n째29 aprile '10
VASCO ROSSI ELISA MIKA TOKIO HOTEL LITFIBA
REGALATI UNA
CONCORSO REGALATI UNA
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= Regole del concorso
Onstage Magazine e Nintendo ti regalano una Nintendo DSi. Partecipare è semplicissimo, basta inviare una mail a nintendo@onstageweb.com oppure un sms al 320.2043040 (costo piano tariffario) indicando il tuo indirizzo mail preceduto da 125 (es.: 125mario@gmail.com). Il nome del vincitore estratto sarà pubblicato il 30 aprile sul sito www.onstageweb.com nella sezione contest.
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editoriale/ aprile
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Tutti i locali di Milano e Roma dove trovi Onstage Magazine
di Daniele Salomone Tra i tanti aforismi che il sottovalutato poeta americano James Douglas Morrison (meglio conosciuto sotto le “mentite spoglie” di Jim) ci ha lasciato in eredità, ce n’è uno particolarmente significativo. Recita così: “A volte il vincitore é semplicemente un sognatore che non ha mai mollato”. Ad una prima lettura, le parole paiono di semplice interpretazione: per essere vincitori, nella vita, basta credere fino in fondo nei propri sogni. Ma forse c’è una spiegazione meno immediata ed è proprio la vicenda di Jim a suggerirlo. Lui stesso, sempre più remissivo al cospetto dei demoni che rapidamente avvelenavano il suo talento, è stato anche un perdente. Ma come, direte voi, il cantante dei Doors? Il rocker che ha più segnato l’immaginario musicalpopolare del Novecento? Un perdente lui? Difficile crederlo, eppure chi conosce l’essenza del pensiero di Morrison sa bene che questa era la sua stessa opinione. Jim era un poeta-sognatore che non ha avuto la forza di combattere un destino, quello di rockstar, che gli andava stretto, strettissimo. Ed ecco i demoni, i casini, gli stravizi che (complice un’innata instabilità d’animo) lo hanno piegato a soli 27 anni, spegnendo una vita che avrebbe potuto regalarci chissà quanta bellezza ancora. Quello che il Re Lucertola probabilmente sottointedeva con il citato aforismo è che la vittoria non è certificata dall’osservatore, ma dal combattente. La vittoria appartiene al sognatore che non ha mai mollato il suo sogno, non a coloro su cui proiettiamo i nostri sogni irrealizzati o irrealizzabili. Quindi lui, Jim, ha perso. Come facciamo dunque a sapere quali sono i vincitori e quali i perdenti? Semplicemente non possiamo stabilirlo seduti in platea, con un applauso o un pollice verso. Vi starete chiedendo se i protagonisti di questo numero, artisti del calibro di Elisa e Vasco Rossi, ma anche Mika, i Baustelle e Mario Biondi siano “vincitori” o meno. Sotto il punto di vista prettamente musicale hanno vinto, stravinto in alcuni casi. Ma anche loro sono prima di tutto delle persone. E se entriamo nella dimensione personale i giochi tornano in discussione. Chi è vincitore e chi vinto? Tra le righe (quelle di Onstage Magazine), la risposta si intuisce.
Direttore Responsabile Emanuele Vescovo Direttore Editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art Director Federico Riva f.riva@ineditweb.com Progetto grafico Inedit srl via Pietrasanta, 12 20143 Milano info@ineditweb.com Grafica Karin Kellner karin@ineditweb.com Photo editor Tommaso Riva tommaso.riva@gmail.com
MILANO Bar Magenta BhangraBar Biblioteca Sormani Blender Bond Cafe Milano Cargo Colonial Caffè Cuore Deseo Elettrauto Cadore Exploit Frank Café Fresco Art Good Fellas Ied Item Jamaica Julien Café Kapuziner
ROMA
Hanno collaborato a questo numero: Blueglue, Silvia Crivella, Susanna La Polla, Massimo Longoni, Roberta Maiorano, Claudio Morsenchio, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Emanuele Mancini
Pubblicità Triveneto, Mantova, Emilia Romagna Ever Est s.n.c. via Roma 5/A - 35010 Limena (PD) Tel. 049.8849246 info@everestadv.it
Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 25030 Erbusco (BS)
Pubblicità Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel. 02.533558 Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com Francesco Ferrari f.ferrari@onstageweb.com Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com Marianna Maino m.maino@onstageweb.com
Pubblicità Lazio Areaconcerti Srl Via Nizza, 53 00198 Roma Tel 06.45474811 Paola Marullo p.marullo@onstageweb.com
Web http://www.onstageweb.com http://www.mylive.it
Distribuzione Mario Vescovo m.vescovo@onstageweb.com
Onstage Magazine Registrazione al tribunale di Milano N°362 del 01/06/2007
Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com
La foto della cover di Vasco è di Francesco Prandoni
ONSTAGE MAGAZINE_ON TOUR_APRILE 2010
n°29 aprile '10
n°29 aprile '10
n°29 aprile '10
n°29 aprile '10
VASCO ROSSI ELISA MIKA TOKIO HOTEL LITFIBA
VASCO ROSSI ELISA MIKA TOKIO HOTEL LITFIBA
VASCO ROSSI ELISA MIKA TOKIO HOTEL LITFIBA
VASCO ROSSI ELISA MIKA TOKIO HOTEL LITFIBA
REGALATI UNA Baustelle
Mario Biondi
Irene Grandi
La Bodeguita del Medio La Fontanella Le Coquetel Le scimmie Lelephant Mom Morgans Pacino Café Pharmacy Store Radetsky Reefel Roialto Café Sergent Peppers Skip Intro Stardust Tasca Trattoria Toscana Twelve Volo Yguana
Iron Man 2
VASCO ROSSI: 6-7-11-12-16-17-21-22 APRILE: PALAOLIMPICO ISOZAKI, TORINO; TOKIO HOTEL: 11 APRILE: PALALOTTOMATICA, ROMA; 12 APRILE: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; LITFIBA: 13 APRILE: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; ELISA: 14 APRILE: ZOPPAS ARENA, CONEGLIANO (TV); 16 APRILE: PALALOTTOMATICA, ROMA; MIKA: 21 APRILE: MEDIOLANUM FORUM, MILANO.
Birreria Marconi Express Deja'Vu Distillerie Cleandestine Pride Pub Friend's Art Cafè Fata Morgana Crazy Bull Micca Club Lettere Cafè Open Music Cafè Tam Tam Birreria Marconi Latte Più Simposio L'infernotto
Rock Castle Cafè On The Rox Living room Cafè Casina dei Pini Sotto Casa Di Andrea Freni e Frizioni Sotto Sotto Circolo degli Artisti Locanda Atlantide Shanti Zen.O Le Sorelle Mom Art Avalon Pub Cartolibreria Freak Out
Contributors THE NIRO In attesa che uscisse il suo secondo album (Best Wishes) Davide è stato ad Austin, in Texas, per suonare al celebre South By Southwest Festival. A pagina 13 ci racconta com’è andata.
ALESSIO BERTALLOT E’ uno dei pochi che può permettersi di passare in radio la musica che ascolta davvero. Per condividerla con noi, Alessio ci suggerisce (a pagina 64) una playlist di 10 brani.
STEFANO PIRO Suonare davanti a 50-60.000 persone non è proprio un’esperienza quotidiana. Stefano, che con i Lythium lo ha fatto (aprendo per Vasco), ha ricordato le sue emozioni. A pag. 70
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INDICE/ aprile
rubriche
12 ontour
Il calendario completo dei concerti di aprile. Dai Foreigners (ve li ricordate?) ai Linea 77, ce n’è davvero per tutti i gusti.
52 rock 'n' fashion Nonostante il Festival di Sanremo, Irene Grandi sta letteralmente volando con La cometa di Halley. Ma non è tutto oro quel che luccica.
60 live report Carrellata di fotografie scelte tra quelle scattate a marzo: The Cranberries, 30 Seconds To Mars, Carmen Consoli e Le Vibrazioni. Niente male, no?
20. VASCO ROSSI
Guido Elmi, fedele produttore artistico (e grande amico) del Blasco, ci ha parlato dei trent’anni (30!!) trascorsi a fianco del rocker più amato d’Italia.
64 what’s new L’albergo di Cristicchi potrebbe ospitare le meditazioni dei Baustelle e le lacrime di Mary J Blige. Sempre che Paul Weller non faccia troppo casino.
70 coming soon I concerti di maggio, dal rock allo swing. Partendo dagli AC/DC si arriva fino a Michael Bublè, passando per Alicia Keys e i Black Eyed Peas.
FACE 2 FACE 14
26. ELISA
La ragazza sbarazzina di un tempo si è voluta nella donna (mamma) accorta di oggi. Eppure la spontaneità è proprio la stessa di allora. Parola di Elisa.
16
Baustelle Mario Biondi
10 INDICE/ aprile
32. MIKA
Nonostante le molte chiacchiere, sapevamo realmente poco del nuovo super-eroe del pop mondiale. Ma poi ci ha raccontato un sacco di cose.
46. LITFIBA
Piero&Ghigo di nuovo insieme, appassionatamente. Ma perché avevano rotto? E adesso durerà? Abbiamo provato a capirlo con l’aiuto di Massimo Cotto.
onstageweb
Live Report I reportage fotografici di tutti i più importanti concerti del mese: Vasco, Elisa, Mika, Tokio Hotel, Litfiba e molti altri.
Onstage TV Francesco Sàrcina ci racconta la nuova direzione artistica intrapresa dalla rock band milanese, in studio e (prossimamente) dal vivo.
Contest: vinci Elisa! Onstage ti regala i biglietti per le date di maggio del nuovo tour di Elisa. Scopri come vincerli nella sezione “Contest”.
E poi tutte le news musicali, il calendario completo dei concerti, gli altri contest, gli approfondimenti, le recensioni e i blog. Stay connected!
40. TOKIO HOTEL
Della band dei gemelli Kaulitz, “i grandi” hanno detto di tutto e di più. Ci è sembrato giusto, per una volta, lasciare che fossero loro a parlare.
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12:07
Š Benetton Group S.p.A. 2010 - www.benetton.com
3-03-2010
FA B R I C A
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ontour / aprile
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Motel Connection Tutte le date nel calendario
"I
mpatto” è la parola d’ordine che ispira Samuel, Pisti e Pierfunk, alias Motel Connection, sia dal vivo che in studio. Non a caso hanno descritto l’ultimo album H.E.R.O.I.N. come “Un impatto di taglio funk sotto la pelle di canzoni elettroniche”. Se volete farvi investire
dall’onda d’urto dei Motel potete non solo andare a vederli nei club, ma anche partecipare ad un incontro ravvicinato con la band, protagonista di due meet&greet organizzati presso le FNAC di Genova (7/04) e Firenze (16/04), durante le quali sono previste brevi, ma intense, session acustiche.
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Lunedì
Simone Cristicchi - Castelsardo (SS)
Martedì
Carmen Consoli - Rende (CS) Vasco Rossi - Torino
Mercoledì Carmen Consoli - Napoli Francesco Renga - Brescia Motel Connection - Genova Vasco Rossi - Torino
The Prodigy Tutte le date nel calendario
Lunedì
12
Carmen Consoli - Piacenza Editors - Torino Francesco Renga - Genova MissinCat - Bologna Tokio Hotel - Milano Vasco Rossi - Torino
I
Prodigy sono abituati ad irrompere sulla scena in maniera scoppiettante. Lo hanno fatto nel 1996, quando hanno sbaragliato le classifiche con hit come Firestarter e Breathe, e si sono ripetuti lo scorso hanno, quando Omen, singolo di lancio dell’ultimo Invaders Must Die, ha raggiunto
il numero tre nelle charts inglesi prima ancora che il disco uscisse. I Prodigy hanno il merito di aver sdoganato il genere rave (big beat per gli integralisti) portandolo alle masse, grazie anche alla forte presenza scenica e ai live di qualità per cui sono noti. E oggi sono finalmente tornati a quei livelli.
Lunedì
19
Baustelle - Milano Elisa - Caserta Litfiba - Roma Mario Biondi - Napoli
Linea 77
Martedì
13
Carmen Consoli - Cesena Francesco Renga - La Spezia Litfiba - Milano
Martedì
20
Mario Biondi - Napoli Simone Cristicchi - Genova
foto Luca Saini
Tutte le date nel calendario
Lunedì Faithless- Milano Prodigy - Roma
A
l numero dieci siamo affezionati fin da bambini. E’ la maglia che i provetti calciatori sognano di indossare dalla prima volta che indossano gli scarpini ed il voto che le bambine vogliono vedere in pagella. E’ così anche per i Linea 77, che proprio quest’anno, il 2010, festeggiano
dieci anni tondi tondi di carriera con un album, 10 per l’appunto, che contiene, guarda caso, dieci inediti. Passaggio obbligato per ascoltare i nuovi brani, in uscita il 16 aprile (recensione nella rubrica "What's New" a pagina 65), sono i concerti del tour che parte l’1 aprile dall’Estragon di Bologna.
26
Martedì
27
Baustelle - Firenze Mario Biondi - Firenze Simone Cristicchi - Bari The Prodigy - Barletta (BA)
14
Mercoledì
Elisa - Conegliano Veneto (TV) Mario Biondi - Catania Ultravox - Nonantola (MO)
21
Mercoledì
Elisa - Conversano (BA) Litfiba - Acireale (CT) Mika - Milano Simone Cristicchi - Civitanova Marche (MC) Vasco Rossi - Torino
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Mercoledì
Malika Ayane - Roma Mario Biondi - Firenze Simone Cristicchi - Rende (CS) The Prodigy - Acireale (CT)
os
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Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Carmen Consoli - Catania Linea 77 - Bologna Motel Connection - Catanzaro Tre Allegri Ragazzi Morti - Roma
Carmen Consoli - Catania Le Vibrazioni - Reggio Emilia Linea 77 - Legnano (MI) Mario Biondi - Roma Motel Connection - Catania Tre Allegri Ragazzi Morti Cinquale (MS)
Carmen Consoli - Ragusa Linea 77 - Perugia Nina Zilli - Bari Tre Allegri Ragazzi Morti Arezzo
Carmen Consoli - Catania
8
Giovedì
Francesco Renga - Bergamo Linea 77 - Firenze Tre Allegri Ragazzi Morti - Milano
Giovedì
15
Carmen Consoli - Torino Francesco Renga - Firenze Nina Zilli - Longiano (FC) Linea 77 - Rovato (BS) Mario Biondi - Catania Tre Allegri Ragazzi Morti Pescara
Giovedì
22
Francesco Renga - Cesena Linea 77 - Segrate (MI) Ln Ripley - Castellanza (VA) Malika Ayane - Milano Simone Cristicchi - Capri (NA) The Prodigy - Milano Vasco Rossi - Torino
Giovedì
29
Carmen Consoli - Bari Nina Zilli - Firenze Simone Cristicchi - Alcamo (TP)
9
Venerdì Francesco Renga - Torino Linea 77 - Roma Malika Ayane - L'Aquila Motel Connection - Torino Nina Zilli - Genova Simone Cristicchi - Milano Tre Allegri Ragazzi Morti Roncade
Venerdì
16
Sabato
10
17
Carmen Consoli - Roncade (TV) Elisa - Roma Linea 77 - Torino Litfiba - Firenze Simone Cristicchi - Seriate (BG) Tre Allegri Ragazzi Morti Gallicano (RM) Vasco Rossi - Torino
Baustelle - Roma Carmen Consoli - Senigallia (AN) Linea 77 - Roncade (TV) Litfiba - Firenze Ln Ripley - Ravenna Motel Connection - Legnano (MI) Tre Allegri Ragazzi Morti - Bari Vasco Rossi - Torino
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Venerdì
Sabato
Carmen Consoli - Brescia Elisa - Acireale (CT) Linea 77 - Schio (VR) Lostprophets - Milano Malika Ayane - Milano Motel Connection - Roncade (TV) Nina Zilli - Napoli Simone Cristicchi - Parma The Prodigy - Mantova Tre Allegri Ragazzi Morti Legnano (MI)
Carmen Consoli - Bergamo Francesco Renga - Bologna Linea 77 - Cesena Malika Ayane - Milano Mario Biondi - Bari Meganoidi - Riva del Garda (TN) Motel Connection - Alba (CN) Nina Zilli - Lucca Simone Cristicchi - Roma The Prodigy - Rimini Tre Allegri Ragazzi Morti Brescia
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Venerdì
Carmen Consoli - Bari Motel Connection - Reggio Emilia One Republic - Milano Simone Cristicchi - Catania Tre Allegri Ragazzi Morti Bologna
, IO C ERO
(South By Southwest Festival, marzo 2010)
A
Carmen Consoli - Padova Le Vibrazioni - Perugia Linea 77 - Bari Motel Connection - Bologna Simone Cristicchi - Torino Tre Allegri Ragazzi Morti Firenze
Sabato
On The Road
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Domenica
Carmen Consoli - Levico (TN) Foreigner - Milano Francesco Renga - Padova Linea 77 - Maddaloni (CE) MissinCat - Milano Simone Cristicchi - Crotone Tokio Hotel - Roma Vasco Rossi - Torino
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Domenica
Tre Allegri Ragazzi Morti Salerno
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Domenica
di The Niro*
ppena scesi dal volo Chicago-Austin una targa in bronzo posta sul corridoio che porta all’uscita ci informa che il South by Southwest è il festival musicale più importante del mondo. Sappiamo dell’importanza di questo appuntamento, ma non sappiamo esattamente cosa aspettarci. Arriviamo che è già notte, così smorziamo la curiosità e la rimandiamo alla mattina successiva. Il jet lag non ci aiuta e ci rimette in piedi alle 7. Alle 9 siamo già al quartier generale del festival per ritirare i badge che ci permetteranno da lì in avanti di poter girare per i concerti in tranquillità. E’ già il secondo giorno di live, ma la fila per ritirare i pass è ancora lunghissima. Cominciamo a renderci conto della grandezza dell’evento, ma quando diamo un occhiata al programma restiamo sbalorditi: sono previste 4200 performance! Molti sono gli emergenti, ma ci sono anche Muse, Motorhead, Suzanne Vega, Califone e decine di altre realtà importanti nel panorama musicale mondiale. Ottenuti i lasciapassare iniziamo a girare per la città, che nel suo nucleo è davvero piccola, e scopriamo una sorta di paradiso per gli amanti della musica, di qualunque genere. In pratica ogni luogo ad Austin è un buon posto per suonare. Nella Sesta strada, che è lunga meno di un miglio, ci sono circa 200 locali e da ognuno di essi esce un acuto, un solo di chitarra, un feel di batteria. Oltre al festival ufficiale esiste anche un circuito off, organizzato dal management texano Red Gorilla. Anche loro ci hanno invitati e infatti il giorno dopo siamo già sul palco del “controfestival” sotto il curioso nome (che poi sarebbe il mio) Davide Combusti Trio. Il circuito ufficiale non ci avrebbe permesso di partecipare se non avessimo cambiato nome. Presto fatto. Suoniamo al Dizzie Rooster, un tipico locale texano con un bancone talmente lungo da occupare tre quarti della sala. Ci divertiamo molto, il pubblico apprezza. Con la testa in realtà siamo già alla performance successiva, che è prevista al 18° piano dell’Hilton Hotel, luogo che acquista in magia man mano che si fa sera. Finalmente saliamo sul palco come The Niro. Al mio fianco i soliti compagni di merende: Paolo Patrizi e Maurizio Mariani, rispettivamente batteria e basso. Dopo il primo brano l’ambiente è già caldo. Il pubblico applaude in modo convinto tanto che alla fine ci chiedono anche il bis. Tra i più entusiasti Rae Di Leo, storico produttore degli Stone Temple Pilots, il quale si propone, con nostro grande stupore, come tramite per lanciarci nel mercato americano. Poi si avvicina il presidente della Pigtronix, una casa che produce tecnologie digitali per strumenti, e ci chiede di essere loro testimonial per l’Europa. Di lì a breve anche la Supro Amps mi chiederà la stessa cosa. Non potevamo davvero immaginare qualcosa di più gratificante. I giorni successivi li abbiamo passati a goderci gli altri concerti e soprattutto la cucina tex mex, che ci ha lasciati ben più di un ricordo.
