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ANNO 38 N° 3 - MAGGIO 2011
MENSILE GRATUITO DISTRIBUITO A NAPOLI E PROCIDA
Elezioni comunali 2011: L'IMPORTANZA DEL VOTO E LA NOSTRA POSIZIONE - ELIO NOTARBARTOLO p.2 Nuovo decreto rifiuti in campania: IL DANNO E LA BEFFA PER I CITTADINI - FRANCO ORTOLANI p.3
VOTASI PER DIRENO
LA KRYPTONITE NELLA BORSA “La kryptonite nella borsa è un film sulla fantasia, sul grandissimo potere del sogno e del desiderio”. Ne parla così il regista Ivan Cotroneo che abbiamo incontrato nel suo primo giorno di riprese sull’isola di Procida.
p.14
Progetto Oasi dell'Università Orientale:
A PROCIDA RIUNITI PROFESSORI, ESPERTI, ARTISTI, STUDENTI p.10 - GUGLIELMO TALIERCIO
PIRATI SALGARIANI E PIRATI GOVERNATIVI
p.11
RAMBLAS 2011 A NAPOLI
JULIANO MER-KHAMIS: L’ARTE COME
RE-ESISTENZA
p.5
E’ aperto il bando di partecipazione a Ramblas 2011- vie permanenti dell’arte di strada, il Festival di Arte di Strada realizzato da Taverna Est in collaborazione con il Napoli Teatro Festival Italia.
p.13
“
Ad oggi sono circa 48 le navi sequestrate dai pirati del mare ed oltre 1.000 i marittimi in ostaggio, in questo momento.
btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO
PUNTI DISTRIBUZIONE A NAPOLI:
Edicola porto di Napoli – Molo Beverello
Libreria Treves –Piazza del Plebiscito 11Guida Merliani –via G. Merliani 128 -
Caffè dell’Epoca Via Costantinopoli, 81
Libreria Evaluna- piazza Vincenzo Bellini, 72,
Direttore responsabile Iki Notarbartolo Direttore editoriale Elio Notarbartolo
Hanno collaborato: Mario Battiglia, Pino Cotarelli, Federica Formisano, Fabrizio Lubrano Lavdera, Francesco Lubrano, Luca Maiorano, Chiara Marcari, Gilda Notarbartolo, Paolo Olivieri, Enzo Peluso, Gessica Pepe, Guglielmo Taliercio, Maurizio Vitiello, Sergio Zazzera Periodico autofinanziato a distribuzione gratuita confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it
Registrazione n° 2427 Trib. di Napoli del 27/09/1973 Casa Editrice Ge.DAT. s.r.l. Via Boezio, 33 Napoli Attività di natura non commerciale ai sensi del DPR 26/10/1972 n° 633 e successive
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La nostra posizione politica sulle comunali di Napoli PASQUINO: anche perché…
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el numero di aprile de “il Confronto” abbiamo spiegato la nostra scelta di campo per le elezioni comunali. Riteniamo da tempo che il bipolarismo sia colpevole del deserto politico e culturale che caratterizza oggi la nostra società, perciò, politicamente, per noi Pasquino rappresenta la volontà di superare il bipolarismo. Sempre politicamente, di fronte all’incertezza e alle contraddizioni della sinistra e di fronte agli attacchi alla Costituzione e alle istituzioni della Repubblica, alle offese alla Magistratura, agli attentati alla giustizia, di fronte all’indifferenza, ai problemi del lavoro e dello sviluppo da parte della destra, Pasquino non rappresenta né la destra né la sinistra. Anche in campo più strettamente locale, il prof. Pasquino rappresenta la rottura con l’incapacità amministrativa e lo sbandamento prospettico del bassolinismo degli ultimi anni. L’immagine, poi, di una imprenditorialità che fallisce bruciando soldi altrui, il sospetto di organizzazioni più o meno occulte, capaci di monetizzare anche il crimine, nascosti dietro uomini non secondari dello schieramento, che, nelle sue scelte, la destra offre agli elettori o troppo distratti o fin troppo attenti, non ci sembra in grado di creare prospettive nuove e diverse per la nostra città. Anzi! Da sempre, la tragedia del Sud è stata legata ad una classe dirigente parassita in grado di fare incetta al Sud di capitali, una
volta provenienti dal solo latifondo e di trasferirli al Nord per lucrare rendite indifferenti allo sviluppo del Sud, utili, addirittura necessarie al Nord e alla sua gara economica con l’Europa. Riteniamo che questo gioco, anche con l’intervento di attori diversi, si stia ripetendo e non vediamo un minimo di tensione morale in uomini che giocano – e perdono – con i soldi altrui. Noi, tensione morale ancora l’abbiamo e la coltiviamo. L’abbiamo detto al prof. Pasquino: avremmo voluto fare una lista autonoma da intitolare a Vigliena, ai 150 giovani che si fecero uccidere nel fortino di S. Giovanni a Teduccio per rallentare l’avanzata del cardinale Ruffo e dei suoi “lazzaroni”, per chiedere alle tantissime persone che ancora hanno tensione morale come noi, di fare dono alla città del loro voto elettorale come fecero i 150 eroi di Vigliena della loro vita nel 1799. “Uscite dalle case e venite a votare.” Questo è il nostro appello. Abbiamo anche detto al prof. Pasquino che, quale Coordinamento di Liberali, Repubblicani e Laici, noi rappresentiamo quella parte del mondo laico e Repubblicano che si è dissociato dall’azione di assessori, consiglieri, professionisti e quant’altro, che hanno abbandonato il fortino e le barricate degli ideali per passare con quello che è creduto il vincitore napoletano. Il fortino, le barricate ideali ci sono ancora e continueranno ad ispirare giovani e meno
giovani. Coscienti delle nostre “materiali” dimensioni elettorali da fortino, ma convinti di essere forza politica perché abbiamo idee e proposte prospettiche, ci siamo permessi di chiedere al prof. Pasquino di inserire nel suo programma, quale nostro umile e al contempo orgoglioso contributo, l’impegno a curare la promozione della commistione sempre più stretta tra momento scolastico negli istituti professionali e momento lavorativo di promozione e vetrina delle eccellenze che la scuola napoletana produce specie nel campo dell’artigianato. Sul piano più squisitamente delle doti personali, abbiamo già detto e confermiamo la scelta della persona del prof. Pasquino ottimo Rettore dell’Università di Fisciano e ottimo amministratore comunale. Vorremmo aggiungere una considerazione a chi, come noi, non ritiene che la destra possa essere l’alternativa per Napoli. Se il prof. Pasquino fosse chiamato al ballottaggio, tanti voti che propenderebbero al secondo turno a premiare la destra, rimarrebbero dove sono andati al primo turno e si avrebbe quel fenomeno che, in campo nazionale, non si è voluto mettere in piede contro Berlusconi. Avanti tutta con Pasquino.
