Onstage - MtvDay 2009

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ONSTAGE magazine speciale






6 // Editoriale

editoriale di ALBERTO ROSSINI Responsabile Contenuti Mtv Italia

Dopo avere invaso Genova nel 2008 ed aver diffuso la musica nelle piazze, sui bus, sulle barche attraccate al porto, nei vicoli e nei salotti cittadini della città della Lanterna, quest’anno MTV Italia ha preparato una seconda e ancora più scatenata invasione musicale nel capoluogo ligure per bissare il successo dell’evento dello scorso anno, che ha raccolto più di 70.000 persone al Porto Antico. MTV Day 2009 è musica nella sua essenzialità, senza filtri, come passione ed esperienza diretta, oltre che occasione di confronto e di partecipazione attiva con i valori editoriali legati a “Tocca a Noi”, claim dell’edizione di quest’anno. Proprio il 12 settembre, infatti, a Genova si potrà firmare in favore della prima legge fatta dai ragazzi per i ragazzi e pensata per migliorare la vita nelle Università. Con l’MTV Day dunque il progetto “Tocca a Noi”, che ha già coinvolto oltre un milione di ragazzi che hanno votato per scegliere l’ambito della proposta, entra nel vivo della raccolta delle 50 mila firme necessarie per far si che il progetto di legge di iniziativa popolare diventi realtà. Un’iniziativa di democrazia diretta che si sposa perfettamente con la vocazione di MTV a portare gratuitamente il meglio della musica italiana ed internazionale nelle piazze. Quella di Genova sarà anche e soprattutto una grande festa di musica. Per sei ore, senza sosta, 10 artisti si esibiranno su due palchi: un cast eterogeneo, come sempre, per riflettere tutte le anime di MTV. Dal pop fresco e giovane degli Zero Assoluto al suono intenso

e febbrile degli Skunk Anansie, dall’hip hop dei Club Dogo al rap-rock di J-Ax fino ai sensazionali The Gossip, dominatori delle classifiche di tutta Europa grazie alle loro canzoni graffianti e alla prorompente personalità della loro cantante, Beth Ditto. Non solo: al Porto Antico risuoneranno anche le note rock dei Negrita e dei Lost, l’elettronica di Boosta e l'energia dei Bloody Beetroots mentre i Broken Heart College, nuova scoperta di MTV, riceveranno il loro “battesimo” di fuoco. Musica e impegno, dunque, ma anche presa diretta sulla realtà e divertimento: il backstage sarà infatti “trasparente” e visibile al pubblico di Genova e ai telespettatori e diventerà luogo di incontro tra gli artisti, i presentatori e gli ospiti speciali. MTV svelerà quindi ciò che succede in un'area solitamente inaccessibile, per documentare senza filtri i rituali che precedono il concerto, le chiacchiere ed il relax che lo seguono. Il tutto si potrà seguire in forma integrale su MTV Pulse, canale 707 di SKY, con dei presentatori di eccezione, i Dari, una delle band più amate dagli adolescenti. Anche per l’edizione 2009 MTV mette in campo tutte le sue piattaforme distributive: l’evento sarà infatti seguito in modo diverso dal canale terrestre, da Pulse ma anche da MTV.it e da MTV Mobile per permettere a tutti di non perdere nemmeno un istante dell’evento o di cambiare punto di vista in tempo reale. Anche questo è “Tocca a Noi”, ovvero dare ai giovani la possibilità di conoscere la realtà, di cambiarla o di guardarla da angolazioni diverse, per arrivare così, vicino ai propri idoli come solo MTV sa fare.

ONSTAGE magazine Direttore Responsabile Emanuele Vescovo Direttore Editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com Art Director Federico Riva f.riva@ineditweb.com Progetto grafico Inedit srl via Pietrasanta, 12 20143 Milano info@ineditweb.com Redazione Francesca Vuotto f.vuotto@onstageweb.com

Hanno collaborato a questo numero: Damir Ivic, Susanna La Polla, Massimo Longoni, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Giorgio Rossini. Pubblicità Areaconcerti srl via Pietrasanta, 12 20143 Milano tel. 02.5695313 Luca Seminerio l.seminerio@onstageweb.com Francesco Ferrari f.ferrari@onstageweb.com Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com Marianna Maino m.maino@onstageweb.com

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Distribuzione Mario Vescovo m.vescovo@onstageweb.com

Onstage Magazine Registrazione al tribunale di Milano N°362 del 01/06/2007


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8 // MTV Day 2009

MTV DAY 2009 SABATO 12 SETTEMBRE H. 18:00 PORTO ANTICO GENOVA in diretta su CERCA MTV E SINTONIZZALA SUL CANALE 8 DEL DIGITALE TERRESTRE PER SCOPRIRE TUTTE LE NOVITA' DELL'AUTUNNO Prosegue lo switch off dalla tv analogica alla tv digitale, le prossime regioni coinvolte saranno: Valle d'Aosta, Piemonte, Trentino, Alto Adige, Lazio e Campania. Se abiti in una di queste regioni, per non perdere i nuovi appuntamenti autunnali e non solo con Mtv, cercala sul tuo televisore e sintonizzala sul canale 8.Tutti i vj, i concerti pi첫 belli, le serie tv, i nuovi programmi, le classifiche e soprattutto la grande musica vi aspettano su Mtv che continua sul digitale terrestre.

presentano

Valentina

Pif

Bigio

Francesco

Elisabetta


MTV Day 2009\\ 9

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Grazie a MTV Mobile, la telefonia mobile di chi ama la musica, dall’1 al 30 Settembre, tutti i possessori di cellulare di qualsiasi operatore di rete mobile avranno la possibilità di attingere dalla library musicale di MTV Mobile e scaricare gratuitamente la playlist dell’MTV Day 2009, in formato Mp3 DRM free.

Hai memorizzato il cast dell’MTV Day 2009? Hai scelto il tuo artista preferito? Dimostraci quanto sei fan e a partire dal 7 Settembre, invia una mail all’indirizzo mtvday@mtvmobile.it con il nome del tuo idolo e una tua foto che testimoni quanto sei suo fan! Tutte le foto saranno pubblicate sul blog di MTV Mobile www.mtvmobile.it/blog ma solo gli autori delle foto più divertenti/interessanti/originali si aggiudicheranno la possibilità di incontrare i rispettivi artisti dell’MTV DAY 2009. Il contest si apre il 7 Settembre e termina l’11 Settembre. Tutte le info sono su www.mtvmobile.it

Basterà inviare un SMS con la sintassi “MTVDAY” al numero aperto a tutti 339 9948048: si riceverà un codice per entrare nel sito web www.mtvmobile.it/mtvday, dove chiunque potrà immergersi nel mondo di MTV Mobile e dell’MTV Day.

