NINA ZILLI | LITFIBA | MARLENE KUNTZ | NOEMI | CLAUDIA PANDOLFI | PINO DANIELE n° 50
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Anno VI, n.50 2 aprile 2012 www.onstageweb.com
Dischi tiepidi
MADONNA
MDNA è bello ma senz’anima
Talenti (in)espressi
MARCO MENGONI
«Meno spettacolo e più contenuti» Il Re Matto è pronto per una svolta
Ieri vs oggi
SUBSONICA
15 anni dopo l’esordio, i torinesi portano sul palco il passato e il presente. Boosta ci spiega perché
Celebration RECORD STORE DAY Il 21 aprile si celebrano i negozi indipendenti di musica. Un tassello fondamentale del settore e della nostra vita
Tiziano FERRO
«In qualche modo L’amore è una cosa semplice è una raccolta, una conseguenza della mia evoluzione come uomo e musicista. Diciamo che il disco è lo scrigno dei miei ultimi dieci anni, comprese le migliaia di album che ho ascoltato in questo lungo periodo di tempo»
EDITORIALE
Magazine Registrazione al Tribunale di Milano n. 362 del 01/06/2007
Direttore responsabile Emanuele Vescovo
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Direttore commerciale Francesco Ferrari
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Caporedattore Stefano Gilardino
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Redazione Francesca Vuotto
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Marcello Marabotti
m.marabotti@onstageweb.com
O
gni volta che passo davanti al mobile in cui sono riposti i miei cd, in rigoroso ordine alfabetico, sono preso dalla tentazione di venderli, o regalarli. Darli via, insomma. Cosa diavolo ci fanno in casa mia questi oggetti? Non posso portarmeli in giro, occupano un sacco di spazio - non sono un collezionista, ma insomma diciamo che qualche disco l’ho comprato - e li uso raramente. Persino (o soprattutto) facendo questo lavoro, è molto più frequente che abbia a che fare con il formato digitale. Semplicemente questo è il modo in cui circola oggi la musica - il punto di non ritorno è già stato abbondantemente superato - e con questo tipo di fruizione bisogna fare i conti. Oltretutto la crescita del consumo legale di file digitali renderà inoffensivo, o meno offensivo, quello illegale (sono inversamente proporzionali), stimolando l’industria a insistere con maggiore convinzione su questa strada. Intanto le band e gli artisti, specialmente se giovani, cominciano ad accettare che i guadagni arrivino da altri prodotti e dai concerti. In ogni caso il futuro sta nella condivisione più che nel possesso, e la condivisione è una questione puramente digitale perché legata alla Rete. Ma. C’è un “ma”, naturalmente. Non dura più di qualche istante la tentazione di dare via i miei dischi. Proprio il possesso, che qui ha un valore romantico e non c’entra nulla con il materialismo o l’esibizionismo, mi lega all’oggetto. La fisicità del prodotto definisce il suo valore dando una forma a tutti i significati che si porta dietro il prodotto stesso. Il primo disco, l’ultimo comprato all’estero, quello “rubato” all’amico che ancora aspetta che lo restituisca, il preferito dell’artista preferito, quello che mi hanno regalato e avevo già, il classico, quello che ancora non ho ascoltato bene. Chiunque possieda dischi in quantità sufficiente da conside-
rarli una collezione, per quanto piccola, sa di cosa parlo: è un patrimonio emotivo prima ancora che musicale. Ecco perché sosteniamo il Record Store Day. Non è una manifestazione per vecchi nostalgici dei tempi che furono: il 21 aprile si celebrano i negozi cosiddetti indipendenti - dall’evento sono escluse le grandi catene - cioè gli unici che davvero difendono l’esperienza legata all’acquisto di musica in formato fisico. Decidere di andare a comprare un disco, cercare un negozio, trovarlo, magari discutere dell’album con il proprietario del negozio o con uno sconosciuto, scambiarsi un’opinione. Come spesso accade, la meta custodisce segretamente l’esperienza del viaggio. Sostenere il Record Store Day non significa rifiutare il presente. Siamo convinti, noi di Onstage come gli organizzatori dell’evento (vengono tutti dal circuito di negozi indipendenti), che il digitale stia giustamente imponendosi come modello principale di fruizione - personalmente, come ho già scritto su queste pagine, credo soprattutto nei servizi streaming. Ma prendersi del tempo per comprare un disco in un negozio di musica è particolarmente importante. Abbiamo bisogno di preservare degli spazi in cui sia negato l’accesso alla frenesia che domina l’era digitale. Così come andare a un concerto è un’esperienza umana non riproducibile, a cui dedichiamo tempo e attenzione per ottenerne in cambio emozioni, comprare un disco in un piccolo negozio è un esercizio di umanità estrema. Ce ne sono sempre di meno, ma, come ci racconta Graham Jones a pagina 10, stanno conoscendo un nuovo momento di vigore. Non vi stiamo chiedendo di sostenerli per beneficenza. Vi stiamo suggerendo di andarci e di farlo per voi stessi. Daniele Salomone
Twitter: @danielesalomone
TIZIANO FERRO | NINA ZILLI | MARCO MENGONI | CLAUDIA PANDOLFI | NOEMI
n° 50
Anno VI, n.50 2 aprile 2012 www.onstageweb.com
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Celebration RECORD STORE DAY Il 21 aprile si celebrano i negozi indipendenti di musica. Un tassello fondamentale del settore e della nostra vita
Talenti (in)espressi
MARCO MENGONI
«Meno spettacolo e più contenuti» Il Re Matto è pronto per una svolta
LITFIBA
Dopo le anteprime di marzo, parte il tour. Nel segno di un rock che ha dentro un’anima punk. Piero e Ghigo ci raccontano tutto
Maturità
TIZIANO FERRO
«L’amore è una cosa semplice è una specie di raccolta, una conseguenza della mia evoluzione come uomo e musicista»
Toni soft
MARLENE KUNTZ
Dischi tiepidi
MADONNA
Canzoni per un figlio è pronto per la prova live
MDNA è bello ma senz’anima
Dischi tiepidi
MADONNA
Celebration RECORD STORE DAY Il 21 aprile si celebrano i negozi indipendenti di musica. Un tassello fondamentale del settore e della nostra vita
MDNA è bello ma senz’anima
il genuino mondo di
NOEMI
SUBSONICA Cover story
«Il presupposto dei Subsonica è sempre stato quello di provare come cinque musicisti possano rievocare le suggestioni di una dancehall. Ci trasformiamo in “non-musicisti” per campionare i nostri strumenti e creare la forma canzone, facendo riferimento alla musica dei club»
Hanno collaborato
Niccolò Airati, Guido Amari, Antonio Bracco, Blueglue, Massimo Longoni, Emanuele Mancini, Claudio Morsenchio, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti
f.ferrari@onstageweb.com
Ufficio commerciale Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com
Marianna Maino
m.maino@onstageweb.com
Mattia Sbriziolo
m.sbriziolo@onstageweb.com
Pubblicità Triveneto Everest ADV Mantova, Emilia Romagna Francesca Camerini Tel. 051.4070125 f.camerini@pn3.it
Pubblicità Toscana e Umbria Sara Moretti s.moretti@onstageweb.com
Amministrazione, distribuzione, logistica Mario Vescovo
Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 25030 Erbusco (BS)
Concessionaria per la pubblicità Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel. 02.533558 info@areaconcerti.it
Onstage Magazine è edito da Areaconcerti srl, via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano www.areaconcerti.net
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Onstage Magazine on tour APRILE 2012
a Concerti
TIZIANO FERRO 10/04 Palaolimpico, Torino; 13/04 Unipol Arena, Bologna; 25-26/04 Mandela Forum, Firenze; LITFIBA: 20/04 Palaolimpico, Torino; SUBSONICA: 23/04 Mediolanum Forum, Milano; 26/04 Palaolimpico, Torino; 28/04 Palalottomatica, Roma; MENGONI: 19/04 Teatro Arcimboldi, Milano; NOEMI: 05/04 Teatro Dal Verme, Milano; 17/04 Teatro Dante, Palermo; 29/04 Teatro Puccini, Firenze; VENDITTI: 21/04 Palaolimpico, Torino;
a FIRENZE: Centro Commerciale I Gigli, Via San Quirico 165, Campi Bisenzio (FI) GENOVA: Via XX Settembre 46/R MILANO: Via Della Palla 2 NAPOLI: Via Luca Giordano 59 ROMA: Galleria Commerciale Porta Di Roma, Via Alberto Lionello 201 TORINO: Via Roma 56 - Shopville Le Gru, Via Crea 10, Grugliasco (TO) VERONA: Via Cappello 34
a Locali
MILANO Bar Magenta, Banghrabar, Biblioteca Sormani, Blender, Bond, Cafè Milano, Cargo Colonial Cafè, Cuore, Deseo, Exploit, Felice-San Sushi, Frank Cafè, Fresco Art, Grey Cat Pub, Huggy Bar, Ied, Item, Jamaica, Julien Cafè, Kapuziner, La Bodeguita del Medio, La Caffetteria, La Voglia Di, Le Coquetel, Le Scimmie, Lelephant, Magazzini Generali, Maxi Bar, Mom Cafè, Morgan’s, Pacino Cafè, Pharmacy Store, Refeel, Roialto Cafè, Salezucchero, Sergent Peppers, Skip Intro, Stardust, Sushi, The Good Fellas, Trattoria Toscana, Twelve, Union, Volo, Yguana
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n° 50
Duri e puri
Editorialisti Charlie Rapino, Mattia Odoli
l.seminerio@onstageweb.com
Tel. 06.45474811
p.marullo@onstageweb.com
VESTE
ROSSONOEMITOUR
ONSTAGE
06
APRILE
ROMA Avalon Pub, Birreria Marconi, Cartolibreria Freak Out, Casina dei Pini, Circolo degli Artisti, Crazy Bull, Deja’Vu, Distillerie Clandestine, Express, Fata Morgana, Freni e Frizioni, Friend’s Art Cafè, L’Infernotto, Latte Più, Le Sorelle, Lettere, Cafè, Living Room Cafè, Locanda Atlantide, Micca Club, Mom Art, On The Rox, Open Music Cafè, Pride Pub, Rock Castle Cafè, Shanti, Simposio, Sotto Casa Di Andrea, Sotto Sotto, Tam Tam, Zen.O PADOVA Baessato Wine Bar
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INDICE
22
rubriche
Tiziano Ferro
L’amore è una cosa semplice è stato un grande successo. Prima di imbarcarsi per il tour, Tiziano ci ha parlato di come è nato l’album, che rappresenta una sorta di summa della sua carriera.
28
Subsonica
Quindici anni sulla cresta dell’onda. Non c’è dubbio che i Subsonica siano ormai una band storica. Non a caso nel tour 2012 portano sul palco il passato e il presente. Ce ne parla Boosta.
36
Noemi
Litfiba
La seconda parte della nostra lunga chiacchierata con Ghigo e Piero Pelù è incentrata sul tour che li vede protagonisti sui palchi di tutta Italia a partire da aprile. Tra canzoni, punk e politica.
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Marco Mengoni
Chi pensa che i talent show sfornino solo artisti inconsapevoli di cosa li aspetti, dovrebbe leggersi questa intervista a Marco. Che è pronto a cambiare per migliorare.
Onstageweb.com videointerviste Nina Zilli Pino Daniele Useless Wooden Toys Mengoni Litfiba
facebook/ONSTAGE MAGAZINE twitter/ONSTAGEMAGAZINE
foto live
Tiziano Ferro Mengoni Subsonica Nina Zilli Litfiba Pino Daniele
contest
ONSTAGE
09
APRILE
Claudia Pandolfi nei panni di una bassista in I più grandi di tutti, la new sensation tutta italiana Aucan, la mostra fotografica AB Punk Positivo e molto altro.
18 Face To Face Faccia a faccia con i Marlene Kuntz - reduci dall’esperienza sanremese - e Nina Zilli, pronta a tornare on the road con L’amore è femmina Tour.
Dopo la consacrazione sanremese, per la “Leonessa” giunge il momento di riabbracciare nuovamente i fan con una nuova tournée. Motivo che ci ha spinti a interpellarla, con il supporto di Levi’s.
40
13 Jukebox
Nina Zilli Grignani Meet Puppets Killing Joke Sud Sound System
52 Rock’n’fashion Arriva la primavera e con essa il necessario cambio degli armadi. Suggerimenti per prepararsi alla stagione dove tutto rinasce.
55 What’s New La regina del pop Madonna torna a dettar legge, ma solo nella forma. Per il rock, ecco Afterhours e Jack White. E poi la solita dose di film e videogame.
62 Coming Soon Semplicemente instancabili. Non si possono definire in altro modo i Negramaro, che dopo il successo del 2011 tornano in tour anche quest’anno.
CELEBRATION
LUNGA VITA AI NEGOZI DI MUSICA
Il 21 aprile si celebra il Record Store Day. È la festa dei negozi “indipendenti” di musica, importante tassello del puzzle che costituisce il settore musicale. L’evento ha contribuito enormemente alla ripresa del settore, accendendo i riflettori su queste realtà, che negli ultimi anni ha trovato nuove strade per resistere alla progressiva diminuzione delle vendite di dischi. Proprio in occasione del Record Store Day esce Il 33° giro. Gloria e resistenza dei negozi di dischi di cui pubblichiamo il capitolo conclusivo. Testo di Graham Jones
S
e a volte sembra che i tempi a venire non sia- nerli. Mi piace pensare di aver contribuito alla nuova no promettenti, sono sicuro che i negozi di di- ventata di ottimismo col mio libro, iniziato per portare schi avranno ancora molte chance. Numerosi all’attenzione del pubblico la crisi che stava attraversanesercizi gestiti da persone pigre e arroganti, do il settore nel Regno Unito. Le speranze di un futuro convinte che le case discografiche le avrebbero sempre più roseo sono avvalorate da un’iniziativa fondamentale, sostenute solo perché il loro negozio trasmetteva i dati inaugurata negli Stati Uniti nel 2008: il Record Store Day. di vendita per la compilazione delle classifiche, hanno Evento decisivo che ha dato il via alla rivalutazione degli chiuso i battenti. Quelli sopravvissuti sono il fior fiore esercizi di musica indipendenti del pianeta. Incredibili i del mercato musicale. Non potendo più contare sul com- risultati in così poco tempo. mercio di album da hit-parade e di Cd single, sono stati Chi si è adoperato per il Record Store Day deve essere costretti a diversificare l’offerta. Quelli trattati nel libro fiero dei risultati; l’evento ha richiamato l’attenzione dei restano sulla breccia soprattutto per due ragioni: media, che hanno dedicato spazio all’industria che sta 1) Hanno intuito presto la necessità di variare l’assorti- a cuore a tanti di noi, abbandonando i toni allarmistici mento, arricchendo lo stock con generi per lo più snob- utilizzati in precedenza. Oggi il Record Store Day è un’inibati dagli ipermercati (folk, blues, country, jazz e world ziativa brillante che interessa tutto il mondo. Perché limimusic). Si sono riforniti di Cd d’importazione, titoli pub- tarsi a una giornata all’anno? Perché le case discografiche blicati solo in Giapoffrono prodotti pone, in Australia esclusivi ai negozi «Perché le discografiche offrono prodotti e negli Stati Uniti. esclusivi ai negozi indipendenti solo per il Record indipendenti solo Quasi tutti i nein tale occasione? Store Day? Perdono l’opportunità di invogliare gozi di musica diPerdono l’opporla gente a frequentare luoghi in cui si aprono le spongono di una tunità di invogliaporte a nuove sonorità e a band locali. Senza gli sezione dedicata re la gente a freindipendenti la scena musicale ristagnerebbe» alle offerte in cui quentare luoghi in trovare Cd e Dvd cui si aprono le pora prezzi scontati. Il ritorno in auge del vinile ha inciso te a nuove sonorità e a band locali. Senza gli indipendenti parecchio sulla loro rinascita. Solo lì potrete acquistare i la scena musicale ristagnerebbe. Durante l’anno le case di33 giri, introvabili nei supermercati. Altra grande novità: scografiche dovrebbero fornire a tali attività Cd con brani i giovani stanno scoprendo le gioie del vinile. Oltre a un esclusivi, non reperibili on line, spingendo così gli appasassortimento più nutrito, i negozi di dischi oggi offrono sionati di musica a visitare i negozi di dischi. Per scrivere prodotti quali libri, T-shirt, accessori, radio, lettori Cd e Last Shop Standing ho percorso quasi cinquemila chilomestrumenti musicali. tri in giro per i negozi del Regno Unito. Seduto davanti a 2) Altro motivo della sopravvivenza: il servizio svolto una bottiglia di vino rosso, in attesa di trovare la chiusa nei confronti dei clienti. Gli esercizi di cui ho parlato si del libro, brindo alle persone fantastiche che gestiscono adopereranno per voi e faranno di tutto per reperire quel esercizi di dischi sparsi per il mondo, offrendo musica da Cd che proprio non riuscite a trovare. I negozi di dischi sballo e piaceri senza fine agli appassionati di musica di sono parte integrante del tessuto sociale, costituiscono ogni dove. Chiedete ai vostri nonni delle botteghe che cauna risorsa per ogni area che li ospita. Mi intristiscono le ratterizzavano il centro delle città quando erano bambini, città in cui non ci sono, sento che manca qualcosa. vi diranno che vendevano francobolli, monete e candelieri. Scrivere Last Shop Standing mi ha fatto capire che la Chi se li ricorda più? Non lasciate che accada lo stesso ai negente apprezza i negozi di dischi ed è disposta a soste- gozi di dischi. Chi lo sa, magari l’amministratore delegato
ONSTAGE
10
APRILE
di una major potrebbe uscirsene con la frase, “Anch’io adoro gli esercizi di dischi, e la mia azienda li sosterrà ogni giorno dell’anno!”. Che male c’è a sognare un po’? Visitate il punto vendita della vostra zona. Servitene o lo perderete. (C) 2010 Graham Jones, estratto da Il 33° giro. Gloria e resistenza dei negozi di dischi di Graham Jones, Arcana edizioni
Il 33° giro. Gloria e resistenza dei negozi di dischi Graham Jones, Arcana edizioni (390 pp. - 14,50 euro)
Si parla e si scrive tanto di musica, ma che fine fanno i negozi di dischi? Attivo nel mercato discografico da tantissimi anni, Graham Jones ci porta in un tour tra decine di rivendite del Regno Unito che sopravvivono alla crisi del settore. In ogni tappa s’incontrano negozianti o commessi - con cui l’autore ha rapporti lavorativi e di amicizia - che con le loro storie contribuiscono a un resoconto corale delle condizioni in cui versano le realtà indipendenti che ancora resistono al potere schiacciante delle grosse catene di vendita. Il testo, che spazia dagli anni Ottanta ai nostri giorni, è pieno di aneddoti curiosi, e talvolta illuminanti, sull’industria discografica e su ciò che ruotava e ruota ancora intorno alla gestione di un negozio di dischi. Tra i suoi punti di forza, la trattazione degli incredibili intrallazzi dell’industria discografica per dominare le hit parade, i racconti dei negozianti di dischi alle prese con la bizzarria di alcuni avventori e persino di artisti di primo piano (come lo scortese Van Morrison o l’appassionato Ian Curtis dei Joy Division).
CELEBRATION
ONSTAGE
11
APRILE
JUKEBOX
Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema
14
Luca De Gennaro pubblica Backwards, un pezzo di storia musicale fatto di interviste e reportage dai maggiori festival d’America.
14
Sono uno dei nomi hot della scena musicale indipendente italiana, capaci di conquistare gli ascoltatori a colpi di synth e chitarre. Signore e signori ecco a voi gli Aucan.
15
Dal 12 aprile al 5 maggio alla Galleria Photographia di Milano sarà presente AB Punk Positivo, un documentario visivo fatto di foto e riviste d’annata sul fenomeno punk anni ‘70.
