UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA - VARESE Facoltà di Scienze MM. FF. NN. CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE
Impronte digitali. Indagine di campo sul rapporto tra tecnologie digitali e mutazioni identitarie.
Relatore: Prof. Claudio BONVECCHIO Correlatore: Prof. Graziano MARTIGNONI
Tesi di Laurea di: Cristina BRALIA Matricola n. 616665
Sessione Straordinaria Anno Accademico 2010/2011
Pag. 1
I ragazzi delle superiori frequentano prevalentemente le scuole di Varese, Busto Arsizio, Luino, Sesto Calende, Tradate, Gallarate, Gazzada, Castellanza. Numerose presenze segnano il superamento della provincia di Varese: Arconate, Arese, Bergamo, Brescia, Cantù, Cernusco sul Naviglio, Cinisello B., Como, Corsico, Milano. Il tam tam digitale, l’esposizione in bacheca da parte dei ragazzi del link all’indagine, ha condotto l’esplorazione al di fuori dei confini della stessa regione Lombardia, infatti hanno risposto: Ascoli Piceno, Bari, Cagliari, Chieti, Firenze, Francavilla Fontana, Padova, Suzzara, Teramo, Udine e Venezia.
‘85
‘86
‘87
‘88
‘89
‘90
‘91
‘92
‘93
8
3
3
13
18
25
30
48 114
‘94
‘95
‘96
‘97
‘98
‘99
90
93
35
24
2
1
Grafico 1
6.2 – Indagine adulti L’indagine destinata agli adulti è intitolata “Migranti o Pionieri digitali?”. L'indagine è composta da una presentazione iniziale, seguita da quattro sessioni di domande comuni ed un ultimo gruppo destinato solo agli insegnanti e i formatori. Nel dettaglio: Presentazione dell'intervistato Web e tecnologie della comunicazione (6 gruppi di domande) Questione di abitudini (6 gruppi di domande) Tecniche di vita (6 gruppi di domande)
Pag. 118
Come pensi? (5 gruppi di domande) Speciale per insegnanti e formatori (4 gruppi di domande). All’indagine hanno aderito 248 persone rappresentate dal 25% di uomini e 75% di donne. Il 98% degli intervistati ha cittadinanza italiana. Dal punto di vista del livello culturale il campione è eterogeneo ed abbraccia tutte le casistiche. Nel dettaglio: Titolo di studio
Intervistati
Percentuale
Specializzazione post laurea
2
1%
Master
2
1%
Dottorato
4
2%
Laurea
124
50%
Laurea breve
12
5%
Diploma scuola superiore
82
33%
Licenza media
4
2%
Non danno indicazioni
18
7%
Totale
248
1%
Tabella A
Come riportato nel grafico 9, l’oscillazione delle età degli intervistati va dai nati nel 1944 al 1984.
43-50 9
51-55 31
56-60 51
61-65 51
66-70 38
71-75 41
76-80 12
81-84 12
Grafico 1
Pag. 119
Dato che i nativi sono cresciuti con il computer nelle proprie case e scuole, è sembrato significativo indagare sul campione degli adulti onde comprendere la familiarità nel tempo relativamente all’uso del computer e della connessione ad Internet. I due grafici di seguito riportati sintetizzano la situazione.
Grafico 2
Grafico 3
Ben il 50% degli intervistati utilizza i computer da almeno 15 anni, solo il 13% non raggiunge i 10 anni. Per quanto concerne l’uso di Internet e del Web, il 30% li utilizza da almeno 15 anni così come il 22% non raggiunge i 10 anni. Significativo, in questa lettura, il tassello corposo al 34% di fruitori intermedi e cioè tra 10 e 15 anni; anche in un lasso di tempo decennale ci si aspetta che le competenze acquisite siano almeno buone. In tabella G viene riepilogato il quadro professionale espresso dal campione. Sono state indicate solo delle macro aree in modo da non entrare in dettagli non pertinenti rispetto alla ricerca, reputando sufficiente inquadrare un’appartenenze di massima alle aree offerte durante la compilazione del questionario. Pag. 120
Professione
intervistati
percentuale
Insegnante
166
75%
Impiegato informatico
9
4%
Impiegato commerciale
8
4%
Imprenditore in altro settore
4
2%
Imprenditore settore informatico
1
0%
Altro
32
15%
Tabella B
I tre quarti degli adulti intervistati sono degli insegnanti. Questo aspetto, voluto, ha consentito di verificare, con un’apposita scheda suppletiva nel questionario destinata a docenti e formatori, quali sono oggettivamente gli ambienti in cui si incontrano nativi e immigrati/pionieri digitali, verificare la natura del profilo dei docenti con i quali i nativi crescono e lavorano. Indicando il proprio sesso e l’ordine di scuola presso la quale esercitano, i docenti si sono così rappresentati: Ordine di scuola Scuola dell'infanzia Scuola primaria Scuola secondaria di primo grado Scuola secondaria di secondo grado Università e progetti speciali Non specificano Totale docenti
maschi
femmine
totale
3 4 13 1 5 26
4 47 28 41 1 19 140
4 50 32 54 2 24 166
Tabella C
Il target di riferimento per i docenti cambia, ovviamente, in base all’ordine di scuola. Ritornando alla distinzione in nativi digitali spuri, millennials e nativi digitali puri, dal grafico 12 si evince che oltre la metà degli insegnanti, che ha precisato l’ordine di scuole di appartenenza, lavora con i nativi digitali puri.
Pag. 121
target
docenti
percentuale
nativi digitali puri
86
51,81%
millenials e digitali spuri
56
33,73%
non specificato
24
14,46%
Grafico 4
Nel questionario è stata proposta una sintetica definizione, riportata di seguito, dei profili di nativo digitale, migrante o immigrante digitale e l’idea di un pioniere digitale.
