NOEL GALLAGHER | NICOLE GRIMAUDO | MODà | MONEYBALL | PETER GABRIEL
Anno V, n.45 - 2 ottobre 2011 www.onstageweb.com
Dischi caldi
super heavy
Face to face
L’ipergruppo di Mick Jagger e Dave Stewart è super, fino a un certo punto
BUGO
«Sono stato il primo dei nuovi cantautori italiani»
Lo zio pazzo
J-AX
Celebration Trentacinque anni fa i SEX PISTOLS. firmavano il loro primo contratto discografico. Che non sarebbe durato più di tre mesi
NEGRAMARO Libertà, collettivo & rock’n’roll Giuliano Sangiorgi ci guida nelle viscere del mondo Negramaro (a novembre la seconda parte del viaggio)
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BS
«Le nuove generazioni mi amano perchè parlo il loro stesso linguaggio»
EDITORIALE
Magazine Registrazione al Tribunale di Milano n. 362 del 01/06/2007 Direttore responsabile Emanuele Vescovo Direttore editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art director Eros Pasi e.pasi@onstageweb.com Caporedattore Stefano Gilardino s.gilardino@onstageweb.com
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Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com Marcello Marabotti m.marabotti@onstageweb.com
Amministrazione, distribuzione, logistica Mario Vescovo m.vescovo@areaconcerti.it
Editorialisti Charlie Rapino, Mattia Odoli Hanno collaborato Blueglue, Antonio Bracco, Guido Amari, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Claudio Morsenchio
C
hi conosce la storia dei R.E.M. non si sarà stupito della decisione che Michael, Peter e Mike hanno comunicato alla fine di settembre. Avevano da tempo pensato di sciogliersi. Settimane, mesi o anni che fossero, si trattava solo di stabilire quando rendere nota una volontà di cui si potevano già cogliere i segnali. Senza entrare troppo nei dettagli, basta notare come non avessero programmato alcun tour dopo l’uscita, lo scorso marzo, dell’ultimo Collapse Into Now. Non salivano sul palco da tre anni, fatto decisamente strano per una band che nell’ultimo decennio aveva fatto del live l’ultimo baluardo di un regno che, discograficamente parlando, stava rimpicciolendosi con velocità esponenziale. I R.E.M. si sono sciolti perché avevano smarrito l’urgenza di comunicare attraverso la propria musica, tanto da rinunciare al momento di massima vicinanza con il pubblico. Come una storia d’amore che finisce perché uno degli amanti non cerca più la complicità del partner. Meglio fare presto, prima che il presente sia così squallido da distruggere la memoria. «Qualcuno dice che l’abilità di partecipare a un party sta nella capacità di capire quand’è ora di andarsene», ha dichiarato Michael Stipe commentando la decisione di porre fine a una vicenda cominciata 31 anni prima. Anche le feste più lunghe finiscono, tutto finisce. Perdere la necessità di esprimersi è l’insindacabile conclusione di una storia artistica. Si può andare avanti per inerzia, interesse, soldi, ma quando non c’è più niente da dire finisce sempre male. Per cui, cari signori R.E.M., avete fatto bene. Avere qualcosa da trasmettere con urgenza ad altre persone è la scintilla che muove l’artista, è l’essenza stessa della musica e dell’arte in generale. Quan-
do liquidiamo con troppa faciloneria artisti che ai nostri occhi appaiono insignificanti dovremmo sempre chiederci se non stiamo sottovalutandone la capacità di comunicazione. L’arte è tante cose, ma soprattutto comunicazione. Ecco perché mi fa incazzare quelle parte del pubblico italiano (“colto”? esterofilo?) che snobba gli artisti di casa nostra anche se molto vicini ai suoni che più amano e che da fuori ci vendono come unici. Tendiamo tutti a preferire l’originale rispetto all’imitazione, è naturale, ma siamo proprio sicuri che l’imitazione non abbia mai qualità degne di rispetto? Che non abbia qualcosa da dire tanto quanto l’originale? Le cose stanno diversamente e i Negramaro sono una di quelle realtà su cui si poggia questa tesi. Amatissimi (date un occhio al calendario del tour), incontrano però il disappunto di una parte di quel pubblico che dovrebbe invece apprezzarli perché sensibile a un certo tipo di sonorità. I Muse e i Radiohead sì, i Negramaro no. Ora, è indubbio che Giuliano e soci debbano molto a band di cui loro stessi sono grandi fan e che il rock italiano tenda a inseguire il mito anglosassone, ma la qualità espressiva dei salentini e l’autenticità con cui comunicano è degna dei grandi gruppi di cui sopra. Questo non conta? Per metà novembre è attesa la puntualissima raccolta dei R.E.M., che include tre brani inediti. Sarà come ascoltare tre canzoni postume, nonostante Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills siano assolutamente dei nostri. La musica post mortem è quasi sempre uno scarto, qualcosa che l’autore aveva deciso di non pubblicare. Puzza di falso, nel senso di non autentico. Pensandoci bene, anche gli ultimi due/tre album dei R.E.M. avevano lo stesso odore. Daniele Salomone
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Foto di copertina Alessandra Banana Tisato (J-Ax)
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Onstage Magazine on tour, ottobre 2011
a Concerti
NEGRAMARO: 4-5-7-8/10: Palalottomatica, ROMA; 12-13-15/10: Mediolanum Forum, MILANO; 18-19/10: Palaolimpico, TORINO; 22/10: Palabam, MANTOVA; 26/10: Futurshow Station, BOLOGNA; 30-31/10: Mandela Forum, FIRENZE MODà: 3/10: Mediolanum Forum, MILANO; 11/10: Palaolimpico, TORINO; 14/10: Futurshow Station, BOLOGNA; 18/10: Mandela Forum, FIRENZE; 30/10: Palalottomatica, ROMA
BRUNO MARS: 10/10: Mediolanum Forum, MILANO; J-AX: 10/10: Atlantico, ROMA; 18/10 Alcatraz, MILANO
a BOLOGNA: Viale Filopanti 4/M FIRENZE: Borgo la Croce 42/r GENOVA: Via Colombo 21/r MILANO: C.so Porta Ticinese 100, Largo Gemelli 1 c/o ISU Univ. Cattolica, Via Carlo Bo 1 c/o IULM ROMA: Via Solferino, 6-6/A, Piazza dell’Alberone 14, Piazza Irnerio 43 C.so Vittorio Emanuele II 297, Via degli Ausoni 5, TORINO: Corso Belgio, 141/A, Corso Duca degli Abruzzi, 24 VENEZIA: Dorsoduro Ca’ Foscari, 3252
a FIRENZE: Centro Commerciale I Gigli, Via San Quirico 165, Campi Bisenzio (FI) GENOVA: Via XX Settembre 46/R MILANO: Via Della Palla 2 NAPOLI: Via Luca Giordano 59 ROMA: Galleria Commerciale Porta Di Roma, Via Alberto Lionello 201 TORINO: Via Roma 56 - Shopville Le Gru, Via Crea 10, Grugliasco (TO) VERONA: Via Cappello 34
a Locali
MILANO Bar Magenta, Banghrabar, Biblioteca Sormani, Blender, Bond, Cafè Milano, Cargo Colonial Cafè, Cuore, Deseo, Exploit, Felice-San Sushi, Frank Cafè, Fresco Art, Grey Cat Pub, Huggy Bar, Ied, Item, Jamaica, Julien Cafè, Kapuziner, La Bodeguita del Medio, La Caffetteria, La Voglia Di, Le Coquetel, Le Scimmie, Lelephant, Magazzini Generali, Maxi Bar, Mom Cafè, Morgan’s, Pacino Cafè, Pharmacy Store, Refeel, Roialto Cafè, Salezucchero, Sergent Peppers, Skip Intro, Stardust, Sushi, The Good Fellas, Trattoria Toscana, Twelve, Union, Volo, Yguana ROMA Avalon Pub, Birreria Marconi, Cartolibreria Freak Out, Casina dei Pini, Circolo degli Artisti, Crazy Bull, Deja’Vu, Distillerie Clandestine, Express, Fata Morgana, Freni e Frizioni, Friend’s Art Cafè, L’Infernotto, Latte Più, Le Sorelle, Lettere, Cafè, Living Room Cafè, Locanda Atlantide, Micca Club, Mom Art, On The Rox, Open Music Cafè, Pride Pub, Rock Castle Cafè, Shanti, Simposio, Sotto Casa Di Andrea, Sotto Sotto, Tam Tam, Zen.O PADOVA Baessato Wine Bar,
ONSTAGE
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OTTOBRE
INDICE
rubriche
3 Jukebox 1Spazio a musica, cinema, cultura, column e qualche idea per i vostri viaggi in chiave rock, al seguito degli Arctic Monkeys.
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20 Face To Face Nicole Grimaudo ci presenta la sua ultima fatica L’amore fa male, mentre Bugo ci svela gli annedoti di Nuovi rimedi per la miopia.
Negramaro
Dopo un lungo break forzato per il gruppo salentino giunge il tanto atteso momento di riabbracciare i fan in un lungo tour che li vedrà protagonisti sui palchi di tutta Italia. Per prepararvi, eccovi una lunga intervista a Giuliano Sangiorgi.
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50 Rock’n’fashion
J-Ax
Il grunge è ancora vivo in mezzo a noi. E non solo perchè abbiamo appena festeggiato illustri anniversari.
Un tipo sveglio J-Ax, abile nel raccontare attraverso rime taglienti un mondo moderno che sembra non piacere più a nessuno.
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Modà
Piedi ben saldi in terra e duro lavoro: questo sembra essere il piano d’azione della band milanese, ormai a un passo dalla consacrazione dopo tanti anni di gavetta.
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53 What’s New
Bruno Mars
Su di lui in America si stanno spendendo parole importanti, compreso un paragone pesante con Elvis Presley. Nonostante ciò Bruno Mars continua tranquillo per la sua strada...
Onstageweb.com videointerviste Evanescence J-Ax Marco Mengoni Bugo Gogol Bordello Negramaro
Dischi, libri, film e games: non manca niente. Aprono i Superheavy di Mick Jagger, poi un tris d’assi: Noel Gallagher, Björk e Tom Waits.
62 Coming Soon Pause, rotture, facebook/ONSTAGE MAGAZINE twitter/ONSTAGEMAGAZINE
foto live
contest
Negramaro Modà J-Ax The Kooks Anna Calvi Alter Bridge
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Michael Franti Negramaro Modà Tori Amos Negrita Eastpak Antidote Tour
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side-project... Di tanto in tanto gli Smashing Pumpkins tornano a essere quelli di un tempo.Come? Suonando dal vivo!
CELEBRATION
Era l’8 ottobre 1976...
Anarchy Day di Stefano Gilardino
M
alcolm McLaren se la rideva sotto i baffi quel giorno. La band che aveva contribuito a creare e di cui era manager, i Sex Pistols, precursori di quello che di lì a un attimo sarebbe scoppiato come un fenomeno rivoluzionario, il punk rock, stava per firmare un contratto da 40.000 sterline con la EMI. Il primo atto di quella che lui stesso avrebbe definito “la grande truffa del rock’n’roll” si era compiuto, secondo i suoi piani, ma come spesso succede il destino stava per metterci lo zampino, trasformando la saga del quartetto in una leggenda che a distanza di 35 anni ancora appassiona, emoziona e diverte. Nati tra le mura del negozio di vestiti dello stesso McLaren e della sua compagna, la stilista Vivienne Westwood, il Sex di King’s Road, i Pistols erano rapidamente passati da bravi dilettanti a portavoce di una nuova generazione di ragazzi disillusi e annoiati, grazie a performance live incendiarie e al carisma del giovane cantante, Johnny Rotten, il pretendente più credibile al trono di re Iggy Pop. I giornali si stavano occupando con
crescente preoccupazione del fenomeno punk rock, fermandosi alla superficialità del nascente movimento - i vestiti, le spille da balia, la violenza musicale e verbale, la scarsa tecnica -, e finendo per renderlo ancora più interessante agli occhi dei giovanissimi kids in cerca di una miccia per detonare. Poco meno che una rivoluzione in pratica, e lo capirono con il dovuto ritardo anche le case discografiche, le quali si affrettarono a mettere sotto contratto qualunque cose sapesse anche vagamente di punk, generando anche simpatici equivoci. Punk erano i Clash come Elvis Costello, Ian Dury come i Damned o i Jam, l’importante erano i dati di vendita, come troppo spesso succede. A novembre di quell’anno ormai passato alla storia, Anarchy In The UK fece la sua comparsa nei negozi ed è facile riconoscere ora come quello sia stato davvero l’anno zero del rock, l’attimo in cui tutto ricominciò da capo, la sferzata necessaria a svecchiare una musica che pareva la pessima controfigura di quella degli anni 50 e 60. Il contratto con la EMI durò appena qualche mese (curioso che oggi, per un gioco di proprietà, i loro pezzi siano di
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nuovo proprietà di quell’etichetta), complice l’incidente televisivo in cui i Nostri insultarono il conduttore di un programma della BBC, Bill Grundy, dopo che quest’ultimo aveva rivolto apprezzamenti azzardati a un paio di ragazze presenti in studio assieme alla band (tra cui la futura Siouxsie Sioux). La condanna dei giornali, il giorno successivo, fu la molla che convinse la multinazionale a mollare i Sex Pistols, decretando di fatto il fallimento del tour inglese di supporto al disco, ritirato dal commercio, e la prima tegola sulla testa di McLaren. A seguire, il licenziamento di Matlock, sostituito da Sid Vicious, il concerto sul Tamigi durante il Giubileo della Regina, l’uscita di God Save The Queen (il punto più alto della saga), dell’album Never Mind The Bollocks e, a fine corsa, un disastroso tour americano. L’ultima immagine è quella di McLaren e Rotten a San Francisco, dopo l’ultimo concerto, che si allontanano dal Winterland senza nemmeno rivolgersi la parola. Non lo faranno mai più, se non in tribunale, durante una causa vinta proprio dal cantante e dagli ex membri del gruppo.
CELEBRATION
DIO SALVI I SEX PISTOLS. La line-up originale della, la stessa che ancora oggi saltuariamente può capitare di vedere in tour. Da sinistra a destra: Paul Cook, Glen Matlock, Johnny Rotten e Steve Jones.
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JUKEBOX
Musica, moda, cultura, spettacolo, cinema
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Dai palchi di tutta Italia alla solitudine di casa sua. Boosta torna all’attività di scrittore e pubblica un nuovo libro scritto a quattro mani con Tullio Avoledo.
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Per promuovere il suo nuovo disco, New Blood, Peter Gabriel è passato da Milano per un’affollata conferenza stampa in cui ha raccontato la genesi del progetto e molto altro.
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Nuovo film e nuovo ruolo importante per Brad Pitt, stavolta alle prese con il baseball in Moneyball.
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Le ristampe dell’anno? Sicuramente un progetto importante quello che vede la ripubblicazione dell’intero catalogo dei Pink Floyd.
Cinema
Italian invasion
“Unexpected sounds from Italy” recita il sito dedicato all’Hit Week, manifestazione che dal 2009 cerca di far conoscere in terra americana i migliori nomi della scena rock italiana. Ecco quello che c’è da sapere se avete in mente un viaggio negli States. di Stefano Gilardino
L
’idea di uno spazio internazionale per la musica re la propria offerta, trasferendosi anche a New York, con tuttavia possiamo anticipare che sono arrivati segnali di italiana che esulasse dal classico suono neome- band e artisti come Elisa, Negrita, Roy Paci & Aretuska, un forte interessamento da parte della Cina». La cosa da lodico e dalla concezione dura a morire di piz- Negrita, Ludovico Einaudi e Aprés La Classe. Ai “big” si segnalare è che quasi nessuno dei gruppi che partecipano za, spaghetti e mandolino è arrivata nel 2007, sono aggiunti anche due gruppi emergenti, selezionati da a Hit Week ha mai effettuato prima delle date negli Stati concretizzandosi due anni dopo, quando a Los Angeles un contest, per dare l’opportunità a giovani realtà di speri- Uniti che rappresentano, quindi, un territorio vergine. Sasi sono esibiti artisti del calibro di Battiato, Afterhours, mentare per la prima volta i palchi dove è nato il rock. muel dei Subsonica ci spiega: «Abbiamo qualche esperienAllevi, Africa Unite, Linea 77, Calibro 35 e za europea, ma nessuna a livello americano. parecchi altri. La manifestazione, chiamata « I nostri connazionali sono ovviamente benvoluti, ma lo Stiamo preparando un set orientato alla danper l’appunto Hit Week, ha riscosso fin da spirito e la finalità del festival è quello di far sapere al resto ce, siamo pronti a far ballare anche chi non ci subito un successo superiore alle aspettative, mai sentiti prima. Abbiamo delle caratteridel mondo che la musica italiana sa esprimersi su livelli ha come ci conferma il direttore artistico Fabristiche tipicamente pop italiane, ma crediamo assolutamente competitivi a livello internazionale » zio Barbacci: «Siamo rimasti stupiti dall’inteche la nostra musica guardi da sempre fuori ressamento e abbiamo riscontrato in media dai nostri confini». una suddivisione equa tra italiani e americani e ciò rientra E siamo arrivati all’edizione del 2011, che potrà contare Dello stesso parere è Alioscia (Casino Royale): «Per noi nella logica delle cose. Sarebbe stato impensabile avere fin sulla presenza di nomi pesanti come quelli di Subsoni- che siamo cresciuti guardando le fotografie di The Clash da subito l’attenzione del solo pubblico americano. ca, Casino Royale, Nicola Conte, Erica Mou, Caparezza, Before And After di Pennie Smith, l’America rappresenta I nostri connazionali sono ovviamente benvoluti, ma Aprés La Classe. E, segno di un crescente successo, anche l’altra metà del mito dopo l’Inghilterra, in cui abbiamo già lo spirito e la finalità del festival è quello di far sapere al di una terza città da “conquistare”, Miami: «Non si tratta suonato. Vediamo la partecipazione all’Hit Week come un resto del mondo che la musica italiana sa esprimersi su di un calcolo ma semplicemente del frutto dell’interesse premio alla nostra lunga carriera e un’ennesima occasione livelli assolutamente competitivi a livello internazionale». sempre crescente suscitato dal festival. Per il prossimo di crescita personale e della band». Se per caso passate neL’anno successivo ha visto la manifestazione raddoppia- anno al momento non è ancora prevista una quarta città, gli States tra il 9 e il 16 ottobre siete avvertiti…
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JUKEBOX Cultura
Musica
Buon sangue non mente
Ancora una volta Peter Gabriel, invece di regalare ai suoi innumerevoli fans un disco di pezzi inediti, sceglie di rivisitare il proprio passato con New Blood, in cui veste di nuovo alcuni episodi della sua discografia. Questo e altro in un’affollatissima conferenza stampa milanese. di Stefano Gilardino - foto: Francesco Prandoni
I
Il complotto del rock
Dalle poesie di Dylan ai vicoli torinesi di Boosta, le grandi rockstar invadono la letteratura raccontando il governo segreto che comanda il mondo. di Marcello Marabotti
L
a letteratura è sempre stata affascinata dagli dei del rock. Forse, per quell’aria che si portano appresso, sospesa tra i poeti maledetti e la beat generation. Nick Hornby, per esempio, ha intriso i suoi romanzi di musica, come dimostra Alta Fedeltà. Affascinante è anche il caso opposto, quando il rock balla con la letteratura. Nick Cave, Bianconi, Ligabue, oltre Dylan e la sua Tarantula. Ne abbiamo parlato con Davide “Boosta” Dileo, in occasione della presentazione del suo nuovo libro Un buon posto per morire, scritto a quattro mani con Tullio Avoledo. Il romanzo è un thriller giocato su due protagonisti, Leonardo e Claire. Punto d’inizio, San Francisco e il funerale dei loro figli uccisi da un serial killer. Si conoscono così. Da lì, si ritrovano catapultati al centro di un complotto mondiale che ha il suo fulcro in un videogame e in una realtà parallela. Ma non solo, perché fra le pagine si nasconde molto altro. «Quando con Tullio abbiamo iniziato a scrivere, mi sono sentito a casa. Perché la storia nasce un po’ dal luogo in cui sono cresciuto, Torino, una città che di complotti ne ha regalati, tra storie parallele, sogni da svelare, sotterranei, alchimia, Graal e storie magiche in generale. In più amo David Icke (scrittore tra i più noti autori della teoria del complotto, nda)». Il tutto sfocia poi nella letteratura, «una passione interessante sia come gioco che per mantenere la mente accesa. Il processo creativo ha momenti di imbarazzo, perché se scrivi una storia gialla o noir dove saltano in aria tante persone, un pochino attingi al lato oscuro di te, ed è un bene che questo venga completato con una pagina di word e non con una pistola». Un’immedesimazione che richiede un tappeto sonoro adatto. «Durante la scrittura del libro la musica è un accompagnamento fondamentale. Non posso ascoltare canzoni con una melodia e un testo e scrivere delle parole, quindi mi sono dedicato alle mie passioni, da Keith Jarrett a Greg Armstrong e Brian Eno, e tutto quello che ha segnato il percorso di musica d’ambiente. Per me, è il contenitore migliore per sedersi e scrivere una storia, anche se non saprai mai se quello che leggerai è davvero la versione definitiva di quello che è successo e sappiamo, oppure no». Del resto, la letteratura è il complotto del rock.
