KASABIAN | I SOLITI IDIOTI | ZUCCHERO | PAUL McCARTNEY | THE TWILIGHT SAGA
Anno V, n.46 - 2 novembre 2011 www.onstageweb.com
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Smashing Pumpkins «Spesso, in passato, mi sono sentito limitato e non voglio che succeda più» La seconda vita di Billy Corgan
American hero
LENNY KRAVITZ
«Il razzismo non è ancora stato sconfitto. L’elezione di Obama è solo il primo passo»
Disco del mese
COLDPLAY
Mylo Xyloto, la prova di forza di Chris Martin e soci
Face to face
NOEL GALLAGHER
«Se vi piacevano gli Oasis non vi preoccupate, ora ci sono i Beady Eye»
Celebration Vent’anni fa usciva
Achtung baby il disco che ha cambiato per sempre gli U2
EDITORIALE
Magazine Registrazione al Tribunale di Milano n. 362 del 01/06/2007 Direttore responsabile Emanuele Vescovo Direttore editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art director Eros Pasi e.pasi@onstageweb.com Caporedattore Stefano Gilardino s.gilardino@onstageweb.com
S
crive Riccardo Luna su La Repubblica di venerdì 7 ottobre, che «due grandi fatti hanno determinato il successo della rivoluzione digitale: i prodotti della Apple di Steve Jobs e l’invenzione del world wide web da parte di Tim Berners-Lee. Come i primi hanno reso l’elettronica di consumo una cosa facile, sexy e per tutti, così l’invenzione del web ha trasformato Internet da rete per far comunicare università e militari nella più grande piattaforma di comunicazione dell’umanità. Jobs e Berners-Lee non avevano la stessa visione del web: un giardino dorato e chiuso il primo, una città aperta il secondo». L’analisi dell’ex direttore di Wired è illuminante: in poche righe riassume pregi e difetti del fondatore di Apple. Per quello che abbiamo visto noi, s’intende. Nessuno può mettere in discussione il fenomenale impatto di Steve Jobs sul cambiamento in senso digitale delle nostre abitudini. Ha reso affascinanti strumenti che avrebbero dovuto essere solo utili, accelerando la trasformazione dell’elettronica in prodotto da consumo. Scrivo su un MacBook, telefono con un iPhone, ascolto musica con un iPod, navigo con l’iPad e sono entusiasta di queste meraviglie. Mi sono anche utili - c’è un minoranza che li usa per lavorare – eppure non credo che i prodotti Apple abbiano migliorato la mia vita. Abbiamo preso un granchio enorme. Jobs non ha cambiato la nostra esistenza, come invece hanno sostenuto, prima e dopo la sua morte, autorevoli intellettuali sulle pagine dei più importanti giornali del mondo (e i comuni mortali su Facebook.). Credo piuttosto che sia stato bravissimo a imporci dei consumi, trasformando voglie in bisogni, desideri in necessità. Un genio commerciale, con una strategia fenomenale nei risultati ma banale nella sostanza: è più generosa la ricompensa se i prodotti offerti sono belli. Quando Luna dice che l’Internet di Steve Jobs era «un giardino dorato e chiuso» si riferisce al sistema-Apple, uno stato chiuso e protezionista, con le frontiere sbarrate e l’esercito schierato a difesa dei confini. Se hai Apple non puoi avere nient’altro che Apple, altrimenti non funziona. I sistemi chiu-
Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com Marcello Marabotti m.marabotti@onstageweb.com
si non migliorano la vita del genere umano, quelli aperti invece lo fanno. Tim Berners-Lee ha immaginato il web come «una città aperta», un luogo cioè che fosse a beneficio delle potenzialità del genere umano tutto. Internet ha cambiando e migliorato il mondo, Steve Jobs ha solo intuito prima degli altri cosa avrebbe potuto venderci e come farlo meglio di tutti. Puro genio commerciale. Credo che il capitalismo sfrenato della Apple sia stato frainteso: è un gioiello di azienda, ma essere affamati e pazzi non significa permettere che si producano oggetti di lusso dove si praticano condizioni di lavoro disumane (la cinese Foxconn, che produce gli iPad, è nota per i suicidi dei propri dipendenti, stremati dalla schiavitù a cui sono costretti). Steve Jobs era uno che ce l’aveva fatta, per questo ci piaceva tanto. Era una rockstar. Dal nulla aveva conquistato il mondo, dando una forma (bellissima) all’immaginazione come solo gli artisti sanno fare - benvenuto in questo mondo pieno di oscenità chi è capace di tanto; mobilitando le masse e inducendole al fanatismo - le folle assiepate davanti alle cattedrali di cristallo di Apple, in attesa del nuovo miracolo in plastica e software, ricordano tanto quelle ammassate sulle transenne sottopalco di un concerto rock. Comunicando con le parole (“Stay hungry, stay foolish” è di potenza pari a “All you need is love” dei Beatles) e con linguaggi meno immediati ma altrettanto efficaci: quel look da nerd era il suo completo di pelle per andare in scena. Come le rockstar, Steve Jobs aveva una visione machiavellica: lo spettacolo deve continuare in ogni caso, avanti finché piace. Ci intratteneva, ci faceva godere e poi se tornava in albergo con il suo ingaggio faraonico, lasciandoci felici e soddisfatti sulla via di casa. Oh yeeeeah! Daniele Salomone P.s. I lettori più attenti si accorgeranno che manca la seconda parte di “Libertà, collettivo e rock’n’roll”, nostro viaggio nel mondo dei Negramaro cominciato con l’intervista a Giuliano Sangiorgi. Per esigenze di spazio abbiamo dovuto sacrificarlo, ma è sul nostro sito (onstageweb.com).
Editorialisti Charlie Rapino, Mattia Odoli Hanno collaborato Blueglue, Antonio Bracco, Guido Amari, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Claudio Morsenchio, Cristina Valentini, Emanuele Mancini Foto di copertina Alessio Pizzicannella (Mengoni) Francesco Prandoni (Zucchero)
Direttore marketing Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com Direttore commerciale Francesco Ferrari f.ferrari@onstageweb.com Ufficio commerciale Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com Marianna Maino m.maino@onstageweb.com Mattia Sbriziolo m.sbriziolo@onstageweb.com Amministrazione, distribuzione, logistica Mario Vescovo m.vescovo@areaconcerti.it Concessionaria per la pubblicità Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel. 02.533558 info@areaconcerti.it Filiale di Roma via Nizza, 53 - 00198 Roma Tel. 06.45474811 p.marullo@onstageweb.com
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Onstage Magazine on tour, novembre 2011
a Concerti
ZUCCHERO: 7-8/11: Mediolanum Forum, MILANO; 16/11: Palalottomatica, ROMA; 26-27/11: Palaolimpico, TORINO; SMASHING PUMPKINS: 28/11: Mediolanum Forum, MILANO; LENNY KRAVITZ: 21/11 Mediolanum Forum, MILANO MARCO MENGONI: 26/11: Mediolanum Forum, MILANO; 29/11: Palalottomatica, Roma KASABIAN: 20/11 Alcatraz, MILANO NOEL GALLAGHER: 28/11 Alcatraz, MILANO
a BOLOGNA: Viale Filopanti 4/M FIRENZE: Borgo la Croce 42/r GENOVA: Via Colombo 21/r MILANO: C.so Porta Ticinese 100, Largo Gemelli 1 c/o ISU Univ. Cattolica, Via Carlo Bo 1 c/o IULM ROMA: Via Solferino, 6-6/A, Piazza dell’Alberone 14, Piazza Irnerio 43 C.so Vittorio Emanuele II 297, Via degli Ausoni 5, TORINO: Corso Belgio, 141/A, Corso Duca degli Abruzzi, 24 VENEZIA: Dorsoduro Ca’ Foscari, 3252
a FIRENZE: Centro Commerciale I Gigli, Via San Quirico 165, Campi Bisenzio (FI) GENOVA: Via XX Settembre 46/R MILANO: Via Della Palla 2 NAPOLI: Via Luca Giordano 59 ROMA: Galleria Commerciale Porta Di Roma, Via Alberto Lionello 201 TORINO: Via Roma 56 - Shopville Le Gru, Via Crea 10, Grugliasco (TO) VERONA: Via Cappello 34
a Locali
MILANO Bar Magenta, Banghrabar, Biblioteca Sormani, Blender, Bond, Cafè Milano, Cargo Colonial Cafè, Cuore, Deseo, Exploit, Felice-San Sushi, Frank Cafè, Fresco Art, Grey Cat Pub, Huggy Bar, Ied, Item, Jamaica, Julien Cafè, Kapuziner, La Bodeguita del Medio, La Caffetteria, La Voglia Di, Le Coquetel, Le Scimmie, Lelephant, Magazzini Generali, Maxi Bar, Mom Cafè, Morgan’s, Pacino Cafè, Pharmacy Store, Refeel, Roialto Cafè, Salezucchero, Sergent Peppers, Skip Intro, Stardust, Sushi, The Good Fellas, Trattoria Toscana, Twelve, Union, Volo, Yguana ROMA Avalon Pub, Birreria Marconi, Cartolibreria Freak Out, Casina dei Pini, Circolo degli Artisti, Crazy Bull, Deja’Vu, Distillerie Clandestine, Express, Fata Morgana, Freni e Frizioni, Friend’s Art Cafè, L’Infernotto, Latte Più, Le Sorelle, Lettere, Cafè, Living Room Cafè, Locanda Atlantide, Micca Club, Mom Art, On The Rox, Open Music Cafè, Pride Pub, Rock Castle Cafè, Shanti, Simposio, Sotto Casa Di Andrea, Sotto Sotto, Tam Tam, Zen.O PADOVA Baessato Wine Bar,
ONSTAGE
06
NOVEMBRE
INDICE
rubriche
3 Jukebox 1Il ritorno al cinema del Re Leone in 3d e Luca Argentero con Lezioni di cioccolato 2, i concerti di Kasabian, McCartney, Dylan & Knopfler.
22
MarcoMengoni
In occasione dell’uscita di Solo 2.0, Onstage ha incontrato Marco Mengoni. Era la prima volta ed è stata una piacevole sorpresa. Lui e la sua musica sono molto meglio di quanto pensassimo.
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Smashing Pumpkins
In attesa delle due date italiane e del nuovo album della rock band americana (Oceania, atteso per il 2012), abbiamo ricostruito le due vite di Billy Corgan, leader degli Smashing Pumpkins.
34
Zucchero
È appena tornato da un lungo giro in America, dove ha portato la versione in inglese di Chocabeck. Per festeggiare le date italiane, rispolveriamo l’intervista di qualche mese fa.
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Lenny Kravitz
Il suo ultimo album, Black And White America, è stato un successo di critica. Ora il suo tour arriva a Milano e sarà un successo di pubblico. Noi l’abbiamo incontrato a Roma.
Onstageweb.com videointerviste
Negrita Linea 77 The Rapture Kasabian I Soliti Idioti Marco Mengoni
18 Face To Face Noel Gallagher racconta il suo primo album solista, mentre il Nongio e Bigio ci svelano il loro debutto cinematografico con I soliti idioti.
44 Rock’n’fashion Lo stile della Swinging London non è mai tramontato, e lo dimostrano talenti come Kooks e la giovane Florence Welch.
47 What’s New Il nuovo album dei Coldplay, Negrita, Metallica, Justice, Florence + The Machine. Ma anche cinema, con il nuovo capitolo di Twilight, games, libri e altro.
54 Coming Soon facebook/ONSTAGE MAGAZINE twitter/ONSTAGEMAGAZINE
foto live
George Michael Zucchero Lenny Kravitz Bob Dylan Mark Knopfler Noel Gallagher
ONSTAGE
contest
08
NOVEMBRE
Zucchero Negramaro Vacca Giorgia Luca Carboni Noyz Narcos
Dopo aver licenziato il nuovo album, la rock band più cool d’America torna in Italia per due date che si preannunciano piccanti. Ecco a voi i Red Hot Chili Peppers!
CELEBRATION
CELEBRATION
Persino meglio della realtà
Compie vent’anni Acthung Baby, il disco più significativo della straordinaria carriera degli U2. Raro esempio di coraggio e irriverenza creativa, trasformò radicalmente la percezione che il mondo aveva della band irlandese. di Daniele Salomone - Foto di Anton Corbijn
D
ublino, dicembre 1989. Gli U2 sono di nuovo in città dopo comprometterne il futuro. «Quello che la gente vedeva negli U2 non una campagna triennale che li ha portati a conquistare il corrispondeva affatto a come ci sentivamo noi – ricorda Bono – e quemondo. I concerti in programma al Point Depot Theater sta situazione ci rendeva terribilmente frustrati». Fondamentalmente valgono l’abbraccio della madre ai figli tornati da una gli U2 si stavano prendendo troppo sul serio, scambiando il luna park lunga guerra. L’entusiasmo è contagioso, eppure i festeggiati sono a in cui erano finiti per una chiesa. Erano disposti a tutto pur di uscire disagio. «Questi spettacoli sono importanti perché segnano la fine di da questo malinteso, persino a rinnegare se stessi diventando quello qualcosa». Dal palco, Bono celebra una liturgia apocalittica. Sente che che fino a quel momento avevano rifiutato. «Smettemmo di essere tipi la band, dopo l’uscita di The Joshua Tree, ha perso il controllo. «Siamo sinceri e immusoniti - ricorda The Edge - abbonando lo stile cupo di partiti pensando di essere una band post-punk e siamo tornati con i The Joshua Tree. Accettammo il nostro mondo contraddittorio e divencappelli da cowboy. Quando da ragazzini andavamo a vedere i Clash tammo più brillanti». sapevamo da che parte stare. Le band come gli U2 del 1989 erano i L’universo degli U2 subisce un big bang. Suoni freddi e sperimentanemici. Ci eravamo trasformati nei nostri stessi nemici». Le parole che li soppiantano il rassicurante rock intriso di blues degli ultimi lavori, il cantante consegna al documentario From The Sky Down - diretto da mentre Bono comincia a cantare i celebri falsetti e si presta persino a Davis Guggenheim, esce in occasione un restyling d’immagine, diventando « Smettemmo di essere tipi sinceri dei vent’anni di Acthung Baby insieme l’alterego “The Fly”, lo stereotipo delalla versione rimasterizzata del disco e immusoniti, abbonando lo stile cupo la rockstar che ha sempre detestato. – identificano il disturbo post-trau- di The Joshua Tree. Accettammo il nostro L’obiettivo di Anton Corbijn ritrae la matico di cui gli irlandesi rimangono band in modo diverso: niente più foto mondo contraddittorio e diventammo vittime alla fine degli anni Ottanta: da musoni irlandesi, gli U2 devono espiù brillanti » The Edge dominano il mondo ma non si riconosere cool. Il singolo scelto per lanciare scono nell’immagine che lo specchio il disco, The Fly, lascia sbalordito chiunriflette. Perché diavolo stanno facendo la figura degli sfigati? Lo scarso que avesse amato – milioni di persone - gli U2 per quello che erano stati successo di Ruttle And Hum (pellicola, e disco, in cui si documentava fino ad allora. Infine lo ZooTV Tour, che ribalta tutti i canoni estetici la tournèe americana dell’87) ha peggiorato l’umore della truppa, ma degli spettacoli della band dublinese (e non solo): una produzione masono i segni della guerra tutta ad aver sfigurato gli U2. stodontica, con schermi enormi, video wall e ogni diavoleria tecnologia Brian Eno ha già lavorato a Berlino con David Bowie. Conosce il disponibile. In pochi mesi gli U2 si tolgono i panni da boyscout per posto e sa che la capitale della Germania riunificata è il luogo giusto diventare pirotecniche rockstar. Senza avere la più pallida idea di come per andare in cerca del futuro. Il Muro è caduto da qualche mese e la tutto questo sarebbe stato accolto. città è incredibilmente viva, ricca di pulsioni umane e sociali, il posto «Se siamo ancora qui oggi è merito di Achtung Baby. È stata la svolta. più interessante per mettersi sulle tracce di Sorella Ispirazione.Bono e Potevamo crescere oppure implodere, ci siamo giocati tutto». Le parole The Edge, entusiasti, fanno subito le valigie: non si vedono da mesi ma che Bono pronuncia vent’anni dopo inquadrano perfettamente quanto hanno entrambi divorato tonnellate di musica elettronica, soprattutto accaduto in quel preciso momento della storia degli U2. Un salto nel tedesca, e sono fermamente convinti che solo un cambiamento radicale buio, come in fondo ogni opera d’arte dovrebbe essere non dovendo consentirà agli U2 di sopravvivere. «Il sound che veniva dalla Germa- assecondare altro istinto che quello dell’artista. Se Acthung Baby è uno nia - racconta oggi il chitarrista - era la musica soul europea, in quel dei dischi più significativi e influenti della storia della musica si deve groove c’era l’anima del nostro continente. Un suono così freddo da all’urgenza espressiva, esplosiva e irriverente - tanto si è presa gioco di esaltare ogni scintilla di umanità si nascondesse in mezzo. Berlino era tutti gli ostacoli - che lo attraversa. Sembra paradossale che in questi ulil posto ideale dove trovare tutto questo». timi anni gli U2 siano stati criticati proprio per non aver più mostrato lo La storia continua, ma se Acthung Baby è diventato quello che è di- stesso coraggio. La risposta è nelle parole (di Bono) che aprono e chiuventato si deve alla parte fin qui raccontata. Ricapitolando, la più im- dono From The Sky Down. «Bisogna rifiutare la propria identità prima portante rock band del pianeta attraversa una crisi d’identità che può di ritrovarne un’altra. Ma si rischia tutto perché in mezzo c’è il nulla».
Era il 18 novembre 1991... …quando la Island Records pubblicò Achtung Baby, settimo disco in studio degli U2. Registrato a cavallo tra la fine del 1990 e i primi mesi del ’91, prima agli Hansa Studios di Berlino e poi ai Windmill Lane Studios di Dublino (da quelle session uscì anche Zooropa) l’album vanta la produzione artistica di Brian Eno e Daniel Lanois, mentre del missaggio si occuparono Flood e Steve Lillywhite. Il 31 ottobre scorso school of rock. Gli U2 si sono formati nel 1976 a Dublino. Larry Mullen appese un annuncio sulla bacheca della Mount Temple School: risposero Adam Clayton, David Evans (The Edge), suo fratello Dick e Paul Hewson (Bono). Dick lasciò presto il gruppo, che allora si faceva chiamare Feedback. In meno di un decennio gli U2 passarono dalla scuola al tetto del mondo.
ONSTAGE
10
NOVEMBRE
ONSTAGE
11
NOVEMBRE
è uscita la versione rimasterizzata di Achtung Baby, disponibile in cinque formati: standard version, deluxe version (comprende un cd con 2 inediti, b-side e rarità), super deluxe box (6 cd, con Zooropa rimasterizzato + 4 dvd, compreso il documentario From The Sky Down), uber deluxe box (6 cd + 4 dvd + 5 vinili singoli, libro e persino gli occhiali da sole di Bono) e infine in versione interamente in vinile (4 LP).
JUKEBOX
Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema
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Uno dei capolavori targati Disney fa il suo ritorno in pompa magna in versione 3D. Di che si tratta? De Il re leone, campione d’incassi anni or sono e pronto a riconfermarsi ai botteghini.
