato rapito? La gente subito tende a puntare il di­

to s u quelli dei baracconi, quelli delle giostre, i girovaghi . Magari c'en­ trano dei girovaghi veri e propri, gente che non ha nulla da spartire con la categoria, gente che è abituata a vivere da nomade, come e più de­ gli spettacolisti ma in maniera che non si può definire civile . . . » «Anche la cronaca dei grandi giornali spesso offende moralmente lo spettacolista viaggiante . . .

A Milano, tempo addietro, i giornali han­

no riportato a caratteri cubitali la cronaca del processo "dell'assassi­ nio del Luna Park" . Cosa c'entrava il Lw1a Park con la lite di due fi­

danzati, cosa potevano farci i lw1aparkisti se la donna nel fuggire ha voltato a destra, finendo dietro un Luna Park? Se girava a sinistra sa­ rebbe stata colpita davanti a 1m ba.r o a un cinema: in questo caso nes­

sun cronista avrebbe definito il fatto "delitto del bar" o "delitto del ci­ nema". Due pesi e due misure. E videntemente nel subconscio dei

CRSB, Milan o.

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Ernesto Manfredini, nonno di Luciano, era noto come il «Re degli ottovolanti». Acquistava questo tipo di giostre, in un primo tempo in Germania e successivamente dal primo costruttore italiano di ottovolanti: Emilio Pelucchi.

giornalisti il Luna Park è più torbido, più adatto per l'atmosfera di un delitto e fa anche naturalmente più cronaca. Io vorrei quindi pregarvi di aiutare questa categoria. Vorrei che la consideraste nella prospetti­ va che le si addice, in una dimensione umana normale, in una dimen­ sione di lavoro del tutto pari alle altre categorie di lavoratori» . « I l lavoro degli attrazionisti è spesso svalutato. Semplicisticamen­ te si dice: si può chiamare lavoro quello? Nessuno pensa a quel che c'è dietro. Quante ansie, quanti tormenti, quanto sudore, quanti sacrifi­ ci. E dietro agli affanni ci stanno anche le scadenze per onorare gli im­ pegni verso le ditte costruttrici, le assicurazioni che comprendono tutti i rischi, dall'infortunio all'incendio, alla responsabilità civile ec­ cetera. La categoria paga anch'essa le tasse regolarmente. (Per que­ sta faccenda lo Stato li reputa finalmente cittadini di serie A) . Que­ sta è gente orgogliosa del proprio mestiere. Le giostre sono costruite in Italia da ditte che esportano in tutto il mondo. Alcuni dei più famosi ottovolanti d'America sono fabbricati in Italia a Reggio Emilia. Gli at­ trazionisti sono i primi architetti delle loro attrazioni pur essendo pri­ vi di qualifiche e di lauree. Sono loro che inventano la giostra o la mo­ dificano, sono loro che vanno nelle fabbriche di attrazioni e negli uffi­ ci tecnici e discutono con ingegneri e periti su progetti che la loro fantasia (italiana, quindi doppiamente latina) suggerisce. » « . . . La legge sullo spettacolo viaggiante del 1 8.3.68 n . 337 ricono­ sce ad esso w1a precisa fw1zione sociale perché le attrazioni offrono al pubblico w1 divertin1ento moralmente sano, all'aria aperta, econo­ mico sotto tutti i punti di vista sia per colui che può spendere sia per colui che è "in bolletta". Al Luna Park ci si può divertire anche solo guardando le giostre, ascoltando le musiche, assistendo ai giochi del pubblico.» « ... Gli attrazionisti sono iscritti alle camere di commercio ma cosa sono? Commercianti, industriali, ambulanti? E' un mistero . . . Il settore dello spettacolo viaggiante non pretende in definitiva sovvenzioni fa­ volose di denaro, ma di essere posto nella condizione di poter lavora­ re bene, per la gioia dei grandi, dei giovani e dei bambini. » Questi fatti enw1ciati ben 2 8 anni fa sono ancora riscontrabili oggi,

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sia quelli negativi sia quelli positivi, e non nella sola Italia ma anche nel resto d'Europa. «Sempre più burocrazia e autorizzazioni, sempre meno piazze, sem­ pre più spese, sempre meno entrate . . . » Non è Manfredini che parla ma Venziani, un esercente cli Lugano che, assieme ad altri colleghi rispon­ de a una intervista televisiva della TSI inserita nel documentario sulle giostre Tra brivido e nostalgia girato nel '97 da Ludy Kessler. «Le idee per costruire nuovi tipi cli divertimento cli solito vengono ai proprietari cli giostre che si rifanno alla loro esperienza. -Aggiw1ge Oscar Bruch, un altro esercente giostre, durante lo stesso servizio te­ levisivo. - Stando nel mestiere si percepiscono i bisogni del pubblico, bi­ sogna sempre stare al passo con i tempi . . . La gente ha più tempo di w1a volta ma è anche più difficile da soddisfare. » «Non è vero che l a massa cerchi solo l a sensazione forte, l'emo­ zione, il brivido. C'è una certa saturazione e noi del settore vi abbia­ mo contribuito rispondendo sempre molto rapidamente alle nuove tendenze, cambiando spesso le attrazioni. Il pubblico esige più che mai la sicurezza. Se qualcuno si fa anche solo un graffio, cerca subito un colpevole invece di chiedersi se quel qualcuno si è comportato in modo corretto. Direi che la gente cerca le emozioni forti, ma devono essere sicure.» Opinione condivisa anche da Andrea Cielo della famosa ditta ita­ liana Zamperla: « . . . gli ottovolanti, le giostre che danno mille movi­ menti piacciono a una fascia molto ridotta del pubblico: ai teen­ agers. La fascia giovani e adulti con famiglia non va a cercare quel ti­ po di macchina. Certo sono cose spettacolari per cui risultano attra­ zioni indispensabili per un parco, ma il pubblico è più tranquillo di quanto non sembri. » Forse l a gente era più impavida tempo addietro. I primi proprietari cli mestieri, secondo Peter Petz, costruttore e pittore cli giostre, diplo­ mato all'Accademia cli Belle Arti cli Berlino, da «veri pionieri della tec­ nica harmo dato alla gente dei sostituti d'avventura, la possibilità cli esercitarsi a volare, per esempio. Siccome oggi tutti hanno preso al­ meno una volta l'aereo, le giostre devono proporre qualcosa di più emozionante per rimanere attrattive . » L e giostre itineranti debbono fare i conti con il moltiplicarsi dei par­ chi stabili cli divertimento anche se è opinione diffusa fra gli operatori stranieri che questi non siano concorrenziali ma che rappresentino più che altro un complemento all'offerta delle fiere. Il signor Marck, ap­ partenente ad una famiglia cli costruttori cli carrozze e cli giostre da cin­ que generazioni nonché proprietario cli uno dei numerosi parchi tede­ schi, afferma che: « Con la crescente mobilità della gente è stato possi­ bile costruire in Europa, negli anni '70 e 80 numerosi Luna Park i.spi­ rati alla realizzazione cli Disneyland a Los Angeles, realizzazione che ri­ sale al 1 955. Prima erano le giostre a dover andare dalla gente, oggi spesso è la gente che si reca nei parchi-divertimento. Ma le fiere e i Luna Park vantano una lunghissima tradizione e le giostre tradizionali non moriranno a causa dei parchi stabili. Inoltre si constata che negli '

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DIETRO LE QUINTE

Autoscontro della famiglia Davanzo.

ultimi anni, malgrado la nascita di numerosi parchi, le fiere popolari e i Lw1a Park tradizionali incontrano sempre un grande successo di pub­ blico e non hanno perso nulla della loro forza di attrazione». Che i moderni impianti di divertimento siano mezzi meccanici di massima sicurezza è un fatto confermato OVW1que: le ditte specializza­ te nella loro progettazione e costruzione, oltre ad avvalersi del con­ corso di ingegneri e designer per assicurarsi il materiale di massima qualità si rivolgono a fabbriche specializzate addirittura nella costru­ zione di sommergibili, silos e cisterne in acciaio, navi mercantili, dighe, rotaie, ripari per valanghe, ponti . . . in grado quindi di offrire prodotti che superano al meglio i rigidi test di sicurezza rigorosamente richie­ sti dalle normative vigenti. Non poteva mancare fra i più caratteristici «testimoni» un «gaggio» perfettamente inserito nel mondo dei viaggiatori: l'ineffabile Gustavo Cottino, detto .Mister Cotin. Colto e plurilingue , figlio di un assicuratore torinese, lascia molti decenni fa la sua vita borghese per sposare un' artista dello spettacolo, tanto bella quanto brava. Grazie alla sua verve diventa presto il «re degli imbonitori» . Invece di narrare l a sua vita così ricca d i aneddoti, d i fatti insoliti, curiosi, di esperienze straordinarie o che sembrano tali in bocca sua, tanto che meriterebbe uno scritto a parte, ci offre invece un rapido ex­ cursus sugli imbonitori italiani dal 1 920 ad oggi. « L'imbonitore -scandisce Mr. Cotin con la sua voce colorata e una mimica impareggiabile- è colui che stimola la fantasia imbrogliando il pubblico con arte e, più che con lo spettacolo viaggiante, è legato ai fie­ ranti, agli attori di piazza, ai guitti, ai cantimbanchi, ai continuatori del­ la Commedia dell'Arte medioevali. » Riferendosi all'opera La mia piazza, che secondo il suo volere

Gustavo Gattino

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La famiglia più piccola del mondo,

presentata dalla famiglia Albini. Palermo, Fiera Campionaria 1955.

verrà pubblicata postuma, cita una trentina cli personaggi che ebbero a parer suo il talento cli veri professionisti, cli autodidatti, sotto le più svariate forme. Oltre all'elegante Biavati, che vendeva bicarbonato co­ me dentifricio e grasso cli maiale come callifugo oppure saponette co­ lorate tutte cli borotalco e alla cui memoria la città cli Bologna intestò adclirittma una lapide tuttora esistente in piazza 8 Agosto, ricorda «con stupore l'avvocato del Foro fiorentino Tulli o Pachetti che si inva­ ghì della Donna Ragno, vista alla Fortezza Da Basso in Firenze mentre questa lavava i panni alla fontana e la volle sposare. A lui si deve l'in­ venzione della gag Virginia al bagno: un sigaro a bagno in w1a baci­ nella d'acqua! » Effettivamente la fantasia del viaggiatore suppliva alla povertà cli mezzi dando vita alle cosiddette «baracche d'improso» (significa «im­ broglio » in gergo) che mostravano «la donna colosso» (una donna con un osso in mano!) e altri ameni rebus del genere. E se qualcuno del pubblico se la prendeva a male veniva ben presto convinto dall'imbo­ nitore, fine psicologo, a tornare l'indomani con qualche amico a cui proporre l'innocua e poco costosa presa in giro. « Onore e gloria -prosegue Cotin con enfasi professionale- a Dario Mantovani cli Rovigo, detto Taiadella, il re dei cantastorie, così coin­ volgente da riuscire a far inginocchiare e scoprire il capo alla folla a cui vendeva canzoni e pantomime scritte da lui stesso! Un ricordo merita anche il defunto tzigano Franchini eletto "'Il Tatàni" che presentava lo stregone della giungla sui carboni ardenti, raddrizzava ferri arroventa­ ti e addirittura se li passava sulla lingua. » «Le donne invece potevano essere provette danzatrici, addirittura in levitazione, come le Sorelle Menta esibite dal vecchio Bacone e cli cui oggi il giovane mago Copperfielcl ripresenta il trucco ricopiandolo pari pari, o le Donne volanti cli E rnestino Bailo (da non confondere con Giuseppino Bailo che invece sfornava la Nave dei mostri con topi di fogna) . » Suprema raffinatezza: talora sulle donne volteggianti venivano proiettate variopinte lastre cli lanterne magiche per dar l'illusione cli un volo cli farfalle: balletti aerei in grado cli interpretare le eleganti e ag­ graziate circonvoluzioni tipiche dell'Art Nouveau. Alle donne che non si dedicavano al ballo spettava una sorte meno

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DIETRO LE QUINTE

invidiabile: perdevano o raddoppiavano la testa (mediante sapienti gio­ chi di specchi) e Cotin enumera: «Fausto Rossi, come il padre, presentava la Dorma a 2 teste mentre Mario Bignami, detto "Codogno", era l'intellettuale della categoria e presentava la donna perforata nonché la donna senza testa. Si è già ac­ cennato alla donna ragno presentata dalla signora Rostagn che per non perder tempo di solito sedeva sul "Giulio".»* «Silvio Matera alias il mago del tirreno sfoggiava la taggia, ovvero l'artista più eclettica capace di proporsi sia come donna proiettile sia come donna vampiro e infine in qualità di ingoiatrice di rane e vipere che dapprima ingurgitava con catinate d'acqua eppoi risputava sulla testa del pubblico a una distanza di 3 o 4 metri. » « Claudi Michele e l a sua numerosa famiglia si esibivano tutti nel­ la Donna gallina. Poco importava che fossero maschi o femmine , ba­ stava che si scambiassero la parrucca fra di loro e l'illusione risulta­ va perfetta. » Bruno Pogliaghi e suo figlio Gallinella esibivano il cosiddetto uomo

* La comoda venne chiamata «Giulio»

in

segno di spregio verso un gagà poco simpatico che sì chiamava per l'appunto Giulio.

Fiera Campionaria, Palermo 1 955. Da sinistra: Giuseppe Albini (Beppe dei nani), Sergio e Adolfo Pietro (Mangiamilioni), Bertino Diana, Piero Gallegari e, inginocchiato, Roberto Albini.