Bandabardò - Piombino (LI) Linea 77 - Fossoli (MO) Mario Biondi - Bari MissinCat - Torino Simone Cristicchi - Bologna
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foto Greg Allen
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The Niro ad Austin durante il SXSW Festival *Davide Combusti, in arte The Niro, ha esordito nel 2008 con l’omonimo album The Niro e nel tempo ha saputo conquistare anche il pubblico straniero grazie a numerosi live che lo hanno portato a Londra, Parigi, Bruxelles e Los Angeles. In questi ultimi mesi ha lavorato a Best Wishes, suo secondo disco, in uscita il 16 Aprile.
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FACE2FACE/ baustelle
di Marco Rigamonti
Le pecore nere dell’occidente
Baustelle Live Chi fa musica deve fare spesso i conti con una serie di “paletti” che con l’arte c’entrano poco. E’ il cosiddetto music business, prima o poi ogni band o singolo artista ci sbatte la faccia. Capita però che qualcuno riesca a passarci sopra, ma bisogna essere proprio bravi per poterselo permettere. E’ il caso dei Baustelle e del loro leader Francesco Bianconi. Con la calma serafica di un saggio ci ha parlato del nuovo disco, I Mistici dell’Occidente.
17/04 Roma 19/04 Milano 27/04 Firenze
D
opo avere ascoltato il vostro nuovo album la prima domanda che mi è l’evoluzione dei Baustelle in questi anni, io credo che possiamo essere soddisfatti. venuta in mente è stata: ma dov’è il singolo? E’ stata una scelta consapevole oppure semplicemente le canzoni del disco sono venute fuori Un particolare che mi ha sempre colpito dei Baustelle sono quelle che mi viene da così? chiamare “progressioni infinite” di accordi. Da dove viene questo modo di scrivere I Mistici dell’Occidente è un album che spiazza molto se ascoltato da chi non propriamente pop? E come fate, ciò nonostante, a scrivere pezzi che colpiscono e ha imparato a conoscere i Baustelle da dieci anni a questa parte. Il fatto che non ci sia un “suonano semplici”? brano con le caratteristiche “tecniche” del singolo mi fa quasi piacere, lo trovo un atto Secondo me le canzoni pop si possono fare in tanti modi, è il bello di questa musica. Atdi coraggio nei confronti di questa società che impone degli standard perché un pezzo tenzione, consideriamo che la mia concezione di pop, in quanto forma-canzone, è molto venga passato per radio. E’ un rischio, però secondo noi chi fa un mestiere creativo deve allargata, include pure il black metal. Nella musica dei Baustelle ci sono spesso delle prendersi dei rischi. Noi ce li siamo presi, questa volta volevamo che il pubblico fosse forme armoniche che vengono da mondi disparati: musica da film, classica, tradizionale. portato a riascoltare l’album diverse volte Non riuscirei a fare un elenco degli artisti che per capirlo fino in fondo. Ci consideriamo le ci hanno influenzato, sarebbe troppo lungo o pecore nere dell’industria musicale. dimenticherei qualcuno. Ma ti posso dire che Chi fa un mestiere creativo deve prendersi dei se abbiamo una peculiarità è proprio questa: rischi. Noi ce li siamo presi, volevamo che il pubblico So che è stato un saggio di Elémire Zolla, di mettere tutto insieme rimescolando le carte. fosse portato a riascoltare l’album diverse volte per cui più volte hai citato l’attualità, ad ispiraE quindi è probabile che dentro una “canzocapirlo. Ci consideriamo le pecore nere dell’industria re il titolo del disco. In Amen la visione dei netta” trovi delle progressioni di accordi che musicale Baustelle era catastrofica: è cambiato oggi non sono tipiche della canzonetta, ma dietro ci il vostro modo di porvi nei confronti della sono la batteria e la chitarra elettrica che invesocietà? ce si comportano in modo più familiare. Devo In questo album c’è una visione secondo me molto più speranzosa. Come Amen nasce dirti che io faccio questo mestiere in buona parte per incuriosire la gente. dalla constatazione della realtà: nello specifico una società cosiddetta occidentale secondo noi un po’ in declino. Devi sapere che i mistici veri partono dall’osservazione della Come avete intenzione di riprodurre il suono de I Mistici dell’Occidente dal vivo? Non realtà e dicono “questo è transitorio, non è la verità, la verità è Dio, è solo la vita oltre la sarà facile visto che la maggioranza dei pezzi fa leva su arrangiamenti orchestrali… morte che ti permette di raggiungere la felicità”. Noi molto più semplicemente e più laiAnzitutto abbiamo pensato a qualche concerto di presentazione con un ensemble allarcamente abbiamo preso spunto da questo concetto e lo abbiamo reso metafora; ci siamo gato: la band rock e l’orchestra che ha registrato I Mistici dell’Occidente. Siamo più di una concentrati sulla parte iniziale del ragionamento, crediamo che l’importante sia non penventina sul palco, c’è un coro di voci maschili, una sezione fiati e archi, oltre a percussare il mondo che viviamo (e che osserviamo) come unica verità possibile. Molte canzoni sionisti classici. La scaletta ovviamente è incentrata sull’ultimo disco, dove non ci sono del disco dicono “non buttarti giù, c’è qualcos’altro, esiste un altro modo di organizzare suoni necessariamente rock; volevamo presentarlo nella maniera più sontuosa possibile. il mondo”. C’è un brano che dice “ci salveremo disprezzando la realtà”: “disprezzare” Poi d’estate torneremo alla nostra formazione tipo, con una scaletta che non verterà uninon è inteso nel senso snob del termine, ma piuttosto si traduce con un “non credere ai camente sull’ultimo disco. prezzi in vetrina”. In questo senso siamo davvero ottimisti. Un tuo pensiero sullo stato della musica, anche alla luce di frasi come “vede la fine Dopo 10 anni di musica insieme come sono cambiati gli equilibri della band? E semin me che vendo dischi in questo modo orrendo” come cantavi in Il liberalismo ha i pre a questo proposito, con che occhi vedete ora album come Sussidiario illustrato giorni contati. della giovinezza e La moda del lento? Quella frase era riferita al modo attuale in cui la società è organizzata per quanto riguarda Oggi c’è molta più consapevolezza e sicurezza. Se riascoltiamo i primi dischi alcune il mercato discografico: non è detto che sia l’unico metodo possibile… bè, tornando al cose sembrano strane, alcune ci piacciono e altre meno, è normale. Ma se consideriamo discorso di prima, c’è da dire che in questo senso sono molto mistico.
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On Stage Matrimoni e altri disastri.pdf
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FACE2FACE/ mario biondi
di Daniele Salomone
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Mario Biondi è uno dei miracoli della musica italiana. Dopo un singolo di grande successo molti faticano, mentre lui si è andato a prendere quello che c’era da prendere. Gli abbiamo dato un dito e lui ha voluto (giustamente) il braccio. E adesso è completamente a suo agio, proprio come nel “salotto” allestito sul palco del suo nuovo tour, dove ci ha accolto, nell’avvolgente atmosfera del Teatro degli Arcimboldi di Milano.
L
e cose sono decisamente cambiate rispetto ai tempi in cui entravi in studio per registrare Handful Of Soul. In che modo If è diverso dal disco d’esordio? Con il primo album mi sono messo a totale disposizione di un produttore e ho seguito le sue idee. Tutto partiva da This Is What You Are, pezzo scritto con il mio amico Alessandro Magnanini. If invece nasce seguendo il mio istinto, le mie idee e le mie voglie musicali. Ho composto, ho scritto i testi, ho collaborato agli arrangiamenti e ho fatto il produttore artistico. Insomma, ho tentato di esprimere al massimo tutte le mie possibilità.
Roma Catania Catania Napoli Napoli Bari Bari Firenze Firenze
Il tour prosegue anche a maggio. Tutte le date su onstageweb.com
foto Gianluca Saragò
Mario Biondi Live
di mangiare. E non è molto igienico…
Come è stato concepito lo Spazio Tempo Tour 2010 ? Quanto c’è del tuo modo di intendere la musica? Le scelte sono state condizionate dal rapporto amichevole con diversi musicisti. Mi ha dato lo stimolo di pensare a una struttura che potesse contenere diverse realtà che poi alla fine sono distanti come concetto musicale ma vicinissime come atmosfera, perché alla fine soul, funk e jazz, hanno molti punti in comune. In più questi ragazzi sono persone splendide che si spendono nella musica tantissimo, credo che sia la loro ragione di vita come lo è per me. E quindi mi sono trovato con due batteristi, due bassisti, due pianiChe cosa ti influenza e come nascono i tuoi brani? sti, tre fiati, un chitarrista, una cantante. Dovevo scegliere se metterli tutti insieme da suSicuramente mi influenzano gli ascolti. Ho sempre ascoltato generi molto diversi, dalle bito oppure separarli in due band per unirli in un secondo momento. Ho scelto la prima composizioni di Rachmaninov (pianista e direttore d'orchestra russo, nda) al soul di Bill soluzione. Il concerto si apre come una sorta di diatriba, di lotta fra un tempo-spazio e un Withers piuttosto che Al Jarrau, dal jazz di altro tempo-spazio, che alla fine si incontrano. Coltrane, Porter e Mingus al rock e alla muLa diatriba è inscenata, ma i ragazzi ci stanno sica pop italiana. La scrittura è il raccolto dei prendendo gusto e la mettono sulla sfida. E miei ascolti e delle mie esperienze dal vivo. questo è lo spirito teatrale di questo tour. Soul e funk hanno avuto grande forza negli Poi le canzoni nascono nei posti più disparaanni 70 e io sono molto legato a quell’atmosfera, che ti, più strani. La bozza di un tema di No More Sul palco si respira un’atmosfera retrò. In che ancora viene proposta in America da artisti come Trouble mi è venuta sotto la doccia, a Palermodo il vintage ti attrae? Phil Perry e gli Earth, Wind And Fire mo. I Wanna Make It è nata sul palco durante A me piace l’oggetto attaccato e legato ad un un sound check a Livorno. Butto giù un’idea periodo perché ricorda quel periodo. Ogni moe poi la sviluppo con l’ausilio di musicisti, di mento della storia dell’uomo ha un peso nello pianisti in genere. Io ho i miei limiti armonici, non sono un vero e proprio pianista, le mie sviluppo dell’umanità. Il jazz è sicuramente vintage, risale agli anni ‘20, ‘30, fino ai ‘60 mani mi accompagnano fino ad un certo punto. ma è sempre tornato in auge in un modo o nell’altro. Soul e funk hanno avuto grande forza negli anni '70 e io sono molto legato a quell’atmosfera, che ancora viene proposta in Mi incuriosisce sapere come scegli le cover. Ma ancora di più cosa significa per te interAmerica da artisti come Phil Perry e gli Earth, Wind And Fire, che continuano a suonare pretare un brano scritto da un altro musicista. nonostante gli acciacchi dell’età. La musica è eterea, è una specie di sogno catturato e reso esperienza uditiva. Fondamentalmente ascoltare, carpire musica da un altro autore è come rivivere quello che lui Hai progetti per lo sviluppo della tua carriera? ha vissuto e ha voluto mettere in un brano. Molto spesso mi tocca il tema, o le parole, Ho delle idee, ma aspetto qualche input. Non voglio forzare troppo la mano, altrimenti è piuttosto che l’atmosfera, dipende. Nel caso di Little B's Poem (pezzo di Bobby Hutchercome quando un uomo assilla a tal punto una donna per uscire una sera che quella alla son, nda) mi piaceva il racconto di questo genitore che aspetta un figlio e sperava che fine con lui ci esce, ma già sa che non andrà bene e che non ci sarà un seguito. Quando ci sia maschio e invece è femmina ma alla fine va bene così. Sono cose che ho vissuto da saranno le condizioni, farò quello che ho in mente. vicino, visto che sono un pluridecorato papà. Hai mai avuto modo di ringraziare Norman Jay? In fondo gli devi parecchio, è stato lui Non è così consueto che un artista italiano si ritagli una fetta di popolarità in patria suoa lanciare This Is What You Are sulla Bbc quando il pezzo era destinato al mercato asianando una musica diversa dal pop. Ti senti fortunato? tico. Sì nella misura in cui sono riuscito a salvare la pelle. Fare il musicista come ho fatto io e A proposito di input, lui è uno che ne fornisce molti, ma devo dire che la Bbc in generale come fanno molti di quelli che sono in giro con me è anche molto rischioso; a volte rinè avanti. Non ho mai incontrato Norman Jay. Però gli ho spedito un vinile di If con dedicorri la serata bella, altre volte la paga, ma a furia di rincorrere ti dimentichi di dormire, ca. Spero che abbia apprezzato.
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MEDUSA FILM PRESENTA
” or rr ho ma ne ci l de li na an i gl ne “Merita un posto (Total Film) “Teso, emozionante, spaventoso” (Rotten Tomateos) “Non ti molla fino alla fine” (Hollywood reporter)
“Da non dormirci la notte, davver o ben fatto” (George A. Romero)
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Vasco e Guido Elmi in un momento di lavoro in studio
Vasco Rossi Live
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Vasco Rossi
foto Federico Riva
Livestyle > di Daniele Salomone
NON CI BASTANO LE SOLITE EMOZIONI In ogni grande storia musicale, ci sono sempre grandi produttori artistici. George Martin era un Beatles a tutti gli effetti e gli U2 devono molto a Brian Eno e Steve Lillywhite. Vale anche per Vasco, che con Guido Elmi ha condiviso trent’anni di vita, musica e successi. Una grande amicizia, un rapporto speciale tra persone che non si accontentano mai. Ecco il resoconto di una video-chiacchierata con Guido a pochi giorni dai concerti milanesi del Blasco.
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uido, raccontaci il tuo incontro con Vasco. Ho conosciuto Vasco nel maggio del 1979. Era da poco uscito Non siamo mica gli americani e lui doveva fare delle serate, dei concerti. Io fino ad allora della musica italiana conoscevo veramente poco, ho sempre ascoltato tutto quello che veniva dal mondo anglosassone; ero appassionato di rock-blues, di progressive, avevo persino un gruppo che faceva cover dei King Crimson (formazione inglese di progressive rock anni ’70, nda). E quindi non sapevo niente di Vasco. Poi l’ho incontrato e ho subito avuto la sensazione di avere conosciuto una persona speciale. Mi sono detto “Questo qui è uno giusto”. Vasco aveva negli occhi la scintilla di uno che avrebbe fatto strada. E così ho cominciato a suonare con lui, nelle piazze, come percussionista.
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nostre idee, il background cantautorale di Vasco con la mia impostazione più rock. Direi che ci siamo riusciti piuttosto bene fin da subito.
