AFTERHOURS | THE HIVES | MARLEY | SOUNDGARDEN | THE BLUES BROTHERS
Anno VI, n.52 - 2 giugno 2012
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Intoccabili
RADIOHEAD
Torna in Italia (finalmente) la band di Thom Yorke, un culto della nostra epoca
Boom!
CESARE CREMONINI
La teoria dei colori vince e convince
Regina in affanno
MADONNA
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BS
Il suo trono pop è assediato, serve un grande tour per difenderlo
Celebration PAUL MCCARTNEY Sir Paul compie 70 anni. Abbiamo ancora bisogno di lui
Cover story
BRUCE
Maturità
BLINK 182
I californiani non sono più gli allegri guasconi di un tempo. Sarà vero?
SPRINGSTEEN
Si dice che il mondo sia diviso tra chi adora il Boss e chi non l’ha mai visto dal vivo. In occasione dei live italiani, vi raccontiamo l’esperienza di un concerto di Springsteen con le parole di un fan illustre che ne ha vissuti tanti. Come quella volta, a Zurigo, nel 1981.
EDITORIALE
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Editorialisti Charlie Rapino, Mattia Odoli Hanno collaborato
N
on c’è nulla di male nell’amare un artista. La passione è il fuoco sacro della musica, il motore che muove tutto, il motivo per cui attorno a musicisti e band si radunano vastissime comunità di persone. È sempre stato così e oggi, con la Rete e i suoi strumenti che consentono il contatto diretto (e quotidiano) tra artisti e pubblico, è ancora più vero. Specialmente in ambito pop - ma, attenzione, vale persino per il metal - sono le schiere di fan a determinare le dimensioni di un progetto musicale. Più tifosi hai, più sei grosso e importante. Così una band giovane non può sperare di emergere attirando l’attenzione di un generico pubblico, deve pian piano costruirsi una sua schiera di supporter. Quello che non mi piace è il fanatismo estremo (fan viene da fanatic) e la mancanza di lucidità critica, due facce della stessa medaglia. Amare un artista non significa disinteressarsi di tutto il resto, né accogliere a braccia aperte qualunque sua proposta. Mi piace tizio e ascolto solo lui, di tutti i caio del mondo non me ne frega nulla. E tutto quello che fa tizio mi sta bene, non sbaglia mai. Questi comportamenti innescano meccanismi tremendi, per i fan e per gli artisti stessi. Un mondo (musicale) monocolore è brutto, sciapo, o comunque meno saporito di quanto potrebbe e dovrebbe essere. E gli artisti risucchiati in questo vortice perdono aderenza con la realtà. Tendono a sentirsi semidei infallibili, non sentono più quello stimolo ad andare oltre che è l’essenza stessa dell’arte e quindi della musica.
Perdono la volontà di migliorarsi, di evolvere. Un vortice negativo, dannoso e antipatico. Si tratta di un fenomeno tipicamente musicale, parecchio diffuso in Italia. Se ci fate caso, molti dei nostri grandi artisti - quelli più consapevoli - vanno all’estero a incidere i propri album. È sicuramente un’esperienza affascinante, ma quasi sempre si spiega (e così la spiegano loro) con la necessità di trovare le forze per alzarsi dal divano su cui sono comodamente adagiati, coccolati e viziati dall’approvazione dei fan: vogliono rimettere tutto in discussione con persone e collaboratori in luoghi che nulla sanno di loro e non soffrono la loro celebrità. Così se sbagliano c’è qualcuno che glielo fa notare. In media, un Italiano tra i 18 e i 35 anni - la fascia d’età che maggiormente frequenta i live - guarda due concerti all’anno, tra festival e tour. È poco, siamo sotto la media europea (dove l’ho già sentita questa frase?) ed è facile ricondurre questi dati al discorso sul fanatismo - non è solo il momento storico critico, è sempre stato così. Inizia a giugno una stagione ricchissima di concerti ed eventi musicali: i nostri portafogli sono sempre più sgonfi e i biglietti spesso molto cari (a qualche promoter fischieranno le orecchie), ma allargare i propri orizzonti musicali non ha prezzo. Provare per credere. E se lo spettacolo di un artista che non conoscevamo ci deluderà, saremo liberi di non seguirlo più e di scrivere sui nostri profili che non ci è piaciuto. Ma ne usciremo comunque arricchiti. Daniele Salomone
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Onstage Magazine on tour GIUGNO 2012
Concerti
LAURA PAUSINI: 04-05-06/06 Arena, Verona; MADONNA: 12/06 Stadio Olimpico, Roma; 14/06 Stadio San Siro, Milano; 16/06 Stadio Artemio Franchi, Firenze BRUCE SPRINGSTEEN: 07/06 Stadio San Siro, Milano; 10/06 Stadio Artemio Franchi, Firenze; 11/06 Stadio Nereo Rocco, Trieste; RADIOHEAD: 30/05 Ippodromo Capannelle, Roma;
FIRENZE: Centro Commerciale I Gigli, Via San Quirico 165, Campi Bisenzio (FI) GENOVA: Via XX Settembre 46/R MILANO: Via Della Palla 2 NAPOLI: Via Luca Giordano 59 ROMA: Galleria Commerciale Porta Di Roma, Via Alberto Lionello 201 TORINO: Via Roma 56 - Shopville Le Gru, Via Crea 10, Grugliasco (TO) VERONA: Via Cappello 34
Locali MILANO Bar Magenta, Banghrabar, Biblioteca Sormani, Blender, Bond, Cafè Milano, Cargo Colonial Cafè, Cuore, Deseo, Exploit, Felice-San Sushi, Frank Cafè, Fresco Art, Grey Cat Pub, Huggy Bar, Ied, Item, Jamaica, Julien Cafè, Kapuziner, La Bodeguita del Medio, La Caffetteria, La Voglia Di, Le Coquetel, Le Scimmie, Lelephant, Magazzini Generali, Maxi Bar, Mom Cafè, Morgan’s, Pacino Cafè, Pharmacy Store, Refeel, Roialto Cafè, Salezucchero, Sergent Peppers, Skip Intro, Stardust, Sushi, The Good Fellas, Trattoria Toscana, Twelve, Union, Volo, Yguana ROMA Avalon Pub, Birreria Marconi, Cartolibreria Freak Out, Casina dei Pini, Circolo degli Artisti, Crazy Bull, Deja’Vu, Distillerie Clandestine, Express, Fata Morgana, Freni e Frizioni, Friend’s Art Cafè, L’Infernotto, Latte Più, Le Sorelle, Lettere, Cafè, Living Room Cafè, Locanda Atlantide, Micca Club, Mom Art, On The Rox, Open Music Cafè, Pride Pub, Rock Castle Cafè, Shanti, Simposio, Sotto Casa Di Andrea, Sotto Sotto, Tam Tam, Zen.O PADOVA Baessato Wine Bar
ONSTAGE
08
GIUGNO
INDICE
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26
rubriche
Laura Pausini
Laura torna per la terza volta in pochi mesi a cantare in giro per l’Italia. Dopo le date dello scorso anno, e la reprise di marzo, ecco la tranche estiva. Un tour de force degno di Wonder Woman.
32
Madonna
La Regina del Pop è alle prese con una nuova sfida: difendere il trono dagli attacchi che le vengono lanciati da giovani come Lady Gaga e Rihanna: ci vuole un grande tour per difendere lo scettro.
40
Springsteen
Il Boss arriva in Italia con 4 date che si preannunciano infuocate, come al solito. Forte di una militanza springsteeniana trentennale, Luca De Gennaro ci racconta l’esperienza di un live di Bruce.
46
Radiohead
Finalmente (è il caso di dirlo!) i Radiohead tornano a suonare in Italia. Da Ok Computer a The King Of Limbs, ecco la band capace di cambiare la storia del rock.
52
Blink 182
Otto anni dopo il loro scioglimento, i paladini del pop-punk mondiale hanno fatto il loro ritorno con un disco, Neighborhoods, molto più maturo. Sono definitivamente cambiati?
Onstageweb.com videointerviste
Club Dogo The Offspring The Hives Lagwagon Chris Cornell Cesare Cremonini
Incubus
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foto live
Soundgarden Radiohead Madonna Laura Pausini Blink 182
contest
Rock In Idrho Preview Rock In IdRho Heineken Jammin’ Festival
Negrita A Perfect Day Two Fingerz
Bruce Springsteen Gods Of Metal
ONSTAGE
Metalfest
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GIUGNO
15 Jukebox Si apre la stagione estiva dei concerti con Soundgarden, Gods Of Metal e Traffic Festival. Oltre al ritorno di MaxPezzali e dei Blues Brothers.
22 Face To Face Questo mese abbiamo incontrato gli Afterhours alla viglia del tour e gli Hives che tornano al Rock in IdRho dopo il nuovo disco.
60 Rock’n’fashion Madonna e Springsteen. due icone del pop e del rock. Diversi modi di intendere la musica e lo stile in generale. Ricostruiamone il look.
3 What’s New 6 Il nuovo di Cremonini ci è piaciuto tanto, come quello dei Sigur Rós e di Patti Smith. E poi ancora Tom Cruise in Rock Of Ages e il ritorno di Max Of Payne.
70 Coming Soon Il Liga aveva detto che nel 2012 non avrebbe suonato. Il richiamo dei fan e del rock, però, è troppo forte. Ecco quindi 4 date tra cultura e Woodstock.
CELEBRATION www.onstageweb.com
WHEN YOU’RE SEVENTY (We still need you)
Paul McCartney compie 70 anni. Sono passati decenni - e altri gruppi e dischi solisti - da quando con i Beatles scriveva la storia della musica popular, ma la scintilla nei suoi occhi brilla come allora. Fin da quand’era un ragazzino, Sir Paul aveva paura d’invecchiare. Non sapeva che la musica (e tutti noi con essa) non gliel’avrebbe permesso. Testo di Marcello Marabotti - foto: Francesco Prandoni
I
l 7 luglio 1966 è il giorno del sessantaquattresimo scussioni riguardo ai concerti. John, George e Ringo non vo- della Apple - l’etichetta dei Beatles che ispirò Steve Jobs compleanno di Jim McCartney. Arrivato il momen- levano saperne di continuare l’avventura live - tutte quella - sui ci si trovava quel 30 gennaio ’69. L’episodio è signito dei regali, suo figlio Paul intona un brano scritto gente che li costringeva a rimanere segregati nelle camere ficativo: i Fab Four stavano suonando Get Back, prima che all’età di quindici anni, quando suonava nei Quar- d’albergo gli impediva di godersi la dorata vita da rockstar. arrivasse la polizia. Mal Evans - assistente personale e roarymen: When I’m Sixty Four. Una canzone non troppo Paul, invece, aveva ancora una grande voglia di suonare. die dei Beatles – aveva staccato gli amplificatori di Lennon complicata, che nasconde però nei versi (Will you still need L’ha sempre avuta. I suoi strumenti - quella chitarra con il e Harrison. McCartney, come risposta, aveva iniziato a imme/ Will you still feed me/ When I’m sixty-four) un grande manico al contrario o il tipico basso - lo facevano sentire provvisare cantando: «You’ve been playing on the roofs again segreto: «È un film dell’orrore, la visione di Paul / And that’s no good, and you know / Your Mummy dell’Inferno», come dirà poi George Martin, stoIl 18 giugno 2012 Paul compie 70 anni. Se lo vediamo doesn’t like that / She gets angry... She’s gonna have rico produttore dei Fab Four. Con quel brano you arrested / Get back!» (Siete andati ancora a ancora in stato di grazia è merito soprattutto della Macca voleva esorcizzare, seppur con garbasuonare sul tetto e questo non va bene, sapemusica. Le deve molto, come Bob Dylan al suo ta ironia, una sua grande paura: invecchiare. te che non piace alla vostra mamma, si arrabNever Ending Tour. L’anno dopo il mondo si fermava ad ascoltare bierà, vi farà arrestare tutti, tornate indietro!). Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Un album Oggi, a distanza di 50 anni dai primi concerti, strepitoso. Le aveva tutte. Una copertina colorata, esplosi- vivo. Funziona ancora oggi, come se i cavi lo collegassero Paul è ancora con la sua band on the run (profetico fu il tiva, che ritraeva la visione che i Beatles avevano in quel mo- al pianeta Terra invece che ad amplificatori di ogni forma. tolo dell’album dei Wings, suo storico gruppo dopo i Beatmento, un formato-libro e all’interno, per la prima volta nel- Il 18 giugno 2012 Paul compie ‘70 anni. Se lo vediamo an- les). Perché l’importante è tenere quel basso acceso, in giro la storia della musica, i testi delle canzoni. E quella canzone. cora in stato di grazia è merito soprattutto della musica. per il mondo. È l’unico modo per fargli passare la paura La mente dietro il progetto? McCartney. Si dice che durante Le deve molto, come Bob Dylan al suo Never Ending Tour. dell’Inferno. Di certo, noi ancora oggi abbiamo bisogno di le registrazioni dell’album i Fab Four avessero continue di- È come se Macca non fosse mai sceso dal tetto dell’edificio lui. We still need you, Paul.
Paul McCartney live, 27 novembre 2011, Mediolanum Forum di Assago (Mi)
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JUKEBOX
Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema
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A 20 anni dalla sua uscita Hanno ucciso l’uomo ragno torna a rivivere attraverso le rime di alcuni nomi noti della scena rap italiana. Ne abbiamo parlato con Max Pezzali.
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Come ogni anno il Gods Of Metal ci dona la sua dose heavy con nomi di spicco: Ozzy Osbourne, Mötley Crüe, Guns N’Roses e Manowar.
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Quante volte nella vita si può vedere un film come The Blues Brothers? Mai abbastanza. Ed eccolo di nuovo nelle sale per due giorni.
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I Soundgarden tornano in Italia dopo 16 anni. Chris Cornell e soci, simboli della scena grunge mondiale, illuminano Milano.
Cinema
ONE LOVE
Nonostante il mondo occidentale lo abbia glorificato per le sue canzoni, Bob Marley era molto più che un musicista. Forse la sua figura non è stata del tutto compresa, motivo per cui accogliamo con gioia Marley, documentario di Kevin Macdonald che si concentra sul lato umano dell’eroe giamaicano (nei cinema solo il 26 giugno). di Antonio Bracco
e
scludendo il velocista Usain Bolt e quello spasso- diverso dagli altri» racconta lui. «Qui non si glorifica la leg- il mondo quando in realtà vivono in una villa di Bel Air. Lui è so film intitolato Cool Runnings sulla storia della genda del cantante, si esplora anche il lato emotivo di mio padre. sempre rimasto legato alle sue origini, conservando umiltà e moNazionale di bob a quattro, la Giamaica è nota Tutte le persone intervistate lo conoscevano personalmente e in- destia. Non ha mai lasciato la gente del ghetto ed è a loro che renel mondo grazie ad uno dei suoi figli, nato nel timamente». galava molti dei suoi soldi». La musica ha portato la notorietà 1945 e morto prematuramente nel 1981. Musicista, profeta, «Quando ha visto la versione finale del montaggio, Ziggy ha a Bob, ma è l’anima dell’uomo che la lasciato un’indelebile icona del reggae, calciatore mancato, filosofo (per molti) pianto» ricorda Macdonald, commosso dalla gratitudine traccia nella storia della razza umana. Il pensiero di quel e fattone (per pochi), Robert Nesta Marley ha lasciato un dimostrata dal primogenito di Bob. «Mi ha detto che que- giamaicano con i dreadlock continua a ispirare milioni di solco insostituibile nel XX secolo diventando simpersone ed è anche merito suo se esiste una parte bolo di pace e fratellanza con un genere musicale «Marley non glorifica la leggenda del cantante ma di mondo rispettosa dei diritti umani. Il mito di di cui ancora oggi è l’icona. Documentari sulla sua Bob Marley è esplorabile sul sito ufficiale bobmaril lato emotivo di mio padre. È il film che avrei vita ne sono stati realizzati molti e, a poco più di sempre voluto far vedere ai miei figli e nipoti per ley.com, mentre all’indirizzo bobmarleymagazine. 30 anni di distanza dalla sua scomparsa, arriva com si trova il punto di riferimento italiano. mostrargli quanto grande fosse il loro nonno» quello che riesce a dare un profilo definitivo al Marley arriva nei cinema in un’unica data il 26 Ziggy Marley lato umano dell’artista. Intitolato Marley, questo giugno. Per scovare le sale italiane che lo hanno film è diretto in terza battuta da Kevin Macdonald in programmazione bisogna consultare il sito lu(premio Oscar nel 2000 per il documentario Un giorno a sto è il film che avrebbe voluto far vedere ai suoi figli e nipoti, ckyred.it/marleyilfilm dove è attivo anche un servizio di settembre), dopo la rinuncia a progetto avviato di Martin perché capissero quanto grande fosse il loro nonno». Tra inter- prevendita. Non è escluso che la casa di distribuzione voScorsese prima e Jonathan Demme poi. Macdonald ha tra- viste e materiale d’archivio, Marley supera le due ore di glia intraprendere altre vie (forse digitali) per permettere scorso molto tempo a contatto con i più stretti amici e fa- durata senza che mai la noia riesca a cogliere lo spettatore. la visione del film, creando così un evento di richiamo. Tra miliari di Bob Marley, le cui testimonianze sono l’elemento La densa e breve vita di Bob è tutta lì, narrata da chi l’ha le frasi di grande significato pronunciate da Bob Marley decisivo. Su tutti il figlio maggiore Ziggy, che da parecchi visto ridere, piangere, crescere e morire. Lo stesso regista c’è anche questa: «Some people can feel the rain, others just get anni desiderava essere coinvolto in qualcosa in grado di s’è fatto un’idea precisa di chi fosse. «Non era un ipocrita wet». Nessuno riuscirà mai ad essere come Bob Marley, ma rappresentare il padre. «Ecco perché questo documentario è come molte altre star che fingono di venire dalla strada e di capire tutti possiamo sentire la pioggia se vogliamo.
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Musica
LA SECONDA VITA DELL’UOMO RAGNO
Compie vent’anni l’opera prima degli 883, Hanno ucciso l’uomo ragno. Un disco importante, che ha aperto un varco per la musica italiana, entrando nel cuore di tutti coloro che all’inizio degli anni Novanta erano teenager. Per celebrare l’anniversario, il 12 giugno esce una versione 2012 dell’album, i cui pezzi sono stati arricchiti dalle strofe di alcuni dei più importanti rapper italiani. Ci ha raccontato tutto Max Pezzali. E Mauro Repetto… di Gianni Olfeni
N
el 1992 l’Italia stava per essere scappare. Come il New Jersey di Springsteinvasa dal grunge. Gruppi come en, per intenderci. Credo che la musica Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden nasca quando c’è carenza piuttosto che abe compagnia bella puntavano verso lo Stivabondanza, e a quelle aree manca molto». le dopo aver conquistato paesi musicalmenProprio per questa affinità, Max Pezte più evoluti. Ma se rileggiamo la classifica zali ha pensato di celebrare i 20 anni di degli album più venduti di quell’anno, il Hanno ucciso l’uomo ragno coinvolgendo primo disco grunge (Nevermind) è al 46esii protagonisti della scena rap e hip hop, mo posto. 42 posizioni più in alto c’è il laa cui ha chiesto di rivisitare i brani di voro di un duo all’esordio: Hanno ucciso quel disco. «È un’idea nata quasi per caso. l’uomo ragno degli 883 di Max Pezzali e MauAbbiamo dato a Don Joe (che oltre ad esro Repetto, da Pavia. Un disco particolare, sere un membro dei Dogo è uno stimadifficilmente collocabile in un genere - noto produttore, ndr) una sorta di mandato nostante un chiaro approccio pop - che traesplorativo. Lui ha capito che nell’ambiente ghettava l’Italia in una nuova era musicale. c’era entusiasmo e siamo partiti». Nel giro «Due ragazzi qualunque raccontavano la loro di qualche mese Max si è ritrovato ad vita di tutti i giorni - ricorda Pezzali - usando ascoltare i suoi brani arricchiti dal rap le parole di tutti i giorni. Il linguaggio parlato di artisti come Entics, Ensi, Two Fingerz, arrivava improvvisamente alla musica senza esEmis Killa, Dargen D’amico, Club Dogo, sere una parodia. Non cercavamo l’effetto comiFedez, Baby K. co, semplicemente cantavamo come parlavamo». Nella versione 2012 di Hanno ucciso Titoli come Non me la menare, Con un deca e l’uomo ragno c’è un solo inedito: Sempre 6/1/sfigato dicono più di qualunque analisi: noi feat. J-Ax. «Da tempo volevo farlo. è « Dopo i Sex Pistols moltissime band che hanno pensato specialmente per l’area milanese e lombarda un modo per celebrare un’amicizia vera che “se lo fanno loro lo facciamo pure noi”. Nel suo piccolo, - poi per tutto il resto del Paese - significava dura da vent’anni. Lavorare con Ax mi ha anche Hanno ucciso l’uomo ragno ha sfondato una porta » fatto tornare indietro nel tempo, a quando trovare in musica espressioni da bar o da seMax Pezzali rata in discoteca. «A prescindere dal suo valore mi chiudevo in cantina con Mauro Repetto artistico, è un album che ha fatto venire a molti per buttare giù le prime idee. Ho ritrovato lo la voglia di fare musica. Faccio un paragone enorme: i Sex persone. C’è un episodio in particolare, capitato l’anno scorso stesso entusiasmo». A proposito di Repetto, cosa ne pensa Pistols non vanno giudicati per la musica ma perché hanno agli MTV Days. I Club Dogo sono saliti sul palco con me e del progetto? «È contentissimo, da recenti contatti via mail aperto la strada a moltissime band che hanno pensato “se lo hanno cantato a memoria pezzi di quel disco senza che si fos- - gli abbiamo mandato in anteprima il disco - ci ha mostrato fanno loro lo possiamo fare anche noi”. Nel suo piccolo, anche sero preparati». Non è un caso. Solo la scena rap sembra grande entusiasmo. Oltretutto è un appassionato di rap, soHanno ucciso l’uomo ragno ha sfondato una porta». aver compreso la lezione di Hanno ucciso l’uomo ragno. prattutto francese, e quindi questo progetto gli piace molto. Ci sono voluti due decenni prima che i diretti interes- «è l’unica realtà musicale in cui la parola quotidiana è cen- Cercheremo di coinvolgerlo anche se ancora non sappiamo sati, e pure la critica, si rendessero conto dell’importan- trale, mentre altrove si dà più spazio all’interpretazione e si come». Magari con un tour che celebri una storica reuza del primo disco degli 883. «All’epoca per noi era solo il è tornati al linguaggio aulico della canzone. Come gli 883, i nion? «Non lo so, vedremo. Oggi certi calcoli non si possono debutto, ma recentemente ho vissuto situazioni che mi hanno rapper parlano il linguaggio della periferia, che, per quanto più fare, bisogna navigare a vista e farsi trovare pronti alle fatto capire quanto significhi quell’album nella vita di molte piccola, per molti ragazzi è l’universo, anche se da lì vogliono richieste del pubblico. Ma non escludo che si possa fare».
