SPECIALE
TORINO 30 giugno, 1 e 2 luglio 2011
EDITORIALE
F
estival. Perché in Italia abbiamo paura di questa parola? Certamente non è un problema di lingua, stiamo parlando di un termine universale, come pasta, stop, paillettes, kaiser. è forse un fatto estetico? Ne dubito, credo che da noi come in Inghilterra o in Spagna si possa essere tutti d’accordo sulla bellezza intrinseca di quelle otto lettere messe insieme, non fosse altro per l’immaginario a cui rimandano. Temo sia una questione culturale. Tutto inizia con Woodstock - da quei tre giorni di pace, amore e musica le sinapsi del nostro cervello ci portano immagini precise da associare alla parola “festival”. I motivi per cui il mega raduno hippie del 1969 è passato alla storia sono molteplici, ma certo il suo valore più profondo sta nella voglia di partecipare che guidò oltre mezzo milione di persone verso la contea di Bethel, New York. La Woodstock Nation si radunò a prescindere da una line up certamente fenomenale. Tutte quelle persone erano lì perché amavano l’idea di esserci prima ancora che Hendrix, gli Who, i Jefferson Airplane o CSN&Y. La lezione è stata appresa e tramandata, ancora oggi è per condividere un’esperienza che il pubblico segue i festival, quelli antichi (Glastonbury) come i più giovani (dall’ungherese Sziget al californiano Coachella). I cast sono sempre eccezionali, ma se il risultato è superiore alla somma delle singole parti non è merito della musica. “Partecipazione” è la parola chiave. L’eredità di Woodstock si è temporalmente e geograficamente espansa a macchia d’olio in gran parte del pianeta (escludendo, ma non ne sono certo, quelle regioni che hanno questioni più urgenti). Ci ha provato anche in l’Italia - numerosi i tentativi in passato - ma non ce l’ha mai fatta. Purtroppo nel nostro paese il pubblico preferisce tifare piuttosto che condividere. E in questo caso il calcio non è solo una metafora. Non ci divertiamo a vedere un concerto se non è dell’artista che preferiamo, quello che domina le nostre camerette da un poster e di cui conosciamo a memoria tutte le canzoni, così come andiamo allo stadio solo perché gioca la nostra squadra del cuore. Altro che partecipare, a noi interessa solo vincere. Le radici di questa diversità italiana sono profonde e radicate nel tempo. Estirparle è difficilissimo ma non impossibile. Ci prova MTV, che da un paio d’anni festeggia il suo compleanno con un nuovo format. Tre giorni (come Woodstock, portasse bene?) in cui la musica è protagonista di una formula articolata: concerti, tanti, ma anche incontri con artisti, conferenze con i protagonisti del settore, dibattiti. Un music conference unico nel suo genere in Italia, per lo meno di queste dimensioni e con questi ospiti (tutto il meglio della nostra musica, esclusi quei tre/quattro big che se la tirano). A giudicare dal successo dell’anno scorso, sembra che l’evento stimoli la voglia di esserci degli italiani. Onstage ha nuovamente flirtato con MTV realizzando questo numero speciale dedicato esclusivamente agli MTV Days 2011 di Torino. Siamo orgogliosi di partecipare e condividere questa esperienza. Daniele Salomone
Magazine Registrazione al Tribunale di Milano n. 362 del 01/06/2007
Direttore responsabile Emanuele Vescovo
Ospiti Charlie Rapino, Daniel C. Marcoccia
Mattia Sbriziolo m.sbriziolo@onstageweb.com
Direttore editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com
Hanno collaborato Emanuele Mancini, Gianni Olfeni, Giorgio Rossini, Gregorio Setti
Art director Eros Pasi e.pasi@onstageweb.com
Direttore marketing Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com
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Pubblicità Triveneto, Mantova, Emilia Romagna Ever Est Via delle Industrie, 13 35010 Limena (PD) Tel. 049.8849246 info@everestadv.it Pubblicità Toscana e Umbria Sara Moretti s.moretti@onstageweb.com Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbruso (BS)
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INDICE Come e dove SEGUIre gli MTV Days 2011 TV
10 Un vero festival
Intervista a Luca De Gennaro, Head Of Talent&Music MTV South Europe.
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Sabato 2 luglio - MTV DAYS SECOND NIGHT Il meglio dei concerti da Piazza Castello. ore 20.00 MTV Hits (canale 704 di Sky) ore 22.00 MTV Music (canale 67 del DTT - 708 di Sky) ore 24.00 MTV Italia (canale 8 del DTT)
14 MTV New Generation Dargen D'Amico, Loren, Phinx, BoomDaBash, Erica Mou, OneMic, Caponord, Low Frequency Club: 8 artisti emergenti; 8 nomi che abbiamo scoperto; 8 nomi che abbiamo imparato a conoscere; 8 nomi da non perdere.
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Interviste ai protagonisti del primo giorno, Max Pezzali e J-Ax, le 5 domande ad Alex Britti e non solo, perche' vi regaliamo l'analisi di Charlie Rapino sul futuro dei talent show.
Tra i protagonisti del day 2 ci sono Caparezza, Casino' Royale e Mauro Ermanno Giovanardi: li abbiamo intervistati. Inoltre, Daniel Marcoccia ci racconta la sua personale visione della cultura dei festival.
WEB
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www.mtv.it/mtvdays tutte le news e i video delle MTV Days Tags di Wintana Rezene, tutte le foto e i report dal blog in diretta dall’evento. I contenuti saranno poi disponibili on demand nelle settimane successive. Su Facebook, alla pagina www.facebook.com/mtvitalia, Wintana posterà foto e commenti in diretta dalle diverse location degli MTV Days 2011.
MOBILE
32 Day 3 - 2 luglio Subsonica, Planet Funk, Daniele Silvestri e Ministri: ognuno di loro ci ha svelato un segreto. Scopritelo nelle quattro interviste che abbiamo realizzato per prepararvi al meglio alla serata finale degli MTV Days.
Domenica 3 luglio - MTV DAYS THIRD NIGHT Il meglio dei concerti da Piazza Castello. ore 20.00 MTV Hits (canale 704 di Sky) ore 22.00 MTV Music (canale 67 del DTT - 708 di Sky) ore 24.00 MTV Italia (canale 8 del DTT) Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 luglio saranno inoltre in onda sui tre canali, con diversi appuntamenti orari, le MTV Days Tags, brevi report sul Festival di MTV raccontati da Wintana Rezene. Il 30 giugno J-Ax sarà il conduttore per Mtv Music.
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Venerdì 1 luglio - MTV DAYS FIRST NIGHT Il meglio dei concerti da Piazza Castello. ore 20.00 MTV Hits (canale 704 di Sky) ore 22.00 MTV Music (canale 67 del DTT - 708 di Sky) ore 24.00 MTV Italia (canale 8 del DTT)
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Mtv GO! è l’applicazione di MTV disponibile gratuitamente sull’app store, sia per iPhone sia per iPad, che consente di vivere gli MTV Days in tempo reale. L’applicazione offre l’intero programma del Festival e la mappa di tutti i luoghi che accolgono la musica, con un calendario consultabile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Grazie alla presenza della funzione di geolocalizzazione, gli utenti sono in grado di orientarsi facilmente sul territorio e fare “check in”, cioè testimoniare la loro presenza in un dato evento o concerto e condividerlo con tutti i loro contatti sui social network. Facendo check-in nelle location selezionate e sfidando gli altri spettatori si possono vincere dei premi. Tra questi, i pass per il golden ring sotto palco, i meet&greet con gli artsiti, buoni sconto per i locali di Torino coinvolti nel circuito degli MTV Friends e tanto altri. MTV GO! è stata sviluppata dal team italiano di Mtv e da Mobnotes.
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tutti gli aggiornamenti su www.mtv.it/mtvdays e www.facebook.com/mtvitalia
In collaborazione con
nell’ambito di
INTERVISTA
Mtv Days, un vero
festival
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Fin dal 1998, MTV celebra il suo compleanno con una grande festa musicale (gratutita). Dallo scorso anno però qualcosa è cambiato. Non più uno ma tre giorni, non più solo musica live ma conferenze, dibattiti, incontri con artisti. E concerti naturalmente. Il format degli MTV Days per quantità e qualità ricorda un vero festival, come s’intende all’estero e, purtroppo, si fraintende in Italia. Ci spiega tutto Luca De Gennaro, cervello musicale di MTV. di Daniele Salomone
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nasce negli Stati Uniti nel 1981, giusto trent’anni fa. Cos’era allora MTV? Una grande intuizione, dopo due decenni in cui si era capito che la musica non si poteva scindere dall’immagine. Se pensiamo agli anni Sessanta e ai Settanta capiamo perfettamente a cosa mi riferisco. MTV ha fatto tesoro di quella lezione. E infatti i musicisti che hanno segnato il decennio successivo – pensiamo a Madonna e Michael Jackson - hanno capito che dovevano curare la propria immagine tanto quanto il lato artistico. Diciamo che MTV ha in qualche modo cambiato il volto della musica. In effetti durante gli anni Ottanta e Novanta tutte
le icone musicali sono diventate tali anche grazie ad MTV. Quale può essere invece il ruolo di MTV oggi? Io credo che sia e debba essere un punto di riferimento per il mondo della musica e per il pubblico che cerca musica. Anche e soprattutto nell’era digitale in cui stiamo vivendo. Oggi apri il computer e non sai da dove cominciare, l’offerta è talmente ampia che l’utente può confondersi e non sapere più da che parte andare. Diciamo che MTV ti può indirizzare, se parti da noi sei sulla buona strada. Però è innegabile che negli ultimi anni ci sia stato un certo allontanamento di MTV dalla musica. Parlo della televisione. Mi rendo conto che guardando il canale TV si possa pen-
sare così, ma bisogna considerare quanto è cambiata la fruizione musicale. Non si può pretendere che i ragazzi passino ore davanti alla televisione per vedere i video com’è stato in passato. Partendo da questa certezza abbiamo cercato di adattarci, creando delle piattaforme che ci consentissero di tornare a essere un punto di riferimento in ambito musicale. Penso ad esempio al progetto New Generation, attraverso cui vogliamo supportare artisti emergenti che dimostrino di essere davvero talentuosi. Negli anni Ottanta si parlava di “MTV Generation” - in riferimento agli adolescenti che crescevano guardando i video sul nostro canale - oggi abbiamo rispolverato quel nome per riportare la musica al centro del progetto.