E da li è cominciata una storia che arriva fino ai giorni nostri. Il nostro rapporto va oltre una normale collaborazione produttore-artista. Attraverso di lui faccio cose che non avrei mai potuto fare da solo, realizzo dei sogni, come andare in America a suonare con musicisti che per me sono dei miti. E poi quando Vasco scrive il testo Com’era l’attività live allora? Non sapevo niente di Vasco. Poi l’ho incontrato e per un pezzo su All’inizio non avevamo certo le possibilità mi sono detto ‘questo qui è uno giusto’. Vasco aveva negli cui ho lavorato io è una sensazione di oggi, a volte i paganti erano poche deciocchi la scintilla di uno che avrebbe fatto strada incredibile, anne, ma c’era bisogno di occuparsi comuncora oggi, dopo que di tutto quello che succedeva fuori dal 30 anni, mi emoziono. Fa parte della mia vita, anche se in palco. L’organizzazione, le trattative con i promoter, il service per l’attrezzatura. Ogni qualche caso è stato faticoso. volta era un’avventura, ma quel periodo ha consentito a Vasco e a tutti noi, compreso il sottoscritto, di crescere così tanto. Abbiamo fatto la gavetta, quella vera. In che senso faticoso? Ad un certo punto, verso la fine degli anni Ottanta, ero Dopodichè sono arrivate le prime esperienze in studio insieme a Vasco. troppo coinvolto. Avevamo bisogno di staccare un po’ per Il mio sogno era sempre stato quello di fare il produttore, non il musicista. Mi affapoi ricominciare in modo diverso (Guido si riferisce al pescinava l’idea di curare il suono di una canzone, di un album. Siccome il produttore riodo coinciso con l’uscita di Liberi Liberi, autoprodotto da dei primi dischi (l’inglese Alan Taylor, nda) non c’era mai, pian piano ho cominciato Vasco, nda). E soprattutto, Vasco aveva bisogno di liberarsi ad occuparmene io; fino a Colpa d’Alfredo, uscito nel 1980, che è stato il primo album di me! (ride, nda). E’ stato giusto soprattutto per lui, i primi prodotto dal sottoscritto. La cosa interessante in quel momento era riuscire a fondere le
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livestyle/ vasco rossi
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foto Francesco Prandoni
La combriccola del Blasco
anni abbiamo lavorati troppo a stretto contatto. Oggi faccio solo il produttore artistico, mentre in passato ho fatto anche molte altre cose e Vasco aveva bisogno di ritrovare una certa libertà. Ricordo alcuni concerti del 1981: suonavo le congas, stavo al mixer, incassavo i soldi, scaricavo il camion… Non poteva durare! Anche perché mi toccava recitare la parte dello stronzo per riuscire a fare tutte quelle cose. La “separazione” è stata fisiologica. Ma in quel momento nessuno dei due ha rilasciato dichiarazioni in merito; se ci fossimo messi a fare i rancorosi, non ci sarebbe più stato il riavvicinamento. In ogni caso si è trattato di questioni lavorative, a livello umano non c’è mai stato problema. E’ cambiato negli anni l’approccio di Vasco alle session in studio? Vasco si è sempre occupato molto del lavoro in studio. In questi ultimi anni è ancora più coinvolto, anche perchè la tecnologia facilita il lavoro. Una volta era una bella rottura stare in studio; magari ci mettevamo due giorni per trovare il suono giusto di una cassa. Come fa un artista a star lì tutto quel tempo? Gli strumenti moderni, che per certi versi tolgono qualcosa in termini di suono, aiutano molto in fase di pre-produzione. Oggi è meno complicato e per questo Vasco si è appassionato ancora di più. Certo forse una volta era più romantico ma c’erano dei momenti davvero penosi. E poi la mania di lavora di notte… intere session notturne che riascoltate il giorno dopo non avevano alcun senso! Ma se stai componendo o comunque curando l’aspetto creativo, allora non c’è orario che tenga.
Maurizio Solieri, chitarra.
Qual è il marchio di fabbrica del lavoro fatto insieme a Vasco in tutti questi anni? Sicuramente il suono della musica di Vasco Rossi, nato dall’incontro delle nostre passioni. Ma ciò che davvero non è mai cambiato è l’approccio: non ci accontentiamo mai. Quando un pezzo sembra pronto, io tendo a volerci lavorare ancora molto e Vasco è uno dei pochi artisti in circolazione che capisce queste esigenze. Anche perché lui, giustamente, è molto esigente riguardo alla sua musica. Vederlo contento quando un pezzo ha raggiunto lo standard musicale che si era prefissato è una gioia. Ma puoi stare tranquillo che finchè la musica non ci sfagiola (testuale, nda) non ci fermiamo.
Claudio Golinelli, basso.
Nella discografia di Vasco c’è il pezzo perfetto? Ci sono dei momenti nella musica di Vasco che rasentano la perfezione, penso a Siamo solo noi, Bollicine, C’è chi dice no, Stupido Hotel e altre ancora, sono delle gemme. Ma noi siamo sempre proiettati al futuro. Quello che dobbiamo fare ci piace di più di quello che abbiamo fatto. Per esempio nelle cose nuove a cui stiamo lavorando c’è già qualcosa che preferiamo rispetto a quello che abbiamo inciso in passato, che pure ci soddisfa molto.
Con Vasco dal 1984, “il gallo” è uno dei suoi amici più fedeli oltre che bassista di straordinaria efficacia. Celebre la gag tra il Blasco e Golinelli durante le esecuzioni di Bollicine, immortalata in Live Anthology 04-05.
Matt Laug, batteria.
È stata la new entry del 2007 e da allora Vasco l’ha sempre richiamato. Americano, originario della Florida, vanta numerose collaborazioni con celebri musicisti, tra cui Alanis Morrisette.
Stef Burns, chitarra.
“Stavo ascoltando Hey Stupid di Alice Cooper e lo straordinario chitarrista di quel disco era Stef. Così l’ho contattato ed è entrato nella famiglia”. Se lo dice Guido Elmi, c’è da crederci. Il virtuoso strumentista californiano fa il suo esordio live con Vasco nel 1995, in occasione del concerto-evento “Rock sotto l’assedio”.
Alberto Rocchetti, tastiere.
Parliamo dei live. Quant’è difficile per Vasco proporre sempre qualcosa di nuovo? Beh, intanto ha uno staff di primissimo livello, professionisti eccellenti che curano i diversi aspetti di un live. Io mi occupo di quello musicale, insieme a Vasco naturalmente. Il concerto è sempre una sfida nuova e quando arriva il debutto siamo sempre lì che ce la facciamo sotto, davvero (sghignazza, nda). In questi giorni abbiamo pensato a qualcosa di nuovo per le date di Milano, pochi accorgimenti rispetto ai concerti autunnali, ma continuiamo a chiederci “piacerà o non piacerà?”. Abbiamo il compito di pensare che ci sono due tipi di persone che
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Non ci accontentiamo mai, anche perché Vasco è molto esigente riguardo alla sua musica. Puoi stare tranquillo che finchè un pezzo non ci ‘sfagiola’ non ci fermiamo
“Il lupo maremmano ha perso il pelo ma non il vizio” disse una volta Diego, amico d’infanzia di Vasco e presentatore della band. Quel che è certo è che Rocchetti non perde il vizio di rimanere al fianco di Vasco, con cui collabora dal tour di Liberi Liberi (1989).
Frank Nemola, tastiere e tromba.
Andrea Innesto, sax e cori.
È il 1985 quando “Cucchia” entra nella band di Vasco. Il tour è quello di Cosa succede in città, il primo nei palazzetti e nelle arene, al termine del quale il Blasco e la sua band verranno acclamati come rockstar.
Clara Moroni, cori.
“La più amata, la più desiderata” delle vocalist italiane si è unita alla band di Vasco nel 1996, all’epoca del tour di Nessun pericolo... per te. Da allora, sempre presente, per la gioia del Blasco e di tutti gli uomini della Combriccola. D.S.
foto Francesco Prandoni
“L’uomo che tromba” è parte della Combriccola del Blasco dal concertone di Imola del 1998. Centotrentamila persone non sono male per un esordio…
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È il “…bellissimo, abbronzantissimo…” amico e chitarrista di Vasco fin dai tempi di Punto Radio (fine anni 70). Il vero e proprio alter ego strumentale del rocker di Zocca, al cui fianco ha composto molte delle sue canzoni più celebri.
livestyle/ vasco rossi
vengono agli show: i fan e il pubblico. Accontentare entrambi è difficile, l’equilibrio è delicatissimo, anche perché il concerto non è un jukebox, ci sono al massimo 30 canzoni e la discografia di Vasco, se non sbaglio, raggiunge quota 160. Qualche pezzo rimane per forza fuori, quindi ci sarà sempre qualcuno che non è pienamente soddisfatto. Facciamo anche degli errori, ma credo che si riesca sempre a dare sempre qualcosa di molto buono alla gente. La tournèe in corso è qualcosa di diverso dalle recenti produzioni. È molto diverso. Vasco voleva un altro tipo di contatto con il pubblico rispetto a quello che si crea in uno stadio. Devo dire che è molto contento di come stanno andando le cose nel tour indoor. La gente è vicinissima, il suono arriva dritto, è coinvolgente. Forse era un po’ stanco degli stadi e di quel tipo di spettacolo. Prima o poi ci tornerà, ma in modo diverso, con una maggiore consapevolezza. Questo tour per Vasco significa un po’ ritrovare se stesso. Ha anche ripreso la chitarra in mano, cosa che non succedeva da tanti anni. E’ un ritorno alle origini.
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Ci sono dei momenti nella musica di Vasco che rasentano la perfezione. Ma noi siamo sempre proiettati al futuro. Quello che dobbiamo fare ci piace di più di quello che abbiamo fatto.
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E’ importante che la gente percepisca il lavoro che fate? Se la gente viene ai concerti, significa che percepisce, perché nessuno ti regala niente. Probabilmente alcune cose non sono comprese fino in fondo ma di sicuro percepite. Se una sera l’audio si sente male, magari il pubblico pensa che Vasco non abbia cantato al top, piuttosto che la band abbia sbagliato. Per cui bisogna stare attenti. Ma se uno fa bene il proprio lavoro il pubblico ti premia. Se fai il furbo e prendi delle scorciatoie, il pubblico se ne accorge. Piacere a tutti non è possibile, sarebbe anche brutto, ma direi che il nostro lavoro è pienamente compreso e ampiamente ripagato. Il successo di Vasco è la prova di tutto questo. Vasco Rossi è al top della musica italiana da decenni. Hai sentito qualcosa ultimamente che, in futuro, potrebbe anche solo avvicinarsi al suo mito? La musica italiana è molto estranea alla mia cultura. Fin da ragazzo ho sempre ascoltato quasi esclusivamente musica anglo-sassone e di tutti i generi. Nella classica, invece, ascolto tuttora molta musica di tradizione tedesca, austriaca e russa. Ovviamente da quando ho cominciato a lavorare con Vasco mi sono avvicinato alla musica italiana, anzi è stato lui a farmi conoscere i cantautori. Dal vivo sono andato una volta a sentire Paolo Conte e mi è piaciuto molto. Per il resto, se devo essere proprio sincero, Vasco esaurisce e completa l'orizzonte del mio interesse per la musica di questo paese. A meno che non si tratti di alcuni gruppi emergenti. In questa prospettiva avevo anche aperto un'etichetta indipendente, ma non ha funzionato. Il nome era già un programma: NOPOP.
foto Francesco Prandoni
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Che luce sia Il palco del Vasco Europe Indoor Tour Dopo anni di stadi e palchi mirabolanti, c’era grande curiosità attorno alla struttura del Vasco Europe Indoor. Disegnato da Giò Forma (studio milanese di architetti e designer che da tempo collabora con il rocker emiliano), il palcoscenico si presenta apparentemente minimal ma nasconde una complessità e una tecnologia degna delle più grandi produzioni recenti. Anzi, è più simile ad un’installazione d’arte contemporanea che ad un palco. La struttura è stata studiata per creare continuo movimento e offrire il senso della profondità. Che sia stato tutto ispirato dal 360° Tour degli U2? In ogni caso, enormi gabbie sistemate dietro e sopra le teste dei musicisti (insieme agli immancabili schermi per le videoproiezioni) producono fasci di luce potentissimi che si riflettono su una miriade di schermi di forma circolare sparsi per il palco. Il risultato è una trama ottica spettacolare, decisamente ipnotica. Dietro la band, una sorta di sipario costituito da strisce di led svolge la doppia funzione di partecipare ai giochi di luce e mostrare le immagini degli artisti e del pubblico. Insomma, più facile accorgersi della sua bellezza dal vivo che non spiegarlo. Immancabile la passerella (idraulica) che consente a Vasco di “camminare” in mezzo al pubblico. D.S.
Invia una mail a medusa@onstageweb.com e potrai vincere 10 biglietti omaggio per i migliori concerti di maggio. L'estrazione dei 5 fortunati vincitori verrĂ pubblicata entro il 30 Aprile sul sito onstageweb.com sezione contest.
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Elisa
Livestyle > di Massimo Longoni / foto: Veronique Vial
CUORE VS RAGIONE A dar retta solo al cuore si rischia di perdere qualcosina in concretezza, ma eccessivi ragionamenti possono imbrigliare le emozioni. Ci vuole il giusto equilibrio. Come quello che Elisa ha trovato in questa nuova fase della sua carriera e della sua stessa vita. Del resto, un figlio ti cambia, dentro prima di tutto. Mancavano poche settimane all’avvio del tour quando abbiamo chiacchierato con la neo-mamma più rock d’Italia.
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lisa non si ferma un momento. Neanche un anno fa saliva sul palco di San Siro unendo la sua voce a quella delle più grandi star femminili della musica italiana per raccogliere fondi in favore dei terremotati d’Abruzzo. Nulla di strano, se non fosse che quel giorno aveva un pancione da sesto mese di gravidanza. Il tempo di dare alla luce Emma Cecile a ottobre e già a novembre era pronto il primo singolo del nuovo album; adesso, tra un pannolino e una poppata, è pronta a rimettersi a girare l'Italia con l’Heart A Live Tour. “Per me e Andrea sarà il momento in cui potremo davvero riposarci” dice lei divertita. “Per preparare questo show abbiamo lavorato tantissimo e intanto c’era la bimba da seguire. Ecco perchè vediamo il tour come una vacanza”. Una preparazione dura per uno spettacolo che è più di un semplice concerto. La regia curata da Luca Tommassini è garanzia di un impianto visivo di un certo impatto. “Avevamo iniziato a proporre uno show un po’ più complicato nel 2008 con il Mechanical Dream Tour” spiega Elisa. “Mi piaceva l’idea di proseguire con un progetto un minimo contaminato. Sempre di un concerto si tratta, ma vogliamo che abbia una parte visiva forte”. La scenografia fa da cornice ad una scaletta concentrata sui brani del nuovo la-
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Ho provato a comporre l’album in italiano, ma non sono riuscita ad assemblarlo, a scrivere tutti i testi. Avevo le versioni in inglese ma le trascrizioni in italiano non mi convincevano mai fino in fondo
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voro, anche se non mancheranno i pezzi del repertorio che il pubblico più ama. In ogni caso, non sarà un greatest hits dal vivo. “Questo è il tour di Heart e quindi lo show è fortemente imperniato sull’ultimo album, che ispira sia l’immaginario visivo che la scaletta. Lo suoniamo quasi per intero, anche se ovviamente non mancano alcune hit del passato: escluderle sarebbe stato brutto, se non altro per la gente, che se le aspetta”. Luce, Sleeping In Your Hands, Dancing... Ci sono canzoni che Elisa non può permettersi di tralasciare. Al punto che per poter inserire più successi possibile ha pensato di affidarsi a un medley con lei da sola al pianoforte. In ogni caso lo show non può scendere sotto
le due ore e un quarto, si rischia la protesta per questa o quella canzone non eseguita. Una sorta di “condanna” che però lei accetta con il sorriso sulle labbra. “Alla fine le canzoni a cui tenevo di più a livello emotivo sono sempre diventate singoli” dice, “e hanno ottenuto successo. E’ una fortuna perché magari in certi album c’è un brano a cui sei meno attaccata e se poi la gente se ne innamora tu sei 'obbligata' a cantarla”. Certo qualche sacrificio è necessario (“per questo tour abbiamo deciso di dare un giro di riposo ad Almeno tu nell’universo”) ma le soluzioni sono dietro l’angolo... (“se comunque la gente ce la chiede, magari improvvisiamo una versione chitarra e voce”). Almeno tu nell’universo è uno dei pochi brani cantanti in italiano da Elisa nel corso della sua carriera. Pochi almeno in rapporto a quelli scritti in inglese. Con la lingua di Albione ha debuttato nel 1998 (Pipes And Flowers) e fino al 2001, quando ha portato Luce a Sanremo, della madrelingua non ne ha voluto sapere. Da allora qualche canzone qua e là in italiano affiora, ma l’inglese predomina ancora, come dimostra Heart, in cui, su dieci brani, solo i due singoli Ti vorrei sollevare e Anche se non trovi le parole sono in italiano. “Più passa il tempo e più mi dico che questa dicotomia non è importante” afferma. “Dipende da come nasce la canzone, se mi piace e mi convince. Non credo granchè nel fatto che debba essere tutto in un modo o nell’altro. Di sicuro rifiuto una scelta commerciale, di mercato: ho accettato di cantare in italiano ogni volta che sentivo il brano anche a livello emotivo, altrimenti lasciavo stare”. Inizialmente il progetto di Heart prevedeva un album interamente nella nostra lingua ma poi, in corso d’opera, Elisa ha dovuto gettare la spugna e rifugiarsi nel suo amato inglese. “Ci ho provato” ammette, “ma non sono riuscita ad assemblarlo, a scrivere tutti i testi. C’erano tutte le versioni in inglese ma le trascrizioni in italiano non mi convincevano mai fino in fondo”. La scrittura in lingua inglese se non altro può essere un ottimo apripista verso il palcoscenico internazionale. Nel 2008 è stato pubblicato Dancing, primo disco destinato al mercato statuniten-
foto Federico Riva
Elisa Live 14/04 16/04 19/04 21/04 23/04
Conegliano (TV) Roma Caserta Conversano (BA) Acireale (CT)
Il tour prosegue anche a maggio. Tutte le date su onstageweb.com
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Discographistory Tra il 1997 e il 2009, Elisa ha pubblicato sei album di inediti. A questi vanno aggiunte alcune raccolte per il mercato italiano e internazionale, come Elisa (2002, uscito in Europa), Soundtrack (2006, Italia) e Dancing (2008, Usa). Ecco un “bignami” della storia discografica della cantante friulana.
1997 - Pipes & Flowers
Compiuti i 18 anni, Elisa vola in California (a San Francisco) dal produttore Corrado Rustici per mettere a punto il suo primo album, scritto interamente in inglese. I singoli Sleeping In Your Hand e Labyrinth le regalano grande popolarità in patria, proiettandola verso una carriera di successo.
2000 - Asile's World
Complice la presenza di Howie B (guru dell’elettronica), Asile's World segna una svolta verso suoni sintetici e sperimentazioni sonore. Lo stesso anno Elisa partecipa a Sanremo con Luce, suo primo brano in italiano. Il pezzo stravince il festival e viene incluso in una nuova versione dell’album.
2001 - Then Comes the Sun
Torna Corrado Rustici in cabina di regia e così dopo la “sbornia elettronica” Elisa recupera (in parte) le sonorità del primo album, senza tuttavia rinnegare quanto fatto con Asile's World. Il successo di Heaven Out Of Hell aiuta Then Comes The Sun a diventare triplo disco di platino. se, cui è seguita la tournée d’esordio negli Usa. “Un tour piccolo ma che ha dato grandi soddisfazioni per le ottime critiche ricevute, sia da parte dei media che del pubblico” sottolinea lei felice. “Lo sbocco internazionale è sempre stato un mio grande sogno ma mi piacerebbe continuare in maniera molto serena, senza troppi pensieri riguardo alla promozione o a tutte quelle cose che rientrano nelle dinamiche discografiche. Voglio piuttosto ragionare su come mi piacerebbe presentarmi dal punto di vista artistico. Quindi continuo a lavorare sulle mie cose e punto molto sul digitale. Mi darò molto da fare sul web, voglio avere una presenza digitale importante”.