Omar

Dari

Boosta

Rocco 'n' Rollo

Sirya


10 // Sommario

PLAYLIST

12. LUCA DE GENNARO 14. TOCCA A NOI ! 16. LE VIBRAZIONI 20. J-AX 24. SKUNK ANANSIE 28. NEGRITA 32. LOST 34. THE GOSSIP 38. BROKEN HEART COLLEGE 40. CLUB DOGO 44. BOOSTA+BLOODY BEETROOTS 46. ZERO ASSOLUTO

Mtv Day // 12 Settembre 2009 Porto Antico - Genova


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12 // Luca De Gennaro

HAPPY BIRTHDAY MTV! di Daniele Salomone

Forse non tutti se lo ricordano, ma la nascita di MTV è datata 20 settembre 1997. In quel pomeriggio di dodici anni fa, l’emittente ha cominciato a trasmettere 24 ore su 24. Da allora, ogni anno, settembre è il mese dell’MTV Day, ovvero la festa di compleanno del network musicale. Che conserva una mission importante. Ci ha raccontato tutto Luca De Gennaro, responsabile "Talent & Music" dell’emittente e ideatore dell’MTV Day.


Luca De Gennaro \\ 13 Partiamo dalla location. Come mai ancora Genova? Perché l’anno scorso è andata molto bene. Ci siamo spostati da Bologna, dopo tanti anni era giusto cambiare, ma con Genova abbiamo appena iniziato. Ci è piaciuto il posto, è venuta tanta gente, la città ha apprezzato. Squadra che vince non si cambia e per questo siamo tornati nel capoluogo ligure, sperando di ripetere la bella esperienza dell’anno scorso. L’MTV Day 2008 si presentava al grido di “Music everywhere”, ovvero musica ovunque. Quest’anno lo slogan è “Tocca a noi”. Qual è il senso dell’iniziativa? E’ una chiamata non alle armi ma alle coscienze. Stiamo portando avanti questo progetto da molti mesi. E’ un modo per far capire che siamo noi comuni mortali a poter cambiare quello che non ci piace. Abbiamo fortemente voluto sottotitolare l’MTV Day con il nome dell’iniziativa perché vogliamo che sia il messaggio centrale di questa giornata che è la più importante dell’anno per MTV. Qual è il senso dell’MTV DAY? MTV ha lanciato le sue trasmissioni in Italia 24 ore al giorno in occasione del megaconcerto degli U2 il 20 settembre 1997 a Campovolo. Quel giorno, nel pomeriggio, avevamo organizzato un evento nell’evento portando alcuni artisti italiani ad esibirsi su un palco laterale. C’erano gruppi come Subsonica, Afterhours, 99 Posse. L’obiettivo era quello di far vedere la nuova musica del nostro paese, in diretta, dal vivo, una cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Pochi giorni dopo mi è venuta l’idea di ripetere l’esperimento tutti gli anni. Da allora, ogni settembre (escludendo il 2001, per i noti tragici fatti di New York, nda) festeggiamo il compleanno di MTV. Negli anni abbiamo cambiato formule e location ma il concetto è rimasto lo stesso: portare sul palco la musica, soprattutto italiana, che negli ultimi 12 mesi è stata al centro della nostra programmazione e nel cuore del nostro pubblico. Immagino che anche quest’anno abbiate adottato lo stesso criterio nella definizione del cast. Certo, la musica dell’MTV Day è quella in onda sui nostri canali. Come è sempre capitato in passato, sul palco portiamo gli artisti che rappresentano i gusti del pubblico di MTV. Ci sono volti nuovi, emergenti, e anche amici che tornano a trovarci. Perché è vero che i gusti cambiano in fretta, e noi dobbiamo adeguarci, ma ci sono musicisti che non passano mai di moda. Legare l’MTV Day 2009 al progetto “Tocca a noi” ha influenzato la scelta degli artisti? C’è J-Ax che ha scritto e interpretato (insieme a Marracash, Le Vibrazioni e Giusy Ferreri) la canzone che è diventata un video di “Tocca a noi”. Poi ci sono i Negrita che hanno dato il proprio contributo al progetto. Alcune scelte non sono strettamente legate ma naturalmente legate all’iniziativa. Come gestite il programma dell’evento e l’ordine di esibizione sul main stage e gli altri palchi? Innanzitutto, ci tengo a sottolineare che non pensiamo ci sia un palco principale e uno secondario, semplicemente abbiamo a disposizione diversi spazi. L’obiettivo è mettere tutti gli artisti nel posto giusto. A prescindere dalla grandezza e dall’importanza del palco, non si può mettere una band di 10 elementi su una struttura piccola e un dj set su un palco immenso. Una delle caratteristiche dell’MTV Day è non avere headliners, per noi sono tutti uguali, ognuno ha pari dignità. La sequenza delle performance non è studiata in base alla popolarità della band ma in base al tipo di musica e all’adattabilità a determinati orari, oltre che alle questioni tecniche. A ogni artista viene offerto il meglio in termine di collocazione, oraria e fisica. E gli stranieri? Una ciliegina sulla torta. Non abbiamo mai invitato più di uno straniero, ad eccezione dell’anno scorso in cui erano tre (Fall Out Boy, Duffy e The Script, nda). In occasione del decimo compleanno di MTV, nel 2007, il cast era tutto tricolore. Ci teniamo a ribadire la nostra mission rispetto alla musica italiana. Quest’anno gli artisti stranieri sono due, una doppia ciliegina. In che modo la tua esperienza trasversale nella musica è utile ad un emittente come MTV che si rivolge principalmente ad un pubblico giovane? La parola chiave è “esperienza”. Il professionismo è un valore importante. E’ utile a tutte le generazioni, l’apertura mentale e la conoscenza musicale permettono di interpretare i gusti di tutte le età. Non basta essere giovani e appassionati per interpretare i gusti dei ragazzi e servirli al meglio. Bisogna esserne capaci! In tutta la mia carriera non ho fatto altro che mettere in sequenza canzoni per proporle ad un pubblico, in tutti gli ambiti, clubbing, radio, giornalismo. Capire chi hai davanti e costruire la migliore e più efficace selezione musicale è un valore che si alimenta con l’esperienza. Questo è quello che metto al servizio di MTV. Naturalmente ho una serie di collaboratori molto

giovani, alcuni dei quali sono allievi del mio corso in Cattolica. Ventenni con orecchie fresche, ma che hanno bisogno di essere guidati da chi ha più esperienza.

Su MTV Italia, ovvero l’ammiraglia del network, la musica è in diminuzione all’interno del palinsesto. Il trend continuerà? Negli anni la programmazione di MTV Italia è andata differenziandosi per la naturale esigenza di apertura nei confronti di un pubblico che non si raggiunge con i videoclip, un mezzo che ha grande valore ma anche qualche limite. E’ una tendenza che MTV ha anche a livello internazionale. C’è poca musica e quasi sempre veicolata, penso a TRL, in cui è giustificata da una classifica e dall’interazione con il pubblico. Ma il video non ha perso importanza per il network, anzi. Ci sono ben cinque canali che mandano solo clip! La filosofia di MTV è ancora fortemente radicata su quel formato, con la consapevolezza che ci vuole un canale analogico terrestre con più ascoltatori possibile, che funga anche da veicolo pubblicitario per i canali satellitari. E perché questo accada, c’è bisogno di differenziare la programmazione.