n barba a chi si aspettava il famoso secondo capitolo del progetto inziato con Scratch My Back, l’ex Genesis spariglia le carte in tavola e ridipinge di nuovo alcuni brani non troppo conosciuti del repertorio. Tranquilli, però, I’ll Scratch Yours, ovvero il disco in cui altri artisti coverizzano Gabriel è solo accantonato, ma prima o poi potrebbe vedere la luce. «Il vero problema, quando si lavora con musicisti famosi o comunque molto impegnati, è che manca il tempo per fare tutto ciò che si vuole. Quindi la metà di quelli che avrebbero dovuto restituire un mio pezzo si è persa per strada e il progetto è incompleto in un cassetto, ma spero che prima o poi possa vedere la luce anche per rispetto per chi mi ha donato una sua personale reinterpretazione di un mio brano. Ne ho sei, al momento, e sono tutti eccellenti. Questa pausa mi ha quindi costretto a pensare ad altro e l’idea di vestire a nuovo alcuni episodi del mio passato mi è parsa subito interessante. Sono un musicista che lavora con molta calma e lentezza soprattutto dal punto di vista dei testi. Inizierò a lavorare al prossimo lavoro inedito da gennaio in avanti». Non che ci fossero dubbi, vista l’integrità artistica del personaggio in questione, ma la scelta dei pezzi che compongono New Blood conferma il disinteresse di Gabriel per le scelte di comodo. «Non nego che mi piacerebbe vendere dischi come Lady Gaga, ma capisco bene che il mio materiale non sia adatto a quelle cifre. Comunque sia, abbiamo evitato, assieme ai musicisti e ai collaboratori, le scelte più ovvie come Sledgehammer, Biko o Games Without Frontiers per concentrarci sui pezzi che, secondo il nostro comune sentire, si prestassero a un’opera di ricostruzione». E allora largo a Don’t Give Up - non proprio un pezzo sconosciuto a onor del vero - con la voce della norvegese Ane Brun a sostituire quella di Kate Bush, a Rhythm Of The Heat, a una Downside Up che vede all’opera la figlia di Peter, Melanie, alla voce, alla splendida Intruder, per chiudere con una bella versione di Solsbury Hill, quella che fu la prima hit del Gabriel solista. Le domande si susseguono senza sosta, con
il musicista che dimostra una discreta padronanza dell’italiano e una voglia encomiabile di soddisfare le curiosità dei presenti, anche quando qualcuno, immancabilmente, tira fuori l’argomento Genesis. Per fortuna è solo un accenno a una celebre cover band, Musical Box, che mette in scena, con grandissima fedeltà agli originali, i dischi storici del quintetto progressive inglese. Lo stesso Peter ammette di aver portato una delle figlie ad assistere a un’esibizione live del gruppo qualche tempo fa: «Sono davvero molto bravi, ma la cosa che mi ha veramente divertito è stato il commento di mia figlia. Mi ha chiesto: “Papà, ma davvero ti pagavano per travestirti in quel modo sul palco?”».
Musica
Esame di maturità
Proiettati verso lo stardom da un album d’esordio come il vendutissimo Inside In/Inside Out, i britannici Kooks tornano a suonare in Italia per promuovere il loro terzo album, Junk Of The Heart. di Guido Amari
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ltre al suono, molto più pop e personale, anche il leader della band britannica, Luke Pritchard, sembra essersi ammorbidito, dopo aver dato vita, nel corso degli anni precedenti a ruggenti polemiche con suoi colleghi come Alex Turner (Arctic Monkeys) e Johnny Borrell (Razorlight). «Buona parte di ciò che è successo in passato è dovuto all’esagerazione dei giornali, ma ora sono contento di poter dire che è solamente la musica dei Kooks a parlare per me. Non voglio
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che mi si mettano in bocca parole che non ho mai nemmeno pronunciato». Tanto vale parlare del nuovo disco allora: «È un album difficile, di certo non ti cattura al primo ascolto, necessita di attenzione. Tutti gli amici a cui l’ho fatto ascoltare hanno confermato la mia tesi e si sono innamorati del disco solo dopo svariati ascolti. All’inizio erano scettici ma dopo qualche settimana mi hanno telefonato per dirmi quanto fossero entusiasti». Li aspettiamo dal vivo, tanto per vedere che effetto fa…
JUKEBOX Cinema
La dura legge dello strike
London calling di Charlie Rapino - Produttore discografico
Brad Pitt si sa, ama stupire. A testimonianza di ciò mette a segno il fuori campo della sua carriera con una pellicola a tema sportivo, Moneyball. Modo semplice e diretto per candidarsi ai prossimi Oscar.
Commedia all’italiana
di Antonio Bracco
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o sport nazionale degli Stati Uniti è il baseball. Lo è da sempre, con buona pace del football e del basket, la cui interruzione del campionato quest’anno ha lasciato orfani i tifosi e disoccupati i giocatori. Anche il baseball si fermò quando la chiamata alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale lasciò sguarnite le file delle squadre tanto da costringere la lega allo stop. Ma l’amarezza sarebbe stata troppa per gli americani, tanto da mettere in piedi un campionato di softball con giocatrici reclutate da ogni arte del paese, come racconta la commedia Ragazze vincenti con Tom Hanks, Madonna e Geena Davis. Si dice a Hollywood che ogni grande attore, se è un americano purosangue, voglia fare un film sul baseball prima o poi. Ci sono passati Robert Redford, Dennis Quaid, Tom Selleck, Charlie Sheen, Robert De Niro, John Cusack, Keanu Reeves e Kevin Costner più volte. Il nuovo nome sulla lista è quello di Brad Pitt che all’apice della sua carriera sceglie
di andare a toccare il cuore del suo paese con tutto il patriottismo, l’orgoglio e il coraggio che questo sport riesce a infondere. L’attore interpreta Billy Beane, general manager assunto da poco dalla dirigenza degli Oakland’s Athletics, che si affida a un complesso sistema d’analisi statistica per trovare i giocatori migliori da mettere sotto contratto. L’obiettivo è formare una squadra vincente con un budget ridotto. Basato su una storia vera, Moneyball sarebbe stato diretto da Steven Soderbergh se non le riprese non si fossero accavallate con Contagion. In regia è subentrato Bennett Miller, nominato all’Oscar per Truman Capote: a sangue freddo, mentre lo script è firmato da Aaron Sorkin e Steven Zaillian, entrambi vincitori della statuetta rispettivamente per The Social Network e Schindler’s List. Brad Pitt aggiunge al film carisma e spera nella terza nomination della sua carriera. Per lui la vittoria è un optional.
105 CLUB NATION
I
l venerdì e il sabato sera Radio 105 è 105 Club Nation, un viaggio musicale mozzafiato nel cuore dell’universo della musica elettronica. Stai sintonizzato e alza il volume del tuo stereo, del tuo computer o del tuo smartphone, perché al timone dello studio volante di Radio 105 c’è Fabiola (nella foto), che ogni settimana esplora luci e ombre delle scene electro, techno, minimal e drum’n’bass. I protagonisti delle consolle planetarie, i musicisti, i produttori, le label, le collaborazioni, ma anche le hit di oggi, i capolavori di ieri e le ultime uscite firmate dai top-dj e dai newcomer italiani e internazionali. E poi tante anticipazioni, interviste esclusive, informazioni preziose, curiosità, gli update delle serate più
importanti, i Festival, i dj set e i live set… e tanti pass per le one night da non perdere. Un regalo per te, da Fabiola e 105 Club Nation.
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OTTOBRE
(Fracchia fa il dirigente e ha preso il potere)
L
a sua mattinata di solito comincia con un breakfast molto lungo che gli va di traverso all’Electric a Portobello. Sta in attesa al telefono tra un boccone di bacon e l’altro; deve seguire i suoi clienti italiani o, meglio, quelli che vogliono stare con lui, forse per colpa di un’autoflagellazione mediatica sulle reti generaliste. Una in particolare, chiamiamola J, insiste a voler collaborare, masochisticamente per entrambi, con il suddetto. Le ha detto più volte di trovarsi un produttore o un procuratore italiano, gliene ha anche presentati un paio, forse più adatti di lui, perché lavorano sul territorio. Dopo avere visto le loro forme di contratto e il loro modus operandi è tornata in ginocchio. Il contratto con una major discografica di rilevanza internazionale si sta discutendo da giugno (tre mesi, quindi), non è ancora arrivato al termine. Nel frattempo, nelle ultime sei settimane, ha chiuso per i suoi clienti inglesi, una grossa casa discografica, tre deal di artisti nuovi, un rinnovo di un artista di fama, tre licenze, più la produzione di due album a Los Angeles, il tutto in un terzo del tempo che spende a occuparsi della povera in Italia. Il loro avvocato, dopo 3 mesi 3, dopo averlo cercato al telefono per chiudere la trattativa con una media di cinque chiamate a vuoto al giorno, gli ha scritto una mail. Non ha risposto, tanto non risponderà! Il sottoposto avvocato dell’etichetta sua controparte, al contrario, è in stato ectoplasmatico, tra una vacanza e l’altra. Vengono battuti in efficienza dal dirigente dell’etichetta stessa: in media questo genio con numeri uno a destra e sinistra, risponde al telefono dopo quindici chiamate; spesso e volentieri preferisce non ritornare la chiamata, altrettanto vale per i suoi colleghi. Il direttore artistico medio italiano impiega due/tre giorni per richiamare sempre che lo faccia. Evidentemente pensa di essere più bravi del suo presidente o di avercelo più lungo di Clive Davis; il bello di tutto questo è che il suo presidente, per cui lui prova pena, risponde sempre subito ed educatamente se vede il suo numero. Se la seconda repubblica democratico-popolare delle due sinistre post-socialiste dura, non ci sarà da sorprendersi se, tra un po’, troveremo i presidenti delle case discografiche a fare i telefonisti, mentre i loro sottoposti gozzoviglieranno, frustandoli e abbuffandosi di mulini bianchi. Oppure vedremo Montezemolo cambiare le gomme della Ferrari del manager di Alonso. Avrete ormai dedotto, a questo punto, che per il dirigente italiano medio e il suo codazzo di laureati notabili fuori corso rispondere al telefono è un optional. Non parliamo delle mail, ovviamente sono uno spreco, a meno che, ovviamente, non si tratti di rispondere alla mogliettina in carriera, modello Bignardi, per farsi trattare da carta igienica. Forse è per quello che viene da vomitare al pensiero! Eppure questo è il miglior breakfast di Notting Hill! Roba da repubblica, roba da democrazia.
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Corsi & ricorsi di Mattia Odoli - Autore
In birra veritas
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2 Ottobre 1810, a Monaco di Baviera si apre la prima edizione dell’Oktoberfest. L’evento nacque in realtà come una corsa di cavalli in occasione del matrimonio del principe Ludwig I di Baviera e della principessa Teresa di Sassonia-Hildburghausen. Inutile dire che nessuno degli invitati, sposi compresi, riuscirono a conservare il benché minimo ricordo dell’evento, per via dei litri di birra tracannati. Si decise allora di celebrare nuovamente le nozze l’anno seguente. Il copione fu lo stesso. Si sbronzarono tutti come alpini, per poi misurarsi in una corsa equestre senza precedenti: il principe, che aveva bevuto oltre trenta litri di doppio malto, trionfò in sella a suo cognato, un signore brizzolato che, in preda all’alcool, nitriva come un puro sangue. Quella fu l’ultima edizione in cui si tenne la corsa: vuoi perché a fine gara dovettero abbattere il cognato puro sangue del principe vuoi perché l’unico vero interesse dei partecipanti era la birra. Non è cambiato granché da allora, tranne per il fatto che l’eco dell’evento è giunto in tutti gli angoli della terra. E così la Germania viene invasa ogni anno da un esercito di bevitori al cui confronto gli Unni sembrano i Papa Boys. All’Oktoberfest non esistono differenze anagrafiche, di razza o di classe, perché all’Oktoberfest si è tutti uguali, almeno finché dura l’effetto della sbornia. I veri professionisti però si riconoscono subito: innanzitutto arrivano in comitiva, nessuno sa se per dividere le spese o per duettare quando la birra li trasforma in piccoli jukebox ambulanti. Questi crociati del luppolo sono capaci di affrontare anche quattordici ore di pullman per andare a Monaco a degustare, come usano dire alle mogli prima di partire. Per prepararsi all’Oktoberfest, i più facinorosi osservano una dieta ferrea, ma non a base di cibi in bianco, quella è roba da principianti. I veri bevitori ingurgitano solo cibi fritti. A detta loro, l’olio comprime l’alcool nello stomaco permettendo di bere un volume di birra tre volte superiore al proprio peso. In realtà questa è la teoria del signor Covelli, un timido pensionato che sedeva a fianco a me sul pullman che ci ha portati a Monaco di Baviera l’anno scorso. Ebbene, mentre io agonizzavo dopo il terzo boccale di birra, il Covelli ne aveva già svuotati nove, per poi finire la serata abbracciato a una tedesca alta due metri: bionda più, bionda meno, a quell’età ogni lasciata è persa.
Musica
Pink Floyd Experience
Siete tra i pochi che non hanno nemmeno un disco dei Pink Floyd in casa? O tra quelli che della band di Waters e Gilmour si comprerebbero anche una lista della spesa autografata? Bene, allora il nuovo progetto della band inglese potrebbe fare al caso vostro. di Guido Amari
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hy Pink Floyd…? ridefinisce l’intero catalogo floydiano con rimasterizzazioni e materiale inedito che verrà pubblicato per la prima volta. Si comincia proprio in questi giorni con l’uscita delle versioni “Discovery” e “Immersion” di The Dark Side Of The Moon e Wish You Were Here. All’album originale si uniscono altri CD (e DVD) con delle registrazioni storiche dal vivo, ovviamente riferite al materiale del disco in questione, e anche versioni alternative dei brani realizzate in studio. Storm Torgherson,
da tempo art director del gruppo, ha supervisionato e curato i nuovi artwork dei dischi, oltre che quello del boxset Discovery che conterrà tutti e 14 i lavori del quartetto. La fotografa Jill Furmanovsky, infine, si è occupata dei libri inseriti nelle edizioni speciali degli album. Il progetto, dopo la fase iniziale, proseguirà con l’uscita di A Foot In The Door - The Best Of Pink Floyd a novembre e con le due versioni expanded di The Wall, altro capolavoro della discografia dei quattro, previste per il 2012.