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Lo sbocco internazionale è sempre stato un mio grande sogno ma non voglio pensieri riguardo alla promozione. Voglio piuttosto ragionare su come mi piacerebbe presentarmi dal punto di vista artistico
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Di strada, dagli inizi di Pipes And Flowers Elisa ne ha fatta tanta, come artista e come donna. Difficile ritrovare la ragazzina alternativa e naif, quella che si faceva prendere in giro da Red Ronnie per i ciabattoni rossi di gomma (indossati in una della sue prime ospitate televisive, a Help), nella donna matura e sensuale che non teme di sfoggiare tacchi alti e vestiti alla moda negli scatti promozionali di Heart. “Di quella ragazzina in realtà è rimasto lo spirito” spiega. “Mi sento sempre abbastanza uguale ma se poi mi volto indietro e vedo cos’ero… c’è un abisso. Il cambiamento è avvenuto soprattutto negli ultimi tempi. A un certo punto ho deciso che dovevo curare un po' di più il mio stile. Da una parte ero dubbiosa perché temevo potesse risultare una cosa un po’ finta, quasi che con tutti questi vestiti super alla
2003 - Lotus
Elisa ama reinventarsi e non perde occasione per dimostrarlo. Lotus è un disco interamente acustico che contiene brani inediti (tra cui Broken) ma anche cover (come Allelujah di Leonard Cohen) e reinterpretazioni di brani già incisi (vedi Labyrinth). Al disco segue il primo tour teatrale.
2004 - Pearl Days
Anticipato dal singolo Together, il disco segna un ritorno al rock energico degli esordi. Il produttore è Glenn Ballard (già con Alanis Morisette), che regala a Pearl Days un sound internazionale. Esce una seconda versione, contenente Una poesia anche per te, secondo pezzo in italiano di Elisa.
2009 - Heart
Si arriva alla storia recente di Elisa, che il 13 novembre 2009 pubblica il suo sesto disco di inediti, anticipato dalla hit Ti vorrei sollevare, cantanta in duetto con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Nel frattempo Elisa è diventata mamma e ha decisamente cambiato look. z
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Ho deciso di curare un po' di più il mio stile. Ero dubbiosa perché temevo potesse risultare una cosa un po’ finta, ma ero anche stufa di non mettere mai un po’ di femminilità nel mio modo di propormi
moda potessi non sembrare più io; dall’altra ero anche stufa di non mettere mai un po’ di femminilità nel mio modo di propormi. L’ho fatto quando mi sono sentita pronta”. Non che per lei i tacchi fossero un’esperienza del tutto inedita, ma in passato era stata un’avventura. “A Sanremo avevo rischiato la morte” ricorda”. “Potevo davvero finire a pelle d’orso ai piedi della Carrà. E dire che in albergo avevo fatto le prove, su e giù per le scale, ma quel tacco a spillo era davvero pazzesco”. Adesso invece non è nemmeno più un abito di scena: l’Elisa matura e femminile la si può vedere anche in giro per la strada. “A 18 anni qualche volta mi facevo la permanente, mettevo le zeppe. Ma una volta diventata un personaggio pubblico non avevo mai osato. Certo che è stata un'evoluzione davvero complessa: dalle All Star al tacco 12!”. L’ultimo anno, sotto il profilo personale, per la cantante di Monfalcone è stato importantissimo. Prima l’amore venuto allo scoperto con il chitarrista della band, Andrea Rigonat, e poi la bambina, che le ha stravolto prospettive e priorità. “Prima di tutto c’è lei e deve stare bene. Solo quando vedo che Emma Cecile è contenta e felice inizia la mia vita ed entro nel mio spazio di musicista. In tour verrà con noi perché l’allatto. Mangia ogni tre ore quindi anche prima dei concerti. Le farò fare l’ultima poppata e poi via, sul palco. Si è fatta un San Siro dentro il pancione e adesso in tour a neanche sei mesi di vita. Una bambina decisamente rock. Sono i tempi moderni”. Elisa non si ferma mai, si diceva all’inizio. E infatti, nonostante un tour appena avviato che toccherà i più importanti palazzetti italiani, già guarda avanti. “Sto seriamente pensando di fare una seconda parte di Heart totalmente teatrale. Mi piacerebbe prendere i teatri per due sere e fare altrettanti spettacoli: la prima sera Heart e la seconda Blue, il disco Joni Mitchell (del 1971, nda). È uno dei miei album preferiti. Vorrei fare un live acustico però articolato, con un sacco di voci femminili, tipo otto o nove, e interpretare allo stesso modo anche i brani scelti per la scaletta dell’Heart A Live Tour”. Non è ancora un progetto definitivo ma nemmeno un semplice pensiero che frulla per la testa. “È un’idea in fase avanzata. Ci terrei molto. Tra l’altro per Natale ho duettato con una cantante americana che è un po’ la regina di YouTube, Terra Naomi, proprio su un pezzo di Joni Mitchell, River. Le ho già parlato e lei è entusiasta, mi ha promesso che ci sarà”. La riproposizione dal vivo di un intero album di un'altra artista è dunque alle porte, ma Elisa sembra invece più restia su quello che negli ultimi mesi è diventato un must per molti musicisti, italiani e non: un intero cd di cover. “L’idea in realtà mi stuzzica molto, ma adesso non mi sembra davvero il momento" afferma. "Questo genere di progetto è davvero inflazionato e ho paura che proponendolo adesso potrebbe sembrare la solita minestra. Quindi devo aspettare che passi un po’ di moda". Nessun problema. Tanto di carne al fuoco ce n'è a sufficienza per poter rimandare: Elisa infatti sogna anche un album con l'orchestra e pensa già a scrivere i testi per un futuro lavoro di inediti. "Per fare tutto quello che ho in mente” conclude “è necessario stare in salute e concentrarsi. E avere un'ottima tata".
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La banda di Elisa Nonostante per i lavori in studio abbia collaborato con grandi musicisti internazionali, quando sale sul palco Elisa non rinuncia mai alla sua band, che l’accompagna fedele ormai da dieci anni. Alla chitarra c'è Andrea Rigonat, che di Elisa è anche compagno nella vita e spesso co-produttore dei lavori. Il basso pulsa invece da sempre nelle mani di Max Gelsi. La sezione ritmica è completata da Andrea Fontana, anche lui con Elisa sin dagli esordi. Alle dita di Gianluca Ballarin sono invece affidate le tastiere. "Andare in giro con loro mi ha dato una grande sicurezza” dice Elisa, “anche perché in parte ho potuto realizzare il sogno di fare un percorso con una mia band: con loro c’è il feeling di un vero gruppo. Lo siamo sempre stati, sin dall’inizio. Oggi sono tutti musicisti maturi che collaborano anche con altri artisti e posso dire che, anche se non fossero miei amici, li sceglierei comunque: c’è totale affinità e abbiamo un nostro linguaggio musicale". Ma nel gruppo ci sono anche volti nuovi, come quelli di Giacomo Castellano, alla chitarra, e Simone Bertolotti al pianoforte. La band sul palco, esclusi i ballerini-acrobati impegnati nelle coreografie, è poi completato da Nicole Pellicani e Silvia Smaniotto che si occupano dei cori. M.L.
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Mika
Livestyle > di Silvia Crivella
MIKA IN WONDERLAND Non ha ancora compiuto 27 anni e da almeno 3 è una star di livello mondiale. Ma c’è molto di più. Per capire il personaggio Mika bisogna scavare nel suo passato. Ha vissuto l’infanzia tra Libano, Francia e Gran Bretagna, ed è in quel periodo che si è formata la sua eclettica personalità. Colorato, sfavillante, con un’innegabile passione per la teatralità, il signor Penniman Jr sembra uscito da un bizzarro mondo dei fumetti. Decisamente pop.
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lavora nei musical, ha fatto anche Sister Act e Mamma Mia. a fatto breccia nelle chart mondiali con il singolo Grace Kelly, composto Quindi ho pescato nel musical e nell’opera, è così che ho per farsi beffa delle case discografiche che si rifiutavano di promuovecreato il mio show. re i suoi brani, esortandolo a scrivere canzoni sulla falsa riga di colleghi già famosi come Robbie Williams e Craig David. E invece, partenLa tua ricetta ricorda appunto i grandi musical. do da MySpace, questo ragazzo nato nel 1983 irrompe nelle radio di Mai pensato di farne uno tu stesso? tutto il mondo e in breve tempo viene definito il nuovo Freddy Mercury. Persino Brian No, non ne ho bisogno perché il mio show è già abbastanza May, storico chitarrista dei Queen, si è dichiarato suo fan. Il primo album di Michael in quella direzione. Lo spettacolo inizia con la mia morte. Holbrook Penniman Jr, in arte Mika, Life In Cartoon Motion, è un successo internazioSì, davvero: è il 1965 e vengo spedito nello spazio perché nale. Fin dai primi concerti si distingue per la grande teatralità, come nella sua prima voglio andare un po’ in giro. Il mio razzo va sempre più esibizione al Parc des Princes (da cui è stato tratto un dvd live): un’esplosione di colori in alto ed esplode. E io muoio. Così inizia lo show. Tutto tra clown, acrobati, ballerini e bande muciò che accade sicali. Il secondo disco, The Boy Who Knew dopo, durante il Too Much, è praticamente il seguito del priconcerto avviene mo, un viaggio nell’adolescenza di questo Sono nato a Beirut, sono cresciuto a Parigi e in una sorta di eterno Peter Pan. Da quando è uscito, nel a Londra. Mio padre è americano. Per capire le mie mondo perduto settembre 2009, le nuove canzoni hanno canzoni bisogna sapere da dove vengo io. La mia che fluttua nello scalato le classifiche radiofoniche. Tratti dimusica non nasce da un’immagine né da un suono, spazio. Ed è tutstintivi dei videoclip: i costumi sgargianti e to ambientato in ma dalla bizzarria della mia vita il gusto glam. questo bizzarro Durante la nostra chiacchierata c’è una pae surreale posto rola che ricorre come un tormentone: weird. fantastico, che Significa bizzarro e strano, ma anche misterioso e magico. Che sia questa la chiave di contestualizza la musica delle mie canzoni e tutti i persolettura del mondo di Mika? Attenzione però, dietro ogni magia c’è un trucco... naggi che in esse prendono vita.
Mika, lo sai che questa intervista sarà letta anche (e soprattutto) dai fan che hanno comprato il biglietto per il tuo concerto di Milano? Cosa devono aspettarsi? Ma è fantastico! Ho preparato uno spettacolo molto ambizioso. Ho cercato di combinare un mix tra una rappresentazione teatrale e un concerto. Quindi ho preso un set designer dal mondo dell’opera, un film maker che lavora nel cinema, insomma una bizzarra collezione di persone. Ho uno show director e un coreografo che in genere
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A proposito di canzoni, quelle di The Boy Who Knew Too Much sono molto personali e autobiografiche. Si parla di famiglia, di sogni da teenager, di sofferenze d’amore come in Touches You, Blue Eyes e Picking Up Off The Floor. Puoi raccontare qualcosa della tua gioventù? Di solito dico sempre che metto la mia vita nelle mie can-
foto Federico Riva
Mika Live 21/04 Milano
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livestyle/ mika
zoni e non ne parlo mai nelle interviste. Perché ho già messo tutto lì dentro. E’ vero, si parla della mia adolescenza, ma se ne parla per come sono io adesso. Provengo da una famiglia molto mista e molto grande. Sono nato a Beirut, sono cresciuto a Parigi fino a nove anni e poi a Londra. Mio padre è americano, quindi in me c’è anche una parte americana. Da questo mix eclettico scaturisce la mia musica. Quindi per capire da dove nascono le mie canzoni bisogna sapere da dove vengo io. La musica di Mika non nasce da un’immagine né da un suono, ma dalla bizzarria della mia vita. Una musica molto vivace e vitale, mentre i testi sono molto duri. Qual è il tuo approccio alla vita, anzi la tua “perspective on life”, per citare l’intro di Blame It On The Girls? Penso che con questo approccio si dia potenza a un messaggio. Una canzone come We Are Golden parla di com’è avere 19 o 20 anni ed essere disperati, senza sapere cosa fare della propria vita. Il personaggio del video è seduto nella sua stanza e potrebbe persino uccidersi se lasciasse entrare dentro di sé troppa oscurità. Il testo è molto cupo, parla appunto di un ragazzo che potrebbe farsi qualcosa di terribile, mentre la musica è molto euforica e felice. C’è questo bizzarro contrasto tra le due cose e credo che l’effetto sia di farti sentire meglio. Quando tu vedi
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Mi piace scrivere canzoni che sembrano infantili con messaggi fastidiosi per gli adulti. Tu pensi che siano filastrocche, ma in realtà sono davvero grottesche, con un messaggio piuttosto cupo. Ecco, mi piace il contrasto
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qualcuno o leggi un testo che fa riferimento alla tua vita e nello stesso tempo ascolti musica che emotivamente ti fa sentire bene l’effetto è molto forte. Ecco perché lo faccio. Per lo stesso motivo mi piace fare cose che sembrano molto infantili con messaggi che sono fastidiosi per gli adulti, persino in canzoni come Toy Boy o Lollipop: tu pensi che siano delle filastrocche, ma in realtà sono davvero grottesche. E il messaggio è piuttosto cupo. Ecco, mi piace il contrasto. In effetti è molto efficace. Il testo di Toy Boy parla di un’amicizia maschile interrotta dalla madre di uno dei due che “credeva che ci fosse qualcosa di sbagliato”. E’ un messaggio di speranza o sei pessimista riguardo a certi temi? No, io credo che ci debba essere speranza. Senza speranza non c’è motivo di scrivere una canzone. Uno show si mette in piedi solo se c’è speranza, per regalarla al pubblico. E si ascolta la musica perché la cerchi, no? Non è una fuga, è un modo di far sentire meglio la gente. Perciò io credo che sì, con Toy Boy ci sia sicuramente speranza. E penso che con canzoni così tutto quello che devi fare è “ingannare” le persone inducendole ad amare il brano prima che si accorgano realmente di cosa parla. Perché così le porti vicine al soggetto problematico, a cui normalmente non si avvicinerebbero mai.
Wikimika Tutti le pubblicazioni e i premi di Mika
ALBUM
Life In Cartoon Motion - 2007 The Boy Who Knew Too Much - 2009
SINGOLI
Grace Kelly - 2007 Relax (Take It Easy) - 2007 Love Today - 2007 Happy Ending - 2007
DVD
Live in Cartoon Motion - 2007
PREMI
World Music Awards Best-selling new artist - 2007 World Music Awards Best-selling male entertainer - 2007 World Music Awards - Bestselling male pop/rock artist - 2007 World Music Awards Best-selling british artist - 2007 Vodafone Live Award – Best male artist - 2007
EP
Dodgy Holiday - 2006 Songs For Sorrow - 2009
Big Girl (You Are Beautiful) - 2008 Lollipop - 2008 We Are Golden - 2009 Rain - 2009 Blame It On The Girls - 2010
Live Parc des Princes Paris - 2008
Brit Awards British breakthrough act - 2008 Capitol Awards UK male artist - 2008 Capitol Awards UK album - 2008 Ivor Novello Awards Composer of the year - 2008 NRJ Musique Awards – New artist of the year - 2008
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livestyle/ mika
Come è stato il tuo primo incontro con la musica? Sappiamo che hai una base classica. Avevo 11 anni ed ebbi il mio primo lavoro alla Royal Opera House per un’opera di Strauss, ero stato sbattuto fuori dalla scuola. Ho amato subito quel lavoro. Non mi piaceva tanto quella musica, ma amavo il teatro. E mi sono detto: “Ok, questo è quello che voglio fare della mia vita”. E avrei voluto anche scrivere musica per il cinema. Ma visto che sono dislessico non potevo comporre per i film. Così ho iniziato a scrivere canzoni. Però ora sei nella colonna sono di Kick Ass, l’ultimo adattamento cinematografico di un fumetto della Marvel. Come hai trovato questa esperienza? E’ iniziata in modo molto stressante. Mi hanno fatto vedere il film e mi hanno detto: “Ti piace? Bene, hai due giorni di tempo per farci una canzone”. Così mi ci sono buttato e l’ho scritta con Red One, che è nello staff di Lady Gaga. E’ stato tutto molto rapido e inaspettato ma ho amato subito la canzone e ora la suono alla fine dei miei concerti. La uso come
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Mi piace scrivere canzoni che sembrano infantili con messaggi fastidiosi per gli adulti. Tu pensi che siano filastrocche, ma in realtà sono davvero grottesche, con un messaggio piuttosto cupo. Ecco, mi piace il contrasto
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musica di saluti e anche se sono già sceso dal palco la gente aspetta finché non è finita. Stanno lì e continuano a ballare, è meraviglioso. Ma se tu stesso fossi un super-eroe dei fumetti, chi saresti e che super-potere vorresti avere? Ho sempre desiderato di poter di congelare il tempo. Così si potrebbe fermare quando ti piace quello che stai facendo, in modo da essere dentro quel momento un po’ più a lungo. O si potrebbe stopparlo quando odi qualcosa, perché magari hai solo bisogno di un break dall’esperienza orribile che stai vivendo. Ma la cosa migliore sarebbe fermare il tempo mentre stai entrando in un negozio, prendere tutto quello che ti piace e poi andare via. Con queste prospettive saresti il supereroe preferito di molti... Sì, l’eroe taccheggiatore!
European Tour
E’ chiaro che ti piace la moda e hai pure uno stile molto particolare. Mi piace lo stile, ma non vado pazzo per la moda. Alcuni abiti del mio nuovo tour sono disegnati da Alessandro Sartori, che è il direttore creativo di Zegna. E le scarpe sono state disegnate per lo spettacolo da Christian Louboutin. Gli altri costumi, come quelli in stile “opera” sono quasi tutti fatti da mia madre. Il concetto è che mi piace mischiare: i vestiti di mia mamma con gli abiti degli stilisti famosi più qualcosa di seconda mano che trovo nei negozi economici. Per me non è questione di moda ma di stile. La moda è roba di profumi e borsette, lo stile è qualcosa che non ha prezzo.
