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LIGABUE LADY GAGA KINGS OF LEON 30 SECONDS TO MARS Akuel SKYN OnStage Banda.pdf
Preservativi
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ONSTAGE - EDITORIALE
Tutti i locali di Milano e Roma dove trovi Onstage Magazine Milano Bar Magenta BhangraBar Biblioteca Sormani Blender Bond Cafe Milano Cargo Colonial Caffè Cuore Deseo Elettrauto Cadore Exploit Felice San Sushi Frank Café Fresco Art
Good Fellas Gray Cat Pub Huggy Bar Ied Item Jamaica Julien Café Kapuziner La Bodeguita del Medio La Caffetteria La Fontanella Le Coquetel Le scimmie Lelephant Magazzini Generali Maxi Bar
Mom Morgans Pacino Café Pharmacy Store Reefel Roialto Café Salezucchero Sergent Peppers Skip Intro Stardust Sushi Trattoria Toscana Twelve Volo Yguana
Fata Morgana Freni e Frizioni Friend's Art Cafè L'infernotto Latte Più Le Sorelle Lettere Cafè Living room Cafè Locanda Atlantide Micca Club Mom Art
On The Rox Open Music Cafè Pride Pub Rock Castle Cafè Shanti Simposio Sotto Casa Di Andrea Sotto Sotto Tam Tam Zen.O
Roma
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rctic Monkeys, Air, Vasco Rossi, Ingognito, White Lies, Alex Britti, Hole, Stereophonics, 30 Seconds To Mars, Neffa, Delphic, Dave Matthews Band, Spandau Ballet, Yeasayer, Afterhours, The Cranberries, Carmen Consoli, Elio e le Storie Tese, Kasabian, Joss Stone, Hot Chip, Lacuna Coil, Le Vibrazioni, Mika, J-Ax, Faithless, Malika Ayane, One Republic, Prodigy, Baustelle, Elisa, Michael Bublè, Linea 77, Litfiba, Simone Cristicchi, Wilco, Train, AC/DC, The Niro, Kiss, Black Eyed Peas, Dalla&DeGregori, Alicia Keys, Mark Lanegan, Gogol Bordello, Irene Grandi, Gotan Project, Muse, Slash, Steve Wonder, Stone Temple Pilots, Black Rebel Motorcycle Club, The Temper Trap, Paolo Nutini, The XX, Jonsi, Elvis Costello, Ligabue, Jamiroquai, Mark Knopfler, U2, Norah Jones, Arcade Fire, Supertramp, Eels, Limp Bizkit, Elton John, Patti Smith, Ozzy Osbourne, Korn, Peter Gabriel, Grinderman, Goldfrapp, Steve Windwood, Fiction Plane, Santana, Doobie Brothers, Hurts, Sting, The Parlotones, Lady Gaga, Tricky, Sum41, Joe Cocker, !!! (Chk Chk Chk), The Drums, Interpol, Macy Gray, Alice Cooper, Simply Red, Yann Tiersen, Shakira, Kings Of Leon, Fistful Of Mercy, Klaxons, Marracash, Fabri Fibra, MGMT. In ordine sparso, vagamente temporale, sono
gran parte degli artisti che abbiamo (e avete) seguito nel 2010. Vanno tanto di moda gli elenchi in questo periodo, così psichedelici, estremamente sexy, che non abbiamo resistito alla tentazione. Ma soprattutto crediamo che questo elenco possa servire come spunto per valutare l’anno che sta per congedarsi, musicalmente parlando s’intende. La nostra opinione è che gli ultimi 12 mesi siano stati senza infamia e senza lode, ma non c’è lo spazio per spiegare i motivi di questo giudizio. E soprattutto – a differenza di come la pensano gran parte dei media – crediamo tocchi al pubblico, a voi, stabilirlo. Quindi, se avete voglia, diteci la vostra con una mail (redazione@onstageweb. com) oppure con un commento sulla nostra pagina Facebook. P.s. Onstage Magazine torna a febbraio 2011 con parecchie novità, alcune delle quali riguardano proprio voi che ci leggete. Per esempio potrete sottoscrivere un abbonamento annuale gratuito, che significa ricevere Onstage a casa vostra per 11 mesi senza spendere un euro. Non tutti, ma i 1000 che vinceranno il contest dedicato. Come, dove e quando partecipare ve lo comunicheremo con i nostri canali web. Tenete d’occhio il nostro sito – da gennaio onstageweb.com sarà online in una nuovissima versione – e ne vedrete delle belle. Daniele Salomone
Onstage People Direttore responsabile Emanuele Vescovo Direttore editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art director Federico Riva f.riva@ineditweb.com Progetto grafico Inedit srl via Pietrasanta, 12 20143 Milano info@ineditweb.com Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com Mattia Sbriziolo mattia.sbriziolo@onstageweb.com Photo editor Tommaso Riva t.riva@ineditweb.com
Onstage Magazine on tour - Dicembre 2010 KINGS OF LEON: 03/12: FUTURSHOW STATION, BOLOGNA; LADY GAGA: 04-05/12: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; 30 SECONDS TO MARS: 08/12: FUTURSHOW STATION, BOLOGNA; LIGABUE: 18-19/12: FIERA, BRESCIA n°37 / dicembre '10
n°37 / dicembre '10
Avalon Pub Birreria Marconi Cartolibreria Freak Out Casina dei Pini Circolo degli Artisti Crazy Bull Deja'Vu Distillerie Clandestine Express
n°37 / dicembre '10
magazine
Hanno collaborato: Blueglue, Stefano Gilardino, Susanna La Polla, Massimo Longoni, Emanuele Mancini, Claudio Morsenchio, Gianni Olfeni, Eros Pasi, Marco Rigamonti, Giorgio Rossini Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel. 02.533558
LIGABUE LADY GAGA KINGS OF LEON 30 SECONDS TO MARS
Amministrazione Mario Vescovo m.vescovo@areaconcerti.it
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Pubblicità Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com Francesco Ferrari f.ferrari@onstageweb.com Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com Marianna Maino m.maino@onstageweb.com Pubblicità Triveneto, Mantova, Emilia Romagna Ever Est Via delle Industrie, 13 35010 Limena (PD) Tel. 049.8849246 info@everestadv.it Pubblicità Lazio Areaconcerti Srl Via Nizza, 53 00198 Roma Tel 06.45474811 Paola Marullo p.marullo@onstageweb.com Pubblicità Toscana e Umbria Sara Moretti s.moretti@onstageweb.com Distribuzione e logistica Mario Vescovo m.vescovo@onstageweb.com Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 25030 Erbusco (BS) Web http://www.onstageweb.com http://www.mylive.it http://www.areaconcerti.it
LIGABUE LADY GAGA KINGS OF LEON 30 SECONDS TO MARS
Foto: courtesy of Universal
6 onstage - dicembre
Foto: Kenneth Cappello
Foto: Alessio Pizzicannella
Onstage Magazine Registrazione al tribunale di Milano N°362 del 01/06/2007
indice / dicembre
rubriche
10 - ontour
Il calendario completo dei concerti di dicembre, con approfondimenti sulle date più interessanti.
16. LADY GAGA Piaccia o no, la popolarità di cui gode oggi Lady Gaga non ha pari nella musica. Siamo stati al concerto di Torino per capire il motivo di tanto successo.
40 - rock 'n' fashion
Signore e signori, Taylor Swift, la record girl che ha venduto 1 milione di dischi in 1 settimana.
48 - what’s new
Negramaro, Zucchero, James Blunt, Bon Jovi, le uscite cinematografiche e quelle videoludiche.
54 - coming soon Un buon auspicio per il 2011.
22. LIGABUE Questa estate abbiamo incontrato il Liga per verificare con i nostri occhi e orecchie quel che di buono si dice di lui. E abbiamo trovato molto di più.
onstageweb
Live Report
I reportage fotografici di tutti i più importanti concerti del mese: Kings Of Leon, 30 Seconds To Mars, Lady Gaga, Fistful Of Mercy, Fabri Fibra, MGMT.
Contest
Seguite il sito o la nostra pagina Facebook, vi regaliamo 2 biglietti per tutte le date del tour di Marracash (gennaio compreso). E non finisce qui…
28. KINGS OF LEON I fratelli Followill hanno parlato del nuovo disco pubblicando una video-intervista in più atti sul sito ufficiale dei KOL. Vi riportiamo i passaggi significativi.
E poi tutte le news musicali, le interviste, i contest, il calendario completo dei concerti, gli approfondimenti. Stay connected!
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FACE TO FACE WITH ... 34. 30 SECONDS TO MARS La band più “spaziale” del mondo arriva in Italia per la terza volta in dieci mesi. Jared Leto e compagni sono amatissimi dai fan: merito di una tesi scientifica.
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12. MARRACASH 14. ZAZ
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w w w. f i a t . i t
ontour/ dicembre
MGMT
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12/12 Milano
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racular Spectacular è stato uno degli album di debutto più osannati del decennio. Pubblicato nel 2007, l’esordio degli MGMT - che in realtà avevano all’attivo già un disco e due Ep, ma con il nome The Management - aveva sorpreso tutti per originalità: rock che affonda le radici nel periodo d’oro Sessanta-Settanta filtrato da intuizioni sonore electro mai scontate. E canzoni decisamente solide. Congratulations (2010) ha confermato il talento di Ben Goldwasser e Andrew VanWyngarden, bravissimi a non cedere alla tentazione del singolone da chart. Se tengono duro, diventeranno un gruppo cult. Anzi, forse lo sono già.
Fistful Of Mercy
Alter Bridge - Milano Baustelle - Roma Dalla&DeGregori - Milano Litfiba - Firenze Zaz - Milano
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Lunedì
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Lunedì cantautore americano scoperto da Peter Gabriel a metà anni Novanta, e Ben Harper, che non ha bisogno di presentazione. Il trio ha pubblicato un disco, As I Call You Down, che è un trionfo di rock acustico, proponendosi come moderna (e più malinconica) versione di Crosby, Stills e Nash. Provare per credere.
06/12 Milano, 10/12 Roma, 11/12 Firenze, 18/12 Padova
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eggete con attenzione questa frase: Fabri Fibra è uno degli artisti più rock’n’roll che ci siano oggi in Italia. Se vi sorprende lo capiamo, perché il suo genere di riferimento è l’hip hop. Ma Fabrizio è uno dei pochi che abbiano il coraggio di dire qualcosa di spudorato in questo Paese - non a caso il suo ultimo disco s’intitola Controcultura. Ne abbiamo bisogno come il pane, visto che persino la musica pare genuflessa di fronte al principio del politically correct, che filtra ormai qualunque forma di comunicazione. Irriverente, sfrontato, a tratti un po’ sempliciotto: che vi piaccia o meno, Fibra è lo stereotipo della perfetta rock star.
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Dalla&DeGregori - Catania Malika Ayane - Napoli Voca People - Milano
Fabri Fibra Lunedì
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Alessandra Amoroso - Roma Malika Ayane - Bologna
Lunedì
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Martedì
Ligabue - Pesaro Malika Ayane - Ascoli Piceno Marracash - Bologna Ministri - Treviso Motel Connection - Perugia Perturbazione - Brescia Soulwaxmas - Trezzo (MI) Velvet - Roma
Deftones - Trezzo (MI) Fabri Fibra - Milano
09/12 Milano, 10/12 Modena
a mania dei cosiddetti “super gruppi” non passa mai di moda. E per fortuna, viene da dire. Specialmente quando, come nel caso dei neonati Fistful Of Mercy, a mettersi insieme sono artisti di un certo spessore. Qui abbiamo Dhani Harrison - figlio del leggendario chitarrista dei Beatles - Joseph Arthur,
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Beatrice Antolini - Novoli (LE)
Martedì
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Ligabue - Bolzano Malika Ayane - Brindisi
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Ligabue - Genova Malika Ayane - Firenze
Martedì Beatrice Antolini - Bari
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30 Seconds To Mars - Bologna Dalla&DeGregori - Reggio Calabria Malika Ayane - Roma
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Buzzcocks - Segrate (MI) Dalla&DeGregori - Eboli (SA) Voca People - Firenze
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Alessandra Amoroso - Milano Ligabue - Genova Malika Ayane - Pisa Marracash - Gallipoli (LE)
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On The Road
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Alter Bridge - Roma Klaxons - Milano Laurie Anderson - Roma M.I.A. - Milano Malika Ayane - Milano Ministri - Bologna
Alter Bridge - Modena Baustelle - Napoli Beatrice Antolini - Conegliano V.to (TV) Dalla&DeGregori - Roma Kings Of Leon - Bologna Litfiba - Perugia M.I.A. - Roma Malika Ayane - Aosta Marracash - Fontaneto (NO) Ministri - Firenze Perturbazione - Genova Simone Cristicchi - Sassuolo
Alter Bridge - Padova Baustelle - Bari Busta Rhymes - Roma La fame di Camilla - Mirano (VE) Lady Gaga - Milano Ligabue - Livorno Ministri - Perugia Morgan - Impruneta (FI) Motel Connection - Reggio Emilia Nesli - Conegliano (TV) Perturbazione - Cavriago (RE) Skid Row - Roncade (TV)
Dalla&DeGregori - Pescara Deftones - Roma La Fame di Camilla - Riccione (RN) Lady Gaga - Milano Ligabue - Livorno Skid Row - Bologna
Giovedì
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Dalla&DeGregori - Catanzaro Fistful Of Mercy - Milano Ligabue - Perugia Motel Connection - Firenze Nesli - Torino Velvet - Cordenons (PN)
Giovedì
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Baustelle - Bologna Beatrice Antolini - Torino Buzzcocks - Roma Dalla&DeGregori - Civitanova (MC) Ligabue - Trieste Linea 77 - Cinquale (MS) Malika Ayane - Avellino Voca People - Padova
Venerdì
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Fabri Fibra - Roma Fistful Of Mercy - Modena Ligabue - Caserta Linea 77 - Mirandola (MO) Malika Ayane - Parma Melissa Auf Der Maur - Torino Motel Connection - Schio (VI) Nesli - Firenze Perturbazione - Poveromo (MS) Simone Cristicchi - Roma Voca People - Milano
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Baustelle - Trezzo (MI) Buzzcocks - Napoli Dalla&DeGregori - Civitanova (MC) Linea 77 - Legnano (MI) Ministri - Genova Motel Connection - Napoli Perturbazione - Schio (VI)
KLAXONS
di susanna la polla
Jamie Reynolds, voce e basso de Klaxons, ci parla del nuovo album, Surfing The Void, e dei progetti futuri della band inglese.
