CATERINA GUZZANTI | FOO FIGHTERS | SOURCE CODE | MAX PEZZALI | THE KILLS
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Anno V, n.40 - 2 aprile 2011
Gianna nannini subsonica ROGER WATERS ANNA CALVI
LORENZO 2011
EDITORIALE
Magazine Registrazione al Tribunale di Milano n. 362 del 01/06/2007
Direttore responsabile Emanuele Vescovo Direttore editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art director Eros Pasi e.pasi@onstageweb.com Caporedattore Stefano Gilardino s.gilardino@onstageweb.com
A
ccettare l’invecchiamento del corpo non è facile per nessuno. Tanto meno per chi ha consegnato la propria forma estetica alla pubblica notorietà. Attori, personaggi dello spettacolo, musicisti s’imprimono nell’immaginario collettivo con determinati connotati fisici, associabili nella maggior parte dei casi a un’età giovane, magari matura, ma difficilmente anziana (amara rivincita per chi vorrebbe una società un po’ meno gerontocratica). In ambito musicale – si parla di pop, nei generi “colti” è un’altra storia - l’avanzare dell’età porta agli artisti un problema ancora più grosso da affrontare: la credibilità. Premesso che i capolavori si scrivono a vent’anni e non a sessanta, può un musicista restare credibile agli occhi del pubblico, escludendo i fan (tifosi) che accettano tutto sempre e comunque, man mano che gli anni passano? Certo, ma non è facile. Il problema qui non è più fisico – anche se l’aspetto gioca un ruolo decisivo pure nella musica - ma soprattutto artistico. La fortuna di un musicista, o di una band, non dipende mai da un singolo fattore. Ci vogliono le canzoni innanzitutto, ma anche un’immagine, un modo di proporsi, un messaggio da portare al pubblico. Tutto questo crea una sorta di linguaggio che cristallizza l’artista o la band nell’immaginario comune. Non significa che si debba rimaner ancorati a un unico codice stilistico per tutta la carriera, si può essere coerenti anche nel continuo reinventare se stessi. E poi non c’è cosa peggiore che rimanere prigionieri del passato, anche quando glorioso. Ma la fedeltà al proprio linguaggio, qualunque esso sia, è l’aspetto determinante perché un artista mantenga credibilità mentre il tempo passa. Questo vale soprattutto per musicisti e band la cui attività non perde intensità negli anni. Jovanotti è giovane – non ha nemmeno 45 anni – e ancora più giovani sono molti dei Subsonica, ma in entrambi casi si parla di carriere che durano ormai da parecchio tempo. Abbastanza per porsi la questione della credibilità. Lorenzo ha fatto del
trasformismo la sua arma vincente. Mai musicalmente prevedibile, è sempre alla ricerca di nuove forme stilistiche in grado di raccontare il momento artistico in cui si trova. È il suo linguaggio ed è proprio grazie a questo se Jova si è guadagnato un certo status - tale per cui oggi gli si perdonano persino gli esordi all’insegna del cazzeggio. I Subsonica affrontano invece una sfida diversa, perché sono uno dei pochi gruppi che ha avuto la forza di imporsi in Italia con una musica che storicamente non appartiene alla cultura del nostro paese. Nonostante qualche passaggio meno riuscito, Samuel e soci sono riusciti a mantenersi fedeli alla propria essenza, senza lasciarsi travolgere dal successo e appiattirsi in nome di questo. Diversa è la questione credibilità per artisti meno giovani – stiamo sempre parlando in termini anagrafici – come la Nannini e Roger Waters. La coerenza di Gianna è straordinaria, così come la capacità di vivere la musica e la sua stessa vita senza imposizioni. Ed è proprio questa libertà, insieme alle canzoni, che le consente di essere credibile nei panni di rocker nonostante non sia più una ragazzina – e non dimentichiamoci che è una donna: quante altre ne abbiamo in Italia? Roger Waters, bè, è Roger Waters. È talmente grande quello che ha fatto con i Pink Floyd – vale eterna riconoscenza – che gli è bastato restare fedele al mito per non perdere credibilità. Se oggi si permette il lusso di riportare in giro per il mondo il tour di The Wall, per di più senza una costola della band che lo incise nel 1979 (David Gilmour), è perché in questi anni non ha fatto a pezzi il credito ottenuto in passato. Impresa non da poco, l’ego può giocare brutti scherzi. Non tutti gli artisti riescono a conservare credibilità lungo il corso della propria carriera. È più complesso di quanto sembri, specialmente quando ci si mette pure l’età. Una volta ottenuta l’attenzione del pubblico, è la sfida più importante che un musicista debba affrontare. Ma è l’unico modo per essere veramente grandi e consegnare il proprio lavoro alla storia. Daniele Salomone
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GIANNA NANNINI
ROGER WATERS
ROGER WATERS
SUBSONICA ANNA CALVI
ANNA CALVI
LORENZO 2011
GIANNA NANNINI
“Noi donne siamo libere di scegliere”
SUBSONICA 14-03-2011
17:30
Fashion editor Chiara Zannini c.zannini@onstageweb.com
Pubblicità Triveneto, Mantova, Emilia Romagna Ever Est Via delle Industrie, 13 35010 Limena (PD) Tel. 049.8849246 info@everestadv.it
Editorialisti Charlie Rapino Mattia Odoli
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Hanno collaborato Blueglue, Antonio Bracco, Guido Amari, Claudio Morsenchio, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Silvia Crivella, Emanuele Mancini
Stampa Centro Stampa Quotidiani Spa Via dell’Industria, 52 25030 Erbruso (BS)
Direttore marketing Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com Direttore commerciale Francesco Ferrari f.ferrari@onstageweb.com
Web http://www.onstageweb.com http://www.mylive.it http://www.areaconcerti.net Onstage Magazine è edito da Areaconcerti srl, via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano
Onstage Magazine on tour - Aprile 2011 SUBSONICA: 1 APRILE: PALASPORT, VERONA; 7 APRILE: PALALOTTOMATICA, ROMA; 11 APRILE: PALAOLIMPICO, TORINO; 12 APRILE: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; 15 APRILE: MANDELA FORUM, FIRENZE; ROGER WATERS: 1/2/4/5 APRILE: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; JOVANOTTI: 16 APRILE: 105 STADIUM, RIMINI; 19/20 APRILE: ZOPPAS ARENA, CONEGLIANO VENETO; 2/3 MAGGIO: MANDELA FORUM, FIRENZE; 5 MAGGIO: FUTURSHOW, BOLOGNA; GIANNA NANNINI: 29/30 APRILE: MEDIOLANUM FORUM, MILANO; 3/4 MAGGIO: PALALOTTOMATICA, ROMA; THE KILLS: 2 APRILE: MAGAZZINI GENERALI, MILANO; MINISTRI: 23 APRILE: ALCATRAZ, MILANO; BELLE & SEBASTIAN: 14 APRILE: ALCATRAZ, MILANO; GIULIANO PALMA: 16 APRILE: ALCATRAZ, MILANO;
Centri CTS dove trovi Onstage Magazine BOLOGNA: Viale Filopanti 4/M FIRENZE: Borgo la Croce 42/r GENOVA: Via Colombo 21/r MILANO: C.so Porta Ticinese 100, Largo Gemelli 1 c/o ISU Univ. Cattolica, Via Carlo Bo 1 c/o IULM ROMA: Via Solferino, 6-6/A, Piazza dell’Alberone 14, Piazza Irnerio 43 C.so Vittorio Emanuele II 297, Via degli Ausoni 5, TORINO: Corso Belgio, 141/A, Corso Duca degli Abruzzi, 24 VENEZIA: Dorsoduro Ca’ Foscari, 3252
Tutti i locali di Milano e Roma dove trovi Onstage Magazine
ROMA Avalon Pub, Birreria Marconi, Cartolibreria Freak Out, Casina dei Pini, Circolo degli Artisti, Crazy Bull, Deja’Vu, Distillerie Clandestine, Express, Fata Morgana, Freni e Frizioni, Friend’s Art Cafè, L’Infernotto, Latte Più, Le Sorelle, Lettere, Cafè, Living Room Cafè, Locanda Atlantide, Micca Club, Mom Art, On The Rox, Open Music Cafè, Pride Pub, Rock Castle Cafè, Shanti, Simposio, Sotto Casa Di Andrea, Sotto Sotto, Tam Tam, Zen.O
“Siamo l’unico gruppo pop elettronico italiano”
OnStage_Banda_CappuccettoRossoSangue
Concessionaria per la pubblicità Areaconcerti srl via Carlo De Angeli, 3 20141 Milano tel. 02.533558 info@areaconcerti.net Filiale di Roma via Nizza, 53 00198 Roma Tel. 06.45474811 p.marullo@onstageweb.com
MILANO Bar Magenta, Banghrabar, Biblioteca Sormani, Blender, Bond, Cafè Milano, Cargo Colonial Cafè, Cuore, Deseo, Exploit, Felice-San Sushi, Frank Cafè, Fresco Art, Grey Cat Pub, Huggy Bar, Ied, Item, Jamaica, Julien Cafè, Kapuziner, La Bodeguita del Medio, La Caffetteria, La Voglia Di, Le Coquetel, Le Scimmie, Lelephant, Magazzini Generali, Maxi Bar, Mom Cafè, Morgan’s, Pacino Cafè, Pharmacy Store, Refeel, Roialto Cafè, Salezucchero, Sergent Peppers, Skip Intro, Stardust, Sushi, The Good Fellas, Trattoria Toscana, Twelve, Union, Volo, Yguana
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JOVANOTTI
SUBSONICA
Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com Marcello Marabotti m.marabotti@onstageweb.com
Amministrazione, distribuzione, logistica Mario Vescovo m.vescovo@areaconcerti.it
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ONSTAGE
04
APRILE
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INDICE
rubriche
1Ad3aprile Jukebox abbiamo deciso di stupirvi con una selezione che va dalla musica al cinema, passando per mostre e party esclusivi.
22 Jovanotti
Un disco elettronico al limite della techno, ma il solito clamoroso successo di critica e pubblico. Lorenzo si reinventa e ne parla nella nostra intervista.
18 Face To Face Ancora due grandi interviste: Caterina Guzzanti ci presenta Boris - Il film, mentre Max Pezzali racconta il suo... secondo tempo.
46 Rock’n’fashion Leccesi trapiantati a Milano, i due membri de Il Genio si divertono a posare per il nostro servizio di moda.
28 Gianna Nannini
Non temete: la recente maternità ha addolcito solo in parte la rocker nostrana. Il tour del suo album più recente, Io e te, promette scintille e alcuni vecchi cavalli di battaglia.
34 Subsonica
Max Casacci racconta a Onstage Magazine la genesi e i segreti di Eden, nuovo disco del quintetto torinese. Siete pronti per il ritorno Subsonica?
web
è online il nuovo sito di Onstage Magazine, al suo interno oltre al restyling grafico troverete contenuti esclusivi, il calendario di tutti i concerti, interviste live report e contest.
40 Roger Waters
Torna dal vivo uno dei dischi più leggendari della storia del rock, affidato a Roger Waters che, coi Pink Floyd, lo scrisse e pubblicò nel 1979: The Wall!
Continuate a seguirci sul nostro sito e scoprite come vincere, a partire da maggio, cinque coppie di biglietti (due a vincitore) per il Rock In IdRho, festival di cui Onstage è media partner ufficiale. Scopri come su www.onstageweb.com
www.onstageweb.com ONSTAGE
06
APRILE
55 What’s New I nostri consigli del mese in fatto di dischi, libri, film e videogiochi: Foo Fighters, Britney Spears, Machete, Dragon Age II, Nick Kent…
62 Coming Soon Gli appassionati di musica italiana non possono perdersi le tre date di Antonacci a Verona. Oltre ai concerti del nostro calendario.
UNCONVENTIONAL CHIC
24/24:PARIS
www.lacostelive.com
CELEBRATION
Uno, centomila, nessuno.
Cinquant’anni fa iniziava ufficialmente la carriera di Bob Dylan. L’11 aprile del 1961 per la precisione, quando il non ancora ventenne Robert Allen Zimmerman si esibiva nel Greenwich Village a Manhattan presentandosi per la prima volta con lo pseudonimo ispirato al poeta di origine scozzese Dylan Thomas. Chitarra acustica e armonica a tracolla, all’inizio degli anni Sessanta Bob incarnava il perfetto folk singer, una delle tante maschere che ha indossato (e di cui poi si è liberato) durante i numerosi atti di quella straordinaria commedia che è stata ed è la sua vita. Un’opera pirandelliana, come l’ottimo Todd Haynes – con Io non sono qui, pellicola del 2007 – ha egregiamente raccontato affidando le diverse fasi della carriera di Dylan all’interpretazione di attori differenti (tra cui Christian Bale e Richard Gere) e persino di una donna, l’affascinante Cate Blanchett. Quale tra loro ha meglio fotografato il soggetto del biopic? Tutti e nessuno, perché Bob vive in tutte le sue rappresentazioni, non esiste un Dylan autentico, originale. È in questo senso che va letto l’ultimo Dylan? Vecchio nella presenza oltre che nell’età (a maggio compirà settant’anni) scontroso, cinico e violento stupratore dei suoi pezzi storici, Bob da molti anni ormai si trascina in giro per il mondo di concerto in concerto – il folle progetto del neverending tour – con la voce sempre più roca, l’andatura dimessa, in location e spazi sempre più piccoli (a giugno suonerà all’Alcatraz di Milano, club da non più di 3000 posti). Quale conclusione per questa ultima messa in scena? Quale la fine di questa parabola? Probabilmente l’annientamento artistico, quel “nessuno” che Dylan non ha ancora mai interpretato. Ma che, come tutte le altre maschere, è in grado di vestire con la stessa nonchalance. How does it feel, Bob? PICCOLI FANS. New York City, 1961. «Potevi sentire le sue canzoni e allo stesso tempo imparare a vivere». Bob Dylan su Woody Guthrie. Foto di Bettmann © Corbis
ONSTAGE
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APRILE
Akuel SKYN OnStage 2-2011.pdf
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31/01/11
Preservativi
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16.11
ANCORA ARMATI. ANCORA PERIC
DALL’ 11 MAGG
COLOSI. ANCORA SULLA CRESTA.
GIO AL CINEMA http://red.libero.it
PARTECIPA AL CONCORSO GIOCA E VINCI
Medusa e Onstage Magazine ti regalano la fantastica opportunità di vincere 10 biglietti per l’anteprima del film Red a Milano e Roma. Per partecipare rispondi alle seguenti domande:
1novel Chi sono i due autori del fumetto/graphic da cui è tratto il film?
2la Prima di ritirarsi a vita privata, qual era professione del protagonista Frank Moses (Bruce Willis)?
3 Quale casa editrice ha pubblicato “Red”? COME PARTECIPARE
Per partecipare invia una mail a contest@onstageweb.com. Indica come oggetto “RED”, scrivi le risposte esatte e i tuoi dati: -
Ricordati che potrai giocare una volta sola per ogni persona e l’indirizzo e-mail deve essere esistente ed attivo. Nel caso contrario la giocata sarà annullata. Ogni biglietto è valido per 2 persone.
nome cognome numero di cellulare indirizzo età
CONCORSO VALIDO E L I R P A 0 3 L A O N I F
JUKEBOX
Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema
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Li hanno definiti gli eredi di Simon & Garfunkel, ma i Belle And Sebastian sono solo uno dei gruppi più amati della scena indie. Pop, folk e... Norah Jones!
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Senza il minimo dubbio, Source Code diventerà uno dei film del 2011. A darci questa sicurezza, la presenza in cabina di regia del talento visionario di Duncan Jones.
15
Se avete intenzione di passare per Milano durante il Fuori Salone, non perdetevi questa mostra che si ispira a un classico del cinema anni ottanta comne Tron.
16 live
09/04 Bologna, 10/04 Gambettola (FC), 11/04 Roma
Suono scarso e spigoloso per il duo più cool del pianeta. I Kills uniscono blues ed elettronica per un sound inedito.
