n°30 maggio '10
magazin
BLACK EYED PEAS ALICIA KEYS MICHAEL BUBLÉ AC/DC ELISA
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editoriale/ maggio di Daniele Salomone C’è un sottile ma robusto filo che lega tra loro i diversi mondi musicali che affrontiamo questo mese. A proposito, tanti auguri caro Onstage, anche se il compleanno sarà solo a giugno, con questo numero 30 si chiudono i primi 3 anni della tua intensa vita - e chi se lo sarebbe mai immaginato, visti i tempi che corrono, di passare un simile traguardo in così buona forma? Un filo si diceva. Il successo, suggerite voi: gli artisti di cui parliamo sono tutti (meritatamente) ricchi e famosi, chi più chi meno, e hanno milioni di fan. Certamente, del resto parlarvi dei protagonisti dei grandi eventi musicali è quello che facciamo da sempre su queste pagine. Il punto è: perché. Quale segreto si nasconde dietro il successo di un musicista o di una band? La risposta non è immediata quanto sembri. E’ un fatto che i Black Eyed Peas riescano a scrivere una hit dopo l’altra, brani che fanno muovere le chiappe anche a chi pretende di snobbarli. E’ assoluta l’intensità vocale di Elisa e Alicia Keys, diverse ma comunque meravigliose interpreti e autrici. E’ di una forza straripante il rock seminale degli AC/DC, discendenti diretti della stirpe che in Elvis ha avuto il primogenito. Ma da dove nasce tutto questo? Per quanto giuste e varie possano essere le architetture critiche, c’è una sola parola in grado di spiegarlo veramente: magia. L’istinto, il talento, l’applicazione, la fortuna anche, sono doti certamente importanti, ma piuttosto comuni. C’è qualcosa di più grande, una pietra filosofale che non siamo in grado di analizzare e spiegare ma che possiamo solo percepire, qualcosa, appunto, di magico. E’ questo che fa la differenza, la magia che certa musica è in grado di sprigionare e che trascende tutto il resto. Fanno sorridere certi format televisivi – come li chiamano, talent show? – che tentano di trovare una formula, raccontandoci che star della musica si diventa possedendo un certo fattore o imparando qualche tecnica in più. Lasciamo stare il contributo dei presunti esperti che molto spesso sono più che altro addomesticatori di audience. Presuntuosi, loro, non i ragazzi in gara, che sono piuttosto vittime. Questi modelli ottengono grandi ascolti, creano consenso direbbe qualcuno, fanno tutto insomma tranne che catturare la magia della musica e capire chi è in grado di farsene mediatore. Mi dispiace per quei ragazzi, che nonostante brevi momenti di fama – qualcuno sosteneva che 15 minuti di celebrità toccano a tutti no? – difficilmente dureranno. La musica è tutta un’altra storia. Magica, per davvero.
Direttore Responsabile Emanuele Vescovo Direttore Editoriale Daniele Salomone d salomone@onstageweb com Art Director Federico Riva f riva@ineditweb com Progetto grafico Inedit srl via Pietrasanta, 12 20143 Milano info@ineditweb com Grafica Luisa Castellari luisa@ineditweb com Photo editor Tommaso Riva tommaso@ineditweb com
Hanno collaborato a questo numero: Blueglue, Damir Ivic, Susanna La Polla, Massimo Longoni, Roberta Maiorano, Emanuele Mancini, Gianni Olfeni, Silvia Pellizzon, Tommaso Perandin, Marco Rigamonti, Giorgio Rossini, Gianluca Vinci Pubblicità Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel 02 533558 Luca Seminerio l seminerio@onstageweb com Francesco Ferrari f ferrari@onstageweb com Eileen Casieri e casieri@onstageweb com Marianna Maino m maino@onstageweb com
Pubblicità Triveneto, Mantova, Emilia Romagna Ever Est s n c via Roma 5/A - 35010 Limena (PD) Tel 049 8849246 info@everestadv it
Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 25030 Erbusco (BS)
Pubblicità Lazio Areaconcerti Srl Via Nizza, 53 00198 Roma Tel 06 45474811 Paola Marullo p marullo@onstageweb com
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Redazione Francesca Vuotto f vuotto@onstageweb com
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Distribuzione Mario Vescovo m vescovo@onstageweb com
Ospiti
Onstage Magazine Registrazione al tribunale di Milano N°362 del 01/06/2007
Foto copertina AC/DC by Francesco Prandoni
I VJ DI MTV Winty, Alessandro, CadIO e Brenda - i nuovissimi vj di MTV - fanno il loro esordio sul palco dei TRL Awards il prossimo 8 maggio a Genova. Qui si presentano, felici e increduli. Pag 13
Onstage Magazine on tour - Maggio 2010
BLACK EYED PEAS AC/DC ELISA ALICIA KEYS MICHAEL BUBLÉ
ALICIA KEYS: 2 MAGGIO: ARENA, VERONA ELISA: 5 MAGGIO: PALAOLIMPICO ISOZAKI, TORINO; 7 MAGGIO: PALA FABRIS, PADOVA; 14 MAGGIO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO BLACK EYED PEAS: 12 MAGGIO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO AC/DC: 19 MAGGIO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO MICHAEL BUBLE’: 22 MAGGIO: ARENA, VERONA; 23 MAGGIO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO.
LA PINA E DIEGO E’ la coppia più solida della radiofonia italiana. Immaginarli divisi è impossibile, come Costacurta e Baresi, Berlusconi e Bossi, Gianni e Pinotto. A loro la playlist del mese. pag. 65
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INDICE/ maggio rubriche
12 ontour
Il calendario completo dei concerti di maggio. Dai Kiss (e via di trucco) ai Gotan Project, passando per i Gogol Bordello, ce n’è davvero per tutti i gusti.
52 rock 'n' fashion I Crookers sono l’altra faccia della medaglia della musica italiana all’estero. I club di mezzo mondo ballano i pezzi del duo milanese. Salta, salta, salta!
60 live report Carrellata di fotografie scelte tra quelle scattate ad aprile: Litfiba, Simone Cristicchi, Elisa e Mika. Niente male no?
20. ELISA
La ragazza sbarazzina di un tempo si è voluta nella donna (mamma) accorta di oggi. Eppure la spontaneità è proprio la stessa di allora. Parola sua.
64 what’s new Quando ristampano album come Exile On Main St. l’operazione commerciale è chiara. Ma non c’è solo quello, altrimenti gli Stones avrebbero rifiutato. O no?
70 coming soon Arriva l’estate e la musica dal vivo si sposta negli stadi, nelle arene all’aperto, nei parchi, nelle piazze. L’evento clou del mese? I Muse a San Siro, che domande.
FACE 2 FACE 26. ALICIA KEYS
La splendida e bravissima Alicia arriva in Italia e non potevamo farci scappare l’occasione di fare 4 chiacchiere con lei. Filo diretto con la città degli angeli.
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Simone Cristicchi
Linea 77
10 INDICE/ maggio
32. BLACK EYED PEAS
E’ la band del momento, in ambito pop s’intende. Forse perché ha il giusto feeling? Lo abbiamo chiesto ad Apt, che insieme a Will.I.Am ha fondato il gruppo.
46. MICHAEL BUBLÉ
Che ci crediate o no, siamo saliti più in alto delle nuvole per sapere cosa il vecchio Frank (come chi?!?!) pensi di Michael. Tutto sommato, è andate bene.
onstageweb
Live Report I reportage fotografici di tutti i più importanti concerti del mese: Elisa, Alicia Keys, Black Eyed Peas, AC/ DC, Michael Bublè e molti altri.
Onstage TV Abbiamo video-intervistato i Gotan Project, alfieri dell’electro-tango, e pure i Linea 77 sono finiti davanti alle nostre telecamere. Ma non finisce qui.
Contest: vinci Elisa e Grignani! Onstage, in collaborazione con Fep Group, ti regala i biglietti per i concerti di Elisa e Gianluca Grignani. Scopri come vincerli nella sezione “Contest”.
E poi tutte le news musicali, il calendario completo dei concerti, gli altri contest, gli approfondimenti, le recensioni e i blog. Stay connected!
40. AC/DC
Siccome il rock è una cosa molto seria, per parlare degli AC/ DC abbiamo coinvolto due illustri “puristi” del genere. Una round table ad altissimo voltaggio.
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ontour / maggio
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Kiss 18/05 Milano
A
mano definirsi “the hottest band in the world”. Di sicuro, i Kiss sono un patrimonio della musica mondiale e la band più travestita della storia. Il loro è stato un percorso burrascoso, con abbandoni e ritorni, eppure non si sono
mai effettivamente sciolti (perché il sodalizio Simmons-Stanley ha resistito nonostante i litigi), arrivando a vendere qualcosa come 110 milioni di dischi. Un buon motivo per suonare rock tutta la notte e festeggiare di giorno, no?
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Lunedì Elisa - Genova Francesco Renga - Matera Giovanni Allevi - Milano Mario Biondi - Cesena Whitney Houston - Milano
Martedì Francesco Renga - Napoli Whitney Houston - Roma
Mercoledì
Elisa - Torino Gianluca Grignani - Firenze Giovanni Allevi - Bologna Mario Biondi - Bologna Simone Cristicchi - Borgo Val di Taro (PR)
Gogol Bordello 24/05 Bologna 25/05 Milano
Lunedì
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Elisa - Perugia Gianluca Grignani - Bologna
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rendi musicisti russi, israeliani, scozzesi, americani ed etiopi, un frontman ucraino e ottieni la band più eterogenea della storia della musica. Ma i Gogol Bordello di Eugene Hütz sono tutt’altro che un collettivo folkloristico: giun-
ti al settimo album in studio (Trans-Continental Hustle, uscito a fine aprile, è prodotto da Rick Rubin) sono partiti per un tour mondiale. In Italia, oltre alle date di maggio suoneranno anche a luglio: il 14 a Padova e il 17 a Genova.
Lunedì
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Gianluca Grignani - Torino Giovanni Allevi - Firenze Irene Grandi - Genova Mario Biondi - Roma Train - Milano
Gotan Project 05/05 Roma 26/05 Firenze 27/05 Milano
Lunedì
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Giovanni Allevi - Napoli Gogol Bordello - Bologna Irene Grandi - Roma
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a circa 10 anni la missione dei Gotan Project consiste nel fondere il tango, tradizionale ballo argentino la cui storia risale alla seconda metà dell’Ottocento, con le più moderne sonorità elettroniche. Il pubblico gradisce, e non
poco, visto che la band francese ha appena pubblicato il quinto album, Tango 3.0, ed è pronta per un lungo tour. Sorpresa: sul palco sale una vera e propria band, con tanto di strumenti acustici, elettronici e tradizionali come il bandoneón.
Lunedì Gossip - Bologna Wilco - Ferrara
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Martedì
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Giovanni Allevi - Torino Mario Biondi - Trieste
Martedì
Mercoledì
Black Eyed Peas - Milano Elisa - Modena Gianluca Grignani - Napoli Giovanni Allevi - Torino Mario Biondi - Trento The Residents - Pordenone
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Elisa - Bologna Gianluca Grignani - Genova Giovanni Allevi - Firenze Irene Grandi - Piacenza Kiss - Milano Skatalites - Bologna
Martedì
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Gogol Bordello - Milano Gotan Project - Roma
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Mercoledì
AC/DC - Udine Gianluca Grignani - Milano Skatalites - Mezzago (MI)
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Mercoledì
Gotan Project - Firenze Irene Grandi - Bitritto (BA)
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Giovedì
Francesco Renga - Catanzaro Giovanni Allevi - Bologna Mario Biondi - Bologna Tre Allegri Ragazzi Morti - Ivrea
Giovedì
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Gianluca Grignani - Bari Mark Lanegan - Milano Tre Allegri Ragazzi Morti Sassari
Giovedì
Venerdì
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Black Rebel Motorcycle Club Milano Elisa - Padova Francesco Renga - Catania G. Palma & The Bluebeaters Taneto (RE) Gianluca Grignani - Pescara Mario Biondi - Genova Ministri - Legnano (MI) Motel Connection - Milano Nina Zilli - Grugliasco (TO) Persiana Jones - Viarolo (PR) Tre Allegri Ragazzi Morti Genova
Venerdì
14
Elisa - Milano Gianluca Grignani - Roma Giovanni Allevi - Sassuolo (MO) Lost - Milano Mario Biondi - Padova Mark Lanegan - Roma Motel Connection - Cremona Nina Zilli - Cremona Tre Allegri Ragazzi Morti Mortegliano (UD)
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Elisa - Firenze Irene Grandi - Torino Skatalites - Roma The Niro - Segrate (MI)
Giovedì
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Venerdì
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G. Palma & The Bluebeaters - Napoli Gianluca Grignani - Taranto Irene Grandi - Milano Nina Zilli - Ortona (CH)
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Gotan Project - Milano Nina Zilli - Terni
Venerdì
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Irene Grandi - Bologna Linea 77 - Castelletto Cervo (BI) Motel Connection - Perugia Nina Zilli - Pontedera (PI)
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Sabato
Domenica
Baustelle - Roma G.Palma & The Bluebeaters Bologna Nina Zilli - Roma Nina Zilli - Traversetolo (PR) Roy Paci & Aretuska - Roma Simone Cristicchi - Roma Velvet - Pescara
Alicia Keys - Arena di Verona Gianluca Grignani - Padova Neffa - Monreale (PA)
Sabato
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Black Rebel Motorcycle Club Bologna G. Palma & The Bluebeaters La Caletta (NU) Gianluca Grignani - Parma Giovanni Allevi - Cesena Irene Grandi - Chiavenna (SO) Linea77 - Gualtieri (RE) Madness - Milano Mario Biondi - Torino Ministri - Torino Motel Connection - Biella Simone Cristicchi - Vimodrone (MI) Port Royal - Perugia TRL Awards - Genova
Sabato
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Giovanni Allevi - Sanremo (IM) Irene Grandi - Firenze Mario Biondi - Padova Meganoidi - Ardauli (OR) Motel Connection - Trani (BA) Niccolò Fabi - Castrovillari (CS) Nina Zilli - Sassari Simone Cristicchi - Firenze Skatalites - Recanati (MC) Tre Allegri Ragazzi Morti - Rimini
Sabato
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Elisa - Mantova Michael Bublè - Verona Ministri - Brescia Motel Connection - Mortegliano (UD) Niccolò Fabi - Abbadia Fiastra (MC)
Sabato
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Domenica
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On The Road
VOLTI NUOVI PER MTV
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uella del vj è una figura che, almeno qui in Italia, si sono inventati quelli di MTV. L’emittente televisiva, a partire dai prossimi TRL Awards (che si svolgeranno a Genova l’8 maggio), cambia completamente “line up”. Pronti per l’avventura nelle piazze italiane, i nuovi Vj si presentano ai lettori di Onstage Magazine.
Black Rebel Motorcycle Club - Roma Giovanni Allevi - Bari Mario Biondi - Torino Nina Zilli - Jesolo (VE) Simone Cristicchi - Vimodrone (MI)
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Domenica
Elisa - Ancona Lost - Roma Skatalites - Lignano S.ro (UD)
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Domenica Giovanni Allevi - Genova Irene Grandi - Napoli Michael Bublè - Milano Motel Connection Montemiletto (AV) Niccolò Fabi - Milano
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Domenica
Baustelle - Marina di Camerota (SA) Irene Grandi - Padova Linea77 - Rimini Niccolò Fabi - Brescia Nina Zilli - Verona
Elio e Le Storie Tese - Marina di Camerota (SA) Irene Grandi - Trieste Wilco - Roma
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I nuovi Vj di MTV. Da sinistra: Winty, Alessandro, CadIO e Brenda.
WINTY Tutti mi chiamano Winty, un mix tra Bridget Jones, Ugly Betty, Oprah Winfrey e Mel B (W la cultura pop)! Faccio amicizia con i portinai, i vigili, i nonni degli amici e potrei andare avanti all’infinito. Laureata in Scienze della Comunicazione o meglio “scienza delle merendine” (la macchinetta mi deve almeno 5 euro), ho varcato la soglia di MTV entrando dalla porta di servizio: stage come “assistente casting”. Ora capite com’è stato facile battere la concorrenza! ALESSANDRO Tra i mille tentativi, a volte falliti altri più riusciti, di lavorare con valore in quello per cui ho studiato e sudato, mai avrei immaginato di approdare ad MTV grazie al web e ad un video in cui descrivevo i miei "improbabili" coinquilini. Qualcuno dell’emittente lo vede, mi scrive su Facebook e da lì inizia tutto. In una settimana passo dal teatro alla tv, un bel salto, coinvolto in questa nuova avventura di TRL On the road. Metto in moto, si parte! CADIO “Ciao a tutti sono CadIO, tastiere e sintesi dei dARI, ed ora vi mostro qualcosa di bello” Così inizia il mio provino: 6 ore di fila in diretta su MTV dall'MTV Day 2009. Praticamente un kamikaze mediatico: possibilità di sopravvivenza remote, quasi sicuramente nessuna. Forse proprio questo piace, insieme ad una buona dose di logorrea e decolorazione per capelli. Di certo, tanti mesi dopo arriva una mail: TRL. Più che un selezionato mi sento un miracolato. BRENDA Tutto è partito con un insulto. O meglio il mio provino di TRL è comiciato così. Prendo in mano il microfono, si accende la telecamera e decido di fermare un ragazzo. Lui forse per timidezza o forse no mi ricopre di parolacce. Io divertita e isterica chiedo al cameraman: "La possiamo rifare per sicurezza?” Peggio di così non potrà andare. Ora che ci penso potrebbero picchiarmi. Sapete che faccio? Io mi travesto da Arisa così col cavolo che mi riconoscete.