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Famiglia Divero.

elettrico, certo Gay Luis, graziato a Sing- Sing ma anche lo Yeti che in una grande gabbia d'acciaio mangiava le galline crude . » «Il famoso Philip Kais, una specie di essere scampato ai forni cre­ matori,

(il

pubblico era invitato a gettare carta ed altro materiale in­

fiammabile che subito s'inceneriva nella cassa rovente in cui l'uomo apparentemente era rinchiuso) ha fatto il giro di mezza Europa pre­ sentato da Mister Cotin. Il quale Mister Cotin era sposato alla signora Loy che impersonava la Crocifissione di Milenka Sacovitch, una russa che fece sbalordire il mondo al punto da essere scritturata per esibirsi nelle processioni in Brasile. Il trucco c'era, ma non si vedeva: Lma sor­ ta di chiodo pieghevole invece di penetrare nelle carni si snodava at­ torno ai polsi. Biamino Luigia Cottino Loy era acrobata del temibile muro della morte, oppure indossava il camice inunacolato da infermie­ ra o si trasformava in donna serpente . » «Non mancava l o specialista d i fenomeni ricavati dalla cartapesta: Galvan Luigi li presentava con grande faccia tosta come se fossero vi­ vi e vegeti. Non c'è da stupirsi: egli proveniva da Voghera, patria della scuola del gioco delle tre carte. A buon intenditore poche parole . . . « Imbonitrici erano le sorelle Giovannina e d Ines Tomaselli Paolella che esibivano gli sposi più piccoli del mondo o, come dicevano "Narli giganti", ovvero "Pigmei del Congo Belga". » «Adolfo Pietro detto Mangiamilioni presentava la casetta lillipuziana

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di soli 50 centimetri, in cui era capace di arrotolarsi uno spilungone che

però veniva reclamizzato come l'uomo più piccolo del mondo. Bernar­

do Berna aveva un'Arca di Noé e un appetito formidabile: ingoiava la­

mette e finte spade e se non la mangiava, usava la sega per tagliare le donne a pezzi. Piangeva a comando, anche

50 volte al giorno . Una vera

A sinistra.

Tiro-tappi di Dina Garbi di Macerata. A destra.

Vecchia giostra a cavalli della famiglia Ognibene.

fontana inestinguibile! Né si può dimenticare Demetrio Agus, allievo dell'imbonitore papà Toti, che asseriva di presentare la vergine della giw1gla. Quando tali pseudo-vergini erano ricoverate nella casa di ma­

ternità, venivano sostituite da giovani bellissimi ballerini che si sfogava­

no nella cosiddetta Danza del Chisk Kebab . » «Nel Veneto ebbe particolare successo la dorma gorilla presentata

dal triestino Gianfranco Grandi. Questi però verme amm onito a più ri­ prese perché, nella foga dello spettacolo, gli attori si slanciavano dalle scale verso il pubblico, provocando così un fuggi fuggi generale.» Cotin chiude la lista con due grandi personalità degli Armi

20:

«Amedea Diana, madre di tutti i Diana, e Guido Secchi, padre del

povero Alfredino, quel Guido che a furia di imbonire sacrificò le pro­ prie corde vocali per sfamare i nwnerosi figli. » Ma, come Alice nel paese delle meraviglie , lasciamoci alle spalle

Gastone Rampazzo

questo mondo cli iperboli, di illusioni, di «magie» e di sfrenata fantasia per ascoltare invece problemi, desideri ed episodi da parte di rappre-

sentanti dello spettacolo viaggiante attuale, prin10 fra tutti Gastone Rampazzo, Presidente nazionale dell'ANESV. Gentile, riservato, giovanile, si muove elegante e sorridente anche se spesso preoccupato. Silenziosamente (non si sente il suo passo, non si sente il suo respiro) come in un gioco di prestigio appare e scompare velocemente. Egli cerca di evitare l'intervista col pretesto di aver vissuto una vita non degna di nota. Ma insistiamo: proprio per la carica che riveste con tanto tatto e capacità organizzativa spetta a lui esporre almeno qualcuno dei problemi e delle aspettative della categoria. La prima domanda sistematicamente rivolta a tutti gli intervistati riguarda la loro appartenenza allo «spettacolo viaggiante» : da quanto tempo ne fanno parte? «Da molte generazioni la mia famiglia appartiene, da parte di madre,

alla categoria della gente del viaggio. Mio padre invece era di Verona do­

ve lavorava in qualità

di elettricista e costruiva impianti per i Luna Park.

1 19


I

I

Irmamoratosi di mia madre si è aggregato alla carovana. Mentre la gene­ razione di mia madre ha sempre viaggiato, mio padre ha iniziato questo tipo di vita a 27/28 anni . Ha lavorato con diverse piccole attrazioni e gio­ stre per bambini. Anche mia sorella e i miei figli lavorano nei Luna Park

A sinistra. In volo con la famiglia

Davanzo. A destra. Autoscontro in ferro con

vecchia cassa di legno della famiglia Adriano De Matteo di Caserta.

Mio figlio ha gestito assieme a me la giostra «ballerina» e il «barcone del

pirata» . Attualmente è proprietario della giostra a cavalli a due piani si­ tuato nel parco dell'Idroscalo a Milano, mentre mia figlia cura la giostra per bambini alle "va.resine'', sempre a Milano. » Quando i viaggiatori non sono più i n grado di lavorare per motivi di età chi si occupa di loro? «Abbiamo un grande rispetto per gli anziani. Lo spirito di famiglia dei viaggiatori fa sì che gli anziani restino nel nucleo familiare. E ' vero che esiste a Scandicci una casa di riposo per i viaggiatori, ma ci vanno in pochi e solo di propria volontà. Luciano Manfredini vi è andato ma non per riposare: si è sempre mantenuto attivo tant'è che appena arri­ vato ha fondato un giornale . » Sfoglia l e pagine patinate d e l periodico «Lo Spettacolo viaggiante» che spesso pubblica servizi fotografici ed articoli sulle manifestazioni culturali e religiose svolte in quella casa di ricovero. «Tante volte sogno a occhi aperti e immagino una casa di riposo più moderna, che molto probabilmente verrà realizzata con la vendita de­ gli stabili di Scandicci e di Villa Maria, istituita invece per i giovani.

E,

perché no, accanto alla casa di riposo sogno anche uno spazio adibito a una vera e propria scuola di avviamento professionale per i giovani. Vedo quindi giovani e anziani affiancati. La mente e il braccio. I giova­ ni che faranno tesoro dei consigli forniti dagli anziani ricchi di espe­ rienza! » «Un altro cruccio è che, per forza di cose, sempre spostati di qua e di là, studiamo poco, i nostri giovani frequentano irregolarmente la scuola*. Ora comunque per legge si deve ottenere almeno

il diploma

della scuola obbligatoria. In Veneto abbiamo il collegio per giovarli, al quale accennavo prima, la Villa Maria, ma da quando la gestione è cam­ biata e non offre più le garanzie di un tempo, cerchiamo di venderla e col ricavato migliorare la casa di ricovero in Toscana» Che differenze nota fra

il viaggiatore straniero e quello italiano?

«Fondamentalmente il viaggiatore italiano non badava a spendere, ora però è più cauto: da quattro o cinque anni c'è crisi nel nostro set­ tore e questo per molteplici fattori fra cui il moltiplicarsi dei parchi sta­ bili di divertimento. All'estero non è così. In Germania, per esempio, i parchi permanenti temono molto lo spettacolo viaggiante, mentre in Italia è

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il contrario. I viaggiatori stranieri grazie alla loro maggiore di-

*

Si segnala l'innovazione che diventerà

operativa nel '98, attuata dalla Preside della Scuola media M. Ricci cli Milano, Pinuccia Samek, cli contattare telematicamente le scuole che ospitano questi allievi per coordinare i loro programmi cli studio.


sponibilità finanziaria sono in grado di far costruire attrazioni ternibil­ mente concorrenziali rispetto a quelle offerte dai parchi di diverti­ mento stabili. Proprio perché economicamente più solidi rispetto agli italiani possono permettersi di svernare in vere e proprie villette, men­ tre da noi, in Italia, solo il 1 0% circa ha questa possibilità. Spilamber­ to, in provincia di Modena, e Maleo , vicino a Milano , sono i centri più noti in cui chi può trascorre la cosiddetta stagione morta. In compenso i viaggiatori italiani, proprio perché italiani, appena possibile si concedono il lusso, poco diffuso all'estero, di vivere in ric­ che carovane straordinariamente funzionali. L'Italia ha il primato nella costruzione delle migliori carovane , rifornite di tutte le attrezzature, comfort e optional abitativi più ricercati. Naturalmente questo com­ porta qualche difficoltà nel trovare gli spazi adeguati per la collocazio­ ne dei veicoli » . E ffettivamente, dopo aver ammirato una carovana con tanto di ca­ minetto e di idromassaggio, è facile credere a quanto afferma la pub­ blicità di una di queste ditte costruttrici: « L'unica differenza fra una vil-

Ruota panoramica al Carnevale di Venezia, 1 971 .

121


Milano, le giostre in piazza Duomo per Carnevale.

la e una carovana residenziale è che , al posto della cantina, ci sono le ruote ! » M a ora cambiamo pagina per sapere come s i svolgeva il lavoro nel­ l'anteguerra. «L'itinerario dei viaggiatori un tempo veniva organizzato dai pro­ prietari delle attrazioni più importanti e quindi da poche persone. In­ fatti non erano molti quelli che possedevano w1 ottovolante o l'auto­ scontro: non venivano eletti, si proponevanG come volontari. Perso­ naggi come Manfredini, Pelucchi, Callegari, Falchero e altri ancora stu­ diavano l'itinerario da percorrere e la composizione del Luna Park. Fa­ cevano un esame dettagliato della situazione e ne traevano le soluzioni più convenienti: ho la "calci", ma mi manca la giostra per i bambini, mi mancano dei tiroassegno e così via: contattavano i rispettivi proprietari che si aggregavano alla tomnée. Eppoi prendevano accordi con le Fer­ rovie Statali per ottenere convogli speciali chiamati "treni-asse". A quei tempi non esistevano automezzi in grado di trasportare le giostre per lunghi percorsi. C'erano i BLR e i

18 P che erano ancora camion resi­

duati della Prima guerra mondiale, con le ruote piene. Inoltre era sem­ pre un grosso problema mettersi in contatto gli uni con gli altri. Il tele­ grafo era il mezzo più funzionale . Invece il telefono comportava attese

1W1ghissime: per chiamare da Milano a Genova bisognava andare alla Sip e aspettare

3 o 4 ore. Dopo il 1 945 la distribuzione delle piazze as­

sume una fisionomia più bmocratizzata e ora, in molte città, si è arriva­ ti quasi al perfezionismo. A Genova, per esempio, già da molti anni ab­ biamo studiato un regolamento che attribuisce punti di partecipazione a ogni titolare. Si fissa un organico di parco assieme all'Amministrazio­ ne comunale (Sindaco, Comnùssioni) . Quando viene a mancare un cer­ to tipo di attrazione che sia sostituibile, la si ricerca su un'apposita lista d'attesa in cui ha la precedenza chi ha il maggior punteggio. Un'eccezione è costituita dalle novità: chi costruisce una nuova at­ trazione desta l'interesse dei Comuni che ne tengono debito conto . Esiste anche un disciplinare in merito: in un parco infatti non possono esserci più di una o due novità che , oltre a portare un beneficio ai pro­ prietari offre qualcosa di diverso , di cmioso, di innovativo al pubblico» . L o sguardo si sofferma sulle fotografie che rallegrano l'ufficio : gio­ stre e parchi di divertimento affollati. Forse richiamavano più gente ie­ ri rispetto ad oggi?

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DIETRO LE QUINTE

« Attualmente il pubblico ha meno possibilità economiche di un tempo, fa un giro in giostra e via. Di conseguenza è indispensabile con­ tenere i prezzi con varie iniziative. All'Idroscalo di Milano è stato mes­ so a punto tm bracciale di carta che si pinza. Costa circa 25. 000 lire e, come per lo skilift, dà il diritto d'accesso alle casse per 4-5 ore. E sse registrano il passaggio nelle varie attrazioni.' Questo passag­ gio viene segnalato al computer c entrale che suddivide il tutto equa­ mente. Infatti ci sono attrazioni di diverso costo e ad ogni singolo proprietario spetta la giusta percentuale. Questo sistema dell'Idro­ scalo è forse più sofisticato rispetto a quello di Gardaland dove si ac­ quista semplicemente un biglietto d'ingresso, come quando si va al cinema: il cliente trova un contenitore che ha tutto. All'Idroscalo si è dovuto impostare il controllo in modo differente perché i proprietari sono diversi. » « Tutte l e attrazioni sono assicurate contro gli incidenti, non con­ tro il furto . Abbiamo una convenzione con una prestigiosa assicura­ zione che ci applica un buon prezzo perché ha visto che è conve­ niente: statisticamente non ci sono molti incidenti e mai per imperi­ zia del conduttore delle giostre o per rottura della struttura; in ge­ nere è sempre stata accertata la responsabilità dei clienti che sono a volte troppo spericolati» . Il Presidente Rampazzo ricorda un altro problema più frequente: «Siamo relegati spesso in spazi angusti o situati in zone troppo peri­ feriche oppure in aree comw1que inadeguate alla nostra attività. Men­ tre all'estero, a Vienna, a Parigi, Copenaghen, Amsterdam e in tutta la Germania alle nostre attrazioni vengono riservate le piazze più grandi e importanti anche dal punto di vista storico, in Italia le città che offrono uno spazio adeguato sono Genova, Torino, Venezia e pochissime altre. » «Genova è una delle migliori piazze, specie nel periodo d i Natale. Se il tempo è clemente gli esercenti risolvono i loro problemi per 2 o 3 mesi. Tempo addietro nacquero degli attriti con alcW1i abitanti del-

Autopista di Remo Zena.