Figura 11- Spiegazione nel questionario per gli adulti
Pag. 122
La percezione degli intervistati porta al delinearsi del quadro rappresentato in grafico 13, dove risponde l’88% degli intervistati:
Grafico 5
Si può affermare, in tal senso, che oltre il 70% non si percepisce come un semplice migrante ma, di essi, il 50% si vede come una via di mezzo o come un vero e proprio pioniere del mondo digitale (rispettivamente 50% e 50%).
6.3 – Profili a confronto Come verrà ripreso dettagliatamente nel capitolo 6 che sintetizza i risultati delle indagini condotte, il campione ha registrato 507 presenza per quanto concerne i giovani e 248 per gli adulti. In uno dei primi passaggi dell’indagine ha cercato di delineare quelle che
sono
le
reali
competenze
informatiche,
il
livello
di
alfabetizzazione auto percepito da parte degli intervistati. Le risposte possibili, rispetto all’utilizzo di una certa tecnologia erano: per nulla, saltuariamente, molto e moltissimo. Il quadro che ne emerge non segnala evidenti competenze superiori da parte dei nativi digitali; più spesso sono gli adulti a dichiarare di saper fare, verosimilmente
perché
molte
delle
competenze
indicate
nel
questionario rappresentano momenti di interazione tra l’informatica e l’ufficio. Ad esempio rispondono “lo so fare benissimo” ai seguenti quesiti:
Pag. 123
Situazione
Adulti
Nativi
Spedire un file via e-mail
96%
90%
Spedire una cartella di file via e-mail
77%
55%
Zippare e unzippare
67%
40%
Tabella D
E’ evidente che i requisiti illustrati in Tabella D, possono essere considerati come imprescindibili in merito alle dinamiche lavorative. Contemporaneamente
va
sottolineato
che
l’uso
della
posta
elettronica non è il canale preferito dai ragazzi, che prediligono social network e chat da un lato, sms dall’altro. L’unico momento in cui è percepibile una maggior disinvoltura da parte dei nativi è relativamente allo scaricare dalla rete sia musica che film.
Situazione
Adulti
Nativi
Scaricare musica
52%
80%
Scaricare film
43%
59%
Tabella E
Questo fattore è chiaramente associabile ad un campo di interesse dei ragazzi. Trattandosi, per altro, di operazioni tecnicamente molto semplici, esse non possono sottolineare una maggior dimestichezza o livello di informatizzazione, ma semplicemente un uso comune, un mutamento di costume appunto, ma non un divario dal profilo informatico.
L’utilizzo degli strumenti tecnologici legati alla comunicazione ha consentito di evidenziare quali siano gli strumenti prediletti dall’uno o dall’altro profilo. Dal profilo più strettamente informatico-relazionale, emerge che l’uso della posta elettronica è molto più diffuso nelle generazioni adulte dove ben il 91% dichiara di utilizzare molto (25%) o moltissimo (66%) tale canale. Viceversa i nativi usano la posta digitale molto (30%) o moltissimo (17%) solo per 48% del campione. Pag. 124
La comunicazione sincrona attraverso chat viene utilizzata dal 32% degli adulti molto (19%) o moltissimo (13%), a questi si accodano il 26% dei saltuariamente. Nel mondo dei nativi è ben maggiore la percentuale dei fruitori abituali (45%) ed occasionali (37%). Sempre nell’ambito della comunicazione sincrona, la video chat (o video conferenza) viene praticata molto e moltissimo da ben l’82% dei nativi, contro un uso più moderato, da parte degli adulti, che si attesta al 22%. Anche accorpando quanti usano saltuariamente la video chat, gli adulti non raggiungono neppure il 60% mentre i ragazzi superano il 90%. A prescindere dal fatto che probabilmente un adulto in ambiente lavorativo non può trascorrere il tempo in video chat, va precisato che ben il 26% del campione adulto non ha mai avuto tale esperienza (contro un 1% tra i nativi). Oggigiorno, tutti i computer portatili sono dotati di camera incorporata e di uscite audio per cuffie e microfono, inoltre il costo di una modesta webcam non raggiunge i € 20. E’ evidente che il 26% in oggetto potrebbe avere tale esperienza ma è disorientato, ne ignora le potenzialità o non è interessato ad essa.
Strumentazione musica da TV o radio Televisione Chat Social Network Cellulare Ipod Nulla
Adulti
Ragazzi
33% 21% 15% 33% 76% 7% 8%
11% 22% 15% 43% 85% 21% 10%
Grafico 6
Pag. 125
Anche in fase di svolgimento dei compiti ed assolvimento del proprio lavoro, entrambe le categorie di campione sono abituate alla convivenza con strumentazioni tecnologiche. Potendo indicare le tecnologie attive durante lo svolgimento delle proprie attività, in cui dovrebbe essere richiesta concentrazione, emerge il quadro riportato di seguito. Mentre
le
scelte
sull’ascolto
delle
musica
modificano
le
strumentazioni ma non la tipologia di attività, altre caratteristiche accomunano i due ambienti. Innanzitutto, la presenza massiccia del telefono cellulare indica una chiara abitudine ad essere sempre rintracciabili ed in contatto col mondo esterno. Leggermente più alta la percentuale indicata dai ragazzi che, verosimilmente, hanno minori restrizioni rispetto ad un lavoratore. Molto vicina, con una tendenza del 10% più alta tra i nativi rispetto agli adulti, è la presenza dei social network; anche in questo caso, se si considerano le opportunità di tenere aperta una finestra sul social network da parte
di
un
lavoratore,
si
può
dire
che
la
percentuale
è
sbalorditivamente alta, addirittura si può ipotizzare che, in situazioni di totale libertà, supererebbe quella dei ragazzi. Sorprendente ed in linea con una analogia fortissima sulle scelte di comunicazione e delle preferenze, è da notare la percentuale identica relativamente alla presenza e all’uso della chat. Dal punto di vista della sovrapposizione delle strumentazioni, cioè alla
domanda
sul
numero
di
oggetti
tecnologici
utilizzati
contemporaneamente (cellulare, iphone, ipad, ipod, PC, playstation, xbox, TV, radio … ), i due campioni si esprimono come ricostruito nel grafico 2.