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FACE2FACE/ cristicchi
di Roberta Maiorano
Benvenuti nel mio albergo
Simone Cristicchi Live Disarmante nella sua semplicità e straordinariamente normale, Simone Cristicchi si racconta senza mai cedere il passo a considerazioni banali e lo fa con quell’irresistibile accento romano, per cui starei ore ad ascoltarlo. La sua presenza al Festival di Sanremo, come spesso è accaduto, non è certo passata inosservata e adesso è tempo di portare in giro per i teatri di tutta Italia il suo tour, intitolato proprio come il nuovo disco, Grand Hotel Cristicchi.
I
l tuo nuovo spettacolo non è un semplice concerto, ma qualcosa di unico, a metà strada tra cabaret e teatro-canzone. Per rendere ancor più particolare il tutto hai voluto sul palco gli GNU Quartet, straordinario quartetto d’archi, e il pianista Michele Ranieri. Come si sono incrociate le vostre strade? Ho incontrato gli GNU quattro anni fa. Mi hanno portato un loro cd alla fine di un concerto. Quando l’ho ascoltato mi sono reso conto subito della ricchezza e della perfezione delle loro composizioni, soprattutto della genialità del violoncellista Stefano Cabrera. Li ho richiamati per affidare loro l’arrangiamento di alcuni miei brani; in principio dovevano essere due o tre e invece mi hanno curato otto pezzi. Il mio entusiasmo è stato grande.
01/05 Roma 05/05 Borgo Val di Taro (PR) 08-09/05 Vimodrone (MI) 15/05 Firenze
la vera madre della canzone italiana. Cantando Meno Male sul palco di Sanremo hai denunciato il vero cancro del nostro tempo: la disinformazione. L’ironia tagliente di quel brano richiama alla mente la Nuntereggaepiù di Rino Gaetano: ma la gente ha davvero compreso il senso della canzone? Sono stato chiaro e diretto, penso che gli italiani ne abbiano colto il significato. Quello che volevo evitare era di rendermi antipatico, di salire in cattedra e sparare a zero su chiunque. Mi sono preso anche un po’ in giro: in fondo ho espresso solo il mio punto di vista.
Il Festival di Sanremo rappresenta ancora una buona occasione promozionale per un musicista? L’opportunità che dà un’apparizione al Festival è preziosa, inutile negarlo. Sicuramente Con queste premesse, lo spettacolo si preè una vetrina importante e meno effimera di senta sfaccettato e ricco di sorprese. Spunti, idee e pensieri si sono materializzati quella offerta dai talent-show. Per quanto mi Sul palco c’è un grande affiatamento tra noi, mentre ero chiuso nelle camere d’albergo: ogni storia riguarda, durante e dopo Sanremo ho lavola certezza tecnica che offrono i musicisti che che ho raccontato è come una stanza di quegli alberrato tanto, promuovere i miei lavori è stato mi affiancano è straordinaria. Loro si diverghi, ognuna con arredamenti diversi molto più facile e dopo la vittoria del 2007 la tono a interagire con me, a interpretare i bramia popolarità è notevolmente cresciuta. C’è ni vestendo i panni di attori. C’è spazio per un pezzo tragicomico del mio nuovo album, l’improvvisazione, spesso andiamo avanti intitolato Meteore che è dedicato a tutti quei ragazzi che, dopo essersi immersi nelle luci senza seguire una scaletta, un po’ come un musical. Quello che rende unico questo abbaglianti di un talent, tornano drammaticamente nel buio dell’anonimato. Non è una show è l’alternanza di emozioni: si passa dalle risate alle riflessioni e alla commozione. critica, ma solo una dedica a quelli che considero vittime consapevoli o inconsapevoli di un sistema (quello televisivo) che rischia di strangolare sogni e talenti. Il nuovo album, costruito come un labirinto di musica e testi, sembra quello della maturità. Le canzoni diventano quasi “stanze musicali”, arredate sempre in stili diversi. Sai bene che la discografia da anni è malata e non sembrano esserci medici né medicine Ma com’è nato questo Grand Hotel Cristicchi a tre anni di distanza dal grande successo di capaci di curare tracolli di vendite e confusione. Dall’altra parte del cancello? L’unica cosa che resta da fare è tornare a dare valore all’oggetto musicale da mettere in E’un disco nato tra una tappa e l’altra dei miei tour, periodo lungo in cui non mi sono commercio, arricchirlo e corredarlo in modo multimediale, magari anche con un libro fermato un attimo, tranne che per la nascita di mio figlio Tommaso. Spunti, idee e penche accompagni il disco. sieri si sono materializzati mentre ero chiuso nelle camere d’albergo: ogni storia che ho raccontato è come una stanza di quegli alberghi, ognuna con arredamenti diversi. La paternità ti ha reso più saggio, nonostante l’ormai celebre testa piena di riccioli e lo Non ce n’è una in particolare in cui mi senta a mio agio anche perché, nonostante tutto, sguardo da funambolo ti facciano apparire come uomo tutto genio e sregolatezza. non amo raccontare la mia intimità. Ho molto pudore e preferisco parlare di me con L’arrivo di mio figlio è stato uno spartiacque nella mia vita. Ho smesso di essere io al cenl’autoironia. tro di tutto e l’idea che ci sia qualcuno che dipenda in tutto da me non solo mi arricchisce, ma mi responsabilizza. E’ finito il tempo in cui pensavo solo al successo, adesso so che il Di te colpisce l’originalità: pur seguendo la scia del classico cantautorato italiano, è diffimio lavoro sarà utile a far crescere sereno Tommaso. L’etichetta dell’artista trasgressivo cile paragonarti a qualche grande del passato. non mi appartiene: il mondo in cui i nostri figli cresceranno è pieno di angoli bui; io Da sempre mi ispiro a uomini come Giorgio Gaber o Fabrizio De Andrè, passando per vorrei, attraverso la mia musica, fargli vedere le cose da una prospettiva più sana e con il mai dimenticato Rino Gaetano. Una scoperta straordinaria è stata per me anche la colori più vivi, farlo sorridere con animo fresco. musica popolare (memorabile la sua collaborazione con i minatori di Santa Fiora, nda),
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FACE2FACE/ linea77
di Daniele Salomone
Vodka & pannolini
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arliamo di 10. Per la prima volta il titolo di un vostro disco è autoreferenziale. Dade: Abbiamo pensato ai nostri 10 anni di carriera ma soprattutto ai 10 pezzi che abbiamo incluso nella tracklist. A dispetto di quanto fatto in passato, non c’è un filo conduttore tra le canzoni, sono 10 mondi diversi. Forse perché per la prima volta abbiamo scritto più per noi stessi che per la condivisione con il pubblico. I testi sono più intimi, più profondi, trattano argomenti che non avevamo mai affrontato, come l’amore.
Linea77 Live 08/05 Gualtieri (RE) 28/05 Castelletto di Cervo (BI) 29/05 Rimini
foto Luca Saini
Essere i Linea 77 è meno facile di quanto sembri. In un posto come l’Italia è complicato togliersi di dosso etichette che ti hanno affibbiato da anni, specialmente quando fai un genere distante anni luce dalla tradizione musicale del paese. E allora devi essere pronto a tutto, anche a gestire situazioni complicate, a livello umano come artistico. Ma se hai le palle, e i cinque torinesi le hanno eccome, ne vieni fuori più forte di prima.
iniziatori di un bel niente. All’inizio sentivamo frasi come “finalmente il primo gruppo cross over italiano”, ma c’erano anche altre band, non so perché non abbiano avuto fortuna. Noi siamo arrivati al posto giusto al momento giusto. E’ stata anche una questione di culo… Tozzo: Se abbiamo un merito, è quello di essere riusciti a rimanere al passo con i tempi, anche perché il nostro stesso gusto è cambiato con gli anni. Dade: Una delle recensioni migliori che abbiamo avuto per 10 sostiene che i Linea 77 sono riusciti ad uscire fuori dall’etichetta di gruppo “nu-metal” per diventare semplicemente una band. Chi l’ha scritta ha capito tutto.
C’è stato un approccio diverso anche a livello di produzione? Nitto: Il produttore artistico è sempre Toby Wright, ma volevamo mostrare qualcosa di diverso di noi stessi. Horror Vacui ad esempio cercava di catturare l’adrenalina che siamo in grado di sprigionare dal vivo. Stavolta volevamo invece tirare fuori la parte più intima dei Linea 77, che si conosce meno.
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A proposito di studio, quali sono le dinamiche tra di voi? Tozzo: I Linea 77 sono una democrazia, le decisioni vengono prese “a colpi di maggioranza”. Vale per tutto, da quando scriviamo le bozze delle canzoni fino alla scelta dei testi. Cerchiamo di recepire quello che gli altri hanno bisogno di trasmettere in una canzone affinchè ci sia una parte di ognuno di noi in tutto quello che facciamo. Dade: E’ un equilibrio instabile. E’ sempre tutto in bilico, ma sappiamo come gestire la cosa. Probabilmente se solo uno di noi venisse sostituito, crollerebbe tutto il castello. E’ mai capitato che questo meccanismo perfetto andasse realmente in crisi? Chinaski: Vicini alla rottura non siamo mai stati, però dissapori e litigi sono all’ordine del giorno. Probabilmente se andasse tutto bene faremmo reggae! Emo: Diciamo che è un sistema totalmente imperfetto, che ogni tanto trova momenti di equilibrio e perfezione che si traducono in musica. Per il resto la situazione è perennemente instabile. Per primi avete reso credibile un certo tipo di rock in Italia, è un grande merito. Dade: Siamo orgogliosi dei riconoscimenti avuti da questo paese, ma non ci sentiamo
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Registrare in California ha inciso in questo processo? Dade: Più che andare in California, è stato importante lasciare la nostra città, staccarsi dalla vita di sempre, la fidanzata, la casa, le solite cose. Torino è fondamentale quando dobbiamo scrivere, ma per registrare preferiamo allontanarci da tutto quello che viviamo quotidianamente.
In questo processo evolutivo, che effetto vi fa ascoltare i vecchi lavori? Nitto: I fan sostengono sempre che il primo disco è il migliore. Mi è capitato di risentirlo e ha dei suoni che fanno schifo, anche se per certi versi è geniale. Horror Vacui è stato il primo album ad avvicinarsi veramente a quello che noi abbiamo in testa. Tozzo: Personalmente, credo che rifarei tutto quello che ho fatto finora. Dade: Alcune cose del nostro passato fanno teTutto quello che vogliamo fare è suonare ed è nerezza, non tanto la musica quanto i video. ovvio che più vai avanti e più vuoi cambiare. Anche Ma siamo molto affezionati alla nostra storia, perchè la vita procede, tra un pò magari in tour avrenon rinneghiamo nulla, neanche le cose più mo problemi di pannolini Dade imbarazzanti. Come riuscite a rendere omogenea la vostra proposta musicale dal vivo? Nitto: Il concerto è una dimensione in cui puoi permetterti tutto, momenti di adrenalina pura e altri d’intimità. E’ bello e giusto che i concerti non abbiano sempre la stessa tensione. Chinaski: In questo momento, con il nuovo album che deve ancora essere digerito, c’è una strana dinamica durante i live: quando suoniamo pezzi vecchi la gente balla, poga, quasi non ci guarda; quando invece proponiamo le nuove canzoni, il pubblico ci osserva. Non significa affatto che non gradisca, ma comunque è un atteggiamento che ci spiazza, nonostante nessuno di noi voglia che il pogo sia l’unica esperienza in un live dei Linea 77. Però pensi: “Ma non è che non gli sta piacendo?”. In quel caso o sopperisci con la vodka oppure tieni a bada le emozioni. Ho la netta sensazione che la vostra musica si possa evolvere ancora molto. Dade: Tutto quello che vogliamo è suonare ed è ovvio che più vai avanti e più vuoi cambiare. Anche perchè la vita procede, tra un po’ magari in tour avremo problemi di pannolini (risata generale, nda). 10 è rivolto a persone un po’ più adulte, che vogliono ascoltare musica senza per forza doversi sfogare e per il futuro è possibile addirittura che si faccia qualcosa di acustico. Ci vuole tempo, perché sarebbe un pugno in faccia, improvvisamente, un disco interamente acustico dei Linea. Ma ci stiamo lavorando.
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Elisa
Livestyle > di Massimo Longoni / foto: Veronique Vial
CUORE VS RAGIONE A dar retta solo al cuore si rischia di perdere qualcosina in concretezza, ma eccessivi ragionamenti possono imbrigliare le emozioni. Ci vuole il giusto equilibrio. Come quello che Elisa ha trovato in questa nuova fase della sua carriera e della sua stessa vita. Del resto, un figlio ti cambia, dentro prima di tutto. Mancavano poche settimane all’avvio del tour quando abbiamo chiacchierato con la neo-mamma più rock d’Italia.
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'obbligata' a cantarla”.Certo qualche sacrificio è necessario (“per lisa non si ferma un momento. Neanche un anno fa saliva sul palco questo tour abbiamo deciso di dare un giro di riposo ad Almeno tu di San Siro unendo la sua voce a quella delle più grandi star femminell’universo”) ma le soluzioni sono dietro l’angolo... (“se comunnili della musica italiana per raccogliere fondi in favore dei terremoque la gente ce la chiede, magari improvvisiamo una versione tati d’Abruzzo. Nulla di strano, se non fosse che quel giorno aveva chitarra e voce”). un pancione da sesto mese di gravidanza. Il tempo di dare alla luce Almeno tu nell’universo è uno dei pochi brani cantanti in italiano Emma Cecile a ottobre e già a novembre era pronto il primo singolo del nuovo alda Elisa nel corso della sua carriera. Pochi almeno in rapporto a bum; adesso, tra un pannolino e una poppata, è pronta a rimettersi a girare l'Italia quelli scritti in inglese. Con la lingua di Albione ha debuttato nel con l’Heart A Live Tour. “Per me e Andrea sarà il momento in cui potremo davvero ri1998 (Pipes And Flowers) e fino al 2001, quando ha portato Luce a posarci” dice lei divertita. “Per preparare questo show abbiamo lavorato tantissimo Sanremo, della madrelingua non ne ha voluto sapere. Da allora e intanto c’era la bimba da seguire. Ecco perchè vediamo il tour come una vacanza”. qualche canzone qua e là in italiano affiora, ma l’inglese predomiUna preparazione dura per uno spettacolo che è più di un semplice concerto. La na ancora, come dimostra Heart, in cui, su dieci brani, solo i due regia curata da Luca Tommassini è garanzia di un impianto visivo di un certo imsingoli Ti vorrei sollevapatto. “Avevamo iniziato a proporre uno re e Anche se non trovi le show un po’ più complicato nel 2008 con Ho provato a comporre l’album in italiaparole sono in italiano. il Mechanical Dream Tour” spiega Elisa. “Mi “Più passa il tempo e no, ma non sono riuscita ad assemblarlo, piaceva l’idea di proseguire con un progetpiù mi dico che queto un minimo contaminato. Sempre di un a scrivere tutti i testi. Avevo le versioni in inglesta dicotomia non è concerto si tratta, ma vogliamo che abbia se ma le trascrizioni in italiano non mi importante” afferma. una parte visiva forte”. La scenografia fa convincevano mai fino in fondo “Dipende da come nada cornice ad una scaletta concentrata sui sce la canzone, se mi brani del nuovo lavoro, anche se non manpiace e mi convince. Non credo granchè nel fatto che debba essere cheranno i pezzi del repertorio che il pubblico più ama. In ogni caso, non sarà un tutto in un modo o nell’altro. Di sicuro rifiuto una scelta commergreatest hits dal vivo. “Questo è il tour di Heart e quindi lo show è fortemente imciale, di mercato: ho accettato di cantare in italiano ogni volta che perniato sull’ultimo album, che ispira sia l’immaginario visivo che la scaletta. Lo sentivo il brano anche a livello emotivo, altrimenti lasciavo stare”. suoniamo quasi per intero, anche se ovviamente non mancano alcune hit del pasInizialmente il progetto di Heart prevedeva un album interamente sato: escluderle sarebbe stato brutto, se non altro per la gente, che se le aspetta”. nella nostra lingua ma poi, in corso d’opera, Elisa ha dovuto getLuce, Sleeping In Your Hands, Dancing... Ci sono canzoni che Elisa non può permettare la spugna e rifugiarsi nel suo amato inglese. “Ci ho provato” tersi di tralasciare. Al punto che per poter inserire più successi possibile ha pensato ammette, “ma non sono riuscita ad assemblarlo, a scrivere tutti i di affidarsi a un medley con lei da sola al pianoforte. In ogni caso lo show non può testi. C’erano tutte le versioni in inglese ma le trascrizioni in italiascendere sotto le due ore e un quarto, si rischia la protesta per questa o quella canno non mi convincevano mai fino in fondo”. zone non eseguita. Una sorta di “condanna” che però lei accetta con il sorriso sulle La scrittura in lingua inglese se non altro può essere un ottilabbra. “Alla fine le canzoni a cui tenevo di più a livello emotivo sono sempre divenmo apripista verso il palcoscenico internazionale. Nel 2008 è stato tate singoli” dice, “e hanno ottenuto successo. E’ una fortuna perché magari in certi pubblicato Dancing, primo disco destinato al mercato statunitenalbum c’è un brano a cui sei meno attaccata e se poi la gente se ne innamora tu sei
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Elisa Live 03/05 05/05 07/05 10/05 12/05 14/05 16/05 18/05 20/05 22/05
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Discographistory Tra il 1997 e il 2009, Elisa ha pubblicato sei album di inediti. A questi vanno aggiunte alcune raccolte per il mercato italiano e internazionale, come Elisa (2002, uscito in Europa), Soundtrack (2006, Italia) e Dancing (2008, Usa). Ecco un “bignami” della storia discografica della cantante friulana.