14
Poker d’assi per la nuova edizione dell’Eastpak Antidote Tour: A Day To Remember, The Ghost Inside, August Burns Red e Living With Lions sono pronti a mettere a ferro e fuoco Milano.
15
Il ritorno in Italia di tre mostri sacri del rock questo mese: Paul McCartney, Bob Dylan e Mark Knopfler.
16 live
20/11 Milano
Un nuovo album intitolato Io tra di noi e tanti progetti in cantiere per il poliedrico Dente. Scopriamo di che si tratta!
Musica
Siamo una classica rock band!
Si chiama Velociraptor ed è il titolo del nuovo album di Sergio Pizzorno, Tom Meghan e compagni, i Kasabian. Come i precedenti lavori, anche questo è schizzato in cima alle classifiche britanniche e minaccia di fare altrettanto nel resto del mondo… di Gianni Olfeni
I
giornali musicali inglesi, si sa, peccano da sempre «Abbiamo influenze ben precise e riconoscibili, ma siamo pia che rimanda - con i dovuti distinguo del caso - ad aldi uno smaccato campanilismo e tendono spesso capaci di incorporarle con sonorità nuove e fresche, non vo- tre storiche unioni del rock’n’roll come quelle fra Lennon all’esagerazione. Ogni sei mesi puntano su un nome gliamo essere la brutta copia di questo o quell’altro gruppo. e McCartney («Questo disco è il nostro Revolver», hanno e ci ricamano sopra come fosse il nuovo salvatore Cerchiamo di essere i Kasabian e direi che ci stiamo riuscen- dichiarato i ragazzi), Jagger e Richards o Strummer e Jodella patria. Il rock e il pop, però, da quelle parti sono cose do piuttosto bene. Per farti un esempio, a casa mia ho un nes. Mica roba qualunque, insomma, anche se la strada da serie, mica canzonette e allora si tende a perdonare anche vecchio jukebox e l’ho riempito di singoli incredibili; una percorrere per quelle vette di assoluta eccellenza è ancora alcuni eccessi, sia dei giornalisti che delle star molto lunga. Ancora Sergio ci dice: «Abbiamo in questione, gli artisti. I Kasabian, per esemregistrato buona parte del materiale a casa mia, « Abbiamo influenze ben precise e riconoscibili, pio, sono considerati la migliore rock’n’roll ma è stato comunque molto stimolante andare ma siamo capaci di incorporarle con sonorità nuove band del Regno Unito e, messi da parte i luoSan Francisco nello studio di Dan The Autoe fresche, non vogliamo essere la brutta copia di questo amator, ghi comuni e le intemperanze da star dei doil nostro produttore. È una città straoro quell’altro gruppo » rati Seventies, Serge Pizzorno, Tom Meghan dinaria e ci siamo fatti parecchi amici da quelle e compagni sono davvero uno dei nomi irriparti. Molte idee sono nate lì, specialmente i tenunciabili di questi ultimi cinque anni. Stanno per arriva- notte mi sono fermato ad ascoltarli uno dietro l’altro e ho sti di Tom. Si faceva lunghissime camminate alla mattina re anche qui da noi in Italia, dopo il bel concerto estivo a iniziato a pensare a quanto sarebbe stato bello incidere un presto e poi tornava con le liriche pronte. Non chiedermi Bologna nell’ambito dell’I-Day, e qui a Onstage facciamo il album composto da pezzi completamente diversi fra loro come facesse… Immagino che l’atmosfera generale del tifo per loro perché anche il loro ultimo disco, Velociraptor, ma, allo stesso tempo, perfetti da ascoltare in fila. Diciamo posto abbia in qualche modo influito, ma la prossima volci è piaciuto moltissimo. Un riuscito mix tra psichedelia che la nostra ambizione per Velociraptor era di comporre ta mi piacerebbe affittare una villa nel sud della Francia, degli anni Sessanta, rock possente alla Faces o Mott The delle grandi canzoni, indipendentemente dal genere». come fecero gli Stones per Exile On Main Street. Sarebbe Hoople (tanto per restare da quelle parti) e un’aggiun- Pizzorno, chitarrista e compositore dei Kasabian ha le idee davvero una cosa rock’n’roll…». Con calma e perseveranta di suggestioni dance che rimandano alla Madchester molto chiare a riguardo, pare posseduto dal sacro fuoco za, ma i Kasabian ce la possono fare. Avvisate i residenti in d’annata tanto per gradire e rendere il piatto più gustoso. della scrittura e forma col cantante Tom Meighan una cop- Costa Azzurra che stanno per tornare i capelloni…
ONSTAGE
13
NOVEMBRE
JUKEBOX Cinema
Il re della foresta (e del cinema)
JUKEBOX Cinema
London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico
conoscono. Ci sono storie universali romantiche, avventurose, d’amicizia o fantasy che resistono al tempo, come tutti i classici della letteratura che a ogni cambio generazionale vengono riscoperti. Quella del Re Leone è scritta per il cinema, racconta la vita, la morte, l’amicizia ed è una storia degna di essere considerata immortale. Qualcuno ci vede addirittura una parafrasi dell’Amleto in questa savana, nella regalità del passaggio della corona da Mufasa (doppiato a suo tempo dal compianto Vittorio Gassman) all’erede Simba, a scapito del malvagio fratello Scar (con la voce di Tullio Solenghi). Oltre a questo, come non ricordarsi delle musiche? Hans Zimmer compose lo score del film, Elton John firmò cinque canzoni tra le quali Can You Feel the Love Tonight sulle parole di Tim Rice e tutti e tre si portarono a casa un Oscar. Il cerchio della vita fu una hit anche in Italia nella versione cantata da Ivana Spagna. La colonna sonora ebbe una tale eco da svincolarsi dalle immagini diventando un grande musical tutt’ora in programmazione sia a New York che a Londra. In definitiva, l’invito a una nuova visione in sala si legge tra le righe del brano più famoso del film: “Senza pensieri, la tua vita sarà - chi vorrà vivrà, in libertà - Hakuna Matata”.
L
Il significato dell’amore
Tornano al cinema le Lezioni di cioccolato di Luca Argentero. Cambiano alcuni ingredienti che non tradiscono però il gusto della commedia, come si conviene a un sequel.
o ammettiamo, è una frase fatta, specialmente quando si parla del nostro povero paese, ma come tutti i luoghi comuni nasconde un fondo di verità. Per esempio che i due eventi principali, a livello musicale, di questo ultimo scampolo di 2011 sono appannaggio di due artisti leggendari ma che hanno superato i settant’anni, un età che si fa fatica – sempre meno, bisogna aggiungere per correttezza – ad associare con il rock’n’roll. Il primo ritorno è quello di Bob Dylan, nome che certamente non ha bisogno di nessuna presentazione, talmente leggendario e mitizzato da rendere inutile qualunque disquisizione ulteriore. Questa volta il grande Bob, non esattamente un animale da palco e noto per la sua grande discontinuità di rendimento dal vivo, dividerà il proprio spazio con un’altra rockstar, Mark Knopfler. Baciato da un successo planetario coi suoi Dire Straits, il chitarrista si è poi accontentato di vivacchiare con una carriera solista che soddisfa principalmente se stesso. I due proporranno dei set ben distinti, anche a livello di suggestioni: Dylan ha annunciato una scaletta ricchissima di classici dei suoi periodi più fulgidi, con pezzi da brivido come Don’t Think Twice It’s All Right,
Tangled Up In Blue, Desolation Row, Ballad Of A Thin Man e, nei bis, la doppietta Like A Rolling Stone e All Along The Watchtower, mentre Knopfler punterà tutto sulla sua carriera solista senza concessioni alla nostalgia. Un punto a favore di Mark, ma è piuttosto ovvio che un personaggio come Dylan non riesca/possa rinunciare a salti in un passato che è pura storia del rock. Se volete rendere omaggio alla grandezza dei due personaggi, ci sono quattro possibilità: Padova, Firenze, Roma e Assago, tra il 9 e il 14 di questo mese. Quello dell’ingombro di un passato che sublima persino la leggenda, è esattamente lo stesso discorso che si potrebbe fare per Macca. Il suo On The Run Tour è quanto di più simile esista a un greatest hits dal vivo e non potrebbe esser altrimenti: qui i pezzi forti si chiamano Drive My Car, Paperback Writer, All My Loving, Back In The U.S.S.R., Let It Be, Get Back, Yesterday e Helter Skelter, tutti del repertorio beatlesiano, ma non mancano i lunghi tributi alla sua carriera solista o coi Wings come Live And Let Die, Band On The Run, 1985 e Sing The Changes. Due sole date, Assago e Bologna il 26 e 27 novembre, entrambe esaurite, come si comanda a un baronetto e a una figura mitologica del rock.
di Antonio Bracco
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Musica
Eastpak Antidote Tour
È arrivato alla settima edizione il tour alternative sponsorizzato da Eastpak e sarà anche l’ultima. Non potete dunque perdervi la data milanese dell’Alcatraz, 6 novembre, e il solito cast d’eccezione. di Guido Amari
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a Madrid a Manchester, passando per Amburgo e ovviamente Milano: il tour europeo promette scintille e il pieno rispetto di una tradizione che ha visto affiancati al brand Eastpak i migliori gruppi della scena punk, emo e hardcore del mondo. Nato nel 2005, questo festival itinerante ha visto la partecipazione di band di caratura mondiale come Gogol Bordello, Millencolin, Flogging Molly, Randy, Danko Jones, Soilwork, AntiFlag e Sum 41, tanto per citare quelle più co-
Inno alla rinuncia
di Stefano Gilardino
di Antonio Bracco
U
Un paese per vecchi?
Questo finale di 2011 regala ai fans italiani alcuni concerti di grandissimi vecchi della musica rock, come il baronetto Paul McCartney e il poeta Bob Dylan - in compagnia del non più giovane Mark Knopfler.
Il Re Leone, uno dei film d’animazione più amati di sempre ritorna al cinema l’11 novembre. Ma per vedere il classico Disney questa volta serviranno gli occhialini 3D...
n nuovo ruggito si ode all’orizzonte. O meglio, di nuovo c’è la confezione ma il ruggito è quello del 1994. Nel riciclo di idee e di storie alla ricerca di familiarità per il pubblico, che implica meno rischi per gli studi cinematografici, non ci sono soltanto remake, sequel e reboot. La Disney ripropone sul grande schermo un classico d’animazione per famiglie che 17 anni fa aveva avuto un enorme successo e lo fa rieditandolo in 3D grazie al massimo sfruttamento della tecnologia moderna. Ma Il Re Leone è quello originale, realizzato con le tradizionali tavole disegnate a mano, tale e quale alla versione che tutti abbiamo visto al cinema o successivamente nel salotto di casa in VHS o DVD. Anzi, è più che probabile che una persona su tre l’abbia fisicamente nella propria collezione. Uscito negli Stati Uniti lo scorso 16 settembre, in cinque settimane ha incassato novanta milioni di dollari lasciando di stucco gli stessi dirigenti della Disney che ora stanno pianificando di ripetere l’operazione con gli altri capolavori degli anni 90, cominciando da La Sirenetta. È evidente che l’appeal del 3D (con risultati altalenanti nei film di recentissima produzione, per la verità) non può essere stato il traino per tornare a vedere in sala un film che quasi tutti
Musica
nosciute, ma è stato anche fondamentale nell’introdurre al pubblico gruppi o realtà di minor successo ma di pari talento. Proprio ciò che si ripromette di fare quest’ultima edizione, affiancando agli headliner A Day To Remember (nella foto) una tripletta composta da August Burns Red, The Ghost Inside e Living With Lions. Atmosfere che varieranno dall’hardcore del gruppo della Florida che chiuderà la kermesse, alla miscela di metal, hard rock e punk delle altre tre band.
ONSTAGE
14
NOVEMBRE
’inaspettato successo di Lezioni di cioccolato, uscito nel 2007 per la regia di Claudio Cupellini, ha generato un sequel intitolato naturalmente Lezioni di Cioccolato 2. A parte il cacao, le nocciole, lo zucchero, il burro e le uova, gli altri ingredienti di questa commedia vengono rimescolati. La nuova ricetta non contempla più Violante Placido e Neri Marcoré. Subentrano Vincenzo Salemme, Angela Finocchiaro e Nabiha Akkari (protagonista femminile accanto a Checco Zalone in Che bella giornata) per dar manforte al vero protagonista senza il quale non ci sarebbe stato nessun seguito: Luca Argentero. «Ha un pessimo rapporto col genere femminile, o meglio, un ottimo rapporto. Per lui le donne sono una conquista, sono carne da macello… è un diavolo scanna donne», racconta l’attore parlando del suo personaggio Mattia Cavedoni. E ci si domanda intanto quale donna al mondo non si farebbe “scannare” da lui, sia nei panni di se stesso sia di qualunque personaggio interpreti. Nel primo film, il geometra Argentero/Cavedoni si fingeva egiziano per partecipare a una scuola di pasticceria evitando così la denuncia di un suo operaio pagato in nero e infortunatosi sul cantiere. La storia prosegue in questo sequel, diretto da Alessio Maria Federici, con il geometra tornato all’edilizia e l’ex-operaio Kamal (interpretato da Hassani Shapi) ora neoproprietario di una cioccolateria. Nessuno dei due naviga in buone acque. Tanto scarseggiano gli appalti da una parte quanto i clienti dall’altra. Il progetto di unire le forze c’è, ma Kamal non ha intenzione di permettere che la figlia Nawal, tornata da un periodo di studi all’estero, incontri e conosca uno sciupafemmine come Mattia. Quel personaggio è però destinato a cambiare perché «con il cioccolato scopre tante cose», continua Argentero, «scopre il senso del lavoro, l’amicizia, il rispetto per gli altri e il significato dell’amore». E riscoprire Luca Argentero è quanto fa il pubblico (soprattutto femminile) ogni volta che val al cinema a vedere uno dei suoi film.
Musica
Soldi e celebrità
L’hanno intitolato proprio così il terzo disco, Money And Celebrity, ma i Subways restano tre simpatici ragazzi inglesi che amano suonare del rock’n’roll veloce e nervoso. Arrivano in Italia per due date il 10 e l’11 di novembre. di Guido Amari
I
l successo, quello vero intendiamo, l’hanno già sperimentato, seppur brevemente, con il primo album e con un singolo contagioso come Rock & Roll Queen, una sorta di tormentone finito anche in qualche pubblicità. Se non lo ricordate basta una rapida ricerca in rete e, dopo qualche secondo, vi ritroverete a cantare “be my, be my, be my little rock & roll queen”. La loro storia è quella delle più classiche band di amici: lui (Billy Lunn, chitarra e voce) ama lei (la bassista Charlotte Cooper) e finisce per coinvolgere il fratello (Josh Morgan, batteria). Nonostante la fine delle storia d’amore i tre funzionano alla perfezione e passano dall’anonimato al successo in un breve attimo e con un solo album all’attivo. Come spesso succede, è la parte successiva quella più
difficile ma i Subways mostrano di saper gestire la propria carriera con oculatezza e si affidano, per Money And Celebrity, alle sapienti mani di Stephen Street, produttore (ma anche compositore) di Morrissey, Blur e molti altri fenomeni del pop britannico. Spiega Billy: «Molti dei brani li ho composti seduto nel mio appartamento davanti alla televisione, che mi ha fornito spunti infiniti per i testi. Al contrario delle volte scorse, infatti, stavolta ho scritto prima le liriche, che parlano di talent show, politica, attualità, crisi finanziare, problemi personali, davvero un po’ di tutto. Solo successivamente ho capito come adattarli alla musica. Ora non vediamo l’ora di suonare dal vivo in giro per il mondo». Compresa l’Italia, per due show che si preannunciano incandescenti.
ONSTAGE
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NOVEMBRE
(ovvero perché Skying degli Horrors è l’unico disco decente del 2011 e voi siete fottuti!)
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’ululato annoiante, vomito loureediano, di Faris Badwan lead singer degli Horrors, in concerto a Milano il 22 novembre, “I can see through youuuuuuu and I don’t get iiiiiiit” riempie il superstereo Alpine del Giaguaro nero V8 ultra violence turbocompresso che sfreccia nella notte in qualche posto semisconosciuto di qualche autostrada diretta a Saint Tropez. Quale migliore colonna sonora poteva esserci sul Giaguaro che si dedica alla rinuncia dell’ego del suo pilota, in quella stessa auto sulla quale si sono seduti da Marvin a Sienna in tanti viaggi su un Embankment bagnato dalla luna? L’ultimo lavoro degli Horrors è il migliore album, per chi li compra ancora, dell’ultimo decennio. Un lavoro completamente dedicato al rifiuto della persona, al nichilismo, alla noia totale e alla rinuncia dell’ego maschile, all’apologia dello scontro fisico, al distacco dell’individuo. Devono passare una vera vita di merda questi qua e non scherzano. Sono di Southend e, credetemi, quel posto è un vero merdaio. Chi non li ascolta non ha capito una sega della società moderna; in poche parole, agli Horrors non fa paura fare schifo! A me piacciono molto i gruppi che non hanno paura di sembrare brutti e schifosi. E allora facciamoci schifo, tanto il rock’n’roll è morto, in quanto la virilità delle rockstar stesse è andata a farsi fottere. Porto il Giaguaro al suo adatto burial, in quel 55 di Saint Tropez, nella notte e a velocità da neutrino. Avete vinto carissime democrats! Mi avete rotto le palle e pure io inizierò a leggere i libri di Caitlin Moran, a perseguire una vita casta da maschio non tonico molto manager in stile Draghi alla Bocconi (o meglio bocchini), voterò per qualche pseudo liberal politicamente corretto che pesca il 70% dei membri del suo cabinet tra le donne, magari ascolterò pure Adele e i Baustelle e comprerò un bel SUV ibrido per avere una mogliettina modello Ralph Lauren/ Mulino Bianco. Uno di quei gipponi di merda ha contribuito alla castrazione del maschio negli ultimi 30 anni. Addio ai sorrisi invitanti di qualche Sienna o Kate, di qualche biondina yè-yè, al Groucho Club. Prometto una casta fedeltà, non ascolterò più Marvin Gaye, lasciatemi solo nella mia personale alienazione ad ascoltare di nascosto gli Horrors, cercherò di non dire e divulgare che il loro disco è un fottuto capolavoro. Lascerò il Giaguaro V8, mio alter ego nonché la miglior supercar costruita negli ultimi vent’anni, mio compagno di scorribande notturne balordissime, in qualche via di Saint Tropez, dove merita la sua fine esteticamente scorretta, in un occidente esteticamente scorretto. Addio mio vecchio Giaguaro. Hanno vinto loro, per il momento, con i loro sorrisini, con quella roba da democrazia, quella roba da repubblica.
