WILCO | ROGER DALTREY | JAMES MORRISON | VIOLANTE PLACIDO | FINAL FANTASY XIII-2
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Anno VI, n.49 2 marzo 2012 www.onstageweb.com
Celebration LOU REED compie 70 anni. Tanti auguri a uno dei più grandi rocker della storia
Solo è bello
NOEL GALLAGHER
Il più tranquillo dei Gallagher viaggia da solo. Ma gli Oasis sono sempre lì...
Nuovi mondi
IL TEATRO DEGLI ORRORI
«L’immigrato è una sorta di figura eroica, oggi come ieri»
Dischi consapevoli
BRUCE SPRINGSTEEN
Il Boss torna a misurare la distanza tra sogno americano e realtà
LITFIBA Cover story
«Al giorno d’oggi le rockstar si preoccupano solo di decidere chi sia la più bella del reame. A noi invece interessa sottolineare la nostra orgogliosa appartenenza a un genere musicale che è uno stile di vita: il rock»
i sp i r ato a fat t i r e a l m en t e a c c a d u t i
“Il film che il Vaticano non vorrebbe mai che tu vedessi.” Naibe Reynoso, CARACOL RADIO 1260
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EDITORIALE
Magazine Registrazione al Tribunale di Milano n. 362 del 01/06/2007
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Redazione Francesca Vuotto
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Editorialisti Charlie Rapino, Mattia Odoli KEEP ON ROCKIN’. Tutti i più importanti festival della prossiama estate saranno all’insegna del rock. In Italia, grande attesa per l’Heineken Jammin’ Festival, che aprirà con i Red Hot Chili Peppers (05/07), di nuovo nel Belpaese dopo i concerti del dicembre 2011.
U
n articolo di Gino Castaldo pubblicato lo scorso 6 gennaio sul sito di Repubblica ha sdoganato anche in Italia il dibattito sullo stato di salute del rock. Secondo l’esperto giornalista (classe 1950) stiamo assistendo alla sua morte. Due i presupposti. In primo luogo, nel 2011 i dischi classificati nella categoria pop, per la prima volta in sette anni, hanno venduto più di quanto non abbiano fatto quelli rock, che occupano solo tre posizioni della top ten - la quota di mercato degli album r’n’r è la più bassa dal 2003. Poi, nota Castaldo, nessuno dei movimenti di protesta giovanili (occidentali) nati recentemente - dagli Indignados a Occupy Wall Street - ha adottato una canzone rock come inno/simbolo della battaglia. «I giovani trovano luoghi e ragioni per nuove proteste - scrive il giornalista - ma non esiste una colonna sonora che racconti di queste nuove esperienze. Il rock? Latita, è assente, così come sta scomparendo dalle classifiche, lasciando il posto a un dominio pressoché assoluto del pop commerciale». Le cause di questo disastro starebbero nella «mancanza di idee e progetti, il rock sembra incapace di rinnovarsi, cede il posto alla techno, ai lustrini fiammeggianti delle nuove iconiche dive pop». Gino è un grande, ma non condivido quasi nulla della sua tesi. Parliamo dalle classifiche, partendo da una facile considerazione: se si tratta della prima volta in sette anni, è già successo. E se è già successo, può essere un calo fisiologico. Immaginando un grafico, è una linea spezzata e non una parabola discendente. E comunque le chart, ormai, sono solo lo specchio dei fatturati dell’industria di settore, come ha sostenuto anche George Ergatoudis sul Guardian. Le vendite, digitali e analogiche, non rappresentano la totalità del consumo di musica. Vanno considerati il file sharing e il download illegale - ci sono leggi per ostacolare queste pratiche proprio perchè rappresentano una grossa fetta della torta. E poi le piattaforme di streaming, come Pandora e Spotify: attirano milioni di utenti nel mondo e crescono rapidamente. Infine bisogna metterci YouTube. Quando si vuole ascoltare un brano, il Tubo è la fonte prima. Così fan tutti, oggi. Non ho idea di quanti dischi o canzoni si ascoltino nei modi appena descritti per ogni album venduto, ma potrei scommettere che il rapporto è favorevole ai primi. Insomma le classifiche non sono attendibili.
Quanto alle proteste giovanili, Castaldo stesso specifica come «a sostituire certe modalità di condivisione siano oggi i social network». In passato le canzoni erano l’unico strumento per diffondere un messaggio: non era la “tecnologia” scelta, ma la sola disponibile. Un cinguettio non salva il mondo - come sostiene il giornalista con sarcasmo - semplicemente Twitter permette di raggiungere milioni di persone con uno sforzo di 140 caratteri. Quanto ci mette una canzone? Niente di quello che hanno oggi a disposizione gli indignati avevano gli hippie, i punk o i ragazzi con le camicie a quadri. Altrimenti l’avrebbero usato e il loro disagio non si sarebbe manifestato con il linguaggio della musica. È vero che «il sistema mediatico votato al consumismo più sfrenato incoraggia il popolo giovanile a considerare la musica come intrattenimento», ma questo è un discorso più ampio che non riguarda lo stato di salute del rock. Che è vivo e vegeto, altrimenti qualcuno mi spieghi come mai le grandi folle si radunano solo per i concerti rock: Muse, Foo Fighters, Red Hot Chili Peppers, Pearl Jam, Green Day, veterani come Springsteen e U2, senza dimenticare gruppi come i Metallica. Quale popstar è in grado di replicare i numeri di queste band? Anche Madonna fatica a riempire uno stadio - l’ultimo concerto a San Siro (nel 2009) fu un mezzo flop. Non è cosa da rap e non ci riescono tantomeno Katy Perry o David Guetta, che pure dominano le classifiche. Evidentemente per tantissimi giovani (e non solo) il rock continua a essere un fondamentale elemento di espressione e aggregazione. Come una volta. Più che al rock, mi sembra che manchino idee all’industria discografica. E forse sono i giornalisti cresciuti dentro schemi e modelli ormai obsoleti a non decifrare la capacità di sopravvivenza del r’n’r. È una fase di transizione - influenzata dalle tecnologie digitali che hanno totalmente modificato fruizione e produzione musicali - di cui è difficile prevedere l’esito. Ma se Dave Grohl dichiara il suo amore per Skrillex e i Foo Fighters si esibiscono ai Grammy con Deadmou5, qualcosa sta succedendo. Cambiano le regole, forse, ma il gioco è sempre lo stesso: il rock è un modo di stare al mondo prima ancora che una musica e sopravviverà, magari trasformandosi. Come diceva quel tale? Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma. Daniele Salomone
ONSTAGE
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MARZO
Hanno collaborato Guido Amari, Antonio Bracco, Blueglue, Massimo Longoni, Claudio Morsenchio, Gianni Olfeni,
Direttore marketing Luca Seminerio
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Ufficio commerciale Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com
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Onstage Magazine on tour marzo 2012
a Concerti
LITFIBA: 06/03 Mediolanum Forum, Milano; 10/03 Palalottomatica, Roma; LAURA PAUSINI: 18-19/03 Mandela Forum, Firenze; 27-28/03 Palaolimpico, Torino; NOEL GALLAGHER: 13/03 Atlantico, Roma; GIORGIA: 10/03 Palaolimpico, Torino; WILCO: 08/03 Alcatraz, Milano; JAMES MORRISON: 22/03 Magazzini Generali, Milano
a FIRENZE: Centro Commerciale I Gigli, Via San Quirico 165, Campi Bisenzio (FI) GENOVA: Via XX Settembre 46/R MILANO: Via Della Palla 2 NAPOLI: Via Luca Giordano 59 ROMA: Galleria Commerciale Porta Di Roma, Via Alberto Lionello 201 TORINO: Via Roma 56 - Shopville Le Gru, Via Crea 10, Grugliasco (TO) VERONA: Via Cappello 34
a Locali
MILANO Bar Magenta, Banghrabar, Biblioteca Sormani, Blender, Bond, Cafè Milano, Cargo Colonial Cafè, Cuore, Deseo, Exploit, Felice-San Sushi, Frank Cafè, Fresco Art, Grey Cat Pub, Huggy Bar, Ied, Item, Jamaica, Julien Cafè, Kapuziner, La Bodeguita del Medio, La Caffetteria, La Voglia Di, Le Coquetel, Le Scimmie, Lelephant, Magazzini Generali, Maxi Bar, Mom Cafè, Morgan’s, Pacino Cafè, Pharmacy Store, Refeel, Roialto Cafè, Salezucchero, Sergent Peppers, Skip Intro, Stardust, Sushi, The Good Fellas, Trattoria Toscana, Twelve, Union, Volo, Yguana ROMA Avalon Pub, Birreria Marconi, Cartolibreria Freak Out, Casina dei Pini, Circolo degli Artisti, Crazy Bull, Deja’Vu, Distillerie Clandestine, Express, Fata Morgana, Freni e Frizioni, Friend’s Art Cafè, L’Infernotto, Latte Più, Le Sorelle, Lettere, Cafè, Living Room Cafè, Locanda Atlantide, Micca Club, Mom Art, On The Rox, Open Music Cafè, Pride Pub, Rock Castle Cafè, Shanti, Simposio, Sotto Casa Di Andrea, Sotto Sotto, Tam Tam, Zen.O PADOVA Baessato Wine Bar
INDICE
rubriche
13 Jukebox L’atteso ritorno dei Wilco, il fresco vincitore di due Brit Awards Ed Sheeran e Violante Placido, protagonista del secondo atto di Ghost Rider.
34
Litfiba
Due incontri a distanza di poche settimane con Piero e Ghigo hanno confermato quello che il reunion tour del 2010 ci aveva lasciato intendere: i Litfiba sono tornati, nel segno del rock, per continuare il Sogno Ribelle cominciato tanti anni fa.
Laura Pausini
44 Rock’n’fashion
28
Noel Gallagher
47 What’s New
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Giorgia
Dopo gli Oasis, Noel corre da solo. Ci ha spiegato i segreti del suo progetto solista, con la solita ironia che lo contraddistingue. Senza escludere una possibile riappacificazione con il fratello.
Avevamo chiacchierato con la cantante romana prima dei due concerti-anteprima di Roma e Milano e lo abbiamo rifatto ora che parte il tour vero e proprio. Viva mamma Giorgia!
videointerviste
Tiziano Ferro Litfiba Marlene Kuntz Il Teatro degli Orrori Giorgia
Faccia a faccia con James Morrison e Il Teatro degli Orrori. Diversi modi di intendere la musica, ma stessa straordinaria intensità.
22
La più amata dagli Italiani, e non solo, torna nel nostro paese dopo i concerti a cavallo delle feste e il tour in Sud America. Parola d’ordine: stupire.
Onstageweb.com
16 Face To Face
facebook/ONSTAGE MAGAZINE twitter/ONSTAGEMAGAZINE
foto live
Giorgia Litfiba Noel Gallagher Korn Il Teatro degli Orrori
contest
ONSTAGE
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Lmfao Elio e Le Storie Tese Tommy (Roger Daltrey) Il Teatro Degli Orrori
Arriva la primavera e con essa il necessario cambio degli armadi. Suggerimenti per prepararsi alla stagione dove tutto rinasce.
Il ritorno di Bruce Springsteen e dei Cranberries, e nuove realtà come Lana Del Rey e il nostro Ila Rosso. E poi i film e i videogame del mese.
54 Coming Soon Forte dei risultati del suo ultimo album, Tiziano Ferro è pronto per gli spettacoli dal vivo. Numeri alla mano, un grande successo annunciato.
CELEBRATION
STILL ON THE WILD SIDE
Lou Reed compie 70 anni. Detta così, mette paura. Perché fatichiamo ad abituarci all’idea che i nostri eroi possano invecchiare. Ma poi, riflettendoci e sfruttando l’occasione per ripensare a quanto fatto durante una carriera che ha attraversato cinque decenni (!), la paura diventa gratitudine. Ancora oggi, il lavoro di Lou resta tra i più importanti e influenti del Novecento. di Stefano Gilardino
T
utto e il contrario di tutto, come il suo con- al pop al jazz, alla musica classica, fino alla più imtraltare britannico, quel David Bowie che prevedibile delle unioni, quella coi Metallica, amata e molto spesso ha incrociato la propria strada odiata in egual misura, come spesso gli è successo in con quella di Lou Reed, ex bad boy del rock carriera. Partito a metà degli anni Sessanta con i Velamericano, capace più volte di imprimere accelerazioni e vet Underground, assieme a John Cale, Maureen Tusvolte brusche alla storia della “popular music” del No- cker e Sterling Morrison, Lou ha consegnato ai posteri vecento. Così, su due piedi, viene da pensare alla rivolu- una mole di lavoro di statura artistica eccellente, anche zione copernicana dei Velvet Underground - conoscete in tempi più recenti, a dimostrazione di un talento che un gruppo non di successo più citato, venerato, imita- conosce pochi paragoni. to? - e ai legami con la Guardandosi inFactory di Warhol, a dietro, per celebrare Reed è passato indenne per oltre quattro quella combinazione i suoi settant’anni decenni, cambiando pelle, innovandosi e tra arte e musica, tra guardando indietro per smentire se stesso, (ma siamo certi che coolness e miseria, tra non lo farà), potrebbe passando dalle siringhe di Heroin fino alla scorgere dischi come depravazione e illupratica zen, dal rock al pop al jazz. minazione. E poi una Transformer, disco di lunghissima parabola glam rock prodotto solista, Walk On The Wild Side e quel “du du du dududu” per lui proprio dall’amico/rivale Bowie, Metal Machine che conosce chiunque, il ruolo di padrino e anticipato- Music, quattro facciate di rumore bianco equivalenti a re del punk. E il suo legame con l’Italia - c’è pure un un suicidio artistico, Berlin, capolavoro decadente, Street disco live interamente registrato a Verona nella sua infi- Hassle e New York, splendide opere dedicate alla città che nita discografia - con i lacrimogeni a Milano negli anni l’ha cresciuto e fatto diventare grande, Songs For Drella, Settanta. dedicato al mentore scomparso Warhol e composto in Reed è passato indenne o quasi per oltre quattro de- coppia con John Cale. cenni, cambiando continuamente pelle, innovandosi Un patrimonio artistico di rara bellezza, insomma, che è e guardando indietro per smentire se stesso, passando doveroso celebrare con il rispetto che si deve a un autendalle siringhe di Heroin fino alla pratica zen, dal rock tico campione. Auguri Lou.
Era il 2 marzo 1942...
...Quando Lewis Allan Reed nasceva a Brooklyn, New York. Ventiquattro anni dopo, Lou fondava i Velvet Underground insieme a John Cale, cominciando un escalation che l’avrebbe portato sui gradini più altri dell’Olimpo del Rock. L’avventura finisce dopo soli 4 anni: nel 1970 esce il suo (epo-
nimo) primo disco solista. La carriera di Reed è ancora oggi attivissima: giusto l’estate scorsa - pochi mesi prima di pubblicare il disco con i Metallica si è esibito all’Arena Civica di Milano, dimostrando di essere ancora il performer cha abbiamo imparato a conoscere. E non finisce qui...
ONSTAGE
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Lou Reed, Milano Jazzin Festival 2011 - foto: Francesco Prandoni
JUKEBOX
Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema
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A più di quarant’anni dall’uscita di Tommy, una delle rock opera più celebri, il cantante degli Who Roger Daltrey la riporta ad antico splendore.
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In concomitanza con l’uscita nelle sale cinematografiche del secondo episodio di Ghost Rider incontriamo la protagonista Violante Placido, che ci ha svelato i retroscena delle riprese.
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Uno dei gruppi più influenti della scena rock italiana - i Verdena - raccontati in Un mondo tutto differente.
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08/03 Milano, 09/03 Bologna
Dall’Inghilterra il nuovo astro nascente della scena musicale internazionale: Ed Sheeran.
Musica
EVVIVA INTERNET
Molti gruppi, anche quelli che sono esplosi durante l’epoca digitale, sembrano non avere una grande considerazione di Internet. O meglio dei risvolti della Rete sul loro lavoro. I Wilco stanno dall’altra parte e hanno talmente voglia di confrontarsi con il Web da tagliare i ponti con le etichette. Ci ha spiegato tutto Nels Cline, chitarrista della band di Chicago, a pochi giorni dai concerti italiani. di Massimo Longoni
l
’ultima volta che hanno suonato in Italia era sedevano, quanto da un certo scetticismo sul modus ope- da soli. «L’intenzione è di fare qualcosa di più coraggioso il 2010 e chi ha avuto la fortuna di assistere a randi delle etichette. «La maggior parte delle case disco- per affrontare quello che sta accadendo nel mercato discoquei concerti ne conserva ancora vivo il ricordo. grafiche di oggi sono molto lente a comprendere il mondo grafico, confrontandoci con Internet e il mondo del downI Wilco di Jeff Tweedy sono tra i pochi gruppi del download così come a capire cosa appassioni e fideliz- load» sottolinea. “Sinceramente ci sembra che nessuno capaci, negli ultimi 15 anni, di incidere un solco nella sto- zi la gente» afferma Cline. «Se parliamo di promozione, stia capendo le potenzialità che tutti questi sistemi hanno, ria del rock, con un album dall’importanza fondamentale preferiamo commettere degli errori in prima persona piut- sembra proprio che non sappiano cosa stia accadendo». come Yankee Hotel Foxtrot. E soprattutto sono tra i pochi tosto che vedere rovinato il nostro lavoro dalle decisioni di I cambiamenti a cui la Rete ha costretto il music busicapaci di dare senso compiuto alla parola “live” ogni volta qualcun altro». D’altro canto la band di Chicago è sempre ness hanno riportato i concerti al centro di tutto per chi che salgono sul palco. Tornano a marzo per due date sulla apparsa a proprio agio con le nuove tecnologie, per nulla fa musica. I Wilco si trovano particolarmente a loro agio scia del loro ultimo lavoro, The Whole Love, primo album timorosa di mettersi in gioco. «Ai tempi di Yankee Hotel in questa situazione. Ma ha ancora senso realizzare dipubblicato da indipendenti e caratterizzato da schi? Cline sembra non avere dubbi. «Il lavoro «Vogliamo fare qualcosa di coraggioso per affrontare in studio nella vita di una band come la nostra una notevole varietà stilistica. D’altro canto la quello che sta accadendo nel cosiddetto mercato libertà espressiva per il gruppo è qualcosa di irrappresenta una piccolissima parte, ma ciò norinunciabile almeno dal 2002. «È così da quannostante resta vitale» spiega lui. «Anche se oggi discografico. Perché, sinceramente, sembra che do la Reprise Records ci scaricò perché giudicadai dischi non si riesce a guadagnare per far sonessuno ci stia capendo nulla» va Yankee Hotel Foxtrot impossibile da passare pravvivere il gruppo e supportare i costi di un in radio» mi spiega il chitarrista Nels Cline al telefono. Foxtrot, il gruppo non aveva un contratto e per otto mesi - tour, ci piace farlo perché è grazie alle incisioni che la no«Quello è stato il momento esatto in cui il gruppo ha rea- durante il tour - ha lasciato l’album in streaming gratuito stra musica può essere in radio, nello stereo di un ragazzo, lizzato che poteva fare ciò che voleva. Quest’ultimo album su Internet » ricorda il chitarrista, che all’epoca non era in un negozio o in una macchina, contemporaneamente in è stato semplicemente una nuova o diversa versione della ancora entrato nella line up del gruppo. «Erano consape- diverse parti del mondo. Non credo che la gente smetterà nostra libertà espressiva». voli che in questo modo la gente avrebbe avuto modo di mai di registrare nuova musica. Da ragazzo, ascoltare Jimi La scelta di disfarsi dei contratti discografici per buttarsi ascoltarlo e decidere se poi acquistarne una copia fisica Hendrix o gli Yardbirds mi ha completamente trasformanella mischia da soli non è stata dettata dalla volontà di una volta uscito. Un’etichetta avrebbe qualche problema to, ma ero troppo piccolo per andare ai loro concerti: se li guadagnarsi l’indipendenza artistica, che i Wilco già pos- a ragionare in questo modo». Da qui la decisione di fare potevo avere con me era grazie ai dischi».