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« è il pubblico che decreta il successo del nostro lavoro. L’affluenza è quindi importante, ma conta anche il modo in cui partecipa la gente. Mi piacerebbe vedere Piazza Castello piena anche nel pomeriggio » Forse proprio supportare gli artisti è il ruolo più adatto per MTV in questo momento. Per quanto ci riguarda, intendo come MTV Italia, l’abbiamo sempre fatto. Con noi sono cresciuti parecchi artisti in questi quindici anni. Penso ai Subsonica, ai Negramaro, a Carmen Consoli, a Le Vibrazioni, a Fabri Fibra e a tantissimi altri. E continueremo a farlo. Parlando del riavvicinamento di MTV alla musica arriviamo agli MTV Days. Riproponete il format dell’anno scorso, tre giorni di concerti, incontri, dibattiti, conferenze. è un approccio a 360 gradi, un evento che guarda alla musica anche come un fatto culturale oltre che d’intrattenimento. Esattamente. Non ci siamo inventati nulla, abbiamo semplicemente preso spunto dalle realtà internazionali partendo dal presupposto che i festival all’estero sono pieni di italiani. Un motivo ci sarà. Rispetto all’anno scorso abbiamo cambiato sostanzialmente due cose: non useremo più i club come location per i concerti ma solo una grande piazza (Piazza Castello, nda), concentrando quindi l’offerta live in un unico spazio. In secondo luogo abbiamo raddoppiato la sezione conference, che ora si sviluppa lungo due giorni. La risposta che il pubblico ci ha dato l’anno scorso è stata entusiasmante e ha incoraggiato tutta MTV a proseguire sulla stessa strada. Abbiamo altre novità interessanti, come le Clinic, che permetteranno al pubblico di assistere a vere e proprie “dimostrazioni”. Uno dei temi che ricorrono dall’anno scorso riguarda i talent show. Anche l’edizione 2011 degli MTV Days ospiterà un dibattito sull’argomento. Pensandoci, sorprende che non sia stata proprio MTV a lanciare quel tipo di formato televisivo. Be’, in realtà noi abbiamo proposto The Real World nel 1992. è stato il primo reality nella storia della televisione. Quanto al dibattito, quest’anno affrontiamo un argomento diverso. Ci chiediamo quale sarà il futuro di quel tipo di programma, mentre nel 2010 il tema della discussione riguardava il futuro dei ragazzi che escono dai Talent. Ci sono alcuni segnali di cambiamento inequivocabili - a
Un momento degli MTV Days 2010. Da destra, Luca De Gennaro, Ghigo Renzulli, Piero Pelù e Gian Paolo Tagliavia (AD MTV Italia).
partire dal fatto che X-Factor nella prossima stagione andrà in onda su Sky - e vogliamo discutere di questo. Stiamo parlando di uno dei pochi eventi in Italia per cui la parola “festival” non è usata a sproposito. Perché non riusciamo a ospitare dei veri festival in questo paese? Esiste un problema culturale oppure è colpa degli organizzatori? Non si trova l’inghippo. Entrambe le cause, storicamente. Forse si dovrebbe avere il coraggio di non partire dalla questione economica, investire nei festival, ma mi rendo conto che non essendo un imprenditore probabilmente non ho una visione corretta. Non molto tempo fa sono stato al South By Southwest di Austin, uno dei più importanti festival del mondo, e ho assistito a una conferenza in cui si parlava proprio di questo. L’organizzatore del Bonnaroo, altro prestigioso festival americano, spiegava che servono tre elementi: la sicurezza, un cast credibile e la location. Capisci bene che se vai al Coachella, nel deserto californiano, puoi anche non vedere un concerto che resti comunque soddisfatto, tanto bello e particolare è il posto in cui si svolge.
Musicologo “Esistono due generi di musica: quella bella, e quella brutta. Io suono la prima”. Con questa frase, riportata sul sito di MTV, si potrebbero riassumere vita e opere di Luca De Gennaro, uno che “ha cominciato a mixare dischi quando ancora i 45 giri dettavano legge e non esistevano piatti con variatore di velocità”. Dagli anni Ottanta è arrivato fino ad oggi stando dietro le consolle dei più importanti club e festival del nostro paese, aprendo i concerti italiani degli U2 nel 2001, il tour di Vasco nel 2004 e il celebre live di Ligabue a Campovolo l’anno dopo. Oltre al ruolo chiave svolto per MTV, di cui è responsabile del dipartimento “Talent & Music”, Luca, cinquantaduenne, torinese, è giornalista e scrittore (collabora con Rolling Stone e ha pubblicato alcuni libri), conduttore radiofonico (è suo il programma Whatever che va in onda tutti i giorni su Radio Capital) e insegnante di “Programmazione musicale nei media” all’Università Cattolica di Milano. Insomma, uno dei personaggi chiave del mondo musicale italiano.
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A proposito di location, secondo anno consecutivo a Torino. Siamo tornati a Torino grazie al supporto di Regione Piemonte, del Comune di Torino e del Comitato Italia 150. Gli MTV Days si inseriscono nel calendario di Esperienza Italia, la grande festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia e siamo fieri di rientrare in questi festeggiamenti con il nostro festival. Oltretutto io sono torinese, quindi sono doppiamente contento. Detto questo, il capoluogo piemontese è la città che negli ultimi anni è più cresciuta dal punto di vista della proposta artistica. è stata sfruttata l’onda lunga delle Olimpiadi e oggi Torino è uno dei principali centri culturali italiani. Non che in passato la città fosse estranea a questi temi, ma ultimamente c’è stata una grande spinta in avanti. E quindi ci sembra il luogo ideale per ospitare un evento come il nostro. Gli MTV Days 2011 propongono diversi momenti di intrattenimento. Ma l’apice resta la musica live. Le tre serate del festival propongono le performance di moltissimi artisti. Quali criteri avete usato per selezionarli? Abbiamo utilizzato la stessa logica che seguiamo fin dal primo MTV Day. Portiamo sul palco artisti italiani – siamo MTV Italia e dunque è questo paese il nostro riferimento – che ospitiamo con grande gioia perché la musica di questo paese è di ottimo livello, nonostante la storica esterofilia del pubblico. Abbiamo invitato artisti che negli ultimi mesi sono stati protagonisti, sia sulla nostra piattaforma che nell’intero panorama musicale nazionale, perché hanno pubblicato un disco, o comunque delle canzoni. Concludiamo. Sarete soddisfatti se… A questo evento lavoriamo per un anno, è un percorso lungo, con mille problemi e difficoltà. Chiaramente è solo il pubblico che decreta il successo del nostro lavoro. L’affluenza è quindi importante, ma conta molto anche il modo in cui partecipa la gente, quanto cioè si lascia coinvolgere dal progetto, specialmente con un format come quello che abbiamo messo in piedi dall’anno scorso. Se dovessi indicare un mio obiettivo personale, dico che mi piacerebbe vedere Piazza Castello piena di gente anche nel pomeriggio, quando suoneranno le band e gli artisti che abbiamo scelto tra tutti quelle che hanno partecipato a MTV New Generation. Sarebbe davvero fantastico.
MTV NEW GENERATION MTV New Generation è una piattaforma multimediale creata da MTV Italia per costruire una comunità di musicisti che sia vetrina per gli emergenti e punto di riferimento per industria musicale e addetti ai lavori. Per gli artisti e le band partecipare è stato semplice: hanno caricato il videoclip di un brano originale su mtv.it/newgeneration. Poi MTV ha scelto quelli meritevoli di approdare alla programmazione televisiva del canale. Ora i migliori otto progetti hanno anche la possibilità di esibirsi agli MTV Days. Tra questi, una giurià di qualità sceglierà il migliore in assoluto, che avrà l’occasione di suonare anche durante la serata conclusiva. Abbiamo rivolto qualche domanda ai “magnifici otto”.
1) Presentatevi. Come nasce e in che direzione si muove il vostro progetto artistico? 2) Che cosa cercavate nella piattaforma di MTV New Generation? 3) Avete riscontrato una maggiore attenzione nei vostri confronti grazie a MTV New Generation? 4) Che cosa penalizza la musica emergente in Italia? 5) Durante gli MTV Days suonerete davanti a un pubblico numeroso. Cosa vi aspettate?
LOREN 1)
DARGEN D'AMICO
1) Nasce come la maggior parte delle cose, senza che ci sia la necessità, e si muove verso le nuove frontiere della tecnologia, diciamo quella che aiuta le persone nella comunicazione. I miei lavori soprattutto appartengono a questo campo.
2)
Cercavo la possibilità di approcciare giovani donne grazie a frasi del tipo «Ehi ciao, sei bellissima ma forse non sai che io sono su MTV New Generation?». E le giovani donne in tutta risposta: «Ma hai trent’anni pirla! Vattene!».
3)
Naturalmente e per fortuna, essere tra i finalisti di MTV New Generation, come dice il nome stesso, genera esposizione. Per quanto riguarda le opportunità spero di aver risposto a sufficienza con la domanda precedente, la musica però non è mai un fatto meccanico.
4)
Soprattutto gli artisti emergenti, che spesso essendo emergenti sono ancora lontani dalla forma definitiva.
5) Solo belle cose, anche se immagino che qualcuno tra loro non avrà affrontato l’igiene personale come fosse una priorità per una sana socializzazione.
Siamo nati in maniera abbastanza casuale. Prima eravamo un quartetto acustico che suonava soprattutto cover nei pub: incontrare Antonio Filippelli (il nostro produttore artistico e bassista dei Vanilla Sky) e Alessio, il nostro batterista, ci ha trasformato in quello che siamo ora. Cerchiamo di fare buona musica, che non disdegni la qualità e l’originalità, ma che arrivi facilmente a chiunque.
2) Beh, cercavamo visibilità e la possibilità di arrivare a più persone possibile, sfruttando le potenzialità del web come mezzo di diffusione delle idee e il brand di MTV, che può consacrare un artista.
3)
Sicuramente, l’attenzione è aumentata esponenzialmente. Molte più persone ci seguono, commentano i nostri video e i nostri post su facebook. In più si sono presentate anche delle occasioni live molto ghiotte: per esempio il 22 giugno suoneremo a Roma, a San Lorenzo per la precisione, con La Fame di Camilla, e questo ci gratifica molto.
4)
BOOMDABASH 1) Nasciamo in Salento 10 anni fa come jamaican sound system. Era puro e semplice intrattenimento musicale (dal foundation anni 80 fino alla dancehall più mondana). Poi ci siamo resi conto che potevamo dare un contributo più attivo alla scena italiana. Qui inizia la storia dei Boom Da Bash come vero e proprio gruppo musicale: due cantanti, un beatmaker, un dj/producer e un gruppo di musicisti che perfezionano, arrangiano e arricchiscono le nostre produzioni musicali.
2)
Cerchiamo una cassa di risonanza più grande per la musica che proponiamo. Ma non solo. Crediamo che Boom da Bash su MTV possa rappresentare un modello da seguire per la nostra gente, i nostri ragazzi che vivono realtà difficili e che in noi vedo-
Forse una mentalità ancora un po’ troppo antiquata e legata alla tradizione melodica del tipico pop italiano. In più in questi anni si è aggiunta l’onda lunga dei talent show, da cui escono artisti tecnicamente molto bravi, ma forse un po’ troppo “costruiti”.
5)
Una grande emozione e una forte scarica di adrenalina. Suonare dal vivo è ciò che ci piace di più in assoluto: è on stage che si vede quanto vale una band, ed è dal vivo che le persone vengono colpite in pieno volto dalla musica. Poi agli MTV Days diveremo il palco con artisti di grosso calibro e siamo molto orgogliosi di ciò. In più, potremo ancora una volta raggiungere tante persone, e, speriamo, farci apprezzare.
ONEMIC 1)
Siamo tre ragazzi di Torino tra i 25 e i 27 anni (Alex, Marco e Jari), facciamo musica rap dal 2004. Ci siamo fatti un nome nel circuito italiano grazie alle gare di freestyle, vincendo le più grandi competizioni nazionali. In questi anni ci siamo affermati con i nostri dischi solisti e il 29 marzo scorso è uscito il nostro nuovo album, Commerciale.
2)
1) Francesco Fabris, Daniele Fabris, Alberto Paolini e Pietro Secco sono i Phinx. Il progetto è nato per sperimentare e miscelare tante influenze diverse che ognuno di noi aveva e continua a sviluppare tuttora.
2)
Un mezzo per dare visibilità ai nostri lavori, in particolare un brano come Italian Job caratterizzato da una struttura non propriamente tipica di un singolo radiofonico e con un video girato da noi stessi nel nostro giardino di casa senza spendere un soldo.
3) Sicuramente molte nuove persone sono venute a conoscenza della nostra musica, hanno iniziato a interessarsi a noi e a venire a qualche live. Stiamo suonando molto e speriamo continui così!
4)
Il non accorgersi del buono che abbiamo qua. Considerarsi solo italiani e non abbastanza europei. L’ interesse e lo spazio dato a cover band piuttosto che a gruppi con musica originale.
5) Di non svenire e far tremare il palco.
3) Sicuramente. Il fatto che il nostro video è stato in rotazione su
ERICA MOU 1)
Ho 21 anni e sono una cantautrice. Canto, scrivo e suono la chitarra da diversi anni e ho da poco pubblicato il mio album d’esordio. Nel mio “progetto artistico” (espressione con cui non mi sento molto a mio agio!) mi soffermo sulla scelta di ciascuna parola e sulla ricerca di piccoli suoni, all’insegna però dell’essenzialità.