JUKEBOX
Corsi & ricorsi di Mattia Odoli - Autore
Cineforum: istruzioni per l’uso
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8 Novembre 1959. Al Loews Theater di New York va in scena l’anteprima mondiale del film Ben-Hur di William Wyler. Il padre di tutti i kolossal si aggiudica la bellezza di 11 premi Oscar, diventando così uno dei film più premiati di sempre. In quel preciso istante il pubblico mondiale si spacca in due: da un parte quelli che lo considerano un mattone, dall’altra quelli che lo celebrano come capolavoro e si vantano di averlo visto più di dieci volte. Vorrei soffermarmi su questi ultimi. Ben Hur dura la bellezza di 219 minuti, ovvero 3 ore e 39, quindi soltanto chi riesce a guardarlo tutto d’un fiato può professarsi un cinefilo doc. Il fatto poi che si sia aggiudicato 11 Oscar legittima questi appassionati - chiamiamoli così per non essere scurrili - a citarlo in continuazione dando per scontato che il loro interlocutore l’abbia visto tutto senza subire un malore. Sono passati più di 50 anni dall’uscita di Ben Hur e gli amanti del cinema d’essai si sono moltiplicati come i Gremlins. Oggi fanno a gara per portare alla ribalta registi provenienti da zone del mondo che pensavo esistessero solo nel Risiko. I criteri principali con cui vengono scelti i film da proiettare durante i loro cineforum sono molteplici: Il regista deve avere un nome impronunciabile. La pellicola proiettata deve essere l’opera prima di questo sconosciuto cineasta, altrimenti si corre il rischio che qualcuno abbia già scoperto l’astro nascente. Il film deve essere in lingua originale. Sono ammessi i sottotitoli, ma guai a essere beccati a leggerli. Meno dialoghi ci sono e meglio è. Non per via della lingua originale, ma perché questa caratteristica dà modo ai registi di fare delle riprese infinite di gente che neanche parla. Nel film devono essere presenti almeno tre dialoghi, altrimenti si entra nella categoria del film muto che causa malumori e malori al pubblico in sala. Questo perché, in genere, alle proiezioni sono presenti dei finti intellettuali che sono lì solo per far colpo sulle ragazze. Non esistono il primo e il secondo tempo, si fa tutta una tirata, altrimenti si rischia di perdere il pathos oltre la metà dei presenti in sala, che approfitterebbero della pausa per fuggire a gambe levate. I film proiettati durante i cineforum devono essere stati candidati a qualche premio prestigioso, ma senza poi vincere, in modo da dire che la pellicola in questione è stata boicottata dalla critica ufficiale in quanto film “scomodo”. A proposito, nessun film potrà mai essere più scomodo di quei poverini che partecipano ai cineforum. Questi happening, infatti, sono organizzati in vecchi cinema di provincia e così gli stoici intellettuali sono costretti a sedersi sui classici seggiolini in legno di castagno: l’unico modo scientificamente provato per rimanere svegli 219 minuti incollati ad uno schermo.
Musica
Non c’è 2011 senza Dente
L’11 ottobre è uscito il suo nuovo album Io tra di noi, che ha ricevuto grandi consensi da critica e pubblico, rendendolo il fenomeno indie dell’anno. di Marcello Marabotti
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iuseppe Peveri, in arte Dente, è un cantautore di quelli che pesano le parole. I suoi album hanno sempre avuto titoli molto particolari, che difficilmente lasciano indifferenti: dall’esordio con Anice in bocca a Non c’è due senza te, da Le cose che contano ai suoi ultimi due lavori, L’amore non è bello e Io tra di noi (con un riferimento esplicito a Charles Aznavour), uscito per la più indipendente delle case discografiche nostrane, la Ghost Records. Qui Dente ha trovato la sua consacrazione definitiva, dopo anni in cui se ne è fatto un gran parlare, con la progressiva nascita della scena milanese (presente nei lavori di Dente a più riprese, con Dell’Era, Gabrielli, il Genio, etc.) i suoi dischi sono passati di mano in mano, scaricati, comprati. Per fare un paragone
azzardato (almeno artisticamente), la sua musica ha fatto lo stesso percorso del Fabri Fibra pre-Universal: un fenomeno nato con i live e lo sharing, fatto di qualità e passaparola. Dente nei suoi lavori usa ironia e malinconia, una strumentazione basata sulla chitarra acustica, strumenti classici (sax contralto, tromboni, violoncelli) e alcuni elementi elettronici, il tutto accompagnato nella dimensione live da una vera e propria band. In questo mese di novembre molti sono gli appuntamenti a disposizione per chi volesse seguirlo, comprese le due date al Magnolia di Segrate (MI) (30/11 e 01/12) o la tappa romana al Piper Club (13/12). Il calendario completo lo rintracciate sul suo sito, amodente.it, dove potete trovare anche alcuni suoi album in download gratuito.
On Tour con
The Rapture live
Si sono formati nel 1998 su idea del batterista Vito Roccoforte e il cantante Luke Jenner a cui si sono aggiunti il bassista Matt Safer e il multistrumentista Gabriel Andruzzi. Nel 2003 arriva Echoes che contiene il brano, omonimo, colonna sonora della nota serie inglese Misfits diventata un must. Il 7 novembre saranno a Milano. 8 novembre 59:1, Monaco di Baviera
15 novembre Rockhal, Lussemburgo
Location: Uno dei migliori club di Monaco, un must per i concerti. Con CTS: Volo per Monaco di Baviera da 99 euro a/r Hotel*** da 32 euro a persona
Location: Il più grande palazzetto di Lussemburgo, aperto dal 2005. Con CTS: Volo per Lussemburgo da 150 euro a/r Hotel*** da 57,50 euro a persona
9 novembre Knust, Amburgo
22 novembre Razzmatazz, Barcellona
Location: Un house rock che ospita da gruppi rockabilly a cover band metal ai Vaccines. Con CTS: Volo per Amburgo da 108 euro a/r Hotel*** da 32,50 euro a persona
Location: Una delle discoteche più famose di Barcellona, ospita anche i concerti. Con CTS: Volo per Londra da 45 euro a/r Hotel*** da 34,50 euro a persona
Le offerte indicate sono riservate ai soci CTS. Le quote dei voli sono per partenze da Roma e Milano. Le quote degli hotel sono a persona, a notte, in doppia, con prima colazione. Info e prenotazioni su www.cts.it, nelle sedi CTS o al n° 06-4411166.
ONSTAGE
16
NOVEMBRE
FACE2FACE
live
28/11 Milano
I biglietti del tour di Noel Gallagher sono in vendita presso i negozi Fnac!
NOEL GALLAGHER
Dopo l’esordio dei Beady Eye, è finalmente arrivato il primo album solista di Noel, un disco che sperimenta la dance, il rock classico e il western. Una miscela che sembra prendere le distanze dal sound da stadio che caratterizzava gli Oasis, che, dice lui, non si riuniranno. Almeno per quest’anno. di Marcello Marabotti
P
artirei dall’ultima traccia dell’album, Stop te d’America. Non era una critica, in realtà è solo Parlando invece di calcio: quanto può durare uno come The Clocks, che hai scritto dieci anni fa. Per- uno sguardo sulla religione e la guerra, le due Balotelli al City? ché l’hai tenuta nel cassetto per così tanto principali fonti di esportazione degli americani. Adoro Balotelli, secondo me il calcio ha bisogno di pertempo? Anche per Italia... sone come lui, fuori di testa, perché altrimenti è troppo Avevo provato ad inserirla già in due album degli Oa- Beh sì, certo, in effetti voi avete anche il Papa. Ma io, noioso. Lo bacerei in fronte. Ho sempre voluto conoscerlo, sis, ma non eravamo riusciti a finirla. Ho sempre avu- comunque, non sono una persona “molto” religiosa. mi sembra un bravo ragazzo. to molto da fare, tra la famiglia, i bambini e la band, John Lennon in God, nel suo primo album solista, cantava: Cosa ne pensi delle reunion? così ho deciso di farla uscire adesso, prima che muoia. « I don’t believe in Beatles », tu credi ancora negli Oasis? Penso che la maggior parte dei gruppi lo facciano per solNoel Gallagher’s & The High Flying Birds: è un nome lun- Non saprei come risponderti, perché non suonavo nei Be- di. Ci può stare. Basti pensare ai 500 milioni dei Led Zepgo, strano, ricorda un gruppo country: perché hai deciso di atles... Sfortunatamente. pelin per una tournée mondiale. Come fai a rispondere chiamare così la tua band? In tutto il disco si sente una vicinanza a Morricone, è uno picche? Per quanto riguarda gli Oasis, non penso che ci Perché è il mio nome. Ed è cool. Ma da solo era un dei tuoi riferimenti? sarà una reunion. O almeno per quest’anno. po’ povero, così ne ho aggiunto un alL’anello che porti, ha un significato parti« Questa recessione è stata causata da poche persone tro nome: The High Flying Birds. colare? Lasciare la storia di una band per inizia- e sembra non importare a nessuno che c’è chi avrà sempre più (Sorride) L’ho comprato a Tokio, è uno di re la carriera solista, significa cambiare mentre la classe operaia annegherà avendo sempre meno » quegli anelli che si danno nei college ameun sacco di cose. Come è stato affrontato ricani, infatti una volta, negli Stati Uniti un questo percorso? Ho grande ammirazione per lui, penso sia uno dei più soldato americano l’ha guardato e mi ha detto: «Siamo Scrivo in quei cinque minuti in cui i ragazzi smettono di grandi compositori di sempre, poi fa parte della mia for- andati nella stessa scuola». «Io sono inglese», gli ho risposfasciare la casa, quando sono davanti alla tv con la chitar- mazione, sono cresciuto guardando i film western con sto. ra in mano e suono per me. Il più delle volte non succede Clint Eastwood, sono andato anche all’esposizione che niente, poi ogni tanto esce qualcosa, e allora inizio da lì, hanno fatto a Londra recentemente. Un tipo particolare Noel. Sembra che risponda lanciancomincio a scrivere e la canzone prende il sopravvento. Il 28 novembre suonerai all’Alcatraz, a Milano: che can- do una moneta, fino a quando non ti sorprende. «In Italia In studio è stato semplice, tutto è stato diverso: ho potuto zoni proporrai? come in Inghilterra la classe politica è quella che è, il camdecidere io i tempi e i modi della composizione e della Suonerò molte canzoni che ho scritto io. biamento non c’è mai. Abbiamo i nostri gadgets, l’iPod, registrazione, infatti ho fatto due album contemporane- Anche tuo fratello è passato di qui poco tempo fa. Come l’iPhone, l’iPad e non ci stiamo accorgendo di quello che amente (il secondo è il progetto realizzato con gli Amor- sono i rapporti con lui? sta succedendo. Quello che è incredibile con questa recesphous Androgynous in uscita nel 2012, ndr). Il problema Bene, la scorsa settimana ci siamo sentiti, abbiamo parlato sione è che siano spariti tutti i soldi e nessuno sa dove siavero sarà quando dovrò suonare dal vivo e piazzarmi del Manchester City, cose del genere. Paul è assolutamen- no finiti. Questa recessione è stata causata da poche peral centro del palco, cosa che sinceramente non mi piace. te gentile. Ma penso che tu ti riferisca all’altro. (Noel ha sone e sembra non importare a nessuno che c’è chi avrà Soldier Boys And Jesus Freaks sembra una critica a un due fratelli, Liam e Paul, ndr). No, non ci parliamo. Spero sempre più e la classe operaia annegherà avendo sempre certo tipo di cultura americana, conservatrice. È così? non ti dispiaccia. Anche se ti piacevano gli Oasis non ti meno». “A working class hero is something to be”, come In realtà non l’ho scritta per criticare quella par- preoccupare, ora ci sono i Beady Eye. direbbe John.
ONSTAGE
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NOVEMBRE
FACE2FACE
LIVEBOOK 2011 I SOLITI IDIOTI
Da trasmissione di culto a grande successo, I Soliti Idioti, ovvero Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, irrompono anche al cinema con tutti i personaggi che abbiamo imparato ad amare nelle tre stagioni televisive. In attesa di vedere il film, eccovi qualche indiscrezione a riguardo! di Stefano Gilardino - Foto: Paolo Proserpio
S
pesso, quando uno show televisivo sbarca sul e figlio. Ogni tanto ci inventiamo delle cose che si rive- dei codici precisi e blindati, ma funzionano anche proprio grande schermo, si rivela essere semplicemente lano perfette e questo nasce dalla confidenza che c’è tra per quello, mantengono ciò che promettono. Se ti piace una puntata di un’ora e mezza di qualcosa che, noi due, ma anche grazie al grande potenziale di quei quel tipo di film, vai sul sicuro. Il problema non è il film al contrario, funziona benissimo per venti mi- personaggi. Se posso tornare brevemente alla domanda di Natale, ma che non esistono film per il resto dell’anno! nuti. Come sarà I Soliti Idioti al cinema? di prima, credo che I soliti idioti sia un film vero perché ha Poi, comunque, all’interno de I soliti idioti, abbiamo anche Fabrizio Biggio: Speriamo sia diverso! Ci sarebbe sem- parecchie scene che in tv non potrebbero esistere: ci sono cercato di ironizzare sui cinepanettoni, a modo nostro. pre piaciuto poter approfondire la psicologia dei perso- degli inseguimenti, abbiamo messo un bel po’ di azione, F.B.: In ogni caso la figona all’interno del film ce l’abbiamo naggi che mettiamo in scena nello spettacolo televisivo, cose che ritroviamo più nelle commedie americane che pure noi! (risate) Si chiama Madalina Ghenea, una moma per ovvi motivi di tempo non ce lo siamo mai potuto in quelle italiane. Non è tutto basato sui dialoghi, anzi della rumena bellissima, l’avrai vista sicuramente in una permettere. Con un film di un’ora e mezza pubblicità con Raul Bova. Quindi ci siamo « Diciamo che la chiesa, in generale, è un argomento a disposizione invece, abbiamo aggiunto chiesti: “ma questa recita con Bova e non molte sfaccettature ai personaggi e questo complicato. Abbiamo girato sketch che ci facevano molto, con noi?”. Infatti ha accettato subito! A parrende il tutto una storia davvero cinematoma che sarebbe stato molto azzardato mandare in onda » te gli scherzi, abbiamo cercato di ironizzagrafica e lo distacca in maniera netta dalla re sul ruolo della bellona in quel genere di serie. è molto vario e speriamo che il nostro pubblico apprez- film e speriamo di esserci riusciti. Francesco Mandelli: I personaggi che ci interessavano zi. Tra l’altro, ci fa anche piacere che si sappia, abbiamo Uno dei vostri punti di forza è quello di dire cose abermaggiormente erano quelli di padre e figlio, Ruggero e davvero lavorato come dei pazzi per il film, ci siamo fatti ranti con una tranquillità pazzesca. Niccolò, il bambino Gianluca. Li abbiamo immaginati spesso all’interno di un gran culo, ma proprio per questo motivo siamo molto di Mamma esco, è un ottimo esempio di come riuscite a una trama lunga e corposa e, secondo noi, si prestano alla soddisfatti del risultato finale. Abbiamo dato tutto quello far passare per normali cose assurde o volgarissime. perfezione. Se noti, anche all’interno della serie tv, sono che avevamo! F.B.: Secondo me perché i nostri personaggi sono come passati dai tre minuti della prima stagione ai dodici della F.M.: Speriamo che ora qualcuno ci dia indietro qualcosa! dei fumetti o dei cartoni animati, gli si perdona tutto perterza, segno che possono tenere la scena senza problemi (risate) Dai cazzo, venite a vederlo, esce il 4 novembre! ché sono irreali ed esagerati. e che il pubblico li ama. Per questo motivo, il film ruota Ah, giusto per i morti! F.M.: Sì, Niccolò è un buon esempio, ma credo che, sotto attorno a loro. F.M.: (ride) Esatto, dopo i film di Natale, ecco i film per i sotto, non sia così lontano da ciò che succede in Italia in Come è nata l’idea di fare un film? morti. Il cinesarcofago, lo potremmo chiamare!!! Dopo i certe famiglie o situazioni. I nostri personaggi sono idioti, F.M.: La trama era pronta da parecchio tempo in un casset- cinepanettoni, direi che ci sta, no? è vero, ma credo riflettano anche molti vizi, amplificati to, io e Fabrizio ci avevamo pensato prima che qualcuno Tu, tra l’altro, conosci anche bene i cinepanettoni… ma neppure troppo, degli italiani. Per questo motivo riuci offrisse di farlo. Quando è arrivata l’offerta si è trattato F.M.: Sì, ne ho girati due, Natale a Miami e Natale a New sciamo a farla franca dicendo cose assurde. solamente di sistemare un po’ i dialoghi e rivedere il tutto, York. Mi sono trovato nella macchina cinema a 25 anni, in Ma un accenno alla trama del film lo vogliamo fare? ma il grosso del lavoro esisteva già. due produzioni enormi, in cui tutto è perfettamente codi- F.M.: (ride) È top secret, possiamo solo dirti che tutto ruoF.B.: C’è da dire che una parte del nostro lavoro funzio- ficato e preciso, ma ammetto di essermi divertito molto. ta attorno al matrimonio di Gianluca, a cui ovviamente il na grazie all’improvvisazione, specie nelle gag di padre Sono certamente prodotti altamente standardizzati, con padre è contrario. Si sposerà? Non ve lo dirò mai!
ONSTAGE
20
NOVEMBRE
150 artisti 250 foto 236 pagine 1 anno di concerti
Da dicembre nei negozi Fnac e su onstageweb.com
LIVESTYLE
LIVESTYLE
I biglietti del tour di Mengoni sono in vendita presso i negozi Fnac!
Marco Mengoni
Il talento oltrE
lo show
I ragazzi che escono dai talent show devono faticare per scrollarsi di dosso i pregiudizi. Non è facile, perché spesso mancano le armi (cioè le qualità artistiche) e comunque sui media si parla di loro negli spazi riservati al gossip, non alla musica. Qualche chance in più ce l’ha Marco Mengoni: ha i mezzi per rovesciare le valutazioni figlie della non-conoscenza. Può non piacere, ma il suo talento è cristallino e ci sono margini di crescita vista la giovane età. L’abbiamo incontrato dopo l’uscita di Solo 2.0, il suo “primo vero disco”.