Musica
The next big thing
Per lei si sono scomodati due nomi come Nick Cave, che l’ha voluta in tour per aprire i suoi Grinderman, e Brian Eno, che l’ha eletta come la prossima Patti Smith. Lei ha risposto con un esordio discografico di primissimo livello, semplicemente intitolato Anna Calvi. di Stefano Gilardino - foto © Emma Nathan
R
ipercorrendo la sua breve storia, viene da fantastica». Il posto vacante come batterista viene presto ragazza dopo aver assistito a una performance, assicupensare immediatamente che la giovanissima occupato da Daniel Maiden-Wood e Anna comincia a esi- randosi le sue prestazioni. La garanzia definitiva di sucAnna sia una predestinata, instradata verso la birsi dal vivo con questo inedito trio formato da chitar- cesso è arrivata dopo un incontro con Brian Eno, pure lui musica da un padre italiano emigrato a Londra ra, harmonium e batteria, oltre alla sua fantastica voce. folgorato dalla classe cristallina della musicista dal vivo: e collezionista di dischi. Prima ancora dell’adolescenza, «Mi piace l’idea di non avere il basso in formazione e che «Mi ha invitata fuori a pranzo, è stato un vero signore. Anna già apprezza Captain Beefheart, Jimi Gli ho dato i miei demo e gli sono piaciuti « Ho dato i miei demo a Brian Eno e gli sono piaciuti moltissimo, mi ha mandato una lettera piena Hendrix, Django Reinhardt, Rolling Stones e Maria Callas e cerca di riprodurre questa di complimenti e suggerimenti. Quello è stamoltissimo, mi ha mandato una lettera piena incredibile mistura di influenze attraverso la to il momento in cui ho capito davvero che di complimenti e suggerimenti » sua chitarra. Lo spartiacque arriva però a 17 ero sulla strada giusta e che stavo facendo anni, dopo altre epifanie come la scoperta del flamenco, Mally sia in grado di suonare parecchi strumenti, come qualcosa di valido». La strada giusta l’ha condotta verso della musica africana e del blues di Robert Johnson: Anna una vera orchestra. Cerco di ottenere il massimo possibile un debutto strabiliante, uno dei migliori album di questo decide di andare a scuola di musica e di imparare a can- da un trio, ma adoro le restrizioni, ti costringono a dare 2011, prodotto da un altro nome pesante come Rob Eltare. Vinta l’iniziale timidezza, la Calvi realizza di avere il meglio. Abbiamo un suono molto grezzo e c’è molto lis, collaboratore storico di una grande cantante inglese una voce molto particolare e duttile e, nel frattempo, fa spazio nella nostra musica, proprio come me la sono sem- come PJ Harvey: «Rob pesta come un dannato dietro la la conoscenza della batterista Mally Harpaz: «Poco dopo pre immaginata». Non c’è voluto molto tempo prima che batteria, è stato uno dei motivi per cui l’ho scelto. E poi aver iniziato a suonare con lei, ho scoperto l’harmonium qualcuno si accorgesse di tanto talento: più precisamente entrambi siamo appassionati di musica classica e possecome strumento e me ne sono innamorata. Ho chiesto a è stato Bill Rider-Jones, ex chitarrista dei Coral, a telefo- diamo lo stesso modo di pensare e approcciare le cose. Mi Mally di suonarlo per me anche se non l’aveva mai fatto nare al boss della Domino dopo aver visto Anna dal vivo sono trovata alla perfezione!». Basta un solo ascolto del prima e lei ha accettato di buon grado. È una musicista a Manchester. Laurence Bell ha messo sotto contratto la suo esordio per rendersene conto…
ONSTAGE
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APRILE
JUKEBOX Spettacolo
Lacoste Smash Party
Il Fuori Salone di Milano, durante la Design Week, è uno degli appuntamenti clou della città meneghina. Tra le innumerevoli occasioni di divertimento ne abbiamo scelta una davvero particolare... In occasione del Fuori Salone, Lacoste organizza uno degli eventi più attesi dell’intera Design Week: il Lacoste Smash Party 2011. Il 14 aprile è la data da cerchiare sul calendario, i Magazzini Generali di Milano la location scelta. Guest star della serata sarà Martin Solveig, il dj del momento, quello che mixa i piatti nello stesso modo in cui schiaccia palline da tennis sul campo. Con il video di Hallo, Solveig ha iniziato il suo personale Roland Garros: nella partita della
vita sfida Bob Sinclair, un altro che di hit planetarie se ne intende parecchio, davanti a 12.000 spettatori. All’incontro partecipano vere star del tennis mondiale come Novak Djokovic, Gael Monfils, Olivia Sanchez, Mathilde Johansson e Nelson Montfort. L’ingresso sarà riservato a una lista di invitati esclusiva: per accedere all’evento, infatti, è necessario l’invito cartaceo reperibile esclusivamente nelle moltissime boutique Lacoste.
Musica
Musica
Another love on the wall
Write About Love. Sono tornati con un disco molto romantico i Belle And Sebastian, con un beat elettronico più svelto, più colorato, più innamorato.
live
di Marcello Marabotti - foto © Reuben Cox
14/04 Milano
Anche questo mese vi presentiamo i vincitori del progetto, sia quelli selezionati da MTV che la nostra scelta personale. Denise
Denise nasce nel febbraio del 2005, quando Denise e Alessandro Di Liegro creano e registrano un pugno di canzoni fra l’elettronica, il jazz e il pop con una forte base lo-fi. Il progetto trova il suo compimento nel settembre 2010 con il singolo Burning Flames, dall’album di debutto Dodo, do!. Nel video la voce di Denise accompagna il suo personale viaggio in stile Alice nel paese delle meraviglie. Una piccola chicca. Fonokit
A
mor, ch’a nullo amato amar perdona porco cane/ lo scri- Il Giovane Holden e Miles Davis, mise in piedi un progetto, e verò sui muri e sulle metropolitane di questa città, can- non una band, composto da studenti liceali con l’intenzione tava Jovanotti in Serenata Rap nell’estate ’94. Ora, i di realizzare due album e poi sciogliersi. Ma, con il primo Belle & Sebastian l’hanno fatto davvero: accompagnati da disco autoprodotto Tigermilk, pubblicato in sole mille copie Kim Moore degli Zoey Van Goey, la ragazza immagine della in vinile, diventano una band di culto. Ecco allora che a dicopertina dell’album, hanno scritstanza di 15 anni, i B&S tornano Il nuovo lavoro, abbandona to con il gessetto il titolo del loro in compagnia di artiste femminili definitivamente le incertezze nuovo lavoro, Write About Love, del calibro di Carey Mulligan, e, sui muri della città di Glasgow. soprattutto, della voce sublime e il folk delicato degli esordi. Un’idea curiosa che segue l’annune pulita di Norah Jones per Little cio di Stuart Murdoch - «Cercasi cantante che ami Ronet- Lou, Ugly Jack, Prophet John. Due segni che timbrano il camtes, Twinkle e Friend And Lover. Astenersi aspiranti Céline biamento del gruppo scozzese, orientato su un soft pop che, Dion» -, per il progetto God Help The Girl, che ha lasciato delicato arriva senza disturbare, conservando, però, il lato in eredità ai B&S un suono tale da segnare una svolta defini- letterario da sempre marchio di fabbrica dei Belle & Sebativa. Il nuovo lavoro, infatti, abbandona definitivamente le stian: This is your art, this is your Balzac, your Brookside and incertezze e il folk delicato degli esordi, quando Stuart, tra your Bach.
ONSTAGE
14
APRILE
Marco Ancona, (voce, chitarre), Paolo Provenzano (batteria) e Ruggero Gallo (basso): uno dei gruppi di punta della scena musicale salentina, con un suono indie-rock d’influenza british, e testi che prendono spunto dal vissuto reale. Il videoclip di Chi sono io diretto da Gabriele Surdo, premiato sia da SATV che dal M.E.I. – Meeting delle Etichette Indipendenti, vede una serie di persone coprirsi il volto con le facce dei simboli della nostra epoca, da Einstein a Maradona a Fonzie. Scelto da noi Telesplash Vengono dalla provincia di Arezzo e hanno una passione viscerale per i Beatles e i Clash, evidente fin dal primo EP Forever Together, 2009. Nel 2010 esce Bar Milano, con il video di Domani, colorato e ambientato alla fine di una festa, hanno reso alla grande quell’atmosfera retrò che trova il suo compimento in una dimensione tutta italiana.
JUKEBOX Cinema
Source Code
London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico
Duncan Jones. Ecco il buon motivo, con tanto di nome e cognome, per andare al cinema a fine mese e vedere il science-fiction thriller Source Code. di Antonio Bracco
C
ompirà 40 anni il prossimo 30 maggio ed è soltanto al suo secondo film, eppure questo regista inglese possiede una merce rara per il cinema degli ultimi tempi: idee originali. Moon, il film d’esordio che gli è valso un BAFTA (l’Oscar britannico, per intenderci) come miglior debutto, è fantascienza pura, minimale e filosofica, come la si faceva una volta quando i computer erano grossi come frigoriferi. Le offerte di lavoro non si sono fatte attendere e Duncan ne ha scelta una, un incrocio tra un racconto mai scritto di Philip K. Dick e i film Ricomincio da capo e Lola corre. Jake Gyllenhaal si sveglia a bordo di un treno in corsa con due grattacapi. Il primo: non ha idea di chi sia la ragazza seduta di fronte che gli parla a perdifiato. Il secondo: quando si specchia vede la faccia di uno sconosciuto, non la sua. Su quel treno c’è una bomba e lui, o meglio la sua mente nel corpo di un estraneo durante gli 8 ultimi minuti di vita,
deve trovare utili indizi. In realtà tutto è già accaduto, il treno è esploso e non ci sono stati sopravvissuti. Quegli 8 tesissimi minuti sono vissuti e rivissuti disperatamente dal nostro eroe, in un continuo loop generato da un futuristico progetto top secret del governo. L’obiettivo è scoprire una traccia, un volto, un elemento qualunque che permetta di sventare il prossimo attentato. Source Code sarebbe stato quel prevedibile prodotto hollywoodiano che intrattiene il pubblico, ma che il pubblico non trattiene per più di 5 minuti dopo l’accensione delle luci in sala. Il Source Code di Duncan Jones invece pone più domande ai titoli di coda di quante risposte abbia voluto dare nel corso del film. Sarà finalmente orgoglioso suo padre, dopo che per una vita è stato l’inverso. Ora che vi siete fatti un’idea senza preconcetti del talento di questo Duncan, potete anche sapere di chi è figlio: David Robert Jones, altrimenti noto come David Bowie.
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Bon Jobs
ai tempi del primo Live Aid sembra che i musicisti siano autorizzati a sparare cazzate a rullo. Un esempio su tutti è il Noel Gallagher che a uno sfortunatissimo Brit Awards di 15 anni fa presenta quella piaga di Stan Laurel/Tony Blair come l’uomo che avrebbe salvato l’Inghilterra. I conti li stiamo ancora pagando adesso. Leggo sul Times che, non nuovo alle mirabili stronzate, Jon Bon Jovi accusa Steve Jobs di essere l’uomo che ha rovinato il music business. Steve Jobs: genio responsabile di Mac, iPod, iPhone, iPad, ma non certo di Napster, p2p, file sharing e tutto quello che ha mandato a picco l’industria musicale. La mente di Apple ha creato semmai un sistema dove bisogna pagare per scaricare, da buon imprenditore. Chi ha ucciso il mondo della musica è stato viceversa Bon Jovi stesso, con i suoi video usa e getta buoni per MTV. Il pubblico non ne vuole più sapere di pagare per delle schifezze del genere! È una vecchia storia, nella società politicamente corretta l’importante è incolpare il creativo vero, l’imprenditore, il visionario, l’individuo pensante. Ne so qualcosa io! Ultimamente si sentono sempre più spesso frasi tipo: “ah quando ascoltavo la musica in cuffia con la copertina in mano!”. Piaceva anche a me ma i tempi cambiano. In quegli anni non avevo tanto lì in provincia, il massimo dell’intrattenimento erano calciatori da popolo basso. Non esisteva veramente altro che due cose di Giaccio e Arbore in radio. Per il resto c’era da mettersi le mani nei capelli. Cantautori a go-go che mi dicevano cosa fare, il resto era propinato dalla democrazia fascio-comunista. Questi stronzi che non avevano uno straccio di idea me la menavano con gli “ideali”, mentre al di là delle Alpi c’era un italiano, un genio, un certo Giorgio Moroder, che se l’era data a gambe e faceva musica con le macchine. Altro che! ‘Sti musicistacci chissà che farebbero per stare aggrappati alla sedia. Invidio molto i giovani di oggi - con tutti gli strumenti che hanno a disposizione chissà cosa combinerei io - che non devono aspettare che lo zio d’America gli presti i soldi per farsi uno studio; gli basta un applicazione dell’iPad per fare musica. Sfortunatamente, la comunità democratica dei vecchiacci continua a perpetrare i suoi orrori. Attendo con tremante delirio il disco di carità per le vittime del terremoto in Giappone. Roba da democrazia... roba da repubblica!
Moda
Il Flynn’s Arcade a Milano
Negli anni Ottanta è diventato un film famoso in tutto il mondo e un’icona di stile. Dopo essere ritornato di moda lo scorso anno grazie al suo sequel, Tron diventa anche una mostra di design. di Marcello Marabotti
T
ron Legacy. Un cult movie che, da oggi, è anche una mostra cult. Dall’11 al 17 aprile infatti, durante la settimana del design di Milano, Disney e DuPont Corian si incontrano per uno degli eventi più
interessanti dell’interior design: Tron designs Corian, una mostra ispirata al film della Disney, Tron: Legacy, esposta al Padiglione Visconti di via Tortona 58, Milano. La forza espressiva di Tron: Legacy ha ispirato molti artisti e creativi nei campi della moda, della musica, del design e della tecnologia, basti ricordare la fantastica soundtrack dei Daft Punk o le esclusive linee di abbigliamento come il nuovissimo videogame TRON: Evolution. Ora, il progetto Tron designs Corian, sviluppato con l’art direction di DuPont e Disney, ha ricreato gli ambienti del cult movie, dagli interni della casa, come sedie, tavoli, banconi del bar, vasche, alla facciata del Flynn’s, la sala giochi da cui ricomincia la saga nel secondo
ONSTAGE
15
APRILE
episodio del film. Per scoprirli e per vederli dal vivo, “abbi pazienza, Sam Flynn, avrai presto tutte le risposte che cerchi...”.
JUKEBOX Musica
Buon sangue non mente
I biglietti del tour dei Kills sono in vendita presso i negozi Fnac!
Le nozze annunciate di Jamie “Hotel” Hince con la top model Kate Moss rivaleggiano con quelle di Kate e il principe William, ma prima di luglio siamo ancora in tempo, per fortuna, a parlare del nuovo disco dei Kills. di Guido Amari - foto © Edouard Plongeon
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er quanto riguarda la sua band, giunta al quarto disco in studio, Hince ha un’altra partner, altrettanto affascinante, ovvero Alison “VV” Mosshart, come lui impegnata con microfono e sei corde. Il duo ha pian piano conquistato la ribalta affinando un proprio stile che, partendo da un sound scarno che traeva ispirazione dai Suicide e dai Velvet Underground, si è trasformato in qualcosa di più complesso e personale, senza perdere però quella “povertà” che l’ha reso così interessante. La parabola artistica dei Kills, per ora, si ferma a Blood Pressures, un album che lo stesso Hince definisce «ossessivo, claustrofobico, febbricitante, sognante e ripetitivo. Io e Alison abbiamo parlato spesso delle canzoni mentre lo stavamo incidendo e il tema attorno a cui ruotavano era quello delle relazioni interpersonali, del sesso, della pressione sanguigna. Da qui il titolo…».
Le nuove composizioni prendono vita soprattutto grazie all’esperienza acquisita da VV come cantante dei Dead Weather, il supergruppo messo in piedi assieme a Jack White (White Stripes, Raconteurs), Jack Lawrence (Raconteurs) e Dean Fertita (Queens Of The Stone Age) e con cui ha inciso un paio di album. «È stato molto strano far parte di una band con quattro elementi e avere un batterista in carne e ossa alle spalle invece che una drum machine, ma mi è servito molto per lavorare sulla voce, che ora uso come un vero e proprio strumento e non solo per cantare delle parole». I due punti focali di Blood Pressures restano comunque la drum machine – con campioni e suoni che arrivano da vere batterie di una banda scolastica americana! – e l’Optigan, una specie di mellotron degli anni settanta servito a creare, pure lui, alcune parti di batteria, senza contare il continuo scambio di idee
e suggerimenti da parte di una coppia ormai affiatata. «Solitamente componiamo in maniera solitaria, ognuno per i fatti suoi, ma poi le canzoni subiscono parecchie trasformazioni perché cerchiamo di farle diventare soddisfacenti per entrambi. Le liriche di DNA, per esempio, sono di Jamie, ma le canto io, mi si adattano alla perfezione». Il blues, principalmente quello scarno e grezzo, è sempre stato uno degli elementi cardine del suono dei Kills, ma Jamie non nasconde di essere rimasto molto colpito dalle ritmiche reggae e dalla musica giamaicana in tempi recenti e il primo singolo tratto dal disco, Satellite, ne risente in maniera piuttosto palese: «Mi sono appassionato al reggae soprattutto grazie a certe cose di Grace Jones, poi sono passato a Sly & Robbie e Peter Tosh, finendo per scoprire decine di artisti incredibili». Li aspettiamo per l’ennesima grande prova live…
Corsi & ricorsi di Mattia Odoli - Autore
Per votare Elvis: Codice 04
L
as Vegas, 23 aprile 1956: Elvis Presley tiene il suo spettacolo d’esordio, il primo di una lunga serie che lo porterà a essere incoronato re del rock. Chissà quel giorno che accoglienza gli riservarono gli inconsapevoli spettatori di un concerto memorabile: oggi qualcuno potrà ancora vantarsi dicendo di aver visto il primo concerto di Elvis (anche se questo qualcuno avrebbe una novantina d’anni e nessuno gli crederebbe). Per non parlare di Sam Phillips, colui che ha scoperto e lanciato Presley nell’Olimpo musicale: esisteranno ancora talent scout così visionari? Dubito fortemente. Per affermarsi al giorno d’oggi, The Pelvis avrebbe dovuto passare le selezioni di Amici: inorridisco al pensiero di Elvis in tuta, che prende lezioni di ballo da Garrison, che viene sgridato da Platinette perché si dà troppe arie o umiliato da Yurman che gli fa cantare un pezzo di Tiziano Ferro. A proposito, se Sam Phillips passerà alla storia come lo scopritore di Elvis Presley, in Italia la discografica più famosa del momento, Mara Maionchi, è venerata per aver scoperto proprio Ferro. E questo la dice lunga. Se oggi fosse un cantante in erba, Elvis dovrebbe partecipare a X-Factor rischiando di avere Anna Tatangelo come coach: «Guarda Elvis tu sei bravo, ma secondo me non trasmetti l’emozione giusta, quindi elimino te». A quel punto arriverebbe Francesco Facchinetti a consolarlo con grandi pacche sulle spalle e un in bocca al lupo per il futuro. Ma siccome Elvis, oltre a essere un grande interprete, era anche un ottimo ballerino, non si sarebbe dato per vinto dopo l’ennesimo fallimento e avrebbe cercato fortuna a Ballando con le stelle. Peccato che, anche in questo caso, la carriera di questo ragazzotto di bell’aspetto e dai capelli impomatati verrebbe stroncata da un altro grande talent scout, Lamberto Sposini, che preferendo le movenze felpate di Povia, eliminerebbe Elvis consigliando a quest’ultimo di trovarsi un lavoro serio. Risultato: Elvis, al terzo rifiuto consecutivo, si fionderebbe nel bar della Rai di Saxa Rubra a prosciugare tutte le scorte di alcolici, spendendo i suoi averi e ingrassando di 120 chili nel giro di poche ore. Stanco e frustrato, il re del rock uscirebbe dalla Rai con un solo grande rammarico: non aver fatto la foto con Milly Carlucci. Sua mamma ci teneva molto.
live
02/04 Milano
On Tour con
Arcade Fire live in U.S.A.