ONSTAGE
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JUKEBOX Cultura
Tommy, can you hear me? A distanza di oltre quarant’anni dalla sua uscita, la parabola di Tommy, una delle prime rock opera della storia, certamente la più celebre, suona ancora attuale e fresca. Per questo motivo Roger Daltrey, cantante degli Who, band che compose e incise quel capolavoro, ha deciso di farlo rivivere.
Cinema
ADRENALINA PURA
Esce il 23 marzo il secondo episodio cinematografico di Ghost Rider, con Nicholas Cage e la nostra Violante Placido. Come nel cartoon, azione e adrenalina sono gli ingredienti principali. Ce ne ha parlato proprio Violante, svelandoci i retroscena delle riprese. di Antonio Bracco
di Stefano Gilardino
S
ono cambiate moltissime cose da quando il doppio album Tommy, parabola di un ragazzo cieco, sordo e muto, messia suo malgrado, fece la comparsa nei negozi di dischi. Per esempio, a suonare quei pezzi c’erano Keith Moon alla batteria e John Entwistle al basso, entrambi scomparsi, mentre alla chitarra (unico compositore di tutto quanto) c’era Pete Townshend. Oggi, mentre Roger gira i palchi di mezzo mondo celebrando Tommy assieme ai suoi No Plan B - Simon Townshend (figlio di Pete) e Frank Simes alle chitarre, Jon Button al basso, Loren Gold alle tastiere e Scott Devours alla batteria - il vecchio sodale si gode il meritato riposo (ha un grave problema di tinnitus, il fischio costante alle orecchie) e prepara il suo comeback dal vivo con una nuova versione dell’altra sua rock opera classica, Quadrophenia, storia di un mod negli anni Settanta. Proprio questi due dischi, summa dell’abilità compositiva del chitarrista e della potenza di fuoco degli Who come collettivo, hanno segnato indelebilmente la storia del rock e rappresentano anche uno dei punti più alti per quanto riguarda i concept album, quei dischi in cui tutti i pezzi contribuiscono a raccontare una storia unica. Tommy, uscito nel 1969, arrivò qualche tempo dopo S.F. Sorrow dei Pretty Things, a cui va il primo premio in questa categoria. Nulla di paragonabile, però, all’impatto che ebbe il capolavoro degli Who dopo la sua uscita, un’impressionante allegoria del mondo moderno da cui fu tratto persino un omonimo film di successo nel 1975, diretto da Ken Russell e con lo stesso Roger Daltrey nella parte del ragazzo cieco, sordo e muto, campione di flipper. Saranno ben otto le date italiane - Padova, Genova, Torino, Trieste, Firenze, Roma, Milano tra il 9 e il 24 marzo - in cui sarà possibile ascoltare per intero Tommy e, come bis, un buon numero di pezzi storici degli Who, quelli che a un concerto del genere non possono mai mancare. Il tutto, ovviamente avallato anche da Pete in persona che ha dichiarato: «È fantastico vedere Roger che porta in concerto Tommy con la sua band. Il mio cuore e il mio spirito sono con loro e Roger ha il mio appoggio totale. Ha messo in scena dal vivo una versione eccezionale di Tommy, utilizzando la sua fedele rappresentazione del lavoro originale come ossatura di uno spettacolo che comprende anche altro materiale. È meraviglioso sentire come lui e la sua nuova band hanno saputo reinterpretare le vecchie canzoni degli Who».
L
a doppia anima, di cui una tormentata e maledetta. le funi d’acciaio. Finché non riuscivo ad aggrapparmi sul Il carisma di Ghost Rider risiede nell’aspetto più che tetto del camion. Adrenalina pura». Niente di tutto questo dark di questo eroe soprannaturale della Marvel non sarebbe stato fattibile senza un «fantastico reparto di apparso negli anni Settanta. La seconda versione cinema- stuntman dalla massima professionalità e passione». In tografica del fumetto, Spirito di vendetta, esce in sala con un’altra sequenza della stessa scena «mentre guidavo il non pochi avvicendamenti. Escluso il protagonista Nicolas camion, uno dei due registi si è agganciato alla mia portieCage, è cambiato il cast, gli sceneggiatori, le location e il ra con ai piedi dei rollerblade e in mano la videocamera. regista. A dirigere il film sono gli adrenalinici Mark Ne- Mi diceva “accelera, accelera!”, poi si staccava a camion in veldine e Brian Taylor, ma corsa per inquadrare i mosoprattutto è la nuova prota- «Ho girato una scena in cui guidavo un tociclisti che correvano dagonista femminile a mettersi camion insieme ad uno stuntman, lui vanti a me e li filmava fino in risalto. «Abbiamo tutti arrivare a pochi centimepremeva l’acceleratore, io mi occupavo ad qualcosa di simile a Ghost tri di distanza dalle ruote». di frizione volante e cambio» Rider. Nella vita ci troviamo Neveldine e Taylor hanno spesso di fronte a un bivio, infatti sfruttato al meglio le dobbiamo fare delle scelte, decidere se cadere in tentazio- loro riprese acrobatiche in funzione dell’impatto che può ne oppure no» racconta Violante Placido, spiegando che offrire il film al cinema, oltretutto in 3D. «Johnny Blaze è un anima fragile che scende a patti col Mentre il padre di Violante Placido è noto chi sia, forse diavolo per un nobile motivo, salvare la vita di suo pa- pochi sanno che la madre è l’attrice Simonetta Stefanelli, dre. Diventa inquietante e violento quando si trasforma indimenticabile ne Il Padrino nel ruolo della prima moglie nel teschio fiammeggiante». Dopo aver recitato accanto a di Al Pacino. Proprio Cage ha confessato di aver preso una George Clooney in The American, questo è un ulteriore sal- cotta per lei quando vide il film. Violante precisa che «non to di livello internazionale per l’attrice. Riguardo al nuovo è stata proprio una confessione quella di Nicolas, visto che partner di scena, Nicolas Cage, Violante conferma che «si l’ha detto durante un’intervista fatta di recente insieme» tratta di un attore molto professionale che sul set è concen- e che il personaggio di Apollonia «è rimasto nel cuore trato, parla poco, costantemente nel personaggio, mentre di molta gente, tanto che anche oggi continuano a scrifuori dal set è una persona tranquilla e sorniona, ma si ca- verle per dirglielo, ma d’altra parte Il Padrino è un film di pisce che è un imprevedibile con uno spirito rock’n’roll». culto, è nella storia del cinema». La storia della musica Durante le riprese, come la Hollywood degli action mo- invece attende il secondo album di Viola, come l’attrice vie insegna, gli attori non si sono risparmiati e la stessa Vio- ha scelto di firmarsi nella sua parallela carriera musicalante l’ha sperimentato sulla propria pelle. «Ho girato una le. “Ci sto lavorando” è tutto ciò che Violante si sente di scena in cui guidavo un camion insieme ad uno stuntman, confidare per ora, ma già ad aprile sarà possibile ascoltalui premeva l’acceleratore, io mi occupavo di frizione, re alcuni dei nuovi brani quando sarà in tour per aprire volante e cambio», ricorda l’attrice. «Poi con un’imbraga- i concerti di Mauro Ermanno Giovanardi. Figlia d’arte tura, alla giusta velocità, venivo tirata fuori dal finestrino sì, ma il talento non si eredita, si possiede. Violante se lo da Ghost Rider e prima dello stop rimanevo appesa a del- tiene stretto.
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JUKEBOX Cultura
TUTTO UN ALTRO MONDO
È davvero poco quello che filtra all’esterno a proposito del mondo dei Verdena, una band che ha sempre preferito far parlare la musica e i propri, bellissimi, dischi. Emiliano Colasanti, con il suo Un mondo tutto differente ha voluto scoprire cosa si cela dietro all’universo della rock band bergamasca. di Stefano Gilardino
C
omincia così Emiliano Colasanti, giornalista e autore del libro: «Quando Arcana mi ha proposto di scrivere un libro sui Verdena ho pensato che non avrebbe avuto senso fare qualcosa di tradizionale. Parlando con loro è venuto fuori che non si sarebbero trovati a loro agio con una biografia e per questo ho cercato di scrivere un libro diverso dal solito: parte da Wow, si concentra su quello che è successo durante la lavorazione, ma guarda oltre. È quasi un saggio, ma al tempo stesso è un libro che non cerca di dare spiegazioni». Vista la naturale ritrosia dei tre Verdena, dev’essere stato difficile riuscire a entrare nel loro mondo e, dopo, raccontarlo ad altri. «È stata la vera sfida, uno dei motivi per cui ho accettato di fare il libro. Non avevo rapporti pregressi con loro, ci siamo incrociati un paio di volte ma di base non ci conoscevamo, quindi mi sono avvicinato ai Verdena rispettando i loro spazi. Sono molto contento perchè si sono fidati e si sono lasciati andare».
Nonostante siano una band amatissima, i Verdena sono rimasti delle mosche bianche difficili da imitare. «Sono inclonabili essenzialmente per due ragioni. La prima riguarda il lessico dei loro testi. Spesso se ne parla come di un punto debole, ma la realtà dei fatti dice che solo Alberto Ferrari scrive come Alberto Ferrari e risulta credibile anche quando canta cose che in bocca di un altro farebbero ridere. L’altra ragione sta nel citazionismo musicale di cui non hanno mai fatto mistero. Nei loro pezzi si riconoscono i loro ascolti, sempre filtrati attraverso la loro personalità, e non è da tutti sapere maneggiare così bene la musica senza risultare la fotocopia della fotocopia». Cosa c’è nel futuro dei Verdena? «Dai Verdena mi aspetto di tutto. Col senno di poi, non hanno mai sbagliato un disco. Ma il salto compiuto con Requiem e Wow è impressionante. Quei due dischi sono uno lo specchio dell’altro. E sono davvero compiuti. Proprio Wow è il mio preferito, perché mi rende davvero curioso per quello che potrebbe accadere in futuro».
Musica
Save Your Face
Si fanno chiamare “0” e “1” come i simboli del codice binario e indossano maschere da saldatore. Il blues è la colonna sonora del loro verbo. Cosa si nasconde dietro al progetto The Cyborgs? 08/03 Messina, 09/03 Siracusa, live 10/03 Modica (RG), 11/03 Catania di Marcello Marabotti
M
aschere da saldatori e “profilo” digitale. Realtà e iperrealtà insieme. Passato e futuro, blues e lavoro. La maschera non va vista come tale, in realtà è uno strumento di lavoro e per noi la musica è un lavoro. Tutto va visto nell’insieme: le maschere non sono un modo per nascondersi o scappare ma sono il volto attraverso cui esprimiamo il nostro lavoro, cioè la musica, cioè il blues. Di cosa è fatto il vostro electrofunkblues? E quanto conta il passato per descrivere il futuro? è una delle etichette che ci hanno dato, non siamo noi a chiamarci così. Altri ci hanno definito post-atomic-blues, altri ancora electro-rock-blues, ma per noi è solo blues. Cerchiamo le radici nel passato e le riproponiamo attraverso la vi-
sione che abbiamo dai nostri elmetti. Nel passato c’è la chiave per comprendere il futuro. Il blues è la matrice da cui si può codificare tutta la musica ed è col blues che comunichiamo il nostro messaggio: «Save your face». Si dice che i vostri live siano esperienze ai confini della realtà. Il sudore dei concerti, però, è molto poco digitale. Non abbiamo mai parlato di digitale. Amiamo il live e cerchiamo di rimanere radicati nell’analogico. Il codice binario per noi è solo un modo per comunicare e lo abbiano scelto perché rappresenta l’inizio e la fine dell’uomo: 0 e 1. Con dei saldatori, non possiamo evitare l’argomento “crisi”. Si può risolvere con un codice binario? E se sì, quale? La crisi l’abbiamo risolta, siamo in 2 ma lavoriamo per 4.
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London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico
Crisi di coscienza
(... a Rapino piacciono gli One Direction?)
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n senso di conforto mi assale mentre nello specchietto retrovisore della mia MG RV8 vedo allontanarsi il segnale della frontiera italiana. È mattina presto, sciolgo i cavalli e mollo l’autostrada per imboccare le curve della Turbie, di munariana memoria (Sandro Munari, cinque volte vincitore del Rally di Montecarlo con la Lancia). Mi lascio dietro Sanremo. Si, ho ceduto alla tentazione trascinato dal fottuto Gary Go. Dovrei dire qualcosa? Non lo so. In realtà sparare su Sanremo è assurdo come dare multe per eccesso di velocità sul circuito di Indianapolis. Il Festival, in quanto servizio sociale, ha l’obbligo di prestarsi allo smerdamento! Quest’anno hanno premiato un pezzo di Cultura Giovanile. Che contraddizione: un giovane mica può essere colto e pure cazzone, no? In ogni caso la Cultura Giovanile ha trionfato a Sanremo con gli One Direction (chi pensa che abbia vinto Emma ha visto un altro programma). Sanremo Social: Cultura Giovanile? Conosco quei fetidissimi sbarbi! Arrivano da X Factor pure loro! X Factor, Cultura Giovanile... La sera prima, al Royal, mentre un Vodka Martini si beveva me e Senardex (Stefano Senardi), il manager degli One Directon mi rifila il loro cd. Mi dice «tanto lo so che non lo ascolti» mentre una masnada di urlanti sbarbe post puberali assalivano la lobby e il gruppo. Le Sbarbe: Cultura Giovanile. Se solo l’albino Albione maledetto sapesse quello che sarebbe accaduto il mattino dopo! Il vecchio proprietario del RV8 ha lasciato un cd dei Jethro Tull dentro il lettore, Thick As A Brick. Quella sì che era Cultura Giovanile! Due pezzi, quarantacinque minuti. Un delirio. Ascoltare quel disco al mattino ti fa sentire come Willard in Apocalypse Now. Come del resto guidare come un folle (e senza ABS) questo modello MG costruito su un telaio meccanico del 1973 e un V8 sovrapotenziato - eroga 200 cavalli a 3500 RPM. La MG RV8: non è certo Cultura Giovanile. Al terzo assolo di flauto di Ian Anderson e al terzo tornante da urlo in piena terza tolgo Thick As A Brick e infilo il cd degli sbarbi. Oh my God! i primi quattro pezzi sono tutte hit. HIT, HIT, HIT, HIT! Sono in dissociazione mentale, non ci capisco niente: mi diverto, mi piacciono e non so il perché. Sarà forse il V8 Rover? O la Cultura Giovanile? Che faccio smetto pure di scrivere? La Cultura Giovanile: roba da repubblica, roba da democrazia?
JUKEBOX Musica
WONDER BOY
La parabola del self-made-man non è un’esclusiva degli States. Ed Sheeran arriva dall’Inghilterra, ha 21 anni e, partendo dal nulla, è arrivato fino ai Brit Awards, vincendo i premi come “Miglior artista britannico” e “Migliore emergente”. In attesa di scoprirlo dal vivo, lo abbiamo incontrato. di Guido Amari
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l sospetto di essere sulla strada giusta potrebbe anche arrivare con una telefonata, specialmente se all’altro capo del filo c’è Sir Elton John in persona. «Per fortuna mi avevano avvisato, altrimenti avrei pensato a uno scherzo! Come fai ad aspettarti che Elton John telefoni a un perfetto sconosciuto per complimentarsi? E la cosa incredibile è che il disco che l’ha convinto a fare quella chiamata è l’Ep che ho registrato in collaborazione con alcuni artisti britannici di dubstep, non certo un lavoro facile o pop. Evidentemente doveva essere un lavoro piuttosto buono». Il giovanissimo Ed non ha tutti i torti e ancora oggi si riesce a leggere la meraviglia nei suoi occhi, quella di un chitarrista e cantante che, da solo, si è ritagliato un consistente spazio in cima alle chart, prima con alcuni Ep autoprodotti e disponibili solo in digitale, ora con un disco di debutto intitolato semplicemente +, uscito per una major. «Ero giunto al massimo livello possibile come indipendente, non sarei riuscito a ottenere di
più senza il supporto di una vera e propria etichetta. Però, sono felice di aver firmato un contratto grazie alle mie precedenti esperienze, non sono un esordiente che accetta qualunque cosa ma un artista che ha ben chiara la propria strada». Per arrivare a questo punto sono state necessarie una chitarra, la sua voce e un’attitudine lavorativa che ha molto in comune con quella dei gruppi punk piuttosto che col dorato mondo del pop. «Una volta sono riuscito a suonare più di 300 concerti in un anno, avevo letto che Van Morrison ne aveva fatti altrettanti e cercavo di battere uno dei miei idoli», racconta col sorriso sulle labbra. «Non sono abituato a dormire in un letto, il divano è la mia vera casa e ne avrò cambiati a centinaia, uno per ogni notte passata a suonare. Va bene ovunque, in qualunque occasione, mi basta la mia chitarra e sono pronto, anche se riempire la 02 Academy di Londra, come è successo di recente, è una soddisfazione enorme. Ora posso partire alla conquista del resto del mondo».
