Cenerentola Norvegese: la nostra esperienza La nostra avventura è iniziata un venerdì pomeriggio quando il nostro professore Piergiovanni ha proposto di scrivere delle storie tratte dall’originale testo di Cenerentola. Di conseguenza la classe si è divisa in tre gruppi, ognuno dei quali ha inventato delle nuove fiabe ambientate ai tempi moderni e riguardanti Cenerentola. Per questo progetto abbiamo dovuto poi dividerci i compiti, come ricercare informazioni sull’Artico, ossia sul luogo del nostro racconto, sulla popolazione eschimese e sulle loro usanze e tradizioni. Per fare tutto questo abbiamo cercato le notizie nei libri della biblioteca, su internet, e ripensando a quelle già imparate a scuola. Per alcuni venerdì ci siamo dedicati alla creazione dei disegni; fino a quando la nostra professoressa di Geografia ha deciso di farci ambientare la nostra storia su di un paese dell’Europa, dal momento che stavamo studiando i climi europei. E per questo motivo Cenerentola brasiliana è diventata spagnola, la statunitense si è trasformata nella Cenerentola svizzera e la nostra da Eschimese è diventata Norvegese. Terminata la storia ci siamo preparati per le registrazioni al computer, e il primo gruppo a parlare al microfono è stato proprio il nostro. Siamo quindi rientrati in classe per completare gli altri lavori mentre altri compagni erano nell’aula d’informatica a scannerizzare i disegni. Dopo questa esperienza abbiamo capito che è molto bello imparare le cose divertendosi, e stando in gruppo e in compagnia.
"La Narvik di Oslo" A nord della Norvegia, dove i ghiacci e le nevi regnano sul territorio e forti venti provenienti da est rendono secco il suolo, due capi di diverse tribù, e più precisamente una proveniente da Oslo e l'altra da Orammer, si scontrarono in un torneo che comprendeva tre gare: la prima consisteva nel compiere una sfida in barca nelle acque di un impetuoso fiume. La seconda nell'eseguire un percorso sulla neve a bordo di una slitta trainata da cani. E l'ultima, invece, una gara di caccia che consisteva nell'uccidere orsi, foche ed alci. Dopo aver gareggiato in queste prove, risultò vincitrice la tribù di Oslo, la sua vittoria non fu gradita dalla squadra avversaria; infatti, dopo l'accaduto, la tribù sconfitta organizzò una guerra per vendetta che causò la morte di centinaia di uomini e famiglie, tra cui il padre e la madre di una fanciulla: Narvik. Questa ragazza, a differenza di tutti gli altri, fu molto sconvolta dall’accaduto e, ormai orfana, fu affidata a una famiglia ricca e potente, composta da una matrigna e due sorellastre. Fu subito felice di aver trovato una famiglia che potesse accudirla con tanto amore, non accorgendosi, tuttavia, di essere stata adottata da una donna malvagia che l’avrebbe trattata come una serva. La povera fanciulla era severamente maltrattata ed era anche costretta a cucinare, pulire e procurare il cibo. Insomma, si era ridotta in pessime condizioni.
Un giorno Narvik, come era solita fare, andò a piangere sulla tomba della povera madre, il cui corpo era stato ritrovato nell'ammasso dei cadaveri morti in guerra. Iniziò a piangere, le lacrime scendevano ininterrottamente sul granito della tomba. Fino a quando una luce abbagliante uscì da essa e avvolse Narvik, che trovò subito dopo un pacco all'interno del quale c'era un meraviglioso vestito. Se lo provò: si trattava di una pelliccia di volpe con dei bellissimi moonbut molto soffici. Tempo prima aveva scoperto che si sarebbe svolto un ballo al palazzo del capo tribù perché suo figlio, un abile cacciatore, era alla ricerca di una moglie. Narvik quindi, avendo un meraviglioso abito, si recò al palazzo di ghiaccio scappando di nascosto dalle sorellastre. Le fanciulle presenti alla festa erano circa cento…Il figlio del capo tribù, Tankini, s’innamorò subito di Narvik, si strofinarono i nasi (il tipico bacio eschimese) e decisero di sposarsi. Il marito liberò la sposa dalle grinfie delle sorellastre e scapparono insieme verso la libertà.
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