IUAV Portfolio 2004-2008

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2004 - 2008

PORTFOLIO PROGETTI

Del Negro Luca



2004 - 2007

PORTFOLIO PROGETTI

Del Negro Luca



Introduzione

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INTRODUZIONE

Conseguito il diploma presso l’istituto tecnico per geometri, ho da subito deciso di proseguire il percorso formativo iniziato, iscrivendomi alla facoltà di architettura presso l’Università IUAV di Venezia, che si presentava come la logica continuazione del cammino personale intrapreso. Devo ammettere, che intrapresi gli studi di architettura, questi si sono presentati diversamente rispetto alle mie aspettative e soprattutto differivano dalla visione tecnica e schematica che avevo assimilato alla scuola superiore. Corso dopo corso è cambiato il mio modo di rapportarmi all’architettura e alla progettazione. Ho imparato a conoscere, a disegnare, a criticare, e soprattutto a guardare con occhio diverso tutti quegli spazi con cui quotidianamente interagiamo.

Durante i tre anni, al corso di scienze dell’architettura, la mia conoscenza è aumentata, e ogni traguardo, anche quello più difficile da raggiungere, ha arricchito il mio bagaglio culturale e di esperienze. In questo portfolio sono raccolti alcuni degli esami più significativi del mio percorso di studi, esposti in ordine cronologico. Ogni corso è presentato con una breve introduzione al fine di esporre il tema trattato, l’approccio e gli insegnamenti acquisiti. Inoltre sono riportati gli elaborati, grafici e non, prodotti per ogni esame, al fine di avere una completa lettura.



Indice

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INDICE

PRIMO ANNO •

‘04 - ‘05

Progettazione Architettonica 1 prof. Roberta Albiero

Caratteri Tipologici e Distributivi degli Edifici A prof. Serena Maffioletti

Composizione Architettonica 1 prof. Sergio Pascolo

SECONDO ANNO •

‘05 - ‘06

Progettazione Architettonica 2 prof. Stefano Rocchetto

Composizione Architettonica 2 prof. Gustavo Carabajal

TERZO ANNO •

Progettazione Architettonica e Urbana prof. Martino Doimo

Progettazione Urbanistica prof. Franco Mancuso

Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia prof. Franco Laner

Composzione Architettonica 3 prof. Alfonso Femia, prof. Gianluca Peluffo (5+1AA)

‘06 - ‘07


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PRIMO ANNO •

Progettazione Architettonica 1 prof. Roberta Albiero

Caratteri Tipologici e Distributivi degli Edifici A prof. Serena Maffioletti

Composizione Architettonica 1 prof. Sergio Pascolo

‘04 - ‘05


Progettazione Architettonica 1

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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 prof. Roberta Albiero Collaboratori: arch. Giuseppe Biasi, arch. Alessandro Gabbianelli, arch. Mara Zanette

Il programma del laboratorio ha puntato sullo studio della casa intesa come cellula primaria dell’abitare, a partire dall’idea di existens minimum di matrice gropiusiana e di machine à habiter lecorbuseriana, per giungere a riflettere su nuove strategie di articolazioni tra usi, tecniche e spazi della cellula abitativa. Il laboratorio ha affrontato , attraverso la sperimentazione progettuale, il tema della casa a patio, alla luce della sua evoluzione e delle trasformazioni che investono l’abitare contemporaneo, e del suo potenziale genetico in quanto organismo che, mediante aggregazione, da forma a tessuti urbani.

Foto del modello cubo, oggetto di studio dei volumi

La casa a patio progettata occupa un lotto di forma rettangolare. Il patio è il fulcro dell’abitazione attorno al quale si sviluppa il volume pieno. Altro elemento caratterizzante il progetto è la collocazione dei diversi ambienti su vari livelli. Importante riferimento è stato il noto “raumplan” di Adolf Loos. In questo modo è stata creata una soluzione spaziale nella quale gli ambienti hanno altezze diverse a seconda della funzione e l’incastro tra i vari volumi comporta quindi vari dislivelli. Inoltre è stato creato un interessante gioco di affacci sul patio, principale fonte di luce per tutti gli ambienti della casa.