Musica
Baci indie
Dal 2005 il MiAmi è il punto di riferimento per chiunque voglia ascoltare dal vivo quei gruppi o cantanti che ha scoperto girando per la rete, leggendo le riviste di settore o seguendo i consigli di un amico (il buon vecchio passaparola). di Marcello Marabotti
I
l cast è cresciuto di anno in anno passando dai 25 gruppi in due giorni della prima edizione alle 60 band in tre giorni del 2011. Questi importanti numeri si ripetono anche quest’anno, con 3 palchi e 60 band, oltre a dj set, musica, cibo e fumetti. C’è persino un evento di lancio: l’11 giugno, il Circolo Arci Bellezza di Milano ospita il MiPensi (ingresso gratuito), una slam poetry nella quale alcuni poeti si sfidano sul tappeto sonoro creato dai Carver, moderati da Simone Lenzi dei Virginiana Miller, Alessandro Raina (frontman degli Amor Fou) e Antonio Di Martino, voce della band Dimartino. Venerdì 15 iniziano i concerti al Magnolia (all’Idroscalo di Milano) con diversi gruppi che si alternano per una lunga giornata di musica: su tutti, spiccano Calibro 35 e Aucan, headliner del palco Sandro Pertini, Pan del Diavolo e Umberto Palazzo sulla Collinetta Jack. Da
ascoltare assolutamente: Digi G’Alessio, Baby K e Dj Mike Meninskratch. Si prosegue sabato con Bugo, il ritorno dei Persiana Jones, Mojomatics, Albedo, Hot Gossip e Drink To Me. Da guardare con attenzione l’esibizione della fumettista Olimpia Zagnoli, già disegnatrice per New Yorker, New York Times, Rolling Stone e Washington Post. Il 17 si chiude con ospiti d’eccezione: sul Pertini si esibiranno, infatti, Brunori S.A.S. (probabilmente il cantautore più sorprendente dell’intera scena indie), gli Offlaga Disco Pax e Lo Stato Sociale, gruppo rivelazione del 2012 che da mesi sta facendo ballare l’Italia intera con il sound scanzonato e terribilmente ‘vero’ dell’album Turisti della democrazia. Infine, sulla Collinetta Jack, ci sarà spazio per gli A Classic Education, Il Triangolo, Lava Lava Love e moltissimi altri. Insomma, tanta buona musica e tanti baci. Il tutto, rigorosamente indie.
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Rigorosamente a massimo volume
Torna anche quest’anno il Gods Of Metal. L’edizione 2012 conferma l’importanza dell’evento, vero riferimento della scena hard rock e heavy metal, grazie a un cartellone di primissimo piano, costruito per accontentare i gusti dei tanti appassionati del genere. di Jacopo Casati
I
di Charlie Rapino - Produttore discografico
A
Bob santo subito!
che cosa non arriverebbe l’istituzione democratica pur di disturbare il sottoscritto, in altre faccende affaccendato, ben più urgenti, tipo andare al Polo sulla Mercedes sl 1981 - quella di American Gigolo per intenderci, un 5 litri V8 portato a 6.5 litri per il mercato USA: un panzer dell’ asfalto, Afrika Korps, che beve più di Tom Waits. Mentre il Santo Marley predica dal Vintage Blaupunkt (ho visto il documentario la sera prima, è incredibile), il fottuto telefonino che squilla: «Puoi dare una mano alla campagna? Non abbiamo un euro, siamo amici da una vita». «Ma devo andare al polo!». «Ti prego». Dire di no o essere trascinato al pubblico ludibrio su un paio di giornaletti di provincia come spin doctor? Chiamo in soccorso il Pozzi, noto filmaker, una nostra versione di Kubrick. Due robette e gli rivoltiamo la campagna, così via ad occuparsi di certe piccolezze cittadine provinciali, con qualche oretta rubata al Polo (ach!), invece di ammirare la Pala del Guercino - so che si è miracolosamente salvata dal terremoto in Emilia. Ma che si vadano a vedere Marley! Gente che fa spettacolo in politica? Claro que si! In effetti i due personaggi che hanno significato qualcosa, nel bene o nel male, nell’orrore della Seconda Repubblica, sono stati due uomini con un grosso senso dello spettacolo! Se loro hanno fatto questo, fatte le indebite proporzioni, al vostro produttorino e al fedele Pozzi spetterebbe umile, servile, spin doctoring allo Stato santo, l’unico basato su una estetica corretta, right? E allora alè rodeo, Santo Padre, un bel politburo con Buttafuoco alla cultura, Bruno Guerri all’Istruzione, il mio amico di merende Alessandro S. alle Telecomunicazioni. Beatifichiamo Bob Marley, il più grande profeta del secolo breve. E poi tutti via sul Mercedes Grosser dai colori giamaicani, con Bob a manetta su uno stereone supergigans, il Pozzi a filmare in santo camicione, le folle sventolanti, in santo delirium, la luminosa bandierina giallo e bianca. Le Messe ad ascoltare Redemption Song, l’incenso nei bracieri, il Grosser parcheggiato fuori, Stanley Pozzi, io e Alessandrino dentro-fuori. Vedrebbe, Santo Padre come le riempio le chiese, come ritornano le vocazioni e gli sbarbi (“Vado in chiesa Mamma”). Le faccio riconsegnare anche Roma chiavi in mano! Altro che elezioni! Le elezioni, quella roba da repubblica, quella roba da democrazia...
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le l Gods Of Metal è un’istituof el godssu d zione. Il più popolare festival metal .COM hard & heavy d’Italia giunge web nstage o alla sedicesima edizione con una quattro giorni di assoluto rilievo. Il bill coinvolge nomi di prim’ordine: non solo gli headliner, anche il resto dei gruppi in cartellone sono di grande importanza. Dal 21 al 24 giugno presso l’Arena Concerti di Rho Fiera (Milano) Manowar, Guns N’ Roses, Mötley Crüe, Ozzy & Friends e altre trenta band si esibiranno presso l’area che lo scorso anno ha ospitato System Of A Down, Foo Fighters e Metallica. Facilmente raggiungibile grazie a treni e metropolitana, il Gods è l’appuntamento imperdibile per i fans della musica pesante, del glam e del metal più oltranzista. Una grande festa quindi, che si consuma in quattro giornate da vivere rigorosamente a massimo volume. Si comincia giovedì 21 giugno con il ritorno in Italia dopo ben dieci anni dei Manowar, paladini dell’heavy più classico, freschi freschi di nuova (e digitale) fatica discografica - il nuovo album The Lord Of Steel esce il 16 giugno. Prima di loro Children Of Bodom e Amon Amarth, i nostalgici invece sobbalzeranno quando gli Unisonic (moniker dietro cui si celano Michael Kiske e Kai Hansen, entrambi ex Helloween) calcheranno il palco del GoM. Da segnalare anche Adrenaline Mob di Mike Portnoy (ex Dream Theater) e Russell Allen (Symphony X) e i brutali Cannibal Corpse. Venerdì 22 giugno è una giornata caratterizzata dalla commistione assoluta di generi: dall’hard rock al thrash, dal gothic al metalcore fino ad arrivare al clou rappresentato dai Guns N’ Roses. Si parte alle 11.30 con gli Ugly Kid Joe, quindi Soulfly e Black Stone Cherry nel primo pomeriggio. I Killswitch Engage sono in programma intorno alle 16, con il cantante originario Jesse Leach dietro al microfono, poi lo storico singer degli Skid Row Sebastian Bach e l’avanguardia symphonic/gothic Within Temptation. Tutto nell’attesa dell’ora X. Conoscendo Axl Rose, è bene che quella sera le metrò terminino le corse non prima delle 2 di notte. Sabato 23 giugno l’Arena Concerti è la casa del popolo glam: settima apparizione dei Mötley Crüe al Gods Of Metal in sette anni, numeri da record per Vince Neil e compagni. Il resto del bill è stellare per gli appassionati delle sonorità hard rock: Hardcore Superstar, Gotthard, i riuniti The Darkness e Slash insieme a Myles Kennedy rappresentano un pacchetto imperdibile e sag-
London calling
giamente costruito. In apertura vietato perdersi i Lizzy Borden. Domenica 24 giugno sarebbe dovuta essere la grande giornata dei Black Sabbath riuniti. C’è Ozzy, c’è Geezer Butler insieme ad alcuni ‘amici’ come i chitarristi Zakk Wylde, Slash e Gus G a suonare le hit di Osbourne solista e i pezzi imprescindibili dei Sabbath. Ma la serata si preannuncia chiaramente dedicata a Tony Iommi, storico chitarrista della gloriosa formazione inglese alle prese con una brutta malattia da sconfiggere. Prima di loro August Burns Red, DevilDriver, Trivium, Lamb Of God, Opeth e Black Label Society.
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Cinema
LE CAVALLETTE!
L’indimenticabile capolavoro di John Landis uscito nel 1980 ritorna in sala per due giorni, il 20 e 21 giugno, in contemporanea mondiale. Che sia la seconda, la terza o la centesima volta, vale sempre la pena rivederlo, soprattutto in versione restaurata. di Antonio Bracco
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uante volte nella vita si può vedere un film come The Blues Brothers? La risposta valida per tutti è: mai abbastanza. È una delle leggende della storia del cinema, parzialmente arrugginito soltanto perché quello humour già fuori dagli schemi a suo
tempo risulta difficilmente accessibile alle nuove generazioni. Ciò che ne decreta l’immortalità è quella che è stata definita nel 2004, con un sondaggio popolare della BBC, la più bella colonna sonora di sempre per un film. E anche detto così, suona riduttivo. In 2 ore e 13 minuti
si alternano sullo schermo le pietre miliari del blues e del soul americano: James Brown, Ray Charles, Aretha Franklin, Cab Calloway, John Lee Hooker, Matt Murphy, Steve Cropper, Tom Malone, Lou Marini, Alan Rubin. A 30 anni dalla prematura scomparsa di John Belushi e in occasione del centenario della Universal Pictures, i fratelli Jake ed Elwood Blues tornano nei cinema di tutto il mondo in versione restaurata. Tutto comincia quando Belushi e Dan Aykroyd fondano, nel 1978, la Blues Brothers Band come parte di uno sketch musicale per il Saturday Night Live, popolare trasmissione televisiva americana. Dalla TV al cinema il passo è breve, ma sono quelle personalissime versioni di classici del blues e del soul a diventare una bandiera, rigorosamente in giacca, cravatta e occhiali scuri. L’interpretazione di pezzi come Gimme Some Lovin’, Everybody Need Somebody To Love e Sweet Home Chicago si fissano nella memoria collettiva come se appartenessero ai Fratelli del Blues, nonostante tanti prima e dopo di loro li abbiano interpretati. Il Blu-ray di questo cult movie è disponibile da qualche mese, ma se The Blues Brothers è davvero un culto come si dice, diventa indispensabile essere presenti in sala il 20 e 21 giugno quando un centinaio di cinema italiani lo hanno in programmazione (l’elenco completo è consultabile su nexodigital.it). Commedia, azione, parodia, poliziesco, thriller che, grazie agli artisti sopraccitati, alla trascinante regia di Landis e l’interpretazione magistrale di Belushi e Aykroyd, diventano un memorabile musical. Un’illuminazione collettiva, come se tutti coloro che ci hanno lavorato fossero «in missione per conto di Dio».
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Il 7, 8 e 9 giugno Torino riabbraccia uno degli appuntamenti storici del panorama italiano ed internazionale. Dopo la parentesi italiana dello scorso anno, il Traffic Free Festival chiama nel capoluogo piemontese i protagonisti della nuova cultura musicale. A partire da James Blake. di Marcello Marabotti
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l Traffic Free Festival, il più grande festival italiano gratuito che dal 2004 illumina l’estate torinese, torna alla dimensione internazionale. Lo scorso anno la rassegna era stata ricca di musica italiana, in accordo con i festeggiamenti del 150 anniversario dell’Unità d’Italia, durante la quale si erano esibiti, tra gli altri, Le luci della centrale elettrica, Francesco De Gregori, Cristina Donà, Tre allegri ragazzi morti, Teatro degli Orrori, Bennato, Verdena e Finardi. Per il 2012 gli organizzatori hanno pensato ad una proposta che vedesse protagonisti i nomi più caldi della scena indie internazionale. D’altra parte, il Traffic è sempre stato un riferimento per tutti gli appassionati del genere. A testimoniarlo, la presenza nelle diverse edizioni di Manu Chao, Gogol Bordello, Lou Reed, Daft punk, Arctic Monkeys e Charlotte Gainsbourg. Il tema che collega le serate della nona edizione è la musica elettronica, con una variazione sensibile a seconda delle serate. Il 7 giugno (al Molo Diciotto) tocca
agli Iori’S Eyes, duo che sta spopolando tra i seguaci dell’indie, e Tim Shaw, violinista di formazione ed esploratore del suono electro sulla linea concettuale del suo ultimo lavoro Warp: Listening Tree. L’8 giugno è, probabilmente, la giornata più attesa della rassegna. Sul palco, in apertura, James Blake (nella foto), guru della dubstep di stampo classico, già rivelazione del 2011 con il suo album omonimo, trainato da una delicata versione di Limit To Your Love di Feist. Gli headliner prescelti sono gli XX, trio britannico che al pop mescola new wave e spleen romantico. Nella serata di chiusura, il 9 giugno, grandi ospiti gli Orbital, ovvero Paul e Phil Hartnoll, pionieri della scena dance britannica, grazie alla rivoluzione portata negli anni Novanta, quando hanno ampliato gli orizzonti e la nozione stessa di live set elettronico trasformandolo in vero e proprio evento con, in primo piano, l’aspetto visivo. La location prescelta è la stessa dell’anno scorso: piazza San Carlo, il salotto buono di Torino.
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TOH, CHI SI RIVEDE!
Dopo 16 anni di assenza, tornano in Italia i Soundgarden. Alfieri della scena grunge che all’inizio degli anni Novanta conquistò il mondo partendo da Seattle, Chris Cornell e soci arrivano il 4 giugno a Milano (all’Arena Fiera di Rho per la precisione), pronti a riprendere un discorso interrotto dopo il tour del 1997. di Marcello Marabotti
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he Shemps. A pochi questo nome dirà qualcosa. Eppure in quel gruppo, nel 1982, militavano Chris Cornell alla voce (e alla batteria!) e Hiro Yamamoto al basso. Primi esperimenti di storia della musica, fioriti qualche anno dopo con gli ingressi di Kim Thayil, dapprima come bassista e poi come chitarrista, Ben Shepard al basso, e, soprattutto, Matt Cameron alla batteria. Lì, fra le corde del nuovo progetto, i Soundgarden - nome preso da un’installazione artistica di Douglas Hollis a Seattle, chiamata A Sound Garden, in cui il soffiare del vento produceva strani suoni - cominciano a prestare brani per diverse compilation, tra cui Phyrric Victory (tiratura 250 copie!) e, soprattutto, Sub Pop 200, pubblicata nel dicembre ‘88 dalla mitica etichetta Sub Pop. Il progetto è il manifesto della scena di Seattle: la raccolta, infatti, comprende anche molti altri nomi simbolo del grunge, come Tad, Mudhoney, Green River, Screaming Trees e Nirvana. Da lì, è storia. Cinque album, cinque Ep, oltre 20 milioni di copie vendute e dozzine di canzoni rimaste nel cuore dei fan e degli appassionati di rock. Black Hole Sun, Jesus Christ Pose, The Day I Tried To Live e Hands All Over, per citarne alcune. Una lunga storia
interrotta il 7 aprile del 1997, quando la band annunciava ufficialmente lo scioglimento a causa delle incomprensioni maturate in quell’anno di tour, come dichiaravano Thayil prima e Cameron poi («I Soundgarden sono stati divorati dal successo»). Nel 2010 la reunion, con la partecipazione in veste di headliner al Lollapalooza Festival di Chicago. In mezzo, la carriera solista di Chris Cornell - tre album all’attivo a cui vanno sommati i tre con gli Audioslave (in cui militava insieme a Tom Morello, ex Rage Against The Machine) - e l’ingresso di Matt Cameron nella line up dei Pearl Jam, a partire dal loro Yield Tour. Live To Rise, tratto dalla colonna sonora di The Avangers, è il primo singolo nato dalla ritrovata unione, concretizzata dalla tournée mondiale che il 4 giugno arriva a Milano - sedici anni dopo la loro ultima esibizione live in Italia - per un one-dayfestival ricco di ospiti speciali: Afghan Whigs di Mr. Dull, i Refused, The Gaslight Anthem e Triggerfinger. Particolare da non sottovalutare, Chris Cornell si esibirà ancora tre volte in Italia, da solista e in versione acustica: Udine il 25 giugno, Torino il 26 giugno e Firenze il 29 giugno.
le fotodei e d l live den su ar soundg .COM
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Agenda
LIVE
Gli appuntamenti imperdibili di giugno selezionati per voi da Onstage.
10 GIORNI SUONATI 13/06 - 26/06 Vigevano (PV) Lynyrd Skynyrd, Molly Hatchet, Betta Blues Society, Incubus
J-AX 09/06 Cagliari 12/06 Milano 16/06 Senigallia (AN)
PORTISHEAD 26/06 Villafranca (VR)
NEGRITA 29/06 Cattolica
JETHRO TULL 01/06 Milano 02/06 Modena
LINE UP 2012. La formazione dei Soundgarden dopo la reunion è quella che vedete nella foto qui sopra. Da destra, dietro Chris Cornell (è il capellone in basso) Kim Thayil (chitarra), Matt Cameron (batteria) e Ben Shepherd (basso).
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FACE2FACE I biglietti del tour degli Afterhours sono in vendita presso i negozi Fnac!