2) Cercavo un sito di ricette (torte in particolare) e ho sbagliato tasto! 3) Questo per me è davvero un periodo colmo di belle opportunità musicali... sicuramente anche merito di MTV New Generation!
4)
Spesso la scarsa curiosità nell’ascoltare. A volte la scarsa umiltà nel dare.
stimenti su realtà emergenti. Mettiamoci che oggi i ragazzi pensano che i talent show siano l’unico e solo modo per emergere e il quadro è completo. Ma se nessuno vuole darti una mano, allora usa le tue di mani
3)
Decisamente. L’utenza di Boom Da Bash è sempre stata ampia, ma ora riceviamo tantissime mail e commenti positivi da persone che non avevano la benché minima idea di chi fossimo prima. E crediamo che salire sul palco degli MTV Days sia già una grossa opportunità, per non parlare dell’Italia Wave Love festival. Siamo soddisfatti e orgogliosi.
4)
In primis la crisi del mercato discografico. Le vendite calano, ci sono meno introiti e quindi ridottissime possibilità di inve-
e datti da fare.
5)
Non sappiamo cosa aspettarci. Siamo stati su grossi palchi, ma gli MTV Days sono un’esperienza nuova. Solo un anno fa eravamo a Torino come spettatori, adesso ci andremo come artisti. Comunque vada, abbiamo vinto: quattro salentini sul palco di MTV. Chi l’avrebbe mai detto?
CAPONORD
Ci è sembrata l’unica alternativa seria e reale ai vari talent show. Finalmente gli addetti ai lavori hanno preso posizione e danno una possibilità agli artisti emergenti. Qui conta la musica, non i fronzoli e i lustrini. Pura meritocrazia. Siamo contenti di essere arrivati fino in fondo. Suonare nella nostra Torino agli MTV Days è la ciliegina sulla torta.
PHINX
no gente normale che ha perseverato senza abbattersi. Reggae is a mission!
MTV, oltre a renderci più riconoscibili agli occhi delle persone, ci ha consacrato. Siamo coscienti che si tratta di una grande possibilità e siamo intenzionati a sfruttarla nel miglior modo possibile, confermando sempre di aver meritato il risultato.
4)
La mancanza di spazi adeguati e di meritocrazia. Lo scouting in Italia è ormai affidato quasi interamente ai programmi tv, che nella maggior parte dei casi producono musica usa e getta, oppure ai numeri del web, che non sempre sono proporzionali allo spessore artistico. Ci vorrebbe più lungimiranza, se le multinazionali della musica non hanno il tempo e la voglia di farlo allora tocca a noi artisti! Dal 2004 facciamo musica rap indipendente e allarghiamo il nostro fan-base con ogni disco. è un lavoro lungo e impegnativo ma lo facciamo con passione e dedizione.
5)
Il live è la parte più importante per chi come noi fa musica, il feedback delle persone è il ritorno più gratificante che possiamo ricevere. Siamo in giro con il tour di Commerciale da aprile e ora arriviamo agli MTV Days. Siamo orgogliosi di questa possibilità e a Torino giochiamo in casa. Daremo fuoco al palco!
1)
Siamo completamente ossessionati dalla musica. Il nostro progetto nasce dalla necessità di esprimerci attraverso l’unico linguaggio che ci è congeniale. Vogliamo arrivare a più persone possibile attraverso il potere della melodia. Ecco perché ci consideriamo pop.
2)
Maggiore visibilità, per diffondere il più possibile il nostro progetto e provare a scalzare dal trono i dinosauri della musica italiana. è la nostra missione, siamo piccoli supereroi.
3)
L’attenzione è sicuramente aumentata, sono arrivate nuove date e tanti complimenti da ogni angolo dello Stivale. Anche le nostre nonne ci hanno visto per la prima volta in tv... Non credevano ai loro occhi! Il target degli spettatori di MTV è decisamente vasto!
4)
Le radio che fanno passare solo i mostri sacri. I locali che preferiscono le cover band. Vasco Rossi che non va più in pensione. Troppe band giovani che passano più tempo su Facebook che in sala prove.
5)
Di godere come dei pazzi, di comunicare a migliaia di persone la nostra voglia di musica e di avere qualcuno che, per una volta, scaricherà il furgone per noi. Viste le condizioni delle nostre schiene.
LOW FREQUENCY CLUB 1)
Veniamo da Brescia e sin da quando ci siamo conosciuti (nel 2006) abbiamo iniziato a produrre inediti. Ascoltiamo tantissima musica, qualsiasi genere, cerchiamo sempre di crescere e di migliorarci, giorno dopo giorno. La nostra musica si potrebbe definire come una miscela ben dosata di electro, rock e funky.
2)
Visibilità. L’opportunità di farci sentire e vedere dal grande pubblico.
3)
Certamente. Ce ne accorgiamo soprattutto ai concerti, il pubblico cresce data dopo data, spesso conosce le nostre canzoni, è bellissimo. Inoltre abbiamo notato un aumento di visite sui nostri spazi web.
4)
Le dinamiche culturali e commerciali che spesso impediscono ad artisti emergenti di trovare il contesto giusto per esprimersi. Esempio? La chiusura dei grossi network radiofonici nei confronti delle band emergenti e quelle che propongono musica alternativa.
5) Di divertirci e di far divertire.
5)
Suonare live è sempre stupendo ma le grandi platee sono emozionanti! Mi piace moltissimo suonare in piccoli posti e sarebbe fantastico ricreare con un pubblico numeroso lo stesso grado di intimità e coinvolgimento. Per il resto spero di suonare al meglio e di divertirmi. Perché no?
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30 GIUGNO Max Pezzali
CONFERENCE GIORGIA
ore 12 - aula magna Universita' degli Studi di Torino Sarà la cantante romana ad aprire gli MTV Days con una conferenza, moderata da Luca De Gennaro (Head of Talent&Music MTV South Europe) e aperta da Gian Paolo Tagliavia (AD MTV Italia), in cui incontrerà i fans, rispondendo alle loro domande e ripercorrendo le fasi salienti della propria carriera. Dagli esordi di E poi nel 1994, fino al successo di Mangio troppa cioccolata e dell’album Unplugged. La regina del soul italiano…
LIVE Piazza Castello Presentano: Valentina Correani e Fabrizio Biggio
NOEMI
Stella della seconda edizione del talent show X Factor, Noemi è stata una delle poche cantanti a godere di un buon successo una volta lontana dallo schermo. Dopo aver debuttato con l’album Sulla mia pelle si è riconfermata con la partecipazione a Sanremo 2010 e un secondo lavoro, RossoNoemi, anticipato da Vuoto a perdere, canzone scritta per lei da Vasco Rossi.
MARRACASH
È uno degli storici frequentatori del Muretto, luogo di culto per l’hip hop milanese, da cui sono usciti anche Club Dogo, Articolo 31, Vacca e moltissimi altri rapper. Marracash, dopo una lunga gavetta e la partecipazione a dischi altrui, è diventato uno dei nomi caldi della scena italiana, grazie a due lavori vendutissimi e a un singolo spacca classifiche come Badabum cha cha. Il suo ultimo disco, Fino a qui tutto bene, è uscito nell’autunno 2010 trainato dal singolo Rivincita.
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L’ELETTRONICA è IL NUOVO ROCK Dopo un tour sold out, l’ex 883 svela i segreti del suo ‘Secondo tempo’, tra la scoperta dell’ukulele, Sven Vath e Elvis. Un album che segna una nuova tappa nella carriera di Max, alle prese con la consapevole svolta del rock: l’elettronica. di Marcello Marabotti
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vevamo incontrato Max Pezzali appena ha la mia età, chi ha superato i 35, che potrà ritrovarsi in la collaborazione con Noego Crew per un pezzo hip hop tornato dall’esibizione sanremese dove, alcuni testi, ma anche per chi è un po’ più giovane, perché come Quello che comunemente chiamiamo amore, e pezzi più dopo la “prima volta” nel ’95 con Senza è un disco che ha messo d’accordo sia chi mi ha seguito melodici completano la tracklist. Una scelta dettata dal averti qui, estratta dall’album La donna, da “solista”, sia chi ha sempre voluto un maggior contatto fatto che Max Pezzali oggi non ha un suono univoco che il sogno & il grande incubo, quest’anno il con il passato». lo rappresenta, ascolta «una varia gamma di artisti, dai cantante di Pavia era tornato per presentare Il mio secondo Una riscoperta che presenta anche qualche sorpresa, Chromeo a un gruppo come gli Old Crow Medicine Show, tempo, il singolo estratto dal suo nuovo album Terraferma. perché Max ha una nuova passione nata in uno dei suoi che parlano di droga, temi che non c’entrano con la musiNon era stata un’esperienza esaltante perché «anche se il viaggi oltreoceano: l’ukulele, «uno strumento fantastico. ca che suonano, il bluegrass. Forse oggi non c’è un suono palco è cambiato, la situazione è rimasta la stessa. Hai la mi sono divertito parecchio a comporre pezzi con l’uku- definito dei nostri tempi, ci sono 100 suoni dei nostri temsensazione di andare a disturbare a un matripi, basta guardare la direzione che hanno preso « L’elettronica ha il grande vantaggio di essersi monio di gente che conosci poco, invitato dai quasi tutti i maggiori artisti, a cominciare dai parenti degli sposi e non da uno che conosci adeguata ai tempi molto più velocemente del rock, Black Eyed Peas che mischiano un milioni di bene. Hai la sensazione che stai disturbando. Il suoni, parole, estratti di film in una miscela che ora la vera rockstar è il dj » problema non è il palco, ma l’atmosfera che si è il segno dei tempi». crea di leggero fastidio verso chi sale su quel palco, ed è lele, perché adoro le Hawaii e il mondo polinesiano. Ho Un passaggio notevole per un artista come Max sempre lì forse anche il fascino». Un palco che non lo ha mai esal- comprato il primo ukulele due anni fa per ridere e mi sono attratto dalla tecnologia, dalle nuove piattaforme e dalle tato, forse anche perché all’inizio della sua carriera Max reso conto che è uno degli strumenti più belli che esistano: possibilità che la rete offre e lo sviluppo dei generi musiera stato percepito come un personaggio per un pubblico da immediata gratificazione e può esser propedeutico per cali. «L’elettronica oggi è il nuovo rock, perché per come adolescenziale. D’altra parte ha timbrato i ricordi dei gio- la chitarra. È comodo, è piccolo, è facile che trovi posto nel sono cambiati i tempi ora la vera rockstar è il dj, è lui l’agvani passati negli anni 90, arrivando alla prima svolta, an- sottosella di una moto. Quando ero alle Hawaii ho letto gregatore che funziona, non è il creatore di contenuti. È cora con gli 883, nel 1998 con il brano Gli Anni, compiendo la storia di questo strumento, di come fosse arrivato dal evidente che le persone ora cercano quel tipo di serata, in il primo salto con Il mondo insieme a te. Ora, 4 anni dopo Portogallo, come sull’isola non avessero uno strumento a cui la musica è un tappeto sul quale possano muoversi, e Timeout, ha cercato di osservare «la realtà con una nuova corda, il modo in cui i locali rimasero affascinati. Come questo genere è riuscito molto più del rock a capire cosa in lente, che mi ha permesso di ricollegarmi con il materiale noi, poi, con l’Elvis di Blue Hawaii». Un rinnovamento questo momento chiede la gente. L’elettronica ha il granvecchio anche a livello musicale. Ho cercato, però, un suo- culturale e musicale che ha segnato anche l’album stesso, de vantaggio di essersi adeguata ai tempi molto più velono che fosse quello di oggi. Il risultato è un album per chi perché Terraferma si apre con sonorità dance anni’90, vanta cemente, soprattutto perché non ha tutto quell’impianto
Jovanotti RESTARE VIVI “Restare vivi è quello che bisogna fare, ma va fatto fino a quando si muore, restare vivi dopo sarà un problema di dopo.”