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la zona che si lamentavano del rumore e così via. Per cui ho parte­ cipato a una riunione di zona con l'Assessore competente . Quand'e­ ra il mio turno d'intervenire ho cercato di spiegare che si doveva ac­ cettare questo parco divertimenti che esiste da ben

1 50 anni. "Dal '44 mia nonna è sepolta qua a Genova -ho detto loro- perché ci sen­ tiamo proprio integrati nel tessuto di questa città. Non ci sentiamo 'ospiti'. Voi che siete negozianti e commercianti -ho aggiunto- cer­ cate di capire e sopportare . Vi verremo incontro limitando al massi­ mo i rumori che danno fastidio . Ma pensate che , se da un lato por­ tiamo via qualche soldo, c'è uno scambio e c'è anche un incremento di attività e di commercio quindi un maggior giro di denaro, poiché anche noi spendiamo: dobbiamo mangiare , dobbiamo verniciare, dobbiamo vestirci, c'è pure chi deve comprarsi la macchina, tanto per fare qualche esempio. Siamo qui p er

600/700 persone che si fermano 40-50 giorni. E ' come un piccolo paese che dà lavoro anche

alla gente del posto: quotidianamente i motorini del salumiere, del panettiere, del fruttivendolo portano direttamente alle carovane la spesa . . . » Il suo sguardo è deciso come le sue assennate parole e prosegue convinto. «C'è anche chi sostiene che inquiniamo l'ambiente ma è un errore

di valutazione. Il rumore può benissimo coesistere sia con la piazza sia di più le automobili e allora per­

con il verde. Inquinano certamente

ché non salvaguardare la tradizione degli spettacoli in piazza anche so­ lo per pochi giorni? » «Il giorno successivo dovevamo tornare a Milano e mia moglie mi chiede

di comprare la famosa focaccia genovese. Il panettiere della zo­

na a cui mi rivolgo e che non conosco non vuole farmi pagare nulla "La porti via, gliela regalo perché ha parlato bene delle giostre! " Probabil­ mente non sapeva che ero proprio uno delle giostre ! » Nei sui occhi alcune pagliuzze d'oro danzano a l ritmo

di un a silen­

ziosa risata, ma per poco e conclude pensieroso. «Molti problemi ci assillano giornalmente. Con i miei collaboratori cerchiamo

di affrontarli nel migliore dei modi confidando nel sostegno 337 la funzione sociale del­

dello Stato che già riconosce, con la legge la nostra attività» .

Se non è stato facile ottenere l'intervista col Presidente Rampazzo che , schivo qual è , non desiderava «mettersi ulteriormente in mostra» né «rubare spazio ad altri» che secondo lui avrebbero avuto «più cose da dire» non è stato semplice nemmeno incontrare Gianni Da Ronche, Presidente della Sezione ANESV dell'Emilia-Romagna, Marche e Umbria; nella sede dell'AGIS di Bologna è infatti continuamente subissato da urgenti telefonate d'ufficio che si accavallano senza tregua. Eppure

lui, conciso e deciso riesce a dar retta a tutti, a trovare la parola giusta, a calmare gli animi e a concedermi col sorriso

di rubargli un po' del suo

tempo quanto mai prezioso.

«In Italia le famiglie che possano vantare con certezza una lunga di-

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Gianni Da Ronche


Mostra scientifica, museo di Pierùw Lavagna.

nastia, nell'ambito della gente del viaggio sono poche: si contano sulle dita di due mani. » « I miei, per esempio provengono dalla Francia e s i sono installati dapprima nel bellunese e in seguito a Ferrara. Mio nonno costruiva e impagliava sedie. D'estate girava per raccogliere ordinazioni. Svolgeva quindi un'attività ambulante che ha ampliato in seguito portandosi ap­ presso anche un tiroassegno. I discendenti suoi hanno poi via via am­ pliato e diversificato questa sua nuova attività, specializzandosi poco per volta in giostre di diverso tip o . » «Dopo l a guerra del

'15 '18 mio padre h a costruito d a solo una gio­

stra azionata con un motore a scoppio e ha cominciato a lavorare nel­ le fiere. Assieme ad un amico fraterno, che noi da bambini avevamo preso l'abitudine di chiamare zio, ha anche acquistato un bellissimo teatro meccanico austriaco, con tanto di automi. Poi si è passati alla giostra a cavalli sino ad arrivare alle autoscontro e ai ritrovati più at­ tuali» . S e gli s i chiede quale sia l a sua giostra preferita s i illumina e col suo simpatico accento emiliano spiega. «Di attrazioni ne ho avute tante, ma quella che mi ha dato e mi dà tuttora maggiore soddisfazione è la giostra per bambini. Perché si la­ vora con un pubblico sincero. Ritengo in assoluto che la giostra per bambini sia la più gratificante. Non tanto per

il guadagno che può es­

sere relativo, ma perché si lavora col mondo dei bambini. Il sentire che i bambini ti chiamano Gianni in modo confidenziale, che intendono gio­ care anche con te . . . il vederli sorridere e divertirsi, notare che grazie a loro anche le famiglie stringono amicizia . . . tutto questo ci ripaga am­

piamente dei problemi e della fatica legati alla nostra attività. Lavora­ re con i bambini è una cosa fantastica! Lo spettacolo viaggiante favori­ sce la conoscenza fra le persone. Invece, in una sala teatrale o cine­ matografica, tanto per citare un esempio, si rimane l'uno accanto al­ l'altro , senza fraternizzare». Anche Gianni Da Ronche, come Gastone Rampazzo, dimostra una acuta sensibilità verso gli anziani e i giovani e le loro problematiche . Una sensibilità che deriva loro dalle responsabilità e dall'impegno che la carica che rivestono comporta, ma anche e soprattutto perché ap­ partengono allo spettacolo viaggiante : una categoria ancora molto le­ gata alla famiglia di stampo patriarcale e di conseguenza rispettosa non solo verso la propria ma anche verso le altre famiglie . Da più parti si

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sente ripetere che la gente del viaggio è fiera di offrire un sano diver­ timento: niente droga, niente pornografia, niente malcostume. Da Ronche prosegue con l'obiettività che lo contraddistingue. «Il problema degli anziani è sentito anche da noi. Essi risentono del­ le difficoltà provocate dai continui spostamenti in carovana. Natural­ mente possono essere ospitati nella casa di riposo di Scandicci, che ab­ biamo avuto anni fa come lascito e l'abbiamo accettato anche se non è in posizione ideale. Infatti è situata in collina e gli ospiti fanno fatica a passeggiare in salita. Alcuni nostri anziani hanno impiantato nel giar­ dino che circonda l'istituto il proprio tiroassegno o la propria carova­ na, per sentirsi ancora circondati dal mondo che hanno amato. Molti di loro sono stati operai o comunque dipendenti del settore ed è giusto che abbiano diritto ad una sistemazione dignitosa anche se, per quan­ to moderna e bella possa essere una casa di ricovero (e non è certo il caso di Scandicci) , a mio parere, un'istituzione del genere è pur sem­

pre l'anticamera della morte. Ora abbiamo

17

o

18

ospiti.

Questa no­

stra casa dev'essere ristrutturata in modo da risultare agibile dalle per­ sone non autosufficienti. Arrivano da autosufficienti e lo sono, ma col passare del tempo rischiano di non esserlo più». Che cosa Le piace di più nella vita dei fermi e cosa l e piace di meno? «Quello che mi piace nella vita dei fenni è la loro possibilità di ave­ re il tempo per dedicarsi a più interessi . Dopo il lavoro possono visita­ re mostre, musei, coltivare hobby. Noi la mattina siamo occupati con la manutenzione generica e l'ordinaria anuninistrazione burocratica, poi fino a tarda sera, anche e soprattutto il sabato e la domenica, lavoria­ mo e trascuriamo la cultura» .

«La cosa invece che non invidio ai fermi è la routine. Noi siamo mol­ to più avventurosi. Riusciamo a inventarci le giornate. Loro no, tutto è abitudinario, è una vita più noiosa, programmata. Per noi, tutte le mat­

tine quando ci si alza è un'avventura e non c'è l'assillo del cartellino da timbrare . . . Lo spettacolo viaggiante è libertà pur con i disagi. Sai quan­ do parti, non sai mai quando arrivi» . Eppure u n uomo così entusiasta d i questo tipo d i vita, scelto e con­ diviso anche dai suoi tre fratelli, ha avuto il coraggio di sacrificarla in gran parte. «Mi sono sposato a soli 21 anni e i figli sono arrivati subito. Perciò ho volutamente ristretto il mio campo d'azione a Ferrara e dintorni per permettere alle mie tre figlie di seguire regolarmente gli studi » . «Non sono mai stato all'estero, nemmeno per i nostri congressi in­ ternazionali, coinvolto come sono da famiglia, lavoro e dall'impegno politico per il bene dell'associazion e » . L a sua espressione si fa sempre p i ù seria, m a n o n certo perché è ora

di mangiare. Sono ben altri i pensieri da affrontare.

«Ci sono problemi nuovi. La crisi del nostro settore è il riflesso del­

la crisi generale ma la ragione fondamentale è che il nostro slogan era "un divertimento popolare to

di

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di

massa", mentre adesso è un divertin1en­

massa ma senza più nulla

di

popolare. Innanzitutto il prezzo che


.......--;;- .

si applica non è llil prezzo popolare e , in secondo luogo, subentra il fat­ to dell'inquinamento acustico. Se si vuole continuare quest'attività bi­ sogna rispettare il cittadino e rispettare la comlllle convivenza. La so­ cietà è diventata intollerante su tutto, specie sulle forme cli diverti­

mento pubblico : feste politiche, circhi, Llllla Park.

Prima ancora che

apra llll Llllla Park ci sono già lagnanze sul rumore che farà! E' finita l'epoca della musica assordante, così come è finita l'epoca cli imbonire

il pubblico . Se invece della musica rirnbombante ci fosse llil tenue sot­

tofondo musicale all'interno dei parchi si acquisirebbe più clientela. La gente sa riconoscere la professionalità. Sa vedere dov'è la gestione mi­ gliore. Se vogliamo continuare la nostra attività dobbiamo anelare in­ contro alle esigenze delle persone e fare un'analisi profonda del perché non siamo ben accetti come un tempo. Purtroppo una parte della no­ stra crisi dipende anche da alcuni esercenti con poca professionalità e che nella maggior parte dei casi non appartengono alla nostra cate­ goria) che operano in altri settori usando la giostra come copertura. L'insieme cli tutti questi fattori ha portato a LUla minore considerazio­

ne da parte del pubblico dello spettacolo viaggiante. Infine anche da noi c'è llil appiattimento dei valori: l'invidia e l'egoismo entrano anche nel nostro mondo. Quando le giostre chiudono tutti rimangono rinta­ nati nel proprio guscio a guardarsi la

TV.

Una volta, sul distintivo del­

l'associazione spiccava su sfondo blu il motto seguente: "Tutti per w10,

llllO per tutti". Questo credo va scomparendo al giorno d'oggi. Siamo tornati alla legge della gillllgla -conclude- e forse ci ragioneremo sopra quando sarà troppo tardi» . I viaggiatori s i distinguono per la loro lllllga memoria e per llll at-

Carlo Piccaluga

tacca.mento forse e ccessivo verso tutto ciò che ricorda i fanilliari scomparsi, il luogo natìo e «il buon tempo antico » . Carlo Piccaluga lo dimostra nel modo più evidente: appartiene a llila delle più antiche famiglie del viaggio e pur continuando a esercitare assieme a figli e nipoti, tra Voghera, Pavia e Andora, ha dedicato tempo, denaro, passione e pazienza per gettare le basi cli w1 museo che raccoglie oggetti da Lw1a Park, nel torinese, dove trascorre la stagione morta cioé

il

periodo in-

vernale. Il primo in1patto nella Sala dei Ricordi -così è denominata l'importante collezione dedicata alla memoria cli llil figlio prematura.men-

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La ruota panoramica di Oreste Rossotto, Villa Comunale cli Napoli,

1956.