16
Il ritorno di uno degli artisti rock più amati d’Italia: Pino Daniele ci presenta La grande madre.
Cinema
PROFILO BASSO
Il nuovo film di Carlo Virzì, I più grandi di tutti (dal 4 aprile nei cinema), racconta la storia di una band che si riunisce 15 anni dopo lo scioglimento per riprovare il brivido del palco. Claudia Pandolfi recita la parte della bassista: è la più inquieta e ribelle del gruppo. L’esatto contrario di quanto accade nella vita reale. di Antonio Bracco
S
uonare sul palco di fronte al pubblico in deli- 2000 conobbi Roberto Angelini (cantautore e chitarrista, ndr), ricorda di essere «una figlia degli anni ‘80, mentre la storia rio è qualcosa che fissa nella mente dei musi- papà di mio figlio e mio compagno per dieci anni, ho potuto della musica è stata fatta in altre epoche. Sul walkman avevo cisti di qualunque band un comune pensiero: conoscere gli strumenti di persona cominciando a suonare, che brani di Vasco Rossi, Frankie Goes To Hollywood, Terence Trent siamo noi i più grandi di tutti. Anche se la band è un altro livello rispetto all’ascolto. Appena ho capito che da D’Arby e pezzi classici per gli esercizi di ginnastica artistica. non è mai uscita dalla provincia di Livorno ed ha inciso uno strumento riuscivo a produrre un suono anziché un ru- Antonello Venditti è stato invece il mio primo concerto, ad Ansoltanto due album, in quell’istante di musica i più grandi more, non volevo più smettere. Me li dovevano levare di mano zio, avevo 15 anni». L’attuale lettore mp3, piuttosto, cosa di tutti lo sono stati anche loro, i Pluto. Poi hanno litigato quegli strumenti». A casa di Claudia ci sono le chitarre, un contiene? «Ah, lì c’è di tutto: Chat Baker, Radiohead, Beatles, e si sono sciolti. La commedia rock di Carlo VirCalibro 35, Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, Vanoni/Tozì, ispirata ai veri Pluto, comincia quindici anni quinho, Notwist, Doors, Sean Lennox...». «Non sono accanita e questo mi fa essere meno dopo la separazione della band, quando un fan Non è escluso che il futuro le riservi qualambiziosa. Meno ambizioni, meno delusioni. accanito riunisce quelle quattro anime dando loro che spiraglio professionale anche nella muSono vent’anni che vado avanti così. l’illusione di poter tornare ai fasti di un tempo. «È sica - in passato le è capitato di suonare la E sono felice e appagata» soprattutto il mio personaggio a far risorgere l’anima batteria per gli Afterhours - ma per il momusicale ribelle e sovversiva che aveva messo a tacere mento Claudia Pandolfi festeggia nel 2012 per fidanzarsi con uno borghese» precisa Claudia Pandolfi, pianoforte e persino una batteria. «Nel film suono il basso un ventennio di cinema e TV. «Ho cominciato con Le aminel film componente dei Pluto insieme ad Alessandro che è l’unico strumento che non avevo approfondito» racconta. che del cuore, avevo 17 anni. Sono riuscita a costruire qualcoRoja, Marco Cocci e Dario Cappanera. «Le vite dei protago- «Il mio basso è finto, nel senso che lo suona Carlo Virzì. Mentre sa che sembra una carriera e, se mi guardo indietro, vedo che è nisti sono in ordine, ma loro non sembrano felici. Il palco ha il Cocci e Cappanera erano live durante le scene sul set, io fingevo. fatta da scelte di tutti i tipi che hanno attraversato l’umore della potere di ridargli ciò che gli manca, imbracciare uno strumento Ho imparato gli accordi e di questo Carlo è stato felicissimo. mia vita. C’è sempre un leggero distacco che mi accompagna e tornare a scalpitare». Prima dell’inizio delle riprese lo pregai di farmi suonare la bat- anche adesso, sono sempre disposta a mettermi da parte. Non Cresciuta in un ambiente familiare in cui la musica teria, perché quello avrei potuto farlo veramente, ma non c’è sono accanita e questo mi fa essere meno ambiziosa. Meno am“non era pervenuta”, l’attrice romana ha provveduto da stato verso». bizioni, meno delusioni. Sono vent’anni che vado avanti così. E sé a colmare con naturalezza questa lacuna. «E quando nel Proseguendo il discorso sulle lacune, Claudia Pandolfi sono felice e appagata».
ONSTAGE
13
APRILE
JUKEBOX Cinema
Cultura
Ci manchi molto, George
Nel passato c’è il futuro
Il 19 aprile esce Living In The Material World, docufilm di Martin Scorsese sulla vita di George Harrison, musicista, compositore, per molti il più bello dei Fab Four. di Marcello Marabotti
C
osì George Harrison esprimeva il suo personale desiderio di essere ancora amato nelle stagioni e nei fan a venire: «Mi piace pensare che tutti i vecchi fan dei Beatles siano cresciuti e si siano sposati e abbiano avuto dei bambini e siano tutti più responsabili, ma abbiano ancora nei loro cuori uno spazio per noi». Una speranza che ha già trovato il suo compimento, se ancora oggi i Beatles sono here, there and everywhere. E per fortuna, aggiungiamo noi. Il grande affetto che accompagna i Fab Four avrà un momento di apice il 19 aprile, quando uscirà il film-documentario di Martin Scorsese Living In The Material World, un lungo tributo a George Harrison. Dopo aver incantato il mondo con Hugo Cabret, Scorsese ripercorre la vita e le opere di Harrison grazie a immagini rare ed inedite, il tutto arricchito dalle testimonianze dei suoi amici più cari e dei familiari. Il cast, ricco, vede la partecipazione di Paul McCartney, Ringo Starr, Eric Clapton, Yoko Ono, Tom Petty, Ravi Shankar, Phil Spector, la moglie Olivia (produttrice esecutiva del film) e il figlio Dhani. Il film parte dall’infanzia di George per poi raccontare l’adolescenza, i Beatles (il cui ultimo atto coincise, nel gennaio 1970, con le session per I Me Mine, canzone scritta proprio da Harrison), l’organizzazione del primo evento charity della storia con il Concerto per il Bangladesh e la fondazione della casa di produzione cinematografica HandMade Films - tra i tanti film, finanzierà anche quel capolavoro che è Brian di Nazareth firmato Monty Python per chiudersi con la prematura scomparsa di Harrison nel 2001, a causa di un tumore fulminante al cervello. Ci ha lasciato molto, a partire dalla convinzione che «nell’arco di una vita, puoi diventare qualunque cosa». Ci manchi ancora, George.
Inizialmente Luca De Gennaro voleva raccogliere in un libro gli articoli scritti per i primi 100 numeri di Rolling Stone (Italia). Poi ci ha messo anche i reportage dei festival americani. Il risultato, Backwards, è il racconto di un pezzo di storia della musica. di Daniele Salomone
P
er tanti operatori e appassionati di musica, Luca De Gennaro è un riferimento. Nasce come deejay, diventa giornalista, conduttore radio, dirigente Tv, talent scout. Attività che svolge ancora oggi: conduce Whatever su Radio Capital, è capo del reparto Talent&Music di MTV South Europe e scrive di musica su riviste e libri, oltre a mettere i dischi ovunque possa. Backwards è la sua ultima fatica letteraria: un lavoro in due parti, con tutti gli articoli pubblicati sui primi 100 numeri di Rolling Stone - dove cura una rubrica che s’intitola come il libro - preceduti dai pezzi scritti durante le sue visite ai più importanti festival americani, il South By Southwest di Austin (Texas) e il californiano Coachella. «Backwards è un viaggio negli ultimi otto anni di storia della musica - racconta Luca - in cui è successo di tutto. Il cambiamento è velocissimo». E proprio per questo la prospettiva del libro non è legata solo al passato: per capire cosa succede oggi è importante comprendere cosa accadeva ieri, ed ecco che De Gennaro traccia i lineamenti del Sistema Musica nell’anno 2012 parlando delle band che ha ascoltato e delle esperienze che ha vissuto dal 2003 a oggi. «Siamo nell’era post-discografica e gli equilibri
sono cambiati. Si può essere musicisti anche senza un contratto con una major e i giovani sembrano averlo capito. Sanno che devono sbattersi, pensare alla loro professione in termini diversi rispetto ai modelli di una volta». Ma non è un male per la musica: come testimoniano i racconti di Backwards «quella buona in un modo o nell’altro viene fuori. Nessun artista ha avuto successo con un disco brutto. La differenza con il passato è che oggi i musicisti guadagnano e diventano star regalando album e vendendo altro». Come chi offriva rasoi gratis per poi far pagare le lamette. Se il futuro della musica è al sicuro, come la mettiamo con il giornalismo musicale? Esisterà un altro Luca De Gennaro nel 2032? «Certamente. Le persone specializzate e competenti, che sono in grado di selezionare buona musica e belle storie, saranno sempre più importanti perché la proposta continua ad aumentare. Serve chi orienti la fruizione, l’utente non per forza è un esperto. È quello che faccio io, anche nel libro. In questo senso è stato fondamentale iniziare come deejay». Già, ma l’Italia di oggi è ben diversa da quella in cui Luca ha cominciato. «Qui la situazione è difficile perché il giornalismo sembra cercare gli artisti per il gossip più che per la musica. All’estero non è così e infatti i critici musicali sono personaggi importanti, come gli scrittori».
Musica
L’ITALIA CHE PIACE ALL’EUROPA
Prima a Londra e poi a Barcellona, fra laptop, sintetizzatori e chitarre, gli Aucan sono diventati uno dei gruppi più innovativi del panorama indie italiano ed internazionale. Alla vigilia dei concerti italiani, ci hanno parlato del loro momento. di Marcello Marabotti
g
iovanni “Jo” Ferliga, Dario Dassenno e Francesco D’Abbraccio. Tre ragazzi di Brescia che hanno deciso di alzare l’asticella del sound made in Italy. In testa hanno riferimenti europei, suonano un genere musicale dalle forti tinte dark, muovendosi «a cavallo degli opposti: emergenza/ speranza, pulito/ distorto, analogico/digitale, ritmo/ melodia, rock/elettronica». Perché gli Aucan rappresentano i sintomi di «un’epoca di crisi, in tutti i sensi, una crisi economica ma anche culturale e spirituale che rimane al centro del nostro immaginario e influenza di continuo il percorso artistico». live 13/04 Arezzo, 14/04 Foligno Il loro ultimo album Black Rainbow li ha consacrati soprattutto in Europa («che a differenza dell’Italia può contare su finanziamenti pubblici per la musica e la cultura»), dove si sono fatti conoscere inizialmente grazie ai live. «Alla radice di tutto, nella nostra musica, c’è un nucleo energetico. Suonare dal vivo è il momento in cui questa energia viene sprigionata, trasportando l’ascoltatore in una dimensione “altra”. Suonare nei club europei ci ha dato
ONSTAGE
14
APRILE
l’occasione di condividere il palco con importanti artisti internazionali: conoscerli è stata un’esperienza fondamentale, ci ha arricchito sia a livello musicale che professionale. Abbiamo intrapreso una serie di collaborazioni con i musicisti più interessanti che abbiamo incontrato sulla nostra strada e alcune di esse sono finite in Black Rainbow Remixes, il nostro nuovo disco (in uscita il 23 aprile, ndr). Fra loro, Mc Dalek e Spex Mc - ex Asian Dub Foundation - Scorn, Shigeto, Niveau Zero, Robot Koch e molti altri». Una grossa linea divide l’esperienza che gli Aucan mettono dentro i dischi dalla dimensione live. «Sono due situazioni completamente diverse. Il concerto è basato sul contatto diretto con il pubblico: è uno show, un’avventura multisensoriale. L’album invece ci permette di entrare nella vita quotidiana delle persone, nella loro dimensione più intima e nei momenti in cui hanno bisogno di ascoltare la musica. Li consideriamo come due mondi diversi, che si intersecano quando componiamo». Una miscela di intenzioni e suoni, un gruppo che se fosse nato quarant’anni fa «sarebbe stato sicuramente psichedelico».
JUKEBOX Cultura
PUNK IS (NOT) DEAD
Sono passati 35 anni da quando il punk cominciò a diventare un fenomeno dilagante, grazie all’esplosione di band capaci di ribaltare, nella musica e nell’estetica, i concetti chiave dei 10 anni precedenti. Oggi quell’epoca rivive negli scatti della mostra AB Punk Positivo, organizzata dalla galleria Photographia di Milano dal 12 aprile al 5 maggio.
London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico
di Stefano Gilardino
È
quasi un luogo comune ormai, quello che vede il 1977 come “anno zero” della musica rock, una specie di punto fermo in cui la musica ha subito una trasformazione definitiva, spogliata di orpelli e impalcature e ridotta, come agli inizi del rock’n’roll, a puro impulso primitivo. Promotori di quella grande rivoluzione furono band nate in Inghilterra e negli Stati Uniti, in contemporanea e con lo stesso obiettivo: dimostrare come fosse possibile mettere in piedi un gruppo pur senza essere tecnicamente dotati. Il movimento punk rock e le sue band di punta – Ramones, Clash, Sex Pistols, Jam, Siouxsie & The Banshees, Heartbreakers, Dead Boys e centinaia di altre - finirono per sconvolgere il corso della musica e rappresentano tuttora uno dei momenti più eccitanti e creativi a livello artistico e musicale ma non solo. L’etica punk si applicò a meraviglia anche ad altri campi, dal cinema alla letteratura, alla fotografia. Proprio quest’ultima è protagonista a Milano, nella galleria Photographia, di una mostra che racconta il punk per immagini grazie al talento di alcuni tra i migliori fotografi di quegli anni: Bob Gruen, Sheila
Rock, Ray Stevenson, Allan Ballard, Stefan Wallgren, Janette Beckman, Lex Van Rossen, David Corio e Jorgen Angel. Chi ha un minimo di dimestichezza col periodo, riconoscerà certamente alcuni degli scatti più celebri, come quello dei Sex Pistols all’100 Club di Oxford Street a Londra o il famoso ritratto di Paul Weller (The Jam) e Pete Townshend (The Who), finito sulla copertina di Melody Maker. The Punk And The Godfather titolò l’illustre settimanale, citando un pezzo tratto da Quadrophenia - celebre album degli Who - e al tempo stesso rendendo molto bene l’idea di un movimento giovanile che stava soppiantando la vecchia generazione. Non andò esattamente così - col senno di poi lo sappiamo bene - ma per qualche anno fu meraviglioso crederci. Oltre a decine di dischi leggendari, resta molto altro, tra cui le fotografie che sarà possibile ammirare dal 12 aprile al 5 maggio. Durante la mostra sarà proiettato anche un filmato girato proprio a Milano dai video maker Sauce Patrol, i quali hanno intervistato gente comune sul significato della parola punk. Se siete curiosi di ascoltare le risposte fate un salto da Photographia.
ONSTAGE
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APRILE
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Ziggy, il figlio del giaguaro
a marcia della democrazia neoconliberal continua con la più spietata delle armi: la correttezza politica. È recente la decisione di vietare i bikini per le partite di beach volley femminile alle Olimpiadi di Londra. Hanno paura di offendere qualche minoranza? Io avevo preso i biglietti per quello! Durante i Giochi saranno vietate le relazioni e i matrimoni tra atleti: e se questi devono trombare o s’innamorano? Ci penso mentre raggiungo London City con il 6 cilindri in linea del Jaguar E, prestatomi dal solito amico miliardario, e mi reco alla posa della targa in Heddon Street, la stessa ritratta dalla copertina di The Rise And The Fall Of Ziggy Stardust - storico album di David Bowie che nel 2012 compie 40 anni. La Jaguar E ne celebra 50. E se Ziggy fosse figlio del Giaguaro? Entrambi i prodotti hanno avuto una gestazione difficile. Il capo dalla Jaguar pensava che non avrebbe avuto successo: la comprò pure Frank Sinatra! La RCA pensava che David avesse sbroccato con un concept album su una rockstar che sbrocca: è stato comprato da una generazione intera, pure da Giordano Bruno Guerri! Ziggy e la Jaguar E hanno 10 anni di differenza. Rifletto su come l’industria dell’auto e quella della musica si siano suicidate quasi nella stessa maniera: il povero Porsche si rivolta nella tomba da quando gli hanno fatto un diesel. E la Cayenne. Al posto di Bowie e di Ziggy oggi ci sono, che ne so, gli One Direction. Ziggy ha significato TUTTO e non ho voglia di spiegarvi perché. Date un calcio in culo alla convivente, anzi mettetela in bikini, e compratelo, magari assieme ad un bel frustino da usare dopo l’ascolto propedeutico. Capirete che contano poco le “canzoni”, quello che serve è il modo in cui si presentano. Basta ascoltare Starman, dove il vecchio Bowie violenta Over The Rainbow di Judy Garland. Anche il Giaguaro celebra l’estetica - ci penso mentre faccio tre curve terrificanti alla Rock’n’roll Suicide. È fatta per Diabolik, o per Rapino che si porta un paio di cosce di fianco (da passeggero puoi solo stare steso). Erano tempi in cui l’Occidente non aveva paura di essere tale e i bikini erano d’obbligo! Anzi, qualcosa in meno, please. Mentre torno indietro passo su Queens Park per incrociare un discografico rampante trentenne che carica il frutto del suo shopping a Waitrose sulla X5 - che orrore di macchina! - con la moglie in carriera, brunetta tutto pepe non male, che gli urla dietro perché non ha messo bene le cinture. Dentro lo stereo gira uno dei dischi peggiori che abbia mai ascoltato, l’ultimo dei Mumford&Sons, e sul cruscotto c’è il Guardian, la Bibbia del neocon liberal. Lei sorride per poi riprendere la litania. Schiaccio a vuoto sul gas e alzo Suffragette City a tutto volume: “Dai sbarbo, tell her to piss off, I’m off to Suffragette City!”. Questa è la vera gioventù bruciata. Roba da democrazia, roba da repubblica!
JUKEBOX
Musica
PINO VA DA SOLO
Il nuovo album di Pino Daniele, La Grande Madre, è il primo senza un contratto discografico. La libertà artistica che il musicista napoletano ha deciso di concedersi è totale e riguarda anche il tour. Ci ha spiegato tutto durante la conferenza stampa di presentazione del disco. di Stefano Gilardino
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a nuova vita artistica di Pino Daniele si apre con un disco totalmente autoprodotto e indipendente, risultato di un deterioramento dei rapporti con la sua precedente casa discografica e della consapevolezza di potersi permettere un percorso solitario senza esitazioni. «Mi ha aiutato molto il mio amico Renato Zero, anche lui ormai indipendente e convinto della bontà di questa scelta. A pensarci bene, è stata una fortuna quella di lavorare da solo e con i miei soldi, perché ho potuto fare esattamente quello che desidero, coinvolgendo i musicisti che preferisco e prendendo il tempo necessario per incidere il disco che avevo in mente. Il rovescio della medaglia, sempre che si possa definire così, è che sono responsabile del mio destino in prima persona, per cui ogni sbaglio sarà imputabile direttamente a me. Diciamo, però, che sono il presidente della mia etichetta discografica e credo molto in me stesso». Parte dei musicisti impegnati nelle session di registrazione
sarà anche in tour con Pino Daniele, un lungo viaggio che è partito da Cesena a fine marzo e prosegue per tutto aprile e maggio in Italia, con una coda di tre giorni (a giungo) negli States. «È già da qualche tempo che nella mia live band trovano posto musicisti come Omar Hakim e Rachel Z, siamo un gruppo affiatato e ci possiamo permettere qualunque cosa sul palco. Per questo motivo lo spettacolo sarà molto musicale, senza troppa attenzione al lato produttivo, come spesso succede con i concerti americani. Ho deciso di riproporre dal vivo anche pezzi molto vecchi e che non suono da un sacco di tempo, quindi sarà l’occasione per una bella festa». A proposito di vecchie canzoni e di ricordi, è storia recente quella del tour assieme ai vecchi compari della scena rock napoletana come James Senese, Rino Zurzolo e Tony Esposito. «È stata una bella rimpatriata, ma lo è stata proprio perché sapevamo che sarebbe durata lo spazio di un tour, senza rigurgiti di nostalgia. Preferisco guardare avanti, al futuro».
