Sbarbaro e Carriera - Poesiarte

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RITRATTO DI RAGAZZA – ROSALBA CARRIERA di Federico Giannini Delicatezza, eleganza, freschezza: con questi tre sostantivi potremmo riassumere il “Ritratto di ragazza”, uno dei più belli realizzati da Rosalba Carriera. Una ragazza giovane: non ne conosciamo l'identità, ma poco importa. Quello che importa è notare come il tocco morbido del pastello della grande artista veneziana riesca a delineare con abilità e maestria la gentilezza della giovane raffigurata. Sono pochi i toni: prevalgono i rosa e i madreperla, colori delicati, che uniti alla garbatezza del pastello di Rosalba vogliono esprimere non solo la bellezza dei lineamenti, ma anche il candore e la purezza interiore della ragazza. Le spalle sono scoperte, si intravede un accenno di seno coperto da una veste svolazzante, raffigurata anch'essa con grazia e raffinatezza. E non poteva essere altrimenti per un'artista che mosse i primi passi nel mondo dell'arte realizzando disegni per merletti: il padre, a cui Rosalba fu sempre molto legata, notò il talento della giovane e la avviò alla pittura, prima sotto Giovanni Antonio Lazzari e quindi sotto Giovanni Diamantini, due pittori veneziani non certo di primo piano. Fu attraverso lo studio delle opere di Fra' Galgario e dei pittori francesi suoi contemporanei però che Rosalba riuscì a maturare quello stile che la fece diventare una delle artiste più apprezzate in Europa. Sì, perché i potenti di tutto il continente apprezzavano le sue realizzazioni: lavorò per Augusto di Sassonia, per Federico IV di Danimarca, per i duchi di Modena, per i reali di Francia. Proprio a Parigi, dove è conservato questo bellissimo “Ritratto di ragazza” (si trova al Louvre), Rosalba si trasferì nel 1720: vi rimase fino all'anno seguente, e durante questo periodo diventò una delle donne più in vista della capitale. Rosalba Carriera era, oltre che una grande artista, anche una persona colta: aveva ricevuto un'educazione completa e fu amica di letterati, poeti, musicisti. Questa sua grande raffinatezza, come anticipato, si ritrova tutta nel suo stile, di cui il “Ritratto di ragazza” del Louvre è uno degli esempi più interessanti e più eloquenti. Un'opera contraddistinta, come tutta la produzione di Rosalba Carriera, non soltanto da una notevole sapienza ritrattistica, ma anche da un'atmosfera sofisticata che non restituisce un ritratto freddo e impersonale, ma restituisce una raffigurazione che vuole dare all'osservatore anche un'idea dei moti dell'animo del soggetto ritratto. Non solo quindi ritratti delicati e veritieri, ma anche ritratti amabili, ritratti vitali, che incantano l'osservatore andando al di là di una mera rappresentazione di ciò che l'artista vedeva davanti a sé: un'amabilità che insieme alla grande sapienza ritrattistica con la tecnica del pastello, ha reso Rosalba Carriera una delle più grandi artiste della storia dell'arte. E quella ragazzina così aggraziata e così dolce che possiamo ammirare nelle sale del Louvre è lì a dimostrarcelo.


CAMILLO SBARBARO, “La bambina che va sotto gli alberi”

La bambina che va sotto gli alberi non ha che il peso della sua treccia, un fil di canto in gola. Canta sola e salta per la strada: ché non sa che mai bene più grande non avrà di quel po' d'oro vivo per le spalle, di quella gioia in gola. A noi che non abbiamo altra felicità che di parole, e non l'acceso fiocco e non la molta speranza che fa grosso a quella il cuore, se non è troppo chiedere, sia tolta prima la vita di quel solo bene. L'amico-allievo Montale ci dà un’immagine giocosa di Sbarbaro: Sbarbaro, estroso fanciullo, piega versi colori carte e ne trae navicelle che affida alla fanghiglia mobile d'un rigagno… Nato a Santa Margherita nel 1888, visse sempre in Liguria, alternando la sua attività di professore a quella di traduttore dal francese e dal greco. In questo componimento Sbarbaro ci dà un ritratto particolare della vita. Egli osserva una bambina che gioca spensierata e che è felice pur non sapendo di esserlo. Attraverso alcune metafore, il poeta descrive lo stato d’animo della bambina: ella non ha che il peso della sua treccia, nel senso che non ha il peso delle preoccupazioni proprie di un adulto. E saltella serena per strada con quel po’ d’oro vivo per le spalle e quella gioia in gola. Difatti è contenta e non è cosciente del fatto che la sua treccia bionda che splende come l’oro è il bene più prezioso di tutta la sua vita: in futuro avrà molte delusioni e quel canto pieno di gioia si tramuterà in età adulta in ansie e fatiche. Tutto questo lei non può ancora immaginarlo, tanto che la speranza nel futuro rende il suo cuore palpitante di felicità: la molta speranza che fa grosso a quella il cuore. Dopo questa prima parte descrittiva, seguono versi più riflessivi in cui il poeta pensa alla propria condizione e la paragona inesorabilmente a quella della bambina, arrivando ad affermare che egli ha già perso la gioia di vivere e gli rimane come unico conforto la poesia, ovvero la possibilità di esprimere se stesso con i versi, di creare con le parole.

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