Onstage marzo 2011

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JOAN AS POLICE WOMAN | R.E.M. | MAROON 5 | DYLAN DOG | RADIOHEAD

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Anno V, n.39 - 1 marzo 2011

JAMES BLUNT ELISA KYLIE MINOGUE CAPAREZZA PAOLA CORTELLESI

JAMIROQUAI La solitudine dei numeri uno






EDITORIALE

T

empi duri per la cultura in Italia. Un taglio di qua, un crollo di là, uno scempio di qui e un abbandono di lì. Le responsabilità politiche, istituzionali e imprenditoriali, di tutti i livelli del sistema-paese insomma, sono fin troppo chiare. Chi siede nelle stanze dei bottoni fa poco e male, non è un’opinione ma un fatto. Tuttavia non basta questa certezza per circoscrivere il problema: dovremmo fare un esamino di coscienza. Quando si parla di beni comuni - la cultura è uno di questi - siamo tutti coinvolti. E non come semplici stakeholder, perchè se è vero che “portiamo interesse” per quello che succede, è altrettanto vero che abbiamo la capacità di determinare quello che accade. In ambito di cultura musicale, ad esempio, siamo noi i primi responsabili del ritardo che accusiamo nei confronti dei paesi (teoricamente) nostri pari. Internet per una volta non c’entra. Guardiamo all’analoga esperienza dei grandi raduni musicali. Ovunque, nel mondo occidentale, esiste una “cultura del festival”, intesa come voglia di partecipazione e condivisione di spazi e tempi che prescinde dalla parzialità del gusto musicale. È lo spirito di Woodstock (nella foto). Il pubblico vuole vivere un’esperienza, un momento collettivo prima che semplicemente ascoltare la band che ama. Ecco perché, ad esempio, accetta le proposte artistiche che non conosce con curiosità e rispetto. È una questione squisitamente culturale. In Italia tutto questo non esiste, o comunque non coinvolge la massa. I nostri festival assomigliano piuttosto a delle rassegne, il cui programma è costruito mettendo insieme artisti che servono ad assecondare gusti diversi perché sono i gusti diversi a guidare l’acquisto di biglietti. Andiamo ai festival per fare il tifo, come allo stadio, mica per condividere tempi e spazi. Quello che non conosciamo ci annoia e quasi ci disturba, sai che palle ascoltare un set senza sapere nemmeno una canzone? Qualche volta ci sono pure gli ultrà, che prendono a bottigliate chiunque si permetta di suonare prima dell’artista per cui si sono mossi. Si tratta chiaramente di casi limite, ma è significativo che accada anche solo ogni tanto.

L’Heineken Jammin’ Festival – di cui sono stati recentemente annunciati gli headliner - è l’unico evento musicale italiano che tenti di adeguarsi alle realtà europee per durata e artisti coinvolti. Torniamo indietro di un anno, alla quarta giornata dell’edizione 2010. In cartellone Pearl Jam, Ben Harper, Skunk Anansie, Gossip e altri. Totale pubblico: 40.000 presenze Qualche giorno prima, ad Hyde Park (Londra), lo stesso identico cast aveva richiamato oltre 100.000 persone. Perché questa differenza? Non ci piacciono quegli artisti? Assolutamente no: le date di Pearl Jam in Italia vanno tutte sold out, idem Ben Harper, idem gli Skunk Anansie. Sommando la fan-base dei singoli gruppi si superano abbondantemente le cifre registrate all’Heineken. Il fatto è che siamo campanilisti persino nei gusti musicali. E i promoter si adeguano. Considerando che le band non fanno sconti sull’ingaggio semplicemente perché i festival italiani richiamano meno pubblico – e quindi 40.000 persone non bastano più - da noi si seguono altre logiche. La proposta complessiva passa in secondo piano, si ripiega su qualche mostro sacro di casa nostra (Vasco), sull’ospite internazionale di sicuro appeal (Coldplay) e su chi farebbe carte false (leggasi: ingaggio molto contenuto) pur di figurare come headliner in un grande evento (Negramaro). Ed ecco la line up dell’Heineken Jammin’ Festival 2012. La stessa che centinaia di inferociti “appassionati” stanno massacrando di insulti - vedere la pagina Facebook dell’evento per credere. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma gli insulti viaggiano nella direzione sbagliata. ll raduno di Glanstonbury è il più chiaro esempio di cosa si intenda per “cultura del festival”. I ticket d’ingresso vanno regolarmente sold out 7/8 mesi prima dell’inizio e quand’ancora non sono stati annunciati gli headliner. Certo, c’è una tradizione quarantennale a garantire per gli organizzatori ma più di tutto c’è la voglia del pubblico di vivere un’esperienza unica, irripetibile, che vale molto più di tutto il resto. Se questo da noi non accade, non è certo per colpa del “sistema”. È la nostra cultura ad essere in difetto. Daniele Salomone

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Onstage Magazine on tour - Marzo 2011 ELISA: 4/5 MARZO: AUDITORIUM CONCILIAZIONE, ROMA; 8/9 MARZO: TEATRO MANZONI, BOLOGNA; 17/18/19 MARZO: TEATRO ARCIMBOLDI, MILANO; 26/27 MARZO: TEATRO FRASCHINI, PAVIA; KYLIE MINOGUE: 8 MARZO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; JAMES BLUNT: 13 MARZO: PALALOTTOMATICA, ROMA; 14 MARZO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; JAMIROQUAI: 30 MARZO: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; 2 APRILE: PALAOLIMPICO, TORINO; 3 APRILE: MANDELA FORUM, FIRENZE;

Centri CTS dove trovi Onstage Magazine BOLOGNA: Viale Filopanti 4/M FIRENZE: Borgo la Croce 42/r GENOVA: Via Colombo 21/r MILANO: C.so Porta Ticinese 100, Largo Gemelli 1 c/o ISU Univ. Cattolica, Via Carlo Bo 1 c/o IULM ROMA: Via Solferino, 6-6/A, Piazza dell’Alberone 14, Piazza Irnerio 43 C.so Vittorio Emanuele II 297, Via degli Ausoni 5, TORINO: Via Montebello 2/h, Corso Belgio 141/A VENEZIA: Dorsoduro Ca’ Foscari, 3252

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INDICE

rubriche

3 Jukebox 1Inserite la monetina e scegliete l’argomento che più vi aggrada: musica, arte, cinema, spettacolo… C’è solo l’imbarazzo della scelta!

18 Face To Face Due grandi in-

22 Elisa

Tra “acqua” e “fuoco” Elisa riparte dalla dimensione live, presentando i brani storici in chiave acustica, i tre inediti di Ivy e la semplicità vocale della sua armonia.

terviste: Paola Cortellesi per il suo nuovo film Nessuno mi può giudicare, e Caparezza per il suo nuovo disco Il sogno eretico.

46 Rock’n’fashion Questo mese tocca alla bellissima Serena Abrami, dalla passerella di San Remo al nostro shooting fotografico.

28 Kylie Minogue

Cantautrice, attrice, stilista e produttrice: tutto questo è l’artista australiana che porta a Milano la sua voglia d’amore nel tour intitolato alla dea Afrodite.

32 Jamiroquai

In supporto al nuovo album Rock Dust Light Star, la band capitanata da Jay Kay torna con uno show esplosivo a ritmo di funk.

web

è online il nuovo sito di Onstage Magazine, al suo interno oltre al restyling grafico troverete contenuti esclusivi, il calendario di tutti i concerti, interviste live report e contest.

38 James Blunt

Il suo stile mischia pop, folk e rock melodico. Ha scritto l’ultimo album per suscitare gioia in coloro che lo ascoltano. A partire dall’Italia.

Onstage Magazine in collaborazione con Universal Music e Live Nation danno a 8 persone la possibilità di vincere ciascuna 2 biglietti per il concerto di Taylor Swift e 1 copia del CD Speak Now. Scopri come su www.onstageweb.com

www.onstageweb.com ONSTAGE

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55 What’s New I nostri consigli del mese in fatto di dischi, libri, film e videogiochi: Radiohead, R.E.M., Tournée, Thomas Pynchon…

62 Coming Soon L’appuntamento clou del mese prossimo è con Jovanotti. Ma ci sono decine di altri concerti consigliati apposta per voi da Onstage.


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30/09/2010 17:07


CELEBRATION

Italia sì, Italia no Tra le tante scene tragicomiche a cui il teatrino della politica (con i tanti comprimari che gli girano attorno) ci ha obbligato ad assistere in questi anni, la polemica sull’opportunità di festeggiare il 17 marzo è probabilmente la più deprimente. Immaginate democratici e repubblicani statunitensi litigare sul 4 luglio, la commemorazione della Dichiarazione d’indipendenza degli U.S.A.... Abbiamo sentito dire che “un giorno di vacanza in più diminuisce la redditività del paese”, e che si tratta di una “festività incostituzionale”. è paradossale, ma ricordare l’unità d’Italia ci è servito a smascherare quanto le istituzioni e, di riflesso, parte dell’opinione pubblica, siano divise e soprattutto ciniche. Disposte a tutto pur di tirare l’acqua al proprio mulino. Mai come in questo momento l’Italia ha bisogno di punti di riferimento in cui riconoscere se stessa e la sua storia, visto che questo compito pare non interessare a chi ne avrebbe l’onere/onore. Ma questa non è la Terra dei Cachi.

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CELEBRATION

ITALIA 150. Il Canto degli Italiani, conosciuto anche come Inno di Mameli o anche Fratelli d’Italia, dal suo verso introduttivo, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente il 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

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JUKEBOX

Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema

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È possibile suonare musica soul e avere la pelle bianca? Chiedetelo ai Maroon 5 che pescano nel sound di Stevie Wonder per scalare le charts di mezzo mondo...

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La celebre vj e voce radiofonica Paola Maugeri, in collaborazione con Borsalino, ha dato vita a una collezione di cappelli che coniugano moda e rock’n’roll.

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Ha raccontato la sua storia nel libro Educazione siberiana, ma Nicolai Lilin è anche un tatuatore. Siete ovviamente invitati alla mostra dei suoi disegni a Milano.

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La bella e talentuosa Joan As Police Woman pubblica il suo nuovo eccellente lavoro e torna a trovarci per tre concerti dal vivo.

Cinema

Troppo orrore per Dylan!

Il film che tutti gli appassionati italiani di fumetti hanno sempre sognato? Aspettate a cantare vittoria, perché il buon Dylan Dog, senza il fido assistente Groucho, il suo maggiolino bianco e in trasferta a New Orleans, non pare essere in forma smagliante... di Antonio Bracco

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iacca nera, jeans blu, camicia rossa e ai pie- saluti all’ispettore Bloch. A questo punto un vero fan del americani autori della trasposizione sarebbe ingiusto. La di un paio di Clarks chiare. Se siete aspiranti fumetto sarebbe già posseduto da ogni sorta di demone, strada intrapresa da questi sventurati - non deludere gli indagatori dell’incubo attrezzatevi, questa è figurarsi il suo creatore Tiziano Sclavi che risulta non per- accaniti fan europei arruolando al contempo nuovi estil’unica divisa che può garantirvi il successo. venuto. Proprio Sclavi e l’editore Sergio Bonelli cedettero matori oltreoceano - non poteva che essere tortuosa. A Edito per la prima volta nell’ottobre del 1986, Dylan Dog i diritti cinematografici di Dylan Dog molti anni fa fir- fronte di un basso budget, circa 20 milioni di dollari, alto esce questo mese in edicola con Piovono è il numero di compromessi al quale sono doMentre il fumetto non risentirà dell’esito del film, rane, albo numero 294, ma soprattutto esorvuti scendere. Tra l’altro, il precedente e pridisce al cinema mercoledì 16 con il primo i lettori che andranno a vederlo dovranno sperimentare mo film diretto dal regista Kevin Munroe non vero adattamento per il grande schermo. è che deponga particolarmente a suo favore. un nuovo orrore, quello del tradimento. Quale miglior occasione per festeggiare il Il titolo? Non fatevi del male, evitate di legge25° anniversario del personaggio creato da Tiziano Sclavi? mando un contratto che li escludeva da qualunque futura re l’interno della prossima parentesi (si tratta del film aniPer esempio un’altra, una qualunque, magari meno cele- decisione al riguardo. Più un peccato che una leggerezza. mato in digitale sulle Tararughe Ninja… ecco, l’avete letto, brativa. Il Dylan Dog cinematografico ha poche promesse Mentre il fumetto non risentirà dell’esito del film, i lettori maledizione). Ma Dylan, piuttosto? Non è Rupert Everett, e molte premesse: 1) il fido assistente anziché Groucho che andranno a vederlo dovranno sperimentare un nuovo il vero ispiratore dei tratti somatici del personaggio, per Marx (la cui immagine è protetta da copyright e usarla sa- orrore, quello del tradimento. Il pregiudizio è legittimo e sopraggiunti limiti d’età. Brandon Routh (sì, quello che rebbe costato uno sproposito) è un certo zombie di nome doveroso almeno quanto essere consapevoli che il Dylan volava con il costume di Superman) ha l’ingrato compito Marcus; 2) il maggiolone cambia colore e diventa nero (la dello schermo non sarà mai lo stesso della vignetta. Nel di piacerci per forza, anche se non dovesse mai suonare il Disney detiene i diritti della versione bianca, ricordate film, Dylan Dog avrà a che fare con vampiri, licantropi e clarinetto, dedicarsi alla costruzione di velieri da scrivania Herbie?); 3) l’horror si sposta da Londra a New Orleans, zombie, tutti mostruosamente di moda purtroppo per non o pronunciare, e forse è meglio così, storiche espressioni dunque niente Craven Road 7, né Scotland Yard e tanti incappare nei temuti cliché del genere, ma infierire sugli come “Giuda ballerino”.

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JUKEBOX Musica

Musica

Le mani sull’Italia

I Maroon 5 tornano in Italia per presentare l’ultimo disco, Hands All Over. E da noi, sorpresa, vorrebbero anche fermarsi per registrare il prossimo.

live

di Marcello Marabotti

09/03 Milano

Lo scorso mese vi abbiamo presentato il progetto, ora tocca ai primi vincitori, selezionati da MTV, e alla nostra scelta personale. Caponord

Sono in quattro (Davide Simonetta, Sebastiano Giordani, Stefano Guidi e Sebastiano Pezzoli), sono lombardi. Nel video di Non sono matto - incentrato sulla fuga, tra i lavori milanesi per l’Expo 2015, di un peluche inseguito da una cacciatrice – mettono in mostra il loro sound: pop-rock allo stato puro. Phinx Elettronica, post-grunge, rock, dance e pop, il tutto in lingua inglese. Una miscela di generi che rappresneta la forza del video dei Phinx, Italian job, che grazie a riprese d’effetto, con lo schermo diviso in quattro sezioni, una per ogni membro della band (Francesco Fabris, Pietro Secco, Alberto Paolini e Daniele Fabris) si fa notare.

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na decina d’anni fa i Maroon 5 cantavano «Not co- Marvin Gaye. Radici storiche che da sempre contraddiming home». Oggi, la band americana torna con stinguono il riferimento dei Maroon 5, i quali citano SteHands All Over: un disco pensato, ideato e scritto vie Wonder come propria fonte principale di ispirazione: durante il tour del 2007, perché è proprio tra un concerto e «Quando abbiamo cantato Happy Xmas durante la cerimol’altro che Adam Levine e soci scrivono la loro musica: «È nia “Christmas Tree” alla Casa Bianca lo scorso dicembre, un processo continuo di creativiabbiamo provato una sensazione « Lontani da casa siamo più tà, passiamo da una città all’altra, così forte che avremmo proprio creativi e siamo sicuri che la suoniamo sul palco e quando scenvoluto scriverla noi quella canzodiamo ci piace fare jam session Toscana sarebbe il posto ideale ne». Un’emozione da ricordare, nelle quali creiamo il nostro suocome quella che lega i Maroon 5 per scrivere un disco » no». Una ricerca che per quest’ultie l’Italia. Un feeling, quello con mo lavoro si è avvalsa della collaborazione di Mutt Lange, il nostro paese, talmente intenso che il prossimo album, storico produttore degli AC/DC. «L’esperienza con Mutt probabilmente, la band americana lo registrerà in Toscana. è stata fantastica. Una sincera collaborazione tra il nostro «Mentre incidevamo l’album in Svizzera, in un posto isosuono e la sua influenza. Gli abbiamo fatto sentire alcune lato, abbiamo focalizzato il disco nel suo complesso, intracanzoni e lui ci ha incoraggiato e spinto verso un nuovo vedendo quello che potremmo diventare con il prossimo. gradino della nostra evoluzione sonora». Lange ha avuto Lontani da casa siamo più creativi e siamo sicuri che la Toragione, perché Hands All Over è un “kyller hybrid” di rock, scana sarebbe il posto ideale per scrivere un disco. L’Italia pop, funk e r’n’b che richiama da vicino Tupac Shakur e è un paese incredibile».