Chris Martin, frontman dei Coldplay, durante un’esibizione ad Ottawa li ha definiti «il più grande gruppo di sempre». Ora, gli Arcade Fire sbarcano in America per un tour forte del successo di The Suburbs, premiato ai Grammy Awards 2011 come “album dell’anno”: Ecco le offerte CTS per farveli seguire negli States. 13 aprile Comerica Theatre, Phoenix
22 aprile UIC Pavilion, Chicago
Location: storica arena di Phoenix capace di contenere fino a 5500 persone. Con CTS: Volo per Phoenix da 604 euro a/r Hotel*** da 26 euro a persona
Location: Arena di 6958 posti, casa della squadra di basket di Chicago. Con CTS: Volo per Chicago da 587 euro a/r Hotel*** da 45 euro a persona
14 aprile The Joint, Las Vegas
28 aprile Orpheum Theatre, Memphis
Location: Sala all’interno dell’Hard Rock Hotel e Casinò di Las Vegas. 4000 posti a sedere. Con CTS: Volo per Las Vegas da 633 euro a/r Hotel*** da 20 euro a persona
Location: In questo teatro hanno suonato Bob Dylan e Robert Plant. Con CTS Volo per Memphis da 695 euro a/r Hotel*** da 55 euro a persona
Le offerte indicate sono riservate ai soci CTS. Le quote dei voli sono per partenze da Roma e Milano. Le quote degli hotel sono a persona, a notte, in doppia, con prima colazione. Info e prenotazioni su www.cts.it, nelle sedi CTS o al n° 06-4411166.
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FACE2FACE
CATERINA GUZZANTI Imitatrice, comica, attrice. Chi la segue e l’apprezza sa che possiede queste qualità, un pozzo di talento dal quale può attingere senza fine dimostrando tutta la sua versatilità. I numerosi video caricati su YouTube spazzano via ogni dubbio al riguardo (se mai ce ne fosse stato anche soltanto uno), così come la serie TV Boris ora approdata al cinema. di Antonio Bracco
U
n successo inaspettato, orde di fan che Vuoi dire che Boris finisce qui? sta. Non è molto incoraggiante. Poi io ho questa croce che, ne fanno un culto. Dopo 3 stagioni e 42 Pare di sì. Non si parla di seguiti. Una cosa bella che per quando la mia agente mi propone, i direttori di casting episodi, la prima vera sitcom italiana de- quattro anni ci ha dato popolarità e la stima di persone che dicono “perché, Caterina fa l’attrice? Non fa la comica?”. gna di onori e rispetto emigra dalla TV al stimi. Una gioia. Pure questo è uno scoglio che pare insormontabile. Pencinema. Caterina, cosa ti ha dato Boris in questi anni? La satira sulle fiction inguardabili della serie TV di- sano a compartimenti stagni. Chi fa televisione fa quello e Con Boris ho fatto l’attrice vera approfittando di questa venta satira sul mondo del cinema con Boris - Il film. basta, chi fa le imitazioni o si mette il naso finto fa quello, cosa meravigliosa di non doversi scrivere i testi, cosa che Non è una presa in giro gratuita del cinema italiano, anche gli attori fanno gli attori, le belle fanno le belle… Sono deio avevo sempre fatto. Andare a lavorare avendo una sce- se prende di mira i cinepanettoni che è un po’ come spa- pressa, si lavora poco. È una situazione che, come direbbe neggiatura molto bella scritta da altri è stata una pacchia. rare sulla croce rossa. Il film è una grossa metafora di un Arianna, “qui non ce puoi sta’ perché ci sono i vigili”. Arianna, il tuo personaggio, è l’assistente alla re- modo di fare italiano, della fatica che si fa quando uno ha Però chi lavora, se non altro, è bravo. O no? gia che tenta di mantenere l’ordine in mezzo a una un progetto. Gli impedimenti della burocrazia, delle rac- Ci sono in Italia tutti questi attori improvvisati, me comscalcinata troupe. Qual è per te, invepresa, che non hanno fatto scuole. O che « Chi fa televisione fa quello e basta, chi fa le imitazioni prima hanno iniziato a lavorare e poi hanno ce, l’insormontabile difficoltà del set? Alzarmi presto al mattino. Mi distrugge. o si mette il naso finto fa quello, gli attori fanno gli attori, studiato e si trovano incastrati sempre a fare Quando lavoro con questi ritmi vado a dorle belle fanno le belle… Sono depressa, si lavora poco » loro stessi. Chi è naturale e ha un po’ d’istinto mire alle 7 e 20, sono una donna finita. Se mi riesce a essere credibile e sembra un miracovengono a prendere alle 6 e un quarto del mattino la mia comandazioni, della mancanza di coraggio, del fatto che lo, perché devi dire delle battute che non diresti mai nella vita va a puttane. Sono in stand-by, il mio cervello si setta poi il botteghino in qualsiasi campo è la cosa che preme di vita, quindi difficilmente risulti naturale, almeno nella ficsulla modalità “faccio questo e basta”. Non riesco neanche più a chi deve investire sulle idee nuove. Quando uno ha tion classica di prima serata della TV generalista. C’è un a fare la spesa, divento un’ameba. una bella idea in questo paese di solito gliela smontano se gruppo di attori che lavorano, anche bravissimi, ma semSuperato questo scoglio? non c’è un tornaconto in denaro. pre uguali a loro stessi perché non si scommette, non gli Non c’è nulla che non mi sia piaciuto del set di Boris. I Nel film, il regista René Ferretti si ritrova tra le vengono proposte cose diverse. A me adesso propongono tempi della prima stagione sono stati faticosi, andavamo mani un improbabile adattamento del celebre li- sempre ruoli buffi dove posso essere comica o fare l’amica spesso in straordinario perché era un esperimento, una bro/inchiesta “La casta” sui privilegi dei politi- imbranata. produzione coraggiosa però snella, tempi eterni, ma gran- ci. Esiste una “casta” anche nel mondo del cinema? Un film recente che hai visto e che ti ha lascia ben de solidarietà, tutti per uno, entusiasti e sottopagati. Per la Sì, altroché. Esiste la casta degli attori che lavorano e che sperare? gioia di lavorare. Spesso, anche se non convocata, andavo sono sempre gli stessi, riconoscibili e riconosciuti dal pub- La nostra vita di Luchetti, mi è piaciuto tanto. Una storia lo stesso a vedere le riprese. blico. C’è questo filone di film corali, con quei dieci attori semplice ben scritta e ben interpretata. Un film che avrei Addirittura? che fanno tutti i film e si mangiano il budget che dovrebbe voluto fare. Sì, perché sai che quando finirà ti mancherà da morire. essere distribuito tra tutti quelli che campano di questo laSabina, Corrado e te. Voi Guzzanti siete il patrimonio Quando sapevo che giravano qualcosa di figo, prendevo la voro. Non solo i ruoli che vengono scritti sono sempre gli italiano della satira. Una domanda importante: come state? mia macchina e andavo a vedere. Siamo una famiglia. An- stessi, in più non c’è molta fantasia né coraggio come in Stiamo bene grazie. Preoccupati, come tutti. Non sono che con il film è successo, perché abbiamo girato di meno televisione. giorni felici. Ma finché si va a mangiare la pizza va tutto rispetto alla serie. A metà ci è venuto un magone a tutti... Quindi i provini non si fanno più? bene. Forse quando ci toglieranno le pizzerie comincerestava per finire per sempre. Si fanno per i ruoli minori e senza la presenza del regi- mo ad allarmarci.
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FACE2FACE
MAX PEZZALI
È tornato a Sanremo dopo 16 anni. È tornato alla ribalta con Terraferma, dopo 4 anni dall’ultimo album di inediti, Time Out. È tornato dalle Hawaii con un nuovo suono. è tornato con un nuovo live show in cui mischia elettronica e hukulele. È tornato Max Pezzali. di Marcello Marabotti
I
niziamo dalla tua esibizione sanremese. Dopo la recchio a comporre pezzi con l’ukulele, perché adoro le perché è l’aggregatore che funziona, non è il creatore di tua “prima volta” nel ’95 con Senza averti qui, Hawaii e il mondo polinesiano. Ho comprato il primo contenuti. L’elettronica ha il grande vantaggio di essersi tratta dall’album La donna, il sogno & il grande ukulele due anni fa per ridere e mi sono reso conto che è adeguata ai tempi molto più velocemente: il rock richiede incubo, quest’anno sei tornato alla kermesse di- uno degli strumenti più belli che esistano: dà immediata delle liturgie complesse, l’elettronica ha il vantaggio della chiarando che l’impatto del palco di Sanremo è sempre gratificazione e può esser propedeutico per la chitarra. È semplicità, anche come logistica. Una band di quattro elecomunque intimidatorio. Perché? comodo e piccolo, è facile che trovi posto nel sottosella menti, ad esempio, non è paragonabile a un dj che con un È vero. Anche se il palco è cambiato, la situazione è rima- di una moto. Quando ero alle Hawaii ho letto la storia solo laptop si attacca ovunque. In più è un genere in cui si sta la stessa. Hai la sensazione di andare a disturbare a un di questo strumento, di come fosse arrivato dal Portogal- canta poco, le voci sono usate come strumenti, non conta matrimonio di gente che conosci poco, invitato dai paren- lo, come sull’isola non avessero uno strumento a corda, il cosa dici ma come lo dici. ti degli sposi e non da un tuo amico. Il problema Parlando del tuo prossimo tour, che partirà il non è il palco, ma l’atmosfera di leggero fastidio « In questo nuovo album ho osservato la realtà con 30 aprile da Roma, come sarà? Ci sarà spazio anche si crea verso chi sale su quel palco, ed è lì forse una nuova lente, che mi ha permesso di ricollegarmi che per l’ukulele? anche il fascino. con il materiale vecchio anche a livello musicale » (Ride) Ci saranno dei pezzi con l’ukulele, sto preAll’inizio della tua carriera eri stato percepito parando qualcosa. Per quanto riguarda la scaletcome un personaggio per un pubblico adolescenziale, modo in cui i locali rimasero affascinati, come noi, dall’El- ta, sicuramente proporrò i pezzi di Terraferma, ma darò poi con il brano Gli anni hai mosso i primi passi della vis di Blue Hawaii. grande spazio anche ai classici, rivisti in chiave moderna. tua svolta, compiuta con Il mondo insieme a te. Ora, torA livello musicale il tuo album è molto vario: si apre Non si va in giro senza i classici: so che non posso prenare con un album dopo 4 anni, distante come temi dai con sonorità dance anni ’90, vanta la collaborazione con sentarmi in nessun palazzetto senza Hanno ucciso l’Uomo precedenti, rappresenta una nuova fase? Noego Crew per un pezzo hip hop come Quello che co- Ragno, Come mai, perché altrimenti rischio di non uscirne In questo nuovo album ho osservato la realtà con una munemente chiamiamo amore, mentre pezzi più melo- vivo. nuova lente, che mi ha permesso di ricollegarmi con il dici completano la tracklist: perché questa scelta? È più Ad aprile abbatteranno il Palasharp. Hanno appena materiale vecchio anche a livello musicale. Ho cercato, adatta al momento? chiuso la Casa 139 e le Scimmie, e prima ancora la Casciperò, un suono che fosse quello di oggi. Il risultato è un Oggi non ho un suono univoco che mi rappresenta, ascol- na Monluè, per non parlare dei problemi legati ai conalbum per chi ha la mia età, chi ha superato i 35, che potrà to una varia gamma di artisti, dai Chromeo a un gruppo certi a San Siro. Tu, da lombardo, cosa ne pensi? ritrovarsi in alcuni testi, ma anche per chi è un po’ più come gli Old Crow Medicine Show, che parlano di dro- Se Milano vuole essere una delle grandi città europee, giovane, perché è un lavoro che ha messo d’accordo sia ga, temi che non c’entrano con la musica che suonano, il deve assumersi le proprie responsabilità. Non è solo con chi mi ha seguito da “solista”, sia chi ha sempre voluto un bluegrass. Forse oggi non c’è un suono definito dei nostri i grattacieli che diventi città europea, ma è, soprattutto, maggior contatto con il passato. tempi, ci sono cento suoni dei nostri tempi. tenendo viva una scena culturale che passa attraverso la Ho visto in Internet (maxpezzali.tumblr.com) una foto Recentemente ho letto che «il rock per salvarsi è dovu- musica. Che sia rock, hip hop, elettronica non importa, che ti ritrae con l’ukulele, tua nuova passione. to scendere a patti con l’elettronica». È così secondo te? devono esserci gli spazi. Nel momento in cui li togli, re(Ride) È uno strumento fantastico. Mi sono divertito pa- L’elettronica oggi è il nuovo rock. La vera rockstar è il dj, gredisci.
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LIVESTYLE I biglietti del tour di Jovanotti sono in vendita presso i negozi Fnac!
Jovanotti
L’ELEMENTO UMANO NELLA MACCHINA Dopo un disco molto suonato (in senso classico) come Safari, Jovanotti è tornato con un album di musica elettronica, Ora, che assomiglia tantissimo a un progetto dance. Del resto lui è sempre stato così, lo aspetti da una parte e arriva dall’altra, con la musica non dà mai riferimenti. È questo il suo modo di spiazzare. Per tutto quello che lo riguarda come persona invece, è quello che si vede: un essere umano, un cuore pulsante di entusiasmo ed energia. di Daniele Salomone
c
hissà com’è davvero, di persona? Scagli disco, nda) e il suo team è stato davvero un grande reche propongo. Che poi il mio viso non è più neanche la prima pietra chi non si è mai posto galo per me. Ho sempre avuto grande attenzione per la mio, di volta in volta diventa la faccia del disco che questa domanda pensando al proprio grafica dei miei album e avere la firma di uno dei più ho fatto e resta lì, non cambia più. Mentre quella vera eroe musicale o comunque a un grande importanti artisti al mondo è il massimo. Credo però cambia sempre, si trasforma. artista. È naturale pensare che la realtà sia diversa dalche uno come Maurizio non avrebbe mai accettato di Parliamo della musica di Ora. Molti hanno interla fiction, dove per fiction s’intende il lato pubblico di collaborare con me se non avesse visto che anche nei pretato la scelta di virare verso un sound dance come certi personaggi, semplicemente perché molto spesso dischi passati c’è sempre stato un lavoro accurato. una sorta di chiusura del cerchio, visto che hai iniziale cose stanno proprio così: l’uomo è diverso dall’arCome sulla cover del tuo precedente lavoro Safari, to come dj. Sinceramente mi sembra un’interpretatista. Spesso ma non sempre. Lorenzo per esempio anche stavolta il tuo volto è “disegnato”. Qui c’è una zione un po’ banale. Io credo sia piuttosto l’ennesima appartiene alla categoria dei “nudi e crudi”. Non ha barchetta stilizzata sul tuo viso sospeso nell’univerriuscita trasformazione di una carriera in cui - a partimai creato un alter ego di se stesso a uso e consumo so. Che cosa significa? re da Una tribù che balla - hai fatto della discontinudell’audience, neanche quando cantava Jovanotti For Non sta a me spiegare il significato delle cose che mi ità la tua cifra stilistica. President. Certo, qualche barriera esiste, ma Ti ringrazio molto. La verità è che ogni mio è solo autodifesa. Lo capisci da quello che disco è un laboratorio. Si entra in studio e « Mi piace l’idea che io “ci metta la faccia” dice e da come lo dice, ma non solo. È qualsi cerca un sound fino a quando non arriva in quello che propongo. Che poi il mio viso non cosa di più, qualcosa che percepisci oltre qualcosa che mi dice “eccomi!”. E questo è più mio, diventa la faccia del disco che ho fatto le parole. C’è una profonda e fanciullesca qualcosa è diverso per ogni disco. e resta lì, non cambia più. Mentre quella vera umanità nel suo modo di essere ed è questo Quando, come e perché il sound che poi cambia sempre, si trasforma » che coinvolge, che rapisce. Nelle parole di hai catturato con le tracce di Ora ti ha detto Lorenzo non si può fare a meno di cogliere “eccomi”? l’onestà, nell’entusiasmo come nella riflessione e perriguardano. Gli artisti non devono mai tentare di racDopo un paio di mesi passati in studio con i miei colsino nel risentimento, quelle rare volte che emerge. Se contare quello che fanno, quello è un altro mestiere. laboratori mi sono fermato perché il suono che cercavo bara, ma ne dubito fortemente, è davvero bravo. Ripensando alle copertine dei tuoi album, noto non veniva fuori. Mi sono reso conto che nel mio iPod che spesso hai piazzato il tuo viso in primo piano. Si stava girando quasi solo musica elettronica e molLorenzo, partiamo dalla copertina del tuo nuovo potrebbe quasi ricostruire la tua maturazione fisica! ta dance, anche la più popolare tipo David Guetta o disco. Le cover sono spesso sottovalutate da pubNon credo sia vanità, per cui mi chiedo quale sia il Black Eyed Peas. Era un periodo in cui ascoltavo più blico e critica, mentre per gli artisti sono importanti motivo. Forse è solo un caso? volentieri gli album di Rihanna che quelli dei cantauin quanto sintesi di tutto il lavoro fatto per l’album. Parto sempre con l’idea di non utilizzare la mia faccia, tori, e allora ho deciso che bisognava assecondare quel Quanto sei legato alla copertina di Ora? poi tutte le volte succede che il processo creativo mi momento. Molto, è stata proprio una bella avventura. Aver lavoporta in una zona dove niente funziona meglio di un E infatti «Ora è un disco ispirato da artisti come rato con Maurizio Cattelan (autore dell’immagine del viso. Mi piace l’idea che io “ci metta la faccia” in quello Lady Gaga e Black Eyed Peas. Questo è il sound
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LIVESTYLE live
16/04 Rimini, 19-20/04 Conegliano (TV), 26-27/04 Acireale (CT), 29-30/04 Caserta Il calendario completo su onstageweb.com
GIMME TWO. I singoli Yo e Welcome sono stati pubblicati sotto il nome d’arte di Gino Latino, anche se, nel 1988, Lorenzo aveva già scelto lo pseudonimo di Jovanotti.