Elio Notarbartolo
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SPAZIO PUBBLICITARIO ELETTORALE
NUOVO DECRETO RIFIUTI: ALTRA PRESA PER I FONDELLI E PER LE TASCHE DEI CITTADINI
Coordinamento di Liberali, Repubblicani e Laici CASERTA: nella lista Sinistra, ecologia, Libertà come indipendente in appoggio al candidato sindaco Carlo Marino
SALERNO: nella lista autonoma Salerno per i giovani in appoggio al candidato sindaco Vincenzo De Luca
NAPOLI: nella lista autonoma “La città” in appoggio al candidato sindaco Raimondo Pasquino
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all’ultimo DL 196 del 26 novembre 2010 (convertito in legge n. 1 del 24 gennaio 2011), recante “disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti” ci si attendeva finalmente un nuovo corso: la svolta dopo 16 anni, invece, consiste nel fatto che ora l’emergenza rifiuti in Campania ha solo cambiato nome, ora si chiama “elevata criticità”. I cumuli di rifiuti maleodoranti (una miscela di RSU e rifiuti industriali ecc.) sono sempre gli stessi, le discariche fra qualche mese saranno sature, gli impianti per un ciclo, non diciamo virtuoso, ma almeno normale dei rifiuti non solo non sono stati realizzati ma nemmeno iniziati (e ci vorranno almeno 4-5 anni prima che siano ultimati), la tassa sui rifiuti continua ad aumentare a carico dei cittadini che la pagano (probabilmente dal 50 al 70% dei cittadini campani), i commissari straordinari ora non sono più nominati dal Presidente del Consiglio ma dal Governatore della Campania. Il quadro è sempre lo stesso al quale ormai si sono affezionati i cittadini che con tanto
amore hanno votato per personaggi, di vari partiti, che a scala locale e nazionale, comportandosi da ossequiosi servitori, hanno pensato prevalentemente a fare ingrassare le lobbies nazionali a scapito della salute dei campani e delle risorse naturali di importanza strategica che abbondano sul territorio regionale. Appena emanato il DL 196/2010 evidenziai che, secono le autorità, il vero fine dell’”emergenza rifiuti” (compreso lo “stato di criticità” di questi giorni) è rappresentato dalla realizzazione urgente degli inceneritori di Napoli Est, Salerno e Giugliano a cui è stato aggiunto il gassificatore di S. Maria la Fossa. Naturalmente, rispettando la pluridecennale tradizione, la costruzione degli impianti non può avvenire senza fare ricorso a commissari straordinari che senza rispetto delle risorse ambientali, procederanno in via di somma urgenza a individuare le aree occorrenti. Prima era il commissario di Governo di turno o il sottosegretario di Stato Bertolaso, ora i poteri speciali saranno usati dai commissari straordinari nominati dal presidente Caldoro. Continua a pag. 4
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Anno 38 - n° 3 Maggio 2011
IL CONFRONTO
Il comma 3 introduce la novità che i rifiuti aventi codice CER 19.05.03 (compost fuori specifica), previa autorizzazione regionale, possono essere impiegati quale materiale di ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura di cave abbandonate e dismesse, di discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera per gli impianti di discarica in esercizio. È’ il caso di evidenziare che il compost fuori specifica costituisce, ai sensi del DLgs 22/1997 (art. 6), rifiuto a tutti gli effetti; senza che sia prevista possibilità di riutilizzo del medesimo. Eppure il DL 196 consente anche il suo uso per il colmamento di cave abbandonate e dismesse come ha proposto il presidente della Provincia di Napoli ai comuni del nolano dove le cave si trovano al di sopra di una falda idrica di importanza strategica per la Regione Campania. Il comma 7 impone che finché non saranno completati gli impianti previsti dal decreto-legge n. 90, così come modificato dal presente decreto, e in caso di nuova crisi, i rifiuti campani potrebbero essere smaltiti anche in altre regioni a patto che ciò non comporti nuovi o maggiori oneri a carico del
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la finanza pubblica. Che vuol dire? Le discariche attualmente attive in Campania avranno ancora un’autonomia di alcuni mesi, salvo incidenti. Per un periodo successivo di almeno 3-5 anni i rifiuti campani in gran parte dovranno essere smaltiti fuori provincia e forse anche all’estero. Il trasporto dei rifiuti campani fuori provincia costerà sensibilmente di più; dal momento che il costo non deve gravare sulla finanza pubblica, chi pagherà se non i cittadini? E’ di questi giorni la notizia dell’aumento della TARSU, imposta dal DL 196. In un primo momento dissi che sembrava un DL scritto da “alieni”. Gli “alieni” che lo hanno ispirato sono dello stesso tipo di quelli che hanno prosperato parassitariamente sullo scandalo rifiuti grazie a fedeli servi bipartisan che si sono succeduti negli ultimi 17 anni che hanno fedeli seguaci anche negli attuali governi locali. E’ certo che il 196 può essere definito un DLPCM, vale a dire un Decreto Legge Per Cornuti e Mazziati. Mi sembra superfluo specificare chi siano i C e M. Qualcuno pensa che lo scandalo rifiuti sia esclusivamente un fatto locale e che dipenda dai cittadini eleggere perso
naggi in grado di difenderli invece che svenderli alle lobbies. I personaggi locali sono la nostra immagine, o meglio riflettono le sembianze della maggioranza degli elettori: servi, aspiranti servi, mercenari e aspiranti mercenari, profittatori e aspiranti profittatori, sanguisughe e aspiranti sanguisughe. La particolare “qualificazione” e “consistenza” della maggioranza degli elettori ha finora permesso lo scandalo rifiuti in Campania, vale a dire il saccheggio del territorio e continui attentati alla salute grazie a 17 anni di interventi del Governo Italiano tutto teso a non risolvere il problema ma a sfruttare le debolezze umane e sociali locali per fare guadagnare parassitariamente le lobbies che contano, prima grazie alle risorse economiche nazionali e ora grazie al salasso dei cittadini campani. Non ci può essere riscatto per la Campania senza una “resurrezione” e “purificazione” generale dall’immondizia reale e figurata. Alle ultime elezioni, le coalizioni di centro destra hanno fatto man bassa di voti sostenendo che lo scandalo rifiuti era un problema locale campano e la colpa era esclusivamente delle coalizioni locali di centro sinistra. Dopo un anno di governo anche le co-
alizioni di centrodestra hanno dimostrato di essere utili servitrici (come quelle di centrosinistra) delle lobbies che hanno prosperato, grazie ai governi nazionali bipartisan, sullo scandalo rifiuti. Le lobbies, per continuare a guadagnare parassitariamente, hanno imposto, stanno imponendo e imporranno che i cittadini siano trattati come un ammasso di esseri viventi smidollati da spremere, indifferentemente, da parte di governi di centrodestra e di centrosinistra. Nel frattempo che ne sarà della salute dei cittadini e delle risorse naturali di importanza strategica quali l’acqua e il suolo? Se agli amministratori campani non importa niente figuriamoci quanto se ne importeranno le lobbies locali e nazionali. Se i cittadini capiranno che stanno pagando per la loro “distruzione” in pochi mesi si avvierà l’eliminazione dello scandalo rifiuti. Franco Ortolani Ordinario di Geologia, Università Federico II di Napoli
MENSILE DI POLITICA, CULTURA ED INFORMAZIONE
JULIANO MER-KHAMIS: L’ARTE COME RE-ESISTENZA
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utto il mondo arabo è in rivolta. La quasi contemporaneità di avvenimenti simili in un’area che parte dalla Tunisia e arriva allo Yemen ha spiegazioni profonde, da attribuire più ad una rivoluzione di costume che non di semplice politica. Riportiamo una testimonianza che può aiutarci nella comprensione del fenomeno. Gerusalemme, 05 aprile 2011, Nena News – Sdegno e sconcerto attraversano la popolazione palestinese dopo il brutale assassinio ieri nel campo profughi di Jenin dello stimato attore e regista ebreo-palestinese Juliano Mar-Khamis, fondatore del Freedom Theatre, uno dei piu’ importanti luoghi di produzione artistica e culturale indipendente nei Territori occupati. Vi proponiamo un’intervista di due anni fa a Juliano Mer-Khamis, tratta da “L’Arte come Re-Esistenza”, di Federica Battistelli, Laura Lanni e Lorenza
Sebastiani (EMI 2009, pag.29-34), che illustra bene il pensiero dell’artista assassinato. Perché hai riaperto il teatro e con quali obiettivi? Non potevo più far parte della cultura israeliana, che non è una cultura, ma una copertura per lo sciovinismo e l’arroganza e l’intero apparato di oppressione e di occupazione. Hanno costruito uno scudo di semicultura per supportare le loro azioni. Non si può dire che Israele sia un luogo di cultura. Sono tutte pecore, non c’è spirito critico, non c’è opposizione. Io dovevo starne fuori. Mi sono detto che non potevo collaborare con questo sistema. Così ho deciso di aprire il teatro a Jenin. Questo ha anche degli aspetti tragici per me. Arrivare in un posto in cui il rispetto della tradizione religiosa impone regole oppressive nei confronti della donna, non è facile. Io non sono felice qui. Ci troviamo arenati nell’o-
ceano dell’Islam, nello tsunami della tradizione, nel fango dell’oppressione nei confronti della donna. E siamo in un grosso dilemma: spesso ci chiediamo se stiamo legittimando, l’oppressione nei confronti delle donne e dei bambini con discorsi di libero pensiero e libertà dell’arte, vestiti di begli equipaggiamenti colorati. Ci adattiamo, perché la società ci accetti o andiamo a fondo ai problemi che la attanagliano rischiando così le nostre vite? Noi abbiamo deciso di rischiare. Noi rappresentiamo una minaccia. Siamo moderni, siamo attraenti e siamo liberi. Il nemico della religione e della tradizione è la libertà e noi siamo il nemico perché siamo il Freedom Theatre, non c’è bisogno di essere dei filosofi per capire che siamo una bomba a orologeria..tic.. tic..tic.. Specialmente per le ragazze e per le donne. Si è creata una mistura velenosa di religione e tradizione, in cui la tradizione interpreta la religione e la religione integra la tradizione. Perché quando tutte le altre strutture dell’identità crollano, o vengono distrutte, gli uomini tornano alle basi più elementari della propria identità, cioè ad Allah. Non c’è più politica, non ci sono strutture sociali, non c’è cultura, e non c’è comunicazione. E non c’è religione in termini di va-
lori, ma solo di regole e di ordini, di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Questo si mescola con la tradizione e rappresenta un pericolo per la libertà. Parlaci del vostro progetto di mettere in scena La fattoria degli animali. Era un progetto rivolto alle ragazze. Abbiamo iniziato a incontrare un gruppo di ragazze, ma alcune non hanno voluto esibirsi davanti agli uomini. Hanno fatto un buon lavoro, ma con le donne e per le donne, come in un piccolo club.A ogni modo tutto ciò di cui parlo è un risultato diretto dell’occupazione israeliana. È vero, accade in altri Paesi, ma sono anch’essi occupati, e forse in misura maggiore che qui. Iraq, Iran, Egitto: sono tutte brutali occupazioni, prodotti dell’imperialismo americano e della corruzione delle leadership arabe. La modernità è una delle strade per uscire da questo vicolo cieco, ma non la lasciano entrare, né qua né là. È Israele a volere questo, in Israele si festeggia per quel che accade a Gaza. Come Bin Laden è una vittoria per gli Stati Uniti. Non c’è nemico migliore di una arabo con la barba nera e la kefia che grida «Allah è grande». Continua a pag. 6
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IL CONFRONTO
Pensi che la gente senta la necessità di quello che state facendo? Che voglia il teatro?