M
live
ONSTAGE
22
NOVEMBRE
26/11 Milano, 29/11 Roma... Il calendario completo del tour di Mengoni su onstageweb.com
di Daniele Salomone - Foto: Alessio Pizzicannella
aledetti pregiudizi. Finiscono per con- denza nell’interlocutore visto che svanisce col passare dei tutti quei problemi o difficoltà che s’incontrano in fase di dizionarti anche se istintivamente sei minuti. Mi trovo di fronte un artista giovane, ancora in- composizione. Lavorare sul suono, sui testi, scegliere gli portato a conoscere prima di giudicare. compiuto probabilmente, che tuttavia conosce se stesso e accordi. Anche se poi magari sono sbagliati, perché forAnche se ce la metti tutta per non farti lo spazio in cui deve muoversi. Uno con le palle insomma, tunatamente la musica non è matematica e quindi quello condizionare. Abbassi un attimo la guardia e ti fregano. mentre fino a pochi giorni prima Marco Mengoni, per me, che senti più tuo è l’accordo giusto. Io seguo l’istinto e Riguardo a Marco Mengoni mi avevano colpito dritto in era solo un intrattenitore-burattino nelle mani dei man- questa volta ho avuto il tempo di compiacerlo. Ho fatto in faccia. Non ho seguito l’edizione di X-Factor in cui aveva giafuoco dello show business. Fottutissimi pregiudizi. modo che i pezzi venissero fuori, vivessero e indossassero trionfato - temo ignorerò per sempre quel programma e gli abiti migliori. tutti gli altri talent, errore grossolano visto il lavoro che Partiamo dal tuo nuovo album, Solo 2.0. è il risultato di Quindi sei un cantautore, mentre tutti ti considerano faccio, ma, diamine, rivendico il diritto di sbagliare - né quello che ti è capitato in questi due anni, da X-Factor ai un interprete. ho ascoltato Dove si vola e Re Matto, suoi primi lavori. Lo bagni di folla del primo tour? Non parlo mai di questa cosa. Tutti credono che io sia un snobbavo, convinto che fosse l’ennesimo prodotto buono La mia carriera è iniziata prima di X-Factor. Avevo già interprete e in certi casi è vero. Ma parte dei miei pezzi nasolo per un pubblico di teenager. Non mi scono anche da musica che compongo con il degnavo di conoscerlo. Poi la Sony, che pianoforte o con la chitarra. E poi scrivo i testi. « Voglio sbattere la faccia sulla musica, su tutti quei pubblica i suoi dischi, ha organizzato una Se tutto questo rientra nella categoria “cantauproblemi che s’incontrano in fase di composizione. sorta di showcase per presentare Solo 2.0, tore”, allora lo sono. Ma sai cosa? Non mi va Lavorare sul suono, sui testi, scegliere gli accordi. il nuovo album di Marco Mengoni. L’ho di stare dentro le categorie. Non è importante Anche se poi magari sono sbagliati » visto sul palco e qualcosa non mi è tornache lo sappiano gli altri, è importante che io to. “Quello di X-Factor” sembrava avere sappia chi sono. E comunque non mi sono mai talento, senza trucco e senza inganno - il contesto intimo fatto il giro delle discografiche, tranne la Sony (sua at- esposto più di tanto su questo tema anche perché mi sento non lasciava spazio a sovrastrutture. Pareva un performer tuale etichetta, nda), e non ti dico quello che mi aveva- insicuro come compositore. Se mi mettessero alla prova vero, magnetico, nonostante un’inaspettata timidezza. no risposto… “Canti troppo bene”, “Sei troppo sicuro di davanti a tutti farei una figura di merda, ma se mi metti in Ancora in bilico tra pregiudizio e conoscenza ho ascol- te”, “Devi fare pezzi più orecchiabili tipo 1240”. Se ascolti studio con i miei musicisti… tato l’album. Dovevo preparare l’intervista ma a quel Come ti senti, dove ho messo tutte queste “risposte”, capiTi condizionano i giudizi? punto ero curioso, “a prescindere” direbbe Totò. Ci ho tro- sci che il disco racchiude molte cose, capitate anche prima Vorrei sfruttare l’occasione per ricordare una questione vato rock, anche tosto, suoni attuali, pezzi solidi, citazioni di questi ultimi due anni. che mi sta a cuore. I giornalisti, e tutte le altre persone, mai eccessive e, soprattutto, buone idee. Mengoni non è il è il lavoro che più ti rappresenta? quando scrivono dovrebbero rendersi conto che dall’altra nuovo Jeff Buckley e non cambierà la storia della musica Io lo intendo come il mio primo vero album. Non voglio parte c’è un individuo che ha la sua sensibilità. In ogni italiana, però le sue doti sono autentiche e i margini di buttare fango su quello che ho fatto prima, ma stavol- caso, io sono sempre stato abituato a partire sempre da crescita evidenti. ta ho avuto il tempo per seguire tutto fin dal principio zero, in tutto, a mettermi in discussione. A smontare quelPoi lo incontro di persona ed è la sorpresa più gran- e arrivare dove volevo. Re Matto è stato scritto e inciso lo che sono. Se leggo dieci commenti e due sono negativi, de. Marco ha modi pacati, effeminati ma fino ad un certo in un mese, c’era un’idea di concept che poi non è stata mi soffermo solo su quelli negativi. Molte persone che mi punto, la voce fragile (quando impugna il microfono è seguita, ci siamo soffermati pochissimo sui testi e sugli stanno accanto s’incazzano per questa cosa, perché ritentutta un’altra storia), un velo di timidezza che forse è diffi- arrangiamenti. Io voglio sbattere la faccia sulla musica, su gono che sia giusto gioire se ti viene riconosciuto un meri-
ONSTAGE
23
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Marco Mengoni to. Ma io sono fatto così, non ci posso fare niente. Quando l’ho provata sulla mia pelle. Sono tornato a casa e mi sono no sulla tua creatività. Ci sta che il pubblico interpreti in finisco un concerto analizzo solo le cose che sono andate sentito solissimo. Arrivi da un periodo dove ogni cosa ti modo diverso il concetto di solitudine. Però ho imparato male, quello che è andato bene è andato bene e non c’è gira intorno, tutti sono concentrati su di te e improvvisa- a capire che le persone spesso si fanno le proprie opinioni bisogno di aggiungere altro. mente ti ritrovi da solo. Ma la solitudine di cui parlo è una e che se stai sentire tutti non finisci più. Preferisco sentire Quanto credi nel tuo talento? cosa diversa, è positiva perché significa astrazione dalla me stesso, nei momenti di solitudine. Molto. Ho una buona dose di puro egocentrismo, come realtà. Almeno così la intendo io. Posso cercare la solitudiUna parte del pubblico ti considera un prodotto della credo debba avere chi sale sopra un palco per esibirsi. ne anche se sono a cena con amici, immergendomi dentro televisione. Vuoi far cambiare loro opinione oppure, semNon parlo di “divismo”, ma è necessario plicemente, vai per la tua strada? avere coscienza del proprio talento, delle Io, caratterialmente, sono uno che va per la « La solitudine di cui parlo è positiva perché è proprie qualità. Io credo nelle mie, solo non strada e che cerca di compromettersi il astrazione dalla realtà. Ci ritrovo i miei pensieri e con sua posso fare a meno di concentrarmi sulle immeno possibile. Voglio tirare fuori quello che essi mi scontro. Mi guardo allo specchio, mi giudico. sono. Ovviamente finché uno sta in questo perfezioni. Ho un trascorso di studi artistici In quel tipo di solitudine c’è spazio per l’autocritica » mondo deve sempre fare dei piccoli comproe credo che se fossi nato in Grecia tantissimi anni fa sarei stato un fanatico dell’estetica. messi. Ma io proseguo dritto con costanza e Non vedo mai la perfezione e quindi non sono mai re- me stesso, astraendomi completamente. Ci ritrovo i miei coerenza. Sono due le cose che decretano la fine di una almente soddisfatto. Però ci credo, assolutamente, anche pensieri e con essi mi scontro. Mi guardo allo specchio, storia artistica: il pubblico che non ti segue più oppure tu perché so che una persona come me non esiste, come non mi giudico. Sono il primo critico di me stesso e credo che che non hai più nulla da dire. Io spero di essere padrone c’è uno come te. Siamo tutti unici al mondo e ognuno di sia giusto così. In quel tipo di solitudine c’è spazio per della mia morte musicale, nel senso che quando arriverò noi deve tirare fuori se stesso. Se non credessi nel mio ta- l’autocritica. al punto in cui non avrò altro da raccontare, quando senlento sarei già tornato a casa a studiare architettura o a Credo che per la gente sia più facile immedesimarsi con tirò di aver dato tutto in questo campo, cambierò strada lavorare in un bar come ho sempre fatto. il “normale” concetto di solitudine, che ha una dimensio- da solo. Ma non prima. Il tema ricorrente del nuovo disco è la solitudine. Ti ri- ne negativa. Non credi che la gente possa fraintendere? Quindi non farai il musicista a tutti i costi. ferisci forse al periodo che hai passato tra l’ultimo tour e Per me è una cosa diversa, che nella vita mi ha aiutato Io non credo ci sia un’altra vita oltre a questa, o comunque l’incisione del nuovo disco? molto. Sia in quella reale che artistica, che poi sono la stes- non sono sicuro che ci sia, e quindi voglio vivere al meNon credevo nella depressione post tour e invece esiste, sa cosa, perché le scelte che fai nel quotidiano si rifletto- glio questa. Sembrerà un discorso banale, ma visto che ho
Marco Mengoni Solo 2.0
(Sony Music)
HHHHH
Solo 2.0, vitamine rigeneranti
I
l nuovo album di Marco Mengoni è un frullato di frutta fresca, dissetante, rigenerante per un palato e un organismo infastiditi dal miele troppo dolce e decisamente appiccicoso dei lavori precedenti. Solo 2.0 è pieno zeppo di vitamine - il sorprendente rock e i tocchi di elettronica di brani come la title-track, Uranio 22 e Dall’inferno (che fanno molto Muse) - ed è ricco di zuccheri semplici, quelli facilmente digeribili - le ballad, Tanto il resto cambia e To-
night, sono spazi d’intimità che esaltano il talento vocale di Marco piuttosto che tentativi di compiacere quella parte di pubblico facile al lacrimone. Non solo, la frutta in questo frullato offre un importante contributo al metabolismo grazie alle fibre, c’è una varietà di arrangiamenti e stili musicali che appaga il bisogno di sazietà del nostro stomaco/udito. Di grasso, superfluo, ce n’è poco, tanto che si fatica a individuarlo. Ma la qualità di
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Solo 2.0 che più si lascia apprezzare è l’onestà. Un frullato di frutta fresca non pretende di essere né più né meno che un frullato di frutta fresca. E così Marco Mengoni non ha voluto nient’altro che lo spazio necessario per lasciar emergere le proprie qualità. Niente di rivoluzionario, per carità, ma adesso almeno le conosciamo. E sappiamo che il ragazzo di Ronciglione non è solo un prodotto televisivo. Ci sa fare anche con la musica. (D.S.)
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Marco Mengoni
And the winner is...
Dalla prima edizione, la crescita di X-Factor - in termini di popolarità - è stata costante. Ecco i vincitori delle passate edizioni.
Prima edizione (mag. 2008): ARAM QUARTET Il quartetto canoro si piazza davanti a Giusy Ferreri, che tuttavia incontrerà maggiore interesse da parte del pubblico. Dopo X-Factor, i salentini pubblicano un Ep (ChiARAMente) con le cover interpretate durante la trasmissione, mentre il primo vero album arriva nel 2009. Il pericolo di essere liberi non riscuote però grande successo, e l’anno dopo il gruppo si scioglie.
Seconda edizione (apr. 2009): Matteo Becucci Matteo ha già una lunga esperienza quando Morgan lo sceglie per X-Factor. In finale canta Impossibile, brano che dà il titolo all’Ep pubblicato a ridosso della vittoria. Il suo primo album di inediti, Cioccolato amaro e caffè, esce poco dopo ma non ottiene grandi risultati. Matteo, escluso da Sanremo 2010, ci prova con il musical e nel 2011 pubblica Matteo Becucci.
una sola vita penso di sfruttarla facendo un po’ di tutto. Sto di dirmelo perché è inutile. Cosa cambierebbe saperlo? Non vivendo questo momento come una bella esperienza che mi voglio togliere spazio e tempo all’idea, che deve essere la sta portando una maturità che non avrei raggiunto facendo prima preoccupazione di un artista. altre cose. Se mi fossi iscritto all’università magari ne avrei Da un paio d’anni sei dentro lo show business. Invece di raggiunta un’altra. Mi interessa crescere come individuo e chiederti cosa non ti è piaciuto, vorrei sapere cosa ti ha più come artista, ma non per forza farò sempre la stessa cosa. colpito in positivo. Sta per partire un tour che ti porterà su palchi prestigiosi Visto da fuori questo mondo è sicuramente molto più bello e spazi grandi. Hai paura? e pulito di com’è in realtà. Quando ci sei dentro vedi tante Più che le dimensioni di questi posti, mi spaventa il poco schifezze, ma anche persone che valgono tantissimo e che tempo che abbiamo a disposizione per mettere in piedi lo credono in quello che fanno. è merito loro se il carrozzospettacolo. Io potrei anche essere uno di quelli che arriva ne sta in piedi. Secondo me ci dovrebbe essere un po’ più sul palco con una sezione di musicisti e suona, punto. Ma arte e più spazio per i giovani, che manca quasi totalmensono anche molto attratto te. Credo sia un problema dall’idea del superuomo tipicamente italiano. Però « Sono importanti le idee, la creatività, di Nietzsche e quindi mi non i numeri. Non voglio sapere quanti sto parlando dei difetti… piace fare le cose in granOk, diciamo che stando biglietti si vendono per i miei concerti de. Voglio rendere il condentro lo show business certo uno spettacolo, mi perché non voglio togliere spazio e tempo incontri tante persone che all’idea, che deve essere la prima piace l’idea di lavorare amano questo lavoro e si sulla scenografia in modo entusiasmano. Del resto preoccupazione di un artista » che segua il concept del spesso dietro un artista di disco. Per questo mi sto occupando anche della regia. E poi successo ci sono personaggi che hanno operato molto bene. adesso ho tante carte in mano e voglio giocarmele tutte, an- Io voglio fare così, circondarmi di persone brave ed entuche se ci sono pochissimi soldi. Ma non fa niente, ce li fac- siaste. ciamo bastare. L’importante è che tutti, intendo io e il mio Pochi fanno notare che sei giovanissimo. Non hai ancora team, siano disposti a farsi un mazzo così. 23 anni. Alla tua età è giusto sognare, tanto più quando si Quindi niente ansia da palazzetto. E se non dovessi ri- fa un lavoro creativo come il tuo. Cosa sogni? empirli? Che il mondo sia migliore e pieno d’amore! Scherzi a parte, Non credo di riempirli, ma non me ne frega niente. Se ci io sto bene con quello che ho. Nel senso che vorrei fare tante saranno mille o duemila persone in meno rispetto alla ca- cose e se arrivano bene, altrimenti non mi ammazzo. Credo pienza, i giornali avranno qualcosa da scrivere ma a me inte- che se uno vuole a tutti i costi raggiungere i propri obiettivi ressa poco o nulla. Sono importanti le idee, la creatività, non può riuscirci, a meno che non pensi di mangiarsi la terra, nel i numeri. Non voglio neanche sapere quanti biglietti siano senso del pianeta. Non sogno niente in particolare. O forse stati venduti, non mi faccio dire niente, arrivo e vado sul faccio i sogni che fanno tutti. Mi piacerebbe sapere da dove palco. Una persona del mio staff qualche giorno fa voleva veniamo, come siamo stati creati e tutte quelle cose li. Ma darmi gli aggiornamenti sulle vendite ma io gli ho impedito chi non vorrebbe?
Terza edizione (dic. 2009): Marco Mengoni è ancora Morgan a scegliere il vincitore di X-Factor. Mengoni trionfa cantando Dove si vola e anche l’omonimo Ep è un successo, con 60.000 copie vendute e primo posto in classifica. Nel 2010, prima di pubblicare il secondo Ep Re Matto (che replica il successo del precedente), Marco partecipa a Sanremo vincendo il Premio della critica. A fine settembre 2011 esce Solo 2.0.
Quarta edizione (nov. 2010): NATALIE Natalia Beatrice Giannitrapani entra nella sezione “over 25” grazie a Elio. In finale porta In punta di piedi, brano da lei scritto che trascinerà anche il suo primo Ep. Nel 2011 si presenta a Sanremo (dove canta anche Il mio canto libero di Battisti) con Vivo sospesa - title track del suo primo disco solista - e collabora con artisti importanti come Raf e Battiato.
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I biglietti del tour degli Smashing Pumpkins sono in vendita presso i negozi Fnac!
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L’UOMO CHE VISSE 2 VOLTE live
Ritorna a fare visita ai fan italiani Billy Corgan, con l’ennesima versione della sua creatura più celebre, gli Smashing Pumpkins. Una nuova incarnazione, un repertorio inedito un po’ meno epico e la solita classe dal vivo. Un ottimo motivo, comunque, per andarli a vedere nelle due date di Milano e Padova. di Stefano Gilardino - foto Francesco Prandoni
a
ben vedere, tra un tour mondiale in corso, l’annunciata ristampa dell’intera discografia, a partire dagli eccellenti Gish e Siamese Dream, una lineup finalmente stabile (o almeno così pare) e un album nuovo annunciato per l’inizio del 2012 e intitolato Oceania, la vita di Billy Corgan pare essere soddisfacente come ai bei tempi, quando la sua pelata e la maglietta con la scritta “Zero” impazzavano su MTV e in ogni rivista di musica rock. È inutile negare che l’appeal del musicista di Chicago si sia un poco appannato con gli anni, complice una seconda parte di carriera - quella dopo il primo scioglimento della band, insomma - davvero in tono minore, ma è comunque importante notare come il nome Pumpkins riesca sempre a toccare le giuste corde. Inseriti con molta libertà nel calderone del grunge, nella prima metà degli anni Novanta, gli Smashing Pumpkins hanno sempre avuto poco a che fare con la scena nata e cresciuta a Seattle, finendo per smarcarsi dal resto dei compagni di viaggio anche con una certa irruenza, la stessa che ha appiccicato addosso al leader Corgan l’etichetta di personaggio poco malleabile. Eppure, a ben vedere, le differenze erano ben chiare fin dagli inizi, quando anche lo stesso chitarrista, nonostante un look ingannevole - capelli lunghi, camicie a scacchi, jeans sdruciti -, teneva a precisare come le influenze della sua band non derivassero dal punk o dall’hardcore, fonte primaria per altre band come Nirvana, Mudhoney, Soundgarden e Pearl Jam, ma dal rock anni Settanta di gruppi come i Cheap Trick o, addirittu-
28/11 Milano, 29/11 Padova
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smashing top ten Per prepararci a scrivere il pezzo (e a vederli dal vivo a Milano), ci siamo lasciati trascinare dalla musica degli Smashing Pumpkins. Ecco la top ten della redazione. 1 Tonight, Tonight (Mellon Collie & The Infinite Sadness)
2 Disarm (Siamese Dream) 3 Drown (Singles - The Soundtrack) 4 Rhinoceros (Gish) 5 Cherub Rock (Siamese Dream) 6 1979 (Mellon Collie & The Infinite Sadness)
7 For Martha (Adore) 8 Bullet With Butterfly Wings (Mellon Collie & The Infinite Sadness)
9 I Am One (Gish) 10 Today (Siamese Dream)
ra, Electric Light Orchestra, un nome che in quel periodo durerà moltissimo, ma sarà tutt’altro che un ritorno col licenzia l’album di debutto, il pessimo Mary Star Of The equivaleva a una vera e propria eresia. La formula collau- botto. «Credo che gli Smashing Pumpkins originali non Sea, e poi naufraga su tutta la linea finendo per annullare data da Corgan e compagni, però, unisce alla pomposità abbiano mai raggiunto la vetta del proprio potenziale a direttamente più di metà del tour mondiale. Partiti male di quel periodo musicale un’energia che non ha nulla da causa degli eventi drammatici in cui eravamo immersi. e finiti peggio, gli Zwan si disintegrano fra l’indifferenza invidiare a quella di altri nomi ben più celebrati (Nirva- Nel 1995 eravamo a pieno regime e pronti a spiccare il sal- generale e tra recriminazioni continue. Il leader accusa na per esempio), cementando il tutto con un’attitudine a to definitivo, con un disco doppio appena pubblicato che Pajo e Lenchantin di sabotaggio e di essere dei semplicerte esplorazioni psichedeliche, specie nel primo periodo ci rappresentava in pieno. Siamo implosi proprio mentre ci approfittatori. Unica consolazione per il povero Billy, di vita della band, che li rende unici nel panorama ame- eravamo sulla cresta dell’onda, la gente spesso tende a di- quella di una manciata di date assieme ai suoi eroi New ricano. La tripletta Gish, Siamese Dream e Mellon Collie & menticarselo. Il successo artistico che abbiamo ottenuto è Order, con cui inciderà persino un pezzo in studio finito The Infinite Sadness ne fa delle rockstar mondiali, appena straordinario, soprattutto se lo si valuta col senno di poi, poi sull’album Get Ready. Un po’ poco per chi era abituato prima che gli scricchiolii si facciano sentire a guardare gli altri dalle vette di una classifipiù chiaramente e l’impalcatura cominci a « Il nostro nuovo disco, intitolato Oceania, è un lavoro ca di vendita, ma tocca accontentarsi. mostrare qualche crepa. Prima la tossicodiNon va molto meglio negli anni successidi cui sono estremamente soddisfatto anche se so che vi, con la pubblicazione di un volume di popendenza del batterista Jimmy Chamberlin, poi l’uscita di scena della bassista D’Arcy molta gente mi criticherà per averlo fatto uscire ancora esie, Blinking With Fists, e di un disco solista a nome Smashing Pumpkins » (anche lei con problemi simili e sostituita a tutti gli effetti, che secondo Billy prende dalla bella Melissa Auf Der Maur), infine il spunto da materiale inedito e non terminato calo qualitativo dei dischi, che falliscono sia nel tentativo ma avremmo potuto andare ancora oltre se qualcuno di degli Smashing Pumpkins. The Future Embrace del 2005 è di replicare l’illustre passato, sia quando cercano di intro- fosse fatto ricoverare in una cazzo di clinica per la riabili- un album imbarazzante in cui il chitarrista cerca di spedurre nuove sonorità elettroniche nel complesso milieu tazione». A quei “qualcuno” fischiano le orecchie? rimentare con pop ed elettronica ma senza risultati consonoro della band. fortanti. Finirà per vendere meno di 70.000 copie e acuire Da lì allo scioglimento il passo è relativamente breve e IL CANTO DEL CIGNO la nostalgia verso un autore che pare irrimediabilmente illustra alla perfezione la fine di un’epoca, quella della ri- Mai nome più adatto per uno dei progetti che rientrano destinato all’oblio. Il colpo di coda, invece, arriva poco più nascita del rock alternativo americano, passato dalle can- a forza nella categoria “fallimento sotto ogni punto di tardi, sotto forma di pagina pubblicitaria all’interno di due tine alle vette delle classifiche nel volgere di qualche anno, vista”. Nati nel 2001, gli Zwan vedono affiancati a Billy quotidiani cittadini, il Chicago Tribune e il Chicago Sunma costretto a pagare un prezzo altissimo: dalle morti di Corgan e al prode Jimmy Chamberlin (ovvero uno dei due Times, in cui Billy dichiara la propria volontà di rimettere Kurt Cobain e Layne Staley allo scioglimento o naufragio “qualcuno” di cui sopra, assieme alla bassista D’Arcy) tre in piedi la band, a cominciare dal batterista Chamberlin, di Soundgarden, Nirvana, Screaming Trees. Solo i Pearl nomi d’eccellenza come David Pajo (ex chitarrista di Slint unico del vecchio gruppo ad accettare la nuova avventura. Jam di Eddie Vedder sembrano essere immuni al passare e Tortoise), Matt Sweeney (chitarra, ex dei Chavez) e in- Il risultato si chiama Zeitgeist e vede la partecipazione di del tempo, ma il loro approccio classic rock favorisce una fine la sinuosa Paz Lenchantin, bassista degli A Perfect Ginger Pooley al basso - la donna bassista è irrinunciabile longevità che li vede tuttora impegnati in tour infiniti e Circle. La maledizione del supergruppo è dietro l’ango- per Corgan, a quanto pare - e Jeff Schroeder alla seconda buoni dischi di studio. E Billy Corgan? Il suo silenzio non lo e non risparmia neppure il musicista di Chicago che chitarra, un disco che, almeno dal punto di vista commer-
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Vota il meglio (e il peggio) dell’anno su onstageweb.com!