Scelto da noi Bad Love Experience The days. Il secondo singolo estratto dall’album Rainy days mette in risalto un suono che di protesta che riflette sul presente a tempo di rullante. Ne La prima cosa bella di Virzì erano il gruppo ‘Nuove Dimensioni’ e con la canzone 21st century boy hanno ricevuto la candidatura al David di Donatello 2010 per la Migliore Canzone Originale.

Musica

Prossimamente dal vivo

Per destreggiarvi nell’offerta di marzo, ecco due ulteriori suggerimenti targati Onstage: sui palchi italiani vanno in scena la nuova band di Liam Gallagher, i Beady Eye, e gli scozzesi veterani del post-rock Mogwai, alle prese con un nuovo capitolo della loro discografia. di Guido Amari

BEADY EYE I più maligni non hanno perso occasione per far notare come, se non fosse stato per la faccia e la voce di Liam Gallagher, i Beady Eye sarebbero stati etichettati come l’ennesimo gruppo rock inglese. Invece l’effetto Liam paga ancora e, pur senza il talento e l’estro creativo del fratello Noel, il quartetto pare in grado di replicare, almeno a livello commerciale, una parte dei fasti che furono degli Oasis.

MOGWAI Hardcore Will Never Die, But You Will. Leggermente inquietante il titolo del nuovo album dei Mogwai, paladini del post-rock, capaci di capolavori come Young Team e Come On Die Young che hanno definito un genere. Giunti all’ottavo capitolo, i cinque musicisti continuano a esplorare i confini di una musica strumentale che non smette di affascinare, soprattutto in sede live.

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JUKEBOX Cultura

Il tatuaggio siberiano

London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico

Nello spazio Kolima, factory di cultura contemporanea di Nicolai Lilin, complesso dei Frigoriferi Milanesi arriva una mostra molto particolare, dedicata al tatuaggio siberiano. di Stefano Gilardino

I

l suo romanzo d’esordio, Educazione siberiana, è stato un vero e proprio caso letterario e ha catapultato il nome di Nicolai Lilin all’attenzione del pubblico soprattutto italiano. L’autore, infatti, da ani vive e risiede proprio nel nostro paese, dopo essere fuggito dalla natia Transnistria (ora ufficialmente parte della Repubblica di Moldavia), un piccolo stato nell’ex Unione Sovietica. Un’educazione che ha visto il Nostro confrontarsi con asprezze inimmaginabili per un bambino occidentale oltre che con violenza, povertà e… tatuaggi. La via di fuga di Lilin, difatti, è la passione per l’arte e il talento per il disegno che gli consentiranno - dopo molte altre prove

durissime come il servizio militare raccontato nel secondo capitolo, Caduta libera - di diventare un maestro tatuatore. Dal 10 marzo al 17 aprile, dunque, sarà possibile vedere di persona le opere esposte in un ordine cronologico. Un viaggio per immagini che parte dall’antico Egitto, attraversa la Grecia e approda alla Russia: il tatuaggio siberiano si delinea come “filo decodificatore di segni legati alla magia, all’occultismo, al paganesimo, alla teosofia, al cristianesimo”. La mostra si compone di disegni, stampe su tela, materiali fotografici e audio-video e vanta collaborazioni di Lilin con Andrea Chisesi e Mauro Trucano. Per maggiori informazioni: www.kolima.it

Spettacolo

Ultimate Gaming Championship Trentamila euro di montepremi e i migliori giocatori italiani rappresentano una buona scusa per fare un salto a Ultimate Gaming Championship. di BlueGlue

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asce da un’iniziativa di Alessandro Avallone (nome in codice “Stermy”) l’evento che i giocatori italiani stavano aspettando da tempo. Dal 31 marzo al 3 aprile presso il Getur Village di Lignano Sabbiadoro si terrà la prima edizione di ”Ultimate Gaming Championship”: un’occasione per tutti i gamer (pro e casual) di mettere alla prova le proprie abilità in una cornice un po’ diversa dalla propria stanzetta buia. Per ora sono confermati i campionati di Call Of Duty 4,

Starcraft 2 e Quakelive (PC) e Pro Evolution Soccer 2011 e Super Street Fighter 4 (Console), oltre che la presenza di mr. Yoshinori Ono. Per rimanere aggiornati: www.theugc.it

P

Perf idi Albioni

asseggio sull’Embankment a notte fonda, col mio famoso smoking e un sigaro in bocca, al ritorno dai British Academy of Film and Television Arts, i BAFTA. Penso a come la maledetta Albione sia il punto di riferimento della produzione culturale del pianeta, per lo meno del versante occidentale. Che cazzo avrebbero combinato questi se avessero avuto un Rinascimento o un Barocco? Gli inglesi dominano la musica e pure il cinema (si pensi agli Oscar!). Sono quasi morto d’invidia nei confronti dei perfidi albioni mentre veniva premiata la serie di Harry Potter. Un’idea che ha prodotto anche un enorme volume di denaro, oggi è il più grande franchising del mondo. Pensateci: una donna con delle idee che generano ricchezza, alla faccia di chi sostiene che con la cultura non si mangia. JK Rowling in Italia non ce l’avrebbe mai fatta non facendo parte di alcuna organizzazione fideistica, essendo probabilmente pessima nel sesso orale e senza raccomandazione. In Inghilterra riescono persino a sdoganare il nostro cinema. I Am Love di Luca Guadagnino, con Tilda Swinton, da noi è stato “giustamente” snobbato, ai BAFTA ha ricevuto una nomination. Curioso no? Un amico che lavora in TV, parlandomi dall’Italia, mi ha detto che più si continua a fare i cretini e più il pubblico ne vuole: un ottimo riassunto della Seconda Repubblica. Vorrei ringraziare il ‘68, il ‘77, i cari magistrati alla Torquemada, con quella bell’idea di Mani Pulite, la destra/sinistra dei licei italiani, “il politico è personale”, i cantautori, i giornalisti da quarto foglio, i programmi televisivi di quattro ore coi politici che fanno le rockstar e le grandi riforme elettorali che dovevano risolvere i problemi. Vorrei ringraziare tutto questo per avere fermato lo sviluppo intellettuale del nostro paese. L’Italia continua a essere una espressione geografica, grazie a questi signori e ai somari inferociti che, ahinoi, li seguono. E se non fosse per gente come Montezemolo o Giorgio Armani il paese sprofonderebbe nello sterco. La serata non è così tanto fredda. Incrocio una Emma Watson radiante, bellissima, raffinata, iconica. Probabilmente sarà la prossima grande star. Inglesina ovviamente. Adoro questa città. I am a Londoner!

Moda

You can leave your hat on

Si chiama “Tiny Musical Hats” ed è la collezione, iperfemminile, di cappelli creata da Paola Maugeri con Borsalino. Tra tradizione e divertissement. di Chiara Zannini

S

i indossano grazie a un pettinino nascosto all’interno e da soli bastano per creare un look unico e veramente personale. Sono i cappellini disegnati da Paola Maugeri per Borsalino: una “capsule collection” nata quasi per gioco, un progetto molto personale in cui la celebre giornalista e VJ siciliana - ma non scordiamoci il suo passato da musicista con gli interessanti Puertorico e Loma - ha voluto unire le sue grandi passioni: la moda e il rock’n’roll: «Circa un anno fa. Ho disegnato personalmente i modelli della collezione, ispirandomi ai quat-

tro generi musicali che amo di più: c’è la bombetta dei Beatles, lo Stetson texano alla Elvis Presley, il cilindro dei musical e i bigodini in paillettes che richiamano le atmosfere anni 70 dello Studio 54, quando a New York spopolava la discomusic». Un senso dello stile molto forte quello di Paola, che da sempre ama giocare con gli abiti ispirandosi principalmente agli anni Quaranta. Ecologista convinta, ha iniziato qualche tempo fa a creare con il cartone delle scatole di frutta e verdura piccoli cappellini. «Sono una vera e propria collezionista e volevo creare

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qualcosa di veramente originale che mi rappresentasse e raccontasse il mio amore per la musica e il rock’n’roll in particolare». Da quei primi timidi esperimenti a Borsalino, la maison di cappelli per eccellenza, il passo è stato breve. La collezione, chiamata Tiny Musical Hats, che si compone di quattro modelli coloratissimi rivisti e corretti nelle proporzioni (visti dal vivo sono davvero mini!), è stata presentata durante la settimana della moda milanese con un party affollato di affascinanti ballerine di burlesque arrivate appositamente da Londra, mentre in consolle girava una selezione di dischi a cura di Sergio Tavelli del Plastic. Il sogno nel cassetto di Paola Maugeri? «Vederne uno indosso a Lady Gaga, gliel’ho persino spedito!».


JUKEBOX Musica

Le ali della libertà

Joan As Police Woman: “ultimo amore di Jeff Buckley”, violinista, cantautrice, musicista poliedrica e collaboratrice di Rufus Wainwright, Lou Reed e Nick Cave. Tutto questo è, semplicemente, Joan Wasser. I biglietti del tour di Joan As Police Woman sono in vendita presso i negozi Fnac!

di Marcello Marabotti

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l 25 gennaio è uscito il suo ultimo lavoro, The Deep Field. Ispirato dall’omonima immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble, che immortala una regione all’interno della costellazione dell’Orsa Maggiore, l’album rappresenta l’orlo d’infinito nel quale Joan ha cercato le parole per esprimere la sua spudorata voglia di vivere, accostandosi «al processo di scrittura alla maniera di Stevie Wonder», simbolo di quella musica soul da sempre ri-

Corsi & ricorsi di Mattia Odoli - Autore

Liverpool Cellino San Marco: sola andata.

ferimento per l’artista americana. «Quando avevo quattro anni ascoltavo la radio commerciale, era la mia colonna sonora. Negli anni 70 la musica soul era molto popolare. Ho seguito e conosciuto decine di altri artisti nel corso degli anni, ma sono sempre tornata al sound che mi ha commosso fin da bambina: Marvin Gaye, Sly & The Family Stone, David Bowie, Curtis Mayfield e Stevie Wonder». Per The Deep Field, infatti, si è avvalsa della collaborazione di Joseph Arthur, uno che, a voler dar retta alle dichiarazione di Joan «ha una gamma vocale che non ho mai trovato in altri cantanti: può passare, naturalmente, da Barry White a Curtis Mayfield». Joseph, come gli altri musicisti che la accompagnano, le ha dato la forza di cambiare, sia a livello personale - il superamento della scomparsa della madre, un paio di relazioni infruttuose e il compimento dei 40 anni a luglio di

live

quest’anno - quanto musicalmente: «Lavorare con differenti tipi di artisti mi ha permesso di osservare il loro approccio musicale e l’album lo riflette. Mi piace dare molta libertà ai musicisti che collaborano con me, mi consente di essere più libera a mia volta, anche nella durata dei pezzi: volevo, in questo lavoro, essere la mia Maggot Brain (il riferimento è al pezzo, soprattutto, e all’album omonimo dei Funkadelic, nda)». Una libertà che Joan ha espresso, durante il sondcheck del concerto londinese di inizio febbraio, cantando la lennoniana Woman. «Apprezzo John perché ha mostrato, con ogni mezzo, la sua fragilità al mondo. Nelle sue canzoni ha espresso imperfezioni, pur essendo una star planetaria. Questo è un pregio fondamentale, perché quando le persone con potere, le star, mostrano la loro debolezza, ti rendi conto di quanto siamo uguali».

03/03 Milano, 05/03 Bari, 06/03 Roma

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ibilterra, 20 marzo 1969. Si unisce in matrimonio una delle coppie più celebri e controverse del ventesimo secolo: John Lennon e Yoko Ono. Che siano giuste o meno le posizioni dei più accaniti fan dei Beatles – che le attribuiscono la colpa per lo scioglimento dei Fab4 - è innegabile che Yoko abbia giocato un ruolo determinante sulle scelte del marito. Trent’anni dopo l’unione con cui Yoko e John hanno contaminato il mondo con il loro amore, esattamente il 3 marzo 1999, l’Italia viene scossa dall’annuncio dell’imminente separazione tra Albano Carrisi e Romina Power. Nonostante il dolore che mi affligge nel ricordare un simile evento, proverò a tracciare dei parallelismi tra queste due coppie che hanno cambiato il volto del secolo scorso. Innanzitutto i futuri coniugi Lennon, cosí come Albano e Romina, si conoscono in ambiti artistici: i primi ad una mostra d’arte in cui la Ono, proveniente da una ricca famiglia nipponica, espone le sue opere d’avanguardia. Albano invece s’infatua della giovane Romina, figlia dei divi hollywoodiani Tyron Power e Linda Christian, durante le riprese del film Nel sole, un caposaldo del neorealismo di casa nostra. Entrambe le coppie sfruttano la loro unione per cambiare il mondo in cui vivono. John e Yoko si inventano il “bed-in”: una conferenze stampa dei novelli sposi che, chiusi in una stanza d’albergo per una settimana, dal 25 al 31 marzo, ricevono in pigiama fotografi e giornalisti rilasciando messaggi che inneggiano alla pace nel mondo. Albano e Romina non sono da meno, e lanciano il loro personale grido di speranza: grazie alla loro storia d’amore, i contadini di tutto il Sud Italia inseguono il sogno di sposare la figlia di un miliardario americano vivendo di rendita per tutta la vita. John Lennon, dopo aver sposato Yoko Ono, incide due tra i brani piú belli e significativi della storia: Power To The People e l’eterna Imagine, mettendo in musica la ricerca di un mondo dominato dalla pace e dalla fratellanza tra popoli. I coniugi Carrisi non perdono tempo e scaldano i cuori di milioni di casalinghe italiane celebrando l’amore con gemme del calibro di Nostalgia canaglia e Felicità. Da quel momento in poi, la storia che un tempo veniva scritta sui libri trova posto sugli spartiti di artisti che hanno cambiato per sempre il nostro modo di concepire la musica. «Imagine there’s no countries, it isn’t hard to do, nothing to kill or die for, and no religion too». John Lennon. «Felicità è un bicchiere di vino con un panino.» Albano Carrisi

On Tour con

Litfiba live in Europe

Dopo aver timbrato il loro fantastico 2010 con l’uscita dell’album Stato Libero di Litfiba e aver festeggiato i 30 anni di fondazione del gruppo con un tour eccezionale, la band toscana riparte dall’Europa con 8 date. Ne abbiamo scelte 4 a marzo con le relative offerte CTS per poter seguire i Litfiba in tournée: 9 marzo, Amsterdam

11 marzo, Ginevra

Melkweg: ex fabbrica di latte ora club che ospita concerti rock, hip hop, soul, r’n’b

Salle De Fetes De Thonex: splendida sala da concerto dall’acustica notevole.

Con CTS: volo per Amsterdam da 120 euro a/r - Hotel** da 34 euro a persona

Con CTS: Volo per Ginevra da 94 euro a/r - Hotel*** da 85 euro a persona

15 marzo, Parigi

17 marzo, Barcellona

Elysee: Aperta nel 1807, è una delle sale storiche di Parigi, con una capacità di 1200 persone.

Razzmatazz: Discoteca storica, è il punto di riferimento dei concerti italiani in Europa.

Con CTS Volo per Parigi da 34 euro a/r Hotel** da 33 euro a persona

Con CTS Volo per Barcellona da 44 euro a/r - Hotel** da 41 euro a persona

Le offerte indicate sono riservate ai soci CTS. Le quote dei voli sono per partenze da Roma e Milano. Le quote degli hotel sono a persona, a notte, in doppia, con prima colazione. Info e prenotazioni su www.cts.it, nelle sedi CTS o al n° 06-4411166.

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FACE2FACE I biglietti del tour di Caparezza sono in vendita presso i negozi Fnac!