MUSIC EVERYWHERE "Esistono due generi di musica: quella bella, e quella brutta. Io suono la prima". Con questa frase, riportata sul sito di MTV, si potrebbero riassumere vita e opere di Luca De Gennaro, uno che “ha cominciato a mixare dischi quando ancora i 45 giri dettavano legge e non esistevano piatti con variatore di velocità”. Dagli anni Ottanta è arrivato fino ad oggi stando dietro le consolle dei più importanti club e festival del nostro paese, aprendo i concerti italiani degli U2 nel 2001, il tour di Vasco nel 2004 e il celebre live di Ligabue a Campovolo l’anno dopo. Oltre al ruolo chiave svolto per MTV, di cui è responsabile del dipartimento "Talent & Music", Luca, cinquantenne, torinese, è giornalista (collabora con Rolling Stone ed ha pubblicato alcuni libri), conduttore radiofonico (Radio Capital) e insegnante di “Programmazione musicale nei media” all’Università Cattolica di Milano. Insomma, uno dei personaggi chiave del mondo musicale nostrano.


14 // Tocca a noi

tocca a me, tocca a te,

A

ncora una volta MTV Italia precorre i tempi e, per la prima volta nella storia dei media, si fa promotrice di un progetto di democrazia diretta. "Tocca a noi" è il nome dell’iniziativa che si propone di presentare in Parlamento una legge di iniziativa popolare. La Costituzione prevede infatti che si possa sottoporre a Camera e Senato un progetto di legge dopo aver raccolto almeno 50.000 firme. E siccome è scarsa, specialmente tra i giovani, la consapevolezza delle possibilità che questo istituto offre, MTV si è mobilitata. "Le cose non vanno, cambiamole ora" è lo slogan con cui l’emittente ha spronato centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze ad attivarsi per contribuire alla realizzazione del progetto. Anche se poteva sembrare, almeno inizialmente, una mission impossibile, MTV è riuscita a mettere in contatto il mondo dei giovani con quello dei governanti, spesso (e a ragione veduta) percepito come lontano e distaccato, tramite una formula che concilia gli spazi di espressione aperti dalle nuove tecnologie con gli strumenti consolidati della politica. Le origini di "Tocca a noi" risalgono all’Election Day 2008, quando, in concomitanza con le elezioni amministrative e politiche nazionali, la rete musicale ha istituito un sondaggio per individuare quali fossero gli ambiti in cui apportare dei cambiamenti. Da questa inchiesta sono emerse quattro aree tematiche sentite come problematiche: “Scuola e università”, “Lavoro”, “Ambiente” e “Inserimento dei giovani in politica”. Successivamente, dal 16 novembre 2008 al 12 gennaio 2009, 291.806 (!!!) ragazzi hanno votato sul sito di MTV per scegliere di quale argomento occuparsi: si è aggiudicato la vittoria “Scuola e università” con il 37% delle preferenze. "Tocca a noi" ha ricevuto fin da subito il sostegno di numerosi artisti, primo tra tutti Jovanotti, che il 5 febbraio scorso ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico Marconi di Milano. Lorenzo ha saggiato la sfiducia dei ragazzi, che hanno

a cura della redazione espresso la difficoltà nel far sentire la propria voce, ed ha infuso una buona dose di ottimismo nei loro animi: “Il nostro Paese ci ha portato a credere che non ci sia la possibilità di cambiare e questa è una delle più grandi sconfitte della nostra società. "Tocca a noi" è importante perché avete tutta la vita davanti e dovete credere che il futuro è nelle vostre mani!”. J-Ax, Marracash, Giusy Ferreri e Le Vibrazioni hanno inciso il brano "Tocca a noi", il cui videoclip è stato distribuito su richiesta a radio e televisioni. Il brano è un rap, genere musicale che riscontra sempre più seguito tra giovani e giovanissimi e che spesso si accompagna a messaggi forti. MTV si è fatta portatrice delle richieste dei ragazzi per veicolarle con maggior visibilità alle istituzioni governative, ma la legge è per gli studenti ed è stata creata dagli studenti. Il CRISP di Milano Bicocca, la Scuola di Specializzazione SPISA di Bologna e la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari sono state incaricate di redigere tre diversi progetti di legge sul tema scelto. Gli studenti, con la supervisione di professori e ricercatori universitari, hanno elaborato le loro proposte, che il 12 giugno sono state messe ai voti su www.mtv.it per stabilire a quale far proseguire l’iter. Il lavoro intitolato "La nuova università: un’esperienza da vivere" degli studenti dell’ateneo bolognese ha vinto con più di 1 milione di preferenze. Il 28 luglio è stato presentato in Cassazione, dopo una fase wiki di due settimane, durante le quali sono state raccolte più di 70 modifiche e suggerimenti per migliorarlo. Ora tocca veramente a noi: il progetto deve essere firmato da almeno 50.000 persone per arrivare in Parlamento. Abbiamo tempo fino a marzo 2010 per recarci ai banchetti allestiti nelle principali città (a pagina 46 tutte le indicazioni) e agli eventi di MTV armati di documento d’identità. E’ il momento di far sentire la nostra voce, non lasciamoci scappare l’occasione!


Tocca a noi \\ 15

è arrivato il tuo momento! vai a firmare a Genova : dal 07 al 12 settembre Torino : dal 27 settembre al 01 ottobre Roma : il 26 settembre per ulteriori informazioni www.mtv.it/toccanoi

il disegno di legge Ecco il contenuto del testo “La nuova università: un’esperienza da vivere”, elaborato da SPISA - Università di Bologna, che oltre 1.300.000 persone hanno votato sul sito di MTV. Per il testo completo www.mtv.it/toccanoi Il progetto di legge si propone di far in modo che le università si caratterizzino non più come un “esamificio”, ma come un luogo di occasioni dove maturare esperienze formative e non, per arricchire le conoscenze culturali e professionali degli studenti. La sede universitaria sarà così scelta anche sulla base della capacità del singolo ateneo di assicurare valide condizioni di vita universitaria e servizi aggiuntivi per vivere altre esperienze. L’ampliamento dei servizi è affidato alla Carta dei Servizi Universitari, un documento realizzato in collaborazione con gli studenti volto a garantire la conoscenza e l’effettiva fruibilità delle attività che affiancano l’offerta didattica. Si propongono anche misure che vengano incontro a esigenze primarie dei ragazzi, come l’acquisto degli strumenti di studio e il reperimento di un alloggio per gli studenti fuori sede. I costi per l’acquisto dei libri sono sempre più gravosi e si pensa di puntare sulla possibilità, per le università, di stipulare con le case editrici accordi che favoriscano la circolazione di testi in formato elettronico ad un prezzo agevolato. Per gli alloggi, oltre alla costruzione di nuove sedi si auspica la messa a norma di quelle esistenti e l’ampliamento degli incentivi per i proprietari che concedono in locazione i propri immobili agli universitari.