« Il successo artistico che abbiamo ottenuto è straordinario, soprattutto se lo si valuta col senno di poi, ma avremmo potuto andare ancora oltre se qualcuno di noi si fosse fatto ricoverare in una cazzo di clinica per la riabilitazione » ciale, regala una piccola resurrezione e fa il suo debutto in cima alla classifica di Billboard. Non è un capolavoro in grado di rivaleggiare con la trilogia d’oro del passato, ma perlomeno serve a ricordarci per quale motivo il suo autore sia considerato uno dei migliori dei Nineties, in grado di dare voce a una generazione intera con pezzi come 1979, Disarm o Bullet With Butterfly Wings. Il tour mondiale che serve per promuovere il disco si rivela un buon successo e convince definitivamente Corgan a tenere in vita il marchio storico, nonostante la defezione dell’amico Chamberlin, ormai poco motivato e deciso a tentare nuove strade musicali. I Pumpkins del 2009 perdono pezzi (resiste il solo Schroeder) ma è ormai chiaro che l’unica figura necessaria sia quella del leader che, nel frattempo, mette in piedi una piccola cover band, Spirits In The Sky, che serve a omaggiare un suo vecchio idolo di gioventù, lo scomparso Sky Saxon, leggendario cantante dei Seeds, garage band degli anni Sessanta.
LA RINASCITA Proprio durante le date a nome Spirits In The Sky, Billy conosce i nuovi membri della sua creatura, con cui trova il tempo, subito dopo di incidere la prima parte di Teargarden By Kaleidyscope, bizzarro progetto che consta di ben 44 canzoni pubblicate autonomamente sul sito del gruppo e solo in seguito raccolte, quattro per volta, su degli EP. Il concept dell’album ruota attorno ai tarocchi, in particolare alla figura del Matto, arcano maggiore che rappresenta il viaggio, per cercare di avere una visione d’insieme su passato, presente e futuro. A lavori iniziati subentra la nuova bassista Nicole Fiorentino, che va a formare la sezione ritmica con il batterista Mike Byrne, completando così una formazione inedita, ancora una volta funzionale a Corgan. «Sono al punto della mia carriera in cui ho una tale fiducia in me stesso da non avere bisogno di un gruppo. Se ce l’ho, è perché mi sento a mio agio con i ragazzi che suonano assieme a me e perché voglio sia un’esperienza positiva. Spesso, in passato, mi sono sentito limitato dagli altri membri, come se inconsciamente remassero dalla parte opposta alla mia, e ora non voglio che possa succedere nuovamente. Non mi interessa più litigare per argomenti futili o per cazzate, come è successo nei primi vent’anni della mia carriera. Lavoravo in totale solitudine e poi dovevo anche subire le rimostranze e le critiche degli altri. Ora mi sento libero di fare ciò che mi interessa e alla fine sarà solo il pubblico a decretare il nostro valore, questo è importante. Il nostro nuovo disco, intitolato Oceania, è un lavoro di cui sono estremamente soddisfatto anche se so che molta gente mi criticherà per averlo fatto uscire ancora a nome Smashing Pumpkins. Eppure si tratta di mie canzoni e credo di avere il diritto di pubblicarle come mi pare. Questa è semplicemente una nuova line-up dei Pumpkins e Mike, Nicole e Jeff hanno la stessa importanza di chi è venuto prima di loro. Credo ciecamente nella loro integrità morale, nella loro abilità tecnica e si stanno guadagnando l’affetto dei fan». Come anticipato dallo stesso Billy, il quartetto pubblicherà il prossimo disco, di cui esiste già una tracklist semi-definitiva e qualche indiscrezione, all’inizio del 2012. Non resta che aspettare le due date italiane per riuscire a scoprire qualche particolare in più sull’inedito capitolo di Billy Corgan, assieme a una carrellata nostalgica su uno dei migliori songbook degli anni Novanta.
10 cose CHE FORSE NON SAI sugli smashing pumpkins 1 L’unico pezzo della band non cantato da Billy Corgan è Go, in cui alla voce si cimenta l’ex chitarrista James Iha. 2 Il loro unico album ad aver raggiunto la prima posizione in classifica negli States è Mellon Collie & The Infinite Sadness. 3 Il primo concerto in assoluto del gruppo è stato in un bar di nome 21 a Chicago, il 10 agosto del 1988. 4 Il pezzo Cherub Rock è presente nei videogiochi Guitar Hero 3: Legends e Rock Band. 5 La prima formazione di Billy Corgan pre-Pumpkins si chiamava The Marked. 6 Prima di diventare musicista, Corgan lavorava in un negozio di dischi, in cui ha incontrato James Iha.
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7 Il programma inglese Top Of The Pops, nel 1994, bandì il singolo Disarm per via della strofa «the killer in me is the killer in you». 8 Il pezzo strumentale Tribute To Johnny non è dedicato alla scomparsa di Jonathan Melvoin, tastierista live della band, ma al chitarrista Johnny Winter. 9 Il video di Tonight, Tonight è un tributo al film Le Voyage Dans La Lune di George Méliès. I due registi Jonathan Dayton e Valerie Faris per l’occasione hanno utilizzato una camera a mano vecchia di 70 anni. 10 Il nome Smashing Pumpkins deriva da una serata movimentata in cui un Billy Corgan ragazzino e i suoi amici uscirono la sera di Halloween a “rompere zucche”.
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Il Chocabeck World Tour è l’ennesima prova della popolarità di Zucchero oltre i confini italici. Qualcosa di molto raro (ahiloro) per i musicisti di casa nostra. Come ogni buon diplomatico in terra straniera, Sugar ha costruito la sua credibilità internazionale mettendoci sudore e talento. Oggi se la gode, registrando sold out ovunque e pubblicando dischi in inglese con i testi di Bono e Iggy Pop. Di questo e altro ci ha parlato durante una pausa del tour.
I biglietti del tour di Zucchero sono in vendita presso i negozi Fnac!
di Daniele Salomone - Foto di Alfredo Lando www.alfredolando.it
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llora com’è il raccolto? è una buona annata? Ottima direi. Oltre 50 concerti in poco meno di 3 mesi, tutti strapieni e la gente, sia qui in Italia che in Europa, entusiasta. Questa prima parte del tour mi ha dato una grande energia, suonare dal vivo è qualcosa di magico quando si ha la fortuna di avere un pubblico come il mio. Ogni fatica scompare. E quando non sono sul palco, mi manca tutta questa sensazione. Per spiegare a chi non conosce il retroscena, parliamo di “raccolto” perchè prima di partire per il tour hai detto, parlando del tuo seguito all’estero, che «in tutti questi anni hai seminato e adesso è venuto il momento di raccogliere». Cosa intendevi dire? Volevo dire che in passato ho investito molto economicamente ma soprattutto artisticamente sulla mia carriera fuori dai confini italiani. Sono andato in posti dove non andrebbe nessuno, nei paesi più sperduti, pensando solo a suonare. Quando qui in Italia avevo già successo, dopo Blue’s e Oro Incenso & Birra, ho fatto da supporter al tour del 1990 di Eric Clapton, senza scenografie, quattro luci e via, uno spettacolo che definirei “nudo”, però con una band di prim’ordine. Ma questo è solo un esempio, ho seminato moltissimo per costruire qualcosa d’importante anche all’estero. E ora è arrivato il momento della raccolta, vado in giro per il mondo a divertirmi con un gruppo straordinario - 11 musicisti tra i migliori in circolazione. Mi hanno detto, e qualcuno l’ha anche scritto, che sembra di sentire un’intera orchestra. A proposito della band, alcuni membri sono con te da tempo, altri sono arrivati recentemente. Come hai costruito la squadra? Solitamente i produttori, che conoscono ovviamente tantissimi musicisti (anche quelli adatti a suonare in sala di registrazione), consigliano i migliori per il tipo di proposta artistica. Poi si fanno i provini e si sceglie. Della band che mi accompagna in questo tour conoscevo bene sia i fiati, che avevano in passato già lavorato con me, e i bravissimi ragazzi della sezione archi. Come già successo in passato, li ho radunati tutti a casa mia un paio di mesi prima della partenza - ho uno spazio grande per le prove - facendoli stare notte e giorno lì con me. Abbiamo suonato tantissimo. Specialmente le hit, volevo preparare molte canzoni per avere la libertà di cambiare la scaletta ogni tanto.
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07-08/11 Milano, 09/11 Brescia... Il calendario completo del tour di Zucchero su onstageweb.com
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« Ho investito molto economicamente ma soprattutto artisticamente sulla mia carriera all’estero. Sono andato in posti dove non andrebbe nessuno, nei paesi più sperduti, pensando a suonare »
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Nonostante qualche canzone in inglese, gran parte di Torniamo al Chocabeck World Tour. Ad aprile dicevi qualità, anche acustica. Non dev’essere facile garanquello che all’estero ascoltano di Zucchero è cantato in di pensare a uno spettacolo in due tempi, il primo de- tirla cambiando location praticamente ogni giorno. Ci italiano. Forse la lingua è una scusa e non un limite per dicato a Chocabeck e il secondo alle hit della tua di- riuscite? la musica italiana all’estero? Se non è la lingua, allora scografia. Hai poi effettivamente proposto questo tipo Abbiamo una squadra di tecnici, fonici e operatori di priqual è il problema? di show? missimo livello e ci siamo riusciti. Da parte nostra credo La musica buona non ha nulla a che fare con le lingue, le Assolutamente sì. Era un progetto rischioso, ma fin dalla sia tutto perfetto. Poi naturalmente dipende dalla locacanzoni possono essere cantate anche in idiomi indecifra- primissima data, il 9 maggio all’Hallenstadion di Zurigo, tion, ma se fai un buon lavoro i risultati si vedono. E inbili, se sono buone restano buone. Non vedo problemi. è stato tutto molto naturale, liscio come l’olio. Il mio pub- fatti non abbiamo quasi mai incontrato problemi. Per riuscire anche all’estero bisogna semplicemente vo- blico ascolta e canta con me tutte le canzoni nuove, poi A proposito, in Italia l’acustica è generalmente un prolerlo con tutte le proprie forze, non si scappa. Ma volerlo ovviamente si scatena ancora di più con le hit, ma ormai blema. Tra location in cui si sente male e limiti imposti veramente, ad ogni costo e preparandosi a al volume (da milanese, penso a San Siro fare molti sacrifici. Poi ognuno è libero di e all’Arena), il pubblico è stanco di pagare « In Italia le location per la musica sono quelle che fare le proprie scelte. sono. Poi con la crisi e tutto il resto, figuriamoci se chi per non sentire nulla. Non a caso le vendite Ti considero una sorta di ambasciatore di biglietti diminuiscono. Come si risolve il ci governa pensa a questo problema. Per loro la cultura problema? Magari creando spazi esclusivaitaliano all’estero, per cui ti chiedo: come e l’arte vengono sempre per ultime » sono le relazioni internazionali? Cioè, se mente dedicati alla musica e non prestanWikiLeaks avesse pubblicato i dialoghi tra do alla musica location pensate per altro? gli artisti o la critica straniera, che quadro sarebbe emer- ballano anche con è un peccato morir o Vedo Nero. All’estero ci sono! so della nostra musica? Rispetto alle tue produzioni passate, le canzoni di Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto già molGrazie per l’ambasciatore, anche se non credo di essere Chocabeck hanno un sound molto più vicino al folk ti anni fa ad andare ai grandi festival europei oppure l’unico, ci sono molti artisti italiani che hanno successo a che al rhythm’n’blues e sono arrangiate naturalmente in a tenere concerti in posti come la Royal Albert Hall di livello internazionale. Personalmente, parlo quindi delle modo molto diverso. Come hai reso lo show omogeneo? Londra. Purtroppo in Italia le location sono quelle che mie esperienze, ho ottime relazioni. La nostra musica è Nei miei concerti c’è ancora tanto blues e tanto soul. Ri- sono e non si riesce ad avere altro. Poi con il casino di comunque molto apprezzata all’estero, basti pensare alla peto, la buona musica, quella che piace davvero alla gen- questo periodo, la crisi e tutto il resto, figuriamoci se chi Pausini o a Bocelli. Siamo sempre stati il paese della bella te, non ha confini di alcun tipo. ci governa pensa a questo problema. Per loro la cultura e musica, fin dai tempi di Modugno, ma anche prima! Presentando il tour, dicevi che il pubblico da te vuole l’arte vengono sempre per ultime. Sono in fondo alla lista
L’UNDICI TITOLARE La squadra che accompagna Zucchero a spasso per il mondo è composta da musicisti esperti e di livello internazionale. Undici fuoriclasse al servizio del collettivo. Eccoli uno per uno. Polo Jones, basso: Inizia a suonare a 10 anni - la sua prima esperienza in una band è con i genitori – e a quattordici anni è già al fianco della leggenda del blues John Lee Hooker. Il grande amore per la musica porta Polo a spaziare anche tra rock, jazz, funk. Tra le collaborazioni ricordiamo Whitney Houston e Bruce Springsteen. David Sancious, tastiere: Comincia nella E Street Band di Springsteen all’inizio degli anni Settanta, decennio in cui si dedica a numerosi progetti musicali. Tastierista, chitarrista, compositore e produttore, David ha registrato ed è stato in tour con i maggiori talenti della musica internazionale, tra cui Eric Clapton, Santana, Peter Gabriel e Sting. Kat Dyson, chitarra: Nasce nel sud degli Stati Uniti ma si trasferisce giovanissima a Los Angeles, dove prima di entrare nei New Power Generation, la band di Prince, contribuisce alle registrazioni del greatest hits di Cyndi Lauper, 12 Deadly Cyns. Ha suonato in studio e dal vivo con mostri sacri come Mick Jagger, Jeff Healey e Bernie Worrell (Parliament/Funkadelic). Adriano Molinari, batteria: Modenese, inizia la carriera professionale a 14 anni e superati i venti entra nei Bossa Nostra, con cui incide due album. Nel 2002 incontra Zucchero, che se lo porta dietro per lo Shake World Tour, e da allora non si sono più lasciati. Ha collaborato con Claudio Baglioni e alcuni musicisti che appartengono al gotha del jazz, vedi Bob Franceschini. Mario Schilirò, chitarra: Ha iniziato a suonare la chitarra a 13 anni per amore di Beatles e Rolling Stones, ma si è dedicato anche al contrabbasso, studiando per quat-
tro anni alla scuola di musica classica S. Cecilia di Roma. Lo hanno scelto, tra gli altri, artisti come Cocciante, Baglioni e Venditti. Dal 1995 suona in tutti i tour mondiali di Zucchero. James Thompson, sax: Passa l’adolescenza in California - ascoltando soul, rock, r&b, jazz, pop e blues - iniziando a suonare il sax contralto nella band della scuola a 15 anni, dopo aver studiato il clarinetto per 3 anni. Nel 1983 è arrivato in Italia e non se ne è mai andato. Ha suonato con Paolo Conte, gli Stadio, Spagna, i Timoria ed è un fedelissimo di Zucchero. Massimo Greco, tromba: Si diploma presso il Liceo Musicale Bellini di Catania e dopo alcune esperienze con la classica si butta sul jazz. Incontra numerosi fuoriclasse del genere, con cui incide e va in tour. Insegna teoria, arrangiamento e composizione al Centro Studi Musicali di Verona. Dal ‘95 è la tromba di Zucchero (nella tournèe in corso suona anche il corno francese). Beppe Caruso, tromba e tuba: Diplomato presso il Conservatorio Verdi di Milano, vanta numerose collaborazioni in ambito jazzistico, ma non solo. Ha lavorato con Roberto Vecchioni, Tullio De Piscopo, Gino Paoli e altri. Attualmente è co-leader, con il percussionista Francesco
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D’Auria, del Duo D’Auria-Caruso. Dal 2007 fa parte della band di Zucchero. Luca Campioni, violino: Anche lui diplomato presso il Conservatorio Verdi di Milano (diploma di Violino e diploma di Strumenti a percussione), dal 1988 collabora con le più illustri orchestre italiane (Teatro alla Scala, Sinfonica della RAI di Milano, Sinfonica Santa Cecilia di Roma, etc). In ambito pop, oltre a Zucchero, ha lavorato con Bobby McFerrin. Simone Rossetti Bazzaro, violino e viola: Terzo diplomato al Conservatorio di Milano nella band di Sugar, comincia a farsi conoscere suonano violino e viola per Giovanni Nuti e la grande Alda Merini. Il suo talento viene notato anche da Renato Zero, Vecchioni, Paola Turci, Baglioni, Baustelle e persino dai Muse. Oltre che da Zucchero, naturalmente. Enrico Guerzoni, violoncello: Ha collaborato con vari gruppi strumentali fra cui i Solisti Veneti i Virtuosi Italiani, i Filarmonici di Bologna e la Filarmonica Toscanini. Ha inciso e suonato dal vivo musica barocca e classica, con artisti quali Muti, Pavarotti, Fresu, Bocelli Ramazzotti, Vinicio Capossela. Da qualche anno completa la sezione archi di Zucchero. G.O.