CAPAREZZA

live

16/03 Andria, 18/03 Roma, 19/03 Padova, 22/03 Milano, 23/03 Firenze, 26/03 Bologna Il tour continua, tutte le date su onstageweb.com

Capa ci ha preso gusto: dopo averci resi partecipi delle “dimensioni del suo caos”, ora si candida addirittura come il nostro “sogno eretico”! E tra richiami agli anni Ottanta e con i soliti testi corrosivi, si preannuncia come uno degli appuntamenti live da seguire con attenzione. di Stefano Gilardino

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ome si è svolta la lavorazione de Il sogno conosciuto e incontrato un sacco di italiani e tutti mi han- di proseguire un mio discorso qualitativo iniziato cinque eretico? no manifestato l’intenzione di voler continuare a provarci album fa. Devo trovare sempre nuove soluzioni, scrivere Finito il tour del disco precedente, mi sono in Inghilterra, di non voler tornare indietro. In Italia fanno pezzi che me ne ricordano altri mi fa entrare in frustraziopreso un paio di mesi di pausa, in cui sono notizia gli arrivi di immigrati, ma nessuno parla mai delle ne, ecco perché nel disco puoi sentire musica medievale, stato a Londra – lì è nata l’idea per Goodbye malinconia tra 60.000 persone che emigrano ogni anno, deluse e stanche anni 80, cose schizofreniche come nel brano finale. l’altro -, e poi ho cercato di dare ordine a tutte le idee che dalle condizioni penose del nostro paese. Quindi a LonNon sono molti i tuoi colleghi che riflettono il clima mi giravano in testa. Il primo pezzo che ho scritto è stato dra magari non saranno felicissimi, ma almeno hanno un politico e sociale di questa Italia. Sono il tuo sogno eretico, e da lì in avanti, senza un moti- lavoro e un’aspettativa migliore di vita: da qui arriva Go- Sai, fondamentalmente ci sono due categorie di artisti: vo particolare, ho cominciato a essere ossessionato dalle odbye malinconia, che è nata già con quel mood anni 80 e quelli che credono si debba parlare di ciò che succede atfiamme, dagli eretici, ho scoperto l’esistenza torno a noi e quelli che invece vedono nell’ardel dito medio di Galileo, conservato a Fi- « In Italia fanno notizia gli arrivi di immigrati, ma nessuno te un modo per fuggire proprio dalla realtà e renze, che ha ispirato il pezzo omonimo. Inparla mai delle 60.000 persone che emigrano ogni anno, dunque rivendicano la distanza da qualunsomma, tutto puntava in una direzione ben deluse e stanche dalle condizioni penose del nostro paese » que argomento politico. Io appartengo alla precisa e io ho solo assecondato la corrente. prima categoria, come puoi immaginare, e Ogni traccia di questo album, a ben vedere, è un’eresia, a cui ho voluto aggiungere una voce baritonale proprio faccio fatica a parlare della mia vita personale per esemperché non esiste solo quella religiosa: il cantante che dice come quella di Hadley, classicamente legata a quel perio- pio. Amo il pubblico, in tutti i sensi, anche il mio! (risate) che la musica fa schifo come in Chi se ne frega della musica, do. Lui è stato gentilissimo, gli è piaciuto il pezzo e ha Uno dei pezzi migliori del disco è Kevin Spacey, in cui per esempio. Oppure pensa a House credibility, in cui parlo deciso di collaborare. È stato davvero semplice lavorarci racconti in rima tantissimi finali di film. Ti alienerai un di quanto sia cool stare in casa invece che uscire: secondo e Tony sta addirittura pensando di farne una versione in- sacco di simpatie… (risate) una recente indagine sono molti di più i decessi casalinghi glese da mettere nel suo disco… Un giorno ero in studio col mio chitarrista e stavamo meche quelli che avvengono per strada, quindi io sono più Senza volerci addentrare troppo nelle tragicomiche ditando su come scrivere il pezzo più bastardo del monfigo e coraggioso se non esco! Ora dopo tutte queste ere- vicende che monopolizzano le prime pagine di tutti i do, qualcosa che facesse impallidire anche il più cattivo sie, attendo solo di essere giustiziato dal pubblico. (ride) quotidiani italiani, mi viene da chiederti: cosa sarebbe dei rapper. A un certo punto è saltata fuori l’idea di riveGoodbye malinconia, come hai ricordato prima, nasce Caparezza senza questa povera Italia che sembra avvia- lare i finali dei film, ma non sapevamo se fosse possibile a Londra e coinvolge alla voce un mito anni 80 come ta verso un declino senza fondo? farlo, anche da un punto di vista legale, avevamo persino Tony Hadley degli Spandau Ballet. Ah, ci ho già pensato in precedenza, me l’ero chiesto an- pensato che potessero denunciarci! Alla fine sono andato a Sono andato a Londra molto tardi rispetto alla maggior che io: vivrei tranquillamente scrivendo canzoni per lo vedere moltissimi filmati su YouTube, rovinandomi anche parte dei miei amici e devo dire che mi ha fatto un’im- Zecchino d’Oro o sigle televisive, che è un po’ il mio so- delle pellicole che non avevo visto, tipo Saw-L’enigmista, e pressione incredibile. La prima volta che sono uscito dalla gno nel cassetto. Sacrificherei volentieri tutti i brutti ar- che ora non vedrò mai più, per poter comporre il testo del metropolitana ho visto un’enorme cartello che pubbliciz- gomenti che forniscono materiale utile alle mie canzoni brano. Come filo conduttore ho usato Kevin Spacey, un zava l’uscita di un singolo in download dei Kasabian e per vedere un paese più giusto e onesto, ma chi non lo po’ perché è uno dei miei attori preferiti e poi perché I somi sono chiesto: «Ma qui spendono soldi per dire che una farebbe? In realtà, è sempre più difficile affrontare i temi liti sospetti è l’esempio più classico di film completamente canzone è disponibile da scaricare??? È incredibile!». Ho di attualità in maniera personale e non retorica e cercando rovinato se il finale viene svelato prima di vederlo.

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FACE2FACE

PAOLA CORTELLESI

Una carriera in ascesa continua quella dell’attrice romana, capace di passare senza sforzo tra teatro, cinema, musica e il suo impegno televisivo a Zelig. L’occasione per fare quattro chiacchiere con lei ci arriva grazie all’uscita del film Nessuno mi può giudicare. di Stefano Gilardino

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ffidato alla regia di Massimiliano Bru- mi può giudicare infatti è una commedia molto leggera lavoro e un forte senso critico. «Di solito ci va parecchio no, si tratta di una commedia in cui Paola e riesce, secondo me, a stare perfettamente in equilibrio tempo prima che una parodia sia pronta per debuttare in Cortellesi interpreta il ruolo di Alice: «È tra il serio e il comico senza perdere mai di vista la trama pubblico, deve essere convincente in ogni suo aspetto e una burina romana arricchita, sposata con di fondo». Il personaggio di Alice, dunque, assomiglia di va costruita bene, ma succede anche che esca di getto. Ad il proprietario di un’azienda di sanitari e con un figlio. più a una figura tragica che alla ragazza disposta a tutto ogni modo, per scrivere un pezzo o uno sketch sono neAll’inizio del film lei resta vedova perché il marito ha un cui siamo soliti associare il termine “escort” e si aggiunge cessari parecchi passaggi intermedi: Io scrivo per me stesincidente e così scopre che la ricchezza su cui era basata la a una galleria di personaggi, veri o fittizi, di una lunga sa ma ho anche un team di autori e collaboratori che lavosua vita era fittizia. Si ritrova, dunque, in bancarotta senza carriera che l’ha portata a divenire una delle attrici (co- rano con me da quando ho iniziato, circa quindici anni fa, soldi e persino nei guai con la legge perché aveva fatto da miche o leggere, nell’accezione migliore del termine) più siamo sempre gli stessi e ormai capiamo alla perfezione prestanome ad alcuni affari illeciti del marito, a come far funzionare uno spunto e come affinare « Sono molto intonata, ho un bell’orecchio, ma sua insaputa ovviamente. Per farla breve, si trova un’idea». Rispetto alla sua attività di attrice – a costretta a cercare un modo per guadagnare i soldi credo che per essere una musicista o una cantante ci teatro, al cinema o in televisione -, il suo talento per mantenere se stessa e il figlio, l’unica cosa che vogliano motivazioni particolari, un fuoco interiore » notevole come cantante resta quasi un segreto da le rimane: si trasferisce in un quartiere popolare mantenere con cura. «No, non è vero, è proprio e multietnico di Roma come il Quarticciolo, dove si trova amate d’Italia. Impossibile, per esempio, dimenticare le una mia scelta personale. Agli inizi della mia carriera ho ad avere a che fare con un tipo di umanità che non aveva sue parodie di Letizia Moratti, Daniela Santanché, Ste- anche fatto la cantante, ma penso a me stessa soprattutmai conosciuto prima. Dopo aver provato qualche mestie- fania Prestigiacomo, per citare le più recenti. «Sono due to come a un’attrice. Polivalente magari e quindi capace re, decide di provare a fare la escort e si fa aiutare da una cose differenti, come puoi immaginare. Un personaggio anche di cantare, ma non è il mio mestiere. Sono molto ragazza, Eva, che aveva conosciuto durante una festa in frutto d’immaginazione come Alice mi permette una cer- intonata, ho un bell’orecchio, ma credo che per essere casa sua organizzata tempo addietro dal defunto marito. ta immedesimazione anche emotiva – il lavoro al cinema davvero una musicista o una cantante ci vogliano motiQuesta esperienza così estrema per una donna contribui- assomiglia molto a quello del teatro, con la prosa - mentre vazioni particolari, un fuoco interiore, che io non penso sce chiaramente a un cambiamento personale che la con- le parodie che hai citato tu sono l’esatto opposto. Si lavora di possedere. Non sono nemmeno capace di suonare uno durrà a una nuova dimensione di vita, all’amicizia con proprio con il distacco più totale, perché la parodia non strumento, quindi il canto è semplicemente una parte del alcuni personaggi del suo nuovo quartiere e, forse, anche è un’imitazione – quella viene effettuata principalmen- mio lavoro, soprattutto quando mi cimento con il variea un nuovo amore con Raul Bova, proprietario di un in- te con la voce -, ma è il tentativo di cogliere certi aspetti tà, un tipo di spettacolo che amo molto». Oppure quando ternet point della zona». È piuttosto normale che la nostra di un personaggio, renderli caricaturali e inserirli in un una grande artista come Elisa le chiede di collaborare… attenzione si concentri sulla parola “escort”, mai così in contesto alieno e inedito, dove possono risaltare meglio. “È stato molto bello duettare con lei su Mad World, un voga come in questi ultimi mesi, ma Paola ci tranquillizza Per quanto riguarda Alice, è una donna costretta a una pezzo che Elisa ha reinterpretato, ma anche in quel caso la immediatamente: «Lo capisco bene, ma come puoi imma- scelta avvilente, non per tutte evidentemente (ride), ed è mia partecipazione deriva da un lavoro che ho fatto come ginare il film è nato ed è stato girato prima che il termine ovvio che si crei una certa empatia». Come si può bene attrice nel video di quel brano. Anche in quel caso, la muassumesse i contorni inquietanti di questi giorni. Nessuno immaginare, dietro al suo talento naturale ci sono molto sica era subordinata alla mia vera passione».

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LIVESTYLE I biglietti del tour di Elisa sono in vendita presso i negozi Fnac!

I BRANI DEGLI ALTRI. Oltre alla lunga serie di canzoni reinterpretate da Elisa e sparse nei suoi dischi, è possibile ascoltare una delle migliori solo dal vivo. Si tratta di Babooshka di Kate Bush.

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Cover Story LIVESTYLE

Elisa

Dopo una compilation molto particolare, Ivy, con inediti, cover e vecchi brani, tocca a un tour dallo stesso nome ma molto particolare, diviso in due serate ben distinte, caratterizzate dagli elementi del fuoco e dell’acqua. Scalette e scenografie differenti che rappresentano le due anime della cantante di Monfalcone, quella fragile e quella rock. di Guido Amari - foto Fabio Lovino

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i eravamo lasciati la volta scorsa con a quello islandese di Björk, una cantante/artista a cui Belpaese, ma a Elisa piace stupire: nel febbraio dell’anun’intervista in cui la cantante ci aveva spesso viene accostata - più per semplicità che per una no successivo partecipa e trionfa a Sanremo con il preannunciato l’intenzione di una serie reale somiglianza - ma anche e soprattutto a quello di suo primo brano in italiano, Luce (Tramonti a nord est), di show acustici o comunque di un tour a grandi cantautrici americane come Joni Mitchell, di cui scritto in collaborazione con Zucchero. Inutile ricordadue facce, da tenersi nei teatri. Forse il progetto Ivy I & la giovane friulana è ammiratrice. Il singolo Labyrinth re come, nel panorama desolante di un festival che è II non era ancora nei suoi pensieri, ma è certo che l’idea fa il botto e la musica parla per una cantante che pare sempre più lo specchio della canzone italiana triste e di offrire al proprio pubblico entrambe le versioni di se schiva fin quasi all’incomunicabilità e che si mostra noiosa, la “luce” di Elisa abbia brillato in maniera folstessa, quella più soft e quella più rockeggiante, arriva spesso spaesata in un ambiente musicale che la decreta gorante, vincendo a mani basse la competizione. Anda lontano e finalmente si sta per concretizzare, con la star fin dai primi passi. Il viaggio verso la maturità è che il pubblico generalista si accorge del suo talento e prima data programmata per l’inizio di marzo. In atteappena iniziato e toccherà passare da altri mondi e altre ne decreta il successo travolgente, rendendo la giovane sa di poter vedere il suo spettacolo e, magari, di riuscire esperienze prima di ritrovarsi davanti un’artista finalcantautrice una stella del panorama musicale nazionaa fare due chiacchiere con l’artista, impegnatissima con mente rilassata e consapevole dei propri mezzi e a suo le. Altro che tramonto, dalle sue parti il sole splende le prove e difficilmente raggiungibile, come in una giornata estiva ed è una senci siamo divertiti a ripercorrere le tappe sazione che la stessa Elisa comunica con All’iTunes Festival di Londra del 2007, Elisa si esibisce della sua brillante evoluzione e a evidenl’uscita, nel 2001, del suo terzo album sullo stesso palco di Amy Winehouse, Mika, Travis, ziarne i punti salienti. Scoprendo anche solista, Then Comes The Sun, quasi beatGroove Armada e moltissimi altri. la sua predilezione per i brani altrui… lesiano nel titolo ma piuttosto articolato e complesso dal punto di vista musicale. GRAZIE DEI FIORI agio anche al di fuori dello studio di registrazione o di Indecisa se proseguire nelle sperimentazioni elettroSono passati quattordici anni dall’esordio di Pipes & una performance live. E il viaggio ricomincia nel 2000 niche o ritornare a un sound chitarristico, decide di Flowers, ma l’ingresso di Elisa nel mondo della musicon l’uscita di Asile’s World, ovvero il mondo all’inconoptare per entrambi e si ritrova tra le mani un disco ca pop e rock è di quelli che si fanno ricordare ancotrario di Elisa, un disco molto intimo e più elettronico, particolare che passa senza soluzione di continuità da ra oggi. Innanzitutto per la scelta inedita e azzardata in cui le chitarre vengono momentaneamente sostituballate suadenti a momenti più tesi. Dal disco precedell’uso dell’inglese come lingua – qui da noi, di solito, ite da suoni digitali. I suoi complici in questo disco si dente recupera A Little Over Zero e la stravolge in una sinonimo di band indipendente che non ha la minima chiamano Howie B e Roberto Vernetti e questo spiega nuova versione, conferma la sua fama con due singoli possibilità di successo -, ma anche per il tentativo di anche un certo tipo di sonorità, come nel caso del bel ottimi come Rainbow e Heaven Out Of Hell e firma uno andare (molto) al di là della musica italiana canonicasingolo Gift, dedicato alla madre. Le oltre trecentomila dei suoi momenti migliori con It Is What It Is. Il tour che mente intesa e trarre ispirazione da artisti stranieri. Il copie vendute del disco d’esordio mostrano come sia segue l’uscita dell’album è un grande successo e segna mondo di “tubi e fiori” di Elisa Toffolo sembra ispirarsi possibile cantare in inglese e scalare le classifiche del la fine della prima fase della sua carriera, quella culmi-

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4-5/03 Roma, 07/03 Montecatini (PT), 8-9/03 Bologna, 11-12/03 Ancona, 14-15/03 Mantova, 17-18-19/03 Milano. Il calendario completo su onstageweb.com


LIVESTYLE Elisa

«Elisa crede in quello che fa, è una testarda come noi cantautori che ci siamo fatti amare negli anni 60 sostenendo a tutti i costi le nostre idee». Parola di Gino Paoli.

nata con il difficile terzo album. Non a caso ci vorranno altri due anni prima di rivederla all’opera, interrotti solo dalla pubblicazione di una raccolta intitolata semplicemente Elisa e destinata al mercato internazionale. Nulla di eclatante, a meno che non vogliate a tutti i costi possedere la versione spagnola di Luce, tradotta in Hablame…

FIORE DI LOTO A tredici anni, alternando il lavoro di parrucchiera, inizia a cantare con alcuni gruppi di Gorizia. Nel 1992, a quattordici anni, appare in una puntata della trasmissione Karaoke, condotta da Fiorello.