Agenda
LIVE
Gli appuntamenti imperdibile di marzo selezionati per voi da Onstage.
BUD SPENCER BLUES EXPLOSION 01/03 Milano, 02/03 Fosdondo di Correggio (RE), 03/03 Torino, 04/03 Marostica (VI), 09/03 Arezzo, 10/03 Roncade (TV)
JAMES BLAKE 30/03 Milano, 31/03 Bologna
KORN 18/03 Milano
Cultura
L’altra metà del rock
Grazie a Jessica Dainese (e alla regia del veterano Oderso Rubini) finalmente possiamo leggere la parabola del rock al femminile anche in Italia. Le ragazze del rock (Sonic Press, 20 euro) è l’ottimo risultato di una lunga ricerca condotta sul campo. di Stefano Gilardino
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e regine le conoscete tutti: Patti Smith, Janis Joplin, Tina Turner e così via. Sono i nomi che saltano sempre fuori quando si discute di rock al femminile, ma raramente si fa riferimento a modelli italiani, anche e soprattutto nel nostro paese dove molti ancora ignorano come la componente “rosa” abbia rappresentato un modello a cui ispirarsi. La brava Jessica Dainese ha cercato, nelle oltre 200 pagine di questo suo libro, di tracciare una storia parallela a quella più conosciuta del rock italiano, partendo dalla prima sparuta rappresentanza di donzelle in epoca beat. Il vero punto di svolta arriva con lo scoppio del punk e della new wave – in rappresentanza
ecco interviste e storie di Kandeggina Gang (con una giovanissima Jo Squillo), Clito e Remote Control – per poi passare all’hardcore di Antigenesi e Raf Punk e via via con moltissime altre band. Impossibile citare l’enorme mole di nomi presenti all’interno di questo libro, ma è importante segnalare come siano stati presi in esame sia i gruppi più importanti dell’underground italiano (Le Bambine Cattive, Mumble Rumble, Lilith) sia i singoli personaggi che militano in band miste, da Roberta Sammarelli (Verdena) a Cristina Scabbia (Lacuna Coil). A completare il tutto, un ottimo corredo fotografico e una discografia consigliata tutta al femminile.
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MARZO
LA FAME DI CAMILLA 10/03 Milano, 14/03 Brescia, 16/03 Catania
PINO DANIELE 24/03 Cesena, 29/03 Catania, 31/03 Napoli
FACE2FACE
I biglietti del tour di James Morrison sono in vendita presso i negozi Fnac!
JAMES MORRISON
Giunto al terzo disco, James Morrison poteva scegliere se virare verso il pop da classifica oppure proseguire dritto sulla via maestra del soul. Ha scelto la seconda opzione: non può fare a meno di assecondare il proprio istinto e comporre musica senza pensare a nient’altro che alla propria personale soddisfazione. E così The Awekening in classifica ci è andato, eccome, e lui ha mantenuto la sua integrità artistica. Ecco la nostra chiacchierata con James.
live
di Gianni Olfeni
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22/03 Milano
he Awakening è un titolo evocativo. Quali proprie le canzoni, non voglio imporre nulla. ho capito cosa posso e cosa non posso fare, so cosa funesperienze hanno ispirato il “risveglio”? In ogni caso c’è un grosso stacco rispetto ai temi af- ziona e cosa no. Ma in generale su questo disco la mia Ho composto l’album durante un periodo del- frontati in passato. Prima era tutto legato alle tue rela- voce è migliore per merito delle canzoni. Più le canzoni la mia vita in cui sono accaduti fatti importan- zioni, ora ti sei concentrato su altro. È una scelta consa- sono belle, più è facile cantarle. Perché non devi sforzarti ti. Mio padre è morto e ho avuto una figlia. Sono cose che pevole oppure è semplicemente andata così? per comunicare, le emozioni vengono fuori da sole. ti cambiano per sempre. Ma il titolo evoca anche una mia In passato c’ero sempre io che trovavo me stesso e altre Si dice che il terzo disco sia il più difficile per un artipresa di posizione rispetto a certi temi. Diciamo che vole- persone. Scrivevo di relazioni perché erano le cose mi- sta. Hai sentito la pressione? vo fosse un disco ricco di significato. Lo volevo anche per gliori che mi stavano capitando: era tutto ciò che contava Sapevo che tutti si aspettavano molto da me, ma non mi i miei precedenti lavori ma forse non sapevo come fare, nella mia vita, non potevo fare altrimenti. Ma con questo sono sentito sotto pressione finchè sono rimasto concennon avevo i mezzi e soprattutto l’esperienza per realizza- disco volevo parlare di altro, di quello che riguarda la trato sul processo creativo. Ora che ho finito, diciamo che re pienamente quello che c’era dentro la mia testa. crescita di un individuo. L’ho fatto con totale consape- sono più agitato: ho dato anima e cuore per questo diLa morte di un genitore e la nascita sco, ci ho messo tutto quello che avevo! di un figlio sono eventi che scatenano Ma la verità è che sono entrato in studio «Per lasciare la mia famiglia e promuovere la mia musica emozioni totalmente opposte. Quale dei per sentirmi ancora bene con me stesso in ho bisogno di crederci moltissimo. ‘Fanculo se non piace! due è maggiormente presente nei brani termini artistici. E ora che è successo, la Preferisco un insuccesso piuttosto che un successo dell’album? pressione mi spaventa poco. Sono pronto. con qualcosa in cui non credo» Quando è mancato mio padre volevo Avanti, fatevi sotto! suonare quello che mi ricordava i moNon sembra preoccuparti più di tanto menti passati con lui e ascoltavo solo gli artisti con cui volezza semplicemente perché scrivo di quello che mi il giudizio del pubblico. sono cresciuto, tipo Steve Wonder o Van Morrison. Ho accade nella vita. La mia unica preoccupazione è incidere qualcosa in cui cercato di inserire nell’album molti riferimenti a quelle Nonostante il tuo stile sia perfettamente riconoscibile, credere, qualunque sia il sound. Per lasciare casa mia, la musiche perché mi facevano sentire bene, mi conforta- mi sembra che The Awakening abbia un sound diverso mia famiglia e uscire a promuovere il disco o suonarlo in vano. Sicuramente il senso di perdita è molto presente dai dischi precedenti. Di cosa si tratta? giro per il mondo ho bisogno di crederci moltissimo. Alperché scrivevo più facilmente di quel momento. Però Il fatto è che abbiamo lavorato molto per dare al disco la trimenti chi me lo fa fare? Spero che piaccia ma ‘fanculo non ho mai voluto fare un album triste, anzi mi interes- stessa vibrazione del live. Volevo un suono che fosse il se non piace! Preferisco un insuccesso piuttosto che un sava che fosse allegro e vivo. Volevo catturare la tristezza più simile possibile a quello dei concerti, era l’obiettivo successo con qualcosa in cui non credo. ma anche far passare un messaggio di speranza. Credo fin dall’inizio e non ci siamo distratti finchè non è stato Ho letto da qualche parte che sei un grande fan di Brudi esserci riuscito. raggiunto. Sono tutte canzoni pensate per essere suonate ce Springsteen. Merito della paternità, che ha portato in pareggio la dal vivo e incise con quel feeling. Tutto il resto è venuto L’ho visto recentemente a Los Angeles e amo il modo bilancia emotiva. dopo. in cui è parte della band. Detesto i cantanti che mettoCerto, anche se non parlo quasi mai di mia figlia nelle Parliamo della tua voce. Trovo che sia ulteriormente no i musicisti in un angolino in fondo al palco, come se canzoni. Trovo piuttosto difficile mettere dentro un testo maturata. si dovessero vergognare di essere lì. Springsteen non quello che provo per lei. Mi fa stare così bene che è qua- Sicuramente c’è stata una crescita. Nel primo disco la mia è quel genere di artista. Anche a me piace essere parte si impossibile trovare parole che siano sufficientemente tecnica vocale non era molto buona, non mi controllavo della band, è per questo che amo i live. Mi fanno sentire positive per descrivere quelle emozioni. The Awakening del tutto. Nel secondo stavo ancora imparando, soprat- uno del gruppo, che poi è quello che ho sempre sognato parla sicuramente di come ci senta a diventare padri, ma tutto dovevo conoscere i miei limiti e le potenzialità. di fare. In tutta onestà avrei voluto suonare in una band in realtà preferisco che chi ascolta abbia la libertà di fare Adesso le cose vanno meglio, in questi anni di concerti piuttosto che da solo.
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PARTECIPA AL CONCORSO Medusa e Onstage Magazine ti regalano la fantastica opportunità di vincere 10 biglietti per l’anteprima del film Ghost Rider Spirito di vendetta a Milano e Roma. Per partecipare rispondi alle seguenti domande:
1 Quali sono i ruoli interpretati nel film
da Nicolas Cage?
2 Quali note case motociclistiche sono presenti
all’interno del film?
3 In quali nazioni è stato girato il film? COME PARTECIPARE
Per partecipare invia una mail a contest@onstageweb.com. Indica come oggetto “Ghost Rider”, scrivi le risposte esatte e i tuoi dati: - nome - cognome - numero di cellulare - indirizzo - età
Ricordati che potrai giocare una volta sola per ogni persona e l’indirizzo e-mail deve essere esistente ed attivo. Nel caso contrario la giocata sarà annullata. Ogni biglietto è valido per 2 persone.
O N I F A P I C E T PAR O Z R A M 1 2 L A
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I biglietti del tour del Teatro degli Orrori sono in vendita presso i negozi Fnac!
IL TEATRO DEGLI ORRORI Sono tornati con un disco, il terzo in carriera, dopo il successo incredibile di A sangue freddo. Il mondo nuovo, questo il titolo, sposta le ambizioni del quartetto ancora più in avanti, come ci spiega nell’intervista il cantante Pierpaolo Capovilla.
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di Stefano Gilardino
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02/03 Pordenone, 03/03 Brescia... Il calendario completo del tour del Teatro degli Orrori su onstageweb.com
l mondo nuovo è un concept album dedicato al Ti dico la verità, anche io quindici anni fa, agli albori della nella musica italiana. Il vostro album doveva intitolarsi tema dell’immigrazione, argomento quanto mai Liga Veneta, come si chiamava da noi, sottovalutai la cosa Storia di un immigrato, omaggio alla Storia di un imcaldo e attuale. Come mai proprio quello e come pensando che fosse semplicemente un fenomeno inter- piegato di Fabrizio De Andrè. mai addirittura un disco “a tema” come quelli de- stiziale della politica italiana che si sarebbe esaurito di lì Il presupposto iniziale era quello di fare una sorta di gli anni Settanta? a poco. Invece, nonostante un forte sentimento razzista paragone fra l’impiegato degli anni Settanta e la figuSono affascinato dalla figura dell’immigrato, stimo molto - prima contro i terroni poi Africani, Albanesi, Slavi, Zin- ra odierna dell’immigrato, e in generale del lavoratore: chi lascia la certezza di una vita per buttarsi a capofitto gari -, la Lega è finita al governo e ha fatto vivere all’Italia entrambi erano e sono dei precari costretti a trattamenti verso l’ignoto, deciso a lottare per affermarsi. Non credo un periodo davvero terribile. Sono convinto che prima o spesso infami che mortificano la loro condizione. La fidi esagerare se dico che quella dell’immigrato è una sorta poi il nostro paese capirà quale errore è stato quello di gura dell’immigrato, che lascia tutto quanto possiede nel di figura eroica del mondo moderno. Io non ho mai pro- aver dato fiducia a gente del genere, ma toccherà comun- proprio paese e nella propria città per ricostruirsi una vita vato sentimenti simili a chi lascia tutto per cercare fortuna que ricostruire sulle macerie che ha lasciato. altrove, è simile a quella di colui che decide di restare e di altrove, ma nonostante sia veneto, sono nato e cresciuto a Ci siamo scordati di parlare del concept album. Tra lottare per i diritti che gli spettano. È un messaggio molto Varese perché mio padre si era trasferito semplice quello che emerge da Il mondo «È un messaggio molto semplice quello che emerge lì in cerca di lavoro. nuovo ovvero che siamo tutti uguali, con Moltissimi veneti si sono trasferiti in esigenze e aspirazioni comuni. In ogni da Il mondo nuovo ovvero che siamo tutti uguali, Lombardia e Piemonte, specialmente necaso, dopo l’entusiasmo iniziale, ci parecon esigenze e aspirazioni comuni» gli anni Sessanta... va un po’ fuorviante chiamare il disco in A quel tempo, la mia era ancora una regione post-rurale l’altro in uno dei pezzi, Martino, citi Selling England By quel modo. Detto ciò, io personalmente temo molto De e con scarse possibilità d’impiego, soprattutto nel campo The Pound dei Genesis, un gruppo che di dischi a tema ne Andrè, tanto per chiarire non farò mai una sua cover, così siderurgico e metalmeccanico. Mio padre faceva il fondi- ha fatti eccome. come di Leonard Cohen o Tom Waits. Meglio lasciarli tore, uno dei lavori più infami che si possa immaginare, e Nonostante non si senta nella nostra musica, io sono cre- dove stanno, per me sono intoccabili. quindi si spostò in Lombardia per cercare un’occupazio- sciuto con il rock degli anni Settanta, anche quello prog Nel disco, più precisamente in Doris, omaggi invece ne. In quel periodo ci fu una grande immigrazione inter- come Genesis e King Crimson, di cui ammiravo sia la un altro dei tuoi riferimenti musicali, Steve Albini (Big na dal sud al nord, ma anche dall’est all’ovest. Il Veneto si musica, che le liriche che, specialmente, la parte artistica. Black, Rapeman, Shellac). è arricchito molto più tardi, dalla metà dei Settanta in poi, Le copertine di quei dischi erano meravigliose, pensa Esatto. Doris condivide con il pezzo di Albini il titolo e con la nascita e crescita della microimpresa che ha imme- proprio a Selling... o a The Lamb Lies Down On Broadway. buona parte del testo. Quel brano mi piace moltissimo, diatamente portato benefici ma che sul lungo termine si è Anche per questo motivo abbiamo scelto di mettere ma non avevo mai fatto attenzione alle liriche e, quando dimostrata un fallimento o quasi. È la dimostrazione che un’opera d’arte sulla cover, un quadro straordinario di l’ho tradotto per pura curiosità, ho scoperto che Albini progresso economico non significa anche progresso socia- un artista biellese, Roberto Coda Zabetta. Volevamo che non è solo un chitarrista fenomenale e un produttore di le e culturale. Il mondo nuovo fosse un lavoro ricco e completo in ogni fama mondiale, ma pure un autore di tutto rispetto. Ho Lombardia e Veneto sono le due regioni in cui si è radi- suo aspetto. voluto omaggiarlo perché troppo spesso ci si sofferma cato con maggior tenacia il fenomeno della Lega Nord. L’ispirazione però non sta nel prog rock inglese, ma solo sulla musica di queste band e non sui contenuti.
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Partecipa entro il 15 aprile!