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LIVESTYLE Jovanotti
« Un pezzo come E’ qui la festa è ancora forte, è funky e oltraggioso. Ci piaceva e piaceva a una sacco di gente, di bella gente. Se incontrassi me stesso a vent’anni anni sarei un suo fan, ci vorrei fare la foto insieme »
che va forte oggi e non me ne frega niente se è bello o è brutto. La gente ha voglia di ballare». L’hai detto la sera in cui hai presentato il nuovo album alla stampa. Mi è sembrato che con questa frase volessi stoppare sul nascere le inevitabili critiche di chi, pur apprezzando te, non ama gli artisti che hai citato come modelli. Non è più una questione di “bello o brutto” ma di energia. Lady Gaga - i suoi pezzi, il suo modo di proporsi - ha oggi più energia dei Radiohead o dei Red Hot Chili Peppers, con tutto il rispetto per queste band che hanno scritto la storia del rock in maniera indelebile. I Black Eyed Peas sono più creativi della maggior parte dei jazzisti in circolazione. I loro testi di cinque parole funzionano, raccontano dove siamo oggi. È la musica di adesso e a me interessa sempre la musica che racconta il mio tempo. Hai anche sostenuto che le persone cercano nel corpo, e quindi nel ballo, le risposte ai momenti di crisi e per questo adesso hanno voglia di ballare. È una riflessione che mi trova completamente d’accordo. Però non mi è chiaro perché per far muovere le persone si debbano abbandonare gli strumenti per passare ai sequencer! Un sequencer è uno strumento tanto quanto una chitarra. Non esiste più una gerarchia degli strumenti, c’è la musica, esistono le idee. Gli strumenti servono a far venir fuori le idee. Io amo tutti gli strumenti, dal violino all’iPad, ma di fatto oggi il tablet di Apple è un giocattolo molto interessante con il quale scrivere un pezzo. A proposito di strumenti e sequencer, sta per arrivare la prova più difficile: il live. I tuoi concerti sono sempre stati caratterizzati da un’energia pazzesca, merito tuo ma anche della band che ti accompagna. Non credo che salirai sul palco solo con una consolle! No anzi, sarà il mio concerto più suonato in assoluto. Ci sarà molta elettronica ma sarà tutta prodotta dal vivo, sul palco. Niente di preregistrato. Come si mettono nello stesso spettacolo Amami e, che ne so, Baciami ancora o Safari? Ci sono anche degli aspetti tecnici da tenere in considerazione. È un lavoraccio… È un lavoraccio, te lo confermo. Ma è una sfida affascinante e alla fine vince la forza delle canzoni. I miei concerti hanno la coerenza del loro cantante, ovvero nessuna sul piano formale ma totale sul piano umano. In questi mesi ho notato che parli di Ora sempre con grande entusiasmo. È il lavoro che ti ha dato le maggiori soddisfazioni? Come lo collochi nella tua discografia? Ci vuole sempre qualche anno perché un mio disco trovi il giusto posto nella mia discografia. Per il momento è ancora l’album che prediligo di tutta la mia carriera e spero che lo rimanga fino a quando non inizierò a preferire il prossimo. Prima dicevamo della discontinuità musicale, mentre il tuo linguaggio - sempre a partire dai primi anni Novanta - rappresenta un elemento di assoluta continuità nella tua carriera. Cosa cerchi nel testo di una canzone? In un testo cerco l’emozione. Anni fa ho cercato anche l’informazione o altro, mentre in questi ultimi tre dischi (Buon sangue, Safari e Ora, nda) ho cercato essenzialmente l’emozione, la parola che accenda l’emozione. Credo che nell’insieme “linguaggio” rientrino an-
1988
“Joe Vanotti”, divenuto poi per errore del tipografo “Jovanotti” esordisce nell’87 con l’album Jovanotti For President con la hit Gimme Five anticipa il boom del singolo La mia moto, 600.000 copie vendute.
1991
Per la prima volta Lorenzo filtra nei testi i temi dell’impegno sociale, il cui sigillo è il singolo Cuore, in memoria dI Giovanni Falcone, contenuta nell’album Una tribù che balla.
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1997
L’albero sorprende critica e pubblico, con un suono intriso di musica etnica, world e un’approfondita ricerca dei testi che nel 2002 con il Quinto Mondo tocca l’apice della consapevolezza politica.
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che i video. Il clip di « Non è più una questione di “bello o brutto” Tutto l’amore che ho ma di energia. Lady Gaga ha oggi più energia ha suscitato qualche dei Radiohead o dei Red Hot Chili Peppers, polemica perché ritenuto troppo simile a con tutto il rispetto per queste band che hanno quello di Solitude Is scritto la storia del rock » Bliss degli australiani Tame Impala. Ti ha dato fastidio? Non mi ha dato fastidio perché sono due video che usano qualcosa di simile per dire cose molto diverse. Polemiche a parte, sei quel tipo di musicista che si trova molto bene davanti a una cinepresa. Ti hanno mai proposto di lavorare per il cinema? Me l’hanno proposto ma non fa per me, credimi, io non sono buono a recitare per il grande schermo. Mi piace scrivere canzoni e fare concerti. Cinema o no, senti che manca qualcosa alla tua parabola artistica per raggiungere l’apice? O va bene così? L’apice? Non è una scalata la mia, ma un’avventura umana. Ogni giorno è un giorno nuovo. Va bene così ma il meglio deve ancora venire. Abbiamo appena cominciato. Però gli anni di carriera sono già più di venti. Che sensazioni hai ripensando agli esordi? Quando rileggo i miei primi articoli provo un misto di tenerezza, perché ci vedo tanta inesperienza, e orgoglio, perché comunque mi appartengono. Com’è per te riascoltare, per esempio, È qui la festa? Quando uscì in Italia quella roba aveva una forza assurda e quelli con le antenne alzate la beccavano. In genere le antenne alzate le hanno i bambini e chi mantiene accesa la propria parte infantile, disposta al gioco, che guarda più alla carica che alla grammatica. Erano dischi allegri, sfacciati, semplici e ingenui, con poca musica e molta voglia di spaccare il mondo. E la voglia di spaccare il mondo è l’elemento fondamentale in un disco di successo. Non sapevo scrivere una canzone e non sapevo fare niente ma avevo questa libertà dentro, non mi vergognavo di niente. Trovo che un pezzo come È qui la festa sia ancora forte, ha qualcosa di funky e di oltraggioso. Certo non puoi dare un giudizio musicale - risulterebbe un “non classificato” - eppure aveva qualcosa, ci piaceva e piaceva a una sacco di gente, di bella gente. Se incontrassi me stesso a vent’anni anni sarei un suo fan, ci vorrei fare la foto insieme. Io ci credo. Che sia come dice lui intendo. Dopo l’intervista ho riascoltato È qui la festa (rigorosamente su cassetta originale dell’epoca, ma la notizia è che ho ancora un mangianastri!) e non posso che essere d’accordo. Come Lorenzo stesso ha raccontato, siamo sicuramente su un altro pianeta rispetto a un certo modo di intendere la musica - compresa quella che fa oggi Lorenzo sia chiaro. Ma quella voglia di spaccare il mondo di cui parlava Jovanotti è talmente immediata che risulta impossibile ignorarla. Avevo pochi dubbi prima di lavorare a questa intervista e ne ho ancora meno adesso. Piacciano o no la sua voce, lo stile, la musicalità, il suo stesso modo di intendere l’idea dell’artista, Jovanotti e Lorenzo Cherubini sono la stessa cosa. E se anche fossero due persone ben distinte, non c’è dubbio che andrebbero d’accordo.
2000
Lorenzo festeggia il nuovo millennio con il suo primo disco dal vivo, Autobiografia di una festa, doppio disco che raccoglie le hit della prima parte della sua carriera. Da segnalare il curioso booklet, disponibile in varie profumazioni.
2005
Arriva la prima influenza “elettronica” con (Tanto)³, primo brano estratto dall’album Buon sangue. Il discorso elettronico viene accantonato poi con Safari - album dai suoni pop-rock che ha nelle ballate, A Te su tutte, la sua fortuna.
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ORA
Jovanotti sorprende ancora, con 15 tracce elettroniche (25 nell’edizione deluxe) di cui molte al limite della techno: ancora una volta, Lorenzo dimostra di essere l’interprete perfetto delle sonorità del nostro tempo.
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Gianna Nannini
s ’ t a h T
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Cantante rock, grande provocatrice e mamma chiacchierata. Gianna Nannini è abituata a far parlare di sé qualunque cosa faccia, e quando il 27 novembre scorso è nata Penelope Jane, la sua bambina tanto attesa, non ha fatto eccezione. di Silvia Crivella
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ncurante delle malelingue scatenatesi intorno ha ricordato quanto sia diviso il nostro paese e, paraalla sua maternità tardiva, visti i suoi 54 anni, dossalmente, mi ha fatto sentire più italiana ancora». In ha pensato bene prima di usare l’ecografia come fondo, ricorda la cantante, la nostra nazione «è sempre cover per l’uscita del singolo Ogni tanto, e poi di stata così. Certe cose fanno parte dei meccanismi del poergersi a protagonista della copertina del nuovo album tere fin dalla notte dei tempi: dividi, soggioga e impera. esponendo una sua foto in dolce attesa. E poi, alle pre- Quindi l’unione è quasi impossibile, ma poco importa vedibili accuse di strumentalizzazione, ha risposto con perché io non credo in quello, bensì nel rispetto delle difil suo fare sbarazzino accentuato dalla cadenza toscana. ferenze». Le premesse per uno show con i fiocchi ci sono «Le polemiche mi interessano molto poco», racconta, tutte e l’Io e te tour 2011 si preannuncia pieno di sorprese. «volevo proporre una copertina che rappresentasse una Il popolo rock di Gianna Nannini è più unito che mai e nuova Statua della Libertà per il nostro Paese, per far pronto a scatenarsi, anche perché per il 29 aprile a Milacapire che noi donne no, prima tappa della siamo libere, libere tournée, si è parlato « È importante mantenere la tensione di scegliere! Ho decianche di un “battesimo tra l’eleganza degli archi e il sapore so di collaborare con rock” per Penelope. rock delle chitarre » Jean-Baptiste Mondino Mamma Gianna sta sul perché lo considero un vago, non conferma e pittore contemporaneo unico e straordinario, in grado non smentisce: «Deciderò quando sarà il momento...». di fotografare al meglio il momento e la sincerità delle Ma le attese sono forti, dato che la cantante ha accennato mie emozioni». D’altronde, come ha ribadito più volte: a «tanti ospiti, tra cui madrine e padrini d’eccezione. E «Io progetto le copertine mentre sto incidendo i dischi, sarà una cosa un po’ fuori dal normale, ovviamente. Ci infatti ho sempre delle occhiaie pazzesche! Per me arte saranno i miei fans, però sarà una cosa esclusiva, pree vita coincidono dall’inizio, fin da quando sono nata a parata con un invito particolare». Particolare e fuori dal Fontebranda e ho pianto come ha fatto la mia figliola. normale, così è lei e ogni cosa che fa. La ricerca dell’insoDa quel momento, come dicevo, arte e vita hanno co- lito e di qualcosa di speciale emerge anche dal video del minciato a viaggiare in parallelo». brano Ti voglio tanto bene, scritto insieme alla scrittrice Isabella Santacroce. L’ambientazione del clip è Verona, IL BATTESIMO DI PENELOPE nel 1867. Per una volta, la rocker toscana abbandona Pungente e sincera da sempre, la signora del rock non l’ispirazione dantesca per abbandonarsi a un’atmosfera ha perso occasione per ricordare l’anniversario dei 150 shakespeariana: i protagonisti, infatti, sono due bambianni di Unità d’Italia a modo suo: «Vedere la reazione a ni di estrazione sociale differente, che per convenzione questa copertina, e alla mia gravidanza in generale, mi non possono stare insieme. Si rincorrono, si cercano con
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27/04 Sondrio, 29-30/04 Milano Il calendario completo su onstageweb.com
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FREEDOM. In una recente intervista, la cantante ha così replicato ad alcune critiche: «All’improvviso tutti si sono dimenticati della libertà e del diritto che ha ciascuno di noi di fare quello che vuole, quando e con chi vuole»
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Gianna Nannini Incredibile ma vero: Sharon Stone avrebbe voluto Gianna in Basic Istinct 2. La cantautrice senese sarebbe stata perfetta per il ruolo di una cantante che flirta con Catherine Tramell e il dottor Glass. All’inizio la Nannini ha accettato, per poi ripensarci.
Tra gli ascolti preferiti di Gianna ci sono Coldplay, Muse, Audioslave e Subsonica.
L’opera rock Pia dei Tolomei realizzata dalla Nannini, prende ispirazione dall’omonimo personaggio della Divina Commedia di Dante Alighieri, una gentildonna senese moglie di Nello dei Pannocchieschi, signore del Castel di Pietra in Maremma.
lo sguardo, ne nasce una delicata storia d’amore, intensa arrangiamenti lasciavano il posto al sound design e a una ingannare, perché in realtà non esiste una regola fissa in come può essere un sentimento vissuto nell’età dell’infan- ritmica mitteleuropea. Proprio lì è nato quel disegno del fatto di composizione: «Dipende da molti fattori. Questo zia: i due si amano a distanza, consapevoli dell’amore e suono creato intorno alla mia voce. Oggi con Wil Malo- disco contiene sia brani scritti a tavolino che canzoni vedel contatto impossibile tra loro. Guardando le immagini ne - con cui collaboro dal 2005 - abbiamo portato avanti nute fuori di getto e Dimentica è un esempio lampante. Un di questi Giulietta e Romeo in chiave ottocentesca, viene il progetto utilizzando soprattutto l’orchestra, che questa giorno sono tornata a casa per prepararmi a una puntata da pensare che la Nannini di oggi sia diventata di X-Factor, in cui ero ospite, quando il pianoforancora più poetica e un poco più romantica, pur te mi ha come chiamata: ho lasciato perdere il « Certe cose fanno parte dei meccanismi del mantenendo la grinta che l’ha resa famosa. potere fin dalla notte dei tempi: dividi, soggioga trucco ed è nata la prima canzone, tutta di getto, registrata mentre sotto casa manager e autista mi e impera. Quindi l’unione è quasi impossibile, TERAPIA VOCALE urlavano che era tardissimo». E in effetti questi ma poco importa perché io non credo in quello, lampi creativi non sono così rari per la Nannini: L’ultimo album, Io e te, arriva certo in un mobensì nel rispetto delle differenze » mento speciale della sua vita, ma è soprattutto gira voce che una canzone sia addirittura nata il coronamento di un lungo percorso professioin ascensore. «In realtà è l’inciso di Ogni tanto nale e personale, iniziato tanti anni fa, quando Gianna era volta consta di ben 33 elementi. È importante mantenere che mi è venuto in mente scendendo con l’ascensore nel poco più che una ragazzina e a 18 anni lasciò la casa dei la tensione tra l’eleganza degli archi e il sapore rock delle mio studio, ispirato per assonanza da quel magnifico vergenitori, a Siena, per trasferirsi a Milano e rincorrere il chitarre». Una vera e propria partitura orchestrale per ogni so dell’Inferno di Dante, “amore ch’a nullo amato amar suo sogno. Nel suo ultimo album, infatti, c’è un grande canzone, che permette un grande respiro e la creazione del perdona”, il cui concetto fa un po’ da colonna sonora a lavoro, che ha seguito quella che lei stessa ha definito una massimo equilibrio possibile fra tutti gli strumenti. Tanto molte canzoni di questo album. È la prima traccia del nuo“terapia vocale” iniziata con il produttore tedesco Conny studio e ricerca della perfezione sono praticabili proprio vo lavoro e il primo singolo, ma è l’ultimo brano che ho Plank negli anni 80. «Negli studi di Conny», spiega, «gli perché alla base ci sono estro e ispirazione. Ma guai a farsi terminato».