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che si porta dietro il rock, che richiede delle liturgie complesse, l’elettronica ha il vantaggio della semplicità, anche come logistica. Una band di quattro elementi, ad esempio, richiede il trasporto degli strumenti, soundcheck di quattro elementi, mixer a più canali, spazio sul palco: non è paragonabile ad un dj che con un solo laptop si attacca ovunque. In più è un genere strumentale, nell’elettronica le voci sono usate come strumenti, non conta cosa dici ma come lo dici». Una fotografia di una realtà dalla quale non si può prescindere, perché anche i dati degli ultimi festival, nella nostra penisola, sono implacabili, con l’Heinken Jammin’ Festival che ha chiuso (forse) in pareggio. E Max ha pensato per il suo tour, andato esaurito in quasi tutte le date, Milano su tutte, una scaletta dove oltre ad alcuni
« Ho comprato il primo ukulele due anni fa per ridere e mi sono reso conto che è uno degli strumenti più belli che esistano: da immediata gratificazione e può esser propedeutico per la chitarra » pezzi con l’ukulele, ha inserito diverse componenti dance, perché uno dei suoi artisti preferiti rimane Sven Vath. L’influenza si vede anche nella scaletta, dove i pezzi di Terraferma sono accompagnati dai classici rivisti in chiave moderna: da Hanno ucciso l’Uomo Ragno a Come mai, le grandi canzoni - dagli 883 alla carriera solista - Max le can-
ta sempre, e anche in un contesto come l’Mtv Days ci sarà spazio per almeno uno dei pezzi storici. La rassegna torinese offrirà un grande spunto per parlare della situazione attuale della musica, dei suoi limiti e della dimensione live, che negli ultimi tempi ha subito duri attacchi, soprattutto a Milano, una città che «se vuole essere una delle grandi realtà europee, deve assumersi le proprie responsabilità. Non è solo con i grattacieli che diventi città europea, ma è, soprattutto, tenendo viva una scena culturale che passa attraverso la musica. Che sia rock, hip hop o elettronica non importa. Nel momento in cui li togli, regredisci». Un pensiero che il capoluogo lombardo sembra aver espresso al meglio nell’ultimo periodo, traino di una cultura che si muove e che fa tappa a Torino, anche solo con un deca.
CLINIC Dalle 15 alle 18, aule 37, 38 e Lab. Guido Quaglia Universita' degli Studi di Torino Partecipano: Alex Britti (chitarra), Niccolo' Agliardi (songwriter), Mario Riso (batteria). Fai check in con MTV GO!
5 domande ad
ALEX BRITTI di Gianni Olfeni
è uscito il tuo libro/ dvd Nelle mie corde - Lezioni di chitarra con un Maestro d’eccezione. Qual è la lezione #1 per gli aspiranti chitarristi? Amare la chitarra, la musica, senza obiettivi solo perché suonare ti fa stare bene. Cosa ti ha stregato della chitarra quando, da bambino, hai cominciato a suonare lo strumento a sei corde? La magia. Fare musica è una magia, puoi creare uno stato d’animo toccando un pezzo di legno con delle corde. Desideravo anche io diventare mago. Come riesci a far convivere le tue qualità di chitarrista con le “restrizioni” che la forma canzone impone? Restrizioni? Quali? Sono cresciuto ascoltando canzoni e non mi sono mai sentito “stretto” nel farle. «Anche se il mio suono può sembrarvi strano, io faccio pop italiano». Sono versi di Pop.it, pezzo che dà il titolo al tuo primo disco. Cosa intendi per “pop italiano”? Quali sono le caratteristiche che rendono la tua musica così “italiana”? La lingua naturalmente, e poi certe linee melodiche tipiche della nostra cultura musicale. Hai mai pensato di lasciarti alle spalle la popolarità e tutto quanto hai conquistato in questi anni per tornare al tuo primo grande amore, il blues? No, come certamente non lascerei la ragazza con cui sto adesso per tornare col mio “primo amore”, come non rifarei le elementari. Amo ciò che faccio ora e il mio blues è la dentro.
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30 GIUGNO J-Ax
LIVE Piazza Castello
CLUB DOGO
Proprio loro, i pesi massimi dell’hip hop italiano, quelli che hanno rivoluzionato la scena (assieme al romano Truce Klan) puntando su rime massicce e crude, su beat pesanti e sulla contaminazione musicale. Senza contare, ovviamente, su un talento personale di primissimo piano, che gli ha permesso di diventare la crew più amata dai giovani b-boys.
A MORTE
IL CONFORMISMO è uscito il 10 giugno il nuovo singolo di J-Ax, Domenica da coma. Giusto in tempo per gli MTV Days e la stagione estiva, di cui il pezzo sarà protagonista assoluto. Scommettiamo? Pochi giorni dopo la pubblicazione del brano, che anticipa il nuovo album del rap’n’roller milanese (Musica da rabbia, atteso per il 30 agosto), Ax ci ha raccontato dove e come è nato questo inno anticonformista. di Daniele Salomone - foto Alessandra Tisato
L MODA’
Nonostante siano in pista da molti anni, dal 2004 per la precisione, i Modà hanno conosciuto il grande successo solo in tempi recentissimi, con il singolo in collaborazione con Emma, una delle cantanti di Amici, e con La notte, un brano di pop rock che ha riconfermato il loro sound a metà tra Negramaro e Le Vibrazioni, di cui sembrano un avvincente miscela.
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o sai che hai scritto il tormentone dell’esta- stato oggi il lavoro, con la routine delle 8 ore per 5 giorni te 2011? a settimana (quando non molto di più), è schiavitù. Le riMi sto toccando le palle! A me interessa che sorse del pianeta ci consentirebbero di lavorare meno e piaccia alla mia gente, che sia apprezzato meglio. è la prigione del capitalismo. è come tutte le priin giro da più persone possibile, ma non gioni, c’è un’ora d’aria che dovrebbe mettere tutto a posto: voglio che diventi il tormentone. Preferisco volare sotto la domenica. Io non ho mai sopportato questa cosa. il radar in certe situazioni. Lasciamo che i tormentoni li Chi sono i “bastardi” a cui non dobbiamo regalare la faccia Shakira. nostra vita? Ok, ma Domenica da coma può raggiungere un pub- Quando ho scritto questi versi, oltre alla mia esperienza, blico più ampio rispetto ai tuoi singoli del recente pas- ho pensato a tutte le persone che lavorano come muli, pasato? gano le tasse, sono regolari ma non gli avanza mai niente, Secondo me tutti i miei singoli avevano questa potenziali- gente che è sempre tirata in termini di soldi ma soprattà. Molto dipende da come reagiscono i media. Quelli che tutto di tempo, nonostante si faccia un mazzo così. I bapassano il rap americano stardi sono quelli che si o il rock mettono anche i « Bisognerebbe sfasciare le convenzioni approfittano di questa miei dischi, poi ci sono che permettono a pochi di chiudere molti situazione, che la sfrutle radio che mandano tano per arricchirsi. Bidentro una prigione. Gesù avrebbe solo classici, tipo Bublè sognerebbe cominciare buttato fuori dalle chiese le signore o quella roba li, e magaa sfasciare tutte le conche assistono alle funzioni ri uno come J-Ax viene venzioni che permettotutte impellicciate » lasciato da parte. Preno a pochi di chiudere messo che ogni network molti dentro una prigiopuò fare quello che vuole del proprio palinsesto, se anche ne. Gesù avrebbe buttato fuori dalle chiese le signore che questi media passassero la mia roba, arriverei a più gente. assistono alle funzioni tutte impellicciate e ingioiellate. Purtroppo c’è una spaccatura culturale nella radiofonia Il conformismo trova in noi dei complici? italiana. I media che parlano ad un certo target, magari Assolutamente sì. Ad esempio è incredibile che in un pameno “giovane”, non mettono i miei dischi. ese come il nostro ci sia ancora un mese in cui l’economia Cosa ti pesa maggiormente della “domenica da coma?” si ferma quasi completamente. La pausa di agosto, in un Gli zombie in centro o in Chiesa con la pelliccia o il fatto momento di crisi come questo, è assurda. Non esiste da che non si può più rimandare quello che si deve fare? nessun’altra parte al mondo. Io vivo a Chinatown (la zona Ho scritto il pezzo pensando a quanto odiassi la dome- di via Paolo Sarpi a Milano, nda) e i cinesi mica si fermano nica prima di fare questo mestiere. Ora fortunatamente ad agosto, tengono aperti i negozi per tutto il mese. Da noi sono padrone di me stesso, sono libero da alcune regole chiude addirittura il Parlamento! Ma ci rendiamo conto? a cui molti devono invece sottostare. Sono tornato con la Quando sento che i lavori parlamentari riprenderanno memoria a quando studiavo e poi lavoravo. Com’è impo- dopo la pausa estiva mi viene voglia di tirare le testate
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contro il muro. « Ho unito italo-disco e rock, e questo credo Che reazioni hai notato dopo sia qualcosa dal sapore piuttosto inedito. aver pubblicato Domenica da A me piace recuperare la musica che chiamo “da coma? autoscontri”. è quella musica che i puristi di ogni Un sacco di gente mi ha detto “Che genere schifano » figata, finalmente uno che dice ‘sta cosa”. Però il problema sono gli altri, quella gran parte degli italiani che nelle “domeniche ma anche i Bon Jovi. Il disco seguirà questa direzione. è da coma” ci sguazza. Con la panza piena, sonnecchiando un pò quello che ho fatto con Deca Dance e Rap’n’Roll, solo davanti alla tv per poi andare in centro a far sfilare le fi- con molta più qualità. danzate vestite come troie. Gli piace proprio, come penso è il tuo lavoro migliore come solista? che a molti italiani piaccia fare le ferie tutti accatastati uno Questo lo dirà il pubblico. Ogni disco per me è il più bello, sull’altro, negli stessi posti, al doppio del prezzo normale. poi a seconda di come reagisce la gente io mi innamoro Con il risultato che le nuove generazioni, quelle che han- o detesto un mio album. Amo i dischi che migliorano la no capito come gira, vanno all’estero. Andare un mese in mia vita, odio quelli che la peggiorano. Posso dire queThailandia costa meno che una settimana a Riccione. Ma sto lavoro è sicuramente il più ricco in termini di sound. la nostra economia ne risente. è un gatto che si morde la Credo sia normale impiegare del tempo prima di trovare coda. la perfetta quadratura del cerchio. Per arrivarci abbiamo Amiamo poco i cambiamenti. anche speso di più, sono persino andato a New York per Proprio li ostacoliamo. E finché continueranno a coman- finalizzare l’album. Ma questo conta poco, l’importante è dare “le vecchie” sopra i cinquant’anni, le cose non cam- come la musica arriva al pubblico. bieranno mai. La stessa cosa vale anche per la radio e la Sei uno dei protagonisti degli MTV Days 2011. Cosa tv. Sembra che senza il gradimento delle “vecchie” non ne pensi di questo nuovo format che segue il modello possa funzionare niente. delle music conference? Domenica da coma è nelle corde di J-Ax in termini di Io sono sempre stato un sostenitore degli eventi di MTV, testo, ma i sintetizzatori dance un pochino sorprendono. anche quando duravano solo un giorno. Ho partecipato Sarà così anche il disco? volentieri a molte edizioni in passato e a maggior ragioHo unito italo-disco e rock, e questo credo sia qualcosa dal ne quest’anno, visto che oltre a suonare partecipo ad una sapore piuttosto inedito. A me piace recuperare la musica conferenza sulla musica nelle piattaforme digitali. Mi che chiamo “da autoscontri”. è quella musica che i puristi sembra un format molto interessante, in Italia abbiamo di ogni genere schifano. Ascolto la dance figa che viene bisogno di questo genere di cose, in cui la musica sia il da Chicago ma anche la disco italiana che faceva Ramirez, centro di un universo pieno di tanti pianeti. mi piacciano i gruppi come i Queens Of The Stone Age Che set porterai sul palco di Piazza Castello?