te scomparso- è con imponenti organi da giostra, colossali come quel­ li da chiesa, perfettamente restaurati da un suo prezioso amico « fer­ mo», da sempre appassionato di musica. «Questo piccolo organo era stato murato dal suo proprietario, in tem­ po di guerra, perché i Tedeschi non se lo portassero via. Quello invece, questo colosso tutto dipinto a mano, appartiene a Giovanni Zena della famiglia Zena che è stata una delle prime a far conoscere il cinemato­ grafo nelle fiere italiane. -Spiega Carlo Piccaluga con voce inconfondibi­ le da grande fumatore e con accattivante e incontenibile emozione.- In­ fine quest'altro era in uno stato pietoso quando l'ho trovato. Ho fatto ac­ comodare tutti i suoi tasti rosicchiati dai topi, meno uno, per ricordo e per far capire quanto lavoro è stato necessario per rimettere in sesto l'in­ tero meccanismo. Sentite che bel suono? Ma quando non c'era l'energia elettrica bisognava farlo fìmzionare a mano, ecco così.-stacca la spina, inserisce un pomolo constmto nel meccanismo e fa girare manualmente la cinghia tesa- Noi delle giostre davamo qualche lira ai giovanotti pieni di buona volontà per far iìmziona.re l'organo, ma dovevano avere un "goccino d'orecchio" e non girare né troppo piano né troppo veloci per evitare stonature. E che fatica dopo un po'. Sembra facile . . . » Chi non aveva soldi e voleva guadagnarsi un giro gratis in giostra doveva, anche in quel caso, azionarla a mano. E' rimasto un detto in Lomellina, a questo proposito: «L'è a to piasé me pllncià la giustra» (E' a tua volontà, come spingere la giostra) . E, sempre in tema del cosid­ detto «bel tempo passato», Piccaluga continua. «Vedete queste brocche di rame? Quando nelle carovane non esiste­ va l'acqua corrente, le nostre donne davano qualche biglietto per un gi­ ro gratis in giostra ai ragazzini del paese se in cambio ci riempivano le brocche. Si passavano la voce e l'acqua non mancava mai! Vogliamo an­ dare ancora più indietro nel tempo? Qui ci sono i quaderni di mio non­ no. Sapeva appena scrivere ma segnava tutto accu.ratamente, giorno per giorno: conti e annotazioni. Per esempio: "Dato mancia al carrettiere'', "Piazza non buona perché lontana dal centro", "Se si dà una lira ai gio­ vanotti presenti e due ai più grandi, allora vengono di sicu.ro ad aiutare "». Piccaluga continua il giro degli strun1enti. Se Anthony Quinn aves­ se l'accento piemontese potrebbe essere considerato il fratello dell'ab­ bronzatissimo e grintoso Carlo Piccaluga. «Questo in1rnenso organo costruito a Waldkirch, è stato trasportato

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DIETRO LE QUINTE

anche in piazza Duomo a Milano, con tanto di guardie notte e giorno. Quando Gardaland aveva appena aperto i battenti l'ho prestato per at­ tirare pubblico. L'ho lasciato gratis per sei mesi, a w1 solo patto: che lo trasportassero senza mai superare i 50 km all'ora per non rovinare tut­ to il complesso meccanismo sonoro, le statuine e tutte le decorazioni! Ho mandato con loro mio figlio, allora aveva 1 1 anni, e gli ho chiesto che non staccasse mai lo sguardo dal cruscotto. Al ritorno mi ha riferi­ to il viaggio per filo e per segno» . Ecco un modo per inculcare il sen­ so di responsabilità in un ragazzo! Non basta comprare e far funzionare una o più giostre per essere automaticamente inseriti fra la gente del viaggio. Farne parte vuol cli­ re credere in quei valori tradizionali che sono, come già detto, il senso della famiglia, il rispetto per i maggiori, la solidarietà, la generosità, un'infinita capacità lavorativa e l'orgoglio di aver scelto uno stile di vi­ ta speciale. «Sono nato in carovana e morirò in carovana, ecco quanto af­ fermano con fierezza tutti, anche i giovani, sottolinea Piccaluga. Ecco perché i "bergantini" non appartengono al nostro mondo. Sono conta­ dini, provenienti perlopiù da Bergantino, in provincia di Rovigo, che comprano giostre e ci fanno concorrenza. Nulla da ridire sul conto lo­ ro : sono lavoratori seri ma non appartengono al nostro mondo anche se ci stanno d'attorno da w1a quarantina d'armi. Loro sognano di met­ tere i soldi da parte per comprarsi casa e terreno e ritirarsi al più pre­ sto dal mestiere. Non ci mettono passione. Quanto alla casa devo am­ mettere che anch'io ne ho una: piccolina, proprio qui vicino alla Sala dei Ricordi. Chissà quando la finirò: d'altronde non mi interessa». Ma le nuove generazioni di viaggiatori come sono? Piccaluga non ha esitazioni. «Proprio l'altra sera dicevo che sta ve­ nendo su una bella gioventù. L'w1ica differenza è che i giovani voglio-

1 944. Piazza di Moncalieri prima e dopo il bom bardamento che p rovocherà 144 m orti. Carlo Piccaluga é stato fotografato davanti alle giostre pochi minuti p1ima del bombardamento ed é stato uno dei pochissimi superstiti.

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Campo Gambini di Milano, 1949. Da sinistra, in piedi.

Umberto Leporati (Burmschina), Vezzani, Carlo Vigna (Pippetta), Gino Losito, Restelli (Licio), Giiglielmo Faggioni (Memo), Aldo Bertolazzi. Seduti. Ciccio Bertolazzi, Cesare Dognini, Federico Formaggia, (col piccolo Gianni Lepora ti), Ezio Sa lina (Bignami) , Riccardo Pegora ro, Giulio Monzeglio.

no un po' più di indipendenza, più presto di quanto toccava a noi » . E racconta episodi in cui la figura paterna appare sempre imperiosa. «Non potete immaginare il peso di certi pezzi da giostra. Ci si lavo­ rava in tanti a montarla e in fretta. "Mai più di un'ora" esigeva nostro padre e noi ce la mettevamo tutta: per paura di non finire in tempo, non impiegavamo mai più di 45 minuti ... » Mostra con tenerezza la carovana e le giostre di sua proprietà, w10 scivolo e un «brucamela» (giostra per bambini rappresentata da un ar­ dimentoso bruco che attraversa una mela-twmel) riprodotti in rninia­ tura dallo scomparso viaggiatore Daccò. «Ai viaggiatori che si sono fermati per sempre ho dedicato tre vo­ ltmli. Un quarto libro è solo per la gente del Circo. Amo molto il Circo, d'altronde la mia seconda moglie è circense. La prima era una ferma e il mio matrimonio, che comw1que è durato 25 anni, ha suscitato molto scalpore. Ne harmo parlato anche i giornali». Sfoglia uno dei volumi manoscritti. In ciascun album familiari e ami­ ci trascrivono i nomi dei defw1ti e gli epitaffi. Solo i circensi amano che si aggiunga la foto dello scomparso. Quando qualcuno muore, i con­ giunti vengono da me: su una grande pagina faccio calligrafare da w10 specialista il nome del defunto e sotto, tutti scrivono un pensiero. Fi­ nora i nomi raccolti sono 800 » . Nella Sala dei Ricordi gli strumenti musicali. seno affiancati da in­ numerevoli svariati cimeli: due cavallucci montati un tempo da Um­ berto II accanto allo smisurato paio di scarpe di un gigante «fenomeno da baraccone», automi e giochi come la « ritorna» o i dischetti metalli­ ci con cui si doveva coprire interamente una figura. «Sono giochi da "spilladore" cioé giochi col trucco che permettono di spillare quattrini al pubblico » . I n realtà si tratta di giochi di grandissima abilità. Le pareti della Sala sono letteralmente tappezzate da fotografie: accanto all'im­ menso baobab genealogico dei Piccaluga, si vedono foto che docu­ mentano via via delegazioni del viaggio ricevute da vari Papi, e poi onorificenze , distruzioni belliche, amici, parenti, riprese cinemato­ grafiche tra le giostre e ancora il Monumento itinerante al viaggia­ tore di sua invenzione . Sorprendente una grande fotografia raffigu-

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rante i 1 7 o 1 8 fratelli Manfredini, molti dei quali gemelli, tutti ve­ stiti da Balilla. «Allora sì che si potevano fare le "parate'', queste sfilate antesigna­ ne del music-hall, che servivano a reclamizzare le attrazioni e a richia­ mare il pubblico -commenta Piccaluga- ma oggi che le famiglie sono meno nwnerose w10 spettacolo simile è impensabile. Bisognerebbe as­ sumere a ore alcune comparse e il costo di una breve apparizione si aggirerebbe sul milione! » . Questa categoria professionale è bersagliata dal fisco come tutte le altre. Pochissimi anni fa la stampa aveva dato rilievo alle «tasse gio­ stricide» e a qualche dimostrante, gestore di giostre, che si era incate­ nato per protesta ai cancelli ministeriali di Roma. Particolarmente de­ leterie per la gente del viaggio risultano le nuove regolamentazioni sul­ l'anzianità dei veicoli in circolazione. «Statisticamente non è mai successo w1 incidente grave e tanto­ meno mortale fra di noi. Eppoi -si infervora Piccaluga scuotendo i ca­ pelli piuttosto lunghi, argentati come la nuvola di fumo delle sue siga­ rette- se alla fine dell'anno si fa il conto, non percorriamo così tanti chi­ lometri visto che ci fermiamo per mesi nelle varie piazze. Quando ci mettiamo in viaggio, ci portiamo tutto appresso: la famiglia, la casa, gli strwnenti cli lavoro. Sarebbe una follia non guidare prudentemente e non far revisionare regolarmente i nostri mezzi» . Inoltre non è da sottovalutare il valore affettivo che questa gente di­ mostra verso le proprie macchine, automezzi o giostre, spesso perso­ nalizzate in modo fantasioso. «Ha notato quell'articolo pubblicato recentemente su "Auto d'epo­ ca" e intitolato Musei viaggianti? Vi si leggeva: "Curiosare tra le ca­ rovane degli spettacoli itineranti può riservare delle belle sorprese: ca­ mion e autobus di 30 e 40 anni fa sono ancora in servizio, un po' ag­ giornati forse . . . comunque sono giunti fino a noi!"».

Tl'Ottola zig-zag di Nci tale Maggi, Milano, Ccirnevale 1 936.

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Tre n i n o cli Oreste Rossotto, Villa Com u na le cl i Navali, 1956.

Via per Padova a incontrare Errùlio Zamperla, già Presidente della sezione ANESV del 1ì·iveneto. Alto e imponente, con i suoi gesti misu­ rati e gli occhi color mare in tempesta più che a un viaggiatore via ter­ ra fa pensare a un lupo di mare. Ha viaggiato molto: nei paesi d'oltre­ cortina, quando esisteva ancora la cortina e in tutto il bacino mediter­ raneo. Ricorda con particolare attaccamento la Turchia. «E' difficile stabilire con esattezza da quante generazioni i miei ap­ partengano allo spettacolo. Certo è che si tratta di una storia molto antica. Sto facendo ricerche sia sulla rnia famiglia sia sullo spettacolo viaggiante in genere: per esempio raccogliendo le tesi redatte dai va­ ri laureandi interessati alla nostra categoria. Tali ricerche evidenzia­ no immediatamente una carenza della lingua italiana: manca un ter­ mine preciso che definisca chiaramente la nostra attività. Lo spetta­ colo viaggiante si chiama Carnival negli Stati Uniti e Tivoli nel Nord Europa, Forains (quelli che vengono da fuori) nei paesi francofoni. Noi, in Italia tendiamo a evitare ormai il termine giostrai, che pure è etin10logicamente corretto, perché grazie a certa stampa affrettata e disinformata è diventato siJ1onjmo di "poco di buono'', soprattutto in Veneto . Evitiamo anche il termine "attrazionisti" che è vago e appli­ cato da un 'associazione appoggiata alla CGIL mentre noi vogliamo mantenerci apolitici. "Fieranti" è un termine assai siJnile al francese "forain", anche se rischia talvolta cli e ssere interpretato in modo erra­ to eia certi Comuni che pretendono la reciJ1zione delle attrazioni assi­ milando il concetto di Luna Park a quello di Fiera campionaria . . . » «Gli Zamperla provengono dal circo, iJ1 seguito hanno abbracciato anche campi diversi: chi lavora nei Luna Park, come me e i nuei figli, chi si dedica alla costruzione di giostre conosciute e richieste in tutto il mondo e chi continua la tradizione del teatro viaggiante o Carro cli Tespi*. Poiché siamo stati tra i prllni a diffondere il ciJ1ema muto nelle fiere, ancor oggi abbiamo una tessera cli accesso gratuito nelle sale ci­ nematografiche, tessera che comw1que non ho più osato usare quan­ do è iniziata la crisi ciel cinema . . . » Una piccola frase che lascia una grande iJnpressione . . . «Allora ciJ1ematografia significava accompagnamento musicale. Tutti i membri della fanuglia imparavano a suonare uno strumento: era una questione di sopravvivenza!»

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Emilio Zamperla

''Tespi ( V I sec. a . C . ): poeta greco dell'Attica, ritenuto iniziatore della tragedia. Secondo la tradizione introdusse l'uso della maschera per gli attori coi quali andava peregrinando su di un carro che nei villaggi serviva anche da teatro, donde: Carro di T. denominazione delle compagnie drammati­ che girovaghe che danno recite all'aperto o in teatri improvvisati. (Dalla Nuovissima Enciclopedia I llustrata, I E I ).