Alla finale del Festivalbar 2007 vince un Premio Speciale per i dieci anni di carriera e per l’album Soundtrack ’96-’06, primo in classifica dopo 40 settimane dall’uscita. È la prima artista femminile a vincere questo premio.

A darle l’ennesima spinta verso l’alto ci pensa il suo secondo pezzo in italiano, una cover – ecco che arrivano, finalmente! – della commovente Almeno tu nell’universo di Mia Martini, scritta per lei da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio, inserita nella colonna sonora del film Ricordati di me di Gabriele Muccino. L’interpretazione di Elisa è delicata e dolente e mette in luce la sua abilità anche quando si tratta di maneggiare materiale altrui. Un talento che salterà fuori in maniera prorompente con l’uscita di Lotus, nel 2003, quarto album e bizzarro progetto che include tre cover, sette brani vecchi riarrangiati e sei inediti. Pubblico e fans mostrano di gradire moltissimo e spingono il disco, anticipato dal singolo Broken, in cima alle classifiche nazionali. Oltre al pezzo della Martini, di cui abbiamo già detto, sono presenti anche due ottime versioni di Femme Fatale dei Velvet Underground – con Elisa nelle vesti di una moderna Nico - e Hallelujah di Leonard Cohen, celebre soprattutto per la versione strepitosa di Jeff Buckley, anima tormentata del rock americano. Il feeling dell’album, con molti brani acustici e pervaso da un’atmosfera bucoli-

ca, mostra una strada sempre più personale e un’artista decisa a staccarsi dalle influenze di inizio carriera, ma non è che una breve pausa prima di una bella sferzata a suon di chitarre che arriverà solo l’anno successivo con la pubblicazione di un altro disco di inediti, composto e inciso negli States con il produttore americano Glen Ballard. Si chiama Pearl Days, segna un momentaneo ritorno alla canzone rock propriamente intesa e resterà per lunghissimo tempo l’ultimo vero disco della friulana, seguito da una lunga serie di live e compilation. Certamente non il suo capolavoro, ma un altro piccolo tassello di una carriera ormai ricca di soddisfazioni. Prima di rivederla all’opera passeranno tre anni, quelli necessari a segnare il traguardo dei dieci totali di attività, celebrati con la raccolta Soundtracks ’96-’06.

LA COLONNA SONORA DEI NOSTRI ANNI Come ogni greatest hits che si rispetti, anche in questo sono presenti tutti i grandi successi di Elisa e i consueti inediti a fare da corollario. Stavolta il gioco vale la candela e i fans si possono portare a casa un duetto con Luciano Ligabue, la bella Gli ostacoli del cuore, che diventerà una grande hit, Eppure sentire (Un senso di te), inclusa nel film Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi, Qualcosa che non c’è e il singolo Stay. La lingua italiana comincia a essere un’opzione privilegiata per la cantante e non è un caso che proprio le tracce in lingua madre ottengano un riconoscimento clamoroso, regalandole ulteriore confidenza e oltre 600.000 copie vendute

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All’ultima settimana di gennaio 2011 Ivy viene certificato disco di platino con oltre 60.000 copie vendute.

Parlando del suo ultimo album, Elisa ha dichiarato: « Queste sono le canzoni che mi sono rimaste dentro e la loro bellezza, la loro forza è simile a quella della natura. Questo è Ivy ».

Nel 2006 ha interpretato se stessa in un episodio della fiction Andata e ritorno.

Nel mese di ottobre 2010 Elisa partecipa, insieme ai Negrita, Einaudi, Roy Paci & Aretuska, Le Blanche Alchemie, all’evento (H)it Week, uno spettacolo dedicato alla musica italiana contemporanea che si tiene negli Stati Uniti.

Inutile ricordare come, nel panorama di un festival specchio della canzone italiana triste e noiosa, la “luce” di Elisa abbia brillato in maniera folgorante.

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dell’album. La nuova cover di Elisa, inclusa solo con il download digitale o in Caterpillar, versione internazionale di Soundtracks, è Wild Horses dei Rolling Stones, classico della band di Jagger e Richards, interpretato col giusto piglio. Una versione del brano la ritroveremo anche nel live registrato all’iTunes Festival di Londra del 2007, occasione in cui l’artista si esibisce sullo stesso palco di Amy Winehouse, Mika, Travis, Groove Armada e moltissimi altri. Le celebrazioni per il decennale, intanto, si protraggono con un lungo tour che culmina con la pubblicazione dell’ideale compendio live di Soundtracks ’96-’06, cronaca dei concerti di Elisa sempre nel 2007, graziato da un DVD che regala la parte video oltre a quella sonora. Le due date milanesi al Forum forniscono il materiale adeguato e i fans possono anche contare sull’inclusione di un breve documentario che raccon-

ta il tour nei minimi particolari, una sorta di diario di viaggio redatto dalla cantante. Non è ancora tempo per un album di inediti però e il 2008 vede solamente l’uscita di Dancing, pubblicato per sfruttare il successo del brano omonimo – presente su Then Comes The Sun – utilizzato come sigla del talent show So You Think You Can Dance. Il momento tanto atteso giunge quindi nel 2009, quando Heart fa la sua comparsa nei negozi di dischi – o forse bisognerebbe dire negli store virtuali. È ancora un pezzo in italiano, il duetto Ti vorrei sollevare con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, a lanciare l’album in cima alle charts, seguito dal secondo brano in lingua madre, Anche se non trovi le parole, scritto col compagno Andrea Rigonat. Altri motivi di interesse stanno nella partecipazione del grande Antony su Forgiveness e nella bella cover (poteva mancare?) di Mad World, pezzo dei Tears For

L’idea di offrire al proprio pubblico con il tour Ivy I & II entrambe le versioni di se stessa, quella più soft e quella più rockeggiante, arriva da lontano.

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Fears celebre per la versione apparsa nel film Donnie Darko (opera dei compositori Andrews e Jules) e che la stessa Elisa amava riproporre dal vivo già da qualche tempo. E siamo giunti così al recentissimo Ivy, il progetto che vedrà la Nostra impegnata per i prossimi mesi, con uno spettacolo che si preannuncia ricco di fascino e mistero: ancora una volta la cantautrice ha voluto ritornare sui propri passi, sviluppando nuovi arrangiamenti per vecchi brani, rimodernando antiche intuizioni e stravolgendo brani altrui, in questo caso ben quattro: 1979 degli Smashing Pumpkins e I Never Came dei Queens Of The Stone Age sono il lato rock della medaglia, Ho messo via di Ligabue e Pour Que L’Amour Me Quitte di Camille quello più melodico e intimo. Ivy I & II, fuoco e acqua, due serate in ogni teatro, due scalette differenti. Due ottimi motivi per non perdersi questo tour.



LIVESTYLE I biglietti del tour di Kylie Minogue sono in vendita presso i negozi Fnac!

CAUTION: WET FLOOR. Si vocifera che l’allestimento del palco dell’Aphrodite Tour sia arricchito da una non meglio precisata “Splash Zone”. Per sicurezza portate l’impermeabile!

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Kylie Minogue

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Pride

Da stellina della televisione australiana a diva del pop anni Ottanta. La storia di Kylie Minogue prevede anche incursioni nel mondo indie, comeback eclatanti e migliaia di lustrini e paillettes. Controllate vois tessi nell’imminente Aphrodite - Les Folies Tour! live

di Daniele Cassandro - foto Darenote Ltd

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a Kylie Minogue che arriva in Italia l’otto marzo è pur di accontentare il suo management che premeva per avere una donna con una missione. Ridare dignità alla una Charlene canterina. Quando la canzone è arrivata alle radio parola soubrette. Nella terra del bunga bunga i e ha mandato in tilt (come usava ancora allora) i centralini con termini “soubrette” e “showgirl” sono diventati le richieste, Stock, Aitken e Waterman hanno rivoluto Kylie e ne sinonimo di ragazze procaci da avviare in quella zona grigia hanno fatto quello che conosciamo. Almeno fino al 1992, anno in tra tv, prostituzione e politica. Kylie arriva tra noi, con il suo cui la Minogue (dopo una ventina di singoli in Top 10 e un’inbaule pieno di piume, lustrini e minuscole scarpine, per farci gloriosa cover di Celebration) abbandona la premiata ditta Stock, riscoprire cos’è davvero una soubrette. E che l’intrattenimento Aitken & Waterman per vagare sola e indifesa come Cappuccetcosiddetto leggero ha poco a che vedere con pali da lapdance to Rosso nella foresta della pop-dance degli anni ,90 popolata da brianzola e tanto a che spartire con una tradizione gloriosa che energumeni della house commerciale come Snap!, C&C Music va dalle servette delle opere di Mozart (tecnicamente definiti Factory e Brothers in Rhythm. soprani soubrette) al cyber-circo di Lady GaGa. Passando per Carmen Miranda, Wanda Osiris, Amanda Lear e Cher. Insomma IN BALIA DEL POP Kylie si porta dietro, insieme a una manciata di trappolette pop, Kylie non era esattamente Cappuccetto Rosso nel 1992: con Betl’eredità di generazioni di cantanti-ballerine di operetta, music ter The Devil You Know (probabilmente il capolavoro di Stock, hall e avanspettacolo. Performer che dovevano essere in grado Aitken & Waterman) si era già trasformata in SexKylie per la di “tirare su il morale” delle truppe in guerra in equilibrio sul stampa britannica. Si era fidanzata con Michael Hutchence degli filo della decenza, di intercettare lo spirito dei tempi, di trasfor- INXS che pare le avesse dedicato Suicide Blonde. Con triste iromare la parodia e il travestimento in un’arte sempre pericolo- nia della sorte chi si sarebbe suicidato nel 1997 non sarebbe stata nessuna bionda ma proprio samente a cavallo tra eleganza da sogno e rovinosa « Non posso essere una vera icona perché lui. La soubrette Kylie si baracconata. Kylie è oggi non c’è dramma nella mia vita. Ok, ci sono trova a un bivio della sua carriera: continuare a essere l’unica popstar al mondo solo tanti look drammatici... quindi diciamo una popstar in declino o alche riesce a fare tutte queste che sono un’icona gay a metà » zare la posta? Erano gli anni cose con la dote tipica delin cui Madonna stava facenla soubrette: la leggerezza. Nel 1985 era solo la sorella di Dannii Minogue, stellina della tv do mosse decisive alzando sempre il tiro dello scandalo, della dei ragazzi australiana. Le cose per lei cambiano quando pren- provocazione e dei bpm. Perché non provarci? Kylie entra così de il ruolo di Charlene nella soap opera Neighbours. È solo una nella sua fase indie: firma con l’etichetta Deconstruction e con una comprimaria (un surreale personaggio di scolaretta che a un Confide (uno strano pezzo di trip-pop sinfonico ripreso l’anno certo punto diventa meccanica in un’officina e poi si innamora scorso dai devotissimi Hurts) ha un inatteso numero uno nella dell’insulso Jason Donovan) però piace per la sua aria innocente. classifica australiana e genera tonnellate di stampa di tendenza Piace al punto che, nel 1987, l’episodio in cui sposa il suo Jason in Europa. The Face e I-D le dedicano copertine su copertine con è visto da più di 20 milioni di spettatori nella sola Inghilterra. servizi fotografici sempre più sexy e sofisticati. I due album pubA questo punto Kylie è una star della tv popolare ma nessuno blicati per Deconstruction (Kylie Minogue e Impossible Princess) pensa di farla cantare. Quando al trio di hitmaker Stock, Aitken non sono grandi successi ma le danno credibilità e la riposizio& Waterman (i produttori di artisti monstre degli anni 80 come nano come artista pop “cresciuta”. Quando Nick Cave la vuole Rick Astley e Samantha Fox) viene proposto di lavorare con lei, nella sua “murder ballad” Where The Wild Roses Grow, Kylie fa quasi non la considerano. Waterman racconta che si erano di- un salto culturale che a Madonna non è mai riuscito: essere davmenticati che Kylie sarebbe venuta a conoscerli apposta dall’Au- vero credibile accanto a un grande artista senza alcuna paura di stralia e hanno composto per lei I Should Be So Lucky di corsa farsi oscurare. La Kylie-Ofelia annegata con Nick Cave, il suo

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Kylie Minogue assassino, che le fa una macabra serenata dal greto del fiume è un successo di equilibrismo pop senza precedenti. Nel 1995 Kylie si conferma artista intelligente, coraggiosa e ironica: peccato che non vada più in top 10. Dal 1995 al 2000 ci sono solo i Take That e poi le Spice Girls a occupare i gangli vitali dell’immaginario pop. Kylie diventa una nicchia per le menti pop più aperte e per i gay che non hanno mai smesso di seguirla. Lei stessa ha minimizzato il suo status di icona gay: «Non posso essere una vera icona perché non c’è dramma nella mia vita. Ok, ci sono solo tanti look drammatici... quindi diciamo che sono un’icona gay a metà». Per tutti gli anni 90 Better The Devil You Know rimane una delle canzoni più suonate dai carri dei gay pride di tutto il mondo. Anche in America dove Kylie non ha mai avuto un vero successo di massa.

particolarmente ben riuscito. Ed è un successo planetario. Il suo mashup con Blue Monday dei New Order non scandalizza nessuno: anzi la sdogana ulteriormente. E lei si ritrasforma in un jukebox di hits: In Your Eyes, Love At First Sight, Come Into My World, Slow e la luminosa I Believe In You scritta per lei dagli Scissors Sisters.

IL TOUR DI AFRODITE

Nel 2005 una diagnosi di tumore al seno la ferma nel bel mezzo dello Showgirl Tour, l’enorme spettacolo che la celebra come soubrette definitiva del XXI secolo. È la prima volta che la realtà irrompe nel mondo di plastica dorata di Kylie. La sobrietà con cui ha comunicato la notizia e la discrezione con cui ha affrontato i successivi due anni lontana dalle scene, ha fatto in modo che la sua mistica di showgirl non venisse minimamente intaccata. Kylie LA RINASCITA non era malata per i suoi fan: era solo volata temporaneamente La musica cambia nel 2000 quando la Minogue, assolutamente a altrove. Quando nel 2007, riprende eroicamente il tour interrotto, sorpresa, ha il suo primo numero uno inglese in dieci anni: Spin- la Minogue è sfavillante come al solito. Sul suo palcoscenico la rening Around. La formula è altà è bandita, c’è solo l’eterno semplice: fare la parodia della sorriso di una soubrette che Sul suo palcoscenico la realtà è bandita, disco music con addosso un ti fa sembrare tutto semplice c’è solo l’eterno sorriso di una soubrette paio di hot pants di lurex doe che ti fa sognare dopo Cache ti fa sembrare tutto semplice e che ti fa rosello. La Kylie che vedremo rato sui quali un’intera genesognare dopo Carosello. razione di uomini (gay e etero) in questo Aphrodite - Les ha perso la vista. IndieKylie Folies Tour è un’artista talsi trasforma nella showgirl perfetta: piroetta sul pavimento ba- mente rodata e in forma da far sembrare l’ultima Madonna una gnato di un disco-bar con un sorriso estatico stampato sul viso concorrente di Velone. Lo spettacolo si ricollega alla tradizione e un didietro (da 32enne) talmente impossibile da sembrare di della grande rivista degli anni Trenta: Kylie si trasformerà nelle marzapane. La canzone è poca cosa ma il packaging è talmente varie incarnazioni di Afrodite, la dea dell’amore, grazie ai costuperfetto che il mondo è pronto a riaddentare Kylie con la fame mi di quelli che lei chiama “Stefàno e Domenìco”. (Dolce & Gabcon cui l’ha divorata nel 1987. Nel 2001 la Minogue, che ormai ha bana, sembrano molto più simpatici storpiati da lei). Ci saranno deciso che non mollerà più il colpo, alza ancora l’asticella: Can’t fontane, zampilli e ballerini volanti e ogni sera Kylie, per diverGet You Out Of My Head non è più disco music, è un tormento- tirci, rischierà l’osso del collo su quel filo sottilissimo tra sublime ne synth-pop, un pezzo dei Kraftwerk dopo un cambio di sesso e ridicolo.

Kylie inizia a recitare giovanissima nella soap australiana Neighbours, in cui interpreta Charlene, riscuotendo molto successo tra i media britannici e australiani. L’episodio in cui sposa il cantante Jason Donovan raggiunge i 20 milioni di telespettatori in Australia.