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orprende la scelta di un produttore come Ross Robinson, conosciuto per il suo lavoro con Korn e Slipknot. Come l’avete incontrato? Il suo manager stava tentando di inserirci nel festival di Coachella; sapendo che stavamo cercando
Sabato
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Baustelle - Rimini Beatrice Antolini - Roma Fabri Fibra - Firenze Ligabue - Caserta Linea 77 - Arezzo Marracash - Castelseprio (VA) Melissa Auf Der Maur Roncade (TV) Morgan - Firenze Motel Connection - Pinarella (RA) Perturbazione - Cerignola (FG) Simone Cristicchi - Roma Ska-P - Milano Velvet - Modugno (BA)
Sabato
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Beatrice Antolini - Firenze Dalla&DeGregori - Cesena Fabri Fibra - Padova Gabin - Bari La Fame di Camilla - Bellaria (RN) Ligabue - Brescia Linea 77 - Pordenone Motel Connection - Bari Perturbazione - Colle Val d'Elsa (SI) Voca People - Torino
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Domenica
Dalla&DeGregori - Palermo Buena Vista - Milano Melissa Auf Der Maur Ravenna MGMT - Milano Nesli - Napoli Simone Cristicchi - Roma Voca People - Milano
un producer, ha suggerito che ci I Klaxons arrivano in Italia il 2 dicembre, ai Magazzini Generali di Milano
incontrassimo. Ross era proprio ciò di cui avevamo bisogno e così
ci siamo trasferiti nella sua casa di Venice Beach. E’ vero che Robinson è stato una sorta di guida spirituale? Oh sì, fra l’altro la madre di Ross è una nota psicologa motivazionale e anche lui è bravo a tirar fuori il massimo delle potenzialità degli artisti. Ha un alto livello di comprensione umana. Nel vostro precente album si faceva riferimento ad autori come Braughtigan, Jarry, Pynchon, JG Ballard. Chi ha ispirato Surfing the Void? Innanzitutto Simone Weil. Il titolo del disco prende spunto da una straordinaria immagine del vuoto fornita da questa autrice. Anche Timothy Leary, Arthur Koestler e soprattutto Daniel Pinchbeck mi hanno ispirato. Il libro di Pinchbeck 2012 - The Return of Quetzalcoatl è stato
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Domenica Ligabue - Brescia Simone Cristicchi Pontedera (FI) Voca People - Torino
fondamentale per me. Il 2012 è uno dei temi predominanti del nostro disco. Si dice che insieme a Pinchbeck, tu e Simon (Taylor Davis, chitarra, nda) abbiate partecipato a un rituale sciamanico a base di ayahuasca (un’erba nota per rivelare visioni, nda). E’ vero? E’ tutto vero. Ho avuto rivelazioni che sono state davvero utili per riuscire a fare questo disco. Alcune riviste hanno scritto che Surfing the Void è un album senza uno spiraglio di luce. Non sono d’accordo. E’ un disco che arriva in un momento negativo, ma che porta un messaggio decisamente positivo. Eravate stanchi dell’etichetta di “nu raver”? No. Anzi, stiamo tornando a lavorare in quella direzione. Abbiamo
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già dei pezzi per il prossimo album e sono in quello stile. Ti dirò di più, forse torneremo a lavorare con James Ford (producer e membro dei Simian Mobile Disco, ha prodotto il primo album dei Klaxons, nda). Con questo nuovo sound com’è cambiato il vostro set dal vivo? Abbiamo un musicista aggiunto, il chitarrista Anthony Rossomando (già nei Dirty Pretty Things, nda). Il nuovo live è molto potente, il migliore che abbiamo mai fatto. Suona bene sia in grandi spazi all’aperto che nei club. Per quanto riguarda la scaletta, suoneremo i pezzi nuovi e
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quelli vecchi, sarà un fifty/fifty. Sulla copertina di Surfing The Void è ritratto il tuo gatto Orphee nelle vesti di un’astronauta. Te lo porterai anche in tour? Certo! Orphee verrà con noi perché è diventato una sorta di mascotte per la band. Hai girato un documentario sul famoso regista inglese Jack Bond (noto per il suo film documentario del 1965 Dalì In New York, ndr). Com’è nata l’idea? Lo adoro, è un personaggio straordinario. Visto che sono completamente rapito dal suo geniale lavoro, ho pensato di intervistarlo. Ci siamo incontrati in alcuni pub di Londra e abbiamo iniziato a chiacchierare. Da lì è nato tutto.
11 dicembre - onstage
face2face / marracash
di giorgio rossinii
TUTTO BENE, SIAMO A PEZZI live 03/12 Fontaneto (NO) 07/12 Bologna 11/12 Castelprio (VA) 22/12 Gallipoli (LE) Il tour continua nel 2011, tutte le date su onstageweb.com
Foto di Alessandra Tisato
Onstage ti regala 2 biglietti per tutte le date del tour di Marracash! Info: www.onstageweb.com
Con un disco che vende (Fino a qui tutto bene), un altro già in cantiere, collaborazioni importanti e un tour alle porte, Marracash se la passa bene, anzi benissimo. Come del resto la scena hip hop italiana, che ha definitivamente messo la testa fuori dal guscio per diventare sempre più protagonista nel panorama musicale nazionale. A passarsela un po’ meno bene è il paese in cui tutto questo accade.
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llora Marra, come va? un disco più aperto, molto meno integralista. conto da pagare. E sarà molto salato. Molto bene. È proprio un bel periodo. Il disco Com’è nata la collaborazione con Giusy Ferreri? Ho il sospetto di sapere a cosa ti riferisci. va bene e sto già pensando al prossimo, poi tra Volevo la compagnia di una voce femminile per Rivincita. Be’ mi sembra sotto gli occhi di tutti. La situazione in quepoco inizia il tour. Un po’ sullo stile dell’hip hop americano, dove i duetti sono sto paese non è favorevole e non accenna a migliorare. Il rap è Sei già pronto per un altro album? ricorrenti, specie nei ritornelli. Ho conosciuto Giusy un paio un genere che tradizionalmente se la prende col potere e con Sì, era nelle mie intenzioni. Volevo pubblicare due dischi di anni fa e mi è venuto spontaneo pensare a lei. Credo che sia le cose che non vanno. Nel contesto italiano diventa fin tropnel giro di poco tempo, ma non molto lunghi (Fino a qui tutto una della voci più interessanti degli ultimi anni e poi la sua po facile trovare spunti per scrivere dischi hip hop. bene contiene 11 tracce, nda). Ora ci sto lavorando. storia incarna lo spirito di rivincita popolare che veicola quelA proposito, com’è nata la partecipazione al Woodstock Il momento è favorevole e non solo per te. L’hip hop itala canzone. Quindi ho pensato “perché no?”. Come ti dicevo di Beppe Grillo? liano sta vivendo una sorta di età dell’oro. prima, il rap di oggi si fa molte meno paranoie! In maniera abbastanza spontanea, nel senso che lui ha estePercepiamo anche noi questa golden age. In Italia so un invito ideale più o meno a tutti gli artisti presenc’è una bella scena, molto più matura rispetto al pasti nel panorama musicale italiano, big compresi. Molti << Il rap è un genere che tradizionalmente se la sato. Abbiamo tutti grande voglia di dimostrare che non hanno accettato per il timore di compromettersi e prende col potere e con le cose che non vanno. Nel qualcosa si sta muovendo a livello artistico. Vogliamo per evitare di schierarsi. Io condivido molto di quello cavalcare quest’onda. contesto italiano diventa fin troppo facile trovare che Beppe sostiene, soprattutto quando critica l’intera Penso che la parola chiave sia proprio “maturità”. classe politica di questo paese. spunti per scrivere dischi hip hop >> Esatto. Fino a una decina d’anni fa il rap era un Sia io che Fibra abbiamo pensato che potesse essegenere molto chiuso nel nostro paese. Tendeva ad re una buona occasione, un evento che superasse la escludere e ad auto-escludersi dal resto. Ora gli artisti hanno La citazione ramazzottiana, sempre in Rivincita, è un’alpolitica. E così è stato, un’esperienza bella e soddisfacente. La una maggiore coscienza delle proprie responsabilità e delle tra prova inequivocabile di questa apertura. nostra esibizione è stata veramente molto apprezzata. Peccapotenzialità che questo stile musicale possiede. Ci sono molte Amavo molto il Ramazzotti di quegli anni. Adesso tu è to che i media abbiano parlato pochissimo di un evento cui meno paranoie e più voglia di far sentire quello che abbiamo uno dei rari casi di canzone pop italiana con un testo bello, hanno assistito più di centomila persone. E tornando al dida dire. Abbiamo oltrepassato una sorta di immaginario conpopolare e incisivo. Ho pensato avesse molto senso in quel scorso sull’hip hop italiano, è stata un’altra conferma del fatto fine. L’hip hop italiano è salito di categoria, siamo arrivati in pezzo. Poi è un omaggio alla musica italiana che mi è sempre che questo genere si sta ritagliando uno spazio sempre più serie A e vogliamo rimanerci. Mi sembra che anche in termini piaciuta. importante. puramente commerciali i risultati siano positivi. Fino a qui tutto bene è ispirato ad un film di Kassovitz, Sta per iniziare il tour. Sei pronto? Puoi giurarci. Torniamo a te: Fino a qui tutto bene rappreL’odio, una storia ambientata nelle banlieue parigine. Prontissimo. Con noi sul palco ci sarà anche dj Tayone, uno senta la tua consacrazione definitiva nel mainstream. Si tratta di una citazione piuttosto esplicita. Nel film si parla dei migliori disk jockey italiani. Non vedo l’ora di partire. AbSono molto soddisfatto. Il disco precedente era una sorta di di quest’uomo che mentre precipita dal cinquantesimo piano biamo già in programma una quindicina di date e spero di raccolta di brani, il primo con una major di un ambizioso radi un palazzo non fa altro che ripetersi “fino a qui tutto bene” aggiungerne delle altre, magari al sud, nella mia Sicilia. gazzo di periferia. Con Fino a qui tutto bene le prospettive sono ed è una metafora della società di oggi. Viviamo alla giornata, Sei molto legato a quella terra. diverse. Voglio parlare del nostro paese, interpretare una parcontinuando anche noi a ripeterci “fino a qui tutto bene”. Ma Anche se sono nato a Milano, sento forte il legame con le te del malcontento generale. Anche musicalmente questo è di questo passo arriverà il giorno in cui ci verrà presentato il mie origini. Mi piace tornarci.
12 onstage - dicembre
face2face / zaz
JE SAIS CE QUE JE VEUX*
di mattia sbriziolo
*Io so cosa voglio
live 01/12 Milano Foto di Laurent Clement
Nonostante abbia appena pubblicato il suo omonimo disco d’esordito, Zaz ha una lunga esperienza nel mondo dello spettacolo. E’ partita dai cabaret di Parigi ed ora sta girando l’Europa con il suo raffinato pop ricco di contaminazioni. Un percorso umano prima ancora che artistico. Oggi la trentenne francese ha le idee molto chiare. Dopo aver catturato la nostra attenzione con la sua Je Veux, ci ha stregato con la sua determinazione.
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a dove viene il tuo nome d’arte? quattro del mattino, convincendomi che quella fosse la mia La tua musica parla anche dei giovani e delle difficoltà Il mio vero nome è Isabell, ma tutti mi chiamastrada. Quando ho cominciato a sentirmi una funzionaria che sono costretti ad affrontare. Credi che dovrebbero seno Zaz sin da quando ero bambina. Il mio nomidella musica, ho lasciato. Nonostante guadagnassi parecchio, guire il tuo esempio? Se dovessi dare loro un consiglio, cosa gnolo ha un significato simbolico, di ciclicità: ho non stavo bene con me stessa, così ho cominciato a suonare diresti? utilizzato la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto, perchè nella per le vie della città. Per me i soldi devono restare un mezzo e Il mio obiettivo non è di spingere i ragazzi a vivere come vita tutto ha un inizio ed una fine. Poi, da qualsiasi parte tu lo non un fine. La vita notturna e quel mondo di lustrini e paildico io. Assolutamente. Io racconto solo la mia storia. Ho volegga, rimane sempre Zaz. lettes non facevano per me. È proprio quella realtà frivola e, a luto spesso mettermi in gioco e alla fine ho scelto il cammino Come nasce e cosa ci racconta Zaz? mio parere, falsa, che ho voluto cantare in Je Veux. che mi rende felice: la musica. Penso che per un giovane sia All’album hanno collaborato molte persone. Su tutti corretto coltivare le proprie passioni e impegnarsi per Raphaël (cantautore francese, nda), che ha composto vederle crescere, altrimenti resterà solo una vittima. << Ho fatto tanta gavetta nei cabaret parigini. per me tre brani del disco. Chi ascolta Zaz trova la mia Secondo me, la società è lo specchio dei pensieri di Quando ho cominciato a sentirmi una funzionaria vita: i pensieri e gli incontri che hanno creato il mio sticiascun individuo e mi piacerebbe che tutte le persodella musica, ho lasciato. Guadagnavo bene, ma per le e la mia personalità. Essere cresciuta in Francia, poi, ne fossero sincere con se stesse, in modo da creare una me i soldi devono restare un mezzo e non un fine >> a contatto con una ricca scena musicale, mi ha aiutato collettività autentica. molto. Mi piace esplorare e, come testimonia l’album, Molti ragazzi, oggi, trovano nei talent show la adoro giocare con i suoni. Questo album nasce da un mix di Tra etica e politica, il passo non è così lungo. Come hai scorciatoia per raggiungere la popolarità. Nel tuo caso, invesonorità appartenenti ad ambiti differenti, dalla musica cubaaccolto i provvedimenti presi dal governo Sarkozy nei conce, quanto hanno contato gli studi e la gavetta? na a quella araba, dalla canzone francese al jazz, genere che ho fronti dei rom e delle donne islamiche? Mi dà fastidio che certi ragazzi partecipino ai talent col solo suonato per molti anni e che amo in particolar modo. Penso che per i cittadini francesi esistano dei problemi seri obiettivo di diventare famosi e non per dimostrare le proprie Sei sempre alla ricerca di nuovi spunti quindi? da affrontare, ma spesso chi dovrebbe occuparsene chiude gli capacità. È un’esperienza che fa maturare, certo, ma può anCambiare serve sempre. Qualsiasi cosa si faccia, esistono occhi e sorvola. Quando poi si ricomincia a guardare il proche distruggere. Per quanto mi riguarda, sono molto fiera del margini di miglioramento. Appena ho riascoltato Zaz, ho noblema, questo nel frattempo è diventato una montagna insormio passato. Oltre alla fortuna ho seguito l’istinto: se sento che tato subito delle imperfezioni. Per me è già vecchio e vorrei montabile, sempre più difficile da risolvere. qualcosa mi ispira, mi ci butto a capofitto, cercando di fare del mettermi immediatamente al lavoro per un nuovo album. Gli Con il primo disco e la crescente popolarità, non hai paumio meglio. incontri aumentano giorno dopo giorno e mi fanno crescere. ra di cambiare? Dove hai trovato la forza per arrivare fino a qui? C’è stato Domani potrei ricevere delle proposte per nuovi progetti, di Sono contenta di richiamare sempre più pubblico, perché un evento particolare che ti ha fatto crescere? qualsiasi genere. Oggi è jazz, il giorno dopo è funk. Tutto è significa che la mia musica è apprezzata. Conosco il successo Solitamente mi faccio guidare dalla vita, contando sulla possibile! da dieci anni e non sono mai cambiata. Forse sono le persone mia capacità di restare una persona innocente, come i bamAscoltando Je Veux, emerge un netto rifiuto del materialiaccanto a me ad aver modificato atteggiamento. Ma ho la forbini. Poi ci sono stati parecchi incontri che mi hanno fatto cresmo. Da dove proviene? tuna di essere circondata da persone con la testa sulle spalle e scere e diventare la ragazza che sono oggi. Una decina di anni Dalle esperienze che ho vissuto. A trent’anni ho già girato il sono convinta che i miei amici rimarranno gli stessi. Per me fa sono successe tante cose contemporaneamente, tra cui la mondo e ho conosciuto diverse culture. Ho fatto anche tanta i rapporti umani devono essere autentici, senza pregiudizi e morte di un amico. L’episodio mi ha dato la forza di reagire e gavetta nei cabaret parigini, lavorando dalle undici di sera alle senza paure. andare avanti. Mi sono ripromessa che sarei stata felice.
14 onstage - dicembre
Regala divertimenti!
live style
LADY GAGA > di massimo longoni foto: courtesy of Universal Music
MONSTER of pop
Tutti ne parlano, tutti la vogliono, tutti la premiano. Lady Gaga è la pop star del momento e non c’è la minima possibilità di contrastarla. Un primato che solo Madonna sarebbe in grado di intaccare. Ma su quali basi poggia il successo di Stefani? Ce lo siamo chiesti e abbiamo provato a capirne di più assistendo al suo spettacolo di Torino dello scorso novembre. Bene, Lady Gaga è davvero un mostro del pop.