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per questo meraviglioso album: ci saranno pezzi inediti, come rockstar. Senza nessun rimpianto il padre, invece, Io e te è un disco di cui va molto fiera e che le sta regalando una band formidabile fatta di grandi musicisti e anche gli proprietario di un’azienda di dolci: «È stato duro, ma mi il tutto esaurito negli stadi e nei palazzetti di tutta Italia. archi. Inoltre alcuni studenti di musica saliranno sul palco anche dato un grosso incoraggiamento. Perché io da picA Milano è stata aggiunta una data a quella già prevista, con me e la mia band in ogni data del tour». I fans, dun- cola ero molto brava nel suo mestiere, a cinque anni ero e così pure a Roma, mentre a Firenze ha addirittura tripli- que, potranno godersi sia la performance dei nuovi brani capace a fare le crostate, avevo le mani sempre in pasta!». cato le serate, ma lì gioca (quasi) in casa, c’era da aspettar- che i momenti storici che hanno contribuito alla carriera Sorride quasi con malinconia al ricordo: «Ero talmente selo. E, ora della tappa finale, a Torino il 4 giugno, chissà dell’artista toscana. Una parabola costruita con fatica, con- brava che mio padre è rimasto molto male quando me ne cosa succederà, visto il travolgente entusiasmo. sono andata via. Più che altro lui non credeva in A concludersi è solo il giro italiano, perché la rome come cantante perché ero proprio brava, so« Le polemiche mi interessano poco, volevo cker passerà il resto dell’estate in giro per l’Euproporre una copertina che rappresentasse una prattutto a fare i ricciarelli: mi ero specializzata. ropa. Sui dettagli dello show è Gianna stessa a in ognuno di noi c’è questo rapporto con la nuova Statua della Libertà per il nostro Paese » Però, svelare qualche dettaglio: «L’allestimento scefamiglia, che crea dei complessi, delle reazioni». nografico e visivo del tour sarà molto curato. Il La riconciliazione canora con il padre arriva solo regista dello spettacolo è l’inglese Patrick Woodroffe, che tro il volere della famiglia: da giovane, infatti, nemmeno nel 2006 nell’album Grazie, e con la canzone Babbino caro, ha disegnato le luci per i Rolling Stones, gli AC/DC, Peter sua mamma Giovanna l’ha incoraggiata: «La sua voce non uscita un anno prima della sua morte a 86 anni. In quel Gabriel e tanti altri. Conosce il rock ed è bravissimo a co- mi sembrava un granché», ha commentato di recente, an- brano la cantante parla esplicitamente del loro rapporto struire uno spettacolo, cosa che desidero fare con Io e te in dando a trovare la figlia Gianna durante le prove di un difficile e unico: «Senza mio padre, probabilmente non saquesto tour proprio perché io e i musicisti saremo faccia a concerto, aggiungendo però che «ai tempi si usava mettere rei scappata di casa a 18 anni, per dimostrare di essere una faccia con il pubblico e quindi con noi stessi. Patrick avrà il cordone ombelicale sotto una rosa per far venire la voce cantante. È stata la sua scarsa fiducia in me a rendermi più il compito di unire la musica al suono, cosa indispensabile bella» e forse è per questo che la sua bambina è sbocciata forte e regalarmi le giuste motivazioni per farcela».
La copertina dell’album California (1980) rappresenta la Statua della Libertà che impugna al posto della fiaccola, un vibratore. La canzone America, contenuta nel disco, è un inno alla masturbazione femminile.
L’album Io e te è stato registrato agli Abbey Road Studios di Londra e ha esordito al primo posto della classifica FIMI come album più venduto.
Il titolo originale di Un’estate italiana, meglio conosciuta come Notti magiche, è To be number one di Tom Whitlock. Bennato e la Nannini hanno riscritto il testo per la versione italiana.
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PARADISE. «Eden è allo stesso tempo il nome di una sala danze e il simbolo di un paradiso interiore, che si raggiunge solo credendo in se stessi e nella forza delle proprie promesse». Così Samuel ha descritto l’ultimo album dei Subsonica.
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01/04 Verona, 02/04 Genova, 07/04 Roma, 08/04 Caserta, 09/04 Bari, 11/04 Torino, 12-13/04 Milano, 15/04 Firenze, 16/04 Bologna.
A pochi giorni dall’uscita di Eden, sesto disco in studio dei Subsonica, abbiamo avuto modo di intervistare telefonicamente Max Casacci, chitarrista e mastermind della band di Torino. Con lui, principale produttore artistico del quintetto, parliamo del cambio di rotta rappresentato da questo album e di complotti planetari segreti. di Emanuele Mancini
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scoltando il disco mi è sembrato che abbiate spostato di più l’attenzione sull’impatto che i brani potranno avere dal vivo, piuttosto che sulla scrittura in senso stretto. Da un lato è vero. Abbiamo passato la fase di scrittura in una casa di campagna, dove abbiamo messo insieme idee completamente diverse fra loro, praticando infine un lavoro di sintesi, giunto in studio abbastanza inalterato. Per quanto riguarda la scrittura, a nostro avviso invece è un album di canzoni piuttosto che di flusso, come era L’eclissi. In realtà, essendoci avvicinati a questo disco dopo due anni in cui ognuno si è dedicato alle proprie inclinazioni individuali o parallele - più di quanto non fosse mai successo prima - quando ci siamo riuniti per scrivere Eden, ci siamo trovati tutti con le idee molto chiare, ma molto diverse. E si sente, credo sia il vostro disco più eterogeneo. Esatto. In fase di scrittura abbiamo deciso di parlare poco e suonare tanto, abbiamo buttato giù idee, steso una cinquantina di canzoni, lasciandoci anche il tempo per farle decantare. Lavoravamo sette giorni di fila, poi aspettavamo una settimana prima di ricominciare a suonare. La scelta è stata fatta in base ai brani che emergevano in maniera più netta, tridimensionale, più che sui gusti stilistici. Per questo ti parlo di un disco di “canzoni”. Chiaro, ma voglio spostare la domanda su un altro piano: Microchip era quasi cantautorato. Le canzoni dei due dischi precedenti e dello stesso Eden sembrano scritte tenendo conto della vastità di persone alle quali si rivolgeranno dal vivo, piuttosto che concentrandosi sulla scrittura. Infatti nei vostri live i brani della vecchia produzione oramai funzionano molto meno, a parer mio. Beh sì, per noi l’album è sempre stato uno strumento necessario a poter tornare sul palco, dove si svolge la vera vita dei Subsonica. Evidentemente ormai tendiamo ad andare in automatico verso questa direzione. Gli arrangiamenti già di partenza sono simili a quelli che si porteranno dal vivo, mentre forse una volta, essendo noi nati in sala prove, usavamo lo studio e le possibilità che ci dava come un vero e proprio strumento. In questo caso è successo, in questo hai ragione, di limitarci volutamente sotto questo aspetto. Nonostante ciò, la produzione è come al solito a livelli altissimi. C’è sempre una cura dei suoni e dei dettagli superiore. Gli dedichiamo comunque molto tempo. Ad esempio con Ninja in questo disco abbiamo messo a punto un metodo di registrazione della ritmica molto particolare: lui ha utilizzato una batteria elettronica suonandola fisicamente, dopodiché l’abbiamo riamplificata in una stanza in cui c’era la batteria acustica. Il suono di cassa e rullante elettronici veniva “sparato” vicino ai tamburi e ripreso con microfoni ambientali, con la finalità di smarrire un po’ il confine tra acustico e elettronico, fra uomo e macchina. È
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FUORI DAI SUBSONICA #1 Gli Amici di Roland: una grandissima passione per le sigle dei cartoni animati e un’abilità tecnica fuori dal comune hanno reso Gli Amici di Roland una delle band culto degli anni Novanta, in cui hanno militato per parecchio tempo Boosta e Samuel. Disco consigliato: Gli Amici di Roland (1997) Motel Connection: gruppo italiano di musica elettronica nato nel 2000 a Torino dall’incontro tra Samuel, Pisti e Pierfunk, primo bassista dei Subsonica. La loro fisicità live ha trovato anche il giusto equilibrio in fase di registrazione. Disco consigliato: Give Me A Reason To Wake Up (2002) Africa Unite: Storico gruppo reggae italiano, il cui nome deriva dall’omonima canzone di Bob Marley. Nati da un’idea di Bunna e Madaski, quest’anno festeggiano i 30 anni di carriera. Dal 1991, per sei anni, alla chitarra ha suonato Max Casacci. Disco consigliato: Un sole che brucia (1995)
stato uno dei commenti che abbiamo ricevuto subito: “Mi piace, ma un pezzo insieme ai nostri amici Righeira, ed ecco come è nata La non capisco se è elettronica o meno”. Ecco da questo punto di vista funzione. L’idea era di shoccare, provocare, c’è sempre piaciuto farla produzione risulta molto curata. lo fin dai tempi di Coccoluto in Microchip emozionale. In questo il Parlando di produzione, sul versante dell’elettronica nei due nostro approccio alla musica è sempre stato italiano, nella misura precedenti album ho sentito molti rimandi alla dance anni 90, in in cui ci siamo sempre mossi in base a dove si stava muovendo la Eden invece mi è sembrato vi siate ispirati all’elettropop italiano musica italiana in quel momento. anni 80 e all’italo disco. Penso a Camerini, ai Matia Bazar e... ai Mi sembra che il disco sia percorso da una leggerezza che manRigheira, non a caso ospiti nella canzone La funzione. cava da un bel po’ nelle vostre composizioni. Mi è sembrato vi Come ti dicevo quest’album nasce da visioni molto diverse. Da siate voluti riappropriare del profilo ludico del fare musica. Un un lato io e Ninja siamo più legati a queste sonorità che tu trovi atto coraggioso, forse in reazione a una carriera stellare che di anni 90, mentre Samuel aveva esigenze differenti. La sua esperien- contro vi avrà caricato di ansie e aspettative. Quasi a voler dire za con i Motel Connection lo ha portato ad approfondire il revival “lasciateci divertire un po’”. Eden, il paradiso perduto, si riferisce dell’italo disco. Non tutti lo sanno, ma negli ultimi anni all’estero a questa leggerezza che avevate dimenticato? sono andati a ruba i vinili È vero, non abbiamo mai con i suoni elettronici itaassociato questa compo« La situazione è tragica ma dobbiamo liani dell’epoca, e s’è creanente al titolo del disco, reagire e non si reagisce in preda alla to pure un hype notevole come tu hai fatto, ma è una disperazione, si reagisce costruendo. Eden, il intorno alla cosa. La funziolettura giusta. Questo “labrano, è proprio un’esortazione a diventare ne è nata per gioco e io ne sciateci divertire” che tu sono l’inconsapevole arte- adulti, a dare concretezza alle proprie promesse » pronunciavi in effetti vuofice. Mi sono messo a giole anche dire “ok, abbiamo care con una bassline richiamando un po’ gli Ultravox, c’ho cantato fatto cinque album, abbiamo dimostrato quello che dovevamo disopra per prendere in giro Boosta improvvisando un testo che par- mostrare”. Fra di noi abbiamo da sempre come codice relazionale la di un damerino che corteggia una ragazza e quando Samuel l’ha l’ironia, ci prendiamo sempre in giro, e nelle comunicazioni con ascoltata ha detto: “Questo pezzo lo voglio nel disco!”. Poi come l’esterno, anche quelle fatte tramite il sito, siamo sempre stati irospesso accade, abbiamo discusso fra noi - ed è paradossale perché nici e molto meno falsi di nostri amici colleghi. Per cui per la prile discussioni nascono quando uno vuole inserire un brano dell’al- ma volta ci siamo concessi anche la leggerezza di far filtrare nella tro nell’album e togliere il proprio - fino a quando insistendo ha nostra musica questa ironia e autoironia, come nel caso di Benzina detto: “Ragazzi, la scena internazionale in questo momento guar- Ogoshi. L’eclissi andava a intercettare un’atmosfera che sentivamo da proprio al pop elettronico italiano di quel periodo e noi forse vibrare in quel momento, allo stesso modo, nonostante percepiamo siamo l’unico gruppo pop elettronico italiano. Se non lo facciamo la realtà di oggi come non molto rassicurante, sentiamo la presenza noi, chi lo deve fare?” e ci ha convinto. Per connotare e sottolineare di certe energie che cominciano a muoversi, che si intuiscono anche l’estemporaneità di questo brano, e visto che sono anni che ce lo se magari non si vedono ancora. Energie di cambiamento molto ripromettiamo, abbiamo deciso che era giunto il momento di fare forti che meritano un incoraggiamento, non un’atmosfera cupa, al
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limite un’esortazione come facciamo in Prodotto interno lu- ancora vivi e di nuovo pronti a interpretare la contempo- che è quello che il pop deve fare. Un tempo la musica mirido, un incitamento a liberarsi. raneità con un metro differente. Devo aggiungere poi che gliore era più condivisa, oggi si fa più fatica, soprattutto in Vorrei ascoltarlo più volte prima di esprimere il mio negli anni 90 per noi era più facile farci ascoltare. Quando Italia, ad arrivare alle cose più valide in circolazione, per parere definitivo, ma nonostante, per ora, lo trovi il vo- è uscito Colpo di pistola mediamente c’era più gente che cui è più difficile capire cosa stanno facendo i Subsonica stro lavoro meno brillante, ho apprezzato molto questo ascoltava musica e di qualità più alta, si conoscevano la in questo momento. gesto forte, il desiderio di leggerezza che diventa catarsi- jungle, la drum’n’bass tanto quanto invece oggi si conoC’è una ghost track alla fine dell’album (si intitola punk con Benzina Ogoshi. La situazione è tragiScemo di guerra) registrata al contrario. Non ho ca ma non dobbiamo farci togliere il sorriso. avuto ancora il tempo per decifrarla ma lo farò « Il processo creativo è rimasto lo stesso, nel La situazione è tragica ma dobbiamo reagire e presto e magari ne riparleremo. senso che le migliori suggestioni dei territori di non si reagisce in preda alla disperazione, si Prima di decifrarla, vai su Google e cerca ricerca, le prendiamo, le elaboriamo e ne facciamo (ride) reagisce costruendo. Eden, il brano, è proprio sincromisticismo e Subsonica. Ci sono dei matti una canzone, che è quello che il pop deve fare » che hanno fatto dei video in cui analizzano i noun’esortazione a diventare adulti, a dare concretezza alle proprie promesse. In realtà l’Eden è la stri testi e che sostengono che nelle nostre cancostruzione di una propria dimensione che si libera, che scono poco nuove frontiere della sperimentazione come zoni abbiamo profetizzato eventi come l’undici settembre crea i propri spazi e che in qualche modo ti deve somi- quelle di un’etichetta come la Warp, a cui il beat di Eden fa e che siamo al soldo della casta degli Illuminati, un’elite gliare. riferimento. Per noi il processo creativo è rimasto lo stesso, che ha impiantato un microchip emozionale nel cervello Due video prima dell’uscita dell’album: se non sba- nel senso che le migliori suggestioni dei territori di ricerca, di tutti per soggiogare il genere umano. Capirai ancora glio non era mai successo. le prendiamo, le elaboriamo e ne facciamo una canzone, meglio il perché di questa ghost track... Vero, non era mai successo prima. Abbiamo sentito molto il fatto di essere stati distanti dalle scene per parecchio tempo, volevamo tornare non buttando fuori un album come un macigno, ma arrivarci per gradi, e forse abbiamo addirittura esagerato (ride). Praticamente una settimana prima dell’uscita fra pre-release varie e brani regalati (Benzina Ogoshi allegato a una rivista), alla fine l’avevamo fatto già sentire tutto. Volevamo affermare che eravamo
FUORI DAI SUBSONICA #2 LN Ripley: Progetto in continuo divenire, basato sul concetto di collettivo e che ruota attorno alle figure chiave di Enrico Matta, Ninja e Max Casacci. Sorta di punk elettronico per il nuovo millennio, quello degli LNRipley è uno dei nomi su cui puntare. Disco consigliato: LNRipley (2007)
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Caesar Palace: un vero supergruppo formato da Boosta con Dade e Tozzo dei Linea 77 e dedito a un sound “decadandy”, come lo ha definito il tastierista, ma che lascia ben intuire la provenienza rock dei protagonisti. Disco consigliato: Dogs From V-Gas (2008)
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Deproducers: integrazione tra musica e scienza quella dei Deproducers, band che coinvolge Casacci, Gianni Maroccolo, Vittorio Cosma e Riccardo Sinigallia, oltre a Howie B e all’astrofisico Fabio Peri. In attesa del disco e di un tour che, siamo certi, toccherà tutta la galassia…
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Communication Prima ancora che un manifesto spietato contro ogni tipo di conflitto - nel caso specifico la Seconda Guerra Mondiale, vista attraverso gli occhi di un bambino che perde il padre -, The Wall è un manifesto dell’incomunicabilità e di ciò che succede quando si decide di costruire una prigione impenetrabile attorno a se stessi.
