I principi dell'apprendimento autentico

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I principi basilari dell’apprendimento autentico, secondo il modello elaborato da Herrington, Oliver e Reeves (2004):

1. Rilevanza nel mondo reale Le attività riflettono il più fedelmente possibile le pratiche professionali in quel settore, anziché esercizi astratti, accademici, decontestualizzati. 2. Problemi mal definiti I problemi all’interno delle attività sono poco strutturati e aperti a diverse interpretazioni, anziché risolvibili tramite l’applicazione di una regola nota. I discenti devono identificare obiettivi e sotto-obiettivi da raggiungere per poter completare l’attività intera. 3. Un significativo arco temporale Le attività durano giorni, settimane e mesi anziché minuti o ore e richiedono un significativo investimento di tempo e risorse intellettuali. 4. Molteplicità di prospettive e di risorse Le attività offrono ai discenti la possibilità di esaminare il problema da una molteplicità di prospettive teoriche e pratiche, anziché da un’unica prospettiva che essi sono obbligati ad imitare per ottenere un buon risultato. L’uso di una varietà di risorse anziché di un numero limitato di riferimenti predefiniti richiede agli studenti di saper discernere le informazioni importanti da quelle irrilevanti. 5. Opportunità di collaborare La collaborazione è parte dell’attività, sia all’interno del corso sia nel mondo reale. Non è possibile raggiungere l’obiettivo lavorando individualmente.

6. Opportunità di riflessione e metariflessione L’attività permette agli studenti di compiere delle scelte e di riflettere sul proprio apprendimento sia personalmente che in gruppo. 7. Interdisciplinarità L’attività favorisce prospettive interdisciplinari e dà spazio a diversi ruoli e diverse competenze, anziché riguardare un unico, ben definito settore disciplinare. 8. Nessuna soluzione di continuità tra l’attività e la sua valutazione La valutazione è legata all’attività in una maniera che riflette le procedure di valutazione del mondo reale; non si tratta di una valutazione separata e artificiale, estranea alla natura dell’attività. 9. Creazione di prodotti rifiniti e validi di per sé, anziché solo come preparazione per qualcos’altro. Le attività culminano nella creazione di un prodotto finito e curato, anziché in un esercizio in preparazione per qualcos’altro. 10. Molteplicità di soluzioni possibili e varietà di risultati Le attività permettono un’ampia gamma di risultati e sono aperte ad una varietà di soluzioni originali, anziché avere un’unica soluzione ottenibile attraverso l’applicazione meccanica di regole e procedure.


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