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quattro quadri, ognuno caratterizzato da diverse scenografie. envenuti alla festa del mostro. Trovate scenograNel primo atto, “City”, campeggiano le insegne luminose dei fiche, costumi eccentrici e coreografie travolgenti locali di una città e una scala che ricorda quelle tipiche degli fanno qui tutt'uno con la musica, per costruire il edifici newyorchesi. Il pop vagamente anni '80 di Dance In The mondo variopinto e visionario che Lady Gaga ha Dark, la dance un po' tamarra di Just Dance (il pezzo che l’ha imposto al panorama musicale nell’ultimo anno e mezzo. Lei resa celebre), la ritmica travolgente e decisamente meno sinteè il fenomeno pop degli ultimi tempi. Anzi, a dirla tutta, in un tica di Beautiful, Dirty, Rich: aggiungendo la parentesi pianistica contesto abituato a creare idoli per poi distruggerli nel giro di del secondo quadro, si compone da subito l'universo musicale qualche mese o poco più, Lady Gaga ha i numeri non solo per di Lady Gaga. Lei intanto oltre a cantare e ballare suona tastiere durare, ma anche per prendersi quello scettro che ormai da metà che emergono un po’ ovunque, dal anni '80 è saldamente nelle mani di Appena può precisa che non sta cofano dell’auto in panne piazzaMadonna. E vedendola dal vivo si cantando in playback e che le canzoni ta in mezzo al palco così come da capisce meglio il perché. L’occasione è la prima assoluta di Miss Gersono state scritte tutte da lei. Perché una specie di scultura, mentre in The Fame si cimenta persino con un manotta in Italia, a Torino. sotto i costumi c’è ancora quella grosso contrabbasso elettrico. AppeStefani Germanotta che faticava a na può precisa che non sta cantando TUTTO MERITO MIO farsi notare. in playback e che le canzoni sono Un ritmo martellante, un video che state scritte tutte da lei. Perché sotto i costumi del personaggio si inizia a scorrere sul sipario che all’occorrenza fa da gigantesco muove ancora quella Stefani Joanne Angelina Germanotta che maxischermo ed ecco nelle immagini Gaga che volteggia con faticava a farsi notare dal music businness e che oggi si gode la due gambe lunghissime (anche troppo per essere le sue) mentre sua rivincita. viene visualizzato un conto alla rovescia e i primi versi di Dance In The Dark si diffondo con una presentazione/provocazione: RISCATTO "I'm a free bitch", sono una cagna libera. Inizia così il Monster Cresciuta in una famiglia italiana dell'Upper East Side di New Ball, uno spettacolo che si è modificato e ingigantito nel corso dei York, la futura Lady Gaga inizia a suonare il piano a quattro anni mesi, mano a mano che girava il mondo, un’opera pop divisa in
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GENIO DELL’HORROR. MTV ha definito “potentemente geniale” la versione di Paparazzi che Lady Gaga ha offerto ai Video Music Awards 2009. Durante l’esibizione ha messo in scena una sanguinosa morte, terminando impiccata ad una corda. Sconsigliata a chi s’impressiona facilmente.
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livestyle - LADY GAGA
PILLOLE & CURIOSITA’ A 15 anni Lady Gaga fa una breve comparsa nell’episodio Piccoli boss crescono, della serie tv I Soprano. Nel 2010 è al primo posto nella classifica, stilata dal Time, dei 100 artisti più influenti dell’anno. In esclusiva per le radio australiane, nel luglio 2010 è stato pubblicato il singolo Dance In The Dark (The Fame Monster). Lady Gaga in rete ottiene numeri da capogiro: le sue clip su YouTube superano il miliardo di visualizzazioni. Entro fine anno, le statue di Gaga appariranno contemporaneamente nei Musei delle Cere di Madame Tussauds. Una bombola di ossigeno e un vasetto di miele compaiono tra le bizzarre richieste di Stefani mentre è in tour. Il 30 settembre 2010, si è presentata in un club newyorkese con un abito fatto interamente di capelli. Sempre a settembre, Lady Gaga ha acquistato una villa a Bel Air di 600 mq per circa 7 milioni di dollari. Lady Gaga canterà con Elton John Hello Hello, brano del film Disney Gnomeo & Juliet, in uscita negli States a febbraio 2011. Nel 2012 uscirà il profumo creato dalla cantante. Per ora è noto solo il nome: Monster.
e a comporre a tredici, riuscendo poi a entrare nell’esclusiva Tisch School of the Arts della New York University. Ma tutto questo non basta per trovare subito il successo. Stefani, con un look ben diverso da quello odierno, capelli neri e nessuna stravaganza, suona spesso in localini della Grande Mela per un pubblico composto da studenti alticci e avventori distratti. Fino alla scintilla che scatta una sera, facendole intuire il modo di ribaltare la situazione. Decide di togliersi i vestiti e una volta rimasta a suonare il piano in lingerie gli occhi sono tutti su di lei. La lezione di quella sera diventa un credo e così non ci si deve stupire di vederla nel secondo atto del concerto, “Subway”, uscire da un vagone della metropolitana con un copricapo da suora e un vestito di plastica trasparente con il seno in bella vista (solo i capezzoli sono coperti, da due cerotti bianchi). Con le allusioni sessuali e un calibrato gioco di ambiguità, Gaga ha messo benzina alla macchina che la conduceva alla popolarità, mentre le dichiarazioni sulla sua bisessualità e alcune decise prese di posizione ne hanno fatto un’icona del mondo gay per il quale si è spesa in più occasioni. Inevitabile quindi che lo spettacolo debba moltissimo alla cultura camp. Boys Boys Boys, dedicata ai fan omosessuali in platea, è un tripudio di allusioni omoerotiche, con i ballerini in striminziti shorts che eseguono movenze effemminate. Il pubblico apprezza ma è nulla in confronto all’esplosione di entusiasmo che arriva con Telephone, un brano simbolo del riscatto di Lady Gaga. Per lei l'ingresso nel mondo della discografia non è stato semplice: è passata da diversi brevi contratti prima di ottenere l’ingaggio da parte della Interscope, che però la utilizzava più che altro in veste di autrice, facendole scrivere canzoni per Britney Spears, Fergie e Pussycat Dolls. Tra queste c’è proprio Telephone, che Britney scarta e Gaga riprende per l’Ep Fame Monster interpretandola in duetto con Beyoncé. Immaginate per un secondo la Spears
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nei panni Rockerduck: quanti cappelli si mangerebbe? NOVELLA JERRY LEE LEWIS L’immaginario delle canzoni, i video e le performance dal vivo sono un fascinoso pastiche in cui si mescolano pop art e pornografia, Madonna e Marilyn Manson, Walt Disney e il Rocky Horror Picture Show. Costumi stravaganti e acconciature improbabili si susseguono a ritmo vorticoso, rendendo impossibile fissare in via definitiva uno stile, reinventato di volta in volta. Un vestito di bolle senza nulla sotto, un burqa di pizzo rosso, un abito a forma di tazzina, un completino
L’immaginario dei brani, i video e le performance dal vivo sono un fascinoso pastiche in cui si mescolano pop art e pornografia, Madonna e Marilyn Manson, Walt Disney e il Rocky Horror Picture Show. reggiseno-hot pants o le impossibili “scarpe armadillo” di Alexander McQueen? L’unico denominatore comune è l’effetto sorpresa. Lo show non sfugge alla regola: i cambi d’abito si susseguono e tra questi c’è l’incredibile costume da angelo in nylon, fibre ottiche e ali di plexiglass che indossa per interpretare So Happy I Could Die. La Stefani Germanotta che c’è dentro Lady Gaga viene fuori quando le luci e le danze si placano per lasciare spazio solo alla cantante e al suo pianoforte. Prima Speechless e poi You And I – quest’ultimo è un pezzo inedito che farà parte del prossimo album Born This Way, in via di completamento. Lei mette le mani avanti e dice che questa canzone è molto diversa dalle altre che compongono
il disco, ma resta il fatto che You And I restituisce al pubblico un’interprete e un’autrice più vicina al blues e al rock che non alla dance. Una ballata pianistica alla Elton John dei tempi che furono che s’incendia improvvisamente con le chitarre scatenate mentre Gaga pesta sul piano restando in piedi sul suo seggiolino come una novella Jerry Lee Lewis. E SE SMANTELLASSE? La dimensione acustica e intima costituisce l'altra faccia della Lady Gaga regina della dance dai video stravaganti e dai ritmi martellanti. Sin dall'inizio ha stupito anche i più scettici presentando in programmi tv e radio inusuali versioni acustiche (e dal vivo) dei suoi successi, dimostrando che l'uso dell'autotune nei dischi non è una necessità ma un artificio artistico. Pezzi come Paparazzi e Poker Face, mettendo a nudo le solide melodie solitamente nascoste sotto gli arrangiamenti non proprio raffinati, acquistano una nuova luce. Ma questo nel prosieguo della carriera potrebbe paradossalmente rivelarsi d’impaccio. Perché i fuori programma acustici e bluesy lasciano a bocca aperta e stupiscono proprio in quanto estemporanei. The Fame e The Fame Monster hanno venduto 15 milioni di copie (e 51 milioni di singoli) in tempi di vacche magre per la discografia, restando per 100 settimane nella classifica di Billboard, non certo per le doti vocali o di pianista di Stefani, quanto per la capacità di sfornare formidabili canzoni commerciali. E che sia questo ciò che la gente vuole lo dimostra il delirio con cui vengono accolte nel finale dello show Alejandro, Paparazzi, Poker Face e Bad Romance, cioè le hit più popolari. Cosa accadrà il giorno che Gaga dovesse decidere di smantellare l’ingombrante sovrastruttura che lei stessa ha creato al suo personaggio? Lei dice di ispirarsi a David Bowie e i Queen, ma forse i suoi fan preferiscono Rihanna e Britney Spears.
livestyle - LADY GAGA
SHE LOVES… I personaggi che più hanno ispirato Lady Gaga Freddie Mercury Teatralità allo stato puro. In questo Freddie è un riferimento per Lady Gaga, tanto che il suo nome d'arte omaggia la hit dei Queen Radio Gaga. Istrionica e sanguigna, a dispetto dello studio che c’è dietro ogni esibizione, l’americana è un animale da palco, a partire da come suona il piano. David Bowie Come Ziggy Stardust, Lady Gaga sembra un'aliena catapultata sulla terra, in cui spesso persino l’identità sessuale diventa indefinita. Al Bowie del periodo glam Stefani ha rubato il gusto per il travestitismo e un'attitudine camaleontica che le consente di apparire ogni volta diversa. Madonna Circondarsi dei migliori collaboratori, affidarsi ai fotografi più alla moda, costruire gli show con cura certosina quanto a coreografie ed effetti scenici. Dalla regina del pop Gaga ha imparato la professionalità assoluta. La discepola impara dalla maestra per ereditarne il posto… Donatella Versace Lady Gaga deve a lei la sua passione per la moda. “È la mia musa ispiratrice” ha detto. “Un’icona potentissima anche per come viene presa di mira. E’ una provocatrice”. Stefani l’ha omaggiata “rubandole” i capelli biondi e vestendosi come lei agli ultimi Mtv Video Music Awards. Grace Jones Icona anni '80, musa di Andy Warhol, per Grace musica, arte e sensualità andavano di pari passo. Lady Gaga ne ha copiato atteggiamenti e abiti al punto che la Jones ha rifiutato una proposta di collaborazione: “Non ci penso per nulla, preferisco lavorare con qualcuno più originale e che non mi copi”.
LADY GAGA VS MADONNA Vero è che il suo pubblico di mostricciattoli (come lei chiama i suoi fan) fin qui ha dato prova di seguirla anche nei percorsi più estremi. Per esempio nelle incursioni fetish e gore da un punto di vista visivo. Gli ultimi due quadri dello show, “Forest” e “Monster”, sono quelli più caratterizzati in tal senso, con una scenografia che ricostruisce un Central Park da incubo e Gaga assalita e sbranata, grondando copiosamente sangue. E tra i filmati proiettati sul maxi schermo che fungono da intermezzo tra un quadro e l’altro, l’ultimo, Apocalyptic Film, potrebbe benissimo esser stato girato da Marilyn Manson, con maschere sadomaso e visi deformati. In fondo per Lady Gaga il corpo stesso è esibizione, che sia mezzo per veicolare messaggi provocatori o “manichino” per le mise più stravaganti. Ben diverso l’approccio rispetto a Madonna: se questa nel corso degli anni ha fatto un lavoro al limite del maniacale sul suo corpo, scolpendolo con un ricorso continuo e forzato al fitness, asciugandosi e mettendo muscoli fin troppo mascolini, Stefani non si fa problemi a mostrare un fisico ap-
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pesantito rispetto a qualche mese fa e con qualche rotolino. Anzi, ricordando le sue origini italiane non perde occasione per citare il nonno, secondo il quale le vere donne “hanno il culo grosso!”.
<< Mi considerano artificiale. La verità è che ogni parte di me è devota all'amore e all'arte. Sono solo una cantautrice e un'interprete che cerca di essere una guida per i fan più giovani >>
Per il resto il paragone con Madonna al momento propende ancora a vantaggio della regina. Fisicità a parte, alla luce della prova live di Torino, Lady Gaga stravince sul piano vocale, mentre concede ancora parecchi punti nel ballo e nella capacità di intrattenere il pubblico. Non si tratta certo di rimpiangere i "siete caldi? Ànchio" e "avete un pantine?" di
cicconiana memoria, ma i continui (troppi) discorsetti sulla necessità di essere se stessi, di non sentirsi emarginati e di credere nelle proprie potenzialità suonano tanto pretenziosi quanto ingenui. Mettono a nudo le leggerezze di un personaggio che a dispetto di tutto è ancora agli inizi e deve fare i conti con un pubblico giovanissimo. D’altro canto questa piccola grande showgirl nel giro di due anni ha bruciato tutte le tappe possibili, entrando stabilmente nella top ten delle donne più influenti del mondo secondo Forbes, ma non bisogna dimenticare che quando Lady Gaga nasceva Madonna era già una star che portava in giro per il mondo True Blue. Lei per il momento cerca di riuscire nell'impresa più difficile, non essere fraintesa. "Mi considerano artificiale e in cerca di notorietà" ha detto in una recente intervista. "La verità è che ogni parte di me è devota all'amore e all'arte. Sono solo una cantautrice e un'interprete. Cerco di essere una guida per i miei fan più giovani, quelli che si sentono come mi sentivo io alla loro età: una stramba".
live style
ligabue > di daniele salomone foto: alessio pizzicannella; foto live: iarno iotti
UNO DI NOI
(se fossimo come lui) Da quando è uscito, l’11 maggio scorso, Arrivederci, mostro!, ha macinato una serie di record impressionanti. Così come il tour estivo, dodici date sold out o quasi. Ma i numeri, per quanto importanti e significativi, raccontano molto poco di Ligabue. Luciano è un personaggio fuori dagli schemi, che sorprende soprattutto per quanta poca voglia abbia di mettersi sul piedistallo. Lo abbiamo incontrato, nella sua Correggio, a fine giugno.