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AFTERHOURS
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La curiosità intorno al nuovo disco degli Afterhours è tanta, ma non c’entra solo il titolo. La storia dei milanesi è tale da rendere speciale ogni loro nuovo lavoro. È il batterista Giorgio Prette a rispondere alla nostra telefonata; lo intercettiamo mentre sta andando in macchina verso la sala prove in cui gli Afterhours stanno provando il nuovo tour. Padania è storia freschissima, reso ancora più attuale dagli sconvolgimenti politici e sociali. 07/06 Roma, 15/06 Ferrara, 22/06
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di Stefano Gilardino
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Firenze, 30/06 Milano... Il calendario completo del tour degli Afterhours su onstageweb.com
l vostro ritorno discografico, Padania appunto, rapportarti con quanto hai fatto in passato e guardando complicate come quelle di una major discografica. Ribaè un album tutt’altro che facile, anzi lo defini- avanti ti tocca escludere determinate cose che sono già disco, la carriera degli Afterhours e la forza conquistata rei piuttosto ostico. Intenso e ricco di particolari accadute in precedenza. Diciamo che il campo d’azione negli anni ci permettono di fare cose che, per un gruppo come dovrebbe essere un album rock. magari si restringe un po’... Non sentiamo la necessità agli inizi, sarebbero proibitive, non voglio illudere nesTi ringrazio, crediamo anche noi che non sia un album di fare dischi migliori, non c’è nulla da rinnegare nel no- suno che sia un discorso semplice e automatico. Per noi, semplice, ma al tempo stesso, ne siamo felicissimi. Non stro passato, ma ovviamente vogliamo incidere canzoni ormai, la casa discografica comunemente intesa è divensiamo certo partiti con l’idea di complicare le cose, ma stimolanti per noi. Credo che sarà difficile il disco che tato un filtro inutile, ma capiamo la sua importanza in durante la lavorazione i pezzi hanno preso una certa verrà dopo Padania perché questo è un lavoro complicato altre situazioni. piega e noi abbiamo assecondato l’ispirazione. Ne ho e duro, ma non è il caso di pensarci adesso. Era da parecchio che non incidevate un album così ruparlato recentemente con Manuel e ci siamo accorti che È un disco complicato fin dal titolo... moroso. Ora di chitarre ne avete di nuovo tre, con Mal’atmosfera che stiamo vivendo in questi giorni, ester- Hai ragione e sarebbe bello poter dire che avevamo pre- nuel, Giorgio Ciccarelli e il ritorno di Xavier Iriondo. namente e internamente, è paragonabile Era un’idea che era nell’aria da un po’. Il ria quella che aveva accompagnato l’uscita torno di Xavier, poi, ha inciso limitatamente «Dopo aver inciso così tanti album è dura riuscire di Hai paura del buio? Due volte in quindici su Padania, nonostante sia felice di riaverlo a farne di nuovi che ci soddisfino in maniera totale. anni è una media soddisfacente comunque Non sentiamo la necessità di fare dischi migliori, non c’è in formazione. Diciamo che molte cose era(ride, ndr). no già state decise prima del suo comeback nulla da rinnegare nel nostro passato, ma ovviamente Il pezzo introduttivo si chiama Metae quindi per la direzione rumorosa, se così vogliamo incidere canzoni stimolanti per noi» morfosi e, pensando agli Afterhours come vogliamo chiamarla, buona parte del merito band, è un termine che si addice molto. Nel è di Giorgio. corso degli anni avete mutato pelle molte volte, cam- visto tutto quanto il terremoto politico. Purtroppo non è Uno dei miei pezzi preferiti del disco, Ci sarà una bella biato formazione, siete passati dal cantato in inglese a così, ma ci accontentiamo di aver portato sfiga! (risate, luce, è emblematico. Ha una costruzione molto particoquello in italiano. Per voi la metamorfosi è insoddisfa- ndr) lare, sembra quasi composto da due idee differenti fuse zione di ciò che siete o spinta verso il cambiamento? È il vostro primo lavoro totalmente autoprodotto. assieme... Direi che, nell’accezione che dai tu al termine, scelgo si- Sì, e fino ad ora sta andando tutto magnificamente. Di- Mi fa piacere che tu lo dica perché è anche uno dei nostri curamente la seconda ipotesi. Detto così può sembrare ciamo che la nostra attitudine è sempre stata quella, fin preferiti e ha rappresentato un punto di svolta durante banale, ma noi siamo ciò che suoniamo e quindi, per po- dagli inizi quando le alternative al D.I.Y. proprio non la composizione dell’album. Ci ha dato una direzione ter andare avanti, siamo in qualche modo costretti a cam- esistevano neppure in Italia. Ora abbiamo la forza suf- molto precisa e, come hai notato tu, è figlio di due spunti biare sempre. Più si procede e più diventa difficile, ma il ficiente per poter collaborare con persone che stimiamo creativi differenti: lo scheletro principale arriva da un’incambiamento resta per noi un’esigenza primaria. e che scegliamo di volta in volta ed è bello gestire auto- tuizione di Giorgio mentre la parte centrale è opera di È difficile, dunque, fare un disco degli Afterhours? nomamente la parte promozionale, gestionale e di comu- Rodrigo D’Erasmo. Manuel è stato fondamentale, però, Tocca riallacciarsi alla risposta di prima. Dopo averne nicazione del progetto. La mole di lavoro è chiaramente perché ha immediatamente capito la forza che poteva fatti così tanti, è dura riuscire a farne di nuovi che ci aumentata, ma anche la soddisfazione di vedere come le derivare unendo i due spunti e così è nata Ci sarà una soddisfino in maniera totale. Innanzitutto devi per forza cose possano funzionare bene anche senza sovrastrutture bella luce.
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FACE2FACE I biglietti del Rock In Idrho sono in vendita presso i negozi Fnac!
Dopo il successo dell’edizione 2011, Rock In IdRho raddoppia: due giornate e due location per il festival, giunto alla quinta edizione. Si parte il 13 giugno con la Preview al Carroponte di Sesto San Giovanni (Milano). Oltre agli Offspring, headliner che non hanno bisogno di presentazioni, ci saranno proprio gli Hives e altre band di grande rilievo nella scena rock mondiale. Ecco il cast completo: THE OFFSPRING THE HIVES BILLY TALENT LAGWAGON HOT WATER MUSIC LA DISPUTE
THE HIVES
Nati come una semplice garage band sull’onda del rinnovato successo del punk negli anni ‘90, gli Hives si sono ben presto trasformati in una band capace di piazzare dischi in cima alle classifiche di mezzo mondo. Dove è molto probabile che finisca pure Lex Hives, nuova fatica dei cinque svedesi. In attesa della perfomance degli Hives a Rock In IdRho Preview, abbiamo fatto qualche domanda al cantante Howlin’ Pelle Almqvist. di Stefano Gilardino
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Il 21 luglio è l’Arena Concerti della Fiera di Rho ad ospitare Rock In IdRho. Ricchissimo il cartellone: 10 band in totale, con nomi di rilievo come Rancid (headliner), Millencolin, The Specials e i Public Image LTD di Johnny Lindon, icona del punk e membro storico dei Sex Pistols (quando si faceva chiamare Johnny Rotten). Ecco il cast completo: RANCID MILLENCOLIN THE SPECIALS PUBLIC IMAGE LTD SUM 41 FRANK TURNER & THE SLEEPING SOULS DEROZER CEREBRAL BALLZY NO RELAX le fotoIDRHO NOISE GUYS
IN di ROCK su PREVIEW .COM
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differenza dello scorso disco, The Black And la sezione fiati. Settanta. White Album, in cui avevate collaborato Mi fa piacere che tu lo dica perché era proprio ciò che Confermo tutto. Volevamo ottenere quel suono pazzesco con diversi produttori come Jacknife Lee e, volevamo ottenere. Continuità col passato e soluzioni che puoi trovare su The Idiot o Lust For Life, due dischi addirittura, Neptunes e Timbaland, stavolta inedite che aggiungessero qualcosa al nostro classico fondamentali della storia del rock che noi veneriamo. avete scelto di fare tutto da soli. sound. Tutti i pezzi suonano come gli Hives e sono per- Non so se ci siamo riusciti, ma comunque l’esperienza di Ci sembrava l’occasione adatta per riuscire finalmente fettamente riconoscibili, ma hanno arrangiamenti diffe- lavorare in quegli studi magici è valsa la pena. Avevamo a produrci un disco, anche per celebrare la nostra label renti o qualcosa di particolare che li contraddistingue. sempre sentito parlare di questa sala magnifica da cui, a personale, Disque Hives. Ci siamo sempre trovati bene La sezione fiati è una cosa che ci ha sempre affascina- quei tempi, si vedevano il muro di Berlino e le guardie con altri collaboratori, ma questa volta abbiamo pensato ti, troviamo che sia davvero rock’n’roll. Molte band in armate, e abbiamo potuto constatare come sia ancora un che fosse necessario provare a decidere personalmente passato ne hanno fatto uso per cui appena ci è capitata luogo meraviglioso per incidere un album. ogni aspetto produttivo di Lex Hives. Tutto sommato, l’occasione l’abbiamo presa al balzo. È buffo, ma l’ultima volta che vi ho visti suonare in vista la qualità del disco credo che ci siaItalia è stato al Rock in IdRho 2011 promo riusciti, no? Siamo molto soddisfatti, prio con Iggy & The Stooges. «Ci siamo sempre trovati bene con altri collaboratori, inutile negarlo, anche se è stato un grosso Certo, me lo ricordo bene quel concerto, ma questa volta abbiamo pensato che fosse necessario lavoro quello di mettere d’accordo cinque provare a decidere personalmente ogni aspetto produttivo faceva un caldo assurdo e noi eravamo in teste. Alla fine, pensandoci bene, tutto il smoking (ride, ndr) E Iggy, ovviamente, di Lex Hives. Tutto sommato, vista la qualità del disco tempo che abbiamo risparmiato evitando era molto più in forma di noi tutti! credo che ci siamo riusciti, no?» di uniformarci ai ritmi di lavoro degli alMentre preparavo le domande per quetri, lo abbiamo perso a discutere tra di noi. sta intervista, ho ripensato al fatto che la (ride, ndr) Dopo Tyrannosaurus Hives, è la seconda volta che quasi totalità delle band contemporanee a voi, quelle Ho letto che però esistono dei brani prodotti da Josh usate il latino come lingua per un titolo di un vostro della scena scandinava intendo, sono ormai scomparHomme dei Queens Of The Stone Age. disco. se: Hellacopters, Gluecifer, molte di quelle della Burning È vero, ma non sappiamo ancora bene che fine faranno, è Che vuoi che ti dica (ride, ndr)? Ci troviamo bene con il Heart. più probabile che escano nella versione deluxe del disco, latino, dà un tocco accademico e serio ai nostri dischi. Hai ragione, è stato un periodo molto bello quello tra anche se non siamo ancora certi. È stato un grande pia- La volta scorsa, però, era un semplice riferimento a un la fine dei Novanta e il nuovo millennio, ricco di sfide, cere lavorare con Josh, è un musicista che stimiamo im- animale preistorico, stavolta invece abbiamo voluto gruppi eccezionali e ottima musica. Non so se esista un mensamente oltre che un produttore capace di metterti comporre le nostre tavole della legge da rispettare. Sto motivo particolare, forse è semplicemente una questione nelle condizioni migliori per ottenere ciò che desideri. esagerando? di tempo, ogni scena, se così vogliamo chiamarla, ha una Nonostante questo sia un disco molto alla Hives No tranquillo, è molto rock’n’roll! Ho letto che ave- vita limitata ed è fisiologico. La nostra carriera ha avuto come stile, avete fatto comunque dei passi avanti note- te registrato agli Hansa Studios di Berlino per ricercare dei risvolti inaspettati, poco ma sicuro, ma l’amicizia che voli inserendo anche strumenti inconsueti per voi, come il suono della batteria che aveva Iggy Pop a fine anni ci lega serve ancora a farci andare avanti.
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I biglietti del tour di Laura Pausini sono in vendita presso i negozi Fnac!
LAURA PAUSINI
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Dall’inizio di giugno, Laura Pausini sarà nuovamente in tour in Italia. È la terza tranche di concerti nel nostro Paese, dopo le esibizioni di Roma e Milano a dicembre 2011 e i live di marzo, e non è nemmeno l’ultima. In mezzo, spettacoli in giro per il mondo. Una tournée infinita che solo un’instancabile lavoratrice come Laura può reggere. Guarda caso, ha recentemente ricevuto un premio che le riconosce proprio quella qualità. Mentre era chissà dove (a cantare naturalmente), le abbiamo rivolto qualche domanda a proposito. di Francesca Vuotto - foto: Julian Hargreaves
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ono tanti i premi che Laura Pausini ha ricevu- solo alle popstar internazionali: Laura ha sbaragliato colto in 19 anni di carriera e tanti saranno quelli leghe come Katy Perry, Lady Gaga, Rihanna e non credo che ancora le verranno assegnati, considerato sia solo (sano) patriottismo. L’Inedito World Tour è in giro lo strepitoso successo che ha raccolto con l’ul- da oltre sei mesi, un terzo dei quali passati in Italia, dove timo disco Inedito e il tour mondiale che da dicembre sta si è svolta la prima tranche in marzo, a cui si aggiungoportando in giro tra Nuovo e Vecchio Continente. Ma tra no le anteprime milanesi e romane a cavallo tra Natale e tutti ce n’è uno che non solo è simpatico per ciò che della Capodanno e due nuovi giri nel nostro Paese nel periodo Laura nazionale vuole celegiugno/luglio e a dicembre. brare ma è anche rappresenta«Alcune persone del mio staff Sono tanti i teenager (ma non tivo di tanti aspetti che riguarda anni mi chiamano Wonder solo) che hanno potuto vederdano la vita professionale (e Woman, perché sanno che mi la dal vivo e sui quali è riuanche un po’ personale) della scita a far breccia con la sua piace molto lavorare e non cantante di Solarolo. Parlo del normalità, così lontana dal dimi stanco facilmente» premio Wonder Woman che le vismo che su e giù dal palco è è stato attribuito dal pubblico di routine tra le star mondiali. di MTV Italia agli ultimi TRL Awards - il 5 maggio scorso Il modo in cui si stabilisce un contatto (se si riesce, perché a Firenze - e che è anche tra gli ultimi ad aver arricchito il non è da tutti) con il pubblico è uno degli aspetti decisivi suo palmarès (da pochi giorni è arrivato anche quello dei nella carriera di una cantante e in questo Laura è semWind Music Awards per i quattro dischi di platino dell’ul- pre andata fortissimo, forse anche per merito di quella timo album). Il titolo di “Wonder Woman” è significativo naturale attitudine alla cordialità che contraddistingue i da più punti di vista, vediamoli con ordine. romagnoli. è una questione di affinità, o di feeling come direbbe Riccardo Cocciante, e non è un caso infatti che la DENTRO E FUORI I CONFINI cantante sia apprezzatissima anche oltre i nostri confini. Evidentemente il giovane pubblico italiano non guarda Se provate a fare una ricerca in Rete, navigando con un
le foto r del tou su PAUSINI DI LAURA eb.COM
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04-05-06/06 Verona, 19/06 Perugia
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INEDITA LAURA
La scaletta dei concerti di Milano e Roma, con molte conferme e alcune gradite sorprese. Benvenuto Io canto Resto in ascolto Con la musica alla radio Bastava Un’emergenza d’amore Medley
(Troppo tempo, Il tuo nome in maiuscolo, Casomai, Mi tengo, Il coraggio che non c’è)
Surrender/Bellissimo così Nel primo sguardo E ritorno da te Medley
(Incancellabile, Strani amori, La solitudine)
Inedito Primavera in anticipo Come se non fosse mai stato amore Le cose che non mi aspetto Non c’è Medley Luna
(Celeste, La geografia del mio cammino, Nessuno sa, Gente)
Vivimi Tra te e il mare Invece no La mia banda suona il rock Non ho mai smesso
po’ di impegno tra i commenti dei suoi fan all’estero, emerge sem- re per i concerti si sottopone ad una dieta meticolosa che la prepari pre lo stesso aspetto: che si stia parlando della Francia (dove ha fisicamente a sopportare da un lato le insidie dei vari cambiamenti spopolato con ben 8 sold out in aprile), dell’Inghilterra (dove ha climatici (e dei fusi orari) a cui è costretta viaggiando e, dall’altro, cantato una sola volta, ma nella prestigiosa Royal Albert Hall di le circa 2 ore di spettacolo in cui oltre a cantare si cimenta anche Londra) o del Sud America, ciò che si tocca con mano è sempre un con il ballo, per la prima volta nella sua carriera. sentitissimo affetto e attaccamento proprio per la persona. E infatIl tutto senza avere, in diversi casi, la possibilità di ricaricare le ti, come ci ha confermato lei stessa, «all’ultimo raduno a Forlì c’erano pile, perché i ritmi imposti dal calendario sono spesso serratissifan dalla Svezia, dal Brasile, dal Cile, dal Messico, dalla Russia, dal Ca- mi. E, ovviamente, non è da meno l’attenzione che deve rivolgere nada, dagli USA e perfino dal Giappone». Merito anche della grande alle corde vocali, che non possono rischiare di fare cilecca. Quanattenzione che ha sempre mostrato nei do arriva il giorno di riposo, dopo una confronti di tutti i suoi seguaci - da semserie di concerti consecutivi, cerca di «Non sono mai stata pre la Pausini cerca di abbattere ogni non dire nemmeno una parola. Per avealla ricerca di notorietà, ostacolo linguistico, con grandi progetm’interessa la verità e vorrei re il tempo di riposare la voce. Impresa ti, tra cui la community www.laura4u. difficile da portare a termine quando si che di me uscisse sempre com, e piccoli gesti. viaggia insieme a una famiglia di quasi ciò che sono e non ciò che Per esempio, in ogni Paese in cui si 200 persone su 8 pullman e si è costretti fa comodo per vendere esibisce, Laura canta diversi suoi suca far passare il tempo in attesa di arriun giornale o attirare cessi anche nella lingua locale. Uno vare alla prossima destinazione. Si può un lettore» sforzo simile, da vera Wonder Woman, anche essere stati dei campioni al gioco è mosso dalla ferma volontà di stare più del silenzio da piccoli, ma ci vogliono vicina alla gente, ma è anche motivo di realizzazione personale dei super poteri. Uno, in particolare, è indispensabile: «L’affetto del perché è «il modo per essere sempre me stessa». mio pubblico e di tutti i ragazzi che mi seguono sulle mie pagine Facebook e Twitter sono il mio vero superpotere!». IL SUPERPOTERE Dicevamo che il titolo di Super Donna calza a pennello anche per- NEMICI&AMICI ché in qualche modo rispecchia aspetti della sua personalità. «Al- Come ogni super eroe che si rispetti però, anche Laura Pausini ha cune persone del mio staff mi chiamano da anni come l’eroina dei fumetti il suo cattivo da fronteggiare. Quest’anno si è aperto con la morte perché sanno che mi piace molto lavorare e non mi stanco facilmente» mi dell’operaio Matteo Armellini durante le operazioni di montaggio ha raccontato. In effetti, guardando i suoi concerti, si capisce che è del palco del palazzetto Pala Fiore di Reggio Calabria dove si sadotata di una grandissima grinta, quasi contagiosa, e non si fatica rebbe dovuta esibire a inizio marzo, ma l’antagonista da combattea immaginare come questo si rifletta anche in tutti quegli aspetti re in questo caso è stato l’utilizzo tendenzioso che ne hanno voluto lavorativi che stanno dietro alle canzoni, per esempio la prepara- fare alcuni organi d’informazione. Una tragedia, un grandissimo zione di un tour. Recentemente, durante un’intervista radiofonica dolore per la cantante, che ha deciso di tenere fede a quel silenzio all’emittente tedesca Radio Colonia, ha svelato che prima di parti- che la famiglia del ragazzo le ha chiesto di mantenere. Un silenzio
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Laura Pausini
che i maligni (e disinformati) non hanno esitato ad attaccare come se fosse un segno di noncuranza e disinteresse. è un comportamento che le è stato ingiustamente imputato e che comunque ha ancor meno senso considerata la sensibilità che Laura ha sempre dimostrato - non dimentichiamo che è stata la promotrice dell’evento Amiche per l’Abruzzo dopo il terremoto dell’Aquila. Nonostante tutto ciò c’è comunque chi non perde l’occasione per farla apparire diversa da come è, travisandone addirittura le dichiarazioni rilasciate durante le interviste, come è capitato con quella apparsa recentemente sul settimanale Chi. «Mi dispiace che si cerchi di trovare sempre una frase che crei polemica, ma con me è difficile perché io sono sempre la stessa persona che avete conosciuto in questi 19 anni. Non sono mai stata alla ricerca di notorietà, m’interessa la verità e vorrei che di me uscisse sempre ciò che sono e non ciò che fa comodo per vendere un giornale o attirare un lettore, mi dissocio completamente da chi vuole usare il mio nome per fare polemica. Impossibile che sia realmente io a farla». In occasione dell’uscita del pezzo c’è chi aveva voluto leggere alcune sue affermazioni relative al periodo di pausa che si è concessa prima di questo disco come puro divismo, E’ stata una serata bellissima a cui non ho voluto rinunciare costringendola ad una secca replica tramite la sua pagina nonostante fossi in Germania per il mio tour”. Facebook: «Amo l’Italia, amo la mia famiglia e amo la sempliUn’abbondante dose di energie le arriverà anche dalcità. Se questo è troppo normale, non cagatemi». la seconda parte italiana del tour, che partirà a giugno Ma se ha dei nemici da affrontare, non c’è però kripto- dall’Arena di Verona (il 4, 5 e 6) per poi continuare per nite che le faccia venir meno tutta la penisola durante i suoi poteri e, casomai esil’estate e terminare là dove è «Pochi cantanti stanno in stesse, lei la combatte ricariiniziato, a Milano, in dicemtournée per 365 giorni, quindi candosi per diventare ancora bre. E dopo, quando tutto voglio festeggiare più forte. Ce l’ha detto e non sarà finito, come si farà ad regalandoci un DVD che si stanca mai di ripeterlo, tanabituarsi di nuovo a non aveimmortala le nostre emozioni re Laura Pausini a portata di ta forza le deriva dall’ottimo live più belle» rapporto che ha con i suoi live? Super Laura ha pensato fan e ne ha certamente fatto anche a questo e per non launa bella scorta durante l’esibizione in Piazza Duomo a sciare sguarniti i fan sta già preparando un DVD live per Milano in occasione del concerto con cui Radio Italia ha rivivere i momenti salienti di questo viaggio. «Ci stiamo celebrato i suoi primi trent’anni. «Ogni show lascia den- lavorando e posso dire che non sarà registrato in una sola città. tro di me un’emozione diversa, ma sicuramente cantare per la Abbiamo passato serate bellissime, attraversato il mondo e non prima volta nella mia carriera in una location come Piazza del sarebbe giusto non offrire una fedele testimonianza di questo Duomo a Milano davanti a 100 mila persone è stato qualcosa spettacolo. Quando il Dvd sarà nei negozi staremo festeggiandi speciale e indimenticabile. Sono orgogliosa di aver preso par- do un anno di tour, un anno passato con la mia grande famite alla grande festa per Radio Italia che è stata la prima radio a glia. Pochi cantanti stanno in tournée per 365 giorni quindi credere veramente in me 19 anni fa, quando non avevo ancora voglio festeggiare regalandoci un documento che immortala le vinto Sanremo, e ancora oggi è per me un punto di riferimento. emozioni live più belle».