On Tour con
Arctic Monkeys live
Suck It And See è stato l’album dell’anno per Mojo. Hanno suonato in Italia all’I-Day regalando uno show all’altezza delle aspettative. Perché la band di Alex Turner, nata come cover band degli Strokes, ora sa quello che deve fare sulla propria strada. Se non siete riusciti ad andare a Bologna, vi segnaliamo quattro date per seguire il suo tour. 3 ottobre Egyptian Room, Indianapolis
18 ottobre Stage Ae, Pittsburgh
Location: Spettacolare teatro dall’atmosfera intima. Con CTS: Volo per Indianapolis da 809 euro a/r Hotel*** da 36,50 euro a persona
Location: Nuovo anfiteatro a Pittsburgh, uno dei luoghi cult della scena hipster americana. Con CTS: Volo per Pittsburgh da 708 euro a/r Hotel*** da 58,75 euro a persona
5 ottobre War Memorial Auditorium, Nashville
29 ottobre 02 Arena, Londra
Location: Caratteristico museo di Nashville che riesce a contenere fino a 1661 persone. Con CTS: Volo per Nashville da 974 euro a/r Hotel*** da 43,75 euro a persona
Location: 20.000 posti per una delle arene più famose d’Europa. Con CTS: Volo per Londra da 241 euro a/r Hotel*** da 58 euro a persona con colazione
Le offerte indicate sono riservate ai soci CTS. Le quote dei voli sono per partenze da Roma e Milano. Le quote degli hotel sono a persona, a notte, in doppia, con prima colazione. Info e prenotazioni su www.cts.it, nelle sedi CTS o al n° 06-4411166.
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FACE2FACE
L’amore fa male (Italia, 2011)
di Mirca Viola con Nicole Grimaudo, Stefania Rocca, Paolo Briguglia
NICOLE GRIMAUDO
Procede a gonfie vele la carriera della 31enne attrice siciliana. Nicole Grimaudo alterna le serie TV (l’ultima è Dov’è mia figlia di Monica Vullo) con il cinema dove questo mese è tra i protagonisti di ben tre film, L’amore fa male (di cui ci parla in questa intervista), Baciato dalla fortuna e Workers. di Antonio Bracco
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icole, sei protagonista insieme a Stefania lità per dirigerlo. Servirebbe un po’ di umiltà. Sarebbe bello avere a che fare Rocca e Paolo Briguglia del film diretto “L’amore fa male” è l’esordio alla regia per Mirca Viola. con registi più disponibili e pronti a rischiare. Ci vorrebda Mirca Viola. Il titolo è molto schietto: Dopo le titubanze iniziali e la grande curiosità, sono ri- bero sceneggiature un po’ più giovani cercando di allonL’amore fa male. masta colpita già al terzo o quarto giorno di riprese nel tanarsi da questi filoni sui 30enni e sui 40enni. E racconÈ qualcosa che ci riguarda da vicino. L’amore implica vederla molto a suo agio e molto convinta di ciò che stava tare storie un po’ più azzardate che possano scavare in sofferenza. Quando ami veramente, una discussione, facendo. Si muoveva con grande naturalezza. E soprat- profondità negli abissi della mente umana non sarebbe un distacco, un tradimento, sono cose che non si vivono tutto ha scelto una storia che ha scritto e che la riguarda male. Interpretare essere umani e non blocchi di generacon una grande razionalità. Sono chiamati in causa fatto- da vicino. Credo che questo sia importante per girare un zioni, intendo. Poi uno scambio più puro con i produtri emotivi molto forti. Si rischia di farsi davvero male in primo film, avere una storia per le mani in cui credi mol- tori, dar vita a storie senza cercare per forza il nome che amore. È una realtà. to. È stato fondamentale per parlare con noi attori, per funziona o l’attrice del momento, personaggi giusti per Chi interpreti nel film? dirigerci, comunicarci esattamente quello che voleva che interpretare dei ruoli. Insomma, ci vorrebbe un po’ più Una donna molto autonoma sposata con Stefano Dionisi, arrivasse da ogni personaggio. Questo film è al femminile di onestà. concentrata e immersa nel suo lavoro di Considera che è nel DNA degli italiani « Adagiarsi è una mancanza di coraggio. Viviamo in un medico. Nonostante viva un matrimonio l’indole di adagiarsi sulle cose, restando in apparenza felice, si ritrova a dover ricomondo di una superficialità e di un piattume agghiaccianti. comodi dopo aver trovato una posizione minciare da capo dopo aver scoperto una comoda… Non abbiamo proprio il gusto dell’avventura » grande verità sul marito che credeva di Il problema è che ci stiamo per tanto tempo conoscere da una vita. Si rimette in gioco, si fa una bella e per il femminile. Non poteva che essere una donna a comodi. Adagiarsi è una mancanza di coraggio. Viviamo analisi e va in cerca di una nuova autostima. dirigerlo. in un mondo di una superficialità e di un piattume agMettersi in discussione in una coppia è inevitabile Nel film c’è una battuta che dice testualmente: “Sei in ghiaccianti. Non c’è proprio il gusto dell’avventura, infatsecondo te? cerca di lavoro? Dalla”. ti non ce l’abbiamo. Assolutamente sì. Quando metti te stesso in relazione a Sì, bella quella. Abbastanza attuale direi. Non mi sembra In sala c’è la commedia Baciato dalla fortuna di Paolo qualcun altro è fondamentale. Devi rimettere in discus- nemmeno più tanto ironica. Diventa ironica proprio per- Costella con Vincenzo Salemme e tra i protagonisti ci sione i tuoi punti fermi nel momento in cui decidi di con- ché seria. Fa sorridere perché lo leggiamo sui giornali, è sei di nuovo tu. dividerli. Atteggiamenti, carattere, idee… il tema del momento. Per le donne è un periodo di gran- Sì, è la cosa buffa è che esce anche Workers di Lorenzo Altrimenti la coppia non sopravvive. de declino, la figura femminile ha bisogno di ritrovare le Vignolo. Una bella raccolta di frutti di tutti i semi che ho Certo che no. In generale questo vale anche nei rappor- palle. Quelle che hanno le donne sono più interessanti di piantato per tanti di mesi. Sono contenta che la gente posti di amicizia o di famiglia. Non mettersi in discussione quelle che hanno gli uomini. Devono tornare fuori i talen- sa vedermi in tre personaggi dentro storie molto diverse diventa mancanza di intelligenza. Quelle cose di sé che ti, le capacità, lo studio, la passione. Anche la bellezza con tra loro. E mi auguro di essere riuscita in tutti e tre i casi creano scompiglio vanno riviste, è una delle condizioni tutto questo ci guadagna, perché quella fine a se stessa ci a centrare il punto. Spero non venga la nausea a nessuno. essenziali per stare bene, non solo con la persona che si sta dando la nausea a tutti. Non mi si vede tanto e poi ecco tre film insieme. Questo ama, ma con il mondo. Cosa manca al lavoro dell’attore in generale, cosa ser- lavoro è così. Sorrido se vedo i manifesti, mi dico “ah, Forse solo una donna poteva avere la giusta sensibi- virebbe dal tuo punto di vista? quanto ho lavorato quest’anno”.
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FACE2FACE
BUGO
Prima che il nuovo cantautorato italiano diventasse uno dei trend degli ultimi anni, con l’esplosione di Dente e Le Luci Della Centrale Elettrica, esisteva già un musicista bizzarro che pareva un incrocio tra Beck e Lucio Battisti. Bugo è appena tornato con un nuovo album, Nuovi rimedi per la miopia. di Stefano Gilardino
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ono passati tre anni da Contatti e, nel ciò che la circonda nel modo più fedele possibile. Contatti lo dei titoli di coda, poi molti temi strumentali composti frattempo, vedo che ti sei sposato… era un lavoro con cui guardavo attentamente il mondo per l’occasione, qualche base di miei pezzi vecchi riarranAh sì, l’anello al dito (ride). Mi sono sposato, esterno, mentre quello nuovo è diametralmente opposto, giata. Insomma, è stato un lavoro davvero interessante ho suonato tantissimo in giro, composto Nuo- un album in cui ho abbassato la temperatura esterna per e soddisfacente, compreso quello del mio personaggio, vi rimedi per la miopia e sono andato a vivere a New Dehli alzare quella interna. Volevo raccontare quello che provo quello di un militare che suona e canta in un paio di occain India. invece di ciò che vedo… sioni durante il film. E poi gli attori e il regista sono stati Tra l’altro, il titolo del disco è perfetto per me che porEd è stato più difficile? davvero fantastici, il clima era professionale, ma rilassato gli occhiali. Tu sei miope? Non lo so, non credo sia nemmeno quello il punto perché to tanto che persino loro erano stupiti della cosa. Alba Non in senso letterale, anche se mi capita spesso di non non è la prima volta che scrivo dischi intimisti, penso a Rohrwacher mi ha confessato che sono stato molto fortu“vedere” le cose o di non capire come funziona la vita La gioia di Melchiorre. È una specie di autoanalisi, durante nato a lavorare in un ambiente del genere. Spero di poter (sorride). Volevo un titolo diverso da Conripetere l’esperienza in qualche modo, an« Io arrivavo da un background diverso, negli anni tatti, e questo funziona bene con i pezzi che se non penso che diventerò un attore. dell’album, in cui cerco di trovare dei ri(sorride) Novanta non mi piaceva la musica italiana, cose come medi in forma canzone alla cecità diffusa Ripercorrendo la tua carriera, dagli iniAfterhours, Bluvertigo o Subsonica mi annoiavano, volevo che ci circonda. zi indipendenti e lo-fi fino alle cose attuafare il punk e cambiare le regole del gioco » Sei contento di aver previsto una granli, è davvero interessante notare come tu de catastrofe scrivendo il brano C’è crisi appena prima il processo di lavorazione vengono fuori cose che magari sia diventato sempre più classico, nel senso migliore che scoppiasse una recessione mondiale? non ti piacciono ma che, in qualche modo devi affrontare del termine. Hai anche anticipato la recente ondata di (ride) Quel pezzo l’ho scritto addirittura nel 2005, dove- e superare. Alla fine della fase di composizione, durata cantautori… va finire su Sguardo contemporaneo ma fu scartato perché quasi due anni in totale, posso dire di stare molto meglio Dici davvero? Non lo so, non mi sento così classico, ma era privo di una forma soddisfacente. Poi l’ho ripreso e questo è merito dell’arte. Non è nemmeno un proces- forse è più difficile da valutare per me. Sicuramente in mano, terminato e inserito in Contatti nel 2008, giu- so così faticoso, a pensarci bene, perché io sono uno che sono stato il primo a esplorare le possibilità di un nuosto in tempo per il casino che è successo nell’autunno di quando non ha idee non scrive. vo cantautorato in italiano che tenesse conto della forza quell’anno. Tra l’altro è ancora di grande attualità. Io coUno dei brani dell’album, I miei occhi vedono, fa par- di quelli degli anni Settanta ma li attualizzasse con nuomunque cerco di trovare qualche lato positivo anche in te della colonna sonora, tutta musicata da te tra l’altro, ve influenze con esperienze personali. Credo che Dente quello e ti dico che per me la crisi è sempre un momento di un film appena uscito, Missione di pace di Francesco o Brunori Sas e tutti gli altri siano molto diversi da me, in cui rimettere in discussione la propria vita e ciò in cui Lagi, in cui hai anche una parte come attore. per fortuna. Tra l’altro, io arrivavo da un background disi crede, quindi può portare a cambiamenti interessanti. Esattamente. Mentre stavo terminando le registrazioni, verso, negli anni Novanta non mi piaceva la musica itaCredi che il tuo sia ancora uno sguardo contempora- nel 2010, mi ha telefonato il regista per offrirmi una par- liana, cose come Afterhours, Bluvertigo o Subsonica mi neo, per parafrasare un tuo disco, ovvero che Bugo ri- te nel film e per chiedermi di comporre la colonna so- annoiavano, volevo fare il punk e cambiare le regole del fletta i tempi in cui viviamo? nora: Più che della parte attoriale - comunque compaio gioco. Recentemente ho riascoltato molti di quei gruppi e Me lo dovresti dire tu, anche se io posso solo augurarme- parecchio nel film, anche se non parlo mai - sono molto ho scoperto canzoni bellissime, ma a me in quel periodo lo, perché il compito della musica pop è quello di riflettere orgoglioso della musica. C’è il pezzo inedito che è quel- piaceva Celentano!
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I DID IT
MY WAY
Frank Sinatra c’entra poco con J-Ax. Però la splendida My Way potrebbe essere il manifesto della carriera solista dell’artista milanese. Che dopo il botto con gli Articolo 31 si è dovuto reinventare, trovando una sua strada nella scena musicale italiana. Poco dopo l’uscita di Meglio prima (?), abbiamo incontrato Ax nel suo quartier generale per parlare del suo album (non) politico, del suo giovane pubblico, della scena rap e dell’imminente tour. Alla sua maniera, naturalmente. di Daniele Salomone - Foto: Alessandra Banana Tisato
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live
01/10 Brescia, 06/10 Pescara... Il calendario completo del tour di J-Ax su onstageweb.com
a voce di Fantozzi è il primo frame sonoro di quindi disillusione. Questo sì. Lo dico nel pezzo La notte vale Meglio prima (?). Non ti nascondo che mi ha tutto: «Abbiamo capito, si lamentano il ricco e il bandito, il stupito… Perché proprio lui e per di più prima denaro è finito, tutto fa schifo… Io sono al sesto chupito»! ancora che inizi la musica? Cioè, va tutto male ma a un certo punto non ce la faccio più In realtà è la voce di Fantoni che imita Fantozzi, ho preferito e voglio divertirmi. non usare l’originale per questioni di audio e diritti. Sono Come si inserisce in questo discorso la foto di J-Ax bamcontentissimo che la citazione si colga, sono un grande fan bino in copertina? del personaggio creato da Paolo Villaggio. Ho imparato ad Quello scatto simboleggia la mia volontà di recuperare delle amare Fantozzi grazie a mio padre, che ha persino i libri, e cose del passato, quando riuscivo a trasmettere divertimencredo che andrebbe studiato a scuola perché è stato il primo to in un contesto duro. è lo schema che ha permesso agli Ara fare satira sul capitalismo, moticolo 31 di avere successo quasi « Quando scrivo, vado contro strando le disuguaglianze sociali vent’anni fa. Oggi più che mai, che ha determinato e le ripercusquella che credo sia la semantica voglio che il mio disco trasmetta sioni che ha avuto sulla gente ottimismo. Un lieto fine è possidominante del momento. comune. Credo che Fantozzi sia bile, io sono qui a rappresentarlo. In questo periodo in cui la riuscito a illuminare una clasNella vita si può anche arrivare negatività e il pessimismo sono alla soglia dei quarant’anni sense culturalmente bassa, che si è consuetudine volevo fare resa conto di essere sfruttata. Ha za cambiare per colpa del tempo un disco leggero, divertente » creato quello che gli americani che passa, della società, dei comdefinirebbero awereness, noi la promessi, della vita adulta, di un chiamiamo “coscienza di classe”. matrimonio. Io ho tutto quello che una brava persona doQuesto conferma l’impressione che ho avuto ascoltan- vrebbe avere, eppure non sono una brava persona! do Meglio prima (?). E cioè che si tratta del tuo disco più A proposito di brave persone, Ancora in piedi è un pezzo politico. auto-celebrativo, ma ho come l’impressione che ne avresti Non credo sia un album politico. Casomai è un disco di fatto a meno. Non sono sicuro che il passaggio tra lo status satira. Quando faccio musica, sento la pulsione di andare di “debosciato” e quello di “serio” di cui sei protagonista contro quella che credo sia la semantica dominante del mo- ti convinca del tutto. mento. In questo periodo in cui la negatività e il pessimismo «Io e i miei amici, vite da neuro, di chi parte ribelle e si ritrosono consuetudine volevo fare un disco leggero, divertente. va a fare il serio». In quei versi c’è questa mia nuova condiHo scritto con il cuore aperto. Poi ci sono anche dei pezzi zione di cui sono il primo a meravigliarmi. Apri il giornale di storytelling, come Il mostro sei tu, dove in qualche modo e ti accorgi che quelli che credevi fossero i buoni, stando a la politica viene fuori. Ma, ripeto, c’è soprattutto satira e quanto ti dicevano da bambino, sono in realtà i cattivi. Lo
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LIVESTYLE J-Ax
Stato, il presidente del Consiglio, le istituzioni, la Polizia, sono loro i Nei pezzi parlo di “Crystal Ball” e di Cicciolina, robe di 20 anni fa debosciati. I politici fanno le orge, vanno a mignotte e poi tagliano le che i ragazzi di oggi manco conoscono. Però è vero che ogni disco pensioni. Mi rendo conto che possa sembrare qualunquismo, ma caz- attrae nuove generazioni. Mi sento fortunato, ma non so esattamente zo una volta ero io quello a cui non fregava niente di niente, l’edoni- perché accada. Forse perché parlo con il loro stesso linguaggio. Tanti sta puro. Ora mi ritrovo a pagare le tasse, a dare lavoro a un sacco di ragazzi mi prendono come lo zio pazzo, un adulto simpatico che li gente, a essere fedele alla mia donna e sono pure contento! Forse oggi capisce. è il modo in cui mi pongo, credo. Sono contento perché i in Italia essere ribelli significa diventare delle brave persone, oneste. giovani sono puri, non sono ancora stati inquinati da tutte le menate Io sono fatto così, pratico l’amore fedele e predico la liberalizzazione sulla musica e sullo stile. Sono grato soprattutto ai fratelli maggiori della marijuana. che passano i miei dischi ai fratelli minori. So che succede spesso. Restiamo sulla politica. Hai appoggiato il Movimento 5 Stelle Parliamo del sound di Meglio prima (?). C’è la ricercatezza di pezche in Beppe Grillo trova il suo altoparlante e ti sarai accorto che le zi come Ancora prima e Musica da rabbia e la disco tamarra di Era critiche al Movimento riguardano solo meglio prima e Domenica da coma. è la la persona di Grillo, non l’attività dei 5 “musica da autoscontri” (quella che i « Ogni mio disco attrae nuove Stelle. Sembra che in Italia non si possa puristi dei vari generi schifano) di cui generazioni. Forse perché parlo fare a meno di ridurre tutto al tifo pro o con il loro stesso linguaggio. Tanti mi parlavi qualche mese fa. La tua cifra contro un singolo individuo. stilistica definitiva? ragazzi mi prendono come lo zio è impossibile dirlo. Ultimamente sono In Italia alla fine è sempre tutto un derby, pazzo, un adulto simpatico che una partita di calcio. Noi contro di loro, andato sotto per il country e magari li capisce. è il modo in cui mi loro contro di noi. Persino nella musica! il prossimo disco lo suono tutto con il A volte si creano dissing (rivalità, nda) banjo! Io penso che la mia voce sia il pongo, credo » solo perché li pompano i fan o la gente denominatore comune del mio progetto che sta attorno agli artisti e che vuole creare antagonismi. Per riporta- artistico e che ormai il mio pubblico si sia abituato a sentire ecletticità re tutto al derby. Il paese è sempre spaccato al 50%, è una nostra pecu- nelle scelte delle strutture musicali. Ascolto tanta musica, non smetto liarità. Non succede solo nei macrosistemi ma anche nei condomini. col passare degli anni, sono un fanatico della musica pop ed è natuSpero che le nuove generazioni facciano crollare questo sistema. rale che ne resti influenzato. Per tutti questi motivi sarebbe naturale I giovani sono una larga fetta del tuo pubblico, mediamente han- pensare di cambiare in futuro. Per ora la sperimentazione è finita ma no una ventina e passa di anni in meno di te. Ti aspetti che capisca- prima o poi riprenderà. Meglio prima (?) è il mio album di rap’n’roll no e seguano le tue battaglie? definitivo, ho focalizzato ancora meglio certi concetti che non erano L’80% del mio pubblico è composto da ragazzi tra i 14 e i 25 anni, nel passati nei precedenti due album. rimanente 20% ci sono persone di ogni età. Anche molte coppie con Piaccia o no, la scena rap è l’unica novità nella musica italiana da bambini, che magari mi seguono da quando ho iniziato nel lontano un po’ di tempo a questa parte. Perché? 1993. Però io scrivo lasciando che la creatività fluisca libera, non pen- Se persino Sorrisi e Canzoni fa gli articoli sui rapper, significa che so a quello che accadrà quando la gente ascolterà il pezzo. Anche se abbiamo proprio spaccato (ride). Il motivo è semplice: c’è un grosdevo ammettere che dopo tanti anni è difficile lasciar parlare solo il so movimento sotto nonostante un’esposizione mediatica inferiore cuore, lasciando fuori il cervello. rispetto ad altre scene. Stiamo parlando della musica più ascoltata Mi sembra che la tua fan base viva un costante ricambio genera- oggi nel mondo. Il rap è ovunque, lo si sente in tante declinazioni zionale. E non è affatto scontato che accada. che è stupido ghettizzarlo. Dai Black Eyed Peas a Nas, le differenze Meglio prima (?) mi sta portando nuovo pubblico, non giovanissimo. di stile sono così marcate che praticamente col rap abbracci quasi tut-
LADISCOGRAFIA POST
ARTICOLO
Tutti i dischi di J-Ax dopo la separazione da Dj Jad.