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Si vede che io sono partito troppo forte (ride, nda). Nel nostro mestiere il suono è importante. E’ la cifra stilistica con cui ti poni rispetto al resto del mondo. Se, ad esempio, Balliamo sul mondo avesse avuto una base pop, probabilmente la mia storia sarebbe stata diversa. Ma occuparsi di questo aspetto richiede un grande dispendio di energia. In parte è un godimento, in parte è una faticaccia. In questo momento io sono beato perché ho delegato a un altro questa responsabilità, anche se poi se la prendono con me se il disco non piace, non con il produttore. Fare tornare i conti su aspetti tecnici – quanto volume esce dal disco, quanto riesce ad essere uniforme nelle varie fonti sonore, eccetera - è un lavoraccio e non sei mai sicuro che vada bene. Un produttore fa questo dalla mattina alla sera, ha più competenza Ho percepito Arrivederci, e più sicurezze. mostro! come un album che << Non ho prodotto il disco e questo significa che Perché hai scelto proprio segna in qualche modo una l’album esce con le proposte di un altro che, in Rustici? svolta, o per lo meno un nuoquanto tali, non avrei pensato. Volevo capire cosa Ho una grande stima di Corvo inizio. Se la mia interpresarebbe successo affidandomi ad un altro >> rado perché riesce a entrare tazione è giusta, vorrei sapere in un progetto artistico senza da dove nasce la necessità di sconvolgerne l’identità. La sua cambiare. Altrimenti, sei liproduzione si sente, ma devi andarla a cercare, perché non tende bero di smentirmi… a imporsi. Ha fatto così anche con me, lavorando tantissimo per Diciamo che ci sono una serie di piccole svolte. La più evidente è far sì che il suono fosse cazzuto, internazionale, ma anche pieno che per la prima volta non mi sono occupato in prima persona del di sfumature. L’album si prestava, essendo molto vario. Nel tempo suono, affidando tutto a Corrado Rustici. Non ho prodotto né cosembra non poter stare nello stesso disco di Quando mi vieni a prenprodotto il disco e questo significa che l’album esce con le proposte dere, così come Caro il mio Francesco potrebbe faticare di fianco a La di un altro che, in quanto tali, non avrei pensato. Da sempre scrivo verità è una scelta. Lui è riuscito, in collaborazione con il sottoscritto, i miei testi e le mie musiche, mi occupo degli arrangiamenti e curo a creare un album che della varietà facesse la sua forza, in cui ogni ogni suono. Ma il mio gusto cade inevitabilmente sempre nello episodio è chiaro da un punto di vista sonoro, pur essendo molto stesso punto, proprio perché è il mio gusto! Per cui avevo voglia compatto. di capire cosa sarebbe successo affidandomi ad un professionista Il suono è sicuramente uno degli aspetti più interessanti di come Corrado. Ognuno può farsi un’opinione, ma io credo che sia Arrivederci, mostro!. Eppure l’elemento più immediato credo sia riuscito a trovare un sound nuovo, fresco, pur mantenendo una il flusso emotivo che generano le canzoni. Avverto un’urgenza certa continuità con il mio passato. espressiva ancora più forte che in passato. Ti sei messo in discussione dopo vent’anni di straordinario Esprimere la mia emotività credo sia l’unico modo per sentirmi successo, lo trovo un gesto di grande umiltà. I tuoi colleghi solibene quando scrivo. Chi fa musica gode di tanti privilegi, esporci è tamente fanno il percorso inverso, prima affiancati da produttori il minimo che possiamo dare in cambio. Non è un compito facile, e poi da soli. ncontrare Ligabue è un’esperienza “rivoluzionaria”. Luciano è l’eccezione in un paese che elegge “rockstar dell’anno” il suo Presidente del Consiglio – ricordate la copertina di Rolling Stone? – perché protagonista di condotte (si fa per dire) esuberanti. Lui, il Liga, quello che riempie gli stadi, conserva l’onestà di un fanciullo e l’umiltà di un uomo di campagna, senza rinunciare alla genuinità del rock, quella che fa ballare, gridare e sudare. In Italia è quanto di più anticonformista si possa immaginare. In casi come questo si dice “Ligabue è uno di noi”. Ma prima di pronunciare (o scrivere) quelle parole, dovremmo farci un bell’esamino di coscienza e capire quanto noi assomigliamo a lui.
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live 04-05/12 Livorno 07/12 Pesaro 09/12 Perugia 10-11/12 Caserta 14/12 Bolzano 16/12 Trieste 18-19/12 Brescia 21-22/12 Genova
MOSTRO A PIU’ FACCE. Nel periodo di pausa del tour Ligabue è tornato in studio per registrare una versione acustica di Arrivederci, mostro!. Da solo con la sua chitarra. Il disco è rinchiuso in un box (Tutte le facce del mostro, uscito il 30 novembre) che contiene anche un dvd con le immagini dei concerti estivi – una canzone per data – e la versione originale di Arrivederci, mostro!.
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DICEMBRE - onstage
livestyle - ligabue
Buona la prima e pure la seconda! Oltre ad essere uno dei più importanti musicisti nella storia della musica italiana, Ligabue si è cimentato anche con la letteratura (ha scritto un romanzo, una raccolta di racconti e una di poesie) e con il cinema. Proprio sull’esperienza da regista volevamo saperne di più. Sono passati otto anni da quando Ligabue ha girato il suo secondo e ultimo film (Da zero a dieci, 2002), dodici dal suo esordio come regista (Radiofreccia, 1998). Un tempo sufficientemente lungo per tornare sull’argomento, cercando di capire cosa gli abbia lasciato l’esperienza cinematografica - che in ogni caso gli è valsa premi e riconoscimenti, di pubblico e critica. “Fare il regista e salire su un palco sono due esperienze agli antipodi” racconta Luciano. “Mentre sul palco uno come me, con una chiara predisposizione emotiva, non deve far altro che lasciar fluire l’emotività - più o meno fregandosene di come farlo - quando giri un film è difficilissimo tirar fuori l’emozione perché la devi progettare”. Una forzatura per il rocker di Correggio, eppure l’esperienza è stata molto positiva perché ha accresciuto il suo bagaglio umano e artistico. “Proprio nel fare qualcosa che era contro la mia indole, ho maturato alcune caratteristiche come l’essere paziente, la capacità di lavorare d’equipe e di dare peso alla progettazione. Tutte cose che mi hanno fatto vedere il mio mestiere principale, il mio vero mestiere, da un’angolazione diversa”. Radiofreccia è sicuramente il film meglio riuscito tra i due, quello per lo meno che ha portato più riconoscimenti, ma entrambi i film sono stati soddisfacenti perché hanno permesso a Ligabue di mantenere fede ad un principio fondamentale. “Mi piace pensare di non dover per forza rispettare le regole, ho sempre lottato per avere la libertà di fare scelte controcorrente, anche per i film”. Come dire, conosco le regole, ma un po’ me ne sbatto. “E’ l’unico modo con cui puoi permetterti di lasciare il tuo segno, il tuo marchio. Radiofreccia è un film anomalo: è tutto discutibile da un punto di vista tecnico. Però c’è la spudoratezza dell’emozione. Nell’ultima inquadratura prendiamo Freccia (Stefano Accorsi, nda) di schiena, dopo che ha bruciato due macchine, sa che la ragazza non ne vuole più sapere di lui, e noi sappiamo anche che andrà a morire di overdose. Nel fatto di prenderlo di schiena mentre si sta facendo una paglia, c’è tutta l’impudenza della sua emozione. Ed era l’obiettivo che volevo raggiungere”. D.S.
più ti esponi e più è facile che ti feriscano. Ma io personal- o un film, in un momento preciso della sua vita in cui è una grafiche, ai posti di lavoro persi, alle poche opportunità per mente credo di non aver scelta - sono fatto così - sento di do- persona diversa rispetto a quella che sarà dopo un mese o gli emergenti. Ma è ancora più grave il rischio che diventi vermi mettere in gioco. Mi piace che tu senta questa urgenza che era un mese prima. Se vogliamo c’è di mezzo anche la un sottofondo. Un conto è se ascolti un disco mentre fai altre e spero che la sentano tutti. Credo sia il motivo per cui uno casualità. L’importante è sentire l’urgenza di comunicare cose, un altro è se gli dedichi attenzione e lasci che “lavori” su di te. Si faceva in maniera empirica con il vinile, non podiventa così presuntuoso da dire “Scusate, voltatevi che vi qualcosa e farlo. E poi incrociare le dita… Già nel 1994, con A che ora è la fine del mondo?, lanciavi tevi skippare i brani e la musica aveva il tempo di entrarti devo dire la mia”. Questo, naturalmente, non significa che tu ti sia preso un messaggio molto forte, esprimendo il tuo dissenso sul dentro. Oggi purtroppo è sempre più raro. Può anche darsi potere delle televisioni. Faccio una considerazione banale: che sia l’uomo ad adattarsi a questa velocità e ad aver bisotroppo sul serio. E’ un disco molto vario, anche per quanto riguarda i te- tantissime delle persone che in questi anni hanno ballato gno di meno tempo per farsi toccare dalla musica o da altre sti. Si passa da un brano come Quando canterai la tua canzone e cantato la canzone sono poi state vittime, diciamo così, di forme di comunicazione. Ma sinceramente, non mi sembra che affronta il tema dell’autodeterminazione, che mi è stori- questa deriva mediatica. Insomma, non hanno recepito il che stia accadendo. Quindi ti dà fastidio se i messaggi delle tue canzoni non camente caro, per poi passare a La linea sottile che analizza messaggio. Ti pesa? sono recepiti. quanto siamo in bilico tra i nostri comporPer me è una grande soddisfazione già tamenti migliori e peggiori, e per questo << Esprimere la mia emotività credo sia l’unico modo per sentirmi quando la mia musica spinge le persone dobbiamo perdonarci qualche errore. Poi bene quando scrivo. Chi fa musica gode di tanti privilegi, esporci è il anche solo a ballare, a godere fisicamente arriva Nel tempo, in cui un tizio di 50 anni minimo che possiamo dare in cambio >> della leggerezza di una canzone. E’ chiadeve fare un pezzo punk per dirti quanto ro che se poi uno fa attenzione anche alle veloce è stata la sua vita. Ci sono momenParto da una considerazione: stiamo marciando ad una parole e queste producono un effetto, che sia accelerare una ti diversi, compresi alcuni leggeri, giocosi. Però per me era importantissimo far sentire quanta partecipazione emotiva velocità che non ci appartiene. Abbiamo bisogno di una riflessione, strappare un sorriso o ancora trasferire un sentimassa d’informazioni molto più grossa rispetto a, che ne so, mento di speranza, bè, mi riempie d’orgoglio. ci fosse in questo disco. Mi aggancio ad una delle tracce del tema di maturità di Un artista della tua “portata” genera molte aspettative. 5 anni fa. Raramente ci basta leggere un quotidiano la matSi capisce quanto ti stiano a cuore quelle che nutri verso te tina, abbiamo bisogno di consultare una marea di siti web quest’anno: “La musica – diceva Aristotele (filosofo greogni ora per avere notizie fresche. Tutto questo toglie alla co del IV sec. a.C.) – non va praticata per un unico tipo di stesso. Come ti poni rispetto al pubblico? E’ fondamentale che siano appagate le aspettative della gente la possibilità di fare i conti con la potenza della realtà. beneficio che da essa può derivare, ma per usi moltepligente. Per quanto mi riguarda considero necessario raggiun- Il punto è quanto riesci a riflettere su un fatto e quanto lasci ci, poiché può servire per l’educazione, per procurarsi la gere un pubblico tanto ampio da poter dire che le mie sono che questo lavori dentro di te, che produca qualcosa. Se uno catarsi e in terzo luogo per la ricreazione, il sollievo e il canzoni popolari. Il problema è che non c’è modo per pro- ha bisogno di sentire altre notizie subito dopo perché è as- riposo dallo sforzo”. Credi che il pensiero di Aristotele sia gettare questa cosa, perché le persone sono diverse. Se anche suefatto a questa velocità, è chiaro che i messaggi restano in ancora attuale? Io credo che dovrebbe esserlo. Ma stiamo vivendo un moavessi conosciuto le aspettative di ognuno dei miei fan, non superficie, non entrano in profondità come devono. mento di trasformazione e quindi per poter esprimere un Questo vale anche per la musica. avrei potuto trovare un modo per appagare tutti. Anche perLa musica ha tanti problemi. Penso alla crisi delle disco- giudizio dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza. In ogni ché ogni individuo impatta un disco, piuttosto che un libro
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Il combo del Liga Ligabue Stadi 2010 è il terzo progetto live che il rocker affronta con la stessa formazione, un misto di amici italiani vecchi e nuovi e new entry dagli Stati Uniti (suggerite da Corrado Rustici). Un combo affidabile che, come dice il Liga, “spacca”.
FEDERICO POGGIBOLLINI, chitarra Chitarrista bolognese classe 1968, “Capitan Fede” è al fianco di Luciano dal ‘94. E’ passato attraverso tutte le fasi della carriera di Ligabue, ma non dimentica “la prima volta a San Siro, nel 1997, un’esperienza indimenticabile”. Prima di unirsi al rocker emiliano, ha militato anche nei Litfiba (dal ‘90 al ‘93). Come solista ha pubblicato tre dischi (l’ultimo è Caos cosmico, 2009)
NICCOLO’ BOSSINI, chitarra Da quando suo padre gli regalò la prima chitarra – aveva 11 anni – Niccolò ha pensato solo a suonare. E’ passato da varie esperienze (tra cui i Raw Power, rock band italiana) fino al celebre concerto di Campovolo del 2005, suo esordio nella Banda. Della collaborazione con il Liga dice “E’ una grande fortuna, perché artisticamente non devo rinunciare a nulla”.
MICHAEL URBANO, batteria Nasce a Sacramento, in California, nel 1960. Da allora fa di tutto tra cui suonare la batteria con gli Smash Mouth (dal 1999 al 2006, quando lascia la band per “divergenze artistiche”) e collaborare con numerosi artisti, tra cui Elisa. Con Ligabue (a cui invidia le giacche di pelle) comincia nel 2007: è Corrado Rustici a suggerire Michael al Liga. Consiglio accettato.
KAVEH RASTEGAR, basso Bassista e compositore statunitense, Kaveh inizia a suonare sul serio nel 1999 dividendosi tra collaborazioni e progetti da lui personalmente avviati. E’ il fondatore dei Kneebody, che nel 2003 vincono un Grammy Award per la categoria “New Music”. Anche lui indicato da Rustici, fa l’esordio al fianco di Ligabue (che definisce “intenso, gentile e divertente”) nel 2008.
JOSE’ FIORILLI, tastiere Mette le mani sul pianoforte a tredici anni e a sedici è già sul palco. Folgorato da Jerry Lee Lewis (“Mi sconvolse il modo in cui suonava Great Balls Of Fire”), Josè accumula molta esperienza prima di arrivare alla corte di Ligabue, nel 2007, per il tour indoor ElleSette. Da buon romano, il suo ricordo più forte dell’avventura con il Liga è legato alla prima all’Olimpico.
LUCIANO LUISI, tastiere e programmazioni Toscano classe ‘63, Luciano comincia da piccolo con la musica classica, per poi “cedere” al fascino di quella moderna. Dopo aver incontrato Zucchero – al cui fianco resta per oltre dieci anni – “Luis” (così è comunemente soprannominato) collabora con artisti come Eric Clapton, Sting e BB King. Entra nella squadra del Liga in occasione del tour europeo del 2008 e diventa titolare fisso.