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MADONNA
DIO SALVI LA REGINA
Dopo un paio di decenni di dominio assoluto, la Madonna del 2012 si trova davanti a un punto di svolta della propria carriera, superata a destra e a sinistra da giovani guerriere come Lady Gaga e Rihanna che le stanno scippando lo scettro di regina del pop. Riuscirà a difendere la leadership con il nuovo tour? Alle date italiane, l’ardua risposta. Intanto, vediamo come sono cambiate le cose. di Sebastiano Longhi
l
a sera del 4 settembre 1987 in Italia si respira la tipica aria da finale dei Mondiali di calcio. Si parla solo di quello che si sarebbe visto in diretta su Rai 1 e, verso le 20, inizi a vedere la fretta un po’ nervosa di chi corre verso casa per accendere la tv. Non c’è nessuna partita però, ma solo la cantante che nel giro di quattro anni ha definito lo stile, il tono e il ritmo degli anni ‘80. Madonna sarebbe salita sull’enorme palco dello stadio comunale di Torino alle 21 in punto per la prima data italiana del Who’s That Girl Tour e il paese intero è lì che l’aspetta. Scettici gli adulti, adoranti i teenager. Come da migliore tradizione. Perfino le feste dell’Unità mettono i megaschermi per far seguire lo spettacolo. Era dal 1982, l’anno del Mundial e dei Rolling Stones, che in Italia non ci si mobilitava così per un concerto.
giri mandato a 33. Quel suono cavernoso, quel contralto affaticato non può essere la voce della stessa cantante che cinguettava “Now I know you’re mine” nel bridge di Into The Groove. E invece è lei: gli Italiani sentono per la prima volta la vera voce di Madonna. Il disappunto però dura un minuto, lo show è vertiginoso e Madonna è già una perforner consumata: sa come distrarre il pubblico dai suoi difetti. Uno stadio italiano nel 1987 è una brutta bestia: il pubblico è eccitato e indisciplinato. Nonostante sia vietato, la gente lancia di tutto sul palcoscenico. Lo fa in segno di gioia ma Madonna è visibilmente agitata. Cuscini, orsetti, bottiglie di plastica... Lei stessa se li leva di torno quando sa che l’aspetta una coreografia particolarmente
una torrenziale Into The Groove e una Holiday che sembra una marcia trionfale. Il pubblico (allo stadio e a casa) è ipnotizzato dalla sua presenza. Trascina la folla anche con un semplice «Ciao Italia!» o un «Siete caldi?». Quando chiede al pubblico un pettine (è ovviamente una gag scritta e uguale per ogni singolo show del tour), viene amata ancora di più. Giornalisti particolarmente spericolati paragonano i suoi botta e risposta con il pubblico ai comizi di Mussolini. Il concerto di Torino fa più di 14 milioni di spettatori ed è la diretta più vista in Italia nel 1987.
MAGNIFICA OSSESSIONE In quei due giorni di soggiorno italiano giornali e tv non fanno che parlare di lei. Tre gli argomenti su cui ci si accanisce in modo parNel 1987 gli italiani sentono per la prima volta ticolare: la sua italianità, i suoi muscoli e la vera voce di Madonna. Il disappunto dura un LA PRIMA VOLTA Christopher Finch, il ballerino tredicenne Quando Madonna, letteralmente, appare minuto, Madonna è già una performer consumata: (già coprotagonista del video di Open Your sa come distrarre il pubblico dai suoi difetti nelle tv degli italiani, la prima reazione Heart) che le fa da spalla. Ci sono momenti è quella di una fastidiosa delusione. Iniin cui Chris, in Italia, sembra più famoso di zia già mezza nuda (il pubblico generalista della prima impegnativa. Ma rimane sempre ironica, sorridente, an- Madonna. Se non altro, per quanto spesso viene citato. serata di Rai 1 lo nota eccome), con un body nero e un che un po’ sprezzante: «You Italians like to throw things, Chris che studia nel backstage, Chris che va in confusione numero da cabaret con la sedia Tonet. È piccolissima e don’t you?» (“a voi italiani piace lanciare oggetti, eh?”). La quando Madonna lo bacia sulle labbra sul finale di Like A ha un viso infantile. La schiena e le braccia sono un fa- tecnologia dell’autotune non esiste ancora e di playback Virgin, Chris che fa jogging con Madonna, Madonna che scio di nervi e di tendini tesi. Sembra una bambina con non se ne parla neanche: quindi lei deve conquistarsi il gli fa le facce per farlo ridere durante il suo assolo. Finch l’hobby del lancio del giavellotto. È tenera e spaventosa pubblico ballando, sorridendo, ammiccando e trascinan- torna in Italia poco dopo per girare lo spot di un succo di allo stesso tempo: sorride, guarda dritta davanti a sé, non do. Quando parte La Isla Bonita il frastuono supera quasi frutta, per poi sparire nel limbo dei bambini prodigio che sbaglia un passo. E non ha ancora aperto la bocca. Appe- la musica. diventano adolescenti. na lo fa, il primo verso di Open Your Heart sembra un 45 Madonna sa che ha vinto e conclude lo spettacolo con C’è l’ossessione sul corpo: Madonna è troppo musco-
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I biglietti del tour di Madonna sono in vendita presso i negozi Fnac!
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12/06 Roma, 14/06 Milano, 16/06 Firenze
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losa. È troppo maschile. «Avete visto che braccia? Che pol- da cui erano emigrati i nonni paterni. Intervistano tale vrebbe rappresentare la cantante con il suo corsetto sexy pacci? Che schiena?». Viene paragonata a una culturista, a Bambina di Julio, sorella della nonna, che non si dimostra e in mano una valigia da emigrante. Non viene mai reaun’atleta della Germania Est. I giornali parlano delle sue particolarmente turbata (o interessata) dall’avere una ni- lizzato anche se, ciclicamente, a ogni ritorno italiano di diete, della sua ora di jogging quotidiaMadonna, qualcuno se ne ricorda e lo na: viene paparazzata mentre corre, per ripropone. I rapporti di Madonna con Attentissima nella gestione della sua immagine, ha poterla beccare struccata, occhiali neri e Pacentro si interrompono nel 1987 per probabilmente visto nei social network una perdita un cappellino da baseball calcato sulla essere poi riallacciati dopo il terremodel suo controllo. E se c’è una cosa che a Madonna testa. Madonna per i media italiani dito del 2009. Il paese non ha vittime, piace è proprio il controllo venta il simbolo di un salutismo esagema solo forti danni e, dopo un appelrato e un po’ caricaturale. Mangia solo lo del sindaco, Madonna dona 500micarne bianca e verdura lessa, ingurgita pillole come gli pote così famosa. Viene anche pescato un cuginetto che le la dollari alla cittadina. astronauti. I cronisti, forse per un riflesso condizionato somiglia molto e Madonna lo invita a salire sul palco con da Dolce Vita, non fanno che chiedere ai maitre dei ri- lei, ma poi non se ne fa più nulla. La Rai forse vorrebbe BRAND EXTENTION storanti cosa ha mangiato. E quanto. E se ha fatto il bis. più lacrime, più sentimenti, ma l’orgoglio degli abruzzesi È il 2012 e Madonna è arrivata alla sua sesta tournée itaIl caffè? Lo ha presso espresso? Al vetro? Americano? sembra essere impermeabile alle lusinghe dello showbiz. liana. Dalle nostri parti è passata non solo per i concerIl caffè è il filo ideale per ricollegarsi alla sua italianità. Anche alcuni cittadini di Pacentro vorrebbero spremere ti: due Sanremo, una puntata promozionale per lanciare La Rai va ovviamente a Pacentro, il paesino abruzzese qualcosa di più e viene proposto un monumento che do- Erotica e un tocca-e-fuggi in incognito nel ‘91 per cercare
MDNA TOUR 2012 Ecco tutti i brani in scaletta nello show che Madonna porterà in giro per il mondo a partire dal 31 maggio (prima d ataa, a Tel Aviv). Da notare la presenza di Open Your Heart mancava da 22 anni - e il mash up tra Express Yourself e Born THis Way di Lady Gaga... Girl Gone Wild Revolver Gang Bang Papa Don’t Preach Hung Up I Don’t Give A Prophecy Best Friend Express Yourself (medley con Born This Way di Lady Gaga) Give Me All Your Luvin’ Turn Up The Radio Open Your Heart Masterpiece Masculine/Feminine Justify My Love Vogue THE QUEEN. «Esiste solo una regina, stronzette», sottolinea Nicki Minaj al termine dell’espilcita I Don’t Give A, brano contenuto nell’ultimo MDNA (uscito il 26 marzo 2012). Sulla bontà delle parole di Nicki non c’è dubbio: Madonna è artista poliedrica e multiforme, capace di sopravvivere ai cambi generazionali con determinazione e mestiere, l’unica a non avere mai abbandonato le chart da quando fa musica. Su questo non si discute.
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Candy Shop Human Nature Like A Virgin Redemption Nobody Knows Me I’m Addicted I’m A Sinner Like A Prayer Celebration
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C’è una nuova generazione di popstar che si prepara a prendersi tutto. Per questo Il MDNA Tour è fondamentale per il presente di Madonna: deve essere lo show definitivo per riposizionarla sul trono di regina del pop. una magione romana da prendere in affitto - per i più curiosi: si era innamorata di un appartamento con tanto di giardino all’italiana pensile dentro all’antico Teatro di Marcello che però non è riuscita ad affittare. La Madonna che a giugno si prepara a riempire tre stadi italiani (Roma, Firenze e Milano) è una un’artista molto diversa da quella che nel 1987 ha mandato in fibrillazione i media italiani. E anche il suo pubblico è molto cambiato. Il mistero e la curiosità che hanno accolto la Ciccone alla sua prima apparizione italiana non esistono più: il fan si è abituato, grazie alla Rete, a sapere già tutto sui suoi idoli. Chi entrerà allo stadio a omaggiare quella che è ancora la più grande popstar del mondo ha visto, praticamente in diretta, Britney Spears crollare. Ha visto (su Twitter) le più assurde foto di Lady Gaga e probabilmente sa vita, morte e miracoli di Rihanna. Beyoncé non ha neanche sentito il bisogno di vendere un’esclusiva a nessuna rivista quando è nata la sua bambina. Le è bastato aprire un Tumblr dedicato. E Madonna? Madonna si è sempre tenuta alla larga dalla Rete. Ok, nell’ormai lontanissimo 1994 ha messo in streaming un assaggio del singolo Secret per farlo sentire ai pochi impallinati che avevano voglia di usare così i loro preziosi minuti di connessione a 56k. Ma quando, nel 2000, Music è finito su Napster prima che il singolo uscisse nei negozi, ha smesso di trovare il Web divertente. E proprio come il suo coetaneo Prince, ha iniziato una guerra contro l’utilizzo illegale dei suoi contenuti. Più furba di Prince ha evitato la guerriglia (perdente) contro YouTube, ma si è sempre tenuta ai margini dell’esplosione social. Attentissima nella gestione della sua immagine, ha probabilmente visto nei social network una perdita del suo controllo. E se c’è una cosa che a Madonna piace è proprio il controllo. Non si può dire comunque che non abbia reagito ai tempi che cambiano: non è un caso che la si veda in tour così spesso - ricordiamoci anche del frettoloso Reinvention Tour del 2004 che non passò dall’Italia. Ha capito che il suo business model andava rivisto: con i dischi non si fanno più soldi (belli i tempi in cui True Blue vendeva 25 milioni di copie solo esistendo), bisogna esibirsi dal vivo e fare quella che, nel linguaggio del marketing, si chiama brand extension. Ecco quindi un contratto nuovo di zecca per dischi e spettacoli con Live Nation, che non è originariamente un’etichetta discografica ma un promoter di concerti, e una miriade di attività collaterali, tra pubblicità e sponsorizzazioni. Se l’album appena uscito (MDNA) non fa sfracelli in classifica poco male: per prepararsi al tour si lancia un profumo a cui collegare un po’ di promozione – ma l’unica intervista, con Jimmy Fallon, è stata trasmessa in streaming sulla sua pagina Facebook (vuoi vedere che l’ha capito?). La fragranza Truth Or Dare - era il titolo originale del documentario A letto con Madonna del 1991 - è stata lussuosamente lanciato a New York in aprile. Miss Ciccone ha voluto creare una versione contemporanea del profumo che portava sua madre (la Madonna originale, ricordiamolo, visto che si chiamava Madonna Louise Fortin), defunta quando la cantante era ancora una bambina. Truth Or Dare presto sarà anche
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PEACE AND LOVE. Il tour di Madonna è iniziato da Tel Aviv il 31 maggio: “Ho voluto cominciare qui, in Israele, perché la pace deve tornare in questa terra” ha dichiarato durante il concerto.
una collezione di scarpe e accessori pensata per donne dai 27 ai 50 anni. LA SFIDA Nonostante certe trovate, la sensazione è che Madonna stia usando strategie vecchie rimane. La potenza di fuoco di Lady Gaga su Twitter (e sul suo social dedicato Littlemonsters.com) è impareggiabile. Se Miss Germanotta entra nelle teste dei suoi fan dallo smartphone, Madonna cerca ancora di entrarci con i video e con i passaggi radio. Se Lady Gaga fa una canzone dance usa e getta con dentro tre hook (ritornelli) diversi (parliamo di Bad Romance), Madonna ci prova due anni dopo con Girl Gone Wild. Intendiamoci, lo fa con una classe e una conoscenza del mezzo che Lady Gaga si sogna, ma per la prima volta si ha la netta sensazione che Madonna non stia aprendo una strada come ha sempre fatto, ma stia affrettandosi su sentieri aperti da altri. Anche il fatto che abbia voluto accanto a sé M.I.A. e Nicki Minaj al megaspot del Superbowl sembra un segno di debolezza: è
come se si puntellasse sulla credibilità e la “coolness” di artiste più giovani e più alla moda di lei. Il famoso bacio a Britney e Christina Aguilera agli MTV Awards del 2003 è stato qualcosa di simile, ma il copione reggeva e Madonna è riuscita ancora a sembrare saldamente in controllo della situazione. Il dito medio alzato di M.I.A. alle telecamere d’America alla fine della sua esibizione con Madonna è decisamente simbolico: c’è una nuova generazione di popstar che si prepara a prendersi tutto. È per questo che il MDNA Tour è di importanza fondamentale per il presente di Madonna: deve essere lo show definitivo per riposizionarla sul trono di regina del pop. Quello che è certo è che la signora Ciccone non getterà la spugna e che i colpi di scena non mancheranno. Da quello che si è visto dell’attuale tour di Lady Gaga poi, in fatto di scenografia e di effetti speciali, non ci sarà gara: Madonna è ancora in grado di portare in giro il più stupefacente circo pop del mondo. Non resta che rilassarci e vedere cosa ci ha preparato la regina: non ha ancora in mente di abdicare.
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le foto r del touCE DI BRU su SPRINGSTEENb.COM
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07/06 Milano, 10/06 Firenze, 11/06 Trieste
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ROCKIN’ ALL OVER THE WORLD (30 anni con Bruce Springsteen)
Nessuno è amato quanto lui. Neanche le odierne popstar e nemmeno gli altri grandi divi del rock. C’è qualcosa di enorme che lega Bruce Springsteen al suo pubblico, un popolo che nel tempo ha accolto nuove generazioni, ingrossandosi disco dopo disco, concerto dopo concerto. È difficile descrivere con le parole cosa ci sia di tanto speciale in questo rapporto, a meno che non lo faccia qualcuno che vive quella passione sulla propria pelle da tanto tempo. È così, per festeggiare il ritorno live del Boss in Italia, abbiamo chiesto a un illustre springsteeniano di raccontarci la sua esperienza. di Luca De Gennaro - foto posata: Danny Clinch
Zurigo, 11 Aprile 1981
«Come, vale 5 anni? Ma no, dai, ne vale Frontiera con la Svizzera, molte ore dopo. Salgono i doganieri. 10, come il passaporto...». «No, la carta d’identità vale 5 anni, non 10». Controllo documenti. La data di scadenza della mia carta d’iden«...E quindi?!?”» ... «E quindi è scaduta. Non puoi andare all’estero». tità passa miracolosamente inosservata. Grazie, Dio del rock. Un Bell’inizio. Siamo seduti sul predellino della porta del treno che ragazzo che viaggia con noi esibisce una patente. Non vale, favoda Roma conduce a Firenze, pienissimo. Un interregionale sferra- risca un altro documento. Non ce l’ho. Favorisca scendere. Il pulgliante del quale abbiamo occupato la lercia e rumorosa porzione lman si allontana mentre incrociamo lo sguardo incredulo perso tra il cesso e l’uscita. Programma nel nulla del compagno di viaggio della trasferta: arrivo a Firenze in che mestamente si avvia a piedi in Ci abbracciamo in ginocchio nottata, qualcuno s’infila a casa del direzione contraria. Zurigo. Hale in lacrime. Ragazzoni che nostro amico Ernesto De Pascale, lenstadion. Biglietto alla mano. hanno sgomitato per conquistare collega giornalista fiorentino, altri “Eingange Curve”. Che significa? la prima fila e che ora crollano vanno a dormire non si sa dove, “Ingresso Curva”. Curva? Come per l’emozione, per lo stomaco mattina presto trasferta a Empoli. sarebbe, curva. Ecco i nostri posti. aggrovigliato, per il cuore Empoli? Sì, perchè un’emittente Seggioline, in alto, in curva, il palche si è sciolto locale della ridente cittadina toco è lontanissimo. «Qui non ci stiascana, Radio Fata Morgana, ha mo neanche morti. Scendiamo». Scale, organizzato la trasferta in pullman a Zurigo per vedere il primo platea. Controlli. Non vogliono farci passare. Passiamo lo stesso. concerto di Bruce Springsteen che lambisce il nostro paese. Notte Transenne altezza mixer. Non male. Schiacciati. Oh, qui siamo sdraiati sul prato di fronte alla stazione. Sonno, zero. Siamo in tutti italiani. Gli svizzeri sono lì, seduti tranquilli sulle seggioline aprile, fa pure freddino. Treno locale all’alba per Empoli, ritrovo, con il numerino giusto. Si spengono le luci. Eccolo. In carne ed pullman, e si va, con il terrore di non poter espatriare e affidando- ossa. Da solo. Factory. Cuore in gola. Entra la band. Prove It All si solo alla buona stella del rock’n’roll. Night. Vabbe’, non si può stare qui, ragazzi. Si carica, le transenne
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Bruce Springsteen cedono. Tutti davanti al palco. Attaccati. A un metro da Bruce. Out In The Street. Ok, ora siamo in paradiso. Non si può volere nulla di più dalla vita. Tenth Avenue Freeze Out. Big Man e il suo sax. Little Steven e la sua bandana. Tre ore dopo la potenza del rock’n’roll si è dispiegata come non potevamo immaginarci. Ultimo pezzo: Rosalita. Bis: Born To Run, poi il “Detroit Medley” e per finire Rockin’ All Over The World di John Fogerty. Eccoci. Siamo noi. Tu lo sai che siamo venuti da lontano per te. Siamo rockin’all over the world. Tu ci guardi negli occhi e ci riconosci. Luci accese. Incontro Franz, che ho perso nell’assalto alla transenna. Ci abbracciamo cadendo in ginocchio. In lacrime tutti e due. Ragazzoni grandi e grossi che hanno sgomitato per conquistare la prima fila e che ora crollano per l’emozione, per lo stomaco aggrovigliato, per il cuore che si è sciolto.