CTS e WienTourismus vogliono te! Partecipa al Casting e potrai diventare uno dei tre testimonial CTS della prossima campagna promozionale di V ienna, Vienna, rivolta a tutti i giovani italiani. Tutte le informazioni su www.3pervienna.it
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Laura Pausini
Come non l’avete
MAI VISTA
Inedito non è solo il titolo dell’undicesimo album della Pausini. È una sorta di progetto artistico che riguarda anche e soprattutto lo spettacolo che la cantante romagnola sta portando (e porterà) in giro per l’Italia e il mondo intero. Affidandosi a un team di altissimo livello e mostrando una grinta che forse non tutti conoscevano, Laura ha deciso di stupirci. Ce lo siamo fatti raccontare prima che riprendessero i concerti italiani. di Francesca Vuotto - foto: Julian Hargreaves
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a più amata dagli Italiani. Se dovessimo de- ci non solo per l’atmosfera e il momento in cui si sono provato tutto in ambito live. E invece no, tanto per citare finire Laura Pausini per presentarla a qual- tenuti, ma anche perché, come ci ha raccontato Laura la Pausini stessa. Scambiando con la cantante qualche cuno che non la conosce (ma chi?), prendere stessa rispondendoci via mail da chissà quale parte del chiacchiera sulle altre tappe che si prepara ad affrontare in prestito quel famoso slogan pubblicitario globo, «sono state occasioni speciali in cui ho eseguito nella nostra penisola - a partire dal 2 marzo, quando si sarebbe una buona idea. Non è un’esagerazione: mentre performance inedite che non ripeterò più». esibirà ad Ancona - vengono a galla i dettagli che racsul fronte maschile si può trovare più di un pretendente La più amata dagli Italiani è anche la più amata e ba- contano le novità di questo tour rispetto ai precedenti. allo scettro - anche se, va detto, Vasco ha un certo van- sta, come dimostrano i dati che arrivano dal resto del taggio sugli altri - su quello femminile la regina è lei. mondo. Per esempio dal Sud America, dove la Pausini TOP TEAM Basta un semplice dato per dimostrarlo: undici concerti ha concluso un giro di concerti che hanno registrato nu- Lo spettacolo (chiamarlo concerto sarebbe riduttivo) è sold out di fila. E stiamo parlando solo di per la prima volta prodotto dalla Pausini una parte, quella iniziale, della sua tournée. «Prima ho scelto la scaletta musicale e poi, con più celebre insieme a sua sorella Silvia e Oltretutto si tratta di undici live concentrati si articola in cinque fasi, che riproponi miei collaboratori, ho deciso di suddividere lo in due sole città, Milano e Roma. E poi non gono altrettanti stili musicali. I momenti show in vari momenti per scenografie e colori. ci stiamo riferendo a un qualsiasi periodo pop, rock, orchestrale, acustico e, addiE così è nata l’idea dei costumi ad hoc» dell’anno, ma a Natale e Capodanno, quanrittura, dance offrono al pubblico oltre do la neve e il freddo fanno passare la votrenta brani. Una scaletta lunghissima in glia di uscire anche ai nottambuli incalliti e i cenoni con meri simili a quelli italiani. In questo caso stiamo par- cui compaiono tutti i suoi successi - i brani che la gente parenti, amici e colleghi sono una morsa che ci tiene in- lando di dodici show per cui è stato esposto il cartello vuole ascoltare sempre e comunque - senza dimenticare trappolati nel salotto di casa per almeno un paio di setti- “tutto esaurito”, con oltre 80.000 biglietti venduti. Che ovviamente gli ultimi arrivati di Inedito. Per rafforzare mane. Con queste premesse è partito l’Inedito World Tour corrispondono ad altrettante persone che, come ama visivamente l’avvicendarsi delle canzoni, che restadi Laura Pausini. Più di 100.000 persone hanno affollato ripetere in proposito Laura, «vorrei ringraziare tutte, no comunque il centro di gravità dello show, Laura si il Mediolanum Forum e il PalaLottomatica a cavallo del- una ad una, per l’affetto dimostrato nei miei confron- è affidata a un team di lavoro totalmente nuovo: prole feste, Natale, 31 dicembre e giorno dell’Epifania com- ti». Cifre da capogiro: alla soglia dell’undicesimo disco, fessionisti di levatura mondiale che hanno dato vita a presi. Fortunati loro, perché si è trattato di eventi uni- lascerebbero pensare a un’artista che ha già esplorato e uno spettacolo da cui emergono costantemente rimandi
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Laura Pausini
Nintendo & Laura
Nintendo ha seguito il tour di Laura Pausini, ecco cosa ci ha raccontato Alessandro Carpignani, Sales Director Italian Subsidiary di Nintendo. Nintendo è da tempo vicina alla musica live. Cosa unisce il mondo dei videogiochi e quello dei concerti? Emozione, una parola in cui si racchiude il sapore della vita. Sono proprio le emozioni, come l’entusiasmo, ad avvicinare questi due mondi. È una strategia che Nintendo perseguirà anche in futuro? Sicuramente sì, come dicevo si tratta di universi affini, se il cantante o il gruppo è in linea con gli obiettivi di target dell’azienda, i concerti sono un momento di ottima visibilità. In cosa consiste l’esclusiva console Nintendo 3DS realizzata appositamente per festeggiare Laura Pausini*? Laura rappresenta l’Italia nel mondo e la sua musica è unica. Per questo abbiamo pensato di renderle omaggio, creando una console davvero speciale dove sono stati inseriti contenuti esclusivi dedicati a questa grande artista. Tecnologia e musica si fondono. Che cosa ti ha colpito di Laura? è una persona davvero coinvolgente, capace di emanare energia allo stato puro. Forte ma sensibile, trasferisce nella musica tutta la sua passione per la vita. Qual è la canzone che preferisci nell’ultimo disco della Pausini, Inedito? Sicuramente Benvenuto è un brano che regala grandi emozioni, ed è per questo che è stato scelto come contenuto speciale caricato sulla console Nintendo3DS. * Console in edizione limitata non in vendita
all’arte e alla cultura italiane, quindi alle radici di Laura. allo spettacolo, ma anche specchio della personalità della tante ritorno sul palco» ha dichiarato lo stilista commenNel gruppo spiccano il regista Marco Balich - che si è oc- cantante romagnola. «Prima ho scelto la scaletta musi- tando la collaborazione. Laura si concede quattro cambi cupato di eventi come i Giochi Olimpici di Torino e sta cale – ci ha raccontato - e poi con Balich e Mark Fischer d’abito: top e pantaloni dorati, un completo con lunghe curando quelli di Rio de Janeiro del 2016 - e Patrick Wo- (architetto e stage designer noto per aver progettato tutti frange, un gilet impreziosito da cristalli Swarovski e un odroffe, light designer già al lavoro con Bob Dylan, AC/ i più mirabolanti palchi negli ultimi vent’anni, a partire abito interamente di paillettes. Il tutto per dare all’occhio DC, Depeche Mode, Rolling Stone e Michael Jackson, che da quelli degli U2, nda) abbiamo deciso di suddividere la sua parte ma anche per mostrare le diverse sfaccettaha modulato le luci in modo che aderiscano ture del suo carattere, quel carattere che fa totalmente allo spettacolo. Una menzione di lei «un donna rock che non rinuncia alla «In questo tour voglio portare sul palco una particolare merita il coreografo Nikos Lasua femminilità». donna timida ma sicura, romantica ma ribelle. gousakos: è riuscito a convincere la Pausini Come sinceramente sono io ormai da tempo» a ballare accompagnata da sei professioniUNA «RIBELLE ROMANTICA» sti. Non era mai successo e l’impresa deve Facendo un salto indietro, e pensando alle essergli risultata sicuramente più difficile che occuparsi lo show in vari momenti per scenografie e colori. Da qui fasi di preparazione del disco, Laura ha voluto dar voce dell’inaugurazione dei Mondiali di scherma 2006 e dei l’idea di creare dei costumi ad hoc per ogni parte dello alla sua anima più grintosa anche con un’importante Mondiali di nuoto 2009. spettacolo». Anche per Cavalli la sfida è stata riuscire a presa di posizione nei confronti dei discografici, una noconiugare diversi elementi: «Ho sempre ammirato la pas- vità assoluta nella sua lunga carriera. Per la prima volta ENERGIA E FEMMINILITà sione, la grinta e l’energia di Laura. Una donna di grande ha infatti scritto alle etichette che la rappresentano in A completare la carrellata di celebrità che hanno lavo- personalità, capace di trasmettere emozioni forti con la ogni angolo del globo per convincerle che Benvenuto era rato al tour di Laura c’è Roberto Cavalli. Lo stilista ha potenza della sua voce. Laura è come la mia moda: ener- il brano giusto per lanciare l’album. «Volevo uscire con creato cinque look decisamente d’impatto, che vogliono gica, vibrante e positiva. Ed è per questo che sono stato una canzone che fosse il simbolo della libertà di espresnon solo essere elementi puramente estetici di supporto molto felice di aver realizzato gli abiti per il suo impor- sione - ci ha spiegato - che avesse energia e carica, che
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Laura Pausini
fosse molto positiva perché dopo due anni di assenza tati del tour aggiungiamo il milione abbondante di copie dalle scene mi sentivo proprio così. Non volevo ritro- vendute nel mondo da Inedito. E non è ancora finita. varmi con una ballata e un tema romantico come primo A questo punto, dopo aver sbirciato dietro le quinte singolo». della tournée, dopo aver assistito al successo riscosso nei Un po’ come se solo ora, dopo anni di indiscusso primi due mesi e fatti quattro conti calendario alla mano successo ma anche di maturazione e crescita personale, (da qui a fine 2012 la aspettano in Italia e in Europa ben abbia voluto scrollarsi di dosso l’immaginario a cui si è 52 concerti concentrati nei mesi di marzo, aprile e magsoliti ricollegarla, non per rinnegarlo, ma per dare una vi- gio, con qualche data anche a giugno e luglio – il 4, 5 e 6 sione più completa di sé. Per mettere in luce anche quegli giugno a Verona, il 7 luglio a Lucca, il 18 a Bari e il 21 a aspetti del suo essere donna e cantante che sicuramen- Palermo - per concludere con due show a Milano il 4 e 5 te sono sempre emersi fuori dicembre e due a Roma l’11 dalle esibizioni live, ma che e 12) non resta che chiedersi «L’adrenalina del live mi forse nel tempo gli addetti ai (e chiederle) come riesca a mancava tanto. Avere un lavori hanno tralasciato per sopravvivere a questo che, calendario pianificato puntare su altro. «In questo mai espressione fu più azquando fai un tour così tour voglio portare sul palco zeccata, è un vero e proprio lungo e impegnativo mi una donna timida ma sicura, tour de force. «L’adrenalina aiuta a raggiungere il romantica ma ribelle. Come e le sensazioni che mi danno traguardo senza dovermi sinceramente sono io oril live mi mancavano tantisrisparmiare» mai da tempo». Sulla stessa simo. Avere un calendario lunghezza d’onda si colloca pianificato quando fai un anche il suo nuovo disco, quattordici brani che Laura tour così lungo ed impegnativo mi aiuta a raggiungere ha scelto perché effettivamente la rappresentano, sono il traguardo senza dovermi risparmiare per i miei fan ai espressione della sua identità. Una svolta non deve esse- concerti». Quindi, cari fan, se anche solo per un secondo re per forza qualcosa di vistoso o rivoluzionario. «Dopo vi è balzata nella mente l’idea che forse sul palco vedrete aver fatto chiarezza nella mia testa ho optato per canzoni la solita Pausini, e, cari scettici, se avete anche solo per un che non sono un cambiamento: sono me» aveva raccon- secondo pensato che dopo tanti concerti si esauriscono le tato a novembre durante la conferenza stampa di presen- risorse, fate tutti marcia indietro e preparatevi a vedere tazione del nuovo lavoro. E i numeri, oltre che l’affetto una Laura come non l’avete mai vista, di nuovo alla ridei fan, continuano a darle ragione, se agli ottimi risul- scossa dopo la (breve) pausa che si è concessa.
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INEDITA LAURA La scaletta dei concerti di Milano e Roma, con molte conferme e alcune gradite sorprese. BENVENUTO IO CANTO RESTO IN ASCOLTO CON LA MUSICA ALLA RADIO BASTAVA UN’ERMERGENZA D’AMORE MEDLEY (Troppo tempo, Il tuo nome in maiuscolo, Casomai, Mi tengo, Il coraggio che non c’è)
SURRENDER/BELLISSIMO COSì NEL PRIMO SGUARDO E RITORNO DA TE MEDLEY (Incancellabile, Strani amori, La solitudine) INEDITO PRIMAVERA IN ANTICIPO COME SE NON FOSSE STATO MAI AMORE LE COSE CHE NON MI ASPETTO NON C’è MEDLEY LUNA (Celeste, La geografia del mio cammino, Nessuno sa, Gente)
VIVIMI TRA TE E IL MARE INVECE NO LA MIA BANDA SUONA IL ROCK NON HO MAI SMESSO
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LE NUOVE DATE:
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11.11.2011
IL NUOVO ALBUM
2 ·3 MARZO 2012 ANCONA PALA ROSSINI 5 MARZO 2012 REGGIO CALABRIA PALASPORT 7· 8 MARZO 2012 ACIREALE PALASPORT 11 MARZO 2012 BOLOGNA UNIPOL ARENA 15 ·16 MARZO 2012 CASERTA PALA MAGGIÒ 18 ·19 MARZO 2012 FIRENZE NELSON MANDELA FORUM 21 MARZO 2012 PERUGIA PALA EVANGELISTI 24 · 25 MARZO 2012 GENOVA 105 STADIUM 27· 28 MARZO 2012 TORINO PALA OLIMPICO 30 · 31 MARZO 2012 TREVISO PALA VERDE 02 · 03 APRILE 2012 TREVISO PALA VERDE
LAURA PAUSINI INEDITOWORLDTOUR
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13/02 Roma
Noel Gallagher
DEFINITELY,
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28 agosto 2009, Rock En Seine, Parigi. Nei camerini, Liam e Noel Gallagher si prendono a colpi di chitarra pochi minuti prima di salire sul palco. Mancano tre dalla fine del tour, ma gli Oasis si sciolgono. Da allora, le strade dei fratelli si dividono, con reciproca soddisfazione. Eppure, già si parla di una possibile reunion nel 2015 per festeggiare il ventennale di (What’s The Story) Morning Glory?. Noel nega: adesso che è finalmente solo, vuole restarci. Quindi niente più Oasis in futuro. Forse. di Marcello Marabotti
è
il 1968. Mentre il mondo è attraversato da de, A Hard Day’s Night e il lavoro di Harrison. Sono Liam notte lascio gli Oasis. La gente scriverà e dirà quello che movimenti di protesta e nelle cantine si for- e Noel Gallagher e quella strana parola, “wonderwall” - vorrà, ma semplicemente non potevo lavorare con Liam mano gruppi destinati a segnare la storia del- pronunciata da Lennon durante un’intervista al posto di un giorno di più. Le mie scuse a tutte le persone che avela musica, dai Deep Purple alla Plastic Ono “wonderful” - diventa il titolo della canzone più famosa vano comprato i biglietti per Parigi, Costanza e Milano». Band, George Harrison registra a Bombay un album in della loro band, gli Oasis. Oggi il gruppo non esiste più Con queste parole Noel si allontana dalla creatura con cui cui s’incontrano musica indiana e occidenha pubblicato 11 album, venduto circa 70 «Adoro Balotelli, è un giocatore straordinario. tale. L’ex Beatle, in pieno trip orientale, reamilioni di copie tra singoli e album, piazzaIl calcio ha bisogno di persone fuori di testa lizza questo progetto per la colonna sonora to 22 brani consecutivi nella top 10 inglese di Wonderwall, pellicola d’esordio di quel Joe (di cui 8 al primo posto) e raccolto 15 NME come lui, altrimenti è troppo noioso. Se lo Massot che nel ’76 firmerà The Song Remains Awards, 6 Brit Awards, 9 Q Awards e 4 MTV incontrassi lo bacerei in fronte» The Same, film-concerto dei Led Zeppelin’. Europe Music Awards. Un colpo per tutti. Ventisette anni dopo, da una cantina dei sobborghi di perché i fratelli-coltelli hanno separato le loro strade: Due anni dopo, il 6 luglio 2011, con una conferenza stamManchester, escono due ragazzotti rissosi, occhiali tondi Beady Eye per il primo, progetto solista per il secondo. pa all’Electric Cinema di Portobello, a Londra, l’ex Oasis alla John Lennon e spocchiosa saliva nascosta dentro un In mezzo, la rissa di Parigi al Rock En Seine. «È con un po’ annuncia il suo primo album solista, Noel Gallagher’s High chewing-gum. Hanno in mente l’India, la chitarra a 12 cor- di tristezza e grande sollievo che vi comunico che questa Flying Birds, pubblicato poi il 17 ottobre. Il disco vende
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Noel Gallagher oltre 120.000 copie in 6 giorni, diventando il secondo più venduto al mondo nella prima settimana d’uscita. Così, senza rimpiangere gli Oasis (piuttosto suo fratello, che nel 2011 sembra avere nostalgia dei bei tempi che furono), spavaldo e un po’ buffone come sempre, Noel si riprende la scena. Compresa quella live. Il primo concerto in Italia - a Milano lo scorso autunno - è sold out e così ci vogliono altre due date a marzo, per soddisfare la richiesta. Lo stesso identico meccanismo si ripete ovunque in Europa.
ma Noel prosegue, a proposito di calcio, rivelando il suo legame con il nostro Paese, per il quale è stato un grande portafortuna in occasione dei Mondiali in Germania (2006). Ha seguito ogni vittoria degli Azzurri dalla tribuna, indossando sempre gli stessi vestiti portafortuna. Ma non c’è solo il calcio a tracciare una linea retta tra la Manica e il Tevere. Noel racconta che «in Italia come in Inghilterra la classe politica è quella che è, il cambiamento non c’è mai. Abbiamo i nostri gadgets, l’iPod, l’iPhone, l’iPad e non ci stiamo accorgendo di quello che sta sucWORKING CLASS HERO cedendo. Quello che è incredibile con questa recessione è Al primo impatto, ho l’impressione che mi guardi come se che siano spariti tutti i soldi e nessuno sa dove siano finiti. fosse lì per caso. Come se potesse dirti tutto e il contrario La crisi globale è stata causata da poche persone e sembra di tutto. È mattino e forse quella dipinta sul volto di Noel non importare a nessuno che c’è chi avrà sempre più e chi è semplicemente l’espressione di uno che si è appena sve- sempre meno. La classe operaia annegherà ancora più pogliato. Proprio per questo non so bene come rompere il vera». Frasi forti, chiare, che rimandano a Working Class ghiaccio, potrebbe anche anHero di John Lennon. darsene se la domanda proL’ex Beatle è un grande «Il rapporto con mio fratello? Va prio non gli dovesse piacere. riferimento per Noel, che di tutto bene, ci sentiamo, Paul Meglio iniziare con qualcosa recente ha registrato - con gli è assolutamente gentile. Ma di leggero. Parliamo di calStereophonics - I’m Only Sleecio! I Gallagher sono gran- penso che tu ti riferisca all’altro. ping, tratto da Revolver, e ToNo, non ci parliamo. Spero di fan del Manchester City, morrow Never Knows con Gem non ti dispiaccia» una delle migliori formaArcher (Oasis), Johnny Marr zioni della Premier League, (ex Smiths) e alcuni membri in cui gioca un centravanti che ama stare sopra le righe: dei Cornerpshop, ma non solo. Come John, anche l’ex OaMario Balotelli. «Adoro il football e penso che questa sis ha lasciato il suo storico gruppo per iniziare una carriesia una grande stagione: personalmente adoro Balotelli, ra solista. «In studio è stato molto diverso, più semplice: un giocatore straordinario. Secondo me il calcio ha biso- ho potuto decidere io i tempi e i modi della composizione gno di persone come lui, fuori di testa, perché altrimenti e della registrazione, tanto che ho inciso due album conè troppo noioso. Ho sempre voluto conoscere Mario, mi temporaneamente (Noel Gallagher’s High Flying Birds e un sembra un bravo ragazzo. Se lo incontrassi lo bacerei in progetto realizzato con gli Amorphous Androgynous in fronte». Perfetto. Cerco di immaginarmi la scena, cre- uscita nel 2012, ndr). Il problema vero è dal vivo, perché do sarebbe una grandissima foto. Vorrei chiedergli se ha piazzarmi al centro del palco proprio non mi piace». Sul mai pensato a uno strano featuring con la punta del City palco ci sale con David McDonnell alla chitarra, Russell
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IERI E OGGI Nella scaletta che Noel ha proposto a Milano lo scorso 28 novembre, compaiono brani del suo primo disco solista ma anche molti successi degli Oasis. (It’s Good) To Be Free (Oasis) Mucky Fingers (Oasis) Everybody’s on the Run Dream On If I Had a Gun... The Good Rebel The Death of You and Me Freaky Teeth Wonderwall (Oasis) Supersonic (Oasis) (I Wanna Live in a Dream in My) Record Machine (Oasis) AKA... What a Life! Talk Tonight (Oasis) Soldier Boys and Jesus Freaks AKA... Broken Arrow Half The World Away (Oasis) (Stranded On) The Wrong Beach Little By Little (Oasis) The Importance of Being Idle (Oasis) Don’t Look Back In Anger (Oasis)
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Noel Gallagher Pritchard al basso, Mikey Rowe alle tastiere e Jeremy Stacey alla batteria. Non è come avere la sua vecchia famiglia, ma è chiaro a chiunque l’abbia già visto dal vivo che Noel è più libero senza l’ingombrante presenza di Liam.