Recenti indagini rivelano che la maggior parte degli studenti lavoratori sono costretti ad avere un impiego per garantirsi il mantenimento fino al termine degli studi. Giovani che incontrano grandi difficoltà a conciliare il tempo dello studio con quello per il lavoro; nel progetto di legge si propone che possano concordare con l’università il numero massimo di crediti formativi che si impegnano a conseguire annualmente, ottenendo una corrispondente diminuzione delle tasse universitarie. L’incremento dei servizi comporterà anche un aumento del livello di internazionalizzazione degli atenei, sia in entrata che in uscita. Condizione necessaria è la revisione dell’attuale sistema di finanziamento, affinchè una quota percentuale dei fondi ordinari di finanziamento sia ripartita non solo in base alla tipologia ed alla qualità dei servizi aggiuntivi e alla capacità degli atenei di attrarre studenti stranieri, ma anche in base al numero degli studenti fuori sede presenti in ogni università.

Per la versione completa della proposta di legge elaborata dall’Università di Bologna: mtv.it


16 // Le Vibrazioni

DEDICATO A TUTTI di Gianni Olfeni

Francesco Sarcina Voce

Stefano Verderi Chitarra

Alessandro Deidda Batteria

C

ome è nata la vostra partecipazione al progetto "Tocca a Noi"? In modo molto spontaneo. Non appena ci hanno esposto l’iniziativa abbiamo aderito, perché siamo molto sensibili alle tematiche sociali, a maggior ragione se riguardano il mondo dei giovani che ci è così vicino. Spesso abbiamo diritti che non conosciamo e l’iniziativa ha avuto il potere di dare ai singoli questa consapevolezza. Siamo tutti capaci di lamentarci, mentre facciamo molta più fatica ad attivarci, da questo punto di vista Tocca a Noi ha stimolato anche me. In che modo pensi sia un’iniziativa importante, proposta di legge a parte? Tutte le fasi del progetto, scoprirsi uniti ad altri per una battaglia comune, discutere analizzando i vari punti di vista ed arrivare ad una conclusione, hanno contribuito a rendere i ragazzi più affiatati e ad inserire l’Italia in un’ottica di apertura e di confronto. Criticare senza ascoltare gli altri è limitante di per sé e, nel caso di problematiche di questo tipo, anche per il paese in cui viviamo. Hai girato il video della canzone "Tocca a Noi" con J-Ax, Marracash e Giusy Ferreri. Come è stato lavorare con artisti che si collocano in un mondo così diverso dal tuo? Io e J-Ax ci conosciamo da molto tempo e, a prescindere dall’amicizia, l’ho sempre stimato per il coraggio con cui riesce a dire cose vere e forti. Ho conosciuto Marracash e Giusy, che sono veramente bravissimi. È stata una bella esperienza, così come andare in Cassazione per depositare la proposta di legge definitiva, insieme ai Lost e ai Finley. Ora bisogna attivarsi e firmare per raggiungere le 50.000 firme necessarie per portarla in Parlamento.

I giovani hanno bisogno di qualcuno che li guidi nella giusta direzione per trovare le risposte alle domande che si pongono. Per questo sono fondamentali iniziative come ‘Tocca a noi’

Sono passati più di sei anni da quando hanno pubblicato il singolo del grande salto verso la notorietà, Dedicato a te. Da allora Le Vibrazioni band ha raggiunto una consapevolezza e una maturità invidiabili. Tanto da essere coinvolti in un progetto complesso come “Tocca noi”, su cui, è proprio il caso di dirlo, ci hanno messo la faccia. Francesco ci ha messo anche la voce, anche per noi.

Pensi che sia più utile che il mondo musicale stimoli le coscienze con iniziative tipo “Tocca a noi” o che si mobiliti con grandi concerti-evento? Partecipando a grandi eventi benefici ho capito che spesso ci crede più chi è sul palco che chi ci viene a vedere, perché la maggior parte del pubblico spesso si trova lì più per il carattere gratuito dell’iniziativa che per aderire a una causa. Penso anche che i ricavi dei biglietti in quei casi non dovrebbero essere tassati, in modo che quanto raccolto possa essere interamente devoluto. Più in generale, in questo momento i giovani hanno bisogno di qualcuno che li guidi nella giusta direzione per trovare le risposte alle domande che si pongono. Per questo sono fondamentali iniziative come “Tocca a noi”, che contribuiscono a renderci consapevoli delle nostre potenzialità, come cittadini italiani prima ancora prima che come giovani. Nonostante i nostri impegni per le registrazioni del nuovo album, abbiamo voluto trovare il tempo per dedicarci a questo progetto proprio perché riteniamo che serva un maggior impegno da parte di tutti. Ovviamente servono molte energie per mettersi in gioco e una grande forza d’animo per non lasciarsi scoraggiare, ma alla fine i risultati arrivano. MTV ha dato un input e i ra-


Nome artista\\ 17

25 SETTEMBRE 2009


18 // Le Vibrazioni

Ci auguriamo che il nuovo album piaccia a chi ci segue da tempo e anche a chi non è ancora convinto di noi

gazzi hanno risposto benissimo, il feedback è sicuramente positivo considerato che più di un milione di persone hanno votato la proposta che è stata portata in Cassazione.

Parliamo del momento artistico delle Vibrazioni. Recentemente Marco Castellani, il vostro bassista di sempre, ha lasciato il posto a Emanuele Gardossi. Cosa è cambiato con questa new entry? In realtà l’ingresso di Emanuele è un ritorno, nel senso che è stato il bassista con cui ho suonato per sette anni prima della formazione delle Vibrazioni. Marco “Garrincha” era una presenza molto forte all’interno della band, sicuramente incisiva per il sound di un tempo delle Vibrazioni, ma ultimamente aveva esigenze diverse che non lo facevano stare bene con noi. È una divisione che era nell’aria da tempo e che è dovuta semplicemente al fatto che abbiamo intrapreso strade diverse. Purtroppo quando si va in giro a suonare si creano delle dinamiche delicate, perchè ognuno ha una visione personale dell’esperienza che sta vivendo, che evolve singolarmente, e magari non sempre ci si confronta oppure lo si fa con modalità diverse. Ora siamo tutti più sereni, non era il caso di andare in tour e lavorare al nuovo disco senza che tutti fossimo convinti e contenti. Siamo in ottimi rapporti con Marco e gli auguriamo ogni bene per il suo nuovo progetto. L’avvento di Emanuele è un po’ un cerchio che si chiude e certamente dà un apporto energetico positivo, fatto non trascurabile visto che diamo molta importanza allo stato d’animo e alla “vibe” che circola tra di noi.