Le canzoni del repertorio, cioè quelle che la gente non caso credo che non ci vorrà molto. In pochi anni potremo conosciamo bene e che ci aiuta a gestire al meglio le nostre avere un’idea precisa del ruolo che svolge la musica in que- risorse. Il volume ad esempio è uno degli aspetti critici: se vede l’ora di cantare. Voglio che tutti tornino a casa spossati, è la sensazione sei basso in uno stadio ne risente la qualità complessiva del sto particolare contesto storico. che piace provare a me quando vado a vedere un live. TutTorniamo alla musica suonata. Un nuovo spettacolo da suono. to è predisposto perché sia così. Direi che siamo organizzare è una nuova sfida da affrontare. sul pezzo come non mai. Già in primavera sapeA giugno ho visto uno show meraviglioso, << Stiamo marciando ad una velocità che non vamo, grazie ai dati della prevendita, che sarebquello dei Muse a San Siro. Ti “sbattevano” in ci appartiene, non riusciamo a fare i conti con la be venuta molta gente. Questo ci spinge a dare faccia questo palco enorme fin dall’ingresso nello potenza della realtà. I messaggi restano in superficie, ancora di più. Anche se a me sembra sempre di stadio, una struttura in prospettiva davvero grannon entrano in profondità come devono >> aver dato il massimo. Ma è il pubblico che mi diosa, simile allo scafo di una nave. La nostra è chiede di andare oltre. una produzione agli antipodi, nel senso che nascondiamo le carte. Il pubblico entra e vede che c’è qualcosa Pochi giorni dopo aver chiacchierato con Luciano conParlando invece di “software”, cosa propone il tuo spetd’imponente ma cosa sia lo scopre solo durante il concerto. trollo il suo sito ufficiale (ligachannel.com) alla ricerca di Ci sono luci, video e tutto il resto, ma più che sull’hardware tacolo? Al centro c’è Arrivederci, mostro!. Tengo moltissimo a qualche ultima novità. Il tour estivo è alle porte e mi aspetto ci siamo concentrati sul software. A livello di “hardware”, qual è l’aspetto di un live più questo disco e lo suono quasi tutto. Anche se è un rischio di trovare indicazioni riguardo ai numeri. Ma trovo altro: il perché, sai, la gente reagisce in un certo modo ai singoli, in rocker ha deciso di indire un concorso per band emergenti. difficile da gestire? Sicuramente il suono, è sempre difficile ottenere una buo- un altro al resto dei brani, e solo chi ha comprato il disco L’iniziativa (il cui nome si deve al brano Quando suonerai na acustica in spazi grandi. Ma siamo molto esigenti e non conosce tutti i brani. Ma non voglio sacrificare le canzoni la tua canzone) di li a qualche mese avrebbe portato gruppi vogliamo saperne di problemi. Anche se ci rendiamo con- del repertorio e non lo faccio, motivo per cui i concerti di ed artisti sconosciuti ad esibirsi sui palchi del Ligabue Stadi 2010 poco prima del Liga stesso. Fossimo tutti come lui. to delle difficoltà e per questo lavoriamo con uno staff che quest’anno sono più lunghi rispetto al passato.
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live 03/12 Bologna
le foto del concerto dei Kings of Leon su www.onstageweb.com!
ADDICTED TO RECORD. Come Around Sundown ha debuttato direttamente al numero uno delle classifiche USA, vendendo 183.000 copie e risultando il disco pi첫 scaricato di sempre nella prima settimana con oltre 49.000 download. Niente male per i Kings Of Leon, che con il precedente Only By The Night hanno venduto 6 milioni di copie e vinto 4 Grammy Awards.
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live style
kings of leon > di marco rigamonti, foto: dan winters
TAKE IT EASY Ci sono band che si prendono molto sul serio. Altre invece tendono a sdrammatizzare. I Kings Of Leon fanno decisamente parte di quest’ultima categoria. Basta guardare le clip che hanno postato in rete per presentare il loro ultimo disco, Come Around Sundown: la parola utilizzata con maggiore frequenza è “easy”, seguita da “easily”. Dalle parti di Nashville si fa tutto con grande naturalezza, persino le scelte più rischiose. Il risultato si vede e si sente.
I
By The Night. E’ un ottimo anello di congiunzioncominciare dalla fine. E’ quello ne tra i nostri ultimi due album, addolcisce l’imche hanno voluto fare i Kings Of patto evitando che l’ascoltatore resti spiazzato”. Leon con il loro quinto disco, Come Tutto molto più semplice di quanto ci si potesse Around Sundown, che si apre con un immaginare. pezzo intitolato The End. Eppure, nonostante il testo sia piuttosto cupo – con tanto di tombe, solitu‘FANCULO GLI EDIT dine e pessimismo - la prospettiva della fine è un La semplicità è un concetto caro ai Kings Of fantasma che non ha senso di esistere nei pensieri Leon. “In generale – spiega Caleb - non ci piace della band del Tennessee, reduce dalla consacraessere troppo filosozione mondiale otfici, preferiamo cotenuta con Only By << Non ci piace essere troppo municare quello che The Night. Qual è il filosofici, preferiamo comunicare siamo naturalmente, motivo di tanta nequello che siamo naturalmente, senza filtri. Ci piagatività sbattuta in senza filtri. Ci piace essere autentici ce essere autentici faccia all’ascoltatore e questo si traduce in un approccio e questo si traduce all’inizio del nuovo, alla musica vero >> Caleb Followill in un approccio alla attesissimo album? musica ‘vero’. Una Caleb Followill, voce volta si suonava tutto e chitarra ritmica, live. E’ il nostro metodo: due o tre take sono più sdrammatizza: “Ci si può leggere un po’ di ironia che sufficienti e se ci chiedono di rifare il pezzo in questa scelta, ma la verità è che semplicemenuna quarta volta non ci stiamo… Se l’abbiamo te riteniamo The End un pezzo molto forte e ci è suonato in quel modo più volte allora è evidente venuto spontaneo posizionarlo all’inizio. E poi che il pezzo deve essere così!”. possiede i tratti caratteristici del sound di Only
29 dicembre - onstage
livestyle - kings of leon
THE FOLLOWILLS Anthony Caleb Voce e chitarra ritmica, Caleb è il co-fondatore dei Kings Of Leon – la band nasce nella seconda metà degli anni Novanta, insieme a suo fratello Nathan. L’avventura musicale dei due comincia nelle chiese in cui il padre Ivan, predicatore della Chiesa Pentecostale, veniva chiamato a portare il suo contributo spirituale. Ivan Nathan Due anni più grande di Caleb, Nathan, classe 1979, è il maggiore dei fratelli Followill. Suona la batteria, le percussioni e si occupa del backing vocals, oltre ad essere uno degli autori principali delle musiche dei Kings Of Leon. Si dice che sia stata sua l’idea di assoldare Michel Jared come bassista, nonostante all’epoca avesse solo 10 anni. Michael Jared Nato nel 1986, impara a suonare il basso grazie al fratello Caleb, che nei primi anni della sua formazione gli fa da maestro. Quando nel 2003 esce il primo disco dei Kings Of Leon, Youth And Young Manhood, Michael Jared ha solo 17 anni. Se andate a riguardare i primi video dei KOL, la sua giovane età si nota eccome. Cameron Matthew Quando Caleb e Nathan affidano il basso a Jared, pensano che il cugino Matthew (classe 1984), nel ruolo di chitarrista solista, possa chiudere il cerchio. I due Followill più grandi hanno raccontato di avere letteralmente rapito il cugino. “Avevamo detto a sua madre che sarebbe rimasto con noi due settimane, ma siamo spariti per un mese”. I Kings Of Leon come li abbiamo sempre visti fin dal 1999. Da sinistra: Nathan, Matthew, Caleb e Jared Followill
Come Around Sundown è il frutto di sessioni registrate dal vivo, una rarità nella scena rock degli anni Zero. E’ sempre Caleb ad approfondire il concetto. “Non è stato tutto un ‘buona la prima’, ma il perfezionismo non ci interessa. Giuro che c’è un pezzo dell’album in cui se presti attenzione si sente il rumore di una stecca da biliardo che colpisce una pallina. E nel nostro modo di intendere la musica va bene così”. Il fratello batterista Nathan si allinea a questo tipo di pensiero, sostenendo che i Kings Of Leon non si sono mai preoccupati di questioni come la durate di un pezzo – in prospettiva radiofonica un brano non dovrebbe superare i tre minuti. Se un pezzo è bello, nel Followill-pensiero “va suonato così com’è, ‘fanculo gli edit”. Il modus operandi della band americana è chiaro: la libertà artistica viene prima di tutto, l’improvvisazione è la principale forma di comunicazione, la naturalezza è il biglietto da visita, l’aspetto emotivo vince sulla tecnica. PAROLE E PROVVIDENZA Nathan aveva rilasciato un’intervista prima dell’uscita ufficiale di Come Around Sundown, definendolo un album “da spiaggia” – nonostante in tempi non sospetti la band si fosse dichiarata convinta di entrare in studio alla ricerca di un sound più scuro e grunge. Quella dichiarazione suonava strana già prima di ascoltare il disco, adesso sembra totalmente fuori luogo. Caleb spiega il misunderstanding, puntualizzando che non è mai stata loro intenzione scrivere un disco che parlasse di sole, mare e surf. “Per noi un album è da spiaggia se lo puoi mettere dall’inizio alla fine senza sentire l’esigenza di cambiarlo. Il nostro intento era di comporre e mettere insieme una manciata di pezzi che si potessero ascoltare senza interruzioni, in spiaggia come al lago o a casa. E’ limitante e affrettato focalizzare l’attenzione sulla
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copertina o su un titolo come Beach Side per trarre conclusioni”. Appunto. Disco “beachy” o meno, è innegabile che uno dei brani di Come Around Sundown, proprio il pezzo citato da Caleb, si discosti un bel po’ dal sound che ti aspetti dai Kings Of Leon. Si sono posti questo problema? Forse sì. Ma quando la voglia di sperimentare è forte non si può fare finta di niente. Anzi, ignorare l’ispirazione del momento potrebbe rivelarsi un errore. “Quel pezzo ci sembrava un po’ troppo facile e non ci convinceva appieno – racconta Caleb - così quando dovevamo nominarlo o scriverlo da qualche parte
<< Una sera stavo ascoltando un po’ di musica e ho sentito le parole ‘come around sundown’. Suonavano troppo bene per essere ignorate. Non ci fu bisogno di discutere: avevamo il titolo >> Matthew Followill lo chiamavamo semplicemente B Side. Col tempo abbiamo cominciato a sentirlo nostro e abbiamo deciso di inserirlo nella tracklist definitiva, ma non potevamo certo chiamarlo B Side. Un giorno è venuto a trovarci in studio il nostro fratellino più piccolo, che la sera prima era stato al concerto dei Beach House, di cui sfoggiava una t-shirt. E’ stato un attimo collegare le “b” e così è nato il titolo Beach Side”. Mai porre limiti alla provvidenza… A proposito di parole e provvidenza, vale la pena soffermarsi un attimo sul titolo del nuovo album. E’ Matthew (il cuginetto chitarrista) a spiegare come sono andate le cose: “Quando stai incidendo un disco non puoi fare a meno di
pensare ad un bel titolo. Una sera stavo ascoltando un po’ di musica e ho sentito le parole “come around sundown”, che suonavano troppo bene per essere ignorate. Il giorno dopo l’ho proposto agli altri, credendo che questa opzione sarebbe finita nel calderone delle possibili candidate. In realtà la reazione è stata unanime e convinta, non ci fu bisogno di discutere: avevamo scelto il titolo per il nostro nuovo album”. ACCERTATI DI AVER AMATO Sebbene casualità e improvvisazione abbiano giocato un ruolo piuttosto importante nella realizzazione di Come Around Sundown, la musica dei Kings Of Leon non si affida al caso. Può essere estremamente riflessiva e cerebrale. Le dolci note di chitarra che introducono un pezzo come Pyro sono una promessa che viene mantenuta: il testo proviene infatti da una travaglio di Caleb, dovuto ad un documentario in cui si narrava la storia di un gruppo di cristiani radicali che vivevano sulle montagne prima di essere uccisi da alcuni agenti dell’FBI. “Pyro parla di una persona che ne ha abbastanza di vedere cose che non gli stanno bene intorno a lui, di questo mondo che a suo parere non è perfetto. L’unico modo che trova per sfogarsi è bruciare quello che non gli piace. Salvo poi accorgersi che non vive bene nemmeno così. E’ un pezzo difficile da suonare dal vivo, la parte vocale è molto intima e quindi deve essere eseguita alla perfezione. E con questo non intendo dire che devo evitare accuratamente la minima stonatura. Il vero obiettivo è riuscire a comunicare completamente le mie emozioni al pubblico”. Un altro brano che sta particolarmente a cuore a Caleb è The Immortals, pezzo che esplora l’eterno conflitto con il nostro ego, la paura di rischiare e cambiare, le infinite possibilità tra cui dobbiamo scegliere in ogni istante della nostra vita: “Mi ci sono voluti venti minuti per scrivere l’intero te-
DISPONIBILE ORA Join The Experience Community on www.facebook.com/michaeljacksontheexperience Michael Jackson The Experience© 2010 Ubisoft Entertainment. All Rights Reserved. Ubisoft and Ubisoft logo are trademarks of Ubisoft Entertainment in the U.S. and/or other countries. © 2010 Triumph International, Inc. All Rights Reserved. The Michael Jackson name and associated logos are trademarks of Triumph International, Inc. in the U.S. and/or other countries. WII IS A TRADEMARK OF NINTENDO. NINTENDO IS A TRADEMARK OF NINTENDO. “2”, “PlayStation”, “PSP” and “ ” are trademarks or registered trademarks of Sony Computer Entertainment Inc.
livestyle - kings of leon
DISCOGRAPHISTORY La storia dei Kings Of Leon raccontata attraverso gli album pubblicati. Youth And Young Manhood (2003) Il primo disco nasce come naturale continuazione dell’Ep con cui la band approccia lo studio di registrazione - sono quattro le tracce recuperate da Holy Roller Novocaine (uscito sei mesi prima). La band è acerba, il suono grezzo, ma il disco viene accolto bene, soprattutto in Inghilterra. I KOL hanno talento e uno stile tutto loro. Possono solo migliorare. Aha Shake Heartbreak (2004) A poco più di un anno dal debutto, i fratelli Followill pubblicano il secondo disco. La ricetta è la stessa - southern rock + garage - anche se è sbagliato racchiudere i Kings Of Leon dentro uno o più generi. Anche gli USA si accorgono dei Kings Of Leon: merito dell’attenzione loro rivolta da artisti come Bob Dylan e Pearl Jam, che li portano in tour. Because Of The Times (2007) Dopo due anni di tournée si torna in studio. I producer sono gli stessi (Angelo Petraglia ed Ethan Johns), ma il sound è meno ruvido e la voce di Anthony Caleb acquista consapevolezza. Brani come Fans e On Call gettano le basi per il successo planetario, spazzando via l’etichetta di “band alternativa” che una parte della critica ha appiccicato addosso ai Kings Of Leon. Only By The Night (2008) Leggenda vuole che Eddie Vedder abbia definito il quarto disco dei KOL “un'onda molto grossa da cavalcare” prima ancora che lo stesso uscisse. Il frontman dei Pearl Jam ci aveva visto lungo: Sex On Fire e Use Somebody diventano hit mondiali e consacrano i KOL. Il gruppo ha cristallizzato il suo stile ed è ora una delle più importanti realtà del rock mondiale. Come Around Sundown (2010) Per la prima volta attesi come star, i Kings Of Leon non deludono le attese. La novità sta nei chiari riferimenti alla tradizione musicale americana, ma la formula (vincente) è la stessa di Only By The Night. Colpisce quanto sia cresciuto lo spessore della band, nell’intensità delle canzoni e nelle abilità dei singoli. Come Around Sundown è la conferma che la favola dei KOL è solo all’inizio.