IO, TU'MAMMETA E O' TALENT SHOW
Innanzitutto suonerò più che in passato. Di solito MTV mi dava 20, 25 minuti, mentre quest’anno ne ho a disposizione quaranta. E quindi ho pensato ad uno spettacolo ad hoc. Suonerò Domenica da coma e poi tutti i miei successi. Sono molto carico, anche perché questo live è un antipasto del tour che comincerà a settembre dopo l’uscita del disco. Quanto agli MTV Days, spero solo una cosa. Cosa? Che ci sia il sole!
PANEL Ore 15:30, aula 33 primo piano Universita' degli Studi di Torino Sono in crisi i talent show in Italia? Intervengono: Noemi, Francesco Fabris (Phinx), Daniela Bozza (Executive Producer MTV New Generation), Nils Hartmann (Direttore Produzioni Originali Sky), Pierpaolo Peroni (Produttore discografico), Giordano Sangiorgi (patron del M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti)
di Charlie Rapino *
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on il titolo (alla faccia della fantasia!) “Il futuro dei talent show”, MTV apre i suoi MTV Days. L’ovvio ormai fa parte dell’immaginario collettivo in questo paese, il titolo la dice tutta. In Italia, quest’anno, ne ho contati sette nelle tv generaliste: Amici, X Factor, Star Academy, Ti lascio una canzone, Io canto, Voice Of, Italia’s Got Talent. Perché hanno uno splendido futuro? Semplice: per gli “itagliani” il talent show contiene tutto il loro weltanschauung! Il melodramma dei ragazzi, delle loro mamme, il “canta bene”, “ma quanto è carino” (soprattutto se riferito a bambini). Inoltre, cosa importante, si chiacchiera molto tra giudici. L’importante è parlare, tirare serata; buona parte di questi giudici, tra parentesi, a parte lo Zerb o la Mara, non sono autorizzati a parlare di talento perché di talento non ne sanno! Maestri di
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canto che parlano, conservatoristi che pontificano (proprio loro, quelli che non hanno ammesso Giuseppe Verdi all’esame). Avrete notato che, per esempio, Claudio Cecchetto o Caterina Caselli non sono così onnipresenti come dovrebbero, giustamente, essere. Dopotutto, in Italia, l’importante è avere la persona sbagliata, al posto sbagliato e nel momento sbagliato! In una di questi talent show, i produttori si sono superati, infilando una persona che, racconta leggenda, disse la famosa frase durante uno showcase in una discoteca: “Se questa culona americana ce la fa io cambio mestiere”. La culona si chiamava Madonna, lui non ha cambiato mestiere, anzi! Adesso giudica i talenti, giustamente… Questo lo hanno capito molto furbescamente due bionde; una di esse, furba imprenditrice, vede che gli italiani a
malapena adoperano il computer (tanto mamma ha fatt’a ‘a pizza), e ha capito che si può addirittura sostituire alla discografia; l’altra invece, ancora più furba, ha deciso di essere ancora più “mamma”, tant’è che fa un programma di cucina. Fondamentale questo aspetto delle mamme, sono loro che in Italia muovono i voti. Sky ancora più furbescamente ha richiamato il figliol prodigo, quello che poverino, quante ne ha passate; vieni dalla mamma che ti protegge lei… Ecco il futuro dell’Italia e dei suoi talent show, nelle mamme, nei loro figi belli ingrassati da ò panzerotto, e sempre più evirati dalle merendine del mulino. Le mamme, quella roba da democrazia, da repubblica! * Charlie Rapino, produttore discografico.
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LIVE
Caparezza
Piazza Castello
UN ERETICO
Presentano: Valentina Correani e Pif
APRES LA CLASSE
IN TOUR
Arrivano da Lecce gli Après La Classe, e si sente eccome! La loro patchanka - termine inventato parecchi anni orsono per descrivere la musica dei meticci francesi Mano Negra - incorpora oltre a ska, rock, folk, reggae e rock anche elementi della tradizione musicale locale. Il loro ultimo lavoro del 2010, Mammalitaliani, è prodotto dall’amico e conterraneo Caparezza.
CRISTINA DONA’
Non molti artisti italiani possono vantare, nel proprio curriculum, una collaborazione con un mostro sacro come Robert Wyatt, ma Cristina Donà non è esattamente una cantante qualunque. Anzi, probabilmente è la migliore espressione attuale di una figura come quella della cantautrice, termine che le calza a pennello. Ha pubblicato pochi mesi fa con il bell’album Torno a casa a piedi.
NICCOLO’ FABI
Dopo una lunga carriera costellata di successi il cantautore romano è ritornato recentemente all’attività live con un tour solista nel vero senso della parola (chiamato appunto Solo Tour 2011). Niccolò ha deciso di affrontare il suo pubblico armato di chitarra e voce, per riportare la musica e il perfomer al centro dell’attenzione. Un ottimo modo per riascoltare i suoi brani più famosi.
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Il sogno eretico di Caparezza non è solo il titolo dell’album che ha riconfermato Michele Salvemini come uno dei personaggi di spicco della scena musicale italiana, ma anche quello di un tour di grande successo… di Stefano Gilardino
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l live di Capa è una certezza ormai: oltre ad avere una tativa migliore di vita: da qui arriva Goodbye malinconia, che è scaletta che comprende una lunga serie di hit, il can- nata già con quel mood anni 80 e a cui ho voluto aggiungere una tante pugliese ha anche messo a punto un apparato voce baritonale proprio come quella di Hadley, classicamente scenografico - che varia e sorprende ogni volta - che legata a quel periodo. Lui è stato gentilissimo, gli è piaciuto il esalta al meglio le sue qualità di interprete. Una mi- pezzo e ha deciso di collaborare. È stato davvero semplice lascela musicale indefinibile, che incorpora tutte le manie di un vorarci e Tony sta addirittura pensando di farne una versione artista capace di fagocitare interi decenni culturali e artistici e inglese da mettere nel suo disco…». risputarli fuori dotati di una veste personale e originale. Dopo I giochi di parole, praticamente un marchio di fabbrica di aver percorso l’Italia in lungo e in largo, Caparezza si gode una Caparezza, amante del calembour sopra ogni cosa, continuano meritata vacanza in attesa di tornare a calcare i palchi durante anche con i titoli del disco, anche in questo caso con una sottile l’estate, non ultimo quello degli MTV Days a Torino. Chissà se allusione sessuale. E pensare che è nato tutto per caso e che di anche stavolta è andato a Londra, città in cui è nato uno dei erotico, nel sogno del cantante, ci sia ben poco. «È vero, il primo singoli de Il sogno eretico, quella pezzo che ho scritto è stato Sono Goodbye malinconia che l’ha visto il tuo sogno eretico, e da lì in avan« Vivrei tranquillamente scrivendo duettare con il mito anni Ottancanzoni per lo Zecchino d’Oro o sigle ti, senza un motivo particolare, ta Tony hadley, indimenticabiho cominciato a essere ossessiotelevisive, che è un po’ il mio sogno nato dalle fiamme, dagli eretici, le voce degli Spandau Ballet. « nel cassetto » Sono andato a Londra molto tarho scoperto l’esistenza del dito di rispetto alla maggior parte dei medio di Galileo, conservato a miei amici e devo dire che mi ha fatto un’impressione incredibi- Firenze, che ha ispirato il pezzo omonimo. Insomma, tutto punle. La prima volta che sono uscito dalla metropolitana ho visto tava in una direzione ben precisa e io ho solo assecondato la corun’enorme cartello che pubblicizzava l’uscita di un singolo in rente. Ogni traccia di questo album, a ben vedere, è un’eresia, download dei Kasabian e mi sono chiesto: “Ma qui spendono perché non esiste solo quella religiosa: il cantante che dice che soldi per dire che una canzone è disponibile da scaricare??? È la musica fa schifo come in Chi se ne frega della musica, per esemincredibile!”. Ho conosciuto e incontrato un sacco di italiani e pio. Oppure pensa a House credibility, in cui parlo di quanto tutti mi hanno manifestato l’intenzione di voler continuare a sia cool stare in casa invece che uscire: secondo una recente provarci in Inghilterra, di non voler tornare indietro. In Italia indagine sono molti di più i decessi casalinghi che quelli che fanno notizia gli arrivi di immigrati, ma nessuno parla mai delle avvengono per strada, quindi io sono più figo e coraggioso se 60.000 persone che emigrano ogni anno, deluse e stanche dalle non esco!». condizioni penose del nostro paese. Quindi a Londra magari È impossibile non riconoscere in Capa un’abilità sovrumana, non saranno felicissimi, ma almeno hanno un lavoro e un’aspet- quella di riuscire a piegare a proprio piacimento qualunque ar-
FABri FIBRA INTERPRETAZIONE DEI SOGNI “Impossibile controllare i sogni (...) Quindi a cosa serve sognare? Ecco la risposta, i sogni sono la prova del nove, la verità assoluta nel non reale, sono quello che vogliamo o non vogliamo, basta saperli interpretare, questa è la chiave di tutto.”
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gomento decida di afquelli che credono si « Ogni traccia di questo album, a ben frontare. Il suo punto debba assolutamenvedere, è un’eresia, perché non esiste solo di vista è sempre te parlare di ciò che quella religiosa: il cantante che dice che acuto e interessante, succede attorno a noi la musica fa schifo come in Chi se ne frega la disamina lucida e quelli che invece della musica, per esempio » e la scelta dei bersavedono nell’arte un gli o delle tematiche modo per fuggire quasi mai scontata. Viene da pensare che con un paese a proprio dalla realtà e dunque rivendicano la distanza da pezzi come il nostro sia fin troppo semplice trovare qual- qualunque argomento politico. Io appartengo alla prima cosa di cui (s)parlare, al punto che è lecito domandarsi categoria, come puoi immaginare, e faccio fatica a parlacosa diavolo farebbe il cantante se non ci fossero più tut- re della mia vita personale per esempio. Amo il pubblico, ti questi spunti di cronaca che gli consentono di avere in tutti i sensi, anche il mio!». continuamente materiale inedito su cui lavorare. Un CaUn pubblico a cui toccherà perdonargli un pezzo cattiparezza disoccupato per un’Italia migliore? «Ah, ci ho vissimo come Kevin Spacey, in cui Caparezza svela i finali già pensato in precedenza, me lo sono chiesto anche io: di moltissimi thriller, un singolo perfetto per le radio, vivrei tranquillamente scrivendo canzoni per lo Zecchi- come molti brani del disco peraltro. «Un giorno ero in no d’Oro o sigle televisive, che è un po’ il mio sogno nel studio col mio chitarrista e stavamo meditando su come cassetto. Sacrificherei volentieri tutti i brutti argomenti scrivere il pezzo più bastardo del mondo, qualcosa che che forniscono benzina alle mie canzoni per vedere un facesse impallidire anche il più cattivo dei rapper. A un paese più giusto e onesto, ma chi non lo farebbe? In real- certo punto è saltata fuori l’idea di rivelare i finali dei tà, è sempre più difficile affrontare i temi di attualità in film, ma non sapevamo se fosse possibile farlo, anche maniera personale e non retorica e cercando di prosegui- da un punto di vista legale, avevamo persino pensato re un mio discorso qualitativo iniziato cinque album fa. che potessero denunciarci! Alla fine sono andato a veDevo trovare sempre nuove soluzioni, scrivere pezzi che dere moltissimi filmati su YouTube, rovinandomi anche me ne ricordano altri mi fa entrare in frustrazione, ecco delle pellicole che non avevo visto, tipo Saw-L’enigmiperché nel disco puoi sentire musica medievale, anni 80, sta, e che ora non vedrò mai più, per poter comporre il ritmi schizofrenici come nel brano finale. È un tentativo testo del brano. Come filo conduttore ho usato Kevin estremo di non ripetersi mai, che rende ogni disco una Spacey, un po’ perché è uno dei miei attori preferiti e prova più ardua, ma che mi consente di alzare la posta in poi perché I soliti sospetti è l’esempio più classico di film gioco ogni volta. Per tornare all’argomento della doman- completamente rovinato se il finale viene svelato prima da, fondamentalmente ci sono due categorie di artisti: di vederlo».