Pag. 126
50% 40% 30%
Adulti
20%
Ragazzi
10% 0% 1
2
Numero strumentazioni 1 2 3 4 5
3
4
5
Adulti
Ragazzi
10% 38% 37% 8% 5%
2% 25% 48% 17% 9%
Strumentazioni
Grafico 7
La vera grande differenza, emersa dall’indagine, è rappresentata dall’uso dei social Network. Fenomeno mondiale, i social network hanno invaso le case e le amicizie, soprattutto hanno coinvolto, a tutto tondo, le generazioni degli adolescenti. Ecco la sintesi delle risposte alla domanda “hai un profilo (un account) su un social network?”.
Grafico 8
Pag. 127
Il 99% dei ragazzi è inserito in un social network, così come il 70% degli adulti. Relativamente all’uso dei social network, come si evince in tabella C, solo il 3% del campione dei nativi non usa o usa poco i un social Utilizzo dei Social Network Adulti
network, l’89% lo utilizza Nativi
molto o moltissimo. Anche
per nulla
23%
1%
tra
Poco
11%
2%
diffuso, ma le cifre sono
saltuariamente
12%
7%
decisamente
Molto
21%
26%
solo il 52% appartiene ad
moltissimo
31%
63%
una rete sociale che visita
Tabella F
gli
adulti
è
più
frequentemente,
molto basse:
ben
il
23% non ha un profilo su un social network. Indubbiamente le dinamiche relazionali e soprattutto i tempi ad esse destinabili divergono sensibilmente a seconda dell’età e delle conseguenti responsabilità ed impegni. E tuttavia evidente che i ragazzi vivono in una misura completamente opposta la propria e l’altrui presenza on line. Il social network più diffuso risulta essere Facebook. Il 99% dei ragazzi intervistati ha un profilo sul faccialibro, così come il 97% degli adulti (le percentuali sono da intendersi sul solo gruppo che ha detto di avere un account su una rete sociale). Anche Twitter è molto quotato, ma raggiunge solo il 40% tra gli adulti e il 27 tra i ragazzi. LinkedIn rappresenta tipicamente una rete professionale, è quindi normale che solo il 3% dei ragazzi vi sia registrato contro un più abbondante 37% tra gli adulti. Incrociando i dati, si è detto che il 99% dei ragazzi è inserito in un social network, così come il 70% degli adulti; di questi 99% e 70% rispettivamente il 99% e il 97% sono su Facebook. Resta difficile non dire che tutti, in particolare i ragazzi, sono su Facebook.
Pag. 128
Grafico 9
Proseguendo
nella
lettura
delle
varie
abitudini
all’uso
delle
strumentazioni delle comunicazione, l’analisi relativa all’uso del cellulare
evidenzia
come
per
l’adulto
il
telefono
rappresenti
indistintamente uno strumento per telefonare ed inviare e ricevere messaggi. Dal grafico 5, è evidente che la ricorrenza di chiamate e messaggi è circa la medesima per gli utenti adulti (evidenziati nel grafico nei toni del marrone). Decisamente differente il quadro per i nativi (nel tono dell’azzurro), per i quali le chiamate assumono un importanza relativa e i messaggi vengono invece privilegiati, nei termini di molto e moltissimo, dal 93% del campione.
Grafico 10
Pag. 129
Sia il 71% degli adulti che l’80% dei ragazzi non utilizzano le video chiamate, che sembrano essere in generale non molto gettonate. E’ evidente che una videochiamata cosa rispetto ad una video chat. Solo il 25% degli adulti intervistati utilizza il proprio telefono per la navigazione, contro un 46% tra i nativi; il 48% degli adulti non lo ha mai fatto, contro un più basso 25% dei ragazzi. La telefonia fissa è utilizzata leggermente di più dagli adulti, presumibilmente per comunicazioni di lavoro, contesto che non grava sui ragazzi che, viceversa, utilizzano altri canali con costi e tariffe ad hoc per le loro esigenze. Analizzando l’ascolto di radio (anche via web), televisione ed eventuali altre apparecchiature per la riproduzione audio (iphone, ipod, ipad, tablet, lettori CD …) emerge che il 72% degli adulti ascolta la radio, con picchi di molto e moltissimo rispettivamente al 31% e 20%; solamente il 10% non l’ascolta per nulla, il 16% poco. Per le nuove generazioni le abitudini cambiano ed è solo il 57% ad ascoltare la radio, con picchi più modesti di molto e moltissimo al 19% e 9%; il 23% dichiara di ascoltare poco la radio e il 20% non la sceglie mai. Come evidenziato da grafico 11, per adulti e ragazzi il rapporto con la televisione diverge solo minimamente.
Grafico 11
Sensibile invece il divario nell’utilizzo di altre fonti per l’ascolto della musica, rispetto a quelle appena trattate.
Pag. 130
Spicca l’utilizzo da parte dell’80% dei giovani, più dettagliatamente molto 35% e moltissimo 45%, di altre situazioni di riproduzione ed ascolto, contro un più fievole 50% degli adulti, molto 31% e moltissimo 19%.