Nel maggio 90 Kylie interpreta Help! alla manifestazione benefica per John Lennon. Yoko Ono e Sean Lennon ringraziano la cantante per la performance, mentre il Sun commenta: «Kylie Minogue meritava i suoi applausi».

Nel 2001, la cantante è apparsa in un piccolo ruolo nel film Moulin Rouge! di Baz Luhrmann.

Grande influenza nella carriera di Kylie l’ha avuta Nick Cave, con cui ha duettato nella celebre Where The Wild Roses Grow. È stato proprio il tenebroso cantante a regalarle Poems To Break The Harts Of Impossible Princesses di Billy Childish, libro che ha dato l’input per la stesura del suo album più profondo, Impossible Princess.

Nel 2008 le è stato consegnato i titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (OBE) per la carriera musicale; il governo francese, invece, le ha conferito quello di Cavaliere delle Arti e dello Spettacolo Nazionale. La cantante, come ringraziamento, ha iniziato il tour del 2008 proprio da Parigi.

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LIVESTYLE I biglietti del tour di Jamiroquai sono in vendita presso i negozi Fnac!

Jamiroquai

lo strano caso del dotto

Jason Kay è i Jamiroquai. La simbiosi tra l’artista inglese è il progetto musicale che lui stesso ha messo in piedi una ventina d’anni fa è totale. Tanto che non sappiamo realmente molto di quel geniaccio che indossa strani cappelli e vende tonnellate di dischi. Per provare a conoscere il nostro ospite - tra fine marzo e inizio aprile i Jamiroquai saranno in tour in Italia – siamo andati a caccia di persone che l’hanno incontrato. Pare che la questione non sia di semplice lettura. di Gianni Olfeni

I

ntervistare Jay Kay, fondatore e leader dei Jamiroquai, è una delle più difficili imprese a cui un media possa lavorare. In generale ottenere degli “slot” (come si usa dire in gergo) con una star internazionale è complicato di per sé, ma nel caso di Jason c’è un ostacolo in più. Per usare un eufemismo, è uno di quegli artisti che non prestano particolare attenzione alla promozione. Parlando in termini reali, non gliene potrebbe fregare di meno. Ma incontrare il musicista inglese è comunque un’esperienza particolare: chi l’ha vissuta si è accorto di una certa distanza tra l’uomo e il performer,

come fossero due entità separate. Da una parte la persona insicura, fragile e forse annoiata che solo in pochi hanno conosciuto, dall’altra l’artista professionale, impeccabile e sicuro di sé che tutti hanno imparato a conoscere fin dal 1993, anno di uscita di Emergency On Planet Earth, primo, meraviglioso disco dei Jamiroquai.

GIORNALISTI? NO GRAZIE «Avevo appuntamento a casa sua, fuori Londra, per un intervista legata all’uscita del suo ultimo album», ci racconta Silvia Bombino di Vanity Fair, una delle poche testa-

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te italiana a cui il padrone unico del marchio Jamiroquai si sia concesso in occasione della pubblicazione di Rock Dust Light Star (novembre 2010). «In questi casi è tutto organizzato dalla casa discografica perciò tendenzialmente l’artista si mostra bendisposto verso i giornalisti, è nel suo interesse. Sono incontri di lavoro, è il gioco delle parti. Lui però sembrava piuttosto disinteressato. Glielo ho fatto notare e ha confermato che non era particolarmente desideroso di vedere la stampa. Era soddisfatto del lavoro fatto per il disco ma non si affannava più di tanto per promuoverlo. E comunque lasciava succedere le cose,


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or jay e del signor kay

AFFARI DI FAMIGLIA. Il frontman Jason “Jay” K è figlio d’arte: sua madre, infatti, è Karen Kay cantante; suo padre un musicista e chitarrista jazz.

come se non lo riguardassero”. è difficile capire se dietro prima cosa che fai al mattino, quando ti svegli?. Risposta: una frase così sfacciata ha dimostrato quanto, in realtà, l’atteggiamento di Jay Kay ci sia effettivamente mancan- “Mi accarezzo il mio coso”. Al di là dei sorrisi divertiti deve essere riservato». Strani questi artisti: con le canzoni za di interesse oppure se ami recitare a memoria un co- che una simile risposta ha piazzato sul volto dei lettori di si spogliano di tutto davanti a milioni di persone eppure pione - immedesimandosi nel personaggio scazzato, an- Vanity Fair, la frase ha un’importanza centrale nell’ana- possono sentire il bisogno di chiudersi davanti alle doche arrogante che appare agli occhi dei suoi interlocutori lisi della persona che quasi tutti i giorni si mette i panni mande di un giornalista. – per nascondere qualcosa, magari una certa Durante la visita a casa Kay, Silvia ha pofragilità interiore. «In quel caso più che altro tuto verificare come il lusso di cui si è tan« Era soddisfatto del lavoro fatto per il disco ma mi è sembrata stanchezza – precisa Silvia - e to scritto circondi effettivamente la vita di sembrava non gli interessasse promuoverlo. non so dirti se era stanchezza di quel mattino Jason. Una tenuta sfarzosa, l’amatissimo E comunque durante il nostro incontro lasciava o stanchezza più in generale. Nel complesparco macchine – è ossessionato da Ferrasuccedere le cose, come se non lo riguardassero » so mi ha dato l’impressione di una persona ri e Lamborghini - e tanti oggetti preziosi. un po’ annoiata». Jason non è il primo né «è tutto vero, l’ho visto con i miei occhi. E l’ultimo artista “insensibile” alla stampa – ci può stare, di leader dei Jamiroquai. «Gli ho posto quella domanda lui, nel suo essere annoiato o stanco (non azzardo trispecialmente dopo vent’anni di interviste – ma c’è una proprio per capire quale fosse il suo “centro”: era così ste o solo), sembrava corrispondere al cliché dell’artibella differenza tra l’essere stufi e il mostrarsi annoiati. svogliato che nessuna mia argomentazione riguardo alla sta ormai arrivato che non trova più piacere negli agi sua vita trovava una risposta che sembrasse lontanamen- che ha. Non ho avuto molto tempo a disposizione, ma LA MIA UNICA DROGA te sincera. Lui prima ha tergiversato un po’, poi ha fatto ho capito che è una persona che ha sofferto e che C’è un passaggio fondamentale nell’intervista che Silvia quella battuta. Divertente, d’accordo, ma anche un otti- quindi ha in realtà qualcosa da dire. Magari se lo incontri Bombino ha realizzato con Jason. Domanda: “Qual è la mo modo per eludere la mia domanda: paradossalmente la sera, in un club di Londra, ne ricavi un’impressione

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30/03 Assago (MI), 31/04 Mantova, 02/04 Torino, 03/04 Firenze


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Jamiroquai “cappellaio matto”: la sua collezione di cappelli vanta in tutto una sessantina di esemplari di foggia bizzarra, tra cui diversi in pelliccia, alla Davy Crockett.

Il nome della band deriva da una fusione tra i termini “jam” e “-iroquai”, nome inglese usato per definire gli Irochesi, tribù native americane delle Sei Nazioni.

Jay Kay decise di metter su una band dopo che fu rifiutato a un’audizione come cantante dei Brand New Heavies. Con l’aiuto del tastierista Toby Smith, vide la luce il primo singolo dei Jamiroquai, When You Gonna Learn?

Jay è un grande appassionato di Ferrari. Oltre a possederne diverse, ha stretto un accordo con Maranello per la copertina di Travelling Without Moving, usando un logo molto simile a quello delle Rosse.

Rock Dust Light Star ha debuttato alla posizione numero 7 nel Regno Unito con 34.378 copie vendute, meno della metà rispetto al precedente, Dynamite, che ha venduto 64.150 copie nel 2005.

completamente diversa». Sempre che in quella sera non italiani che dovevano intervistare Jay Kay». A parlare è era in una fase particolare della sua vita, stava lentamensia tra le braccia della diabolica amica che fa spesso ca- Tommaso Vincenzetti, in quel periodo product manager te cercando di uscire dalla dipendenza da cocaina. «Era polino nella vita di Jason. «Vanity Fair nel 2005 aveva della Sony, etichetta per cui allora incideva la band in- molto agitato, parlava velocemente, senza star fermo fatto con lui una lunga intervista in cui un attimo. Sembrava un folletto impazparlava solo di cocaina e di come ne stava zito. Cambiava continuamente discorso, « Credo che sia una persona molto inquieta ed uscendo. Io perciò gli ho chiesto se quel cercando continuamente l’approvazione estremamente sensibile. Probabilmente è proprio da percorso era continuato e lui ha affermato del suo interlocutore. In realtà dava l’imquesta sensibilità che nascono le migliori cose da un di esserne completamente fuori. Di fare pressione di essere molto insicuro». Esatpunto di vista artistico » però ancora uso di alcol, in abbondanza, tamente l’opposto di quell’atteggiamento nelle sue serate. Poi, ancora, ha fatto un’altra “chill out” che Jay Kay è solito avere sul battuta, dicendo che la sua unica droga al momento glese (che oggi si è accasata con un’altra major). «Il no- palco, quando indossando uno dei suoi folli cappelli e stro slot era fissato alle 10 della mattina e sinceramente le immancabili Gazelle si muove, per quanto buffo, tanè il sesso». eravamo tutti molto preoccupati che si presentasse in to sicuro da sembrare un ballerino alle prese con passi UN FOLLETTO IMPAZZITO ritardo. Diciamo che non era conosciuto per la sua pun- di danza che conosce da una vita. «Mi hanno poi detto «Ho lavorato con i Jamiroquai in occasione del lancio tualità, specialmente in quel periodo. E invece è arrivato che in quel periodo si stava disintossicando – contidi A Funk Odissey, nel 2001 e subito dopo l’uscita del di- 40 minuti prima. Erano tutti molto sorpresi nel vederlo nua Tommaso – ed è probabile che questo si riflettesse sco ho accompagnato a Londra un gruppo di giornalisti in anticipo, a partire dai discografici britannici». Jason sul suo stato d’animo e sui suoi comportamenti. In ge-

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In volo con Jay Kay di Maurizio Ridolfo

Nel febbraio del 2007 sono stato invitato da Sony Ericsson, insieme ad altri 200 tra giornalisti e fan, ad assistere al concerto più alto del mondo: “The Gig In The Sky”, ovvero l’esibizione dei Jamiroquai a bordo di un Boeing 757 (con il famoso logo dello Space Cowboy ben visibile sulla fusoliera) all’altezza di 10.500 metri. All’interno dell’aeroplano, in servizio da Monaco di Baviera ad Atene, era sistemato un piccolo palco - ricavato togliendo le prime file di sedili - in cui trovavano posto i pochi strumenti della band. Jay Kay ha fatto il suo ingresso “in scena” uscendo dalla cabina di pilotaggio e ha iniziato un breve show proprio quando il jet ha raggiunto la quota di crociera, dando così modo al giudice del Guinness dei Primati di certificare il record e inserirlo a referto. Un record che è però durato poco: nel 2010 è stato battuto da James Blunt che ha fatto la stessa cosa ma a 12.500 metri! Comunque lo show è stato molto divertente, Jason - un grande entertainer, capace di stare in equilibrio tra suggestioni del passato e un sound più moderno - era in forma smagliante e pareva divertirsi molto anche in una situazione così particolare. Tanto da infilare due pezzi all’epoca inediti nel brevissimo set, durato una manciata di canzoni. Quando siamo atterrati, i Jamiroquai sono scesi per primi e sono scomparsi dentro a un hangar in cui poi ci hanno fatto accomodare poco dopo. Lì, assieme a parecchi altri fan già in attesa, hanno fatto un concerto vero e proprio di un’ora e mezza, concludendo la giornata meglio di com’era cominciata.

nerale credo che sia una persona piuttosto inquieta ed estremamente sensibile. Probabilmente è da questa sensibilità che nascono le migliori cose da un punto di vista artistico».

mente si è svegliato dopo pranzo e abbiamo dovuto cancellare tutti gli appuntamenti con la stampa fissati per la mattinata, compresi quelli con le televisioni. A quel punto la sua prima preoccupazione era rimettersi in sesto per il concerto della sera, della promozione non si è minimamente curato. Diciamo che il suo rapporto con i fan è sicuramente migliore di quello con la stampa». A prescindere

scambio. Ma tutto questo denota soprattutto una grande insicurezza di fondo. è come se avesse bisogno di comportarsi così per sentirsi a posto con se stesso». Nella storia della musica, ma non solo, molte sono le star che hanno indossato delle maschere. Alcuni in senso letterale, con SOPRA LE RIGHE travestimenti veri e propri, altri costruendo un’immagine I vizi di Jason Kay sono certamente una spina nel fianco di sé stessi ad uso e consumo del pubblico. Constatarlo dei Jamiroquai. è difficile però stabilire non vuole essere un modo per esprimere fino a che punto il suo comportamento ne « Ha un modo di fare piuttosto costruito, che non mette un giudizio negativo sulla persona, né un sia influenzato. «Ho avuto modo di incontentativo di lanciare l’accusa di “alto tral’interlocutore nella condizione di avere uno scambio. trarlo nuovamente durante il tour succesdimento”. Anche perché, chi è senza pecMa tutto questo denota soprattutto una grande sivo alla pubblicazione di A Funk Odissey cato scagli la prima pietra. Quante volte insicurezza di fondo » – racconta Vincenzetti - in occasione della tendiamo a offrire un’immagine diversa di data di Milano. La sera prima del concernoi stessi per interesse o comodità? Capire to è stata piuttosto movimentata. Era semplicemente in- da qualche episodio non esattamente piacevole, l’atteg- l’uomo dietro la star è un buon modo per comprendere contenibile. All’uscita del club milanese in cui abbiamo giamento di Jay Kay fuori dal palco è quello della tipica l’umanità dei personaggi che idolatriamo e apprezzarpassato la serata ha cominciato ad improvvisare dei bal- rockstar, sempre sopra le righe. «Non ti dà mai l’idea di ne ancor di più le doti creative, proprio in quanto esseri letti finché si è buttato giù per la rampa del garage che si sentirsi a suo agio, è come se seguisse un canovaccio. Ha umani. I supereroi non esistono, ma c’è qualche persona trovava davanti al locale. Siamo andati a soccorrerlo con un modo di fare poco spontaneo, che non mette quasi mai con una sensibilità, umana e artistica, fuori dal comune. la paura che si fosse ammazzato! Il giorno dopo natural- l’interlocutore nella condizione di avere un vero e proprio Qualcuno come Jason Kay.

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13/03 Roma, 14/03 Milano

James Blunt

IlPREFERITO

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DONNE

Superato l’effetto “Beautiful” (la sua celeberrima canzone, non la soap opera…), James Blunt è riuscito a riconfermare la sua incredibile fama mondiale con due ulteriori dischi di successo, ma con il consueto aplomb che da sempre lo caratterizza. di Francesca Vuotto

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a quando è diventato famoso nel 2006, sa su quel tipo di pubblico. A questo aggiungete una James Blunt combatte una “battaglia” discreta carriera militare, cosa che non guasta avere a personale: è un po’ contrariato dal fat- curriculum soprattutto quando si tratta di avere un certo che la sua immagine e la sua musica to “appeal”. siano oggetto di interesse solamente del pubblico femminile, perché lui vuole raggiungere tutti. Nel tempo, NON SONO SERIO, MI DISEGNANO COSì ha cercato di scalfire questa comune convinzione con James ce l’ha messa tutta per far capire al mondo che diversi stratagemmi, ma solo oggi sembra aver trovato non è così, o meglio, che non esiste solo l’immagine del quello che può risultare vincente, perché innanzitutto lo ragazzo che tutte vorrebbero sposare. Basti pensare ai mostra al mondo non più solo come un romantico bra- numerosi flirt veri e presunti che ha collezionato da quando è diventato famoso, vo ragazzo, ma anche come oppure alla fama di viveur uno che sa divertirsi. «La « Ho scritto gli altri dischi gente si aspetta che io sia partendo dalla chitarra classica, che ama dare party nelle una persona che prende sul per Some Kind Of Trouble invece varie città dove si trova in di cui non fa segreto. serio se stesso e la vita, ma un giorno ho imbracciato quella tour, Si è pure trasferito a vivere a non è proprio questo il caso. elettrica e da allora non l’ho Ibiza, isola del divertimento Forse che l’album nuovo sia più lasciata » per eccellenza, pur di intacl’occasione di vedere un lato care l’immagine da principe diverso della mia personalità?». Quindi, mai dire a James Blunt che la sua musica è azzurro. Poi, a onor del vero, dice che abita lì per godere per un pubblico prettamente femminile: «Non mi piace dell’ottimo clima e della natura, oltre che per la movida. che si pensi che le mie canzoni siano fatte per le donne», Ha persino messo la sorella Emily su eBay: quando nel racconta, però è vero che ha spopolato soprattutto tra il 2004 lei aveva bisogno di recarsi in Irlanda per assistere gentil sesso. Come mai, se questo non è il suo intento a un funerale ma non riusciva a trovare un modo per e anzi ritiene veramente di scrivere per tutti? Sarà per lasciare l’Inghilterra, perché i traghetti erano in sciopequella faccia acqua e sapone in cui risplendono come ro e non c’erano più voli, lui le ha fatto pubblicare sul fari due occhi azzurri o per quell’aria da eterno giovin- celeberrimo sito un annuncio in cui chiedeva aiuto a chi cello con cui maschera alla perfezione i quasi 37 anni, potesse risolvere il suo problema. Emily non è riuscita complici due candide guance da cui ha eliminato ogni nel suo intento, ma ha così conosciuto quello che sarebtraccia della barba che caratterizzava il suo look fino a be poi diventato suo marito. Il povero James nemmeno poco tempo fa. Basta ascoltare la hit che lo ha lancia- così è riuscito a togliersi l’aureola da santarellino: da to, la celeberrima You’re Beautiful, per capire come il fratello scapestrato che sbatte in Internet la sorella si è buon James conosca perfettamente il modo per far pre- trasformato in moderno Cupido.