e della religione, ma della libertà, di strutture democratiche, di un alto livello di educazione e della libera opinione, della Io penso che le persone di cultura. Questa è la forza. qui non ci vogliano, che A fianco del teatro avete non vogliano l’arte. Ma quindi altri progetti… chi sono queste persone? È una generazione persa, Il teatro è solo una scuche non può cambiare sa, noi facciamo arte in e noi non siamo qui per genere: scrittura creativa, loro, non siamo qui per photoshop, computer, fogli adulti. Noi siamo qui tografia, psicodramma, per i bambini e i bambini realizzazione di film, teraci vogliono, sono assetati pia teatrale. Usiamo tutti i e affamati di quello che mezzi dell’arte prima per facciamo. comunicare con il mondo, poi per ricostruire Sembra che dal combat- l’identità perduta. Quale tere l’occupazione siate tipo di indipendenza vopassati a combattere il gliamo e come possiamo modo di vita tradiziona- costruire identità senle. za cultura? Altrimenti si creano tanti soldatini. Sì, ma non c’è contrad- La ricerca dell’identità dizione in questo. Com- può avvenire solo tramibattendo l’occupazione e te l’attività culturale. C’è l’oppressione, si costru- bisogno di un riflesso di isce una società moder- se stessi. È così che si cona, libera, e forte, che sia struisce il sé: riflettendo capace di opporvisi. Non se stessi su uno schermo, vogliamo formare dei nelle pagine di un libro, buoni cecchini. Insegnia- creando un dibattito, un mo a essere buoni cecchi- dialogo. Combattere la ni, ma in internet o con tradizione è combattere la macchina fotografica, l’occupazione. per aprirsi, per diventare indipendenti e creativi, Pensi che il Freedom Thealmeno tanto quanto gli atre sia in grado di offrioccupanti occidentali. re un’alternativa nonvioQuesta è la vera lotta con- lenta a questi bambini? tro l’occupazione. Perché, ciò che l’occupazione sta No. Non credo questo. facendo è distruggere la Noi non rappresentiamo società. Costruire sulla un’alternativa, siamo solo base non della tradizione un altro strumento di re-
sistenza. Non siamo nonviolenti. Non considero la cultura un’altra religione che da sola possa risolvere tutto. Non credo che cantando canzoni i carri armati si sciolgano. Questo discorso va bene per chi viene qui semplicemente per sentirsi utile e partecipare. Sono sciocchezze. Un’occupazione deve e può essere combattuta con ogni mezzo. La tragedia della Palestina è che dalla resistenza armata si è passati a uccidere bambini sugli autobus a Tel Aviv. E da mezzo legittimo di resistenza, la guerriglia è diventata terrorismo. Così l’intera fotografia è distorta. Oggi dico ai miei amici «mettete giù i fucili perché i vostri fucili sono vuoti», vuoti di contenuti, di identità, le vostre pistole sono solo espressione di un sentimento personale di vendetta a questa occupazione. Quando sarete pronti, sarete qualificati per alzare la pistola della libertà. Io spero che saremo capaci di creare il terreno, le condizioni per cui quando i bambini affronteranno la terza Intifada, che si sta preparando, saranno in grado di darsi un nuovo orizzonte di senso, di conservare i loro valori di liberazione e di non cadere nelle trappole
dell’occupazione e diventare uno specchio del loro nemico. Ma per questo bisogna costruire un’identità molto forte nelle persone, che non ceda a sentimenti di vendetta, fatta di valori universali, cultura, consapevolezza e conoscenza: se qualcuno uccide tua figlia, e tu hai la forza di non uccidere sua figlia, hai la forza di resistere e mantenere i tuoi valori, allora sarai in grado di batterli perché sei più forte come essere umano. Quali sono i soggetti che mettete in scena? Noi non siamo ancora un teatro. Stiamo costruendo il terreno per l’arte teatrale, stiamo creando un’atmosfera, stiamo ribaltando l’idea che la gente qui ha del teatro, come di un bordello. Stiamo cercando di costruire un’idea differente nella loro mente. Siamo lontano da scopi commerciali o politici. Ogni piccolo passo qui è una rivoluzione, ogni gesto è un mattone verso la creazione di una cultura di accoglienza, in cui essere accettati con la nostra identità di spazio dedicato all’arte.
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Nena News
MENSILE DI POLITICA, CULTURA ED INFORMAZIONE
Area turistica del Vesuvio Un uomo per tante stagioni
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ra forse più conosciuto all’estero che a Napoli, lui, l’uomo del Vesuvio, che ti aspettava all’estrema fine della strada che si inerpica sui declivi della montagna di lava, in fondo alla valle del Diavolo, dove una volta funzionava la biglietteria della funicolare del Vesuvio. La baracchetta della biglietteria lui la adattò a bar di soccorso e ad emporio di mille oggetti di lava e di altro materiale buono per un ricordino da portare a casa, specialmente se veniva da molto lontano. La baracca c’è ancora, lui non più: lui, Andrea De Gregorio, il Guardiano del Vesuvio,
come lo chiamavano i turisti stranieri, inglesi e francesi che arrivavano fin sotto la cima del vulcano, quiescente ormai dal 1944. Dice un libretto turistico inglese: “Lo potete trovare a 4 km dall’estrema punta della stradina che vi porta fin dentro il cratere”. Aveva 16 anni Andrea quando avvenne l’ultima eruzione. All’età di 24 anni fu assunto come bigliettaio della funi-
colare, ma gli piaceva fare da Cicerone, sapeva bene le lingue straniere e si compiaceva di esternare questa sua conoscenza unita ad un’innata gentilezza e ad una spontanea cordialità. Alla chiusura della funicolare del Vesuvio, nel 1984, lui rimase in cima ad accogliere turisti e a preparare caffè e bevande per chi saliva fin lassù. E’ rimasto nella memoria di tanti e anche oggi sono tanti
che arrivati in cima chiedono di lui. Lui non c’è più: c’è sua figlia, Giovanna, che continua a gestire il bar di soccorso e l’emporio per turisti. Con la stessa gentilezza, con la stessa spontanea cordialità del padre. Continuerete a trovare, su al Vesuvio, la famosa Area picnic con vista panoramica e potrete contare su un buon gelato, su un caffè o su una fresca bibita. Se volete accertarvi di trovarla aperta, prima di salire, il telefono è: 081/7776347. Ma è aperta fino a oltre il tramonto.