Grafico 12
Il rapporto con Internet, e quindi con l’accesso al web, è molto intenso in entrambi i contesti. Gli adulti si connettono dal proprio computer più volte al giorno nel 36% dei casi, si dichiarano sostanzialmente sempre connessi il 48% raggiungendo così l’84%. Di poco più bassa la percentuale dei sempre connessi tra i nativi che arriva al 44%, seguita dal 37% che si connette più volte al giorno. In entrambi i campioni, solo l’1% dice di non connettersi mai dal proprio computer. Analogamente, ma dal computer dell’ufficio o da quello della scuola, è praticamente sempre connesso il 27% degli adulti con l’aggiunta del 17% che si connette più volte al giorno, per un totale pari al 44%; fra i ragazzi il rapporto precipita rispettivamente al 6% e 4%, risultato ovvio dato che durante le ore a scuola non dovrebbero avere l’accesso al web ma seguire la lezione. Solo il 18% degli adulti non si connette mai dal proprio posto di lavoro, contro il 33% dei ragazzi.
Pag. 131
In ultima analisi, si connettono dal proprio cellulare: Adulti
Nativi
48% 12% 11% 15% 11%
29% 14% 14% 21% 19%
Mai 1 volta al mese 1 volta al giorno più volte al giorno Sempre Tabella G
Come da tabella E, l’87% del campione degli adulti ha una connessione illimitata ad internet mentre i ragazzi raggiungono, in tal senso, il 93%: Adulti
Nativi
8% 87% 3% 3%
5% 93% 0% 1%
a tempo o a consumo Illimitato non ho il collegamento ad internet altre soluzioni Tabella H
Dopo aver riassunto per i due profili gli aspetti più pragmatici relativi all’immersione tecnologica, alla convivenza con essa, agli usi e costumi dal profilo quantitativo, l’esplorazione prosegue, nel par. 6.4 Formae mentis a confronto, nel tentativo di delineare le modificazioni accorse a livello di formae mentis nell’uno e nell’altro ambito.
6.4 – Formae mentis a confronto Tre serie di domande sono state somministrate ad entrambi i campioni con l’obiettivo di verificare le abitudini, le dinamiche di problem solving, l’immersione multimediale, il modo di pensare in certe tipologie di situazione. Il gruppo intitolato “Questione di abitudini” sottopone una serie di problematiche che appartengono al quotidiano. Adattate ai due possibili diversi contesti, scolastico e lavorativo, presentano ai due target quesiti in stretta analogia, a volte identici. Questo gruppo di quesiti è finalizzato a determinare come e quanto sono presenti le tecnologie nel modo di affrontare il problem solving, quanto sono Pag. 132
state
metabolizzate
metamorfosi
del
pensiero
attraverso
la
tecnologia stessa. Davanti al problema della condivisione di materiali con colleghi o compagni, entrambi i profili individuano le soluzioni digitali come le più congeniali. Per gli adulti la condivisione avviene principalmente attraverso lo scambio di e-mail, mentre i ragazzi prediligono i social network. Soluzioni
Adulti
Faccio le 10 fotocopie Uso lo scanner e condivido (mail) Uso lo scanner e condivido (gruppo on line) Cerco l'articolo on line e mando il link Domani porto i fogli e ognuno si arrangerà ** soluzione non presente nel questionario dei nativi
Ragazzi
10% 23% 6% 49% ** 1%
18% 25% 29% 15%
Tabella I
In entrambe le situazioni la digitalizzazione dei documenti, la ricerca on line dell’originale e la relativa condivisione, rappresentano le scelte più gettonate. Incredibilmente, rispetto ad ipotesi delle letteratura, è più alta la percentuale dei ragazzi che si limiterebbero a fare delle fotocopie, senza arrivare a soluzioni digitali; ancor più incredibilmente ben il 15% dei ragazzi non sceglie un passaggio di condivisione, collaborazione partecipativa, ma opta per un egoistico “ognuno si arrangerà”. Davanti alla necessità di coordinare gruppi, le strategie che seguono sottolineano come i nativi siano avvezzi all’uso della messaggistica telefonico a tal punto da prediligerela, grazie anche alle tariffe agevolate di cui dispongono, ad altre modalità di relazione. Strategie
Adulti Ragazzi
Telefono a tutti una volta al giorno Mando messaggi a tutti più volte al giorno Uso la mail scrivendo a tutti e chiedendo loro di rispondere sempre a tutti, così ognuno vede gli aggiornamenti degli altri Ci diamo appuntamento su Facebook (o altro gruppo on line), così tutti vedono gli aggiornamenti di tutti Ci diamo appuntamento, in un luogo comodo a tutti, per metterci d’accordo bene ** soluzione non presente nel questionario dei nativi
2% 6%
6% 34%
62%
**
19%
37%
6%
13%
Tabella J
Pag. 133
L’uso della posta elettronica rimane un ambito destinato agli studenti che, per modalità di comunicazione adottate dalla scuola, sono tenuti al controllo della posta stessa178. Sommando le percentuali che indicano la condivisione on line, e-mail e social network, gli adulti raggiungono l’81% contro il 37% dei nativi; verosimilmente anche gli adulti sono abituati o comunque pronti a condividere aspetti organizzativi on line, molto più di quanto non lo siano i ragazzi. Spesso si dice che i nativi digitali sono molto più pronti di fronte alle novità che tecnologie in continua evoluzione rappresentano. Questa