sto. Una volta terminato, l’ho suonato alla mia ragazza. E’ scoppiata in lacrime e mi ha detto che è uno dei testi più belli che io abbia mai scritto. Volevo comporre qualcosa da dire ai miei bambini e il significato è tutto nel ritornello: va’ fuori e fai quello che vuoi, sii ciò che vuoi essere. Ma alla fine della giornata, prima di andare a dormire, accertati di avere amato”. ALCOOL&MATEMATICA Il lato più serio ed impegnato della band di Nashville - è li che hanno cominciato – è ben bilanciato da una certa dose di goliardia, peraltro mai nascosta. Avete presente i cori “da osteria” che si sentono in fondo a Back Down South? E’ tutta roba vera. “Sentivamo che a quel brano mancava qualcosa – racconta Matthew – e quando finalmente mi sono presentato con il riff giusto, eravamo così eccitati che ci siamo messi a bere”. Non lo sapevate? Il whiskey magicamente può trasformarsi in acqua… “Tutti quelli che erano in studio, una ventina di persone, si sono lasciati coinvolgere dall’atmosfera e hanno cominciato a bere e poi a cantare… Alla fine hanno inconsapevolmente trovato spazio nei crediti dell’album sotto la voce ‘backing vocal’”. Ma può anche capitare che l’alcool provochi un altro genere di emozioni, più intime. E’ proprio così che è nato Mary, pezzo che Caleb aveva scritto tre anni fa - una sera a
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casa sua completamente ubriaco - nel periodo in cui la band stava registrando Only By The Night: “Parla di matrimonio e riguarda un certo periodo della mia vita. Per qualche ragione ai tempi non l’avevamo considerata, ma quando recentemente qualcuno ha tirato fuori il demo ho capito che doveva
<< Volevo dire qualcosa ai miei bimbi e l’ho fatto con il ritornello di The Immortals. Il messaggio è: fai quello che vuoi, sii ciò che vuoi, ma alla fine della giornata, accertati di avere amato>> Caleb Followill assolutamente fare parte di questo disco”. L’attitudine carpe diem dei Kings Of Leon si conferma, sebbene con un leggero ritardo. Par condicio vuole che si citi un altro tipo di sistema utilizzato dalla band per comporre. E’ Nathan, l’uomo d’ordine, colui che scandisce il tempo, a definirlo: “In ogni album voglio inserire almeno una traccia dalle caratteristiche ‘mathrock’. In questo caso il brano incriminato è Pony Up: molti faticano a credermi quando dico loro che tutti quei suoni di
batteria siano stati prodotti da me in un unico take”. In effetti, è una parte molto complessa. “Avevo uno shaker legato a una bacchetta con del nastro adesivo e oltre al kit standard ho aggiunto un campanaccio e un tamburello. L’approccio che io e un mio amico chiamiamo ‘math-rock’ consiste in una parte di batteria che necessita di essere pensata intensamente perchè abbia l’effetto giusto quando la suoni. Può essere tecnicamente semplice, ma devi utilizzare una sorta di pensiero matematico quando la esegui, perché la ripetizione può farti uscire di testa!”. Che il segreto della longevità e del successo di un gruppo stia nell’equilibrio non è un mistero: per ogni leader dalla forte personalità c’è un membro della band più pragmatico e ragionatore che compensa e controlla il suo ego. Per ogni maniaco del virtuosismo c’è qualcuno che deve sfruttare le sue potenzialità calibrando tecnica e accessibilità, magari arrangiando in maniera più semplice alcune parti musicali per non appesantire troppo il prodotto finale. Ogni qual volta l’ispirazione irrazionale si presenta in modo fortuito è necessario veicolarla attraverso un criterio logico in modo da rendere almeno in parte comprensibile il suo significato per chi alla fine ascolta. Dare un senso ad un’emozione senza snaturarne il concetto e renderla sterile con eccessi di perfezionismo è una vera sfida. Un po’ come cominciare dalla fine.
live style
30 seconds to mars
live 08/12 Bologna
> di stefano gilardino, foto: francesco prandoni le foto del concert dei 30 Seconds To Mars su www.onstageweb.com!
SIAMO A 30 SECONDI DA MARTE… … E non lo sapevamo. Basandosi sul ragionamento di un professore di Harvard – secondo cui a livello tecnologico siamo molto più avanti di quanto ci facciano credere - i fratelli Leto hanno dato vita ad una delle band di maggiore successo degli anni Zero. Ma come si trasforma una tesi scientifica in un progetto musicale? Con una band che fa cose davvero mai scontate, tipo mischiare Sex Pistols e Pink Floyd o pubblicare le facce dei fan sulla cover di un disco.
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TEMPI MODERNI er una volta siamo fortunati perché, grazie a una Innanzitutto togliamoci subito il dente, prima che a qualcuvecchia intervista con Shannon Leto, fratello di no venga in mente di chiedere da dove cavolo arrivi un nome Jared nonché batterista e co-fondatore dei 30 Secosì strano e impegnativo. Trenta secondi da Marte? Jared Leto conds To Mars, possiamo evitarci il solito penoso e suo fratello sono appassionati di fantascienza? Non proprio. tentativo di etichettare la musica dei tre di Los E sebbene con riluttanza, per evitare che il mistero si diradasAngeles: “Credo che la nostra band unisca il sound grandioso se troppo, sia il fratello famoso che il vecchio bassista Matt dei Pink Floyd con l’energia dei Sex Pistols”. Ripensare a JoWachter, ora con gli Angels & Airwaves, hanno raccontato hnny Rotten, con la sua faccia da maniaco, mentre cammina di come il monicker provenga da una delle sotto-sezioni della per Londra indossando la celebre maglietta con scritto “I hate tesi di un professore di Pink Floyd” non fa che << Credo che la musica dei 30 Seconds To Mars Harvard, il quale sosteaumentare il paradosso unisca il sound grandioso dei Pink Floyd con neva che con il concetto di quell’affermazione, ma di 30 Seconds To Mars a ben vedere la magnilol’energia dei Sex Pistols >> Shannon Leto si potesse spiegare la quenza dei paesaggi sonocrescita esponenziale ri del quartetto di Waters e della tecnologia rispetto a quella dell’umanità. Saremmo a 30 Gilmour e la travolgente rabbia di God save the Queen possono secondi di distanza dal pianeta Marte, cioè molto più in là di spiegare almeno in parte quello che succede in casa di uno quanto si possa immaginare, in procinto di nuovissime scodei gruppi più amati di questi ultimi dieci anni. In attesa del perte che consentirebbero di crescere ulteriormente a livello loro ennesimo passaggio qui in Italia, vediamo di tracciare tecnologico. Contenti? Speriamo di sì, anche perché ora sala parabola che li ha trasformati in stelle del panorama rock rebbe il caso di concentrarsi sulla musica e, incidentalmente, mondiale.
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FENICE CALIFORNIANA. Ai 30 Seconds To Mars piace giocare con immagini e parole. Il simbolo della band di Los Angeles è una fenice, ribattezzata Mithra, al centro di un cerchio sul cui perimetro appare lo slogan Provehito in Altum, che tradotto dal latino significa "Lanciati verso l'altoâ&#x20AC;?. Esiste persino un altro logo della band, composto solo da simboli.
35 dicembre - onstage
livestyle - 30 seconds to mars
HOT&SPOT I 30 Seconds To Mars hanno venduto più di 3,5 milioni di album in tutto il mondo. I loro video hanno registrato oltre 100 milioni di visualizzazioni su YouTube. La clip di A Beautiful Lie è stata girata in una località situata 200 miglia a nord del Circolo Polare Artico. L’obiettivo era sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici. I 30STM sono molto attenti alle problematiche ambientali: hanno creato un sito (www.abeautifullie.org) che pubblica eco-bollettini con l’intento di educare le persone in tema di ambiente e offrire suggerimenti su quando e cosa fare in merito. From Yesterday è stato il primo video americano girato nella Repubblica Popolare Cinese. La band californiana ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra i quali un MTV Video Music Award e tre MTV European Music Award. I brani pubblicati in streaming su MySpace sono stati ascoltati quasi 42 milioni di volte. La pagina ufficiale dei 30STM su Facebook conta più di 2.840.000 fan. The Kill (singolo estratto da A Beautiful Lie) ha stabilito un record: è la più duratura hit nella storia delle radio rock moderne. E’ rimasta in classifica per più di 50 settimane. Dall’uscita di A Beautiful Lie l’attività live dei 30STM non si è mai fermata: sono oltre 500 i concerti organizzati dal 2005 a oggi.
Foto di Kenneth Cappello Il nucleo dei 30 Seconds To Mars. Da sinistra: Tomo Miličević (chitarre, violino elettrico, tastiere), Jared Leto (voce e chiatarra) e Shannon Leto (batteria e percussioni).
sulla celebrità parallela del cantante e chitarrista Jared Leto, un disco convincente e dimostrare come sia solo il talento a lancerà definitivamente. La grande empatia di Jared e compagni con i propri sostella di Hollywood oltre che del rock, capace di conquista- spingerli avanti. Non solo Pistols e Pink Floyd sulla tavore il cuore delle fan non solo con la sua voce (e la sua bella lozza dei colori, ma pure influenze che vanno dagli Who stenitori sta alla base di questa ascesa e alcune iniziative faccia, cosa che non guasta per nulla) e la sua grinta ma pure ai Police e mostrano un approccio personale alla musica: promozionali sono volte a cementare questa unione: 12 con eccellenti interpretazioni in film come Lord Of War, Fight il successo non pare certo un miraggio e il numero sempre fortunati acquirenti del disco trovano nella confezione una speciale card che consente loro di partecipare, per sempre, Club, La sottile linea rossa, Requiem For A Dream, American Psy- crescente di fan lo dimostra. Basterà un paio d’anni per ritrovare i 30 Seconds To Mars come ospiti nel backstage a qualunque concerto del gruppo. cho e, lo scorso anno, Chapter 27 in cui interpreta l’assassino circondati e protetti dall’affetto di Echelon – così viene chia- Un premio davvero inestimabile per chiunque sia davvedi John Lennon, Mark David Chapman. ro un patito del terzetto e un modo, da parte dei Facciamo un salto indietro, più precisamente nel 30STM, per rendere grazie a quella che diverrà la 1998, quando i due Leto decidono di dare vita a un base di una solida scalata verso la vetta. progetto musicale famigliare, un modo per sfogare << E’ fantastico collaborare con i fan e costruire Il vero miracolo, però, lo compiono soprattutto i la propria voglia di rock. Jared è già un attore in assieme un percorso artistico unico. Noi incoraggiamo videoclip dei singoli, The Kill e From Yesterday, picpiena crescita, ma la vera passione resta quella dell’interattività e stiamo dimostrando che il futuro coli capolavori visuali che testimoniano come sia la chitarra, che sfoga assieme a Shannon (batteria), passa attraverso queste cose >> Jared Leto ancora possibile applicare un taglio artistico a un al già citato Wachter e, dopo qualche provino, a mezzo che pare sempre più destinato al semplice Tomo Milicevic, assunto come seconda sei corde e utilizzo promozionale. “È uno dei pochi casi in cui come tastierista. Nonostante la relativa inesperienza, per l’esordio omonimo del 2002 i 30STM si affidano alle mato l’inner circle degli aficionados più fedeli e scatenati – e posso mettere a frutto ciò che ho imparato facendo l’attore - racconta Jared Leto - e applicarlo direttamente alla band. cure della Virgin e approfittano di un veterano come Bob in cima alle charts di mezzo mondo. La grossa differenza però sta nel fatto che quando compari Ezrin in sede di produzione, riuscendo persino a piazzare in un video di una canzone sei te stesso e non stai recitando UNA BELLISSIMA BUGIA due singoli nelle classifiche di Billboard, Capricorn (A Brand La svolta arriva nella seconda metà del 2005, quando una parte come in un film. Non devi rendere credibile un New Name) e Edge Of The Earth. Il nome comincia a circolare e nonostante i soliti critici l’uscita di A Beautiful Lie scatena le reazioni del pubblico, che personaggio di fantasia, ma lavorare al servizio della muche liquidano il progetto come un capriccio di un giovane ne decreta l’immediato successo, ma soprattutto della criti- sica. Ho avuto la fortuna di collaborare con grandi registi attore, i tre – Wachter se ne va, sostituito in sede live da Tim ca che conferisce ai tre lo status di rockstar, contribuendo a e cerco di mettere in pratica qualche loro suggerimento anKelleher – concentrano tutte le proprie energie per sfornare creare grandi aspettative attorno a un tour mondiale che li che nei video dei 30STM”. La modestia di Leto nulla toglie
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Akuel SKYN OnStage.pdf
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26/10/10
Preservativi
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livestyle - 30 seconds to mars
alla magniloquenza dei due clip in delle vere copertine personalizzate questione, specialmente quello di di This Is War, esperimento bizzarro From Yesterday, il primo in assoluto e curioso. “Ci siamo divertiti come (per un gruppo americano) a essere matti, è stato fantastico ricevere così girato interamente in Cina e ispirato tante dimostrazioni d’affetto e stima, al film L’ultimo imperatore: “È stata vedere come sia possibile collaborare un’esperienza incredibile, una delle con i ragazzi e costruire assieme un più intense della mia vita. Non lo di- percorso artistico unico. Noi incoraggiamo l’interattività e stiamo dimomenticherò mai”. I frequenti passaggi televisivi lan- strando che il futuro passa attraverso ciano i 30STM verso il Welcome To cose di questo genere”. Non bisogna scordarsi della musiThe Universe Tour nel 2006, uno dei primi a impatto zero e con un ap- ca, mai farla scivolare in secondo piaproccio eco-compatibili. Il terzo sin- no, perché ancora una volta la matugolo estratto dall’album, la title track razione dei tre è palese e tangibile, A Beautiful Lie, rompe ogni definitiva come dimostrato dal primo singolo resistenza, celebrando con l’enne- estratto, Kings And Queens, un pezsimo e bellissimo video, girato tra i zo rock avventuroso e graziato dal ghiacci dell’Artico, un vero trionfo, solito bel videoclip che immortala confermato anche dai premi che i tre una delle pedalate notturne del mosi portano a casa dopo gli MTV Mu- vimento C.R.A.N.K. Mob, una sorta di Critical Mass organizzata da un sic Awards. gruppo di ciIl buon Jared clisti radicali può ritornare a Los Angecon calma ai << La musica è una faccenda les. “Credo suoi impegni personale, ma se proprio che quel hollywoodiavuoi una risposta all’annosa movimento ni e mettere questione, allora devo rappresenti in stand–by il ammettere che mi sento alla perfegruppo senza un musicista che recita zione il senpatemi d’anipiuttosto che un attore che so di libertà mo, certo di suona >> Jared Leto che permea avere ormai le liriche del un seguito fepezzo e sono dele, ma senza rinunciare a qualche sporadica data felice di aver potuto filmare questi in giro per il mondo, tanto per man- ragazzi in una delle loro uscite nottenersi in forma e cominciare a lavo- turne”. La vita di This Is War contirare sul successivo disco, la chiusura nua tuttora, con numeri meno enfatidel cerchio, come dimostra anche ci del precedente exploit, ma con una l’utilizzo del triangolo come simbolo lunga serie di concerti in giro per il dell’album. Un enigmatico Leto non mondo, sotto il nome di Into The Wild si sbilancia: “Potrebbe essere la fine Tour (“ci sentiamo dei pirati che vandell’inizio, ma anche l’inizio della no all’avventura attraverso un mondo selvaggio, ecco il perché di questo fine…”. nome”), che passa dalle nostre parti a dicembre e si concluderà poco dopo LE FACCE DI MARTE Proprio al termine del 2009 si rie- per poi riprendere a gennaio negli sce finalmente a mettere le mani sul Stati Uniti. Senza nessun dubbio, la “guerra” tanto atteso terzo lavoro del gruppo, intitolato This Is War e anticipato da è vinta e forse i giornalisti smetteranalcune iniziative interessanti come no di chiedere a Jared se si senta più un collegamento mondiale in diret- un musicista o un attore, come se le ta coi fan su MySpace e la celebre due cose non potessero convivere campagna “Faces of Mars”, che cul- pacificamente: “Sai, se a uno piace minerà con le migliaia di fotografie la tua musica non importa che tu sia dei fan che adorneranno la copertina un attore, quello che conta sono le dell’album. Ancora una dimostra- canzoni. Al contrario, se a te fanno zione di come il parere e la forza dei schifo i 30 Seconds To Mars, di cerpropri seguaci sia la linfa vitale che to non comprerai i nostri dischi solo permette ai 30 Seconds To Mars di perché io sono Jared Leto! La musica marciare a pieni giri. In breve, i tre è una faccenda personale, questo è il musicisti raccolgono migliaia di scat- suo segreto, ma se proprio vuoi una ti di amici, parenti (“C’è anche nostra risposta all’annosa questione, allomamma”, annunciano con grande ra devo ammettere che mi sento un affetto i due fratelli), conoscenti, fan e musicista che recita piuttosto che un selezionano quelli che diventeranno attore che suona”.