L’APPLAUSO PROCIDANO Il coraggio e l’immediatezza Ormai è divenuto hobby molto diffuso raccontare, raccontarsi, scrivere e pubblicare a Procida. E’ una cosa che registriamo con piacere e, più che Lamartine ed Elsa Morante, crediamo di dover attribuire al dott. Parancandola il merito di aver rotto il ghiaccio della produzione letteraria a Procida, e a lui e poi a Giacomo Retaggio, l’esempio della tenacia e della continuità di impegno in questo campo, difficile, della comunicazione in sé stessa, e complicata, per gli aspetti conseguenti e connessi della pubblicazione, della diffusione e della critica. E’ uscita di recente un’antologia di scrittori procidani, presentata dal giornalista Ermanno Corsi,
che ha catturato l’attenzione del Confronto che ha voluto segnalare l’iniziativa all’attenzione dei suoi lettori. A parere, un po’ contrastato, però, della Redazione, in particolare, l’applauso va rivolto al racconto “Procidammore” di Rino Scotto di Gregorio con il quale il giovano scrittore, con linguaggio secco, che non concede nulla alle intermediazioni della letteratura, comunica stati d’animo e fatti, sentimenti e passioni, semmai anche non troppo isolati ed episodici nel territorio procidano, con l’immediatezza di chi ha grande consuetudine con l’efficacia della comunicazione.
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L’APPLAUSO Non è mai stato troppo frequente poter assistere a processioni della Settimana santa svoltesi con ordine e senza particolari problemi; né ammirare “Misteri” realizzati (tranne qualche rarissima eccezione) con gusto e con misura e portati senza il ricorso a imprecazioni e bestemmie; né vedere tanto concorso di pubblico a tutte quelle manifestazioni. In una parola, la Settimana santa di quest’anno ha visto impegnata tutta Procida. E, dunque, stavolta è tutta Procida che merita il nostro applauso.
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IL CONFRONTO
“Metroleggendezze” di Pasqua P
asqua 2011 si è svolta secondo la neotradizione: Natale con l’immondizia, Pasqua, invece, pure. Dai rifiuti non nascono solo i fiori, come cantava De Andrè; le leggende metropolitane parlano di fantasiosi eventi saltati fuori dai cumuli di rifiuti che hanno del miracoloso. Nel 2011 nel nostro paese di santi e navigatori è nata l’era dei “Metroleggendezzatori”, banale acronimo che individua i diffusori di “leggende della monnezza” metropolitana. Si dice che l’altro giorno, alla vigilia di Pasqua, in una delle strade di Napoli invase dalla spazzatura, sia capitato di assistere ad uno strano fenomeno. Improvvisamente un cumulo di immondizia alto alcuni metri ha iniziato a tremare in maniera sempre più preoccupante. Tutti si aspettavano, intimoriti, che stesse per avvenire un’esplosione causata dalla fermentazione dei rifiuti! Invece con lo stupore generale, improvvisamente, da sotto i rifiuti è sbucata una colomba, dalle piume che non si potevano definire candide, con in testa un berretto rosso da Babbo Natale. Tutti si sono messi a gridare al miracolo credendo che il piccione fosse rimasto sepolto per quattro mesi sotto i rifiuti natalizi e che ora stesse finalmente risorgendo a nuova vita. Lo sbigottimento ha raggiunto l’acme quando lo sciocco volatile, dopo avere guardato a destra e sinistra e avere constatato che i muri erano tappezzati da
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manifesti elettorali abusivi con le solite facce e che dai cumuli di rifiuti maleodoranti e in parte incendiati uscivano fumi e gas nocivi, rivolgendosi ai passanti con un gesto significativo, battendosi un’ala sulla fronte, ha lasciato chiaramente intendere che erano pazzi a vivere in queste condizioni. Sorprendentemente invece di immergersi in una vicina fontana per un bagno purificatore ha preferito rituffarsi scomparendo in mezzo ai rifiuti che almeno gli garantivano una duratura certezza di condizioni ambientali. Forse avrà pensato: meglio vivere tra l’immondizia degli uomini che tra gli “uommene e’ munnezza” (= uomini d’immondizia). L’intuizione popolare ha tratto dallo strano e nuovo episodio un messaggio: non è ancora giunta l’ora della resurrezione, del ritorno ad un ambiente pulito amministrato da personaggi liberi che si battono per la salute ed il bene di tutti i cittadini, non più servi delle lobbies che per 17 anni, complici vari governi nazionali e locali bipartisan, hanno lucrato sulla immondizia (reale e figurata) campana. Il messaggio è stato chiaro e drammatico! La nottata non è ancora passata! I cittadini dovranno ancora continuare a pagare profumatamente la conservazione dell’immondizia nelle strade e nei palazzi; ormai ci si sono troppo affezionati. L’immondizia dei campani si è rivelata una vera miniera d’oro per pochi, come
ad esempio per le lobbies nazionali e locali che finora hanno guadagnato eseguendo discariche e impianti più o meno taroccati ed effettuando i trasporti dei rifiuti senza mai risolvere definitivamente l’emergenza. La saggezza popolare sta suggerendo, vista l’endemicità della “emergenza rifiuti”, di guadagnarci sopra qualcosa democratizzando i profitti. Di seguito si sintetizzano alcune delle iniziative che già volano di bocca in bocca. Per prima cosa si pensa di creare il marchio del “rifiuto DOC” (vero rifiuto costituito da una sapiente e sperimentata miscela di rifiuti solidi urbani, rifiuti industriali ecc.), per organizzare poi laboratori, strettamente clandestini e abusivi, per la fabbricazione di oggetti “griffati” falsi valorizzando il nuovo “oro di Napoli” cioè i rifiuti riciclati “DOC” adeguatamente invecchiati che solo a Napoli si trovano. C’è già chi propone la maratona dell’immondizia (o “maratezza”) tra i quartieri urbani e i comuni vicini per vedere chi ha il cumulo di rifiuti più alto. Altri pensano di organizzare il concorso “il sacchetto d‘oro” da attribuire alla più avvincente “metroleggendezza”. Non manca chi pensa di sfruttare l’occasione per promuovere un concorso nazionale riservato alle “monnezzine”: chi vincerà avrà un posto assicurato nell’affermata “tv spazzatura” che da qualche anno va
tanto di moda. Non mancano agenzie di viaggio che stanno preparando veri e propri percorsi di scuola di sopravvivenza tra una discarica e l’altra.
Un gruppo di giovani intraprendenti sta contattando Tex Willer per fare arrivare a Napoli, direttamente dai monti dell’Arizona, un esperto sciamano Navajo per fare un corso di formazione intensiva a giovani maghi napoletani per insegnare loro l’arte della previsione del futuro in base agli indizi ricavabili dalla forma dei cumuli d’immondizia. Sta per scattare anche una ricca lotteria che prevede vincite milionarie per coloro che indovinano il numero di tonnellate di rifiuti giacenti nelle strade il giorno successivo. Naturalmente occorrono specialisti dell’immondizia che facciano da cavia e testimonial alla NME (new monnezz’ economy): non c’è che da scegliere tra i vari personaggi locali e nazionali che tanto si sono impegnati per fare durare 17 anni e si stanno dando da fare per rilanciare una emergenza che non ha logiche basi per esistere. Non c’è che dire: è un bel record far durare 17 anni una emergenza impossibile! I cittadini campani non sembrano ancora stanchi: sembrano ben intenzionati a consolidare il loro maleodorante record. Per questo, infatti, si preparano a pagare senza fiatare l’ulteriore incremento della tassa rifiuti ben contenti di potersi vantare di avere il peggiore servizio nazionale grazie alle tasse più alte d’Italia. Franco Ortolani
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Procida – Palazzo Montefusco
N.I.M.B.Y.