Agenda
LIVE
Gli appuntamenti imperdibili di aprile selezionati per voi da Onstage.
CAPAREZZA 06/04 Matera, 11/04 Firenze, 13/04 Verona, 21/04 Catania, 24/04 Genova
ELIO E LE STORIE TESE 02/04 Napoli, 03/04 Teramo 04/04 Matera
GOMEZ 13/04 Bologna, 14/04 Milano
Cultura
Party Time in Milan
Durante il Salone del Mobile, Milano non è solo il centro internazionale del design, ma anche (e soprattutto) la capitale del divertimento grazie al programma dell’Elita Festival. Ecco una lista degli eventi musicali da non perdere. SINEAD O’CONNOR 24/04 Milano
di Niccolò Arati
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trade piene di persone, colori, feste e tanta musica. Anche quest’anno il Fuorisalone si anima - dal 18 al 22 aprile - grazie all’Elita Festival, giunto alla settima edizione con un cartellone ricchissimo di appuntamenti: si comincia mercoledì 18 aprile al Teatro Franco Parenti - il cuore delle feste firmate Elita con Mr Scruff, mentre alle Terme di Porta Romana ci sarà il Redbull Music Academy Splash Party. Il giorno successivo i fari sono puntati su una grande jam di musicisti, sempre al Parenti, con Little Dragon, Walls City Users e uno dei gruppi rivelazione del panorama indie: gli Iori’s Eyes. Il Plastic torna ombelico della movida milanese con tre djset - Soul Clap, The Electricalz e TGV - facendo da contraltare
al live di Jessie Evans al Magnolia, senza dimenticare B_Team, Dodge & Fuski con Porlix al Bitte. Rush finale: venerdì 20 aprile gli Esperanza di Cecile live sempre al Bitte, mentre ai Magazzini Generali c’è Richie Hawtin con Maya Jane Coles e Lele Sacchi. Sabato 21, al Live di Trezzo (MI), ecco l’appuntamento più atteso di questo Festival: Skrillex, nuovo guru della musica elettronica mondiale, firma con il suo show esplosivo l’apoteosi della settimana più attesa della night life milanese. Si chiude domenica con due location di riferimento: il Rocket propone il “closing party” mentre il Franco Parenti festeggia con il tradizionale Sundaypark (mercatini vintage, vino, birra e musica live con Jamie Jones, Tale Of Us e Actionframe).
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THE CYBORGS 05/04 Vignola (MO), 07/04 Seregno (MI), 08/04 Torino, 13/04 Padova 14/04 Imperia
FACE2FACE I biglietti del tour dei Marlene Kuntz sono in vendita presso i negozi Fnac!
MARLENE KUNTZ
Smorzata l’eco della loro partecipazione al Festival di Sanremo (ma ci abbiamo pensato noi a riparlarne), i Marlene Kuntz sono pronti per portare in tour - l’ennesimo di una lunga e fruttuosa carriera - i brani di Canzoni per un figlio. Un progetto fortemente sentito e altrettanto particolare, di cui Cristiano Godano e Riccardo Tesio ci hanno svelato i dettagli.
live
di Stefano Gilardino
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15/04 Ancona, 20/04 Roncade (TV)... Il calendario completo del tour dei Marlene Kuntz su onstageweb.com
asciando da parte le polemiche e l’esibizione lare. Andando a ritroso nel nostro repertorio, abbiamo do, invece, è stato traumatizzato dal metal... (risate, ndr) in senso stretto, i Marlene del dopo Sanremo si quindi individuato le opzioni che parevano migliori e Riccardo: Non è vero, ma comunque in casa mia si ritrovano comunque con un album da promuo- poi, successivamente, abbiamo lavorato sul suono e su ascoltava pochissima musica, quindi il mio percorso si vere e molti concerti già in programma. Di che come reinterpretarle. è sviluppato grazie ai compagni di scuola con cui ci si disco si tratta? Tuo figlio ha l’età giusta per il discorso che hai appena scambiavano pareri e consigli. Credo che il mio primo Riccardo: Premesso che andare a Sanremo senza un la- fatto. Ha ascoltato il vostro album? 33 giri in vinile sia stato Get The Knack dei Knack, l’alvoro da promuovere è un po’ come tirarsi la zappa sui Cristiano: Non lo so, io non l’ho costretto a farlo (sorride, bum che contiene My Sharona. Poi sono arrivati gli Who. piedi, noi eravamo consci che il pubblico a cui ci stavamo ndr). Sai, mio figlio si sta avvicinando al nostro mondo un Cristiano: Anche tu con gli Who? I miei primi tre dischi rivolgendo in quel momento fosse totalmente a digiuno po’ di nascosto, credo ne sia estremamente affascinato. È comprati da solo sono stati Who’s Next, più due cose di della nostra storia. Quindi, non volendo rimettere sul stato con me per buona parte del festival, l’ho catapultato Ted Nugent e Echo & The Bunnymen. mercato un altro greatest hits - ne abbiamo pubblicato in una specie di favola e ora a casa credo abbia la voglia Il mood del disco è molto particolare, come quello di una uno nel 2009 - abbiamo pensato a un album che potesse e gli elementi per penetrare in questo tipo di mondo. Pre- band che suona i pezzi in maniera meno impetuosa che in raccontare chi siamo a chi non ci conosce, ma accontenta- ferisco che gli arrivino dei messaggi quasi subliminali, passato. Come sarà lo spettacolo dal vivo? re anche chi possiede la nostra discograCristiano: Stiamo finendo di prepara«L’atmosfera di Canzoni per un figlio è quella che ci interessa re tutto quanto quindi se dico che anfia completa. Quindi Canzoni per un figlio, oltre a contenere l’inedito del festival e cora non abbiamo presente al 100% proporre anche dal vivo, perché le nuove versioni ci paiono un altro brano mai uscito prima, Pensa, come sarà è la pura verità. In linea di anche migliori di quelle vecchie» Cristiano Godano offre delle versioni differenti di alcuni massima, però, l’atmosfera di Canzonostri pezzi. Crediamo sia un buon compromesso, anche che rifletta a fondo sulle cose e le faccia sue. Un po’ come ni per un figlio è quella che ci interessa proporre anche perché il disco d’inediti vero e proprio è ancora in fase di quando leggi una poesia, non puoi avere la pretesa di in sede live, perché le nuove versioni ci paiono anscrittura e non vedrà certamente l’uscita a breve. capirla subito, devi aspettare che ciò che si è sedimenta- che migliori di quelle vecchie. Personalmente creCome avete scelto i pezzi da inserire? to dentro di te faccia il suo lento lavoro. È ovvio che un do che Trasudamerica, per esempio, con la tromba di Cristiano: Abbiamo fatto un lungo lavoro di scrematura ragazzino di 14 anni non possa comprendere certe cose, Roy Paci, si avvicini di più all’idea originaria del pezzo. perché l’idea era quella di mettere insieme dei brani che ma il regalo sta proprio nell’avergli fornito i mezzi per Riccardo: Dal vivo non potremo avere Roy o riproporre avessero nei testi qualcosa di accomunabile a Canzone per cominciare a farlo. gli arrangiamenti d’archi di Davide Rossi, ma l’idea è un figlio. Tra l’altro il booklet del disco è una specie di Qual è stata la vostra educazione musicale? di seguire il percorso del disco. Oltre a quello, che libretto adatto a un ragazzo adolescente. Ho pensato a Cristiano: Non ricordo esattamente l’età, ma è stata dura una sessantina di minuti, stiamo arrangiando anun padre che lo regala al figlio e gli suggerisce di leggere mia mamma a condurmi verso la musica, comprando- che molte altre canzoni per il live, visto che non siamo i testi introduttivi in modo che possano essere recepiti mi spesso dei 45 giri dei Beatles, per esempio, oppure mai capaci di suonare meno di due ore. Qualche volta nel modo giusto, ma personale, che stimolino una rifles- gli LP di musica classica che si trovavano in edicola. abbiamo provato a preparare delle scalette di durata sione in qualche modo. Per ogni brano c’è una piccola Sono andato a scuola di piano da giovane e poi credo inferiore, ma poi abbiamo lasciato perdere. Tanto, alla spiegazione, una guida all’ascolto se vogliamo, qualche di aver continuato da solo da adolescente, prima sco- fine, ci divertiamo sul palco e allora tanto vale restarci riga che giustifica la scelta di quella canzone in partico- prendo i cantautori e la PFM e poi tutto il resto. Riccar- un po’ di più.
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FACE2FACE I biglietti del tour di Nina Zilli sono in vendita presso i negozi Fnac!
NINA ZILLI
Definirla “artista donna del momento” non è un azzardo. Oltre alle buone impressioni raccolte a Sanremo, è piaciuta al fianco di Panariello. E piace il suo nuovo disco, che a partire da aprile porterà dal vivo nei club italiani. Nina Zilli è una di quelle femmine - per usare un termine a lei caro - che riescono bene in tutto quello che decidono di fare. Anche chiacchierare con lei, di musica e artisti, è decisamente piacevole. 10/04 Firenze, 11/04 Roma, 13/04 Napoli...
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di Francesca Vuotto - foto: T. Thorimbert
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Il calendario completo del tour di Nina Zilli su onstageweb.com
ominciamo dal nuovo disco L’amore è femmina. chi a quando suona il basso o la Jaguar distorta. Quando ptations, tra gli altri. Cosa lo caratterizza? gliel’ho chiesto mi ha risposto in rigorosissimo accento siTi dispiace che la tue radici non siano comprese? è un album con un suono molto preciso, in cui si ciliano “Ceeeerto!”. In realtà no. La musica è quella cosa lì, se un brano ti piace distinguono bene le due mani che vi hanno lavoAnche lei ha un’immagine un po’ retro e ama giocare con e lo senti nella pancia va bene, chi se ne importa dove è rato: da una parte ci sono io con le melodie, i testi e gli questo aspetto, basti pensare all’ultimo tour acustico che stato inciso e chi ci ha suonato, eccetera. Quelle sono fisse arrangiamenti dei fiati e degli archi, in cui si colgono tutti i aveva un taglio decisamente anni Cinquanta. che possono venire a noi che, lavorando in questo campo, miei riferimenti alla Motown, al soul e all’Italia degli anni La musica, come ogni forma d’arte, rimanda sempre a sé partiamo da un altro livello. La musica deve arrivare. Sessanta. Dall’altra c’è la mano più moderna di Michele ed è proprio mescolandola con quello che ti capita e hai in Partecipando a Panariello non esiste hai incontrato Canova fatta di campioni, loop e sintetizzatori che, come testa che nascono esiti nuovi. La stessa Motown all’epoca tanti musicisti, chi di loro ti ha colpito di più? dico io, impazza un po’ ovunque. Ne è venuto fuori un era accusata di attingere alla musica dei bianchi, ma è così Comincio da chi lavora con me, cioè il trombettista Fabrialbum al passo con i tempi e molto contaminato, con tutta che è nato il nuovo stile. Oggi è difficile distinguersi dal- zio Bosso: adoro il suo gusto. A volte la tecnica sfocia in soquell’Inghilterra che ho in me e che non avevo messo nel la massa ma anche essere capiti. Spesso i riferimenti non luzioni troppo difficili e si perde l’amore che rende i pezzi disco prima, penso alle chitarre distorte di belli per tutti. Gli stessi brani jazz più ap«Non m’importa se le radici della mia musica non sono colte prezzati sono fatti di tre note. La difficoltà Paul Weller, Style Council e dei Clash. Ho letto che hai usato anche suoni e da tutti. Se un brano ti piace e lo senti nella pancia va bene, sta nell’essere semplici senza essere banali strumenti molto particolari. e credo che in questo Fabrizio sia bravissichi se ne importa dove è stato inciso e chi ci ha suonato» Sì, ci siamo divertiti a usare vecchi sinmo. Se devo pensare agli ospiti veri e protetizzatori come l’Arp solina, il primo strumento usato per vengono colti oppure sono fraintesi, magari ricollegati ad pri, mi è entrato nel cuore James Taylor, un figo pazzesco e riprodurre il suono degli archi, che ovviamente al giorno altri che sono solo espressione di mode momentanee, non una persona alla mano. Durante le prove, quando sul pald’oggi ha un sapore marcissimo! Però non ci siamo ferma- ai modelli originari. La verità è che alla fin fine succede co puoi non rispettare le posizioni che invece devi manteti qui, perché poi con Pinaxa (l’ingegnere del suono Pino quel che succede, non sai mai come va a finire. nere in diretta, andava sempre vicino a Fabrizio e cercava Pischetola, ndr) abbiamo passato tutto dentro al Binson La Motown, il soul e il blues a cui ti ispiri, in Italia non quel contatto che di solito hai con i tuoi musicisti, è staEchorec, un’eco degli anni Cinquanta utilizzato anche dai sono esattamente popolari. to disponibilissimo. Devo dire che più incontro i granPink Floyd, così questi elementi elettronici hanno acquisi- La cosa pazzesca che succede con questi generi è che spes- di che hanno fatto la storia della musica e più mi rendo to un suono nuovo. sissimo se dici, per esempio, Otis Redding o The Ronettes conto che sono rimaste delle persone normali e che è anche È un disco che vanta collaborazioni importanti: Car- ti trovi davanti facce perplesse, ma se canticchi Sittin’ On per questo che sono arrivate dove sono. Vale per Baglioni, men Consoli, autori come Pacifico e Diego Mancino. The Dock Of The Bay o Be My Baby tutti capiscono di chi Ranieri, Ferro. Ecco, adoro Tiziano. Carmen Consoli, grandissima femmina! Per L’amore è stai parlando. Ci sono artisti che sono molto più pop di Possiamo quindi aspettarci un duetto con lui? femmina ho voluto collaborare di più rispetto al primo e quel che si pensa, anche se la gente non lo sa. Ci sta che Ricordo che è venuto a sentirmi in concerto qui a Milano quando ho pensato con chi avrei voluto scrivere lei è sta- nel tempo restino le canzoni, però è un peccato che tanti proprio dopo Sanremo 2010 (a cui Nina ha partecipato con ta la prima che mi è venuta in mente. Ho visto tantissimi big non vengano abbinati ai loro pezzi, soprattutto perché L’uomo che amava le donne, ndr). Me lo sono trovata lì tra il suoi concerti e la amo in tutte le sue sfumature, da quando tante volte ne sono proprio gli autori. Lo stesso discorso pubblico e mi ha proprio stupita. Lancio un appello: se ne fa il concerto con la chitarra acustica e il quartetto d’ar- vale anche per altri miei miti, penso a Sam Cooke e ai Tem- avesse voglia, con me avrebbe carta bianca!
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I biglietti del tour di Tiziano Ferro sono in vendita presso i negozi Fnac!