2002 Domani smetto (Articolo 31 senza Dj Jad)
2006 Di sana pianta
2009 Rap’n’roll
2009 Deca dance
2010 C’eravamo tanto odiati (J-Ax & Neffa)
2011 Meglio prima (?)
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to l’universo musicale. In Italia la vecchia discografia ha fatto di tutto per remare contro questo fenomeno perché lo riteneva meno gestibile. Ma se il movimento parte dal basso non c’è sistema che tenga. J-Ax è ancora un rapper? Dopo alcune mie recenti collaborazioni con artisti rap, come Marracash e Club Dogo, qualcuno mi ha accusato di essere “tornato” dentro la scena per convenienza. Voglio ricordare due cose: innanzitutto non ho mai smesso di fare strofe. E poi sono stati loro a invitarmi, perché c’è stima reciproca. Ho accettato con lo stesso spirito che avevo quando ho lavorato con Pino Daniele. Mi ritengo un’artista che arriva dal rap, è la musicalità che riesco a seguire meglio con la voce, ma ho imparato a rappare su tanti generi diversi e quindi non mi sento di appartenere a nessun movimento. Ho coniato il termine “rap’n’roll” proprio per definire il mondo in cui mi muovo. Quello che faccio non rappresenta alcuna scena, ma il fatto che i rapper mi apprezzino è bello perché vengo da lì. Il tour comincia poco dopo l’uscita del disco. è la prima volta che parto così a ridosso della pubblicazione di un album. Anni fa facevo uscire il disco e poi passavo una marea di tempo tra televisioni, giornali e radio. Ma questo disco l’ho fatto per il mio pubblico, quindi la promozione deve essere giusto quella indispensabile e solo sui circuiti musicali. Sto cercando di volare al di sotto dei radar di certi meccanismi. Voglio far conoscere l’album a quelli che mi seguono, ai più stretti, e preferisco che funzioni nel mio network, non voglio dover dipendere da terzi. Che tipo di spettacolo porterai dal vivo? Porterò un update di quello che ho fatto in passato, come penso farò da qui all’infinito. Il mio palco è composto dai musicisti più i visual, di cui ci siamo occupati io, Space One e mio fratello (Grido, nda). Era così anche in passato, ma stavolta ci sarà uno schermo più bello e invece delle proiezioni avrò un led gigantesco. Palco ridisegnato, luci più belle, impianto migliore, rap’n’roll più forte! E il solito J-Ax. Non mi voglio perdere in teatralità, mi concentro sulle due ore e passa di concerto. Ormai il mio repertorio è ampio e se scontento il pubblico… sono cazzi! Del passato remoto recupero poco, giusto qualche pezzo di Domani smetto, che era un disco solista anche se portava ancora il nome degli Articolo 31. Sei in una condizione invidiabile, in quanto a libertà artistica. La mia storia è atipica. A un certo punto era stata decretata la mia fine da quei cinque o sei personaggi che contano nella musica italiana. Se loro decidono che hai rotto le palle non ti fanno più passare i pezzi. è successo ai tempi del debutto solista e ho dovuto trovare nuove strade per farmi ascoltare: Internet e i canali musicali. Mi sono allontanato dal pubblico mainstream, quello da Modà tanto per intenderci, che ascolta solo certe radio e guarda solo certe televisioni. Non voglio dire che i Modà non meritino, ma qui si parla di una spaccatura culturale. Io per fortuna sono riuscito a trovare una risposta anche dall’altra parte. Adesso sono tornato lì grazie al successo di Rap’n’roll e Decadance. Però stavolta so da dove arrivo e dove sono nell’immaginario collettivo del pubblico. Ho i numeri ma nello stesso tempo non sono ingabbiato dalle logiche commerciali perché ho costruito una mia strada. Quindi, alla fine, non era meglio prima.
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Alessandro Aleotti è nato a Milano il 5 agosto del 1972. Il nome J-Ax è una abbreviazione del nick con cui si faceva chiamare da giovanissimo: Joker Alex
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Dipende, per certe cose sì per altre no. Il tema del nuovo disco è questo. Quando capisci con quanta forza la mano nemica vuole farti fuori e vedi che non solo tieni botta, ma anzi reagisci, è una grande soddisfazione. Penso a questi ragazzi che vengono ai miei concerti e che hanno 20 anni. Si ricordano di J-Ax da sempre, praticamente come Gianni Morandi per me quando ero bambino. Adesso per i ragazzini non c’è più Gianni Morandi, c’è J-Ax.
Il primo a passare un pezzo di J-Ax Tocca qui, dal primo album degli Articolo 31, Strade di città) è stato Albertino, su Radio Deejay. I due oggi sono molto amici.
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La collaborazione tra Pino Daniele e J-Ax è nata su per merito di Ax che chiese a Pino un featuring. Daniele rispose chiedendo al rapper di cantare prima per lui…
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« Ai tempi del debutto solista, qualcuno pensava che J-Ax avesse rotto le palle. I miei pezzi non passavano più e così ho dovuto trovare nuove strade per farmi ascoltare: Internet e i canali musicali »
Nel 1998, J-Ax ha pubblicato l’autobiografia I pensieri di nessuno. Il libro racconta gli albori degli Articolo 31 e il rapporto che ha lo stesso Ax con il successo.
E
Prima di incidere C’eravamo tanto odiati sotto il nome “Due di picche”, tra J-Ax e Neffa non scorreva buon sangue. Il titolo del disco è piuttosto chiaro…
LIVESTYLE I biglietti del tour dei Negramaro sono in vendita presso i negozi Fnac!
Negramaro
Libertà, collettivo e rock’n’roll Part #1
Il tour dei Negramaro è il più importante appuntamento live di questo autunno. Piaccia o no, nessuno farà i numeri dei salentini. I concerti, tra ottobre e novembre, sono 23 (più la data zero), molti dei quali sold out. A qualche settimana dalla partenza, abbiamo raggiunto telefonicamente Giuliano Sangiorgi. Dalla stalla che i Negramaro hanno adibito a sala prove, ci ha parlato del rapporto con il pubblico, delle scelte artistiche e di questa Italia malata che non riesce a smettere di amare. Tutto nel segno della libertà e dell’importanza del collettivo. Ecco la prima parte del nostro viaggio dentro il mondo dei Negramaro (la seconda sul numero di novembre). di Daniele Salomone - Foto: Francesco Prandoni
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LIVESTYLE Negramaro
01/10 Pesaro, 04-05-07/10 Roma... Il calendario completo del tour dei Negramaro su onstageweb.com
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giudicare dal numero di date del tour, la pausa forzata dovuta al tuo infortunio non vi ha minimamente danneggiato. Questo significa che il legame tra i Negramaro e il pubblico è diventato qualcosa d’importante. Ve lo aspettavate? Non è la prima volta che la gente conferma l’affetto nei nostri confronti. E credo non sia un caso, anche se naturalmente continuiamo a stupirci. Credo che in questi anni il pubblico abbia capito che di noi si può fidare. Perché ha colto la nostra sincerità, nella musica e in tutto il resto. Penso a come abbiamo gestito il mio piccolo infortunio. Potevamo limitarci a un comunicato stampa, affrontando la questione in modo freddo e distaccato, ma non ce la sentivamo. Meglio parlare direttamente alle persone, per questo ho scritto di mio pugno delle righe che sono apparse sul nostro sito internet, volevo spiegare cosa stava accadendo. Nel tempo abbiamo costruito un rapporto di fiducia basato sull’onesta e questo credo renda i Negramaro un gruppo solido, che non crolla per un singolo episodio sfortunato. Siete cresciuti insieme, voi e il vostro pubblico intendo, migliorando l’intesa proprio con i concerti, che poi sono il momento in cui realmente c’è contatto. è come quando fai un percorso con un’altra persona e affronti insieme varie fasi della vita. Si crea un legame molto solido, quasi indistruttibile, basato sulla fiducia. Noi abbiamo messo tutto quello che potevamo nella dimensione live, che poi è la misura in cui l’umanità, nostra e del pubblico, viene fuori. Gli spettacoli dal vivo sono il miglior investimento per una band. Un disco mediocre si può anche perdonare, un concerto brutto è più difficile da dimenticare. è così. Per questo abbiamo sempre cercato di portare in scena la verità, la nostra vita. Questo non è il Grande Fratello, noi sul palco siamo quello che siamo nella vita. Però un artista non deve mai sedersi, deve ripartire da zero e riconquistarsi ogni volta il rispetto della gente. Non arrivi mai, riparti sempre. Forse il nostro segreto è che diamo alla gente quello che noi stessi ci aspettiamo dagli artisti quando vestiamo i panni dei fan. E poi credo ci aiuti molto il fatto di essere un gruppo numeroso, composto da sei elementi. Perché nelle nostre discussioni emergono fino a sei punti di vista differenti e quando democraticamente arriviamo a prendere delle decisioni, queste sono il frutto
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di un pensiero ampio, articolato e quindi più critico. Credo sia il nostro punto di forza principale. Questa democrazia interna non corre il rischio di rendere ogni decisione macchinosa? Non vi rallenta? Non è un problema. Per noi è sempre stato fondamentale avere il tempo necessario per pensare bene a quello che vogliamo fare e realizzare le nostre idee. Penso a Casa 69. Viviamo un momento in cui i dischi si fanno in tre mesi, noi ci siamo presi molto più tempo perché avevamo la necessità di dire cose diverse e quindi dovevamo mettere a fuoco le nostre esigenze. Il disco è ancora oggi in classifi-
ca, direi che abbiamo fatto bene. Qualche mese fa ci hai parlato di uno spettacolo diverso rispetto al passato, di cui abbiamo avuto un’anteprima all’Heineken Jammin’ Festival. Cosa c’è di nuovo? Fondamentalmente abbiamo una parte dello staff nuova di zecca. Ci sono molti dei professionisti con cui lavoriamo da tempo, del resto squadra che vince non si cambia, però abbiamo inserito persone che si occupano dell’aspetto visivo. C’è un nuovo light engineer che viene da Londra e ha lavorato con i Placebo e moltissimi altri grandi artisti. In più abbiamo dei visual maker che hanno collaborato
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con gruppi come Offspring e Radiohead. Anche grazie a loro abbiamo ideato e metteremo in scena un live che ha la struttura di un film. Ci piace fare degli spettacoli che siano dei concept, come si fa con i dischi, perché l’idea del concerto come un jukebox non ci appartiene, lo spettacolo è tale se ha qualcosa da dire. Produttore canadese per il disco, staff inglese per il tour. Mi sembra che sia in corso una sorta d’internazionalizzazione dei Negramaro. Oltre alla suggestione, cosa vi sta dando questa espansione di orizzonti? Non abbiamo mire espansionistiche, cerchiamo solo di
andare oltre quello che abbiamo già fatto. Confrontarsi con nuove persone, atmosfere diverse, posti e realtà sconosciute, ti fa crescere. La conoscenza espande lo spazio in cui si muove il pensiero. Lavoriamo con persone come David Bottrill (il produttore di Casa 69, nda) o i visual maker inglesi del tour, non per gusto esterofilo, ma per coinvolgere uno sguardo obiettivo su quello che facciamo. Questi sono professionisti abituati a lavorare con grandi artisti internazionali e se facciamo una cosa che fa schifo loro ce lo dicono. Vai a fare il disco in America non perché così ti senti un figo, ma perché significa ripartire da zero. è come
« In scena portiamo la verità, la nostra vita. Questo non è il Grande Fratello, noi sul palco siamo quello che siamo nella vita. Un artista non deve mai sedersi, deve ripartire da zero e riconquistarsi ogni volta il rispetto della gente »
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Giuliano & friends Elisa
Dopo il successo di Ti vorrei sollevare (Heart, sesto album di Elisa) Giuliano è tornato a collaborare con la cantante per Basta così, terzo singolo di Casa 69.
Planet Funk
Nel nuovo album The Great Shaker, i Planet Funk hanno voluto Sangiorgi per il singolo Ora il mondo è perfetto. Una nuova sfida a base electro-rock-dance.
Jovanotti
Nota la collaborazione tra Giuliano e Lorenzo: cominciato con Sangiorgi nel brano di Jovanotti, Safari e proseguita con Cade la pioggia.
Dolores O’Riordan
Senza Fiato è stata scritta da Giuliano in collaborazione con Dolores O’Riordan, sulle musiche di Paolo Buonvino, per il film Cemento armato di Marco Martani.
Mattafix
Doppia collaborazione Mattafix - Negramaro: dopo aver aperto il concerto di San Siro, i Mattafix hanno inciso In Your Eyes (La finestra).
GIULIANO THE VOICE A causa dell’infortunio alle corde vocali di cui è stato vittima Giuliano Sangiorgi, i Negramaro hanno dovuto posticipare a questo autunno il tour inizialmente programmato in primavera. Il referto medico parlava di “lesioni di contatto”, il tipico danno che si riscontra nei cantanti lirici.
ritornare agli albori, quando non ci conosceva nessuno, non c’è scena che tenga. Il punto non è usare l’amplifica- un lato mi rafforza ma dall’altro mi mortifica. Mi rafforza ci mettiamo in gioco con qualcuno che non ha nulla a che tore più vintage per una questione di stile, noi vogliamo perché mi aiuta a conservare lo stupore, continuo a meravedere con il giudizio distorto che la popolarità e il suc- solo mettere la vita dentro la nostra musica. Forse quello vigliarmi per l’affetto della gente. Però se andando avanti cesso rischiano di portarti. che l’underground italiano non perdona è il fatto di arri- torni indietro in qualche modo perdi l’orientamento. Sono è un gesto di grande umiltà. Potevate farne a meno. vare in un mainstream che oggi è contaminato da progetti molto insicuro, e più la mia conoscenza aumenta più ho Ma se fai musica veramente, se lo fai come fosse una ne- studiati a tavolino che non hanno niente a che vedere con paura di quello che non conosco. cessità fisica oltre che intellettuale, come puoi agire di- la cantina da cui siamo partiti noi. Che poi è quella in cui Casa 69 parla dell’importanza del collettivo. La vera versamente? Come può un artista non mettersi sempre in stiamo provando e da cui ti sto parlando ora. forza è “noi”, non “io”. Quando avete sentito l’esigenza discussione? L’artista ha bisogno di tornare indietro per Davvero provate in una cantina? di affrontare il tema? è successo qualcosa in particolare crescere nuovamente. Gli obiettivi da raggiungere devono Sì! Anzi, più che una cantina è una stalla. Noi viviamo in oppure è frutto di un puzzle di esperienze? essere in realtà punti di partenza per allargare nuovamen- una comune, non abbiamo cambiato un cazzo della no- In realtà, come sempre, quello che viene fuori nelle canzote i propri orizzonti. Se i Negramaro fossero un progetto stra vita. Siamo contento di quello che facciamo e di come ni dei Negramaro lo capiamo dopo. Ci siamo accorti pian studiato a tavolino, ci saremmo potuti fermare e ripetere veniamo considerati dagli amici che magari navigano in piano che i pezzi prendevano una direzione comune, c’era Tre minuti all’infinito. E invece abbiamo voglia di metterci un circuito diverso da quello in cui stiamo noi. Ci rispet- una sorte di diffuso inno alla collettività, alla casa. L’esemin gioco, più cresciamo e più lo vogliamo. tiamo. Credo che i Negramaro vadano rispettati perché pio che ci viene della società è diverso, ti fanno credere A proposito di crescita, i Negramaro partono dall’un- hanno messo davanti a tutto la libertà artistica. è il primo che puoi fare tutto da solo, tanto puoi avere ogni cosa a derground e arrivano al mainstream. Una portata di mano. Ci viene imposto un modello parte del pubblico non ve lo ha perdonato. « Il successo non ha cambiato un cazzo della nostra di “iLife” totalmente “I”. è come se ci stessero C’è un problema di snobismo in Italia tra chi proponendo un modo di vivere liberale che in vita. Credo che i Negramaro vadano rispettati si autodetermina “colto” musicalmente parrealtà manca di libertà. Ma come può essere liperché hanno messo davanti a tutto la libertà lando? Sembra che in questo paese arrivare bera una persona chiusa in una stanza? artistica. è il primo punto del contratto al grande pubblico sia una colpa e non un E i social network? che abbiamo firmato » merito. Io li utilizzo, ma il fatto che siano loro a utiMi auguro che tutto l’underground italiano lizzare noi è paradossale. Stiamo creando delle possa avere la fortuna che abbiamo avuto noi. Il problema punto del contratto che abbiamo firmato. grandi e agiate solitudini, altro che libertà. Non avere biè che si confonde il pop con qualcosa di poco autentico. è Proprio quest’anno è il decennale dei Negramaro. C’è sogno delle altre persone perché in casa propria si ha tutto sbagliato perché nel mondo la parola “pop” significa po- qualcosa che ancora ti condiziona? Forse il successo? è sbagliato, far passare il messaggio che le persone possopular, popolare. I Muse sono pop, i Radiohead sono pop, C’è stato un momento in cui della popolarità ho avuto no tutto senza l’aiuto e la solidarietà delle altre persone è perché vendono milioni di copie. I Sonic Youth sono pop paura. Mi sono chiuso dentro una specie di castello e ho sbagliato. Facci caso, non c’è mai un “we”, noi, c’è sempre perché hanno raggiunto un pubblico vastissimo e non subito la pressione. Poi ho pensato che da questo castello e solo “I”, io, perchè si vuole stimolare un bisogno indiper questo hanno mai sacrificato qualcosa della propria in qualche modo dovevo uscire e ho ricominciato a fare viduale sfrenato. Ma la libertà è condivisione, altrimenti è arte. Ora, con le debite distanze, credo che valga anche le mie cose, a non temere più il successo. La cosa che mi solitudine disperata. Possibile che le persone si stupiscaper i Negramaro. L’importante è la libertà di espressione. condiziona è la mancanza di autostima. Più vado avanti no del fatto che i Negramaro vivono insieme? Casa 69 è un Quando un artista è libero di dire e fare quello che vuole, e più torno indietro da questo punto. è una cosa che da esempio di convivenza e libertà.