State registrando il nuovo album. Cosa ci dobbiamo aspettare? Posso anticipare che è un album ragionato, nel senso che abbiamo ascoltato tutto quello che abbiamo fatto in passato e ne abbiamo estrapolato i pro e i contro. Con la maturità acquisita negli anni stiamo realizzando un album che comprende un po’ tutto, anche se il sound chiaramente si è evoluto con noi: si riconoscono Le Vibrazioni, ma si sente anche una decisa crescita. Sarà quindi un disco che segna una svolta rispetto all’immagine rock anni Settanta che avete sempre dato di voi? Essendo cresciuti abbiamo delle esigenze personali e sonore diverse, sarà un po’ una sorpresa. I brani riprendono, elevandolo, il rock che ci contraddistingue e che spesso in passato non è stato ben rappresentato dai singoli estrapolati dagli album. Esigenze discografiche di solito costringono a presentare al pubblico i brani più pop e a lasciare il rock alle altre tracce, ma purtroppo al giorno d’oggi quasi nessuno ascolta un disco per intero. Come pensi che sarà accolto il nuovo progetto artistico delle Vibrazioni? Ci auguriamo che l’album piaccia a chi ci segue da tempo e a chi non è ancora convinto di noi. In Italia purtroppo si fa fatica a sperimentare perché il pubblico è abituato a rimanere legato staticamente a quello che hai sempre fatto, tant’è vero che ci sono musicisti che cantano e suonano allo stesso modo da quarant’anni eppure vanno avanti comunque. Anche tra i giovani si fa fatica a trovare chi è capace di rinnovarsi ed affrontare nuove sfide. A me come ascoltatore piace confrontarmi con dei cambiamenti netti, sia d’immagine che di suono, e per questo ho sempre ammirato David Bowie: ha più volte mutato il suo look, il modo di cantare ed il suono, eppure resta sempre riconoscibile. Penso che un buon musicista debba essere camaleontico per seguire i tempi, la società e le evoluzioni personali. Quando potremo ascoltare il nuovo album? Non si sa, è ancora tutto un work in progress.

Nel video di Drammaturgia (2008), che ha partecipato alla campagna No Excuse 2015 dell’ONU insieme a MTV, Le Vibrazioni hanno recitato insieme a Riccardo Scamarcio, Paolo Bonolis e Sabrina Impacciatore.



20 // J-Ax

ADESSO TOCCA A ME di Massimo Longoni

foto: Alessandra Tisatto

Il titolo dell’ultimo album di J-Ax, Deca Dance, è un gioco di parole che fa riferimento alla prima decade degli anni 2000, alla musica dance degli anni ‘90, al “deca” degli 883, alle dieci canzoni del disco ed al suo prezzo (10 euro).


J-Ax \\ 21

Se c’è un artista che proprio non poteva mancare all’MTV Day 2009 è J-Ax. L’ex Articolo 31 è uno dei testimonial di “Tocca a noi”, avendo prestato voce e faccia per il video del brano che pubblicizza il progetto. In più il musicista milanese è nel bel mezzo di un momento artistico d’oro, con due album pubblicati in un anno e un nuovo tour in arrivo. Prima della sua quinta apparizione al compleanno di MTV ci ha parlato, a modo suo, di questo e altro.

Non pensi che in fondo questa iniziativa abbia ricevuto troppo poco spazio sui media? Per questo l'errore fondamentale è stato di MTV. Invece di chiamare J-Ax come testimonial avrebbero dovuto chiamare Noemi Letizia. Sui giornali avrebbero fatto il botto. E per la canzone potevano affidarla ad Apicella, sai che figata? Il 12 settembre è in programma l'MTV Day e J-Ax è uno dei protagonisti. Cosa ci dobbiamo aspettare dalla tua performance? Ho intenzione di presentare un paio di sorprese che non posso svelare. Per il resto userò il sistema audio che porto abitualmente in tour. Per fartela breve abbiamo un sequencer che gestisce tutte le nostre entrate quindi possiamo cambiare i trigg della batteria e della chitarra in tempo reale. Una cosa tecnologicamente molto avanzata. Questa unione tra rock e rap, grazie al computer che interagisce con la chitarra e la batteria, è un po' il mio orgoglio di quest'anno e me lo porto anche all'Mtv Day.

vado a ogni suo concerto: anche lo scorso 28 agosto ha fatto una serata molto importante a Siena e io sono stato ospite per cantare il mio pezzo e il suo (Il sole dentro di me, nda). Abbiamo visto che i nostri rispettivi audience hanno reagito molto bene a questa collaborazione. Perché comunque, almeno eticamente, non siamo così lontani come potrebbe sembrare a prima vista. Alla fine anch'io ho scritto le mie Je so' pazzo, quindi ci siamo trovati subito.

Hai fatto riferimento al pubblico. Quindi non si è sentito nemmeno il gap generazionale tra i tuoi fan e quelli di Pino? Per mia esperienza, i cantanti nella testa sono tutti degli eterni venticinquenni. Quindi alla fine il gap generazionale non lo senti. Non l'ho mai sentito nemmeno in altre occasioni, quando ho conosciuto Dalla o Morandi. Poi nella fattispecie parliamo di gente che si informa, resta al passo con i tempi, con la tecnologia. Non parli con dei dinosauri. E comunque alla fine anch'io ho 37 anni e riesco a comunicare con i ragazzi giovani.

MTV invece di chiamare J-Ax come testimonial per ‘Tocca a noi’ avrebbe dovuto coinvolgere Noemi Letizia. Sui giornali avrebbero fatto il botto

Q

uali sono le tue impressioni dopo aver partecipato all’iniziativa di Mtv? Ho fatto il video promo perché me lo ha chiesto MTV e comunque mi sembrava una cosa meritevole. In Italia qualsiasi gesto che prova a smuovere dall'immobilismo che ci attanaglia viene dettato dalla classe intellettuale. In questo caso mi faceva piacere che la cosa partisse invece dai ragazzi, perché può far capire loro che in fondo non siamo così distanti dalle istituzioni e possiamo far sentire la nostra voce. D'altro canto mi metto anche dalla parte di quelli che dicono “vediamo come va”.

Lo stesso giorno uscirà il tuo nuovo singolo, Anni amari, che hai realizzato in coppia con Pino Daniele. Il video che lo accompagna lo abbiamo girato durante la mia data di Roma ed è stato devastante. Sono davvero contento, è uno dei più bei video della mia carriera. E lo presenterò proprio in occasione dell’MTV Day.

Come mai allora spesso i cantanti sembrano appartenere a schieramenti o a mondi che non possono parlare tra loro? La spaccatura tra musica per i giovani e per gli adulti la fanno i media ed è una spaccatura di programmazione. Non dico che siano gli anziani che sbarrano la strada ai giovani, perché è reciproco: dove passano la roba giovane non passano quella per i più adulti. In realtà è una cosa che in America o altri posti non accade, gli Aerosmith o altri mostri sacri hanno un successo trasversale, un po' come da noi accade solo per pochi come Vasco o Ligabue.

Sulla carta questa collaborazione sembrava piuttosto anomala. Come è andata? Con Pino andiamo d'accordissimo, spero che con il tempo diventeremo davvero amici. Ci frequentiamo parecchio. Praticamente

In Italia invece non è così... No, da noi ti danno un posto: a loro, come a Zucchero, hanno dato quello della star e quindi vanno bene per tutti. Mentre la collaborazione che ho fatto con Pino è stata la dimostrazione che in realtà


22 // J-Ax

J-Ax nel backstage del video di Tocca a noi

musica bella da una parte più musica bella dall'altra dà come somma un risultato carino. È stata una collaborazione trasversale nata direttamente dagli artisti e non dai media.

In Anni amari c’è una strofa che recita “Così la vita assomiglia a quella di mio papà/ Ora capisco, ho una famiglia/ Se sto disco non va non mangerà”… Beh, l'ho buttata giù un po' dura...