Bella forza. Capaci tutti di prendere il tram e andare allo stadio belli comodi a vedere Bruce. Primo pezzo: Born In The USA. Vabbe’, troppo facile. Dove eravate 4 anni fa, ragazzetti, eh? Sì, fate pure i rocker, adesso, fate quelli che ne sanno, ora che Bruce è primo in classifica e su tutte le copertine. Quelli “veri” siamo noi. Siamo noi che abbiamo preso treni zozzi, dormito per terra, varcato i confini con i documenti scaduti, divelto transenne, superato barriere, sconfitto guardie svizzere, conquistato il palco, sofferto con Bruce, pianto in ginocchio. Siamo noi. Quelli dell’11 aprile 1981.
MADRID, 5 MAGGIO 1993
Il mio amico e collega Riccardo Pandolfi, springsteeniano di ferro, viene inviato da Radio Rai a Madrid per intervistare Bruce Springsteen in occasione del suo concerto allo stadio Vicente Calderon. Una giornata che gli cambia la vita tanto che da allora, ogni anno, il 5 di maggio, celebriamo con gli amici la ricorrenza, l’anniversario dell’intervista, il momento in cui un amico ha incontrato la persona che più di chiunque altro al mondo sognava di incontrare. Il “Cinco Cinco” (denominazione che richiama la data ma anche il fatto che l’evento sia avvenuto in terra ispanica), per i primi anni è una semplice serata in pizzeria con qualche amico, ma nel corso del tempo si evolve progressivamente fino a diventare un intero weekend di celebrazioni springsteeniane con pranzi, cene, magliette celebrative, performance musicali e sportive che coinvolge intere famiglie di amici con tanto di figli nel frattempo nati e cresciuti, per i quali la ricorrenza è una vera festività nazionale - e già si sta lavorando alla grandiosa edizione del 2013, il ventennale del “Cinco Cinco”. Questo significa essere springsteeniani, perchè come ha detto lo stesso Bruce nel già leggendario discorso di Austin, «Non prendetevi troppo sul serio, e prendetevi sul serio come la morte. Non preoccupatevi, e preoccupatevi da star male. Abbiate una fiducia di ferro in voi stessi, ma dubitate sempre: vi tiene svegli e all’erta». è la contraddizione insita nel rock’n’roll che ci tiene vivi: si cresce fuori ma si rimane giovani dentro, si acquisisce l’esperienza delle persone adulte ma si mantiene l’entusiasmo dei ragazzi.
MILANO, 28 NOVEMBRE 2007 Concerto della E Street
Band al Forum di Assago per il tour di Magic. «Credo che questo sia il mio quindicesimo concerto di Springsteen», dico a un giovane collega. Mi risponde, senza esitazione: «Per me è il quarantaquattresimo». E ovviamente ha cominciato molti anni dopo. Non c’è dubbio che nel corso dei decenni c’è chi ci ha superato quanto a devozione per l’artista. Ma la stessa sera, al Forum, dove indosso fieramente la felpa
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Bruce Springsteen & the E Street Band, Wembley Arena, maggio 1981 Londra, © David Corio
MILANO, 21 GIUGNO 1985 San Siro. Stadio pieno zeppo.
«Credo che questo sia il mio quindicesimo concerto di Springsteen», dico a un giovane collega. Mi risponde, senza esitazione: «Per me è il quarantaquattresimo». E ovviamente ha cominciato molti anni dopo grigia del The River Tour 1981 comprata all’Hallenstadion di Zurigo, un incredulo ragazzetto mi chiede esitante: «... Ma, lei...cioè...tu...insomma...c’eri?». Si, ragazzo. C’ero.
AUSTIN, TEXAS, 15 MARZO 2012 «Floor or balcony?» mi
chiede cortese la ragazza al desk prima di consegnarmi l’ambito braccialetto ottenuto per estrazione a sorte, che mi dà accesso all’esclusivo concerto che Bruce Springsteen terrà per i soli 2000 fortunati vincitori della “lottery” del South By Southwest (grazie di nuovo, Dio del Rock’n’Roll).
Poi guarda l’espressione del mio viso segnato da 31 anni di concerti di Bruce tutti visti sotto il palco e mi allunga con un sorriso il braccialetto lilla per il “floor”. Alle 21,15 salgono sul palco i 17 componenti della nuova versione della E Street Band. «Happy birthday Woody», sussurra Bruce prima di intonare la folk song I Ain’t Got No Home dedicata ai 100 anni di Woody Guthrie. Sono tutti fronte palco, la sezione di 5 fiati, 2 coristi, un percussionista, più tutti gli altri, schierati, come una banda di paese, tutti vestiti di nero, un approccio simile al concerto delle Seeger Sessions.
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Bruce Springsteen
R U Born To Run?
Le foto che vedete in questo articolo (eccetto quella in apertura) ci sono state gentilmente concesse dalla galleria Photographia di Milano. Si tratta di una piccola parte degli scatti che saranno esposti dal 31 maggio al 14 luglio nell’ambito della mostra R U Born To Run?, dedicata al Boss e ai suoi compagni d’avventura della E Street Band. Le fotografie sono di Peter Cunningham, David Corio, Steve Rapport e Giovanni Canitano, che hanno ritratto Springsteen in momenti diversi della sua lunga carriera. Di questa serie di scatti, meritano una segnalazione il ritratto in bianco e nero (che potete ammirare a pagina 42) realizzato nel febbraio del 1973 presso gli uffici della Columbia Records, dove un giovanissimo Bruce aveva da poco firmato il suo primo contratto discografico - per la pubblicazione del suo esordio Greetings from Asbury Park - e una foto live sempre del 1973 con Clarence Clemonce al The Spectrum di Philadelphia. PHOTOGRAPHIA Limited Edition Fine Art Photographic Prints Viale Lazio, 1 (ang. viale Monte Nero) 20132 Milano +39.02.94433038 comunicazione@photo-graphia.it www.photo-graphia.it lu-gio 15.00-19.00/ve-sa anche 10.00-13.00 domenica chiuso.
Bruce Springsteen & The E Street Band, Montpellier, 23 giugno 1985 © Giovanni Canitano
Non è un concerto da stadio, è una cosa tra di noi. La scaletta british blues intona con Bruce We Gotta Get Out Of This Place. è orientata sulle canzoni del nuovo album, e la sezione fiati Siamo di fronte alla storia. Non è finita: salgono Joe Ely, gli funziona benissimo. Bruce introduce uno ad uno i membri Arcade Fire, Garland Jeffreys, poi torna Tom Morello, e tutti della band, e alla fine chiede: «Ci manca qualcuno?» Applausi, insieme intonano This Land Is My Land di Woody Guthrie, lacrime. «Are we missing anybody?», e i pensieri sono tutti per dopo la quale non può esserci più niente. Tutti i musicisti sul Danny e Big Man. «Sì, qualcuno ci manca. Ma se noi siamo qui, palco si abbracciano sorridendo. C’è una palpabile sensazioe voi siete qui, loro sono qui». Lo ripete tante volte: «If we are ne di concordia, di comunicazione, di soddisfazione, di behere, and you’re here, they’re here». Per Death To My Hometown nessere. Esco fluttuando nell’aria, incredulo, felice di avere arriva sul palco assistito a un concerTom Morello dei to tra i migliori della «Non prendetevi troppo sul serio, e prendetevi Rage Against vita, e l’unica cosa che sul serio come la morte. Non preoccupatevi, e The Machine mi rammarica è di non preoccupatevi da star male. Abbiate una fiducia - tornerà più avere, come a Zurigo di ferro in voi stessi, ma dubitate sempre: vi tiene volte - straordi31 anni fa, la possisvegli e all’erta» Bruce Springsteen nario nel duetto bilità di incontrare il su The Ghost Of mio amico Franz e abTom Joad, uno dei momenti più alti del concerto. Tra i pochi bracciarlo inginocchiandoci per terra. Incontro invece il mio classici Badlands, Promised Land, The Rising e una incredibile collega David, inglese, anche lui in estasi totale. Sembriamo Tenth Avenue Freeze Out. Finale affidato a una Thunder Road due ragazzini. Siamo due ragazzini. Siamo tutti ragazzini, da brivido, e quando arriva il momento del sax, il nipote e finché ci sarà il rock’n’roll, finché il più grande performer di Clarence, Jake, arriva di fronte e tira fuori quel suono lì, della storia della musica moderna saprà ancora regalarci aspro, incazzato, inconfondibile. Al secondo giro tutti gli al- emozioni come stasera, continueremo a essere ragazzini, tri della sezione fiati lo raggiungono, lo affiancano, come a felici, entusiasti, rockin’ all over the world. Perchè se noi siadire: «Non ti lasciamo solo, con questa responsabilità sulle spalle. mo qui, e voi siete qui, loro sono qui. Siamo con te. Conta su di noi». Lo show potrebbe finire qui. Non c’è nulla in più da chiedere. Sono già passate due ore e Luca De Gennaro nasce come deejay e nel tempo diventa giornamezza. Ma Bruce dice: «Vorrei invitare un amico che ha avuto lista, conduttore radiofonico, dirigente Tv, talent scout. Attività una grande influenza su di me: Jimmy Cliff!» Insieme duettano che svolge ancora oggi: conduce tutti i giorni Whatever su Radio su The Harder They Come e Many Rivers To Cross. «E ora un Capital (alle 21), è capo del reparto Talent&Music di MTV South mio idolo, di cui vi ho parlato stamattina e che è improvvisamente Europe e scrive di musica su riviste e libri (l’ultimo, Backwards, è comparso qui, ad Austin Texas: Eric Burdon!». La leggenda del uscito pochi mesi fa), oltre a mettere i dischi ovunque possa.
BIG MAN. Membro fondatore e sassofonista della E Steet Band, Clarence Clemons ci ha lasciato il 18 giugno del 2011. Springsteen ha sofferto molto per la perdita di uno dei suoi più grandi amici. Ma la tradizione della famiglia Clemons nel gruppo del Boss continua: Nel Wrecking Ball Tour suona Jack, nipote di Clarence.
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I biglietti del tour dei Radiohead sono in vendita presso i negozi Fnac!
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Di tutti i termini usati per descrivere la band di Oxford, “rivoluzionario” è sicuramente il più abusato. Di contro, però, è anche quello che meglio descrive la parabola di una formazione capace di cambiare il corso della musica (ma non solo, attenzione) rock almeno in un paio di occasioni e di poterlo raccontare con assoluto candore anche nel 2012. In attesa dei quattro concerti italiani di quest’estate, analizziamo i momenti più importanti nella carriera degli inglesi. di Stefano Gilardino
E
ppure non è sempre stato così, come ricorIl segreto, anche se non sempre i gruppi tendono ad da bene chi ha seguito i Radiohead fin dagli ammetterlo, sta nella cultura musicale e nella curiosità e esordi o, più semplicemente, chi si ricorda di varietà degli ascolti. Fin dagli inizi i Radiohead non perloro per l’instant hit Creep, che donò al quin- dono occasione per ricordare come le loro influenze siano tetto fama e successo all’inizio degli anni Novanta, in pie- tante e tali da renderle inutili ma, al tempo, stesso, fondano periodo grunge. E, cosa abbastanza strana, proprio in mentali per spiegare l’evoluzione del suono della band. quel calderone caratterizzato da camicie di flanella, capelli In Inghilterra siamo all’apice dell’esplosione del brit lunghi e suggestioni punk e hard rock, furono intruppati pop, con Oasis e Blur a contendersi la vetta delle classipersino Thom Yorke e amici, forse per l’equivoco creato fiche, mentre il quintetto confessa di ispirarsi al jazz, al da quel singolo che alternava momenti di quiete a sfuriate reggae, a Scott Walker, Magazine, XTC e prepara quello chitarristiche quasi noise (vi ricorda qualcuno?) e che, a che sarà il primo capolavoro della propria discografia, livello lirico, faceva comunella The Bends, uscito nel marzo del «Se sono felice? No che non con molte storie di ordinaria 1995 e prodotto da quel Nilo sono. Se fossi felice farei il alienazione che caratterizzagel Godrich che finirà per divano il repertorio di molti eroi ventare il sesto membro della modello per una pubblicità di americani del periodo, Nirvana band, il loro George Martin. automobili, non il musicista» in primis. Eppure, il resto di La situazione si ribalta: il pubThom Yorke quell’album d’esordio, chiamablico mostra di apprezzare legto Pablo Honey (a proposito, il nome deriva da uno sketch germente meno il risultato finale, ma in compenso i critici di un duo comico americano sconosciuto qui da noi, i saltano addosso ai Radiohead convinti di aver scoperto il Jerky Boys), cercava disperatamente di inserirsi nel filone nome nuovo su cui puntare. Sarà soprattutto l’America, indie/british rock anni Novanta piuttosto che ammicca- ancora una volta, a capitolare di fronte ai singoli di The re al grunge o all’alternative rock - nonostante la firma in Bends, soprattutto High & Dry, il cui video diventerà uno sede di produzione di Sean Slade e Paul Q. Kolderie, fa- dei capisaldi della programmazione di MTV per buona mosi per aver collaborato a dischi di Dinosaur Jr. e Buffalo parte dell’anno. Yorke parla del disco come di «un lavoro in Tom, e un altro singolo come Anyone Can Play Guitar, qua- cui avverti qualcosa di sbagliato, ma che non riesci a comprensi una dichiarazione punk d’intenti. Qual è stato, quindi, dere fino in fondo» e di se stesso come di una persona non l’evoluzione da Nirvana d’Inghilterra a paladini del rock proprio felice («se lo fossi farei il modello per una pubblicità di d’avanguardia e instancabili innovatori? Vediamolo insie- automobili, non il musicista»). me, esaminando il momento di massimo fulgore creativo Questa mancanza di elementi solari nel loro sound del quintetto. rendono i Radiohead una mosca bianca nel panora-
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30/05 Roma, 01/06 Firenze, 03/06 Bologna, 04/06 Codroipo (UD)
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ma british di metà anni Novanta e gli consentono di continuare a lavorare sottotraccia allo sviluppo di un suono che sia totalmente personale e slegato da qualsiasi influenza esterna. I singoli tratti da The Bends occupano posizioni importanti nelle charts e s’impongono come dei piccoli classici: My Iron Lung, Fake Plastic Trees e Just diverranno dei pezzi forti dello spettacolo live della band, perennemente in tour, specialmente negli States, dove sono ormai delle star affermate. Il miracolo, però, arriva con l’ultimo singolo tratto dall’album, un pezzo che, col senno di poi, rappresenta il trait d’union tra il prima e il dopo, tra il quasi capolavoro e l’immortalità. Street Spirit è la traccia che chiude The Bends e che, di fatto, anticipa uno degli episodi fondamentali degli anni Novanta: l’uscita di Ok Computer.
Questo viaggio interspaziale parte con l’uscita come singolo di Paranoid Android, un brano da sette minuti, per nulla radiofonico, abbinato a un video angosciante e senza nemmeno un ritornello. Follia? Probabile, ma per fortuna nel rock c’è ancora chi ragiona senza logiche commerciali, in questo caso premiato da un successo senza precedenti (si parla di oltre quattro milioni di copie vendute) e da una sensazione diffusa di aver contribuito a ridefinire i confini sempre più estesi della musica rock. E se i due singoli successivi sono forse le uniche scelte possibili dell’intero lavoro (Karma Police e la dolce No Surprises), il resto del disco contribuisce ad accrescere quel senso di alienazione che caratterizzerà i Radiohead di fine anni Novanta. Si va da Subterranean Homesick Blues a Exit Music (For A Film), passando per i due minuti scarsi e sperimentali di Fitter Happier e l’angoscia di Climbing Up The Walls. Inattaccabile sotto ogni punto di HO UCCISO PARANOIA vista, compreso quello produttivo di Godrich e quello visual, opera «Se vi aspettate un disco pieno di High & Dry, è molto probabile che ri- di un altro personaggio che accompagnerà la band anche in seguito marrete delusi». È del chitarrista Jonny Greenwood la prima dichiara- (Stanley Donwood) Ok Computer è, come ha ricordato lo scrittore Josh zione a proposito di Ok Computer, seguita a ruota da quella dell’al- Modell qualche tempo fa, «la summa perfetta degli impulsi conflittuali tro addetto alla sei corde, Ed dei Radiohead». Impulsi che, In Rainbows è assolutamente rivoluzionario O’Brien: «Apprezzavamo molte nel giro di un paio d’anni si cose, Ennio Morricone, i primi e innovativo, ma l’attenzione si è concentrata faranno talmente ingestibili Pink Floyd, DJ Shadow, ma in da portare i cinque sull’orlo, più sulla modalità di fruizione che sulla studio abbiamo deciso di evio forse oltre, di una crisi di musica stessa. tare qualunque tipo di ascolto nervi, culminata col secondo per non interferire con le nostre idee. Mi ricordo di aver ascoltato tutto capolavoro. Uno salto verso il futuro, se possibile, ancora più brusco London Calling dei Clash prima di una session di registrazione e di aver del precedente. pensato: “Come si fa a incidere qualcosa di meglio?”. Non fa bene al morale ascoltare musica fantastica mentre si è concentrati in studio sulla propria!». I GEMELLI A Probabile che abbiano ragione tutti e due, visto che il disco è qualco- Sebbene siano usciti a distanza di qualche mese uno dell’altro, è sa di totalmente alieno e mai ascoltato prima, influenzato da tutto e impossibile parlare di Kid A senza abbinargli Amnesiac, il gemello da niente, coraggioso fino quasi a sembrare, nelle parole della casa ancora più sperimentale (ma meno coinvolgente, a essere sinceri). discografica, un suicidio commerciale. Ok Computer, invece, diven- Il lungo viaggio spaziale dei Radiohead, rappresentato da Ok Comterà la pietra angolare del rock anni Novanta e di quello a seguire puter, si conclude con questa doppietta di album, che li vede alle nonché la base di partenza per le successive ed esaltanti avventure prese con un pianeta ostile, freddo e disabitato, totalmente immersi dei cinque musicisti, appena entrati nella fase più luminosa della nella rivoluzione elettronica e decisi a spingere la sperimentazione carriera. dei propri limiti fino all’estremo. “Ice age is coming” canta Yor-
OK GUYS 10 brani imprescindibili tratti dai nostri quattro album preferiti dei Radiohead
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Street Spirit (Fade Out) (da The Bends). Se la frase non suonasse male, potremmo dire che è la fine dell’inizio, ovvero quando i Radiohead cominciano a fare sul serio. Singolo eccezionale che anticipa Ok Computer.
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Fake Plastic Trees (da The Bends): dedicata a una zona di Londra, il Canary Wharf, dominata da alberi di plastica, è una delle migliori canzoni di un album denso di rock ed escursioni quasi pop.
03
Exit Music (For A Film) (da Ok Computer): scritta appositamente per i titoli di coda di Romeo + Juliet, viene inserita dentro Ok Computer. Quel senso di spazio infinito floydiano sarà una delle caratteristiche di un album coraggioso.
04
Paranoid Android (da Ok Computer): il singolo più improbabile del decennio eppure un successo incredibile. Nato dall’unione di diverse intuizioni musicali, è diventato un classico dei Radiohead.
05
Lucky (da Ok Computer): una ballad allucinata, con alcune aperture elettriche che la rendono un capolavoro (e una prova vocale davvero notevole di Thom Yorke).
06
Idioteque (da Kid A): l’elettronica algida di Idioteque è uno dei temi di Kid A, album che soddisfa la voglia di innovazione di un gruppo che non si accontenta mai. Spettrale, ma perfetta per il dancefloor.
07
Morning Bell (da Kid A): è proprio Idioteque a sfumare in Morning Bell, con un pianoforte elettrico liquido e un basso a comporre la semplice melodia. Su tutto la voce lamentosa di Yorke e un senso di straniamento, aumentato da una chitarra dissonante.
08
Everything In Its Right Place (da Kid A): posizionata come opener, per volere di Yorke, serve a far capire immediatamente il tono dell’album. Missione compiuta e pezzo indimenticabile.
09
Pyramid Song (da Amnesiac): primo singolo dell’album e centro pieno. Ancora il pianoforte a dettare la melodia e, verso metà, la meravigliosa entrata in scena della batteria di Selway.
10
Knives Out (da Amnesiac): una delle poche concessioni al pop e al rock e un brano che potrebbe arrivare dritto da Ok Computer e che rivaleggia coi migliori episodi di quell’album.