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TROVA L’ERRORE Nella foto qui a fianco, scattata al Parco San Giuliano di Mestre (VE) lo scorso 10 giugno, la scaletta del concerto dei Negramaro all’Heineken Jammin’ Festival. C’è un piccolo errore nel titolo di un brano. Il più classico dei “refusi” di cui solitamente sono pieni i giornali.
L’Italia in particolare è gravemente ammalata di culto maniera? Lo ripeto, solo la collettività ci può salvare. Io che si debba ricominciare a coltivare la necessità del prosdell’io. Credo che questo spieghi molto degli ultimi 20 mi auguro che cambi e cambierà perché siamo un popolo simo. Ritorniamo nei centri storici a bere una birra insieanni e non solo. stupendo, con una storia meravigliosa. me. Sembra banale, ma io credo che da questo si possa Ricordo cosa diceva mio nonno. Dopo la guerra, tutti si Mi sono sempre chiesto come mai il sud Italia, che partire per cambiare le cose. volevano un gran bene e si aiutavano per risollevarsi in- pure ha nelle proprie radici il concetto di collettività, Sei deluso dall’Italia? sieme. L’Italia era un posto fantastico dove si poteva cre- di condivisione, sia così attratto dalla forza, o presunta Io amo questo paese. Viaggiamo tanto e ogni volta che scere perché c’era unione, la voglia di rialzarsi portava tale, dell’individuo. Le regioni del sud sono la roccafor- torno in Italia sento di amare la mia terra sempre di più. condivisione. Le cose sono cambiate quando qualcuno te di Berlusconi. Mi piace da morire, è un paese che riflette la sua storia, la ha cominciato a volersi alzare più degli altri. grandezza del suo passato. I partiti non c’enCredo che il problema oggi sia proprio il cultrano niente e non contano niente. Dipende da « La bussola è impazzita, la gente è confusa. to della persona che si è fatta sola. Ora, è giunoi. Non è un problema di partiti o di chi governa. sto che si esaltino le imprese individuali, ma Chiudiamo con la musica. è passato abbaCredo che si debba ricominciare a coltivare dobbiamo ritornare alla collettività, dobbiamo stanza tempo dalla pubblicazione di Casa 69 la necessità del prossimo. Ritorniamo nei centri ripartire da questo. Il nostro dramma è che siaper chiederti se state già lavorando a qualcosa storici a bere una birra insieme » mo poco uniti, non reagiamo insieme neanche di nuovo. davanti ai problemi. Mettiamo da parte banIn questi mesi ho scritto tantissimo, non diere e appartenenze e prendiamoci per mano. Io credo che il sud abbia bisogno di mezzi e forse questa mi sono mai fermato. Abbiamo nuove canzoni e siamo Ma l’Italia berlusconiana e postberlusconiana sarà necessità gli fa compiere degli errori. Credo che l’orien- già ai provini. Mentre prepariamo il tour ci prendiamai pronta a questo? tamento, a prescindere da quello politico, sia ciò che più mo anche qualche pausa per incidere i demo. Figo, no? Abbiamo il primo partito del paese che è stato fondato da dobbiamo ritrovare in Italia, al sud come al nord. La bus- I Negramaro sono una band che lavora sodo. Scrivere un uomo e che esiste solo perché esiste questa persona. sola è impazzita, la gente è confusa ovunque. Non è ne- e suonare è la cosa più bella che possiamo fare. Il culto di Berlusconi è grave a prescindere dal fatto che anche un problema di partiti o di chi governa e chi sta E finché avremo cose da dire, nessuno ci chiuderà la sia Berlusconi. Ma come si può andare avanti in questa all’opposizione. Non spetta a me dare soluzioni, ma credo bocca.
SAN SIRO LIVE Fino a oggi i Negramaro hanno pubblicato un solo disco dal vivo, San Siro Live. Registrato durante l’indimenticabile concerto del 31 maggio 2008 nel tempio del calcio milanese, l’album è uscito in versione cofanetto (cd+dvd). Oltre ai brani dello show, San Siro Live contiene 4 inediti, tra cui la cover di Meraviglioso di Domenico Modugno.
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03/10 Milano, 05/10 Parma, 06/10 Brescia... Il calendario completo del tour dei Modà su onstageweb.com
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Sono stati nominati nella categoria Best Italian Act ai prossimi Mtv Europe Music Awards 2011 di Belfast, dopo che Viva i romantici è diventato disco di diamante con 300.000 copie vendute. Un bel traguardo per una band che nel 2007 si è sciolta e ha rischiato di non suonare più. Con il sudore i Modà si sono ritrovati, uscendo dal buio con tanti sacrifici e tante delusioni, e da quel momento che ha ispirato la loro hit numero uno: La notte. Ora, arrivano al Forum di Milano per la prima data di una tournèe che li vedrà impegnati in tutta Italia, prima del grande sogno europeo. di Marcello Marabotti
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osa dobbiamo aspettarci da “Viva i romantici Tour”? Kekko: Il tour non avrà grandi novità, sarà identico per tutta la durata delle date e anche la scaletta sarà la stessa a quella di quest’estate: è un tour bello rodato. Alla fine del tour estivo ci siamo riposati, ci siamo presi un periodo di riposo in cui non abbiamo pensato a nessuna variazione, a parte qualche medley. Però, ci saranno delle sorprese, che è meglio non svelare, e per la data del Forum ci sarà una canzone particolare, un brano inedito per un mio amico che è morto ad agosto. Il Forum è una grande cornice, un palco importante. Vi esalta o vi spaventa? K: Siamo molto emozionati, però siamo consapevoli che non siamo una band che arriva al Forum per il primo concerto della propria carriera, ci arriviamo dopo tantissimi concerti: la cornice in particolare dà un’emozione particolare, anche perché essendo di Milano e periferia, tutte le volte che ci siamo passati davanti abbiamo sempre pensato “chissà quando e se ci suoneremo anche noi un giorno”. Quindi, adesso che questo sogno si sta avverando, la sensazione è fantastica, oltretutto sapendo che la data è sold out. L’adrenalina ti carica, però bisogna andare sul palco cercando di fare quello che abbiamo sempre fatto: divertirci e suonare. La vostra storia nasce dopo un’intensa attività live, nella quale siete stati notati da un produttore artistico. Sembra un film. Come è andata veramente? K: Realmente è andata che durante uno dei nostri concerti in un locale, l’Indian Saloon di Bresso - uno dei pochi locali che dava la possibilità alle giovani band di farsi ascoltare e ora non c’è più - la sera del 22 novembre 2003, un direttore artistico Rai, Marco Sfratato era lì a bere una birra. Ha visto il nostro
« Ci saranno delle sorprese, che è meglio non svelare, e per la data del Forum ci sarà una canzone particolare »
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concerto, si è appassionato ai Modà e ci ha portato in Rai, a una trasmissione benefica, senza prometterci nulla: avevamo l’occasione di suonare un nostro pezzo, sperando di farci sentire da qualcuno. Per nostra fortuna, un’etichetta ci ha notati durante quell’esibizione. Com’è stato il passaggio da quel momento al Forum? K: Sono stati tantissimi passaggi, cinque dischi, tanti sacrifici e tante delusioni, ci sono stati momenti tragici a tal punto che i Modà si erano pure sciolti nel 2007 per poi rimettersi insieme nel 2008 con due nuovi membri, Claudio ed Enrico. La carriera non è andata sempre benissimo, ma abbiamo fatto piccoli passi tutti in avanti, e questo ci ha portato con il tempo ad avere l’occasione di conoscere Lorenzo Suraci, il nostro manager, la nostra prima vera grande speranza. Ci ha permesso con i suoi mezzi, le sue forze e la sua faccia di entrare in questo sogno magico che ci sta facendo raccogliere un sacco di soddisfazioni. C’è stato un momento in cui avete pensato di non suonare più insieme una volta sciolti? Diego: Abbiamo fatto due mesi di solitudine per capire un po’ come affrontare questa cosa, poi ci siamo trovati io, Kekko e Stefano; abbiamo convinto Kekko perché non valeva la pena buttare via tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento, quindi abbiamo deciso di andare avanti e tra amici abbiamo fatto delle audizioni per trovare i due nuovi membri. Alla fine quelli che ci sembravano più idonei, soprattutto dal punto di vista umano e per capacità artistiche, sono venuti con noi: Claudio ed Enrico. Durante la vostra esibizione a Sanremo, Kekko ha chiuso la canzone dicendo: “owl with glasses” (gufo con gli occhiali). So che c’entra la Gialappa’s, ma come è nato questo sketch? Kekko: Marco, Carlo e Giorgio (la Gialappa’s) sono dei geni. La storia del “Gufo con gli occhiali” è stata una loro proposta in cui chi aveva più coraggio di mettere la spilla con il gufo durante l’esibizione e alla fine dire “Owl with glasses” veniva preso in giro il meno possibile. Quindi, siccome già in troppi parlavano di noi, ci siamo detti: «Al-
GLI AMICI DEI “GUERRIERI”
Da Emma ad Alessandro Amoroso, Kekko e compagni hanno ‘regalato’ molte canzoni ai loro colleghi, diventati poi compagni di viaggio, riferimenti artistici, amici.
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rima della partecipazione a Sanremo 2011, Kekko, in collaborazione con Orazio Grillo, scrive A me piace così, un pezzo che, vista la voce di Emma, sembra perfetto per la cantante. Estratto come secondo singolo dal suo album A me piace così, la canzone segue Per sempre, il primo brano di Emma scritto da Kekko. Molte altre sono state le volte in cui artisti hanno cantato le canzoni scritte per loro dai Modà. Alessandra Amoroso ha interpretato Urlo e non mi senti, estratto come
singolo dal suo secondo album, Il mondo in un secondo. Il brano è stato scritto da Kekko e Enrico Zapparoli e prodotto da Pino Perris, e nasce dall’incontro avvenuto in occasione dei Wind Music Awards 2010, momento in cui Kekko le ha offerto la canzone. Il brano è presente anche in versione live nell’album dei Modà Viva i romantici. Anche il vincitore dell’edizione 2011 di Amici di Maria De Filippi, Virginio, ha cantato un brano della band: A maggio cambio.
meno la Gialappa’s facciamola parlare bene». buio ti protegge da tutto, dalle malelingue, dalle persone La notte è una canzone scritta di getto nella quale la che parlano male, che ti danno per finito, ma non solo, notte, appunto, è descritta come un rifugio, «una donna perché parla anche d’amore. In quei momenti di malincomisteriosa, tenebrosa, sensuale e pericolosa che all’im- nia ti manca tutto, non soltanto le soddisfazioni lavoratiprovviso diventa l’unico ve, anche l’amore. L’avevo conforto e non come te che « Essendo tutti di Milano e periferia, arrangiata in un modo toinvece hai cancellato in un talmente diverso: i ritortutte le volte che siamo passati momento tutto quanto». nelli erano praticamente davanti al Forum abbiamo sempre Cosa è successo mentre la un lento, senza batteria, pensato “chissà quando e se ci scrivevi? solo violini e voce, mentre suoneremo anche noi un giorno” » K: La notte è nata in un le strofe erano più veloci. momento veramente duro, Lì c’è stata la grande caperché nel 2008 ci siamo sciolti e poi rimessi insieme. Il pacità di Chicco Palmosi, l’arrangiatore dei nostri cinque 2009 è stato un anno terribile, perché abbiamo fatto una dischi, che l’ha presa e l’ha ribaltata su un’intuizione di sola data della tournée estiva, non c’era richiesta: “mo- Orazio Grillo. Da lì, è diventata una hit. rivamo di fame” perché non si lavorava, la nostra casa Molti vi hanno accostato ai Negramaro e a Le Vibradiscografica era appena fallita, in quel momento avevamo zioni: cosa pensate di questi paragoni? appena incontrato Ultrasuoni ma la cosa era appena par- K: Il fatto di essere accostati a loro è anche un motivo di tita. Mi sono trovato a scrivere La notte di getto, perché il vanto, ma deve essere chiaro che noi non copiamo nessu-
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DISCHI La discografia completa dei Modà.
2003 Via d’uscita Include il singolo Favola. Il brano Quello che meriti verrà adattato nel disco successivo.
2004 Ti amo veramente La band si affida a Francesco Silvestre (Kekko) per la composizione dei testi e delle musiche.
no e non ci ispiriamo a loro. Facciamo un genere che si assomiglia, per Ci sono un sacco di fenomeni, soprattutto all’estero che magari sono forza di cose, ma noi siamo un band pop, non rock come loro. Queste nati attraverso YouTube e il web in generale. Quindi anche noi, che voci sono dovute al fatto che siamo arrivati dopo al successo. Ripeto, abbiamo la grande fortuna di aver trovato una casa discografica che per me questo è un complimento, ma deve essere chiaro che io non mi ci dà la possibilità di passare in radio e vederci in tivù, continuiamo ispiro né ai Negramaro né alle Vibrazioni, perché credo non abbiano a sfruttare questi canali che sono potentissimi. Ad esempio, il nostro inventato niente, la musica c’era già molto prima. canale YouTube è il 7° più visto in Italia. Quali sono quindi i vostri riferimenti? Nonostante il vostro successo, da anni fate una data estiva a CasK: La musica è sempre meglio tirarla fuori da dentro, perché è meglio sina de Pecchi, il vostro punto di partenza, la vostra realtà. Come è essere se stessi che la brutta copia di qualcun altro. Ognuno di noi ha nata questa scelta di rimanere attaccati alle origini? degli idoli, io al forum ho visto i Coldplay, i Muse, ho visto Alessandra K: Quello di Cassina de Pecchi è un concerto che faccio fin da quando Amoroso a cui voglio molto bene e mi piace un sacco, ma ascoltiamo ero piccolo. Suonavo negli oratori, alla festa del paese, in tutti i generi di tutto, da De Gregori e De Andrè, ma c’è anche chi va dalla fusion di manifestazione. Poi negli anni, con i Modà, nonostante la nostra all’elettronica o al metal, come Diego. crescita mediatica e musicale, abbiamo continuato a farlo. L’ultimo Avete scritto anche brani per altri cantanti, come Emma Marrone si è svolto lo scorso settembre; quest’anno, purtroppo, grazie a una o Alessandra Amoroso. Come sono tournée così serrata tra estate e invernate queste collaborazioni? no non ce l’abbiamno fatta. Ci auguria« Mi sono trovato a scrivere La notte K: Con Alessandra Amoroso è succesmo comunque di tornare al più presto, di getto, perché il buio ti protegge so quasi per caso, l’ho incontrata io, ed perché a Cassina de Pecchi abbiamo da tutto, dalle malelingue, dalle è stata una situazione particolare: non suonato ovunque: dal campetto sporpersone che parlano male, che ti guardando molta tv e i talent show, tivo di fronte al discount, alla metrodanno per finito » non avevo presente la sua faccia, ma, politana, nel cinema, al pub Gulliver. al contrario, la sua voce ben impressa, Il mio sogno è di suonare prima o poi perché la sentivo alla radio. Un giorno ai Wind Music Award, il no- nello stadio comunale, dove giocavo quando ero piccolo. Mi piacerebstro assistente Fabio l’ha vista e sono andato a presentarmi. Ci siamo be un giorno fare una data lì, ma chissà se succederà mai, ormai certe conosciuti e le ho chiesto se voleva cantare una canzone dei Modà, decisioni non posso più prenderle io, esprimo dei desideri e chi sta scoprendo che era una nostra fan. Le abbiamo dato la canzone che sopra di me può decidere se realizzarli o meno. abbiamo scritto io e Enrico Zapparoli, Urlo e non ti sento. Mentre con Siete stati nominati come Best European Act per gli MTV Ema 2011, Emma è nata una collaborazione per Sanremo, ci siamo conosciuti, e che si terranno il 6 novembre a Belfast. Cosa vi aspettate? ci è piaciuta molto perché ricordava la mia voce al femminile ed è nata Diego: Io spero di andare a Belfast, anche grazie a un grande seguito questa idea di andare al festival insieme. È andata bene, è stata una che ci ha supportato tanto prima di arrivare ad Ultrasuoni. Non si sa collaborazione bellissima che ci ha dato grande soddisfazione, arric- mai, no? Sarebbe bello. (sorride) chendoci a livello professionale, umano. È veramente forte. Per presentare i vostri lavori utilizzate molto i canali internet: è Una carriera che sembra un film. Cinque ragazzi legati alle origini fondamentale oggi la tecnologia? Meglio YouTube o iTunes? che sognano il grande palco internazionale passando per i sold out K: Il web va sfruttato, è un canale fondamentale per le band emer- del tour che sta per iniziare. Se si può sognare sognando, votateli, e genti in un momento come questo di crisi per l’industria discografica. Belfast non sarà poi così lontana.