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SALVATE IL SOLDATO BLUNT. La canzone No Bravery, tratta dal primo album (Back To Bedlam, 2005), è stata scritta da James mentre era impegnato come ufficiale corazzato di ricognizione nel processo di pace in Kosovo.

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UN INGUARIBILE OTTIMISTA

diversi, compresa un’inevitabile maturazione persona- in modo abbastanza naturale». Di questo divertimento è E torniamo sempre qui, al fascino che esercita sulle donne le che, in avvicinamento ai fatidici “anta”, non può non figlio anche l’uso della chitarra elettrica, che Blunt non e al suo pubblico prevalentemente femminile. Ha provato farsi sentire, ma di certo hanno avuto il loro peso anche aveva mai utilizzato prima. «Ho scritto gli altri dischi a convincere tutti del fatto che è meno serio di quel che alcune dinamiche diverse dal solito intervenute nella fase partendo dalla chitarra classica, per Some Kind Of Trousembra, ma ora finalmente potrebbe essere arrivato il mo- di composizione. «Ho provato a scrivere nella mia casa a ble invece un giorno ho imbracciato quella elettrica e da mento della svolta grazie al suo ultimo disco Some Kind Ibiza, ma non riuscivo a produrre niente. Così sono tor- allora non l’ho più lasciata, anche perché sposa meglio Of Trouble, uscito lo scorso novembre, che per lui significa nato a Londra, ho cominciato a uscire, a bere qualcosa quel mood entusiastico che volevo esprimere. È anche graqualcosa di diverso e lo è, rispetto ai precedenti Back To fuori la sera con i miei amici ed è da qui, da questa nuova zie a lei che i pezzi hanno più energia, sono più upbeat». Bedlam (2005) e All The Lost Souls (2007). Esprime infatti quotidianità e dalla concretezza dei rapporti con chi mi Nei giorni immediatamente precedenti all’intervista, i nel sound e nei testi un’allegria che vuole cogliere della sta vicino che è nato il disco». Anche nella registrazione giornali hanno dedicato ampio spazio alle proteste degli vita il divertimento e il senso di libertà, una vera joie de qualcosa è mutato in meglio: «In passato avrei compo- studenti inglesi contro il governo a causa dell’aumento vivre, simile per tanti versi a quella che si delle tasse universitarie e la conseguente respirava nei mitici anni Ottanta. «L’album « L’album cattura un mood che è un po’ tipico di quegli chiusura della possibilità di un’istruziocattura un mood che è un po’ tipico di quene di livello superiore per ampie fasce di anni. In Occidente c’era un’atmosfera particolare, gli anni. In Occidente c’era un’atmosfera popolazione, se non con grandi sacrifici. un ottimismo che ci faceva sentire come dei teenager » particolare, un ottimismo che ci faceva senImpossibile quindi non chiedersi come tire come dei teenager». In questo album collocare in questa realtà un album così ciò che fa la differenza è proprio il punto di vista: «Non è sto una canzone e solo in seguito l’avrei incisa. Questa “spensierato”. «Penso che il mondo sia diventato estremeno serio o impegnato, ma semplicemente ottimista. È volta invece siamo andati in studio ed è come se i pezzi mamente cinico e che possa salvarci solamente l’otuna fotografia della realtà, non un melanconico disegno». fossero scaturiti dal nulla, o meglio, dalla semplice vo- timismo. Ciò che può aiutare le persone è la musica, I fattori che hanno portato a questo cambiamento sono glia di stare insieme, divertirci e suonare. Tutto è venuto perché è capace di dar voce alle loro speranze e soprat-

Nel ‘99 James Blunt avrebbe sventato la terza guerra mondiale rifiutandosi di attaccare un contingente di 200 soldati russi che bloccavano una pista d’atterraggio a Pristina.

Un anno dopo aver lasciato l’esercito, Blunt firma il suo primo contratto discografico con la Custard Records grazie all’interessamento di Linda Perry, nota al grande pubblico come leader del gruppo 4 Non Blondes.

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Con la canzone You’re Beautiful è diventato il primo artista inglese a raggiungere, nel nuovo millennio, la cima della classifica dei singoli UK. L’ultimo era stato Elton John con Candle In The Wind, 1997.

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L’album, Back To Bedlam, vende nei primi 3 anni oltre 11 milioni di copie, vincendo 2 Brit Award, 2 Mtv Video Music Awards come miglior esordiente e 5 nomination ai Grammy Awards.

Nel 2004, Blunt ha ‘sistemato’ sua sorella, grazie ad un’inserzione su eBay: ‘Damigella disperata deve andare in Irlanda. Nessuno si offre come accompagnatore? Unica condizione: essere un cavaliere con una brillante armatura’.


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James Blunt tutto ai loro sogni. È per questo che scriviamo noi musi- ha seguito per cinque anni, ma nell’album sono interve- pace in Kosovo di cui è stato protagonista nel 1999 come cisti, per offrire uno sguardo verso un futuro migliore». nuti professionisti da tutto il mondo che mi hanno per- casco blu dell’ONU ha sventato la Terza Guerra MondiaNon è che Blunt abbia improvvisamente messo la testa a messo di avere musicalmente la libertà che cercavo e che le, rinunciando a eseguire l’ordine di un superiore che posto, queste convinzioni erano in qualche modo presenti hanno contribuito con nuovi spunti e idee. Credo che ci voleva che il suo plotone attaccasse un manipolo di solanche negli album precedenti, ma probabilmente hanno porteremo dietro in tournée uno di loro, così saliremo in dati russi alleati che si era impadronito prima di loro di raggiunto in lui ora una consapevolezza che gli permette sei sul palco». Insomma, ascoltando il disco e leggendo le una pista di atterraggio. Basta questa dichiarazione per farlo tornare a essere nell’immaginario di di affrontare la vita in modo diverso, con tutti, e soprattutto delle donne, un uomo un po’ più di brio. Questo non significa « Avrò con me la mia solita band, la stessa che mi ha che non siano trattati argomenti seri. Anzi, seguito per cinque anni, ma nell’album sono intervenuti posato, di grande fascino e ben lontano ragazzino di cui vuole convinper quanto riguarda i nuovi brani, Blunt professionisti da tutto il mondo che mi hanno permesso dall’eterno cerci. Ora però, dopo Some Kind Of Trouè particolarmente legato a No Tears, in cui di avere musicalmente la libertà che cercavo » ble, non si può più tornare indietro, del parla in modo disincantato dei suoi errosuo animo più allegro e brioso abbiamo ri e di come non si sia mai tirato indietro. Per questa delicata missione di convincimento del suo numerose dichiarazioni si può dire che l’idea di un James testimonianza, non si può più ridurre questo cantante a pubblico dell’esistenza di un altro James Blunt più rilas- più disimpegnato sia ammissibile. Poi però, dopo “tanta” un’icona di compostezza e romanticismo. Con quest’ultima rivelazione si è solo dimostrato ancora una volta sato ha deciso di affidarsi ai vecchi compagni di sempre, i fatica, un colpo di scena che sbaraglia tutto o quasi. un uomo più profondo di quello che sembra e un artista fedeli quattro musicisti che lo hanno seguito nei due tour completo, capace di salvare il mondo ma anche di andare precedenti e che lo accompagneranno anche nel prossi- UN EROE A CUOR LEGGERO mo, che farà tappa in Italia il 13 marzo a Roma e il 14 a A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di Some incontro al futuro con quella spensieratezza e ottimismo Milano. «Avrò con me la mia solita band, la stessa che mi Kind Of Trouble, Blunt rivela che durante la missione di che cerca di trasmettere quando si scatena on stage.

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ROCK’N’FASHION

Serena nel paese delle meraviglie La partecipazione a X-Factor, poi Sanremo e la collaborazione con artisti di grosso calibro (Ivano Fossati e Niccolò Fabi), lo stupore e l’entusiasmo. Serena Abrami vive un momento magico. Anzi una vera e propria favola. foto: Loris Savino stylist: Silvia Gabrielli hair and make up: Piero Marsiglio using Mac a cura di Chiara Zannini

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Golfino in cotone Stella McCartney Pantaloni ampi Ter et Bantine Sugli occhi Eyeshadow col. Pale Gold with Icy Shimmer, Mac

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eanche il tempo di entrare sul set dello shooting e Serena ha già conquistato tutti. Butta la borsa a terra e si china per coccolare la splendida cagnolina ospite di questi scatti (che l’aveva accolta abbaiando in maniera tutt’altro che amichevole…). Pochi istanti dopo si rialza e, con un filo di divertito imbarazzo, si scusa con un sorriso grande così. Il tempo a disposizione per scattare non è molto, Serena nel pomeriggio deve ripartire per le Marche, dove la sera stessa è in programma un suo concerto. L’indomani ha un altro impegno a Roma, e così via. Appena uscita dal grande frullatore di Sanremo, la bella venticinquenne marchigiana non vuole perdere neanche un’occasione, ora che il Grande Sogno sta finalmente prendendo forma ed è uscito il suo primo disco (Lontano da tutto). Un album che contiene pezzi scritti da grandi autori come Ivano Fossati (Tutto da rifare) e Niccolò Fabi, che per lei ha composto il brano presentato al Festival (e che dà il titolo alla sua opera prima). La passione per la musica le viene trasmessa dalla mamma, che le insegna a suonare la chitarra e a cantare nel salotto di casa. Poi le lezioni di piano, la partecipazione a una corale polifonica e infine i concerti nelle piazze con la sua band. A 18 anni inizia a comporre ed è questo l’aspetto che più ama del suo mestiere: raccontare e interpretare pezzi di vita vissuta. Una breve partecipazione a X-Factor le regala la grande occasione; viene notata da Fossati che le si offre nei panni di “Virgilio” per accompagnarla nel mondo della musica. Fino all’esperienza al Festival, di cui parla in toni entusiastici: «La prima sera, appena salita sul palco, mi tremavano le gambe. Quando ho iniziato a cantare la voce era un po’ insicura. Ma va bene così. Un’artista deve trasmettere emozioni al pubblico e penso che tutti Tunica in seta Stefanel Canottiera traforata Ter et Bantine Mascara ProLash col. Black, Mac

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Camicia in seta e Pantaloni Ter et Bantine Collana Gioielli Bagnara, realizzati con tecnologia Reticube tecnology Sulle guance Powder Blush col. Style, Mac

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abbiano capito cosa stavo provando. Trovarmi su quel palcoscenico, così famoso, sul quale ho visto esibirsi tutti i più grandi della musica…». Questo assaggio di successo non ha sconvolto la vita di Serena. Parla della casa nella campagna marchigiana dove vive, di fronte al mare, e dove le piace tornare alla fine di ogni trasferta. Della sorellina minore, campionessa di tennis, che “è la persona più importante della mia vita”. Le piace che tutto resti coerente con il “prima”, non vuole forzature e lo stesso vale per le scelte in fatto d’immagine. Tutto in nome della sobrietà. Per esibirsi a Sanremo ha indossato abiti di Stella McCartney, designer di cui apprezza freschezza e contemporaneità. Mentre ci parla della sua vita, le viene proposto di posare nella vasca bagno: il terrore si dipinge sul suo volto. Pochi minuti dopo Serena sta ridendo immersa nella schiuma - con molti occhi che la osservano posare - e un peplo di seta bianca un po’ trasparente indosso. Non c’è spazio per pose sexy, la sua spontaneità ricorda piuttosto certe opere preraffaellite. Ci vuole poco tempo per trovare lo scatto giusto, un colpo di phon per asciugare i capelli umidi, un panino afferrato al volo e un abbraccio amichevole per salutare tutti. Deve partire, la attendono un palco e un microfono. Come Alice dietro al Coniglio Bianco, Serena sta correndo via verso nuove avventure.

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Cardigan lungo Zadig & Voltaire Blusa CK Calvin Klein Pantaloni in cotone Seven For all Mankind Sandali Stella McCartney Anello Gioielli Bagnara, realizzati con tecnologia Reticube tecnology

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Kylie Minogue

Body language È la Venere (o Afrodite, per restare in tema con il suo nuovissimo tour) tascabile della musica. Ama la moda e si è cimentata nei panni di fashion designer. Super sexy, sa come valorizzare le sue forme minute, ma perfette. Sempre con un filo di ironia. a cura di Chiara Zannini

Aderentissimi, in morbida nappa con inserti a contrasto. Prezzo su richiesta. Burberry Prorsum

Fashion con l’anima. Le borse della maison inglese vengono realizzate con principi equo solidali, nel rispetto degli animali. Prezzo su richiesta. Angel Jackson

Lenti sfumate e decorazioni floreali. € 465. Louis Vuitton

Corregge e uniforma l’incarnato, con un effetto super naturale. Dior Crystal Nude. € 52. Dior

A lunga tenuta, nella tonalità All Night Blue. Ombretto Color Infaillible. € 10,90. Loréal Paris

Idratante, previene i primi segni del tempo lasciando sulla pelle un effetto serico. Dai 30 anni in poi. Hydra Collagenist. Da € 50. Helena Rubinstein

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La fascia che avvolge la caviglia ha un non so che di fetish. Prezzo su richiesta. Giuseppe Zanotti Design


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James Blunt

Good fellas

Aria pulita da bravo ragazzo (ma nella nostra intervista fa di tutto per sfatare il mito), ha uno stile che assomiglia a certe sue canzoni melodiche, a metà fra pop e folk. Le sue scelte sono casual chic, lontane da ogni tipo di eccesso. a cura di Chiara Zannini

Idratante, per una pelle perfetta e morbida anche dopo la rasatura, e con protezione solare. € 48,60. Clinique Iconico, il trench simbolo della maison inglese. Prezzo su richiesta. Burberry London

Un profumo intenso e discreto. Calvin Klein Man. Prezzo su richiesta. Calvin Klein

Cinquetasche in denim. Il pezzo passe-partout per eccellenza. Prezzo su richiesta. Hilfinger Denim

La classica polo Lacoste nei colori dell’estate. € 104,50. Lacoste

I classici Wayfarer. Cambiano le mode ma loro non passano mai. Un mito dell’eyewear. € 134. Rayban

Ispirazione brit per la sneaker in nabuk nera. € 140. Timberland

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WHAT’SNEW

Musica, cinema, videogames, libri

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A marzo ritorna il grande rock con i nuovi album di star come Radiohead, Sum 41, Avril Lavigne e R.E.M., ma pure con i nostrani Subsonica e con il rap particolarissimo di Caparezza.

Radiohead

The King Of Limbs (XL Recordings)

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Dal film di animazione Rango alla commedia francese Tournée, passando per I ragazzi stanno bene, The Fighter e Non lasciarmi. Buona visione!

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Se siete impressionabili, questo mese i giochi non fanno per voi: le atmosfere pesanti di Dead Space 2 e Killzone 3 sono riservate ai più temerari!

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Come fareste senza un buon libro da leggere? Anche stavolta ci abbiamo pensato noi e vi consigliamo tre nomi da non perdere: Brian Eno, Thomas Pynchon e Wu Ming. Non mancate all’appuntamento!