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A sinistra pianta piano terra A destra pianta piano interrato scala 1:200

Foto prospettica del plastico realizzato in scala 1:100


Progettazione Architettonica 1

Pianta piano primo scala 1:200

Prospetto sud scala 1:200

Foto del prospetto sud del plastico realizzato in scala 1:200

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Sezione A-A’ scala 1:200

Sezione B-B’ scala 1:200

Sezione C-C’ scala 1:200

Sezione D-D’ scala 1:200

Sezione E-E’ scala 1:200


Progettazione Architettonica 1

Sezione prospettica

Sezione prospettica

Foto prospettica del plastico realizzato in scala 1:100

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Spaccato assonometrico piano terra

Spaccato assonometrico piano primo


Progettazione Architettonica 1

Foto prospettica del plastico realizzato in scala 1:100 con vista della distribuzione del piano primo

Foto del plastico realizzato in scala 1:100

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PRIMO ANNO •

Progettazione Architettonica 1 prof. Roberta Albiero

Caratteri Tipologici e Distributivi degli Edifici A prof. Serena Maffioletti

Composizione Architettonica 1 prof. Sergio Pascolo

‘04 - ‘05


Caratteri Tipologici e Distributivi

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CARATTERI TIPOLOGICI E DISTRIBUTIVI prof. Serena Maffioletti

Il corso ha offerto un’ampia documentazione analitica delle esperienze sviluppate dall’inizio del XX secolo ad oggi sul tema della residenza, costruendo una vasta panoramica presentando le fondamentali proposte e realizzazioni, collocandole entro i modi di costruzione della città. In particolare le lezioni hanno affrontato tipi edilizi semplici e complessi della residenza e sui tipi insediativi: L’abitazione nel razionalismo tedesco (“case alte, medie, basse”, le Siedlungen…,); dalle Maison Citrohan e Domino all’Unitè d’habitation di Le Corbusier; Vienna delle Hofe e di Loos; l’esperienza inglese e olandese dell’housing così come i Grandes ensembles francesi; la ricostruzione della città nelle nuove esperienze di residenza urbana (come a Berlino, Barcellona...); abitare la metropoli americana/il grattacielo americano; nuovi grattacieli europei; l’abitazione secondo i Maestri italiani dagli anni ’30 agli anni ’70; i più recenti esempi europei.

Pianta in scala 1:500 di un edificio di 5 piani di dimensioni 60x14 metri con 3 tipi di alloggi

Le problematiche e i progetti sono stati affrontati a più scale: sono stati indagati gli alloggi e le loro parti costitutive, i caratteri spaziali del tipo architettonico ed edilizio, le modalità di aggregazione degli alloggi nell’edificio, le modalità di composizione di più edifici residenziali e di edifici funzionalmente diversi nella parte di città, la morfologia insediativa… Il corso non ha solo offerto contributi analitici e documentativi sul tema, ma è stato composto dallo svolgimento di alcune esercitazioni analitiche e di ”approccio” progettuale di alloggi o parti di un alloggio come indagine di scelte fondative tipologiche e/o distributive.


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Alloggio di 100 metri quadri finestrato su due lati opposti con accesso tramite vano scala laterale. La zona giorno è suddivisa da pareti scorrevoli a scomparsa che ne permettono una piÚ comoda vivibilità .

Pianta in scala 1:150

Aggregazione in scala 1:300

schema destinazione zone: zona giorno zona notte


Caratteri Tipologici e Distributivi

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Pianta in scala 1:150

Alloggio di 100 metri quadri disposto su un livello, finestrato su tutti i lati; la geometria della pianta è costituita dalla composizione di due figure geometriche.

schema destinazione zone: zona giorno zona notte zona servizi

Assonometria

L’alloggio è costituito da due rettangoli, uno destinato alla zona giorno, l’altro alla zona notte. La loro intersezione crea la zona destinata ai servizi. La cucina è divisa dagli altri ambienti interni da una porta scorrevole traslucida verso il soggiorno e da una parete traslucida verso il corridoio per dare un maggiore effetto di spazialità e luminosità.


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Abitazione unifamiliare di 2 livelli di 60 metri quadri ciascuno, in cui il livello superiore stabilisca un rapporto con il piano di copertura.

Parte della superficie della facciata sul fronte strada è in vetrocemento che permette l’illuminazione del vano scale. La zona giorno, al piano terra, è suddivisa da porte scorrevoli. L’affaccio sulla doppia altezza è caratterizzata da una libreria per una zona lettura della camera singola.

A sinistra pianta piano copertura in scala 1:150 A destra prospetto sud in scala 1:150

A sinistra pianta piano primo in scala 1:150 A destra prospetto nord in scala 1:150

A sinistra pianta piano terra in scala 1:150 A destra sezione A-A’ in dscala 1:150


Caratteri Tipologici e Distributivi

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Casa a patio di 200 metri quadri, di cui 100 metri quadri siano coperti.

A destra pianta in scala 1:200 A sinistra schema dei patii

Assonometria

Sezione A-A’ in scala 1:200


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Alloggio di 30 metri quadri A: avente superficie finestrata quella opposta ll’entrata B: avente come superfici finestrate quella opposta all’entrata ed una ortogonale.

Pianta tipologia A in scala 1:100 La zona cottura è divisa dal soggiorno da una parete richiudibile a libro. Lo spazio della camera si è venuto a creare inserendo un mobile fisso sul prolungamento del muro del bagno impedendo così la vista del letto della zona giorno.