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LA FORMAZIONE. I Radiohead suonano insieme dal 1995: Phil Selway (percussioni), Ed O’Brian (chitarra), Jonny Greenwood (chitarra), Colin Greenwood (basso e sintetizzatori) e Thom Yorke (voce)
ke in uno dei capolavori dell’album, re, Sit Down. Stand Up e Myxomatosis, ma I Radiohead sembrano rilassati e sorridenti come mai Idioteque, e durante l’ascolto del dil’impressione è che, terminato un periodo prima, scevri da ambizioni di classifica o vendita sco pare davvero che quella sensaziocreativo estremamente lungo e fruttuoso, i (sempre che ne abbiano mai avute) e consci di essere ne di gelo faccia fatica ad andarsene. Radiohead stiamo decidendo cosa fare del gli unici a poter decidere del destino della band. Elettronica, dicevamo, ma anche musiproprio futuro. ca classica contemporanea e krautrock, La risposta è in una lunga pausa di quatper due dischi che hanno rischiato di non vedere mai la 2001 sono anni d’oro, di quelli in cui tutto apparentemente tro anni, interrotta proprio dall’esperimento di In Rainluce, complici i rapporti sempre più tesi all’interno del riesce facile, ma è piuttosto chiaro che la marcia trionfale bows, assolutamente rivoluzionario e innovativo, che però gruppo, con alcuni membri intenzionati a ritornare ver- dei Radiohead abbia delle ripercussioni sui fragili equilibri concentra l’attenzione sulla modalità di fruizione più che so un formato più tradizionale e pop e altri, specialmente interni e che non sia possibile andare oltre senza provoca- sulla musica stessa. Tutte le edizioni possibili di In RainYorke, sempre più decisi a sperimentare, sia a livello mu- re voragini emotive. Non resta che ritornare sul pianeta bows, da quella basic in download al cofanetto extralusso sicale che lirico. Nessun singolo viene estratto da Kid A terra e cercare altri metodi innovativi, senza che la musica con un CD di inediti, libri, fotografie e vinili, sollevano lo (da Amnesiac però saranno ben tre, tra cui la monumentale sfugga di mano e vada per conto proprio. Ci vorrà qual- stesso dubbio, ovvero se la qualità di pezzi come Weird Pyramid Song), a rimarcare come sia un corpus unico da che tempo, e pur con grandi momenti creativi, la parabola Fishes/Arpeggi, Bodysnatchers e Jigsaw Falling Into Place sia consumare interamente e non una raccolta di brani, ma successiva a Amnesiac non punterà mai più verso il cielo e sufficiente a garantire l’immortalità al disco oppure che il ancora una volta la sfida viene vinta dalla formazione di lo spazio esterno, ma verso quello interno e personale. concept sia più importante del risultato. La vita sul palco Oxford, che sbanca le classifiche, vince ogni resistenza di dei Radiohead prosegue senza interruzioni e senza cali di pubblico e critica e diventa la più importante ed eccitante I NOSTRI ULTIMI DIECI ANNI tensione, anzi, confermando come il live sia ormai il vero rock band del pianeta, con buona pace degli inseguitori. I Spesso sono stati scanditi dai dischi dei Radiohead, dalla punto di forza degli inglesi. E una specie di esibizione live, tour seguenti, che includono fortunatamente anche l’Ita- loro totale indipendenza artistica, dalle rivoluzioni extra- ma in studio, è alla base di The King Of Limbs e From The lia, vedono Yorke e amici in uno stato di grazia, con esi- musicali (la scelta di “regalare” o quasi un proprio album, Basement, ultimi progetti a portare la forma dei cinque. bizioni da tramandare ai posteri e che fanno il paio con il discusso In Rainbows), ma soprattutto da una rarefazione Il primo è una variazione sul canovaccio delle due prequelle giustamente entrate negli annali in supporto a Ok dell’attività, con tre soli lavori pubblicati in un decennio. cedenti uscite, il secondo è un DVD che riprende la forComputer. Il migliore resta Hail To The Thief, successivo a Amnesiac, mazione alle prese con i pezzi del disco nella propria sala Il palco è ormai un territorio di ulteriore sperimentazio- uscito nel 2003, che suona però inevitabilmente come prove. I nostri sembrano rilassati e sorridenti come mai ne, con Jonny Greenwood eletto direttore musicale, Thom un compromesso tra l’ala più dura e quella più pop del prima d’ora, scevri da ambizioni di classifica o vendita e Yorke come il più improbabile dei frontman e Ed O’Brien, quintetto, finendo per mancare di coraggio, ma pure di un consci di essere gli unici a poter decidere del destino della Phil Galway e Colin Greenwood a completamento di una appeal commerciale più marcato. In questa terra di mez- band. E chissà che prima o poi non sia di nuovo ora di un line-up compatta e perfettamente sincronizzata. 2000 e zo si salvano episodi eccellenti come 2+2=5, There, The- nuovo viaggio verso destinazioni sconosciute.
LIVE IN THE USA Le scaletta dei Radiohead cambia ad ogni concerto. Thom Yorke e soci scelgono le canzoni all’interno di un repertorio che preparano accuratamente e di cui dispongono a piacimento sera dopo sera. Ecco tutte le canzoni che hanno suonato tra febbraio e aprile negli Stati Uniti, in ordine alfabetico. 15 Step, Airbag, All I Need, Bloom, Bodysnatchers, Climbing Up The Walls, Codex, Cut A Hole, Everything In Its Right Place (With “After The Gold Rush” intro), Feral, Give Up the Ghost, How to Disappear Completely, I Might Be Wrong, Identikit, Idioteque, Karma Police, Kid A, Little by Little, Lotus Flower, Lucky, Morning Mr. Magpie, Myxomatosis, Nude, Packt Like Sardines in a Crushd Tin Box, Paranoid Android, Planet Telex, Pyramid Song, Reckoner, Separator, Staircase, Street Spirit (Fade Out), Subterranean Homesick Alien, Supercollider, The Amazing Sounds of Orgy, The Daily Mail, The Gloaming, The National Anthem, There There, These Are My Twisted Words, Weird Fishes/Arpeggi, You and Whose Army?
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Giulia, Francesco e Andrea hanno vissuto 5 giorni indimenticabili a Vienna, un pieno di emozioni! Hanno visitato luoghi ricchi di arte e cultura, hanno attraversato il Danubio, giocato, ballato il valzer e fatto le ore piccole in discoteca. Parti subito anche tu! Tutti i soci CTS possono prenotare volo a/r e 2 notti in hotel 3 stelle, con prima colazione, a partire da 217 euro tutto compreso. Scopri Vienna e il viaggio dei 3 testimonial su www.ctsassociazione.it/viennaperte
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LIVESTYLE I biglietti del tour dei Blink 182 sono in vendita presso i negozi Fnac!
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ALL THE BIG
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Dopo quasi otto anni di pausa, i Blink-182 sono tornati insieme. Archiviate polemiche e incomprensioni, Tom, Mark e Travis hanno pubblicato un disco (Neighborhoods, 2011) e ripreso a suonare dal vivo - li aspettiamo in Italia, a Milano, il prossimo 3 luglio. Ma in tutto questo tempo qualcosa è cambiato, qualcosa di cui si cominciavano a scorgere i segni anche prima dello scioglimento ma che solo ora si può identificare con chiarezza. In attesa di vederli all’opera sul palco, cerchiamo di capire cos’è successo.
a
di Marco Rigamonti
nno 2000: tre ragazzotti con la faccia da a caratteri cubitali la scritta “No more parents”, mentre ge malinconico che introduce un ritornello decisamente schiaffi scendono da un jet privato vestiti decine di ragazzi cercano di divertirsi ad un party deca- agrodolce. di bianco come i Backstreet Boys, attesi da dente, condito da noia e un pizzico di violenza. è buio, migliaia di fan trepidanti. Si esibiscono in non c’è nessun ammiccamento sessuale e il testo di Up All QUALCOSA IN PIÙ balli ridicoli al rallentatore e la loro strafottenza buca lo Night scandisce frasi ad alto tasso riflessivo, come “Tutti Da ragazzini irriverenti a uomini coscienziosi il passo schermo. La parola d’ordine è parodia, per esorcizzare crescono i propri figli in un mondo che trasforma la vita non è per niente breve, come del resto non è stato breve l’overdose di raccapricciante dolcezza che il periodo di pausa che si sono presi i Blink nascondeva (ma poi neanche tanto) messaggi 182 tra il quinto e il sesto album della loro «Quella dei Blink è un’evoluzione interrotta subliminali a sfondo erotico delle innumerecarriera. è vero, la maturità va a braccetto sul più bello, che oggi si concretizza in modo voli boy band degli anni ’90. Le parole di All con l’età, e i tre californiani sono cresciuti e inequivocabile» The Small Things sono buttate quasi a caso, hanno fatto un salto non proprio trascuragiusto per rispettare la metrica: il ritornello bile (oggi oscillano tra i 35 anni e i 40 anni). è una serie di na-na-na buoni per essere cantati in coro in un gioco amaro” e “Tutti vivono per raccontare la fa- Ma è davvero possibile giustificare una svolta così maral ritmo di schitarrate punk con evidenti intenzioni pop. vola di come un giorno moriremo da soli”. Perfino l’ar- cata semplicemente con il tempo? Che cosa è successo Anno 2011: la telecamera inquadra un muro che riporta rangiamento del pezzo fa pensare alla notte, con un brid- ai Blink del decennio di bagordi pop-punk? Quali acca-
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dimenti hanno contribuito al cambio di direzione piutto- sioni che avevano portato anche alla cancellazione di un IL SEME ERA GIà STATO PIANTATO sto deciso della band (identificabile soprattutto nei testi tour americano. Barker e Hoppus si sentono traditi, e ur- Neighborhoods (uscito a fine 2011 dopo una lunghissima e nell’atteggiamento, ma di riflesso anche nella musica)? lano tutto il loro risentimento nei confronti di DeLonge gestazione) si focalizza su argomenti decisamente più peE pensare che proprio quel fatidico quinto album - inti- attraverso il brano No It Isn’t, incluso nel disco del loro santi rispetto ai primi appuntamenti di First Date o alle tolato semplicemente Blink 182 e pubblicato dalla mitica nuovo progetto +44 (uscito nel 2006). Nel frattempo il evanescenti turbe adolescenziali di What’s My Age Again? Geffen Records – sembrava avere acceso un interruttore: confuso traditore scompare rifugiandosi in una dipen- e Dammit. Il sesto lavoro in studio dei Blink-182 parla di la critica si era schierata dalla loro parte, lodando i passi denza da farmaci, per poi rispuntare dal nulla con un sogni infranti (Ghost On The Dance Floor) e diffidenza (Heavanti rispetto alla spensieratezza dei dischi precedenti, supergruppo tuttora in attività, gli Angels & Airwaves. art’s All Gone). Il tema della morte si annida praticamente e anche i fan avevano apprezzato l’impegno nella ricerca Come purtroppo spesso accade, ci vuole una tragedia per in tutti i testi, e porta con sé riflessioni che spaziano daldi soluzioni che sembravano aggiungere qualcosa all’or- far si che le strade dei Blink si ricongiungano: nell’agosto la solitudine alla religione, dalla perdita dell’innocenza dinario rock da classifica da loro proposto in passato. del 2008 muore Jenny Finn, il produttore dei loro successi. al disfattismo. Si fa fatica a trovare un qualsiasi tipo di Evidentemente il processo di maturazione aveva già avu- è in questa occasione che i tre hanno modo di guardarsi rivendicazione superficiale, anzi, si palesa un eloquente to inizio, forse come conseguenza della paternità dei tre negli occhi e di tornare a comunicare. Ma non finisce qui: condanna nei confronti della futilità e del vuoto prodotto componenti del gruppo. Messi di fronte a una dall’apparenza e dall’esibizionismo fine a se situazione di responsabilità è plausibile penstesso. «Dall’esterno sembra che io sia l’eterno giovane sare che abbiano avuto la voglia e il coraggio è naturale che chi conserva il ricordo dei tre ribelle con i Blink e il filosofo con gli Angel di ritoccare (seppur leggermente) la propria californiani di inizio millennio possa fare fatica & Airwaves; ma i Blink giù dal palco sono seri espressione artistica, cercando un’evoluzione. ad accettare il cambio di tonalità, ma l’osservacome gli Angels sul palco, e gli Angels giù dal Ma sul finire del tour europeo del 2004 le cose tore attento non può stupirsi più di tanto, perpalco fanno scherzi stupidi come i Blink sul palco» ché la verità è che il seme era già stato piantato cominciano a non girare: i rapporti tra i memTom Delonge bri della band si fanno piuttosto tesi. La tenda molto tempo. Prendiamo Enema Of The Stasione degenera definitivamente quando Tom te, il disco che ha proiettato i Blink nell’Olimpo DeLonge non se la sente più di continuare l’avventura, co- neanche un mese dopo il batterista Travis Barker soprav- di Billboard. Se è vero che il trio ha raggiunto il succesmunicando la sua decisione nel peggiore dei modi, ovvero vive a un incidente aereo di ritorno da un evento in South so mondiale grazie a già citati singoli come All The Small per interposta persona. Tom cambia numero di telefono Carolina. è un momento che inevitabilmente lo porta a ri- Things, non ci si può dimenticare di un pezzo come Adam’s per evitare conversazioni sgradevoli con Travis Barker e flettere sull’importanza relativa di qualche discussione di Song, terzo e ultimo singolo estratto da quell’album. CoMark Hoppus. I primi Blink finiscono qui. troppo e sulla leggerezza con cui semplici incomprensioni mincia così: «Non avrei mai pensato di morire da solo». In si sono trasformate in problemi insormontabili - quando un solo verso ci sono ben due accenni ai discorsi che solo TRADIMENTO E RIAPPACIFICAZIONE in realtà i problemi sono altri. Guarda caso, pochi mesi oggi vengono davvero sviscerati e affrontati con un’altra Proprio quando all’orizzonte sembrava stagliarsi l’ini- dopo arriva l’annuncio ufficiale: i Blink-182 sono di nuovo maturità (morte e solitudine). Nonostante Hoppus abbia zio di una nuova epoca, la storia dei californiani s’inter- una band. E, cosa non meno importante, sono di nuovo sottolineato che la storia raccontata in Adam’s Song fosse rompe; e nemmeno tanto bruscamente, visto che prima amici. I tasselli cominciano a formare un quadro ben defi- assolutamente contro il suicidio, certe frasi prese singolardell’annuncio ufficiale erano trascorsi mesi di incompren- nito: ora la nuova era può davvero avere inizio. mente lasciavano un bel po’ di spazio all’interpretazione
LINE UP. Da sinistra a destra Tom Delonge (chitarra, voce), Mark Hoppus (basso, voce), Travis Barker (batteria)
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Eventi
A Z Z E R A P A C
to 23 giugno ore 12.00 ba sa | O TR N E C O IN FNAC TOR giugno ore 17.00 23 to ba sa | O N A IL M C FNA
Dal 19 giugno
Scopri il programma completo degli Eventi su fnac.it Libri, cd, dvd, blu-ray, videogiochi, nuove tecnologie, biglietteria, eventi Firenze | Genova | Milano | Napoli | Roma | Torino | Verona
© flavioefrank
Caparezza raccoglie in un cd e un dvd tutto l’immaginario del suo spettacolare Eretico Tour 2011-2012, tutt’ora in corso e visto già da oltre 300.000 spettatori. Incontriamo Caparezza in occasione dell’uscita di Esecuzione pubblica.
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DISCO STORY
1994 Cheshire Cat
Tiepido esordio della band statunitense, ancora lontano in termini artistici dal poppunk che diede loro successo. Ma è solo l’inizio di una storia molto lunga
1997 Dude Ranch
Poco considerato dai fan, Per i Blink-182 è il loro miglior disco. Delonge e soci iniziano a gettare le basi del loro successo attraverso melodie di facile presa.
1999 Enema Of The State
In sole due parole: pop-punk. Il disco della svolta, ricco di potenziali hit e video di successo. Considerato ancora oggi il simbolo della musica alternative melodica.
2001 Take Off Your Pants And Jacket
Look curato nei minimi dettagli e una strana fame di maturità porta il trio sulle strade del rock, spiazzando i fan. Seppur valido artisticamente per i media è un passo falso.
2003 Blink-182
La parabola discendente si fa sempre più evidente. Prova evidente è questo disco omonimo, scialbo e privo di mordente. Da lì a poco la decisione di separarsi.
2011 Neighborhoods
Il ritorno dei Blink-182 coincide con l’ennesimo cambio di stile. Un disco maturo e riflessivo, lontano dalla solarità dei suoi predecessori. Piace a pubblico e critica.
(«Vi dispiacerà quando non ci sarò più» / «Per favore, dite alla mamma che non siderando il percorso dei californiani per intero è possibile ascoltare Neiè colpa sua»), e il tributo a Come As You Are («I took my time / I hurried up / ghborhoods con l’ottica giusta: così l’approccio new wave di This Is Home The choice was mine / I didn’t think enough») rievocava l’immagine di Kurt non suona forzato e fuori posto. Così la storia d’amore in un ospedale Cobain e del suo irrimediabile gesto. Oltretutto nel maggio del 2000, di psichiatrico dai contorni dolcissimi raccontata nell’ultimo video (quello di fianco al corpo sospeso di Greg Barnes - un diciassettenne che si era tolto After Midnight) non pare più ridicola e poco credibile, ma esalta il valore la vita dopo essere sopravvissuto a uno dei massacri scolastici più vio- autobiografico di un disco sincero e profondo. lenti di cui gli Stati Uniti abbiano memoria (quello della Columbine High Rimane solo un aspetto da considerare: come si comporteranno dal School nel 1999) – viene trovato uno stereo che manda in loop proprio vivo. L’ultima volta che hanno calcato un palco italiano risale a più di quel pezzo. E quando Dj Am (Adam Goldstein), membro dei Crazy Town 8 anni fa: che effetto farà rivederli onstage? Rimarranno fedeli alla loro e unico altro sopravvissuto nell’incidente aereo di Barker, perde la vita nel proverbiale furia live - che si traduce in pezzi suonati molto più veloce2009 a causa di un overdose, i Blink smettono di suonare Adam’s Song dal mente rispetto alle registrazioni accompagnata dal fedele “toilet humor” vivo, e pare che la decisione sia tra un brano e l’altro? Oppure irreversibile. Destino beffardo; si sentiranno più a proprio agio «Il tema della morte si annida praticamente ora che un pezzo simile potrebrispettando i nuovi canoni di in tutti i testi, e porta con sé riflessioni che be dire la sua in un contesto crescita professionale? Tom spaziano dalla solitudine alla religione, più intenso, viene gioco forza DeLonge ha risposto così a una dalla perdita dell’innocenza al disfattismo» rimosso dalla scaletta. Nel sucdomanda che gli era stata posta cessivo Take Off Your Pants And a proposito del ruolo differenJacket, in mezzo a tanti schizzi allegri e leggerini, si percepisce un barlume te che assume nelle due band in cui suona: «Dall’esterno sembra che io sia di impegno con Stay Together For The Kids; con l’omonimo quinto album il l’eterno giovane ribelle con i Blink e il filosofo con gli Angel & Airwaves; ma i passo si fa molto più deciso, e le note e i testi malinconici dei singoli I Miss Blink giù dal palco sono seri come gli Angels sul palco, e gli Angels giù dal palco You, Down e Always valgono più di mille parole. fanno scherzi stupidi come i Blink sul palco”. Doppia personalità? Esigenze di comunicazione che richiedono atteggiamenti diversi? Forse due lati che SINCERITà convivono in Tom da sempre. Comunque decideranno di porsi, ci aspetIn conclusione, non è corretto parlare di un cambio radicale e repenti- tiamo che lo show si attenga al loro istinto: che si tratti di fare del sano no. Quella dei Blink è un’evoluzione interrotta sul più bello, che oggi si umorismo o di meditare su temi importanti, gli atteggiamenti onesti e concretizza in modo inequivocabile. Solo eliminando i pregiudizi e con- sinceri convincono sempre.
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Double face ROCK’N’FASHION
L
’estate, si sa, è la stagione dei viaggi e della musica. Si comincia a giugno, complici la bella stagione, la fine della scuola e i ritmi lavorativi più blandi (anche se non per tutti), e si va avanti fino a settembre. Quest’anno si parte con la quinta ingranata con il rock più macho in tutte le sue sfaccettature: inizio con Litfiba e Soundgarden per continuare con gli Offspring e finire con gli Incubus. A capitanare la combriccola, il leader per eccellenza, il boss, anzi The Boss. Bruce Springsteen arriva con l’abituale look da vero rocker Born In The Usa: la bandana sulla fronte, i jeans e la camicia a quadri hanno lasciato il posto a dei più sobri pantaloni, camicia e gilet tutti
rigorosamente scuri, ma l’imprinting è rimasto quello e la Fender a tracolla pure. A farla da padroni saranno quindi i maschi, ma il fronte femminile non è da meno, schiera una sola sfidante (ma è anche lei un pezzo da novanta). Stiamo parlando di Madonna, in Italia per tre date, nella settimana successiva al suo antagonista maschile. Sarà un duello a colpi di rock e pop-dance che Miss Ciccone si giocherà sul fronte estetico con un tripudio di abiti usciti dalle maison più modaiole. I tempi più frivoli e dalle reminescenze punk tutti T-shirt, pizzi, lacci e capelli cotonati alla «Ho messo tutto quello che mi è capitato sotto mano» tipicamente di inizio anni Novanta hanno fatto spazio alle mise create
dai più famosi designer, prima tra tutte quella ideata da Jean Paul Gaultier per il Blond Ambition Tour del 1990 con il celeberrimo corsetto con reggiseno a punta. Quest’anno si è ricreato il sodalizio e lo stilista francese ha disegnato una rivisitazione in 3D del bustino, facendolo diventare una vera e propria gabbia che imprigiona un pantalone dal taglio maschile e una camicia bianca (che tra l’altro saranno solo uno dei tanti outfit indossati durante lo show). Volendo dare una lettura simbolica, un capo giovanile e sexy che nasconde il più classico degli abbinamenti. Come dire un aspetto da ragazza che nasconde una 54enne. Le due facce della Madonna di oggi. (F.V.)