È divenuto, ormai e da tempo, il simbolo di Procida, della quale costituisce il biglietto da visita, poiché accoglie il turista fin dal momento del suo sbarco. Intendo riferirmi al palazzo Montefusco, del quale ho detto “costituisce”, ma in realtà avrei dovuto dire “dovrebbe costituire”: se, infatti, si pone attenzione (e non ne occorre neanche tanta) alle condizioni nelle quali versa, ci si rende conto della brutta figura che l’isola fa nei confronti di chi la raggiunge. E pensare che la sua presenza è già attestata dalle incisioni del ‘600 e perfino dalla tela del miracolo di san Michele, dipinta nel 1690 da Nicola Russo, allievo di Luca Giordano, su commissione di Nicola Ambrosino, collocata nell’abside della Chiesa abbaziale. L’attuale carenza di attintatura della facciata ne costituisce il male minore; ben più grave, infatti, è la situazione della cappelluccia della “Marònna re capóne”, che sorge all’estremità occidentale del terrazzo di copertura dell’edificio e che si presenta con un interno assolutamente devastato. Ancor più gravi, poi, sono le condizioni della fuga d’archi merlati che ne corona la facciata: archi e merli, infatti, sarebbero pe-
ricolanti, a quanto mi si dice, col rischio che un forte vento di scirocco-e-mezzogiorno potrebbe determinare la caduta di elementi distaccati sulla strada sottostante, con tutte le conseguenze che possono immaginarsi. Nel frattempo, la competente Soprintendenza, dopo un’apparenza d’iniziale interessamento, al fine dell’imposizione di un vincolo sull’edificio, si è chiusa in un rigoroso silenzio. E posso anche comprendere la Soprintendenza, che opera a Napoli e ha tanti altri problemi da risolvere; ma perché la popolazione di Procida tace anch’essa? capisco che, ancora una volta, essa ha scelto la strada del N.i.m.b.y. (= Not in my backyard), ma sarebbe il caso ch’essa si rendesse conto che, una volta tanto, proprio quello è il suo backyard, il suo cortile, nel quale c’è il pericolo che possa verificarsi qualche evento seriamente dannoso. E si sappia che sarà davvero stupido chi, in un’eventualità di tal genere, dovesse pensare per prima cosa che sono stato io l’uccello del malaugurio.
La scheda libraria
“Avrei voluto parlare d’amore”
E’ una testimonianza di un’epoca passata, di una civiltà superata ma anche di un modo di pensare non ancora del tutto scomparso, tanto che i giorni d’oggi sembrano avere non poche assonanze di principi e comportamenti con il tempo passato raccontato dall’Autrice. La vita contadina, durissima, nei campi come nella casa, che non è una masseria padronale, nulla hanno più con la cultura, il ritmo, le comodità dell’alleanza tra lavoratore e mezzi meccanici dei giorni d’oggi: eppure, la distanza temporale da oggi, nella storia che Francesca Tombari ha voluto raccontare, non cancella la necessità di riflessione su certi argomenti dei giorni attuali. E’ una storia di una vita, che sboccia, cerca di inserirsi nel mondo e nella famiglia, in una società dove gli spazi e i compiti sono già assegnati in funzione del sesso, della corporatura fisica, dell’età e della complementarietà con gli altri. Il meccanismo familiare poi si inserisce con difficoltà e solo episodicamente con la società circostante. Ci sono i “padroni” che vengo no ogni mese ad esigere il fitto che ha un’appendice di pagaSergio Zazzera mento in natura, di solito uova e galline; ci sono il mulino e il mercato da dove arriva una ventata di umanità nella personcina di una coetanea della protagonista; c’è l’arrotino canterino, e c’è don Gianni, il prete che cerca di interpretare il Cristianesimo con dedizione e messaggi affidati alle parole e alla disponibilità verso tutti. Su tutto aleggia l’ignoranza: da
tel. +39 081 896 95 94 fax +39 081 810 16 39 mail: smile@isoladiprocida.it
essa ci si difende rifugiandosi nelle consuetudini e nelle tradizioni contadine. Tutto è molto buio ma poi arriva la “politica”, i principi del Fascismo con i suoi messaggi immediati e populisti che trovano terreno fertile facilmente nel mondo contadino. “Fate l’amore e date i figli alla patria”. “Siate numerosi e sarete potenti”. “Prega per la pace ma preparati per la guerra”. “Giuro di eseguire senza discutere gli ordini del Duce”. “Donna che pesa un’ancia, la propria casa sconcia”. Soprattutto c’è il padre padrone che spegne la dignità e la speranza delle donne di casa che sono braccia per lavorare, sono carne per le soddisfazioni sessuali, non hanno diritti e devono solo servire, se si arrendono. Se non si arrendono, possono anche morire. E’ vivo il racconto, la prosa è semplice come sarebbe quella che userebbe la protagonista che è una giovane e semplice contadina, sensibile alla natura, ai suoi colori, alle sue creature, che vorrebbe ragionare con sé stessa e con gli altri, ma che deve seguire le abitudini dei tempi, della famiglia, delle tradizioni che hanno le loro lente cadenze temporali. Le rozze teorie politiche travolgono tutti meno il suo desiderio, la sua gentile volontà di parlare d’amore. Francesca Tombari “Avrei voluto parlare d’amore”
Damster edizioni € 14,00 eNNe
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IL CONFRONTO
SCIENZA SENZA UMANESIMO?
I
n questi giorni è uscito un libro “Il grande disegno” di Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, nel quale riscontriamo un’affermazione molto forte: “La filosofia è morta, solo i fisici spiegano il cosmo e possono essere considerati i signori della Creazione. Nella realtà attuale, ci sono tante domande importanti che gli uomini si pongono: “Di che cosa è fatto il Mondo?” “ Esiste qualche cosa di costante nel continuo mutare e trasformare della vita e degli eventi?” “L’esistenza dell’uomo è destinata a esaurirsi con la nostra o si può sperare in un anima immortale?” “Perché soffriamo?” “La vita possiede un senso, magari un destino o è un futile agitarsi per nulla?” “Siamo liberi di scegliere, o tutto, è già scritto da qualche parte?” “Esiste Dio?” “Esiste una giustizia al di sopra degli uomini?” “Come dobbiamo comportarci con i nostri simili?” “Come vivere?” La fiaccola della conoscenza si è spostata oltre i limiti attuali del pensiero speculativo e spetta alla scienza offrire soluzioni giacchè gli strumenti di indagine a sua disposizione sono così vasti da arrivare altre la sensibilità comune. Sarebbe da ciechi e da sordi non vedere e non ascoltare l’immensa e costante evoluzione del progresso tecnico scientifico. Questo non può condurre a certificare che la filosofia è ormai morta, per un semplice particolare, come ci suggerisce Blaise Pascal, che l’uomo è l’insieme dell’esprit de geometrie e
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Varato il calendario degli eventi culturali dell’ Università di Napoli l’Orientale, nell’ “enclave” di Procida.