Pianta tipologia B in scala 1:100 La cucina è divisa dal soggiorno da porte scorrevoli a scomparsa.


Caratteri Tipologici e Distributivi

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A sinistra pianta piano terra in scala 1:150 A destra pianta piano primo in scala 1:150

Alloggio disposto su due livelli di 50 metri quadri ciascuno, il piano superiore si sviluppa nella parte opposta a quella inferiore.

Sezione A-A’ scala 1:150

Sezione B-B’ scala 1:150

Per mantenere la zona pranzo e cucina ad una sola altezza nel piano superiore si è creato un giardino zen che si affaccia sulla doppia altezza. A doppia altezza così rimane solo il soggiorno che è liberamente in contatto con la zona pranzo.


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PRIMO ANNO •

Progettazione Architettonica 1 prof. Roberta Albiero

Caratteri Tipologici e Distributivi degli Edifici A prof. Serena Maffioletti

Composizione Architettonica 1 prof. Sergio Pascolo

‘04 - ‘05


Composizione Architettonica 1

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 1 prof. Sergio Pascolo collaboratori: arch. Francesco Magnani, arch. Massimo Vianello gruppo di lavoro: Giulio Asso, Andrea Carpin, Alessandra Carraro, Montolli Luca

Masterplan generale scala 1:5000

Progettazione di isolati residenziali a bassa densità nelle new town asiatiche Lo scenario che si è andato ad affrontare è quello di diversi masterplan, commissionati a studi stranieri, che definiscono le consistenti espansioni dei grandi agglomerati urbani asiatici, ed in particolare cinesi, che sembrano, per esplicita richiesta delle committenze locali cinesi ed internazionali, escludere un qualsiasi confronto con la tradizione architettonica locale e con le procedure di formazione originaria della città. L’obiettivo del corso è stato quello di verificare una possibile alternativa attraverso l’elaborazione di strumenti operativi caratterizzati da differenti regole in una continua verifica alle diverse scale, della città, dell’isolato, del singolo lotto, che non cancellino ma siano capaci di attualizzare la millenaria tradizione urbanistica ed architettonica locale.

L’esperienza di progettazione è stata organizzata a gruppi fino alla definizione di diverse alternative insediative alla scala dell’isolato (1:500) in una prima fase, e nello sviluppo di singoli manufatti a scala architettonica (1:50) appartenenti all’isolato, nella seconda fase di lavoro. L’isolato progettato è composto da un sistema di case a patio che sono state unite in blocchi di quattro unità, ripetuti più volte. Importante per il progetto è stato lo studio dell’orientamento, infatti le unità abitative hanno il patio rivolto verso meridione. Poichè l’isolato, verso sud, si affaccia su una strada, si è creato un sistema diverso. Questo è costituito da unità abitative a schiera sviluppate su piani sfalsati e con al piano terra uno spazio commerciale.


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Tipologie edilizie: casa a patio su due piani casa a patio su un piano casa su piani sfalsati con negozio al piano terra casa su piani sfalsati con patio e negozio al piano terra

Aree a verde: patio rivolto a sud patio interno patio d’ingresso verde pubblico

Area destinata al traffico pedonale


Composizione Architettonica 1

Masterplan dell’isolato scala 1:500

Spaccato assonometrico del sitema di ingresso ai parcheggi interrati

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Foto dei plastici realizzati


Composizione Architettonica 1

Attacco a terra scala 1:500

Simulazione di annuncio di compravendita

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Tipologia A

Pianta piano terra scala 1:100

Pianta piano primo scala 1:100


Composizione Architettonica 1

Vista assonometrica

Sezione A-A’ scala 1:100

Sezione B-B’ scala 1:100

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Tipologia B

Pianta piano terra scala 1:100

Pianta piano primo scala 1:100


Composizione Architettonica 1

Vista assonometrica del patio interno

Sezione A-A’ scala 1:100

Sezione B-B’ scala 1:100

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Tipologia C

A sinistra pianta del piano terra scala 1:100 A destra pianta del piano primo scala 1:100


Composizione Architettonica 1

Sezione A-A’ scala 1:100

Sezione B-B’ scala 1:100

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Assonometria aggregazione

Spaccato assonometrico


Composizione Architettonica 1

Prospetto sud aggregazione scala 1:200

Prospetto nord aggregazione scala 1:200

Prospetti patio Evoluzione della finestra delle scale rivolta sul patio scala 1:200

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SECONDO ANNO •

Progettazione Architettonica 2 prof. Stefano Rocchetto

Composizione Architettonica 2 prof. Gustavo Carabajal

‘05 - ‘06


Progettazione Architettonica 2

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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 prof. Stefano Rocchetto collaboratori: arch. Monica Bosio, arch. Valentina Gambelli, arch. Francesco Magnani