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2006 Quello che non ti ho detto Il disco è anticipato dall’uscita, nel giugno 2006, del singolo Quello che non ti ho detto (Scusami).
2008 Sala d’attesa Segna l’addio di due componenti della band: se ne vanno il chitarrista Tino e il batterista Manuel Signoretto.
2011 Viva i romantici Esce in concomitanza con la partecipazione a Sanremo 2011, dove i Modà portano Arriverà.
LIVESTYLE I biglietti del tour di Bruno Mars sono in vendita presso i negozi Fnac!
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Il figlio del RE Prima come autore di canzoni per altri e, poi, come artista solista: la carriera del giovane cantante americano non conoscee soste e lo ha portato in breve tempo in cima alle classifiche di mezzo mondo. Il piccolo Elvis, come è stato definito, sta per arrivare anche in Italia per una data. di Stefano Gilardino
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Bruno Mars
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n predestinato Bruno Mars, nato Peter La strada tracciata dall’apparizione del Re porta il gio- ri concentrandosi maggiormente sulla scrittura prima Gene Hernandez a Honolulu ventisei anni vane musicista per la prima volta a Los Angeles, subito ancora che sulla presenza scenica. Un percorso simile a fa. Uno di quelli che già in tenera età si tro- dopo il diploma, dove si esibisce spesso in piccoli locali, quello che ha consacrato un’altra giovane star, Jason De va perfettamente a proprio agio su un pal- affinando le doti vocali e un primo repertorio personale Rulo, anche lui bambino prodigio trasformatosi da auco, con una chitarra a tracolla e un microfono in mano, e conquistando qualche fan grazie ad alcune cover az- tore per conto terzi a star di prima grandezza. Dopo abilità ereditata da una famiglia composta da musicisti zeccate che, di quando in quando, riaffiorano persino nei essere stato scaricato dalla Motown Mars non si dilettanti. Il soprannome Bruno gli arriva direttamente suoi concerti attuali: «Uno dei nostri punti di forza era deprime e cerca di indirizzare la carriera verso altri lidi: dal padre, vista la sua somiglianza con il pingue lottato- un mash up tra Smells Like Teen Spirits e Billie Jean, fun- «È stata la lezione più importante della mia vita, mi re di wrestling Bruno Sammartino, nato in Abruzzo ma zionava molto bene, al punto che qualche volta mi capita ha riportato coi piedi per terra, insegnandomi cosa diventato celebre negli States negli anni Sessanta, fino a ancora di suonarla dal vivo. Poi facevamo Seven Nation serve realmente per fare breccia in questo business. trasformarsi in una figura leggendaria. Il piccolo Bruno, Army, Money e molti altri classici, sia vecchi che nuovi». Quando ho firmato con la Motown ho pensato di essere però, predilige nettamente il canto e questa sua passione sul tetto del mondo, che il successo fosse lì a portata di lo porta addirittura a recitare nel 1990 nel film Honeymo- IL SUONO DELLA GIOVANE AMERICA mano solo in virtù della fama di quell’etichetta. A 18 anni on In Vegas, in cui interpreta la parte di un piccolo imita- Pare quasi un sogno che si realizza quello di Bruno Mars, però non capisci niente, sei troppo giovane e così quando tore di Elvis Presley. È la rivelazione definitiva, come di- quando la Motown, la più importante etichetta al mon- mi sono trovato senza contratto mi sono detto che da lì in chiara lo stesso Mars qualche tempo più tardi: «Era una do di soul e r’n’b (bastano nomi come Stevie Wonder, avanti avrei fatto le cose a modo mio». star, quella è la cosa che mi affascina di più Niente di meglio che avviare una prolidi Elvis. Sono soprattutto fan di quello giofica collaborazione con il bel mondo della « Pochi sanno che alle Hawaii il reggae è molto vane degli anni 50, quando saliva sul palco seguito. Io stesso, da ragazzo, ho suonato in una band musica pop in qualità di ghostwriter, con e dava la sensazione di avere un controllo un team di produzione denominato The di quel genere e quindi mi viene naturale comporre assoluto su tutto ciò che lo circondava. Quel Smeezingtons, professione che Mars didella canzoni con quel ritmo e quel mood » tipo di carisma che hanno anche Prince, Mimostra di saper gestire piuttosto bene, chael Jackson e James Brown, tanto per fare trasformandosi ben presto in un autore un esempio. Mi ricordo un filmato di Elvis all’Ed Sulli- Temptations, Marvin Gaye e Four Tops?), lo mette sotto ricercato da chi pensa di aver bisogno di un pezzo che van mentre canta Hound Dog e a un certo punto rallenta contratto, mostrando di aver intuito il potenziale insito scali le classifiche. Alla sua porta bussano Sean Kingston, il pezzo, dando la sensazione di improvvisare. Guarda nel ragazzo di Honolulu. Sarà uno dei periodi peggiori Adam Levine, Travis McCoy, Matisyahu, Sugababes, Flo verso le ragazze del pubblico che sono in delirio e le della sua pur breve carriera, che non darà frutti apprez- Rida, Eminem e Cee-Lo Green, con cui firma quella hit comanda a piacere, è una cosa impressionante, le tran- zabili e, anzi, lo lascerà con la sensazione di aver spreca- pazzesca che risponde al nome di Fuck You!, che balza in quillizza e poi le fa esplodere per il gran finale! Impari to la grande occasione della propria vita. Non è certo il cima alle charts di tutto il mondo, confermando il talento molto guardando quel tipo di esibizioni, capisci come si primo, né sarà l’ultimo, cui necessita una dose maggiore cristallino del ragazzo. «Ci sono momenti in cui è necesdi tempo per mettere a fuoco il proprio talento, maga- sario usare quella parola. Il pezzo parla di quando una comportano sul serio i fuoriclasse».
GHOSTWRITING B.o.B.
Travie McCoy
Cee-Lo Green
Sugababes
Bad Meets Evil
Nel debutto del rapper americano sfila una parata di stelle, da Eminem a Rivers Cuomo e T.I., ma il pezzo che fa la differenza si chiama Nothin On You, scritto in collaborazione con Bruno Mars. Primo posto in classifica e pioggia di nomination.
Nel giugno del 2010, il cantante dei Gym Class Heroes pubblica il suo debutto, da cui viene tratto il fortunato singolo Billionaire, in cui Mars immagina di essere così ricco da finire sulla copertina di Forbes insieme a Oprah! Un sogno che si sta per realizzare?
Bruno ha definito la session che ha portato alla realizzazione del singolo Fuck You! come un “sogno che si realizza”. Un pezzo non pensato per le radio, ma che invece ottiene un successo incredibile. Cee-Lo ricambierà il favore nel brano The Other Side.
Ricordate I’m Too Sexy dei Right Said Fred? Bene, un campione di quel brano viene usato proprio in Get Sexy, singolo delle Sugababes co- scritto da Bruno Mars e incluso nell’album Sweet 7 del 2009. Manco a dirlo, un altro numero uno…
Sotto questo nome si celano Eminem e Royce Da 5’9”, due tra i più celebri rapper americani. Nel loro secondo album, Hell: The Sequel, Bruno Mars collabora e produce assieme al suo team Smeezingtons il singolo Lighters, una ballad intensa.
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46
OTTOBRE
LIVESTYLE
Bruno Mars
TEEN POP
Un mondo fatto di bambini prodigio, pop adolescenziale, ragazzine (e anche ragazzini) urlanti, produttori disposti a tutto, programmi televisivi ad hoc e dischi che si piazzano nelle zone alte delle classifiche. Il mondo dorato dei ragazzi prodigio, anche nel 2011, continua a essere una delle voci più remunerative del bilancio di ogni major discografica.
M
ai come negli anni Duemila abbiamo sentito parlare di teen pop, musica commerciale per adolescenti, detta in maniera brutale, un fenomeno che non solo produce quantità industriali di suoni facilmente assimilabili per giovani ascoltatori, ma che cerca soprattutto di creare personaggi e idoli per una fascia di ragazzi e ragazze che cercano con appetito bulimico nuovi personaggi su cui proiettare le proprie aspirazioni di fama. Come tutte le categorie o le definizioni giornalistiche, all’interno del cosiddetto teen pop è possibile trovare un po’ di tutto, dai cantanti prefabbricati dei talent show televisivi – in Italia pensiamo al ricambio annuale dei vari X Factor, Amici, Star Academy – a veri e propri artisti che, fin da bambini, mostrano una professionalità e un’attitudine degne di artisti consumati. E se, ripercorrendo la storia della musica popolare, viene facile pensare a giovanissimi talenti come Frank Sinatra o Paul Anka negli anni Quaranta, ai leggendari Jackson 5 (soprattutto Michael), alle famiglie canterine americane come Partridge Family o gli Osmonds, è soprattutto
dalla fine degli anni Ottanta che il fenomeno prende una piega ben precisa: si va dalle boy o girl band come Spice Girls, New Kids On The Block e Backstreet Boys, al vivaio della Disney (il famoso Mickey Mouse Club) che fornisce autentici idoli dei ragazzini come Britney Spears, Christina Aguilera (nella foto) o lo stesso Justin Timberlake, passato attraverso gli N’Sinc fino ad arrivare a una carriera musicale e cinematografica di tutto rispetto. E, nonostante una saturazione oggettiva del mercato, invaso da stelle e stelline adolescenziali o poco più, la televisione continua a fornire materiale per i ragazzi di oggi, legati a trasmissioni come High School Musical, Glee o Camp Rock, ma senza scordarsi di spingere artisti e talenti come Usher, Jason DeRulo, Hannah Montana, Jonas Brothers, Justin Bieber, Taylor Swift e moltissimi altri che popolano le zone alte delle chart di mezzo mondo. Un ricambio generazionale che non cessa di stupire e che mostra come, spesso, la formula magica per il successo sia una questione di attenta miscela a tavolino degli ingredienti. Altro che gavetta, sudore e furgoncini scassati…
ragazza ti lascia per un altro e, se ci pensi bene, quale miglior espressione ti viene in mente in una situazione del genere?». Come dargli torto? Un bel vaffanculo a volte è liberatorio e magari serve anche a esorcizzare un music business che, dopo avergli fatto patire le pene della gavetta, lo sta ricompensando con la giusta moneta.
cazione a monte ma pure di una manciata di singoli che hanno contribuito a rendere famoso il suo nome, facendogli guadagnare anche 56 nomination e 9 awards. Se avete una radio è praticamente impossibile che non abbiate ascoltato Grenade, Just The Way You Are o Marry You, tormentoni che hanno dominato le frequenze in nome di un pop macchiato di r’n’b - ma pure di reggae, funk e soul - paraculissimo ma di sicuro effetto. Non mancano neppure le collaborazioni di prestigio su Doo-wops & Holidays: una, The Other Side, vede la partecipazione di
to pensato a Damian e gli ho dato un colpo di telefono. Detto fatto, il brano gli è piaciuto molto ed è venuto in studio a cantarlo». Il giovane hawaiano non sarebbe però un vero hooligan - e la sua storia non potrebbe definirsi un vero “american tale” di successo - se non ci fossero anche dei risvolti negativi, una sorta di percorso di peccato e redenzione come L’HOOLIGAN DEL POP nelle migliori tradizioni. Bruno Mars non si fa mancare «Non mi prendo troppo sul serio, la vita in linea di masnulla, dunque, e il 19 settembre dello scorso anno viene sima è divertimento. Quando si tratta di musica però non arrestato a Las Vegas per possesso di cocaina, tenendo a mi piace scherzare, voglio che tutto funzioprecisare immediatamente di “essere uno ni alla perfezione perché quando la gente « Era una star, quella è la cosa che mi affascina di più stupido e di non averla mai usata in precompra i miei dischi e ascolta le canzoni ci di Elvis. Sono soprattutto fan di quello giovane degli cedenza”. Il giudice mostra benevolenza trova una parte di me. Questa è la chiave del verso il giovane cantante e cancella adanni 50, quando saliva sul palco e dava la mio successo. Un pezzo come Just The Way dirittura l’arresto e la condanna dalla sensazione di avere un controllo assoluto su tutto You Are è semplicemente una love song, che sua fedina penale dopo il pagamento ciò che lo circondava » usa parole sfruttate decine di volte, ma che di una multa di 2000 dollari e 200 ore di arriva comunque al cuore perché è genuiservizi sociali. La favola del piccolo Elvis na. Non scrivo per impressionare i giornalisti, ma dico Cee-Lo e di B.o.B., l’altra, Liquor Store Blues, conta sul può continuare, tra una pioggia di Grammy (secondo quello che penso con le parole che mi sembrano adatte talento di Damian Marley (ora a tempo pieno nell’av- solo all’idolo Eminem), concerti sold out un po’ al momento». ventura Superheavy con Mick Jagger, Joss Stone e Dave ovunque e vendite milionarie che gli consentono di creaVoilà, ecco spiegato l’arcano. I milioni di copie smer- Stewart), figlio del compianto Bob. «Pochi sanno che alle re una base solidissima per un futuro che si preannuncia ciati del debutto di Bruno Mars, Doo-wops & Hooligans Hawaii il reggae è molto seguito. Io stesso, da ragazzo, radioso. Qui in Italia, come spesso succede, il fenomeno del 2010 («il termine doo-wop si riferisce al mondo fem- ho suonato in una band di quel genere e quindi mi viene Bruno Mars non è ancora esploso in tutta la sua potenza, minile, mentre hooligans a quello maschile, come è ab- naturale comporre della canzoni con quel ritmo e quel ma pare questione di attimi o forse solo del singolo giubastanza ovvio»), sono il risultato di un’attenta pianifi- mood. Quando ho composto Liquor Store Blues ho subi- sto in programmazione radio.
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OTTOBRE
ROCK’N’FASHION
Grunge is A
differenza di quella punk, con cui pure ha più di un elemento in comune, l’estetica grunge si è autodefinita, sia in termini musicali che stilistici. Dalle parti di Seattle, città natale della scena che più ha segnato gli anni Novanta, non si sono mai visti un Malcolm McLaren e una Vivienne Westwood, così come non è mai esistito un gruppo costruito a tavolino come i Sex Pistols. Pearl Jam, Nirvana e Soundgarden - che insieme formano la punta di un iceberg molto più grande - sono partite dagli scantinati della capitale dello Stato di Washington e li sotto hanno trovato la formula magica, facendo della spontaneità, della sincerità e dell’onestà artistica i loro dogmi. Tutta sostanza, insomma, verità musicale assoluta. Il percorso delle formazioni simbolo del grunge è comune. Amicizia fraterna - nonostante qualche (sporadico) contrasto - sia all’interno della band che tra gli stessi gruppi, tanta gavetta, successo improvviso e inaspettato, milioni di copie vendute, problemi con la popolarità. Una storia affascinante che Cameron Crowe ha raccontato con il suo Pearl Jam Twenty (presentato al cinema a fine settembre, uscirà in Dvd a Natale), documentario girato in occasione del ventesimo anniversario del primo disco di Eddie Vedder e soci. Una ricorrenza che i PJ hanno condiviso con i Nirvana, il
I Pearl Jam (Eddie Vedder è quello seduto al centro) ai tempi dell’incisione di Ten, primo capitolo della loro storia. Siamo nel 1991.
True Religion: t-shirt in cotone effetto “used” con stampa teschio sul retro
Dockers: camicia a quadri, € 69
Le Coq Sportif: scarpa alta in pelle e eco pelliccia, € 120
Puma: denim regular effetto vissuto con abrasioni e sfumature dal sapore vintage, € 85
Timberland: giacca in canvas waterproof, € 369
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OTTOBRE
ROCK’N’FASHION
still alive L’Oreal Paris: per un effetto vinile incredibilmente magnetico, Mascara Cil Architecte 4D Black Laquer, € 17,99 Eyeliner Super Liner Black Laquer, € 16,70
Gas Jeans: jeans in denim superstretch caratterizzato da un lavaggio dal tono medio, aspetto brillante con abrasioni localizzate sui punti di contatto, € 129 Levi’s: Relaxed Over the head Hoody Levi’s Red Tab Women’s Collection FW 11
Ursula Mascarò: tronchetto in pelle con plateau, zip laterale e interno in montone, € 349
Ray Ban: modello unisex color rosso sfumato. Dettagli giovani, lenti sfumate, logo caratterizzante, € 109
cui capolavoro assoluto, Nevermind, ha compiuto vent’anni lo scorso 24 settembre. I festeggiamenti, doverosi, non vanno però confusi con la necessità di riesumare il glorioso passato, come altre volte abbiamo visto. I Nirvana non esistono più solo perché Kurt Cobain ha lasciato questo pianeta, ma vivono nello spirito di decine di band che ancora oggi cercano di raccoglierne l’eredità. Mentre i Pearl Jam sono ancora il più grande e amato gruppo rock del mondo. L’eco delle cantine di Seattle ancora si sente, risuona con la stessa intensità dei primi anni Novanta. Il grunge è ancora vivo perché è uno stile di vita, e come tale ha i suoi tratti distintivi e i segnali di riconoscimento. Milioni di ragazzi e ragazze continuano a vestire camice di flanella a quadrettoni, jeans strappati e t-shirt stropicciate (eredità di un’America rurale di cui gli iniziatori del grunge erano figli) ma soprattutto non smettono di condividere i valori che hanno portato Kurt, Eddie e i loro compari sul tetto del mondo. Courtney Love e Curt Cobain. La cantante delle Hole e il leader dei Nirvana si sono sposati nel 1992. Lo stesso anno è nata Frances Bean Cobain.