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dell’esprit di finesse (sentimenrogramma ricco di evento) per cui fra le tante impreti culturali, e non solo, vedibilità non è prevista quella quello allestito dall’Università della diminutio (diminuzione) “L’Orientale” di Napoli, che da della natura umana esclusiva- anni ha istituzionalizzato un mente allo spirito geometrico proprio centro di formazione di cui il percorso scientifico ne sull’isola di Procida, per tutto costituisce l’essenza. Pertanto, il 2011 presso il Palazzo della la ragione d’essere della filoso- Cultura a Terra Murata. fia consiste nell’armonizzare il Infatti, dopo il terzo modulo pensare, il conoscere, il senti- del Progetto OASI, tenutosi dal re, ed ogni disconoscimento di 24 al 26 marzo scorso, il Worquesta preziosa attività appare kshop proposto dal prof. Cauna perniciosa forzatura che taldi il 16 aprile e il Workshop rischia di condurci nel vicolo di studi sanscriti proposto dal cieco del cinismo. Basta os- prof. F. Sferra dal 2 al 6 magservare gli ultimi tragici eventi gio, il calendario prevede il come il terremoto e lo tsunami 18 maggio il Workshop sulla in Giappone oppure la strage Drammaturgia Svedese propodegli innocenti dei barconi sto dalla prof. M.C. Lombardi; della morte in partenza dalle dal 30 maggio al 5 giugno si coste nordafricane davanti ai terranno gli Incontri di Studi gretti egoismi di Stati e Leghe, Dottorali (Convenzione Univ. per verificare l’urgenza del di Ginevra) proposti dal prof. palpitio filosofico che è sem- G. Fusco Girard; dal 19 giugno pre quello dell’agorà socrati- al 10 luglio è programmata la ca, dell’uomo che discute con III Ediz. Summer School UCSB l’uomo sicuramente in sinergia proposta dal prof. C. Fogu; dal con la scienza, che si sorprende 22 al 28 settembre si terrà l’odello stupore Kantiano davanti ramai tradizionale Summer alla coscienza morale dentro school proposta dal prof. L. di noi, che emerge attraverso il Mascilli Migliorini; dal 29 setvissuto quotidiano sia del pro- tembre al 1 ottobre Convegno prio piccolo territorio che di Giovani Internazionalisti proquello planetario fatto di orro- posto dal prof. G. Cataldi; dal ri, prepotenze, ingiustizie, ille- 2 al 9 ottobre il prof. Cataldi galità, sfruttamento dell’uomo propone la Summer School sull’uomo e di atti delinquen- “Neapolitan School on Human ziali sulle membra vive della Rights”; dal 10 al 17 ottobre natura tali da creare elementi è prevista la Summer School insopportabili e degenerativi “Lifelong Learning” proposta sulla vita di tante generazioni. dalla prof. ssa Luigia Melil lo; ancora da definire la data per Meeting “Fahrenheit 451” proposto dal prof. G. Cataldi Michele Romano e Amato Lamberti (Fabbrica dell’immaginario).
“Ritengo – dice l’assessore alla cultura del Comune di Procida, avv. Enrico Scotto di Carlo – che, anche per questo 2011, l’Università “L’Orientale” è riuscita ad allestire una serie di manifestazione ad alto livello che nobiliteranno l’isola di Arturo sia per la qualità dei proponenti e dei docenti che via via si alterneranno, sia perché costituirà, attraverso la partecipazione di allievi provenienti da tutto il Mondo, un volano importante per far conoscere il nostro territorio nelle sue migliori peculiarità.” Per Domenico Scotto, imprenditore e titolare della “Procida Holiday”: “la presenza delle Università partenopee, ed in particolare dell’Orientale, sul territorio isolano rappresentano un importante valore aggiunto per il turismo culturale, segmento che, in questi ultimi anni, ha determinato sulla nostra isola, a dispetto della crisi economica globale, un buon incremento di presenze.”
Guglielmo Taliercio
MENSILE DI POLITICA, CULTURA ED INFORMAZIONE
PIRATI SALGARIANI E PIRATI GOVERNATIVI fatto anche di prudenza a volte eccessiva e di informazioni che non arrivano alle famiglie.
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bbiamo avuto modo di vedere e toccare con mano lo spirito di forte aggregazione della comunità procidana evidentemente colpita nel profondo a seguito del rapimento di quattro marittimi. Stavolta i procidani sono scesi in piazza per una causa che accomunava tutti, cui nessuno poteva dirsi estraneo. Ed in migliaia, forse oltre 2000, molti giovanissimi, ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, stavolta si sono mostrati come un cuor solo. La cosa non capitava da tempo ovvero da quando, a seguito della morte di una giovane, una moltitudine di Procidani scese in piazza, occupando per alcuni giorni anche il porto commerciale di Marina Grande, per chiedere un presidio ospedaliero ottenuto con dure lotte e che, oggi, rappresenta una conquista fondamentale per la comunità procidana. Il Consiglio Comunale che si riunisce il giorno del Venerdì Santo. La presa di posizione forte del Sindaco e le diverse interrogazioni parlamentari che si sono avute da esponenti dei diversi schieramenti politici., la cittadinanza che spontaneamente si mobilità e scende
copiosa in piazza, una fiaccolata silenziosa, che nel giorno della festa dei Lavoratori il 1° maggio attraversa l’isola per richiamare l’attenzione sui quattro marittimi procidani sequestrati dai pirati somali (Vincenzo Lubrano, Crescenzo Guardascione sequestrati con il loro equipaggio a bordo Savina Caylyn l’8 febbraio scorso e di cui non si hanno più notizie e Gennaro Odoaldo e Vincenzo Ambrosino imbarcti sulla “Rosalia D’Amato” con 21 persone di equipaggio,, tra cui 6 connazionali) e di tanti altri sequestrati dai pirati, e mostrare loro vicinanza e solidarietà. Che volete di più? L’opinione pubblci asta solo a guardare “Ballando sotto le stelle”? E il Governo è solo il governo del bunga bunga? Ad oggi sono circa 48, le navi sequestrate dai pirati del mare ed oltre 1.000 i marittimi in ostaggio, in questo momento. Si tratta di marinai delle più svariate nazionalità. Le diplomazie dicono che stanno tessendo contatti per liberarli ma, per molti di essi, sono passati mesi dal loro rapimento. Tanto, troppo silenzio. Non ne possiamo più. E’ ora di dire basta a questo assurdo silenzio
Di questa marcia sileziosa ne hanno parlato tutti i media: giornali nazionali ( il primo maggio una troupe di RAI 3 Campania era presenta e il TG ha fatto un ampio servizio), telegiornali privati, agenzie di stampa, siti internet, social network che diffusamente hanno fatto da cassa di risonanza, portando il tema, ancora prima che partisse la raccolta di firme lanciate in queste ore e che verrà poi sottoposta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai massimi livelli di attenzione, visto che il Governo sembra dormire.
Certo, passata la spinta emotiva e spenti i riflettori di giornali, televisioni, blog e quant’ altro, cosa che purtroppo arriverà in maniera naturale, ci si chiede: Ed ora? Cosa potrà essere fatto per far ritornare a casa i nostri marittimi? Come sostenere le famiglie? Questa fiaccolata non basta.... non deve bastare. Non possiamo fermarci di ritornare alle
nostre case con la coscienza apposto e pensando che possiamo affidarci esclusivamente alle preghiere e ai miracoli per far ritornare questi nostri quattro fratelli a casa. Ben vengano le manifestazioni di solidarietà, dello spirito. Continua ad essere necessaria una mobilitazione forte che arrivi fino alle più alte cariche del Governo affinchè Difesa ed Esteri si occupino di questa vicenda. Ci piacerebbe sapere ( ci informeremo per darvene poi notizia) se qualcuno si sta muovendo in qualche modo, a livello locale, oltre che con la sopracitata petizione. In particolar modo i circoli, i sindacati, le associazioni, i giornali locali, chi si impegna da anni per e con la Gente di mare, chi scrivendo libri, chi organizzando premi agli studenti.....Ci siamo? o restiamo a guardare?