Collocato al primo semestre del secondo anno del triennio, il laboratorio di progettazione architettonica, sviluppa un progetto di carattere residenziale in un contesto urbano di antico impianto. Nello specifico l’area di progetto scelta è piazza Cortevecchia a Ferrara. Il tema del corso è il rapporto tra il progetto di architettura e il contesto. Viene assunta la tesi che tutti i luoghi possiedono un loro carattere anche se a volte questo è determinato da assenze e discontinuità. Lo studente, attraverso l’esperienza progettuale, acquisirà: la nozione di contesto e il controllo della definizione degli spazi non edificati; i caratteri distributivi e tipologici riferiti al tema della residenza; gli aspetti architettonici e costruttivi dei manufatti in relazione agli insegnamenti dell’insieme dei corsi coordinati.

Schizzo prospettico del progetto realizzato

L’aver scelto come area studio e di progetto la Piazza Cortevecchia a Ferrara, consente alla didattica del corso di confrontarsi con il problema dell’abitazione in un ambito urbano storico, affrontando le questioni di relazione con il sito, con la parte di città e la sua storia, di definizione del programma in rapporto alla soluzione insediativa e agli aspetti architettonici e costruttivi specifici del manufatto, finanche con l’apparato di norme urbanistiche e regolamenti edilizi esistenti. Il programma di intervento prevede la definizione dell’invaso della piazza e il recupero delle volumetrie demolite nel dopoguerra (2.500 – 3.000 mc.), e la realizzazione di un parcheggio multipiano sotterraneo per almeno 100 posti.


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In questa pagina planivolumetrico in scala 1:1000 Nella pagina accanto attacco a terra in scala 1:500


Progettazione Architettonica 2

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1_Prospetto sud scala 1:500 2_Prospetto nord scala 1:500 3_Prospetto est scala 1:500 4_Prospetto ovest scala 1:500


Progettazione Architettonica 2

Sezione A-A’ scala 1:500

Sezione B-B’ scala 1:500

Sezione C-C’ scala 1:500

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Pianta piano secondo scala 1:200

Pianta piano mezzanino scala 1:200

Pianta piano terra scala 1:200


Progettazione Architettonica 2

Viste del render 3D

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SECONDO ANNO •

Progettazione Architettonica 2 prof. Stefano Rocchetto

Composizione Architettonica 2 prof. Gustavo Carabajal

‘05 - ‘06


Composizione Architettonica 2

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 2 prof. Gustavo Carabajal collaboratori: arch. Nicolas Campodonico, arch. Elena Comai gruppo di lavoro: Silvia Foffano, Marta Frisiero

Venezia: Museo-Ponte all’Accademia Il tema di progetto è un Ponte abitato, un’ architettura che, oltre ad interpretare l’eccezionalità del luogo, sia paradigma di un modo di vedere, mostrare, cogliere ed sperimentare la città. Il soggetto scelto è stato quello del ponte dell’Accademia, che si presenta ancora oggi come un luogo di “possibilità”, poiché è una struttura provvisoria meramente funzionale che appare oggi nella sua eccezionalità di luogo in “attesa”, che permette sperimentare e ripensarlo (a 20 anni del Concorso della Biennale dell ’85 diretta da Aldo Rossi) all’interno degli studi di nuova accessibilità alla città, come uno dei principali luoghi nella direttrice di spazi Monumentali: Dalle Zattere – Rio terra dei Cavagnis – Museo Ponte dell’Accademia – S. Stefano – S.Angelo – Campo Manin – S. Luca – S. Bartolomeo e Rialto. Il tema del Ponte–Museo, ha come obbiettivo l’elaborazione di proposte

Foto del ponte dell’Accademia a Venezia

che riflettano nell’esperienza dell’attraversamento da una parte all’altra della città come un episodio spaziale e non solo funzionale. La funzione dovrebbe diventare una successione di luoghi per fermarsi, stare, guardare, salire, scendere, vedere di lato, in basso, in alto, introducendo la componente del tempo tanto culturale come cinetico, all’interno di una architettura contemporanea. Attraverso il ponte Per lo svolgimento del progetto si è voluto mantenere la struttura esistente del ponte e creare degli elementi che andassero ad “aggrapparsi“ a questa struttura. Questi elementi sono stati pensati come luoghi di passaggio e osservazione, poichè creano dei punti di vista insoliti della città di Venezia. I volumi creati sono caratterizzati da na struttura di pilastri in legno che creano ambienti di varie altezze.