capacità
di
affrontare
senza
timore,
ma
non
necessariamente con le sufficienti competenze, la richiesta di una nuova performance è largamente dimostrata dalle risposte alla domanda posta relativamente al modo in cui ci si approccia ad un nuovo software ludico, didattico o professionale che sia. All’ipotesi “leggo il libretto delle istruzioni o la pagina web che spiega tutto il funzionamento” le risposte sono state: Atteggiamento Non lo faccio Difficilmente lo faccio E' probabile che lo faccia Lo faccio sicuramente
Adulti
Ragazzi
21% 39% 26% 9%
50% 27% 17% 5%
Tabella K
Il 50% degli adulti, contro il 77% dei ragazzi intervistati con buona probabilità non ricorrerà alle istruzioni. Il 77% degli adulti, contro il 54% dei nativi, denunciano un approccio di tipo
ipertestuale,
cioè
andranno
miratamente
a
cercare
qualcosa solo all’occorrenza, solo davanti ad una difficoltà, appoggiandosi a titoli, evidenziazioni e immagini. Esprimono la massima sicurezza, dichiarando che proveranno l’applicazione software o molto probabilmente lo faranno, senza prima eseguire ricerche o chiedere soccorso, optando 178
Si noti che oltre 200 studenti intervistati sono dell’ITC Tosi, dove il canale della posta elettronica è quello predominante tra l’istituzione e i discenti. Pag. 134
cioè per un “lo provo direttamente” l’80% degli adulti contro il 90% dei ragazzi. Questo scarto di 10 punti percentuali è in parte compensato, agli antipodi, da quanti assolutamente non si sentono di provare l’applicazione o difficilmente potrebbero provarci; rispondono in tal senso il 13% degli adulti contro l’8% dei ragazzi riducendo cioè lo scarto a 5 punti percentuali. Atteggiamento
Adulti
Ragazzi
7% 6% 24% 56%
3% 5% 19% 71%
Non lo faccio Difficilmente lo faccio E' probabile che lo faccia Lo faccio sicuramente Tabella L
Risultano solo leggermente più disinibiti i nativi dal punto di vista dello scaricare ed installare applicazioni (di vario genere). Atteggiamento Ho paura dei virus e non la scarico Ho paura di fare dei pasticci e preferisco non scaricarla La scarico al più presto e la provo senza paura di sbagliare La voglio ma mi faccio aiutare, a scaricarla e installarla
Adulti
Ragazzi
7% 7% 66% 18%
3% 5% 70% 22%
Tabella M
Il web viene avvertito e vissuto come risorsa da entrambi i campioni. Ad esempio davanti alla necessità di tradurre un brano dall’inglese (o altra lingua) solo il 17% degli adulti e il 27% dei ragazzi optano per l’uso del classico vocabolario cartaceo. L’80% degli adulti ed il 53% dei ragazzi preferiscono appoggiarsi a traduttori on line, vocabolari digitali on e off line. Per il Web 2.0, la condivisione e la personalizzazione di un semplice documento word diventa una sorta di regola di comunicazione. In uno dei quesiti proposti era evidente l’esigenza di aiutare qualcuno a comprendere meglio un certo contesto. Ecco come si sono espressi gli intervistati a cui veniva chiesto di produrre un riassunto o una mappa concettuale.
Pag. 135
Strategia
Adulti
Ragazzi
Scrivo a mano, tanto la mia calligrafia si capisce … Uso Word perché così scrivo più liberamente e poi sposto e sistemo le frasi Uso Word perché sicuramente mi serviranno elenchi puntati, grassetto e sottolineature per aiutare … Uso Word così invio il file e chi riceve può aggiungere …
0%
31%
28%
31%
38%
19%
63%
33%
Tabella N
Dalle risposte date circa il 30% di entrambe le categoria intuisce in un editor di testi la possibilità di organizzare meglio il pensiero, di rivedere e correggere, di ristrutturare i concetti. Ben il 38% degli adulti ravvede, sempre nell’uso di un editor, una serie di strategie di comunicazione valide a condurre con maggior efficacia il lettore. Elenchi puntati, l’uso del colore, evidenziazioni, raggruppamenti in tabella veicolano in modo più rapido e sicuro le informazioni ben organizzate. Per i ragazzi questa stessa lettura è percepita solo dal 19%. Probabilmente la forma mentis dei ragazzi è abituata a ricevere le informazione attraverso la tipologia di organizzazione descritta, ma non è ancora maturata in loro l’idea di organizzare e strutturare la comunicazione anche attraverso queste metodologie che, tuttavia, essi vivono, accettano, comprendono e spesso prediligono. Anche dal punto di vista della condivisione, del poter riciclare o far riciclare il proprio lavoro, sono gli adulti a surclassare con un 63% contro il 33% i ragazzi. Se alla base del Web 2.0 vi sono i principi di condivisione, comunione, cooperazione visti nei precedenti capitoli, da questa indagine emerge che forse i veri portatori di tale metamorfosi non sono i nativi ma gli adulti che gli stanno intorno. Con buona probabilità i nativi sono consumatori di tali strategie, sono il target a cui esse sono destinate. Tuttavia, sono gli adulti immigranti svezzati e i pionieri che, nei fatti, praticano questa filosofia e davvero hanno percepito strategicamente le dinamiche collaboratoriali del web. Una ricchezza a disposizione di tutti che, almeno nell’ambito di questo campione, è realmente sfruttata dagli adulti.