tori di sempre. Fa parte della mia formazione, perché sono cresciuto guardando i film western con Clint Eastwood». Non c’è dubbio che il sound di Noel sia molto diverso da quello dei Beady Eye - i maligni dicono che il giorno in cui Liam avrà finito i dischi rock anni Sessanta, la sua band non saprà più cosa suonare. Resta la questione della rivalità tra i Gallagher. Chiedo a Noel di una possibile reunion degli Oasis - ventilata proprio dal fratello - e dei rapporti tra loro. «Va tutto bene, la scorsa settimana ci siamo sentiti,
spento». Così nel 1997 George Harrison si pronunciava sugli Oasis in un’intervista a Le Figaro, definendoli «vanesi privi di talento». Mi piacerebbe ascoltare un commento di George sul progetto solista di Noel, che però di quelle parole non ha mai tenuto conto. Ha tirato sempre dritto per PER UN PUGNO DI DISCHI la sua strada, fino ad essere riconosciuto “genio” dal più Essenziale nella proposta scenografica, Noel dal vivo proprestigioso tra i magazine musicali inglesi. pone una scaletta in cui compaiono i pezzi del suo primo Il 21 febbraio, Noel Gallagher sarà premiato durante la album solista e diversi classici degli Oasis, a partire dalla cerimonia di consegna degli NME Awards come “Godlike eloquente (It’s Good) To Be Free con la quale Genius” (genio divino) «Voglio ringraziare ha aperto il concerto di Milano, passando NME per questo grande riconoscimento. «I gruppi si riuniscono per soldi. Ci può stare. poi per la sua canzone preferita, Supersonic, Sogno questo premio da quando avevo 43 Se ti offrono 500 milioni per un tour mondiale, come e ancora Wonderwall - entrambe riarrangiate anni (Noel è del ’67, ndr). Ora è riconosciufai a rifiutare? Ma gli Oasis non torneranno insieme. e suonate inversione acustica - Little By Little, to che sono un genio. Come Dio». Lo stesso O almeno non quest’anno» The Importance Of Being Idle. Tra i nuovi brani, God al quale faceva riferimento John Lennon mancano Aka... What A Life e Soldier Boys non quando, nel suo primo album solista And Jesus Freaks, «uno sguardo sulla religione e la guerra, abbiamo parlato del Manchester City, stuff like that. Paul pubblicato dopo lo scioglimento dei Fab Four, (John Lenle due principali fonti di esportazione degli Americani». è assolutamente gentile. Ma penso che tu ti riferisca all’al- non/Plastic Ono Band) cantava «I don’t believe in Beatles». Non è comparsa nella setlist del suo primo concerto ita- tro. (Noel ha due fratelli, Liam e Paul, ndr). No, non ci par- Così, mi viene spontaneo chiudere chiedendo a Noel se liano Stop The Clocks, un pezzo rimasto chiuso nel cassetto liamo. Spero non ti dispiaccia. Ma se ti piacevano gli Oasis anche lui non crede più nella sua ex-band. «Non saprei per molto tempo: Noel aveva provato ad inserirlo già in non ti preoccupare, ora ci sono i Beady Eye». Abbozza un come risponderti, perché non suonavo nei Beatles... Sfordue album degli Oasis, ma non era mai stato finito. sorriso che dice più ancora delle parole. tunatamente! Per quanto riguarda le reunion, penso che Sul palco, gli arrangiamenti non nascondono le influenze la maggior parte dei gruppi si riunisca per soldi. Ci può western che pervadono parte del suo nuovo progetto (vedi PER QUALCHE DOLLARO IN PIÙ stare. Basti pensare ai 500 milioni offerti ai Led Zeppelin il video di The Death Of You And Me), sonorità che Ennio «Tra 30 anni nessuno li ricorderà, la loro produzione è per una tournée mondiale. Come fai a rispondere picche? Morricone ha insegnato al mondo: «Ho grande ammirazio- spazzatura accomunabile a quella delle Spice Girls, anche Per quanto riguarda gli Oasis, non penso che ci sarà una ne per il Maestro, penso sia uno dei più grandi composi- se quelle ragazze, almeno, si possono guardare ad audio reunion. O almeno non quest’anno». Certamente. Forse.
NOEL GALLAGHER’S HIGH FLYING SONGS
Le dieci canzoni che in questo periodo girano nel lettore di Noel.
Aphrodite’s Child - The Four Horsemen Tratta dall’album 666 della band prog-rock greca, celebre per It’s Five O’Clock. The Pretty Things - Baron Saturday Brano tratto dall’album S.F. Sorrow della band definita “la versione dura dei Rolling Stones”, che deve il nome a un brano di Bo Diddley. The Soundtrack Of Our Lives - Infra Riot Spesso abbreviata in T.S.O.O.L., è una rock band svedese formatasi a Goteborg nel ’95. Back Door Man - The Doors Jim Morrison. Immancabile in qualunque playlist. Quinn The Eskimo (The Mighty Quinn) - Bob Dylan Canzone scritta da Dylan nel ’67 e uscita nel ‘68 con il titolo Mighty Quinn e la voce dei Manfred Mann. The Artifact And Living - Michael Andrews Una delle canzoni che hanno fatto grande la colonna sonora di Donnie Darko. I See The Rain - Marmalade Band scozzese di grande successo, mostra in questo brano le qualità che anche Jimi Hendrix apprezzava. The Kettle - Colosseum Gruppo prog dalle forti tinte blues e jazz, è stato uno dei riferimenti musicali della Londra anni ’60. One Of These Days - Pink Floyd Pubblicata nell’album Meddle (1971), non ha bisogno di presentazioni. Moody Blue - Elvis Presley Nell’iPod del re del Pop, non poteva mancare il Re del Rock.
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I biglietti del tour dei Litfiba sono in vendita presso i negozi Fnac!
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IL NUOVO
SOGNO RIBELLE pt. 1
Un paio d’anni fa Piero Pelù e Ghigo Renzulli avevano giurato di essere tornati per durare. Un tour lunghissimo, un live con due inediti e un disco interamente nuovo hanno spazzato via anche gli ultimi dubbi. I Litfiba sono ripartiti puntando sugli elementi che ne delineavano i connotati nei momenti migliori: integrità, istinto e anticonformismo. In una parola, rock. A cinquant’anni non è troppo tardi per ricominciare a sognare (ad aprile la seconda parte). di Daniele Salomone
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02/03 Firenze, 06/03 Milano, 10/03 Roma
ualche giorno prima di Natale, in un alDieci anni sono sufficienti per dimenticarsi di una bergo di Milano addobbato e scintillan- band ma il tour del 2010 dimostra che tanta gente te come da copione, ho appuntamento non vedeva l’ora di rivedervi insieme. Come ve lo spiecon Piero e Ghigo. Convinto di ripren- gate? dere l’intervista, sto per portare a casa Ghigo: Devo ammettere che non ce l’aspettavamo. un doppio risultato: video per il web e pezzo scritto Si possono dare parecchie interpretazioni, ma la per il magazine. Perfetto. E invece un’incomprensione prima che mi viene in mente è che in questi anni, in con l’ufficio stampa mi “costringe” a fissare un secondo Italia, non c’è stato molto rock a livello mainstream. incontro a gennaio, quando la band ha in programma Nell’underground ce n’è tantissimo, come sempre, ma di concedersi per le riprese. Così in totale, tra prima per il resto non ho ascoltato granchè. Sei d’accordo e seconda intervista (con annessa conferenza stampa), Piero? passo diverse ore con i Litfiba. Ironia della sorte, sicco- Piero: Sinceramente non mi lancerei in questo tipo di me in entrambe le occasioni hanno poche indicazioni affermazioni… (risate, ndr) da darmi sul tour, li risentirò una terza volta - dopo Ghigo: Ma dai, diciamolo, una sferzata di rock ci voaver scritto questo pezzo però - per farmi dire quello leva. che leggerete sul numero di aprile, quando Onstage Piero: Può essere, ma certo è importante il ricambio parlerà ancora della band toscana. Il bello di averli visti generazionale nel nostro pubblico. Molti dei ragazzi due volte a così poca distanza di tempo l’una dall’al- che sono venuti ai concerti di due anni fa erano bamtra è che ho potuto conbini quando io e Ghigo ci frontare le esperienze. In siamo separati. Penso sia «Il rock è istinto, immediatezza sostanza, Piero e Ghigo merito di Internet. Un e poco ragionamento. È una sono due persone totalgiovane, che magari non musica primordiale, un elemento mente complementari ha i soldi per comprarsi grezzo che a noi piace molto. Per - e questo credo spieghi i vecchi dischi dei Litfiquesto Grande Nazione è senza bene l’alchimia artistica: ba, con qualche click si dubbio un disco rock» Piero Pelù quando uno è brillante ascolta tutti i nostri pezl’altro si limita a bofonzi e capisce l’anima della chiare, quando uno sembra annoiarsi l’altro pare di- band. Questo è buono. vertirsi da matti. Se uno cazzeggia l’altro è serio, e così È fuor di dubbio che i Litfiba siano sempre stati via. Un esempio? Mi siedo davanti a loro, accendo il importanti per portare il rock al grande pubblico, in microfono del mio telefono e, mentre scherzo con Piero Italia. (che mi ringrazia per averli chiamati “ragazzi”), Ghigo Piero: Però ora le cose sembrano cambiate, tant’è preoccupato mi chiede di alzare il livello d’ingresso. vero che un brano come Squalo le radio generaliste Rispondo che non si può e lui «Ma sei sicuro?». Fidati non se lo sono filato. Ma va bene così, abbiamo fatto Ghigo, funziona bene così. Quando li vedo la seconda una scelta di campo precisa, sottolineando la nostra volta, Renzulli sorride mentre mi racconta di quanto è orgogliosa appartenenza ad un genere. Avevamo alsoddisfatto del nuovo disco, con Pelù che sembra as- tri singoli per cominciare ma abbiamo voluto dare sorto in chissà quale pensiero cupo. Il fatto è che quei un segnale preciso. Squalo fotografa bene lo stile dei due sono genuini nel modo in cui si pongono. Non è Litfiba di oggi, sia come scelta musicale che come temi scontato, ma è molto rock. E allora che rock sia. affrontati.
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Ghigo: Volevamo dire “noi facciamo questo”. Sai, tanta zato tutta la mia esistenza. Il significato letterale della pa- parecchi mesi. gente si chiedeva “ma incideranno un altro Infinito o un rola è “roccia” qualcosa di indistruttibile che non si piega Ghigo: Ma la fase di composizione è stata velocissima! disco rock?”. E questa è la nostra risposta. di fronte a nulla. Piero: Arrangiamento e produzione sono le parti Piero: Al giorno d’oggi le rockstar si preoccupano di de- Piero: Credo che il rock abbia a molto che vedere con più complicate e ci hanno portato via molto tempo. cidere chi sia la più bella del reame, noi vogliamo sottoli- l’istinto, con l’immediatezza, e poco con il ragionamen- Nella composizione invece c’è questa alchimia che nononeare che siamo rocker sul serio. to. È una musica primordiale, un elemento grezzo che stante dieci anni di separazione si è riproposta assolutaOgni riferimento a Vasco e Ligabue è camente integra. Abbiamo scritto l’album in sei suale, naturalmente. Ha ancora senso parlare mesi. Che è poco se pensiamo che in mezzo ci «La musica non può cambiare il mondo, ma il di rock oggi? C’è chi sostiene sia morto, visto sono stati due tour, quello invernale in Italia e mondo può cambiare la musica. Un artista che le classifiche sono dominate dal pop. quello primaverile in Europa. ha il dovere di denunciare quello che vede Piero: Il rock esiste e ci sono prodotti nuovi di Le canzoni del nuovo album sono state in alto livello a dimostrarlo. Penso ai Black Keys, attraverso la propria arte, ma non può fare altro» qualche modo influenzate da quei concerti? Piero Pelù che mi piacciono tantissimo e hanno inciso un Piero: Solitamente quando si suona dal vivo disco meraviglioso. Loro in classifica ci vanno si tende ad aumentare la velocità dei pezzi. E eccome. Forse non Italia, ma all’estero sì. E in ogni caso il a noi piace molto. Per questo Grande Nazione è un disco guarda caso Grande Nazione è uno degli album con la più rock delle classifiche se ne deve fregare. Il rock sta nelle rock. Molte canzoni sono state scritte di getto, sono venu- alta somma di bpm mai incisi dai Litfiba. È un disco da cantine, nei garage, non nelle chart. te fuori spontaneamente. Se c’è eccessiva elaborazione, pogare, fisico, risente in maniera positiva dell’adrenalina Cantine, garage. Cos’è il rock per i Litfiba? l’anima rock si smarrisce. dei concerti. Abbiamo in parte recuperato un modo di Ghigo: Per me è sempre stato uno stile di vita, un modo Parlate di immediatezza, ma in effetti da quando siete scrivere che ci apparteneva negli anni Ottanta, quando di essere e di comportarsi che inevitabilmente ha influen- entrati in studio a quando è uscito l’album sono passati eravamo sempre in tournée e ci permettevamo persino di suonare pezzi inediti dal vivo, cosa che non si può più fare. Sai, rischi di trovarli su YouTube ancora prima di aver deciso se inciderli o meno! Potreste sempre registrare tutti i live per poi venderli come bootleg. Piero: È troppo. Se tutto è così facilmente riproducibile in tempo reale si rischia di dimenticare la magia del live, quella che si avverte partecipando davvero a un concerto. Quello che vedi dentro uno schermo è un surrogato digitale. È come masturbarsi pensando a Rosy Bindi (ride, ndr). Come?! Che c’entra Rosy Bindi? Piero: Niente, in effetti. È che ieri sera, alla terza bottiglia di vino, è venuto fuori un discorso strano. Siamo arrivati alla conclusione che con il tacco 15 anche Rosy Bindi diventa trombabile. Mi è rimasta in testa ‘sta cosa... Che vino avete bevuto? Piero: Non ricordo, ma erano tre bottiglie più vari shot. In tre. Forse è meglio se parliamo del titolo del disco, che poi è una summa dei temi affrontati. Piero: C’erano in ballo anche Fiesta tosta e Squalo. Alla fine abbiamo preferito Grande Nazione perché nonostante sia un disco che abbiamo finito di scrivere nell’aprile 2011 credo che abbia acquisito un significato ancora più attuale in questi mesi. I testi sono molto politici. Però rispetto a un lavoro ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR. Forse Piero e Ghigo non saranno troppo d’accordo con la parola “amici”, ma in ogni caso, durante come Terremoto, che andava nella stessa direzione, c’è l’intervista eravamo in quattro. Loro due, l’autore di questo articolo e il fotografo Tommaso Riva, autore degli scatti che vedete in questa pagina. più ironia. È rassegnazione? Piero: Si vede che con gli anni abbiamo imparato a sdrammatizzare. Ma la verità è che nel periodo di Terremoto, con la storia di Mani Pulite, c’era la speranza che tutto il sistema di corruzione potesse in qualche modo districarsi e invece è successo esattamente il contrario, si è rafforzato. Oggi gli Italiani sono più consapevoli e quindi più sfiduciati. Cosa deve accadere perchè si recuperi un po’ di speranza? Piero: Servono segnali chiari da parte della politica. Perché invece di tagliare le pensioni non si abbattono le spese militari? Perché invece di far pagare l’Ici solo ai cittadini non lo si chiede anche al Vaticano? «Tutti bravi, tutti buoni solo in tempi di elezioni». Forse ci stiamo accorgendo che il sistema dei partiti, così com’è, è dannoso tanto le mafie per questo Paese? Piero: Mi auguro di sì. I partiti sono asserviti alle mafie, alle lobby. Sono semplicemente la testa di ponte di cui quei soggetti si servono per entrare nel sistema politico e legislativo. E come ce ne liberiamo? Piero: è un gran problema. Arriva uno come Monti e pensi “magari il Professore, con il suo spessore interna-
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“Il film che il Vaticano non vorrebbe mai che tu vedessi.”
i sp i r ato a fat t i r e a l m en t e accaduti
Naibe Reynoso, CARACOL RADIO 1260
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MALE SI DIFFONDE
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zionale, capisce la gravità della situazione e ci dà una Ghigo: Il nostro problema “culturale” è che ci lasciamo zio ne faremo sei, sette al massimo e le altre le recuperemano”. E invece accade poco o nulla. Bisogna andare a mettere i piedi in testa senza protestare. remo nei concerti estivi. prendere quei famosi 160 miliardi che mancano all’apMa protestando per ogni ingiustizia finiremmo per avQuindi state già pensando a un tour estivo... Grazie pello. È bene sapere che per ogni 2000 euro spese nella velenarci, direbbe qualcuno. dell’anticipazione Ghigo! lotta all’evasione, lo Stato ne recupera cinque volte tan- Ghigo: Ma se non ci ribelliamo non possiamo aspettarci Ghigo: Dipende. Intanto vediamo se i ragazzi ci seguito: perché non s’investono risorse in questa direzione? Il nulla! La giustizia sociale non cade dal cielo. I politici ranno. La crisi non aiuta. Ci auguriamo che l’album li fatto è che la gran parte dei soldi neri sono delle mafie e possono dire tutto e il contrario di tutto, perchè sanno convinca a bere qualche birra in meno così da conserle mafie sono il più grande serbatoio di voti! È un circolo che non succederà nulla anche se dovessero ritrattare vare i soldi per i nostri concerti. E poi vedremo quanti vizioso. caduti ci saranno nelle nostre fila (risate, ndr). Cosa può fare il rock per aiutare le persone? Porteremo sul palco uno spettacolo muscolare, «Se non ci ribelliamo non possiamo aspettarci Piero: Sono anni che me lo chiedo e ho dovuto due ore e mezza di fatica fisica, non è detto che nulla! La giustizia non cade dal cielo. I politici trovare una formula per darmi pace. La musisi esca vivi! possono dire tutto perchè sanno che non ca non può cambiare il mondo, ma il mondo Piero: I brani di Grande Nazione sono molto succederà nulla anche se dovessero può cambiare la musica. Un artista ha il doveimpegnativi da cantare. Sia per la velocità dei ritrattare ogni singola parola» ghigo Renzulli re di denunciare quello che vede attraverso la pezzi che per i registri molto alti della voce. Dal propria arte, ma non può fare altro: di sicuro, e vivo sarà dura, ma non mi tiro indietro. Devo parlo come Litfiba, non ci daremo fuoco perché qualche ogni singola parola. solo presentarmi in gran forma. politico si è venduto alle mafie. Piuttosto altri tipi di reaPiero: Mi domando come possiamo lasciare che si Come ci si prepara a un tour così impegnativo fisicazione, più “anarcoidi”. Non sto parlando di gesti violen- prendano tutti gli spazi televisivi. Gran parte dei politi- mente? ti, che non sono una risorsa ma un altro problema. ci è gentaglia impreparata e ignorante. Per questo canto Ghigo: Provando molto. E poi tre regole: ginnastica, Quale tipo di reazioni allora? «Né Dio, né padroni, né politici nelle televisioni». E non niente sesso e cibo leggero (ride, ndr). Piero: Dobbiamo puntare sulla cultura. «Lo Stato non è solo in Rai o Mediaset. Che facciano parlare gli studiosi, i Piero: Sono d’accordo sulla prima e sulla terza, ma non un’azienda, lo stato è ogni cittadino che pensa», è quello sociologi, gli economisti, gente preparata davvero. ho capito la seconda. che dico in Anarcoide. È una questione fondamentale. Se Chiudiamo sul tour. Da dove cominciamo? Ghigo: Non si tromba! non c’è consapevolezza andiamo dove stiamo andando, Piero: Il problema sarà scegliere quali pezzi del disco Piero: Sì, ciao... nel baratro. Io parlo della coscienza popolare, non di un’eli- suonare. Per noi Grande Nazione è una specie di greatest Ghigo: Ma scusa, anche ai calciatori è vietato prima della te, perché è il popolo che fa la differenza. Ma finchè si rin- hits e sarà dura lasciar fuori qualcosa. Già con la scelta prestazione fisica. coglionisce davanti alla tv e tutto ruota intorno ai famosi dei singoli abbiamo faticato, figuriamoci con la scaletta. Piero: Ma poi fanno come gli pare! Cassano fa quello che quindici minuti di gloria dei reality, non abbiamo speranza. Ghigo: Augurandoci che il tour abbia lunga vita, all’ini- vuole ed è un genio, perché io non posso?