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TIZIANO FERRO
la differenza tra LUI e gli ALTRI Tutti conoscono le qualità di Tiziano Ferro fin dal primo momento in cui la sua musica ha cominciato a farsi notare, nel 2001. Merito del talento che il musicista di Latina ha avuto in dono venendo al mondo, ma non solo. Tzn, come amano chiamarlo i fan, ci ha messo molto di suo, soprattutto in termini di coraggio. È una persona e un artista molto coraggioso. Ce lo ha confermato raccontandoci la genesi del suo ultimo disco, L’amore è una cosa semplice. Ecco la prima parte della nostra intervista a Tiziano (la seconda sul numero di maggio)
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10/04 Torino, 13/04 Bologna, 15/04 Eboli, 17/04 Acireale... Il calendario completo del tour di Tiziano Ferro su onstageweb.com
di Stefano Gilardino - foto: Francesco Prandoni
on serve nemmeno chiedergli (alla batteria), e incidere un disco - il quinto in se è felice, per parafrasare un assoluto - capace di racchiudere dieci anni di famoso film italiano. Bastano carriera in una manciata di canzoni. un sorriso aperto e rilassato Una delle parole fondamentali per comcome quello che ci riserva e le lunghe intervi- prendere l’ultimo progetto artistico di Ferro è ste che hanno fatto la fortuna di parecchi gior- proprio “band”. «Sento sempre il bisogno di connali negli ultimi mesi. Dietro a questa serenità frontarmi con altre persone, di conoscere punti di d’animo ci sono alcuni momenti chiave, a ben vista diversi dal mio. Per esempio, per L’amore è vedere: il venire a una cosa semplice patti con la propria c’erano la necessi«Sento sempre il bisogno omosessualità, per tà e la curiosità di di confrontarmi con altre esempio, con la scoprire il parere di persone per conoscere punti conseguente scomusicisti importandi vista diversi dal mio. Per perta della bellezti come quelli che i brani di L’amore è una cosa za dell’amore, ma poi hanno partecisemplice volevo scoprire il pure un percorso pato alle session. In artistico che l’ha parere di musicisti importanti» studio abbiamo rifinalmente portato creato un ambiente verso la culla di quel suono r’n’b che da sem- da band, oserei dire, per consentire a tutti quanti pre rappresenta la base del suo sound. Con il di suonare insieme, in contemporanea, dando vita produttore Michele Canova, Tiziano nell’esta- a una sorta di legame che permettesse alle musiche te 2011 è volato negli States per mettere in di diventare una specie di botta e risposta tra gli piedi una vera e propria band, formata da strumenti». Tiziano non ama le registrazioni mostri sacri come Mike Landau (alla chitarra), asettiche, con tutti i musicisti separati, ognuno Reggie Hamilton (al basso) e Vinnie Colaiuta in una stanza differente, sebbene sia un meto-
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Tiziano Ferro
SMILE! Le foto che trovate in questo articolo sono state scattate dal nostro Francesco Prandoni prima della conferenza con cui Tiziano ha presentato l’album alla stampa lo scorso dicembre (a Milano)
do più economico che molti suoi colleghi usano. «È facile sto motivo, la scelta di emigrare per un certo periodo a incredibile. Spero di non avergli rovinato la sorpresa! Tornando prendere un bassista, tenerlo tre giorni, fargli incidere le sue Los Angeles ha delle ottime ragioni di fondo. Senza con- al discorso precedente, è stato interessante lavorare con persone parti e poi sotto a chi tocca, ma non era ciò che volevamo. C’è tare, poi, la presenza come ospite di un certo John Le- sconosciute a livello personale, perché si sono avvicinate a me costato di più, ma i risultati sono chiaramente diversi e miglio- gend, uno dei cantanti r’n’b più celebri al mondo tanto senza nessun preconcetto e senza voglia di adularmi». ri. Ho avuto l’occasione per stare in studio più Adulazione è un termine forte, ma certo in a lungo e si è creato un bel clima di amicizia e Italia Tiziano Ferro è un nome famoso, a Los «La voce traduce quello che stai provando collaborazione tra me e i musicisti: abbiamo parAngeles non proprio. «Collaborare con gente a livello emotivo e quindi più sei legato lato, ci siamo confrontati in maniera costruttiva di quel calibro ha anche alleggerito di molto la e contratto, più la voce ne risente. Se ti liberi e questo non sarebbe successo se avessimo regitensione dalle mie spalle: sapevo che, con musidi pesi e preoccupazioni, la voce è la prima strato in un altro modo». cisti del genere, sarebbe stato tutto più semplice cosa che migliora» e ho avuto ragione. Una volta che ho capito che LAVORARE CON CALMA la fiducia in loro era ben riposta, mi sono potuto Sarà pure una cosa semplice l’amore, ma ottenere un cli- per dare un’idea ai pochi che non lo conoscono. «John è concentrare solamente sulle faccende di mia competenza». Il ma di amicizia e produttività in studio di registrazione è decisamente il top quando si parla di certa musica e sono felice canto per esempio. «Devo ammettere che è stato interessante una faccenda complicata, specialmente quando ti chiami di aver collaborato con lui per Smeraldo che, con la sua pre- cantare con una band che non capiva le frasi che mi uscivano Tiziano Ferro, una macchina da milioni di copie (vendu- senza, si è trasformata in Karma. Tra l’altro mi ha fatto sentire dalla bocca. Nessuno aveva letto i miei testi per cui ho potuto te) e dagli standard qualitativi altissimi. Anche per que- un disco di un ragazzo che sta producendo, Miguel, davvero lavorare con tranquillità sul suono delle parole senza che nessuno ne comprendesse il significato. Così facendo ho avuto la possibilità di limare e terminare le liriche fino a quando mi sono sentito sicuro di cantarle e farle conoscere a tutti. Anche questo è servito a far crollare delle eventuali inibizioni e a lavorare con la massima calma». L’attitudine internazionale di Tiziano Ferro si nota anche dalle molte collaborazioni che l’artista ha collezionato nel corso della sua carriera. Non solo musicisti italiani, Tzn ha lavorato anche con grandi star della musica mondiale. LA VOCE DELLA MATURITà Molte sono le collaborazioni di cui Tiziano può vantarsi: Franco Battiato ha firmato il testo de Il tempo stesso, inciso È proprio lo strumento personale di Tiziano, la voce, in duetto con il cantautore di Latina per l’album Alla mia età (2008), ricco di featuring. Qualche esempio? La paura quello che presenta miglioramenti costanti e apprezzabinon esiste è stata scritta a quattro mani con Laura Pausini, la hit Indietro (chi non si ricorda «Notizia è l’anagramma li. Non più legato a uno stile particolare, ma capace di indel mio nome?») è di Ivano Fossati, mentre la versione inglese Breathe Gentle è cantata in duetto con Kelly Rowland, terpretare con passione e tecnica qualunque genere muex-membro delle Destiny’s Child. Diverse sono anche le collaborazioni che hanno visto Tiziano cantare in inglese: sicale. Già in passato l’abbiamo visto alle prese anche con per esempio il singolo Universal Prayer, dove duettava con Jamelia, o il brano Each Tear, primo singolo per il mercato situazioni paradossalmente distanti dal proprio percorso italiano di Stronger With Each Tear, l’album di Mary J. Blige. La versione italiana di Breathe Easy dei Blue, A chi mi dice, - vedi la collaborazione con i suoi amati Linea 77 nel braè stata curata proprio da Ferro. Al palmares del cantautore di Latina vanno aggiunte le collaborazioni del suo ultimo no Sogni risplendono - e la sua ultima fatica discografica ha lavoro, L’amore è una cosa semplice, tra cui il duetto con John Legend nel brano Karma, versione in lingua inglese di confermato come la maturità anche anagrafica sia servita Smeraldo. Nello stesso disco, Tiziano incontra anche Nesli (cantando La fine, contenuta anche nell’album Fragile - Nea rendere il suo tono vocale ancora più affascinante. «Cresliving Vol. 2, 2009) e Irene Grandi, che scrive il testo e la musica del brano Paura non ho. M.M. do che la voce sia il traduttore simultaneo più credibile di quello che stai provando a livello emotivo e psicologico, quindi più sei
TIZIANO & FRIENDS
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Tiziano Ferro gere, specialmente quando l’inquietudine si trasforma in milioni di dischi venduti, numeri uno in classifica e singoli in rotazione su tutte le radio. «Quando fai questo mestiere da giovane, vivi anche l’incoscienza, e le preoccupazioni dovute all’età sono peculiari del momento storico in cui viviamo. Penso sia normale tra i venti e i venticinque anni sentirsi tormentati e reputarsi delle persone in divenire anche perché, a dire la verità, diventiamo maggiorenni solamente sulla carta d’identità. Per il resto abbiamo moltissime cose da imparare ed è necessaria una decina di anni per riuscire a maturare sul serio. Possiamo dire che è un processo che ti porta a migliorare, anche a peggiorare in alcuni casi, e io credo di aver fatto lo stesso tipo di cammino anche a livello discografico. Non per niente, i miei album sono molto differenti uno dall’altro». LA DIFFERENZA TRA I MIEI ALBUM Non devo affannarmi troppo, mentre scrivo questo articolo, per individuare le frasi da sottolineare, quelle che servono veramente per spiegare l’essenza di un vero artista. Una che accompagna da sempre Tiziano è proprio quella che ribadisce la sua capacità di reinventarsi e sperimentare, di cambiare pelle pur mantenendo un’identità ben precisa e riconoscibile. «Non ho mai tentato di rifare Xdono, Rosso relativo o Stop! Dimentica. Quelle sono canzoni che esistono già, la vera sfida è tentare di comporne altre che reggano il confronto. Il fatto, in questi dieci anni di carriera, di aver potuto contare su un affetto pazzesco da parte del pubblico e il privilegio di piacere a così tanta gente mi hanno spinto a rischiare, a osare di più ogni volta che si cominciava la lavorazione di un album. Grazie ai miei fan io posso lavorare con serenità e maturare in totale autonomia, senza l’ansia di dovermi sempre confrontare con le leggi di mercato o con le classifiche di vendita». Dieci anni di carriera, come ricorda lo stesso artista, eppure qui in Italia c’è ancora chi lo definisce una giovane promessa del pop. «Fa molto ridere se ci pensi, rende anche l’idea del paese in cui viviamo, dove la gioventù è spesso solo sinonimo d’inesperienza. Molti artisti al mio posto magari avrebbero pubblicato un bel best of celebrativo, ma avevo troppi brani inediti da tirare fuori, sarebbe stata una pessima mossa. In qualche modo, però, L’amore è una cosa semplice è una raccolta, una conseguenza della mia evoluzione come uomo e musicista; diciamo che il disco è lo scrigno dei miei ultimi dieci anni, comprese le migliaia di album che ho ascoltato in questo lungo periodo di tempo». Uno dei punti di forza di L’amore è una cosa semplice, infatti, è la grande varietà di atmosfere e suoni, tenuti assieme dalla personalità di Tiziano Ferro, capaci di spaziare verso strade poco battute anche dal cantante laziale. E questo deriva soprattutto dalla sua curiosità innata e dalla capacità di capire anche ciò che gli altri hanno da offrire. E se tra i suoi ascolti recenti spiccano cose differenti come Fleet Foxes e Drake, la sua discoSUPERTOUR. La tournée di Tiziano Ferro comincia il 10 aprile a Torino, mentre la chiusura - nel momento in cui scriviamo - è fissata per il 14 luglio teca personale mostra una versatilità molto interessante. allo Stadio Olimpico di Roma. In totale i concerti sono 24, compreso quello del 23 maggio a Zurigo. «Sono cambiato molto dopo aver vissuto per cinque anni in legato e contratto, più la voce ne risente. Fisiologicamente, i emozioni e le preoccupazioni stavano limitando le mie capacità Inghilterra, forse quello è il paese in cui ho compreso veramente muscoli che servono a spingerla fuori con tutta la sua potenza vocali in maniera evidente. Una volta iniziato il percorso di ri- cosa significhi la varietà musicale. Ho ascoltato di tutto: pop, sono quelli che si contraggono di più quando non stai bene, per lassamento con la logopedia, tutto è tornato al proprio posto». rock, metal, jazz, blues, soul, pop rock, che è una miscela ancui è ovvio che le due cose siano intrinsecamente cora diversa, hip hop, r’n’b, elettronica, techno. connesse. Se riesci a liberarti di pesi e preoccuOgni locale, durante la settimana propone mu«Non ho mai tentato di rifare Xdono, Rosso pazioni, la voce è la prima cosa che migliora». siche diverse e tutti ne fruiscono in maniera relativo o Stop! Dimentica. Quelle sono canzoni completamente libera. Questo mi è servito a In effetti, tutti gli esercizi di canto o di loche esistono già, la vera sfida è tentare di gopedia sono in realtà metodi efficaci di rivincere certi preconcetti, anche a livello di scritcomporne altre che reggano il confronto» lassamento. «Per un certo periodo di tempo mi tura delle canzoni, e ha dunque condizionato in sono preoccupato molto perché non riconoscevo maniera positiva il mio lavoro. Io amo molto la la mia voce quando mi risentivo cantare: questo ha creato delle Ritornando alla maturità, un’altra delle parole utili per canzone italiana e mi esprimo nella mia lingua, un fattore che grosse ansie e mi ha costretto a consultare alcuni dottori che mi inquadrare il nuovo corso di Tiziano Ferro, è facile capire determina certe scelte stilistiche e compositive, ma sono semhanno rassicurato a riguardo. Non c’era nulla di “meccanico”, come sia stata una conquista difficile, lenta e faticosa. Il pre più convinto che la musica sia globale e senza una precisa se così possiamo dire, che non andasse in me, semplicemente le cliché che vuole l’artista tormentato è difficile da sconfig- identità».
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Dopo il lungo Eden Tour del 2011, i Subsonica hanno deciso di celebrare i quindici anni del loro primo disco con una serie di date che ripercorrono - con la scenografia, la scaletta e persino la strumentazione - la loro storia dal 1997 a oggi. Dall’uscita di SubsOnicA il mondo è profondamente cambiato e con esso la musica. Sono cambiati anche i torinesi, che pure non hanno smarrito l’antico amore per il loro mestiere, che è soprattutto una grande passione. Poco prima che la band partisse per l’Europa, Boosta ci ha parlato di tutto questo. di Marcello Marabotti - foto: Francesco Prandoni
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otto il cielo di Torino si nascondono misteri, Casacci, invece, Subacqueo, già titolo di un brano degli leggende e sussurri mescolati con formule ge- Africa Unite. La spunta la ragazza di Max, con Subsonica. ometriche, movimenti geografici e beat elet- Nel 1997 esce il primo album della superband, eponimo, tronici. La città è il vertice di due triangoli: il anticipato dal singolo Istantanee. Centinaia di demoni primo - di magia bianca - la unisce a Praga e Lione, men- sono saliti a Torino in questi 15 anni per comprare i sei tre il secondo – di magia nera – la lega in una ragnatela album della band, da Microchip emozionale a Eden, passanesoterica con Londra e San Francisco. Qui, nell’estate del do per Amorematico, Terrestre e L’eclissi. Ora, i Subsonica 1996, si ritrovano i migliori esponenti della scena musi- si sono messi in testa di riportare dal vivo i brani recenti cale alternativa torinese. Max Cae le prime storiche canzoni, su un sacci, ex componente degli Afripalco spettacolare in cui ripren«Negli anni Settanta ca Unite, Ninja, batterista della deranno i vecchi strumenti del il “no future” era una Vanoni forte delle esperienze con scelta - il punk sceglieva primo tour, per una serie di date Karamamma e Base, Pierfunk, che toccheranno l’Italia e l’Eurodi non avere futuro ed già collaboratore della Bertè e pa. È Boosta a parlarci del nuovo era una forma di Marcella Bella, Samuel e Boosta, progetto dei Subsonica. ribellione - ora è un dato che suonavano negli Amici di di fatto, perché la Roland. Cinque musicisti, come Nel 1997 uscivano Ok Comsituazione sociopolitica puter dei Radiohead, Dig Your le cinque punte della stella che si è quella che è» forma unendo gli edifici sabaudi Own Hole dei Chemical Brodi Torino: la basilica di Superga, thers, Home Work dei Daft il castello di Rivoli, quello di Moncalieri, le palazzine di Punk. Moriva Lady Diana e un computer vinceva una Stupinigi e Venaria. partita a scacchi contro un essere umano. In mezzo a All’ombra della Mole, Samuel propone di chiamare il tutto questo usciva il vostro primo lavoro, SubsOnisuper gruppo Sonica come la canzone dei Marlene Kuntz. cA. Come è cambiato il mondo in questi quindici anni?
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I biglietti del tour dei Subsonica sono in vendita presso i negozi Fnac!
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21/04 Mantova, 23/04 Milano, 26/04 Torino... Il calendario completo del tour dei Subsonica su onstageweb.com
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Tutto è cambiato, tutto scorre molto più veloce. I tempi si stanno accor- prima volta, la musica elettronica diventava mainstream, si andava nelle ciando drammaticamente. La percezione è grave, sembra che ogni cosa discoteche, nelle sale da ballo rock e si potevano ascoltare i Rage Against si bruci in fretta, che non ci sia futuro. Mentre negli anni Settanta il “no The Machine e poi i Daft Punk. C’era quella sorta di commistione di gefuture” era una scelta - chi era punk sceglieva di non avere futuro ed neri che ha permesso all’elettronica di avere lo stesso impatto del rock. era una forma di ribellione - ora è un dato di fatto, perché la situazione Il presupposto dei Subsonica è sempre stato quello di provare come cinsociopolitica è quella che è. L’unica speranza sono le rivoluzioni portate que musicisti possano rievocare le stesse suggestioni di una dancehall. dalle primavere (quella araba su tutte), in grado di scatenare ancora scin- Ci trasformiamo in “non-musicisti” per campionare i nostri strumenti e tille. Magari una prende fuoco e genera un cambiamento radicale. creare la forma canzone, con strofa e ritornello, facendo riferimento alla Certo questo cambiamento ha toccato anche la musica. Cosa resta? musica dei club. La musica è privilegiata rispetto alle altre forme d’arte. Puoi passare una In questi 15 anni c’è mai stato un momento in cui vi è sembrato che vita intera senza entrare in un museo ma è improbabile che passi una le speranze e i sogni iniziali avessero lasciato il posto a qualcosa di vita intera senza avere qualche canzone che ti ha cambiato la vita. Inol- diverso? tre, penso che il mercato discografico regolato con i contratti del secolo Io non ho mai voluto fare altro, suono con grande passione e sono fescorso e con le registrazioni fonomeccaniche stia andando decisamente a lice che tante persone possano ascoltarmi. Verso la commerciabilità ho morire: quel tipo di industria è destisempre avuto un approccio laico, come nato a cambiare, anche le percentuali i Subsonica. In generale abbiamo la co«Puoi scaricare un disco ma non di download si stanno ribaltando con scienza di fare quello che ci piace, ed puoi downloadare la fisicità di un l’aumento del download legale. Un è frutto di una crescita di noi cinque, concerto. Per i Subsonica, che hanno altro aspetto secondo me fondamenanche se naturalmente le dinamiche fondato la loro carriera sul suonare sono cambiate: all’inizio scrivevamo tale è l’esperienza live, assolutamenporta a porta, palco dopo palco, te irripetibile: puoi anche scaricare in tre, ora scriviamo tutti, si è allargaè una buona cosa» un disco ma non puoi downloadare to il nucleo e le interazioni sono a più il momento, la fisicità di un concerto. mani. Ma resta la meraviglia, come le Per un gruppo come i Subsonica, che hanno fondato la loro carriera sul influenze. Conosco molti scrittori che non leggono niente perché temono suonare porta a porta, palco dopo palco, è un dato che mette assoluta- di essere troppo contaminati nella scrittura. Io, invece, quando scrivo mente di buon umore. ascolto un casino di musica perché spero che m’influenzi: secondo me, la Con il primo album, SubsOnicA, avete fatto il grande salto, da esor- capacità dovrebbe essere quella di rimodellare a seconda della tua persodienti a realtà importante della scena alternativa italiana. Come è sta- nalità quello che sei e quello che ascolti. D’altronde è la storia della muto quel passaggio? E, soprattutto, com’erano i Subsonica nel 1997? sica, nessun musicista dice di essersi ispirato o di aver copiato qualcuno, Quindici anni fa c’era la meraviglia di poter giocare i numeri della pro- ma è la bugia più grossa che si possa dire: tutti ascoltano e rimodellano, pria vita con la passione. Lo abbiamo realizzato quando ci siamo resi è la capacità di metabolizzare a essere fondamentale. conto che la nostra passione è il nostro mestiere. Quando abbiamo coAdesso cosa gira nel tuo lettore? minciato, avevamo come obiettivo quello di fare la miglior musica che ci Un po’ di dubstep. Non è un genere che apprezzo particolarmente, ma venisse in mente, era un periodo eccezionale: negli anni Novanta, per la nel suo linguaggio ci sono delle cose che riconosco e che mi affascinano:
DISCOGRAFIA
SONICA La discografia completa dei Subsonica.
1997 SubsOnicA
Primo album della band torinese, pubblicato nel 1997 dall’etichetta indipendente Mescal, contiene le hit Istantanee, Radioestensioni e Nicotina.
1999 Microchip emozionale
è probabilmente il loro più famoso album. Indimenticabili Colpo di pistola, Aurora sogna, Tutti i miei sbagli, Liberi tutti e Discolabirinto.
Poliedrico. Davide “Boosta” Dileo è tastierista, compositore, presentatore e anche scrittore: Il suo ultimo libro Un buon posto per morire, scitto con Tullio Avoledo, è stato un successo.
2002 Amorematico
Con Nuova ossessione giunge la definitiva consacrazione. Per un errore, la prima stampa del disco riporta i titoli errati delle ultime quattro tracce.
2005 Terrestre
Dopo tre anni passati on the road i Subsonica tornano con un disco rock oriented. Tra le tracce ricordiamo Abitudine, Incantevole e L’odore.
2007 L’eclissi
La glaciazione, L’ultima risposta e Quattrodieci (il cui video è dedicato alla serie Lost): i Subsonica restano il riferimento per l’electro rock italiano.
2011 Eden
Il ritorno dei piemontesi dopo 4 anni di silenzio discografico: un album dai forti connotati politici, in cui domina il manifesto “Prodotto interno lurido”.
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potrebbe in qualche modo modificare il mio DNA. Per il resto ho fatto un’indigestione di suoni elettronici, davvero di tutto. Anche se l’ultimo disco che ho comprato è quello di Brunori Sas: lo trovo davvero bravo, mi piacciono le sue canzoni e mi piace proprio come suona. Ho letto che in questo Istantanee Tour il palco integra due strumentazioni complete e differenti: una contemporanea e una vintage. È un modo per rappresentare i vostri 15 anni di carriera? La scenografia è stata curata da Massimo “Mamo” Pozzoli, che si occupa di alcune delle migliori produzioni italiane. Mamo ha praticamente inventato un palco che nella sua semplicità è geniale, ha un impatto visivo clamoroso con luci eccezionali. La struttura è modulare, con degli scaloni che permettono di creare tre stage contemporaneamente. Anche visivamente è un concerto diviso in tre parti: si entra da un lato e si vede uno show che ricorda quello di 15 anni fa, molto semplice ma efficace, come eravamo agli inizi. Credo sia bello per le persone che sono cresciute con noi rivivere quelle sensazioni. D’altra parte è fantastico riviverle e anche farle vivere a chi all’epoca era troppo piccolo per venire ad un nostro concerto. Nelle altre due parti dello spettacolo, invece, il palco si allarga e diventa quello che sono i Subsonica oggi. È uno show molto divertente: ci auguriamo che i pubblico possa avere la sensazione di assistere a più concerti contemporaneamente. In questa tournée c’è anche l’Europa: Bruxelles, Berlino, Londra, Parigi, Barcellona e Madrid. Cosa hanno di diverso dalle città italiane? Sicuramente la differenza principale risiede nella sovrastruttura e nel rapporto con la libertà cittadina: in Europa ci sono molti posti, locali, club e una legislazione più leggera. In Italia, invece, quando vuoi investire in un locale è tutto molto farraginoso, complesso. E poi c’è un
«In Europa c’è più cultura musicale rispetto all’Italia e maggiore melting pot: si incontrano identità diverse, ci sono più serate e più luoghi dove scambiarsi idee. C’è una mentalità più aperta»
Una canzone per citta’. La discografia dei Subsonica è piena di canzoni i cui titoli si possono accostare alle capitali europee che la band visiterà durante il tour. Bruxelles: Strade, Parigi: Istrice, Barcellona: Onde quadre, Berlino: Ali scure, Londra: Il diluvio, Madrid: Istantanee.