«A dieci anni ero operatore cinematografico. lJapparecchiatura fun­ zionava con una specie di manopola da tenere vicino a due carboni da cui si sprigionava una fiamma che, riflessa in w10 specchio, dava la lu­ ce sulla pellicola. Bisognava essere sempre presenti per regolare la lu­ ce. Se mi addormentavo mio padre veniva a sgridanni perché la gente reclamava . . . » «Poi vennero inventati dei giochi meccanici nei quali io, da piccolo, sono stato rinchiuso anche per nove ore di seguito. Ho evitato ai rniei figli una fatica del genere. Certo, i tempi sono molto cambiati. Oggi ge­ stisco due treni-fantasma. Attualmente con l'avvento dell'oleodinami­ ca, dell'elettronica e di altri ritrovati si fa meno fatica a montare le gio­ stre. Oggi due bambini potrebbero assemblare da soli alcune giostre ma fino a ieri era una fatica immane . Anche per sistemare i vari pezzi sui treni occorreva una tecnica particolare. Con mio padre facevo 36 piazze, ora i miei due figli ne farmo sette o otto. Gli spazi nei quali la­ vorare sono infatti dimil1uiti, sia in città sia al mare e certe fiere si so­ no allungate . Per esempio a Mantova la festa di S. Anselmo durava due domeniche, mentre ora si prolw1ga per cinque o sei domeniche» . L a sua voce s i vela d i rimpianto. « Oggi questo lavoro ha perso i11 poesia: tutto è progranunato, non c'è più il gusto dell'avventura. Se mi si chiede, a caso, tma data qual­ siasi subito so rispondere dove lavorerò in quel giorno. Non è più viag­ giare ma solo spostarsi! Ma non è sempre stato così. Mio nonno stava per esempio uno o due giorni in provincia di Ferrara poi subito dopo lo si ritrovava i11 Thentino: viaggiava tutta la notte!» Sfoglia quasi con tenerezza w1 libricci110 rilegato in pelle che fra le sue possenti mani sembra ancor più piccolo di quanto non sia in realtà. E' w1 pezzo wuco: nientemeno che il quaderno del nonno. Riporta i permessi manoscritti e bollati dalle autorità -Comw1i, Sindaci, Podestà, Capi delle Guardie, Ispettori- dal 1 880 in avanti, permessi indispensa­ bili allora per esercitare la professione nelle varie località italiane ed estere. Rigira con in1barazzo il librino fra le maiu. E' come se facesse parte della sua vita: i11 quel «libri110» fa rivivere suo nonno rievocando usi, costumi, mentalità ormai in disuso. «Visto per oggi e doma11i il trattenin1ento di cui in programma. Il sindaco cli Conegliano, 29 gennaio 1 883» . « Comw1e di Campolongo, li 1 0 febbraio 1 888. Visto si permette l'e­ sposizione dome11ica 12 i11 Piazza rispettate le funzioni del rnatti110 e dopo pranzo.»

A sinistra.

Giostm dell 'Officina meccan ica Bega, S. MCl?·tino in R io (Reggio Emilia). A destra. Giostm silurn della signom Spigcwi o l .

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Pagine del diario del nonno di Emilio Zamperla. Foto Giorgio De Giorg'i.

«20 agosto 1 889, Il Capo ComW1e del Municipio di Condino. Si ac­ corda il permesso per tre giorni, sotto condizione che arrivando qui la compagnia girmastica di Angelo Bergami nel frattempo, alla quale fu concesso prima la piazza sia obbligato il Sig. Zamperla di tosto sgom­ brarla e metterla a disposizione del Sig. Bergami. » « S i permette al Sig. Zamperla Emilio d i impiantare i l suo circo d i ca­ vallerizzi nel piazzale del mercato bovini sotto l'espressa condizione però di dar termine alle sue rappresentazioni w1 quarto d'ora prima, cioé sia dato principio allo spettacolo d'opera al Teatro Sociale. Con­ travvenendo a questa disposizione sarà considerato nullo il presente permesso e il Sig. Zamperla dovrà sgombrare il posto. l.:Ispettore, Uff. di Polizia di Mirandola, 2 7 settembre 1 889». «Visto, si permette l'esercizio della sua professione dal 24 al 26 gen­ naio 1 893 purché non si contravvenga alle leggi sulla moralità, buon costume e decenza. Li 23 giugno 1 893, il Sindaco di Thiene». «Visto si permettono pubbliche produzioni equestri per la durata di otto giorni, 29 agosto 1 89 1 , Municipio di Mezzolombardo». «Visto si permette l'esercizio in questo ComW1e con gabinetto otti­ co ed esercitazioni girmastiche per otto giorni, Piovene, 3 aprile 1 89 1 » . Chiudiamo il libro e ascoltiamo nuovamente Emilio (il nipote, non il normo) Zamperla. «Avevamo lma vita splendida, w1a vita spensierata nonostante i di­ sagi. I fermi ci chiamavano i "dritti" vedendoci sempre vestiti a festa, anche nei giorni feriali, e spendere senza badare al denaro . Probabil­ mente i maggiori disagi erano sopportati dalle donne che sono le vere colonne portanti della nostra categoria, grandi lavoratrici, ottirne cuo­ che. I compiti della donna, nel nostro campo , sono più pesanti per il so­ lo fatto di doversi spostare con tutta la casa» . «Dal '73 al '93 c 'è stato benessere d a n oi ma ora il calo è grande. Il disagio è dovuto anche alla minore solidarietà fra di noi. Spariscono le piole ("piola" o "crota" è un termine usato tanto in Piemonte quanto nel Veneto e significa osteria) che ci servivano come luogo d'incontro: incontro col cibo, incontro con l'oste e con gli amici e colleghi per be­ re "un'ombra" di vino o degustare quel vinello locale che in alcuni pae­ si si chiama "schiava" . In tutta Italia esistevano le piole scelte da noi con una sorta di passaparola. Un po' come fanno i camionisti. Noi per forza di cose facevamo le ore piccole dopo la chiusura delle giostre e, a notte alta, quando tutti gli avventori andavano via, il padrone o la pa-

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DIETRO LE QUINTE

clrona abbassava la saracinesca e si sedeva con noi. Ma questi luo ­ ghi chiudono o si modernizzano trasformandosi in fast food anoni­ mi e dozzinali. Scomparendo le piole, scompare uno stile cli vita. C ome per lo spettacolo viaggiante : col benessere scompare il senso di solidarietà. Con la televisione c'è meno contatto fra la gente. Le o ccasioni per ritrovarsi tutti sono soltanto i matrimoni con la diffe ­ renza che un tempo duravano anche tre giornate intere e oggi un giorno solo » . «Siamo circa 7.000 esercenti, con una media d i due attrazioni per famiglia. Di questi esercenti almeno 2.500 fanno parte dell'ANE SV, o Anesvù come la chiamiamo spesso. Assieme a pochi altri avevo propo­ sto, ben prima della nascita di Gardaland, di unirci per costituire un parco divertimenti con le nostre attrazioni. Naturalmente era un pro­ getto a lungo termine. Ma non entrava nell'ottica dei viaggianti e nes­ suno l'ha accettato. Siamo troppo individualisti». Dopo questa osservazione Zamperla rimane un attimo pensieroso. Poi volta bruscamente pagina. «I bambini di adesso non sono più stupiti dal nostro arrivo : anche loro hanno il camper, vanno all'estero -ogni anno in un paese cliverso­ si istruiscono più di noi, i loro genitori hanno le ferie pagate, magari hanno fatto le formichine e messo qualche soldo da parte e , tutto som­ mato, vivono meglio di noi». Tocca un altro tasto importante che dipinge con delicatezza: «Prima che si parlasse tanto cli handicap in Italia e altrove, noi

Treno fan tasma.

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della categoria abbiamo proposto con successo, la giornata del disa­ bile, invitando i Comuni a far qualcosa in favore degli handicappati . E anche quando ci siamo imbattuti i n dirigenti incert i , come è suc­

cesso ternpo fa al Gottolengo , non abbiamo esitato a mettere a di­

sposizione la nostra gioventù per accompagnare e aver cura dei pic­ coli ricoverati . E ra emozionante vedere come quest i ragazzi meno fortunati fossero sensibili alla novità che rappresentava per loro la giostra ! » « C i sentiamo utili alla società perché siamo consci cli offrire al pub­

blico un sano divertimento, concetto ribadito da tutti i Papi che hanno accolto delegazioni della nostra categoria. Il concetto cli "sano diverti­ mento" è stato sancito altresì dalla legge. La quale però al giorno d'og­

gi non ci facilita le cose . . . basti pensare al vertiginoso awnento della tassazione per l'occupazione del suolo pubblico. Sono ben lontani i tempi in cui per ottenere un visto cli lavoro in piazza comunale basta­ va che

"il signor Zamperla rimettesse a sue spese il suolo nello stato

prin1iero" come diligentemente riportato nel libriccino del nonno in da­ ta 29 gennaio 1 890! » .

136

Nizza, 1 921. In questa .foto d 'epoca Em ilio Pelucch i (terzo a destm) poso con i collaboratori dav a n t i al 7wim o ottovolan te d a l u i costru ito.


CARTOLINA

POSTALE

RICORDO DE LLA FIERA CAMPIONARIA DI MI LANO

-

"127

SOCIETA IT A L I A N A

.O.UTOPISTE E DIVERTIMENTI \7ia 8ntonio Rosmini, 3 Il

PIÙ

DE L L A

GRANDE

FI ERA DI

TORll10

·

SUCC ESSO

CAM PIONA RIA

MILANO

1927

I l giotello dei d1ve1 timenh

rDSTRUZIONE

ITALIANA

PELUC(l'tl ENIUO

e

DROUET ERNAIVO

Fiera Camp·iona ria di Milano, 1 927. Autoscontro di Emilio Pelucch i ed Enn a n n o Drnuel.

Nel capoluogo lombardo vive ormai da « fe rmo» w1 figlio delle gio­

Cesare Pelucchi

stre che ha percorso w 1a strada particolare. Signorile, asciutto, elegan­ t e , Cesare Pelucc h j , già organjzzat ore del LLma Park delle Varesine a M i lano, socio cos t i tuente m Gardaland e suo Presidente fmo al '94, Pass President della Unfonparcru afferma che, sotto molti pw1ti di vista, è

p i ù difficile gestire w1a semplice attrazione che w1 intero parco e ricor­ da volentieri il tempo in cw lavorava nello spettacolo viaggiante. «Una volt a le attrazio1ij , piccole, medie o grand i , venivano realizza­ te dai proprietari stessi, per cw tra il costruttore, l'ideatore -direi qua­ si il creatore- e la sua attrazione nasceva w1 rapporto che andava al cli

là del rapporto abitualmente stabilito con w1 semplice utensil e . La pri­

ma cosa che si faceva al mattino, prin1a ancora di bere il caffè e di far­ si la barba, era di uscire a vedere l a giostra. Perchè questa era come tm figli o , un figlio che era rimasto fuori tutta la notte . Indifeso, sull'area

aperta della piazza, esposto alle intemperie e ai dispetti m qualsiasi ba­ lordo di passaggio » .

« C i voleva mol t o tempo per costruire un'attrazione. I l materiale non era facilmente reperibile . Oggi basta andare in qualunque negozio spe­ cializzat o , in segheria, in falegnameria, in carpent eria , d a l colorificio . . . Una volta il colore, la vernice bisognava pensarl i , inventarseli da sè. E

t utto quest o non lo si poteva fare senza possedere una vasta gamma di conoscenze che permetteva di destreggiarsi in tutte le attività artigia­ nali . La lenta nascita dj tm'attrazione costruita giorno dopo giorno era insomma paragonabile alla nascita e alla crescita di un figlio » . Segna tma pausa, sottolineata da un breve sospiro, come se tutti i ricordi che gli si accavallano in mente fossero difficili da enumerare

137


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per ordine e forse

è

Altalena a barche della .famiglia Livero.

anche un grande sforzo cercare cli spiegare pro­

prio tutto a qualcuno che, per età e professione,

è

così estraneo al suo

mond o . Ma riprende con un fuggevole sorriso. «L'ottovolante

è

la mia giostra preferita, forse perché mio padre,

Emilio, ne ha costruiti sette » . E ' un numero fatidico, come nelle favole e , come nelle favole, le qualità cli Emilio Pelucchi vennero premiate. Con affetto e giusto or­

goglio C esare Pelucchi sfoglia un vecchio articolo cli giornale in cui

è

raccontata, in uno stile un po' desueto ma pur sempre accattivante la storia del padre. Non aveva denaro per acquistare libri e riviste ma ave­

va a iosa -riferisce il giornalista suo biografo- « quella moneta che solo pochi possono spendere: la volontà» . Mentre sua madre, vedova, gira­ va per l'Italia con w1a piccola giostra, un'altalena, egli dovette lasciare

ben presto la scuola per imparare Lm mestiere all'officina. La sua sete

di sapere era tale che dopo il lavoro offriva i propri servigi ad un gior­ nalaio chiedendogli in cambio non denaro ma wùcarnente la possibilità di leggere qualche rivista, qualche giornale che puntualmente restitui­ va. Nel 1 92 1 costruirà il primo ottovolante italiano, interamente cli le­ gno , come si usava allora.

Depositò in banca le

5.000

lire in monete

d'oro economizzate da sua madre per realizzare quell'attrazione a cui teneva tanto. Purtroppo la banca falli lasciandolo senza un soldo. Ma la segheria che gli forniva il legname per costruire l'ottovolante, fece credito a quell'accanito lavoratore, permettendogli cli portare a tenni­ ne la giostra. Il successo fu enorme. A Biella, in un mese, incassò Lma

cifra che copriva quasi per intero il costo cli tutta l'attrazione che, con i suoi

50

metri per 12 era molto grande per quell'epoca. Cesare Peluc­

chi indica Lma fot o color seppia che rappresenta il padre accanto a uno dei suoi ottovolanti e aggiunge: «Anche w10 dei priini ottovolanti iI1 metallo italiani fu costruito da mio padre nel '49. Si trattava di w1a co­ struzione stupenda, modernissinu Solo a Torino lavorava per

1 50

lire

a persona, una som1na enorme di quei tempi». Forse non tutti sanno che il fasciI10 dell'ottovolante Stati Uniti si

è

è tale

che negli

costituita un'associazione cli fans: l'AC E , American Coa­

ster Enthusiast (Appassionati americani di montagne russe) .