L’oreal men expert: il trattamento Vita Lift 5 risponde con un unico gesto alle principali esigenze maschili, € 12,90
Brema: giubbino in pelle effetto used, con quattro tasche e maxi-logo sul braccio, € 648
Timberland: camicia in cotone tartan blu e rossa, € 99
Rayban: Wayfarer in acetato nero con all’interno delle aste testi “peace and love”, ispirato ai movimenti degli anni ’60, € 150,20
Refrigue: pants: jeans stretch quattro tasche, € 89
ONSTAGE
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GIUGNO
Levi’s Footwear: stivaletto grigio con tomaia in nabuck spazzolato, € 179
ROCK’N’FASHION
Miu Miu Eyewear: occhiale dalla silhouette sofisticata, forme anni quaranta a dettagli moderni, espressione creativa di una nuova attitudine di stile, € 272,20
Kontatto: maxi T-shirt in cotone grigio puntinato multicolor con stampa Madonna, € 35
L’Oreal Paris: uno sguardo infinito con Super Liner Perfect Slim, € 15,50
Levi’s: shrunken trucker, giubbino denim, € 101
JG - Gaudì Jeans: shorts in denim arancio, € 61 Via Uno: sandalo open toe in pelle nera con tacco e listelli laterali, € 129,90
ONSTAGE
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GIUGNO
CESARE CREMONINI TOUR 2012
OTTOBRE 26 TORINO palaolimpico 27 MILANO mediolanum forum 30 GENOVA 105 stadium
NOVEMBRE 3 PERUGIA palaevangelisti 4 FIRENZE obihall 6 PORDENONE palasport forum 7 PADOVA gran teatro geox 9 BOLOGNA paladozza 10 RIMINI 105 stadium 13 ROMA palalottomatica 15 NAPOLI palapartenope
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WHAT’SNEW
Musica, cinema, videogames, libri
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Un mese ricco di grandi ritorni: i Sigur Rós con il loro Valtari, Patti Smith pubblica Banga dopo il successo sanremese, Slash accompagnato da Myles Kennedy, gli Hives e il cambio di rotta dei Finley.
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Rock Of Ages si propone come film svolta per Tom Cruise, che racconta gli anni ‘80 dell’hard rock; Sacha Baron Cohen dopo Borat torna alla ribalta con Il Dittatore e vi consigliamo anche W.E. - Edward e Wallis, 21 Jump Street e Chef.
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Cesare Cremonini La teoria dei colori (Universal)
HHHHH
L’IMMAGINAZIONE AL POTERE
Altro mese, altre sfide: lasciatevi coinvolgere da Max Payne 3 e Dragon’s Dogma. Non ne avete abbastanza? Ecco, Sniper Elite V2 e Ghost Recon: Future Soldier.
Il quarto disco solista di Cesare Cremonini è uscito lo scorso 22 maggio, anticipato dal singolo Il comico (Sai che risate). La teoria dei colori è un nuovo passo in avanti per il cantautore bolognese, che conferma la sua crescita in ambito musicale e, soprattutto, narrativo. di Daniele Salomone - Foto: Alessio Pizzicannella
C
redo che Cesare Cremonini sia il miglior autore sime e in questi casi il rischio di restare delusi è grande. colori la sua abilità narrativa è cresciuta fino a sconfinare italiano della sua generazione. Mi piacciono le Non accadrà. nella poesia, da cui ha preso a prestito qualche strumensue canzoni, che sono racconti. Mi piace il modo Da un punto di vista musicale, è il Cremonini che mi to. Sono emblematiche le strofe del primo singolo, Il coin cui trasforma esperienze e cose umane, anche se in- piace, poliedrico e mai banale. Non è un caso che abbia mico (Sai che risate): “Non so dirti una parola/Non ho niente significanti come la marmellata, in personaggi, oggetti scelto un titolo come La teoria dei colori: è una dichiarazio- di speciale/Ma se ridi poi vuol dire/Che una cosa la so fare/Se e situazioni delle sue storie. Non ci sono limiti a questo ne d’identità artistica, un riferimento alle mille variazioni mi lancio in un’aiuola/Casco e non mi faccio male”. Il comico processo, perché l’immaginazione è padrona assoluta, stilistiche dell’album. «Partiamo sempre con l’idea di fare è la metafora di chi ha poco da offrire ma è disposto a è il motore che trasforma in universali esperienze che dischi monocromatici - mi ha raccontato - ma alla fine ci ritro- offrirlo fino a farsi un male che non duole, perchè avrà sono personali - la scrittura di Cesare è amore come ricompensa. O ancora il testo sempre autobiografica. Fin dai tempi di de La nuova stella di Broadway (il mio pezzo Con La teoria dei colori l’abilità narrativa di Cesare 50 Special, un vero inno generazionale, preferito): il businessman che guardando Cremonini è cresciuta fino a sconfinare nella poesia, con quelle colline bolognesi che diventauna ballerina «vede nascere una dea» è l’arda cui ha preso a prestito qualche strumento. no l’orizzonte ideale di ogni adolescente. tista che compone la sua opera e se ne stuSarà perché siamo (quasi) coetanei e il suo pisce, come se quella creazione fosse invomondo è il mio, ma spesso ho la sensazione che le sue viamo con tante sfumature diverse. Così, l’abbiamo messo nero lontaria. canzoni mi appartengano quanto appartengono a lui. su bianco». Nelle undici tracce c’è il rock di chi ama l’InPer quanto i confini di Cremonini siano molto ampi Ho un’alta considerazione anche delle capacità musicali ghilterra (Il comico), la canzone d’amore (L’uomo che viag- merito di un orecchio sempre attento e di un gusto evidi Cremonini: ascoltare i suoi album è come fare un giro gia fra le stelle), il rock’n’roll più classico (Stupido a chi?), la dentemente raffinato - credo si possa dargli del cantausulle montagne russe: una lenta salita e un’improvvisa ac- ballata per pianoforte (Amor mio), persino il jazz (Il sole, tore. Dovendo scomodare illustri interpreti del ruolo, celerazione, poi un giro della morte e dopo un rettilineo un capolavoro). C’è il suono dei nostri giorni e ci sono Cesare sta idealmente in mezzo a De Gregori e Dalla, per rifiatare. E ancora un altro scatto. Con il cuore che atmosfere vintage. Su e giù sulle montagne russe. Parte meno malinconico di Francesco e meno cinico di Lucio. È batte forte, prima che arrivi quella piacevole sensazione del merito è di Walter Mameli, produttore e mentore di difficile raggiungere il livello di cotanti Maestri, ma Cesadi relax che segue una scarica di adrenalina. Niente male. Cesare, che di questa giostra è l’ingegnere. re va per la sua strada, con il suo stile. È importante che Però ascoltare La teoria dei colori con queste premesse, paCiò che più mi rapisce di questo nuovo lavoro di Cre- consideri questo (gran) disco come una tappa e non come radossalmente, non aiuta. Le mie aspettative sono altis- monini è ancora una volta il linguaggio. Con La teoria dei una meta. Ho fiducia nella sua intelligenza.
ONSTAGE
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GIUGNO
WHAT’S NEW Musica
Finley
Buona la sesta!
Fuoco e fiamme (Gruppo Randa)
Tornano gli islandesi Sigur Rós con un disco, il sesto in studio, persino più affascinante dei già apprezzati predecessori. Jonsi e compagni confermano la propria formula stilistica, rafforzando la qualità delle composizioni.
HHH di Guido Amari
di Stefano Gilardino
U
na volta tanto, fa piacere constatare come il sesto disco in studio di una band, in questo caso Valtari degli islandesi Sigur Rós, sia il loro migliore in assoluto, senza nulla togliere alla forza dirompente di altri episodi della loro carriera come Ágætis Byrjun o ( ), splendidi esempi della poetica del gruppo guidato dal cantante Jonsi. Episodi, tra l’altro, che hanno contribuito in maniera fondamentale all’enorme e quasi inaspettato successo della band in tutto il mondo, oltre che a conquistare il rispetto e la stima di colleghi come Thom Yorke. Detto ciò, da Valtari non aspettatevi chissà quali rivoluzioni, i territori su cui si muove il gruppo sono fondamentalmente sempre gli stessi, indecisi tra certa ambient alla Brian Eno, aperture melodiche di grande intensità,
lunghi passaggi strumentali e quel sound ormai certificato alla Sigur Rós che li ha resi delle star improbabili della musica rock mondiale. La differenza, come spesso si dice in questi casi, lo fa il materiale che, nel caso di Valtari, appare più ispirato e a fuoco che negli ultimi episodi ed esalta i loro punti di forza. Aggiungete una spruzzata di elettronica in più e il gioco è fatto, come testimoniato anche dal bassista Georg Hólm che ha subito eletto il disco come suo preferito del quartetto. Detto della qualità collettiva del lavoro, il meglio arriva verso la fine con la tripletta Varðeldur, Valtari e Fjögur Píanó, una chiusura davvero da applausi. Dopo un disco del genere, la voglia di ascoltarli e vederli dal vivo non può che aumentare.
Sigur Rós Valtari (EMI)
HHHH H
Come per molti loro colleghi, anche per i Finley è arrivato il momento di smarcarsi dalla rete di una major discografica per provare a camminare da soli con le proprie gambe. Etichetta personale - Gruppo Randa come il pezzo che apriva il disco precedente Fuori! - e la voglia di dimostrare che l’etichetta di boy band del pop-punk è ormai fuori luogo per un gruppo che è cresciuto a sufficienza per imporsi solo con la forza della propria musica. Completato il quartetto con l’ingresso di Ivan al basso, i Finley hanno mollato gli ormeggi, facendo rotta verso un suono rock a tutto tondo, aiutati per l’occasione dall’esperienza di Guido Style, autentica arma in più di questo nuovo capitolo discografico intitolato Fuoco e fiamme. E se i rigurgiti punk pop affiorano qua e là - vedi Fantasmi, per esempio -, la sensazione è che le frecce all’arco dei Finley siano aumentate in quantità e qualità. Il folk di Il meglio arriverà, complice la partecipazione di un monumento nazionale come Edoardo Bennato, l’omaggio a Buscaglione di Bonnie & Clyde, l’elettronica della conclusiva Neve sono solo alcuni dei momenti migliori di un album che, siamo certi, spiazzerà anche i fan più dedicati. La parte del leone, però, la fa il classic rock, utilizzato dal quartetto come mezzo espressivo privilegiato in Fuoco e fiamme, Eva e nell’immancabile ballad L’unica paura che non ho.
John Mayer Joey Ramone
Serpenti
(BMG)
(Universal)
“…Ya Know?”
HHH di Guido Amari
Sono passati undici anni dalla prematura e dolorosa scomparsa di Joey Ramone e ancora riesce difficile farsene una ragione, specialmente pensando a una carriera che prometteva nuovi esaltanti sviluppi. La verità, però, è che probabilmente questo secondo lavoro dell’ex frontman dei Ramones sarà l’ultimo a suo nome, quello che raccoglie ciò che era rimasto fuori dal suo esordio solista. A completare questa lunga serie di demo, oltre ai due nomi principali - il fratello di Joey, Mickey Leigh, e il produttore storico Ed Stasium si sono alternati moltissimi amici musicisti dello spilungone newyorchese. Il cast, così, si è trasformato in una specie di all-star band a cui hanno partecipato Little Steven, Joan Jett, Richie Ramone, Jean Beauvoir, Andy Shernoff e molti altri, perfetti per colorare e consegnare alla storia una manciata di nuove canzoni. Ci sono due ripescaggi di vecchi classici in versione acustica - Life’s A Gas e Merry Christmas (I Don’t Want To Fight Tonight) proprio dei Ramones - e alcuni episodi che aumentano, se possibile, il rammarico per la sua scomparsa: la ballata Waiting For That Railroad, la splendida What Did I Do To Deserve You?, il singolo Rock’n’Roll Is The Answer - splendido incrocio tra Ramones e AC/DC - e l’inno New York City, dedicato alla città che gli ha dedicato una via dopo la sua morte.
Born And Raised (Sony Music)
Serpenti
HHH di Marcello Marabotti
C’è stato un periodo in cui i gruppi italiani, come quelli americani e inglesi, si rifacevano al regno animale. Beatles, Crickets, Birds, Animals, I Corvi, I Camaleonti - solo per citarne alcuni. Da qualche tempo, questa colorata usanza sembra esser tornata di moda, soprattutto nel mondo indie. I Cani, L’orso, 2Pigeons sono magnifici esempi di questa nuova stagione, frutto di anni vissuti a segni alterni per la musica italiana. Il caso dei Serpenti, però, è diverso, perché il nome deriva da Luca Serpenti, bassista che con Gianclaudia Franchini (voce), forma una delle migliori miscele che ci sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi. Dopo l’esperienza Ultraviolet, il duo ha lasciato da parte le chitarre per i sintetizzatori. Un suono fresco, con un bel tiro, al limite della italo-disco anni 80 in brani come Tenax, canzone scritta tanti anni fa da Stefano Previsti ed Enrico Ruggeri (originariamente interpretata da Diana Est) che i Serpenti ripropongono in versione electro-dance: è il manifesto artistico di un duo che riesce a sorprendere grazie a suoni e ritornelli che rimangono in testa come colla sulle dita. Per trovare altri esempi della sintonia che regna all’interno della band, basta prendere i singoli Io, tu e noi e Senza dubbio. «Tu sei di un altro mondo/Hai tutto quello che vuoi/Conosco quel che vale/ Una ragazza come te». Che Luca, guardandola negli occhi, l’abbia cantata a Gianclaudia?
ONSTAGE
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GIUGNO
HHH di Claudio Morsenchio
Il rock americano ha sfornato diversi piccoli-grandi geni delle sei corde capaci di interpretare con tocco personale tutto quello che di buono è stato scritto e suonato in questi decenni di rock. Mayer è uno di questi, abile menestrello della chitarra capace di destreggiarsi con classe nello spazio infinito della musica - ha ottenuto importanti riconoscimenti, sfornato pluridecorate collaborazioni e venduto tonnellate di dischi. Con l’occhio che strizza al mainstream, la ricetta del sopraffino compositore sta tutta nella creazione di melodie toccanti e al tempo stesso discrete, che conquistano con pochi ma azzeccati ingredienti: una voce sexy e pop al punto giusto, una chitarra prettamente unplugged, una marcata atmosfera vintage arricchita da giri blues, armoniche e ammiccanti ballad. Preziosa la collaborazione con Graham Nash e David Crosby nel brano che dà il titolo all’album, nobile l’apporto del pianoforte nell’incedere snob di Love Is A Verb. Alla regia c’è Don Was - semidio della produzione già con Bob Dylan, Rolling Stone e B.B. King - che esalta nei minimi dettagli tutti i brani, rendendo la musica ancora più eterea, sfuggente ed impalpabile di quanto sarebbe spogliata di tutti i suoni. Born And Raised è un viaggio sincero e confortevole nelle sonorità “piacione” del Nuovo Continente.
WHAT’S NEW Musica
Slash
Apocalyptic Love
(Roadrunner Records)
HHH
The Hives (Disque Hives/Sony)
HHH
di Marcello Marabotti
Se siete tra quelli che guardano al 21 dicembre con il timore della profezia Maya, Slash vi è venuto incontro: «La traccia d’apertura (e title track, ndr) è un modo divertente per incitare all’ultima fiammata prima della fine del mondo». Premete play, alzate il volume a tavoletta e lanciatevi con il piede sull’acceleratore oltre il confine del rock insieme all’ex Guns: non avrete più paura di nulla. Impossibile resistere alla potenza del suo nuovo lavoro, scritto con il frontman degli Alter Bridge, Myles Kennedy, sulla linea ritmica di Brent Fitz (batteria) e Todd Kerns (basso), la stessa formazione che ha accompagnato Slash nel suo ultimo tour - è in quei mesi che è nato Apocalyptic Love. 13 pezzi dal tiro catchy, una lunga corsa a perdifiato scandita dagli assoli del guitar hero, assecondati in sala di registrazione dalla geniale mente del produttore Eric Valentine che si è inventato - per ovviare all’insofferenza del chitarrista californiano verso le cuffie - la Slash Box: una stanza completamente insonorizzata all’interno dello studio solo per il Cilindro nero, in modo che potesse suonare come fosse dal vivo. Il risultato è un lavoro diretto, immediato: non occorre essere appassionati di rock per capire che Lui è un simbolo di questo genere. Consiglio: tenete la musica di Slash a portata di mano, vi farà ballare anche a dicembre.
di Stefano Gilardino
Nati e cresciuti all’interno della scena punk e garage svedese, gli Hives hanno ben presto ampliato i propri orizzonti, complice un colpo di fortuna di quelli che ti cambiano la vita. Il pezzo Hate To Say I Told You So piace ad Alan McGee della Creation (etichetta degli Oasis, tanto per dire), il quale decide di pubblicare una compilation degli Hives per l’Inghilterra, paese in cui diventano delle star in modo inaspettato. Da lì in avanti, i cinque si conquistano fama e rispetto con un disco eccellente (Tyrannosaurus Hives), finendo però per mostrare la corda col successivo e spompo The Black And White Album. A distanza di cinque anni, la tavola delle leggi degli Hives, come recita il titolo, è qui per cercare di correggere la rotta e riportare la band sul tetto del mondo. Ci riuscirà? Non ne siamo proprio certi, un po’ perché cinque anni sono un’eternità nell’effimero mondo del rock attuale e poi perché i dodici brani del disco convincono fino a un certo punto. E il problema è sempre lo stesso: fino a quando il quintetto ripropone la formula classica alla Hives, tutto funziona liscio (Go Right Ahead e 1000 Answers per esempio), ma quando tenta di smarcarsi da un suono troppo definito non riesce quasi mai a trovare la zampata giusta. Spiacenti, ma la legge, per ora, non può entrare in vigore.
Patti Smith è una presenza costante nel nostro paese. Tante sono state le occasioni per vederla in concerto (e non solo) negli ultimi anni. Mancavano da tempo, invece, nuove canzoni e Banga colma questo vuoto: ennesima dimostrazione di classe. di Claudio Morsenchio
L
LIST
La playlist dei brani più ascoltati a maggio dalla redazione di Onstage (in ordine rigorosamente casuale)
CESARE CREMONINI
BENTORNATA ELEGANZA a commovente esibizione all’ultimo Festival di Sanremo, quando - sul palco con i Marlene Kuntz - abbiamo ammirato la straordinaria artista che da anni amiamo aveva portato ai massimi livelli la voglia di ascoltare qualcosa d’inedito firmato Patti Smith. Finalmente l’attesa è finita: dopo otto lunghissimi anni, ecco il lavoro nuovo di zecca della Sacerdotessa del rock, che si ripresenta sulle scene offrendoci una stupenda fotografia del nostro tempo, fra ballate riflessive e dolci e taglienti liriche. La sua personale timbrica e i soliti toccanti racconti sono accompagnati da fidi scudieri che confezionano, fra acustico ed elettrico, un tappeto musicale corposo ed appassionato, fitto di
HOT
Lex Hives
pianoforti sussurrati, archi ed accelerazioni rock. Tutto è poetico, in una costante contaminazione di suoni, colori ed intensi significati. Amerigo è un apripista dedicato alle esplorazioni del nostro Vespucci, Fuji-San una dedica al popolo giapponese in debito verso la natura, This Is A Girl un ricordo sofferto e solare in memoria di Amy Winhehouse. Partiture e arrangiamenti sopraffini rendono piacevoli e attraenti tutte le intenzioni di Patti, che con Banga emoziona e coinvolge, come sempre, con classe e mestiere. Notevole il brano di chiusura, After The Gold Rush, un vento d’estate che scorre leggiadro sulla nostra pelle e penetra la nostra anima. E cosi sia.