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OTTOBRE
WHAT’SNEW
Musica, cinema, videogames, libri
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Un mese ricco di grandi ritorni quello di ottobre. A testimoniarcelo ecco Noel Gallagher, Bjork, gli Evanescence di Amy Lee, James Morrison e l’estroso Bugo.
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In questo numero: la sete di vendetta di This Must Be The Place, l’ennesima rivisitazione de I tre moschettieri e un tris d’assi come Cowboys & Aliens, La peggior settimana della mia vita e Arrietty.
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Superheavy Superheavy (Universal)
HHHHH
Super fino a un certo punto
Per voi amanti degli action games eccovi servito una raffica di nomi sui quali puntare: Dead Island, Gears Of War 3 e Ico & Shadow Of The Colossus Collection.
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L’immancabile sezione libri si avvale di interessanti titoli: Retromania, I materiali del killer, Riders On The Storm.
Difficilmente cinque campioni della musica mondiale possono incidere un disco brutto. E infatti Superheavy si ascolta che è un piacere. Ma non raggiunge la mission artistica che i due leader del progetto (Dave Stewart e Mick Jagger) si erano prefissati. di Daniele Salomone
I
supergruppi difficilmente lasciano traccia. Se esclu- ger per convincerlo a immaginare una creatura musicale trenta brani in dieci giorni di lavoro in studio - di cui sedidiamo un paio di esperimenti - i Cream di Eric Clap- concepita dall’intreccio di culture musicali lontane. è cer- ci finiti nel disco in versione deluxe edition - e il risultato ton, Jack Bruce e Ginger Baker e il trio Crosby, Stills to che a ispirare Dave siano stati i suoni che ha ascoltato in della prolifica collaborazione è talmente buono che viene & Nash, cui per un breve periodo si aggiunse pure Neil questi anni a St. Ann’s Bay, Giamaica, dove possiede una voglia di crederci. Resta però il sospetto che la qualità dei Young - non abbiamo granché da ricordare. Il problema casa e pare passi gran parte del suo tempo. Reggae, natu- singoli abbia coperto le lacune di un progetto che non è sta nella fragilità dei progetti, più che nell’effettiva qua- ralmente, ma non solo. L’isola caraibica è oggi come ieri completo come ci hanno istigato a credere. La creatura è lità musicale espressa. Le superband stata battezzata in nome del Pop. Che sono quasi sempre delle scappatelle, non è il male assoluto, ma neanche la In termini di godibilità, l’esperimento è riuscito. In termini avventure veloci senza scopo altro artistici un po’ meno. Superheavy è un gran bel disco, fresco, ma nuova frontiera della musica globale che un temporaneo godimento. Stocui s’incontrano luoghi musicali la scintilla che Dave e Mick cercavano è rimasta nelle intenzioni. in rie belle senz’anima. E difficilmente lontani tra loro. l’arte, anche quella declassata a inIn termini di godibilità, l’esperitrattenimento, eccelle quando si taglia fuori l’anima. uno dei più grandi laboratori musicali del pianeta, fermo mento voluto da Jagger e Stewart (gli altri sono stati arUna band formata da Mick Jagger, Dave Stewart, Joss restando il ritmo in levare. In ogni caso, se uno come Mick ruolati in seguito, immagino con una certa soddisfazione) Stone, Damian Marley e Allah Rakha Rahman (composi- Jagger ha raccolto la sfida, gli argomenti del chitarrista in- è riuscito. In termini puramente artistici un po’ meno. Sutore indiano, premio Oscar per le musiche di The Millio- glese devono essere stati convincenti. perheavy è un gran bel disco, suona fresco e si canticchia al naire) più che un supergruppo è un ipergruppo. Il cuore Raffinate venature soul e slang anglo-giamaicani (Mi- terzo ascolto, ma la scintilla che Dave e Mick cercavano è dei Rolling Stones, la mente degli Eurythmics, una delle racle Worker e Beautiful People), basici riff di classic rock e rimasta nelle intenzioni. Saranno loro i primi ad accorgermigliori femmine soul d’Inghilterra, il figlio più giovane canto tradizionale d’Oriente (Warring People), sintetizzato- sene - se non l’hanno già fatto - e a fare di questa iperband di Sua Maestà Bob Marley e un genio musicale d’Oriente. ri distorti e reggae (la titletrack). Tutto estremamente affa- uno splendido giochino di cui dimenticarsi in fretta. Ma Non sapremo mai cosa diavolo abbia detto Stewart a Jag- scinante. Pare che i SuperHeavy abbiano registrato quasi non prima di esserselo goduto fino in fondo.
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53
OTTOBRE
WHAT’S NEW Musica
Più di Liam, molto meno di John
28 agosto 2009. Rock en Seine, Parigi. Nel backstage, Liam sfonda la chitarra di Noel pochi minuti prima di salire sul palco. Un litigio come un altro, pensarono in molti...
Bugo
Nuovi rimedi per la miopia (Universal)
HHH di Stefano Gilardino
di Marcello Marabotti
Q
uello, però, non fu “un classico dei Gallagher”, perché da lì in poi, quei due non salirono più su un palco insieme. La fine degli Oasis. Molti gli interrogativi, spazzati via subito dall’annuncio dei rispettivi album solisti. Se su quello di Liam si è detto che nel momento in cui finirà i vinili del rock anni 60 terminerà anche la sua carriera solista, per Noel il discorso è più ampio: a differenza del fratello non scrive i testi «lanciando una moneta» e il suo modello, da sempre, rimane John Lennon. Noel Gallagher’s High Flying Birds è il primo dei due album che Noel farà uscire da qui al 2012 (il secondo sarà un progetto sperimentale con
gli Amorphous Androgynous). 10 tracce la cui struttura rimane quella della ballata, con la batteria e le percussioni nella linea ritmica e alcuni strumenti a portare varietà: il corno e i bicchieri di vino su tutti. Le atmosfere western, che hanno caratterizzato il primo singolo The Death Of You And Me, permeano l’intero progetto, nascondendo nei titoli e nei testi un continuo richiamo ai temi della vita e della morte. Ma, oltre a mancare una forte presenza del pianoforte, le sonorità rimangono quelle degli Oasis. Non ci aspettavamo Mother o Working Class Hero ma non ci saremmo neanche stupiti di sentire Noel cantare: «I don’t believe in Oasis».
Si fa un gran parlare, in questi ultimi anni, della nuova ondata del cantautorato italiano, quello dei vari Dente, Le Luci Della Centrale Elettrica, Brunori Sas, spesso dimenticandosi chi, prima di loro, ha spianato la strada verso il ritorno di una versione attuale del modello originale. Cristian Bugatti, in arte Bugo, dopo una lunga crescita che l’ha trasformato da una versione stralunata e naïf di Beck a un cantante pop con una cifra stilistica personale estremamente interessante, segue ormai un percorso solitario e senza paragoni scomodi. Nuovi rimedi per la miopia è il nuovo disco di Bugo e questo dovrebbe già essere sufficiente anche se vale la pena dire che è piuttosto diverso da Contatti, meno elettronico e più introspettivo, con lampi di classe che si chiamano I miei occhi vedono e In pieno stile 2000.
deus
Keep You Close (Pias)
HHH di Claudio Morsenchio
La saga dei dEUS è giunta all’atteso nuovo capitolo. Partiti in controtendenza a metà degli anni 90, ebbero un immediato responso nel mondo indie con il loro incedere di stili e atmosfere irriverenti. Passano gli anni per tutti e la voglia di osare pian piano viene offuscata dall’esperienza e dalla saggezza che inibiscono il desiderio e il bisogno di esplorazione continuo. Il lavoro del gruppo belga, si riserva di camminare su percorsi arditi come in precedenza, scegliendo una strada con pochi ostacoli e priva di scomodi arrangiamenti. Sia chiaro, tutto è ben suonato e risulta perfino eccellente in alcuni passaggi, ma abbondantemente lontano dagli esordi. Anche con la luce soffusa, sentiamo il loro calore, ma concedeteci una piccola dose di nostalgia dell’illuminante bagliore iniziale.
Noel Gallagher’s High Flying Birds
Noel Gallagher’s High Flying Birds (Sour Mash/Warner)
HHHHH Staind
Dente
Wilco
(Roadrunner/Warner)
(Ghost Records)
(Dbpm Records)
Staind
HH di Claudio Morsenchio
La storia degli Staind è simile a quella di alcuni promettenti calciatori che debuttano giovanissimi in grandi squadre e che, spesso, azzeccano la giocata all’esordio, ma che poi scompaiono verso un mediocre anonimato. Lanciati in pieno periodo post grunge, colpirono pubblico e critica con un pesante muro di chitarre e con il loro dissacrante nichilismo, che servì a vendere milioni di copie. Ora dopo una serie di lavori identici, alla ricerca del singolo scala classifiche, tornano parzialmente alle radici rabbiose e aggressive degli esordi. Tranne in qualche passaggio melodico, il risultato complessivo non delude, ma la contestualizzazione attuale della musica degli Staind a noi appare sinceramente fuori tempo.
The Whole Love
Io tra di noi
HHHH di Guido Amari
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HHHH di Claudio Morsenchio
Cantautore è una parola da usare con cautela. Troppo facile farsi venire in mente l’immagine di un uomo solo sul palco, vestito in maniera trasandata, mentre snocciola canzoni mediamente noiose. Per nostra fortuna, invece, possiamo associarla a Dente, per esempio, e donargli un significato più moderno e consono. Il terzo disco del cantante emiliano è un piccolo miracolo di equilibrio tra melodie moderne e classiche, che profuma di Cramps, ma che non si lascia travolgere dalla nostalgia. Dodici canzoni che rendono giustizia al talento di Dente, accompagnato e spalleggiato da un buon manipolo di amici musicisti tra cui spiccano Gabrielli, Colliva e Martellotta dei Calibro 35.
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OTTOBRE
Alcune band diventano negli anni delle icone senza fare rumore, senza particolari clamori, immerse nel culto delle loro gesta, raccontando storie sentite e suonando una musica sincera. Il nuovo capitolo di Jeff Tweedy e soci è tutto questo. La solida base desertica, un folk sfuggente, un pizzico di elettronica cresciuta nel tempo e tante idee di comunicazione musicale a cavallo fra moderno e antico, piene zeppe di suoni e colori, ora in acustico ora in elettrico. Dopo la spiazzante apertura del loop di Art Of Almost, tutto ritorna solare, sussurrato, in un altalenante clima sonoro senza confini, in un perimetro infinito di spazi e ambientazioni. Valgono da soli il prezzo del biglietto i dodici minuti finali di One Day Sunday Morning, che invitano l’ascoltatore a ripercorrere senza fine il brano, scoprendo ogni volta un suono e un respiro diversi.
WHAT’S NEW Musica
Evanescence
James Morrison
(Emi)
(Universal)
Evanescence
The Awakening
HHH
HHHH
di Marco Rigamonti
Hot List
di Gianni Olfeni
Dieci brani della playlist di Della formazione originaria degli Evanescence (1995) rimane solo lei. Amy Lee, voce e immagine della band dell’Arkansas, è l’unica costante nella storia di un gruppo che ha visto l’avvicendamento di 5 musicisti in 16 anni di attività. Al suo fianco ci sono i due chitarristi Terry Balsamo (che aveva preso il posto di Ben Moody nel secondo disco) e Troy McLawhorn (ex Seether), il bassista Tim McCord e il batterista Will Hunt. Ma nonostante i continui cambiamenti, il suono Evanescence resiste nella sua integrità e riconoscibilità, immune al tempo e alle mode che cambiano: riecco quindi i riff metal epici, il ruolo essenziale svolto dal pianoforte a contrappunto, le perfette orchestrazioni e naturalmente la potentissima voce di Amy, capace di essere grintosa e al contempo melodica come poche altre nella scena rock. Inutile tentare avventati paragoni con un disco miracoloso come Fallen; è d’obbligo invece sottolineare la coerenza e la personalità di una band che si regge sulle proprie gambe indipendentemente da pubblicità e passaggi radiofonici.
James Morrison è un tizio da oltre 4 milioni di copie con due album. Tantissime, ma il risultato vale ancora di più se consideriamo le armi a disposizione del ventisettenne songwriter inglese. Non è bello, non si fa le top model e non si scassa di alcool e droghe. James è il bravo ragazzo della porta accanto, morigerato come un boyscout. Però ha il sacro fuoco della musica dentro e uno straordinario timbro vocale, eredità di una tosse convulsa che l’ha quasi ucciso quando ancora non aveva sei mesi. I primi due album (Undiscovered e Songs For You Truth For Me, 2006 e 2008) ci avevano presentato e confermato il suo grande talento. Il nuovo The Awakening si spinge oltre. Perché mostra un Morrison più maturo, definitivamente indirizzato sulla strada maestra del soul, libero dalle tentazioni della canzone(tta) pop che erano emerse in precedenza. Pezzi solidi, arrangiamenti raffinati, suoni giusti. Le citazioni dei suoi grandi maestri (Otis Redding, Marvin Gaye, etc.) restano tali, al riparo dal rischio-tributo. Quasi perfetto, ma solo perché la perfezione non è cosa umana.
Ritorno al futuro
MAURO & ANDREA Mauro e Andrea, new entry di quest’anno a Deejay, sono on air ogni sera con AM - Una splendida giornata (dalle 20.00), mentre la domenica raccontano lo sport con Deejay Sport Village (dalle 12.00).
1
Harder Better Faster Stronger Daft Punk
Il nuovo disco di Bjork non è solo molto bello. E’ anche innovativo, perchè è composto principalmente con un iPad ed è disponibile come applicazione da scaricare su tablet: ogni canzone è un esperienza multimedale.
Discovery (2001, Virgin)
di Marco Rigamonti
S
e volessimo azzardare una traduzione del termine “biophilia” potremmo provare con “filosofia della biofisica”. Le parole che accompagnano i pezzi del nuovo album di Björk hanno a che fare con solstizi, corpi celesti, cellule e parassiti. Se invece volessimo tradurre in poche parole il valore di un lavoro come Biophilia, allora per forza di cose la definizione sarebbe “il modo migliore per sfruttare da un punto di vista artistico la tecnologia che ci circonda”. La piccola islandese, nonostante una carriera in cui si è sempre protesa verso il futuro e l’innovazione, non finisce mai di stupirci: questa volta ha pensato di comporre parte dei brani utilizzando degli strumenti
controllabili attraverso un iPad. Il disco stesso - se vogliamo essere limitati chiamiamolo così - è in realtà un’applicazione progettata per il vendutissimo tablet di casa Apple: a ogni pezzo (acquistabile singolarmente) è associata un’esperienza multimediale che può consistere in un’improvvisazione visiva, in un gioco, in un karaoke interattivo, in un viaggio attraverso gli argomenti che hanno ispirato la composizione dei pezzi. Sarebbe stupendo se questo originale metodo di fruizione riuscisse a rendere l’ascolto meno indigesto e facesse assaporare l’incanto anche a chi non è mai riuscito a metabolizzare le ostiche sperimentazioni della (bellissima) musica di Björk.
2
Hound Dog
Elvis Presley Hound Dog (1956, RCA)
3
The Passenger Iggy Pop
Lust For Life (1977, RCA)
4
Should I Stay Or Should I Go The Clash
Combat Rock (1982, CBS)
5
Feeling For You Cassius 1999 (1999, Virgin)
6
Boys Don’t Cry The Cure
Boys Don’t Cry (1979, Fiction)
7
With Or Without You U2
The Joshua Tree (1987, Universal Music)
8
Mi sono innamorato di te Luigi Tenco
Mi sono innamorato di te (1962, Ricordi)
Björk
9
Biophilia
(Universal)
Mr. Brightside The Killers Hot Fuss (2004, Island)
HHHHH
10
PRRR
La Famiglia 41° Parallelo (1988, Best Sound)
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OTTOBRE
WHAT’S NEW Musica
Il grande vecchio
Tom Waits è come il buon whiskey: più invecchia e più diventa pregiato, come dimostra il suo nuovo disco. di Stefano Gilardino
A
lla tenera età di 61 anni, con alle spalle 19 dischi Bad As Me è il ventesimo - e una carriera che ha pochi paragoni nel mondo della musica, Tom Waits non accenna minimamente a smettere di interrogarsi su se stesso, sul mondo che lo circonda e su come sia possibile esplorare campi vergini e mai battuti prima d’ora. Dopo aver firmato una lunga serie di capolavori - ricordiamo almeno Rain Dogs, Bone Machine, Swordfishtrombones e Mule Variations - il musicista di Pomona ha codificato uno stile personale fatto di trent’anni di musica americana, di blues come di rock, di ballate e di avanguardia, di tradizione e di progresso, un magma sonoro indefinibile se non come suo
e basta. Per questo motivo molti grandi musicisti fanno la fila per suonare con Tom, a cominciare dal vecchio amico Keith Richards, che partecipa a un brano che si chiama Satisfied, uno degli apici di Bad As Me, assieme a Hell Broke Luce, She Stole The Blush e Face To The Highway. Cercando di esaminare con un unico colpo d’occhio la parabola artistica di Waits, viene in mente un altro grandissimo “vecchio” della musica, Johnny Cash, capace di rimettere in discussione un personaggio che definire mitico era persino riduttivo, per ritrovare voglia e passione. Largo ai giovani, recita un famoso adagio, ma quando escono dischi come Bad As Me c’è da ascoltare e imparare per l’ennesima volta.
Tom Waits Bad As Me (Anti-)
HHHHH
Jane’s Addiction
Blink 182
(Emi)
(Universal)
The Great Escape
Neighborhoods
HH
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di Stefano Gilardino
di Marco Rigamonti
È inutile che vi ricordi l’importanza di una band come quella di Perry Farrell per il panorama (alternative) rock degli anni Novanta: dischi come Nothing’s Shocking e Ritual De Lo Habitual, concerti strepitosi e la nascita del Lollapalooza, festival itinerante voluto proprio dal cantante dei JA. Tutto perfetto, se non fosse che, dopo aver staccato la spina alla sua creatura, l’istrionico frontman, di comune accordo con gli altri, ha ricominciato l’attività principale a singhiozzo, finendo per diventare la versione attuale di quelli che negli anni 70 venivano chiamati i dinosauri del rock. Niente di male, per carità, ma il tentativo di riconquistare un pubblico invariabilmente cresciuto con la vecchia formula magica, aggiornata in peggio, non funziona granché. Si salva giusto qualche zampata qua e là e, più che di una grande fuga, l’impressione è quella di una ritirata strategica.