I patiti cli

questa giostra si divertono a sperimentare tutti i più complessi model­ li offerti dalle tecnologie cli costruzione più moderne affidate a proget­ tazioni computerizzate (Computer-Aided Design) . Per ottenere il mas-

1 38


DIETRO LE QUINTE

simo dell'emozione i fans clell'ottovolante seguono regole particolari: braccia sollevate e piedi che non toccano terra per «Sentire» meglio il giro. Usano un gergo speciale pieno di curiose espressioni come «ZO­ na morta» e «g» negativi. Da notare che gli americani esigono le sen­ sazioni estreme, al linùte della sopportabilità; gli europei invece prefe­ riscono percorsi più morbidi. Ma seguiamo cli nuovo il pacato racconto cli Cesare Pelucchi. «Fra i lati poetici della nostra attività ricordo con particolare no­ stalgia il viaggio con le carovane su ferrovia. I tragitti potevano anche raggiungere migliaia di chilometri. Da Milano si proseguiva per Roma, Napoli, Bari . . . » « Lo stretto cli Messina era entusiasmante! -Interviene con calore la moglie . - La carovana sopra il treno , il treno sopra la nave , la nave sul mare in rotta verso un'isola . . . E ra un momento fantastico per noi bambini» . «Anche il fatto di cambiare scuola, -prosegue sorridendo Pelucchi­ cli trovare dei compagni nuovi che, al primo giorno ci guardavano co­ me alieni, poi . . . con i biglietti omaggio e un mucchio di cose eia rac­ contare diventavamo i padroni della classe. Nel '40, in prima elemen­ tare a Milano potevo già dire ai miei compagni cli aver visto il Po e il mare, cosa ben rara per la maggior parte della popolazione di allora. E ravamo visti come esploratori, i compagni di scuola venivano a tro­ varci, eravamo ricercati» . «Perdevamo molti giorni di scuola durante g U spostamenti -aggiun­ ge la signora- e si perdeva ancora tempo perchè, ogni volta, occorreva rifare le pratiche d'iscrizione nei nuovi istituti. Chi poteva cercava cli rimanere in collegio». La guerra ha lasciato ricordi indelebili in lui, come in tutti quelli che l'hanno vissuta in prima persona. « Si lavorava anche in tempo di guer­ ra ma si chiudeva presto per via ci el coprifuoco. In caso cU pericolo ci Da sinistra: Primo Mantova n i, Sergio Zena, Italo Tassa n , Er1n a n no Pelucch i (si vede solo pci rte del volto), Gaston e Ra mpazzo, Carlo Uderstlwt, "Bistecca ", To1n maso Vin otti (in basso), Lilia n a B'icincato, Gmziella Leporat i, Lucia n o Z ampe1·la, B ru n a Fen·ern, Lucia Leporci ti. Foto sca ttata a l pa rco divertiin e n ti eh Porta Genova, Mila n o , 1952.

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si rifugiava dove capitava, sotto gli alberi per esempio. Nel 1 943, assie­ me a Manfredini mio futuro suocero , volevamo spostarci da Trieste verso Bolzano, clislocati su tre treni.

Solo il primo convoglio riuscì a

raggiungere Bolzano mentre, per un bombardamento sulla rete ferro­ viaria, il secondo treno, rimase bloccato a Verona e il terzo a Padova. La nostra gente che a Bolzano aveva già scaricato alcw1e attrazioni in piazza verme bombardata. La buca più piccola aveva 20 metri di dia­ metro! In quella terribile circostanza andarono distrutte nwnerose ca­ rovane e molti dei nostri morirono». Nel corso della narrazione tocca un punto che non è un fatto personale ma w1 episodio essenziale nel­ la vita della categoria viaggiante . « Nel 45, subito dopo la guerra, è ac­ caduto un fatto straordinari o .

A

qualcuno forse la parola straordinario

potrà sembrare eccessiva, ma quelli della mia età mi capiranno e con­

dividerarn10 l'emozione di quanto sto per ricordare. Dopo appena qua­ rantacinque giorni dalla fine di questa terribile guerra che aveva pro­ vocato la divisione tra italiani, i viaggiatori vollero inmlediatamente ri­ costituirsi in associazione. Tutti gli esercenti giostre si riwlirono pro­ venendo da ogni parte d'Italia e superando disagi imm a ni: basti ricor­ dare che per andare a Genova non c'era ancora il ponte sul Po. E' sta­ ta w1a cosa bellissima il fatto che una categoria che viaggia, che si muove, che in prati ca si incontra in maniera sporadica w1a, due o tre volte all'anno , abbia sentito questo desiderio di rivedersi, di contarsi, di darsi un assetto diverso. Questo dimostra fino a che punto siamo stati pronti a recepire il nuovo corso degli eventi e ad unirci per la di­ fesa del nostro lavoro, al disopra di sentimenti, egoismi ed ideologie. Un esempio che lascia meditare» . Anche il suo sguardo è meditativo. Pochi arnli fa un intervistatore di Pelucchi parlò deì suo « sguardo sognante» . Forse perchè, anche se sin da piccolo ha nutrito una certa ritrosia nei confronti della folla e del run1ore, ha comunque passato la vita a studiare divertin1enti per il grande pubblico. E ' curioso sapere che una difficoltà incontrata da Pelucchi quale membro della Comnlissione di sicurezza CEE e non ancora risolta in mailiera soddisfacente, dipende da una carenza della lingua italiana, già lamentata da altri esercenti giostre. « Quale termine usare per definire correttamente e senza perifrasi la nostra attività e quindi come identificare anche la Commissione che se ne occupa? Contrariamente alle altre lingue, in italiano non esiste

Lm termine preciso in proposito: se si usano le voci gergali gente del

viaggio o viaggiatori ogmmo le interpreta a modo proprio e nessuno può capire al volo cli cosa si parla. Un anlico, -ma anche in questo ca­ so la lingua italiana, pur bella e ricca, si din1ostra nuovamente carente perchè il ternline "anlico" fa di tutte le erbe Lm fascio- un amico gior­

nalista sostiene la necessità di mai1tenere la radice "giostra" e ha in­ ventato n per n la parola "giostriere" cl w. mi affretterò a proporre alla prossima seduta! Visto che è soprattutto grazie a frettolose e spesso in­ consistenti giudizi della stalllpa che

il

termine di "giostraio" è cli.venuto

negativo, nli sembra giusto che tocchi a w1 giornalista correre ai ripari! »

Cambia discorso e questa volta sì che i suoi occhi diventano so-

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DIETRO LE QUINTE

Dido di Milano, 1 930, Coll. Mmt i n i.

gnanti: pensa a lunghi e lontani viaggi in ampi spazi. « TI:a poco mi recherò nel Kazakistan per una consulenza su un par­ co divertimenti a Alma Ata. Sulle orme di mio padre che ha organizza­ to parchi non solo in Italia, ma anche in Spagna, Portogallo, Algeria, Egitto . . . All'estero, specie in Germania, mi colpisce il fatto che, nei giorni di festa, intere città accettano periodicamente di far occupare i loro pregevoli centri storici dalle giostre» . Ridiventa pensieroso. « Ciò comporta u n grande impegno sia d a par­ te delle istituzioni che della popolazione. E ' un aspetto culturale che manca in Italia. A Milano le giostre lavoravano a Porta Venezia per la Festa di S. Carlo, a Porta Vittoria per la ricorrenza delle 5 Giornate, ai Bastioni di Porta Genova in occasione del Carnevale e all'Arena nel pe­ riodo primaverile. Ormai queste tradizioni stanno scomparendo per far posto a manifestazioni cli tipo più commerciale, di stampo americano che forse tra 50 o 1 0 0 anni faranno parte del folclore locale, ma visto che anche noi abbiamo le nostre tradizioni perchè rinunciarvi? Mi ri­ mane il cruccio di non essere riuscito a far capire ai miei amici e colle­ ghi che stavamo sbagliando, che mancavamo in qualcosa nei confronti delle città in cui operavamo. Non si può andare in un ·luogo qualsiasi, lavorarvi, guadagnare soldi e poi allontanarsi dimenticando quella lo­ calità e quella gente per poi tornare l'anno seguente pretendendo lo stesso trattamento. A lungo andare il risultato è stato quello di non po­ ter più impiantare un parco nei centri storici. Siamo, è vero, un'attività viaggiante, ma dovremmo lasciare un segno, dovremmo creare un le­ game maggiore col territorio» . A questo punto Pelucchi spezza una lancia in favore dei parchi sta­ bili di divertimento, in cui si realizzano non solo giostre, ma anche spettacoli teatrali, rappresentazioni dialettali e comunque sempre ma­ nifestazioni cli cultura.

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«I parchi tematici tipo Gardaland rappresentano un'evoluzione dei parchi viaggianti. Il nascere di tali centri diffonde w1 aspetto culturale che va a beneficio anche dei parchi viaggianti e della categoria nel suo insieme» . «I cosiddetti "giostrieri" non hanno avuto l o stin1olo per creare da sè i parchi permanenti. E ' vero che sarebbero diventati "fermi", ma avrebbero permesso ad altre famiglie, soprattutto ai giovani, di viag­ giare di più con le loro attrazioni e non si sarebbe creata l'attuale si­ tuazione cli collasso provocata da w1a domanda superiore all'offerta, a detrimento della categoria». A Firenze vive una delle « colonne» dell'ANE SV: Alberto Vinc entini che da quasi due lustri è completamente dedito alla categoria del viaggio e i n particolar modo ai suoi anziani rappresentanti. Giustamente è stato nominato da tempo Vice p residente onorario dell'ANESV, ma come tutte le persone che lavorano con passione (termine che egli usa spesso e che in questo caso diventa sinonimo di idealismo) non aspira a «far carriera» : le cariche non interessano né lui né l 'altro grande suo amico Agostino Volp i, Presidente onorario dell'ANE SV. C on piglio deciso e sguardo tagliente addolcito dal sorriso e dalla parlata toscana s ciorina brevemente il suo c urriculum. «Mio babbo era fermo a Firenze, dove aveva una bottega di bici­ clette . E aveva anche la passione di correre a cavallo. Vinse, fra le al­ tre , una corsa organizzata da un circo equestre dove fu premiato con un bacino datogli da una bella ragazza che sarebbe poi diventata mia madre. Lei lasciò il circo e lui le biciclette, assieme comprarono una giostra a cavalli proveniente dalla Germania. Funzionava trainata da un cavallo vero, nascosto nella parte centrale della giostra, poi mio babbo, da buon meccanico seppe farla girare a motore. In seguito venne trasformata in giostra a seggiolini. Ma tutto venne distrutto dalla guerra! » Malgrado questa osservazione carica di ombre egli con­ tinua senza recriminazioni, da vero viaggiatore abituato a superare ogni contrarietà e a non trastullarsi nelle illusioni. «La nostra è una categoria che vive di passione: ci affascina il no­ stro lavoro . I matrimoni fra fermi e viaggiatori non creano problemi: cioè i fermi si adattano molto bene a questo tipo di vita anche se i sa­ crifici son tanti: questi spostamenti e questa mancanza di piazze, per esempio . . . è una lotta continua. Per questo dopo la guerra la mia in­ tenzione, la mia passione, era diventare un rappresentante dell'asso­ ciazione per curare gli interessi della categoria» . Ha combattuto la guerra cli liberazione e ha trascorso 18 mesi di pri­ gionia in territorio tedesco. Ha mietuto medaglie e onorificenze, ma i soli meriti a cui accem1a sono quelli sportivi. Proprio come gli altri viag­ giatori incontrati sinora si guarda bene dallo sfoggiare i suoi titoli, vi ac­ cenna glissando, ma si sofferma a parlare cli ciò che ritiene essenziale. «Già nel '47 il gruppo fiorentino mi nominò consigliere , poi nac­ que l'ANESV e, se i conti son giusti, da 45 anni sono Presidente re-

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Alberto Vincentini


DIETRO LE QUINTE

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1 927. Fiera anniwle settembrina a

Casalguidi (Pistoia), con una delle p rirne giostre equestri di costruzione tedesca, azionata da un cavallo. Acquistata alla fine dell 'Ottocento da Giuseppe Vincentini, padre di Nardino e di Alberto attuale Presidente del l 'ANESV Toscana.

gionale. Divenni ben presto anche membro del Consiglio nazionale. La cosa più bella che mi sembra di aver realizzato insieme alla Presi­ denza nazionale e all'appoggio fraterno dell'indunenticabile Don Di­ no Torreggiani è la Casa di riposo dello Spettacolo viaggiante e dei Circhi equestri a Scandicci. Ho passato la vita assistendo la Casa di riposo e mi son occupato di dare le piazze agli associati e a svolgere l'attività di viaggiatore . » Sì, ha i capelli bianchi e gli occhiali, m a porta benissimo i suoi an­ ta; è energico e volitivo e se ogni tanto intercala un «ormai son vec­ chio» o «alla mia età . . . » è certo per vezzo o per ricordare a se stesso e agli altri la propria età. « Ho la fortuna di avere una famiglia numerosa: tre figli, di cui due femmine, e vari nipoti che lavorano nell'ambiente. Mia moglie, una ferma viareggina, non ha mai parlato di fermarsi e sì che siamo spo­ sati da 54 anni! Copriamo tutta la Toscana, non è che si sconfini mol­ to: in base al regolamento della legge 337 si tien conto dell'anzianità di frequenza che obbliga a ripercorrere le medesime piazze. Si ha di­ ritto di sconfinare se si è in grado di proporre un'attrazione innovati­ va, come quella creata recentemente da me e da mio figlio Giuseppe. Ora, a una certa età, ho preferito rimanere a Firenze nell'associazio­ ne e voglio girare di meno. In Toscana siamo 600 ditte, con una me­ dia di 5/6 persone a famiglia. Tutti messi assieme formiamo un pic­ colo paese. Se quel che mi garba dei fermi è che, ora come ora, han­ no meno preoccupazioni di noi, quel che non mi garba è che son fis­ si in un posto mentre noi si vede più gente. Il più delle volte in uno stabile non si conoscono i vicini accanto mentre noi ci si conosce tut­ ti. Si lética anche, però poi ci si rimette insieme, si va a mangiare as­ sieme, ci si conosce, ci si scambia le idee . Siamo tutta gente che la­ vora e, statisticamente, è stato dimostrato che fra la gente delle gio-