1997 - Pipes & Flowers
Compiuti i 18 anni, Elisa vola in California (a San Francisco) dal produttore Corrado Rustici per mettere a punto il suo primo album, scritto interamente in inglese. I singoli Sleeping In Your Hand e Labyrinth le regalano grande popolarità in patria, proiettandola verso una carriera di successo.
2000 - Asile's World
Complice la presenza di Howie B (guru dell’elettronica), Asile's World segna una svolta verso suoni sintetici e sperimentazioni sonore. Lo stesso anno Elisa partecipa a Sanremo con Luce, suo primo brano in italiano. Il pezzo stravince il festival e viene incluso in una nuova versione dell’album.
2001 - Then Comes the Sun
se, cui è seguita la tournée d’esordio negli Usa. “Un tour piccolo ma che ha dato grandi soddisfazioni per le ottime critiche ricevute, sia da parte dei media che del pubblico” sottolinea lei felice. “Lo sbocco internazionale è sempre stato un mio grande sogno ma mi piacerebbe continuare in maniera molto serena, senza troppi pensieri riguardo alla promozione o a tutte quelle cose che rientrano nelle dinamiche discografiche. Voglio piuttosto ragionare su come mi piacerebbe presentarmi dal punto di vista artistico. Quindi continuo a lavorare sulle mie cose e punto molto sul digitale. Mi darò molto da fare sul web, voglio avere una presenza digitale importante”.
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Lo sbocco internazionale è sempre stato un mio grande sogno ma non voglio pensieri riguardo alla promozione. Voglio piuttosto ragionare su come mi piacerebbe presentarmi dal punto di vista artistico
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Di strada, dagli inizi di Pipes And Flowers Elisa ne ha fatta tanta, come artista e come donna. Difficile ritrovare la ragazzina alternativa e naif, quella che si faceva prendere in giro da Red Ronnie per i ciabattoni rossi di gomma (indossati in una della sue prime ospitate televisive, a Help), nella donna matura e sensuale che non teme di sfoggiare tacchi alti e vestiti alla moda negli scatti promozionali di Heart. “Di quella ragazzina in realtà è rimasto lo spirito” spiega. “Mi sento sempre abbastanza uguale ma se poi mi volto indietro e vedo cos’ero… c’è un abisso. Il cambiamento è avvenuto soprattutto negli ultimi tempi. A un certo punto ho deciso che dovevo curare un po' di più il mio stile. Da una parte ero dubbiosa perché temevo potesse risultare una cosa un po’ finta, quasi che con tutti questi vestiti super alla moda potessi non sembrare più io; dall’altra ero anche stufa di non mettere mai un po’ di femminilità nel mio modo di propormi. L’ho fatto quando mi sono sentita pronta”. Non che per lei i tacchi fossero un’esperienza del tutto inedita, ma in passato era stata un’avventura. “A Sanremo avevo rischiato la morte” ricorda”. “Potevo dav-
Torna Corrado Rustici in cabina di regia e così dopo la “sbornia elettronica” Elisa recupera (in parte) le sonorità del primo album, senza tuttavia rinnegare quanto fatto con Asile's World. Il successo di Heaven Out Of Hell aiuta Then Comes The Sun a diventare triplo disco di platino.
2003 - Lotus
Elisa ama reinventarsi e non perde occasione per dimostrarlo. Lotus è un disco interamente acustico che contiene brani inediti (tra cui Broken) ma anche cover (come Allelujah di Leonard Cohen) e reinterpretazioni di brani già incisi (vedi Labyrinth). Al disco segue il primo tour teatrale.
2004 - Pearl Days
Anticipato dal singolo Together, il disco segna un ritorno al rock energico degli esordi. Il produttore è Glenn Ballard (già con Alanis Morisette), che regala a Pearl Days un sound internazionale. Esce una seconda versione, contenente Una poesia anche per te, secondo pezzo in italiano di Elisa.
2009 - Heart
Si arriva alla storia recente di Elisa, che il 13 novembre 2009 pubblica il suo sesto disco di inediti, anticipato dalla hit Ti vorrei sollevare, cantanta in duetto con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Nel frattempo Elisa è diventata mamma e ha decisamente cambiato look. z
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La banda di Elisa
vero finire a pelle d’orso ai piedi della Carrà. E dire che in albergo avevo fatto le prove, su e giù per le scale, ma quel tacco a spillo era davvero pazzesco”. Adesso invece non è nemmeno più un abito di scena: l’Elisa matura e femminile la si può vedere anche in giro per la strada. “A 18 anni qualche volta mi facevo la permanente, mettevo le zeppe. Ma una volta diventata un personaggio pubblico non avevo mai osato. Certo che è stata un'evoluzione davvero complessa: dalle All Star al tacco 12!”.
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Ho deciso di curare il mio stile. Ero dubbiosa, temevo potesse risultare una cosa un po’ finta, ma ero anche stufa di non mettere mai un po’ di femminilità nel mio modo di propormi
L’ultimo anno, sotto il profilo personale, per la cantante di Monfalcone è stato importantissimo. Prima l’amore venuto allo scoperto con il chitarrista della band, Andrea Rigonat, e poi la bambina, che le ha stravolto prospettive e priorità. “Prima di tutto c’è lei e deve stare bene. Solo quando vedo che Emma Cecile è contenta e felice inizia la mia vita ed entro nel mio spazio di musicista. In tour verrà con noi perché l’allatto. Mangia ogni tre ore quindi anche prima dei concerti. Le farò fare l’ultima poppata e poi via, sul palco. Si è fatta un San Siro dentro il pancione e adesso in tour a neanche sei mesi di vita. Una bambina decisamente rock. Sono i tempi moderni”. Elisa non si ferma mai, si diceva all’inizio. E infatti, nonostante un tour appena avviato che toccherà i più importanti palazzetti italiani, già guarda avanti. “Sto seriamente pensando di fare una seconda parte di Heart totalmente teatrale. Mi piacerebbe prendere i teatri per due sere e fare altrettanti spettacoli: la prima sera Heart e la seconda Blue, il disco Joni Mitchell (del 1971, nda). È uno dei miei album preferiti. Vorrei fare un live acustico però articolato, con un sacco di voci femminili, tipo otto o nove, e interpretare allo stesso modo anche i brani scelti per la scaletta dell’Heart A Live Tour”. Non è ancora un progetto definitivo ma nemmeno un semplice pensiero che frulla per la testa. “È un’idea in fase avanzata. Ci terrei molto. Tra l’altro per Natale ho duettato con una cantante americana che è un po’ la regina di YouTube, Terra Naomi, proprio su un pezzo di Joni Mitchell, River. Le ho già parlato e lei è entusiasta, mi ha promesso che ci sarà”. La riproposizione dal vivo di un intero album di un'altra artista è dunque alle porte, ma
Nonostante per i lavori in studio abbia collaborato con grandi musicisti internazionali, quando sale sul palco Elisa non rinuncia mai alla sua band, che l’accompagna fedele ormai da dieci anni. Alla chitarra c'è Andrea Rigonat, che di Elisa è anche compagno nella vita e spesso co-produttore dei lavori. Il basso pulsa invece da sempre nelle mani di Max Gelsi. La sezione ritmica è completata da Andrea Fontana, anche lui con Elisa sin dagli esordi. Alle dita di Gianluca Ballarin sono invece affidate le tastiere. "Andare in giro con loro mi ha dato una grande sicurezza” dice Elisa, “anche perché in parte ho potuto realizzare il sogno di fare un percorso con una mia band: con loro c’è il feeling di un vero gruppo. Lo siamo sempre stati, sin dall’inizio. Oggi sono tutti musicisti maturi che collaborano anche con altri artisti e posso dire che, anche se non fossero miei amici, li sceglierei comunque: c’è totale affinità e abbiamo un nostro linguaggio musicale". Ma nel gruppo ci sono anche volti nuovi, come quelli di Giacomo Castellano, alla chitarra, e Simone Bertolotti al pianoforte. La band sul palco, esclusi i ballerini-acrobati impegnati nelle coreografie, è poi completato da Nicole Pellicani e Silvia Smaniotto che si occupano dei cori. M.L.
Elisa sembra invece più restia su quello che negli ultimi mesi è diventato un must per molti musicisti, italiani e non: un intero cd di cover. “L’idea in realtà mi stuzzica molto, ma adesso non mi sembra davvero il momento" afferma. "Questo genere di progetto è davvero inflazionato e ho paura che proponendolo adesso potrebbe sembrare la solita minestra. Quindi devo aspettare che passi un po’ di moda". Nessun problema. Tanto di carne al fuoco ce n'è a sufficienza per poter rimandare: Elisa infatti sogna anche un album con l'orchestra e pensa già a scrivere i testi per un futuro lavoro di inediti. "Per fare tutto quello che ho in mente” conclude “è necessario stare in salute e concentrarsi. E avere un'ottima tata".
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solo a maggio
AC/DC Live 19/05 Udine
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AC/DC
Livestyle > di Gianni Olfeni
energia rinnovabile Sono 35 anni che gli AC/DC insegnano al mondo cosa significhi esattamente l’espressione “rock and roll”. Hanno raccolto il testimone da illustri predecessori a metà degli anni '70 e non si sono più fermati. Ancora oggi l’energia della band australiana è in grado di trasformare un concerto in un’esperienza elettrizzante, sconvolgente. Per prepararci bene al concerto di Udine, abbiamo ripassato la lezione con l’aiuto di qualcuno che l’ha imparata a memoria.
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DS: Sarà per questo che continuano ad attirare milioni di ra chiaro a tutti fin dall’inizio. Altrimenti Malcom e Angus non avrebbero ragazzini. Mio fratello ha 18 anni e va fuori di testa per gli raccolto il consiglio della sorella Margaret, che aveva proposto loro di chiaAC/DC. Saremo alla quinta-sesta generazione di fan, forse mare la nuova band “AC/DC”, abbreviazione di “alternating current/direct di più. current”. Già nel 1973, anno di formazione della storica rock band australiana, MDR: E’ sempre merito dell’energia che trasmettono. E’ l’energia era il marchio di fabbrica degli scatenati fratelli Young. Più di 35 davvero bello andare ai loro concerti e vedere che il pubblianni dopo quella forza propulsiva non si è ancora esaurita. Anzi, sembra autoalimentarsi, rinco varia dai ragazzi di 14 anni a uomini di 60. novandosi senza aiuto esterno alcuno. Gli AC/DC continuano ad essere la più energica rock PS: Quando ho visto tutti quei giovani al concerto di Miband del pianeta. Il punto è: ma dove trovano tutta questa forza? Per provare a comprendelano ho pensato che, ogni re la formula segreta, o per lo meno tanto, anche in Italia le cose per indagarne l’essenza, abbiamo organizzato una round table altretHanno fatto milioni di concerti e girato il mondo girano per il verso giusto! tanto esplosiva. Seduti al tavolo, due ventimila volte. Dopo 35 anni on the road, chiunque DS: Tra le tante unicità AC/DC c’è anche puristi del rock come Pino Scotto, si romperebbe le palle. Invece questi vanno sul palco degli quella relativa al cambio vulcanico come sempre, e il più rie ancora spaccano tutto di cantante. Sembra che flessivo Max De Riu (storica voce Pino Scotto nessuno sia mai stato veradi Rock Fm, oggi direttore artistico mente disturbato dall’ardi Rock’N’Roll Radio). Con loro, il rivo di Brian Johnson. In nostro direttore, che purista del rock effetti non è così diverso da Bon Scott. non è, ma di AC/DC conosce vita, morte e miracoli. Tra una birra di Max, un whisky di Pino PS: Mica tanto. Secondo me potevano scegliere qualcuno e l’acqua di Daniele (naturalmente deriso per questa scelta, disonore della redazione!), ecco il di meglio. Bon era un vero “bastardo”, un urlatore blues, resoconto della chiacchierata ad alto voltaggio. uno dei più grandi. MDR: Concordo. Ricordati che stai parlando con dei puPino Scotto: Se penso agli AC/DC mi vengono subito in mente i primi album e la voce di Bon risti… Scott. Mi ricordo che allora pensavo che quello era il rock and roll che andava avanti negli DS: Be’, a prescindere da chi è meglio, ci sono band che anni. C’è stato Elvis, i Beatles, gli Stones, Jimi Hendrix e poi sono arrivati loro. La cosa pazzesca hanno pagato a caro prezzo l’avvicendamento del cantanè che sono passati 35 anni e avverto sempre la stessa sensazione. Al concerto di Milano, l’anno te, per gli AC/DC non è cambiato molto. scorso, ho goduto come un pazzo. Di solito, dopo 15 minuti di live vado al bar a bere perché PS: Brian Johnson ha avuto un grande culo: subito dopo la mi rompo le palle, ma in quell’occasione sono stato tutta la serata a cantare, non ho perso una morte di Bon Scott, gli AC/DC sono usciti con un album nota. spettacolare, Back In Black, un capolavoro. Se avessero sbaMax De Riu: Gli AC/DC sono sinonimo di energia e lo rimarranno in eterno, sono l’incargliato quel disco probabilmente le cose sarebbero andate nazione del rock and roll senza fronzoli, l’impatto è diretto, c’è poco arrangiamento intorno. diversamente. Tutto molto essenziale. MDR: Pino ha ragione. Perché, comunque, se è vero che Daniele Salomone: La controprova di questa attitudine è il suono: in tutti questi anni è rimal’importanza di Angus Young nella band ha tolto un po’ sto abbastanza simile, ma che importa? di responsabilità a Brian, è altrettanto vero che il cantante è MDR: Questo fa parte della loro unicità. Nonostante siano sempre rimasti “cloni” di se stessi, non hanno mai perso un briciolo di potenza sonora.
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sempre il biglietto da visita di una band. Back In Black ha aiutato l’inserimento di Brian. DS: Mi ha colpito la convinzione con cui tutta la band ha sottolineato, nelle interviste rilasciate in quest’ultimo periodo, che quello attualmente in corso non è un tour “celebrativo”, ma semplicemente un tour degli AC/DC. Non vogliono sentirsi vecchi, insomma. PS: Ragazzi, qui stiamo parlando di band che ha fatto milioni di concerti e ha girato il mondo ventimila volte. Dopo 35 anni on the road, chiunque potrebbe correre il rischio di rompersi le palle. Invece questi vanno sul palco e ancora spaccano tutto. DS: Sembrano divertirsi come matti. MDR: La cosa incredibile è che in tutto questo tempo non si sono mai risparmiati, anche adesso che qualche annetto ce l’hanno. I loro tour sono massacranti, con dei ritmi incredibili, eppure è davvero difficile sentire qualcuno che ha visto un concerto degli AC/DC dire “questa sera non erano in forma” o cose del genere. Vanno sul palco e si compattano in modo tale da non accorgersi della fatica. Angus, poi, sembra un alieno! DS: Pensa che lui stesso ha testualmente dichiarato: “Non so dove sia il mio fottuto cervello durante un concerto. Salgo sul palco e un attimo dopo lo spettacolo è finito e sono già nel backstage”. PS: Perché quando suona gode come un pazzo. DS: E’ come fare sesso allora, perdi il controllo e non ti accorgi più di niente. MDR: Non credo siano tantissimi i gruppi che si possono permettere certe cose. Prendi anche le band che si sono riunite. Nessuno riesce ad avere l’onestà artistica degli AC/DC, che ogni volta riescono a dare tutto quello che hanno al pubblico. PS: E qui ritorniamo al discorso dei ragazzini. E’ per questo che vanno fuori di testa per gli AC/DC! DS: Non essendo un purista dell’hard rock, mi sono sempre chiesto come mai gli AC/ DC riescano ad avere un pubblico ampio, trasversale, mentre il resto delle band di questa scena ha un seguito diciamo di nicchia, per quanto grande questa possa essere. MDR: Credo dipenda dal fatto che nella musica degli australiani ci sia molto blues. E’ un’anomalia nel mondo dell’hard rock. E’ un approccio particolare, e credo sia questo che gli permette di arrivare ad un pubblico ampissimo. DS: E poi non si “ghettizzano” a livello di immagine. Penso ai travestimenti di certe band, loro niente. MDR: Se escludiamo la divisa da scolaretto di Angus, non c’è mai stata una questione d’immagine legata agli AC/DC. Sono la loro musica e basta. Altre band hanno studiato un certo tipo di mondo, di coreografie. Penso agli Iron Maiden: hanno un’iconografia precisa, poi c’è Eddie che è un mostro, e questo in qualche modo li pone in un ambito ristretto. DS: Tra l’altro Angus riesce a non essere ridicolo con quella divisa da scolaretto anche oggi che ha superato i 50. PS: Perché c’è tanta ironia in quello che fa. Se dovessi andare io sul palco tutte le volte con una divisa mi sentirei ridicolo. Dopo 3 concerti già mi rompo le palle di fare le stesse cose, lui invece ironizza e va avanti così da 35 anni.