Pag. 136
Anche il secondo gruppo di domande, intitolato “Tecniche ... di vita”, mira a verificare come la tecnica e la tecnologia sono entrate nel nostro quotidiano, quanto esse compenetrino il nostro modo di condurre attività ordinarie. E’ stato sottoposto il problema sia di dover prendere in prestito un libro in una biblioteca che di volerlo compre. Il campione si è pronunciato, attraverso la possibilità di esprimere più scelte, come segue in tabella O. Strategia
Adulti Ragazzi Adulti Ragazzi
Telefono in biblioteca … 5% Passo in biblioteca … 19% Cerco sul sito della biblioteca … 30% Delego qualcun altro 1% Chiedo ai miei amici su social network … 4% Chiedo ai miei amici e colleghi via e-mail … 7% Verifico se c’è l’e-book on line … 27% Cerco sul sito di qualche libreria … -Cerco su un sito di acquisto libri on line .. -** soluzione non presente nel questionario dei nativi
9% 52% 22% 14% 15% ** 16% ---
3% 35% -1%
5% 77% -14%
12%
7%
14% 32%
16% 13%
Tabella O
Appare evidente che è ancora molto alta, specie nei ragazzi, l’abitudine di verificare di persona o telefonicamente. Gli adulti, ancora una volta, esprimo un maggior pragmatismo confidando nei servizi di ricerca on line e di servizio telematico, oltre che per una soluzione digitale, strategie che garantisco enormi risparmi di tempo. Dal punto di vista di servizi minori, come ad esempio l’andare al cinema con prenotazione via web, i due profili sono praticamente identici. Strategia
Adulti Ragazzi
Andiamo e speriamo ci sia posto
31%
28%
Prenoto on line, sono sicuro e scelgo i posti
66%
67%
Tabella P
Pag. 137
Ecco
invece,
in
tabella
Q179,
come
cambia
l’approccio
all’informazione ludica, genericamente sul tempo libero. Davanti al desiderio di vedere un film al cinema solo il 7% dei due campioni opta per una lettura della sola recensione, della sola trama o di entrambe, su giornale o rivista di settore. Si documenta on line ben il 70% degli adulti contro il 41% dei ragazzi. La preferenza dei più giovani va alla visione di un trailer che può essere sicuramente più immersivo ed accattivante, e, va detto, evita la fatica della lettura. Strategia
Adulti
Leggi trama o recensione su giornale o rivista Leggi la trama o recensione on line Guardi il trailer on line
Ragazzi
7% 70% 21%
7% 41% 49%
Tabella Q
Molto simili sono i comportamenti denunciati nell’ipotesi di una situazioni di ricerca del numero di telefono di un certo negozio. Dai dati esaminati sembra che il più scaltro dal punto di vista dell’utilizzo di internet come servizio sia l’adulto, di poco ma è così. Con buona probabilità c’è un’abitudine maggiore da parte degli adulti al problem solving e soprattutto al reiterare strategie di successo. Strategia
Adulti
Ragazzi
5% 32% 60% 1% 2%
16% 22% 59% 1% 1%
Consulto l’elenco telefonico (cartaceo) Consulto il sito www.paginegialle.it Cerco on line il nome del negozio e città, troverò anche il numero Chiamo un servizio telefonici che rintracciano i numeri Altro Tabella R
Contemporaneamente, va detto che il campione degli adulti in esame
non
rappresenta
l’intera
popolazione
in
termini
di
alfabetizzazione informatica, ma è sicuramente un campione che ha metabolizzato e fatto proprie buona parte delle metamorfosi che vengono imputate ai nativi digitali. Attraverso un’ultima batteria di domande, si è tentato di verificare l’effettiva immersione multimediale dei due profili, oltre che la
179
In Tabella Q manca il 3% del campione che si è espresso con indicazioni poco rilevanti ai fini dell’analisi. Pag. 138
percezione
sulle
incredibili
opportunità
che
Internet
può
rappresentare. Un primo quesito chiedeva “Pensa a Leonardo da Vinci (concediti almeno 2-3 secondi) … e ora rispondi (in modo naturale e immediato), come lo hai immaginato?”, eccone gli esiti in Tabella S. Situazione Come in un dipinto Come in una fiction storica Come in un video games (playstation, xbox …) All’opera mentre dipinge o costruisce Altro Non l’ho immaginato, è solo un nome
Adulti
Ragazzi
52% 4% 0% 38% 5% 2%
57% 3% 5% 24% 4% 7%
Tabella S
Analogamente,
spostando
il
soggetto
ad
uno
di
carattere
ambientale, è stato chiesto agli intervistati “Pensa ad una spiaggia di un’isola della Hawaii (concediti almeno 2-3 secondi) … e ora rispondi (in modo naturale e immediato), come l’hai immaginata?”. Come in una fotografia
52%
56%
Come in un film … Come in un video games … Non l’ho immaginato, è solo un luogo su una cartina Altro
41% 2% 2% 3%
40% 2% 1% 2%
Tabella T
Alla voce altro180, sia in tabella S che in tabella T, tanto gli adulti, quanto i ragazzi, hanno indicato altre situazioni che comunque testimoniano
una
capacità
immersiva,
quindi
anche
quelle
percentuali rientrano nella stessa gamma delle precedenti. Al di là delle sfumature sulle percentuali, quello che è evidente è che l’immersione, la capacità di rappresentare un’immagine evocando il nome di Leonardo appartiene al 98% degli adulti contro il 93% dei ragazzi. Il quadro si riequilibra nell’evocare le Hawaii. Riflettendo sull’uso di Internet e il modo in cui si trasformano le distanze dagli amici, dai parenti, pensando a come mutano le percezioni di lontananza e vicinanza, è stato chiesto al campione di
180
Dall’Uomo vitruviano, al volo degli uccelli, alla Gioconda .. i ragazzi hanno espresso tutte immagini pertinenti e coerenti. Pag. 139
selezionare quali tra le considerazioni proposte avvertono come vere? Considerazioni
Adulti Ragazzi
Se ci si accontenta del virtuale, le distanze sono azzerate Meglio una vicinanza virtuale che una concreta Il vedersi in video chat mi fa sentire vicino agli altri Anche in chat si percepiscono i toni e ci si sente vicini Nulla può sostituirsi al contatto diretto Altro
31% 2% 24% 17% 61% 2%
21% 2% 16% 22% 77% 3%
Tabella U
Dai risultati esposti, in tabella U, sembra che gli adulti avvertano maggiormente
come
concreta,
avvicinante,
coinvolgente
ed
appagante una conversazione digitale. Per tutti nulla può sostituirsi al contatto diretto: più sensibili a tale contatto si dichiarano, con uno scarto del 16% i ragazzi. Anche da queste ultime comparazioni sembrerebbe essere l’adulto il soggetto che ha maggiormente indossato i panni del cibernauta, che ha fatto proprie a pieno dinamiche e forma mentis attribuite ai nativi digitali. Un ultimo passaggio d’inchiesta è stato orientato all’uso degli emoticon
168168
e delle abbreviazioni tipiche del web. Imperversano
nei forum, nelle chat, sui social network sigle, acronimi, slang ed emoticon. Come
anticipato181,
la
comunicazione
del
web
è
arrivata
a
digitalizzare buona parte la comunicazione non verbale. Emoticon e netiquette
169
consento di ricostruire le espressioni del
viso, di produrre modalità quali gridare o sussurrare, di raffigurare emozioni e stati d’animo (sorpresa, vergogna, cattiveria, bontà, noia). Ecco, in tabella V, cosa pensano, ed implicitamente che uso ne fanno, gli intervistati dei due profili.