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stre c'è meno delinquenza che negli altri ambienti. Ognuno di noi sa fare un po' di meccanica, un po' di falegnameria e poi fa l'elettricista, il fabbro, l'imbianchino . . . E' una vita piena . » U n altro toscano gli fa e c o per certi versi: Indro Montanelli quan­ do nella sua Storia d'Italia osserva: «L'industrioso contadino di quei tempi (antica Roma) , staccate le bestie dall'aratro, diventava fale­ gname o si metteva a battere il ferro per ricavare ganci o pentole. La vita di questi artigiani era piena e varia più che ai giorni nostri» . En­ trambi parlano di gente sana e ingegnosa, contraria alla routine, alla robotizzazione, alla clonazione. «Già al ritorno dalla guerra con mio fratello abbiamo lavorato per un fabbro e risparmiato al cento per cento per costruire la giostra a seggiolini. Mio fratello, che era un bravo disegnatore, ideò questo mestiere, poi quando ci è avanzato qualche soldo ci siam comprati un'altra attrazione. Ci son voluti sette o otto anni per rimetterci be­ ne in sesto. Dopo la famosa giostra di mio padre ho avuto un'autopi­ sta, poi w1 autoscontro (l'autoscontro è un mestiere che non muore mai) , giostre-aeroplano, twist, matterhorn e ultimamente, come di­ cevo, col mio figliolo abbiamo avuto l'idea di far costruire da una dit­ ta di Rovigo una novità: un Battello Mississipi moderno, che è una specie di ottovolante . L'acqua schizza attorno alla vettura che gira e attraversa un tunnel. Comunque quel che tiene in vita i Luna Park in genere son soprattutto le giostre da bambini. I soggetti si rinnovano, ma il movimento è sempre quello » . Inevitabile a questo punto ricordare l a Fiera internazionale d i Ri­ mini, nata nel 1 988, realizzata dalla Presidenza nazionale dell'ANESV assieme a tutti i costruttori italiani di giostre , destinata a far cono­ scere agli addetti del settore, che a ogni edizione affluiscono sempre più numerosi e da tutte le parti del mondo, le più moderne attrazio­ ni per parchi divertimento, stabili o itineranti. La stampa ha coniato -'

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Costruzione i n piazza di u n a pista veloce. Famiglia Umberto Ada lia, 1930.

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DIETRO LE QUINTE

Torino, Piazza Vittorio, anni '50.

a tal proposito il curioso ma efficace termine di «divertimentificio » . E l a nota d i chiusura d i Vincentini è ottimistica, simpatica. « Ci sono dei nostri che han venduto il mestiere, si son fermati un paio d'anni, poi l'hanno ricomprato e si son rimessi a girare non per­ chè non guadagnavano , ma perchè mancava loro quell'allegria: le lu­ ci, il divertimento , la musica. Veder le genti allegre ci ridà vita e fa passare anche a noi i nostri pensieri. Noi si balla tutti i giorni. Siamo sempre in mezzo all'allegria! » Allegri forse , spensierati non proprio: basta spostarsi a Napoli e parlare con Adriano De Matteo e sua sorella Matilde, che tutti cono­ scono come Lilly. Anch'essi esaltano la figura paterna: un fermo che si è trasformato in uno dei maggiori sostenitori del mondo del viag­ gio, uno dei soci fondatori dell'AGIS, un pluridecorato che ha sempre lavorato nell'Associazione anche quando non rivestiva cariche socia­ li, fino a pochi mesi prima della sua dipartita, quando oltrepassata l'ottantina, subì l'amputazione di una gamba. Lilly inizia vivacemente il racconto. «Nostro padre Alfredo aveva un negozio di parrucchiere al centro di Napoli, ma evidentemente mosso da spirito di avventura, si è in­ serito fra i viaggiatori già nel '39, a Roma, nel parco del Villaggio del Soldato, inizialmente con attrazioni di dimensioni modeste come il ti­ ro-barattoli e altri stand a premi. Nemmeno nostra madre , nata a Ro­ ma, era del viaggio. Col passare degli anni la loro situazione è anda­ ta migliorando e hanno potuto gestire attrazioni più importanti, e papà è diventato organizzatore di parchi. Se si conosce un poco la ca­ pitale partenopea si capiscono immediatamente le capacità organiz­ zative di quell'uomo. Basti pensare che è riuscito a impiantare giostre

Adriano e Lil ly De Matteo

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Carovana di Armando Betoschi all 'imbarco nel porto di Smirne in partenza per Caifa, 1 959.

nei punti più strategici, storici e artistici della città: per esempio, ne­ gli anni ' 6 0 , al Chiostro di Monte Oliveto durante il periodo natalizio . I l fatto importante è che i suoi parchi, itineranti o fissi, venivano im­ postati secondo una struttura non solo fisica, ma anche etica: un co­ dice morale di comportamento che contribuiva a migliorare l'imma­ gine dell'intera categoria» . E' coinvolgente Lilly De Matteo e ha le idee chiare come i suoi occhi. «I nostri genitori sono stati - come dire? - i pionieri delle giostre nell'Italia meridionale. Papà ha creato nel '73 il piccolo parco perma­ nente Indianapolis, che abbiamo dovuto chiudere nel '90, soprattut­ to perchè non eravamo abbastanza numerosi per continuare l'atti­ vità, dopo la morte di un nostro fratello. Spaziamo dalla Campania al­ l'Abruzzo e Molise, dalle Puglie fino in Calabria. Nelle Puglie il pub­ blico ha l'abitudine di frequentare il parco dalle sette di sera fino a mezzanotte. Va a casa e poi ritorna alle giostre dalle 2 sino alle 5 del mattino. L'ottanta per cento delle loro feste si svolge secondo questo ritmo! » Lilly, l a maggiore dei fratelli D e Matteo, d a qualche anno si è fer­ mata mentre Adriano continua l'attività, con difficoltà innumerevoli a tal punto da augurarsi che i figli non seguano la sua strada che pu­ re ha tanto amato. «E' la società in genere che sta cambiando e , di riflesso, cambia anche il nostro ambiente. Ho fatto le mie esperienze in tempi più tranquilli. Oggi è molto più problematico per un giovane farsi strada, in tutti i campi. In ogni categoria ci sono infiltrazioni di persone ne­ gative, basti pensare all'ambiente della moda per esempio. Il rappor­ to con la gente non è più facile come prima. C'è molta prevenzione, troppi giudizi affrettati: se uno si muove in carovana è automatica­ mente classificato nomade e basta. Ora anche molti extracomunitari

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DIETRO L E QUINTE

In viaggio sulla nave mercantile jugoslava Sfonit da Tl-i.este per Beirnt, 1 957.

vivono in roulotte, il che aumenta la confusione e i pregiudizi verso di noi per il solo fatto di avere un'abitazione itinerante. Ma questa è una necessità per il nostro tipo di lavoro. Accade, specie nelle loca­ lità balneari, che le nostre carovane-abitazione siano poste in luoghi di passaggio per il pubblico e ne attirano la curiosità, l'interesse e la meraviglia quasi più delle giostre: non siamo vacanzieri e quindi at­ trezziamo le nostre carovane in un modo inaspettato ai loro occhi. Abbiamo delle carovane più piccole per gli spostamenti, ma si tratta pur sempre di veri e propri appartamenti con pavimenti di marmo, maiolica alle pareti, verande estraibili. Abbiamo perfino posto per il coniglio nano di mia figlia che ama tanto gli animali. . . » Contrariamente al previsto, la scolarizzazione dei viaggiatori qui non rappresenta un problema. Potrebbe essere scambiata per un'in­ segnante alla vigilia della pensione Lilly dai corti capelli argentei mossi, il vestito semplice e senza fronzoli, dai discreti toni pastello. Con la sua voce nitida spiega che grazie ai parchi fissi o semi-perma­ nenti, c ome quello di Caserta, aperto nove mesi l'anno , i ragazzi se­ guono le scuole regolarmente. Adriano riprende il ritratto di famiglia. «Ho tre figli, una femmina ormai diplomata e fidanzata con uno che non è del nostro mestiere, e due maschi, uno di 2 1 e l'altro di 1 4 anni. I l primo segue brillantemente la Facoltà d i E conomia e Com­ mercio, l'altro ha terminato le medie e si iscriverà a ragioneria. La cultura non fa mai male e vorrei che studiassero abbastanza per es­ sere in grado di affrontare ad armi pari le difficoltà amministrative che soffocano la nostra categoria togliendoci quasi la forza di conti­ nuare. Vorrei che i miei figli avessero una vita più tranquilla» . Accarezza i baffi neri, forse per nascondere un sorriso. « In fondo era quello che si augurava anche mio padre . . . ma io h o interrotto gli studi e assieme a mia sorella e all'altro mio fratello ab­ biamo voluto stare nel viaggio » .

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Sfila lentamente i suoi occhiali neri come se volesse osservare a occhio nudo il quadro che descrive a tinte fosche. «Nel Nord, numericamente parlando, ci sono più viaggiatori che nel Sud. Qui siamo più isolati, abbiamo rapporti meno frequenti con i colleghi del resto d'Italia. A causa delle distanze non riusciamo nem­ meno a partecipare in modo regolare al Park show di Rimini, che pu­ re si svolge nei giorni non festivi per permettere a tutti noi di lavora­ re regolarmente durante il week-end. Dal punto di vista tecnico di problemi ce n'erano molti di più anni fa. Un tempo si doveva ricorre­ re a molta manodopera, oggi anche solo il suo aiuto mi basta . » Parla c on voce pacata indicandomi l a figlia esile e longilinea. Pro­ segue con una smorfia di dolore, per la gamba ferita in seguito a un recente incidente. Dovrebbe starsene a riposo, ma non può: questa è la stagione di lavoro a ritmo pieno. Dopo aver enumerato i mestieri che gli sono passati per le mani afferma con emozione. «Quando dobbiamo disfarci di un'attrazione il distacco è doloroso, ci affezioniamo, è triste. Preferiamo che venga venduta all'estero per non aver l'occasione di vederla in altre mani. Ci si separa da qualco­ sa con cui abbiamo vissuto tanto tempo, ci ha dato soddisfazioni, ci ha dato da vivere: questa non è retorica! Si è costretti a cambiare at­ trazione perchè bisogna offrire novità al pubblico, bisogna stare ai tempi, oppure perchè la si deve adattare agli spazi che ci sono desti­ nati o perchè è diventata troppo costosa da mantenere o per man­ canza di personale e infine per deterioramento della struttura stessa, ormai troppo vecchia. L'attrazione che ha mi dato maggior soddisfa­ zione personale, sia come impegno, sia dal punto di vista puramente estetico è stata l'autopista elettrica. Quella che ha dato maggiore soddisfazione a livello di lavoro materiale ed economico è quella che ho attualmente: il treno-fantasma. Anzi ne ho due, uno ancora di ti­ po vecchio che si smonta e si rimonta pezzo per pezzo, dal primo al­ l'ultimo, e attualmente è al parco fisso di Ostia, mentre l'altro, che ha solo 4 anni, sta su un semi-rimorchio e si assembla in modo sempli­ cissimo e brevissimo. » Lilly ricorda ancora la figura paterna. « Nel '68 finalmente è sta­ ta varata la legge 337, voluta dai famosi pionieri, in testa a tutti il Presidente Camillo Bruno che ne è stato il massimo artefice. Ad An­ cona nostro padre era presente ai festeggiamenti col ministro Co­ rona, promotore di questa legge che ci ha permesso di acquisire dei vantaggi o perlomeno un riconoscimento sociale , cosa che prima non avevamo» . Persone intorno alla cinquantina come i De Matteo possono già esclamare: «Ai nostri tempi ! » . Osservano che generalmente sono i masc hi a voler c ontinuare il mestiere p aterno p erchè mossi da una maggiore aspirazione alla libertà e un gusto più spinto per l'avventura. «Il nostro lavoro ci dà la sensazione di essere liberi, di non essere vincolati da certi schemi, da orari, anche se in fondo non è proprio così» -osserva Adriano mentre Lilly tocca un altro tasto- «Tutti gli an-

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DIETRO LE QUINTE

nj, in passato, a ogru apertura di parco, non solo erano presenti le au­ torità comunali, i vari assessori e qualche volta il sindaco, ma si po­ teva contare anche sulla presenza del vescovo della città .» Adriano si illumina esclamando: « Nel ' 5 6 ho fatto l a Prima Comu­ nione sulla pista dell'autoscontro! So che si sono svolti anche dei ma­ trimoni sulle giostre, qui e all'estero, e non si trattava nenm1eno di viaggiatori. » Lilly sottolinea: «Esistevano quindi buo1u rapporti con le autorità locali sia laiche sia religiose, rapporti di stima reciproca, di fiducia e di collaborazione. A Benevento nostro padre comprò una Madonruna e la fece benedire dal parroco della chiesa più vicina. Fa­ ceva il giro di tutte le case questa statuina, protetta da w1a teca con la scritta " Omaggio del Luna Park". Ha offerto anche scranni nelle chiese . Nella Villa Comunale di S. Maria Capua Vetere, vicino a Ca­ serta, dopo aver smontato le giostre, ogni a1mo faceva rimettere a po­ sto, a sue spese naturalmente, le aiuole che erano state calpestate dal pubblico. Questi esempi spiegano qual era l'impronta con la qua­ le si andava avanti nel lavoro! » Tutto è azzurro a Napoli: i l cielo, l'acqua del mare e l a fiumana di polizia che invade la città. Immagine sconfortante che giustifica i mo­ menti di scoramento di alcune fanuglie viaggiatrici italiane incontra­ te sinora.