SE NON ORA QUANDO...... IL NOSTRO TEMPO E’ SEMPRE ORA!!! Francesco Lubrano
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IL CONFRONTO
Napoli incontra l’Oriente
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ultura e musiche distanti si incontrano il 27 maggio prossimo nel cuore del quartiere Vomero di Napoli. Dalle ore 20,30 il Teatro Immacolata di via F. Nuvolo 9 (p.zza Immacolata) proporrà lo spettacolo di dieci danzatrici dirette da Jamila. “Napoli incontra l’ Oriente” è lo spettacolo di danza, poesia, musica orientale e partenopea, ideato e curato dalla brillante Jamila, con la preziosa collaborazione e regia di Peppino Colace. In scena dunque danze orientali con richiami alle nostre tradizioni popolari campane arricchite dagli interventi musicali live di Deamy Najla conosciuta ai più con il nome di Damiana Canonico che proporrà rumba e tammurriate. Costo biglietto 10 euro. Info e Prenotazioni 3407933640
LOCO BRUSCA A NAPOLI “UNA RISATA VI DE-SEPPELLIRA” DALLA SPAZZATURA Nelle Ramblas, all’interno del NTFI, il clown metropolitano argentino propone spettacolo e workshop che avrà nella spazzatura il punto di partenza creativa
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averna Est, la compagnia teatrale che unisce teatro, arte di strada e teatro civile, anche quest’anno curerà la direzione artistica delle Ramblas, le strade che durante il Napoli Teatro Festival Italia, sono aperte all’arte di strada e fanno da vero e proprio punto di incontro tra la manifestazione e la città. Ospiti una quarantina di compagnie nazionali ed internazionali (bando su tetarotaverna.blogspot.com) che faranno di Napoli palcoscenico a cielo aperto per musica, spettacoli di circo, performances e azioni sceniche a strettto contatto con
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la gente. Nota caratterizzante di tutto il programma sarà la presenza di Loco Brusca, uno dei clown metropolitani più conosciuti nel circuito internazionale. Classe 1964, nato nel cuore della Pampa argentina ha creato personaggi ed azioni che lo hanno visto nei festival di tutto il pianeta, dall’Australia al Giappone, dall’Irlanda al Portogallo, dal Medioriente al Canada, il Loco sarà a Napoli con un suo spettacolo nei giorni del festival e proporrà agli artisti italiani (attori, circensi, performer) un workshop dal titolo “Puajjjj” che in italiano
suonerebbe come “Bleaa!” insomma un suono di disgusto: centro del lavoro infatti sarà proprio il disgustoso stato della città di Napoli, il suo essere sommersa dalla spazzatura. Da questo dato della croncaca metropolitana il Loco farà nascere performances, musica, coreografia e tutto quanto la creatività può far fiorire. Loco Brusca è un attore-clown che ha lavorato per anni nel teatro di strada e che può vantare nella sua formazione la presenza di grandi maestri come Albert Vidal e Jango Edwards. Il workshop sarà realizzato dal 4 all’8 luglio, ma son fin da su-
bito aperte le iscrizioni (info su ramblas-napoli.blogspot. com). “Si indagherà il tema della spazzatura e del rifiuto- afferma Giulio Barbato che con Claudio Javier Benegas cura la direzione artistica del Festival Ramblas- nell’approccio che può averne un clown metropolitano, i personaggi saranno relazionati direttamente ad esso: a partire dall’immondizia realizzeremo azioni di gruppo, canzoni, coreografie e molta improvvisazione.” www.teatrotaverna.blogspot.com
Le Grand Bleu Residence via Flavio Gioia, 37 80079 Procida Napoli T/F +39 081 8101639 smile@isoladiprocida.it
MENSILE DI POLITICA, CULTURA ED INFORMAZIONE
RAMBLAS 2011 A NAPOLI E’ aperto il bando di partecipazione a Ramblas 2011- vie permanenti dell’arte di strada, il Festival di Arte di Strada realizzato da Taverna Est in collaborazione con il Napoli Teatro Festival Italia.
Ramblas, che vede la direzione artistica di Giulio Barbato e Claudio Javier Benegas, nasce con l’obbiettivo di creare delle vie permanenti delle arti di strada a Napoli: vie in cui siano concessi agevolmente spazi e permessi per noi artisti di strada a cappello e vie che divengano punto di riferimento, un appuntamento per gli abitanti della città e per i sui visitatori. Il bando è rivolto a tutti gli artisti di strada. L’edizione 2010 di Ramblas ha ottenuto un risultato importante in vista dell’obiettivo di vedere riconosciuta e legalizzata l’arte di strada in città: la raccolta di 2500 firme nella
petizione per ottenere un regolamento comunale che sostenga e valorizzi l’arte di strada a Napoli. Questa terza edizione grazie al sostegno degli artisti di strada che hanno partecipato alle scorse edizioni e grazie alla collaborazione con il Napoli teatro festival, riuscirà a coinvolgere un numero maggiore di artisti anche di provenienza internazionale e darà una maggiore visibilità all’arte di strada nel mese del Festival essendo previste Ramblas in tutti e tre i fine settimana del NTFI. La direzione artistica selezionerà trentacinque compagnie (o singoli artisti) che parte-
ciperanno al bando. Venti compagnie saranno invitare a cachèt ed altre quindici compagnie saranno invitate nella sezione off (a cappello). Come gli scorsi anni gli spettacoli saranno seguiti da una giuria formata da esperti, direttori di festival, giornalisti e semplici appassionati che recensiranno e premieranno gli spettacoli con coni, coppe e panini gelato. Alcuni degli spettacoli saranno inoltre in concorso nella sezione “Baby Ramblas” in cui a premiare sarà una giuria di bambini.
La richiesta di partecipazione, corredata dal materiale informativo dello spettacolo va inviata all’indirizzo: tavernaest@ yahoo.it. Termine ultimo di partecipazione al bando è il 20 Maggio 2011.
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IL CONFRONTO
“Flash Art” sale a livello mondiale La rivista d’arte italiana, leader dell’arte contemporanea in Italia e nel mondo
Cinecuriosità del mese LA KRYPTONITE NELLA BORSA
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La kryptonite nella borsa è un film sulla fantasia, sul grandissimo potere del sogno e del desiderio”. Ne parla così il regista Ivan Cotroneo che abbiamo incontrato nel suo primo giorno di riprese sull’isola di Procida. La pellicola segna l’esordio alla regia dello scrittore e sceneggiatore (tra i suoi lavori per il cinema “Mine vaganti” di Ozpetek e di “Io sono l’amore” di Luca Guadagnino e per la tv “Tutti pazzi per amore”). “La Kryptonite nella borsa” è tratto dall’omonimo romanzo (edito da Bompiani), in cui protagonista è il piccolo Peppino Sansone. Attraverso lo sguardo del bambino vengono raccontati la storia, i drammi, le avventure di una famiglia della Napoli dei primi anni settanta. “Gli occhi del bambino sono la chiave di ingresso in una storia in bilico fra il realismo del quotidiano e la possibilità di
un altrove che renda la vita più affascinante e colorata” - dice il regista. – “Un racconto che ha un tono scanzonato e divertente...una storia in cui ci sono battute e canzoni, equivoci e tenerezze, brutte figure e slanci vitali, baci e pianti...e ovviamente la città di Napoli, vista in un momento della sua storia in cui tutto, anche il volo di un supereroe sopra Mergellina, sembra possibile”. (La kryptonite, per chi non lo sapesse, è la sostanza immaginaria della serie di fumetti di Superman infatti). Il film, che hanno cominciato a girare da poco, uscirà l’anno prossimo. L’eccellente cast è composto da interpreti come la magnetica Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti. di Gilda Kiwua Notarbartolo
Finalmente! Prestigioso riconoscimento per l’editoria italiana. Ancora una volta Flash Art è stato definito dal New York Times, la più prestigiosa rivista al mondo, il Must dell’arte contemporanea. E la più autorevole e seguita rivista d’arte in Europa, Oriente e Medio Oriente. A sancire questa autorevolezza, nel corso dell’anno, come riconoscimento di rivista leader, dal paese con le maggiori prospettive di sviluppo, l’India, attraverso una joint venture italo-indiana, ha anticipato di voler far nascere Flash Art India che sarà la rivista d’arte di un intero subcontinente. E’ il giusto riconoscimento a una rivista attenta a tutti i nuovi fenomeni culturali, alle nuove tendenze e all’arte nuova in ogni paese del mondo. Flash Art Italia e Flash Art International, assieme ad Art Diary, si confermano ancora una volta come i veicoli privilegiati nel sistema dell’arte, per la comunicazione e pubblicità di Gallerie, Musei, Fondazioni d’arte, Artisti, Collezioni. E, d’ora in poi, c’è Flash Art Design, fortunato supplemento che accompagna la vita di Flash Art Italia che informa specificamente gli specialisti e gli amatori della storia del design, aprendo una finestra anche sulle sue prospettive future. Flash Art è il vero barometro dell’arte contempo-
ranea. In un recente supplemento speciale, dedicato alla nuova scena delle gallerie ed artisti americani, il New York Times definisce Flash Art, di cui pubblica la copertina a colori, il punto di riferimento da cui non si può prescindere dell’arte contemporanea, la rivista che individua le tendenze e fa tendenza. Insomma, essa non solo è la più seguita pubblicazione d’arte, ma è il livello di critica, informazione e garanzia di tutti i nuovi mercati, vecchi e nuovi musei, artisti, critici, collezionisti. Flash Art si conferma dunque la rivista leader dell’arte contemporanea in Italia e nel mondo; per questo una pubblicità su Flash Art conta, altro che se conta! E’ la rivista, sfogliata o letta da oltre 100.000 persone, un esercito di professionisti ed appassionati d’arte in Italia. Flash Art International poi ha un esercito di lettori in tutto il mondo ancora più vasto: oltre 200.000. E’ un vero e proprio invito alla lettura, all’approfondimento e al business. Flash Art è uno strumento di conoscenza e di comprensione dell’arte contemporanea ed è giusto che sia letta da chi voglia essere parte del mercato italiano o internazione dell’arte. Maurizio Vitiello
Cinema: Midnight in Paris.