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Foto del ponte dell’Accademia

Planimetria scala 1:1000

Sezione scala 1:1000


Composizione Architettonica 2

Foto del plastico

Foto studio delle ombre

Foto del plastico

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TERZO ANNO •

Progettazione Architettonica e Urbana prof. Martino Doimo

Progettazione Urbanistica prof. Franco Mancuso

Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia prof. Franco Laner

Composzione Architettonica 3

prof. Alfonso Femia, prof. Gianluca Peluffo (5+1AA)

‘06 - ‘07


Progettazione Architettonica e Urbana

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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA prof. Martino Doimo collaboratori: arch. Davide Raffin, arch. Alessandro Pizzolato gruppo di lavoro: Davide Baldo, Alberto Montagner

Il tema dell’esercitazione progettuale è un progetto urbano (sviluppato a scala architettonica fino al dettaglio costruttivo) di un complesso edilizio polifunzionale in una città storica italiana, Vicenza, con ridefinizione degli spazi aperti interni e limitrofi e confronto diretto con pre-esistenze architettoniche significative, in parte oggetto di ridefinizione/ ricollocazione all’interno della proposta progettuale complessiva. Il corso intende in particolare proporre allo studente uno specifico tema di riflessione e sperimentazione progettuale: l’ineludibile necessità di un confronto dialettico tra moderna architettura urbana e la tradizionale e antica “arte del costruire le città”. Il corso ha inoltre previsto che nel progetto fosse prestata particolare attenzione a : - il confronto dialettico tra la moderna architettura urbana e la tradizionale e antica “arte del costruire le città”; - reinterpretazione del partito architettonico; - relazione della facciata dell’edificio con il limitrofo Palazzo Civena;

Foto del plastico in scala 1:200

- il tema della permanenza dell’antico spazio della “corte” e del recinto murario - che può essere cavo, ospitare “stanze” nella propria profondità - e quindi dell’inclusione del Nuovo Costruire all’interno del guscio murario, cui è delegato il confronto con i tradizionali modi di formazione della città. Si è così creato un complesso edilizio che ospitava una galleria espositiva, un auditorium, un bar, un ristorante, una sala conferenze, spazio per workshop e un parcheggio interrato su due livelli. della piazza. Il progetto è composto da due volumi: uno posto dietro a palazzo Civena e parallelo a questo, in cui è stata integrata la Loggetta (tema del rapporto con l’antico); il secondo accostato a palazzo Civena che comprende l’auditorium. I due volumi con palazzo Civena creano una sorta di corte, in parte interrata, che mette in relazione tutti i volumi. Nello studio dell’involucro edilizio si è cercato di cofrontarsi con il limotrofo Palazzo Civena, in base al quale sono state stabilite le quote dei solai e l’altezza massima.


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Inquadramento scala 1:2000

Foto del plastico in scala 1:500


Progettazione Architettonica e Urbana

Attacco a terra scala 1:500

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Viste del render 3D


Progettazione Architettonica e Urbana

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1_

2_

3_

4_

1_Prospetto est 2_Prospetto ovest 3_Prospetto est interno 4_Sezione A-A 5_Sezione C-C 6_Sezione B-B

5_

6_


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Foto del plastico in scala 1:200


Progettazione Architettonica e Urbana

Foto del plastico in scala 1:200

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Foto del plastico del partito architettonica in scala 1:50


Progettazione Architettonica e Urbana

Porzione del prospetto est in scala 1:200

Porzione sezione C-C in scala 1:200

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1_Dettaglio D - auditorium scala 1:20 2_Dettaglio C - copertura scala 1:20 3_Dettaglio B - solaio scala 1:20 _2


Progettazione Architettonica e Urbana

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3_

Legenda materiali dei dettagli costruttivi 7 - vetrocamera a bassa emissivita’ con strato termoisolante interno traslucido okalux, 10/50/10 mm 8 - profili metallici in acciaio galvanizzato 9 - legno angolare dei pannelli del controsoffitto in acciaio 10- pavimento tipo palladiana con aggregati di vetro riciclato nero 10 mm, solaio in lamiera grecata e massetto in calcestruzzo allegerito 200 mm, trave in acciaio ipe 300 11- pilastro acciaio heb 160 12- profilo scatolare per supporto infisso 100x100 mm 13- sistema di tiranti in acciaio di irrigidimento dipinti di bianco 14- connessione trave secondaria-trave primaria 15- trave in acciaio ipe 450 16- scossalina in acciaio dipinta di color grigio chiaro, pannello in cartongesso 12 mm, strato isolante 80 mm, lamiera grecata 80 mm, carter di chiusura 17- strato di protezione in ghiaia tonda lavata, membrana bituminosa impermeabilizzante, strato isolante 12 cm, lamiera grecata e massetto in calcestruzzo allegerito collaborante 150 mm, trave in acciaio ipe 300 con ala superiore del profilato tagliata in prossimita’ della connessione con la trave primaria 18- gronda di scarico inclinata in acciaio inossidabile 19- elemento decorativo tridimensionale in legno laminato dipinto di vernice rossa in pannelli 150x150 cm per la diffusione acustica, strato fonoisolante 120mm, parete in calcestruzzo 200mm, strato fonoisolante 120mm, membrana bituminosa impermeabilizzante profili scatolari verticali 50x50mm per ancoraggio pannelli laminati di acciaio inossidabile di rivestimento esterno 20- trave in acciaio hem 450 immersa in calcestruzzo collaborante 21- strato isolante 80mm e intonaco 15m