Il ballo dell’estate

Introdotto da un singolo e relativo video con un Thom Yorke che si improvvisa ballerino, fanno il loro ritorno a sorpresa i britannici Radiohead. E riconfermano per l’ennesima volta come si possano sovvertire tutte le regole del music business e vivere (quasi) felici. di Emanuele Mancini

L

unedì 14 febbraio 2011. Sulla homepage del sito fluente nell’ambito del rock alternativo (e non solo) viene di una major? La risposta è scritta e la strada segnata per ufficiale dei Radiohead appaiono un disegno e alla luce in questo modo: con due annunci repentini e chi ne vorrà seguire l’esempio. In questo momento, miuna scritta, “Thank you for waiting”. Cliccando un giorno d’anticipo. Un evento straordinario. Quanto lioni di persone avranno scaricato, legalmente o meno, l’immagine, apprendiamo la notizia: fra cinque giorni accaduto non è altro che il secondo atto di una rivolu- la loro copia, e la staranno ascoltando nell’iPod, in macverrà pubblicato The King Of Limbs, il nuovo album del zione innescata da Yorke e soci con In Rainbows, capitolo china, nelle loro case. Otto brani, neanche quaranta miquintetto inglese. Lo si può già preordinare: nuti di durata per un disco che spiazza 7 euro la versione digitale, scaricabile a pardalla prima traccia e al primo ascolto. I Un disco dall’enorme spessore, da ascoltare più volte tire da sabato, 36 euro la versione “newspaper essere compreso appieno, importante tanto quanto la cinque di Oxford spostano nuovamenper” che ugualmente permette il download te il loro linguaggio pur conservando dichiarazione di indipendenza che lo ha accompagnato. l’estetica che li contraddistingue da e in più include vinili, CD e chili di artwork, il tutto recapitato direttamente ai gentili acsempre. Si muovono su ritmiche tese quirenti a partire da maggio. Il web esplode. Sui social targato 2007, che venne pubblicato in totale autonomia e fra l’afro-beat e la drum’n’bass (Bloom e Feral), destruttunetwork i messaggi fra appassionati di musica non par- poteva essere scaricato pagando una libera offerta. Una rando la forma canzone, per tornarci invece con un brano lano d’altro e ci si rimbalza la notizia. Passano quattro rivoluzione che è anche il segno di una piena presa di che è quasi soltanto voce e chitarra (Give Up The Ghost), giorni, non cinque, e sempre sul sito della band fa la sua coscienza del nostro tempo. La musica, come le notizie, portando la sperimentazione dei suoni, come sempre comparsa il video di Lotus flower, primo singolo, insieme è liberamente accessibile tramite la Rete in pochi istanti meravigliosi, su vette altissime. Un disco dall’enorme a una dichiarazione: “È venerdì, siamo quasi al weekend, da un pubblico vastissimo: dunque perché non sfruttare spessore, da ascoltare più volte per essere compreso apc’è la luna piena... potete già scaricare The King Of Limbs appieno le possibilità di questo media? Più esattamente pieno, importante tanto quanto la dichiarazione di indise volete”. L’ottavo disco in studio del gruppo più in- la domanda è: ai Radiohead, serviva ancora il sostegno pendenza che lo ha accompagnato.

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WHAT’S NEW Musica

The Go! Team

REM

Collapse Into Now (Warner)

Rolling Blackouts

(Vital/Memphis Industries)

HHH

HH di Emanuele Mancini

di Stefano Gilardino

È ancora possibile considerare un disco inedito dei R.E.M. come un vero e proprio evento? Oppure siamo entrati nella fase di carriera caratterizzata da un pre-pensionamento dorato in cui una band o un artista replicano all’infinito le intuizioni (magari anche molto brillanti) su cui hanno costruito la propria fortuna artistica? Con tutto il bene che vogliamo a Michael Stipe e amici, è inutile negare come Collapse Into Now sia l’ennesima variazione sul tema da parte dei tre di Athens, capaci, di regalare, a seconda dell’umore e dell’ispirazione dischi eccellenti o medi. Nel caso di questo album, siamo più o meno a metà strada, con picchi di classico suono targato R.E.M. - una volta lo

si definiva college rock, quando la musica alternativa era… alternativa, appunto - e alcune tracce che non resteranno di certo negli annali della musica. Tra i primi conviene annoverare cose davvero pregevoli come All The Best, It Happened Today, graziata dalla voce del sempre ottimo Eddie Vedder, Alligator Aviator Autopilot Antimatter (un brano tirato che ospita la scatenata Peaches a far da contraltare a Stipe) e la breve That Someone Is You. Spiace invece liquidare la partecipazione di Patti Smith, alla seconda presenza su un disco del gruppo, che non riesce a rendere memorabile una melodia scialba come quella di Blue, che si aggiunge a qualche altra caduta di tono come quella di U Berlin, primo singolo estratto.

Concepito inizialmente come progetto del solo Ian Parton e divenuto poco dopo band a tutti gli effetti, i Go! Team hanno fatto il loro esordio nel 2004 fra i consensi di ascoltatori e critica, grazie al loro accattivante marasma sonoro a base di hip hop, Sonic Youth, pop con richiami sixties, campionamenti di telefilm polizieschi anni 70 e cori da cheerleaders. Con Rolling Blackouts arrivano al terzo disco e la formula pare invariata, cominciando a mostrare i suoi limiti. Una proposta che ha nell’estrema varietà la sua forza ma anche il suo punto debole, perché caratterizza il sound della compagine in maniera piuttosto univoca e non gli permette grandi spazi di manovra al suo esterno. Piacevole da ascoltare, ma tranquillamente intercambiabile con uno dei due precedenti album dei Go! Team.

Joan As Police Woman The Deep Field (PIAS)

HHHH di Marcello Marabotti

Un album di svolta. Joan presenta The Deep Field, la sua opera più matura e significativa, al termine di un cambiamento personale e musicale che ha portato l’artista americana ad esaltare la gioia della vita, scrivendo canzoni intrise di speranza. Questo il suo messaggio e, per cantarlo al mondo, ha scelto la musica soul, ispirandosi a Marvin Gaye, Sly & The Family Stone, Curtis Mayfield e, soprattutto, a Stevie Wonder: “Devo riconoscergli il merito personalissimo di aver reso cool gli atteggiamenti positivi”, ha dichiarato lei. Con una linea vocale eccellente, testi raffinati e parole ‘squadrate’, l’album trova nel brano Human Condition l’esplosione di quella tensione e turbolenza palpabile che, sotto l’apparente serenità, fanno di Joan una delle più belle conferme del 2011.

Avril Lavigne

Beth Ditto

(RCA/Sony)

(Sony)

Goodbye Lullaby

HHH di Marco Rigamonti

Beth Ditto EP

Wanda Jackson The Party Ain’t Over

HH

(Nonesuch)

di Stefano Gilardino

La ragazzina della porta accanto, carina e un po’ ribelle, è cresciuta. Avril non è più solo una pop-star: ultimamente si è data anche al cinema e all’imprenditoria, e non è un caso che Black Star (il jingle che accompagna il suo profumo) e Alice (il pezzo che appare nei titoli di coda del film di Tim Burton) assumano rispettivamente il ruolo di apertura e chiusura del suo quarto disco. In mezzo c’è un singolo bello carico (What The Hell) e una quantità considerevole di brani partoriti al pianoforte, lenti, morbidi e spesso arrangiati in maniera essenziale. In alcuni casi i risultati sono un po’ troppo scontati (può bastare come esempio un titolo come I Love You?), ma pezzi come Wish You Were Here e Remember When sembrano sinceri e confermano il talento della ventiseienne canadese, che non si può mettere in discussione.

Venti minuti o poco più: questo è l’assaggio che Beth Ditto, più celebre come cantante dei Gossip, regala al suo pubblico per il suo esordio come solista: Che sia un’anticipazione di una possibile carriera personale o una piccola scappatella per rifiatare prima di ripartire con la sua vera band non lo sappiamo, ma è certo che la strada intrapresa sembra puntare senza mezze misure al dancefloor. Complici gli amici Simiam Mobile Disco, con cui aveva già collaborato in passato, Beth si dedica con grande foga a un sound sintetico e fatto per ballare, quasi algido, come nel caso della conclusiva Open Heart Surgery, forse il momento migliore di questo EP. L’apertura quasi psichedelica di I Wrote The Book è il marchio di fabbrica dei dj e produttori inglesi, mentre le restanti due tracce regalano intense suggestioni anni 80.

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HHH di Claudio Morsenchio

Jack White ormai è Re Mida: tutto quello che tocca, diventa oro. Dopo essersi svezzato con il successo planetario dei White Stripes, di cui è stato reso noto il recente scioglimento ufficiale, il talentuoso chitarrista si è divertito con i progetti Raconteurs e Dead Weather. Fra infinite comparsate e collaborazioni, lo rivediamo qui in veste di produttore, musicista e arrangiatore con la rediviva Wanda Jackson, icona incontrastata del rockabilly anni 50, una donna tutto pepe plurisettantenne, vera star all’epoca di Elvis. Dopo anni trascorsi nell’anonimato, la Jackson brilla più che mai accanto al suo figliol prodigo, che riporta alla luce, i suoni, le ballate e i fraseggi roots, tanto cari a entrambi, fra fiati lussureggianti, ritmi serrati e suadenti e sofferti blues dal sapore antico. Da ascoltare e da ballare tutto d’un fiato.


WHAT’S NEW Musica

Caparezza

Il sogno eretico

Hot List

(Universal)

HHH di Stefano Gilardino

Dieci brani della playlist di Quinto album per il funambolico rapper (ma varrà ancora la pena chiamarlo così?) pugliese, che prosegue su una strada personale che ormai lo contraddistingue da qualunque altra proposta musicale italiana. Caparezza non ha mezze misure, non lascia indifferenti, anzi travolge tutto con una quantità abnorme di parole, frasi e idee. Al punto che l’ascolto di un suo album, e Il sogno eretico non fa eccezione, è un tour de force mica da poco. Ogni brano nasconde citazioni, rimandi, giochi di parole, rime sorprendenti, il tutto su basi musicali che vanno dal (quasi) rock chitarristico de Il dito medio di Galileo, alla techno frenetica di Ti sorrido mentre affogo. Il meglio, però, arriva con la cattivissima Kevin Spacey (il testo svela una ventina di finali di film, per cui siete avvertiti…), il raggamuffin di Legalize the premier con featuring di Alborosie e la marcetta Chi se ne frega della musica. Come al solito, lo aspettiamo alla prova dal vivo, vero punto di forza di Capa.

DIGEI ANGELO Grande appassionato di musica anni Settanta e Ottanta, Digei Angelo è in onda tutti i giorni dalle 13.00 alle 14.00 su Radio Deejay con Ciao Belli, che segue dal 1997 e che conduce insieme a Roberto Ferrari. Durante il programma le conversazioni dei due dj sono intercalate da scambi di battute con personaggi che fanno riferimento a persone vere (new entry di quest’anno le imitazioni di Pupo e J-Ax) o di fantasia (tra tutti, il famosissimo Marco Ranzani interpretato da Albertino).

Subsonica Eden

(EMI)

HHH

di Marcello Marabotti

Sum 41

Screaming Bloody Murder (Island/Universal)

HHH di Claudio Morsenchio

Il mondo del pop punk oggi è popolato da innumerevoli band più o meno dedite a commercializzare il genere, contaminando adolescenti consenzienti, con riff più o meno scopiazzati e con atteggiamenti piacioni e furbetti, che strizzano l’occhio verso il mainstream tutto dollari e business. Il ritorno dei Sum 41, non si discosta molto da questo cliché, anche se il profondo intento della band canadese è quello di dimostrare a se stessa prima di tutto, di essere credibile e convincente. E in parte i ragazzi dell’Ontario ci riescono, miscelando sapientemente sonorità e atmosfere più soft con accelerazioni vicine agli standard del metal più classico, sfociando spesso in pomposi ed energici ritornelli o in vorticose melodie al pianoforte. Questo continuo oscillare di ambientazioni crea un’identità propria al gruppo, che rende al top specialmente nei ritmi veloci (Jessica Kills), risultando a volte scontata solo nelle ballad o nei rallentamenti mielosi (What Am I To Say). La scoperta dell’elisir di lunga vita è ancora lontana, ma il cammino è tracciato.

A quattro anni dall’ultimo album in studio, L’eclissi, i Subsonica sono tornati con un progetto dal sapore sospeso. Il singolo Istrice, accompagnato da un video d’autore su una Torino in veste “horror”, ha lasciato qualche perplessità, tanto che Il diluvio, secondo pezzo estratto da Eden, è stato presentato come “ideale per chi ha ritenuto Istrice troppo delicata e non funzionale a una degna pezzatura di ascella sotto il palco”. In una forma quasi “concept”, il disco si presenta come un percorso di stati d’animo tesi a una maturità complessa, cercata su un tappeto musicale nato dall’incontro tra (troppe?) idee differenti: «Boosta immaginava un album lento tipo Paolo Conte in vacanza su una spiaggia islandese, Samuel dopo due anni di Motel Connection voleva casse in quattro, cantati soul e sonorità italo disco da spiaggia anni 80, Ninja e Max condividevano la passione per il dubstep. Vicio era più che mai ispirato da tutto l’indie a plettro più malinconico». Il risultato è un disco ideale per chi cerca i Subsonica, incerto per chi si aspetta la prima mela dell’Eden.

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(1983, VIP Records)

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Beady Eye

(Beady Eye Recordings)

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Mr. Vain

Culture Beat Serenity (1993, Dance Pool BMG)

The Bomb

Love Connection The Bomb (2010, Time)

Tonight

Enrique Iglesias Tonight (2010, Universal Music)

What The Hell Avril Lavigne

Goodbye Lullaby (2011, Sony Music)

di Daniele Salomone

I Beady Eye non sono una reincarnazione degli Oasis. Della gloriosa (è troppo?) band di Manchester manca il più grande dei fratelli Gallagher. E non è poco, visto che a Noel vanno attribuiti gran parte dei meriti di una storia musicale comunque di grande successo. Ergo, i Beady Eye devono essere giudicati come una band esordiente, nonostante tutti i membri abbiano grande esperienza, e non come una protesi degli Oasis. Different Gear, Still Speeding è un buon disco. Il rock’n’roll che Liam tanto ama (leggasi: Beatles, The Who, Paul Weller) funziona perché non pretende di essere né più né meno di quello che è. Purtroppo, però, ai momenti piacevoli - su tutti i singoli Bring The Light e The Roller - se ne mischia qualcuno di pura noia. Inutile girarci intorno: si sente la mancanza di un vero autore. Basterebbe un Noel Gallagher qualunque, mica John Lennon. Una carenza che pesa ora e peserà ancor di più in futuro, quando l’effetto-sorpresa di un rock così essenziale si sarà esaurito.

Nathalie

My Love Won’t Let You Down

4 Different Gear, Still Speeding

My Love Won’t Let You Down

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Yeah

Chris Brown F.A.M.E. (2011, Jive)

Raise Your Glass Pink

Greatest Hits… So far!!! (2010, Sony Music)

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Run To Me Tracy Spencer

Tracy (1987, CBS)

Come into my life Gala

Come Into My Life (1998, BMG)

La La Song

Bob Sinclar feat. Sugarhill Gang Born in 69 (2009, Yellow P.)


WHAT’S NEW Cinema

a cura di

Tournée

www.nicklive.it

Francia, 2010, 111 min. Cast: Mathieu Amalric, Miranda Colclasure, Suzanne Ramsey, Linda Marraccini... di Mathieu Amalric critica pubblico

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Un gruppo di esuberanti artiste americane porta in giro per la Francia uno spettacolo di burlesque. Le gestisce Joachim Zand, un tempo produttore televisivo di successo poi caduto in disgrazia, che fuggito negli USA lasciandosi alle spalle amici, colleghi, famiglia. Dovunque arrivi, il carrozzone dello spettacolo porta esuberanza e conseguenti difficoltà, mentre Zand

cerca di ricucire alla meno peggio i pezzi del suo passato. Perché vederlo? Atto d’amore appassionato per gli artisti veri, capaci di affrontare il palcoscenico con dignità anche quando le illusioni si sgretolano. Con un gruppo di vere artiste del burlesque, procaci e travolgenti, che fanno sembrare Christina Aguilera una cheerleader dei poveri.

I ragazzi stanno bene

Rango

The Fighter

Non lasciarmi

The Kids Are All Right, Usa, 2010, 106 min.

Usa, 2011, 107 min.

Usa, 2010, 115 min.