Woody Allen torna a girare in Europa. Nel cast anche la premiere dame Carla Bruni. Grande attesa per l'anteprima mondiale del nuovo film di Woody Allen che avverrà l'11 maggio 2011 a Cannes e che farà da apripista al Festival. In Italia uscirà invece il 14 ottobre. A selezionare i vincitori sarà una giuria di qualità presieduta da Robert de Niro (cofondatore del Tribeca Festival)
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che, al momento di accettare l'incarico, ha affermato: "Il Festival di Cannes rappresenta per me un'occasione rara, perché è uno dei più antichi e migliori festival del mondo". Midnight in Paris è interamente scritto e diretto dal regista newyorchese che torna a girare in Europa dopo gli ultimi successi di Match Point (girato
a Londra) e di Vicky, Cristina Barcellona, e che ha espressamente dichiarato che il suo prossimo film sarà ambientato a Roma. E’ la prima volta che le bellezze della capitale saranno raccontate da Allen, che finora ha scelto la nostra penisola solo per Venezia, città amatissima, tant’è che il regista ha deciso di
celebrare lì il suo terzo matrimonio. Il nuovo film è una commedia romantica ed è basato sulla storia di una famiglia in viaggio d’affari a Parigi e sulle vicende di una giovane coppia di fidanzati che, grazie a questo viaggio si renderanno conto di quanto sia preziosa la loro vita.
MENSILE DI POLITICA, CULTURA ED INFORMAZIONE
UN POETA NASCOSTO NELL’ISOLA
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n antico collaboratore del “Confronto” fa outing. Qualche “affezionato” del “Confronto” ricorderà la firma in calce a molti articoli degli anni 80 e 90 “Lo Spigolatore”. Era una persona che aveva chiesto di rimanere anonimo per via del clima rovente e forse vendicativo del mondo politico di quell’epoca. Allora il direttore del “Confronto” era “il Repubblicano” di Procida, ma, in realtà, fu proprio una lista del PRI (allora si poteva scrivere con tutte lettere maiuscole quello che oggi scrivo “pri” per questioni di indecenza politica) che abbattè la ventennale maggioranza assoluta del DC. Era una persona che mi sembrava, più che altro, incerta e timida ma con molta voglia di fare e, in verità, i suoi articoli avevano sempre un contenuto abbastanza pregnante. Ad un certo punto della vita, lui che aveva cominciato ad affacciarsi alla politica da democristiano, decise di dare una mano al PCI o addirittura a chi stava oltre il PCI. Poi è venuto il 1989…ed è nato una persona completamente diversa. Forse la teneva nascosta questa persona insieme alla sua identità anagrafica. Oggi, improvvisamente, il nostro Spigolatore, si è ufficializ-
Il cast è composto da Owen Wilson, Rachel McAdams, Adrien Brody e Marion Cotillard Il film di Allen è sicuramente uno dei più attesi della stagione, grazie anche alla partecipazione straordinaria di Carla Bruni, chiamata a interpretare il ruolo della direttrice di un museo. La presenza della premiere dame ha incuriosito giornalisti e fotografi, costringendo il regista a smentire con forza le voci riguardanti le dif-
zato in Pasquale Carabellese, professore di Diritto all’Istituto Nautico – e ha pubblicato un libro di versi. Lo ha fatto con quella certa qual tendenza che ha sempre avuto e ha sempre cercato di mimetizzare. No, nessun dubbio, il libro è vivo e interessante, comunica sensazioni e sentimenti con un trasporto caldo e disarmante; porge attenzione a episodi e personaggi della vita procidana degli anni 80 e non solo che specie chi è stato testimone di quell’epoca, riesce a rivedere a tutto tondo, sulla scorta della vena ironica e talvolta sarcastica di chi quella vita, quei personaggi ha dovuto sopportare in tutta la loro arroganza o meschinità. Pasquale Carabellese è interamente un Procidano e la sua poesia, quella che oggi produce parlando della contemporaneità attuale, riesce a trasmettere pensieri dominanti, colori e vibrazioni della sua isola che è, e rimane, misteriosa istigatrice di vita, di amore, di speranze, di sogni e, contemporaneamente, di solitudine e di disperazione. Ha finalmente fatto outing ed è un poeta di spessore. Benvenuto.
Eccellenze napoletane SERGIO FIORENTINO
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iazza Vanvitelli, al Vomero; sala al piano superiore del bar Sangiuliano: come spesso accade, al pianoforte siede Sergio Fiorentino, circondato dagli amici, per i quali si esibisce, attirando l’attenzione anche di quanti siedono agli altri tavolini. A un tratto, un’interruzione dell’energia elettrica fa spegnere le luci, ma l’unico a non accorgersene è proprio Fiorentino, che continua a suonare, ricevendosi dai presenti un applauso ancor più caloroso, quando le luci si riaccendono e la sua esibizione termina. Nato a Napoli il 22 dicembre 1927, Sergio Fiorentino consegue il diploma di pianoforte nel Conservatorio napoletano di San Pietro a Majella, sotPasquale Carabellese to la guida di Luigi Finizio; la “Versi persi” sua formazione, però, avviene Editore Carabellese soprattutto attraverso l’ascolto in concerto di musicisti del eNNe la levatura di Edwin Fischer, Alfred Cortot e Walter Gieseking. Appena ventenne, vince un concorso, la cui giuria è presieduta da Arturo Benedetti Michelangeli, il quale dichiaficoltà procurate dalla Bruni ra «È il solo altro pianista». nel corso delle riprese. Dopo aver seguito i corsi di Molto carina anche la locanperfezionamento di Carlo dina che ritrae il protagonista Zecchi, nel 1953 debutta alla Owen Wilson a spasso sulle rive della Senna con dietro un cielo che prende la forma e i colori della Notte stellata di Van Gogh. Parigi, da sempre meta di turismo cinematografico, aggiunge un’altra attrattiva grazie a questa pellicola d’autore. Federica Formisano
Carnegie Hall di New York; l’anno successivo riporta uno schiacciamento vertebrale in un incidente aereo, il che non gl’impedisce, tuttavia, d’intensificare l’attività, con esibizioni, fra l’altro, a Londra e a New York. Le conseguenze del sinistro più sopra ricordato si fanno avvertire, però, in prosieguo di tempo, ed egli abbandona l’attività concertistica, dedicandosi all’insegnamento al Conservatorio di Napoli. Il miglioramento del suo stato di salute gli consente di riprendere le esibizioni in pubblico: nel 1991 è all’Accademia di Santa Cecilia a Roma e subito dopo in Germania per quattro concerti, seguiti da un ciclo negli Stati Uniti. Nel 1997 esegue con successo in Germania cinque volte il Concerto n. 3 di Rachmaninov; poi, mentre prepara una nuova tournée europea, è colpito da un infarto, le cui conseguenze ne determineranno la morte, avvenuta a Napoli, nella sua casa vomerese, il 22 agosto 1998. Il suo repertorio, eseguito in gran parte a memoria, grazie alla sua notevole facilità di apprendimento, comprende tutto Chopin, tutto Rachmaninoff, quasi tutto Liszt, Beethoven e Bach, del quale cura anche la trascrizione della Sonata per violino solo in sol minore. La sua produzione discografica comincia nel 1994, quando la APR dà inizio alla “Fiorentino Edition” in dieci cd, cui fa seguito la rimasterizzazione di composizioni di Mozart, Beethoven, Chopin e Liszt, incise fra il 1954 e il 1965, curata dalla Concert Artist/Fidelio. Sergio Zazzera
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