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Foto del plastico del partito architettonica in scala 1:50

Sezione A-A scala 1:200


Progettazione Architettonica e Urbana

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Dettaglio E - copertura scala 1:20

Dettaglio H - parapetto scala 1:40

Legenda materiali dei dettagli costruttivi 1 - strato di protezione in ghiaia tonda lavata, membrana bituminosa impermeabilizzante, strato isolante 12 cm, massetto in calcestruzzo allegerito inclinato per la formazione della pendenza, soletta in cemento, intonaco 2 cm 2 - gronda in acciaio inossidabile 3 - scossalina in acciaio dipinta di color grigio chiaro, pannello in cartongesso 12mm, strato isolante inclinato 50 mm, carter di chiusura, calcestruzzo 4 - pannello di finitura perforato e goffrato in rame 5 - montante in acciaio per il supporto del rivestimento in rame 6 - placca di finitura in acciaio fissata all’infisso 7 - vetro stratificato con strato intermedio in pvb 8/12/6 mm 11- giunto per rivestimento in rame 12- guarnizione 2 cm 13- pavimento tipo palladiana con aggregati chiari di vetro, pavimento galleggiante, massetto in calcestruzzo allegerito 7 cm, soletta in cemento 34 cm, intonaco 2 cm


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TERZO ANNO •

Progettazione Architettonica e Urbana

Progettazione Urbanistica

Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia

prof. Martino Doimo

prof. Franco Mancuso

prof. Franco Laner

Composzione Architettonica 3

prof. Alfonso Femia, prof. Gianluca Peluffo (5+1AA)

‘06 - ‘07


Progettazione Urbanistica

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PROGETTAZIONE URBANISTICA prof. Franco Mancuso

collaboratori: arch. Sara Gottardo, arch. Emanuela Bartolini, arch. Simonetta Cenci gruppo: Davide Baldo, Alberto Montagner

Il Laboratorio è indirizzato allo svolgimento di un’esperienza progettuale concepita in modo da rendere evidente agli studenti il ruolo della dimensione urbanistica nei processi di riqualificazione e di rinnovamento della città esistente. L’area di intervento è situata nel comune di Pieve di Soligo (TV). Si è presupposto che quest’area abbia una funzione residenziale. Si sono esaminati anzitutto il ruolo dell’area, attuale e potenziale, rispetto alla città nella quale si colloca; si sono evidenzite le connessioni (funzionali, visuali, morfologiche, etc.) con l’intorno; si sono analizzate le modalità d’uso nelle diverse circostanze, di spazi ed edifici, sia privati che pubblici; si sono censiti le preesistenze, attribuendo loro

Foto del plastico in scala 1:200

specifici valori; si sono identificati i percorsi dai quali l’area è attraversata, ed i flussi dai quali è intersecata; si è ripercorsa la storia attraverso la quale si è venuta formando, riflettendo sui processi sociali ed economici che oggi, ed in prospettiva, tendono ad interessarla. Nella fase di progettazione vera e propria si è proceduto per successive approssimazioni e confrontando di volta in volta le diverse opzioni possibili. Inoltre sono state analizzate, sulla base di indicazioni fornite dalla docenza, esperienze di progettazione analoghe a quella svolta nel Laboratorio, ponendo particolare attenzione alla qualità dei risultati raggiunti dopo il compimento degli interventi.


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Progettazione Urbanistica

Foto del plastico in scala 1:500

A destra planivolumetrico in scala 1:2000 Nella pagine a fianco inquiadramento del progetto in scala 1:2000

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In questa pagina: 1_Prospetto ovest scala 1:1000 2_Sezione A-A’ scala 1:1000 3_Sezione B_B’ scala 1:1000 4_Sezione C-C’ scala 1:1000 5_Sezione D-D’ scala 1:1000 Nella pagina accanto planimetria alla quota 133 s.l.m. in scala 1:500


Progettazione Urbanistica

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Foto del plastico in scala 1:200

Foto del plastico in scala 1:200


Progettazione Urbanistica

Foto del plastico in scala 1:200

Foto del plastico in scala 1:200

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TERZO ANNO •

Progettazione Architettonica e Urbana prof. Martino Doimo

Progettazione Urbanistica prof. Franco Mancuso

Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia prof. Franco Laner

Composzione Architettonica 3

prof. Alfonso Femia, prof. Gianluca Peluffo (5+1AA)