Tiro a segno della famiglia Belinazzi. Padova, 1 929.

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In Sicilia, terra di vulcani, esiste un'altra forza della natura: Rita Anna Rossi Cucè. Di madre francese e di padre veneto appartiene a quel dieci per cento delle famiglie viaggiatrici italiane di origini cir­ censi e Sinti. Indubbiamente innamorata del proprio lavoro e della propria famiglia ne traccia uno stupefacente ritratto cominciando ca­ vallerescamente dalla famiglia del marito. «Mio suocero, catanese, ha cominciato da ragazzino a lavorare in teatro, nell'avanspettacolo, affiancando personaggi del calibro di An­ gelo Musco , Rabagliati, Aldo Fabrizi. Molto fantasioso è passato al circo e si è applicato per avere un numero tutto suo. E ' diventato un lanciatore di coltelli di una bravura a livello europe o . Si rifaceva al personaggio di Buffalo Bill, anche come loo k , con tanto di baffi e piz­ zetto. La somiglianza era notevole. Aveva tanto entusiasmo da con­ vincere i genitori a lasciarlo fare. Loro erano lontani mille miglia da quel mondo : fermi e timorati di Dio. D'altronde se una cosa si fa con piacere non diventa sacrificante. Quando sento dire da certi colleghi che la nostra è una vita di sacrificio, io ribatto che non son mica ob­ bligati a continuare. Ma dove sono tutti questi sacrifici? Io quello che faccio lo faccio con tanto amore perchè so che dev'essere così! Se tutto va liscio , diventa facile , diventa noia, diventa antipatico e non si vedrebbe la capacità di una persona: se vali qualcosa, lo tiri fuori nel momento del bisogn o ! » Viene interrotta dall'altrettanto effervescente « comare» , questo è il termine squisitamente pirandelliano , con il quale è stata presenta­ ta, amica del cuore da oltre trent'anni. «Se uno si tiene la giostra si occupa solo di quello, non può, che so io? al mattino tenere il negozio, tanto per fare un esempio, o la piantagion e , per dirne un altro, e la sera aprire il Luna Park rovinan­ do la piazza di altri che vivono solo di quel' lavoro. E' un po' come il supermercato che ti mangia i negozi piccoli. E c'è di peggio: per esempio chi usa la giostra come copertura per altri traffici, tanto ha le spalle coperte. E se arriva l'ordinanza di non impiantare più giostre in quella piazza, perchè c'è stato troppo rumore e sporco, ci andiamo di mezzo noi che lavoriamo davvero. E cco cosa rovina il nostro lavo­ ro e ti fa disamorare. Quando ci viene rinnovato il libretto dovrebbe esserci automaticamente assicurata la piazza dove lavorare». Rita Anna scuote la bionda criniera e con la sua bella voce squil­ lante ha un'immagine folgorante . « E ro nelle giostre già nove mesi prima d i nascere! Mia madre mi ha partorito in una carovana tirata dai cavalli. Il mio mestiere, per me, è il più bello del mond o . Non ne conosco e non ne farei altri» . La comare invece ha vissuto una situazione diversa. «Mio padre viveva nel lus s o : aveva il precettore in casa. S u o pa­ dre, cioè mio nonn o , aveva la macchina, a quei temp i ! E un'orefice­ ria e pure una salsamenteria e la fabbrica di forchette e un negozio di ferramenta. Mio padre ha cominciato a 1 4 anni a seguire le gio­ stre, mio nonno lo andava a c e rcare e aveva un bel legarlo alla s e ­ dia perchè non scappasse: n o n c'era verso che cambiasse idea! A

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Il signore e la signora Rossi


D IETRO LE QUINTE

casa non ci stava e la nonna gli portava da mangiare in carovana! » Quasi in coro: «Era passione, non c'è niente da fare!» Rita, che nella foga del discorso ha fatto scivolare qualche forcina, si ravvia i folti capelli che ha sempre tenuto lunghi. « Per quanto riguarda mio suocero -che ha appena compiuto 90 anni- durante le tournée è rimasto in Sardegna, bloccato dalla guer­ ra. Lì, con una ferma del posto, ha impiantato un circo. » Aldo Rossi, pacato, dice l a sua: «La scuola non era il mio forte e arrivato all'età di 1 2 anni ho preso anch'io la via del circo . Son di­ ventato un acrobata, un ginnasta. Più giovani si comincia meglio è . » La moglie s i affretta a osservare: «Anche da noi s i comincia mol­ to presto, io a nove anni ero dietro il banco del bersaglio e a quattor­ dici facevo la "donna elettrica" cioè accendevo delle lampadine ful­ minate! » «E' un numero che è stato trasmesso anche dalla televisione. -ri­ corda il marito.- Non si trattava di mia moglie, ma il numero era lo stesso» . La signora Rossi non dimentica gli agganci della sua famiglia con il circo. «La madre di mio padre, mia nonna paterna, e la nonna degli Or­ fei erano sorelle. E qui torniamo indietro nel secolo scorso. Faceva­ no il filo sulla gabbia dei leoni, senza rete di protezione! Ho svariati parenti nell'Emilia-Romagna, almeno l'ottanta per cento dei viaggia­ tori della zona. Son tutte famiglie numerose, meno la mia: ho un so­ lo figlio , Mauro. A Cagliari, il parco fermo del Poetto appartiene a dei miei cugini primi, figli della sorella di mia mamma. La zia è anzianot­ ta, del 1 9 1 0 , ma ancora va in cassa. » Il signor Rossi interviene sempre con grande calma e con dizione chiarissima, senza mai interrompere il discorso altrui, senza accaval­ lamenti. Con grande armonia marito e moglie sembrano farsi reci­ procamente da spalla.

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« In Sardegna gli spettacoli circensi di mio padre coincidevano con le varie fiere . -continua l'Aldo Rossi- C'erano le sagre, le varie Ma­ donne, la gente ci teneva tanto e vi andava con carretti trainati da ca­ valli perchè le macchine non le avevano . I miei restavano qualche giorno accampati vicino alle chiese. C'era una marea di pubblico. Fa­ cevamo spettacoli anche trenta volte al giorno cominciando alle cin­ que del mattino , con le luci accese, a rotazione continua. Lì ho cono­ sciuto la famiglia di mia moglie che dalla Corsica era passata in Sar­ degna. Andavano anche in Algeria con navi da carico . . . Nell'800 era un'avventura. Loro avevano le giostre . E' la strada che ho scelto an­ ch'io dopo il matrimonio: m'ero stancato di faticar tanto . Tenevano anche baracche d'entrata con incontri di pugilato o mostre con dei negri o cose un po' fantasiose per la gente di allora. » Rita interviene sempre animatamente, è il suo carattere, genero­ so e schietto. « Il circo è più stressante. Si riposa poco e intanto lo spettacolo deve andare avanti anche quando uno è stanchissimo e può diventare pericolo s o . Si viaggia molto di più e le soste sono mol­ to più brevi rispetto allo spettacolo viaggiante . Aldo era il figlio gran­ de e quindi sempre in pista: i cariani, bambù, il rullo, gli anelli, la spalla . . . » Riprende a parlare il signor Rossi. Non alza mai la voce, trasmet­ te un senso di calma. Un equilibrista evidentemente è equilibrato, an­ che e soprattutto all'interno cli se stesso. «Abbiamo avuto baracche d 'entrata, tagaclà, autoscontro e ora un telecombattimento che è un modello perfezionato dell'aviogiostra con un computer che dice al pilota, tramite sintetizzatore , cosa av­ viene sull'aereo . Ho avuto l'idea, rifacendomi alle vecchie giostre, di far realizzare una parte che si solleva inclinando l'asse centrale di 2 0 ° , quindi gli aerei volano molto obliqui Oltre alla giostra aerea ab­ biamo anche una giostra per bambini, di tipo tradizionale , ma che funziona col computer. » Invece la comare , che lavora anche a Malta, in Marocco e in Libia, dove gli italiani, perlomeno quelli delle giostre, sono particolarmente ben accetti a suo dire , possiede un Enterprise e un treno-fantasma. Tanto è bruna e snella la comare, quanto .è bionda e morbida Rita, ma hanno entrambe lo stesso modo di concepire la vita: gli ostacoli li af­ frontano di p etto e mai l i aggirano . «Mio marito è p i ù accomodante -nota l a signora Rita- e m i allunga il piede sotto il tavolo appena faccio osservazioni ai funzionari se sba­ gliano: sbagliano a dirci "giostrai" in senso negativo ; sbagliano a cre­ dere che non ci interessi istruire i figli (io al mio facevo dare ripeti­ zioni, aveva solo mezz'ora per mangiare e poi di corsa a studiare, era un doppio lavoro per lui e una spesa per noi) ; sbagliano quando non ci fanno trovare terreni allestiti come vuole la legge (come si fa se non c'è l'attacco per la luc e , per l'acqua?) ; sbagliano a destinarci in zone lontane dalle nostre carovane di abitazione : non possiamo la­ sciare le giostre da sole ! » . Quando s i parla cli burocrati anche l a comare s'infiamma così co-

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DIETRO LE QUINTE

Zero volante della famiglia Livero, 1 937.

me s'infiammano tutte le categorie professionali di qualunque tipo (Le tasse le pago) . A tu per tu con le donne del viaggio, specie con la signora Rossi che, contrariamente alla più giovane comare, crede che l'uomo debba essere «atteso» e accudito in tutto, ci si aspettava forse un tranquillo scambio di idee sul modo di allevare i figli o di ri­ cette gastronomiche , invece ci si trova di fronte ad agguerrite donne di casa che devono di continuo far di conto perchè ovviamente le cat­ tive condizioni dell'econornia locale incidono anche sull'andamento della loro attività, né gli stranieri in vacanza servono a rimpinguare loro le tasche, perchè non frequentano più di tanto le giostre. La fa­ miglia Rossi è pronta ad affrontare la prossima fiera settembrina di Reggio Calabria anche se la situazione è peggiorata. « La piazza che abbiamo fatto in tutti questi anni ora l'hanno adi­ bita al mercatino settimanale. A noi questi mercati fanno un gran ma­ le perchè loro , pur lavorando solo per un totale di 7 o 8 ore settima­ nali ci tolgono del tutto la possibilità di montare i nostri mestieri. Quest'anno la zona che ci voglion dare è bruttissima, fuori mano, sporca e con gente c he non ti lascia in pac e : vuole il pizzo, ti ruba la macchina . . . » Ma le avversità possono funzionare da stimolante e Rita ripete convinta, guardando affettuosamente il nipotino Aldo che a soli set­ te anni aiuta già a montar l e giostre . « E sono guai se non lo chia­ miamo » . « La nostra è una vita talmente bella che è difficile staccarsi per andare a fare una vita monotona, triste , magari in un appartamento. La casa ce l'abbiam o , ma non ci abbiamo mai dormito dentro! Insom­ ma: la vita è un viaggio e viaggiare vuol dire vivere due volte. »

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Aggiungiamo le parole di un'altra donna, la poetessa Else LaskerSchiiler che, come tutti i poeti, manca forse di spirito pratico.

Getti via tutti i libri e organizziamo una fiera. . . Mi sono già irijormata legno dei più semplici una giostra addobbata con pendagli di pesanti perle di vetro capannoni smontabili. . . Ma non le sfugge l'essenza delle cose.

Giostra significa riconciliazione, un conoscersi a vicenda! All'inizio di questa ricerca sul mondo delle giostre era lecito pensa­ re che quei fermi, borghesi o aristocratici, pronti a lasciare gli agi del lo­ ro ceto per aggregarsi alle carovane , lo facessero solo perché attratti dal lato avventuroso e romantico della vita itinerante. Invece considerata la profonda umanità dei personaggi dello spettacolo viaggiante si è più propensi a credere che proprio per le loro qualità vengano seguiti vo­ lentieri da chi non si accontenta di una vita di routine, di una vita spes­ so priva di grandi valori. La gente del viaggio, che crede di non avere cultura solo perchè impossibilitata a seguire studi regolari, è in realtà depositaria di una cultura orale e di una vivacità di idee e di ideali che si contrappone all'appiattimento della nostra società dei consumi. Lunga vita ai viaggiatori della luna!

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Sommario 5

PRE FAZIONE

DALLA FIERA AL LUNA PARK

7 9

GE NTE DEL VIAGGIO

di Zeev Gourarier Cavalieri E rranti

17

VIAGGIATORI, IMBONITORI, L UNAPARKISTI

33

PER UN'IPOTESI STORICA DELLA NASCITA DEL LUNA

PARK

di Emilio Vita

Luna Park, un rito d'iniziazione?

34 46 50 53

CINQUANT'ANNI DI ANESV

59

Dalla Fiera al Luna Park La citta mobile Una, dieci, cento storie al Luna Park

di Agostino Volpi Le pubblicazioni dell'ANESV

LA FIERA DELLE MERAVIGLIE

ALLA RICERCA D E L TEMPO PASSATO

di Chantal Rossati L'occhio dell'artista La scatola magica Giostre e giostrine Dolciumi e torroni MUSICA MAESTRO

67 69 71 73 80 84 85 87

LE PROFESSIONI DE LLA PIAZZA DAL CAVADENTI AL BURATTINAIO

di Tinin Mantegazza

LA CITTÀ DELLA LUNA DIETRO LE QUINTE TESTIMONIANZE

di Chantal Rossati BIBLIOGRAFIA

93

99 1 09 111

157







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