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di Stefano Gilardino
n disco come The Wall non nasce certamen- disco/film è proprio Waters – e le splendide liriche del lo stesso shock, quello di una tragedia difficile da spiete dal nulla, ma prende forma poco per doppio album ripercorrono un’infanzia e una giovinezza gare. Come fai a giustificare una guerra? Ognuno avrà la volta, mattone dopo mattone si potrebbe fatte di angherie scolastiche, madri amorevoli ma asfis- propria teoria immagino… Comunque sia, ascolto quella dire, quando si è al culmine di una carrie- sianti, paure recondite, tentativi di ribellione e l’impos- canzone ogni giorno, la stiamo provando per lo spettara musicale da fantascienza. Alla fine degli anni Settanta sibilità di venire a patti con una perdita terribile. «Credo colo, ma non mi capita mai di associarla a mio padre o i Pink Floyd sono i dinosauri del rock per eccellenza, i si capisca che la figura della madre è una metafora del alla mia infanzia. È più facile pensare a quello che sta loro show mastodontici sono spettacoli che non aiutano governo, c’è una certa similitudine tra un genitore op- accadendo al giorno d’oggi, alle decine di stupide e inucerto il crescente disagio del leader solitario della band, pressivo e l’autorità dello stato. Da giovani, se si è sani, tili guerre che tormentano questo pianeta, le migliaia di quel Roger Waters che si sta imponendo persone che muoiono per alimentare i fatcome autore principale oltre che bassista turati delle fabbriche di armi e per la stuPer tornare a sentire il calore dei fans, però, toccherà e cantante. I primi sintomi si vedono nel pidità di quelli che ci governano». Il mesaspettare che Waters decida di rimettere mano 1977 a Montreal alla fine del tour di Anisaggio giunge forte e chiaro: la validità di al repertorio della sua vecchia band e portare in tour mals, quando Waters, dopo essere stato quel disco, uscito nel 1979 e, contempoprima The Dark Side Of The Moon e, ora, The Wall. interrotto un paio di volte dalle urla di raneamente, ultimo disco dei Pink Floyd alcuni fans prima dell’esecuzione di Pigs in senso stretto e primo di Waters come On The Wing, sputa in faccia a un ragazzo che supera una è necessario ribellarsi contro lo status quo, cercare una solista, è ancora notevole e anche per questo motivo metransenna e tenta di raggiungere il palco. L’interazione via autonoma, pensare con la propria testa. Per questo rita di essere ascoltato dal vivo, arricchito da un impianfra musicisti e supporter non esiste più, frantumata da motivo Mother è uno dei momenti clou dello spettaco- to scenografico con pochi rivali al mondo. Lo spettacolo un gesto estremo e dal primo mattone di quel muro che lo, quello in cui il pubblico si riconosce nel protagoni- originale, per esigenze economiche, fu limitato a poche sta». Recentemente, nella medesima intervista, l’artista date e sancì la definitiva spersonalizzazione della band, diventerà l’ossessione del bassista per i successivi anni. è ritornato anche sull’argomento principe del disco, la sostituita nella prima parte dello show da quattro controUN UOMO SOLO AL COMANDO scomparsa del padre, parlando del singolo Another Brick figure, ma pure la bontà delle idee di un genio visionario La metafora del muro come prigione in cui rinchiudersi In The Wall: «Posso dire che finalmente sia un argomento come Waters, così rinchiuso in se stesso da rischiare la per non dover affrontare la propria vita è perfetta per chiuso, qualcosa con cui sono venuto finalmente a patti. follia – e il paragone con il “diamante pazzo” Syd Barrett, descrivere un musicista tormentato dalla scomparsa del Mio padre è dentro di me e lo scopro quando ho certe primo chitarrista del gruppo. «Non ho mai avuto attimi padre durante la guerra – ovviamente il protagonista del reazioni di empatia verso altre persone che hanno subito di violenza alla Led Zeppelin per intenderci, mai distrut-
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DI NUOVO INSIEME. Il 10 luglio 2010, Waters si è esibito insieme al vecchio compagno David Gilmour per la Hoping Foundation e ha confermato che il chitarrista suonerà Comfortably Numb in almeno uno dei suoi prossimi show The Wall Live.
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to stanze di albergo o buttato televisori dal balcone, però ho vissuto anche io dei momenti bui e disperati».
tutti i mattoni fino a ottenere un muro completo, con la band che suona nascosta dalla struttura. La seconda parte invece è molto più teatrale, perché sul muro vengono proiettati filmati e i disegni animati di Gerald Scarfe, che
che cade, quello di Berlino che proprio Waters celebrò con una versione live di The Wall passata alla storia e ricchissima di ospiti, se ne formano altri come in Medio Oriente, IL MURO TARGATO 2011 in un ciclo aberrante di stupidità che pare infinito. QualPer fortuna, la sanità mentale del Nostro, che buona notizia però arriva, quella di un nel 2011, è decisamente solida e The Wall Waters, dopo essere stato interrotto un paio di volte dalle piccolo muro che si sgretola, quello che ha si preannuncia l’esperienza definitiva per urla di alcuni fans prima dell’esecuzione di Pigs On The tenuto divisa la band per quasi vent’anni, chiunque voglia ascoltare uno dei capolatra recriminazioni, cause in tribunale e inWing, sputò in faccia a un ragazzo che tentava di vori della storia del rock. È lo stesso musisulti nemmeno troppo velati: nel 2008 al superare una transenna per raggiungere il palco. cista a raccontare come si svolge lo show, Live 8, per la prima (e ormai ultima) volta da gustare comodamente seduti per non i Floyd ritornano su un palco tutti e quatperdersi nemmeno una nota: «È difficile spiegarlo a chi già illustrò lo spettacolo e il disco originali». Eccolo che tro assieme per una giusta causa, spronati da Bob Geldof non ha mai assistito al concerto: all’inizio c’è una piccola torna, quel senso di separazione e di divisione, due ter- in persona, e questo permette a Waters e Gilmour di rialparte di muro costruita ai lati del palco e, durante la pri- mini così in voga in questi giorni: nord contro sud, mu- lacciare un minimo di rapporti e tornare a parlare di muma metà del live, che dura 50 minuti, vengono aggiunti sulmani contro cristiani, bianchi contro neri. Per un muro sica. Non è un mistero che il chitarrista abbia accettato di
ANOTHER BRICK IN THE WALL Foto © Jill Furmanovsky
Se siete dei veri floydiani appassionati, non potete certo perdervi un avvenimento che fungerà da corollario e completamento dei quattro concerti di Roger Waters al Forum di Assago. Photographia e Galleria Galetti, in viale Lazio 1 (ang. Via Montenero) a Milano, presentano una splendida mostra, Just Another Brick In The Wall, esposizione dei lavori di grandi fotografi del rock e dedicata alle immagini e alla musica dei Pink Floyd. L’esibizione sarà aperta da giovedì 7 aprile a mercoledì 20 (dalle 11 alle 19, tutti i giorni), ma per permettere di partecipare ai numerosi fans che giungeranno a Milano per i concerti, ci sarà una special preview a partire dal primo aprile. Per maggiori informazioni, consultate il sito www.photo-graphia.it oppure telefonate allo 02.94433038.
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Roger Waters
Outside the wall
Cinque concept album che hanno fatto la storia del rock. The Who Tommy (1969) Sebbene non sia il primo concept album della storia, Tommy è certamente il modello su cui si sono modellati tutti quelli venuti in seguito. Autentico capolavoro, la saga di Tommy, il ragazzo cieco, sordo e muto resta l’apice degli Who. DAVID BOWIE The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars (1973) Bowie inventa il suo alter ego venuto dallo spazio e registra un capolavoro di glam rock. Dopo averne inscenato persino la morte virtuale in scena, darà vita ad altre mutazioni che renderanno leggendaria la sua carriera. GENESIS The Lamb Lies Down On Broadway (1974) Per il suo personale canto del cigno, Peter Gabriel sceglie di raccontare la storia surreale di Rael, un giovane portoricano appena uscito dal riformatorio e deciso a salvare il fratello John dalle strade pericolose di New York. MARILYN MANSON Antichrist Superstar (1996) In tempi più recenti, tocca a Manson utilizzare il medium del concept per raccontare una storia fatta di violenza. Antichrist Superstar narra di una persona sottoposta ad abusi che si trasforma in una rockstar dal carattere distruttivo. GREEN DAY American Idiot (2004) Il più grande successo del terzetto di Berkeley è un attacco al passivo stile di vita americano, influenzato dai media e da un presidente, all’epoca George W. Bush, considerato il vero “americano idiota”. Dal disco è stato tratto anche un musical nel 2010.
Nella foto sopra (e in quella di pagina 42), le creazioni scenografiche di Gerald Scarfe per il tour di The Wall.
partecipare a qualche data di questo nuovo tour di The Wall come e a dare ordine a tutte le basi di lancio missilistiche di distruggersi ospite in Run Like Hell e Comfortably Numb, i due pezzi che scrisse vicendevolmente. Se, da un lato, c’è il ritorno a una tematica antiper l’album, per il resto interamente composto da Roger. “David è militarista, dall’altro Waters pare aver perso ormai lo smalto dei un musicista straordinario, un maestro della chitarra e il suo lavoro tempi belli e tocca aspettare il 1990 per rivederlo in forma proprio per The Wall è stato comunque incredibile. Non sempre sono stato grazie a The Wall e alla caduta del muro di Berlino. Nella capitale in grado di riconoscere il suo talento, lo ammetto…». Certamente tedesca, finalmente unita e libera, si tiene una straordinaria celenon nel 1983, quando brazione e ben 200.000 il gruppo, senza Rick « Mio padre è dentro di me e lo scopro quando ho certe persone si accalcano Wright, cacciato proreazioni di empatia verso altre persone che hanno subito alla porta di Brandeprio dal bassista, pubburgo per assistere a lo stesso shock, quello di una tragedia difficile da blica l’ultimo album una perfomance che spiegare. Come fai a giustificare una guerra? » a proprio nome, The vede alternarsi sul Final Cut, atto finale palco star del calibro della paranoia watersiana, che ritorna sull’episodio della morte del di Sinead O’Connor, Scorpions, Bryan Adams, Joni Mitchell, Van padre, ad Anzio durante la Seconda Guerra Mondiale, e gli dedica Morrison, Cyndi Lauper oltre che l’orchestra sinfonica della Gerun disco decisamente meno ispirato del precedente capolavoro. mania Est e una banda dell’Unione Sovietica. Paradossale che, mentre cadevano i muri, quello tra Waters e i tre ex compagni resiPRO E CONTRO DI UNA CARRIERA SOLISTA stesse senza neppure una scalfittura e l’assenza di Gilmour, Wright È l’inizio della vera carriera da solista che regalerà poco materiale e Mason siamo certi che sia l’unico momento davvero triste di quelai fans, solo tre dischi (quattro contando l’opera in tre atti Ça Ira) la serata memorabile. Dopo un cambio di etichetta e il secondo dinessuno dei quali memorabile, a cominciare da The Pros And Cons vorzio, nel 1990, arriva l’ultimo capitolo della discografia solista del Of Hitch Hiking, fatica del 1984 ed ennesimo concept album, questa bassista, Amused To Death, influenzato dai fatti di piazza Tien-Anvolta imperniato sul fallimento del suo matrimonio con Judy Trim: Men e dalla prima guerra del Golfo e feroce critica contro la spetle canzoni parlano di sesso, monogamia, tradimento, vita famigliare tacolarizzazione televisiva dei conflitti a fuoco. Sarà il suo miglior e della scelta finale del protagonista Reg, che prediligerà l’amore e prodotto del dopo-Pink Floyd, quello che gli regalerà persino un le nozze alla promiscuità sessuale. Ad aiutare Waters ci sono fior di discreto successo di classifica dopo così tanti anni. Per tornare a musicisti come Eric Clapton e David Sanborn, oltre che l’amico Ger- sentire il calore dei fans, però, toccherà aspettare che Waters decida ry Scarfe, che si occupa ancora una volta della grafica. Il pubblico e di rimettere mano al repertorio della sua vecchia band e portare in i fans, però, mostrano poco interesse e molte date nelle venue più tour prima The Dark Side Of The Moon e, ora, The Wall. Grazie alla grandi vengono addirittura cancellate per scarsa prevendita. Dopo moderna tecnologia e a nuovi effetti speciali, si potrà di nuovo assiil primo fallimento, arriva anche il secondo, con l’uscita nell’87 di stere al miracolo della costruzione del muro e chissà come si sentirà Radio K.A.O.S., altro disco a tema: Billy, il protagonista, è un ragaz- là dietro Roger, se protetto dal mondo esterno oppure in prigione. zo gallese affetto da mutismo ma capace, attraverso poteri telepa- Inutile chiederglielo, viene da pensare: il musicista selezionato non tici, di collegarsi mentalmente a una stazione radio di Los Angeles è al momento raggiungibile…
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ROCK’N’FASHION
IL GENIO
RIBELLE
Una poetica che sembra appartenere a un’altra epoca, quella de Il Genio. Tra sonorità vintage, sottile ironia e citazioni musicali d’antan. foto: Loris Savino stylist: Silvia Gabrielli hair and make up: Fabio D’Onofrio using Mac Cosmetics per TWA a cura di Chiara Zannini
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Per Gianluca polo in maglia operata Cruciani, giacca He by Mango, Jeans Seven For all Mankind Per Alessandra blusa in seta stampata MSGM, gonna Angelos Frentzos
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ROCK’N’FASHION
S
trana storia, quella de Il Genio. Una partenza tutta particolare, atipica, di quelle che non ti aspetteresti da due artisti che producono un tipo di musica così particolare. Eppure ti stupiscono raccontando divertiti che la loro avventura è nata per caso, quasi per gioco, come se il destino avesse costruito tutto per loro. Entrambi di origine leccese, sono ormai milanesi d’adozione, e ci scherzano su: «Vi abbiamo stupiti, eh? Tutti pensano che i leccesi siano scuri e olivastri… e invece eccoci qui, pallidi. Anzi grigi!». Alessandra e Gianluca si sono conosciuti più di dieci anni fa, tramite amici comuni: «È nata subito una certa simpatia, nonostante qualche amico lo definisse spigoloso», racconta lei. Lui ascolta tutto, ma non commenta. È un personaggio Gianluca, parla poco e quel poco che dice di primo acchito ti spiazza. È serafico e ha un’ironia pungente, quando racconta qualcosa non riesci a capire, dietro le lenti scure dei suoi occhiali e l’espressione impenetrabile, se ti sta prendendo in giro. E spesso lo sta facendo, anche se non te ne accorgi. Alessandra arriva prima di lui, prova diligentemente tutti gli abiti che le proponiamo, ci racconta contenta che ha preso qualche chilo e ora si sente più femminile. Gianluca arriva dopo, e la prima cosa che fa è notare un maglioncino giallo («Questo non lo metterò mai, nemmeno un milione di euro»). Sembrano fratelli, poche parole, una risata, si capiscono al volo. Alessandra ha lavorato come scenografa per importanti case di produzione, sia a Roma che a Milano. Proprio nella città meneghina la raggiunge Gianluca qualche anno dopo e si stabilisce a casa di lei. Inizia una convivenza un po’ estemporanea: lui cerca di capire cosa vuole fare della sua vita, le giornate scorrono e le serate si gioca a Risiko, o più spesso, a creare basi musicali con il computer che poi caricano su MySpace, così, per divertimento e senza impegno. Ma il web dà loro una sorpresa Camicia a maniche corte in seta fantasia e gonna Missoni, calzettoni Calzedonia, stringate Church’s
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Per Alessandra tuta in seta MSGM Per Gianluca Polo Lacoste, giacca in maglia Cruciani, jeans Levi’s, scarpe vintage, occhiali Rayban
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inattesa: le loro canzoni nate per caso sono molto apprezzate e raccolgono consensi, la Cramps li contatta, vuole incontrarli. E qui, il panico. Perché loro non erano pronti a presentarsi come band, non avevano un vero e proprio progetto in mano. In due giorni e due notti compongono dieci canzoni, quelle del loro primo disco, Il Genio, uscito nel 2008. E il nome. Già, ci vuole un nome. Alla fine optano per Il Genio, un’idea che frullava nella testa di Gianluca da tempo, che immaginava di mettere su una band psichedelica che avrebbe chiamato così. Lui, già musicista, ama la lirica e la classica e predilige strumenti dalle sonorità vintage, come l’organo Farfisa. Il successo di Pop porno è immediato, la voce innocente e bambina di Alessandra diventa un punto di forza, il loro immaginario anni Sessanta, un po’ naÏf, piace. I riferimenti? Ornella Vanoni, la preferita di Alessandra, mentre Piero Ciampi è l’icona di Gianluca. Nel 2010 esce il loro secondo album, Vivere negli anni X, con pezzi che rivisitano con la consueta ironia le atmosfere glamour dei 60, in cui la voce suadente di Alessandra incontra quella più cupa e impostata di Gianluca in duetti che ci portano ad altri tempi. Forse un po’ usciti dal circuito del tormentone radio, stanno trovando la loro strada (e la loro fetta di pubblico) ponendosi come un punto di riferimento per un certo genere di musica che in Italia non è poi così diffuso. Giacca H&M, jeans Seven For all Mankind, camicia in cotone stampato MSGM
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Per Alessandra abito in seta Chicca Lualdi, cintura Diane Von Furstenberg Per Gianluca giacca in maglia Cruciani, camicia Neil Barrett, jeans Seven For alla Mankind, occhiali vintage
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ROCK’N’FASHION
Jovanotti & Anna Calvi
It’s time to shop! Non prestate attenzione a chi dice che non esistono più le mezze stagioni. La primavera è ricca di spunti per scegliere qualche pezzo passe-par-tout o dare un tocco di colore al guardaroba. a cura di Chiara Zannini
Veste la labbra con un velo scintillante color corallo. € 11,90. Glam Shine Reflexion L’Oréal Paris Romantica, in cotone tricot e decori in tessuto. € 148. Jucca
Un fiore tropicale sboccia sulla ballerina in pvc. € 68. Furla
Super skinny e rossi. I jeans da avere questa primavera! Prezzo su richiesta. € 250. Seven For All Mankind Sa di sole e di campi fioriti, in una parola sa di estate, con il suo cuore di gardenia e gelsomino. € 66. Eternity Summer Calvin Klein
Una collezione di eyewear tutta ispirata alla musica. Questi, con verniciatura effetto pelle, si chiamano “Indie”. € 75. Music Skin 2011 By Glassing Una sferzata di energia per la pelle, che torna subito morbida e idratata. € 29. High Recharge Energy Shot Biotherm
Camaleontico, il cinturino cambia colore a contatto con la pelle. Prezzo su richiesta. Diesel
Ultima rivisitazione del mocassino, in morbido vitello con frange. € 252. Mauro Grifoni
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Un classico, il cardigan slim fit grigio perla. € 109. Stefanel
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WHAT’SNEW
Musica, cinema, videogames, libri
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Aprile è il mese scelto da molti big per il proprio comeback discografico: si parte con Foo Fighters e Strokes per finire con Britney Spears, Glasvegas, Kills e un live di Bob Marley.