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fatto culturale. Ti racconto un aneddoto. Un mesetto fa ho suonato in un club e in pista c’era gente che mandava messaggi e beveva. In quindici anni di dj set non mi era mai successo di vedere disinteresse totale, né di avere la sensazione che la musica fosse semplicemente l’accompagnamento della serata. Ho notato una profonda ignoranza e poco rispetto per la musica stessa. In Europa, invece, c’è più cultura musicale e maggiore melting pot: s’incontrano identità diverse, ci sono più serate e più luoghi dove scambiarsi idee. C’è una mentalità più aperta. Come si libera l’ltalia dal prodotto interno lurido? Occorrerebbe una classe dirigente in grado di affrontare delle riforme che sicuramente poi scontenterebbero - la lobby, il sindacato, il popolo. Ma ci vorrebbero delle persone con senso etico e civico, che poi è quello che manca davvero in Italia: per noi la democrazia è il fatto di cercare di farla franca il più possibile. Se fossimo un paese civile come diciamo di essere non ci comporteremmo così. La nostra è una classe dirigente anziana, seduta, senza una fascia di ricambio cresciuta in questi mesi. E, soprattutto, nella nostra classe politica c’è decisamente mediocrità: manca il profilo alto, oltre alla totale assenza di senso civico, e questo è il dato più preoccupante. Cosa c’è nella valigia di Boosta in un tour? Ultimamente mi sono dato all’e-book. Non sono un purista assoluto del libro, adoro l’odore delle pagine ma ancor di più quello c’è scritto sopra. Per questo tour, ho messo in valigia il Dizionario del ‘900 di Enzo Biagi.
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Il genuino mondo di Noemi Pochi giorni dopo aver posato per lo shooting che vedete in queste pagine - Levi’s® Curve ID veste Noemi durante il Rosso Noemi Tour - la “Leonessa” ci ha parlato del momento, artistico e umano, che sta attraversando. Dall’apertura dei concerti di Vasco alle aspettative per questa tournée, passando per l’ultimo Sanremo (ha ottenuto il terzo posto con Sono solo parole), Noemi si è rivelata sincera come ci aspettavamo.
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di Francesca Vuotto - foto: Jacopo Moschin
aggiungo telefonicamente Noemi tra una prova e l’altra del tour, poco prima della”data zero” di Crema. È entusiasta e solare, proprio come l’abbiamo conosciuta in televisione durante l’edizione 2009 di X-Factor. Percepisco anche una buona dose di grinta, necessaria per destreggiarsi tra le insidie del mondo della musica.La determinazione di sempre e un po’ di sana agitazione sono pronte per essere incanalate e trasformate in energia positiva per i live che l’aspettano. Partiamo proprio da qui.
Come dicevano i Red Hot Chili Peppers in Scar Tissue “siamo passati attraverso il tritacarne ma siamo ancora vivi”. Scherzi a parte, sono entusiasta del fatto che i fan di Vasco abbiano apprezzato la mia band e lo spettacolo, soprattutto se si pensa che all’Heineken abbiamo suonato per ben 40 minuti. Ma c’è sempre ancora tanta emozione e un po’ di mal di pancia, anche se rispetto a un anno fa, musicalmente, mi sento molto più preparata: ho lavorato tanto sulla mia voce. Vorresti vivere diversamente il live? Vorrei essere più rilassata ed è un punto su cui sicuramente lavorerò. Quando sono sul palco, agli inizi, ho una faccia di Dopo aver aperto i concerti di Vasco a Torino e all’Hei- bronzo devastante (che però alle volte mi ha aiutato) ma quel neken Jammin’ Festival 2011, con questa tournée torni nei po’ di emozione che trapela penso mi renda anche più vera teatri. verso il pubIl teatro ha un blico. La vita «La vita mi ha insegnato che cercare di essere qualcosa fascino particomi ha insegnadi diverso da quello che sei è uno spreco di energie, se lare. La musica to che cercare la gente ti vuole bene è per quello che sei» suona sempre di essere qualbene, gli effetti cosa di diverscenici rendono meglio perché si può lavorare con il contra- so da quello che sei è uno spreco di energie, se la gente ti sto tra luce e buio e in generale c’è una dimensione dram- vuole bene è per quello che sei. Se piaci, piaci e se non piaci... matica più coinvolgente. E poi garantisce un contatto più niente drammi! diretto con il pubblico. Gli occhi della gente ti stanno adNon è da tutti questa onestà. Ne approfitto per chiederdosso, ecco perché vivo questo tour nei teatri come un vero ti quanto difficili sono stati gli ultimi anni per te, dopo Xe proprio momento di svolta. Mi fa un po’ paura, ma so che Factor. è necessario. Credo che insistere sulle proprie convinzioni, evitando di Il pubblico di Vasco è sempre molto esigente e non sono dire sì a tutto e tutti, paghi. È un po’ come quando giochi a pochi gli artisti che, trovandosi a suonare prima di lui, si carte: hai in mano quello che hai, è inutile che ti metti a strasono beccati fischi e cori, se non addirittura bottigliate. Tu fare o a barare tanto poi alla lunga non duri. Oppure bisogna invece hai raccolto apprezzamenti. essere dei geni a bluffare, ma io non sono capace e comun-
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que così non mi divertirei. Dopo un’esperienza Con il progetto Levi’s® Curve ID i modelli si come X Factor riesci a vedere un po’ di sole dopo scelgono sulla base delle forme del corpo, indivianni di sacrifici e ti si presentano tante possibilità: duate con le curve Slight, Demi e Bold, piuttosto ci vuole una grande freddezza per essere se stes- che sulla taglia. Cosa ne pensi? si e riconoscere quello che fa veramente per te. È Io ho sempre comprato Levi’s®, per lo più i miticomplicato, perché quando senti complimenti da ci 501 (quando non capitava che li rubassi al mio ogni parte corri il rischio di credere a tutti e a quel fidanzato!). Avendo una conformazione mediterpunto sono veramente cazzi amarissimi. Invece ranea, ho sempre avuto il problema della vita più devi rimanere con i piedi per terra, capire quali stretta dei fianchi, cosa che dava spesso problemi sono le persone e i giudizi sinceri, essere consape- di vestibilità. Con questo progetto invece - trovato vole del talento che hai e degli aspetti su cui biso- che la mia shape è la Bold - ho indossato jeans che gna lavorare. Pensandoci, ce ne sono di cose che mi stavano a pennello. Penso inoltre che questo devo fare. L’importante è fare un passo alla volta, sia un modo anche più rispettoso di concepire il corpo femminile, che non è più inquadrato in base con coerenza. ad un numero ma alle Sentendoti parlare sì sue caratteristiche. Fare capisce il senso dell’ar«Per me i jeans sono un capo delle fotografie indostwork di Rosso Noemi, fondamentale perché si sando i Levi’s® è stato con tutti quegli oggetti adattano perfettamente alla molto divertente perché incastonati dei tuoi capelli: tanti pensieri, idee mia personalità e alle esigenze di solito mi chiedono della vita che faccio» spontaneità e sorrisi, chiare. invece questa volta mi È proprio questo il senso: a parte essere un punto di forza della mia sono dovuta impegnare per un vero servizio di immagine, vedo i miei capelli come un prolunga- moda. Bello! Con questa seconda esperienza di Sanremo ti mento di quello che ho in testa. Quel disegno mi rappresenta, perchè cerco sempre di mettere del sarai abituata ad essere un po’ più impostata e mio in quello che faccio e a maggior ragione nella modaiola, il palco dell’Ariston fa anche questi musica. Ho ripreso l’idea dalla copertina del di- effetti. sco New America di Erykah Badu, di cui sono una È stata veramente una prova importante. E anche grande fan. Bisogna imparare e “rubare” dai più le difficoltà di salute che ho avuto (in una recente grandi e ho voluto riproporre così il mio mondo e intervista a Vanity Fair ha raccontato di aver avuto degli attacchi di panico, ndr) sono stati una conseciò che fa parte del disco. Raccontaci del tuo rapporto con i Levi’s®: tut- guenza di quello che voleva dire quell’esperienti ne hanno avuto almeno un paio nella vita. Tra za, oltre che il risultato di una grande emozione. l’altro, in comune avete anche il colore rosso. Per me è stato un po’ un all in, come dicono i gioPer me i jeans sono un capo fondamentale perché catori di poker Texas Hold ‘em. Mettevo sul piatsi adattano perfettamente alla mia personalità e to tutto quello che ho fatto negli ultimi tre anni, alle esigenze della vita che faccio. Sono un tipo che sono stati anche un trovarsi al posto giusto nel sportivo e mi piace vestire comodo, ma ovviamen- momento giusto: il duetto con Fiorella, il pezzo te ci sono spesso occasioni in cui bisogna essere un di Vasco, Sanremo 2011, che era andato molto po’ più formali. Ormai ci sono modelli e colori che bene. Ho preso tutte queste cose e ho detto “Riti permettono di essere elegante senza rinunciare lancio!”. Quindi è stato un momento un po’ così, ad essere giovane e non ingessata nel vestire. Sono ma credo sia umano. Con questo tour chiuderò un un ottimo compromesso. ciclo.
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I biglietti del tour dei Litfiba sono in vendita presso i negozi Fnac!
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IL NUOVO
SOGNO RIBELLE
pt. 2
Continua il nostro percorso accanto ai Litfiba. Dopo aver parlato con loro del primo disco dopo la reunion, è arrivato il momento di concentrarsi sul tour, che ad aprile entra nel vivo dopo le anteprime di marzo. Chiacchieriamo con Piero e Ghigo della scaletta, dei nuovi brani e del “vecchio” stile, senza negarci qualche deviazione - tra cui, naturalmente, una di stampo politico. Tutto con grande ironia, una delle armi principali con cui i Litfiba stanno riappropriandosi del loro Sogno. di Daniele Salomone - foto: Clopine (Lucia Colombo)
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13/04 Treviso, 14/04 Rimini, 17/04 Genova... Il calendario completo del tour dei Litfiba su onstageweb.com
uesta volta non riesco a incontrarli di per- sempre intorno alle parole “energia”, “adrenalina”, “vesona. Sono chiusi in studio per le prove locità”, “istinto”. È il rock, baby. Ci piace, anche se non è e (giustamente, dico io) vogliono stare semplice come sembra. tranquilli. Ci mettono in contatto telefonicamente ma sinceramente non avverto la Erano tanti anni che non portavate dal vivo un album differenza: Piero e Ghigo sono rilassati come quando li di inediti. Con quale stato d’animo siete saliti sul palco ho visti tra dicembre e gennaio, e ancora più sereni dopo per i concerti di marzo? gli ottimi concerti di marzo, quando a Firenze, Milano e Ghigo: L’emozione è stata grande, ma non cambia molto Roma hanno offerto l’anteprima del Grande Nazione Tour, rispetto a quando porti materiale già rodato, perché è che entra nel vivo ad aprile e continuerà anche d’esta- il contatto con il pubblico a scatenare tutto. Poi, chiaro, te - nel momento in cui li intervisto è stata annunciata c’erano pezzi nuovi ed era veramente tanto che non ci cala data di Firenze, 1 giugno allo Stadio comunale Arte- pitava. Personalmente sono contento di com’è andata, mi mio Franchi. Come ho scritto nella prima parte di questo sembra che la gente abbia reagito bene. Che dici Piero? viaggio nel “nuovo” mondo dei Litfiba, Pelù e Renzulli Piero: Sono d’accordo. Per quanto ci riguarda l’emozione sono artisti e persone comè fondamentale, è il valore plementari anche se non aggiunto. Più sei emozio«Non si può parlare di musica si trovano in studio o sul nato, più c’è adrenalina. E punk, ma di spirito punk si. palco. Mostrano intesa più c’è adrenalina, più c’è Abbiamo cercato di trasmetterlo e complicità al telefono rock. È la nostra formula al pubblico e mi sembra che come quando impugnano vincente. la gente abbia capito a giudicare microfono e chitarra uno a Ghigo: Matematico prodelle prime tre date» Piero Pelù fianco dell’altro. Consideprio. rando quello che c’è stato Piero: Direi addirittura tra loro, non è per nulla scontato. Sinceramente, sembra scientifico (risate, ndr). Scherzi a parte, trattandosi dei tutto molto spontaneo. Vale la pena sottolinearlo, perché primi concerti, con tanti pezzi nuovi e un paio di brani naturalmente sono stati più volte accusati di essersi ritro- vecchissimi riarrangiati per l’occasione (Preda e Cane, ndr) vati per soldi o comunque per interesse. Se anche l’idea c’era da sforzare maggiormente la memoria, perché anavesse sfiorato la testa del sottoscritto, queste tre intervi- cora non avevamo assimilato testi e sequenze di accordi ste in tre mesi hanno cancellato ogni dubbio. Ho tre indi- sufficientemente da suonare e cantare senza pensarci. Col zi, che fanno la prova definitiva. tempo, l’esperienza mitigherà lo sforzo e saremo ancora Non accadeva dal 1999, l’anno del ripudiato Infinito, più sciolti. che Piero e Ghigo salissero sul palco con un disco nuovo In scaletta c’erano ben otto brani di Grande Nazione. di zecca da far ascoltare alla gente. Il tour del 2010 era È stato sorprendente notare come la gente li conoscesse stato una grande festa, certo più semplice che rimettersi a memoria. In fondo l’album era uscito da poco più di in discussione con materiale inedito - anche se incontrare un mese. Merito anche della Rete che rende più veloce la amici di lunga data dopo molto tempo non è mai facile. circolazione? I primi concerti sono andati bene: tanta gente, entusiasta, Ghigo: Glieli avevamo trasmessi noi telepaticamente! (ricantava i brani di Grande Nazione come i vecchi successi, sate, ndr) nel segno di una continuità che i Litfiba hanno deciso di Piero: Molte persone si sono comprate il disco e molte almettere al primo posto nella lista delle priorità. Tutto gira tre lo hanno ascoltato tramite la Rete. A questo punto non
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PIERO FA CINQUANTA. Lo scorso 10 febbraio, Piero Pelù ha compiuto 50 anni. Nato a Firenze nel 1962, il frontman dei Litfiba è apparso in grande forma sia durante i concerti del 2010 che in questo avvio di Grande Nazione Tour. Un’ulteriore conferma di come il rock non sia una questione anagrafica.
si può stare troppo a sottilizzare se uno l’ha acquistato o no, l’im- visto nelle prime tre date. Lo abbiamo anche detto, “preparatevi portante è che la musica circoli. La nostra speranza è che chi si per un concerto fisico”. Perché questo è un live molto fisico, due scarica i pezzi poi ascoltandoli dal vivo capisca che si tratta di un ore e venti di estrema fisicità. Ci sono solo quattro ballate. lavoro di qualità, pieno di contenuti, e che è importante averlo Testosterone a palla. nei propri scaffali, tra i dischi importanti. In ogni caso, Internet o Ghigo: A proposito di testosterone, mi hai fatto venire in mente meno, se la gente cantava i brani di Grande Nazione, significa che che tanti anni fa, durante un nostro concerto a Napoli, una copè piaciuto. Siamo molto soddisfatti. pia si è messa a trombare (risate prolungate, ndr). Lei appoggiata Ghigo: Tutti i brani nuovi sono piaciuti, ma se ne devo scegliere alla transenna e lui dietro. Siamo talmente rock che scateniamo uno che ha funzionato bene dico Grande Nazione: ho sentito una tempeste ormonali! quantità di adrenalina davvero incredibile. Stento a crederci ma mi fido. Adesso che arrivano le date ravPiero: Sono d’accordo con Ghigo, sembra un brano del nostro re- vicinate, sono dolori con tutta questa fisicità. pertorio. In ogni caso più pasPiero: Esatto. serà il tempo e più il pubblico Ghigo: Sì ma è piacevole lo «Quando usi i maxischermi o videowall avrà digerito il lavoro in stustesso. l’attenzione della gente è guidata dio e sarà pronto a ributtarlo Piero: Ghigo dice così perché dalla regia. Diventa uno spettacolo fuori sottoforma di energia. lui può cambiare le corde ogni del regista, simile alla televisione, più Energia mi sembra la pasera, io ho le stesse da cinche un concerto» Ghigo Renzulli rola chiave. I concerti dei quant’anni! (risate, ndr) Litfiba sono buoni per pogare. La stessa frase ce l’ha detta Una roba anni Novanta, e non mi vengono in mente molte band Roger Daltrey qualche settimana fa, prima del concerto di Paitaliane ai cui concerti si poghi, a parte certi gruppi di nicchia. dova del suo nuovo spettacolo. Una bella soddisfazione. Piero: Grande Roger! Non c’è dubbio che i cantanti siano sfavoriPiero: Non c’è dubbio. L’album stesso è stato studiato per essere ti da questo punto di vista. “pogabile” dal vivo. Non a caso è il più veloce della nostra sto- Ghigo: Poco tempo fa ho visto in Tv un recente spettacoria. Una scelta stilistica che ci sta dando grandi soddisfazioni. lo di Daltrey. Ha ancora un fisico pazzesco, con i pettorali e Anzi, ti dirò di più: alcuni brani sono stati velocizzati ulterior- gli addominali scolpiti. E li mette in mostra come una volta! mente per il live. Piero: Si vede che passa più tempo in palestra che al pub... Siamo ai limiti del punk. Parliamo del palco. Mi è sembrata una produzione importanPiero: Non si può parlare di punk in termini categorici, ma di spi- te, anche se non ci sono gli schermi. rito punk sì. È quello che si è cercato di trasmettere al pubblico e Piero: A noi piace la formula del maxi-club, perché nel club c’è mi sembra che la gente abbia capito a giudicare da quello che si è sempre un grande scambio tra pubblico e artisti e la musica è al
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Anteprima La scaletta dei concerti di marzo a Firenze, Milano e Roma Squalo (Grande Nazione, 2012) Dimmi il nome (Terremoto, 1993) Grande Nazione (Grande Nazione, 2012) Prima guardia (Terremoto, 1993) Barcollo (Stato Libero di Litfiba, 2010) Fiesta tosta (Grande Nazione, 2012) La preda (Desaparecido, 1985) Luna dark (Grande Nazione, 2012) La mia valigia (Grande Nazione, 2012) Brado (Grande Nazione, 2012) Tex (Litfiba 3, 1988) Anarcoide (Grande Nazione, 2012) Lulu’ e Marlene (Desaparecido, 1985) Gioconda (El Diablo, 1990) Cane (17 Re, 1986) Cangaceiro (Pirata, 1987) Elettrica (Grande Nazione, 2012) Fata Morgana (Terremoto, 1993) Sole nero (Stato Libero di Litfiba, 2010) Lacio drom (Spirito, 1994) Proibito (El Diablo, 1990) El diablo (El Diablo, 1990) Spirito (Spirito, 1994) Ritmo 2# (Mondi Sommersi, 1997)
Eventi
AFTERHOURS
© Ilaria Magliocchetti
rile FIRENZE | sabato 28 ap C A FN 16 aprile rile FNAC MILANO | lunedì OMA | domenica 29 ap R C A FN dì 17 aprile o FNAC VERONA | marte POLI | giovedì 3 maggi A N C A FN e ril ap 18 U | mercoledì FNAC TORINO LE GR
A quattro anni da I milanesi ammazzano il sabato, gli Afterhours tornano con un nuovo album: Padania.
Nelle Fnac Padania sarà in vendita dal 16 aprile, con un giorno di anticipo sull’uscita ufficiale dell’album.