delle cose di cui occuparsi. biare la strada vecchia per quella nuova”. Oltretutto prima dei Possibile che non ci sia modo di far capire ai nostri governanti palasport italiani, e dopo Verona, ho fatto un lungo giro di conche la musica e l’arte in generale sono una risorsa e non un osta- certi negli Stati Uniti e in Canada. A settembre in Nord America è colo alla crescita di questo paese? Ci deve essere, non possiamo e uscito il mio album, è un doppio, con tutta la versione italiana di non dobbiamo rassegnarci. Hai qualche idea? Chocabeck sul primo disco e quella inglese sul secondo. Resto convinto del fatto che solo essendo molto determinati e soI testi della versione inglese li hanno scritti rockstar del caliprattutto uniti si possa fare pressione. Dobbiamo usare moltissimo bro di Bono e Iggy Pop. Come li hai “selezionati” - cioè perché il web, i social network, per continuare a difendere, pacificamente proprio loro e non altri? Hanno deciso da soli per quale canzone ma con fermezza, le nostre idee. Penso ad esempio alla gente che scrivere le parole o invece hai scelto tu per loro? ha occupato il Teatro Valle di Roma, persone straordinarie che I brani li propongo io in base a quello che mi piace e credo possa tra l’altro ho ospitato all’inizio del mio concerto di luglio all’Olimpi- piacere a loro. Con Bono c’è un feeling musicale speciale (recenco per aiutarli a diffondere temente mi ha mandato il loro messaggio. Insomma, un sms in cui diceva “la « Con Bono c’è un feeling speciale (mi ha non dobbiamo smettere scritto via sms “la tua voce sembra una sezione tua voce sembra una sedi crederci e anzi è zione di fiati”) oltre che di fiati”). Gli ho mandato Il suono della domenica, una grande amicizia, ha bene continuare sulla gli è piaciuta e ha scritto Else’s Tear per la strada dalle iniziative progià fatto delle cose con me versione inglese di Chocabeck » positive. in passato. Gli ho manTra giugno e settembre dato la musica de Il suono hai suonato sette volte all’Arena di Verona. Sei particolarmen- della domenica senza testo, gli è piaciuta molto e ha scritto Somete affezionato a quella location, immagino proprio per una que- one Else’s Tear. La cosa meravigliosa è che c’è molta affinità tra stione di acustica. Evidentemente 2000 anni fa erano in grado di il suo testo e il mio. Iggy Pop era a Los Angeles quando stavafare meglio di noi oggi. Te ne accorgi quando il pubblico sente mo incidendo, lui ha un rapporto speciale con il mio produttore meglio? Don Was, hanno lavorato assieme. Così è venuto a trovarci e Me ne accorgo eccome. L’Arena è appunto un magico posto per ascoltando alcuni brani si è entusiasmato tra gli altri per Chocal’acustica, non per niente è uno dei templi della lirica. Cantare beck e Alla fine, che sono diventate rispettivamente Spirit Together e suonare lì è tutta un’altra cosa e cerco di tornarci più che pos- e Too Late. so. Sono stato fortunato con le nuove date di settembre, all’inizio Voglio chiudere sconfinando sul personale. L’impressiosperavamo semplicemente in un solo concerto, dopo i cinque di ne che ho di te in questo momento è di un uomo in pace con giugno, poi sono diventati addirittura due. se stesso, molto più sereno che in passato. Probabilmente è Dopo aver girato in lungo e in largo Europa e Italia, a novem- merito del nuovo corso “contadino”, chiamiamolo così. bre comincia la tranche invernale del Chocabeck World Tour. Sbaglio? Sarà lo stesso spettacolo o stai pensando a qualcosa di diverso? Hai ragione, sono in grande armonia con me stesso, mi voglio Magari una nuova scaletta? bene e in tanti me ne vogliono. è anche per questo che ho avuLa prima parte della tournèe è finita solo il 7 agosto e ora mi sto to un ottimo raccolto, dopo aver seminato a lungo. Ottimo come riposando un po’. Siamo ancora pieni di adrenalina per i cinquan- sarà quello della mia vendemmia a settembre, quando inizieremo ta concerti iniziali, ma siamo anche stravolti dalla fatica, quindi a raccogliere l’uva per il mio vino. Con quella dell’anno scorso al momento non ho deciso nulla per il tour invernale. Potrebbe abbiamo fatto un rosato che abbiamo chiamato “Chocabeck”. è anche essere un’idea non cambiare nulla, come si dice “non cam- veramente buonissimo.
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ZUCCHERO CHI?
Per la prima volta nella sua carriera, Sugar ha pubblicato un disco in inglese. Zucchero Who? è uscito a settembre in Nord America: un doppio album con tutto Chocabeck nella versione italiana sul primo cd e 8 brani dello stesso album, ma con testi in inglese, sul secondo. Hanno scritto per Zucchero personalità illustri della musica mondiale. Ecco la tracklist del cd 2 con gli autori delle liriche. 1. LIFE (Un soffio caldo ), R.Orzabal 2. SOMEONE ELSE’S TEARS (Il suono della domenica), Bono Vox 3. GLORY (è un peccato morir), T.Douglas e B.O’Brian 4. DEVIL IN MY MIRROR (Vedo nero), J.Irvin 5. GOTTA FEELING (Un uovo sodo), T.Douglas e B.O’Brian 6. SPIRIT TOGETHER (Chocabeck), Iggy Pop e J.Irvin 7. TOO LATE (Alla fine), Iggy Pop 8. IN THE SKY (Spicinfrin boy), T.Douglas e B.O’Brian
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I biglietti del tour di Lenny Kravitz sono in vendita presso i negozi Fnac!
LE COSE POTREBBERO ANDARE MEGLIO (MA NON PER ME)
Non lasciatevi illudere dal titolo del suo nuovo disco, Black And White America. Nemmeno lui crede che il razzismo in America sia superato. Non crediate che qualche ottimo musicista possa riportare l’r’n’b agli splendori di una volta. Non stupitevi se le rockstar si drogano, è un problema di tutti. Insomma, c’è poco da stare allegri. A meno che non vi chiamiate Lenny Kravitz. di Emanuele Mancini
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n tiepido mattino romano accoglie la pre- da oltre venti, può vantare una carriera pluripremiata, sociale, e lo dimostrano i successivi quindici brani, in cui sentazione del nuovo disco di Lenny Kra- che fra alti e bassi l’ha portato al traguardo del nono si parla di tutt’altro. Né dobbiamo farci ingannare dalla vitz, un’occasione importante, visto che le disco. copertina, una tenerissima foto di Lenny bambino con il conferenze stampa nella Capitale sono una simbolo della pace dipinto sulla fronte, perché la politica cosa rara. Intorno a noi l’entusiasmo e l’agitazione palpa- FERVORE IN BIANCO E NERO non viene affrontata né più né meno che nei precedenti bile dell’entourage dell’artista e dei rappresentanti della La prima domanda è sul titolo. Kravitz dichiara di aver dischi, e allo stesso modo, con messaggi e proclami glosua nuova etichetta discografica: dopo un’intera carriera deciso di intitolare il suo nuovo album Black And White bali, o meglio, con la sua personale dialettica, semplice e con la Virgin, il rocker ha deciso di firmare per la Roa- America - di certo meglio di quel Negrophilia che era sta- molto rock’n’roll. Peace, love, respect, faith: concetti unidrunner (ormai Warner), la stessa di Slipknot e Dream to ventilato all’inizio e che forse avrebbe creato curiose versali e sonorità per le masse, insomma, come un altro Theater. La presenza della più famosa traduttrice simul- assonanze con Biophilia di Björk, uscito un mese dopo - disco di Lenny Kravitz. tanea televisiva, la distinta signora che fa da interprete colpito da un documentario sul razzismo nell’America di Black And White America è un lavoro “sognato” e scritto a tutti gli artisti internazionali di Sanremo, conferma la Obama. «Il razzismo non è scomparso, è solo diventato alle Bahamas, terra che ha dato i natali alla madre - fisolennità dell’evento. Registratori accesi gura alla quale era particolarmente legato, sul tavolo, tutti ai propri posti: sta entrantanto da citarla praticamente in ogni sua « Il razzismo non è scomparso, è solo diventato più do Lenny. Il suo passo è lento e pesante, conversazione - e rifinito a Parigi, seconda subdolo, perché filtrato dal politically correct. Avere un casa dell’artista. Per sviluppare l’album ha ma allo stesso tempo fluido. Gilet di pelle presidente di colore è soltanto il primo passo » nero, enormi occhiali da sole, una lunga passato un lungo periodo di isolamento dicollana composta da grosse sfere di legno viso fra la roulotte in cui viveva (saremmo e una maglietta slabbratissima. È basso come si dice anzi, più subdolo, perché filtrato dal politically correct. curiosi di vederla) e il suo super studio di registrazione, Il pregiudizio è un concetto che ho imparato a scuo- costruito appena due anni fa in pieno stile vintage califorè più esatto dire che non è alto, almeno non come lo fanno sembrare i tanti video con le inquadrature che lo ri- la. Non è stato facile per la mia famiglia, multietnica e niano, colmo delle meraviglie tecnologiche di cui Lenny prendono da sotto. Il suo carisma riempie la stanza, ha multireligiosa, nonostante New York fosse già all’epoca si fa spesso vanto, da collezionista appassionato qual’è. Il l’eleganza e le movenze di un felino addomesticato; ci parecchio avanti sul discorso dell’integrazione. Avere un risultato finale sono sedici canzoni, un quantitativo notesarà pure un motivo se parte del suo successo si deve presidente di colore è soltanto il primo passo». La scelta vole di inediti considerato il breve periodo intercorso dal ad un’immagine da vero sex symbol (e se nella sua vita risulta però solo un tentativo di dare al lavoro un taglio precedente It Is Time For A Love Revolution. Senza contare, si è accompagnato ad alcune fra le donne più belle del impegnato, perché aldilà della title track in apertura (le tra l’altro, i quattro pezzi in più che compaiono solamenmondo). Ha un gran sorriso, la voce bassa, è un cordiale cui prime quattro rime riescono a farci rimpiangere il Kra- te nell’edizione deluxe. È evidente come per Lenny sia e simpatico ragazzone di quasi cinquant’anni; in attività vitz fricchettone di California), non è un disco di impegno un periodo di gran fervore creativo e di serenità, come
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20/11 Treviso, 21/11 Milano
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dichiara apertamente nell’inno funk-soul Life Ain’t Ever Been Better Than It Is Now, nel quale trova anche il tempo di rendere omaggio al padrino del soul, James Brown. «Ho passato parecchio tempo da solo e il silenzio, la natura, sono state di forte ispirazione. Ho avuto modo di riflettere su alcuni rapporti e sulle perdite nella mia famiglia».
DISCHI
La discografia completa di Lenny Kravitz.
VINTAGE è MEGLIO Nato idealmente come un doppio album, è stato realizzato immaginandolo nella sua versione in vinile, con due dischi da quattro canzoni per lato ed è in effetti più fruibile se lo si ascolta facendo una breve pausa ogni quattro brani. Il risultato è maggiormente omogeneo, nonostante la grande varietà di stili che va ad abbracciare. Le canzoni, registrate con strumenti e amplificatori da sogno e con alcune fra le più incredibili apparecchiature vintage audio (possiede addirittura la Redd, leggendaria consolle di registrazione dei Beatles), sono state rigorosamente fissate su nastro per poi essere trasportate in digitale in un secondo momento, con lo scopo di preservare la qualità dei suoni. È un romantico Lenny, non dà peso al fatto che queste canzoni verranno ascoltate dalle casse in plastica di una postazione di lavoro o nelle cuffie di un lettore che ne sparerà fuori la versione compressa e storpiata in mp3. La registrazione di Black And White America è come al solito avvenuta in quasi totale autarchia musicale, con Kravitz a suonare tutti gli strumenti, dalla batteria alle tastiere, procedendo poi a sovraincidere le parti. Unica eccezione, l’apporto fondamentale e ormai imprescindibile di Craig Ross, al suo fianco sin dal 1991, coautore dei brani e suo collaboratore fisso. Il risultato di questa scelta lascia qualche dubbio, le canzoni risultano spesso fin troppo lineari, mancano di un suono d’insieme e a volte risalta in maniera palese il processo di “stratificazione”. Per non parlare del sound, che è indubbiamente migliorato negli anni a livello qualitativo, ma che resta, per motivi abbastanza ovvi, molto simile a se stesso. Nel tentativo di restare al passo coi tempi e magari insinuarsi nei dancefloor non mancano però le collaborazioni eccellenti: l’artista r’n’b Drake in Sunflower e l’onnipresente Jay-Z insieme a Dj Military in Boongie Drop. «Com’è nata la collaborazione con Jay? L’ho chiamato e gli ho detto “sai, in questo pezzo ci starebbe davvero bene la tua voce”, e lui ha accettato». Domani ci provo anche io, penso, ma immagino che il peso specifico di Lenny sia maggiore del mio... Da sempre influenzato dalle sonorità del rock e del funk dei Seventies e allo stesso tempo abile nel saccheggiare senza troppi pudori, rivela in quest’album più che mai quanto sia debitore agli artisti di quegli anni. Un modo per sottolineare come soul e r’n’b degli ultimi tempi non abbiano offerto momenti e dischi memorabili? «Non sono d’accordo. Ma se penso a quel periodo posso fare all’istante il nome di un centinaio di artisti geniali, mentre del presente mi mi vengono in mente Lauryn Hill, Erykah Badu e pochi altri». Potremmo ampliare la lista con altri nominativi, ma in ultima analisi è difficile dargli torto.
1989 Let Love Rule
1991 Mama Said
1993 Are You Gonna Go My Way
1995 Circus
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2001 Lenny
2004 Baptism
2008 It Is Time For A Love Revolution
« Se penso agli anni Settanta posso fare all’istante il nome di un centinaio di artisti r’n’b geniali, mentre del presente mi vengono in mente Lauryn Hill, Erykah Badu e pochi altri »
2011 Black And White America
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I MAESTRI DI LENNY
La musica di Kravitz è ricca di riferimenti. Ecco le principali fonti di ispirazione dell’artista americano. James Brown Nonostante amasse farsi chiamare “The Godfather Of Soul”, James Brown è il padrino del funk. Oltre alla musica, Lenny si ispira a Brown per lo stile vocale, che fa di grugniti e urletti una componente espressiva fondamentale. Marvin Gaye A partire dagli anni Settanta, tutti gli artisti che hanno suonato musica soul devono qualcosa a Marvin Gaye. Lenny Kravitz compreso, che con il Prof. Gaye ha cercato di mettere in pratica soprattutto la lezione intitolata “raffinatezza”.
MUSICA & DINTORNI
«A mia figlia vorrei riuscire ad insegnare che essere se Procede il colloquio e gli viene chiesto cosa pensa di una stessi è l’unica cosa che abbiamo. Anzi, essere se stessi e classe politica che tra droga, donne e festini sta rubando parlare, dialogare». Due parole anche sulla sua carriera la scena alle rockstar, alludendo ai recenti fatti di cronaca: come attore. Già coprotagonista di Precious, premiato a «Credo che ormai il concetto di rockstar sia diventato tra- Cannes, Lenny partecipa con un ruolo a Hungry Games, sversale, ha scavalcato l’ambito musicale a cui appartene- il film del regista Gary Ross. «Ho iniziato a recitare da va ed è diventato mainstream». Evidentemente la rispo- bambino, poi ho smesso quando ho capito che volevo fare sta non pare soddisfacente ai più, forse perché Lenny ha il musicista. Una sera ho incontrato Lee Daniels, il regista evitato di parlare di droga. Qualcuno ci riprova e butta di di Precious, e mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto provare nuovo in campo la parolina di nuovo e io ho accettato. magica, abbinandola alla Il bello della recitazione « La droga legata all’arte è oramai povera Amy Winehouse. un clichè. Ma non dimentichiamoci è che è tutto eccetto che Lenny ha un’espressione una cosa mia, al contrario che tutti ne fanno uso: imprenditori, della musica che suono, annoiata, ma prova a risportivi, gente comune. È qualcosa che è completamente auspondere ugualmente. «La di molto pericoloso e da cui tenersi toindulgente. Ha a che fare droga legata all’arte è oramai un clichè, una moda. La con la visione di un’altra alla larga » verità è che la usano tutti, persona, e cercare di capire dagli imprenditori agli sportivi, fino a direttori di banca, quello che vuole, riuscire a portarlo fuori, è una bellissialla gente comune. È qualcosa di pericoloso e da cui tener- ma occasione». si alla larga. Non dimentichiamoci però che chi ne fa uso, lo fa spesso per attutire un profondo dolore». Dalla Wine- Il futuro prossimo per Lenny Kravitz è in giro per il monhouse a Michael Jackosn il passo è breve. Lenny sorride e do: dopo due date negli Stati Uniti e una a Buenos Aires, alza le spalle: «Michael… c’è bisogno di parlarne? Persi- è iniziato il 24 ottobre a Lilla, in Francia, il suo tour euno le sue registrazioni con i Jackson Five sono incredibili. ropeo, che prevede anche due date in Italia, a Treviso e a Già allora aveva una personalità e una voce paragonabili Milano. «I miei piani per quest’anno? Viaggiare, viaggiaa quelle di James Brown o di Aretha Franklin. È stato e re e viaggiare. Ho così tanta musica che voglio portare dal sarà sempre un modello per me». Per fortuna, a questo vivo! Il tour è la parte più importante per me, il momento punto, le domande imbarazzanti sembrano essere finite. che mi mette in contatto con il pubblico. Se sono sul palco Nel tempo rimasto a disposizione c’è spazio per indagare è per scambiare energia con la gente. Altrimenti resto a sulle altre nature di Lenny, per esempio quella di padre: casa». Non fatelo neanche voi questo errore.