THE VERY BEST I migliori album dei litfiba secondo onstage
LITFIBA 3 (1986) Secondo capitolo discografico della “Trilogia del potere”, è il disco con cui i Litfiba salutano (egregiamente) la scena new wave.
17 RE (1988) Album dalle forti tinte politiche, musicalmente segna l’incontro tra i Litfiba e le sonorità di Centro e Sud America.
EL DIABLO (1990) è il primo disco pieno di hit: i toscani sono ancora un riferimento dell’underground ma la popolarità aumenta.
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TERREMOTO (1993)
Hard rock o metal? In ogni caso è il lavoro più duro dei Litfiba. L’urlo di Pelù che apre l’album è un cult per i fan.
SPIRITO (1994) Suono più morbido, ma la matrice è ancora 100% rock. Lavoro ricchissimo: il cuore con le corna conquista l’Italia.
Oltre un milione di libri, cd, dvd, blu-ray, videogiochi e prodotti tecnologici su fnac.it
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03/03 Padova, 05/03 Mantova, 08/03 Bologna, 10/03 Torino... Il calendario completo del tour di Giorgia su onstageweb.com
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MAMMA
MI PORTI IN TOUR?
Dopo una pausa di qualche anno, Giorgia è tornata protagonista della musica italiana. Ha pubblicato un disco e organizzato un lungo tour che, dopo le anteprime di gennaio e i concerti primaverili, andrà avanti con una tranche estiva. Una fatica a cui la cantante romana è abituata, se non fosse che quest’anno a girare con lei in tour c’è un ospite particolare: suo figlio Samuel. Un bell’impegno, che tuttavia non le ha tolto nulla. Anzi, oggi Giorgia si gode i concerti più che in passato. di Stefano Gilardino - foto: Francesco Prandoni
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iusto un mese fa la prima chiacchierata Ti avevamo lasciata, qualche settimana fa, intenta a pegnativo! Si tratterà anche di due tipi di spettacoli diffecon Giorgia. Stava (e stavamo) aspettando sistemare gli ultimi particolari dello spettacolo e ti ritro- renti, per i concerti al chiuso abbiamo proprio pensato a i concerti-anteprima di Milano e Roma, viamo pronta per la partenza del tour dopo le due tappe uno show particolare, guidato dalle canzoni, ma con moluno sfizioso antipasto in attesa della por- di riscaldamento. Come sono andate? ta attenzione alla scenografia. Suonerò molti pezzi nuovi, tata principale, il tour che la terrà impegnata fino a dopo Mi ricordo che ero tutta affannata e in ansia per gli ultimi ma non tutti, e ho pensato di distribuirli lungo la scaletta, l’estate. Per cui si era parlato soprattutto dello spettaco- ritocchi, ma poi le cose si sono sistemate e ci siamo diver- assieme a parecchie cose vecchie e classiche, i brani che i lo, di una scaletta che spazia tra i brani del suo ultimo titi moltissimo. Le date sono state stupende, devo dirti fan vogliono ascoltare dal vivo, quelli che non possono lavoro, Dietro le apparenze, e i classici del suo repertorio, che per la prima volta mi sono sentita davvero a mio agio mancare mai. Inizio con Come saprei, solo voce e piano, compresi quelli che mancano all’appello da parecchi al Forum di Milano e al Palalottomatica di Roma, nono- pensa che non la suonavo, tutta intera, dal ’95! E non sai anni («ad alcuni brani del passato, che avevo quanto me la godo (ride, ndr). persino stravolto, ho restituito la forma oriA questo punto, avrai anche scoperto se «Il pubblico a Milano e Roma era entusiasta. E non è ginaria, diciamo che mi sono riappacificata tuo figlio è un “bambino da tour”. scontato, soprattutto quando ti prendi una lunga con il vecchio repertorio »). C’era la tensione Lo è, sono troppo contenta! Si è adattato a pausa. Può anche succedere che chi ti segue non dell’artista che sta preparando lo spettacolo meraviglia a tutto, compresi gli spostamenti, abbia più voglia di farlo» nei minimi particolari, ma pure la voglia di quantomeno di giorno. Di notte ovviamente lasciarsi andare a bei ricordi. ha i suoi orari a cui dobbiamo adattarci io ed Ci ha raccontato di come abbia studiato la scaletta, stante non mi siano nuovi come posti. Però, questa volta, Emanuel, il mio compagno, che mi ha seguito in queste con «pezzi scelti in maniera definitiva, provati, arran- è stato tutto veramente perfetto, ero rilassata al punto date. Ma per il resto sta reagendo in maniera fantastica. giati» e dei nuovi elementi all’interno della band, «un giusto, la band in perfetta forma, il clima ideale. Mi sono Mangia persino in autostrada, pensa che roba. cambiamento che comporta un po’ di lavoro in più». goduta le canzoni e il concerto nonostante le emozioni, E la mamma di un bimbo come se la cava in tour? Adesso che il tour sta per entrare nel vivo, è arrivato il non ho avvertito la sensazione di essere sotto esame che Diciamo che si può fare! Prima ero decisamente dubbiomomento di risentirla per capire com’è andata a gennaio e spesso mi accompagnava dal vivo. E poi, va detto, il pub- sa, ma ora sono più tranquilla. Mi spaventano solo un po’ come andrà in primavera. Magari mettendoci qualche ri- blico è stato meraviglioso, i due palazzetti erano strapie- i viaggi notturni tra una data e l’altra, che sinceramente flessione personale, perché, vale la pena ricordarlo, Gior- ni di gente entusiasta e non è mica scontato, soprattutto vorrei risparmiargli. Ora vedremo come incastrare tutte le gia è una neomamma, e quindi alle fatiche della materni- quando ti prendi una pausa lunga come la mia. C’è sem- esigenze. In qualche frangente ci sarà di nuovo Emanuel tà si aggiungono quelle del tour. È buffo scrivere di lei in pre una certa paura che chi ti segue non abbia più la vo- che, tra l’altro, ha collaborato con la regia dello spettacouna splendida giornata di sole, riascoltando l’inizio della glia o la pazienza per farlo. Invece, per fortuna, è andato lo, quindi è di casa. In pratica, ha coordinato i frangenti nostra prima conversazione, tutti dedicati all’incredibile tutto a meraviglia. in cui devo eseguire le parti più difficili, con mia somma nevicata che, proprio in quei giorni, stava ricoprendo la Quindi sei pronta per il tour, quello vero... gioia (ride, ndr). Lui viene dalla scuola di Luca TommasCittà Eterna di un manto bianco candido e inaspettato. Assolutamente, una ventina di date tra marzo e aprile, sini, uno per cui l’artista non ha limiti e deve sempre spinAdesso che la neve ha lasciato il posto alle prime giornate poi una piccola pausa e da fine maggio si parte con la gersi oltre! A parte ciò, è ottimo che ci sia anche lui così miti, entriamo nel vivo dell’avventura live di Giorgia. tranche estiva che durerà fino a settembre. Sarà molto im- possiamo darci i turni e gestire meglio il nostro tempo.
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LIVESTYLE Giorgia
Quanto è faticoso, a livello fisico e mentale? motivo per cui lo stai facendo e ti senti invaso dall’enerUn po’. Il concerto è un attività che ti stanca e ti allena al gia che ti regala la gente che applaude. Il palco non mentempo stesso. Mano a mano che il tour procede aumenta te, ti dà la percezione esatta del tuo umore, è una specie la concentrazione e ti senti più in forma, prendi le misure di cartina di tornasole. a tutto quanto e quindi sopporti più facilmente lo stress Tra l’altro, prima di incidere il disco, pare che avessi che, comunque, c’è, eccome. È come quando vai a correre: una specie di blocco creativo. i primi dieci minuti vorresti morire, poi rompi il fiato e È stato orrendo. Mi sedevo davanti al computer in cerca vai d’inerzia, prendi il ritmo giusto e le cose diventano di suoni o parole ma non usciva nulla, una sensazione meno faticose. Prima di un tour, di solito, ho sempre cer- tremenda. Era capitato altre volte in passato, ma per pecato di seguire una preparazione atletica ben precisa, in riodi molto brevi, mai in questo modo. Cominciavo anche modo da non trovarmi a disagio nemmeno nelle prime a pensare che il mio talento per la scrittura fosse esaurito, date. Ma dopo la nascita di Samuel ho avuto molto meno misteriosamente scomparso per chissà quale motivo. Poi, tempo a disposizione. Per fortuna mi aiuta una fantasti- per fortuna, magicamente mi è ritornata l’ispirazione, anca terapeuta che mi segue e mi consiglia gli integratori che grazie alla collaborazione con altri autori. Ho avuto naturali giusti. Nel corso degli anni, poi, ho scoperto che in regalo una canzone da Eros Ramazzotti, un’altra da conta moltissimo la parte emotiva: se tu sei a pezzi da Jovanotti e una terza da Marina Rei. A volte sono proprio quel punto di vista, è altamente probabile che tu lo sia gli amici che ti aiutano a superare le crisi profonde. anche fisicamente. In tutte e due le interviste, abbiamo parlato delle cose Immagino che Samuel sia per te una grossa riserva di meravigliose che comporta una maternità. C’è anche un energia, oltre che una fatica! rovescio della medaglia o qualcosa che rimpiangi della Non credevo, ma lo è. L’organizzazione della sua vita mi Giorgia di prima? porta via tantissimo tempo, quindi quando sono sul palco Ehhh, hai voglia (risate, ndr). Ciò che mi manca verami godo lo spettacolo in mamente sono i vecchi orari, il niera maggiore rispetto al tempo dilatato e da plasma«Organizzare la vita di Samuel mi passato. Non ho più tempo re a mio piacimento. Prima porta via tantissimo tempo e così per disperdere energia, che avevo un ritmo di vita che non ho più tempo per disperdere viene canalizzata e sfruttata gestivo in prima persona, il energia, che viene canalizzata tutta quanta nelle due ore in privilegio di scegliere cosa e sfruttata tutta quanta nelle cui canto. Quindi, da questo fare e come farlo, anche gradue ore in cui canto» punto di vista, è un aiuto, zie a una professione che, mi costringe a rimanere lubisogna ammetterlo, ti regacida su quello che faccio. Prima che ci fosse lui, tendevo la una libertà che pochi possono permettersi. Ora posso a crearmi maggiori problemi a riguardo, perdevo anche gestire ben poco, quella fase è finita e ne è iniziata una più tempo perché, in fondo, ne avevo a disposizione nuova, bellissima ma diversa e meno egoistica, se vogliaquanto ne volevo. E non avere limiti spesso porta anche mo. Devo pensare a cose più pratiche. E poi rimpiango a diventare ansiosi. il poter dormire quanto mi pare, riconosco che è un po’ Tu lo sei o lo eri? da viziata dirlo, ma è così. Poi forse io e il mio compagno In qualche modo sì, in passato ho avuto un periodo mol- sbagliamo perché, da quando è nato Samuel, siamo usciti to travagliato, dovuto anche al fatto che mi sentivo de- due volte, ma due di numero, non per fare una battuta. pressa. Un momento della mia vita molto triste e difficile, Dovete ricominciare a prendervi qualche spazio, no? ma sono felice di essere uscita dal tunnel dell’ansia vera. Lo faremo per forza, non ci sono altre soluzioni. Non so Avevo i miei buoni motivi per stare male, ma ora è tutto se già la volta scorsa ti avevo raccontato di una scena finito, anche se spesso si tende ad autogenerarsi certi stati di un film, Lost In Translation di Sofia Coppola, in cui Bill d’animo negativi che poi si ripercuotono su ciò che si fa. Murray fa un discorso che suona più o meno così: “A I due concerti di Roma e Milano sono stati una rivela- un certo punto ti nascono dei figli e la tua vita, così come zione anche per questo motivo, ho gestito in modo più te la ricordavi, non esiste più”. Ecco, quella è la sensamaturo l’ansia e la tensione di salire sul palco. Fiorello zione, non capisci più niente fino a quando cominci vemi dice sempre che, un minuto prima di andare in onda, ramente a interagire coi bambini e lì finalmente capisci vorrebbe trovarsi altrove, e so di cosa parla. Ma quando che sono le persone più fighe che hai conosciuto in tutta si accendono le luci e senti il calore del pubblico, capisci il la tua vita.
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La mia scaletta migliore Le canzoni che Giorgia ha cantato a Roma e Milano.
Come saprei Spirito libero è l’amore che conta Gocce di memoria Per fare a meno di te Vado via La gatta Strano il mio destino Infinite volte Eternità James Brown Girasole Vivi davvero E poi Dove sei Tu mi porti su Un’ora sola ti vorrei Di sole e d’azzurro Sembra impossibile Il mio giorno migliore Chiara luce Resta la musica
LIVESTYLE Giorgia
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ROCK’N’FASHION
SpringBreak
M
arzo è il mese in cui si dice addio all’inverno, anche se ufficialmente bisogna aspettare fino al tanto sospirato giorno 21, quando con l’equinozio giorno e notte hanno la stessa durata. Le giornate si allungano, le lancette dell’orologio si spostano indietro di un’ora, le rondini fanno ritorno dalle zone più miti dove hanno passato l’inverno e la Natura è un tripudio di fiori e colori. Tutto ciò nella migliore delle ipotesi perché in realtà questo è anche il periodo della famosa (e temuta) pioggerellina primaverile. Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l’ombrello. Così recita il detto, ma noi preferiamo dare fiducia a sua maestà il Re Sole e crederci. Here Comes The Sun cantava George Harrison nel lontano 1969 per sa-
lutare l’arrivo della bella stagione. Parole e accordi nati mentre passeggiava nel giardino dell’amico Eric Clapton con una delle sue mitiche chitarre in mano. Fin qui il mondo che ci circonda. E noi? Noi ci diamo alle fatidiche pulizie di primavera e al tanto sospirato cambio degli armadi, evento tanto faticoso quanto di soddisfazione perché dà l’opportunità di mettere da parte vestiti che, dopo mesi e mesi, non si sa più come accoppiare per trovare abbinamenti inediti. E, ambitissima conseguenza, di concedersi qualche nuovo acquisto. Basta con tessuti pesanti e antipioggia per borse e giacche, è il momento di darsi alla morbidezza del cotone e, per i più temerari, del lino. I toni del grigio, nero, verde e marrone che l’hanno fatta da padroni fino
ad ora fanno posto all’arrivo trionfante di motivi fantasia (i fiorati sopra a tutti, manco a dirlo) e colori vivaci, accanto al classico blu, con il jeans che spopola in giacche e pantaloni. Non sono da meno scarpe e accessori: abbandonati cuoio, pelle e i colori scuri, fanno capolino ai piedi di tutti sneakers, ballerine e scarpe aperte, mentre le ragazze sfoggiano mani (finora preservate dal freddo con l’aiuto dei guanti, ormai seppelliti nella naftalina) abbellite da simpatiche unghie colorate. I put some new shoes on and suddenly everything’s right now cantava solo due anni fa Paolo Nutini. Provare per credere, un tocco di colore e di leggerezza possono cambiare le sorti e l’umore di una giornata e di una stagione. Bentornata primavera! (F.V.)