CI VUOLE
RISPETTO di Daniel C. Marcoccia *
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miei ricordi legati ai festival musicali sono tanti, avendo avuto la possibilità di vederne parecchi sia da semplice spettatore che da addetto ai lavori. Il festival per me è sinonimo di bella stagione, di sole - anche se i temporali e, addirittura, una tromba d’aria hanno spesso rovinato l’atmosfera - e birra fresca, ma soprattutto è un momento di aggregazione tra appassionati di musica che per uno o più giorni si ritrovano a condividere una festa all’insegna dell’allegria, dello svago e del rispetto. Perché è proprio questo lo spirito che si deve respirare in questi mega raduni musicali. Purtroppo non è sempre così, spesso ci ritroviamo ad assistere a scene irrispettose da parte di un certo pubblico nei confronti di alcuni gruppi e, di conseguenza, anche di chi è venuto (e ha pagato il biglietto, ricordiamolo...) per vedere proprio gli artisti incriminati. Ricordo ancora il lancio di bottiglie e oggetti vari ai Methods Of Mayhem di
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Tommy Lee in un lontano Gods Of Metal o lo stesso trattamento riservato da alcuni fan di Vasco alle sfortunate band che si esibiscono prima dell’idolo di Zocca. Il mio festival ideale vede appunto un cartellone vario, con musicisti diversi sia come genere proposto sia come provenienza. Per questo motivo ho ottimi ricordi dei vecchi Flippaut e Beach Bum, o di alcune edizioni dell’Independent Days e del Rock In Idro. Musica a uso e consumo di un pubblico vasto ed eterogeneo, appassionato e rispettoso appunto dei gusti di tutti. In caso contrario, se chi si sta esibendo sul palco non è proprio gradito, è il momento buono per andare a prendere da bere, mangiare o fare un bisognino. D’altronde, anche queste tre attività sono alquanto impegnative. Almeno in Italia, dove fare la fila è la regola: in cassa, davanti ai cessi chimici, o per prendere il solito panino (un’unica opzione: salsiccia semicruda con o senza intrugli vari). Ecco appena
PANEL Ore 15:30, aula 32 primo piano Universita' degli Studi di Torino Tutti al festival: l'esperienza dei raduni musicali Intervengono: Cristina Dona', Davide Simonetta (Caponord), Alberto Campo (giornalista e condirettore artistico Traffic Festival), Carlo Pastore (direttore artistico MI AMI), Claudio Trotta (Amministratore unico Barley Arts)
citati alcuni dei motivi per cui preferisco i festival all’estero, come l’itinerante Mayhem, di cui ho avuto la fortuna di assistere alla tappa di Seattle, o il Sziget di Budapest. Nella capitale ungherese si assiste ogni anno a una vera e propria invasione di ragazzi italiani desiderosi di passare una piacevole settimana all’insegna della buona musica e del divertimento. Quindi non venitemi a dire che il pubblico di casa nostra non è rock o non ha una cultura di questo tipo. Magari proviamo a proporre delle situazioni meglio organizzate, con location facilmente raggiungibili e idonee per questo tipo di manifestazioni, prezzi meno proibitivi e varie attività di contorno. Ma tutto questo è possibile? * Daniel C. Marcoccia, giornalista musicale, direttore di importanti realtà editoriali musicali quali Rock Sound Magazine (1998/2010), Rockstar (2006/2010) e Groove (2002/2010).
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1 LUGLIO Casino Royale
RIFLESSI
E OMBRE
Dopo un lungo periodo di tempo, interrotto solamente dalle Royale Rockers: The Reggae Sessions, in cui i Casino riadattavano vecchi brani in chiave reggae, i milanesi fanno il loro ritorno con un disco eccellente, Io e la mia ombra, e un nuovo tour. di Stefano Gilardino
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na storia lunghissima quella di Alioscia crooner ska di lusso, e i Casino Royale rallentano l’attie compagni, cominciata a metà degli vità fino quasi al silenzio, interrotto solo da una raccolta anni 80 e che ha attraversato fasi diffe- e da un progressivo avvicinamento all’elettronica e alla renti, più o meno belle e difficili, ma che drum’n’bass. Esce qualche pezzo qua e là, il nome muta ha sempre messo in risalto una voglia brevemente in Royalize, e bisognerà attendere il 2006 per insopprimibile di cambiare, andare avanti a dispetto di rivedere il gruppo, discretamente mutato, sia nel suono chiunque, stravolgere i piani e mescolare le carte in gio- che nella line-up, alle prese con un nuovo disco, Reale. È co. Si era partiti con lo ska giamaicano e un’immagine da il vero comeback, a cui segue un’intensa attività live, un rude boys con giacche a quattro bottoni e pork-pie hat, disco interamente reggae, con vecchi pezzi riarrangiati con concerti travolgenti al vecchio Leonkavallo e una se- (Royale Rockers: The Reggae Sessions) e, finalmente, Io e la rie di album che li avevano lanciati nel firmamento dello mia ombra, in cui i milanesi dimostrano di essere in forma ska mondiale. Poi la prima svolta, quella dei testi in ita- smagliante. Incontriamo i Casino Royale appena dopo liano, del crossover con il soundcheck della loro altri ritmi e altre storie, « Ci sono album particolari, nel nostro prima esibizione estiva, quella di Dainamaita, pasin cui i Nostri presentecaso mi viene in mente Dainamaita, so fondamentale per la ranno anche due o tre che rappresenta il momento di musica indipendente itachicche tratte da Io e la mia massimo cambiamento dei casino liana, seguito dai due veri ombra. A rispondere alle Royale, la svolta che ha condizionato domande sono Alioscia e capolavori del gruppo milanese: Sempre più viciMichele, entrambi piutil resto della carriera » no e CRX. In quegli anni, tosto eccitati dall’idea di siamo attorno alla metà/fine dei Novanta, nessuno suo- ricominciare a suonare dal vivo con costanza. na come loro, nemmeno ci si avvicina, ma il primo stop è Mentre ascoltavo il soundcheck, ho ripensato al fatdietro l’angolo, sebbene sia solo un altro start, come dice to che ogni volta che vi ho visti suonare non avete mai la band stessa in The Future. Giuliano, cantante e anima proposto i pezzi allo stesso modo. È un’insoddisfaziopiù pop, soul e ska se ne va verso una carriera solista, ac- ne tipica dell’artista oppure un continuo work in procompagnato dai suoi Bluebeaters, con cui diventerà un gress con cui aggiornarli agli umori attuali?
LIGABUE IL SOGNO DEL SOGNO “Ho sognato che dormivo e non stavo sognando (…) Non avevo bisogno di fare alcun sogno. Tutto era perfetto così (...) Quella era la vera estasi: uno che non ha bisogno di sognare.”
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Alioscia: La cosa che hai notato è verissima, anzi direi che è una peculiarità dei Casino Royale. All’inizio era semplicemente un modo per non annoiarci mai, ma piano piano si è trasformata in una vera e propria esigenza artistica che ha dato dei frutti molto interessanti. Per farti un esempio, Ogni singolo giorno è nata da un break di un brano di Jungle Jubilee intitolato White Sun, che abbiamo continuato a riarrangiare in sala prove fino a quando abbiamo capito che poteva essere un’idea interessante. Michele: A me però piace pensare che ci sia un’insoddisfazione dell’artista, perché comunque anche quando un disco è pronto e finito, la voglia di cambiare ti resta sempre. Riascoltandolo, poi, ti accorgi di particolari che magari in studio non avevi notato e così ti sfoghi coi concerti dal vivo, dove puoi dilatare e modificare i brani a tuo piacimento, cosa che facciamo puntualmente. A.: A volte anche in maniera suicida, nel senso che cominciamo a modificarli prima ancora che siano stati metabolizzati dal pubblico, non dando nemmeno una volta la possibilità di ascoltarli come nella versione del disco. Mi viene da chiedervi, a questo punto, se i vostri vecchi lavoro vi piacciono. A.: Sono soddisfatto, se mi riguardo indietro trovo che siano uno spaccato perfetto del momento in cui li abbiamo registrati, che è ciò che dovrebbe essere un disco. E poi ci sono album particolari, nel nostro caso mi viene in
mente Dainamaita, che rappresenta il momento di massimo cambiamento dei Casino Royale, la svolta che ha condizionato il resto della carriera. È logico che momenti del genere restino impressi più di altri. M.: Quando mi capita di riascoltari i vecchi dischi, all’inizio mi gaso tantissimo, poi ricomincio a vedere i difetti
« Se Amy Winehouse fa le Marvelettes per un pubblico di ventenni, noi possiamo fare i Clash nel 2011, no? » qua e là, quindi l’entusiasmo magari si smorza leggermente. Ma non è possibile fare altrimenti, mi capita anche con quelli degli altri! In effetti Dainamaita è stato proprio lo spartiacque della vostra discografia. Ci sono un prima e un dopo… M.: Assolutamente, a partire dai testi in italiano fino all’inserimento di moltissimi altri generi musicali che sono diventati parte integrante del nostro sound. I Casino Royale hanno cominciato a decollare con quel disco, senza dubbio. Parliamo un po’ di Io e la mia ombra. Mi sembra abbia qualche riferimento anni Ottanta, atmosfere clashiane (anche e soprattutto nell’omaggio del video del singolo,
che riprende This Is Radio Clash) e molti suoni sporchi… A.: (ride) Beccàti, confermo tutto! L’omaggio del video è piuttosto palese, abbiamo chiesto a Cosimo Alemà, il regista, di provare a riprenderci mentre camminavamo sui tetti in stile Clash e il risultato finale ci è piaciuto e quindi l’abbiamo incluso. È una cosa che possiamo permetterci, credo, nessuno ci accuserebbe mai di copiare i Clash. Io e la mia ombra è un disco ci siamo prodotti da soli, quindi ci siamo tolti tutte le soddisfazioni che volevamo: io ci sento molta new wave, un sound tra il ’79 e l’82, anche qualche riferimento alla disco. Se proprio dobbiamo parlare di Clash, il periodo di riferimento è quello tra Sandinista e Combat Rock: idealmente siamo lì anche noi! M.: Se Amy Winehouse fa le Marvelettes per un pubblico di ventenni, noi possiamo fare i Clash nel 2011, no? (ride) A.: Tanto per dirti, abbiamo anche rischiato di avere Terry Hall, cantante degli Specials, ospite nel disco, ma speriamo che la sua partecipazione sia solo rimandata. Il pezzo in cui dovrebbe cantare è pronto ed è un po’ sullo stile del secondo album della sua band (More Specials, nda), quello meno ska e più strano. Quando mi ha mandato la mail per dirmi che non avrebbe potuto partecipare dovevo avere una faccia distrutta perché mia figlia mi ha guardato e mi ha detto: «Papà, sembri un bambino a cui hanno fregato il gelato!».