Scopri il programma completo degli Eventi su fnac.it Libri, cd, dvd, blu-ray, videogiochi, nuove tecnologie, biglietteria, eventi Firenze | Genova | Milano | Napoli | Roma | Torino | Verona
LIVESTYLE Litfiba
«Facciamo musica per noi stessi, per esprimere quello che abbiamo dentro. È una questione di sopravvivenza quotidiana. Se arriva anche il consenso del pubblico è meglio» Piero Pelù centro di tutto. Cerchiamo di riproporre lo stesso concetto in location più grandi, ma non troppo, altrimenti diventa difficile. Non più di dodicimila persone. Ci vogliono dimensione “umane”, così non sei obbligato a usare grandi tecnologie per avvicinarti al pubblico. Ghigo: Anche perché quando usi i maxischermi o videowall l’attenzione della gente è guidata dalla regia. Diventa uno spettacolo del regista più che un concerto. Piero: Mentre noi pensiamo che andare a un concerto sia un’alternativa alla televisione e non una riproposizione dello stesso concetto Ma come farete allora allo Stadio Franchi di Firenze? Ghigo: Ma è la curva, non lo stadio intero, stiamo parlando in uno spazio in cui ci stanno diecimila persone, come del resto all’Arena di Verona. È la stessa dimensione di un palazzetto, solo all’aperto. Parlando di vicinanza col pubblico, perchè non avete una pedana che dal palco entra nel parterre? Piero: Perché ti obbliga a ridurre la capienza. E poi divide la gente, impedisce che il pogo si sviluppi bene. Quando ci sono le pedane centrali o laterali è come se la platea fosse spaccata e noi preferiamo che non accada. Nell’intro del concerto si sentono diverse voci pronunciare la parola “grande nazione” o cose simili. Se non sbaglio, c’è anche quella di Monti. Piero: Non sbagli, c’è la voce di Monti che dice “gra-n-de pa-e-se”. Poi si sente anche il Papa, Barack Obama, un ministro tedesco - volevo la Merkel ma non abbiamo trovato niente. Più o meno ci sono tutti quelli che hanno ispirato il nostro album, il mondo della finanza, della politica e dello spettacolo. Un misto fritto decisamente ironico. Dietro l’ironia c’è tutta l’amarezza per il momento delicato che stiamo attraversando. Ghigo: Amarezza e denuncia, perché l’ironia può essere anche molto più cattiva e incisiva dei discorsi seri. Piero: Rispetto a un disco come Terremoto, è questa la nostra arma in più. Non vi è venuta voglia di parlare di qualcosa di positivo, anche dell’Italia? Piero: Viviamo in un paese in cui una minoranza di corrotti e incompetenti decidono per la maggioranza, ma in questa maggioranza naturalmente ci sono tantissime persone per bene che s’indignano. E questi sono senz’altro gli aspetti che preferisco dell’Italia, insieme a tutto il mondo delle associazioni e del volontariato. Ma noi, stando da questa parte, non possiamo che denunciare quello che di negativo e dannoso vediamo dall’altra. A proposito di indignazione, mi sembra che stia diventando il collante di una nuova coscienza popolare. Piero: È quello che ci auguriamo tutti. Si sta formando un movimento trasversale perché non esistono più i riferimenti partitici. Una volta si diceva che c’era il Partito Comunista che faceva opposizione, c’erano leader assolutamente credibili, Berlinguer su tutti. Tutto questo ne-
TUTTA LA BANDA FA MUSICA A RANDA
LA TOP FIVE DI GHIGO. Per il tour di Grande Nazione, Ghigo Renzulli ha deciso di usare 5 chitarre: due Fender Stratocaster (di cui una è una riedizione di quella uscita nel ‘62), due Gibson Les Paul (colore “Natural” e colore “Sunburst”) e infine una Paul Reed Smith Custom.
gli anni è svanito e non ci sono più punti di riferimento. Forse nel sindacato. Per esempio a me piace molto Landini (segretario FIOM, ndr), sarà che quando s’infiamma è molto rock! Al di là di questo trovo che sia uno dei pochi che parla di fatti, è legato alla realtà a differenza di tutti gli altri. Quando critica la FIAT ha ragione, e lo dimostra quello che sta accadendo in Germania, dove la Volkswagen ha distribuito gli utili anche ai metalmeccanici. E come ci sono arrivati? Investendo sulla qualità, con scelte intelligenti che nessuno da noi, a partire dalla FIAT, riesce a fare. O forse nessuno le vuole. Da noi si parla di licenziamenti. Tornando a noi, cambiate qualcosa per i concerti di aprile rispetto alle anteprime? Piero: Abbiamo preparato molti pezzi in più di quelli che abbiamo suonato a marzo. Il repertorio live in questo momento è di circa sessanta brani, perché anche durante il tour Stato Libero di Litfiba ne avevamo preparati parecchi
del repertorio. Se avessi le corde vocali di acciaio potremmo anche fare quattro ore di concerto. Mi ci vorrebbe anche la bombola d’ossigeno sul palco (risate, ndr). Ghigo: Qualcosina potremmo anche modificare, ma i veri cambiamenti saranno nella scaletta estiva più che in quella primaverile. Chiudiamo tracciando una linea immaginaria con il passato. In cosa i Litfiba non sono cambiati rispetto agli esordi di trent’anni fa? Piero: Lo spirito è rimasto lo stesso. Facciamo musica per noi stessi perché vogliamo esprimere quello che abbiamo dentro. È sempre stato il nostro segreto, non a caso quando abbiamo cominciato ad avere altre priorità ci siamo allontanati. Per noi la musica è una questione di sopravvivenza quotidiana. Poi chiaramente se arriva anche il consenso del pubblico si chiude il cerchio. Ma devo dire che anche da questo punto di vista ce la stiamo cavando piuttosto bene, no?
Oltre a Piero e Ghigo, la formazione dei Litfiba per il Grande Nazione Tour è composta da quattro elementi.
Daniele Bagni (basso e cori)
Federico Sagona (tastiere e cori)
Pino Fidanza (batteria)
Cosimo Zannelli (seconda chitarra)
Dopo l’esperienza nei Litfiba tra il 1994 e il 1999, “Barny” accompagna Piero Pelù durante la sua avventura solista. Con la reunion del 2010 torna ad essere un pilastro della band.
Dopo aver suonato in diversi ambiti e con tanti musicisti diversi, conosce Pelù nel 2008. L’esperienza è positiva e Piero decide di portarsi dietro il musicista di Prato nei Litfiba.
“Fido” è un ottimo batterista moderno, che unisce potenza e precisione. Parola di Ghigo, che lo scopre nel 2008 e gli apre le porte dei nei Litfiba anche dopo la reunion con Pelù.
New entry. Dopo diversi progetti personali ed esperienze da turnista, “Zanna” conosce Piero e ne diventa il chitarrista per un biennio. Ora è il momento di affiancare Ghigo con i Litfiba.
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I biglietti del tour di Marco Mengoni sono in vendita presso i negozi Fnac!
IL RE MARCO MENGONI
CONSAPEVOLE
Tutto si può dire di Marco Mengoni, tranne che si lasci travolgere dagli eventi. Si butta in un’avventura dopo l’altra ma poi vuole il tempo per valutarne i risultati. Così è successo dopo la prima parte del Solo 2.0 Tour: qualcosa non andava e c’era bisogno di aggiustare il tiro. Ed ecco che i nuovi concerti primaverili nascono da un presupposto radicalmente diverso: meno spettacolo, più contenuti. Ci ha spiegato tutto poche settimane prima di partire in tournée. di Francesca Vuotto - foto: Francesco Prandoni
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vete presente il Marco Mengoni che avete quella di Solo 2.0 e un po’ di agitazione c’era. La paura non ti fa visto nel Re Matto Tour? Avete presente il agire come vuoi e io, per non rischiare di cadere, ho buttato denMarco Mengoni che avete visto lo scorso tro al calderone tutto quello che avevo. Ma questo tipo di attegautunno nel Solo 2.0 Tour? Ecco, dimenti- giamento non sempre premia: in questo tour spero di fare un po’ cateveli entrambi. Il Marco Mengoni che incontro è un meno ma di dare molto di più». Rileggendo l’intervista uscita ragazzo pacato e riflessivo, nonostante qualche uscita mi sull’Onstage di novembre - raccontava di come si soffermi faccia intendere dove abbia origine quella mattità con cui solo sulle critiche negative, anche e soprattutto se sono negli ultimi anni ha conin minoranza rispetto a quistato il pubblico. S’illu«La paura non ti fa agire come vuoi e quelle positive - non posso mina quando racconta che fare a meno di chiedergli io ho buttato dentro al calderone la sera prima ha assistito come sia arrivato a questa tutto quello che avevo. Ma questo all’ultimo concerto di Ivaconclusione. «Ora non mi tipo di atteggiamento non sempre no Fossati e gli ha battuto soffermo più su niente. Ho premia: ora voglio fare un po’ meno le mani fino a sentire i palcapito che era semplicemente e dare molto di più» mi doloranti. Diventa serio troppo e infatti sto equilibrane posato quando mi spiega do e calibrando un po’ il tiro». che ha impiegato i due mesi trascorsi dall’ultimo live di Un’altra risposta inaspettata. gennaio per fare un po’ di pensate, sia sul piano professionale che su quello personale. «La prima parte del tour era VA’ DOVE TI PORTA LA MUSICA troppo piena di me, forse è stato un po’ troppo autoreferenziale». Un aiuto a tracciare il bilancio della prima parte del tour, Esordisce così per spiegare le conclusioni a cui è arrivato, che si è svolta in autunno nei palazzetti, gli è venuto anche a dire la verità mi spiazzano. «Sicuramente dopo il Re che da un’esperienza particolare e lontana da quella muMatto Tour dovevo confermarmi con una tournée diversa come sicale: il doppiaggio. Marco infatti ha prestato la voce al
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19/04 Milano, 21/04 Genova, 24/04 Rimini, 27/04 Udine... Il calendario completo del tour di Marco Mengoni su onstageweb.com
LIVESTYLE Mengoni
personaggio Once-ler per il cartoon movie Lorax - Il guardiano della foresta, che uscirà nelle sale cinematografiche l’1 giugno ed è tratto dall’omonima favola a tema ecologico di Dr. Seuss. «Once-ler è il cattivo della situazione che alla fine si rivela meno malvagio di quanto sembri. Ci accomuna innanzitutto l’aspetto, perché siamo entrambi due stecchi alti e mori, anche se lui ha gli occhi azzurri. A parte la somiglianza fisica, nella sua essenza è molto simile a me: in alcuni frangenti anch’io mi sono fatto trascinare dagli altri allontanandomi da me stesso, sbagliando. E come lui sono anche un po’ stronzo e arrogante e faccio fatica ad ascoltare. L’importante è esserne consapevoli e cercare di migliorarsi». Il rinsavimento e riscatto di Once-ler sul finale della storia ha dato modo a Marco di riflettere sui suoi rapporti con le persone. «In questo ultimo periodo mi sono concentrato sulle relazioni umane e dico che sarebbe molto meglio restarsene chiusi in casa, perchè è sempre molto difficile mantenere dei rapporti, sul lavoro così come in amore e
«Per descrivere la complessità del reale servono contaminazioni diverse. I live di aprile si muovono nella direzione del western e della Motown, con destinazione New Orleans. Meno spettacolo e più contenuti» nelle amicizie. Mi sono scervellato e spero di riuscire a esprimere le mie riflessioni nella musica, anche perché la musica stessa è come una relazione. Non puoi sfuggirle, devi seguirla anche quando non vuoi, devi andare dove ti porta e basta». DESTINAZIONE NEW ORLEANS Per Marco, andare dove lo porta la musica si traduce in arrangiamenti inediti e un’insolita ambientazione per questa nuova tranche del tour. «Per descrivere al meglio la complessità del reale si deve ricorrere a contaminazioni diverse. I live di aprile si muovono nella direzione del western e della Motown, con destinazione New Orleans. Tutto è stato ripensato secondo questo stile, diminuendo la spettacolarità per dare maggior risalto ai contenuti e alla musica». L’impronta sarà molto più americana per assecondare la sua naturale propensione all’r’n’b, il soul e la musica nera in generale, senza però dimenticare un po’ di sano western italiano alla Sergio Leone. Per ricreare questa nuova atmosfera Marco sarà affiancato da musicisti che suonano strumenti mai usati prima nei suoi live, per esempio i fiati. Vista la particolare ambientazione, le aspettative restano alte anche per quanto riguarda la regia e la scenografia, che Marco ha anche stavolta curato in prima persona. «Sono molto attento a questi
HOUSE OF SOUL
La Motown Records è la più importante etichetta discografica specializzata in soul e rhythm and blues. Fondata il 12 gennaio 1959 da Berry Gordy come Tamla Records, nella sua storia ultradecennale ha svolto un ruolo fondamentale nella diffusione della musica leggera producendo numerosi artisti di fama mondiale. Ecco la top five delle stelle Motown.
Jackson 5
Marvin Gaye
Stevie Wonder
Sam Cooke
Diana Ross
Jackie, Jermaine, Tito, Marlon e Michael - il futuro Re del Pop. Con un rhythm’n’blues distante dalle sonorità dell’epoca, i Jackson hanno cercato di fondere il funk dei neri con la musica bianca: un’unione che negli anni ‘70 influenzerà la disco music.
è uno dei simboli della Motown, nonostante qualche screzio con i proprietari - che volevano “racchiuderlo” dentro schemi a lui stretti. La sua carriera svolta nel 1971 con l’uscita di What’s Going On, album che lo consegna alla storia della musica.
Probabilmente, il cantante più apprezzato nella storia della black music. Prodigio fin da bambino, Stevie ha vinto ben 25 Grammy Awards. Il picco più alto della sua carriera è tra il 1970 e il 1976, “periodo classico” in cui pubblica cinque album.
Chi non ha Stand By Me tra le canzoni di una vita? L’hanno cantata in tanti, ma l’autore è Sam Cooke, “padre fondatore” del soul. Molti musicisti contemporanei sono in debito verso la musica e il genio di Sam, da Bob Dylan a Bruce Springsteen.
Diamante della Motown, Diana si muove tra r’n’b, soul, pop, disco e jazz. Arriva al successo come leader delle Supremes, con successi come Baby Love, Stop! In The Name of Love, You Can’t Hurry Love, You Keep Me Hanging On, Love Child e Reflections.
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LIVESTYLE Mengoni
A qualcuno però l’idea che alla propria arte sia data un’interpretazione sbagliata o diversa da quella originaria può dare molto fastidio. «Io preferisco che le persone si facciano un po’ di viaggi mentali per cercare di capire il perché di certe scelte o accostamenti piuttosto che rinunciare a questa dinamica in favore della linearità e della chiarezza». Poi
un puzzle e ci si trova davanti ad una montagna di pezzi da mettere insieme, ma alla fine, con pazienza, se ne viene sempre a capo. Per tornare all’ambito musicale, c’è chi fa fatica sul fronte vocale e chi, come Marco, ha una voce naturalmente dotata, i cui pregi sono stati riconosciuti anche da Lucio Dalla (che l’ha voluto nel suo ultimo disco per la canzone Meri Luis). Durante DUBBI E CAOS un’intervista rilasciata al Giornale, Dalla «Preferisco che le persone si facciano un po’ di viaggi La precisione con cui Marco vuole raccontaha detto che Mengoni «ha una voce incrementali per cercare di capire il perché di certe scelte re se stesso diventa provocazione quando si dibile, sembra Prince. Potrebbe diventare un piuttosto che rinunciare a questa dinamica in favore tratta della sua arte. Ne è un esempio l’ultitalento internazionale quando i nostri candella linearità e della chiarezza» mo video di Dall’Inferno: neanche il tempo tanti arrivano al massimo a San Marino». di pubblicarlo in Rete che già si scatenavano opinioni e però, ancora una volta, come un fulmine a ciel sereno, Chi parte con un presupposto così, ha l’altrettanto arduo pareri sul significato che nasconde dietro le sue criptiche arriva una battuta a confondere le acque: «O forse nascon- compito di portare avanti la ricerca e il proprio lavoro immagini - una ragazza immersa in una vasca piena di do semplicemente una grande banalità di fondo, che ha bisogno sul piano artistico. Allora ben vengano soluzioni live che acqua e fragole, un’enorme gabbia dalla forma umana di essere celata da un mistero o da una leggera nebbiolina. è lo mettono al centro l’aspetto canoro e ben venga la decisioche prende fuoco, sono solo alcune delle scene partico- stesso discorso delle relazioni personali di cui parlavo prima, ne di lasciare il campo libero alla creatività e agli eccessi larmente significative. Quale idea esprime il video? Lo ingarbuglio sempre tutto». laddove la voce può passare in secondo piano, come nei chiedo a Marco, ma mi becco un bel «Non la dirò mai!» e video. una risata dal piglio quasi diabolico, rimanendo in tema. I PEZZI DEL PUZZLE Dopo le concessioni del Re Matto Tour e della prima Per capire l’arroccamento di Mengoni dietro questa po- Saper andare oltre l’apparente semplicità delle cose e in- parte del Solo 2.0, è arrivato per Marco il tempo di camsizione bisogna seguirlo indietro nel tempo, fino a quan- dividuarne la complessità, il livello più profondo, può biare rotta e percorrere nuove strade. Siamo ad un punto do andava alle superiori, periodo in cui libri e professori essere un talento particolare più che un difetto. è un ap- di svolta, è arrivato il momento di mettersi in gioco con forgiavano la persona che è diventato da adulto. «Un proccio alla realtà tipica delle persone particolarmente un approccio totalmente diverso. Come un vero pistoleinsegnante dell’istituto d’arte dove ho studiato diceva sempre sensibili, che hanno bisogno di smontare i pezzi che la ro, per tornare alla metafora western, il vincitore di Xdi non dare mai spiegazione delle proprie opere, perché il bello compongono per capirla intimamente e viverla in modo Factor 2009 sta per affrontare un duello. Chi la spunterà? dell’arte è sentire le opinioni degli altri e lasciare che vengano più consapevole. è un po’ come quando si è bambini e si «Bisogna buttarsi. Io non so come sarà questo tour, ma abbiamo fuori tutti i significati possibili, sulla base del background e smontano i giocattoli per vedere come sono fatti, solo che in mente un’idea e faremo del nostro meglio per realizzarla, delle esperienze di ognuno. Il video di Dall’Inferno è pieno di poi, da adulti, si riesce anche a ricomporli e rimetterli al se poi verrà veramente come avevamo pensato o meno chi lo immagini anche un po’ strane e di flash ed è stato montato così loro posto. Nel bel mezzo della scomposizione tutto sem- sa. Magari ci saranno dei risultati inaspettati». Ai fan e agli per suscitare dubbi e caos, o anche niente». bra più confuso, come quando si deve cominciare a fare spettatori dei prossimi concerti l’ardua sentenza. elementi perché concorrono alla descrizione di me stesso che deve emergere nei live. Non interessarmene significherebbe farmi raccontare da chi mi vede dall’esterno e potrebbe venirne fuori un’interpretazione, piuttosto che una reale rappresentazione di come sono io. Ovviamente è una fatica in più, ma ne vale assolutamente la pena».