La nuova stella di Broadway
La teoria dei colori (2012)
Clash
Straight to Hell Combat Rock (1982)
LINKIN PARK
Burn It Down (nuovo singolo)
John Lennon
Mind Games
Mind Games (1973)
THE CURE
Pictures Of You Disintegration (1989)
Bob Marley
Nice Time
Songs Of Freedom (1967)
BRUCE SPRINGSTEEN
Human Touch
Human Touch (1992)
Fabrizio De André
CreUza de mA
Creuza De Ma (1984)
The Temper Trap
Need Your Love
Patti Smith
The Temper Trap (2012)
Banga
First Aid Kid
(Sony Music)
Blue
HHHHH
The Lion’s Roar (2012)
ONSTAGE
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GIUGNO
WHAT’S NEW Cinema
A cura di Antonio Bracco
Rock Of Ages USA, 2012
Cast: Tom Cruise, Russell Brand, Catherine Zeta-Jones, Paul Giamatti, Alec Baldwin, Julianne Hough, Diego Boneta, Mary J. Blige, Malin Akerman di Adam Shankman critica pubblico
H H H HH H H H HH
I
l rock degli anni 80 ha trovato la sua culla in questo musical scritto da Chris D’Arienzo. Dopo aver debuttato nel 2006 in un club di Los Angeles, lo show ha ricevuto consensi sempre crescenti fino all’arrivo a Broadway dove è tutt’ora in programmazione. Questa versione cinematografica è stata affidata ad Adam Shankman, già regista di Hairspray e produttore della serie Step Up, e si avvale di un notevole cast. In testa Tom Cruise nei panni della rockstar Stacee Jaxx e, ancora una volta a dispetto di quanto
Il dittatore USA, 2012, 83 min. Cast: Sacha Baron Cohen, Ben Kingsley, Anna Faris, Megan Fox, John C. Reilly di Larry Charles critica pubblico
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Dopo il rapper Ali G, il giornalista kazako Borat e il fashionista austriaco Bruno, quel talento d’eccentricità che è Sacha Baron Cohen ritorna con un nuovo personaggio come sempre interpretato sullo schermo e fuori. Tratto liberamente dal romanzo best seller “Zabibah and The King” di Saddam Hussein, il film racconta l’eroica storia di un dittatore che ha rischiato la sua vita per fare in modo che la democrazia non prendesse piede nel Paese che sta opprimendo con amore. Dopo le polemiche del governo del Kazakistan scatenatesi con Borat, l’attore inventa la Repubblica di Wadiya dove ambienta l’inizio della storia per arrivare ovviamente negli Stati Uniti. Qui, trovatosi per strada squattrinato, scopre che libertà e democrazia in fin dei conti non sono così male.
si scriva su di lui, sul presunto calo di popolarità, è protagonista di una performance che lascia sicuramente il segno. Il carisma non manca né a Cruise, né agli altri attori dal talento ormai riconosciuto come Alec Baldwin, Paul Giamatti e la sempre affascinante Catherine Zeta-Jones. Anche Mary J. Blige recita con disinvoltura, ma d’altra parte la musica non è seconda a nessuno in Rock of Ages. Le canzoni del film appartengono ai nomi noti della scena hard-rock mondiale: Def Leppard (ispiratori del titolo con un loro
W.E. - Edward e Wallis UK, 2011, 118 min. Cast: Abbie Cornish, Natalie Dormer, James D’Arcy, Andrea Riseborough, Oscar Isaac, James Fox di Madonna critica pubblico
21 Jump Street
Chef
USA, 2012, 109 min.
Francia, Spagna, 2012, 85 min.
Cast: Jonah Hill, Channing Tatum, Ellie Kemper, Jake M. Johnson, Dave Franco, Ice Cube, Johnny Depp
Cast: Jean Reno, Michaël Youn, Raphaëlle Agogué, Julien Boisselier, Salomé Stévenin, Serge Larivière, Santiago Segura
di Phil Lord, Chris Miller
di Daniel Cohen
critica pubblico
HH HH
HHH HHHH
Schmidt e Jenko si sono diplomati dopo aver trascorso il periodo scolastico da sfigato, il primo, e da sportivo superfigo, il secondo. Felici di lasciarsi i problemi adolescenziali alla spalle, si arruolano in polizia ma, per via del loro aspetto giovanile, vengono assegnati alla squadra di poliziotti che lavora sotto copertura nei licei. Infiltratisi in uno di questi, devono riuscire a sgominare la banda che spaccia droga sintetica. Il film è la versione cinematografica dell’omonima serie TV andata in onda per cinque stagioni a cavallo tra gli anni 80 e 90, nota soprattutto per aver avuto nel cast la giovane e futura star Johnny Depp (presente nel film con un cameo). Ne è uscita fuori una commedia selvaggia a metà tra un teenage movie e un poliziesco.
Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, W.E. racconta le vite parallele di due donne fragili ma determinate, Wally Winthrop e Wallis Simpson, separate da un arco temporale di sessant’anni. Wally Winthrop, giornalista di New York, ha rinunciato al proprio lavoro di giornalista per sposare uno psichiatra di successo. Il suo rapporto è infelice e la donna è ossessionata dalla vicenda di Wallis Simpson per la quale nel 1936 Re Edoardo VIII rinunciò alla corona inglese in favore del fratello Bertie. Ma la ricerca di Wally rivela che la vita della coppia non era perfetta come pensava. Alla sua seconda regia, Madonna punta ad uno stile neoclassico ultrapatinato. A farne le spese è la storia che si smarrisce tra i lussi delle due epoche.
ONSTAGE
brano), Scorpions, Guns’n’Roses, Poison, Bon Jovi, Journey, Twisted Sister, Foreigner, REO Speedwagon. La storia segue speranze e ambizioni di due giovani che nel 1987 si trasferiscono a Los Angeles in cerca di successo. Quando si incontrano è amore a prima vista, non di facile gestione di fronte alle sfide che devono affrontare. Come non facile è stato per i due, Julienne Hough e Diego Boneta, reggere il confronto sul set con star molto più famose, ma il parallelo con i loro personaggi calza alla perfezione.
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GIUGNO
critica pubblico
HH HHH
Il 32enne Jacky Bonnot, amante della buona cucina, ha molto talento e sogna di avere successo mettendosi in proprio con un grande ristorante tutto suo. La sua situazione finanziaria, però, lo costringe ad accettare dei piccoli lavori come cuoco che non è in grado di conservare per più di tre giorni. Il destino lo porta nelle braccia di Alexandre Lagarde, uno chef pluripremiato e osannato dai critici culinari di tutto il mondo. Anche lui non vive un buon periodo. La fama di cui gode è minacciata dal gruppo finanziario proprietario dei suoi ristoranti. I due, uniti dalla passione per le ricette della tradizione francese, affronteranno la sfida con le nuove tecniche di cucina molecolare per salvare l’onore e la gestione del ristorante più noto di Parigi.
OnStage_235x350 24/05/12 13:00 Pagina 1
WHAT’S NEW Videogames
Chip Talk di Blueglue
Come ti rallento il tempo: it’s Bullet Time!
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on è facile descrivere l’effetto visivo creato dal cosiddetto “Bullet Time” senza dilungarsi in complicate considerazioni tecniche. John Gaeta (effect designer di Matrix) ci ha provato usando più o meno queste parole: «Il Bullet Time è uno strumento stilistico per rappresentare una realtà immaginaria, in cui il tempo e lo spazio non si comportano come dovrebbero». Attraverso l’utilizzo combinato di telecamere, macchine fotografiche e computer si raggiunge un curioso risultato, dove l’effetto slow-motion viene in qualche modo ‘compensato’ dalla velocità delle inquadrature. Nonostante il tempo venga effettivamente rallentato, la telecamera fa un po’ quello che vuole: accelera, sgomma, vortica intorno al soggetto, frena. è stato proprio il film del 1999 dei fratelli Wachowski a sfruttare abbondantemente il Bullet Time e a renderlo popolare; la ben nota interazione tra il mondo del cinema e quello dei videogiochi ha fatto sì che poco dopo la tecnica venisse sdoganata anche in ambito videoludico, e gran parte del merito va al capolavoro Remedy Max Payne (2001). Ora il protagonista ha un’arma in più: il tempo. Prima di allora l’unico modo per affrontare faccende caotiche (stile uno contro mille) era stare al riparo e affrontare la situazione con pazienza - o al limite affidarsi al motto “la miglior difesa è l’attacco” e gettarsi nella mischia senza preliminari; adesso esiste una via di mezzo, una strada che si colloca a metà tra l’azione senza compromessi e un poco di strategia. In dieci anni di implementazione la tecnica ha assunto diverse forme: dalla classica moviola della serie F.E.A.R. agli estremi di Fallout 3, dove il tempo si ferma completamente concedendo ampio respiro alla manovra. L’utilizzo di un’abilità così conveniente è sempre e comunque limitato da regole: solitamente è necessario ‘ricaricarsi’ in qualche modo dopo avere impiegato il potere, aspetto che aggiunge un ulteriore elemento tattico al modello. Nonostante gli old school gamer abbiano sempre considerato il Bullet Time alla stregua di un vero e proprio imbroglio e più recentemente una buona fetta di giocatori si sia lamentata del suo eccessivo utilizzo nei titoli di ultima generazione, è inutile sottolineare i livelli di spettacolarità raggiungibili attraverso tale sistema; per i più sadici l’orgasmo viene raggiunto ad azione conclusa, quando una spietata “Kill Cam” (o “Bullet Cam”) segue il proiettile che va a conficcarsi nel corpo dei nemici frame dopo frame. Intendiamoci, lo so che non è giusto. Ma che goduria.
Max Payne 3 (Rockstar)
Sniper Elite V2 (Rebellion)
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Action
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Shooter
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Con un colpo di spugna ben assestato Rockstar Games spazza via esitazioni, pregiudizi e timori fomentati da un’attesa che pareva interminabile. Max Payne è di nuovo tra noi, a 11 anni dal suo debutto e a 9 dalla sua ‘caduta’ nel secondo episodio; e la buona notizia è che ci sono solo buone notizie. Perché nonostante il cambio di ambientazione (il gioco si svolge a San Paolo, non più a New York), nonostante i dovuti ritocchi tecnici (è ora possibile ripararsi e il sistema di mira è più flessibile e variegato) e nonostante il tanto chiacchierato nuovo taglio di capelli (Max a un certo punto si rade a zero in un momento di ‘epifania alcolica’) lo spirito che ha reso la serie vincente è conservato in tutto e per tutto. L’agente – ora bodyguard - si ritrova in guai seri in seguito al rapimento di Fabiana, la donna del suo datore di lavoro: le rocambolesche vicende in pieno stile Hollywood che scaturiscono da questo episodio sono sapientemente arricchite dalla perfetta caratterizzazione dei personaggi (fiore all’occhiello di Rockstar) e dall’equilibrio mentale palesemente scricchiolante del protagonista, coinvolgendo il giocatore in un’empatia fuori dal comune. Stiloso come pochi e divertente ai limiti dell’assuefazione.
Rimani acquattato e aspetta. Individua il bersaglio con il mirino, e non dimenticare di calcolare la traiettoria del proiettile considerando il vento e la forza di gravità. Adesso prendi un bel respiro per evitare che qualche nervo ti tradisca, e quando te la senti premi il grilletto. è una questione di attimi. Secondi – a volte minuti - in cui il cuore vibra come un martello pneumatico, ma le mani devono rimanere assolutamente ferme. L’arte dello “sniping” viene tirata a lucido da Rebellion e 505 Games, già autori del memorabile Sniper Elite del 2005; in una Berlino di fine seconda guerra mondiale vestirete i panni di un agente infiltrato che deve farsi largo tra i soldati nazisti per reclutare degli scienziati tedeschi, menti preziosissime per gli Stati Uniti. E badate che l’approccio “entro e spacco tutto” non funziona: qui si pianifica, ci si nasconde e si agisce preferibilmente nell’ombra, che si tratti di giustiziare un nemico da un metro oppure di stenderlo dalla lunga distanza con il fucile da cecchino. Forte di una balistica progettata alla perfezione, Sniper Elite V2 pone l’accento sull’aspetto più pensato e strategico della guerra, diventando così un’esperienza reale e toccante, in grado di dispensare emozioni forti per l’intera durata della campagna.
Dragon’s Dogma (Capcom)
Ghost Recon: Future Soldier (Ubisoft Red Storm)
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Action/RPG
Disponibile per: PS3, Xbox 360 Genere: Shooter
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Sviluppato dagli autori di perle come Resident Evil, Devil May Cry e Breath Of Fire, la nuova produzione Capcom si presenta con la grande ambizione di unire un approccio Open World a un contesto RPG condito da un sistema di battaglia tipico degli Hack & Slash. Se tutti questi termini tecnici vi spaventano, semplifichiamo: Dragon’s Dogma è un gioco di ruolo di stampo occidentale nel quale si ha la completa libertà di vagare per un mondo vastissimo, e le fasi di battaglia sono gestite in tempo reale. A conti fatti l’obiettivo si può ritenere centrato: le piccole sbavature - riconducibili a una generale approssimazione per quanto riguarda il comparto tecnico - sono completamente trascurabili di fronte alla mole del titolo, vario e ricco di missioni secondarie. Il nostro eroe è accompagnato da un massimo di tre comprimari controllati dall’intelligenza artificiale, due dei quali andranno reclutati e cambieranno spesso nel corso dell’avventura. Se proprio la formazione del party può definirsi la parte meglio riuscita del gioco, meritano una menzione anche il ben congegnato sistema di gestione delle abilità e i memorabili scontri con le gigantesche bestie che ci sbarreranno la strada. Un mix variegato ottimamente riuscito che alla fine soddisfa tutti.
ONSTAGE
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GIUGNO
Le storie narrate dallo scrittore (e co-fondatore della Red Storm Entertainment) Tom Clancy si svolgono sempre in ambito militare; riescono però a distinguersi dalla massa grazie all’alto contenuto tattico e strategico offerto, puntando moltissimo sulla pianificazione e su azioni studiate e spesso coordinate. Il nuovo episodio della serie Ghost Recon riporta in auge i famosi “fantasmi”, ovvero le forze speciali composte da soldati specialisti dell’infiltrazione. La dotazione delle nuove tute mimetiche ottiche - che permettono di rendersi quasi invisibili se sfruttate nelle giuste circostanze - è un must, ma questo non significa che l’intera campagna sia un affare stealth; si incontreranno anche fasi di vera guerriglia, in cui bisognerà mettere da parte la pazienza e darsi all’azione, cercando riparo e combattendo come nei più classici shooter in terza persona. I punti di forza di Future Soldier sono la minuziosa personalizzazione delle armi, l’ampia varietà di gadget a disposizione e il calzante level design, che offre la libertà di potere affrontare le missioni nei modi più disparati; nonostante l’intelligenza artificiale se la cavi piuttosto bene, la modalità cooperativa online è un prezioso valore aggiunto che aumenta la longevità del titolo.
COMINGSOON luglio
I biglietti del tour di Ligabue sono in vendita presso i negozi Fnac!
Ligabue
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guidato da questo desiderio, poliedrico nell’arte (scrittore, regista, poeta) come nella musica: ricordiamo la scrittura della colonna sonora di Radiofreccia, la rivisitazione acustica dei suoi brani con Mauro Pagani per Giro d’Italia, e - naturalmente - il grande sogno di Campovolo. Un puzzle al quale si aggiunge ora un nuovo pezzo dal titolo Sotto bombardamento Tour, il cui nome s’ispira al singolo di Luciano. Solleticato dall’idea di suonare nella storica Royal Albert Hall di Londra - teatro che ha ospitato artisti del calibro di Allen Ginsgerb, Bob Dylan, McCartney e Led Zeppelin, nel quale il Liga ha trionfato lo scorso 25 maggio - e successivamente al Moon And Star Festival di Locarno in Svizzera (5 luglio), si è fatto poi totalmente catturare da altre due location italiane molto suggestive come il Teatro Antico di Taormina (17 luglio) e Piazza
© Francesco Prandoni
n molti pensavano che, dopo Campovolo 2.011, Luciano Ligabue potesse prendersi un anno sabbatico per riportare tutto a casa e fermarsi in vista dei progetti futuri, magari lavorando a nuove canzoni per un prossimo album di inediti. Invece si è rimesso le scarpette da runner e ha ripreso il suo viaggio. «Non ce l’ho fatta, a fermarmi - ha dichiarato ai fan - L’idea era quella di non suonare quest’anno, poi ci sono capitate delle occasioni alle quali non abbiamo saputo rinunciare». In effetti il rocker di Correggio ha scelto location particolari e non è andato oltre una manciata di date per riabbracciare il suo pubblico. Quando il 13 marzo, via Twitter, lo stesso Luciano annunciava cinque o sei concerti previsti per l’estate, «in posti molto belli o nei quali non siamo riusciti ad arrivare negli ultimi anni», si è capita la sua voglia di fare qualcosa che fosse diverso rispetto al passato. Il Liga è sempre stato
» 10 giorni suonati Vigevano (PV) 10/07 Wolfmother 11/07 Garbage 12/07 Paul Weller 18/07 Ben Harper 19/07 Lenny Kravitz + Trombone Shorty 22/07 G3 (Joe Satriani, Steve Vai, Steve Morse) 23/07 James Morrison + Maverick Sabre + Musicanti di Grema 24/07 Mika
live
19/07 The Gossip 20/07 Franco Battiato 21/07 Duran Duran 28/07 T. Bennett e Giorgia 29/07 Toto » Rock In Roma 02/07 Deadmau5 03/07 Snoop Dogg 05/07 Negrita 07/07 Boyz Noize 08/07 Justice 09/07 The Cure 10/07 Ray Manzarek & Robbie Krieger of The Doors
» Lucca Summer Festival 04/07 Blink-182 07/07 Laura Pausini 14/07 Norah Jones 15/07 Kasabian 18/07 Roger Hodgson
Pleibiscito a Napoli (20 luglio), a cui è stata aggiunta la data di Cividale del Friuli (7 luglio), molto sentita da Luciano:«È una zona dove non siamo mai riusciti ad arrivare e dove abbiamo individuato un posto per fare un bel concerto all’aperto, in puro stile Woodstock». Non sappiamo quello che il Liga farà sul palco, possiamo solo dirvi che lo spirito col quale affronterà queste date sarà quello «di suonare in mezzo ai pascoli, in piena natura, dove di solito non si fa musica. Lo spettacolo che immaginiamo è molto rock, con pochissimi fronzoli. Per dire, le luci potrebbero essere addirittura solo bianche. In scaletta inseriremo anche brani che non suoniamo da tempo, senza ovviamente far mancare le canzoni alle quali siete più affezionati». Quindi, non resta che “tenere botta” e prepararsi a un nuovo capitolo dell’avventura live di Luciano Ligabue. (M.M.)
11/07 J-Ax 12/07 Garbage 13/07 Armin Van Buuren 16/07 Nina Zilli 17/07 Lenny Kravitz 18/07 Kasabian 19/07 Elio e Le Storie Tese
20/07 Caparezza 22/07 Goran Bregovic 23/07 Ben Harper 25/07 Subsonica 26/07 The Beach Boys 27/07 Simple Minds 28/07 Litfiba 30/07 Sonata Arctica » City sound Milano 08/07 Manzarek & Krieger 11/07 Marylin Manson 12/07 B.B. King 13/07 Anastacia 16/07 Goran Bregovic 17/07 The Stone Roses 18/07 Alanis Morissette 19/07 Kasabian 20/07 Giorgia 27/07 The Beach Boys 30/07 Alice Cooper
ONSTAGE
» Hydrogen Festival Piazzola Sul Brenta (PD) 04/07 Joan Baez 07/07 Billy Idol 08/07 Tiziano Ferro 10/07 Sting 11/07 Wolfmother 13/07 The Cult 14/07 Giacobazzi Show 17/07 Alanis Morissette 19/07 Franco Battiato con l’orchestra filarmonica Arturo Toscanini 20/07 Ben Harper 21/07 Massimo Ranieri » CARROPONTE Sesto San Giovanni (MI) 12/07 Gogol Bordello 13/07 Caparezza e Rezophonic
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05/07 Locarno, 07/07 Cividale Del Friuli (UD), 17/07 Taormina (ME), 20/07 Napoli
14/07 Sud Sound System 15/07 The Cult 18/07 Yann Tiersen 20/07 Xavier Rudd 21/07 Planet Funk 22/07 Vinicio Capossela 27/07 Il Pan del Diavolo
» Rock In IdRho Milano 21/07 Rancid, Millencolin, The Specials, Public Image Ltd, Frank Turner & The Sleeping Souls, Derozer, Cerebral Ballzy
» Heineken Jammin’ Festival Milano 05/07 Red Hot Chili Peppers, Noel Gallagher’s High Flying Birds, Pitbull, Enter Shikari 06/07 The Prodigy, Gorillaz Sound System, Seether, Chase and Status, Evanescence, Lostprophets 07/07 The Cure, New Order, Crystal Castles, The Parlotones, Il Cile
» LAURA PAUSINI 07/07 Lucca 18/07 Bari 21/07 Palermo 24/07 Napoli » TIZIANO FERRO 04/07 Bergamo 08/07 Piazzola Sul Brenta (PD)
14/07 Roma 18/07 Cagliari 22/07 Bari 25/07 Palermo 28/07 Gela
Energia a colori
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