Nella mezzora in cui tu sei sul palco dell’MTV Day non c'è nessun tipo di imposizione artistica. Ricordo un anno con gli Articolo 31 che portammo delle piante di marijuana sul palco e MTV ce lo lasciò fare

Ok, magari hai esagerato, ma con la crisi discografica degli ultimi anni, fare il cantante è diventato un lavoro un po’ più normale di prima? Il fatto è che in realtà fare un lavoro che ti piace è una vita da sogno. Se ti piace veramente e lo fai per passione si sente. So che i fan, quelli che mi seguono, non mi lasceranno morire di fame. Se poi hai la mira di diventare Madonna o di prenderti la barca e fare i soldi che fa un personaggio della televisione, beh, per una vita così in Italia c'è posto per tre persone. Magari con il lavoro ci si arriva ma non deve essere quello l’obiettivo,

altrimenti vivi da frustrato. Nella mia carriera ho vissuto degli “up” e dei “down”. In questo momento le cose vanno bene e quindi la vedo un po' più positiva.

Quindi per te la crisi non c'è stata? Io mi sono messo a lavorare a testa bassa, ho lavorato tanto, ho fatto due album, ho tentato di reinventare e di aggiornare quello che facevo e ora, dopo la tournée e i dischi ancora in classifica dopo tanti mesi, posso dire di esserci riuscito. La crisi forse doveva colpire soprattutto settori come la moda, l'editoria, la musica, la televisione e lasciare stare la gente che lavora. Perché in certi ambienti qualche difficoltà penso possa fare bene: riporta con i piedi per terra, si spande un po' meno e si dà forse il giusto peso alle cose. Tornando all'MTV Day, tu sei un veterano: ne hai già fatto uno da solista e tre con gli Articolo 31. Cos’ha di speciale questo evento? Televisivamente parlando è l'ultima grande manifestazione. Ha sostituito trasmissioni storiche come il Festivalbar. Magari non per quanto riguarda l'audience, ma per la musica è molto più importante di Sanremo. La cosa davvero unica è che nella mezzora in cui tu sei sul palco la televisione è tua, da parte di MTV non c'è nessun tipo di imposizione artistica. Ricordo un anno con gli Articolo 31 che portammo delle piante di marijuana sul palco e MTV ce lo lasciò fare. E poi il pubblico che va all'Mtv Day non è solo composto da fan di questo o quel gruppo, ma è un pubblico trasversale con gente anche molto adulta. Programmi per questo autunno? Intorno al 12 settembre annuncerò il tour invernale. Le date sono fissate ma non me le hanno anticipate nemmeno a me perché, a quello che mi dicono, ci saranno delle sorprese.



24 // Skunk Anansie

WHAT THE FUCK! di Marco Rigamonti

Obama Bin Laden Ace Chitarra Basso

Mark Richardson Bill Gates Chitarra Batteria

La Skunkie Skin Vocals Voce

Il video di Tear The Place Up, brano inedito incluso nella raccolta Smashes and Trashes in uscita questo autunno, è stato girato dal regista Adam Powel in un'antica birreria di Londra.


Skunk Anansie\\ 25

Se gli ospiti stranieri sono storicamente la ciliegina sulla torta dell’MTV Day, quest’anno è meglio parlare di ciliegione. Sette anni dopo lo scioglimento, gli Skunk Anansie tornano a suonare in Europa e lo fanno proprio per il dodicesimo compleanno di MTV Italia. A spiegare i perché della reunion ci ha pensato un comunicato molto punk apparso sul website ufficiale della band, firmato da Skin naturalmente. Una che non le manda certo a dire.

"R “

Reunion è una parola bastarda. E’ in cima alla lista delle parole che più odiamo, insieme a recessione, negro e George W. Bush. Il fatto è che adesso lo stiamo facendo noi Skin

SteveCass Jobs Batteria Basso

eunion è una parola bastarda. E’ in cima alla lista delle parole che più odiamo, insieme a recessione, negro e George W. Bush. E’ come un reality. Prima incuriosisce e spopola, poi viene rinnegato e calpestato, infine diventa cibo per avvoltoi e vende, vende, vende. Il fatto è che adesso lo stiamo facendo noi.” La migliore strategia per affrontare un problema consiste anzitutto nel rendersi conto di come stanno le cose in maniera schietta e cinica, togliendo qualsiasi parvenza di emotività e ragionando con la testa, non con il cuore. Ma siccome Deborah Anne Dyer (per gli amici Skin) non è esattamente la tipa da compromessi o mezze misure, ci va giù pesante. Come contraddirla? Consentitemi di bypassare le arcinote e oramai fastidiose considerazioni sul pessimo stato dell’industria discografica di questi tempi (è un’altra di quelle verità che noi tutti cominciamo ad odiare a furia di sentirne parlare); sorvoliamo anche sul lunghissimo elenco di band che ultimamente hanno deciso di tornare insieme con uno sbrigativo “dai Police ai Take That”, così lo spettro è bello che coperto. Sono sicuro che a Skin non piacciono i fronzoli, quindi è meglio passare al dunque. Perché riformarsi dieci anni dopo Post Orgasmic Chill? Anzi, andiamo con ordine: perché gli Skunk Anansie si sono sciolti dopo quel fatidico terzo

disco che non aveva per nulla deluso le attese, anzi, aveva consacrato la doppietta Paranoid & Sunburnt – Stoosh? “Ci siamo seduti in un vano tentativo di risolvere le frizioni che si erano create all’interno della band, e abbiamo parlato e bevuto. Poi abbiamo parlato e bevuto ancora un po’, dopodiché abbiamo bevuto, ballato, urlato, bevuto, siamo caduti, abbiamo vomitato, bevuto e siamo tornati sobri solo per realizzare che dopo tutto quel casino ci eravamo sciolti perché ci eravamo spenti. Semplice.” Esistono sicuramente metodi meno punk per arrivare ad una decisione così importante, ma quando manca qualcosa di fondamentale conta veramente come si arriva


26 // Skunk Anansie

BEST OF REUNION ad una conclusione? Con la stessa rabbia che ha sempre caratterizzato la loro musica (ben esemplificata da titoli come Little Baby Swastikkka, Selling Jesus o Yes It’s Fucking Political), gli Skunk ci hanno aggrediti e conquistati per poi voltarsi le spalle a vicenda e lasciare tutto quel casino lì, sospeso e in qualche modo incompleto. Perché in effetti, a differenza di molti altri gruppi che optano per la rottura con tutte le buone ragioni del mondo (membri che vanno ognuno per la propria strada, fine dell’ispirazione, premature dipartite di leader carismatici), gli Skunk Anansie, nel 2001, hanno lasciato un alone misterioso, un senso di incompiutezza, un feeling del tipo “ma questi ragazzi avevano ancora qualcosa da dire, perché hanno smesso?”. Oltretutto non è che si siano mai presi a botte in seguito allo split-up. Il batterista Mark Richardson (entrato a fare parte dei Feeder) e il chitarrista Mark Kent (autore di un album da solista e in seguito sistematosi in una band chiamata Inner Mantra) si sono dati all’istruzione universitaria presso lo stesso istituto di musica moderna a Brighton. Il bassista Richard Lewis nel frattempo ha registrato con il signor Gary Moore (per chi non lo sapesse, uno dei più celebri bluesman di sempre) e ha dato una mano a Skin con i suoi due album Fleshwounds e Fake Chemical State, cosa che peraltro ha fatto anche Kent. Insomma, non c’era niente di irreparabile a livello di rapporti personali. Volete forse dire che per una volta ha prevalso la visione romantica della musica? Quella che se ne frega di hit da classifica, soldi, etichette e fama e mette in primo piano l’inspiegabile energia che lega quattro persone e che permette loro di scrivere quello che vogliono e come vogliono? “Ci siamo riformati nel significato più vero della parola. Siamo crollati, abbiamo fatto degli errori come mangiare carne e guardare il Grande Fratello, pensare che Michael Jackson fosse colpevole anche se adesso abbiamo i suoi pezzi in repeat nello stereo. Abbiamo curato dolori amari con birre ancora più amare,