Rock the web ! Si ascolta solo on line la radio ufficiale del concerto degli AC/DC (e di quello dei Kiss). Il primo ottobre 2009 è una data importante per gli appassionati di rock. E’ il giorno in cui ha visto la luce Rock’N’Roll Radio, web-radio che affonda le radici nel progetto Rockplanet, che vanta anni di ascolto, produzioni, gestione di locali ed eventi, e nella gloriosa storia di Rock Fm, che da qualche tempo ha cessato le trasmissioni (aaah la crisi...). Battezzata con questo nome in omaggio all’omonima canzone dei Ramones, Rock’N’Roll Radio è già una realtà affermata, nonostante la cultura delle web-radio in Italia sia ancora poco diffusa. “Con questo progetto vogliamo ricreare in rete il forte impatto comunicativo della radio” ha spiegato Max De Riu, direttore artistico di Rock’N’Roll Radio. Tutti i generi di rock 24 ore al giorno e tanti protagonisti di questo mondo, tra cui il mitico Pino Scotto: è questa la formula che ha stregato il pubblico della rete (sono circa 20.000 gli accessi quotidiani). Oltre all’affetto degli ascoltatori, anche gli operatori del settore musicale stanno riconoscendo il valore dell’iniziativa. Al punto che Rock’N’Roll Radio è la web-radio ufficiale di due grandi eventi: il concerto dei Kiss del 18 maggio a Milano e quello degli AC/ DC a Udine, il 19. Il promoter ha così commentato: “Siamo felici di collaborare con Rock'N'Roll Radio. Il concetto di web-radio, e ancora più specificatamente di web-radio dedicata a un genere, segue con coraggio l'esempio americano. L'Italia deve aprirsi a questa realtà, soprattutto quando condotte così sapientemente e con un così grande entusiasmo”. Insomma, ci sono le premesse per cui questa esperienza diventi un importante precedente, in grado di aumentare sempre più la potenza mediatica della rete. Che il web salvi il rock! G.O.
livestyle/ AC/DC
It's a long way to the top La storia degli AC/DC prima del "botto". 1963 - I fratelli Angus, Malcom e George Young, insieme alla famiglia (originaria di Glasgow), si trasferiscono a Sydney. 1964 - George Young, fratello maggiore di Angus e Malcolm, fonda gli Easybeats, che due anni dopo diventano la prima band australiana ad avere una hit internazionale, Friday On My Mind. 1969 - Gli Easybeats si sciolgono, ma la passione di George contagia i fratelli, che cominciano a fare esperienze con piccole band. 1973 - Angus e Malcom, rispettivamente 15 e 20 anni, decidono di fondare un gruppo insieme: nascono gli AC/DC. George Young fa da chioccia al gruppo (in seguito produrrà i primi dischi) e suona saltuariamente il basso. 1974 - Dopo aver tenuto il primo concerto della loro storia (nella notte di capodanno), gli AC/DC firmano con la Albert Productions, controllata della Emi, per il mercato australiano e neozelandese. 1974 - Bon Scott, anche lui scozzese come gli Young, sostituisce Dave Evans alla voce. 1975 - A gennaio esce il primo album degli AC/DC: registrato in soli 10 giorni, High Voltage, è inizialmente destinato al solo continente australiano. 1975 - Pochi mesi dopo l’esordio, la band pubblica T.N.T., album che contiene It's A Long Way To The Top (If You Wanna Rock 'n' Roll), primo grande successo e futuro inno degli AC/ DC. 1976 - Il clamore in patria cattura l’attenzione dell’Atlantic Records, con cui i fratelli Young firmano un accordo per il mercato mondiale. La major stampa in tutto il mondo una versione di High Voltage che contiene anche brani tratti da T.N.T.. L’album vende 3 milioni di copie. In contemporanea, la band si imbarca per un lungo tour europeo in cui suona insieme a gruppi come Black Sabbath, Aerosmith e Kiss. Gli AC/DC sono ufficialmente la nuova realtà del rock mondiale. G.O.
DS: Sono maestri nello sdrammatizzare. E’ un approccio figlio del modo in cui i bianchi hanno sempre interpretato il blues, molto meno carico di enfasi drammatica che per i neri. PS: Per i bianchi il blues è più divertente che per i neri. DS: Mi chiedo come mai non vengano più fuori band che riescano ad avere questo tipo di linguaggio, a parlare ad un pubblico così eterogeneo. PS: Manca spessore alle band di oggi. La musica per il 20% è arte e per il restante 80 è energia. E’ l’energia quello che sente la gente. Io in giro ne sento pochissima. DS: Cioè ci sono troppi fighetti? A me sembra che le band uscite in questi anni girino intorno ad un'unica personalità, che però difficilmente ha le palle per farsi affiancare da musicisti veramente bravi. Questi nuovi “grandi artisti” hanno paura di essere oscurati dai compagni di
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trova piena di proposte. Gran parte della musica che esce non ha valore, per cui prima di tutto devi capire cosa scartare. DS: Mi ricordo quando ho comprato AC/DC Live, in cassetta. L’ho consumato, perché mi piaceva e poi avevo l’abitudine di comprare un disco alla volta. Oggi invece posso ascoltare talmente tanta musica che dopo una settimana un album “puzza”. PS: Però se un disco ti trasmettesse l’energia di quel live degli AC/DC andresti avanti per mesi ad ascoltarlo anche oggi. Il problema è che c’è talmente poca energia nella musica che viene fuori in questo periodo che dopo 3 giorni ti sei già rotto le palle. MDR: Credo anche che in questo momento per giustificare un disco bastino un paio di pezzi buoni, tutto il resto è una sorta di contorno. DS: E l’ultimo degli AC/DC, Black Ice, come lo collochiamo in questo discorso?
Manca spessore alle band di oggi. La musica per il 20% è arte e per il restante 80 è energia. E’ l’energia quello che sente la gente. Io in giro ne sento pochissima Pino Scotto
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band. E così i concerti trasmettono poca adrenalina, sono fiacchi, non aggiungono molto alla musica incisa su disco. MDR: Credo ci sia anche un problema legato alla fruizione della musica. La quantità sta intaccando la qualità. Oggi la tecnologia ti permette di fare un disco avendo pochissime idee. PS: Però il mio ultimo disco l’ho fatto con due lire eppure senti come suona! Max: Le eccezioni ovviamente esistono, ma prima per fare un album c’era una trafila da rispettare, per cui arrivare al prodotto finito implicava un impegno incredibile. Oggi gran parte degli sbattimenti sono bypassati. PS: Ma se un gruppo ha un produttore che spende e un’etichetta che investe… MDR: Diciamo che un disco se lo può fare chiunque e così la gente è spiazzata perché si
PS: Non mi convince del tutto, ma è comunque un ottimo album. MDR: Black Ice è la conferma che loro non hanno mai ragionato con l’idea delle hit. E infatti sulle piattaforme digitali hanno deciso di non vendere i singoli brani. Vuoi il digitale? Va bene, ma ti compri l’album. Chiaro, no? DS: Probabilmente, come per i live, ancora si divertono a fare dischi. E hanno anche la capacità di capire quando sono pronti per incidere un album. PS: Infatti hanno aspettato 8 anni per pubblicare Black Ice, l’hanno tirato fuori solo quando si sono sentiti sicuri di avere le canzoni per incidere un disco intero. DS: Be’, diciamo anche che se lo possono permettere. MDR: Non c’è dubbio. PS: Beati loro!
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Black Eyed Peas
Livestyle > di Silvia Crivella
semplicemente i migliori Sono passati dal semi-anonimato alla gloria in pochi anni, tirando fuori una hit dietro l’altra, come se le trovassero sugli alberi della California. Suonano e collaborano con tutti i più grandi artisti del mondo (non importa di quale genere). Sono ovunque conti e contano ovunque siano. Ma come diavolo fanno? Per indagare il “caso” Black Eyed Peas, abbiamo telefonato a Los Angeles per parlare con il Sig. Allen Pineda, in arte Apl.de.ap.
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l successo? E’ una questione di semplicità. Più lo cerchi e più ti gira le spalle, origine Filippine ed è noto ai più con l’impronunciabile più te ne freghi e più rischi di raggiungerlo. Il successo è come una donacronimo Apl.de.ap) e quel geniaccio di Will Adams (conona, insomma: un mistero. Quando comincio l’intervista chiedendo ad Apl. sciuto con il meno impronunciabile ma comunque curioso de.ap quale sia la formulina magica per raggiungerlo, questo successo - mi acronimo Will.I.Am) si incontrano a scuola e scoprono di sembrava del tutto ragionevole, visto il numero e la consistenza delle hit avere in comune l’interesse per il rap e la breakdance. Insiesfornate dai Black Eyed Peas negli anni Zero – non immagino che non avrò mai una me a un loro amico, Dante Santiago, formano un trio – gli vera risposta. Mi aspettavo algoritmi complicati, radici quadrate e integrali, ma lui si Atban Klann – che non godrà mai di una release ufficiale è limitato a rispondere frasi tipo “una hit è una canzone che ti prende subito e che è a causa della prematura morte di Eazy-E, fondatore degli stata creata perchè la gente possa scappare dalla quotidianità e divertirsi”. Col passare storici N.W.A. e produttore che aveva creduto nelle potendei minuti non mi tolgo dalla testa che il co-fondatore della band californiana voglia zialità dei futuri Peas, ma non nel messaggio che portavanascondere il segreto: forse vale la pena di no con loro: incambiare tattica, penso, e tentare un aggivece di buttarsi ramento. La prendo alla larga: “Come è sul Gangsta Rap, strutturato il processo creativo all’interno Bisogna pensare in grande e non avere mai Will e Allen scridella band? Chi scrive le canzoni?”. Ottenpaura di forzare i propri limiti. Noi l’abbiamo fatto. La vono di pace e go picche: “E’ uno sforzo collaborativo che musica ci ha aiutato: è fondamentale ascoltare ogni amore, cosa molinclude tutti i membri, nessuno escluso”. to strana per la genere, mantiene alta la tensione e l’ispirazione Anche questa strategia non funziona. Proscena dell’epoca. babilmente è il caso di punzecchiare. Gli “Nel 1995 decichiedo come buttano le sessioni in studio demmo di ricoe se va tutto bene a livello di rapporti perminciare da capo. sonali tra di loro. “E’ una meraviglia, ci piace saltellare qua e là mentre registriamo e Dante se ne andò, arrivò Jamie Gomez (Taboo) e cambiamdivertirci mentre ci scambiamo idee sui pezzi”. A questo punto le possibilità sono due: mo il nome della nostra band. Scegliemmo Black Eyed Peas o questo segreto non ha intenzione di rivelarlo, oppure – come forse vuole farmi intenperché ha a che fare con il “soul food” (un tipo di cucina dere - non esiste proprio. In ogni caso, i Black Eyed Peas sono il successo, per lo meno americana che si basa sulle tradizioni afro-americane, nda). da quando hanno stabilito il record di 26 settimane consecutive in cima alla Billboard E la nostra musica viene dall’anima”. Hot 100 (con Boom Boom Pow e I Gotta Feeling) e il loro marchio sulla storia della musica I primi due dischi hanno un loro perché, ma bisogna è diventato indelebile. aspettare il terzo album – Elephunk, che vede tra le altre I quattro di Los Angeles sono i paladini del pop dell’epoca digitale, capaci di scrivere cose l’ingresso di Stacy “Fergie” Ferguson nella band – per canzoni amate da tanti senza riciclarsi in modo spudorato, ma piuttosto continuando cominciare a pensare in grande. “Mi sono reso conto che ad evolversi. Tutto ha inizio nel lontano 1988, quando il nostro Allen Pineda (che ha la nostra band poteva avere davvero successo quando ho
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Black Eyed Peas Live 12/05 Milano
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Black Eyed Peas and friends Sono tantissimi gli artisti con cui, singolarmente o in gruppo, i BEP hanno lavorato in questi anni. Ecco le più importanti collaborazioni della band californiana, in ordine rigorosamente cronologico.
Macy Gray
I primi 2 album dei Black Eyed Peas non riscuotono il successo internazionale dei successivi, ma sono molto validi artisticamente. Behind The Front (del 1998) e Bridging The Gap (del 2000) sono dischi di puro hip hop e vantano, entrambi, il feauturing di Macy Gray, regina del neo soul, che presta la sua voce, rispettivamente, per Love Won't Wait e Request Line.
Justin Timberlake
Corre l’anno 2003. I Black Eyed Peas pubblicano Elephunk, che segna il debutto di Fergie. L’album viene lanciato dal singolo Where Is The Love, a cui partecipa Justin Timberlake, sia in qualità di autore che come cantante. Il rapporto con l’artista americano non si ferma lì: nel successivo Monkey Business (2005), Justin canta nel brano My Style.
Sergio Mendes capito che eravamo in grado di suonare dal vivo in tutto il mondo e avevamo le potenzialità per essere headliner”. Nota a margine: i B.E.P. si sono distinti fin dagli inizi non solo per i testi “pacifici”, ma anche per l’attitudine rock dei loro live. Hanno sempre suonato con una band sul palco, particolare decisamente inusuale nel mondo hip-hop. Elephunk, dicevamo; disco che porta con sé un pezzo intitolato Where Is The Love? (che vede il featuring di Justin Timberlake), ma anche brani come Shut Up, Hey Mama e Let’s Get It Started, lesti a cogliere la palla al balzo e confermare il talento dei quattro. Quando il successo arriva, bisogna anche imparare a gestirlo, con tutti i compromessi che inevitabilmente porta con sé. “Mi ricordo che quando abbiamo cominciato non prendevamo in considerazione la risposta ‘no’, qualunque fosse la domanda. Sapevamo che avremmo dovuto sacrificare un po’ della nostra
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La svolta electro? Siamo stati ispirati da quello che abbiamo sentito all’estero e nei club di Los Angeles. E’ un suono divertente, che ci piace, e così abbiamo deciso di provarci
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privacy e che avremmo passato lunghi periodi di tempo lontani dalle nostre famiglie. Avevamo già messo in conto tutto”. Lungimirante. E’ il 2003, e la Black Eyed Peas-mania comincia a dilagare. Due anni dopo esce Monkey Business e ancora una volta sono singoli come se piovesse. Don’t Phunk With My Heart, Pump It, Don’t Lie e soprattutto My Humps, traccia decisamente club oriented che lascia intravedere qualche segnale di cambiamento; gli arrangiamenti pieni che fino a quel momento avevano contraddistinto il suono dei B.E.P. lasciano il passo a una base minimale ed elettronica, preludio all’estetica del loro ultimo The E.N.D . La famosa svolta elettro che prima o poi tocca a tutte le band, insomma. “Siamo stati ispirati da quello che abbiamo sentito all’estero e nei club di Los Angeles. Ci siamo accorti che è un suono divertente, che ci piace, e così abbiamo deciso di provarci”. Ancora una volta disarmante nella sua facilità di pensiero,
La collaborazione il leggendario musicista brasiliano è una delle più sentite dai Black Eyed Peas. Mendes mette il suo magico tocco in Sexy, traccia di Elephunk, e ricambia invitando i BEP a collaborare per il suo Timeless (2006). Insieme interpretano lo standard carioca Mas Que Nada, nel quale viene usato un sample di Hey Mama, singolo dei californiani datato 2004.
James Brown
Monkey Business è l’album che consacra i Black Eyed Peas nel firmamento della musica mondiale, con oltre 10 milioni di copie vendute. Nel suono dei californiani l’hip hop incontra generi diversi, tra cui il funk. E a chi potevano rivolgersi per “capire” il funk se non a Sua Maestà James Brown? Il “reverendo” mette la sua graffiante voce in They Don't Want Music.
David Guetta
Che i BEP strizzassero l’occhio al mondo del clubbing era evidente già da qualche tempo. La conferma arriva con la mega hit I Gotta Feeling (da The E.N.D., 2009): il pezzo è prodotto da David Guetta, producer e dj francese, nonché protagonista assoluto delle notti ibizenche con le sue serate F**k Me, I’m Famous ospitate dal Pacha, club tra i più famosi al mondo. G.O.
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Allen continua a spiegarci il suo punto di vista sul cammino della band: “Guardando indietro credo che siamo cresciuti. Bisogna pensare in grande, al di fuori dei luoghi comuni e non avere mai paura di forzare i propri limiti. Noi l’abbiamo fatto. La musica ci ha aiutato: ogni membro dei Black Eyed Peas ha i suoi punti fermi, ma tutti ascoltiamo cose molto diverse. La musica ci piace tutta! E’ fondamentale ascoltare ogni genere, mantiene alta la tensione e l’ispirazione”. Parliamo di collaborazioni e di quelle che, fra le tante, hanno più soddisfatto i Black Eyed Peas, come band ma anche come singoli. “Personalmente, mi sono divertito molto a lavorare con una persona come Benny Benassi, è un bravissimo produttore e un’ottima persona. Abbiamo collaborato per il suo ultimo singolo Spaceship, dove canta anche Kelis”. Una menzione speciale non poteva non andare anche a James Brown, con cui i Peas hanno inciso They Don't Want Music (traccia di Monkey Business): “Ho fatto tantissima breakdance con la sua musica e imparando a conoscerlo ho apprezzato una fetta di storia della musica che forse non avrei mai conosciuto senza di lui”.