Se il concerto del 21 aprile a Milano non vi basta, ecco tutte le altre euro-possibilità di vedere dal vivo il talento di Mika, comprese le due date italiane di luglio.
Quindi lavori con tua madre (e so anche con tua sorella), che ha anche disegnato le cover dei tuoi album e il tuo sito. Siete una famiglia decisamente dedita all’arte. Siamo una famiglia che litiga tutto il tempo perché i membri lavorano troppo insieme! La verità è che quando abbiamo iniziato non avevamo i soldi per coinvolgere altri e nessuno voleva lavorare con noi. Così abbiamo fatto tutto da soli. Chiunque veda uno qualsiasi dei miei show deve ricordarsi che tutto quello che vede è fatto a mano. Tutto fatto in casa dai miei amici, dallo staff, perché non vogliamo sembrare troppo costosi nè perfetti. Perché se una cosa sembra troppo perfetta non ha cuore e non significa niente a livello di emozione. Così ai miei concerti hai un’impressione unica perché tutto è stato creato con sentimento e ha un cuore. E’ una cosa molto rara.
01/04 – Basilea (Svizzera) 16/04 – Lisbona (Portogallo 18/04 – Barcellona (Spagna) 19/04 – Madrid (Spagna) 23/04 – Marsiglia (Francia) 24/04 – Lione (Francia) 26/04 – Parigi (Francia) 27/04 – Parigi (Francia) 29/04 – Nantes (Francia) 30/04 – Tolosa (Francia) 01/05 – Nizza (Francia) 03/05 – Strasburgo (Francia) 04/05 – Lievin (Francia) 05/05 – Anversa (Belgio)
Emozionarsi è la cosa più importante? Esatto, credo che ogni cosa debba essere fatta a mano, col cuore, ed è importante che resti così.
le date ... 07/05 – Amsterdam (Olanda) 08/05 - Lussemburgo 03/06 – Neuchatel (Svizzera) 27/06 – St. Blazey (UK) 03/07 - Beauregard (Francia) 04/07 - Belfort (France) 06/07 - Roma 07/07 - Codroipo (Ud) 08/07 - Novi Sad (Isreale) 13/07 - Bayonne (Francia) 16/07 - Brittany (Francia) 20/07 - Narmes (Francia) 22/07 - Poupet (Francia) 21/08 - Chelmsford (Uk)
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OS 40 Tokio Hotel Live 11/04 Roma 12/04 Milano
Sono libere e anticonformiste. Curiose e frizzanti. A volte romantiche, a volte maliziose. Dolci, a volte aggressive. Ma sempre uniche e originali. Pronte a sperimentare infinite identità, aperte ai cambiamenti e alle novità. Amano un make-up che sia espressione del loro essere e delle loro emozioni. E amano una musica in cui riconoscersi, in cui ritrovare sentimenti, sperimentare sensazioni. Sono ragazze per cui Debby ha creato un’infinita gamma di colori e di finish studiati con originalità per un look che cambia ogni giorno seguendo i desideri, le emozioni, le voglie del momento. E sempre per loro Debby ha scelto di sponsorizzare il tour italiano dei Tokio Hotel. 4 date (25 marzo a Torino, il 26 a Padova, l’11 aprile a Roma e il 12 a Milano) per sottolineare che make-up e musica parlano lo stesso linguaggio. Quando il make-up è Debby e la musica è quella dei Tokio Hotel. Debby, experience your identity!
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Tokio Hotel
Livestyle > di Susanna La Polla
QUI SI FA SUL SERIO Chi pensa che i Tokio Hotel siano solo un “gruppetto di ragazzini” dovrebbe farsi un giro su YouTube e guardare un video delle esibizioni live di questa giovane band tedesca. Certo, il mondo di riferimento è quello dei giovanissimi, ma le performance sono all’altezza delle più quotate rock band. E la maturità dei fratelli Kaulitz è la controprova di questa convinzione. Li abbiamo sentiti (entrambi) in occasione dell’ospitata al Festival di Sanremo.
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Una “scena” che vanta centinaia di migliaia di fan… A proposito: so che siete stati vittime di non pochi episodi di stalking da parte del vostro pubblico femminile, con una di loro siete incappati anche in problemi legali. Adesso siete spaventati? Vi servite di guardie del corpo? Bill: Da ormai cinque anni, per la maggior parte del tempo siamo circondati da guardie del corpo, ma non certo nei A quanto riportano le vostre biografie, avete iniziato a fare musica da giovanissinostri momenti privati. mi. Ho letto che avete iniziato a scrivere canzoni all’età di sette anni. Quanto siete Tom: Però, intendiamoci, non siamo spaventati dalle nostre stati influenzati dalla vostra famiglia nella scelta di diventare musicisti? fan, ci piace incontrarle. Ci Bill: Il nostro patrigno ha avuto un piace parlare con le ragazruolo fondamentale nella nostra ze. formazione musicale perché è un Ci chiedono continuamente se facciamo parte Bill: Certo, noi amiamo le chitarrista. di questa o quella scena, anche perché ogni giorno ne nostre fan, sono la cosa più Tom: Sì, è stato lui a comprarmi la spunta fuori una nuova. Io direi che la nostra scena importante per noi. Quelmia prima chitarra e a darmi i primi si chiama Tokio Hotel. la vicenda, be’, si trattava insegnamenti su come suonarla. In Tom Kaulitz di una stalker, non di una più è con lui che abbiamo iniziato a fan, ma non è che per queregistrare le prime cose. Ci ha dato sto episodio puoi avere guardie del corpo attorno tutto il una grande spinta. tempo, a meno che non succeda qualcosa di spiacevole. Potreste dirci qualcosa di più sulle vostre influenze musicali? Alcuni critici soA proposito di brutti episodi, Bill nel 2008 sei stastengono che dobbiate molto ai Metallica, che anzi alcuni dei vostri brani siano to operato per rimuovere una ciste dalle tue corde fin troppo simili a quelli di James Hetfield e soci… vocali, evento a causa del quale siete stati costretti Bill: Non credo sia vero, perché in realtà abbiamo tutti gusti musicali molto differenti, non c’è a cancellare alcune date in Europa e tutto il tour un artista o una band che piaccia a tutti. Gustav (Schäfer, batterista, nda) ama moltissimo i Meprevisto in Nord America per quell’anno. Come hai tallica ma ciascuno di noi ascolta musica diversa, non c’è un grande idolo che ispiri tutti. Perciò vissuto quella esperienza? E adesso come ti senti? credo che il prodotto della musica dei Tokio Hotel sia un mix di un sacco di cose diverse. Bill: E’ stato un momento davvero difficile per me ma poi sono tornato sul palco e ho fatto un sacco di concerti, ne Quindi non vi considerate parte di una scena o di un movimento musicale? ho ancora tanti davanti, e le cose funzionano bene. CertaBill: No, non ci piace inserire i Tokio Hotel in una scena specifica. Il nuovo disco poi è diverso mente quando vivi un’esperienza del genere ti rimane per dai precedenti, ci sono canzoni davvero rock ma anche un sacco di cose elettroniche, perciò sempre dentro, non te la dimentichi facilmente. Ma ora mi non potremmo davvero inserirci in una specifica scena musicale. sento a mio agio e in generale mi diverto, amo andare in Tom: Anche perché ogni giorno ne spunta fuori una nuova. Ci chiedono continuamente se tour e cerco di non pensarci più. facciamo parte di questa o quella scena, io direi che la nostra scena si chiama Tokio Hotel. artiamo subito con una domanda a bruciapelo. Vogliamo una risposta sincera: andate d’accordo fra di voi? Siete amici? Bill: Si certo! A volte, è chiaro, si litiga ma in generale andiamo molto d’accordo anche perché ormai ci conosciamo molto, molto bene, suoniamo insieme da quasi dieci anni. E’ alla base di tutto, se non si è buoni amici non si può far parte della stessa band. E noi lo siamo.
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livestyle/ tokio hotel
Teen idols #3: Lost Bill, Karl Lagerfeld (stilista e fotografo tedesco) ti ha definito un’icona della moda, mentre Michael Michalsky (anch’egli stilista) sostiene tu sia la personificazione della pop art. Al Madam Tussaud’s di Berlino c’è pure una statua in cera che ti raffigura. Che effetto fa essere così famosi ad appena 20 anni? Bill: Sai, ogni tanto mi ritrovo a pensarci e sembra tutto così strano, pazzesco. A volte me ne dimentico ma poi la gente viene da me e me lo ricorda e, be', non ti nascondo che trovo un po’ inquietante che ci sia una mia statua di cera al Madame Tussaud’s. Ma in realtà è una cosa bellissima e ne sono molto orgoglioso. Sono contento di poter vivere una vita come questa, perché amo fare musica e stare sul palco. Non c’è dubbio che sia fantastico e che mi piaccia moltissimo. Il tuo look androgino spesso ha dato vita a voci su una tua presunta omosessualità. Tu hai sempre smentito, ma qual è la tua opinione sul tema della sessualità? Bill: Non ho problemi. Intendo dire che rispetto la sessualità degli altri. Ognuno può fare quello che vuole perché alla fine credo che tutto abbia a che fare semplicemente con l’amore e io credo nel vero amore. Penso che quando si ama qualcuno veramente si debba amarlo ed essere felici.
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Per la prima volta abbiamo il nostro palco ed è veramente figo. Abbiamo la nostra città futuristica, Humanoid City, è una produzione gigantesca. Bill Kaulitz
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Torniamo alla musica: per il vostro nuovo album, Humanoid, vi siete avvalsi della collaborazione di alcuni nuovi produttori: Guy Chambers, i Matrix e Desmond Child. Com’è stato lavorare con loro per voi che siete abituati, da sempre, ad un collaudato team di producer, formato da Peter Hoffmann, David Jost, Pat Benzer e Dave Roth? Bill: E’ vero, abbiamo sempre lavorato con gli stessi produttori per sette anni, il che è ottimo perché ci conosciamo molto bene e in studio siamo come una grande famiglia, un aspetto molto importante per lavorare bene insieme. Però per Humanoid volevamo qualcosa di nuovo e così abbiamo provato a collaborare con altri. Volevamo avere una ventata d’aria fresca nel nuovo disco. Il vostro nuovo tour europeo dura circa due mesi. Immagino sia duro stare lontani da casa per un periodo così lungo. Bill: Sai, alla fine ci siamo abituati ma penso che comunque sì, sia ancora dura, specialmente per Georg (Listing, bassista, nda) che è fidanzato. E anche per tutti noi non è sempre facile stare in giro per così tanto tempo. Ma in generale ci piace, ci muoviamo con due tour bus e ciascuno ha il suo spazio, persino il suo letto! Tom: Anche se, diciamocelo, il tuo letto a casa ti manca, perché dormi tre o quattro mesi in un tour bus che alla fine è solo un autobus!”
Nel mercato musicale italiano le band di giovanissimi si stanno guadagnando una fetta sempre più importante di pubblico. Dopo aver chiacchierato con Finley e dARI lo scorso mese, concludiamo la nostra “indagine” sugli idoli dei teenager con i Lost e (a pagina seguente) i Broken Heart College. Che cosa ne pensate della definizione “teen idols”? Vi va stretta o ci convivete senza problemi? Quando scriviamo, non stiamo a pensare a chi sarà indirizzato il pezzo, è un processo naturale che nasce dalla pancia. Poco importa quindi l’etichetta che ci affibbiano, l’importante è far trasparire l’autenticità di quello che siamo e di quello che vogliamo trasmettere. Vi siete fatti un’idea del motivo per cui la vostra musica è letteralmente adorata dai teen-ager mentre il pubblico adulto sembra “snobbarvi”? Si possono aprire mille dibattiti. Possiamo parlare di processo naturale. In fondo abbiamo vent’anni, scriviamo quello che sentiamo e viviamo adesso ed è normale che un ragazzo più vicino alla nostra età si rispecchi in un nostro testo. Ma è altrettanto vero che siamo in continua crescita. Viviamo nuove esperienze ogni giorno che ci permettono di arricchire il nostro bagaglio come persone e come artisti. E’ un cammino, una crescita e con il tempo la diffidenza da parte del cosiddetto “pubblico adulto” diminuisce. Che tipo di feeling si instaura tra voi e il vostro pubblico durante i concerti? E’ un legame molto forte. E’ uno scambio di emozioni tra noi e loro. Quando saliamo sopra ad un palco possiamo finalmente fare quello che amiamo di più, fare l’amore con la nostra musica, vivere di lei. Ed è questo che vogliamo trasmettere al pubblico. Cosa ne pensate dei Tokio Hotel? Penso ci siano molte band valide che in questi anni stanno riscuotendo elogi e consensi da parte del pubblico e sicuramente i Tokio Hotel sono una di queste. Vedremo come sapranno crescere negli anni. La band dei gemelli Kaulitz è famosa in tutta Europa. Cos’ha la musica straniera più di quella italiana? Semplice, la lingua inglese.
livestyle/ tokio hotel
Teen idols #4: Broken Heart College Bill: Be’, sicuramente è un periodo molto lungo e a volte è un po’ dura ma è comunque una bellissima esperienza. E’ vero che viaggiate con i vostri cani? Fanno per caso parte del nuovo show? Bill: No, non sono nello show (ride, nda). A volte vengono con noi, è vero, altre volte li lasciamo a casa e se ne occupano i nostri genitori. Cerchiamo di portarceli dietro perché ne siamo innamorati, li consideriamo veri e propri membri della nostra famiglia. Ma purtroppo non sempre è possibile.
Last but not least, il nostro viaggio tra le band amate dai teen ager si conclude con i Broken Heart College, una delle ultimissime novità di questo nuovo movimento musicale. Che cosa ne pensate della definizione “teen idols”? Vi va stretta o ci convivete senza problemi? Siamo onorati di rientrare in questa categoria, anche perche' noi in primis siamo stati teenager, anzi ancora ci sentiamo cosi. Quindi perché dovrebbero esserci problemi? Speriamo solo che la nostra musica possa arrivare a tutti, a un pubblico che non ha età. Vi siete fatti un’idea del motivo per cui la vostra musica è letteralmente adorata dai teenager mentre il pubblico adulto sembra “snobbarvi”? Le nostre canzoni hanno un sound molto giovanile, allegro, ed e' normale che venga apprezzato per la maggior parte da un pubblico teen. Però sappiamo anche che molti adulti ascoltano volentieri la nostra musica proprio perché è diversa dalle solite cose che sentono quotidianamente. Che tipo di feeling si instaura tra voi e il vostro pubblico durante i concerti? Il pubblico è ciò che ci carica ai concerti, ed i concerti sono fatti per loro, per dimostrare a tutti cosa proviamo quando suoniamo e per condividere con le persone che ci seguono l'emozione della musica. Cosa ne pensate dei Tokio Hotel? Li apprezziamo, hanno costruito un impero dietro di loro, con una fan base enorme, e hanno conquistato tutta l'Europa. La band dei gemelli Kaulitz è famosa in tutta Europa. Cos’ha la musica straniera più di quella italiana? La musica straniera non ha niente in più di quella italiana. Forse è solo una questione di fortuna, più che altro di opportunità e di situazioni locali specifiche. Il mercato musicale italiano resta piccolo rispetto a quello tedesco o addirittura americano. E’ quindi normale che in quei paesi ci siano più occasioni per le nuove proposte.
Potete dirci qualcosa delle scenografie dello show? Bill: Per la prima volta abbiamo il nostro palco ed è veramente figo, siamo appena tornati da Londra dove lo abbiamo visto montato da Misty Buckley, la set designer che l’ha ideato, una persona squisita con la quale è stato bellissimo lavorare. A Londra poi ci siamo incontrati anche con i gemelli canadesi Dan e Dean della griffe DSquared2, coi quali ho collaborato per la creazione dei nuovi costumi del Humanoid City Tour, che sono davvero pazzeschi. Abbiamo la nostra città futuristica, Humanoid City, è una produzione gigantesca, la più grande che i Tokio Hotel abbiano mai avuto sin ora, ed è fantastica.
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Non ti nascondo che trovo inquietante che ci sia una mia statua di cera al Madame Tussaud’s di Berlino. Ma sono contento di poter vivere una vita come questa. Bill Kaulitz
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Prima di salire sul palco siete nervosi, avete qualche rito scaramantico particolare che effettuate prima dello show? Bill: Di solito siamo molto, molto nervosi prima di ogni show. Guarda, penso che i Tokio Hotel siano la band più nervosa che esista al mondo. Ma non appena saliamo sul palco le cose vanno bene e passa tutto, facciamo la nostra musica e ci divertiamo. Diciamo che dopo la prima canzone va tutto bene. Tom: In realtà ciò che è veramente importante è che Georg faccia ‘quella grossa’ in bagno prima di ogni show. Solo allora sappiamo che tutto andrà bene. Parlateci un po’ della scaletta del live. Canterete solo in inglese o anche in tedesco? Solo brani dal nuovo album o anche vecchie canzoni? Bill: Suoneremo un sacco di canzoni ma la maggior parte saranno brani che abbiamo inciso nel nostro ultimo album, Humanoid. Facciamo anche qualche pezzo vecchio ma volevamo davvero andare in tour con musica nuova perché quella vecchia l’abbiamo suonata per così tanto tempo... Per quanto riguarda la lingua mixiamo un po’ tutto, ogni sera abbiamo un set tedesco e uno inglese, il che significa un sacco di lavoro in più per me!
Anna pensava di fare la proposta al suo fidanzato il 29 febbraio.
Questo non è il suo fidanzato.
Anna (Amy Adams) e Declan (Matthew Goode) sono gli interpreti della commedia romantica Una proposta per dire sì. A quattro anni di distanza dal primo anniversario di fidanzamento, Jeremy (Adam Scott), il fidanzato di Anna, non le ha ancora fatto la fatidica proposta. Lei decide di prendere la situazione in mano e, sfruttando una vecchia tradizione irlandese che consente alle donne di offrirsi in matrimonio nel 29° giorno di febbraio, tenta di raggiungerlo a Dublino per chiedergli la mano. Ma gli aerei, le condizioni meteorologiche e il destino la scaraventano dall’altra parte dell’Irlanda. Qui, chiede a un giovane e aitante irlandese, Declan (Matthew Goode) di aiutarla ad attraversare il paese. I due si mettono in viaggio e raggiungono la Emerald Isle, dove capiscono che l’amore ha serbato a entrambi una sorpresa del tutto inattesa.