Archiviati i contrasti che nel 2005 ne determinarono lo scioglimento, i Blink 2.0 ripartono dal loro sesto ambiguo album. Forti di quella credibilità underground che l’innocenza regala, ricevono consensi con i loro primi lavori, ma dalla fine del millennio entrano in tutte le classifiche, commettendo un peccato imperdonabile nell’ambiente punk. Il tramonto è a un passo e si concretizza con il disco omonimo del 2003. Otto anni dopo la solfa cambia poco: a spunti interessanti come l’opener Ghost On The Dancefloor si alternano strizzate d’occhio ai Blink modello Green Day che facevano urlare le ragazzine quando prendevano in giro le boy-band con i loro video esilaranti. Neighborhoods si configura come un lavoro difficile da mettere a fuoco: solo il tempo ci rivelerà se si possa definire un momento di transizione o un tentativo fallito di rimettere insieme qualcosa che non esiste più.
ONSTAGE
56
OTTOBRE
WHAT’S NEW Cinema
A cura di Antonio Bracco
This Must Be The Place
Francia, Italia, Irlanda, 2011, 118 min.
Cast: Sean Penn, Judd Hirsch, Frances McDormand, Joyce Van Patten, David Byrne di Paolo Sorrentino critica pubblico
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Ritiratosi dalle scene, Cheyenne continua a vestirsi in dark gothic style come se dal palcoscenico non fosse mai sceso e vive di rendita a Dublino grazie alle royalty sulla sua musica. La morte del padre, con il quale aveva un rapporto logoro da tempo, lo riporta a New York dove scopre una persecuzione di cui era all’oscuro. Un ex criminale nazista ha fatto patire le pene dell’inferno al defunto genitore. Cheyenne si mette sulle trac-
La peggior settimana della mia vita Italia, 2011, 93 min. Cast: Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Monica Guerritore, Alessandro Siani, Antonio Catania, Nadir Caselli, Chiara Francini di Alessandro Genovesi critica pubblico
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È la settimana che precede le nozze di Paolo e Margherita. Il primo ha quarant’anni, vive a Milano, ha un lavoro che gli piace e un amico di nome Ivano che gli farà anche da testimone. La seconda invece di anni ne ha trenta, fa il veterinario e si porta in dote una famiglia eccentricamente borghese che vive in un’austera villa sul lago di Como. Forse a causa della soggezione che ha nei confronti dei genitori di Margherita, e probabilmente anche per l’agitazione di dover pronunciare a breve il fatidico sì, Paolo entra in un vortice di tragicomici eventi. Tutte le cose che fa per piacere ai genitori di Margherita, si trasformano in disastri tali da mettere seriamente in discussione l’imminente preparazione del matrimonio.
ce dell’uomo intraprendendo un viaggio negli Stati Uniti che gli cambierà la vita. Cosa cerca la rockstar? Redenzione o vendetta? Penn e Sorrentino si conobbero a Cannes, quando l’attore consegnò il Premio della Giuria al regista per Il Divo. Fu amore “artistico” a prima vista e This Must Be the Place ne è il frutto. Il titolo del film è un omaggio ai Talking Heads che hanno segnato l’adolescenza di Sorrentino.
I tre moschettieri
Cowboys & Aliens
Arrietty
Germania, Francia, UK, USA, 2011, 110 min.
Usa, 2011, 120 min.
Giappone, 2011, 94 min.
Cast: Daniel Craig, Harrison Ford, Olivia Wilde, Jon Favreau, Sam Rockwell, Paul Dano
Voci italiane: Giulia Tarquini, Manuel Meli, Barbara De Bortoli, Luca Biagini, Doriana Chierici, Aurora Cancian, Alessandro Ward
Cast: Logan Lerman, Matthew Macfadyen, Ray Stevenson, Luke Evans, Milla Jovovich, Orlando Bloom, Christoph Waltz
di Jon Favreau critica pubblico
di Paul W. S. Anderson critica pubblico
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Arizona, anno 1873. Uno straniero senza passato si imbatte nella remota città di Absolution. Unico accenno alla sua storia è una misteriosa sorta di bracciale intorno a un polso. L’uomo scopre rapidamente che la gente di questa desolante cittadina non è incline a dare il benvenuto agli stranieri. Nessuno fa una mossa per le strade di Absolution, a meno che l’ordine non arrivi dal temibile colonnello Woodrow Dolarhyde. La città che vive sotto il suo pugno di ferro, nella paura. Ma Absolution sta per sperimentare un terrore ben peggiore quando la desolata città viene attaccata da entità sconosciute provenienti dal cielo. Diretto dal regista di Iron Man, il film è lo spettacolare adattamento dell’omonima graphic novel di Scott Mitchell Rosenberg.
Ennesimo adattamento del celebre romanzo di Alexander Dumas (padre) scritto nel 1844. Per questa rilettura destinata alle nuove generazioni non si è badato a spese. Il film è in 3D e per garantire la spettacolarità richiesta è stato chiamato a dirigerlo il regista di Resident Evil e Alien vs Predator. Quel guascone di D’Artagnan incontra a Parigi i tre più noti Moschettieri dell’ormai disciolto esercito, Athos, Porthos e Aramis. Una nobile causa li costringe a unire le forze: sconfiggere la bellissima e doppiogiochista Milady e il malefico Cardinale Richelieu, prima che si impossessino del trono di Francia. La colonna sonora include il brano When We Were Young, estratto dall’album Progressed dei Take That.
ONSTAGE
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58
OTTOBRE
di Hiromasa Yonebayashi critica pubblico
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Protagonista è una famiglia alta poco più di 10 cm che vive sotto le assi del pavimento “prendendo in prestito” dalle case oggetti di uso comune. Un giorno la piccola quattordicenne Arrietty incontra casualmente il giovane Sho, l’umano che è andato a trascorrere la convalescenza nella casa dell’anziana nonna. Tra i due giovani scoppia la scintilla, nonostante le diverse dimensioni sembrino rendere impossibile il loro amore. Il film è un adattamento dei racconti dell’autrice inglese Mary Norton The Borrowers, pubblicati a partire dagli anni 50. Si tratta di una produzione dello Studio Ghibli fondato dal maestro dell’animazione Hayao Miyazaki, autore di capolavori come La città incantata e Il castello errante di Howl.
WHAT’S NEW Videogames
Gears Of War 3
(Epig Games)
Disponibile per: X-Box 360
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È giunto il tempo di tornare a vestire i panni degli spocchiosi soldati della squadra Delta, di trivellare migliaia di Locuste con le mitiche armi a nostra disposizione e di rispolverare la nozione di “ricarica attiva” occultati dietro a un indispensabile riparo; gioite gente, i Gears sono tornati. Marcus, Dom e compagnia bella (chiamateli tamarri, non si offenderanno di certo) sono ancora alle prese con i problemi che affliggono il pianeta Sera, oramai sopraffatto dal temibile nemico; i ridotti gruppi di esseri umani sopravvissuti si barricano alla bell’è meglio, mentre una contaminazione da Imulsion (il fluido fosforescente al tempo stesso risorsa e
Genere: Action
origine dei problemi economici mondiali) ha modificato geneticamente le Locuste, rendendole più forti e trasformandole in Splendenti. Mentre siamo intenti a proteggere una nave dagli attacchi nemici, arrivano notizie sconvolgenti da parte dell’ex-presidente del COG (Coalizione dei Governi Organizzati): il padre di Marcus, creduto morto, godrebbe di ottima salute e starebbe lavorando ad un importantissimo progetto che esorcizzerebbe in maniera definitiva l’invasione delle Locuste. Vagando per luoghi improbabili incontreremo figure al limite dell’assurdo, in un susseguirsi frenetico di situazioni che rendono la trama assolutamente godibile - particolare di grande rilevanza
Dead Island (Techland)
quando si parla di un terzo capitolo. A livello di gameplay (già perfetto) non cambia praticamente niente, ed è giusto così. Ci sono nuove armi che faranno la felicità dei cosiddetti Fragger (termine che si può tradurre in “uccisore brutale”), ma la vera novità è da ricercarsi nell’ampliamento del supporto multiplayer: ora la campagna si può affrontare insieme ad altri 3 giocatori, fattore che aumenta il coinvolgimento e alza il livello di adrenalina. In definitiva non ci si poteva aspettare un finale migliore per una delle trilogie che entreranno di prepotenza nella storia videoludica: se state dalla parte di Microsoft lasciarvelo sfuggire sarebbe una grave lacuna.
Ico & Shadow Of The Colossus Collection
Disponibile per: Xbox360/PS3
(Team Ico)
Genere: Action
Disponibile per: PS3
HHH
Genere: Action/Puzzle
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La zombie-mania nel mondo video ludico ha una storia che comincia a essere importante: considerando solo l’era “moderna” le radici del genere Survival Horror si possono piantare nel 1996, all’epoca di Resident Evil su Play Station. Inizialmente una delle caratteristiche di questo tipo di giochi era la focalizzazione su un gameplay non troppo frenetico: oltre a massacrare non-morti, ci si doveva concentrare anche sulla risoluzione di puzzle ed enigmi. Le cose ora sono cambiate, e l’azione ha preso il sopravvento sui momenti più riflessivi - vedi i vari Dead Rising e soprattutto Left 4 Dead. Dead Island segue questo trend: in un resort paradisiaco sull’isola di Banoi, il protagonista si ritrova circondato da ex-esseri umani infetti e affamati, e dovrà cercare di difendersi e scappare contando anche sull’aiuto di altri sopravvissuti. Quello che segue è un puro massacro, che però evita la noia grazie all’ormai affermato espediente dell’open world (che lascia una buona libertà di esplorazione), a un ben congegnato sistema di livellamento (che permette una notevole personalizzazione del nostro alter-ego) e a un’ottima varietà di armi a nostra disposizione. E come insegna il già citato Left 4 Dead, in coop il divertimento quadruplica.
Blueglue consiglia:
Libri
Il numero di giocatori che aspetteranno con trepidazione il fantomatico The Last Guardian (in fase di produzione da più di 3 anni) aumenterà notevolmente grazie a questa imprescindibile raccolta dei primi due titoli scaturiti dal genio di Fumito Ueda. Ico è una fiaba che narra le gesta di un bimbo maledetto nato con le corna, e per questo destinato ad essere sepolto vivo in un castello dimenticato; a rito eseguito, un terremoto libera il protagonista dalla sua prigionia, e dopo l’incontro con una misteriosa principessa bianca si troverà a dovere scappare aiutandola e difendendola dalle malvagie ombre che la vogliono portare via. Shadow Of The Colossus narra invece di Agro, un eroe che si avventura nelle terre proibite per cercare di riportare in vita Mono, la donna amata; guidato dalla luce riflessa dalla sua spada, dovrà cavalcare per miglia alla ricerca di 16 creature immense (i colossi) e sconfiggerle per ottenere il potere divino che gli consentirà di ricongiungersi con la sua bella. Siamo di fronte a due titoli imperdibili ri-masterizzati in HD, cosa che esalta la stupefacente vena artistica che anche 10 anni fa aveva lasciato tutti a bocca aperta; due gemme minimali e intense, dove spesso la musica lascia spazio al rumore del vento e il confine tra sogno e realtà appare fragile. Poesia pura.
Titolo/Store
Consigliato a chi...
Xenoblade Chronicles (Wii) Nhl 12 (PS3 - Xbox 360) Crimson Alliance (Xbox Live - Marketplace)
...vuole riassaporare le emozioni di un RPG giapponese d’altri tempi. ...ha un sussulto ad ogni uscita EA Sports e vuole godersi la migliore simulazione di hockey. ...ha apprezzato lo splendido Bastion ed è alla ricerca di un altro buon action/RPG.
A cura di Stefano Gilardino
Simon Reynolds
Gianni Biondillo
John Densmore
Retromania
I materiali del killer
Riders On The Storm
(ISBN Edizioni)
(Guanda)
(Arcana)
Dopo le traduzioni di alcuni suoi volumi davvero fondamentali, come Rip It Up And Start Again e Bring The Noise, ecco arrivare anche da noi in Italia l’ultima fatica di Simon Reynolds, uno dei più interessanti critici musicali al mondo, che si occupa in questo caso della “fine della musica” come continua affermazione del nuovo, in favore di un’attenzione maniacale verso il passato, sublimazione della nostalgia verso un qualcosa che non tornerà mai più. Troppo pessimismo?
Finalmente, verrebbe da dire! Dopo essersi occupato negli ultimi libri di tutt’altri argomenti, Biondillo trova finalmente il tempo per regalarci una nuova avventura dell’ispettore Ferraro, sbirro con mille difetti, ma con un eccezionale intuito. I materiali del killer si svolge principalmente nell’amata Milano (Quarto Oggiaro, come da copione, ma anche via Padova), ma coinvolge situazioni e personaggi attorno a Lodi, Roma e Napoli, in un crescendo di azione (e humor nero).
ONSTAGE
60
OTTOBRE
Esce finalmente anche da noi Riders On The Storm, biografia dei Doors scritta in prima persona dal batterista, John Densmore, uno dei pochi che può davvero raccontare l’epopea della band losangelina dall’interno. Certamente è anche una storia del leader di quel gruppo, Jim Morrison, che di Densmore fu amico personale. E, come spesso succede, ci sono alti e bassi, gelosie e amore, ammirazione e invidia, in un racconto che il musicista riesce a rendere sempre ricco di interesse.
COMINGSOON novembre
I biglietti del tour degli Smashing Pumpkins sono in vendita presso i negozi Fnac!
The Smashing Pumpkins
S
e vogliamo malignare un po’, sono in parecchi a pensare che gli Smashing Pumpkins fossero soprattutto uno splendido ricordo del passato e non il solito nome buono per una reunion. Invece il padre-padrone del quartetto, da sempre poco avvezzo a decisioni popolari, ha pensato qualche tempo fa di ridare un’ennesima chance alla sua creatura più pregiata, dopo aver fallito sia come solista - un bruttissimo disco al suo attivo – sia come leader degli Zwan - un bruttissimo disco al loro attivo. E allora, via con una nuova versione dei Pumpkins, dapprima in compagnia del vecchio amico Jimmy Chamberlin alla batteria (ma senza D’Arcy, James Iha o Melissa Auf Der Maur, purtroppo), poi con una line-up completamente rinnovata e composta da giovanissimi musicisti sconosciuti. Insomma, nessun pericolo per l’ego smisurato di Billy e
live
una vita inedita che sembra prediligere il web come mezzo di espressione e i concerti dal vivo come fine ultimo. Niente etichette discografiche a rovinare la digestione del chitarrista e cantante, ma un filo diretto tra la band e i fans, che possono procurarsi il materiale online. Il progetto prende il nome di Teargarden By Kaleidyscope e viene pubblicato un pezzo alla volta e in maniera gratuita, senza però riscuotere grandissimi apprezzamenti di critica, ennesima riconferma di un talento compositivo enorme ma che pare essersi bloccato inesorabilmente negli anni Novanta, al culmine di una carriera prestigiosa. Ma i fans, si sa, sono disposti a perdonare e sopportare quasi qualunque cosa e non fanno eccezione quelli di Corgan che, comunque, affollano i concerti dal vivo e tributano ai nuovi arrivati, tra cui la giovanissima bassista (ma è un vizio allora…) Nicole Fiorentino. È di qualche
mese fa l’annuncio di un nuovo ennesimo progetto, un nuovo album intitolato Oceania, schedulato per quest’autunno, pronto per essere portato in tour mondiale, con un paio di date che passeranno anche dal nostro paese, dove il quartetto ha sempre goduto di un successo piuttosto massiccio e costruito, va detto, con i migliori capitoli della loro discografia. Proprio a questo proposito, non poteva certo mancare l’annuncio di un’imponente opera di rimasterizzazione e ristampa di tutti i lavori degli Smashing Pumpkins. Per la fine del 2011 sono previste versioni deluxe di Gish, Siamese Dream e Pisces Iscariot, per il 2012 quelle di Mellon Collie And The Infinite Sadness, The Aeroplane Flies High e Adore e, infine, per il 2013 di Machina/Machines Of God e dell’inedito Machina II/Friends And Enemies Of Modern Music. Per i veri fans, manna dal cielo…
28/11 Milano, 29/11 Padova
L’ennesima incarnazione degli Smashing Pumpkins. Da sinistra: Nicole Fiorentino (basso), Billy Corgan (voce e chitarra), Mike Byrne (batteria), Jeff Schroeder (chitarra).
» I CANI 03/11 Milano 04/11 Firenze 24/11 Marostica (VI) 25/11 Mantova 26/11 Parma
12/11 Roncade (TV) 18/11 Lomello (PV) 19/11 Nonantola (MO) 24/11 Firenze 25/11 Bellinzago (NO) 26/11 Senigallia (AN)
» GEORGE MICHAEL 11/11 Milano 12/11 Milano
» Kasabian 20/11 Milano
» Incubus 15/11 Milano
» Marracash 11/11 Grugliasco (TO)
» Negramaro 04/11 Acireale 05/11 Acireale 08/11 Bari 09/11 Bari
» BOB DYLAN 09/11 Padova 11/11 Firenze 12/11 Roma 14/11 Milano
ONSTAGE
12/11 Eboli 16/11 Perugia 19/11 Caserta 20/11 Caserta 23/11 Padova
d’Agogna (NO) 05/11 Bagno di Romagna (FC) 12/11 Brescia 18/11 Nonantola (MO)
» Lenny Kravitz 20/11 Treviso 21/11 Milano
» Zucchero 07/11 Milano 08/11 Milano 09/11 Brescia 11/11 Perugia 12/11 Ancona
» Planet Funk 04/11 Fontaneto
62
OTTOBRE
» Noel Gallagher’s High Flying Birds 28/11 Milano » Vinicio Capossela 02/11 Ancona 05/11 Ravenna » LINEA 77 03/11 Segrate (MI) 04/11 S. Donà Di Piave (VE) 05/11 Scandiano (RE)