Foo Fighters Wasting Light (RCA/Sony)
HHH H
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Ne abbiamo per tutti i gusti: ultraviolenza con Machete e l’horror The Ward, tenerezza con Poetry, risate assicurate con l’italiano Boris e con Kick Ass.
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Da segnalare il ritorno di Dragon Age con il suo secondo capitolo. Tutti gli altri si potranno accontentare con Homefront e Okamiden.
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Tutto è uguale a prima
I libri musicali non mancano mai da queste parti, specie se sono scritti da campioni come Nick Kent, storica firma di New Musical Express. Per stomaci forti, invece, le proposte di Gianni Miraglia e Antonin Varenne.
La band di Dave Grohl ritorna con un nuovo inedito capitolo della saga Foo Fighters, ma invece che sull’effetto sorpresa punta decisamente su un illustre passato rock’n’roll che sembra non passare mai di moda… di Stefano Gilardino
F
orse potrebbe essere un po’ inclemente come giu- Krist Novoselic, compagno di scorribande nirvaniane, al singolo White Limo, una bordata rock’n’roll che non toglie dizio, ma la sensazione che la montagna abbia basso (e fisarmonica!) in I Should Have Known, una bel- o aggiunge nulla ma serve per passare tre minuti a ricorpartorito un topolino è quella più ricorrente dopo la ballad posta verso al fine del disco, e un monumento darsi come, talvolta, i canonici quattro accordi abbiano aver sentito Wasting Light, settimo album in studio per i dell’hardcore e indie rock americano come Bob Mould – ancora senso persino nel 2011. E proprio questa eterna imFoo Fighters. Eppure motivi per ingolosirsi ce n’erano a capace di regalare fior di capolavori alla guida dei semi- mutabilità da garage band di superlusso – e non è un caso sufficienza: a cominciare dalla presenza che Wasting Light sia stato registrato nelin cabina di regia del buon Butch Vig, lelo studio casalingo di Dave Grohl, situato L’eterna immutabilità da garage band di superlusso gato a filo doppio a quel Nevermind che proprio nel suo garage! – rappresenta la rappresenta la forza e la debolezza del disco, così ha decretato il successo planetario dei forza e la debolezza del disco, così clasclassicamente Foo Fighters da essere persino preoccupante. sicamente Foo Fighters da essere persino Nirvana e il personale come produttore più richiesto e cool del pianeta. Dopo preoccupante. L’attacco iniziale di Bridge aver ripreso i contatti con Vig nel recente Greatest Hits, per nali Hüsker Dü -, in veste di chitarrista e cantante su Dear Is Burning spiega bene quest’ultima affermazione, raccocui si occupò dei due inediti in scaletta, Grohl ha anche Rosemary, uno dei vertici di Wasting Light. E per i comple- gliendo in un unico brano tutti gli stilemi del quintetto e formalizzato ufficialmente il ritorno in formazione di Pat tisti, citiamo anche ai cori il vecchio Fee Waybill, frontman lucidandoli per l’occasione. La corsa a perdifiato tra gli 11 Smear, di nuovo all’opera in studio dopo The Colour And dei Tubes, band supercult degli anni 70, autrice del classi- brani della tracklist tocca momenti di gran pregio come The Shape del ‘97, il quale rafforza il sound chitarristico co White Punks On Dope, davvero una sorpresa ritrovarlo il prossimo singolo Rope, These Days e Back And Forth, ma del quintetto e permette a Dave di concentrarsi maggior- in forma anche ai giorni nostri. Per celebrare degnamente pure degli attimi di stanca che zavorrano l’album verso mente sul canto anche in sede live. A tutto ciò, aggiun- tanta grazia, è stato chiamato anche Lemmy (Motörhead), una sufficienza che non lo rende uno dei capitoli irrinungete pure una lista di ospiti che include il vecchio amico nelle (quasi) inedite vesti di attore per il video del primo ciabili di una discografia comunque ricca e preziosa.
ONSTAGE
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WHAT’S NEW Musica
Glasvegas
The Strokes Angles
(RCA/Sony)
Euphoric ///Heartbreak\\\
.
Onstage ti regala 5 copie del nuovo disco dei Glasvegas! Invia una mail a contest@onstageweb.com con oggetto “Glasvegas”
(Sony)
HHH
HHH di Stefano Gilardino
di Stefano Gilardino
Il commento migliore arriva dal Guardian, autorevole quotidiano inglese, che parlando di Angles lo definisce “un disco fatto da musicisti che non avevano nessuna voglia di incidere un album”. È una stroncatura troppo forte? Probabilmente sì, ma qualche fondo di verità c’è di sicuro, soprattutto se vogliamo dare retta alle parole del chitarrista Nick Valensi che non ha gradito per nulla le session di registrazione, con la band in uno studio e Julian Casablancas, cantante e leader, nonché principale compositore, praticamente assente per forzare i quattro musicisti in una situazione di controllo (quasi) totale. Giochini a parte, Angles ritorna - dopo cinque anni di pausa - con
grande piacere, quantomeno nostro, al primo sound targato Strokes, quello di Is This It?, ma senza perdere di vista eventuali sbocchi futuri e un percorso che li ha comunque visti impegnati a progredire uno stile vincente e personale. Quella che si potrebbe definire una salomonica via di mezzo è ben rappresentata da episodi come Machu Picchu, dal singolo Under Cover Of Darkness, da You’re So Right e dall’ottima Gratisfaction, ma ci sono anche aperture interessanti come la conclusiva Life Is Simple In The Moonlight a garantire un repertorio più poliedrico e complesso. Se questo è il risultato di un gruppo con scarsa voglia di suonare, chissà cosa ci potremmo aspettare con un minimo di applicazione in più…
Le riviste musicali inglesi, tanto per non sbagliare, li hanno già definiti la migliore rock’n’roll del mondo, in un tripudio di eccitazione che manco per gli Oasis ai tempi d’oro. Senza scomodare nessun paragone o superlativo, i Glasvegas, scozzesi di Glasgow (ma con una nuova batterista svedese), fanno il proprio ritorno con un secondo album che li conferma ispirati e in possesso di un sound personale. James Allan, vero leader del quartetto, ha un talento spiccato per coniugare testi pregnanti, un po’ alla Morrissey, tanto per capirsi, e linee musicali epiche, facendo dei Glasvegas dei potenziali hitmakers, senza però rinunciare a una libertà compositiva rara da trovare nella musica pop. The World Is Yours, Stronger Than Dirt e Euphoria, Take My Hand sono il miglior biglietto da visita possibile di questo secondo lavoro in studio.
Architecture In Helsinki Moment Bends
(Cooperative Music)
HHH di Marcello Marabotti
A quattro anni da Places Like This, uscito nel 2007, gli Architecture In Helsinki tornano con un disco pop. La loro gamma musicale rimane legata alla varietà strumentale giocata sulla miscela tra gli strumenti come sintetizzatori analogici, campionatori, glockenspiel, e strumenti più classici come la tromba, la tuba, il trombone, la chitarra, il basso e la batteria. Ma qui, in Moment Bends, la band australiana mette in risalto la sua voglia di divertirsi e suonare, con la spensieratezza anni 80 colorata da ritmi calypso e percussioni a profusione, guidate dalla produzione e dal mixaggio di Francoiz Tetaz. Registrato in due anni, Moment Bends riflette l’esigenza del gruppo, esplicitata dal frontman Cameron Byrd: «L’album è il frutto della nostra vera ossessione per la musica pop».
Travis Barker
Britney Spears
(Interscope)
(Jive/Sony)
Give The Drummer Some
HHH di Marcello Marabotti
Femme Fatale
Elbow
Build A Rocket Boys!
HH
(Fiction)
di Guido Amari
Da quando è entrato nel music business nel lontano 1996, Travis Barker non è si è mai limitato a percuotere le pelli della sua batteria: 7 anni di successi con i Blink 182 si sono alternati ai progetti paralleli con Boxcar Racer, Transplants e la produzione di artisti come Pharrell Williams, che ora gli ha reso il favore. Per il suo album di debutto, infatti, Travis ha voluto una line-up da panico, principalmente (ma non solo) mutuata dalla scena hip hop. Lil Wayne, Rick Ross, Swizz Beatz, Game Raekwon, Tom Morello, Ludacris, E-40 & Dev, The Cool Kids, Busta Rhymes, Lil Jon, Slash, Cypress Hill, Snoop Dogg e, appunto, Pharrell. Barker ha voluto esagerare, senza farsi mancare nulla. Risultato: un album dall’ottimo sound, confezionato alla grande, che sembra, però, più figlio di un hobby che di un progetto.
Troppo facile, direte voi. Criticare ferocemente Britney è come sparare sulla Croce Rossa, lo sport preferito dal critico musicale, che non vede l’ora che escano dischi del genere per poterli smontare. Tutto giusto, ma il problema resta, perché Femme Fatale è un disco di una pochezza imbarazzante, prodotto in serie per sembrare uguale a tanti altri e cercare di replicarne il successo. Probabile che accada, quelle restano preoccupazioni di Britney, a noi invece rimangono 12 tracce che si dibattono nelle mediocrità senza neppure cercare vie d’uscita: senza scomodare un passato che l’aveva resa “miss American Dream, since I was 17”, molto meglio aveva fatto la biondina americana quando, mentalmente a pezzi, aveva avuto un sussulto d’orgoglio con Piece Of Me, sublime esempio di pop/dance, e Womanizer.
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HHH di Claudio Morsenchio
Le band di Manchester hanno sempre avuto un carisma particolare: Joy Division, Smiths, Stone Roses, Oasis, sono per citarne alcune, hanno creato, se pur con identità e suoni differenti, una inopinabile guida per tutto il rock inglese. Gli Elbow portano sulle spalle questa pesante eredità, rappresentando da anni il lato più oscuro, etereo, impalpabile della musica di quella città. Piani sussurrati, dissonanti riverberi, rumori in lontananza, un’elettronica mai invadente, la chitarra e la calda voce di Guy Garvey. Questo nuovo lavoro non raggiunge le vette del pluridecorato The Seldom Seen Kid, ma continua l’edulcorato percorso musicale della band, forse troppo onesta e sincera per essere notata dal music business e dal grande pubblico, ma di sicuro un riferimento costante nell’infinito panorama del rock alternativo di classe.
WHAT’S NEW Musica
Bob Marley & The Wailers Live Forever
Hot List
(Universal)
HHH di Gianni Olfeni
Dieci brani della playlist di Quando esce un disco postumo non posso fare a meno di chiedermi che bisogno ci sia. Intendo oltre al business. Cosa potrà mai aggiungere alla storia artistica del defunto un disco che esce senza la sua personale approvazione? C’è solo una categoria di operazioni postume che non crolla di fronte a questa domanda: i “docualbum”, ossia quei lavori che documentano un momento realmente importante nella carriera di un musicista. Live Forever è uno di questi. La sera del 23 settembre 1980, allo Stanley Theatre di Pittsburgh, Bob Marley sale per l’ultima volta sul palco. Pochi mesi dopo, l’11 maggio 1981, sarebbe morto per colpa di un melanoma. La setlist è composta da gran parte dei pezzi più famosi della discografia di Bob, da No Woman No Cry a Redemption Song. Oggi i 18 brani di quel concerto sono finiti in un doppio cd, a tutti gli effetti una sorta di Legend dal vivo. Live Forever non è migliore di altri album dal vivo di Marley, ma è la testimonianza di un momento importante di una straordinaria vicenda artistica.
ANDREA MOLINARI Andrea Molinari racconta insieme a Marina Minetti e Laura Gramuglia il weekend degli ascoltatori di Radio Deejay con Weejay, in onda il sabato alle 18.00 e la domenica alle 16.00.
The Vaccines
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Onstage ti regala 5 copie del nuovo disco dei Vaccines! Invia una mail a contest@onstageweb.com con oggetto “Glasvegas”
What Did You Expect From The Vaccines? (Columbia)
HHH di Claudio Morsenchio
The Kills
Blood Pressure (Domino)
HHH di Marcello Marabotti
Il duo garage Alison “VV” Mosshart e Jamie “Hotel” Hince torna a distanza di tre anni dall’ultimo lavoro, Midnight Boom. Nel frattempo, lei ha suonato con i Dead Weather di Jack White, lui è diventato Mr. Moss, vista la relazione con la supermodella Kate. Se da una parte il gossip ha aiutato la fama dei Kills, la collaborazione della Mosshart con Jack ha reso il suono del gruppo più maturo. Rispetto ai dischi precedenti, Blood Pressure è un lavoro più deciso, a livello vocale e strumentale, con l’elettronica che, grazie all’uso di tastiere anni 70 come l’Optigan, risalta le percussioni e le distorsioni delle chitarre elettriche. Risultato: un album sognante e febbrile, ripetitivo e ossessivo. Tendenze “noise” e dimensioni acustiche sottolineano il ritorno al marchio di fabbrica dei Kills, quelle “dark guitar rock” che qui si liberano, giocando anche a tempo di valzer. «Come posso fare affidamento sul mio cuore se lo rompo con le mie mani». Blood Pressure, The Kills.
Come da consuetudine, ogni anno la nostra amata Inghilterra annuncia l’arrivo dei messia del rock. Stampa, media e addetti ai lavori si affannano a trovare, promuovere e diffondere in ogni dove l’ennesimo miracolo della musica britannica, rifilandoci ogni tanto qualche metallo grezzo per oro zecchino. Questa volta i salvatori del Regno Unito si chiamano Vaccines, giovani musicisti modaioli dalle facce d’angelo che fanno il verso agli Strokes più commerciali e amano il sound romantico dei Jesus & Mary Chain. La loro musica, pur non essendo l’apice dell’originalità, delizia i palati di grandi e piccini, fra trascinanti e spensierati ritornelli pop e dolci e appassionanti atmosfere, vicine ai canoni tipici della new wave anni Ottanta. Trascinanti l’apripista Wreckin Bar (Ra Ra Ra) e la successiva If You Wanna, dal retrogusto punk, mentre sensibile e garbata è la chiusura tenue di Family Friend. Lasciando da parte ogni più rosea profezia, il rock d’Oltremanica per questa volta ha fatto ancora centro.
1
Santeria
Sublime Sublime
(1996, MCA)
2
Midnight Marauders Fat Freddy’s Drop
Midnight Marauders (2002, Sonar Kollektiv)
3
Sinnerman Nina Simone Pastel Blues (1965, Philips Records)
4
Don’t Stop Me Now Queen Jazz (1978, EMI Records/Parlophone)
5
Hallelujah I Love Her So Ray Charles
Hallelujah I Love Her So
James Blake
(1956, Atlantic)
James Blake (Atlas/A&M)
HHH
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APRILE
Mike Patton’s Mondo Cane Mondo Cane (2010, Ipecac Recordings)
di Marcello Marabotti
La BBC e NME lo hanno inserito al secondo posto della classifica del “Sound of 2011”. Con la rivisitazione del brano di Feist, Limit To Your Love, ha conquistato la Top 40 britannica. “Best electronic artist” secondo iTunes USA. Blake è considerato un genio e la carrellata di riconoscimenti piovutigli addosso rendono onore a un esordio fenomenale. Il suo album omonimo è una vera rarità, una sorpresa di cui avevamo bisogno. Oltre l’apparente dubstep minimalista, James cela sfumature da fuoriclasse. Con una manciata di beat elettronici, una voce che ricorda John Legend, a tratti saturata con il vocoder, un tappeto musicale imprevedibile - dal gospel di I Never Learnt To Share, costruita su di una unica strofa ripetuta, a Lindesfarne, vicina a Hide And Sick di Imogen Heap – Blake ha scritto un nuovo linguaggio, ha rivoluzionato canoni ai quali eravamo abituati, segnando un nuovo riferimento per la musica soul e, soprattutto, per quella elettronica.
Che Notte
7
54-46 Was My Number
Toots and the Maytals 54-46 (That’s My Number) (1969, Pyramid)
8
Cani Sciolti Sangue Misto SxM (1994, Century Vox)
9
St. Jimmy Green Day
American Idiot (2004, Reprise)
10
Free Time
The Aggrolites Reggae Hit L.A. (2007, Hellcat Records)
WHAT’S NEW Cinema
a cura di
www.nicklive.it
Machete Usa, 2010, 105 min. Cast: Danny Trejo, Jessica Alba, Steven Seagal, Robert De Niro, Lindsay Lohan... di Robert Rodriguez, Ethan Maniquis critica pubblico
H H H HH HHH
L’ex agente federale messicano Machete è assoldato per assassinare un senatore, ma proprio mentre sta per compiere l’attentato capisce di essere oggetto di un complotto. Pur essendo stato ferito, Machete sopravvive e dichiara vendetta contro chi l’ha assunto. Scoprirà una fitta trama di interessi che coinvolge ugualmente forze di polizia e criminali.