Ci ha avvicinati e reso umili il fatto che i nostri fan ci amino abbastanza da permetterci di affrontare nuove sfide. Perché, parliamoci chiaro, il mondo dove stiamo tornando non è facile Skin

supportato Greenpeace, ci siamo fatti di coca con la Winehouse, siamo caduti e abbiamo leccato i bassifondi del rock. Poi ci siamo ripresi e ripuliti per brillare più di Katie Price. Infine ci siamo guardati l’un l’altro negli occhi e siamo stati onesti a riguardo di quello che abbiamo fatto, quello che

Gli Skunk Anansie sono solo l’ultima, in senso temporale, di una lunga serie di band che in questi anni hanno trovato qualche buon motivo per rimettersi insie-

THE POLICE

Separati dal 1984 (pur non avendo mai ufficialmente sciolto la band), Sting, Andy Summers e Stewart Copeland sono tornati ad esibirsi sullo stesso palco nel 2007. E lo hanno fatto alla grande, come ai tempi d’oro. Peccato che la reunion sia durata solo un anno e non abbia prodotto alcun materiale inedito.

GENESIS

Con Peter Gabriel, dal 1969 al ‘75, hanno segnato indelebilmente la storia del rock. Poi grande, grandissimo pop guidati da Phil Collins. La reunion del 2006 non ha visto l’atteso ritorno di Gabriel, ma il risultato è stato comunque grandioso. Chiedere ai 500.000 di Roma del 14 luglio 2007.

me. Ecco le più clamorose e inaspettate, in attesa di altre già annunciate, tra cui Spandau Ballet e Europe.

TAKE THAT

Si pensava che mai avrebbero avuto il coraggio di tornare sul palco senza Robbie Williams. E invece Gary, Mark, Jason e Howard hanno resuscitato i Take That incidendo due album in due anni. Beautiful World (2006) e The Circus (2008) hanno avuto un buon successo e i tour pure. Certo che Robbie..

BLUR

All’inizio dell’anno Damon Albarn e Graham Coxon annunciavano di voler rimettere in piedi la band. E infatti i Blur si sono esibiti a Glastonbury (Uk) lo scorso luglio. Il concerto è andato così bene che forse ci saranno altre date e nuove canzoni, dice Graham. O forse no, dice Damon. A chi credere?

non abbiamo fatto e quello che vogliamo fare. Ci ha avvicinati e reso umili il fatto che i nostri fan ci amino abbastanza da permetterci di affrontare nuove sfide. Perché, parliamoci chiaro, il mondo dove stiamo tornando non è facile”. Decisamente umano e almeno all’apparenza non pianificato. Un po’ come in una fiabesca storia d’amore, gli Skunk Anansie hanno troncato il loro rapporto per aspettare la scintilla in grado di far ricominciare tutto e, infine, riscoprirsi. La domanda d’obbligo a questo punto è: la reunion verrà affrontata con uno spirito meno istintivo, più maturo e consapevole? Con la solita assenza di compromessi, Skin puntualizza che questo non deve essere visto come un ritorno, ma come una partenza: “Guardate a tutto questo come un nuovo inizio. Non abbiamo rimorsi, non stiamo passeggiando lungo il viale della memoria indossando una t-shirt dei Nirvana con gli occhi iniettati di sangue, lamentandoci come degli eroinomani del fatto che le nuove generazioni ci stanno fregando con questa cosa chiamata Internet. Non c’è nostalgia in quello che stiamo facendo, perché noi abbiamo reclamato la nostra gioia insieme, abbiamo riscoperto la nostra empatia, abbiamo riacceso il fuoco nei nostri ombelichi in favore della musica che ci fa muovere. Siamo di nuovo completi, pronti a schiantare tutto quello che incontriamo con ogni pezzo che suoniamo, pronti a condividere la brutalità delle nostre canzoni. Perché? Perché siamo gli Skunk Anansie, e questo è quello che facciamo”. Lapidaria, non lascia neanche il tempo di pensare ad una nuova domanda. E non lascia dubbi sulle intenzioni bellicose di una band che nel breve spazio di quattro anni (1995-1999) ha sfornato tre album ed è riuscita a lasciare un segno importante nel rock moderno. Il greatest hits Smashes And Trashes in uscita a novembre conterrà tre nuovi brani (Because Of You, Tear The Place Up e Squander) che a quanto pare conservano l’energia di quegli anni di fine millennio che li hanno visti protagonisti. Per tutti noi, il 12 settembre c’è un assaggio in anteprima. Appuntamento a Genova.



28 // Negrita

QUEI BRAVI RAGAZZI di Susanna La Polla

Pao Voce

Drigo Chitarra

Franky Basso

La versione di Gioia Infinita feat. Juanes sarà inserita nell’edizione spagnola di HellDorado, la cui uscita è prevista per il prossimo autunno.


Negrita\\ 29

I Negrita sono stati assoluti protagonisti della stagione 2008-2009 grazie ai singoli estratti da HellDorado, tra cui l’ultimo Gioia infinita, uno dei dischi caldi dell’estate. Potevano quindi mancare all’appuntamento con l’MTV Day? Certo che no. Ma chi pensa che la band aretina, dopo il successo degli ultimi anni, si sia montata la testa si sbaglia di grosso. Chiacchierando con Drigo, chitarrista e fondatore dei Negrita, abbiamo capito tutto.

Nelle band, così come in ogni tipo di team, bisogna mettere d’accordo tutte le personalità, aggiustare i vari ego. Noi siamo tutti attivi nelle diverse fasi del lavoro ma non è comunque facile. All’inizio della nostra carriera abbiamo fatto una scelta importante, che si è rivelata vincente. Allora non avevamo idea di cosa ci sarebbe successo, di come sarebbe andata, però ci siamo detti: ‘Se le cose dovessero girare per il verso giusto facciamo in modo che non ci si ritrovi fra 20 anni uno con la villa con piscina e l’altro con l’utilitaria perché una simile disparità rischierebbe di creare inimicizie e odi vari’. Per cui, anche se qualcuno aveva fatto di più e altri di meno, sin dalla realizzazione del primo album abbiamo deciso di dividere tutto in parti uguali. Pensavamo che questa scelta ci avrebbe favorito nel futuro. E così è successo. Siamo sicuri che quello che portiamo in giro oltre alle canzoni è anche questa condizione democratica, che ci dà grande forza. Abbiamo fatto una scelta basata sul rispetto e la stima reciproca, così se le cose vanno male la band rappresenta una risorsa e non un problema". Come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera. E i Negrita non solo hanno iniziato col piede giusto tanti anni fa, hanno anche continuato benissimo. HellDorado, settimo lavoro della band aretina (uscito nell’autunno 2008), è uno dei dischi più venduti della scorsa stagione. Un album che ripesca sonorità in levare stile Clash tanto care a Drigo&compagni e che non risparmia bordate ai mali che affliggono il nostro tempo.