‘06 - ‘07


Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia

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TEORIA E STORIA DELLA TECNOLOGIA EDILIZIA prof. Franco Laner collaboratore: arch. Stefano Gasparini gruppo di lavoro: Davide Baldo, Alberto Montagner

L’obiettivo del corso era quello di restituire, analizzando importanti opere del passato, quali siano stati i modi di concepirle e realizzarle, partendo dal presupposto che ogni opera, nella sua materialità, può restituire, in sintonia col determinato contesto culturale, scientifico ed economico, categorie costruttive originali, o comunque capaci di chiarire quanta parte l’aspetto tecnologico e strutturale sia stato determinante per la sua realizzazione ed influente sul risultato finale. In particolare si è trattato di due argomenti: - lo sviluppo storico degli stati di coazione, intesi come capacità tecnica di immagazzinare energia e sfruttarla al momento o periodo opportuno o se si vuole alla capacità tecnica di sfruttare favorevolmente forze considerate avverse o da vincere, in particolare la

Foto del plastico realizzato

forza di gravità. - l’importanza del cantiere, inteso come recinto in cui avviene la sperimentazione e l’innovazione costruttiva. Accanto a questi due argomenti, si sono volute delineare l’evoluzione ed i successi delle costruzioni a secco (ciclopiche e megalitiche), di cui esistono solo frammenti sparsi ed occasionali. La prova finale è consistita in una discussione di un elaborato scritto svolto in gruppo su un tema concordato durante il corso: “particolari strutture in legno per la pesca: i trabucchi”. Inoltre abbiamo realizzato un modello in scala al fine di mostrare con maggior chiarezza la tecnica di costruzione e il funzionamento.


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I trabucchi (o trabocchi) sono palafitte, costruite sulle acque dell’ Adriatico, formate da pali conficcati nella roccia, cime, tiranti, assi e carrucole, che formano un sistema primordiale il quale tiene in piedi questi capanni da pesca; queste costruzioni sono costituite da un palco o piattaforma, sistemati in posizione orizzontale, che sorreggono una grandissima rete a maglie strette, che prende appunto il nome di Trabucco. Costruiti sugli scogli, i trabucchi, sono simili a un prolungamento della terra nell’acqua. Ogni asse, ogni fune, ogni chiodo recuperato chissà dove, ha la propria funzione, una ragione per es-

sere là dove si trova. La loro bellezza, quindi, é assolutamente casuale. Antichissimi ed effimeri al tempo stesso, diversi l’uno dall’altro e continuamente mutevoli per i costanti aggiustamenti necessari alla loro sopravvivenza, negli ultimi due secoli hanno incantato viaggiatori e poeti. Anche se l’aspetto è instabile e fragile, in realtà sono delle solide strutture fatte per resistere alle ondate del mare grazie anche al prevalere degli spazi vuoti che permettono di eludere le violenze del mare e del clima in genere. I trabocchi sono posizionati lì dove sono presenti particolari condizioni

Foto laterale del plastico realizzato

Foto dall’alto del plastico realizzato


Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia

Foto di esempio di trabucco

A sinistra foto frontale del plastico realizzato A destra foto di un dettaglio di legatura del plastico

A sinistra foto di un dettaglio di legatura del plastico A destra foto del partcolare di una carrucola del plastico

ambientali. Inizialmente il legname impiegato proveniva dalle immediate vicinanze oppure era di recupero. I pali portanti venivano bloccati nelle cavità degli scogli con cunei. La struttura successivamente è stata arricchita di elementi esterni per essere più rigida e affidabile; tutt’intorno nascono portali con croci di Sant’Andrea rigidamente collegati alla piattaforma con canapi come tiranti e per controventi delle piccole antenne. Il funzionamento del trabucco avviene azionando l’argano collocato al centro del trabocco, con il quale si mettono in movimento i cavi collegati ad una rete di forma rettangolare, che, a mezzo di carrucole, viene prima calata in acqua e poi subito sollevata. Pur trattandosi di un insieme

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rudimentale di pali di legno collegati da tiranti, è indice di grande ingegno in quanto nel sistema prevalgono le leggi statiche e dinamiche della fisica, dove, sfruttando elementari tecniche di incastri e contrappesi e con fissaggio di pali alla roccia, che le ha permesso di vincere i furiosi attacchi del mare. La conformazione del trabocco sembra gestita da una particolare “legge dell’equilibrio”.