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Svezia
Irlanda
Concorso valido dal 29 Marzo al 12 Aprile 2010, estrazione finale entro il 30 aprile 2010. Totale Montepremi: Euro 143,00 Iva esclusa. Regolamento completo su www.musicbox.it e www.sololive.it
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Litfiba
Livestyle > di Gianni Olfeni
LO SPETTACOLO STA PER (RI) COMINCIARE Si pensava fosse finita per sempre, perché Pelù e Renzulli aveno rotto sul piano umano. Eppure, prima di Natale, Piero e Ghigo hanno inaspettatamente annunciato di essersi “ritrovati”. Nonostante la penuria di dichiarazioni ufficiali, abbiamo voluto capire qualcosa di più sia sulla separazione che sulla reunion. Ci ha dato una mano Massimo Cotto, noto scrittore e giornalista, che, giusto all’epoca della separazione da Renzulli, aiutava Pelù a scrivere la sua autobiografia ufficiale (Perfetto difettoso, Mondadori, 2000).
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è naturale, specialmente quando una band è così amata come lo assimo raccontaci del libro con Pelù. E’ stata una cosa tra amici. Da erano allora i Litfiba. Si è sempre creduto che dietro ci fossero quetanti anni sono legato a Piero da amicizia e stima profonda. Alla fine stioni artistiche. Qual è il momento specifico in cui la parabola degli anni Novanta quando ci si incontrava a cena, o si passavano dei Litfiba comincia la sua discesa, diciamo l’inizio della fine? nottate insieme, si finiva sempre a parlare di questo dente che gli L’inizio della fine coincide con l’inizio dei sospetti. Faccio una breve faceva male. Il rapporto con Ghigo... Io a un certo punto gli ho detpremessa. Gli artisti, per definizione, si portano dietro una grandisto “scusa Piero ma perché non facciamo un libro, racconti tutto, ti sfoghi”. Se è vero che sima fragilità e vulnerabilità che poi cercano di coprire indossando una canzone può essere terapeutica, figuriamoci un libro. Non dico che si possa vincere delle maschere sul palco. In realtà sono dei fanciulli, nel senso poil dolore, ma si può provare ad esorcizzarlo almeno per un attimo. Avevate in mente sitivo del termine, molto sensibili e propensi a drammatizzare, nel il libro che poi è uscito oppure qualcosa di diverso? Fin dall’inizio l’idea di partenza bene e nel male. Quindi era che questa fosse la storia di Litfiba nel momento esatto in raccontata da Pelù e non semplicemencui si viene a incrinare la te la storia dei Litfiba. E il lavoro, inL’inizio della fine tra Piero e Ghigo comincia fiducia di Piero in Ghigo tendo tra te e Piero, è filato liscio? Ci con l’inizio dei sospetti. Anche se la mancanza di fie in certi suoi comportasiamo chiusi nella sua casa dell’epoca, ducia arriva in prima battuta nei confronti di Alberto menti che Pelù non cona San Casciano, e abbiamo lavorato Pirelli, produttore e manager dei Litfiba, solo in un sidera limpidi, ecco li si come pazzi. In 4 giorni avevo registrarompe tutto. Ma quanto tutto. Piero sembrava in preda alla secondo momento riguarda anche Renzulli do succede esattamenfebbre malarica tanta era l’urgenza di te? E’ il tour di El Diablo, raccontare e raccontarsi. Immagino ci siamo nel 1991. Ti leggo direttamente un passo del libro. Piero racsia stata una partecipazione emotiva davvero notevole da parte sua. Era un momento conta che “il primo concerto al PalaTrussardi fu un vero orgasmo, particolarmente difficile della sua vita, Piero ha sofferto moltissimo quando si è staccato fu mio fratello Andrea a rovinarmi la serata. A cena fece due calcoli dai Litfiba. Anche se il travaglio vero è stato quello che ha condotto alla decisione di sesull’incasso, sul costo dei biglietti, sul mio ricavato. Del resto avevaparare la sua strada da Ghigo. Tolto il dente, tolto il male? Una volta presa la decisione mo studiato economia da piccoli quando giocavamo a Monopoli e è andato avanti per la sua strada però prima la sofferenza è stata tanta. lui si divertiva con l’alta finanza. Mi disse che ero pazzo, che mi pagavano come un impiegato mentre i manager si arricchivano. Era vero: basti pensare che avevamo firmato un contratto che implicava Come sempre capita, l’opinione pubblica si è fatta un’idea della separazione. Be’,
L’inzio della fine
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foto Federico Riva
Litfiba Live Milano Firenze Firenze Roma Acireale (CT)
Piero e Ghigo sul palco di Monaco lo scorso 23 marzo
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la cessione del 50% di tutti i nostri diritti a Pirelli (manager dei Litfiba, nda). Una follia, colpa nostra”. Da allora Piero cerca in tutti modi di far capire a Ghigo la situazione. Ma ottiene ben poco e quindi cominciano i sospetti… Che poi chi ha fatto pendere l’ago della bilancia è appunto Alberto Pirelli, scopritore e produttore dei Litfiba. La mancanza di fiducia arriva in prima battuta nei confronti di Pirelli, poi in un secondo momento di Ghigo. In tutti gli anni successivi, è stata chiara tra loro questa dinamica? Sanno perfettamente perché si sono separati e la ricostruzione dei fatti è identica da entrambe le parti. Quello che cambia è la responsabilità, uno dice “è colpa sua”, l’altro risponde “non ha capito”.
Ma dov’e’ Pelu’?
Il 2000 è l’anno in cui i Litfiba si sciolgono ufficialmente. Un gruppo musicale può andare avanti benissimo anche nelle liti… Come dimostra il caso dei Rolling Stones… Però li è istituzionalizzato. Gli Stones dicono “siamo estremamente diversi ma ce ne sbattiamo, abbiamo una macchina da guerra e per un mese l’anno dimentichiamo i nostri dissapori”. Ma i Litfiba erano una famiglia più che un gruppo e nel momento in cui i due capo-famiglia litigavano tra di loro diventava difficile andare avanti. Ricordo l’ultimo concerto a Monza nell’estate 2000… Un live al limite della pietà. Prima che entrassero sul palco, due maxi-schermi proiettavano le immagini di Piero
Massimo Cotto e Piero Pelù in uno scatto di qualche anno fa.
Pare che sia stato folgorato dalla musica mentre ascoltava, ancora adolescente, Thunder Road, uno dei grandi successi di Bruce Springsteen. Fatto sta che Massimo Cotto, astigiano classe ’62, a 16 già lavora in una radio locale. Entra in Rai come disk jockey nel 1983 (ci rimarrà per 20 anni) e l’anno successivo conduce la prima di 7 edizioni di Stereonotte. La carriera nella radio di Stato tocca il suo apice quando, nel 1999 diventa il responsabile musicale di Radiouno. Nel 2007 approda a Radio Capital, conducendo vari programmi. Oggi sentiamo la sua voce in Capital Tribute, approfondimento in pillole sulle più importanti canzoni della storia della popular music. Parallelamente all’attività radiofonica, Massimo lavora sulla carta stampata. Inizia con Il mucchio selvaggio prima di collaborare per molti anni con quotidiani (L'Indipendente, Il Tirreno, Stampa Sera) e riviste periodiche (tra cui l’Espresso). Ha scritto molti libri, per lo più biografie ufficiali di grandi musicisti come Patty Pravo, Irene Grandi, Francesco Guccini, Ivano Fossati, Enrico Ruggeri, oltre a Pelù naturalmente. Negli ultimi anni ha “scoperto” il romanzo: nel 2003 ha esordito con Hobo, una vita fuori giri, seguito due anni dopo da L’ultima volta che sono morto, con prefazione di Giorgio Faletti e postfazione di Fernanda Pivano. Nel 2007 l’ultima pubblicazione con Le notti gotiche, un libro di racconti con Eraldo Baldini. Dulcis in fundo, Massimo ha fatto parte della giuria di qualità dell’edizione 2003 di Sanremo e della commissione artistica che ha scelto per la Rai i giovani della 56° edizione (Festival del 2006). Nel 2007 e nel 2008 è stato direttore artistico e presidente della commissione di Sanremolab, mentre quest’anno è stato tra gli autori dell’intero Festival. G.O.
e Ghigo nel backstage. Si ignoravano… Di più, sembravano due estranei. E infatti l’esibizione fu tristissima… L’unica cosa che fecero con convinzione fu salutare il pubblico dicendo entrambi “ci vediamo presto” riferito alle loro imminenti nuove avventure. Che poi sono iniziate, ma con risultati scarsi se confrontate con l’avventura dei Litfiba. Ti racconto questo episodio. Sono con i Litfiba a Racalbuto, in Sicilia, dopo l’abbandono di Piero. Sto mangiando con Ghigo e “Cabo” Cavallo, nuovo cantante della band, dopo un loro spettacolo. Mentre raggiungo il bagno entra un tizio sulla trentina e nota un po’ di trambusto intorno al tavolo della band, ragazzi che chiedono autografi, fatto raro per quel luogo. Il tizio si rivolge a me: “Ma chi sono?”. “I Litfiba” rispondo io. Lui guarda bene verso il tavolo poi si gira verso di me e mi fa “Ma dov’è Piero Pelù allora?”. L’immagine di Piero era così forte che i Litfiba senza Piero non potevano esistere e anche Piero senza i Litfiba non è la stessa cosa. Dovendo giudicare da un punto di vista artistico le due esperienze, cosa possiamo salvare? Personalmente credo che la scelta di Piero sia stata più coraggiosa. il Med-rock, la sperimentazione, non sempre tutto è stato a fuoco, ha fatto tanti errori, ma ha provato a trovare una sua strada. Ai Litfiba post-Pelù rimprovero il tentativo di ricreare quello che c’era prima, anche a livello vocale. Cabo è bravo ma alla fine sembrava quasi un clone di Piero. Appunto.
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Piero e Ghigo hanno capito che potevano ricostruire qualcosa o che almeno valeva la pena provarci. Hanno iniziato prima timidamente vedendosi a cena, poi suonando si sono resi conto che potevano ricreare la magia
Anima&corpo
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Dove c’e musica, c’é Massimo
Qual è stato impatto dei “primi” Litfiba sulla musica italiana? Intanto hanno fatto capire che si poteva cantare il rock in italiano con credibilità. All’alba degli anni Ottanta erano pochissimi gli esperimenti. E poi sono stati bravi a mescolare diversi ingredienti. Da un lato il sapore barricadero, l’impegno sociale, le canzoni che devono avere anche un contenuto… Il rock può servire anche a farci riflettere oltre che a muovere i piedi… Per i Litfiba la fisicità del rock non era mai distinta dall’aspetto intellettuale. Il tutto con una gestualità che era figlia del teatro più che della musica. Le varie maschere che Piero indossava sul palco erano una cosa unica, chi lo faceva prima di lui era nell’ambito del travestimento. Lui invece riprende certi dettami dell’art-rock e li mette insieme con l’espressione musicale più immediata, cioè il punk. Poi se guardi certi testi degli esordi c’è anche un po’ di ingenuità, ma era la stessa che abbiamo sentito in altre band, compresi i Beatles quando cantavano “She loves you yeah yeah yeah”.
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Trovare l'amore ti renderĂ felice. Aspettarlo ti sconvolgerĂ .
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La scintilla diventa fuoco
Litfiba? Io credo che due persone intelligenti, orgogliose e permalose come Piero e Ghigo abbiano valutato molto bene i pro e i contro. Sono Veniamo alla reunion. Sarebbe troppo facile accostarla al poco successo ottenuto sia da Piero altrettanto convinto che non si tratti di un’operazione a tempo. Non che da Ghigo in questi 10 anni. Io credo che entrambi abbiano capito che si poteva ricostruire c’è spazio per un revival, ma per un progetto vero con cui costruire qualcosa o che almeno valesse la pena provarci. Hanno iniziato prima timidamente vedendosi a nuovamente qualcosa di importante. Si rimettono insieme con l’idea cena, poi altri incontri, finchè suonando si sono resi conto che potevano ricreare la magia e così si di durare. E’ un progetto a tempo indeterminato… E’ chiaro che se è accesa la scintilla che è diventata fuoco. Come hanno capito realmente che esiste la possibilità dopo un primo album si rendessero conto di essere troppo arruggidi (ri)costruire qualcosa di valido? Il rapporto tra Pelù e Renzulli ricorda quello tra Lou Reed niti allora sarebbe diverso, ma da quel poco materiale che ho ascole John Cale: Piero non ha una preparazione musicale straordinaria, ha delle grandissime intutato, anche se ancora allo stato grezzo, mi sembra che la strada sia izioni, però ha bisogno di avere vicino uno come Ghigo, bravissimo e preparatissimo, proprio decisamente buona. come Reed con Cale. Anche in passato Piero, che è Questa è una grande completamente pazzo, era quello che aveva il colpo notizia in esclusiva di genio; non avendo una preparazione musicale I concerti di aprile sono una festa. Non c’è la per i lettori di Onstraordinaria, non sentiva il bisogno di fare cose minima possibilità che qualcuno resti deluso. Non stage! Esiste già del che rispecchiassero la grammatica del rock. Come essendoci pezzi nuovi, non c’è nemmeno il pericolo materiale inedito dei dire, non conoscendone le regole poteva trascendel confronto. Questa è la festa di compleanno, ma “nuovi” Litfiba… dere… Che gliene fregava a lui? Ma c’era bisogno (risata di Massimo, poi c’è la laurea e allora sarà più dura dell’unione tra follia e ragione, per tradurre le idee nda)… Esiste qualcobellissime in qualcosa di concreto. Paradossalmensa che ci fa ben spete quando Piero è cresciuto come preparazione, le rare. Poi è probabile sue canzoni sono diventate più prevedibili, proprio che loro neghino, perché è giusto tenere i fari spenti come hanno fatcome Lou Reed quando ha imparato a suonare bene la chitarra: per 5 anni non ha più scritto to nel caso della reunion, che nessuno si aspettava. Però… Secondo una bella canzone perché andava dietro le regole. Le regole rischiano di ingabbiare la follia me siamo sulla strada buona. Non credi che i Litfiba possano essere musicale… Piero e Ghigo sono il classico caso in cui il risultato è superiore alla somma delle l’anello di congiunzione tra il rock cosiddetto mainstream e quello parti. Quando sono insieme si crea un’alchimia particolare, c’è qualcosa di magico. Tornando al cosiddetto indipendente? Assolutamente sì, hanno la storia per essepresente, penso che Piero e Ghigo abbiano sentito nuovamente tutto questo. La controprova non re credibili in questa veste. L’unico nodo che rimane da sciogliere è può che essere la pubblicazione di nuovo materiale. Certo, questi concerti di aprile sono una quanto saranno vicini al “periodo pop”, cioè quello precedente alla festa. Non c’è la minima possibilità che qualcuno torni a casa deluso. Non essendoci pezzi nuovi, separazione. Per carità, andrebbe bene, ma io spero che tornino in un non c’è nemmeno il pericolo del confronto. Questa è la festa di compleanno, ma poi c’è la laurea altro modo. Si dice che quando le porte cigolano c’è bisogno dell’olio e allora li sarà più dura. Ma le cose più belle dei Litfiba nascono quando loro due “fanno ponte” buono. E credo che nessuno abbia voglia semplicemente di un buon ossia quando attraversano le loro diversità e cercano di raggiungere la sponda in cui sta l’altro. disco dei Litfiba, qui c’è bisogno del miglior disco dei Litfiba. O qualosa di molto simile. Non si rovina un passato glorioso con un prodotto che è solo discreto. Non c’è dubbio. Grazie Massimo. Grazie a te. Al di là dell’ottima risposta del pubblico a questi concerti, quanto è credibile la nuova vita dei
Un progetto a tempo indeterminato
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Grazie per avermi spezzato il cuore I
l pubblico del Teatro Ariston la ricordava come la minuta rocker, stretta in micro abitini in pelle nera che urlava sorridendo di voler restare La tua ragazza sempre. Stavolta, con La cometa di Halley (brano scritto a quattro mani con Francesco Bianconi dei Baustelle) Irene a Sanremo ha cantato la sua sofferenza per un matrimonio andato in frantumi di recente. E l’ha fatto con la solita graffiante energia, ma con una maturità tutta nuova, senza mai cedere il passo alla malinconia. Il Festival del televoto non l’ha premiata, ma Irene si sta guadagnando il successo giorno dopo giorno grazie all’album Alle porte del sogno (autoprodotto), con cui può continuare a raccontare il suo percorso di sofferenza e rinascita. Ha trovato pace tuffandosi in un’infinità di suoni nuovi, divertendosi come una matta nel seguire il flusso sonoro che è riuscita a creare. I corposi arrangiamenti dell’Oversea Orchestra, la suggestione creata dal moog e dal synth, il suono potente delle chitarre elettriche che prende a sberle ogni singolo brano, percussioni a volte audaci come pugni nello stomaco permettono a Irene di aprire liberamente i polmoni e il cuore e cantare finalmente senza falsi pudori il dolore per un amore finito e la gioia per essere riuscita a venir fuori dal buio. L’inconfondibile graffio della sua voce sanguina, brucia, ma non smette per un momento di far battere le tempie a chi ascolta. Di questa nuova Irene Grandi colpiscono i colori. Autunnali e primaverili insieme, non più esclusivamente caldi ed estivi come un tempo. Il viso di Irene, sempre delizioso e intenso, mescola malinconia a serenità: sintesi perfetta di questo nuovo album e del nuovo corso della sua vita.