AUTUNNO CALDO La scaletta dei concerti del Solo Tour 2.0 di novembre e dicembre. Searching (il volatore) (Solo 2.0, 2011) Un gioco sporco (Solo 2.0, 2011) In viaggio verso me (Re matto, 2010) La guerra (Re matto, 2010) In un giorno qualunque (Re matto, 2010) Uranio 22 (Solo 2.0, 2011) Psycho killer (Dove si vola, 2009) L’equilibrista (Solo 2.0, 2011) Credimi ancora (Re matto, 2010) Dove si vola (Dove si vola, 2009) Lontanissimo da te (Dove si vola, 2009) Questa notte (Re matto, 2010) No stress (Solo 2.0, 2011) Mangialanima (Solo 2.0, 2011) Tonight (Solo 2.0, 2011) Come ti senti (Solo 2.0, 2011) Stanco (Deeper Inside) (Re matto, 2010) Un finale diverso (Solo 2.0, 2011) Fino a ieri (Re matto, 2010) Tanto il resto cambia (Solo 2.0, 2011) Dall’inferno (Solo 2.0, 2011) Solo (Bolero) (Solo 2.0, 2011) Solo (Solo 2.0, 2011) Ghost track (Solo 2.0, 2011)
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Hip+=Dance! Hop
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on c’è che dire, il personaggio di cui si parla (e si parlerà) in questi mesi è Madonna. Si è cominciato a febbraio, quando sono trapelate le prime anticipazioni sulla sua ultima fatica discografica, si è continuato a marzo quando è uscito il disco MDNA e si continuerà fino a giugno quando il suo World Tour arriverà in Italia. Un personaggio simbolo di tante mode e tante decadi, ma anche tanti stili musicali, con cui ha saputo rinnovarsi nel tempo. In tempi non sospetti, quando si era ancora lontani da avere notizie su ciò a cui stava lavorando (dicembre 2010) Madonna ha
pubblicato un indicativo post su Facebook: «Ho bisogno di fare nuova musica. Musica da ballare. Sono alla ricerca di persone più folli, più aggressive con cui collaborare». Detto, fatto. Il primo singolo lanciato come anteprima del nuovo album è Give Me All Your Luvin’, cantato in trio con M.I.A. (nella foto a destra) e Nicki Minaj per il testo. La regina degli anni Ottanta tutti pop, salopette, voile e pois, colori sgargianti e (tra le altre) scarpe da basket, ha scelto due giovani donne vicine a mondi come l’hip hop, l’R&B e l’elettronica, tutti felpe con cappuccio, cappellini, ma-
gliette e jeans comodi perché, come dichiarato da Madonna stessa, ne apprezza la musica e le considera due ragazze «forti, indipendenti e con una voce unica». E allora, in attesa dei concerti di giugno a Roma (12/06), Milano (14/06) e Firenze (16/06) prepariamoci a entrare nella parte a cominciare dall’abbigliamento. E se quello caro a questi mondi musicali non è nelle vostre corde non vi preoccupate, potete sempre fare riferimento ad uno degli altri numerosi trend lanciati o seguiti dalla camaleontica Miss Ciccone, da quello un po’ dark di Frozen a quello texano di Music, solo per citarne alcuni. (F.V.)
Eastpak: cappello da baseball con visiera in cotone blu e logo stampato, € 20
Puma: felpa con cappuccio regolabile
Lacoste: collezione limited edition dedicata alle olimpiadi 2012, € 200
Rayban: Ray-Ban Aviator: un’icona di stile e di design, un modello che ha segnato l’inizio di un mito senza tempo: il Ray-Ban Aviator 3025 è tutto questo da quando è stato lanciato nel 1937, € 135
Levi’s: Jeans 501 modello Best of Levi’s Red Tab Men’s Collection SS12, ispirati ai jeans dell’archivio Vintage ‘60‘70, € 152
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Timberland: calzatura di punta della nuova collezione. Polacchino in morbido suede totalmente eco compatibile con soletta interna brevettata Anti-Fatigue che conferisce benessere al piede, rendendola la calzatura ideale sia per le escursioni outdoor che per le passeggiate in città, € 150
ROCK’N’FASHION
Life Italia: occhiale da sole nero in acetato, € 79
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Tezenis: completo a pois: reggiseno, € 12,90 slip, € 5,90
Adidas Originals: cassa e cinturino neri entrambi in plastica con trifoglio bianco sul quadrante
Reebok: sneaker storica di Reebok, sinonimo di fitness al femminile e aerobica, divenuta ora icona di stile ricercato, rivisitata in chiave vintage, € 90
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Pepe Jeans London: salopette in jeans, € 85
WHAT’SNEW
Musica, cinema, videogames, libri
BELLA SENZ’ANIMA
Il dodicesimo disco di Madonna è pieno di ospiti e produttori supercool, suona pulito e assolutamente perfetto per conquistare ancora una volta le classifiche di tutto il mondo. Ma è talmente preciso da risultare freddino. Manca un elemento fondamentale: l’emozione. Per questo non è un grande disco anche se sarà un disco di grande successo. Dov’è finita l’anima di un tempo? di Marco Rigamonti
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hissà cosa significa il titolo del nuo- goglio nazionale. Il bello è che Benny e Alle vo disco di Veronica Ciccone. Forse non scendono a compromessi e propongono quello che leggiamo non è nient’al- il loro sound come lo conosciamo: elettronica tro che il suo nome scritto come si pronuncia dura con spunti trance e ritornelli talmente in slang americano. Si vocifera che gliel’ab- pieni da mandare in botta il frequenzimetro. bia suggerito M.I.A., una che di abbreviazio- Il già citato Solveig si occupa di tre pezzi, ni se ne intende. Martin Solveig, dj francese che a conti fatti risultano i più fruibili: oltre coinvolto nella produzione dell’album, ha a Give Me All Your Luvin’ (successo annunpuntualizzato che MDNA starebbe per “il ciato), mette le mani sulla solare Turn Up The DNA di Madonna”. Aggiungiamo anche che Radio e su I Don’t Give A. A confezionare tutte questo è il primo lavoro che spezza lo stori- le altre tracce ci pensa il fido William Orbit, co legame con la Warner, l’etichetta che l’ha regalando momenti di trasgressione (l’ottiaccompagnata in 30 anni di gloriosa carrie- ma Gang Bang), resuscitando l’anima anni ra: giustificabile ‘80 di Madonna in quindi l’intenzioun’ottica moderÈ un lavoro tecnicamente ne di mettere il na (Some Girls) e inappuntabile, ma lascia un proprio nome in facendo respirare retrogusto amaro: il lato più copertina, come un album pesanprogrammatico e pragmatico fosse una nuova temente segnato di Madonna ha preso totalmente dai suoni e dalle partenza. Non che ci sia bisogno ritmiche dei club, il sopravvento sull’emozione. di ricordare al sul finale, con due mondo chi è Madonna: “Esiste solo una regina, confetti pop come Masterpiece e Falling Free. stronzette”, sottolinea la nuova leva del pop La messa è finita, possiamo andare in Nicki Minaj al termine dell’esplicita I Don’t pace. Ma io proprio non ci riesco. è vero che Give A. Sulla bontà delle parole di Nicki non MDNA suona tutto pulito e perfetto, che ci c’è dubbio: artista poliedrica e multiforme, sono pezzi forti per le radio come brani un capace di sopravvivere ai cambi generazio- poco più azzardati per chi ama il lato spenali con determinazione e mestiere, unica rimentale di Madonna. Però questo lavoro donna vivente a non avere mai abbandonato tecnicamente inappuntabile mi lascia un le chart da quando fa musica, Madonna non retrogusto amaro alla fine dell’ascolto: ho la si discute. E questo suo dodicesimo album sensazione che il lato più programmatico e non fa che sancire la supremazia, anche nel pragmatico di Lady Ciccone abbia preso tocontesto ipercompetitivo che caratterizza talmente il sopravvento sull’emozione. Datel’era attuale del sistema Musica, dove i mo- mi la profondità di Like A Prayer o di Live To nopoli sono molto più difficili da instaurare Tell. Datemi la dolcezza di Cherish o la spenrispetto al passato. sieratezza di La Isla Bonita. Sono disposto ad Va detto che, volenti o nolenti, MDNA è accontentarmi di una Frozen. In tutti i casi, se un disco che ci tocca in maniera particolare fosse possibile, vorrei provare qualche brivie con il “ci” mi riferisco a “noi Italiani”: I’m do. Madonna – Mdna = Aon. L’Activity On Addicted e Girls Gone Wild (che apre le danze Nodes (la cui sigla è AON) è un metodo ecoed è il secondo singolo) sono state prodotti nomico per diagrammare la pianificazione dai cugini Benassi - e vai con un po’ di or- delle attività di un progetto. Coincidenze?
Madonna Mdna
(Live Nation /Interscope)
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Anche questo mese tante novità discografiche in serbo per voi: il ritorno degli Afterhours con Padania e di Jack White con Blunderbuss, Paul Weller, Macy Gray, Norah Jones, Pacifico, Pino Daniele e il disco di Dj Aladin.
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Il G8 di Genova in Diaz; In The Avengers Robert Downey Jr. comanda i supereroi Marvel, mentre, fanciulle, rifatevi gli occhi con la prova di Johnny Depp in The Rum Diary. Gran finale con Woody Allen, To Rome With Love.
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In questo numero games per tutti i gusti: il nuovo capitolo di Mass Effect 3, cacciatori di tesori in Blades Of Fire, due picchiaduro a confronto in Street Fighter X Tekken per chiudere con le avventure di Journey.
WHAT’S NEW Musica
ISPIRAZIONE VS MESTIERE
«Padania è uno stato mentale, il nome che meglio rappresenta la disperazione di uomini che sanno di poter avere tutto tranne che se stessi». Manuel Agnelli ha così spiegato il concept del nuovo disco degli Afterhours. Noi cerchiamo di capirlo da un punto di vista musicale. di Emanuele Mancini
D
opo aver ascoltato Padania una ventina di volte - non molte a dire il vero per un disco così complesso - ho cominciato a chiedermi perché, superato l’entusiasmo iniziale, non riuscissi a trovare qualcosa, una frase, un passaggio strumentale, che mi fosse rimasto impresso. Eppure l’entusiasmo era motivato: il ritorno di Xabier Iriondo, chitarrista che ha segnato il suono degli Afterhours nel loro decennio migliore, la fuoriuscita di Gabrielli (troppo Art per i miei gusti), la conquista dell’indipendenza editoriale. Tutto lasciava ben sperare. Mi si son schiarite le idee solo raddoppiando il numero di ascolti. Padania è un disco che ha,
come punto di forza, la sperimentazione, mai così spinta e allo stesso tempo concreta: nelle soluzioni armoniche (Costruire per distruggere), negli arrangiamenti (Ci sarà una bella luce), nella post-produzione (Terra di nessuno), una vera delizia per l’intelletto. Purtroppo il suo limite è quello di non riuscire a coniugare la ricerca con la canzone. Manca il testo che riesca a toccare, il brano da sentire più e più volte perché rapisce all’ascolto. Canzoni come La tempesta è in arrivo, Padania, Nostro anche se ci fa male, più lineari e fruibili, non centrano del tutto il bersaglio e danno l’impressione che all’ispirazione prevalga il mestiere.
Afterhours Padania
Paul Weller Sonik Kicks
(Island/Cooperative Music)
HHH di Stefano Gilardino
Quante vite avrà ormai alle spalle il Modfather? Tra Jam, Style Council e tutte le rinascite da solista non si contano più e ritrovarlo alla soglia dei 55 anni con questa vitalità è un piccolo miracolo. È soprattutto con gli ultimi due album che Paul Weller ha riscoperto l’irruenza tipica dei suoi primi anni da artista (in Wake Up The Nation ha persino incontrato nuovamente il vecchio compagno Bruce Foxton), mitigata sì dalla maturità, ma ancora capace di suscitare l’effetto desiderato. Sonik Kicks, forse, non raggiunge le vette della sua lunga carriera solista (Stanley Road e Wild Wood principalmente), ma mette in mostra il solito impressionante talento compositivo e regala almeno tre o quattro perle da conservare in un suo greatest hits ideale: il singolo That Dangerous Age - riflessione sulla crisi di mezza età - Drifters, la classicamente british When Your Garden’s Overgrown e il pop di The Attic. Averne di cinquantenni in crisi così.
Pacifico
(Germi/Artist First)
Una voce non basta
HHHHH
(Sugar)
HHH di Marcello Marabotti
The Shins
Dj Aladyn
(Columbia)
(Metatron/Audioglobe)
Port Of Morrow
HHHH di Gianni Olfeni
I casi sono due. O l’industria musicale italiana è un non-luogo nei cui angoli bui vengono nascosti progetti vincenti per pura libido autolesionista (incompetenza?), oppure ho vissuto sulla Luna. Qualcuno mi spieghi perché degli Shins non ho mai sentito parlare fino al casino promozionale organizzato per Port Of Morrow. Colpa mia? Forse, ma pensavo che non fosse obbligatorio condannarsi a una vita Pitchfork-dipendente per scoprire buona musica. Stiamo parlando di una band che in America viene ospitata in show televisivi tipo il Saturday Night Live, un tortone nazional-popolare, mica una trasmissione di nicchia per indie-alternativiindignati. E ci vanno perché suonano canzoni come il singolone Simple Song, raffinatissimo ma orecchiabilissimo, roba che funziona in radio, in tv, ovunque. Pare che gli altri lavori degli Shins fossero ancora più divertenti, eleganti e piacevoli di Port Of Morrow. Sarà, ma la formazione guidata da James Mercer è la mia nuova band preferita.
Nel nuovo album di Pacifico non c’è un disco solo, ma almeno quattro. Il primo è corale, fatto da venticinque artisti (da Bianconi a Malika Ayane, dai Casino Royale a Musica Nuda, da Bersani a Manuel Agnelli) che hanno dato vita al materiale scritto dallo stesso Pacifico nella sua Babele parigina, diventandone poi muse. Il secondo è un disco “epistolare”, visto che la scrittura dei pezzi è passata attraverso lunghe distanze colmate da mail notturne tra New York, Berlino, Istanbul, Lisbona e diverse città italiane. Il terzo, ottimo, è il risultato degli altri due: come un paio di scarpe lavorate a mano, queste 14 canzoni si lasciano indossare grazie ad una miscela di suoni all’avanguardia e testi delicati. Come sempre Luigi De Crescenzo squadra le parole con una cura ed un tocco proprio dei sarti. Il quarto disco è quello che avrete tra le mani, e sarà quello che ne farete. Una voce non basta, il titolo di tutti e quattro.
Fili invisibili
HHHH di Marco Rigamonti
Pino Daniele “La gente fa l’impegnata, ma poi non ha voglia di impegnarsi/per questo nella musica qua bisogna semplificarsi”. Non esistono parole migliori per sintetizzare lo spirito di un disco che spazia in ogni dove (sia a livello stilistico che di collaborazioni) ma, nonostante il dichiarato e voluto eclettismo, riesce a mantenere una coesione impeccabile - forse proprio grazie ai fili invisibili menzionati nel titolo. Frutto di anni di esperienze radiofoniche e innumerevoli serate ai giradischi, l’esordio di Aldino Di Chiano aka Dj Aladyn è un incontro felice tra underground e mainstream. Qui il cantautorato di Remo Anzovino va a braccetto con le rime di Dargen D’Amico, e l’ironia di Alberto Pernazza (Ex-Otago) duetta con la rabbia di Pino Scotto, su una base “metal-elettronica”, con incredibile naturalezza; qui l’anima funk di Saturnino s’intreccia con la disco tamarra (in senso buono) dei Powerfrancers, e la voce suadente di Diego Mancino si piega confortevolmente a scratch d’autore. Fresco, potente e ispirato.
ONSTAGE
56
APRILE
La Grande Madre (Blue Drag)
HH di Guido Amari
“Per me la Grande Madre è il sangue misto della musica”. Così esordisce l’artista partenopeo alla presentazione del suo ultimo album in studio, il primo a uscire in maniera indipendente, senza nessun tipo di vincolo con una major. Rischia di suo Pino, ma lo fa sapendo di poter contare su un pubblico di fedelissimi che lo segue fin dall’esordio con Terra mia, prima uscita del bluesman. Proprio il blues è uno dei punti di partenza de La Grande Madre, ma s’imbastardisce ben presto con il rock, con la romanza (soprattutto nel singolo Melodramma), con l’immancabile melodia napoletana, con il pop. Si va dal tributo a Clapton di Wonderful Tonight a O fra’, I Still Love You e alle atmosfere leggere di Coffee Time. Non è certo il Pino Daniele rivoluzionario e innovativo di nero a metà, piuttosto quello guascone e un po’ più di maniera a cui siamo abituati da anni ormai, accompagnato da una band al massimo della forma e composta da big della musica mondiale. Prendere o lasciare.
WHAT’S NEW Musica
Macy Gray
Norah Jones
(429 Records/Universal)
(Blue Note/EMI)
Covered
HH
di Marco Rigamonti
Pensate a quanti problemi si deve porre un’artista che nell’anno del Signore 2012 decide di incidere un album di cover. Proprio ora, nell’epoca del download selvaggio, di YouTube che fa più clic (gratis) di iTunes (a pagamento) e dei remix realizzati dai mille Mr. Nessuno - senza bisogno di autorizzazione - che spuntano come funghi online. Più che una sfida, pare quasi un azzardo. Ci vogliono idee particolari, o per lo meno la convinzione di essere in grado di infondere nuova linfa nei pezzi riproposti. Bisogna trovare un filo conduttore tra le canzoni scelte, in modo che gli accostamenti siano validi. Una cosa è certa: per quanto si possa essere talentuosi, conviene evitare il gran minestrone di brani pescati qua e là, senza un senso logico, e soprattutto bisogna condire il tutto con un’interpretazione piena di anima. In poche parole, bisogna stare molto attenti, il fallimento è più che una possibilità. Mi domando perchè nessuno l’abbia fatto presente a Macy Gray.
HOT
Little Broken Hearts
HHHH di Marco Rigamonti
Norah Jones conosce Deadmau5 (aka Brian Burton) nel 2008, quando il produttore canadese la invita a cantare dentro Rome - tributo ai classici del cinema italiano. Si piacciono e decidono di lavorare insieme ancora. L’appuntamento è a Los Angeles, nel 2011, dentro un loft trasformato in studio. Norah si presenta a mani vuote: non ha canzoni né testi, giusto qualche idea. Poco male, pensano entrambi, l’album verrà fuori di getto, istintivo. Così accade, complice la sintonia tra i due, che diventano intimi – non in quel senso - raccontandosi i fatti propri e parlando d’amore. La Jones ha appena chiuso una storia e il terreno dei sentimenti si rivela fertile per le canzoni: dal suo “cuore spezzato” nascono gli spunti che in sei settimane danno vita alle dodici tracce del disco. Le visioni sonore - molto cinematografiche - di Deadmau5 si fondono perfettamente con l’eleganza di Norah Jones. Intenso, meravigliosamente quieto: Little Broken Hearts è uno di quegli album che mi riappacificano con il tempo che sto vivendo.
LIST
La playlist dei brani più ascoltati a marzo dalla redazione di Onstage (in ordine rigorosamente casuale)
BACK TO WHITE
Dopo aver decretato la fine dei suoi White Stripes, la band che l’ha reso una stella del firmamento rock, Jack White non si è certo preso una vacanza, anzi. Dopo i Raconteurs, i Dead Weather e gli innumerevoli lavori come produttore, eccolo con il suo primo album solista.
The Black Keys
Gold On The Ceiling El Camino (2011)
di Stefano Gilardino
C
Brunori Sas
’è sempre stato estremamente simpatico il caro Jack. Persino in tempi di sovraesposizione mediatica come quelli del successo di Seven Nation Army (con il terrificante e italianissimo abbinamento calcistico) e dei successivi dischi della sua band principale, quei White Stripes che hanno avuto l’indubbio merito di aver riappacificato con la musica rock e blues moltissimi fan delusi dalle derive attuali. Niente di più semplice di chitarra e batteria, con qualche spruzzata di piano qua e là e la sua voce, ormai classicamente riconoscibile. Finita degnamente l’avventura, senza strascichi di nessun genere e senza pessimi album da conservare come scheletri nell’armadio per il futuro, Jack ha mantenuto una costante presenza nel music business grazie alle sue due altre formazioni e al suo lavoro come produttore. Ora, finalmente, tocca a Blunderbuss, il primo vero lavoro solista di Mr. White senza la compagna Meg dietro le pelli. Per l’occasione, ed è un bene, il chitarrista ha scelto un suono decisamente più pieno, articolato e denso, tanto per rimarcare le differenze dal passato, pur mantenendo l’impianto tipicamente garage/rock/blues che l’ha reso celebre e imitato. Per questo motivo i 13 brani del disco suonano inediti e già sentiti al tempo stesso, una sensazione che rende piacevole l’ascolto. E se il primo singolo, Sixteen Saltines, scippa quasi un riff agli Who, la bella Love Interruption si rivela una ballad molto intensa, con piano e voce femminile. Il meglio? Arriva con Missing Pieces, il rockabilly di I’m Shakin’ e con la splendida Take Me With You When You Go. Portaci con te, Jack!