Eastpak: festeggia 35 anni e celebra le sue origini con la collezione “Authentic Returnity”
Lacoste Live: bomberino in stile varsity in felpa e cotone con full zip e maxi Coccodrillo, € 194,50
Puma: la nuova linea da uomo ispirata ai colori e al dress code dei campus americani, smanicato in cotone con bordature in felpa a contrasto, € 60
Adidas: celebra il ritorno delle Munchen che hanno fatto la storia negli anni ’70 e ’80, € 100 Colmar: t-shirt girocollo in jersey di cotone tinto in pezza con stampa grafica, € 45
Dockers: Alpha Khaki chino 5 tasche, la perfetta aternativa al jeans, € 109
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ROCK’N’FASHION
THE BEATLES. «Siamo più popolari di Gesù Cristo. Non so chi morirà per primo. Il Rock and Roll o il Cristianesimo» John Lennon
Pepe Jeans: giubbino di jeans, € 120 Timberland: sandalo a listini in pelle con inserti in lino e canvas, € 130
Kontatto: t-shirt con scollo a V in cotone devoré grigio con teschio in micro borchiette nere e argento, € 58 Levi’s: il nuovo jeans glamour “Ankle Skinny”, modello slim, tagliato alla caviglia, disponibile in una gamma di colori primaverili: rosso corallo, orchidea vintage e Monterrey Blue, € 101
Essie: tonalità nude, brillanti e seducenti, ed energici colori pastello che si adattano ad ogni occasione, € 11,90
Esprit: cintura sottile in pelle blu intrecciata con fibbia metallica, € 20
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WHAT’SNEW
Musica, cinema, videogames, libri
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Un mese ricco di grandi album: Cranberries, Mark Lanegan Band, Van Halen, Sinead O’Connor, VCMG, Giulio Casale e la nuova stella statunitense Lana Del Rey.
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Il ritorno di Carlo Verdone in Posti in piedi in paradiso, l’affascinante avventura divisa tra due pianeti di John Carter, la commedia all’italiana di Magnifica presenza, l’imbarazzo di avere un figlio pornostar di è nata una star? e la rinata voglia di gioventù di Young Adult.
Bruce Springsteen Wrecking Ball (Sony Music)
HHHHH
TENIAMOCI STRETTI, BOSS
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In questo numero games per tutti i gusti: il nuovo capitolo della saga Final Fantasy, il Batman-revival di Gotham City Impostors e per finire Metal Gears Solid HD e The Darkness 2.
Sono passati solo tre anni da quando Springsteen salutava l’elezione di Obama come il sogno su cui lavorare. Oggi il Boss chiama la ritirata: se vogliamo un futuro dobbiamo andare a prendercelo da soli, uniti e senza leader. Wrecking Ball è un (riuscito) inno all’autodeterminazione. Altro che sogni. di Daniele Salomone
C
osa possiamo aspettarci dal nuovo disco di una tutto il mondo e Springsteen lo metteva in musica: “I’m del guerriero che conosciamo. Siamo nati per correre e rockstar di 63 anni che ha già inciso una ventina Working On a Dream/I Know It Will Be Mine Someday” non dobbiamo fermarci neanche adesso che «i banchiedi album, venduto milioni di copie e guadagna- (Sto lavorando a un sogno/So che un giorno ce la farò). ri diventano sempre più grassi e gli operai sempre più to montagne di dollari, diventando un pezzo di storia Circa 1.100 giorni dopo, di quel sentimento è rimasto ben magri» (Jack Of All Trades). La felicità è ancora possibidella musica dopo essere stato battezzato, giovanissimo, poco. Obama ha le sue colpe ma è il progetto a esser- le, anche se «il morale non è mai stato così basso» (This “il futuro del rock’n’roll”? Nella migliore delle ipotesi, si sgretolato. Nessun leader, per quanto illuminato, è in Depression): dipende da noi, con buona pace dei leader. che faccia bella figura nella discografia in cui s’inserisce, grado di cambiare le regole del gioco: il Sistema ributta “I tempi duri vanno e vengono, fammi vedere il tuo colrispettando il glorioso passato con cui si confronta - per tutto indietro, è un muro di gomma. E allora che faccia- po migliore”, canta il Boss nella canzone che dà il titolo i capolavori ci vogliono altri presupposti. all’album: dobbiamo demolire il muro che Bene, Wrecking Ball raggiunge l’obiettici hanno costruito intorno e solo allora Wrecking Ball, l’album della definitiva consapevolezza vo. Non date retta a chi lo snobberà, è il potremo cominciare a ricostruire il nostro di Bruce Springsteen, un inno all’autodeterminazione: futuro. “solito disco del Boss” perché conferma aiutiamoci, che forse neanche Dio ci aiuta. In ogni caso, ancora una volta lo straordinario spesso«Gran parte del mio lavoro è indiriznon aspettiamoci niente dai piani alti. re artistico di Springsteen, in forma come zato a misurare la distanza tra la realtà nei giorni migliori. Chi altro tra le decane americana e il sogno americano», ha detto star della musica è in grado di farlo? Non gli U2, distratti mo? Stringiamoci attorno alle nostre certezze - la fami- Springsteen parlando di questo sua ennesima fatica – e dal delirio di onnipotenza di Bono. Non Madonna, che glia, la casa, gli amici -, raduniamoci davanti al fuoco per non c’è dubbio che nessuno sia in grado di farlo con la rincorre la perduta gioventù vestendosi da cheerleader e riscaldare il cuore e temprare lo spirito. Insomma, pren- stessa intensità. La distanza è tale che è necessario riparraccatta featuring a destra e manca. diamoci cura di noi stessi. Ecco il singolo We Take Care tire da dove abbiamo cominciato. Per questo le atmosfeTre anni fa l’America stava lavorando a un sogno. Ba- Of Our Own, ecco Wrecking Ball, l’album della definitiva re di Wrecking Ball sono quelle della tradizione popolare: rack Obama si era insediato alla Casa Bianca da poche consapevolezza di Bruce, un inno all’autodeterminazio- pochissimo rock, arrangiamenti di archi e cori che evosettimane e parlava - ricordate l’Università del Cairo? - ne: aiutiamoci, che forse neanche Dio ci aiuta. In ogni cano i tempi in cui i Padri Pellegrini cominciavano a cocome se potesse davvero far saltare il banco. Un senti- caso, non aspettiamoci niente dai piani alti. struire l’America del sogno. È solo folk, baby, è il popolo, mento di riscossa faceva battere i cuori dei progressisti di Lo Springsteen del 2012 non è la versione pessimista e che ti piaccia o no si riparte da lì.
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WHAT’S NEW Musica
Van Halen
PICCOLE STAR CRESCONO
A Different Kind Of Truth (Interscope)
Dopo un primo album di cui si sono perse le tracce (pare che l’abbiano proprio fatto sparire dalla circolazione), Elizabeth Grant si è trasformata in Lana Del Rey e ha inciso un disco. I rumors intorno alla sua vita privata non devono distrarre: Born To Day è un ottimo lavoro.
HHHH di Claudio Morsenchio
di Marco Rigamonti
Alla fine degli anni Settanta, le sonorità sfrontate, irriverenti e scanzonate della preziosa ditta Eddie Van Halen & David Lee Roth sconvolsero il mondo dell’hard rock. La musica dei Van Halen, esaltata dall’estro chitarristico del loro grande ispiratore e dalle creative interpretazioni di “Diamon Dave”, si diffuse rapidamente e raggiunse il successo planetario con l’album 1984, che conteneva il tormentone Jump. Il ritorno della premiata ditta, ventotto anni dopo, è una bomba che riporta tutto là dove è iniziato. Riff al fulmicotone, ritornelli ammiccanti, tecnica superlativa e un’inaspettata potenza di suono che può disintegrare i timpani anche del più diffidente tra gli ascoltatori. Ritmi serrati, nessuna ballatona, solo un singolo lievemente mieloso: A Different Kind Of Truth è una dirompente sequenza di melodie spietate e viscerali, trainate dalla magica sei corde di Sua Maestà Eddie. L’attesa reunion è compiuta: questo lavoro contiene tutto quello di cui aveva bisogno per essere credibile.
è
risaputo: il buzz fa salire l’hype. In italiano: il passaparola intorno a nuovo disco genera molta curiosità. Il caso di Elizabeth Grant - in arte Lana Del Rey - è emblematico: pezzi che spuntano a caso in rete, valanghe di opinioni contrastanti e grande imbarazzo nel cercare di categorizzare il suo stile (anche grazie alle supposte influenze - rivelate in interviste dal sapore tattico - che spaziano da Kurt Cobain a Britney Spears passando per Elvis e Nancy Sinatra). Il modo migliore per analizzare e giudicare un prodotto così pompato è cercare di dimenticarsi tutto quello che si è letto e sentito e focalizzarsi su ciò che davvero conta: la musica. E Born To Die è un album che lascia francamente senza parole. Per produzione, anzitutto: gli arrangiamenti non hanno niente a che fare con il pop rumoroso che spopola in radio, preferendo atmosfere più profonde e solenni. Per qualità: la scrittura non è così semplice, tant’è vero che solo dopo ripetuti ascolti si riesce davvero a entrare in sintonia al 100% con il disco. E per interpretazione: la camaleontica voce di Lana Del Rey a tratti ricorda l’eleganza di Grace Jones, in altri momenti si avvicina a una giovane e ispirata Kylie Minogue. Abbasso l’hype, viva Lana Del Rey.
Giulio Casale
Dalla parte del torto
(Bollettino/Novunque)
di Guido Amari
Proprio quando la sua attività in campo letterario e teatrale pareva averlo definitivamente allontanato dall’amato rock’n’roll, Giulio Casale, nato artisticamente all’inizio dei Novanta con gli Estra, fa il suo comeback discografico con Dalla parte del torto. Un ritorno al passato con dodici brani intensi e graffianti quanto basta, sorretti da liriche interessanti e da arrangiamenti e produzione (opera di Marco Tagliola e Giovanni Ferrario) che esaltano il suo talento compositivo. A convincere maggiormente, almeno a livello personale, sono i momenti in cui Casale si lascia trasportare dall’elettricità, come nel caso di Virus A uno dei migliori pezzi dell’album. Il singolo Fine, pop al punto giusto (potrebbe regalare belle soddisfazioni), La tua canzone, Un’ossessione e Magic Shop sono gli altri brani che rendono valido l’ascolto di Dalla parte del torto.
Lana Del Rey Born To Die (Interscope)
HHHHH
Mark Lanegan Band
Lisa Hannigan
(4AD)
(Pias/Self)
Blues Funeral
HHHH di Stefano Gilardino
Una carriera non certo frenetica quella dell’ex cantante degli Screaming Trees. Ben otto anni sono passati dal suo ultimo disco solista, Bubblegum, anche se questo lungo periodo di tempo riempito con collaborazioni prestigiose (Queens Of The Stone Age, per esempio) e duetti con Isobel Campbell e l’amico Greg Dulli nei Gutter Twins. E sono proprio i vecchi compari a formare la band con cui Lanegan si accompagna per Blues Funeral, da Dulli a Josh Homme passando per Jack Irons e Alain Johannes, e si sa che le cose fatte “in famiglia” sono spesso le migliori. Anche per questo motivo, l’album ci restituisce un Mark in forma smagliante, convincente come non capitava da tempo. La partenza di Gravedigger’s Song è bruciante: chitarre ammalianti, ritmica ipnotica e quella voce che non ha eguali. Sono rock e blues a fare da tappeto sonoro alle interpretazioni di Lanegan, da Riot In My House a Phantasmagoria Blues, ma la vera sorpresa è un quasi omaggio ai New Order in Ode To Sad Disco, brano new wave intenso che segna uno degli apici dell’album.
HHH
Passenger
HHHH di Marco Rigamonti
La voce dell’irlandese Lisa Margareth Hannigan ha accompagnato quella di Damien Rice nei suoi primi e finora unici due dischi, ricoprendo un ruolo di prim’ordine in diversi brani - recuperate Volcano e Cold Water da O oppure la splendida 9 Crimes da 9, non ve ne pentirete. Nel 2007 le strade dei due artisti si sono separate - non proprio pacificamente - e un anno dopo è uscito l’album di debutto di Lisa (Sea Saw), osannato dalla critica e apprezzato oltreoceano ma poco considerato dal pubblico europeo. Passenger è il secondo lavoro: domina la voce della Hannigan, gentile come un fiore, che canta ninne nanne su arrangiamenti folk utilizzando preferibilmente strumenti vecchi e rotti - almeno questo è quello che si dice. Le concessioni al “pop” (le virgolette in questo caso sono obbligatorie) si limitano a Knots e What’ll I Do, mentre per il resto aspettatevi intimismo e melodie sottovoce, che poi sono i tratti distintivi di un’autrice matura e pronta a sbarazzarsi una volta per tutte dell’appellativo di “spalla”, che le sta stretto da tempo.
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Ila Rosso
La bella presenza
(INRI)
HHHH di Gianni Olfeni
Si dice che il lavoro dei cantautori anni Settanta oggi lo facciano i rapper. Che siano loro a raccontare l’Italia, le ambizioni, le frustrazioni, i sogni e le paure di un paese che ancora non sa cosa farà da grande. Vero fino a un certo punto. Il nostro rap ha un codice espressivo in cui si mischiano sarcasmo, rabbia e testosterone. È il linguaggio ribelle e un po’ sbruffone della periferia tamarra. Ma c’è un’altra faccia della stessa medaglia e sono i cantautori come il piemontese Ila Rosso. Disincanto piuttosto che rabbia, ironia piuttosto che sarcasmo e soprattutto swing invece che insulti. Perché siamo tutti incazzati e disillusi, ma non per forza tamarri. Nella proposta musicale di Ila, tanto per dare dei riferimenti, si sente l’eco delle lezioni di maestri come Gaber e De Andrè, ma anche Paolo Conte e De Gregori. La bella presenza è un buonissimo esordio, con i toni bassi e il profilo alto. Per raccontare le contraddizioni dell’Italia e della sua gente non è obbligatorio vomitare slogan.
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Sinead O’Connor
VCMG
(One Little Indian)
(Mute Records)
How About I Be Me (And You Be You)?
HH
HHH di Marco Rigamonti
di Guido Amari
Inutile negarlo: i più si ricorderanno della fiera cantante irlandese per la sua splendida interpretazione di Nothing Compares To U, tantissimi anni fa, per un’apparizione televisiva negli Stati Uniti in cui strappò una fotografia di papa Giovanni Paolo II e per la sua graduale discesa verso un inferno personale da cui sembra non essersi ancora allontanata. Insomma, poca musica e troppo gossip per Sinead che, complice questo suo nuovo capitolo discografico, tenta di ritornare alla ribalta per motivi squisitamente artistici e non legati alle sue vicissitudini personali che, va detto, continuano anche ai giorni nostri. How About… è un disco pop rock, a tratti davvero intenso, e senza altre particolari influenze, come se le sue infatuazioni per il reggae, la musica irlandese, l’elettronica fossero state accantonate senza troppi rimpianti. Manca forse la zampata di classe che lo sollevi da un’aurea mediocrità, ma risentirla comunque in buona forma è già un ottimo risultato. Pezzo consigliato: Take Off Your Shoes.
HOT
Ssss
“Ciao, sto pensando di incidere un disco techno. Che ne dici di farlo insieme? Con comodo, senza fretta”. La mail, che Martin Gore riceve un annetto fa, porta la firma di Vince Clarke. Naturalmente Gore accetta con entusiasmo. Il risultato dell’interessante collaborazione - a trent’anni dal chiacchieratissimo avvicendamento nei Depeche Mode che li ha visti protagonisti - è di quelli che non ti aspetti: nonostante i due siano dei musicisti di riferimento della scena synth-pop (le melodie cantate da Dave Gahan sono opera loro, tranne qualche rara eccezione) qui non c’è spazio per vocalizzi e forma-canzone. Ssss è un inno puro e semplice alla musica elettronica da club. Ma anche se è facile captare influenze provenienti dalle moderne chart, le personalità di Clarke e Gore brillano in tutta la loro ben nota devozione al suono - punto di partenza e di arrivo di quello che hanno sempre prodotto - regalandoci dieci tracce estremamente curate e qualitativamente notevoli.
RITORNO AL PASSATO
LIST
La playlist dei brani più ascoltati a febbraio dalla redazione di Onstage (in ordine rigorosamente casuale)
Dopo la reunion del 2010, i Cranberries hanno finalmente inciso un disco di inediti. Roses è un ponte con la la prima fase della loro carriera - meglio non spaventare i fan dopo tutto questo tempo - ma non per questo è un lavoro povero di spunti.
Theophilus London
di Marcello Marabotti
Timez Are Weird These Days (2011)
«È
un modo per ripartire da dove avevamo interrotto». Dolores O’Riordan non poteva trovare parole migliori per descrivere il nuovo lavoro dei Cranberries. Era infatti il 2003 quando il gruppo irlandese iniziava a lavorare su molte delle canzoni che oggi troviamo dentro Roses. L’album trasuda istintività e lavoro collettivo, proprio come un gruppo dovrebbe fare, senza allontanarsi dal suono di Bury The Hatchet o Wake Up And Smell The Coffee che tanto ha portato a Dolores e compagni. Prodotto da Stephen Street, questo disco è un porto sicuro per tutti i fan dei Cranberries, guidati dalla voce di Dolores in un viaggio colorato, fatto di gioia e reconditi sogni
nascosti tra sesso e nostalgia. Roses esplora l’amore in tutte le sue forme e il titolo dell’album è il sigillo dell’intero concept artistico. Tra i momenti migliori, il primo singolo Tomorrow, in cui Dolores canta quel carpe diem tanto caro a giovani romantici e anziani scrittori - se non cogli l’attimo, non avrai più il tempo per recuperare il giorno seguente. E poi Schizophrenic Playboy, che parla degli incontri sessuali in un’atmosfera onirica, sospesa tra sogno e realtà, la stessa che permea l’intero lavoro e trova il suo compimento in Astral Projection. Il disco lascia addosso una sensazione piacevolissima: i Cranberries hanno ritrovato l’Animal Istinct che avevano smarrito e di cui sentivamo la mancanza.
I Stand Alone
Il Teatro degli Orrori
IO CERCO TE
Il Nuovo Mondo (2012)
Useless Wooden Toys FEAT. DARGEN D’AMICO
Pioverà benza Piatto forte (2011)
Blur
Parklife
Parklife (1994)
Bruce Springsteen
We Take Care Of Our Own Wrecking Ball (2012)
Marlene Kuntz
Canzone per un figlio Canzoni per un figlio (2012)
Lana Del Rey
Video Games Born To Die (2012)
Lo Stato Sociale
Mi sono rotto il cazzo Turisti della Democrazia (2012)
Ed Sheeran
Roses
Lego House
HHHHH
James Morrison
Cranberries
+ (2012)
(Cooking Vinyl)
Slave To The Music The Awakening (2011)
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WHAT’S NEW Cinema
A cura di Antonio Bracco
Posti in piedi in paradiso
Italia, 2012, 119 min.