Testo di Roberta Maiorano
Vestito Jo No Fui
Foto by Diego Di Guardo Styled by Sarah Grittini
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Vestito Jean Paul Gaultier, cappello Jo No Fui
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rock 'n' fashion
Vestito Gucci
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rock 'n' fashion
We're 1. Camomilla
Golden 2. Lacoste
3. 55Dsl
Running around again Running from running Do you still think that you know? Looking for treasure
In the things that you threw 4. Tezenis 8. Closed
Like a magpie
I was a boy at an open door Why you staring
I live for glitter, not you 5. ROXY
7. Sisley
6. Diesel
1. 13,00 € - Cerchietto in resina con riferimenti floreali - 2. 85,00 € - Polo in cotone piquè sterchi - 3. 90,00 € - Occhiale da sole montatura in acetato - 4. 9,90 € - Reggiseno push up in cotone elasticizzato bianco con fantasia stelle - 4,90 € - con culotte coordinata. Riferimento per i lettori: 045.8604111 - 5. 50,00 € - Cassa in policarbonato e acciaio, vetro acrilico, movimento analogico al quarzo,resistente all’acqua, disponibile in 5 colori, www.roxy.com - 6. 140,00 € - Jeans chiaro con gamba a palloncino, stretti sulla caviglia - 7. 22,90 € - Sandali rosa di PVC stile “gladiatore” - 8. 69,00 € - Women's top slate grey
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Di Eileen Casieri e Marianna Maino
Now I'm sitting alone
2. BENETTON
3. Rayban
I'm finally looking around
Left here on my own 1. Wesc
.. Wir sind Traumer 4. Breil
Had to let the world let it bleed me dry
I'm gonna hurt myself Maybe losing my mind I'm still wondering why
5. Levi's
We are not what you think we are We are golden, we are golden
6. Timberland
8. Eastpak
7. Meltin'Pot
'We're golden'”by Mika 1. 80,00 € - Gilet in maglia wesc con bottoni in legno - 2. 19,90 €- T-shirt di jersey di cotone con scollo a “v” - 3. 149,00 € - Icona dal 1952, il Wayfarer si veste di colori e fantasie. Per “Subway” cinque varianti tutte con la fantasiasul retro (nero, bianco, blu, viola, rosso) - 4. 29,00 € - Orologio analogico e impermeabile. cassa di 32mm, bianca o nera, tonda e removibile. I cinturini sono disponibili in 20 varianti colori. Cinturino di ricambio 7,90 € - 5. 32,00 € - Cintura nera in pelle con fibbia logo - 6. 125,00 € - Earthkeepers 2.0 Boat Shoe Scarpa da barca uomo con lacci in cotone, pelle extra-soft, suola in gomma Green Rubber, ottenuta per il 42% da gomma di pneumatici usati- 7. 130,00 € - In denim colorato, rosso effetto scolorito, con preziosa cimosa - 8. 50,00 € - Tracolla delegate,borsa con patta chiusa da clip, tracolla regolabile e staccabile e due tasche sotto la pattacaratteristici con disegni in bianco e nero e profili fluo
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Le Vibrazioni Milano, 19/03/2010 foto : F.Prandoni
30 Seconds To Mars Milano, 22/03/2010 foto : F.Prandoni
© WienTourismus/Hertha Hurnaus
La scelta è fra i 3 locali “underground” (letteralmente sotto la Metro) più rinomati. Al Chelsea gruppi musicali che suonano live e dj con selezione britpop e punk. Al B72 la musica della chitarra si abbina a beats e breaks elettronici; il tutto è ovviamente mixato alla perfezione per ballare fino all’alba. Al Q [kju:], un locale assolutamente trendy che propone ottimi drink e il sound più giusto, dalla musica house fino all’R’n’B.
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LIVEREPORT/ marzo
The Cranberries Milano, 16/03/2010 foto : F.Prandoni
Carmen Consoli Milano, 05/03/2010 foto : F.Prandoni
PRESENTA I Baustelle presenteranno il nuovo album “I Mistici dell’Occidente” con 3 eventi unici accompagnati, solo per queste date, dall’Orchestra dei Mistici dell’Occidente, un coro maschile e una sezione d’archi e fiati. Un’occasione imperdibile per ascoltare per la prima volta le nuove canzoni.
17 Aprile Roma, Atlantico 19 Aprile Milano, Alcatraz 27 Aprile Firenze, Saschall
Simone Cristicchi presenta dal vivo il suo nuovo disco, questa volta ambientato nelle metaforiche stanze del “Grand Hotel Cristicchi”. Cristicchi sceglie di sorprendere il pubblico con uno spettacolo a cavallo tra il teatro e la canzone, accompagnato dal Gnu Quartet, uno straordinario quartetto di musicisti classici. 9 10 16 20 21 23 24 27 28 29 30 3 8 15
Aprile Milano - Teatro Del Verme Aprile Torino - Teatro Colosseo Aprile Seriate (Bg) - Teatro Gavazzeni Aprile Genova - Teatro Politeama Aprile Civitanova - Teatro Rossini Aprile Parma - Auditorium Paganini Aprile Roma - Auditorium Aprile Bari - Cineteatro Nuovo Palazzo Aprile Rende (Cs) - Teatro Garden Aprile Alcamo (Tp) - Teatro Cielo D’alcamo Aprile Catania - Teatro Abc Maggio Verona - Filarmonico Maggio Vimodrone - Santa Croce Maggio Firenze - Teatro Puccini
Big Fish S.r.l.
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what'snew/ musica Baustelle I Mistici dell’Occidente Warner Music DI Marco Rigamonti
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e aspettavate i Baustelle per un’altra Charlie fa surf molto probabilmente rimarrete delusi. Se ciò che vi aveva colpito di Amen era il suono compresso e l’impatto violento ci resterete male all’ennesima potenza. Detto senza mezzi termini, I Mistici dell’Occidente è un album per molti (fan, filosofi e chi cerca un po’ di profondità) ma non per tutti, dove per “tutti” si intende chi aveva sorriso ingenuamente canticchiando la melodia contagiosa e le parole solo apparentemente superficiali che raccontavano le gesta di un quindicenne alle prese con drum-machine, filmati porno e M.D.M.A. Critici, disillusi e pungenti per definizione, i ragazzi di Montepulciano non perdono nemmeno un secondo per guardarsi alle spalle e puntano dritti verso una direzione musicale a dir poco coraggiosa; basti pensare all’apocalittica intro di organo di L’indaco o alle evoluzioni senza confini di un pezzo ultracontaminato come la title-track. Tra suggestioni Morriconiane e citazioni che provengono dalla canzone popolare, i Baustelle mettono in mostra le loro ben note progressioni infinite di accordi, puntando molto su arrangiamenti orchestrali in bilico tra epicità western e crudo modernismo. La figura di Francesco Bianconi, da sempre perno della band, è qui amplificata dal suo ruolo attivo in fase di produzione (accanto a Pat McCartney) e dal sacrificio parziale della voce di Rachele Bastrenghi (la prima volta che compare in maniera attiva è nel quinto brano, Gli spietati), che però esegue una struggente L’ultima notte felice del mondo in fondo al disco. Poesia moderna come in Italia nessuno è in grado di fare.
Simone Cristicchi
Mary J. Blige
Paul Weller
Grand Hotel Cristicchi Sony Music
Stronger With Each Tear Universal
Wake Up The Nation Universal
DI Roberta Maiorano
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re anni di tour, viaggi su e giù per l’Italia, una camera d’albergo diversa ogni sera e luci di abatjour a illuminare appunti e pensieri sparsi. Nasce così Grand Hotel Cristicchi, terzo album di inediti per l’ex promessa del cantautorato italiano. Dodici brani che sono come stanze d’hotel, tutte diverse tra loro, e che ospitano i personaggi più assurdi, le questioni più spinose, le emozioni più intime. Un assaggio del nuovo lavoro è stato offerto durante l’ultimo Festival di Sanremo, quando Simone ha cantato con occhi spiritati la sua Meno male (brano ispirato da un pezzo di Marco Travaglio e scritto a quattro mani con Frankie–Hi-Nrg), una bastonata a quella stampa che preferisce dare importanza al gossip piuttosto che affrontare i problemi del paese. In Grand Hotel Cristicchi si passa dal rock al punk fino a tocchi di new acoustic con grande scioltezza, suonato e arrangiato senza ricorrere all’elettronica. Nell’albergo di cui Cristicchi è direttore c’è spazio per tutto e tutti: la dolcezza dell’anziano signore che ha ancora voglia di vivere e voler bene nella splendida L’ultimo valzer, il ricordo dei tragici fatti del G8 del 2001 in Genova brucia o anche il cinismo e l’ironia tagliente di Meteore e Volemo le bambole.
DI Marco Rigamonti
DI Claudio Morsenchio
a regina dell’r&b moderno non dà segni di cedimento e con la solita impressionante puntualità (un disco ogni due anni dal 1997) ci consegna il suo nono album in studio. In Stronger With Each Tear ci sono la personalità e la professionalità che hanno reso Mary J. il personaggio intoccabile che tutti conosciamo, figura di riferimento per una tonnellata di piccole popstar e voce rispettata da più generazioni. Pezzi dall’anima soul (Stronger, In The Morning, Color) vanno a braccetto con inni da club concepiti ed interpretati con uno stile unico e raffinato (The One, I Love You Yes I Du, I Am, City On Fire), perle funk (Good Love), momenti urban (Tonight), puntate dance (I Can’t Wait) e una apprezzabile cover acustica di Stairway To Heaven. C’è poi una canzone dal significato particolare (Each Tear) che è stata registrata in cinque versioni differenti con altrettanti artisti di diverse nazionalità (“perché volevo che i fan di tutte le nazioni si sentissero coinvolti personalmente senza lasciare fuori nessuno”); per l’Italia la scelta è caduta (giustamente) su Tiziano Ferro. In generale c’è un equilibrio tra mestiere e passione che è roba da pochi: che sia proprio questo il segreto di Mary J. Blige?
circa due anni di distanza dall’acclamato 22 Dreams, torna con il suo decimo lavoro da solista una delle piu` importanti figure del rock inglese. Personaggio di riferimento ed icona trasversale, fra musica, rivolta, tendenze e lifestyle, Weller questa volta non la manda a dire, lasciando alle spalle le sonorita` raffinate del precedente disco per tornare ad un'impronta sfrontata, psichedelica, rock, orchestrata con la consueta maestria e classe. Molti i messaggi diretti ed espliciti che inneggiano chi ascolta a guardarsi intorno, a far parte di un mondo da protagonista, che osserva, sogna, lotta, si entusiasma e costruisce il suo futuro in modo semplice e sincero. Suadente, dissidente, agrodolce e politicamente scorretto verso la sua amata Inghilterra, Paul mixa egregiamente musica e testi senza cadute di tono, fra acide accelerazioni e dolorosi momenti riflessivi, avvalendosi per l’occasione di numerosi ospiti eccellenti. Da ascoltare con attenzione l’ urlata preghiera della title track, No Tears To Cry e la straripante atmosfera londinese di Fast Car Slow Traffic, suonata in compagnia di Bruce Foxton, storico componente dei leggendari The Jam, al fianco di Weller dopo quasi vent’anni.
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Black Rebel Motorcycle Club
Linea 77
Beat The Devil’s Tattoo Abstrat Dragon/Cooperative Music
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Diane Birch Bible Belt Emi
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Dieci brani dalla playlist di
DI Gianni Olfeni
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vinci il cd dei Linea 77! Invia una mail a: contest@onstageweb.com oggetto: “Linea 77“
ieci come gli anni di carriera, come le pubblicazioni discografiche (compresi i demo), come il numero di canzoni che compongono la tracklist, come il 2010. Il nuovo disco dei Linea 77 ha un titolo autobiografico. Un fatto sorprendente, visto che Emo, Nitto, Chinaski, Dade e Tozzo hanno sempre optato per titoli di più ampio respiro e maggiore impatto comunicativo. Sorprende anche che abbiano composto un disco interamente in italiano. Probabilmente le condizioni socio-politiche in cui versa l’Italia in questo periodo hanno imposto una scelta radicale in termini espressivi. Ma quello che più sorprende è la capacità di mantenere la stessa credibilità artistica pur abbandonando in toto la lingua inglese, che certo si sposa meglio con il cross-over dei Linea 77. Merito anche di Toby Wright (produttore di Alice In Chains e Korn) se il disco suona così energico. 10 è un ruggito di rabbia in musica, lucido e incazzato. Conforta ascoltare, ogni tanto, musica italiana così lontana dai canoni del politically correct.
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HYPN MNGO Joy Orbison Hypn Mngo (Hotflush Recordings, 2009)
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Jonsi Go Parlophone/Emi
DI Emanuele Mancini
i intitola Go l’esordio solista di Jonsi, leader dei Sigur Rós, e raccoglie nove canzoni scritte parallelamente alla produzione per il suo progetto principale che, a detta dell’autore, non sarebbero state adatte alla band. Cantato quasi completamente in inglese, vicino alla forma canzone nelle strutture - un indie pop contaminato da ritmiche percussive virate elettronicamente ed elementi orchestrali – porta la firma inconfondibile della voce di Jonsi e la sua personale visione musicale, ricercata negli arrangiamenti, estatici, sognanti, con aperture epiche. È un disco ispirato, vibrante di gioia, uno sguardo pieno di stupore alla meraviglia della vita. Un’opera prima che verrà senz’altro annoverata fra le uscite più importanti alla fine di quest’anno.
DI Massimo Longoni
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egli ultimi tempi Bobby si è dedicato a declinare in varie forme il suo straordinario talento: dai concerti con il suo ensemble di 12 elementi alla direzione dei Wiener Philarmoniker, senza dimenticare la solita sperimentazione sul fronte delle performance solitarie. Lui, primo musicista jazz ad aver inciso un disco per sola voce (The Voice,1984), ha talmente allargato il raggio d’azione da dilatare inevitabilmente i tempi di lavoro. Erano 7 anni che non incideva un disco di inediti. VOCAbuLarieS è un lavoro fortemente voluto soprattutto da Linda Goldstein, da tempo sua manager e produttrice, che ha insistito affinchè tutte le nuove esperienze confluissero in un momento di sintesi. Il disco, per il suo eclettismo, suona diverso da qualunque cosa fatta in precedenza, in qualche modo summa di una carriera straordinaria in cui si fondono con risultati inediti soul, r’n’b, jazz e classica. Non ci sono episodi accattivanti come Don’t Worry Be Happy, ma quella, seppur felicissima, è una parentesi “pop” in una carriera vissuta su ben altri piani di qualità e ricercatezza. Eppure VOCAbuLarieS non è meta per pochi eletti. La tessitura è complessa e gli arrangiamenti elaborati (c’è lo zampino di Roger Treece, compositore di formazione classica), ma la musicalità di McFerrin è unica e capace di arrivare a chiunque.
SEMPRE Dj Gruff O tutto o niente (Good Stuff, 1999)
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SINCERE (Nero Remix)
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HEROES
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LOVE CRY (Joy Orbison Remix)
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GOLDEN
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BROTHER DON’T CRY
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FALLEN HERO
Bobby McFerrin VOCAbuLarieS Universal
THE KEEPER Bonobo ft. Andreya Triana Black Sands (Ninja Tune, 2010)
DI Gianni Olfeni
l titolo del disco di esordio di Diane Birch è una dichiarazione d’identità. Lei nasce in Michigan nel 1983 e per una decina d’anni gira il mondo con il padre, prete della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, vivendo tra Zimbabwe, Sud Africa e Australia, prima di trasferirsi, da adolescente, in California. Un’infanzia movimentata, la Bibbia e la religione sono a tutti gli effetti la “cintura” che tiene insieme tutto. Musica compresa. Bible Belt è un disco pregno di spiritualità, i testi in primis, ma anche la musica, che si muove tra gospel, soul e blues. Diane si immerge nella tradizione musicale americana con grande raffinatezza, che di questi tempi non è certo scontata, e notevole espressività vocale. Nonostante il portamento stiloso e quella frangetta un po’ così, Diane Birch è decisamente una donna d’altri tempi.
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HOT LIST Alessio Bertallot
DI Emanuele Mancini
urare più di un decennio per le band degli anni zero è un’impresa non da poco e tra le realtà che a inizio secolo hanno riportato in auge un certo tipo di rock polveroso, gli Strokes o i White Stripes ad esempio, i Black Rebel Motorcycle Club hanno saputo tener botta. Dopo essersi svincolati da qualsiasi contratto discografico, a dieci anni dalla loro nascita fondano un’etichetta, la Abstract Dragon, per la quale pubblicano il loro sesto disco di canzoni, il primo della loro nuova vita artistica indipendente. Ed è con lo spirito del nuovo inizio che va accolto Beat The Devil’s Tattoo, perché a livello di estetica gli elementi risultano immobili: psichedelica anni ’60, noise e folk, un disco molto piacevole se non ne conoscete i predecessori, assolutamente prescindibile altrimenti.
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Mj Cole Sincere (Prolific Recordings, 2010)
Peter Gabriel Scratch My Back (Virgin Records, 2010)
Four tet There Is Love In You (Domino, 2010)
Scuba Aesaunic EP (Hotflush Recordings, 2009)
Red Eye, Youthman & Luce Travel Pack (Brownswood Recordings, 2009)
Nufrequency Fallen Hero (Rebirth Records, 2009)
ECO DI UN CANTO Remo Anzovino Igloo (Odd Times Records/Egea, 2010)
Voce notturna di Radio Deejay, Alessio Bertallot dal 1996 conduce B Side, punto di riferimento per la musica elettronica ed alternativa in Italia. Grazie alla sua poliedricità e profonda conoscenza del mondo musicale Bertallot è anche musicista, cantante e giornalista e vanta la scoperta di artisti come Amalia Grè, Ivan Segreto e Diego Mancino. Dal 2000 inoltre pubblica le Bertallosophie, vere e proprie cronache dello stato della club culture internazionale. B Side va in onda martedì, mercoledì e giovedì dalle 21.30 alle 23.00.
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what'snew/ cinema
a cura di Nick
Iron Man 2 Usa, fantasy, 2010 Con Robert Downey Jr., Don Cheadle, Gwyneth Paltrow, Mickey Rourke Di Jon Favreau critica pubblico
Eâ&#x20AC;&#x2122; in edicola nick aprile! 8EEF . % *#'' 8GI@C< nnn%e`Zbc`m\%`k
dellâ&#x20AC;&#x2122;identitĂ comune a tanti supereroi, esponendosi a una serie di minacce legate alla sua doppia vita. Il ritmo è scandito dagli Ac/Dc, presenti con una manciata di classici pubblicati tra il 1976 e il 2008.