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Anche se ognuno di noi ha la propria vita e i propri impegni, ci diamo vicendevolmente una mano in tutto. La band è il punto di partenza per tutto quello che facciamo
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Se i Black Eyed Peas fossero “solo” un gruppo musicale, uno potrebbe anche farsene una ragione, capire che mettendoci il giusto impegno si può arrivare lassù. Ma le cose non stanno esattamente così: ognuno dei quattro membri della band non si accontenta della musica e invade con la propria personalità altri settori, come quello cinematografico o della moda. Il pensiero va a Fergie, che oltre a cantare nei B.E.P. ha una carriera solista tutt’altro che trascurabile, si diletta come stilista, presentatrice televisiva e doppiatrice di cartoni animati, oltre ad apparire in qualche film. Ma soprattutto viene in mente quel prezzemolino di Will.I.Am, che di giorno produce (John Legend, Mary J. Blige, Macy Gray o addirittura Michael Jackson), la sera si scatena sul palco con la band, poco dopo corre in qualche club a ballare o ad improvvisarsi vocalist (i nostri Crookers ne sanno qualcosa) e il giorno dopo è nelle sale cinematografiche, con il suo faccione, come comparsa in qualche film. Ma come si fa a stare dietro ad un tipo così? “Anche se ognuno di noi ha la propria vita e i propri impegni, ci diamo vicendevolmente una mano in tutto. La band è il punto di partenza per tutto quello che facciamo”. Bene, è ufficiale: i Black Eyed Peas sono una sorta di comune e tutta questa semplicità, questo peace&love, comincia a darmi sui nervi. Ma è meglio che riponga la sciabola in un cassetto e che mi faccia raccontare quello che hanno preparato per il tour, che tocca l’Italia ben due volte, Milano ma anche Venezia, per l’Heineken Jammin' Festival. “E’ uno show particolare, con tantissima energia. Ci danno una mano anche Bucky Johnson e Poet Named Life, aspettatevi uno spettacolo molto ‘visivo’!”. Ho quasi paura a chiederlo, ma mi tocca per chiudere bene: progetti per il futuro? “Continuiamo il tour e poi sarà il momento del nuovo album. Saremo coinvolti in qualche film e continueremo a collaborare con altri artisti. E nel frattempo io andrò avanti con la mia etichetta personale, la Jeepney Music”. Signori, i cinque singoli tratti da The E.N.D. (Boom Boom Pow, I Gotta Feeling, Meet Me Halfway, Imma Be e Rock That Body) sono solo l’inizio: avremo presto il seguito dell’energia-che-non-muoremai. E poichè dovrebbe essere pronto per l’estate, prepariamoci ad un singolo in tempi brevi. Ma come?!? La gente non ha ancora smesso di ballare I Gotta Feeling e questi sono già al disco successivo? Pazzesco, direte voi. Tanto quanto il fatto che prima dell’intervista avessi in testa tre o quattro domande e ora ne ho ancora una dozzina, nonostante abbia già fatto il mio dovere e il tempo stia per finire. Non ho modo di continuare a indagare. Forse se hanno dei segreti è giusto che li tengano per loro. Ma soprattutto, chi sono io per mettere in discussione una band che rimane prima in classifica per più di sei mesi negli Stati Uniti? Godiamoceli così, facciamola semplice, come dice Apl. de.ap. L’unica cosa difficile in tutta questa storia è che i Black Eyed Peas si sgonfino come un palloncino bucato. Statene certi.
The E.N.D. tour: la SetList La scaletta dello show che i Black Eyed Peas stanno portando in giro per il mondo. Un vero e proprio spettacolo in più atti. Intro Let's Get It Started Rock That Body Meet Me Halfway Alive (snippet) Don't Phunk With My Heart Will.i.am Freestyle Rap Solo Imma Be My Humps Missing You Apl.de.ap Solo Bebot Mare
Will.i.am DJ set In the Ayer Put Your Hands Up 4 Detroit American Boy Don't Stop 'til You Get Enough Don't Stop the Music Wanna Be Startin' Somethin' White Lines (Don't Don't Do It) Thriller Jump Around Otherside Smells Like Teen Spirit Don't Stop Believin' Right Round
Taboo Solo Rocking To the Beat
I Am in the House (Video interlude) Now Generation Pump It Where is the Love?
Fergie Solo Fergalicious Glamorous Big Girls Don't Cry
Encore Party All the Time / Showdown (medley) Boom Boom Pow I Gotta Feeling
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Alicia Keys
Livestyle
io penso positivo Jovanotti questa volta non c’entra nulla. A pensare positivo è Alicia Keys, regina del rythm and blues mondiale da quasi un decennio. E come potrebbe essere altrimenti? Dall’infanzia a Manhattan fino al recente fidanzamento con il rapper Swizz Beatz, la (bellissima) cantante newyorkese ha navigato a gonfie vele. L’abbiamo raggiunta telefonicamente a Los Angeles per farci dire, naturalmente, che tutto va per il verso giusto.
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licia, partiamo della tua infanzia. Che cosa ti ha spinto a prendere lezioni di piano quando eri bambina? Non saprei, davvero. Sono sempre stata affascinata dal pianoforte e ho sempre sognato di imparare a suonarlo. Fortunatamente mia madre ha assecondato questa mia passione, chissà come sarebbe finita se la cosa non le fosse andata a genio!
Tuo padre vi ha abbandonato quando eri ancora molto piccola. Provi rancore per lui? Guarda, col tempo ho imparato che il rancore fa solo stare male chi lo prova, molto meglio essere in pace con se stessi e con gli altri, si evitano un sacco di inutili sofferenze. Crescere a Hell's Kitchen (quartiere di Manhattan, nda) da bambina meticcia non deve essere stato facile. Sei mai stata vittima di episodi di razzismo in passato? E' successo una volta o due ma in generale devo dire che crescere a New York è stata un'esperienza importante perché è una città variegata, la gente vede le cose in modo differente nelle grandi metropoli. Passare l’infanzia nella “mela” mi ha dato l'opportunità di capire che essere diversi è bello e mi ha permesso di entrare a contatto con stili, culture, religioni e colori differenti. Questo è l’ambiente giusto in cui un bambino deve crescere, New York è un posto fantastico.
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del tuo ultimo album, Elements of Freedom? Da molto tempo ci chiedevano di collaborare ma l’abbiamo fatto solo quando entrambe abbiamo sentito che era arrivato il momento giusto. In tutti questi anni siamo state in grado di conoscerci approfonditamente sotto diversi punti di vista, siamo ottime amiche ed entrambe siamo cresciute nell'industria musicale. E' stato un modo per celebrare le nostre rispettive carriere. Quando il brano è venuto fuori ne abbiamo parlato insieme e ci siamo incontrate in studio per inciderlo, una vera fortuna visto che ultimamente quando si collabora con qualcuno è sempre più facile che ci si ritrovi a spedirsi file senza nemmeno incontrarsi. Ci siamo davvero divertite in studio insieme, è stata una festa, e così è andata anche a Rio De Janeiro dove siamo state per girare il video: l'incredibile energia di quei luoghi si sposava perfettamente con la canzone. Oltre a quelli appena citati, hai lavorato con moltissimi artisti. C'è qualcuno in particolare che manca all’appello? Un sacco di gente, troppa per elencarla tutta. Ti posso dire però che, fra gli altri, mi piacerebbe molto collaborare con M.I.A. e con gli M.G.M.T., che adoro.
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Già che si parla di artisti, che ne pensi della scena musicale soul e r'n'b odierna? C’è qualche nome che ci vuoi suggerire? Anche qui l’elenco sarebbe troppo lungo, ce ne sono tantissimi, più o meno conosciuti, che meritano attenzione, la scena è vivissima e ricchissima. Un'artista che apprezzo molto è Marsha Ambrosius delle Floetry, ma, ripeto, ci sono un sacco di altri ottimi artisti che mi piacciono perché riescono ad avere uno stile personale nell’approcciare questo genere di musica.
A proposito di collaborazioni, tu e Beyoncé vi conoscete da quando eravate bambine ma non avevate inciso brani insieme prima d'ora. Come è nata la collaborazione per il brano Put It In A Love Song, terzo singolo
All'inizio di Elements of Freedom, citi una frase della controversa scrittrice statunitense (ma francese di nascita) Anais Nin: “E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bozzolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare”. La letteratura è una tua fonte d’ispirazione? Mi piaceva questa frase di Anais Nin che si riferisce alla libertà, mi ha colpito il suo modo di descriverla. Amo tantissimo leggere e mi
Mi sento fortunata per quello che ho già fatto, ma guardo avanti perché ho ancora molti sogni da realizzare. Questo è solo l'inizio, sono giovane, ho 29 anni, penso che la strada davanti a me sia ancora lunga
E infatti gli hai dichiarato il tuo amore, insieme a Jay Z, con Empire State of Mind. Esatto! Quando Jay mi ha chiamato e mi ha proposto il pezzo non stavo più nella pelle. New York è dentro la mia anima e quel brano ha l’energia e la potenza giuste per rendere alla città l’onore che merita”.
Alicia Keys Live 02/05 Verona
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A scuola dalle regine Nonostante la sua splendida voce sia un dono divino, Alicia ha imparato molto dalle regine dell’r’n’b’ venute prima di lei. Proviamo a capire quali siano state le sue principali influenze. Nina Simone
Cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili originaria della Carolina del Nord. Il suo modo straordinario ed affascinante di cantare e di suonare il pianoforte fa parte dell'eredità musicale di Alicia Keys, che cita spesso la Simone come sua principale fonte d'ispirazione: “Che tu la ami o la odi quando la senti sai che si tratta di Nina Simone. Mi ha insegnato il sentimento, la passione e che ogni nota deve essere giusta”.
Aretha Franklin
Icona della musica soul e r'n'b, energica e coinvolgente, la cantante di Detroit è nel DNA musicale della Keys, che ha persino campionato il suo classico (You Make me Feel) Like a Natural Woman nel brano Lovin U contenuto nel suo primo, fortunatissimo disco Songs In A Minor, uscito nel 2001.
Barbra Streisand
ritrovo fra le mani un sacco di libri diversi fra loro per temi e stili di scrittura. Mi piacciono i romanzi, adoro Alice Walker, insieme a mia mamma e a mia nonna posso dire che è una delle donne che mi ha ispirato maggiormente nella vita, ma leggo veramente di tutto. Quando ho un libro in mano mi abbandono e lascio che la letteratura mi trasporti in mondi favolosi. Alcuni brani del tuo nuovo album, in particolar modo Try Sleeping With A Broken Heart, fanno pensare tantissimo alle prime produzioni di Prince. E’ un tuo punto di riferimento? Sì, Prince mi ha sempre ispirata tantissimo. Adoro la sua musica, è bellissima, poetica e le sue canzoni sono molto complesse, nonostante ad un primo ascolto possano sembrare semplici. Certa stampa non è stata molto carina nei tuoi confronti ultimamente. Penso a tutti i gossip che riguardano la tua nuova relazione con Swizz Beatz (rapper e produttore discografico statunitense,
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Il gossip per il mio fidanzamento? La stampa è sempre stata molto buona con me e ha scritto molto bene della mia musica. Alla fine è della musica che mi interessa, è quella la cosa importante
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nda). Ti hanno persino definita una “sfasciafamiglie” perché lui avrebbe abbandonato la moglie per te. Come l'hai presa? La stampa è sempre stata molto buona con me, mi ha mostrato molto affetto e ha scritto molto bene della mia musica. Alla fine è della musica che mi interessa, è quella la cosa importante, sul resto non posso nemmeno dirti che io abbia letto qualcosa di negativo, perciò sono molto contenta. Per me va tutto alla grande. Immagino. Hai venduto 30 milioni di dischi, ottenuto una dozzina di Grammy, e hai anche trovato l'amore. C'è qualcosa che senti mancare ancora nella tua vita, che già così suona meravigliosa? Mi sento davvero fortunata per tutto quello che ho ottenuto sinora ma guardo comunque avanti perché ho ancora molti sogni da realizzare. Questo è solo l'inizio, sono giovane, ho 29 anni, e quindi penso che avrò ancora modo di crescere e che la strada davanti a me sia ancora lunga.
Cantante, attrice, regista e produttrice cinematografica di New York. Il suo passare con facilità dal palco allo schermo è rimasto impresso alla piccola Alicia per la quale la Streisand è diventata un vero e proprio modello. “Non c’è bisogno di scegliere fra recitazione e musica quando si è credibili in entrambi i campi come Barbra Streisand” ha dichiarato Alicia.
Withney Houston
La cantante e attrice del New Jersey è un'altra artista di cui Alicia ha consumato i dischi da bambina. “Whitney mi ha mostrato cosa vuol dire sognare” dichiara la Keys. Uno dei suoi più grandi desideri, collaborare con la Houston, si è realizzato l'anno scorso quando ha scritto una canzone per il disco di ritorno sulle scene di Whitney, intitolata Million Dollar Bill.
Gladys Knight Il soul e il rhythm and blues di Gladys Night echeggiano in alcuni dei grandi successi della Keys, che da sempre è grande fan della cantante di Atlanta. Nel 2006 Alicia ha avuto l'onore di essere intervistata dalla Gladys per la rivista americana Interview, mentre da anni ormai si vocifera di una possibile collaborazione musicale fra le due, anche se non c’è mai stato nulla di concreto.
Philippa Schuyler Bambina prodigio meticcia, pianista e giornalista di successo, morta in un incidente aereo a soli 35 anni mentre era inviata come reporter in Vietnam durante la Seconda Guerra Indocinese. Philippa, newyorchese di nascita, è una delle eroine della Keys. Non a caso Halle Berry ha scelto proprio Alicia per interpretare la Schuyler sul grande schermo nella sua biopic Compositions In Black And White, tratta dall'omonimo romanzo della scrittrice statunitense Kathryn Talalay. S.L.P.
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Sono certa che non mi ritirerò mai completamente dalle scene musicali, magari troverò semplicemente l’equilibrio che mi permetterà di fare con serenità tutto quello che mi piace
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Top of the pops Che effetto ti ha fatto sapere che Bob Dylan ti aveva citato nella sua canzone Thunder On The Mountain? Pensa che è stato John Mayer (cantante e chitarrista americano, nda) a dirmelo. Quando l'ho saputo sono rimasta incredula, ero emozionatissima. E' una cosa meravigliosa, è come entrare a far parte di una leggenda.
scelto i pezzi, be', ho cercato di immaginarmi quali sarebbero stati più adatti ad essere eseguiti live. Ho selezionato quelli che hanno più energia perché dal vivo mi interessa che lo spettacolo abbia un buon flusso e che le canzoni si leghino bene l’una all'altra. In ogni caso questo, lo assicuro, è uno dei migliori show che ho portato in giro sinora, perciò il divertimento è assicurato.
Oltre a quella musicale, hai una carriera cinematografica che procede con successo. Sappiamo che qualche anno fa sei stata scelta per interpretare Compositions In Black And White, film prodotto da Halle Berry che narra la vita della pianista statunitense Philippa Schuyler, bambina prodigio meticcia degli anni '40. Il progetto sta procedendo? E quali altri impegni hai prossimamente con il cinema? Si tratta di un film ambizioso e come tale ha bisogno di un bel po' di tempo per essere portato a termine. Ho altre cose in cantiere, mi sono arrivate numerose offerte, ma al momento voglio interpretare solo ruoli che sento giusti per me, non ho alcuna fretta. Per ora sto portando avanti alcuni progetti, sia in campo cinematografico che televisivo, con le mie compagnie di produzione, la Big Pita e la Little Pita. Abbiamo firmato un contratto con la Disney per sviluppare alcune pellicole, la prima delle quali è un remake di Bell, Book and Candle, commedia originariamente uscita nel 1958.
Ovviamente speriamo tutti che avvenga il più tardi possibile, ma sai già cosa ti piacerebbe fare una volta che andrai in “pensione”? Certo! Rilassarmi, girare il mondo, vedere cose diverse in luoghi diversi che non ho mai visitato prima, perché i viaggi sono sempre educativi. Inoltre vorrei decisamente passare un po' di tempo con la mia famiglia. Ma ti dico una cosa: sono certa che non mi ritirerò mai completamente dalle scene musicali, magari troverò semplicemente l’equilibrio che mi permetterà di fare con serenità tutto quello che mi piace.
Sei al tuo quarto album in studio e hai un bel po' di canzoni alle spalle. In che modo hai scelto i brani della scaletta di questo nuovo tour mondiale? Puoi darci alcune anticipazioni sullo show? Ad esempio, ci saranno sorprese sul palco? L'unica anticipazione che posso darti è che tutti i miei show sono una sorpresa! E il modo in cui ho
Sei molto impegnata nel sociale con diverse associazioni umanitarie e in particolare con la tua fondazione non profit “Keep A Child Alive”, che si occupa di distribuire medicinali ai bambini affetti da HIV in Africa e in India. E' vero che hai intenzione di aprire una clinica in Sudafrica? Sì è vero, al momento sto tentando di raccogliere fondi per acquistare un night club in disuso a Durban e trasformarlo in una clinica. Andrò in giugno con i miei collaboratori a vedere con i miei occhi cosa succede in quei paesi e sarà un'esperienza che lascerà il segno, già lo so. Spero davvero di essere forte. Credo sia una grande ingiustizia che alcuni bambini del Terzo Mondo non abbiano la possibilità di essere curati, di studiare, di giocare ed essere felici come tutti gli altri. E’ davvero crudele.