181
Par. 4.4.5 – La maschera e l’empatia. Pag. 140
Impressione
Adulti
Simpatici, mi sforzo di usarli perché sono di moda Simpatici e normali, mi appartengono … Rendono più immediata la comunicazione … Trasmettono emozioni anche se non si vedono le espressioni … Non li uso, lasciamo che li usino i ragazzi Non li uso, sono ridicoli Non li uso, non mi servono Non li conosco o ne conosco solo qualcuno Non conosco il significato di questo neologismo Altro
Ragazzi
2% 24% 21% 23% 12% 2% 3% 9% 2% 2%
3% 25% 37% 38% ** ** ** ** ** 37%
** risposte non presenti nel questionario dei nativi Tabella V
Esaminando l’abbondante percentuale alla voce altro, per i ragazzi, è emerso che ben il 20% di quegli intervistati ha precisato di utilizzare più o meno spesso gli emoticon ma ci ha tenuto a sottolineare un assoluto disprezzo delle abbreviazioni. I giudizi emersi fanno riferimento ad un impoverimento della lingua italiana, molto più raramente emerge una difficoltà nell’orientarsi tra le abbreviazioni,
a
volte
ancora
compaiono
sentimenti
di
odio.
Tuttavia, la maggior parte dei loro giudizi può essere fatta confluire in un assenso generico, a vote con l’esplicitazione di apprezzamenti, all’uso degli emoticon a patto che vengano escluse abbreviazioni ed acronimi. La comunicazione che si sta affrontando è molto più vissuta dai nativi digitali, tuttavia le percentuali indicano che, in proporzione, la voce “mi appartengono” è stata scelta ugualmente dall’uno e dall’altro profilo (tabella V). Soggettivamente parlando, gli emoticon, se interpretati e soprattutto se visti iconizzati182, vengono a breve assorbiti e finiscono col rappresentare davvero la protesi di un discorso face to face, che porta con sé l’ammiccamento, la smorfia o l’accentuazione di una battuta. Se ormai tutti i gestori di posta elettronica on line, per leggi di mercato e di marketing, li hanno inclusi nelle proprie applicazioni è perché il gradimento e l’uso sono 182
Ad esempio le generazioni più vecchie di telefoni cellulari non convertono i famosi “:)” o “:(“ nei rispettivi e , l’impatto e diverso, specie se poi sono proposti a colori e vivaci. Pag. 141
intensi da parte dei cybernauti e la loro diffusione è presvista in crescendo. Praticamente tutte le piattaforme per chat consentono l’inclusione delle simpatiche faccine oppure la conversione in icona della sequenza di caratteri necessaria a riprodurla.
6.4 – Speciale insegnanti Il 75% del campione degli adulti è composto da insegnanti, per un totale 166 intervistati. Quella che segue è doverosa sintesi su metodologie e strategie, mirata a delineare uno dei profili più importanti nella formazione dei nostri ragazzi, il docente. Innanzitutto si è cercato di delineare qual è il quadro delle attività tecnologiche e multimediali utilizzate per la tua didattica dai docenti e con quale frequenza ciò accade. Alcuni chiarimenti prima di procedere alla lettura del grafico di sintesi: alla voce “Immagini, mappe concettuali” erano associati anche schemi ed integrazioni del testo con immagini alla voce “blended learning” la dicitura esatta comprendeva “giochini
e
programmi
di
simulazione”,
in
riferimento
ai
programmi ludico didattici scaricabili dal web alla voce “piattaforme” erano specificate alcune modalità di condivisione on line: e-learning, blog, wiki, social network. Si ricorda inoltre, che le risposte sono state rielaborate sul campione dei soli docenti, escludendo le altre professioni. In tutte le situazioni le domande non erano obbligatorie. Osservando le percentuali alle colonne frequentemente e molto spesso del riepilogo dati del grafico 13, il 53% dei docenti fa uso di slide per accompagnare la spiegazione oltre che per vivacizzare l’attività, sicuramente con contestualizzare meglio.
Pag. 142
Slide
per nulla 14%
saltuariam.
frequentem.
33%
30%
molto spesso 23%
Immagini, mappe concettuali
6%
18%
42%
35%
Siti pertinenti
7%
18%
43%
32%
Filmati
19%
32%
27%
22%
Podcast o Vodcast
65%
24%
9%
2%
Blended learning
32%
36%
27%
5%
Piattaforme
34%
22%
25%
19%
Grafico 13
Il 77% adopera mappe concettuali o immagini esplicative, a sostegno dell’efficacia della multimedialità semplice, vale a dire interazione testo immagine, nella didattica; solo il 6% non attiva questa pratica. Il 75% naviga alla ricerca si supporti ed integrazioni, il 33% utilizza tra i propri supporti le attività digitali ludico didattiche (con un’impennata ovviamente per quanto concerne gli insegnanti della scuola primaria). Il 49% ricorre a filmati, mentre solo l’11% si esprime sul podcasting e videocasting. Il 44% utilizza piattaforme specifiche per e-learming o per la condivisione. Questo dato è particolarmente incoraggiante poiché difficilmente si può chiedere a dei bambini, minorenni, di accedere in autonomia al web, quindi
Pag. 143
questi ambiti sono destinati ai ragazzi più grandi; ciò nonostante i docenti ne fanno uso autonomamente. E’ stato chiesto quali attività, e con quale frequenza, i docenti conducono per arricchire il proprio intervento didattico.
per nulla
saltuariam.