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Jimi Hendrix Quando usci il primo disco di Lenny Kravitz, Let Love Rule, tutti pensarono “ecco il figlio di Jimi”. Nel tempo Lenny ha sperimentato altri sound, ma il suo stile chitarristico hendrixiano è rimasto immutato. Michael Jackson Quello che Lenny ha sempre amato di Jacko è la capacità di scrivere grandi canzoni pop. Michael Jackson è il migliore di sempre secondo Kravitz, che non perde occasione per ricordarlo, indicando il “Re del Pop” come suo grande ispiratore. Prince La principale caratteristica di Prince è la versatilità: il folletto di Minneapolis spazia tra funk, rock, blues, pop e soul con una scioltezza e abilità rare. C’è un altro artista afro-americano che ama muoversi tra i generi: Lenny Kravitz.
ROCK’N’FASHION
ROCK’N’FASHION
Quando c’era lo swing
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ebbene abbia raggiunto il suo apice durante i favolosi anni Sessanta, il centralismo assoluto di Londra come capitale di moda, musica, cultura giovanile e letteratura comincia appena prima, nel 1959 per l’esattezza, con la pubblicazione del romanzo Absolute Beginners di Colin McInnes (negli Ottanta anche un film di successo), che preconizza proprio una città swingante e ricchissima di stimoli. Basterà aspettare qualche anno, con la rivoluzione beatlesiana prima, la nascita della sottocultura mod, il successo di Who e Small Faces e la nascita della psichedelia verso la fine del decennio con la rapida ascesa di talenti come Cream, Jimi Hendrix e Pink Floyd. Coniato dal Time nel 1966, il termine “Swinging London” finì per diventare sinonimo della colorata e elegantissima fauna che popolava la via più celebre della capitale inglese, quella Carnaby Street che ospitava le migliori boutique del periodo. Lo stile mod, per esempio, può essere considerato, senza tema di smentite, quello più caratteristico del decennio, mai veramente tramontato e capace di influenzare a distanza di tempo anche movimenti successivi come quello brit pop di Blur e Oasis. Giacche a tre e quattro bottoni, mohair, pantaloni a tubo, mocassini italiani, scarpe loafers e cravatte strette, ampio uso della bandiera britannica e del simbolo della
R.A.F., il tutto contrapposto ai mitici parka, giacconi militari verdi con cui i mods si difendevano dal freddo in sella agli immancabili scooter sono marchi di stile che ancora oggi, sebbene in forme diverse, significano estrema eleganza e cura. Sponsorizzati da band come Who, Small Faces e Kinks, i mods conquistarono l’onore delle cronache, determinando un modello maschile di riferimento e rivoluzionando anche il costume femminile grazie a modelle e stiliste come Mary Quant, Twiggy e Jean Shrimpton, tutti volti noti dei Sixties. Per loro si trattò soprattutto di abitini optical, minigonne e stivaletti in pelle. A immortalare quel momento di cambiamenti epocali ci pensarono telefilm come Agente Speciale e film come Casino Royale e Blow Up dell’italiano Michelangelo Antonioni. Bastarono un paio d’anni appena per assistere al cambio di stile, con l’arrivo della musica psichedelica, un radicale aumento della lunghezza dei capelli (e la comparsa di baffi e barba) e l’ampio uso del paisley nella moda. “Our music is red - with purple flashes” dichiaravano i Creation nel 1967: anche la velocità delle anfetamine, droga per eccellenza del periodo, aveva lasciato spazio ad altre esperienze, come quelle con l’LSD, in un’escalation che avrebbe messo fine alla Swinging London e aperto le porte agli anni Settanta.
Florence + The Machine sono uno dei nomi nuovi della scena britannica, capace di unire uno stile retrò con suggestioni molto moderne.
I Kooks, con quel nome scippato al David Bowie di fine anni Sessanta, sono un ottimo esempio dello stile british tanto caro a Carnaby Street e alla Londra dei bei tempi andati.
Ray Ban: occhiale da vista dalla forma ampia, realizzato in acetato nero, € 134
Pimkie: Kilt in lana scozzese rosso e nero, con doppio cinturino in pelle sul lato, € 19,99 Haikure: giacca di lana grigio scuro con tasconi sul davanti e fodera interna a quadretti in bianco e nero, € 269,00
H&M: mantellina con sciarpa da annodare, € 149
Timberland: traspirante ed ecologica, prodotta per il 42% da pneumatici riciclati, € 150,00
Maybelline: il ciglia finte alate offre un nuovo tipo di volume, € 12,50
Esprit: Dolcevita in cotone cioccolato con grande fiocco in tessuto sul collo, € 40
Twin Set Simona Barbieri: ballerine con tacco e fiocchetti, € 174 Rodenstock: lo stile inconfondibile degli ’60 e ’70, con materiali innovativi ma fedeli agli originali, € 144
Levi’s: jeans 505 Best of Levi’s, Red Tab men’s Collection, € 152
Lacoste: Tricot in lana e alpaca con motivo a quadri, € 211,50
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Musica, cinema, videogames, libri
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Un mese ricco di grandi ritorni quello di novembre. A testimoniarcelo ecco Lou Reed & Metallica, Negrita, Justice, Gianluca Grignani, Subways e Zen Circus.
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In questo numero: il nuovo lavori di Ficarra e Picone, un quasi inedito Cesare Cremonini in veste di attore per Il cuore grande delle ragazze e il nuovo capitolo della saga di Twilight
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Coldplay
Mylo Xyloto
(Capitol Records)
HHHHH
Prova di forza
Per voi amanti di sport e action games eccovi servito una raffica di nomi: Rage, Pro Evolution Soccer 2012 e Michael Phelps - Push The Limit.
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L’immancabile sezione libri si avvale di nuovi titoli: Un doppio sospetto, Il respiro del buio e la biografia di Rick Rubin.
Il quinto disco dei Coldplay è stato giudicato ancora prima che uscisse. Colpa, o merito, dei primi due singoli, che hanno fatto storcere il naso a molti fan. Ora però è tempo di mettere da parte i pregiudizi: Mylo Xiloto è l’ennesima grande prova della band inglese. di Marco Rigamonti
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ock languido alla Radiohead vecchio stampo? to inglese riassume adeguatamente tutte le caratteristiche chie a Bono e soci. Gli schizzi più confidenziali (Us Against Fatto. Cori da stadio modello U2? Fatto. Apertu- che lo contraddistingue in tre quarti d’ora intensi e - una The World e U.F.O.) sono brevi ma intensi, mentre gli interre a sperimentazioni elettroniche e concettuali? volta messi da parte i pregiudizi - quasi perfetti. ludi ci ricordano che Chris Martin ha definito Mylo Xyloto Fatto. In 15 anni di carriera i Coldplay hanno emozionato Partiamo dalle certezze: i Coldplay sono bravissimi a un album concettuale e rendono evidente lo zampino del nei modi più semplici e stupito esplorando sentieri meno scrivere canzoni coinvolgenti che incontrano con facilità fidato Brian Eno. battuti. Si sono emulati da soli e quando è affiorata la il gusto e l’approvazione di un pubblico molto vasto. La Volendo si fa presto a criticare Every Teardrop Is A Waterstanchezza hanno avuto la lucidità fall per il suo riff che strizza l’occhio di reinventarsi. Sono stati idolatrati disco oppure Princess Of China Le discutibili accuse di plagio e il dito puntato su alcune derive alla e sminuiti, odiati e amati. Ma perper il chiacchieratissimo cameo della dance non possono scalfire le ambizioni e le convinzioni di una bella Rihanna: quello che non capisco correndo una strada tutta loro non band che non deve più chiedere niente a nessuno si sono mai pentiti, ostentando una è la facilità con cui certi pezzi vengopersonalità forte, indistruttibile. no bollati come “spudorati” o “fuori Non è quindi più tempo di aspettarsi rivoluzioni, perché formula è ben esemplificata da una ballad epocale come luogo” senza badare al cuore delle canzoni. L’apparenza un fatto è certo: qualsiasi creazione nasca dalla mente di Paradise, che fa leva su un impeccabile arrangiamento è forse più essenziale del valore della musica in quanto Chris Martin e soci è sigillata da una magica aura di cre- orchestrale ed è abilmente insaporita da maliziosi accor- tale? I Coldplay non sono più rock, ma soltanto un’altra dibilità. Le discutibili accuse di plagio e il dito puntato su gimenti presi in prestito dalle classifiche pop. L’abilità band pop che contamina le nostre frequenze con featuring alcune derive dance non possono lontanamente scalfire le compositiva della band non viene a galla solo con pez- spiazzanti e tributi sfacciati? Il dibattito potrebbe anche ambizioni e le convinzioni di una band che non deve più zi strappa-lacrime: le dimostrazioni si trovano nella fre- andare avanti all’infinito, ma il succo non cambia: questa chiedere niente a nessuno, ma che al contrario si può per- schezza dell’opener Hurts Like Heaven, nel rock incalzante è un’ennesima prova di forza, bella e buona. Voglio speramettere di indicare la via alla musica moderna - sia scalan- di Don’t Let It Break Your Heart, nella magia del variopinto re che il ligio Chris Martin fosse ubriaco fradicio quando do le chart che rimanendo tra le ben più intime pareti dei finale Up With The Birds o in un pezzo solido come Major ha dichiarato che Mylo Xyloto sarebbe stato l’ultimo disco propri dischi. Ecco quindi che il quinto album del quartet- Minus - il cui ritornello farà certamente fischiare le orec- dei Coldplay.
ONSTAGE
47
NOVEMBRE
WHAT’S NEW
WHAT’S NEW
Musica
Cuore + palle
Musica
The Subways
Florence + The Machine
99 POSSE
(Cooking Vinyl)
(Island/Universal)
(Artist First)
Money And Celebrity
C’erano una volta i Negrita che piazzavano qualche singolo e poi sparivano. Dannato vivere apre (speriamo defintivamente) l’era dei Negrita che sfornano dischi compatti. In nome della semplicità.
HHH
Ceremonials
di Claudio Morsenchio
HHHH
Cattivi guagliuni
HH
di Gianni Olfeni
Hot List
di Guido Amari
di Daniele Salomone
Dieci brani della playlist di
M
eglio non farsi troppe menate e arrivare subito al punto: il nuovo disco dei Negrita è un gran bel disco, il migliore in assoluto della band toscana. Sono belle le canzoni, perché di questo si tratta - un album di belle canzoni – e non è scontato come sembra. Almeno dieci (su tredici) tracce di Dannato vivere sono potenziali singoli. Mai in passato gli aretini avevano messo insieme tanta qualità, nostante HELLdorado e, ancora prima, L’uomo sogna di volare, mostrassero una crescita inequivocabile. Qui però siamo alla Mecca dei Negrita: d’ora in poi dovranno rivolgere il proprio sguardo a questo disco prima di rimettersi in cammino, qualunque sia la destinazione. Tutto gira intorno ai concetti fondamentali del rock:
melodia e istinto, cuore e palle. Il resto si adegua, la produzione artistica - preziosa eppure mai invadente - come le parole uscite dalla penna di Pau e Drigo, un misto di denuncia e speranza in qualche caso confuso ma sempre genuino. In sostanza Dannato vivere riesce dove molti dischi, anche più raffinati, falliscono: mette d’accordo bellezza e semplicità. Se si tratta del punto più alto della parabola dei Negrita, lo scopriremo con i prossimi lavori. Ma è certo che i toscani - in questo momento la migliore formazione rock italiana - sono cresciuti tantissimo, con una forza direttamente proporzionale al numero di bagagli di cui si sono liberati lungo la strada. Adesso, finalmente, la loro musica leggera è potentissima.
In questo autunno inoltrato, dove le giornate si fanno più corte e il freddo comincia a pungere, si deve ricorrere ad un’opportuna ventata di spensieratezza e di calore, capace di spazzare via l’uggiosa monotonia pre-invernale. In linea con queste aspettative, il nuovo disco dei Subways, giovane band inglese, soddisfa in pieno le nostre esigenze, sprizzando una divertente energia positiva di indie rock, con una evidente dose di punk pop che rende tutto veloce, digeribile e di facile approcio. Trascinati dalla personalità dell’esplicito singolo We Don’t Need Money To Have A Good Time, il terzo lavoro del trio britannico non si risparmia, dimostrando una sensibile crescita di idee e suoni, con un’ottima produzione di Stephen Street e una buona scorta di scomode liriche. Non vi resta che unirvi a loro e pogare senza inibizioni.
Grazie a un disco con le bollicine e al carisma della giovane Miss Welch, l’ultima delle dive britanniche, il 2009 si era tinto dei colori raffinati di Florence + The Machine. Allora ci si aspettavano patimenti e dannazioni per battere il chiodo ancora caldo, e invece ci sono voluti oltre due anni perché il seguito di Lungs vedesse la luce. Florence ha osato prendersi il tempo che giusto i Signori della Musica si concedono: sapeva che solo un gran disco l’avrebbe confermata ad alti livelli, sapeva che la sua istrionica personalità artistica non si plasma a comando, sapeva che un tesoro è prezioso quanto facile da sciupare. Ceremonials è il risultato di tanta consapevolezza. Florence Welch è insieme poetessa e musa, artefice e ispiratrice di mondi sonori eleganti e impenetrabili come un quadro di Kandinskij. Sotto si muovono rock e soul, ma in superficie se ne perdono le tracce. Bene ha scelto i primi due singoli (What The Water Gave Me e Shake It Out), tratti decisi di una trama preziosa e sofisticata.
Pensavate che il morbo della reunion fosse una prerogativa di inglesi e americani? I 99 Posse sono qui per contraddirvi oltre che per continuare un discorso interrotto più di dieci anni fa con La vida que vendrà, ultimo lavoro in studio di una della realtà più rappresentative del sottobosco italiano, capace di passare dai centri sociali alle classifiche nazionali senza perdere di intensità. Cattivi guaglioni riporta all’attenzione del pubblico Zulù e compagni i quali, per l’occasione, chiamano a raccolta una batteria di amici (Caparezza, Valerio Iovine, Daniele Sepe, Speaker Cenzou e molti altri) per un album che spazia tra elettronica, hip hop, rock, raggamuffin, con la consueta formula sonora targata 99 Posse. Tutto perfetto? Non sempre, anzi: i pezzi mordono meno rispetto al passato, tranne in qualche caso e, a fare la differenza pare proprio essere la mancanza (voluta?) di un pezzo spacca classifiche come era successo in passato con Quello che, Curre curre guaglio’, Cerco tiempo e Sfumature. Bentornati, in ogni caso.
LINUS Deejay Chiama Italia (lun-ven, dalle 10.00) insieme a Nicola Savino e Cordialmente (il lunedì alle 21.30) insieme a Elio e Le Storie Tese sono i programmi che impegnano ogni settimana Linus su Radio Deejay.
Justice
Audio, Video, Disco (Warner)
HHH di Marco Rigamonti
Un paio di mesi fa, i francesi Gaspard Augè e Xavier de Rosnay parlarono del loro album durante un’intervista: lo definirono, in quello che sembrò un impeto di modestia, “un disco prog-rock suonato da musicisti non all’altezza dell’impresa”. Altro che modestia: è esattamente l’impressione che si ricava, fin dalle prime note, ascoltando Audio, Video, Disco. Tra citazioni eccellenti e richiami anni 70, i Justice conservano la loro attitudine dance fatta di ritmiche spezzate, synth distorti e compressioni spinte, deviando però il loro metodo compositivo verso territori più tortuosi rispetto a quelli in cui si muoveva l’esordio. Chi si aspettava singoli-bomba rimarrà deluso, ma non è abbastanza per gettare fango su un lavoro ben eseguito, degno ambasciatore dell’era bastarda nella quale viviamo.
Negrita
Dannato vivere (Universal)
HHHHH
Scontro tra titani
1
The Clash
Metallica e Lou Reed: due mondi distanti che collidono per un disco pesantissimo e molto lungo. Lulu farà sicuramente discutere e non lascerà indifferente nessuno.
Combat Rock (1982, Epic Records)
di Claudio Morsenchio
L
e innumerevoli collaborazioni del rock & roll hanno da sempre suscitato interesse, generando spesso pareri discordi riguardo gli intenti e la riuscita delle combinazioni musicali, e radunando nello stesso tempo languidi elogi e pungenti e spietate critiche. Non venendo meno al collaudato processo, anche questo atipico e atteso matrimonio non passerà indenne. L’amore sbocciato un paio d’anni fa, in concomitanza della festa per i venticinque anni della Rock & Roll Of Fame, ha portato in studio due epoche, due stili, due generazioni quasi opposte o comunque parallele. I due amanti si toccano, si sfiorano, ma quasi mai si abbracciano e scambiano vere effusioni, creando solo in parte un vero disco comune. Reed canta alla sua maniera ed esercita reading surreali, i four horsemen pesta-
no quasi sempre come dei dannati, annullando praticamente il solo Hetfield, che lascia spazio per gran parte del disco alla magnetica voce di Lou. Pochi sono i momenti dove il mettersi in discussione genera qualcosa di completamente diverso: più facile, ma meno intrigante a nostro parere, mettersi solamente l’uno al servizio dell’altro, senza veramente attuare una rivoluzione. Le parti migliori del lavoro si svelano quando i Metallica decidono di consegnare il palco all’ex Velvet, spegnendo in parte i loro distorsori, e concedendosi alla fusione poetica in un oneroso e doveroso rispetto. Un’opera sonora maestosa, conturbante e complicata, da ascoltare e riascoltare senza pregiudizi e stereotipi, cercando di capirne l’essenza e il vero significato.
Should I Stay Or Should I Go
2
Me Myself And I De La Soul
3 Feet High And Rising (1989, Tommy Boy)
3
Relax
Frankie Goes To Hollywood Welcome To The Pleasuredome (1984, ZTT Records)
4
Steppin’ Out Joe Jackson
Night And Day (1982, A&M)
5
Everybody Wants To Rule The World Tears For Fears
Songs from the Big Chair (1985, Mercury Records)
The Zen Circus
Gianluca Grignani
Sick Tamburo
(La Tempesta)
(Sony Music)
(La Tempesta Dischi )
Nati per subire
HHH di Claudio Morsenchio
Un po’ meno incazzato. Il nuovo album degli Zen Circus, il secondo dopo Andate tutti affanculo, sa meno di protesta. Suona denso, una presa di coscienza sull’orlo della rassegnazione, fin dal titolo: Nati per subire. «Gommone, portami via da questa città/che era mia ora è degli idioti, che democrazia/agli sceriffi di paese, con la casetta verde/che fa rima con “merde” ma noi siamo educati», cantano in Atto secondo, una canzone che ricorda la world di Creüza de ma. Come dire, gli Zen in questo disco hanno capito quanto è sporco il mare in cui stiamo affondando, un mare che conoscono bene I milanesi al mare: «in campeggio a Porta Genova/che meraviglia/fritto misto in via Padova». Altro che i Cani.