Lei, lui, Firenze Vol. 2 (2011)
Management del dolore post operatori
Pornobisogno Auff! (2012)
Lisa Hannigan
Knots
Passenger (2011)
GOTYE
Somebody That I Used To Know Making Mirrors (2011)
IL TRIANGOLO
La Primavera
Tutte le canzoni (2012)
Lucio Dalla
Futura
Dalla (1980)
AUCAN FEAT. MC DäLEK
STORM REMIX
Black Rainbow Remixes (2012)
The Shins
Simple Song
Jack White
Port Of Morrow (2012)
Blunderbuss
Smith
(Germi/Artist First)
Baby It’s You
HHHHH
A Group Called Smith (1969)
ONSTAGE
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APRILE
WHAT’S NEW Cinema
A cura di Antonio Bracco
Diaz
Italia, 2012, 127 min. Cast: Elio Germano, Claudio Santamaria, Rolando Ravello, Aylin Prandi, Alessandro Roja, Monica Birladeanu, Jennifer Ulrich, Paolo Calabresi, Fabrizio Rongione, Ignazio Oliva di Daniele Vicari critica pubblico
H H H HH H H H HH
V
incitore del premio del pubblico allo scorso Festival di Berlino, Diaz non è altro che la messa in scena degli atti processuali che sono seguiti ai tristemente noti episodi di violenza durante il vertice G8 di Genova. È il 20 luglio 2001, l’attenzione della stampa è catalizzata dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Quando alla redazione della Gazzetta di Bologna arriva la notizia della morte di Carlo Giuliani, un giornalista (Elio Germano) decide di partire per Genova per vedere in prima persona cosa stia succedendo.
The Avengers USA, 2012 Cast: Robert Downey Jr., Mark Ruffalo, Chris Evans, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Samuel L. Jackson, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård di Joss Whedon critica pubblico
HHH HHH
Dopo essersi riuniti sulle vignette dei fumetti, i supereroi della Marvel denominati I Vendicatori approdano al cinema. La tranquillità della Terra è in pericolo. Nick Fury, direttore dell’agenzia internazionale per il mantenimento della pace nota come S.H.I.E.L.D., recluta Iron Man, l’incredibile Hulk, Thor, Captain America, Occhio di Falco e Vedova Nera. Tutti devono allearsi per fronteggiare Loki e la sua armata. L’incontro tra questi eroi era stato più volte suggerito dalla ricorrente presenza di Nick Fury in brevi sequenze nei singoli film. Mark Ruffalo sostituisce Edward Norton nei panni di Bruce Banner, mentre la voce di Hulk appartiene al mitico Lou Ferrigno.
Il giorno successivo i destini di altre persone si incrociano nel complesso scolastico Diaz, sede del Genoa Social Forum, adibito per l’occasione a dormitorio. Poco prima della mezzanotte centinaia di poliziotti irrompono all’interno dell’edificio. In testa c’è il VII nucleo comandato dal vicequestore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma (Claudio Santamaria), seguono gli agenti della Digos e della mobile, mentre i carabinieri circondano l’isolato. Quel che ne venne fuori fu un vero e proprio massacro in piena regola. 93 persone presenti
The Rum Diary Cronache di una passione USA, 2011, 110 min.
Cast: Johnny Depp, Amber Heard, Aaron Eckhart, Richard Jenkins, Giovanni Ribisi, Amaury Nolasco, Marshall Bell, Bill Smitrovich, Julian Holloway, Enzo Cilenti, Aaron Lustig
To Rome with Love
UK/Italia, 2012, 102 min.
USA, 2012
Cast: Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas, Christina Ricci, Philip Glenister, Colm Meaney, Holly Grainger
Cast: Woody Allen, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Alec Baldwin, Penélope Cruz, Judy Davis, Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Ornella Muti...
critica pubblico
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La stella della saga di Twilight Robert Pattinson abbandona i panni del vampiro e indossa quelli di Georges Duroy, mettendosi in gioco nel ruolo di protagonista nell’adattamento dell’omonimo romanzo di Guy de Maupassant, scritto nel 1885. La storia racconta dell’ascesa sociale di un giovane arrampicatore della Parigi borghese di fine Ottocento. Georges riesce a farsi strada nei salotti dell’alta società deciso ad abbandonare la sua condizione di estrema povertà. Utilizzando il suo potere di seduzione passa dall’abbraccio di una prostituta a relazioni appassionate con donne ricche e belle, in una società in cui la politica e il mondo dell’informazione sono in competizione, mentre il sesso è potere e la celebrità un’ossessione.
Il film è la storia del giornalista Paul Kemp. Stanco di New York e delle convenzioni sociali dell’America negli ultimi anni ‘50, si trasferisce a Puerto Rico per scrivere su un quotidiano locale. Durante il suo soggiorno incontra una bella americana della quale si invaghisce, fidanzata con un uomo d’affari implicato in loschi investimenti. Quest’ultimo vuole trasformare Puerto Rico in un paradiso capitalistico per ricchi. Paul ha di fronte a sé una scelta: decidere se usare la sua penna per sostenere l’uomo d’affari o per attaccarlo. Tratto dal romanzo semi-autobiografico di Hunter S. Thompson Cronache del rum.
ONSTAGE
Bel Ami
di Declan Donnellan, Nick Ormerod
di Bruce Robinson critica pubblico
nella scuola, oltre ad essere in arresto, subiscono inaudite violenze senza aver opposto resistenza. Alcuni finiscono in ospedale, altri vengono condotti alla caserma di Bolzaneto dove inizia un nuovo indimenticabile incubo. La scuola, la caserma, via Battisti, piazzale Kennedy e altre significative location genovesi teatro degli scontri sono state ricostruite in Romania alla periferia di Bucarest per una superficie di circa 20.000 metri quadrati. Diaz è stato definito “un film di guerra” dallo stesso regista Daniele Vicari.
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APRILE
di Woody Allen critica pubblico
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Woody Allen prosegue il percorso cinematografico sul filone delle commedie romantiche girate in quelle città europee che viste dagli Americani appaiono come piacevoli mete esotiche. Dopo Vicky Cristina Barcelona e Midnight In Paris, tocca alla Città Eterna entrare nel titolo di un suo film. To Rome With Love è composto da quattro episodi ispirati vagamente ai racconti del Decamerone del Boccaccio: una coppia americana è in viaggio verso la Capitale per incontrare la famiglia italiana del futuro genero, un uomo viene scambiato per una star del cinema, un architetto visita alcuni amici romani, due neosposi si perdono in città. Oltre ad un nutrito cast di ottimi attori, molti dei quali italiani, Allen arruola anche se stesso.
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WHAT’S NEW Videogames
Chip Talk di Blueglue
La dura legge delle trasposizioni: i videogames al cinema
P
rendi una storia e riproponila in modo diverso dall’orginale: al 99,9% il commento più popolare sarà certamente “Era molto meglio l’originale”. Un classico, l’esempio dei racconti che diventano film: “Bello, ma leggere il libro è tutta un’altra cosa”. Altrettanto banali le parole che escono spontaneamente in argomento sequel: “Il 2 non era male, ma dal 3 in poi è diventato una vera boiata. Comunque il primo rimane il migliore”. Fate questo giochino con qualsiasi serie che vi venga in mente e sarà rarissimo trovare eccezioni alla regola. Il messaggio è chiaro: quando un’idea è forte prescinde da budget, aggiunte ed effetti speciali. Così come un follow-up per centrare l’obiettivo deve possedere dei requisiti di innovazione tali da portare l’originale su un altro livello, un adattamento deve essere fedele alla fonte e al contempo trovare una sua dimensione nel contesto in cui viene proposto. I videogiochi nascono come opere di pura fantasia, ma ben presto ci si accorge del potenziale insito nelle rielaborazioni in chiave ludica dei colossal hollywoodiani: in fondo è comodo non dovere inventare nuove trame o nuovi personaggi e il successo ottenuto al botteghino rende più agevole la comunicazione e - cosa da non sottovalutare - fa vendere qualche copia in più. Purtroppo i dati rivelano che le licenze “mal sfruttate” superano abbondantemente quelle meritevoli di attenzione: se ad esempio i recenti titoli Rocksteady hanno contribuito a rigenerare interesse nei confronti di un mito come Batman (che poi in origine era un fumetto) non si possono certo dimenticare i tantissimi flop degli ultimi 30 anni - troppi da elencare. La situazione è addirittura drammatica quando i videogiochi diventano film: è praticamente certo che il risultato sia penoso. Che si tratti dei baffi di Mario o dei glutei di Lara, i videogames al cinema hanno sempre fallito dal punto di vista della critica. Il pubblico in alcuni casi ha risposto bene: Mortal Kombat, Tomb Raider, Resident Evil e Prince Of Persia hanno registrato incassi importanti. L’esitazione dei produttori cinematografici alle prese con Halo e Gears Of War appare in parte giustificata e i progetti stanno attraversando una fase di stallo; della versione cinematografica di Assassin’s Creed si sa poco o niente. Ma ora che la trilogia di Mass Effect è stata completata le speranze dei gamers ricadono sulla Legendary Pictures, che nel 2010 ne ha acquistato i diritti e punta a un lungometraggio di spessore. Il materiale su cui lavorare c’è ed è di ottima fattura: incrociamo le dita.
Mass Effect 3 (Bioware)
Blades Of Time (Gajin Entertainment)
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Action/RPG
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Action
HHHH
HHH
Il motivo per cui l’episodio che chiude la trilogia di Mass Effect non si distingue più di tanto dai suoi predecessori è semplice: non serve migliorare un capolavoro. La saga Bioware è il miglior esempio dei sublimi livelli di completezza e profondità che può raggiungere un videogioco moderno, amalgamando molteplici ispirazioni in un una formula magica che seduce e irretisce. La possibilità di personalizzazione offerta a inizio avventura - si può scegliere se concentrarsi maggiormente sulla narrazione, sull’aspetto RPG oppure sull’azione - sembra quasi fuori luogo: è un matto chi sceglie di rinunciare anche parzialmente a uno di questi aspetti, perché sono gestiti in maniera impeccabile e contribuiscono a mantenere alta la tensione per l’intera durata della campagna. è invece sicuramente superflua l’aggiunta delle famigerate orde in multiplayer, che non rendono giustizia allo spirito del gioco, ridicolizzandolo. Il consiglio è di lasciare le orde a Gears e soci, calandovi ancora una volta nei panni del carismatico comandante Shepard per gustare avidamente ogni singola missione e ogni prezioso dialogo, partecipando attivamente allo sviluppo di una delle più belle storie mai scritte in ambito videoludico.
Dato lo scarso successo ottenuto da X-Blades (uscito esattamente tre anni fa), i ragazzi di Gajin hanno deciso di svoltare. Il cambio di rotta si riflette anche nel titolo, in quello che solo parzialmente si configura come un vero seguito delle avventure della provocante Ayumi, cacciatrice di tesori e guerriera dai poteri arcani. Come suggerito dalla parola “Time”, dovrebbe essere il tempo la peculiarità di questa produzione; il condizionale è però d’obbligo, perché nonostante la nuova curiosa abilità - che permette di giocare con il tempo consentendoci di evocare dei cloni della nostra eroina che ne imitano le mosse eseguite pochi istanti prima - in fin dei conti abbiamo a che fare con un hack ‘n slash dinamico e veloce, con tanto di katana e fucili. La miglior difesa è quasi sempre l’attacco - soprattutto considerando che non esiste un tasto predisposto alla pura e semplice parata - e nel corso dell’avventura impareremo a controllare la furia, che ci fornirà colpi speciali e abilità magiche. Il comparto tecnico non è immune da difetti specialmente considerando lo scarso framerate e la frustrazione che si prova per alcune scelte di inquadratura - ma le ambientazioni curate e colorate faranno la felicità degli appassionati del fantasy.
Street Fighter X Tekken
Journey (Thatgame Company)
(Namco/Capcom)
Disponibile per: Play Station Network Genere: Adventure
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Beat ‘em up
HHHH
HHH Venticinque anni fa uscì il primo Street Fighter e il mondo dei videogames ebbe un sussulto: i frequentatori delle sale giochi potevano improvvisamente sfidarsi nei mitici “cabinati”. La competizione quindi non fu più relegata ai famigerati record firmati con sigle composte da tre lettere e impugnare un joystick da quel momento non significò più isolarsi. Si poteva finalmente vedere in faccia il proprio avversario. E vinceva il più bravo, ovvero quello che aveva passato più tempo a tentare di imparare le mosse speciali, attivabili con le corrette sequenze di tasti, in un ordine preciso e con una tempistica adeguata. Tekken è uno dei fratellini minori di Street Fighter: esordì qualche anno più tardi, sfruttando bene il 3D. Dopo decine di release, le due serie per la prima volta s’incontrano e fanno un regalo enorme agli amanti del genere, che potranno godere di tutti i personaggi delle due saghe in un unico contesto. C’è qualche novità - su tutte quella della personalizzazione dei lottatori attraverso delle gemme che offrono potenziamenti attivi o passivi - ma lo spirito del gioco rimane splendidamente intatto. E con queste animazioni da urlo i combattimenti sono ancora più godibili e spettacolari.
ONSTAGE
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APRILE
Ci sono situazioni in cui si percepisce di avere a che fare con qualcosa di straordinario ma non si trovano le parole per spiegare la sensazione. In questo caso si potrebbe provare dicendo che Thatgame ci ha messo sei lunghi anni per confezionare un’avventura che si risolve in qualche ora; questo può spiegare la perfezione tecnica di Journey, sia graficamente che in termini sonori. Ma con le emozioni come la mettiamo? Si può forse rendere un’emozione più grande lavorandoci sopora per un tempo maggiore? Questo titolo sarà stato sicuramente limato, aggiustato e rifinito allo sfinimento: ma la verità è che possiede un cuore che batte da solo. Non serve essere bravi con il joypad, tantomeno avere riflessi rapidi. Non serve neanche sapersi destreggiare in complicati calcoli e nemmeno imparare decine di mosse per sopravvivere. A dire il vero non è nemmeno chiaro l’obiettivo principale del viaggio, che nonostante ponga una destinazione (il Monte Sacro) sembra concentrarsi molto di più sul percorso che sull’arrivo. Giocare a Journey è un po’ come ritrovarsi in uno stato di semi-trance emotivo. Le sensazioni che si provano sono sospese tra incanto e paura, tra certezza e dubbio. Proprio come in un sogno.
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COMINGSOON maggio
I biglietti del tour dei Negramaro sono in vendita presso i negozi Fnac!
Negramaro
E
ra il febbraio 2011 quando, con una lettera ai fan pubblicata sul sito ufficiale della band, Giuliano comunicava l’imprevisto dell’operazione e lo spostamento del tour, che sarebbe dovuto partire proprio nella primavera dello stesso anno. Da quell’inconveniente i Negramaro ne sono usciti ancora più forti: l’affetto della gente, che ha “aspettato” i salentini fino all’autunno, si è rivelato enorme così come la coesione di una band in cui, nonostante la personalità artistica di Sangiorgi, la più grande risorsa è il gruppo. «La vera forza è “noi”, non “io” - ci ha raccontato l’anno scorso proprio Giuliano – mentre oggi cercano di farci credere che non abbiamo bisogno degli altri. E invece “io” non esiste senza “noi”». Il concetto di collettivo ha ispirato l’ultimo album dei Negramaro (Casa 69) e ha trovato la propria subli-
mazione nell’esperienza live, partita con l’Heineken Jammin’ Festival 2011. «Anche le altre volte è stato stupendo, suonare prima di Oasis e Smiths è un’esperienza fantastica. Ma come headliner è un’altra cosa, ti accosti ai Coldplay e a Vasco Rossi. Questo non fa altro che confermare la nostra gioia: vediamo che da quella piccola cantina si può sognare sempre più forte», spiegava il cantante. Poi, il tour nei palazzetti. Uno show incentrato sull’ultimo album - ben 10 i brani di Casa 69 in scaletta - con tanti ospiti (Paolo Rossi e Pierfrancesco Favino e attori meno noti, come quelli del Teatro Valle di Roma impegnato in una lotta contro i tagli di un governo totalmente insensibile alla cultura) e una componente visual di grande impatto: sei schermi in continuo movimento, calati dall’altro verso il palco, che proiettavano sequenze di immagini ad altissima velocità per uno spettacolo
intessuto di “io” ma, soprattutto, di “noi”. A concludere il grande 2011 dei Negramaro - il tour ha registrato complessivamente 170 mila presenze e diversi sold out - è arrivato l’immenso concerto ai Fori Imperiali che ha permesso ai 300 mila fan di cantare a squarciagola e brindare al nuovo anno in compagnia dei salentini. Ma non è finita lì. Giuliano e compagni tornano anche nel 2012 con una nuova tranche del Casa 69 Tour. A parte la prima data a Genova, il 30 aprile, la tournée si concentra nel mese di maggio: il 2 al Palalottomatica di Roma, il 4 al Palamaggiò di Caserta, il 7 al Palarossini di Ancona, il 9 al Palalivorno di Livorno, l’11 al Pala Casa Modena di Modena, il 14 all’Arena di Verona, il 16 al Mediolanum Forum di Milano, il 18 al Palaolimpico di Torino, il 20 al 105 Stadium di Rimini, il 22 al Palamazzola di Taranto. (M.M.)
live
» !!!(CHK CHK CHK) 22/05 Bologna 23/05 Roma » Bugo 04/05 Torino 05/05 Mortegliano (UD) » Coldplay 24/05 Torino » Giardini di Mirò 03/05 Milano 04/05 Pisa 05/05 Arezzo 19/05 Bolzano
» Judas Priest 11/05 Mantova » Litfiba 01/05 Verona » LMFAO 07/05 Milano » Tiziano Ferro 02/05 Milano 04/05 Milano 05/05 Milano 07/05 Treviso 10/05 Verona 12/05 Verona
13/05 Verona 15/05 Perugia 17/05 Torino 19/05 Genova 20/05 Genova
» Metallica 13/05 Udine
» Marco Mengoni 04/05 Catania 05/05 Palermo 11/05 Varese 14/05 Verona 16/05 La Spezia 22/05 Treviglio (BG) 24/05 Ferrara 26/05 Civitanova Marche 27/05 Roma
» Marlene Kuntz 12/05 Roma 14/05 Firenze 16/05 Milano 25/05 Torino
» Nina Zilli 05/05 Torino
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» Biagio Antonacci 05/05 Bari 07/05 Acireale (CT) 09/05 Eboli (SA)
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30/04 Genova, 02/05 Roma, 04/05 Castel Morrone (CE), 07/05 Ancona... Il calendario completo del tour dei Negramaro su onstageweb.com
10/05 Caserta 12/05 Roma 13/05 Firenze 15/05 Ancona 16/05 Bologna 18/05 Mantova 19/05 Padova 20/05 Treviso 22/05 Trieste 23/05 Trento 24/05 Genova 26/05 Torino 29/05 Rimini
05/05 Bologna 07/05 Torino 10/05 Bergamo 13/05 Milano 20/05 Brescia 28/05 Genova
» Pino Daniele 03/05 Reggio Emilia
» The Rasmus 16/05 Milano
» Bud Spencer Blues Explosion 12/05 Castiglione Del Lago (PG) 19/05 Cisano Bergamasco (BG)