Ricerca materiali on line
2%
10%
34%
molto spesso 54%
Testo e immagini, link, mappe concettuali Slide
5%
14%
36%
45%
12%
27%
29%
32%
Filmati
43%
38%
10%
9%
Produrre programmi didattici
54%
24%
12%
10%
frequentem.
Grafico 14
Il 22% dei docenti è in grado di produrre programmi ed applicazioni. Verosimilmente solo certi ambiti consentono tale esercizio e solo gli informatici e gli amanti del settore lo fanno. Il 54% non lo fa e probabilmente non sarebbe in grado di farlo. Solo il 19% utilizza i filmati, in contrapposizione con una ricca gamma materiale didattico a disposizione e relative di folksonomie. Circa il 61% usa frequentemente o molto spesso le slide, l’81% mappe concettuali, accostamenti di testi oggetti multimediali. L’88%%
ricorre
alla
ricerca
di
materiali
didattici
on
line,
rispettivamente il 34% frequentemente e il 54% molto spesso.
Pag. 144
E’ stato inoltre chiesto loro quali sono le attività incluse nella propria didattica, ovvero sviluppate con i ragazzi, all’interno della classe o del laboratorio, e con quale frequenza.
Ricerca on line
per nulla 10%
saltuariam.
frequentem.
40%
23%
molto spesso 27%
Testo e immagini, link, mappe concettuali Slide
11%
30%
34%
24%
17%
38%
28%
17%
Filmati
49%
40%
7%
4%
Produrre programmi didattici
56%
25%
8%
11%
Grafico 15
Il 60% dei docenti fa eseguire frequentemente o molto spesso ricerche on line ai propri discenti; solo il 10% non lo fa mai. La produzione di documenti di testo multimediali (testi, ipertesti, siti..) è usuale per il 58% dei casi mentre solo l’11% non lo fa mai. La creazione di slide accompagna frequentemente o molto spesso il 45% degli intervistati, contro un 17% che non le fa mai produrre. Solo l’11% ricorre alla produzione di filmati con le classe, molto alta, 49%, la percentuale dei docenti che non lo fa mai. Un ultimo aspetto ha consentito di verificare se e quali forme di condivisione vengono attivate dei docenti studiati. La domanda chiedeva attraverso quali modalità vengono condivisi i documenti, le
Pag. 145
sintesi, i filmati, i giochi, le mappe e i siti di cui si è autori o dei quali si è venuti a conoscenza.
6%
37%
34%
molto spesso 24%
Con altre classi
22%
44%
22%
12%
Con altre scuole
46%
34%
11%
9%
Sulla rete Internet
38%
21%
18%
23%
per nulla Tra colleghi
saltuariam.
frequentem.
Grafico 16
La
condivisione
tra
colleghi
rimane
una
delle
attività
più
significative; se si vanno a sommare le situazioni frequentemente o molto spesso, si raggiunge un 58% contro un 6% di chi, di prassi, non condivide nemmeno con i colleghi della stessa scuola o ambito disciplinare. Lo scambio con classi non proprie riguarda, frequentemente o molto spesso, il 34%, mentre il 22% non lo fa mai. Questo aspetto però andrebbe vagliato di situazione in situazione: un insegnante di educazione fisica non ha di queste esigenze, chi insegna solo inglese alle elementari spesso non ha partner con cui condividere o sperimentare. Inoltre, a prescindere dal target e dalla disciplina, non è detto che fra i colleghi sia possibile aprire canali di condivisione. Se si punta ad una scuola più evoluta e tecnologizzata, mortificano le percentuali legate ai rapporti con altre scuole. Solo il 20% si
Pag. 146
presta a condivisioni che superino la scuola di appartenenza, mentre ne il 46%, quasi un docente su due, non lo fai mai. Leggermente migliore, ma ancora non all’altezza delle opportunità offerte dalle tecnologie e dallo spirito del Web 2.0, lo scambio verso la rete. Mentre molti sono pronti a prendere dalla rete, solo il 41% offre, frequentemente o molto spesso, un proprio contributo on line; quasi parimenti il 38% non lo fa mai. Tentando una sintesi, la scuola che è stata fotografata non è una scuola ferma e i docenti che l’animano si danno spesso molto da fare nel tentativo di produrre una didattica al passo con i tempi, efficace e dinamica. Non è possibile entrare nel merito dal punto di vista qualitativo, ma da quello quantitativo si denota una certa attività. Si tenga presente che, per rispondere frequentemente o molto spesso, i docenti avevano come unico strumento di misurazione il proprio arbitrio, l’autoanalisi critica di cui sono capaci. Il fatto che il questionario fosse anonimo ha sicuramente favorito la sincerità, senza imbarazzi o borie, da parte degli intervistati. Le percentuali, l’andamento, il quadro d’insieme, denotano un copro docenti che risponde, che ci prova. Non sempre, non ovunque ma le dinamiche sono attive ed i tempi decisamente maturi. I docenti interpellati devono ancora far crescere i propri interventi mediati dalla tecnologia e soprattutto coinvolgere maggiormente i ragazzi dal punto di vista della produzione di materiali, o meglio stimolare il loro apprendimento con l’uso delle tecnologie. Ancora, rimane molta strada da fare nell’ambito dell’apertura e della condivisione, predicate da anni da vari Ministri e dirigenti addetti ai lavori, ma ancora non metabolizzate a pieno.
Pag. 147