Natura umana
di Cristina Valentini
Un maglione blu a righe e capelli ribelli: questa è l’immagine del Gianluca Grignani che 16 anni fa salì sul palco di Sanremo con Destinazione Paradiso. Quel ragazzo inquieto è cresciuto, ha superato momenti difficili, è diventato uomo. Un uomo sensibile, forte e fragile allo stesso tempo, che non ha paura di svelare al mondo le proprie debolezze. Perché questa è la Natura Umana. Ed è proprio questo il filo condutture del suo nuovo album; Gianluca ha analizzato l’animo umano, ha deciso di percorrere questo viaggio insistendo sulla propria strada, scegliendo di essere libero. Un disco coraggioso, fatto con il cuore da un artista che non ha mai perso quell’indole rock che lo caratterizza fin dall’esordio.
48
Jump Around House Of Pain House Of Pain (1992, Rhino)
HHH
ONSTAGE
6
A.I.U.T.O.
NOVEMBRE
HHH
7
di Marcello Marabotti
«Mi sento scossa, agitata, agitata a, un po’ nervosa». Lo cantavano nel 1998 i Prozac +, con quel nome derivato dal marchio commerciale di un farmaco antidepressivo, la fluoxetina. Poi, alti e bassi fino all’esibizione del 2007 agli Mtv Days. Da allora, si sono perse le tracce. Anche il loro sito web è scomparso dalla rete. Che fine hanno fatto? Attualmente, dei tre componenti originali Eva Poles fa la dj e partecipa al progetto Rezophonic, Gianmaria ed Elisabetta, invece, sono voce e chitarra dei Sick Tamburo, di cui nel 2009 è uscito il primo album omonimo. Ora, tornano con A.I.U.T.O.:, un disco più melodico del precedente, che «ruota attorno al conflitto, interno all’uomo, tra il procurarsi il male e il successivo bisogno di chiedere aiuto», come racconta Gian Maria. Ci sono riusciti alla grande.
Wonderwall Oasis
(What’s the Story) Morning Glory? (1995, Creation)
8
American Boy
Estelle & Kanye West Shine (2008, Atlantic)
Lou Reed & Metallica
9
Wake Me Up When September Ends Green Day
American Idiot
Lulu
(2008, Reprise)
(Universal)
10
HHHHH
Gold Digger Kanye West
Late Registration (2005, Roc-A-Fella)
ONSTAGE
49
NOVEMBRE
WHAT’S NEW Cinema
A cura di Antonio Bracco
Anche se è amore non si vede
Italia, 2011, 96 min.
Cast: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Ambra Angiolini, Diane Fleri, Sascha Zacharias di Ficarra & Picone critica pubblico
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I due noti e amati comici interpretano Salvo e Valentino, amici di lunga data che hanno una piccola società di servizi per il turismo. Il loro mezzo, un restaurato e coloratissimo autobus inglese di qualche anno fa, trasporta i turisti tra i monumenti di Torino. Valentino è piuttosto timido e riservato, mentre Salvo è parecchio intraprendente e sfacciato. Alle loro dipendenze c’è Natascha, una giovane e bella guida turistica che pur-
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Pt.1 Usa, 2011, 135 min. Cast: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Jackson Rathbone, Ashley Greene, Anna Kendrick, Nikki Reed, Peter Facinelli, Kellan Lutz, Billy Burke, Maggie Grace, Dakota Fanning di Bill Condon critica pubblico
HH HHHH
Edward e Bella si sposano con una cerimonia organizzata da Alice a casa dei Cullen. Durante i festeggiamenti si presenta Jacob, il quale non ha partecipato al matrimonio perché contrario alla trasformazione in vampiro di Bella. Dopo una discussione con il licantropo, Bella parte per la luna di miele con il suo sposo. La destinazione è l’isola brasiliana di Esme. Edward soddisfa il desiderio di Bella di fare l’amore con lei mentre la ragazza è ancora umana. Bella scopre presto di essere incinta di un bambino metà umano e metà vampiro, un pericolo per la sua stessa vita. Dal quarto e ultimo libro dell’acclamatissima saga letteraria di Stephenie Meyer. La seconda parte uscirà nell’autunno 2012.
troppo non conosce nessuna lingua straniera. Valentino ha una relazione stabile con Gisella, fidanzata storica che lui ama di un amore morboso, totalizzante e oppressivo. Quando la loro storia arriva al capolinea, entra in gioco il fidato amico Salvo che si mette in testa di trovargli una nuova ragazza capace di fargli tornare il sorriso. Il più impegnativo film di Ficarra & Picone che stavolta dirigono senza aiuti.
Real Steel
Immortals
USA, 2011, 127 min.
Usa, 2011, 110 min.
Il cuore grande delle ragazze
Cast: Hugh Jackman, Evangeline Lilly, Dakota Goyo, Kevin Durand, Anthony Mackie, Hope Davis
Cast: Henry Cavill, Freida Pinto, Mickey Rourke, Kellan Lutz, Isabel Lucas, Luke Evans, John Hurt, Stephen Dorff
Cast: Cesare Cremonini, Micaela Ramazzotti, Andrea Roncato, Gianni Cavina
di Shawn Levy critica pubblico
di Tarsem Singh
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critica pubblico
Hugh Jackman interpreta Charlie Kenton, un ex pugile che ha perso l’ultima occasione di conquistare il titolo quando un robot di 800 kg e oltre 2 metri d’altezza lo ha sostituito sul ring. Ora che non è altro che un promoter a tempo perso, Charlie guadagna abbastanza soldi montando robot di poco valore con metallo di scarto per passare da un incontro clandestino di boxe all’altro. Quando Charlie arriva a toccare il fondo non ha altra scelta che unirsi al figlioletto Max, dal quale si era separato, per costruire e allenare uno sfidante che possa vincere. Grandi effetti speciali per una storia che non dimentica di dare importanza al travagliato rapporto padre/figlio. Nel cast anche Evangeline Lilly, nota per essere stata la Kate della serie TV Lost.
ONSTAGE
HH HHH
Il brutale e assetato di sangue Iperione dichiara guerra all’umanità. Insieme al suo spietato esercito di soldati mette a ferro e fuoco l’intera Grecia in cerca dell’Arco di Epiro, forgiato da Marte, che gli permetterebbe di sconfiggere gli Dei dell’Olimpo e diventare l’incontrastato padrone del mondo. L’unica speranza per il genere umano è Teseo, un marmista che vuole vendicare la madre uccisa dall’onda di violenza scatenata da Iperione. Aiutato dalla sibilla Fedra, le cui visioni profetiche disegnano scenari ottimistici, Teseo riesce a mettere insieme una piccola armata di uomini e va incontro al suo destino. Diretto dal visionario Tarsem, il film è “un incontro tra Caravaggio e Fight Club” come ha definito lo stesso regista indiano. In 3D.
50
NOVEMBRE
Italia, 2011, 85 min.
di Pupi Avati critica pubblico
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Siamo negli anni 30. La famiglia contadina dei Vigetti ha tre figli: il piccolo Edo, Sultana e Carlino. Gli Osti invece sono proprietari terrieri che hanno fatto fortuna e vivono in una casa padronale con le loro tre figlie: Maria, Amabile e la giovane e bellissima Francesca. Facendo buon viso a cattiva sorte, Sisto e Rosalia Osti accettano che il giovane contadino Carlino Vigetti corteggi le due sorelle maggiori, con l’intento di sistemarne almeno una. Inizia un periodo di incontri con le due ragazze nel salotto di casa Osti, ma la scintilla scocca con Francesca, tornata all’improvviso dalla città dove è stata mandata a studiare. Dopo Un amore perfetto del 2002, Cesare Cremonini ritorna a recitare al cinema. Le musiche sono di Lucio Dalla.
WHAT’S NEW Videogames
Rage (Id Software) Disponibile per: PS3 - Box 360
Genere: Action
HHHH
L’originalità della trama non è certo il punto forte del nuovo titolo sviluppato dagli artefici di capolavori come Doom e Quake: il protagonista si risveglia dopo un lasso di tempo sconosciuto ritrovandosi in un mondo completamente devastato da un cataclisma di dimensioni fantascientifiche, che ha lasciato dietro di sé una terra arida e demolita. Si scopre presto che il giocatore è l’unico sopravvissuto del progetto Arka, avviato appositamente anni prima per rimediare alla catastrofe che avrebbe colpito la terra nell’anno 2029; non sarà certo un compito facile, perché come in ogni scenario post-apocalittico che si rispetti, l’anarchia quasi
totale regna sovrana e bisognerà quindi partire dal basso per farsi strada e attirare l’attenzione che ci consentirà di svolgere incarichi di importanza ben più elevata. L’introduzione sbrigativa ha il pregio di catapultarci direttamente nel cuore dell’avventura, che non ha proprio nulla a che spartire con la banale storia che fa da sfondo al gioco: bastano poche ore per rendersi conto che Rage è un’esperienza godibile e multiforme, che coinvolge in ogni suo aspetto. Le obbligatorie sequenze di combattimento sono deliziosamente impostate alla vecchia maniera: niente fronzoli, coperture o tatticismi - vince chi spara meglio e possibilmente prima. Le corse a bordo dei curiosi veicoli
Pro Evolution Soccer 2012 (Konami) Disponibile per: PS3 - Xbox 360 – Wii – PS2 - PSP
personalizzabili sono a dir poco spassose: che si tratti di consegnare pacchi in tempo oppure di vincere gare bombardando gli avversari, le fasi di guida a conti fatti risultano essenziali perché riescono a spezzare l’avventura con momenti di puro divertimento arcade. Il gameplay solido ed efficace è accompagnato da dettagli grafici curati, i personaggi in cui ci s’imbatte sfoggiano personalità tutt’altro che banali e nonostante non esista un classico sistema di livelli il giocatore è invogliato a esplorare e a migliorare il suo arsenale o il suo bolide. I quasi cinque anni di attesa sono dunque più che giustificati: Rage è un’esperienza consigliata anche a chi non vive di soli shooter.
Michael Phelps – Push The Limit (Blitz Games) Disponibile per: Xbox 360
Genere: Sport
Genere: Sport
HHH
HHH
Non deve essere facile ritrovarsi nei panni di un programmatore della Konami a ottobre. Ogni anno ci si ritrova a dovere affrontare le critiche impietose degli ex aficionado di PES che ora sono passati a FIFA, forse perché più coinvolgente online, forse perché più profondo tatticamente, o chi più ne ha più ne metta. Spesso si è parlato di rivoluzione; ma quanto può essere rischioso azzerare un sistema di gioco che da tempo appare convincente, divertente e spettacolare? Anche per questa volta è stata fatta la scelta di mettere da parte una parola tanto ridondante, preferendo perseverare lungo la via del miglioramento; e i fan possono gioire, visto che l’operazione è riuscita. Anche chi non ama addentrarsi in analisi approfondite si accorgerà che tutto gira meglio: dalla maggiore personalizzazione del sistema di controllo di calciatori e passaggi all’ottimizzazione dei dettagli grafici, dalle nuove implementazioni tattiche all’aggiunta della modalità Club Boss, che permette di gestire l’aspetto manageriale e finanziario del club. La sensazione che fosse possibile svoltare in maniera molto più evidente è sempre lì; ma quando guardi l’orologio e scopri che sono passate ore da quando hai acceso la console, il pensiero diventa completamente inutile e capisci che PES va benissimo così.
I superstiti delle mitiche sale giochi degli anni 80 ricorderanno che ai tempi l’unico modo per poter controllare un atleta alle prese con le olimpiadi comportava sottoporsi a una buffa umiliazione pubblica: muscoli tesi, ginocchia piegate e lingua di fuori, il giocatore era costretto a smanettare furiosamente con lo scopo di raggiungere la massima velocità e trionfare. Trent’anni dopo la naturale evoluzione di una disciplina difficilmente simulabile e storicamente ignorata dall’universo videoludico come il nuoto è nelle mani di Kinect e del campione mondiale Michael Phelps, che ha creduto in questo titolo e ne è diventato testimonial d’eccezione. I movimenti necessari per gareggiare (dal tuffo alle bracciate, dalle virate agli sprint) si basano più su coordinazione, ritmo e tempi di reazione piuttosto che sulla sopracitata frenesia fine a se stessa; il contesto è curato e completo (ci si può cimentare in stile libero, delfino, rana e dorso) e oltre alla classica partita veloce è possibile affrontare la più impegnativa modalità carriera. Push The Limit è per costituzione un gioco studiato per la famiglia e le sessioni divertenti tra amici, che rappresenta un esperimento ben riuscito nella strada che porterà a sfruttare appieno le potenzialità della giovane periferica Microsoft.
Blueglue consiglia:
Libri
Titolo/Store
Consigliato a chi...
Dead Rising 2: Off (PS3 - Xbox 360) Starfox 64 3DS (Nintendo 3DS) Rochard (PS Network)
...vuole rivivere le vicende di Fortune City attraverso l’occhio del fotoreporter Frank West. ...vuole assaggiare le potenzialità del portatile Nintendo con un classico ben rivisitato. ...ha voglia di un puzzle arcade divertente e a suo modo alternativo.
A cura di Stefano Gilardino
Arnaldur Indridasson
Nicolai Lilin
Jake Brown
Un doppio sospetto
Il respiro del buio
Rick Rubin
(Guanda)
(Einaudi)
(Tsunami)
Dici “giallo” e la mente corre all’esplosione di talenti scandinavi trascinata da Henning Mankell, anni fa, e dal successo della trilogia di Stieg Larsson. Dietro a quei due nomi sono comparsi però molti altri autori, tra cui - uno dei migliori - il talentuoso islandese Arnaldur Indridasson, che ha dato vita alla saga di Erlendur Sveinsson della polizia di Reykjavik. Tutti gli stilemi del genere, ma con ambientazioni ricche di fascino, come nel caso del suo nuovo romanzo.
Il respiro del buio è il terzo libro delle trilogia aperta nel 2009 con Educazione siberiana e continuata con Caduta libera. Dall’infanzia in Transnistria, passando per la guerra in Cecenia, Nicolai Lilin si ritrova nel terzo libro come un reduce incapace di dimenticare gli orrori a cui ha dovuto assistere. Il treno che lo riporta a casa è solo il primo passo verso un’idea di vita “normale” che perde di significato. Un drammatico romanzo di “formazione estrema” come dice lo stesso autore.
ONSTAGE
52
NOVEMBRE
Il sottotitolo di questo libro di Tsunami, valente case editrice milanese, dice tutto quanto serve sapere: “in studio con il più influente produttore degli ultimi trent’anni”. Nulla da aggiungere, verrebbe da dire, se non che a sostegno di questa tesi c’è un curriculum che non ha eguali. Il nome di Rubin, guru della produzione, compare su album storici di Red Hot Chili Peppers, Beastie Boys, Johnny Cash, Slayer e molti altri. Qui, oltre che sui dischi, c’è tutto ciò che vi serve sapere.
COMINGSOON dicembre
I biglietti del tour degli Red Hot Chili Peppers sono in vendita presso i negozi Fnac!
Red Hot Chili Peppers
F
rusciante è uscito di nuovo dal gruppo, stufo degli impegni di una band di fama mondiale, ma i peperoncini non hanno mollato, hanno continuato a credere in loro stessi e dopo aver rimpiazzato John con Josh Klinghoffer (che già conoscevano avendo accompagnato la band in tour), lo sviluppo del disco stesso è risultato più facile e scorrevole. Qualcuno sostiene che Kiedis e soci siano diventati, con il passare degli anni, troppo commerciali. Ma si sbagliano di grosso. I RHCP hanno attraversato diversi periodi, a partire da quello prevalentemente funky, stile che hanno trasformato e plasmato dentro Blood Sugar Sex Magik, quinto album del gruppo e capolavoro assoluto dei californiani. Ma
live
da allora acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. E il tempo, lo sappiamo, può cambiare le cose, il modo di pensare, le mode. È proprio nel cambiamento che i californiani, sempre aperti alla sperimentazione di diversi suoni e stili, hanno trovato continuità. Un’impresa notevole. Puoi amare i Red Hot Chili Peppers oppure puoi odiarli. Non c’è via di mezzo. E’ più grande gli esercito degli estimatori, le cui fila si sono ingrossate dopo l’uscita di I’m With You, un disco travolgente ed energico capace di far battere i cuori di tutti i fan della band e degli appassionati di musica. Quelli italiani scalpitano in vista del ritorno, dopo quattro anni di assenza, dei Red Hot nel nostro paese: sold out il 10 dicembre al Palaolimpico di Torino e sold out anche la data dell’11 dicembre al Forum
di Assago. Il tour toccherà le principali città europee e si concluderà il 17 dicembre a Madrid, ma voci credibili vogliono i Chili Peppers nel nostro continente anche quest’estate. Quindi non disperate se non siete riusciti ad accaparrarvi i biglietti per i live di quest’anno, i RHCP torneranno. Magari Mr. Kiedis non avrà più quei simpatici baffetti e Flea avrà cambiato per la centesima volta colore di capelli, ma state sicuri che la loro adrenalinica performance non mancherà. Come la fenice che rinasce dalle proprie ceneri, I Red Hot Chili Peppers invece di crollare dopo l’ennesima uscita di scena di Frusciante, sono risorti con la stessa forza degli esordi. Sono ancora dei ragazzacci, questi ormai cinquantenni. (C.V.)
10/12 Torino, 11/12 Milano
Ecco i Red Hot Chili Peppers targati 2011. Da sinistra: Anthony Kiedis (voce), Josh Klinghoffer (chitarra), Flea (basso), Chad Smith (batteria).
» BUD SPENCER BLUES EXPLOSION 10/12 Conegliano Veneto (TV) 16/12 Scandiano (RE) 23/12 Cesena 27/12 Copertino (LE) 29/12 Catania 30/12 Palermo » GOGOL ACOUSTIC BORDELLO 07/12 Grugliasco (TO) 08/12 Firenze 09/12 Padova 10/12 Roma
» I CANI 02/12 Lecce 03/12 Bari 04/12 Napoli 07/12 Modica 09/12 Catania 10/12 Palermo 15/12 Pisa 16/12 Modena 17/12 Ravenna » MARCO MENGONI 01/12 Perugia 03/12 Torino 04/12 Genova 07/12 Bologna
08/12 Padova 10/12 Ancona 14/12 Firenze 15/12 Napoli 17/12 Catania
21/12 Catania 22/12 Catanzaro
» MARRACASH 02/12 Cortemaggiore (PC) 03/12 Gualtieri (RE) 05/12 Roma 06/12 Frosinone 07/12 Napoli 09/12 Modugno (BA) 10/12 Pescara 12/12 Oristano 18/12 Vicenza
ONSTAGE
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» MINISTRI 03/12 Torino 07/12 Perugia 09/12 Taneto di Gattatico (RE) 17/12 Messina » PLANET FUNK 02/12 Napoli 03/12 Corato (BA) 09/12 S. Martino di Lupari (PD) 10/12 Cortemaggiore (PC)
NOVEMBRE
15/12 Alessandria 16/12 Ferrara 17/12 Gattatico (RE) » RED HOT CHILI PEPPERS 10/12 Torino 11/12 Milano » RIHANNA 11/12 Torino 12/12 Milano » SUBSONICA 02/12 Grosseto 03/12 Montecatini
04/12 Latina 06/12 Ancona 07/12 Pescara 09/12 Matera 10/12 Brindisi » WHITE LIES 02/12 Padova 03/12 Roma 04/12 Milano » ZUCCHERO 01/12 Rimini 03/12 Padova