MAURO ERMANNO GIOVANARDI L’ex cantante dei La Crus torna con il nuovo album, Ho sognato troppo l’altra notte?, e un tour molto particolare che lo vedrà affiancato non solo alla classica formazione rock ma pure a un’orchestra con archi e fiati.
di Stefano Gilardino - foto Silva Rotelli
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l tuo nuovo disco sta riscuotendo un buon successo sia in versione fisica che in download. Credi che il traino sanremese abbia contribuito in qualche modo o preferisci pensare che sia solo una casualità? Di certo la grande esposizione sanremese ha contribuito a spingere anche il disco. Ma più in generale credo che con Lo confesso, il brano che ho portato sul palco dell’Ariston, sia accaduto un piccolo miracolo, trasversale e generazionale: più che un brano per Sanremo, è un brano su Sanremo, quando era ancora in bianco e nero e la musica italiana era fatta da gente come Tenco, Gaber, Mina... Stai per debuttare con un tour che ti vedrà impegnato con una formazione incredibile e che va oltre il solito concetto di gruppo rock tradizionale. Avrai un ottetto d’archi, oltre a una sezione fiati. Vuoi parlarcene per bene? Era necessario che anche il live avesse i colori e le suggestioni che permeano tutto il disco. Volevo ricreare anche dal vivo quello stesso suono particolare e senza tempo, e l’unico modo per farlo era farmi af-
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fiancare da molti tra gli stessi musicisti che mi hanno accompagnato durante le registrazioni. L’orchestra completa tutto, restituendo l’atmosfera giusta. Saremo davvero in tanti in tour e sul palco, diciamo che per chi è abituato a vedermi in formazioni più intime e raccolte sarà una sorpresa e una botta di energia! Quale repertorio hai scelto per il live? Solo materiale dei tuoi dischi solisti (specialmente l’ultimo) oppure ci saranno incursioni nella tua lunga storia musicale? Ci sarà tutto il nuovo disco, certo, e poi qualcosa dal mio album precedente (Cuore a nudo). Alcuni brani presi dal repertorio La Crus e infine un paio di cover, importanti per dare le coordinate giuste e accompagnare l’ascoltatore in questo viaggio musicale... Che tipo di spettacolo presenterai all’MTV Days? Un concentrato di quello che sarà il concerto del tour? Esattamente. Ho chiesto e ottenuto di portare con me la formazione al completo, mi entusiasma l’idea di proporre uno show ricco e raffinato al pubblico di Torino e di MTV!
2 LUGLIO Subsonica
IL CIELO
SU TORINO
Finita la prima parte del tour, quella che li ha visti impegnati in diversi palasport in giro per l’Italia, e superato un momento difficile (una perdita in famiglia per Max), inizia la sezione estiva del tour di Eden, l’ultimo album dei Subsonica, che prevede altre 25 date in altrettante piazze e location all’aperto, compresa quella dell’MTV Days.
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di Emanuele Mancini
LIVE Piazza Castello - Ore 20
Presentano: Valentina Correani e Francesco Mandelli
MTV NEW GENERATION WINNER
scito all’inizio dello scorso marzo, Eden video. «Quest’album nasce da visioni molto diverse. Da lo voglio nel disco!”. Per connotare e sottolineare l’estemnon è stato accolto calorosamente dal- un lato io e Ninja siamo più legati a sonorità rintracciabi- poraneità di questo brano, e visto che sono anni che ce lo la critica, al contrario del pubblico, che li negli anni 90, che però per certi versi sono anche anni ripromettiamo, abbiamo deciso che era giunto il momento continua ad affollare i loro concerti e 10, nel senso che negli anni 90 la dubstep non c’era e rap- di fare un pezzo insieme ai nostri amici Righeira, ed ecco partecipare attivamente alla vita del- presenta la naturale evoluzione di quegli esperimenti di come è nata La funzione. Suonava già smaccatamente anni la band tramite il loro sito. È un disco dal forte impatto, meticciato ritmico che sono la drum’n’bass e la jungle. 80, ma nonostante questo, mentre registravamo il brano dove la scrittura sembra esser stata messa in secondo pia- Samuel invece aveva esigenze differenti. La sua esperien- ho detto a Johnson: ci mettiamo anche degli uooo-oh-oh? no, ma solo apparentemente: «Abbiamo passato la fase di za con i Motel Connection l’ha portato ad approfondire il Abbiamo fatto 30, facciamo 90!». scrittura in una casa di campagna», spiega Max Casacci, revival dell’italo disco. Non tutti lo sanno, ma negli ultimi Probabilmente poche delle canzoni presenti in questo «dove abbiamo messo insieme idee completamente diver- anni all’estero sono andati a ruba i vinili con i suoni elet- album rimarranno nella memoria collettiva ma, nonose fra loro, portando il lavoro in studio mantestante questo, è apprezzabile il forte gesto che nendolo abbastanza inalterato. Forse per questo rappresenta il desiderio di leggerezza espresso « Eden ha avuto un successo davvero toccante può sembrare ci sia meno costruzione». Proba- presso tutti quelli che ascoltano musica elettronica, dalle undici tracce di Eden. Leggerezza che arbilmente si tratta del loro disco più eterogeneo, a diventare catarsi-punk in Benzina Ogoshi, presso chi ha capito esattamente che tipo di sintesi riva nato dall’urgenza di proporre materiale nuovo: dove i Subsonica gridano in coro (probabilstessimo facendo, mentre per il nostro pubblico «Abbiamo buttato giù idee, lavorato a presa ramente a loro stessi) “Non siete riusciti a bissare storico che si aspettava una nuova Microchip pida, scegliendo i brani che emergevano in maMicrochip emozionale”. La situazione socioemozionale c’è stato un attimo di smarrimento » niera più netta, tridimensionale, più che in base politica non è delle migliori, ma i ragazzi non ai gusti stilistici. Per questo lo sentiamo un disco hanno ancora perso il sorriso. «La situazione di “canzoni”. Scelte le più valide, in studio abbiamo teso tronici italiani dell’epoca, e s’è creato pure un hype note- è tragica ma dobbiamo reagire e non si reagisce in preda a uniformare tutte le diverse ispirazioni e a creare un per- vole intorno alla cosa. La funzione è nata per gioco e io ne alla disperazione, si reagisce costruendo. La canzone Eden corso che le unisse e che le legasse». sono l’inconsapevole artefice. Mi sono messo a giocare con ad esempio, va a cercare proprio degli elementi positivi. Sul piano della produzione artistica, ancora tanti riman- una bassline richiamando un po’ gli Ultravox, c’ho canta- È stato molto più difficile tra l’altro perché per noi, ma di all’elettronica degli anni 90, ma anche molto elettropop to sopra per prendere in giro Boosta improvvisando un penso anche per chiunque altro, è più semplice comuniitaliano anni 80 e italo disco. Non a caso i Righeira sono testo che parla di un damerino che corteggia una ragazza care attraverso l’estetica dello smarrimento, le malinconie, ospiti nella canzone La funzione, di cui è appena uscito il e quando Samuel l’ha ascoltata ha detto: “Questo pezzo gli scenari suburbani, le piccole desolazioni, perché sono
MINISTRI PLANET FUNK DANIELE SILVESTRI SUBSONICA
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materie che creano immediatamente risonanza. Andare a mento di video collettivo sulle note di Eden. «Abbiamo diverse esigenze. Per un Samuel che avrebbe voluto fare cercare invece delle solidità in una forma più luminosa, sentito molto il fatto di essere stati distanti dalle scene per un disco solare di musica elettronica molto martellato e significa rischiare di essere banali. Abbiamo comincia- parecchio tempo, volevamo tornare non buttando fuori un Boosta che vorrebbe sdraiarsi su un pianoforte a coda to a farlo anche con un lavoro sull’immaginario: in Eden un album come un macigno, ma arrivarci per gradi. Non su una spiaggia di notte ad osservare la luna e declamare sostituiamo con elementi della natura, quelli che erano avevamo la pretesa di farlo acquistare a scatola chiusa. È poesie intimiste, c’è Eden, la sintesi fra questi aspetti: è un i riferimenti alla città, alla metropoli e alla sua brano sul quale si può ballare, e il video lo dialienazione. Non sarà così per sempre ma in mostra, ma è anche un brano intimista, che poi « Per connotare e sottolineare l’estemporaneità questo episodio la sfida, perché per noi è molto è tutto il respiro musicale che io e Ninja cercavadi questo brano, e visto che sono anni che ce lo più impegnativo, è stata cercare di rapportarsi mo, in cui anche Vicio è riuscito a inserire le sue ripromettiamo, abbiamo deciso che era giunto il parti più funk. Volevamo affermare che eravacon una cosa diversa da quella con cui abbiamo momento di fare un pezzo insieme ai nostri amici mo ancora vivi e che eravamo di nuovo pronti cominciato e che abbiamo portato avanti per Righeira, ed ecco come è nata La funzione » cinque anni. Eden, il brano, è proprio un’esortaa interpretare la contemporaneità con un metro zione a diventare adulti, a dare concretezza alle differente. Eden ha avuto un successo davvero proprie promesse. In realtà l’Eden è la costruzione di una successo così anche per il rapporto instaurato coi nuovi toccante presso tutti quelli che ascoltano musica elettropropria dimensione che si libera, che crea i propri spazi e metodi di promozione distribuzione e vendita dell’album, nica, presso chi ha capito esattamente che tipo di sintesi che in qualche modo ti deve somigliare». in questo periodo è giusto cercare delle vie differenti. Pri- stessimo facendo, mentre per il nostro pubblico storico In attesa che i Subsonica arrivino nella vostra città, po- ma di tutto c’era l’urgenza di farci sentire e per riuscirci che si aspettava una nuova Microchip emozionale c’è stato tete ingannare il tempo guardando i quattro video usciti a abbiamo tirato fuori Eden che, a mio avviso, è il piccolo un attimo di smarrimento. È stato assimilato a distanza di supporto dell’album, ascoltando i molteplici remix della capolavoro dell’album. Non a caso è il pezzo che abbia- tempo e devo dire che è stato un bene averlo fatto uscire canzone Il Diluvio, o addirittura partecipando all’esperi- mo scritto per ultimo e che meglio mette insieme le nostre in largo anticipo».
PLANET FUNK
Dopo 5 anni di stallo discografico, i Planet Funk tornano con un nuovo singolo, Another Sunrise, che anticipa l’uscita del quinto album, The Great Shake. A pochi giorni dagli MTV Days 2011 abbiamo intervistato Sergio Della Monica, co-fondatore della band.
di Marcello Marabotti & Gregorio Setti - foto Fabio Lovino
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‘uscita del vostro nuovo album The Great Shake è stata posticipata ad agosto. Come mai? Non c’è un motivo in particolare, la casa discografica ha deciso così e noi non abbiamo avuto niente in contrario. C’è sembrato interessante poter suonare prima il disco e poi farlo uscire, un po’ alla vecchia maniera, presentandolo prima dal vivo, in vari concerti compresa la data di MTV a Torino. È una cosa in linea con il nostro pensiero, quindi abbiamo accettato di buon grado. Abbiamo ascoltato l’album e, per certi versi, a livello musicale si rifà a suoni anni 80. Come lo descriveresti? Per noi, come per ogni artista, è molto difficile descrivere ed etichettare la nostra musica. Sicuramente ci sono delle influenze new wave anni 80, ma è un fatto naturale, ci viene spontaneo rifarci a ciò che ascoltiamo. Quali sono le principali differenze/similitudini con il vostro album precedente Static? Tra le similitudini c’è senza dubbio lo stile nello scrivere certi versi, piuttosto che nella ricerca del groove. Le differenze sono sostanziali: sono due album molto diversi nel tempo. Siamo abituati a scrivere “sentendo” il momento che viviamo, cercando di percepire quello che avviene intorno a noi ed esternare le nostre emozioni attraverso la musica. Questo è un album pieno di canzoni e di melodie, Static era un album in cui il groove la faceva più da padrone. Questo album esce dopo una pausa di cinque anni. Cosa avete fatto in questo periodo? Abbiamo fatto tre tournée, composto tre pezzi nuovi, con-
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tenuti nel Best Of del 2009, e poi ognuno di noi si è dedicato alla scrittura, all’arrangiamento, alla collaborazione con altri artisti, spaziando dalla dance al cantautorato italiano, a 360 gradi. Sono nate delle tracce per il portale di Beatport, in collaborazione con dei DJ. Ci sono stati risultati musicali molto interessanti. Come sarà The Great Shake dal vivo e che set state preparando per gli MTV Days? Il set per gli MTV Days sarà un misto tra i pezzi nuovi di questo album più qualche brano del passato, rivisitato dalla splendida voce di Alex Uhlmann, il nuovo cantante, per cui abbiamo riscritto gli arrangiamenti. Nel decennio della vostra carriera, il suono è cambiato in qualche direzione o è rimasto sulla stessa linea? Come suono siamo sempre stati abbastanza distinguibili, è una specie di marchio di fabbrica. Ci piace sperimentare in studio, abbiamo dovuto crearci strutture per poter lavorare senza lo stress del minuto che corre o del budget. Nella ricerca dei suoni è fondamentale avere una certa tranquillità. Per nostra natura, ci piace il rapporto stretto con le macchine e con gli strumenti in generale. Da questa miscela viene fuori il nostro suono, che molti definiscono personale, e questo ci lusinga. È appagante, perché è sicuramente una delle aree in cui spendiamo più tempo a cercare l’originalità.