38 onstage - dicembre
DAL GRANDE SCHERMO AL PALCO Le battute a disposizione per questo box non sono certo sufficienti a esaurire un argomento così esteso e complicato come quello degli attori prestati alla musica (e non viceversa, attenzione!), ma proviamo comunque ad offrire una breve panoramica utile a far comprendere come spesso le due arti si siano incrociate, con risultati che vanno dal sublime al ridicolo. In cima alla nostra classifica troviamo ovviamente John Belushi e Dan Aykroyd, ovvero i Blues Brothers, che dopo aver interpretato i fratelli nella finzione cinematografica vestono i loro panni anche nella realtà riscuotendo un successo milionario. Due dischi vendutissimi e concerti da sballo, con la crema dei musicisti della Stax Records a fare da backing band. Un altro ribelle dello schermo che ha tentato la carta della musica è Johnny Depp, impegnato qualche anno fa con i suoi P, progetto che vedeva in formazione anche Gibby Haines dei Butthole Surfers ma che è naufragato malamente e senza lasciare tracce. Ci proverà, più meno nello
stesso periodo anche il suo amico Keanu Reeves, mettendo i piedi i Dogstar in cui suonerà il basso e inciderà ben due dischi, partecipando pure a qualche festival come Glastonbury. Inutile ricordare come la sua presenza fosse la principale attrazione. Più recentemente, è toccato alla bella Scarlett Johansson cimentarsi con la musica e il suo album di debutto, Anywhere I Lay My Head, composto da parecchie cover di Tom Waits e un brano inedito, che ha riscosso un discreto plauso dalla critica. L’ultima segnalazione internazionale va a una vecchia star come William Shatner, il capitano Kirk di Star Trek, capace di trasformarsi in crooner con la massima semplicità. Niente rock, ma prestate orecchio se siete curiosi. Per concludere, una parentesi italiana, con la nuova star Elio Germano e Le Bestie Rare, band romana di crossover tra punk e stornello (come dice lo stesso attore) in cui milita da anni ormai. Sul loro sito personale, troverete un intero album in download gratuito. S.G.
ROCK 'N' FASHION
La star della porta accanto
a cura di francesca vuotto
foto: Joseph Anthony Baker maglione: Ever
40 onstage - dicembre
ROCK 'N' FASHION
41 dicembre - onstage
ROCK 'N' FASHION
foto: Sheryl Nields top: Aurelio Costarella jeans: J brand scarpe: Bebe bracciale: Curve anello: Bochic
42 onstage - dicembre
ROCK 'N' FASHION
Brava tanto da meritarsi le lodi delle più autorevoli riviste musicali – comprese Rolling Stone e Billboard; fashion al punto giusto per Glamour e Vanity Fair; sofisticata quel tanto che basta per finire su magazine patinati come Allure, InStyle, T Magazine o l’intellettuale New Yorker; fenomeno interessante per i quotidiani, vedi Chicago Tribune, US Today, e New York Times. Per non parlare degli innumerevoli pezzi usciti sul web o dei servizi televisivi.Tutti i media si sono occupati diTaylor Swift, giovane cantante che sta esportando in tutto il mondo una versione pop dell’americanissimo country. Tutta questa attenzione nasce “dal basso”. In ogni angolo del globo centinaia di migliaia di persone accorrono ai concerti, si precipitano nei negozi, visitano la sua pagina Facebook - 7 milioni di fan - e si scambiano informazioni in rete. A questo fervore si aggiungono numeri e record da capogiro che testimoniano il talento di Taylor come cantante e musicista. Per snocciolarne alcuni, ha vinto 4 Grammy (è la più giovane artista ad aver ricevuto l’ambito “Album Of The Year”) e prima dell’uscita del nuovo Speak Now – che ha venduto la bellezza di 1 milione di copie in una settimana - aveva già totalizzato 13 milioni di download con due album e 25 milioni di download con le singole canzoni. Infine, si è aggiudicata 6 dischi di platino con il penultimo Fearless (2008), il disco che ha più venduto nell’ultimo decennio. Per lei si è scomodato addirittura BarackObama. Il presidente USA non ha esitato a definire “jackass” (stupido) Kanye West, che nel 2009 è salito sul palco degli MTVVideo Music Awards per contestare la vittoria della Swift nella categoria “Best Female Video” (secondo il rapper spettava a Beyoncè). Mica male per una ventunenne che ha imparato a suonare la chitarra a 12 anni da un ragazzo capitato a casa sua per riparare un computer.
foto: Sheryl Nields top: Aurelio Costarella jeans: J brand scarpe: Bebe bracciale: Curve anello: Bochic
43 dicembre - onstage
ROCK 'N' FASHION
Ma chi è Taylor Swift? E’ una ragazza che scrive canzoni sulle sue avventure amorose (“Anche se non sono assolutamente un’esperta, credo che valga la pena parlare d’amore più che di qualunque altra esperienza della mia vita”) e che conosce il senso del suo percorso (“Crescere ha significati diversi. Per me non vuol dire diventare una persona totalmente nuova e smettere di amare le cose che amavo prima, ma solo ampliare la mia lista”). Una ragazza come tante altre, che ammette di aver bisogno ogni tanto di un piatto di patatine, di un frullato, della mamma. Un’artista che improvvisa un live nella sala d’attesa dell’aeroporto di Nashville solo perché un fan le ha chiesto per quanto tempo seguirà la carriera di cantante. Dopo due anni passati a comporre i nuovi brani ed ultimare il Fearless 2009/2010Tour - 88 città per un totale di 107 concerti -Taylor è pronta per l’avventura appena iniziata con l’album Speak Now, uscito a fine ottobre. Un disco che è per lei l’occasione che tutti vorremmo avere: “Queste canzoni sono come delle lettere aperte, scritte pensando a qualcuno in particolare, qualcuno a cui non sono riuscita a dire delle cose di persona”. L’Italia si prepara ad accoglierla il prossimo 15 marzo, quando approderà al Mediolanum Forum di Milano per l’unico concerto italiano previsto dallo Speak Now WorldTour 2011, che conta già 85 show in 18 paesi. “Penso troppo, pianifico troppo e organizzo troppo”. Lo sa anche lei, ma non per questo si fermerà.
foto: James Medina vestito: Foley and Corinna
44 onstage - dicembre
LA GRANDE MELA, LA GRANDE FESTA
Capodanno 2011 a New York Volo a/r da Roma e Milano + 6 notti in hotel a partire da 1.350 euro a persona
Prenota ora allo 06 4411166, su www.cts.it/capodanno o nelle sedi CTS. Richiedi anche le migliori offerte per le capitali europee, il tour Marrakech e le cittĂ imperiali in Marocco, il Gran Tour del Rajasthan in India, il Gran Tour dello Sri Lanka.
Tasse aeroportuali escluse. Spese di apertura pratica 30 euro a persona. Offerta riservata ai soci CTS
ROCK 'N' FASHION
1. TEZENIS
2. ACCESSORIZE
4. TWIN-SET
3. SMARTBOX EUPHORIE
6. K-WAY
5. CAMOMILLA MILANO
Poker Face a cura di marianna maino e eileen casieri
1. diesel
2. stone island
3. smartbox
4. fila
6. meltin'pot
5. eastpak
DONNA / 1. 15,90 € - Leggings nero lucido con dettagli in pizzo - 2. 27,90 € - Sciarpa “Infinity” tricot - 3. 129,00 € - Spa collection 50 trattamenti per una persona - 4. 160,00 € - Golf di lana rosso con chiusura a montgomery - 5. 19,00 € - Cerchietto red con piume - 6. 280,00 € - Giacca da donna 3/4 in tessuto spalmato perlato. Impermeabile, antivento e traspirante - UOMO / 1. 180,00 € - Denim straight leg grigio, effetto strappato - 2. 1.050,00 € - Bomber/piumino con cappuccio, in leggera pelle pressata e zigrinata, imbottito in piuma d’oca - 3. 189,90 € - Motori accesi - 130 esperienze per due persone - 4. 70,00 € - Collezione Performance, studiate per il Running; hanno un sistema traspirante che si avvale della tecnologia FLOW - 5. 50,00 € - Borsa con grande patta chiusa da clip, tracolla regolabile e staccabile, ampia tasca zippata sulla patta e tasca a velcro sul retro - 6. 50,00 € - T-shirt manica corta in jersey, rosso-rubino.
46 onstage - dicembre
Marani Photo: Fulvio Bonavia
h 16.00
Nikki
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what'snew / musica
Negramaro Casa 69 Sugar
DI DANIELE SALOMONE
D
a che parte stanno i Negramaro? Me lo chiedo perché in Italia sembra imprescindibile trovare una collocazione concettuale prima ancora che artistica ad un progetto rock: o stai con l’indie o con il mainstream. Niente vie di mezzo. Un campanilismo musicale di cui sono corresponsabili media e pubblico. Gli artisti, per una volta, non c’entrano. Fanno musica cercando di offrire il meglio di se stessi, punto. Vale anche per i Negramaro, che oltretutto sono una delle pochissime realtà capaci di mettere in crisi questo e diffuso e radicato mal costume. Come? Non sacrificano nulla dell’essenza artistica di un album – letteralmente inteso come opera d’arte – e non perdono di vista il risultato per così dire commerciale, cioè la capacità di comunicare al più ampio numero di persone possibile. Casa 69 è il manifesto di questo approccio. Il quarto disco della formazione pugliese è innanzitutto un concept album, cioè nasce da un’urgenza espressiva che, in quanto tale, contempla la possibilità di non essere compresa. I testi riflettono sulla condizione dell’io – e le musiche sostengono questa riflessione - oggi pericolosamente spinto al modello “iLife”, cioè al rifiuto del bisogno di collettività che è invece l’essenza stessa dell’animo umano. Un progetto artistico così radicale (coinvolge anche la copertina – un cuore di vetro che ha rami per attaccarsi ad un organismo in grado di donargli vita – opera del bassista Ermanno Carlà) non è certo figlio di un ottica di business. Eppure Casa 69 ha un’immediatezza emotiva rara, cattura l’attenzione anche dell’ascoltatore più superficiale. Merito delle canzoni di Giuliano Sangiorgi, che si consacra come autore e cantante, e di un sound spontaneo, istintivo sia nel rock che nella ballata. Inutile citare qualche brano, Casa 69 va ascoltato tutto, così come un libro si legge dall’inizio alla fine. I Negramaro hanno fatto un altro gran lavoro, perché sono bravi. Non so se si tratta di un giudizio più indie o più mainstream. Che si fottano gli sterotipi.
My Chemical Romance Danger Days: The True Lives Of The Fabolous Killjoys Warner Music DI MARCO RIGAMONTI
F
atevi un favore: ignorate il primo singolo. E’ un errore giudicare Danger Days sulla base di quella serie di scontati “Na na na”. Già che ci siete, tralasciate anche le divagazioni “disco” di brani come Planetary (Go) e The Kids From Yesterday. Dopo avere trascurato queste incertezze, mettetevi comodi e godetevi la conferma definitiva: Gerard Way e soci non sono una band per adolescenti. Tutto ciò che c’era di buono in quel compendio di energia e ispirazione intitolato The Black Parade ritorna qui con superiore maturità artistica. C’è la disinvoltura di pezzi come Save Yourself, I’ll Hold Them Back e Sing, c’è la stilosa teatralità di The Only Hope For Me Is You (che oltretutto mostra come i ragazzi sappiano migliorare le contaminazioni dance messe in discussione poche righe fa), c’è l’intensità emotiva di un lento come S/C/A/R/E/C/R/O/W. Ma soprattutto c’è Summertime, quello che dai My Chemical Romance non t'aspetti, nonostante non abbiano mai nascosto una certa predilezione per i Cure. Solidissimo.
48 onstage - dicembre
Duffy
James Blunt
Endlessly Universal Music
Some Kind Of Trouble Atlantic
di giorgio rossini
DI giorgio rossini
L
T
o stile vocale di Duffy divide: si può amare, ma si può anche odiare, soprattutto considerando il bombardamento mediatico di cui è protagonista il primo singolo estratto da Endlessly. Che poi Well Well Well poco si accorda col resto del disco, il cui sound a tratti (sottolineato tre volte) rimanda (udite udite) a certe produzioni anni Sessanta di Phil Spector (per i meno giovani, ricordate Dirty Dancing?). Brani come Too Hurt To Love e la title-track - addirittura con un fruscio da vinile in sottofondo – rievocano le atmosfere di Happy Days, con serata al drive-in sulla decapottabile di papà. Il resto scorre piuttosto velocemente, anche con qualche nota sonora più contemporanea (Lovestruck), per un totale di nemmeno 34 minuti di musica. Sostanzialmente il disco non offre niente di nuovo, ma si limita a rivisitare elegantemente un genere magari passato un po’ di moda, anche nelle sue espressioni revival, ma sempre gradevole e mai pesante.
erzo capitolo per il cantautore londinese. Già dal primo ascolto, Some Kind Of Trouble rivela l’intenzione dell’autore di lasciarsi alle spalle, almeno parzialmente, un passato forse eccessivamente malinconico ed introspettivo. Ottimismo e spensieratezza ricorrono frequentemente e il singolo di lancio Stay The Night è la prova incontrovertibile (anche se musicalmente ricorda un po’ troppo il recente tormentone Hey, Soul Sister dei Train). Il James Blunt del 2010 sembra diverso anche nello stile, grazie a sonorità decisamente pop sempre più lontane dal folk rock melodico degli esordi. Solo nel finale arriva un insperato sussulto, con la beatlesiana Turn Me On. I brani riflessivi comunque non mancano, su tutti No Tears (forse il pezzo più sincero dell’intero lavoro) e la ballata Best Laid Plans. Il risultato è un disco sin troppo ascoltabile e melenso, quasi ruffiano, che probabilmente soddisfa appieno le nuove ambizioni di Blunt, un po’ meno quelle di chi ne aveva apprezzato l’esordio.
Bon Jovi
Antony And The Johnsons
Greatest Hits – The Ultimate Collection Universal Music
Swanlights Rough Trade
DI CLAUDIO MORSENCHIO
P
DI EMANUELE MANCINI
er chi conosce Antony e il suo mondo e attendeva il quarto album sperando che potesse consacrarne il talento a livello planetario, c'è ancora da attendere: Swanlights è un disco di altissimo livello, ma non possiamo considerarlo un capolavoro. Le undici tracce soffrono della marcata uniformità degli arrangiamenti e di una formula che punta tutto, o quasi, sulla incredibile voce di Antony, con i limiti che una scelta così univoca può comportare. Per tutti gli altri - sia chiaro - siamo di fronte a qualcosa di unico in quanto "altrove" rispetto ai tradizionali canoni stilistici. La scrittura, svincolata da qualsiasi struttura, accompagna le emozioni di cui il canto si fa messaggero, raggiungendo il suo apice in canzoni come I'm In Love, Salt Silver Oxygen e Fletta, brano a due voci con Björk.
Kid Rock Born Free Atlantic DI CLAUDIO MORSENCHIO
S
e l’inverno alle porte è previsto freddo e rigido, potreste cercare un caldo rimedio nel nuovo disco di Kid Rock. Sempre in bilico fra finzione e realtà, il rocker statunitense sceglie la strada più semplice da percorrere per rimanere sulla cresta dell’onda, memore del successo mondiale della hit All Summer Long: canzoncine facili facili, chitarrine appena accennate, lunghe ballad strappalacrime e preziose collaborazioni con ambiti personaggi del mainstream americano (Sheryl Crow, Chad Smith, Mary J. Blige e Bob Seger). Il tutto è orchestrato dal sapiente Rick Rubin, la cui produzione dona ad ogni traccia lo spessore di un potenziale singolo. Se l’obiettivo è conquistare le posizioni alte delle chart di Billboard, tutto bene. Ma non chiedete di più al biondo del Michigan, rimarrete delusi.