I risultati raggiunti da Alicia Keys con i suoi 4 album in studio. 2001 - Songs In A Minor Copie vendute: 10 milioni Usa: #1 Uk: #4 Italia: #6
2003 - The Diary Of Alicia Keys Copie vendute: 8 milioni Usa: #1 Uk: #13 Italia: #20
2007 - As I Am
Copie vendute: 6 milioni Usa: #1 Uk: #11 Italia: #3
2009 - The Element Of Freedom Copie vendute: 2,5 milioni Usa: #1 Uk: #1 talia: #15 Dati riferiti al 15 aprile 2009
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Michael Bublé
Livestyle > di Damir Ivic
senti chi parla ... Capita a tutti, anche a chi non è stato toccato dalla fede, di alzare gli occhi al cielo. Si cerca conforto, un consiglio. Magari si ha semplicemente bisogno d’ispirazione, come un giornalista cui venga chiesto di scrivere riguardo a una pop star (crooner?) come Michael Bublè. E allora s’invocano tutti i santi del paradiso, specialmente quelli che ricordiamo per le terrene virtù. Stavolta qualcuno lassù ha ascoltato l’Sos. Un’esperienza “dantesca”, irripetibile, che merita di essere raccontata per filo e per segno.
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DONNA IOLANDA Frank, siamo saliti da te perché sta per passare dalle nostre parti, in Italia, Michael Bublè. Volevamo, tipo, un tuo parere. “Ah. In Italia. Michael Bublè. Ah”. Ci prepariamo ad uno scoppio d'ira. Cinque secondi. Dieci secondi. Non arriva. “Credo che se tu fossi stato, che so, tedesco o francese ti avrei già preso per il collo e scaraventato lì dove devi stare, tra i mortali”, ma la frase termina con un sorriso. Acuminato, ma pur sempre un sorriso. Continua Sinatra: “Ok, parliamo. Cosa vuoi sapere?”. Nulla di particolare: un parere, un giudizio, capire fino a che CHE CI FACCIO QUI? punto fossero veritieri i “Ehi Frank, come va?” “Prima mi passi giudizi che lo volevano qualcosa da bere, poi decido se risponSi vede lontano un miglio che Bublé è canatuo erede. Qua arriva derti. E non è detto che lo farò”. Non è dese. Io alzando un sopracciglio terrorizzavo mezza una risata omerica. Ma cambiato per niente, il vecchio Frank. Hollywood. Scommetto che lui si fa pure fregare sul bonaria. “Iolandaaaa...” Anzi. Anni e anni di paradiso non ne resto dalla commessa al supermercato si mette a chiamare; hanno smussato per nulla il carattere dopo qualche istante, (“Non capisco: in paradiso?! Perché arriva una graziosa diavolo mi hanno messo in paradiso? nonnina dall'aspetto, Perché 'Hai una bella voce, una voce dobbiamo dire, molto italiano. “La conosci Iolanda, vero? No? Che che è una benedizione' mi dicono quassù. Sarà anche vero, anzi è vero, ma io qui mi anrazza di giornalista sei? Mi mandano le mezze calzette ora ad innoio. Da morire. Cioè, da morire una seconda volta. Non è che hai un sigaro da passartervistarmi?”. Ehm… “La signora qui presente è Iolanda Moscone. mi? Forse riesco a fumarlo senza farmi vedere. Manco si può fumare, qua. Che posto, La nonna abruzzese di Bublè. Trattala con deferenza. E' stata una che posto”). Una sorsata di whisky (“Buono. Mica come quella cosa da femminucce, donna eccezionale, giù in terra, e continua ad esserlo ancora qua. il sidro, che provano a farmi bere qua. Per fortuna che ogni tanto qualche prete tira La sua cucina fa impazzire tutti quanti”. Signora, i miei omaggi. fuori le grappe che fabbricava giù nei conventi, quando era ancora vivo sulla terra”), un “Iolanda, questo qua vuole parlare di tuo nipote. Chiedermi cosa momento di silenzio, e poi i suoi occhi – quegli occhi! - tornano a fissarci combinando ne penso. Tu sai cosa ne penso, vero?”. Iolanda non apre bocca. Fisintensità e sarcasmo: “Quindi, cos'è che vorresti tu? Eh?”. on vi sveleremo mai come ci siamo arrivati. Segreti del mestiere. Agganci buoni, forse. O semplice fortuna. O magari ci siamo inventati tutto, chissà (no, no... come potremmo?). Sta di fatto che sì, ora siamo seduti uno di fronte all'altro: il sottoscritto e The Voice, la leggenda, il crooner (e attore e uomo dalle amicizie importanti o pericolose), colui che se si tratta di cantare con classe può guardare tutti dall'alto in basso. E infatti: siamo in alto. Molto in alto. Siamo nell'unico luogo dove ora è possibile fare quattro chiacchiere col grande Frank Sinatra.
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Michael BublĂŠ Live 22/05 Verona 23/05 Milano
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livestyle/ michael bublé
Call me pop star Michael Bublè ha inciso 8 album, 2 dei quali dal vivo (Caught In The Act del 2005 e Michael Bublé Meets Madison Square Garden del 2009). A questi vanno aggiunti tre dischi unofficial, ossia pubblicati senza un’etichetta: First Dane, del ’96, Babalu, 2001, e Dream, 2002. Ripercorriamo la storia di Michael attraverso la sua discografia ufficiale. 2003 - Michael Bublé
Firmato un accordo con la Reprise Records, Michael fa il suo esordio nel music business. L’album contiene cover di artisti come Van Morrison (Moondance), George Michael (Kissing A Fool) e Queen (Crazy Little Thing Call Love), oltre a qualche standard jazz come Fever. Bublè si fa conoscere da tutto il mondo con il suo stile che strizza l’occhio ai grandi interpreti anni ‘50.
sa noi. Fissa Sinatra. Si allontana sghignazzando. Comincio a fissare Sinatra pure io, nel tentare di capire il senso di questo comportamento. QUESTI FIGHETTI CANADESI “Prendo sempre in giro donna Iolanda perché da italiana forte e valorosa qual era è andata a dare vita ad una stirpe canadese. Michael è canadese, questo almeno lo sai, vero? Canadese! Come si fa a essere canadesi?!? Tu lo guardi South Park?”. Eh? Prego? “Non pigliarmi per i fondelli. Lo so che lo guardi. Il cartone animato. Beh, lo guardiamo anche qui in paradiso, ci si mette un attimo qua a captare i segnali televisivi”. Oddio, South Park non mi sembra proprio una visione celestiale e da educande. “Siamo in paradiso ma non siamo dei rimbecilliti, qualche sana risata ci piace farla pure a noi e, personalmente, mi piace l'idea di essere aggiornato su quello che va oggi. Cosa dovrei fare secondo te, guardare sempre quei pallosissimi programmi per ragazzi degli anni '50? Sorbirmi solo i documentari sulle iguane delle Galapagos? Dicevamo di South Park: quello che mi fa più ridere è quando pigliano per i fondelli i canadesi. Esilarante. E fanno benissimo a farlo. Noi italiani sbarcati in America sì che ci abbiamo dato dentro: sanguigni, permalosi, arroganti se serve, un po' mafiosi se è il caso, giusto per far capire che nessuno ci deve mettere i piedi in testa... Guarda i canadesi invece: bravini, perfettini, pulitini, educatini. Che roba è?
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Ha un bellissima voce, devo ammetterlo. Quella fighetta canadese canta bene. Interpreta con classe. Insomma, non mi sono girate troppo le scatole quando lo hanno paragonato a me
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Avete sangue o acqua nelle vene? Scommetto che invece di un buon whisky preferite tipo un succo a base di vitamine! Checche! Ecco, si vede lontano un miglio che Bublé è canadese. Io anche solo alzando un sopracciglio seminavo il terrore in mezza Hollywood; Michael scommetto che si fa pure fregare sul resto dalla commessa quando va al supermercato”. LA “SCIACQUETTA” Giudizio negativo allora Frank, Bublè proprio non ti piace. “Ma no, no. Ha un bellissima voce, devo ammetterlo. Quella fighetta canadese canta bene. Interpreta con classe. Insomma, non mi sono girate troppo le scatole quando lo hanno paragonato a me. Chiaro, certe volte lo prenderei a sberle. Hai presente quando è uscito il suo disco Call Him Irresponsable? A parte il fatto che è un titolo ridicolo, per quanto Bublé è un secchioncello sfigato confrontato a una vecchia lenza come il sottoscritto, spero che tu – giornalista di ultima categoria – almeno ti ricordi di Everything, il primo singolo estratto dall'LP? Iolanda mi ha raccontato come il povero nipotino per un sacco di tempo abbia fatto fatica a cantare la canzone. Gli ricordava Emily, una sciacquetta
2004 - Come Fly With Me La seconda pubblicazione ufficiale di Bublè è principalmente una raccolta di brani eseguiti dal vivo. L’omaggio a Sinatra è chiaro: oltre alla title-track, brano inciso da The Voice nel ‘58, anche uno dei due inediti (Nice 'N Easy), appartiene al re della swing era. L’altro inedito è Can’t Help Falling In Love, brano reso immortale dalla versione che Elvis incise nel ‘61.
2004 - Let It Snow
Anche, e soprattutto, nella discografia di Michael Bublè non poteva mancare un album natalizio. Let It Snow, che esce alla fine del 2004, a dirla tutta è un EP: contiene infatti solo 6 tracce, tutte canzoni tipicamente natalizie come White Christmas. Il brano a cui si ispira il titolo della pubblicazione è presentato sia in versione studio che live.
2005 - It’s Time
Nonostante il successo dei precedenti dischi, è con It’s Time che Bublè si consacra a livello mondiale: l’album vende 6 milioni di copie. Nonostante lo stile resti sostanzialmente quello degli esordi, Michael prepara il terreno ai cambiamenti futuri, interpretando brani con venature tipicamente pop (come il singolo Home) e mostrando un look molto più casual.
2007 - Call Me Irresponsible
E’ il disco della svolta. Bublè apre definitivamente alla musica pop, come dimostra il singolo di lancio dell’album, Everything dedicato all’ex fidanzata Emily Blunt. A conferma della nuova direzione artistica, Call Me Irresponsible vince un Grammy come “Best Traditional Pop Album” (2008). Il disco vende 5,5 milioni di copie e Michael è ufficialmente una pop-star.
2009 - Crazy Love
Nonostante il titolo sia un omaggio a Van Morrison, Michael ha ormai imboccato le infinite vie del pop. L’uomo in abito scuro che cantava Sinatra è diventato un ragazzo in t-shirt che sforna hit come Haven’t Met You Yet. La svolta artistica non ha tolto pubblico a Bublè, anzi: in pochi mesi Crazy Love ha venduto 4 milioni di copie
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livestyle/ michael bublé
che per tre anni è stata la sua fidanzata. Ti rendi conto? Oddio, spero non mi senta Iolanda, a lei lì, com'è il suo nome? Ah sì: Morgan. Artista maledetto quello? Solo Emily piaceva molto, mi tira sempre uno schiaffo se la chiamo 'sciacquetta'. Comunque, il punto perché ogni tanto fa una sniffatina? Se fosse finito in mezzo a noialtri, è che non esiste che tu ti riduca così per una donna. Le donne devono cadere ai tuoi piedi. Tu devi diciamo noialtri del Rat Pack, in cinque minuti già buona grazia se gli solo fare finta di essere romantico. Solo finta, capisci? Mentre si vede che Bublé è romantico davpermettevamo di stare in mezzo a noi facendo il cameriere. Altro che vero, lo senti da come canta, è capace di commuoversi davvero quel canadese. Capace di tornare artista maledetto. Voi in Italia vi siete rammolliti. Avevate Domenico in lacrime nel backstage alla fine di un concerto, Modugno e Mina, ora lacrime di gioia e commozione. Io e gli altri soci del avete Valerio Scanu e Rat Pack (era il nome con cui negli anni ‘50 veniva Alessandra Amoroso. Sai cosa ho scoperto, guardando Michael da chiamato il “clan” formato da Sinatra, Dean MarFate vincere le cassiequa? Che lui nel tempo libero, quando è in tour, gioca tin, Sammy Davis Jr., Joey Bishop, e Peter Lawford, re dei supermercati, con la Wii, oppure a ping pong. Te ne rendi conto? nda), appena finiti i nostri show tornavamo invece con tutto il rispetto, e Robe da chiodi nei camerini ridendo come pazzi e pregustando per sei mesi vi ascoltaalcool, donne e quant'altro ci attendesse lì dietro. te solo quelle in radio. Quella sì che era vita!”. Sinatra morde un pezzo di Capisco due settimasigaro, e lo sputa poi per terra. “Davvero non capine, i quindici minuti sco che ci faccio qua in paradiso. Uno come Blublé di celebrità ormai - mi è giusto che ci vada, mica io. Sai cosa ho scoperto, guardandolo da qua in alto una volta? Che lui sono arreso – se li pigliano tutti, ma sei mesi! Non basta una belnel tempo libero, quando è in tour, gioca con la Wii, oppure a ping pong. Te ne rendi conto? Con la voce, o una voce interessante: ci vuole carisma, amico. Carisma. la sua stylist, cioè la sua assistente personale, quando è in giro. Stai con una donna e ci passi il Come quello che tira fuori Bublè quando canta. E chi ha carisma col tempo sfidandoti a videogiochi. Robe da chiodi”. fischio che va in quel tritacarne che sono i talent show. Segnatela questa, ragazzo: è una verità importante. Vedi mai che impari almeno TROPPA FUFFA qualcosa, a parlare col vecchio Frank”. Però insomma Bublé non è male, giusto Frank? “No, non è male. Ogni tanto ascolto i suoi dischi. Humphrey Bogart con quella sua faccia un po' così mi piglia sempre per il culo, dice che ho noCANTA, RAGAZZO, CANTA! stalgia della vita terrena e che sono pure un po' invidioso. Invidioso di chi? Io sono stato il più Ok, ok, ma mi lasci almeno con qualche nome? Qualcuno che meriti grande e come la canto io My Way ancora oggi non la canta nessuno, tutti gli altri – Bublé comprecomunque un minimo del tuo apprezzamento? “Norah Jones fa una so – quando provano a reinterpretarla dovrebbero cambiare le parole del ritornello intonando ‘I vita troppo tranquilla, ma mi piace come gusti musicali. Non è un did it his way', riferendosi a me. Io sono l'unico. Il migliore”. Ok. Te lo concedo, decisamente. Ma, pesce lesso. Ha fatto anche cose con quel metallaro, come si chiama?, stabilito che Michael ti è tutto sommato gradito, c'è qualcun altro che, in fondo, non ti dispiace? Mike Patton, lui si che spacca. Brava. Amy Winehouse invece è una Intendo fra quelli che giù da noi, sulla Terra, stanno avendo ora un po' di successo. “C'è molta fufpotenziale sorella, fa una vita che poteva benissimo stare dentro nelfa, amico. Ora da voi vanno alla grande i talent show, giusto? Beh, io anche quando ero agli esordi la nostra cerchia, ma non so se c'ha il fisico e la testa per reggerla – noi sapevo quanto valevo e non avrai mai permesso, mai!, di farmi giudicare in pubblico dall'alto in sì, lei boh, però di sicuro la ragazza ha voce e capacità di usarla col basso da altri musicisti o, peggio ancora, discografici o, ancora peggio, ballerini e coreografi dalla giusto swing, quando non è ciucca. Odio Jamie Cullum. Ma è bravo. dubbia virilità. Alla prima parola incerta sul mio talento detta così, di fronte alla telecamere, sarei Dannatamente bravo. Temo sia il più bravo di tutti. Non sopporto corso lì a fargliela ingoiare in diretta. Oppure, come alternativa, avrei chiesto un favorino ai miei piuttosto Peter Cincotti: che sono quei virtuosismi al pianoforte? Raamici italoamericani, giusto di fare un avvertimento, cose così. Come si chiama quello arruffato, gazzo: canta! Non fare arazzi da femminucce, canta!