2 LUGLIO Daniele De Silvestri
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A FAZIO E SAVIANO È tornato con un album, S.C.O.T.C.H., immaginato scritto e pensato durante i viaggi che lo hanno portato a Vieni via con me, il programma di Fazio e Saviano che ha segnato un punto di svolta per la comunicazione televisiva e, soprattutto, per Daniele Silvestri che, con la valigia in mano, è tornato a sentirsi italiano. di Marcello Marabotti - foto Simone Cecchetti
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Daniele Silvestri SOGNO IN VERSI “E vorrei sulle cose che vedo poter stendere un velo al bisogno mi direi per fortuna non credo che sian vere, ma frutto di un sogno”
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o letto che la tua carriera musicale è stato suonato in presa diretta sia perché avevo voglia è iniziata “dopo aver rinunciato al di avere un disco da proporre e suonare. motorino in cambio di una tastiera”. Che tipo di set presenterai agli Mtv Days? È un aneddoto meraviglioso, è an- Farò solo un assaggio del mio concerto, perché avredata veramente così? mo 20 minuti soltanto per l’esibizione, faremo un bel (Ride) È vero. Quando avevo 15, 16 anni ero perfetta- test nelle date precedenti. Negli ultimi periodi abbiamente consapevole che i miei genitori avrebbero fat- mo suonato set diversi in serate diverse, dal risultato to qualsiasi cosa pur di non vedermi su un motorino, incerto: passare dal concerto per la serata finale della di cui io non avevo neanche particolarmente voglia o campagna di Pisapia a Milano, con un’atmofera stubisogno perché sono sempre andato in giro con la bi- penda, bellissima, piena di carica, aspettative e magia, cicletta. Anzi, facevo di peggio: mi attaccavo al brac- e il giorno dopo andare a fare i Wind Music Award, cio di chi aveva la location bellissima moto. Facendo leva « Sono andato due volte in trasmissione ma in un contesto sul motorino sono rida Fazio e Saviano, su loro indicazione, a televisivo, nel senso uscito ad ottenere la più bieco del termine, suonare Io non mi sento italiano di Gaber, è stato un vero contastiera più innovatianche con alcune perplessità, perché va dell’epoca, quella trasto. cantare Gaber è una responsabilità » Yahamha DX7, che è Penso che nella tua stata uno dei momenproduzione, questo ti fondamentali nella storia degli strumenti elettronici. album sia il migliore insieme a Unò-dué. Che diffeAnche nel disco è presente una componente elet- renze o similitudini ci sono tra questi due album? tronica, per un progetto che avete registrato in presa Da un punto di vista tecnico, c’è una differenza enordiretta con la band che da sempre ti accompagna in me perché sono fatti in maniera diversa: da un punto tutti i tuoi live: la continuazione naturale è la dimen- di vista sonoro, questo disco è stato registrato in presa sione “dal vivo”? Avevi già pensato a come sarebbe diretta a differenza di Unò-dué, per questo lo avvicistato il live? nerei più a Il dado, registrato in buona parte dal vivo. Lo sapevo fin da quando abbiamo registrato il disco, Però S.C.O.T.C.H. è diverso da tutti gli altri, soprattutperché quando registriamo siamo gli stessi che poi to perché in questo disco non ho solo deciso di suonare suonano il progetto live: le stesse mani, la stessa ani- in diretta ma anche di farmi guidare dalla musica, di ma. S.C.O.T.C.H. lo abbiamo arricchito anche con altre essere certo di quello che volevo dire e raccontare. Mi presenze, ma la matrice sonora è la stessa, infatti è sta- sono preso un tempo molto lungo, anche per rivedere to molto semplice, per uno spettacolo che è diviso in i testi delle canzoni, che avevo scritto tre anni fa. Oggi tre parti: la prima è guidata dal nuovo disco, e non po- sarebbero stati dei testi vecchi: li ho completati mano teva che essere così con un disco del genere, sia perché a mano che il progetto andava avanti, in alcuni casi
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all’ultimo momento perché volevo raccontassero eventi indicazione, a suonare Io non mi sento italiano di Gaber, sono andato una volta e ho pure fatto un figuraccia, ora aderenti alla realtà. anche con alcune perplessità, perché cantare Gaber è una torno con un pezzo che non ho mai cantato, senza farla In questo disco hai collaborato con Gino Paoli per responsabilità: mentre suonavo c’è stato un problema sentire a più di due persone, con i musicisti che staranno la rivisitazione de La Chatta: quando lo hai chiamato tecnico. Loro hanno insistito che tornassi per suonare e provando in treno”. Però a volte quel tipo di follia paga e come è andata? Come l’estratto dell’album? io mi sono permesso di dirgli che non c’era bisogno di così è stato. E quella trasmissione mi ha sbloccato, mi ha (Ride) La telefonata che abbiamo inserito nell’aldato degli stimoli che mi servivano: da lì in poi bum è ricostruita, è un giochino divertente che è stato un flusso continuo per il disco. Devo « Mi sono preso un tempo molto lungo, anche riassume abbastanza bene la dinamica perché per rivedere i testi delle canzoni, che avevo scritto parecchio a quella trasmissione. Gino Paoli non l’avevo mai conosciuto prima A proposito della cover di Gaber Io non mi tre anni fa, oggi sarebbero stati dei testi vecchi: e non avevo neanche la certezza che avesse sento italiano, questa canzone sembra essere li ho completati mano a mano che il progetto voglia di darmi l’autorizzazione a stravolgere esplicita riguardo al disagio tuo, e di tutti noi, andava avanti » il pezzo. Invece, mi ha sorpreso. «Mi piace un sulla situazione italiana. Ho visto la tua esisacco, per favore fammene cantare una parte»., bizione al concerto per Pisapia: dopo quella mi ha risposto, sconvolgendomi lì per lì perché avevo riparare a quel piccolo errore. Fazio e Saviano mi hanno vittoria e il referendum ora ti senti un po’ più italiano? una grossa soggezione verso quel signorotto, che si è ri- fatto capire però quanto tenessero alla mia presenza e gli La risposta sarebbe senz’altro sì. A Gaber sarebbe piaciuvelato molto disponibile e molto generoso. ho proposto la canzone alla quale stavo lavorando, che, ta quella serata, sarebbe stata un’occasione di cui andaHai presentato il brano Precario è il mondo duran- però, era solo abbozzata. In mezza giornata l’ho chiusa, re orgogliosi come milanesi e italiani perché in molti ci te l’ultima puntata della trasmissione di Fabio Fazio e gli ho mandato un provinaccio casalingo al volo e loro siamo affacciati a quella scommessa prima e vittoria poi Roberto Saviano Vieni via con me. Come è nata questa erano entusiasti. Due giorni dopo ero in diretta a farla della città di Milano come se fosse il segnale che trainava collaborazione? da Fazio, con i musicisti che l’hanno provata due ore pri- tutti, proprio in quanto Milano. I referendum poi sono Non l’ho mai raccontato prima, la verità è che sono anda- ma della puntata in treno. Poi, quando stavo entrando un altro motivo per Gaber e lo sono per me per sentirsi to due volte in trasmissione da Fazio e Saviano, su loro nello studio, pensavo “sono completamente pazzo, già di nuovo orgogliosi di dirsi italiani.
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Il terzetto milanese non smette di stupire e continua a macinare date live di un tour che sta confermando i Ministri come una delle top band italiane. Come dicono loro, fuori da qualunque schema ma ben dentro al cuore e alla testa di un numero agguerrito di fan.
di Giorgio Rossini
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ede, un disco apprezzato da critica e pubblico e un’attività live decisamente vivace. Come vivete questo momento? Fare musica per noi significa cercare di lasciare qualcosa in chi le ascolta. Fuori è stato pubblicato già da diversi mesi e ora è bello suonare le canzoni del disco davanti al nostro pubblico e sperare che possano diventare una specie di colonna sonora per loro. Da fuori sembrate una band ormai matura, con i piedi ben piantati per terra, e che non dimentica da dove è partita. Siamo ancora in una fase in cui stiamo cercando di capire come gestire la nostra produzione senza snaturarci, facendo quello che veramente vogliamo fare, come lo vogliamo fare. Il nuovo videoclip (Noi fuori, nda), ad esempio, è il primo video nel quale abbiamo curato noi la produzione e che quindi ci soddisfa completamente perché ci rispecchia totalmente, senza nulla togliere a quelli fatti in precedenza. Quant’è importante per band come i Ministri, con un’attitudine molto underground, riuscire a gestire la distanza con il mainstream? Il mainstream è una pseudo-struttura che non riesce a stare al passo con ciò che succede veramente, come in una sorta di autodefinizione per esclusione, e che rivendica una posizione di superiorità. Penso che questo stato di
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cose cambierà a breve, anzi, sta già cambiando. Se pensiamo al risultato dei referendum, abbiamo un’idea di come una serie di questioni scomode per l’establishment siano riuscite a raggiungere i cittadini e a creare opinione, senza aver goduto di grande risalto presso i tradizionali canali di diffusione. A mio modo di vedere esistono quindi altre zone d’azione, estranee al cosiddetto mainstream, ma altrettanto (se non più) forti. Il nostro intento è stare in quelle zone, muoverci in quei territori. Possiamo e vogliamo diventare grandi portandoci dietro ciò che siamo sin dall’inizio senza dover necessariamente cambiare per raggiungere un pubblico diverso. Qualità rara in tutti i campi a giorno d’oggi, persino in politica. A proposito: come ci si sente a essere milanesi da un mese a questa parte? Bene. Siamo molto ottimisti sulla Milano dei prossimi anni. In un certo senso le cose stanno già cambiando: non si ricorda una partecipazione popolare così forte accompagnare l’elezione di un sindaco di Milano. Voi da sempre siete in prima linea su questioni socio-
politiche della vostra città. Ci siamo esposti in prima persona e come band riguardo a svariate questioni territoriali, stando lontani da manifestazioni di maggior risalto mediatico. Preferiamo impegnarci per cause concrete. Quando si è presentata la questione delle amministrative, abbiamo scelto di appoggiare apertamente la candidatura di Pisapia, un po’ in controtendenza rispetto alla nostra volontà di non schierarci per movimenti politici. Abbiamo pensato che in questo caso ne valesse la pena, e così e stato. Direi proprio di sì. E ora? Quali sono i vostri prossimi programmi? Suoneremo tanto. L’estate è la stagione più bella e impegnativa sotto questo punto di vista. Una delle cose che ci rende più felici e orgogliosi è aprire gli spettacoli di artisti che ammiriamo e da cui possiamo solo imparare. Divideremo il palco con gruppi come Subsonica, Verdena e Mogwai, e sarà una grande opportunità di prendere appunti e discutere tra di noi su come far tesoro di queste esperienze. Siamo perfezionisti. E tra poco ci sono gli MTV Days, una grande occasione, non vediamo l’ora!