Cast: Carlo Verdone, Micaela Ramazzotti, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Diane Fleri, Nicoletta Romanoff di Carlo Verdone critica pubblico
H H H HH H H H HH
U
lisse, un ex discografico di successo, vive nel retro di uno degli ultimi negozi di vinili rimasti in attività. Arrotonda le scarse entrate vendendo oggettistica varia su Internet. Sua figlia Agnese vive a Parigi con la madre. Fulvio, un ex critico cinematografico, scrive di gossip e vive presso un convitto di religiose. Anche lui ha una figlia che non vede quasi mai a causa del pessimo rapporto con l’ex moglie. Anche Domenico un tempo era qualcun altro, un ricco imprenditore. Oggi
fa l’agente immobiliare e dorme sulla barca di un amico. Per mantenere ben due famiglie, fa il gigolò con le signore di una certa età. Ha un rapporto conflittuale con i due figli più grandi ed è perennemente in ritardo con gli alimenti da versare alla ex moglie e all’ex amante, dalla quale ha avuto un’altra figlia. Dopo un incontro casuale, durante la ricerca di una casa in affitto, Domenico realizza di avere incontrato due poveracci come lui e propone ad Ulisse e Fulvio di andare a vivere insieme per dividere le spese di un apparta-
mento. Inizia così la convivenza di tre disgraziati, un’avventura che solidifica la loro amicizia. Carlo Verdone si diverte ancora a dissacrare i falsi miti. Questa volta si concentra sulla carità cristiana e sulla cieca fiducia in uno stato assistenzialista dal quale il nuovo povero, ritrovatosi tale, spera di essere soccorso. C’è tutto nel suo film, l’eredità della commedia all’italiana, la farsa, l’amarezza, le situazioni tragicomiche velate dai sentimenti. Ne esce una storia imperfetta, ma interpretata da un cast in splendida forma.
John Carter
Magnifica presenza
È nata una star?
Young Adult
USA, 2012, 94 min.
Italia, 2012, 105 min.
Italia, 2012
Usa, 2011, 94 min.
Cast: Taylor Kitsch, Lynn Collins, Willem Dafoe, Thomas Haden Church, Samantha Morton, Dominic West, Polly Walker, James Purefoy, Mark Strong, Ciarán Hinds
Cast: Elio Germano, Margherita Buy, Paola Minaccioni, Giuseppe Fiorello, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, Alessandro Roja, Platinette, Anna Proclemer
Cast: Luciana Littizzetto, Rocco Papaleo, Pietro Castellitto, Michela Cescon
Cast: Charlize Theron, Patrick Wilson, J.K. Simmons, Elizabeth Reaser, Patton Oswalt, Emily Meade
di Ferzan Ozpetek
critica pubblico
di Andrew Stanton critica pubblico
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Seconda metà del 1800. John Carter, ex soldato sudista della Guerra Civile Americana, arriva in Arizona con un amico in cerca di fortuna. In seguito all’attacco di un gruppo di Indiani, si rifugia in una caverna. Senza sapere come, si ritrova trasportato su Marte. Chiamato dal popolo locale Barsoom, il pianeta rosso era un tempo simile alla Terra dove ora gli oceani sono evaporati e l’atmosfera si è assottigliata. Suo malgrado viene coinvolto in un’altra guerra civile, quella che le diverse creature verdi stanno combattendo per la sopravvivenza. Tratto da un ciclo di racconti di Edgar Rice Burroughs, il film è ricco di effetti speciali ed è diretto dal regista di Wall-E. In 3D.
critica pubblico
di Lucio Pellegrini
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Tra le tante cose che una mamma non vorrebbe scoprire sul proprio figlio adolescente ce n’è una un po’ imbarazzante. Anzi, molto imbarazzante. E non aiuta il fatto di venirla a sapere dalla vicina di casa pettegola, che una mattina ti fa trovare nella buca delle lettere un video accompagnato da un biglietto. Quel video è un film che ha un titolo non proprio edificante ed è vietato ai minori. Insomma, scoprire che il proprio figlio ha un talento nascosto e lo usa cimentandosi come pornostar può essere molto scioccante. Come si accetta una notizia del genere? C’è un modo perché i genitori del ragazzo affrontino la questione per il verso giusto? Il film è tratto da un racconto di Nick Hornby edito in Italia nel 2010, ma scritto dall’autore nel 2005.
Il grande sogno del ventottenne Pietro è quello di diventare attore. Tra un provino e l’altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti. È un ragazzo timido, solitario. La sua unica compagnia arriva dalla confusionaria cugina Maria, apprendista avvocato con una vita sentimentale piuttosto piena. Dividono lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille. Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d’epoca, dotato di un fascino molto particolare. La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti. Diventa presto evidente che qualcun altro vive insieme a lui. Ma chi?
ONSTAGE
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MARZO
di Jason Reitman critica pubblico
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Poco dopo il divorzio, la scrittrice di letteratura per ragazzi Mavis Gary torna nella propria città natale nel Minnesota per rivivere i suoi giorni migliori. Si è ormai convinta che il periodo più bello della sua vita è stato quello del liceo e, per quanto possibile, tenta riportarlo in vita. Il primo passo è riallacciare i contatti con il fidanzatino di quei tempi il quale, però, è ora sposato con figli. L’operazione appare da subito più complessa del previsto e quando se ne rende conto, Mavis instaura un insolito legame con un ex compagno di classe che non ha neanche mai finito il liceo. Nuova collaborazione tra il regista Jason Reitman e la sceneggiatrice Diablo Cody dopo Juno, che aveva fruttato a quest’ultima un premio Oscar.
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WHAT’S NEW Videogames
Chip Talk di Blueglue
O la va, o la spacca: la fantasia finale
N
el 1987 il primo episodio della saga Final Fantasy fece il suo esordio sugli scaffali dei negozi sottoforma di cartuccia da inserire nel fido NES. Il successo crossover di un titolo del calibro di The Legend Of Zelda - capace di avvicinare al misterioso mondo dei Role Playing Games anche i giocatori più inesperti - aprì un nuovo varco nel mercato dei giochi per console, in quel momento storico dominato dai cosiddetti Platform Games, con Mario Bros indiscusso numero uno. Nonostante l’affascinante mondo in cui si muoveva Link contenesse i famigerati Dungeon (i labirinti tipici dei giochi di ruolo) e prevedesse un buon numero di side-quests (missioni non obbligatorie ai fini della trama principale, ma utili nella progressione, magari attraverso il ritrovamento di armi e oggetti speciali), la forte componente action di Zelda ha dato vita a un dibattito, tutt’ora aperto, su quanto sia opportuno considerarlo un vero e proprio RPG. D’altra parte i puristi storcono il naso perfino di fronte a Final Fantasy, accusandolo di eccessiva semplificazione. Da che mondo e mondo, quando un genere di nicchia comincia a essere apprezzato da un numero sempre più elevato di persone il merito è sempre di un esperimento che trova il giusto equilibrio tra regole intoccabili e appeal universale. Ed è soprattutto grazie alla serie ideata da Hironobu Sakaguchi che oggi certi meccanismi tipici dei giochi di ruolo sono entrati senza incontrare grandi difficoltà nel bagaglio cognitivo dei casual gamer e hanno contaminato anche generi lontanissimi dal mondo degli RPG: pensate al sistema di crescita dei personaggi attraverso i “punti esperienza”. Oppure allo sdoganamento dei cosiddetti “party”: se in passato la norma era controllare un singolo eroe, oggi nessuno si stupisce se siamo chiamati a guidare un gruppo di persone (molto spesso appartenenti a diverse “classi”). E pensare che il poetico titolo - capace di evocare all’istante immagini sognanti - nascondeva in realtà grande paura: Sakaguchi ha infatti rivelato che “Fantasia Finale” era riferito alla sua decisione di smettere di avere a che fare con il mondo video ludico se il gioco non avesse avuto successo. Venticinque anni (e 100 milioni di copie vendute) dopo, Hironobu continua a ideare storie meravigliose con la sua software-house Mistwalker e noi siamo ancora qui, con la lingua di penzoloni, ad aspettare l’ennesimo sequel di una delle serie più rappresentative della storia dei videogiochi.
Final Fantasy XIII-2 (Enix)
Gotham City Impostors (Monolith)
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: RPG
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Fps Multiplayer
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Era dai tempi di Final Fantasy X-2 che alla Square Enix non si considerava l’idea di un sequel. Ma in questo caso la casa giapponese l’ha presa sul personale: di fronte alle critiche ricevute in seguito all’episodio XIII - molte delle quali concentrate sul problema dell’eccessiva linearità - Motomu Toriyama e il suo staff si sono sentiti in dovere di affrontare i (pochi) detrattori. Le modifiche apportate hanno quindi un comune denominatore: lasciare la più ampia libertà possibile. Il sistema di battaglia, che si basa su ruoli e paradigmi come in FFXIII, è interamente personalizzabile fin dall’inizio, l’avventura è costellata di missioni secondarie e la già splendida trama viene ulteriormente arricchita dalle distorsioni temporali e dalla possibilità di scoprire zone nuove in un ordine non rigoroso. Da menzionare le “coalizioni”, che permettono di trasformare i nemici in preziosi alleati nel combattimento, le “decisioni”, che aumentano il livello del coinvolgimento del giocatore (chiamato a dire la sua sugli eventi), e una buona varietà di mini-giochi dai quiz che mettono alla prova la nostra attenzione ai puzzle che consentono di risolvere le anomalie temporali. Quasi inutile soffermarsi sul lato tecnico: come sempre grafica e sonoro abbagliano ed emozionano nel profondo.
Il Batman-revival sembra non conoscere limiti. Sull’onda del successo dei film girati in tempi recenti da Christopher Nolan, l’eroe mascherato ha avuto fortuna anche nel mondo videoludico, con Arkham Asylum e Arkham City. è bene però specificare subito che questo Gotham City Impostors non ha niente a che vedere con i due titoli targati Rocksteady. La componente single-player è esclusa, così come le fasi stealth: qui si combatte online, in prima persona e senza esclusione di colpi. Non serve nemmeno una trama per introdurre la vicenda, perché basta schierarsi con una delle due fazioni di criminali che combattono a Gotham City travestendosi da supereroi. Una volta scelta la modalità di gioco entreremo nella parte e dovremo farci largo attraverso armi e gadget. E proprio questi ultimi donano al gioco - che è a tutti gli effetti un “normale” first-person shooter - un’ottima profondità: con i pattini ci si muove più velocemente, con il rampino ci si arrampica ovunque, l’aliante funge da carrucola tra i tetti, le suole gonfiabili ci consentono di spiccare dei balzi mica male e così via. Diventa così fondamentale la personalizzazione dell’eroe, caratteristica che rende l’esperienza divertente e in qualche modo diversa dal solito sparatutto multiplayer.
Metal Gear Solid HD Collection
The Darkness II (Digital Extremes)
(Konami)
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Action/Adventure
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Action/Adventure
HHHH
HHHH Domanda: ma se in una raccolta rimasterizzata in alta definizione non mi metti il primo capitolo di una trilogia, che razza di raccolta è? è del tutto legittimo chiedersi come mai il primo mitico episodio della saga Metal Gear Solid (uscito nel 1998 su Play Station) sia incluso solo nella versione Nipponica di questa tanto attesa HD Collection. Ma quando si ha a che fare con quel matto di Hideo Kojima (ideatore della serie) non si sa mai cosa aspettarsi: molti ricorderanno il senso di sbigottimento di fronte al tanto criticato cambio di protagonista in occasione della release del secondo capitolo, quel Sons Of Liberty bistrattato dalla critica per via delle aspettative che erano salite alle stelle. A bilanciare (almeno parzialmente) la delusione di non potere rigiocare la prima incarnazione di Metal Gear Solid in alta definizione, oltre all’appena citato Sons Of Liberty e al sublime Snake Eater (il terzo capitolo del 2004) in questo cofanetto troviamo Peace Walker, episodio uscito nel 2010 esclusivamente per PSP ora fruibile anche dai possessori di Xbox e PS3. Sulla qualità dei contenuti non si discute: ci sono giochi che resistono magnificamente allo scorrere del tempo, e Metal Gear Solid appartiene senza dubbio a questa categoria.
ONSTAGE
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MARZO
Chiunque abbia vissuto le vicende di Jackie Estecado nella sua prima avventura (2007) non può che ricordarsela come un’esperienza molto particolare, a tratti disturbante. Fps atipico e molto psicologico, The Darkness prendeva spunto da un fumetto e narrava di un ragazzo di 21 anni coinvolto in una storia horror-mafiosa condita da poteri oscuri. Il rapporto tra il protagonista e la malvagità che si era impossessata di lui disegnava un conflitto terrificante, perché l’aiuto delle tenebre era qualcosa di effimero e a lungo andare l’avrebbe letteralmente consumato. In questo follow-up, Jackie dovrà vedersela con la Confraternita, ovvero i custodi di quell’oscurità che ora rivogliono indietro con ogni mezzo. Il gameplay punta tutto sulla dinamicità, concentrandosi su lunghi e violenti combattimenti, mentre l’evoluzione dell’intricata trama appassiona e tiene altissima la tensione drammatica, anche grazie agli splendidi monologhi che rafforzano l’empatia con il nostro eroe. Eccellente il bizzarro comparto grafico: nonostante The Darkness II sia caratterizzato da un design molto più fumettoso del primo episodio, il prezioso taglio lugubre di cinque anni fa è conservato in maniera impeccabile. Un must per chi adora emozioni forti a tinte cupe.
COMINGSOON aprile
I biglietti del tour di Tiziano Ferro sono in vendita presso i negozi Fnac!
Tiziano Ferro
I
l 21 febbraio scorso, in occasione del suo compleanno, Tiziano Ferro ha svelato che la sua carriera deve molto alla voce di Whitney Houston (scomparsa qualche giorno prima). «Amo la musica per merito suo. Nel 1999 sono andato a un concerto di Whitney a Milano. Il mio primo vero concerto. Mi sono comprato il biglietto lavorando sei mesi in un McDonald’s». Ma Tiziano ha la musica nel sangue da molto prima. A cinque anni ha ricevuto come regalo di Natale la sua prima tastiera. Da quel momento, ha iniziato a comporre canzoni, come Il cielo e Gli occhi (1987) - inserite poi come ghost track in Nessuno è solo - fino al primo grande successo, Xdono (2001). Dal momento in cui abbiamo cominciato a sentir parlare di lui sono passati più di dieci anni, tempo che il cantan-
te di Latina ha impiegato per diventare uno dei migliori musicisti del nostro paese. Il suo ultimo lavoro, L’amore è una cosa semplice, è un album essenziale, che esalta la semplicità del sentimento amoroso e la meravigliosa sensazione di libertà che dall’amore scaturisce. «Sono felice perché è stato liberatorio fare questo album. Mi ha dato molto l’esperienza londinese, perché ho potuto ascoltare musica sempre. In Inghilterra c’è musica ovunque, per strada come nei locali, e di tutti i generi, dal soul all’hip hop, dalla tecno all’elettronica, dalla dance al rock e al pop. Tutti ne fruiscono in modo libero. Personalmente adoro la musica italiana e canto in italiano, ma quell’atmosfera mi ha aiutato a sbloccare alcuni preconcetti». L’amore è una cosa semplice ha regalato molte soddisfazio-
ni a Tiziano. Oltre ai dati di vendita, il disco ha convinto decine di migliaia di persone ad assicurarsi un biglietto per i concerti del tour primaverile. In molte città le date sono state addirittura triplicate. Il viaggio di TZN - come lo chiamano i fan - inizierà il 10 aprile a Torino, per continuare poi in tutta Italia, con ben tre date a Milano e la grande chiusura nella sua città, Roma, con una grande festa allo Stadio Olimpico. Un giusto riconoscimento per uno degli artisti italiani che meglio, in questi anni, è riuscito a fondere i concetti base della musica pop con la voglia di stupire. Un approccio che plasmerà anche i prossimi concerti: «Da me bisogna sempre aspettarsi qualche follia, o qualche esperimento». Prendiamolo in parola. (M.M.)
live
» CAPAREZZA 06/04 Matera 11/04 Firenze 13/04 Verona 21/04 Catania 24/04 Genova
» Elio e Le Storie Tese 02/04 Napoli 03/04 Teramo 04/04 Matera
» Citizens! 19/04 Conegliano (TV) 20/04 Milano 21/04 Roma
» Giorgia 20/04 Eboli (SA) 21/04 Pescara 26/04 Varese 27/04 St. Vincent (AO)
» Daniele Silvestri 11/04 Palermo 12/04 Catania 29/04 Acciaroli–P. (SA)
» Litfiba 13/04 Treviso 14/04 Rimini 17/04 Genova
20/04 Torino 21/04 Bologna 26/04 Napoli 28/04 Acireale (CT) » Gomez 13/04 Bologna 14/04 Milano » Laura Pausini 2-3/04 Treviso » Marco Mengoni 19/04 Milano 21/04 Genova 24/04 Rimini
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27/04 Udine 28/04 Brescia » Negramaro 30/04 Genova » Pino Daniele 01/04 Napoli 06/04 Roma 15/04 Roma 19/04 Firenze 21/04 Padova 24/04 Mantova » Nina Zilli 10/04 Firenze
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10-11/04 Torino, 13/04 Casalecchio Di Reno, 15/04 Eboli, 17/04 Acireale... Il calendario completo del tour di Tiziano Ferro su onstageweb.com
11/04 Roma 13/04 Napoli 14/04 Modugno (BA) 20/04 Montesilvano (PE) 21/04 Rimini 26/04 Milano 27/04 Padova 28/04 Bologna » Sinead O’Connor 24/04 Milano » Subsonica 21/04 Mantova 23/04 Milano 26/04 Torino
27/04 Bologna 28/04 Roma » The Cyborgs 05/04 Vignola (MO) 07/04 Seregno (MB) 08/04 Torino 13/04 Padova 14/04 Imperia » STEVE HACKETT 18/04 Firenze 19/04 Roma 20/04 Cortemaggiore (PC) 21/04 Schio (VI) 22/04 Genova