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TERZO ANNO •

Progettazione Architettonica e Urbana prof. Martino Doimo

Progettazione Urbanistica prof. Franco Mancuso

Teoria e Storia della Tecnologia Edilizia prof. Franco Laner

Composzione Architettonica 3

prof. Alfonso Femia, prof. Gianluca Peluffo (5+1AA)

‘06 - ‘07


Composizione Architettonica 3

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 3 prof. Alfonso Femia, prof. Gianluca Peluffo (5+1AA)

collaboratori: arch. Sara Gottardo, arch. Emanuela Bartolini, arch. Simonetta Cenci gruppo: Niccolò Brussa, Isabella Coletti, Giorgia Costantini, Biancamaria Marchioro, Elena Torresan

Il tema di Progetto proposto per il Workshop è relativo alla trasformazione delle aree dell’Ex Ospedale del Lido di Venezia. La scelta di questo tema è dettata dall’interesse generale e da quello specifico che questa area riveste. Si tratta di una superficie molto estesa dalle notevole qualità ambientali, che rappresenta quindi una tematica molto indicata per un progetto di riqualificazione e completa trasformazione di una parte di territorio. Nello specifico la localizzazione al Lido, aumenta gli aspetti di interesse e difficoltà, diventando necessario immaginare una serie di interventi funzionali e formali, capaci di innescare una trasformazione dell’intero Sistema Lido, verso un’attività congressuale-turistica e artistica. Questa attività, già storicamente presente al Lido, deve essere rinnovata e rilanciata, in connessione con tutto

Concept

il lungomare fino al Palazzo del Cinema, con il piccolo e antico Aeroporto del Lido, recentemente ristrutturato, e tutto il sistema urbano del Lido stesso. La sovrapposizione di più temi, dalla valorizzazione di edifici esistenti, alla completa trasformazione di gran parte dell’area, sia dal punto di vista del ruolo urbano sia di quello territoriale nel suo rapporto con il mare, sembra poter individuare in questo tema di progetto una sfida importante per Venezia così come le aree dell’Arsenale e di Marghera che, proprio insieme al Sistema Lido, sembrano poter essere evidenziate come territori chiave per il futuro della città lagunare.


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Schema del lido con evidenziate le aree sabbiose

Schema del lido con evidenziate le aree verdi

Schema del lido con evidenziate le aree edificate

I luoghi di progetto

La dimensione del verde

La dimensione della spiaggia


Composizione Architettonica 3

Analisi dei flussi di persone durante il mattino

Analisi dei flussi di persone durante il pomeriggio

Analisi dei flussi di persone durante la sera

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Il progetto nasce dallo studio del luogo di progetto in cui sono stati individuati tre nodi principali: l’ospedale al mare, il blue moon, il palazzo del cinema e casinò: punti di un ben più complesso segmento che interessa il Lido di Venezia in tutta la sua lunghezza (13 km). Si è ideato una sorta di nastro bi-direzionale che nasce e muore all’estremità sud e nord dell’isola. Questo si genera e si trasforma in elementi e concetti sempre nuovi e diversi. Il percorso, che collega alcuni piccoli elementi vitali di tutto il lido come locali, spazi pubblici e zone verdi si insinua nei tre punti nodali con dei picchi acuti e in tensione ad indicare il movimento e la concentrazione della gente mentre, come un elettrocardiogramma, si rilassa nel tratto rettilineo del lungomare. La quiete del parallelismo durante il lungomare rettilineo si trasforma in un dinamico zig-zag quando il percorso si innesta nell’area dell’ex ospedale.

All’interno di quest’area il nastro si trasforma diventando materia e caratterizzando il territorio. Assume la forma di una piastra gradonata verso il mare che offre una zona di ristoro, una zona d’ombra e un “mirador”; successivamente diviene un percorso a terra che collega la zona residenziale che si è creata nella zona più interna dell’ex Ospedale; questo percorso, poi diviene un soprapassaggio che scavalca la strada carrabile, diviene una zona di sosta sopra-elevata e ridiscende all’interno di una zona di verde autoctono dell’ospedale. Qui si trasforma in elementi di arredo urbano, per tornare poi, a insinuarsi tra gli edifici storici lungo la spiaggia. Il nastro muta ancora in una terrazza per poi scendere verso l’ampia piscina olimpionica a livello spiaggia e concludere la sua strada al largo in mare, assottigliandosi come se fosse una lunga diga verso l’orizzonte.

Schema del progetto


Composizione Architettonica 3

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Schema di relazione tra i tre nodi principali considerati per il progetto

1_render vista della piscina 2_render vista della terrazza sul mare _1

_2

_3

_4

3_render vista della piscina 4_render vista della terrazza

Foto del plastico dello schema progettuale


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Planimetria del progetto nella zona dell’ex Ospedale al mare scala 1:5000

Foto del plastico realizzato


Composizione Architettonica 3

Foto di dettagli del plastico realizzato

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