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MARK KNOPFLER LIVE
An evening with
ELTON JOHN and Ray Cooper
23.7
LUCCA SUMMER FESTIVAL
3 LUGLIO - ROMA AUDITORIUM 4 LUGLIO - MILANO LATINOAMERICANDO 5 LUGLIO - UDINE CASTELLO
24.7
9 LUGLIO PIAZZOLA SUL BRENTA / PD 10 LUGLIO LUCCA SUMMER FESTIVAL 12 LUGLIO PERUGIA UMBRIA JAZZ 13 LUGLIO ROMA CAVEA AUDITORIUM 14 LUGLIO MILANO ARENA CIVICA
ROMA AUDITORIUM
27.7
RIMINI ARENA ESTIVA 105 STADIUM
20.11
17 SETTEMBRE MILANO TEATRO ARCIMBOLDI 19-20 SETTEMBRE ROMA AUDITORIUM 23 SETTEMBRE CATANZARO T. POLITEAMA 24 SETTEMBRE TAORMINA ANFITEATRO ROMANO
CROSBY STILLS & NASH
GARY MOORE
+ special guest NATURALLY 7
26 LUGLIO GENOVA - ARENA DEL MARE 27 LUGLIO MILANO - ARENA CIVICA 28 LUGLIO ROMA - ROCK IN ROMA
21 OTTOBRE PALATORINO - TORINO 22 OTTOBRE MANDELA FORUM - FIRENZE 23 OTTOBRE PALALOTTOMATICA - ROMA
16 LUGLIO MILANO - MJF Arena Civica 18 LUGLIO LUCCA - Piazza Napoleone 19 LUGLIO ROMA - Cavea Auditorium 21 LUGLIO AOSTA - Teatro Romano
www.michaelbuble.com
20 LUGLIO MILANO 23 LUGLIO ROMA 24 LUGLIO VENEZIA
SEAL LUGLIO 4 FIORELLO 8 PACO DE LUCIA 10 MARK KNOPFLER 13 ZZ TOP + SPECIAL GUEST JEFF BECK 17 SEAL 18 CROSBY STILLS & NASH 20 PAOLO NUTINI 23 SIMPLY RED 25 KARIMA 27 PLACEBO www.summer-festival.com
INFOLINE 0584 46477 www.dalessandroegalli.com
16 LUGLIO PALAZZO TE - MANTOVA
16 LUGLIO NEAPOLIS FESTIVAL
17 LUGLIO SUMMER FESTIVAL - LUCCA
15 Giugno
Villa Contarini - Piazzola-PD
18 Giugno
Parma - Parco Ducale
Prevendita
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UNITED COLORS OF CROOKERS Sono i nuovi furfantelli della musica elettronica mondiale, disk jockey “periferici” che improvvisamente si sono fatti ambasciatori del Made in Italy nel mondo. Per il loro album di debutto (Tons Of Friends, uscito lo scorso marzo) hanno lavorato con gente come Will.i.am, Kelis, Soulwax, Fabri Fibra. Tra tonnellate di amici, molti veri e alcuni presunti - sanguisughe, forse, questi ultimi? – e una sorta di “neverending tour”, hanno dipinto una tela utilizzando colori electro-primari e spruzzate di hip-hop, r’n’b, rock and roll e funk. Un vero e proprio arcobaleno elettronico.
Sylist: Elena Manferdini Photo: Aliocha Merker
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I Crookers indossano All Star Padded Collar II, sneakers in esclusiva europea da Foot Locker
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Tonight's gonna be a good night 1. TRUE RELIGION
Tonights the night night Lets live it up I got my money Lets spend it up 3. TEZENIS
2. CAMOMILLA
I gotta feeling that tonights gonna be a good night that tonights gonna be a good night that tonights gonna be a good good night (x3)
Go out and smash it like Oh My God Jump off that sofa Lets get get OFF
4. TWENTY8TWELVE
I feel stressed out I wanna let it go Lets go way out spaced out and loosing all control
5. ROXY HEART
8. MISS SIXTY 6. PHILIPP PLEIN
Fill up my cup Mozoltov Look at her dancing just take it off
7. BREIL
Lets paint the town Well shut it down Lets burn the roof and then well do it again
1. 373,00 € - gilet in suede con lunghe frange - 2. 22,00 € - cerchietto con piume viola applicate - 3. 9,90 € - reggiseno a fascia a pois con profili in pizzo, slip coordinato 5,90 € - 4. 170,00 € - hotpant in denim lacerato - 5. 89,00 € - body in cotone con stampe fiori e manica a pipistrello - 6. prezzo su richiesta - sandali neri da schiava in pelle - 7. 29,00 € - Hip Hop è un orologio analogico e impermeabile. La sua cassa di 32mm, bianca o nera, tonda e removibile, permette di cambiare il cinturino in morbida gomma colorata e profumata secondo il mood del momento, cinturino di ricambio 7,90 € - 8. 59,00 € - pochette a tracolla nera con lavorazione a taglio vivo in pelle
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3. TIMBERLAND
I know that well have a ball if we get down and go out and just loose it all
1. SIXPACK FRANCE 2. RAY-BAN CRAFT OUTDORSMAN
i gotta feeling that tonights gonna be a good night that tonights gonna be a good night that tonights gonna be a good good night (x2)
4. EASTPAK
Tonights the night lets live it up I got my money Lets spend it up
Fill up my cup (Drink) Mozolotov (Lahyme) Look at her dancing (Move it Move it) Just take it off
5. DIESEL BLACK GOLD
Lets Do it (x3) and live it up
Here we come here we go we gotta rock
lets do it (x3) lets live it up
6. WESC
Easy come easy go now we on top
Feel the shot body rock Rock it dont stop 7. ADIDAS ORIGINALS 8. 55DSL
1. 39,00 € - T-shirt con stampa - 2. 229,00 € Storico modello di Ray-Ban nato nel 1938. Nella versione Craft sono otto le varianti colore - 3. 99,00 € - Tilt Dual Fit Earthkeepers™ Questo originale jeans in tessuto spigato è realizzato in cotone organico e bamboo, con orli e tasche posteriori rinforzate e la novità dei bottoni in cocco - 4. 70,00 € - Tracolla STANLEY, borsa multitasche in Cordura con ampio scomparto principale con vano porta-laptop, morsetto portachiavi, tracolla regolabile e tasca frontale zippata sulla patta - 5. 220,00 € - Cintura in cuoio con placche in metallo - 6. 90,00 € - Cuffie professionali modello Maraca - 7. 120,00 € scarpa in pelle bianca unisex - 8. 60,00 € - camicia a quadretti
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LIVEREPORT/ APRILE Litfiba Milano, 13/04/2010 foto : F.Prandoni
Simone Cristicchi Milano, 09/04/2010 foto : F.Prandoni
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LIVEREPORT/ APRILE
Elisa Roma, 16/04/2010 foto : S.Cecchetti
Mika Milano, 21/04/2010 foto : F.Prandoni
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what'snew/ musica The Rolling Stones Exile On Main St. - Ristampa Universal DI daniele salomone
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ralasciando per un attimo le intenzioni commerciali, ristampare un disco significa in qualche modo consacrarlo. Nel caso specifico di Exile On Main St., il progetto assume un significato ancora più importante. Per tanti anni il doppio LP, pubblicato nel ’72, è stato considerato un lavoro minore degli Stones, nonostante il pubblico l’avesse portato in testa alle classifiche Uk e Usa per circa 40 settimane. Exile ha avuto i riconoscimenti che meritava molti anni dopo, chissà perché. Forse perché seguiva il trittico Beggars Banquet-Let It Bleed-Sticky Fingers che aveva reso i Rolling Stones la più grande rock band del pianeta, complice lo scioglimento dei Beatles. Forse perché di vere hit ce ne sono solo un paio (Tumbling Dice e Shine A Light). Forse per via di quel suono “impastato”, frutto di una registrazione non certo impeccabile. Forse perché l’esilio a cui fa riferimento il titolo c’è stato davvero (il disco è stato registrato in Costa Azzurra, nella villa di Keith Richards) a causa di problemi col fisco inglese, non certo graditi in patria. Tutto vero, ma Exile resta una pietra miliare del rock e poco importa che sia o meno il capolavoro degli Stones. Come sostiene Bill Janoviz, autore del libro Exile On Main St. (Il Saggiatore, 2010) “Exile va oltre le canzoni, creando un senso monolitico di atmosfera. Trasmette un senso di tempo, di luogo e spirito, eppure è fuori dal tempo”. Parole sante. La ristampa è naturalmente accompagnata da una Deluxe Edition, con 10 tracce inedite (tutte godibili), e persino da una Super Deluxe, che oltre ai brani di cui sopra include un documentario con il “making of” di Exile, clip dal film Ladies&Gentlemen: The Rolling Stones e l’inedito Cocksucker. Sarà solo rock and roll, ma ci piace da morire.
Jakob Dylan
Craig David
Erykah Badu
Women + Country Columbia
Signed Sealed Delivered Universal
New AmErykah Part Two (Return Of The Ankh) Universal
DI massimo longoni
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a seconda prova da solista per il figlio di Bob Dylan è, in qualche modo, un ritorno alle origini. Per Women+Country Jakob saluta infatti il produttore Rick Rubin, sotto la cui ala aveva mosso il primo passo da solo nel 2008, e si affida a un vecchio volpone della produzione come T Bone Burnett. Per intenderci lo stesso che aveva prodotto Bringing Down The Horse (1996), il secondo (e più popolare) lavoro dei Wallflowers, band con cui Dylan Jr. si è fatto conoscere. La coppia riformata in realtà sforna un disco che con quello dei Wallflowers ha poco a che spartire. Saranno gli anni che passano o un eccessivo peso della produzione di Burnett, fatto sta che tanto era diretto, solido e classicamente rock quell'album, tanto è etereo, elegante e in cerca di punti di riferimento questo. Pur essendo un album sostanzialmente country, come anche il titolo dichiara sin dall’inizio, Dylan si guarda spesso intorno e indietro, al punto che si può trovare un pezzo come Lend A Hand che deve più di un credito alla mitica Minnie The Moocher di Cab Calloway. Da ascoltare.
di TOMMASO PERANDIN
DI emanuele mancini
einterpretando i brani che più l’hanno influenzato come musicista, Craig David si è lanciato in un progetto ambizioso. Signed Sealed Delivered, il cui titolo si deve al celebre pezzo di Stevie Wonder, è un tuffo nel passato, nei favolosi anni in cui la Motown sdoganava la black music in tutto il mondo. Se si escludono tre brani, due dei quali in realtà campionano i Four Tops e Diana Ross (solo This Could Be Love è interamente originale), il disco è composto di cover: una carrellata di capolavori, a partire da Sittin’ On The Dock Of The Bay, masterpiece di Otis Redding, passando per Let’s Stay Together di Al Green, fino a Papa Was A Rolling Stone, resa celebre dai Temptations. Nonostante non abbia ancora compiuto trent’anni, o forse proprio per quello, Craig David ha sentito il bisogno di celebrare le sue radici musicali, confrontandosi senza timori reverenziali con le grandi icone del soul. Il suo merito è aver aggiunto un tocco personale a brani che appartengono al patrimonio musicale del Novecento senza che l’essenza originale sia stata intaccata. Mica poco.
due anni di distanza da 4th World War, Erykah Badu aggiunge il secondo capitolo a quello che può essere considerato un concept work il cui manifesto è nel titolo: una nuova Erykah, la sua vita, la consapevolezza di viverla in un momento storico particolare per il suo paese. E se nel precedente episodio i temi erano prevalentemente politici e sociali, in Return Of The Ankh è dell’amore e delle sue vicende che si parla: dal desiderio di indipendenza/dipendenza (Window Seat) ad un petulante interesse mosso dai soldi (Turn Me Away), dal sentimento che cresce e diventa necessità e mancanza (Gone Baby, Don’t Be Long) al dolore e alla non rassegnazione per una storia finita (Out My Mind, Just In Time). L’album ricorda Worldwide Underground nell’approccio, rilassato e quasi senza pretese, ma i risultati sono di gran lunga superiori. E’ strutturato orizzontalmente, con brani che confluiscono l’uno nell’altro e che sembrano sviluppati come improvvisazioni nate su dei loop, trasformati in mantra ipnotici dalla ripetitività della musica. Il tutto incorniciato dalla bellissima voce della Badu, che movimenta le dinamiche, nello stile ormai consacrato di una delle più importanti autrici soul contemporanee.
R
A
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A
LCD Soundsystem
Hole
This Is Happening Emi
Nobody’s Daughter Universal
DI Gianluca Vinci
A distanza di 3 anni dall’uscita di Sound of Silver (e superati non pochi problemi legati alla salute del cantante James Murphy), torna a gran voce uno dei gruppi più apprezzati della scena indie-elettronica mondiale. This Is Happening abbonda di synth spinti al massimo, cassa dritta à la Ringo Starr e distorsioni di chitarra in perfetto stile rock psichedelico. Un album che rievoca la magia della California dei tardi Sixties e la "nuova onda" inglese anni Ottanta, senza però scadere in alcun clichè. Insomma, niente di gà sentito, anzi. Gli LCD Soundsystem devono questa consapevolezza artistica sopratutto all’estro e alla voce eclettica del frontman James Murphy che sembra non aver lasciato nulla al caso, soppesando con rigore ogni singola nota. Consigli per l’ascolto: volume a palla!
The Black Keys Brothers V2 / Cooperative Music
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DI Emanuele Mancini
Black Keys sono sporchi e diretti, devoti al rock e al “Delta blues”, non solo nei suoni, ma nello spirito, tormentato da un destino che non li ha voluti far nascere più a sud. Con Brothers tornano alla produzione artistica autarchica, dopo la parentesi con la star dell’hip-hop e superproduttore Danger Mouse (a cui hanno comunque affidato il nuovo singolo, Tighten Up), esperienza grazie alla quale sembrano aver gettato uno sguardo sulle possibili nuove strade percorribili dal loro sound, in parte vincolato dalla scelta stilistica del duo (formazione identica ai White Stripes, ai quali vengono spesso paragonati). Un disco che tenta e riesce, in episodi come The Only One, Go Getter e il singolo stesso, a regalarci dei classici piuttosto che riff da spot pubblicitari (cosa che accade ugualmente con Unknown Brother e Sinister Kid). Meno invenzioni ritmiche e influenze sixties, le uniche variazioni ad una formula più che rodata che ci stupisce ogni volta per come non riesca proprio a stancare.
The Niro Best Wishes Universal
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DI Silvia Pellizzon
opo il folgorante esordio di due anni fa, il cantauto re romano Davide Combusti, alias The Niro, torna con un nuovo lavoro in grado di soddisfare chi si è già innamorato della sua musica e sorprendere chi invece ancora non lo conosce. Una voce straordinaria, un talento compositivo originale, melodie avvolgenti e arrangiamenti ricchi e curati sono gli ingredienti del suo cantautorato. Come nel primo disco, Davide ha suonato tutti gli strumenti in (quasi) tutti i brani, ognuno dei quali racconta ed evoca uno scorcio del suo mondo. Quello che più colpisce della musica di The Niro è come il suo stile fortemente personale riesca ad aprirsi con estrema naturalezza ad orizzonti internazionali: non a caso i fortunati che a marzo sono riusciti a sentirlo dal vivo al South By Southwest Festival di Austin (Texas) sono rimasti stregati. Da segnalare infine le bonus track contenute nella versione digitale del disco, che variano in base allo store in cui viene acquistato.
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HOT LIST Dieci brani dalla playlist di Diego e La Pina
1
DI Giorgio Rossini
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iù che un vero e proprio ritorno delle Hole, Nobody’s Daughter sembra la concretizzazione del più volte annunciato e smentito progetto solista di Courtney Love. Della vecchia line up infatti non resta che lei, dopo l’esclusione dello storico chitarrista Eric Erlandson. Tuttavia il disco può vantare alcune collaborazioni di rilievo, tra cui quella di Billy Corgan e dell’ex batterista di Pearl Jam e RHCP Jack Irons. Detto questo, il disco non suona diverso da Celebrity Skin, ultimo riferimento discografico della band (1998). Classic rock, punk e postgrunge si fondono creando un sound piuttosto lineare, salvo qualche eccezione che alza il livello complessivo del lavoro. Spiccano indubbiamente il punk puro di Loser Dust, la cantilena grunge di How Dirty Girls Get Clean e il singolo di lancio Skinny Little Bitch, che per qualche minuto fa tornare alla mente l’atmosfera della Seattle dei primi Novanta. A conti fatti, Nobody’s Daughter è un disco onesto e gradevole che restituisce alla musica un personaggio che tutto sommato ci mancava. Bentornata Courtney.
MGMT
IF WE EVER MEET AGAIN Timbaland feat. Katy Perry Shock Value II (Blackground/ Mosley Music, 2009)
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BLAME IT ON THE GIRLS Mika The Boy Who Knew Too Much (Universal Music, 2009)
3
CALIFORNIA LOVE 2Pac All Eyez on Me (Death Row Records, 1996)
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STARRY EYED
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L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE
Congratulations Sony Music
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Ellie Goulding Lights (Polydor/ Neon Gold, 2010)
Nina Zilli L’uomo che amava le donne (Universal Music, 2010)
NOT MYSELF TONIGHT Christina Aguilera Bionic (RCA, 2010)
DI Gianni Olfeni
L
i aspettavamo al varco, com’è naturale che sia per una band che ha sfornato un disco d’esordio stra-acclamato e stra-venduto come Oracular Spectacular (2008). Ben Goldwasser e Andrew VanWyngarden, gli MGMT, dovevano chiarire al mondo un dubbio: artisti veri o impostori? Ebbene, Congratulations dimostra che il duo newyorkese ha cuore, cervello e palle, qualità decisive per chi punta allo status di artista. Cuore perché spogliando il nuovo album di tutti i fronzoli sonori restano le canzoni; magari un filo meno immediate rispetto al passato, ma comunque solide e ispirate. Cervello perché hanno entrambi capito che i singoli-pronti-per-ilremix, modello Electric Feel (con relativo intervento di Justice) pagano nel breve ma non nel lungo periodo. Palle perché hanno avuto la sfrontatezza di tirare dritto, continuando a proporre una formula musicale che, reinterpretando la psichedelia anni Sessanta e Settanta, si espone a facili critiche. Del tipo: i soliti copioni. Ma Ben e Andrew non si sono limitati a ripetere una lezione imparata molto bene. Hanno in qualche modo rinnovato una certa cultura musicale, arricchendola di suoni, immagini, atmosfere. Qual era il dubbio?
7
IN MY HEAD
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ROCKET
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DRINKING IN L.A.