BROSNAN VANZINA KRASINSKI GREENGRASS ZAMPAGLIONE Dâ&#x20AC;&#x2122;ALATRI BONHAM CARTER
�� 2010 Gfjk\ @kXc`Xe\ JgX $ Jg\[% `e 8%G%;%C% *,*&)''* Zfem% `e C% ).&')&'+ e% +- Xik% (# ZfddX ( $ CF&D@
Howard. Tanta abbondanza si spiega col trionfale successo del primo episodio, che ha trasformato il sequel in un film richiestissimo dagli attori hollywoodiani, compresi quelli â&#x20AC;&#x153;impegnatiâ&#x20AC;? come Scarlett Johansson che, leggenda vuole, ha affrontato il provino giĂ tinta e truccata come il personaggio della â&#x20AC;&#x153;vedova neraâ&#x20AC;?. Ă&#x2C6; lei, assieme al Whiplash di Rourke, a raddoppiare la sfida nei confronti del convertito Stark, che si congedava dal primo episodio dichiarando di essere Iron Man e chiudendo cosĂŹ con la tradizione del mistero
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ast che vince non si cambia, semmai si arricchisce: cosĂŹ, per il sequel di Iron Man, sempre diretto da Jon Favreau, alla coppia formata da Robert Downey Jr. e Gwyneth Paltrow si è aggiunta una manciata di nuovi divi, tra cui una seducente Scarlett Johansson nei panni della spia russa Natasha Romanoff e un cattivissimo Mickey Rourke, inguainato in unâ&#x20AC;&#x2122;armatura dâ&#x20AC;&#x2122;acciaio con tanto di tentacoli elettrici. A finanziare la sua vendetta, Sam Rockwell, mentre Don Cheadle prende il posto di Terrence
Perchè vederlo? Per gli spettacolari effetti speciali per i quali il regista si è ispirato a King Kong di Peter Jackson e per lâ&#x20AC;&#x2122;interpretazione di Rourke che per entrare nelle vesti di Whiplash si è recato nella prigione dove il personaggio è realmente stato rinchiuso.
VERO . IN GREENZONE MATT DAMON TORNA IN UN RUOLO DURISSIMO, PER SVELARE LA VERITĂ&#x20AC; SULLE GUERRE MODERNE. E IL CINEMA DIVENTA, ANCORA UNA VOLTA, IL MIGLIOR STRUMENTO PER CAPIRE IL MONDO COLPO DI FULMINE VELOCITĂ&#x20AC;
FANTASTIC MR. FOX
MEL GIBSON
Lâ&#x20AC;&#x2122;UOMO NELLâ&#x20AC;&#x2122;OMBRA
SET GALEOTTI
AMSTERDAM
SCONTRO TRA TITANI
FINANZA
BABELGUM
Matrimoni E Altri Disastri Lâ&#x20AC;&#x2122;Uomo Nellâ&#x20AC;&#x2122;Ombra
Scontro Tra Titani 3d
Cosa Voglio Di PiĂš
Italia, commedia, 2010 Con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi Di Nina Di Majo
Germania/Usa , thriller, 2009 Con Ewan McGregor, Pierce Brosnan Di Roman Polanski
Usa, fantasy, 2010 Con Sam Worthington, Ralph Fiennes, Liam Neeson Di Louis Leterrier
Italia, drammatico, 2010 Con Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Pierfancesco Favino Di Silvio Soldini
critica
critica
critica
critica
pubblico
pubblico
pubblico
pubblico
La quarantenne Nanà è oppressa dalla famiglia e delusa da un amore finito male. Gestisce una libreria con lâ&#x20AC;&#x2122;amica Benedetta (Luciana Littizzetto), ma non vuole arricchirsi e non cerca piĂš lâ&#x20AC;&#x2122;uomo della sua vita, pur essendo segretamente innamorata di un narcisissimo romanziere. SarĂ il matrimonio della sorella Beatrice (Francesca Inaudi) con Alessandro (Fabio Volo), a stravolgere abitudini e certezze di NanĂ . Colpi di scena e scoperte la porteranno ad aprire gli occhi e desiderare il cambiamento.
Lâ&#x20AC;&#x2122;ex Primo Ministro britannico, dopo la morte del suo collaboratore che lo stava aiutando a redigere le sue memorie, decide di assoldare un ghostwriter per completare la stesura della sua autobiografia. Lo scrittore incaricato raggiunge Marthaâ&#x20AC;&#x2122;s Vineyard, dove lâ&#x20AC;&#x2122;ex premier si è stabilito con la moglie e il suo staff. Arrivato sullâ&#x20AC;&#x2122;isola, scoppia lo scandalo: Lang viene accusato di attivitĂ illegali, connesse a terrorismo e torture e lo scrittore comincia a temere per la propria vita.
Figlio del maggiore tra gli dei dellâ&#x20AC;&#x2122;Olimpo, ma cresciuto tra gli uomini, Perseo è chiamato ad affrontare Ade, il dio degli inferi intenzionato a sottrare il sommo potere a Zeus. Alla stregua di Perseo coraggiosi guerrieri, al suo fianco (per garantire il cĂ´tè sentimentale) unâ&#x20AC;&#x2122;aitante sacerdotessa, e dinnanzi a lui lâ&#x20AC;&#x2122;ostacolo di mostruose creature. Libero remake dellâ&#x20AC;&#x2122;omonimo film del 1981, che vantava Sir Lawrence Olivier e il genio di Ray Harryhausen agli effetti speciali.
Lâ&#x20AC;&#x2122;amore ai tempi del precariato: Anna ha un impiego sicuro, è affettuosa con familiari e amici, comprensiva col compagno Alessio, col quale ha deciso di avere un bambino. Quando Domenico irrompe nella sua vita, per la prima volta Anna scopre cosâ&#x20AC;&#x2122;è la passione. Ma anche Domenico è sposato, con Miriam, e ha due figli. La loro storia è clandestina, fatta di sesso nel motel a ora durante la pausa pranzo e una serie infinita di bugie. Fino a che Anna decide che vuole di piĂš.
Perchè vederlo?
Perchè vederlo?
Perchè vederlo?
Perchè vederlo?
La giovane Nina Di Majo firma un film decisamente al femminile, in cui la prospettiva dei vari personaggi-donna guida il pubblico dentro vicende tragicomiche dal sapore comune, ma non per questo scontate. Un sorta di (ben riuscita) versione italiana alla saga di Bridget Jones.
Premiato con lâ&#x20AC;&#x2122;Orso dâ&#x20AC;&#x2122;argento allâ&#x20AC;&#x2122;ultimo Festival di Berlino. Per gli amanti del regista polacco è imperdibile, dato che potrebbe essere lâ&#x20AC;&#x2122;ultimo film per il 76enne Roman Polanski, agli arresti domiciliari in Svizzera.
Non si cerchi (per Diana!) un saggio filologico di mitologia: Leterrier, viziato in casa Besson, è sinonimo di scarsa cerebralità e alta spettacolarità . E la versione 3D non potrà che aumentare il coefficiente di adrenalina.
Per chi apprezza Silvio Soldini (Pane e tulipani, Agata e la tempesta, Giorni e nuvole), un appuntamento da non mancare. I protagonisti sono eccelsi, con la loro prova appassionata e disperata. Consigliato agli eterni indecisi.
On STAGE Elisa.pdf
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01/04/10
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what'snew/ games
a cura di Marco Rigamonti
Batman Arkham Asylum: Game Of The Year Edition (Xbox 360 – PS3 - PC) Genere: Action Se passeggiare nell’ospedale psichiatrico criminale di Gotham City in due dimensioni non vi ha soddisfatto abbastanza ecco che Square-Enix vi viene incontro: la “Game Of The Year Edition” di Batman è infatti giocabile in tre dimensioni grazie alla tecnologia TriOviz 3D e i coloratissimi occhialini
Rocksteady Studios / Square Enix inclusi nella confezione. Il gioco sviluppato da Rocksteady Studios non ha bisogno di presentazioni e ha ricevuto apprezzamenti in lungo e in largo. Da menzionare l’inclusione delle sei mappe extra fino ad oggi disponibili solo via download.
Resident Evil 5: Gold Edition (Xbox 360 – PS3 – PC) Genere: Survival horror
Xbox Live Game Room (Xbox 360, Microsoft Windows) Krome Studios/ Genere: Arcade Microsoft Game Studios C’è stato un momento, intorno alla fine degli anni '90, in cui la generazione cresciuta “a pane e Super Mario” ha improvvisamente scoperto che per riprovare l’ebbrezza di impugnare un joystick e pigiare due pulsanti non era necessario comprare macchinari di dimensioni proibitive: gli strumenti necessari per tuffarsi nel passato e ritrovarsi in una sala giochi (sì, quel posto dove la mamma ogni tanto ti concedeva di andare mettendoti in mano una manciata di duecento lire, raccomandandosi di fare attenzione ai drogati) erano una connessione internet e qualche mega libero sull’hard disk. In una parola, bastava scaricare MAME, l’emulatore dell’hardware dei giochi arcade. Oggi, a sbornia-emulazione passata, Microsoft punta di nuovo sull’infallibile appeal del retro-gaming, unendo l’esperienza arcade con la realtà virtuale per creare una sala giochi dove si circola con il proprio avatar, si incontrano amici e ci si mette alla prova con veri classici. La sala giochi ci appartiene, perciò sta a noi decidere come arredarla, chi invitare e soprattutto quali perle del passato comprare ed esporre (è inutile che fate finta di niente trentenni, lo sappiamo che anche voi sceglievate dove andare in base a quali giochi possedevano le varie sale); quest’ultima opzione avrà un’influenza non solo virtuale, ma anche sul budget reale, perché i giochi costano Microsoft Points (mentre l’applicazione è scaricabile gratuitamente). Per ora le modalità di gioco disponibili sono quella “Parallela” (ovvero in contemporanea con un amico) e “Round Robin”, che consiste nel giocare a turno (qualcuno si è forse scordato la classica “posa da osservatore” che si acquisiva poggiando un braccio sopra alla macchina e uno sul fianco mentre si sosteneva/gufava il proprio amico alle prese con il gioco?). E’ in fase di valutazione (leggi: verrà sicuramente implementata al più presto) la modalità competitiva on-line, visto che dall’inizio sarà possibile sfidarsi solo in locale. Intanto ci si può accontentare di ricoprirsi di insulti nel caso in cui si venga superati nella classifica globale da un amico (ricordate l’irritazione quando le tre lettere iniziali del nostro nome non apparivano più al numero 1 dei top-player perché qualcuno aveva battuto il nostro record??!), lasciando che il vero spirito da sala giochi venga fuori. Il calendario è fitto e promette bene, dato che Microsoft aggiungerà regolarmente nuovi titoli alla libreria (per la precisione almeno 7 alla settimana per un totale di un migliaio in 3 anni). All’unica pecca che riguarda la censura (saranno ammessi solo titoli dal rating internazionale di E10+ per velocizzare i tempi di rilascio) si contrappone il particolare per nulla trascurabile che le riproduzioni non verranno modificate di una virgola, rispettando completamente gli originali. E allora questo servizio potrebbe diventare un ottimo modo per ricordare i vecchi tempi, con nostalgico divertimento per alcuni, e fungere invece da abbecedario per tutti i giocatori più giovani che non hanno idea di cosa si siano persi.
Nella confezione oro dell’ultimo survival horror firmato Capcom troviamo le modalità “Versus” e “Mercenaries Reunion” accompagnate da 4 nuovi costumi per Chris Redfield e Sheva Alomar e due nuovi episodi: “Lost Nightmares” e “Desperate Escape” (nei quali compa-
Capcom re anche Jill Valentine, personaggio che per i fan della serie è quasi una sorella). Un affare per chi non ha ancora scaricato gli extra, ma soprattutto per chi non ha ancora avuto modo di affrontare l’avventura africana più chiacchierata del 2009.
Sonic & Sega All-Star Racing (Wii – Ps3 – Xbox360 – PC) Genere: Racing game Probabilmente sarebbe più semplice inventare una nuova bevanda gassata e riuscire ad imporla sul mercato beffando la Coca-Cola piuttosto che creare un gioco in grado di rubare lo scettro a Mario Kart per quanto riguarda le corse “cartoonesche”. Eppure qui abbiamo a che fare con un titolo che non delude affatto, anzi, in un certo senso sorprende. E non per la grafica (che pur si basa su un motore affidabile che garantisce una certa fluidità) o per l’originalità, in fin dei conti si tratta di un gioco di cor-
Sumo Digital Gameloft / Sega sa con i personaggi della Sega. Stupisce la giocabilità. Proprio nell’aspetto dove Mario Kart regna sovrano avendo regalato (e continuando a regalare) ore di divertimento puro, soprattutto in multiplayer, ecco che Sonic & Sega All-Star Racing gli si avvicina pericolosamente. E allora perché stare a guardare il capello? Vale la pena chiedersi se questo gioco sia un clone o se i dettagli grafici siano curati abbastanza quando ci si diverte in questo modo?
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Meganoidi - Lecce Nina Zilli - Parma
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Elisa - Genova Francesco Renga - Matera Mario Biondi - Cesena Simone Cristicchi - Verona W. Houston - Milano
Francesco Renga - Napoli W. Houston - Roma
Elisa - Torino Gianluca Grignani - Firenze Mario Biondi - Bologna
Francesco Renga - Catanzaro Mario Biondi - Bologna
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Elisa - Perugia Gianluca Grignani - Bologna
Mario Biondi - Trieste
Black Eyed Peas - Milano Elisa - Modena Gianluca Grignani - Napoli Mario Biondi - Trento
Gianluca Grignani - Bari Mark Lanegan - Milano Tre Allegri Ragazzi Morti Sassari
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Elisa - Padova Francesco Renga - Catania Gianluca Grignani - Pescara Mario Biondi - Genova Motel Connection - Milano Nina Zilli - Grugliasco (TO) Tre Allegri Ragazzi Morti - Genova
Gianluca Grignani - Parma Madness - Milano Mario Biondi - Torino Motel Connection - Biella Port-Royal - Perugia Simone Cristicchi - Vimodrone (MI) Tre Allegri Ragazzi Morti - Savona
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Lunedì
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Venerdì
Gianluca Grignani - Torino Mario Biondi - Roma Train - Milano
Elisa - Bologna Gianluca Grignani - Genova Kiss - Milano
ACDC - Udine Gianluca Grignani - Milano
Elisa - Firenze
Nina Zilli - Ortona (CH)
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Gogol Bordello - Bologna
Gotan Project - Roma Gogol Bordello - Milano
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Gotan Project - Firenze
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Gotan Project - Milano Simone Cristicchi - Sezze (LT)
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Venerdì
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Elisa - Mantova Meganoidi - Corgeno (VA) Michael Bublè - Verona
Michael Bublè - Milano Nina Zilli - Novate M.se (MI)
29 Motel Connection - Perugia
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Elisa - Ancona
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Motel Connection - Perugia
16 Domenica
Mario Biondi - Padova Meganoidi - Ardauli (OR) Motel Connection - Trani (BA) Nina Zilli - Sassari Simone Cristicchi - Firenze Tre Allegri Ragazzi Morti - Rimini
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Mario Biondi - Torino Nina Zilli - Jesolo (VE)
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Mercoledì
9 Domenica
Sabato
Elisa - Milano Gianluca Grignani - Roma Mario Biondi - Padova Mark Lanegan - Roma Nina Zilli - Cremona Tre Allegri Ragazzi Morti Mortegliano (UD)
Martedì
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Sabato
Venerdì
Lunedì
Lunedì
Alicia Keys - Verona Gianluca Grignani - Padova
7 Venerdì
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30 Wilco - Roma
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Gossip - Bologna Wilco - Ferrara
Cartoline dal Passato
P
Sensazioni forti
remesso che nella vita di un musicante appassionato ogni concerto ha la facoltà di cambiare il passato e di segnare fortemente il presente, ci sono attimi che risultano più di altri assolutamente indelebili. Uno di questi è stato sicuramente il concerto allo stadio di Udine assieme a Vasco Rossi durante lo Stupido Hotel Tour. Essere supporter del Blasco è una sfida incredibile perchè tutta quella gente (decine di migliaia di persone) attende solo ed esclusivamente l’arrivo del proprio beniamino. Lì s'intende il significato profondo della trasmissione emotiva, del messaggio oltre la canzone, della forza della normalità di un uomo più vivo di tutti, della grande aggregazione ultra-generazionale che attraversa il campo e gli spalti. E soprattutto, leggendola nei volti e nelle grida, l'idea dell'assenza totale di solitu-
dine. Incredibilmente magico. La prima data da supporter fu al Delle Alpi di Torino dove il repertorio in versione originale si dimostrò troppo “soft” per l’energia che regnava nello stadio. Di lì una sequenza di prove in garage a stravolgere e caricare i brani di suono fino ad arrivare ad un mini live molto più coinvolgente considerate le dimensioni enormi della “platea”. Tutte le date a seguire furono, in modo crescente, entusiasmanti e la compagnia del team di Vasco sempre più vicina. Così si arrivò ad Udine e la sorpresa finale fu, appunto, indimenticabile. Il passa parola tra i fan aveva funzionato, molta gente conosceva le mie canzoni e alle grida inneggianti a Vasco, a Torino insormontabili, si unirono invece quelle che ripetevano i miei testi. I side sul palco sprigionava-
di Stefano Piro*
no volumi enormi, le luci s’intravedevano al calar della sera e l’emozione toccò il picco per chi, con essa, motiva un’intera esistenza. Stefano Piro è un cantautore ligure, fondatore dei Lythium, formazione che a cavallo del nuovo millennio ebbe importanti riconoscimenti, tra cui il Premio della critica a Sanremo 2000 con il brano Noel. Uscito il primo album (Amaro, 2001), i Lythium vengono notati da Vasco, che li vuole come band di supporto nello Stupido Hotel Tour. Finita l’esperienza, Stefano scioglie i Lythium e si dedica all’attività solista. Oggi si è unito a Folco Orselli nel progetto Arm On Stage, con cui ha da poco pubblicato Sunglasses Under All Stars.
Marani Photo: Fulvio Bonavia
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Ciclo combinato: (l/100km) 6,3. Emissioni C02: (g/km) 146.