Perché vederlo? È il film più inventivo, originale, sopra le righe, politico, divertente, coraggioso dal più compiaciuto degli autori americani contemporanei, ovvero Robert Rodriguez. Danny Trejo, scelta perfetta, è l’incarnazione del “male buono”, ma nel cast spiccano grandi nomi che hanno piacevolmente accettato il “gioco”.
Boris - Il film
Kick Ass
Poetry
Italia, 2011, 108 min.
Gran Bretagna/Usa, 2010, 117 min.
Corea Del Sud, 2010, 139 min.
Cast: Francesco Pannofino, Ninni Bruschetta, Pietro Sermonti, Caterina Guzzanti di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo critica pubblico
HHH HHHH
Stufo dello squallido mondo della tv, il regista René Ferretti abbandona la bruttissima serie televisiva Boris che dirige ormai da anni per lanciarsi nel mondo del cinema d’autore. Scoprirà, suo malgrado, che i salotti intellettuali e le dinamiche dell’industria culturale possono essere molto più infime di ciò che ha lasciato. Perché vederlo? Eccezione alla regola della bassa qualità per i prodotti televisivi, Boris approda al cinema nel migliore dei modi e con il difficile compito di non deludere il proprio fedelissimo pubblico. Dietro le gag esilaranti (e attuali), getta benzina su un focolaio mai spento: chi è responsabile del degrado culturale in Italia?
Cast: Yun Jeong-hie, Lee Da-wit
Voci di: Aaron Johnson, Lyndsy Fonseca, Mark Strong, Nicolas Cage
di Lee Chang-dong critica pubblico
di Matthew Vaughn critica pubblico
Yang Mija ha 66 anni, un carattere eccentrico e vitale, e un nipote adolescente a carico. Mossa da uno spiccata sensibilità per la bellezza, decide di iscriversi a un corso di poesia. Mentre è in cerca d’ispirazione, riceve due bruttissime notizie: il dottore le diagnostica il morbo di Alzheimer e Wook, il nipote, si caccia in un bruttissimo guaio: è accusato, assieme ad altri coetanei, di aver molestato e istigato al suicidio una compagna di scuola.
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Il giovane Dave Lizewski è il prototipo del nerd perfetto: fanatico di comics, circondato da amici altrettanto sfigati e invaghito di Katie, che non lo considera nemmeno. Per dare una svolta alla sua vita, Dave decide di diventare un supereroe. Senza supereroi, ma con una gran voglia di far male. Coadiuvato dai suoi amici, anche loro “en travesti”, Kick Ass diventa presto una celebrità.
Perché vederlo? Saranno poche le sale che proietteranno Poetry, ma cercate di fare tutto il possibile per trovarne una perché è davvero un capolavoro. È un film sulla poesia come chiave di lettura per resistere alla mostruosità del quotidiano, visivamente miracoloso, commovente, graziato da Jeong-hie Yun, indiscussa signora del cinema coreano.
Perché vederlo? Dall’omonimo fumetto di Mark Millar e John Romita, una rivelazione della scorsa stagione (in clamoroso ritardo nelle sale italiane). Del politically correct non si vede traccia, rimpiazzato con forza da un compiaciuto piacere per la provocazione. Nerd power.
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APRILE
The Ward Il Reparto Usa, 2010, 88 min. Cast: Amber Heard, Mamie Gummer, Danielle Panabaker di John Carpenter critica pubblico
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Perché la giovane Kristen si è risvegliata rinchiusa in un ospedale psichiatrico? Imbottita di sedativi e ricoperta di ferite, non ricorda nulla di ciò che è successo prima. Con lei ci sono altre quattro pazienti, tutte gravemente disturbate, che contribuiscono a rendere quel luogo sinistro e inquietante. Il tutto finché, una ad una, cominciano a scomparire, lasciando a Kristen una sola chance: fuggire. Perché vederlo? In barba allo splatter più spinto e a brutti tentativi di far paura attraverso il 3D, il grande John Carpenter fa il suo ritorno al cinema dopo dieci anni con un horror “old school” a basso budget, che devia verso il paranormale e che si riaggancia al suo cinema degli esordi. Bentornato.
WHAT’S NEW Videogames
Dragon Age II (Bioware) Disponibile per: X-Box 360/Ps3
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Che Bioware abbia fatto un ottimo lavoro con il secondo atto di Mass Effect è cosa nota e confermata all’unanimità. Ora però è giunto il momento di affrontare una nuova sfida, altrettanto impegnativa: dare un seguito al capolavoro del 2009 che risponde al nome di Dragon Age: Origins. Le vicende di Dragon Age II, quasi completamente slegate dalla trama del primo episodio e narrate in maniera impeccabile da un nano di nome Varric, si sviluppano nell’arco di una decina di anni e ci vedono impegnati a vestire i panni di Garrett Hawke; il protagonista, in fuga dalle terre di Ferelden con la sua
Genere: Action / RPG
famiglia, è destinato a divenire il campione della città di Kirkwall, ma i dettagli della sua avventura verranno rilevati solo a tempo debito e attraverso ad una serie di flashback. Il fatto che gli eventi si svolgano sostanzialmente in zona Kirkwall e dintorni non deve ingannare, perché come da tradizione Bioware la presenza di intrecci, subquest e “distrazioni” renderà l’esperienza piuttosto lunga (il tempo medio di completamento del gioco si aggira intorno alle quaranta ore) ma non per questo tediosa: sarà davvero troppo facile venire risucchiati dall’universo che ci circonda e, verosimilmente, la curiosità avrà la meglio, costringendoci a risolvere anche misteri non direttamente collegati alla storia principale. I passi in avanti in ambi-
Homefront (Kaos Studios)
to grafico e sonoro sono indiscutibili: pur avendo come termine di paragone l’ottimo Origins, qui si sfiora la perfezione. Ma il vero rischio corso dai programmatori è stato quello di spostare l’equilibrio RPG/azione a favore di quest’ultima: intendiamoci, le componenti del gioco di ruolo ci sono tutte – e in alcuni casi è stata perfino migliorata la loro gestione – ma la maggiore velocità dei combattimenti costringe il giocatore ad affrontare tali sezioni con cura per non incorrere in miseri fallimenti. I piccoli dubbi legati a un possibile sviluppo frettoloso di questo sequel (già disponibile, a neanche un anno e mezzo dall’uscita di Origins) vengono spazzati via in un batter d’occhio: Dragon Age II è il capolavoro epico che aspettavamo.
Okamiden (Capcom)
Disponibile per: Xbox360/PS3 PS3
Genere: First Person Shooter
Disponibile per: Nintendo Ds
Genere: Action/Adventure
HHH
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Come in un film già visto, anche questa volta i presupposti perché Homefront potesse seriamente impensierire il numero uno incontrastato degli FPS, Call Of Duty, c’erano tutti: un team con un curriculum non molto lungo, ma molto interessante e un continuo serpeggiare di informazioni e voci di corridoio molto positive (tra le tante, una trama concepita dallo sceneggiatore John Milius, autore di capolavori come Apocalypse Now e Alba Rossa). Ora però non vorrei sembrare troppo drammatico: in questo gioco c’è davvero poco che non funziona. Magari qualche dettaglio grafico che farà storcere il naso a chi pretende la perfezione, una campagna in single player eccessivamente corta, un multiplayer leggermente scarno e scontato (sia a livello di mappe che di modalità); ma stiamo comunque parlando di un titolo di tutto rispetto, estremamente curato per quello che concerne il comparto narrativo e dall’azione piuttosto godibile e variegata. Peccato che esista Call Of Duty, tutto qui.
Avete conservato il pennello celestiale, vero? Se non sapete di cosa sto parlando deduco che vi siate persi Okami, titolo di culto di qualche anno fa uscito su PS 2 e più tardi convertito anche per Wii. Si trattava di una fiaba molto artistica in cui il protagonista Amaterasu si faceva largo tra i nemici a colpi di armi, tecniche di combattimento e… un pennello, appunto. In questa avventura, invece della dea-lupa controlleremo un cucciolotto che ha tutta l’aria di essere il figlio di Amaterasu. Trattandosi di una fotocopia dell’originale, il gameplay non può definirsi innovativo; ma il fatto che il gioco sia stato sviluppato per Nintendo Ds si dimostra una carta vincente, perché obiettivamente non esiste una console più idonea per controllare il famigerato pennello (pennino?) celestiale. Disegni e atmosfera sono di prim’ordine, e le somiglianze con Zelda – già palesatesi in Okami e confermate senza vergogna dai programmatori– non possono che giovare alla godibilità di Okamiden, avventura per tutti gli amanti del fantasy stiloso e un po’ poetico.
Blueglue consiglia:
Libri
Titolo/Store
Consigliato a chi...
Deathsmiles (Xbox 360) Torchlight (Xbox Live - Marketplace) Beyond Good & Evil HD (PS Network – Xbox Live)
...ha voglia di un sano sparatutto in due dimensioni. ...non riesce proprio ad aspettare l’uscita di Diablo III. ...si è perso questa chicca su GameCube, Xbox o Play Station 2.
A cura di Stefano Gilardino
Nick Kent
Gianni Miraglia
Antonin Varenne
Apathy For The Devil (Arcana)
Muori Milano muori! (Elliot)
Sezione suicidi (Einaudi)
Per chi non lo conoscesse, Kent è stato uno dei “ragazzi terribili” della redazione dell’NME, il più importante settimanale di musica inglese. All’inizio dei 70, un giovanissimo Nick ha cominciato la sua ascesa nello stardom (e contemporaneamente la sua discesa nell’inferno dell’eroina) del giornalismo rock raccontando, con stile asciutto e secco, i retroscena di molte rockstar come Led Zeppelin, Rolling Stones, Sex Pistols, Rod Stewart, di cui diventò amico personale. Un’altra faccia del rock’n’roll…
Un fantaromanzo ambientato a Milano ad appena un mese di distanza dall’apertura dell’Expo 2015: Berlusconi è morto, gettando l’Italia nel caos e scatenando una recessione senza precedenti. In questo scenario si muove Andrea, neo-disoccupato di 47 anni che vaga per la città condotto dal solo istinto di sopravvivenza e accompagnato da Pietro Kock, ex fattorino della ditta per cui lavorava. Rabbia, violenza e atmosfere cupe per il secondo romanzo di Miraglia, dopo l’esordio di Six Pack. Letteratura punk?
ONSTAGE
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APRILE
Antonin Varenne è il nuovo astro nascente della letteratura noir francese e la sua creatura, il tenente Guérin, sbirro poco incline ai compromessi e per questo motivo retrocesso alla terribile Sezione Suicidi, potrebbe rivaleggiare nell’immediato futuro con un gigante come il commissario Adamsberg della brava Fred Vargas. Sezione suicidi si legge tutto d’un fiato, e si snoda attraverso una Parigi sconvolta da una serie spettacolare di suicidi sospetti. Trama eccellente e personaggi difficili da dimenticare...
PRESENTA
NICCOLÒ FABI 06.04.2011 LONGIANO (FC) TEATRO PETRELLA 09.04.2011 SERRENTI (VS) FESTIVAL FORMA E POESIA NEL JAZZ 19.04.2011 FIRENZE TEATRO PUCCINI 20.04.2011 BOLOGNA TEATRO ARENA DEL SOLE
SIMONE CRISTICCHI
02.04.2011 con Gnu Quartet CASTELLANZA TEATRO Dal 05 al 10.04.2011 “Li Romani in Russia”
ROMA TEATRO AMBRA JOVINELLI 17.04.2011 con Band SAN MARCO IN LAMIS (FG) AUDITORIUM GIANNONE 20.04.2011 “Li Romani in Russia” MILANO TEATRO FRANCO PARENTI 22.04.2011 “Li Romani in Russia” GROSSETO 25.04.2011 “Li Romani in Russia” SIENA
21.04.2011 FIDENZA (PR) TEATRO MAGNANI 28.04.2011 VERONA TEATRO CAMPLOY 29.04.2011 LEVICO TERME (TN) PALAVELICO
MARCO PARENTE MARLENE KUNTZ 24 GRANA 02.04.2011 POZZUOLI (NA) DUEL BEAT 11.04.2011 MILANO SALUMERIA DELLA MUSICA 12.04.2011 ROMA -CIRCOLODEGLIARTISTI 21.04.2011 FIRENZE - VIPER 27.04.2011 TORINO - OFFICINE CORSARE
FUNKOFF
09.04.2011 BOLOGNA - ARTERIA 29.04.2011 GROTTAMMARE (AP) - TEATRO
16.04.2011 FIRENZE - FLOG
ROY PACI
01.04.2011 LEGNANO - LAND OF LIFE 02.04.2011 PERUGIA - URBAN
STATUTO
15.04.2011 PRATO - CONTROSENSO 27.04.2011 BRESCIA FESTA DEGLI ULTRAS 1911
08.04.2011 BOLOGNA - TPO 22.04.2011 CASERTA - ODDLY SHED 30.04.2011 PADOVA - PEDRO
PETE YORN
23.05.2011 MILANO SALUMERIA DELLA MUSICA 24.05.2011 ROMA - PIPER 25.05.2011 BOLOGNA - ARTERIA
Big Fish S.r.l. Ripa di Porta Ticinese 63/A, 20143 Milano Tel: +39.02.36709352 Fax: +39.02.36709389 segreteria@bigfishent.it www.bigfishent.it www.facebook.com/bigfishent www.twitter.com/bigfishent
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COMINGSOON maggio
I biglietti del tour di Biagio Antonacci sono in vendita presso i negozi Fnac!
Biagio Antonacci
I
primi tre giorni di maggio sono riservati all’Arena di Verona. Un appuntamento importante per Biagio Antonacci, che manca dalle scene musicali da oltre un anno. «È una cosa inedita», ha dichiarato il musicista all’Arena, «di solito i tour si fanno molto vicini ai dischi, quando ancora i cd sono “caldi”, come si dice, e serve una promozione a tappeto. E invece questo live arriva adesso, inaspettato, come il titolo del mio ultimo album». Un disco che ha venduto oltre 60.000 copie, a cui il cantautore milanese è molto legato, tanto da aspettare un
live
anno per presentarlo dal vivo, rivisto in una chiave adatta allo spettacolo dell’Arena di Verona, al suo fascino e alla sua tradizione. La scaletta della serata prevede molti brani storici, da Iris a Se è vero che ci sei, da Le cose che hai amato di più a Sappi amore mio, Convivendo e Pazzo di lei. Ci sarà spazio anche per i brani del nuovo album Inaspettata, già disco “multiplatino” grazie ai singoli Se fosse per sempre, Inaspettata, che vedeva Biagio duettare con Leona Lewis, Chiedimi scusa e Buon giorno bell’anima. Forse, ci sarà anche spazio per Ubbidirò, il brano scritto assieme
ai Club Dogo. Caratterizzato da suoni classicamente hip hop, mescolati a chitarre elettriche e acustiche e al suono dei sintetizzatori, il singolo propone una collaborazione inedita: Biagio ha dichiarato, in un’intervista, che è stato suo figlio a fargli scoprire i Dogo. Chissà se saliranno anche loro il 2 e il 3 maggio sul palco dell’Arena. Certo è che, dopo aver confermato l’esibizione a Salerno in occasione della vigilia di Capodanno 2011, per i fan di Antonacci l’appuntamento veronese rimane un occasione da non perdere.
01,02,03/05 Verona
Per il pezzo Tra te e il mare ha chiesto e ottenuto il permesso di utilizzare il riff di Start Me Up, successo dei Rolling Stones , diventato quindi “Rolling version”.
» ELISA 03/05 Livorno 04/05 Livorno 06/05 Eboli (SA) 07/05 Roma 09/05 Napoli 10/05 Napoli 12/05 Catania 15/05 Bari 17/05 Firenze 18/05 Firenze 20/05 Genova 22/05 Reggio Emilia 23/05 Reggio Emilia » Niccolò Fabi 05/05 Catania
06/05 Palermo 07/05 Lamezia Terme (CZ) 09/05 Roma 10/05 Milano 18/05 Civitanova (MC) 19/05 Grugliasco (TO) 20/05 Scicli (RG) 27/05 Taneto (RE) » gianna nannini 01/05 Milano 03/05 Roma 04/05 Roma 05/05 Roma 07/05 Reggio Calabria 09/05 Acireale (CT) 12/05 Eboli (SA)
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16/05 Roma 17/05 Milano » Gogol Bordello 06/07 Rimini 07/07 Segrate (MI) 08/07 Bari 09/07 Villafranca (VR)
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ONSTAGE
» Jovanotti 02/05 Firenze 03/05 Firenze 05/05 Bologna 07/05 Mantova 10/05 Milano 11/05 Milano 13/05 Milano
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APRILE
14/05 Milano 18/05 Torino 19/05 Torino 21/05 Ancona 22/05 Ancona 24/05 Brescia 26/05 Parma
13/05 Trezzo d’Adda (MI) 14/05 Villafranca (VR) 20/05 Taneto (RE) 21/05 Marghera (VE) 26/05 Genova 27/05 Novello (CN) 29/05 M. di Camerota (SA)
» Verdena 04/05 Cosenza 06/05 Palermo 07/05 Catania
Marta Sui Tubi 07/05 Lecco 14/05 Pisa
Caparezza 06/05 Pavia 07/05 Tavagnasco (TO) 11/05 Sassari
» Sade 06/05 Milano Nesli 07/05 Gualtieri (RE)
Marani Photo: Fulvio Bonavia
h 16.00
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