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Jason Derulo Jason Derulo (Beluga Heights/ Warner Bros., 2009)
Goldfrapp Head First (Mute Records, 2010)
Bran Van 3000 Glee (Audiogram Records/ Capitol Records, 1997)
TELEPHONE Lady Gaga feat. Beyoncè The Fame Monster (Streamline/ Interscope/ Kon Live/ CherryTree, 2009)
Da quando Diego e La Pina si sono incontrati negli studi di Gay. tv, a cui sono approdati dopo una carriera da rapper lei e dopo alcune esperienze come ballerino lui, sono diventati “una cosa sola, anzi, due corpi e un cervello”. Su Radio Deejay conducono insieme Pinocchio, trasmissione di alleggerimento del drivetime preserale, che va in onda dal lunedì al venerdì dalle 18 00 alle 20.00.
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what'snew/ games
a cura di Blueglue
Supreme Commander 2 (PC – XBOX 360) Gas Powered Games/ Genere: Strategia in tempo reale (RTS) THQ Ah, gli RTS. O li odi o li ami. La sigla “RTS” sta per Real-Time Strategy, un genere videoludico che obbliga a coordinare i classici movimenti rapidi tipici di un gioco d’azione con una considerevole dose di pianificazione e uso del cervello. Il motivo per cui le nuove generazioni di giocatori non hanno grande esperienza nel campo è presto spiegato: giochi di questo tipo esistono da una ventina d’anni, ma sono sempre stati ad appannaggio degli utenti PC, vista la praticità di uno strumento come il mouse nel controllare schermate generalmente complesse e poco “sintetizzabili”. Ultimamente i titoli RTS stanno raggiungendo anche le consolle e con risultati sempre migliori (vedi Halo Wars, ma anche il pregevole Brutal Legend). In questo senso,
God Of War Collection (PS3) Genere: Avventura
prendendo come riferimento il primo episodio di Supreme Commander (il cui tentativo di “trasposizione” su Xbox 360 lasciò a desiderare) si può quasi gridare al miracolo: ora c’è un buon equilibrio tra giocabilità e semplicità dei comandi, tanto da rendere il gioco fruibile anche ai neofiti, complice un ottimo tutorial che introduce a dovere il sistema di combattimento. Graficamente ci siamo (qualche rallentamento nei momenti più caotici è scusabile), il sonoro fa il suo dovere, la trama incuriosisce fino all’ultima missione e la modalità multiplayer è impeccabile. Per chi ne sa di RTS non rappresenterà una sfida difficile, ma chi non ha mai avuto a che fare con la strategia in tempo reale inizi da qui.
Bluepoint Games/ Sony Computer
Nemmeno il tempo di godersi il terzo splendido capitolo della saga God Of War e sugli scaffali dei negozi appare magicamente questa riedizione dei primi due episodi, riveduta e corretta per l’anno 2010. Inevitabile che qualcuno possa sentire puzza di strategia puramente commerciale con questa prematura spremuta di successi del vicino passato; ma è anche vero che tra le tante riedizioni di giochi recenti (spesso evitabili) in questo caso la rispolverata appare giustificata. Non tanto per il restyling grafico, che per quanto curato non può nascondere del tutto i limiti dovuti all’età di due titoli usciti rispettivamente nel 2005 e nel 2007 (e di questi tempi cinque anni “videoludicamente” parlando sono un lasso di tempo non trascurabile) quanto per l’importanza che God Of War ha avuto nella storia recente dei videogames. Comandare Kratos è a tutt’oggi un’esperienza piacevole, ben calibrata tra momenti di delirio puro e attimi più “pensati”, in cui i tanto bistrattati “Quick Time Event” (ovvero istanti in cui premere il tasto corretto diventa indispensabile per una buona riuscita delle combinazioni d’attacco) la fanno da padrone. Nota a margine: il revival dei QTE, che adesso si trovano praticamente ovunque, è partito proprio da God Of War. Non si contano i titoli di ultimissima generazione che in qualche modo sono in debito con la saga sviluppata da Sony, e chi non ha avuto modo di testare a suo tempo i primi due atti ne approfitti ora: non se ne pentirà.
Runaway: A Twist Of Fate
Red Steel 2 (Wii) Genere: Sparatutto in prima persona
Ubisoft
Caldera è una città in bilico tra passato e futuro, dove una tecnologia avanzata convive con uno scenario che mischia con notevole disinvoltura elementi di chiara ispirazione orientale e saloon da Far West. Vestirete i panni dell’ultimo discendente del clan dei Kusagari e avrete lo scomodo compito di tornare nella città dalla quale siete stati allontanati anni fa per liberarla dalla violenta occupazione della mafia locale. E come si conviene ad un samurai post-moderno, lo farete a colpi di katana e armi da fuoco attraverso scontri che godono di un ottimo dinamismo. Considerare il sistema di combattimento è d’obbligo, e bisogna ammettere che le tanto decantate potenzialità del Wii Motion Plus vengono sfruttate in maniera pregevole, anche se rimane la sensazione che si possa fare di più a livello di precisione. Il gioco è vario e scorrevole tanto nei momenti frenetici quanto nelle fasi esplorative, graficamente è davvero un bel vedere e l’ambientazione rapisce. Manca solo quel quid che gli impedisce di diventare capolavoro.
(PC – Nintendo DS) Genere: Avventura grafica Quali sono le condizioni necessarie perché nel 2010 venga effettivamente apprezzata un’avventura grafica? Non sono certo più i tempi dei titoli targati Sierra o Lucasfilm, dove ancora si poteva gareggiare a livello tecnico, puntando tutto su disegni di alto livello o atmosfere visive e sonore da lasciare a bocca aperta. Oggi il giocatore (giustamente) si aspetta un livello altissimo di graphic e di suono, soprattutto considerando che in questo genere di giochi il motore grafico non deve sopportare movimenti
Pendulo Studios/ Halifax bruschi o muovere all’unisono quantità infinite di personaggi e oggetti. Di questi tempi non si scappa: si svetta solo attraverso una trama coinvolgente e ben congegnata. Il terzo episodio di Runaway centra l’obiettivo e nonostante gli enigmi non siano affatto difficili e il sistema di gioco non abbia proprio nulla di innovativo rispetto ad un classico “punta e clicca”, ti tiene attaccato allo schermo fino alla fine, divertendo non poco.
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what'snew/ cinema
a cura di Nick
Robin Hood Gran Bretagna/Usa, fantastico, 2010 Con Russell Crowe, Cate Blanchett, Mark Strong, Max von Sydow, William Hurt Di Ridley Scott critica pubblico
D
E’ in edicola nick maggio!
chi ama il respiro fragoroso del cinema epico, è uno dei titoli dell’anno. Un ibrido tra Il gladiatore e Braveheart, con tanto di discorso motivazionale ai combattenti: “ribellarsi e ribellarsi ancora, fino a che gli agnelli diventeranno leoni”. Nel cast Cate Blanchett è una Lady Marian votata all’azione; Mark Strong (Sherlock Holmes), già con Scott in Nessuna Verità, è il perfido Godfrey, braccio destro del Principe Giovanni (Oscar Isaac). Isabella di Aquitania ha il volto di Eileen Atkins, Matthew Macfadyen è lo sceriffo di Nottingham (che ha un ruolo ridimensionato
Due vite per caso
Shadow
Vendicami
Prince of Persia
Italia, drammatico, 2010 Con Isabella Ragonese, Lorenzo Balducci, Sarah Felderbaum Di Alessandro Aronadio
Italia , horror, 2009 Con Jake Muxworthy, Karina Testa, Nuot Arquint Di Federico Zampaglione
Francia - Hong Kong, azione, 2009 Con Johnny Hallyday, Sylvie Testud, Simon Yam Di Johnnie To
Usa, fantastico, 2010 Con Jack Gyllenhaal, Ben Kingsley, Alfred Molina, Gemma Arteron Di Mike Newell
critica
critica
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pubblico
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Liberamente tratto da Morte di un diciottenne perplesso, racconto di Marco Bosonetto, Due vite per caso è una sorta di Sliding Doors applicato a sogni, rabbia e speranze di una generazione, dove il fatto che un ragazzo poco più che ventenne tamponi o meno un’auto di poliziotti in borghese (con relativo abuso di potere in forma di violento pestaggio), conduce il destino del protagonista verso ipotesi sorprendentemente antitetiche, tra conformismo insoddisfatto e inesausto furore politico.
David, americano, è un soldato reduce dalla guerra in Iraq. Profondamente segnato dall’esperienza decide di girare tra le montagne dell’Europa in bicicletta, per dimenticare i terribili momenti vissuti nell’esercito. In un bosco incontra una giovane straniera, Angeline. I due proseguono il viaggio assieme. Presto vengono a conoscenza di una strana leggenda locale che li porta a incontrare il sanguinario macellaio Mortis, e a capire che spesso la realtà può essere il peggiore degli incubi.
François Costello lavora da tempo come sicario per una banda del crimine organizzato. Quando i suoi capi iniziano sospettare che sia un informatore dell’Fbi, ordinano di ucciderlo, ma per loro sfortuna, l’uomo sopravvive. Vent’anni dopo Costello, che nel frattempo è diventato chef, parte per Hong Kong per vendicare la morte della famiglia della figlia, massacrata da alcuni sicari della Triade. Ad aiutarlo a portare a termine la sua vendetta saranno i tre killer professionisti Kwai, Chu e Lok.
Dastan è un principe persiano del Sesto secolo, che si allea con la principessa Tamina per recuperare le Sabbie del Tempo, un dono degli dèi per controllare il tempo, che è caduto nelle mani del malvagio Nizam, che vuole servirsene per distruggere il mondo. Tratto dall’omonimo videogame e prodotto dall’inossidabile Jerry Bruckheimer e dalla Disney (che mira a bissare il successo e il franchising dei Pirati dei Caraibi), è un kolossal costato 150 milioni di dollari e girato principalmente in Marocco.
Perchè vederlo?
Perchè vederlo?
Perchè vederlo?
Perchè vederlo?
Presentato a Berlino, un film da non confondere con l’onda giovanilista del teen movie nostrano; per chi ricorda il significato di parole come impegno civile e sdegno, l’esordio di un regista nel cui cuore batte Godard.
Il secondo film di Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino, è un vero e proprio omaggio ai maestri del cinema horror italiano, Argento e Fulci in particolare. Gli amanti del genere non resteranno delusi.
Per le coreografie e l’uso stilizzato della violenza, tipico del regista, e per il ritorno al cinema con un ruolo da protagonista della celebre star del rock francese Johnny Hallyday in una pellicola che omaggia Jean-Pierre Melville.
I fan del videogioco possono gioire dopo l’attesa trepidante per l’adattamento e finalmente invadere le sale (il film, come sempre più spesso capita ai kolossal, doveva uscire il 19 giugno 2009 ma l’uscita è stata posticipata al 28 maggio 2010).
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rispetto alle riduzioni cinematografiche del passato), Max Von Sydow è il padre di Marian, Danny Huston Riccardo Cuor di Leone e William Hurt il duca di Pembroke.
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a principe dei ladri a uomo in calzamaglia: Robin Hood ha vissuto ogni possibile incarnazione cinematografica. Difficile ma non impossibile svecchiare un personaggio così abusato: non se a farlo è Sir Ridley Scott, mister Alien e Blade Runner, e se a imbracciare l’arco è Russell Crowe, alla sua quinta collaborazione con il regista, dopo Il gladiatore, Un’ottima annata, American Gangster e Nessuna verità. Un regista perfezionista e visionario e una star hollywoodiana dal peso (corporeo) altalenante ma dalla solida fama: Robin Hood, per
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Perchè vederlo? Ben 130 milioni di dollari americani investiti nel migliore talento britannico: è intrattenimento al massimo livello, e non capita spesso di potersi gustare i popcorn lasciando il cervello acceso.
OTTANTA . A�TEAM, PRINCE OF PERSIA, TRON LEGACY, HOT TUBE, KARATE KID, SEX & THE CITY �, WALL STREET �: IL CINEMA RISCOPRE IL DECENNIO PIÙ SOTTOVALUTATO DEL NOVECENTO. IN COPERTINA, L’ICONA DI QUEGLI ANNI: L’AMERICAN GIGOLO RICHARD GERE DEAR JOHN
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© WienTourismus/Hertha Hurnaus
La scelta è fra i 3 locali “underground” (letteralmente sotto la Metro) più rinomati. Al Chelsea gruppi musicali che suonano live e dj con selezione britpop e punk. Al B72 la musica della chitarra si abbina a beats e breaks elettronici; il tutto è ovviamente mixato alla perfezione per ballare fino all’alba. Al Q [kju:], un locale assolutamente trendy che propone ottimi drink e il sound più giusto, dalla musica house fino all’R’n’B.
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comingsoon/ giugno
Muse
08 Giugno, Stadio di San Siro
A
nche quest’anno il rock targato UK sta mandando in fibrillazione Milano. L’anno scorso erano stati Depeche Mode e U2 a infiammare San Siro, quest’anno è la volta dei Muse. Matt Bellamy e soci, che avranno come supporter niente meno che i Kasa-
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Ministri - Roma
Lost - Rio Saliceto (RE)
Megadeth - Bologna Paolo Nutini - Torino
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Muse - Milano
Alice in Chains - Collegno (TO) Jonsi - Milano Velvet - Rio Saliceto (RE)
Alice in Chains - Roma Slash - Milano The Bastard Sons of Dioniso Reggiolo (RE) Tre Allegri Ragazzi Morti Marina di Ravenna (RA)
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16 Giovedì
Bob Dylan - Piazzola sul Brenta (PD) Simone Cristicchi - Genova Temper Trap - Roma
Bob Dylan - Viareggio (LU) Port Royal - Milano Temper Trap - Milano
Tre Allegri Ragazzi Morti Povolaro (VI)
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Martedì
Mercoledì
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Venerdì
Rod Steward - Verona
Deftones - Torino Linea77 - Collegno (TO)
J-Ax - Genova Linea77 - Cava Manara (PV)
Bands Apart - Ferrara J-Ax - Mantova LCD Soundsystem - Ferrara
Elio e Le Storie Tese Indicatore (AR) J-Ax - Sesto F.no (FI) Juliette Lewis - Genova Port Royale - Solza (BG) Tre Allegri Ragazzi Morti Lavagno (VR)
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Lunedì
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Motorhead - Codroipo (UD) Stone Temple Pilots - Milano
Elio e Le Storie Tese - Roma Slayer - Milano
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Malika Ayane - Tortona (AL) Slayer - Milano
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Linea77 - Lu Monferrato (AL) Tre Allegri Ragazzi Morti - S. Giuliano (PI)
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Bob Sinclar - Lignano S ro (UD) Elio e Le Storie Tese - Rho (MI) Linea77 - Pinarella di Cervia (RA) Malika Ayane - Piazzola (PD) Tre Allegri Ragazzi Morti Ozieri (SS)
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20 Domenica
J-Ax - Cagliari Linea77 - Castel Maggiore (BO) Meganoidi - Pescara Ska-P - Genova Tre Allegri Ragazzi Morti Cuneo
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Lunedì
Bad Religion - Roma Motel Connection - Giulianova (TE) Tre Allegri Ragazzi Morti Venezia
19 Sabato
Bob Dylan - Parma Elio e Le Storie Tese - Genova J-Ax - Alghero Roy Paci & Aretuska - Mestre (VE) Tre Allegri Ragazzi Morti Padova
13 Domenica
Bad Religion - Milano Baustelle - Avellino Elio e Le Storie Tese - Legnano (MI) Linea77 - Genova Meganoidi - Genova Ministri - Montebelluna (TV) Motel Connection - Verona Tre Allegri Ragazzi Morti Genova
18 Venerdì
Buena Vista Social Club Genova Pixies - Ferrara Tre Allegri Ragazzi Morti Segrate (MI)
12 Sabato
Alice in Chains - Padova Baustelle - Genova Niccolò Fabi - Pino Tse (TO) Tre Allegri Ragazzi Morti Montebelluna (TV)
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Mercoledì
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6 Domenica
LN Ripley - Portomaggiore (FE) Megadeth - Milano Motel Connection - Settimo Torinese (TO) Niccolò Fabi - Avellino Roy Paci & Aretuska - Salerno Tre Allegri Ragazzi Morti Bergamo
Venerdì
Martedì
5 Sabato
Megadeth - Roma
Ministri - Rio Saliceto (RE)
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Lunedì
Lunedì
to”, i Muse stanno offrendo la possibilità ai propri fan di scegliere alcuni brani della set list di ogni concerto. Come? Con delle votazioni on-line sul sito ufficiale www.muse. mu. Comunque vada, quello di Milano sarà un grande evento. Appuntamento al Meazza.
bian, porteranno il loro "The Resistance Tour" allo stadio milanese il prossimo 8 giugno (più di 50.000 i biglietti venduti). La band inglese quest’estate suonerà, per la prima volta in carriera, esclusivamente negli stadi e nei più importanti festival europei; per celebrare questo grande “sal-
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Malika Ayane - Verona
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Marani Fulvio Bonavia
h 16.00
Nikki
one nation one station
deejay tv
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BELLA SCOPERTA
APERTURA CAPOTE ELETTRICA: 3 DIVERSE POSIZIONI NUOVO MOTORE 1.3 MULTIJET 95 CV: PIÙ POTENZA, MENO EMISSIONI SISTEMA START&STOP DI SERIE: MENO CONSUMI, PIÙ RISPETTO DELL’AMBIENTE
Ciclo combinato: (l/100km) 6,1. Emissioni C02: (g/km) 140.