Voci di: Johnny Depp, Isla Fisher, Abigail Breslin, Bill Nighy

Cast: Mark Wahlberg, Christian Bale, Melissa Leo, Amy Adams

Never Let Me Go, Gran Bretagna/ Usa, 2010, 103 min.

di Gore Verbinski

di David O. Russell

Cast: Annette Bening, Julianne Moore, Mark Ruffalo, Mia Wasikowska, Josh Hutcherson di Lisa Cholodenko critica pubblico

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Jules e Nic sono due donne lesbiche che hanno concepito i loro figli Joni e Laser, grazie all’inseminazione artificiale, e hanno costruito un ambiente familiare rilassato e aperto. Compiuti 18 anni, Joni contatta la banca del seme per scoprire chi è il suo padre biologico, e scopre che si tratta del machista Paul. Nonostante l’opposizione delle due donne, la ragazza cerca di integrare Paul all’interno del nucleo familiare. Perché vederlo? Con un tema del genere, scadere nel banale sarebbe stato facilissimo. E invece la brava regista Cholodenko sorvola ogni dubbio e firma una commedia leggera e profonda, audace e garbata. Con un cast affiatato in cui la Bening fa la parte della leonessa.

critica pubblico

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critica pubblico

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Rango è un camaleonte che ha passato la vita a guardare il mondo dal vetro di un terrario. Catapultato nel vero e selvaggio West di cui aveva sempre fantasticato, lo scopre molto più crudele e corrotto di quello che pensava ed entra in piena crisi d’identità. Quando Rango viene nominato accidentalmente Sceriffo di Polvere (in inglese Dust), l’arido villaggio dove si trova, dovrà tramutarsi in quello che nemmeno un camaleonte può diventare: un vero eroe.

Dicky, orgoglio della working class di Lowell, Massachusetts, era destinato a diventare campione di boxe, se avesse trovato il modo di liberarsi dalla dipendenza dal crack. Diventato l’allenatore di suo fratellastro Micky, peso welter di medio valore, per aiutarlo finisce col metterlo in pericolo. I due fratelli si separano dolorosamente: Micky, grazie al sostegno di una barista innamorata, torna ad allenarsi, mentre Dicky in galera cercherà di ripulirsi. Da una storia vera.

Perché vederlo? Parodia del western che si stacca dalla media dei film d’animazione grazie al suo protagonista, tormentato ed esilarante. A prestargli la voce, il tenebroso Johnny Depp e, a orchestrare tutto quanto, c’è il regista de I pirati dei Caraibi, Gore Verbinski: due garanzie di successo.

Perché vederlo? Uno dei migliori film sulla boxe mai realizzati, che rifiuta agevolmente l’eredità dei vari Toro Scatenato e Rocky, grazie a una potente intuizione: una troupe della HBO che gira un documentario sui due fratelli, fatto peraltro vero. Cast eccellente, ma Christian Bale è un mostro di bravura.

Fnac ti porta al cinema! Acquista 1 libro + 1 dvd, per te 2 biglietti omaggio per I ragazzi stanno bene. Promozione riservata ai soci Fnac.

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Cast: Carey Mulligan, Keira Knightley, Andrew Garfield, Charlotte Rampling, Sally Hawkins di Mark Romanek critica pubblico

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L’amicizia tra Kathy, Ruth e Tommy nasce sui banchi di una scuola nelle campagne inglesi. Dietro l’apparente idillio in cui sembrano essere immersi, si cela un’atroce verità: sono dei cloni creati per donare organi. Diventati adulti, cercano di affrontare il loro passato, mentre il destino che li accomuna rende la loro amicizia sempre più difficile. Tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro. Perché vederlo? Opera seconda dell’ex regista di videoclip Romanek, una pellicola che utilizza il fantastico per parlare di temi etici. Allo spettatore che sa sospendere il giudizio sulla verosimiglianza, regala emozioni forti. Tra la Knightley e la Mulligan, spicca Garfield, prossimo Spiderman.


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WHAT’S NEW Videogames

Dead Space 2 (Visceral Games) Disponibile per: X-Box 360/PS3

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L’attesa dei maniaci dei survival horror può finalmente dirsi terminata. Un mese fa si parlava di Deadly Premonition, e del suo fascino old-school capace di riportare (almeno parzialmente) in vita emozioni rimaste ormai un antico ricordo. Magari sepolte da anni spesi a cercare di sfruttare le potenzialità delle console di nuova generazione - fatto che ha portato a un inevitabile accentuazione della perfezione tecnica della componente action lasciando morire aspetti ben più significativi del genere (trama e atmosfera in primis). I ragazzi del team Visceral - già vincenti tre anni fa con il

Genere: Survival Horror

primo episodio di Dead Space - sono riusciti a coniugare splendidamente le esigenze del videogiocatore moderno (elevati standard di grafica e sonoro e un gameplay fluido e veloce) con una storia tetra e alienante, che ti tiene con il fiato sospeso per più di dieci ore. La dinamica di gioco non si discosta più di tanto dal titolo che ha dato inizio alla serie: il protagonista Isaac Clarke viene controllato in terza persona, i combattimenti con i Necromorfi si basano pesantemente sulla precisione (un colpo piazzato ad arte consente di smembrare gli arti, rendendo la faccenda decisamente più gestibile) e l’avventura si sviluppa su un binario predefinito ma non per questo banale (che tradotto significa che non si sente la man-

canza di potere vagare a proprio piacimento, elemento che molti erroneamente ritengono debba esistere in tutti i giochi da Grand Theft Auto in poi). Ovviamente con il passare dei livelli la difficoltà aumenta, e bisognerà fare buon uso dei famigerati nodi energetici che consentono il potenziamento di tuta (difesa), armi (attacco) e stasi (attacco alternativo che consente di rallentare il tempo). L’ambientazione fantascientifica è lontana dalle atmosfere spettrali di Silent Hill o Alone In The Dark, ma il senso della parola “survival” è integro: per tutto l’arco della narrazione si avverte una sensazione di pericolo quasi claustrofobica, condizione necessaria per la buona riuscita di un gioco di questo tipo.

Killzone 3 (Guerilla Games) Disponibile per: PS3 Genere: Shooter

Stacking (Double Fine)

HHH

HHHH

Che da anni il mercato videoludico sia saturo di sparatutto in prima persona è cosa nota. Che prima o poi questa saturazione possa portare a un collasso, invece, è tutto da vedere. D’altra parte non occorre avere una laurea in economia per rendersi conto che l’offerta è intrinsecamente legata alla domanda: se è innegabile che molte persone sono disposte a mettersi alla prova e a impegnarsi per metabolizzare sistemi di gioco innovativi che riescano a rompere la monotonia, è altrettanto vero che moltissime altre non disdegnano la rassicurante comodità di una bella minestra riscaldata - soprattutto se riscaldata ad arte. Il terzo episodio di una delle esclusive più indovinate di Sony si presenta in maniera candida e serena: grafica imponente, effetti sonori da urlo, comparto narrativo solido e un sistema di gioco tanto scontato quanto perfetto. E allora datemi un divano, un mitra e milioni di nemici da trivellare e io per qualche ora sono un uomo felice.

Con lo scoccare del nuovo secolo Tim Schafer abbandonò la storica software house LucasArts per fondare la Double Fine. Il suo talento, venuto a galla con perle tipo Maniac Mansion, Monkey Island e Grim Fandango, venne subito riconfermato con Psychonauts (2005) e con il più recente Brutal Legend (2009). Stacking è l’ennesima dimostrazione di come accostare le parole “arte” e “videogiochi” non equivalga a una bestemmia. Nei panni di Charlie, la più piccola bambola di un universo di matriosche, dobbiamo farci strada in un mondo di ispirazione vittoriana per liberare i nostri familiari dalle grinfie di uno strozzino; la genialità del gioco sta nel fatto che nel corso dell’avventura l’unico modo che abbiamo a disposizione per risolvere gli enigmi è infilarci dentro altre bambole, sfruttando le loro peculiari abilità. Il livello di difficoltà è calibrato verso il basso, ma poco importa: la forza di questo titolo sta nell’idea e nei dettagli. Stiloso.

Blueglue consiglia:

Libri

Disponibile per: Xbox 360/Ps3

Titolo/Store

Genere: Puzzle/Adventure

Consigliato a chi...

Inazuma Eleven (Nintendo DS) ZHP Unlosing Ranger vs Darkdeath... (PS Network) Marvel vs Capcom 3 (PS3/Xbox 360)

...ha sempre sognato di far valere le proprie competenze in ambito RPG nel calcio (!!!). ...soffre di nostalgia di RPG in due dimensioni made in Japan. ...ha voglia di menare le mani come insegna Street Fighter.

A cura di Stefano Gilardino

David Sheppard

Wu Ming

Thomas Pynchon

On Some Faraway Beach (Arcana)

Anatra all’arancia meccanica

Vizio di forma (Einaudi)

(Einaudi)

(Non) musicista con i Roxy Music, sperimentatore sonoro, produttore (Talking Heads, David Bowie, U2 e Coldplay...). Brian Eno è la quintessenza dell’artista o dell’uomo rinascimentale, come lo definisce lo stesso Sheppard, che ha saputo raccontare in modo intrigante la vita di uno dei personaggi più influenti della cultura pop. E On Some Faraway Beach è il metodo ideale per attraversare oltre quarant’anni di rock dal glam alla new wave, passando per punk, elettronica, world music, ambient. Imperdibile!

Con un titolo che unisce la commedia all’italiana con il capolavoro letterario di Burgess (e cinematografico di Kubrick), il collettivo Wu Ming raggruppa in un’unica raccolta una lunga serie di suoi racconti apparsi altrove – in Rete, su antologie, alcuni inediti – e scritti nell’ultimo decennio. Si va dal comico al grottesco, al racconto di denuncia senza soluzione di continuità, ma con un filo comune che è quello delle anime degli scrittori che si celano dietro a questo nome collettivo.

ONSTAGE

60

MARZO

Dopo Salinger, Pynchon è il grande recluso della letteratura americana, autore di romanzi di culto assoluto come V. e L’arcobaleno delle gravità. E ora a 72 anni, del nuovo Vizio di forma, uscito lo scorso anno negli States ma tradotto solo ora. E, tanto per stupire, ancora, il grande Pynchon ci regala un noir in salsa chandleriana condito da donne fatali, hippy bolliti, violenza e colpi di scena. E un investigatore di nome Larry “Doc” Sportello, un nome che sembra uscito direttamente da un poliziesco anni Quaranta…


PRESENTA

MARLENE KUNTZ 04.03.2011 SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) Palariviera 05.03.2011 MILANO - Alcatraz 11.03.2011 ROMA - Alpheus 12.03.2011 BARI - New Demodè 13.03.2011 NAPOLI - Duel Beat 19.03.2011 MARGHERA (VE) - Marzo al Rivolta

24 GRANA 03.03.2011 ROMA - Alpheus

12.03.2011 FIRENZE - Auditorium Flog

04.03.2011 17.03.2011 LIVORNO - The Cage Theatre MILANO - Circolo Magnolia 05.03.2011 TORINO - Hiroshima

18.03.2011 MODENA - Off

19.03.2011 BRESCIA Latte + 26.03.2011 COLLE VAL D’ELSA (SI) Sonar

STATUTO

SIMONE CRISTICCHI

ROY PACI & ARETUSKA

18.03.11 TAVERNELLE DI PANICALE (PG) Arci Zion

04.03.2011 “li Romani in Russia” Milano - Teatro Franco Parenti

08.03.2011 TERMINI IMERESE (PA) Piazza Duomo / Carnevale Termitano 19.03.2011 ROMA - Teatro TendaStrisce 26.03.2011 BITONTO (BA) - Chiascia

05.03.2011 GIOIOSA IONICA (RC) Teatro Gioiosa Con GNU QUARTET

Big Fish S.r.l. Ripa di Porta Ticinese 63/A, 20143 Milano Tel: +39.02.36709352 Fax: +39.02.36709389 segreteria@bigfishent.it www.bigfishent.it www.facebook.com/bigfishent www.twitter.com/bigfishent

www.youtube.com/bigfishent www.myspace.com/bigfishlive


COMINGSOON aprile

I biglietti del tour di Jovanotti sono in vendita presso i negozi Fnac!

Jovanotti

G

iugno 1980. Umberto Cherubini presenta a un disc jockey di Cortona suo fratello, un ragazzo appena maggiorenne. Breve scambio di battute e per Lorenzo arriva la prima svolta: è il dj di Radio Foxes. Da lì, tutti lo vogliono e lui, nell’84, fonda Radio Jolly, primo segno dell’intraprendenza che lo porterà a vedere la tendenza musicale prima di tutti, sempre, e a farsi notare da Claudio Cecchetto, che rende Lorenzo uno dei personaggi di spicco di Radio Deejay. Ma “Joe Vanotti”, divenuto poi per errore del tipografo “Jovanotti”, non si accontenta: con suoni dance anni

live

80, bit a profusione e ritornello in loop, esordisce nell’87 con il singolo Walking, prima goccia di una pioggia di successi radiofonici. Nel 1988 arriva l’album Jovanotti For President con la hit Gimme Five che anticipa il boom del singolo La mia moto, 600.000 copie vendute, ultimo atto prima della svolta musicale del 1991: Una tribù che balla è, infatti, un disco nel quale per la prima volta Lorenzo filtra nei testi i temi dell’impegno politico e sociale, il cui sigillo è il singolo Cuore, in memoria di Giovanni Falcone. Nel ’97 L’albero sorprende critica e pubblico, con un suono intriso di musica etnica, world e un’approfondita

ricerca dei testi. Un leitmotiv che nel 2002 con il Quinto Mondo tocca l’apice della consapevolezza politica: il singolo Salvami è un pamphlet sulla necessità di giustizia nei confronti del Terzo Mondo. Tre anni dopo arriva la svolta “elettronica” con (Tanto)³, primo brano estratto dall’album Buon sangue. Il discorso elettronico viene accantonato con Safari - album dai suoni pop-rock che ha nelle ballate, A Te su tutte, il suo punto di forza - ma non è chiuso. Ora Lorenzo sorprende ancora, con 25 tracce istintive di cui 4 al limite della techno: ancora una volta, è tornato dal futuro.

16/04 Rimini, 19/04 Conegliano (TV), 20/04 Conegliano (TV) 22/04 Perugia, 23/04 Perugia, 26/04 Acireale (CT), 27/04 Acireale (CT) 29/04 Caserta, 30/04 Caserta Il tour continua, tutte le date su onstageweb.com

Ora è stato pubblicato in due versioni, una deluxe da 25 tracce e una seconda versione standard con 15, e ha debuttato al vertice della classifica degli album più venduti in Italia.

» 24 Grana 08/04 Bologna 22/04 Caserta 30/04 Padova » Belle and Sebastian 14/04 Milano » Marta Sui Tubi 01/04 Roncade (TV) 02/04 Bologna 08/04 Torino 09/04 Brescia 14/04 Lecce 15/04 Poggiomarino (NA) 16/04 S. Andrea (PG)

» Caparezza 01/04 Napoli 02/04 Rimini 08/04 Montesilvano (PE) 09/04 Senigallia (AN) 14/04 Venaria (TO) 15/04 Udine » Elisa 02/04 Brescia 03/04 Udine 04/04 Udine 6-7/04 Como 9-10/04 Torino 12-13/04 Ravenna 14/04 Cremona 16/04 Brescia

17/04 Bergamo 20-21/04 Verona 22/04 Trieste 26/04 Milano » Giovanni Allevi 01/04 Latina 03/04 Ancona 05/04 Bergamo 06/04 Genova 7-8/04 Milano 11/04 Ivrea 12-13/04 Bologna 15/04 M. S. Severino (SA) 18/04 Palermo 19/04 Catania 20/04 Ragusa

ONSTAGE

» Jamiroquai 02/04 Torino 03/04 Firenze » La Fame di Camilla 02/04 Firenze 16/04 Modugno (BA) 30/04 Aversa (CE) » Roger Waters 1-2/04 Milano 4-5/04 Milano » Verdena 02/04 Vicenza 22/04 Sestri Levante (GE) 25/04 Gallipoli (LE)

62

MARZO

27/04 Firenze 28/04 Napoli

15/04 Firenze 16/04 Bologna

» NESLI 02/04 Nonantola (MO) 08/04 Legnano (MI) 09/04 Roncade (TV) 30/04 Lecco

» gianna nannini 29-30/04 Milano

» Subsonica 01/04 Verona 02/04 Genova 07/04 Roma 08/04 Caserta 09/04 Bari 11/04 Torino 12-13/04 Milano

» Alessandra Amoroso 02.04 Eboli (SA) 05.04.11 Ancona (AN) 07.04.11 Torino (TO) 09.04.11 Bologna (BO) 10.04.11 Conegliano (TV) » Slayer e Megadeth 03/04 Roma 04/04 Padova


Marani Photo: Fulvio Bonavia

h 16.00

Nikki

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