Fistful Of Mercy As I Call You Down Hot Records
DI emanuele mancini
J
oseph Arthur non è molto noto ai più, nonostante una lunga e rispettabile carriera solista alle spalle e un talent scout eccellente come Peter Gabriel. Per la stesura del suo nuovo album Joseph convoca Ben Harper a dargli manforte, Ben a sua volta chiede: “Posso portare un amico?”. Li raggiunge in studio Dhani, figlio di un certo George Harrison. Il disco di Arthur dovrà però attendere, perché il nuovo super-trio scrive in poco tempo nove pezzi che diventeranno As I Call You Down, esordio dei Fistful Of Mercy, nome scelto per la band. Come dei novelli Crosby, Stills e Nash, intrecciano voci, chitarre acustiche e l'immancabile slide guitar di Harper, in composizioni il cui riferimento principale è il folk e country americano. Il risultato è un piacevolissimo esercizio di stile.
A
chi si chiede, anche solo per un attimo, se c’è ancora bisogno della musica dei Bon Jovi, consiglio un veloce ripassino: quasi trent’anni di carriera, oltre centoquaranta milioni di dischi venduti, una sconfinata vita in tour (l’estate prossima avremo il piacere di rivederli nel nostro paese dopo 8 anni) ed una serie innumerevole di premi e riconoscimenti di ogni tipo. L’autocelebrazione è legittima, sacrosanta. Ripercorrendo tutte le hit di successo, dall’omonimo album d’esordio, targato 1984, fino all’ultimo The Circle, dello scorso anno, ci si accorge come la personalità della band non si sia per nulla scalfita. Fra patinate cavalcate hard rock e riflessivi momenti romantici, Sambora e soci hanno continuato a rappresentare fedelmente l’America del sogno, fra viaggi, speranze, illusioni e timide storie d’amore e di conquista. Bene anche gli inediti – addirittura quattro nella versione Deluxe - tra cui il nuovo singolo What Do You Got?, mid tempo in perfetto stile bonjoviano, con sonorità e temi cari alla band. Questo greatest hits è un piacevole e rispettoso omaggio al cuore, alla dedizione e alla longevità. Vi piaccia o no, un riferimento del rock a stelle e strisce.
Zucchero
HOT LIST Dieci brani dalla playlist di
ALBERTINO
Dire Albertino significa dire Radio Deejay e viceversa. Quasi impossibile scindere i due nomi, considerato che il deejay milita nelle file dell’emittente fin dal 1978, quando si chiamava ancora Radio Music. Dal 1984 conduce il mitico Deejay Time, in onda il venerdì dalle 22.00, che propone il meglio della musica dance, ma lo si può ascoltare anche in fascia pomeridiana dal lunedì al venerdì alle 14.00 con 50 Songs, best of della programmazione di Radio Deejay.
01
02
CALABRIA G6 (Triarchy's Miami EDIT) Enur vs Far East Movement
PARIS LUANDA
Dj Gregory, Gregor Salto Paris Luanda Part I (Defected, 2010)
03
BABYLON Congorock
Babylon (Fool's Gold Records, 2010)
Chocabeck Universal Music
04
DAMN GIRL Gigi Barocco
DI GIANNI OLFENI
“Q
uesto album parla delle mie radici. Frammenti di vita ed emozioni di una tipica domenica nel villaggio dove sono cresciuto”. Così parlò (scrisse) Zucchero. Poche righe, in fondo all’ultima pagina del booklet, per spiegare dove nasce Chocabeck: Sugar ha spalancato le porte della memoria, dove sono custodite le istantanee della sua infanzia. Un mosaico d’immagini in bianco e nero che si colorano di gioia e nostalgia. C’è la luce del sole che “filtra di qua dal monte e dà vita al cielo”, la voce del padre che nasconde la povertà al figlio (il piccolo Adelmo pensava che “chokabeck”, che in dialetto reggiano sta per “becco vuoto”, fosse un cibo prelibato), c’è un “bel fico, evanescente e ormai sfinito” sotto cui sdraiarsi a contemplare l’infinito. Per sostenere questo mosaico, Zucchero accantona la sensualità del rythm’n’blues per affidarsi a solenni ballate. Una grossa mano gliela danno due maestri come Don Was e Brendan O’Brien, che sostengono il mosaico con una produzione maestosa eppure mai invadente. A qualcuno Chocabeck potrebbe sembrare noioso. Ci vuole pazienza: a poco a poco le canzoni di questo album entrano dentro. E lasciano un segno.
05
06
NEIN, MANN! (TOCADISCO'S RMX) Laserkraft 3D
Oh Oh Cherso Hits (RDM154, 2010)
FIREWORKS Katy Perry
Teenage Dream (Capitol Records, 2010)
07
08
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BIG BOOTY BITCHES IN MIAMI BEACH Dj Schmolli Lmfao
SOFI NEEDS A LADDER Deadmau5
Sofi Needs A Ladder (EMI Music, 2010)
NITON Pryda
Niton (Pryda Recordings, 2010)
10
THE AGE OF LOVE (Manuel De La Mare RMX) Age Of Love
The Age Of Love (542, 2010)
49 dicembre - onstage
what'snew/ cinema
a cura di Nick
NOWHERE BOY critica pubblico Gran Bretagna, Usa – 2009 – 100 min. REGIA: Sam Taylor Wood CAST: Aaron Johnson, Kristin Scott Thomas, Anne-Marie Duff, David Threlfall
J
ohn è un adolescente ribelle e strafottente nella Liverpool degli anni '60. Vive con la rigida zia Mimi, che l'ha strappato a una vita familiare sbandata, soprattutto a causa dell'irregolare madre Julia, con la quale il ragazzo ha un rapporto morboso di amore e odio. Cono-
sciuto il timido Paul, appassionato di musica, John convince la zia ad acquistare una chitarra, e si lancia nel rock'n'roll. Un particolare: John di cognome fa Lennon.
Perché vederlo? Firmato dall'artista Taylor Wood, compagna del protagoni-
sta Johnson, questo biopic su John Lennon giovane esce con enorme ritardo nelle nostre sale. Peccato: l'anniversario della sua morte è passato da un pezzo, e il film merita di essere visto. La colonna sonora, tra rielaborazioni e originali del periodo pre-Beatles, è un concentrato di energia.
Incontrerai l''uomo dei tuoi sogni
L'esplosivo piano di Bazil
Megamind
The Tourist
Usa, Spagna, 2010, 108 min, Commedia You Will Meet a Tall Dark Stranger Cast: Antonio Banderas, Lucy Punch, Freida Pinto, Naomi Watts, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones di Woody Allen
Francia , 2009, 103 min Micmacs à tire-larigot Cast: Dany Boon, Yolande Moreau, André Dussollier, Jean-Pierre Marielle, Julie Ferrier, Nicolas Marié di Jean-Pierre Jeunet
Usa, 2010, 95 min
Francia, Italia, Usa, 2010 , Thriller
Cast: voci di Will Ferrell, Brad Pitt, Tina Fey, Jonah Hill di Tom McGrath
Cast: Angelina Jolie, Johnny Depp, Paul Bettany, Timothy Dalton, Christian De Sica di Florian Henckel von Donnersmarck
critica
critica
critica
critica
pubblico
pubblico
pubblico
pubblico
Una nuova girandola di amori e tradimenti alla Woody Allen di nuovo all'ombra del London Bridge. Alfie, assalito dalla paura della vecchiaia, insegue l'effimera Charmaine, molto più giovane. La moglie Helena cerca rifugio nella cartomanzia. La loro figlia Sally si invaghisce del gallerista Greg, mentre suo marito Roy, scrittore in crisi, insegue un nuovo stimolo con la giovane Dia. E a desiderare quello che non si ha, si finisce sempre con l'esser soli.
Allo sfortunato Bazil gli si è conficcata una pallottola vagante nel cervello. Creduto da tutti morto in seguito all'incidente, ha perso il lavoro e la casa, e si ritrova a vivere per strada, finché entra in contatto con un gruppo di bizzarri vagabondi che lo accolgono nella loro comunità. Un giorno scopre per caso i pericolosi traffici dei produttori d'armi responsabili – oltre del suo mal di testa – anche della morte del padre. Deciso a vendicarsi, organizza un rocambolesco piano in combutta con il suo gruppo di nuovi amici freak.
Cresciuto da emarginato e da outsider, Megamind – autonominatosi così per via del suo grosso cranio, ma anche della sua intelligenza – è il “cattivo” di Metrocity, combattuto con successo dall'eroe-star Metroman. Durante uno scontro, tuttavia, Megamind uccide Metroman e si impadronisce della città. Al potere, tuttavia, non corrisponde la felicità, perciò Megamind decide di costruire un nuovo eroe “buono”, che possa contrastarlo. Ma le cose non vanno come previsto.
In vacanza in Italia per dimenticare un amore, l'americano Frank incontra sul treno l'affascinante Elise. Ne resta folgorato e si illude di poter vivere una nuova passione. Ma Elise molto presto rivelerà di essere coinvolta (come artefice?) in un complicato complotto internazionale, trascinando Frank in pericolosi intrighi. Girato a Venezia, con molti attori italiani impegnati in parti minori (da De Sica a Raoul Bova).
Perchè vederlo? A 75 anni e con più di 40 film alle spalle, Woody continua a brillare per la sua capacità di cogliere le sfumature dell'animo umano. E per farci ridere con leggerezza ed eleganza. Criticargli ancora la mancanza di originalità è banale e inutile.
50 onstage - dicembre
Perchè vederlo? Il regista di Amélie abbandona i toni da melò e si cimenta in un divertissement dal sottotesto ferocemente anarchico. Un fuoco di fila di invenzioni, trovate geniali, effetti “fatti a mano” per un film imperdibile, esilarante, riconciliatorio. E politico.
Perché vederlo? Secondo cartoon in pochi mesi dedicato a un cattivo, il film Dreamworks di Natale è nettamente superiore a Cattivissimo me: è profondo, ricco di sfumature, di battute geniali e di scene spettacolari. I bambini lo capiranno? Non ne siamo sicuri, ma fateglielo vedere comunque.
Perché vederlo? Uno dei thriller più attesi dell'anno: per il grande culto per Depp e la Jolie, per l'ambientazione lagunare, ma anche e soprattutto per le travagliate vicende produttive. Dirige von Donnersmarck, al secondo film dopo il capolavoro Le vite degli altri.
what'snew/ games
a cura di Blueglue
Super Scribblenauts 5th Cell/Warner Bros. Interactive Entertainment (Nintendo DS) Genere: Puzzle
C’erano una volta le avventure grafiche. Ma non quelle evolute (dette anche “punta e clicca”), dove bastava esaminare ogni singolo pixel sullo schermo con il mouse per scoprire oggetti, aprire porte o tirare leve. I tempi delle prime avventure targate Sierra (ad esempio King’s Quest e Leisure Suit Larry) prevedevano un’interazione a base di tastiera e immaginazione, con l’handicap di non avere una traduzione in italiano: per comunicare al nostro eroe di affilare il coltello sulle scale eravamo costretti a scrivere “Sharpen knife on stairs”, con il serio rischio di non riuscire a proseguire a causa di un vocabolario limitato (e spesso limitante) o di una
dose di fantasia inferiore a quella necessaria. L’anno scorso questo principio è stato in un certo senso ripreso da quel piccolo capolavoro di genialità che è Scribblenauts, dove l’unica arma a disposizione per aiutare il nostro eroe è un taccuino magico che ci consente di evocare sullo schermo qualsiasi oggetto ci venga in mente. Il protagonista Maxwell va quindi aiutato con tanta creatività e scrivendo parole con il pennino del DS; per capirci, l’esempio più semplice è quello di scrivere la parola “ponte” per potere superare un baratro. Nella versione “Super” vengono apportati dei cambiamenti sia per quanto riguarda i vocaboli utilizzabili (ora ol-
Call Of Duty: Black Ops
Assassin’s Creed: Brotherhood (PS3 – XBOX 360) Ubisoft
Non è ancora tempo di chiudere la trilogia dell’osannata serie Assassin’s Creed. Le vicende di Ezio Auditore, il protagonista del secondo episodio, continuano in questa puntata intermedia derivativa. Avevamo lasciato il nostro protagonista alle prese con un eccesso di bontà, mentre risparmiava il nemico Rodrigo Borgia dentro la Cappella Sistina. Questo gesto di carità viene pagato a caro prezzo dal giovane: una volta tornato in Toscana non fa in tempo a ricevere i meritati festeggiamenti che si ritrova la sua Monteriggioni completamente rasa al suolo dalle truppe dei Borgia comandate da Cesare, il figlio di Rodrigo. Brotherhood è ambientato quasi totalmente a Roma, aspet-
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tre ai sostantivi si possono, e in alcuni casi devono, inserire anche gli aggettivi, con risultati talvolta esilaranti) che nel sistema di controllo (che in determinate situazioni di gioco prevede l’utilizzo più classico del pad per muovere Maxwell). Nonostante ci sia stato un lavoro di fino per evitare che certi livelli possano essere superati troppo facilmente – come succedeva nel primo episodio scrivendo paroline tipo “ali”, che era sostanzialmente come barare - il gioco una volta mangiata la foglia rimane semplice e scorre via fin troppo in fretta; ma è un dettaglio che non ne pregiudica il valore.
Genere: Azione to che rende la trama molto più chiara e lineare rispetto alle intricate avventure di Assassin’s Creed II, ma non meno interessante. La monotonia di gioco – unico tallone d’Achille del titolo Ubisoft – viene parzialmente evitata mediante piccoli accorgimenti nel sistema di combattimento (Ezio ora può eseguire un numero importante di mosse concatenate) e una disposizione delle battaglie più intelligente (in sostanza meno frequenti e meno lunghe). L’unico problema è che tutto questo rende il gioco ancora più facile di quanto già non fosse e qui subentrano inevitabili opinioni soggettive (= chi ama le sfide non sarà certo incentivato, al contrario di chi cerca del sano intrattenimento senza dover impazzire). Non potevano certo mancare le missioni secondarie: per completare il gioco al 100% occorre pazienza, ma questa volta il tempo investito sarà finalmente ripagato in termini di divertimento, visto che gli incarichi ora risultano più variegati. Accanto alla rodata campagna in giocatore singolo compare anche una modalità multiplayer in cui gli otto partecipanti si ritrovano tra le mani dei contratti di assassinio (inutile dire che le vittime sono gli altri giocatori): onesta l’idea, ma l’interesse svanisce piuttosto in fretta. Consigliato ai devoti della serie, ma chi ha giocato con i capitoli introduttivi sentirà fin troppo la mancanza dell’effetto sorpresa che solo il primo era riuscito a provocare.
(PS3 – XBOX 360) Treyarch/Activision Blizzard
Genere: Azione
Se seguite con un certo interesse la saga di Call Of Duty sapete che Activision alterna l’affidamento dello sviluppo dei vari episodi tra due diverse software house, creando una sorta di legge “uno sì e uno no”. I titoli sviluppati da Infinity Ward sono riconosciuti all’unanimità come superlativi, mentre quando a metterci le mani è Treyarch diventa più difficile utilizzare la parola capolavoro. Se con World At War (2008) qualcuno aveva cominciato a cambiare idea, questo Black Ops non può che fungere da propellente per la reputazione di Treyarch, che – ricordiamolo - aveva il non proprio simpatico compito di bissare il successo del precedente pluripremiato Modern Warfare II. Ambientato nel 1961 in quel di Cuba, il gioco si avvale di una trama molto ben congegnata che prende spunto dai ricordi del protagonista Mason, portandoci anche a rivivere situazioni bollenti in Vietnam e in Kazakistan. E’ perfettamente inutile che mi soffermi sul gameplay: qui si spara a più non posso e non potrebbe essere altrimenti. E’ realistico e adrenalinico. Ma è anche profondo e fa riflettere. Si potrebbe volere di più da un gioco di guerra?
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“Dodici note in ogni ottava e la varietà del ritmo mi offrono delle opportunità che tutto il genio umano non esaurirà mai” Igor Stravinskij
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