Mac Chitarra

Abbiamo figli e siamo estremamenti preoccupati per la situazione. Quando ci siamo trovati a scrivere i pezzi di HellDorado non era quindi più possibile far finta che la musica servisse soltanto per vendere dischi” Drigo

Alcuni brani del vostro ultimo album, HellDorado, affrontano temi scomodi: ad esempio Il libro in una mano mano, la bomba nell’altra denuncia l'esasperazione dogmatica del Vaticano, e Il ballo decadente dileggia il teatrino politico italiano. E’ il momento giusto perché la musica ricominci a fare denuncia sociale? La crisi di cui tanto si parla sta entrando prepotentemente nella nostra vita, occupando le nostre giornate e i nostri pensieri. Ognuno di noi della band ha figli e come tanta altra gente siamo estremamente preoccupati per questa situazione. Nel momento in cui ci siamo trovati a scrivere non era quindi possibile far finta che la musica servisse soltanto per vendere dischi. Vorrei però precisare rispetto a Il libro in una mano, la bomba nell’altra, del cui testo sono autore e sul quale posso quindi parlare con cognizione di causa, che nelle parole di quel brano non c’è la volontà di lanciare un sasso o bottiglie incendiarie, veicolare rabbia


30 // Negrita non era l’obiettivo. In quella canzone ho semplicemente raccontato delle storie cercando di essere il più “giornalistico” possibile. Ognuna delle situazioni descritte nel testo è tratta da articoli che ho letto sui quotidiani e su Internet. Non si tratta di un testo di denuncia, ho solamente riportato delle cose che sono sotto gli occhi di tutti. Cose alle quali purtroppo ci stiamo abituando ma che in realtà sono paradossali.

Come la mettiamo con i riferimenti alla Chiesa? Il fatto che si parli di povertà da una delle regge più sfarzose del mondo conosciuto e che lo si faccia pensando di promuovere la parola di Dio, è qualcosa che a mio avviso non ha molto senso. E’ un fatto che, come credente, ogni giorno mi manda in confusione, la mia ricerca spirituale è annebbiata da certi comportamenti che stupiscono e traggono in inganno. Il libro in una mano, la bomba nell’altra è una lettera aperta al mio Santo Padre. Non c’è volontà di creare scompiglio, è solo il desiderio di dire “ok, se le cose stanno andando in questo modo bisogna guardarsi allo specchio e cercare di capire cosa c’è che non va”, come faccio io tutte le mattine. In un’intervista avete descritto HellDorado come l’Occidente, con le sue mille contraddizioni, ma anche come la televisione, gabbia dorata e ingannatrice. C’è un modello di tv però che sembra convincervi: MTV. L’iniziativa “Tocca a noi” in particolare, ultima delle numerose campagne che avete sostenuto in questi anni. Il motivo per cui abbiamo deciso di sostenere questo progetto è semplice: cerca di dare voce ai giovani portando avanti la loro intelligenza, la loro voglia di essere propositivi e quella di essere partecipi alla politica del nostro paese. Quindi non solo giovani che hanno da mostrare vestiti e acconciature alla moda, ma persone che hanno realmente qualcosa da dire. Anche perché quando siamo cresciuti la televisione era tutta un’altra cosa rispetto ad ora, proponeva cultura e cercava di educare il paese, mentre oggi la tv è semplicemente un media che ha qualcosa da venderti, che si tratti di un politico o di un prodotto. E’ diventata un morbo che sta rubando il nostro tempo con l’unico obiettivo di fare denaro. Questa iniziativa di MTV ci è sembrata invece molto interessante, valida, per questo l’abbiamo approvata e sostenuta. Siete tra i protagonisti dell’MTV Day 2009. Come sceglierete i pezzi in scaletta avendo meno tempo a disposizione rispetto ad un vostro normale concerto? E’ Fabrizio Barbacci, il nostro produttore, quello che noi chiamiamo “il Negrita che non sale sul palco”, che compila su un foglio la scaletta poco prima del concerto. Noi la leggiamo quando saliamo sul palco, sera dopo sera. In questo modo il concerto diventa un momento creativo come quando ci troviamo in studio per comporre. E’ una trovata che riteniamo utile per proporre una performance molto emotiva, il cui obiettivo è stabilire un contatto unico ed irripetibile per quella sera e per quella situazione con il pubblico. Una cosa che per noi è veramente entusiasmante e sicuramente sarà così anche all’MTV Day: non sapremo la scaletta fino a quando saliremo sul palco. E’ chiaro, comunque, che più tempi si stringono più è necessario portare dal vivo i pezzi noti, quelli che il pubblico vuole ascoltare. Avete scelto di portare in tour John Type, un dj. Una trovata decisamente insolita per una rock band. I collaboratori degli ultimi album sono così tanti che non era possibile portare altrettanti strumentisti e strumenti sul palco. Si pensi anche solo alla sezione fiati di Roy Paci. Al tempo stesso John Type nel suo campo è un maestro, un mago. L’abbiamo visto in azione una sera e ci siamo subito resi conto di quante possibilità ha una figura come la sua che sa usare il vinile in modo straordinario. Ci è immediatamente venuto in mente quanto formidabile sarebbe potuto essere il suo contributo al progetto live dei Negrita. John non fa semplicemente partire delle basi, lui suona effettivamente il giradischi e ogni sera riesce ad essere diverso dalla sera precedente. La sua è una performance live come la nostra, non è un semplice dj.

1994 - NEGRITA

L’album d’esordio della band aretina, lanciato dal singolo Cambio, riceve ottime critiche. Registrato nel mitico studio IRA di Firenze, contiene anche una cover dei Doors, Peace Frog.

1995 - PARADISI PER ILLUSI

A un anno dall’esordio, i Negrita pubblicano un Ep di 6 tracce (+ una ghost track) che vende 60.000 copie, ottimo risultato per una band emergente.

1997 - XXX

Pau&company compongono i brani in un casale in provincia di Arezzo e poi volano a New Orleans per registrare negli studi di Daniel Lanois. Il singolo di lancio è In un mare di noia.

1999 - RESET

Costruito uno studio tutto loro (l’Hollywood Garage, ad Arezzo) i Negrita pubblicano il quarto disco, anticipato da Mama Maè, colonna sonora di Così è la vita di Aldo Giovanni e Giacomo.

ONDA SU ONDA Sul numero di febbraio di Onstage Magazine abbiamo pubblicato un’intervista a Pau, voce dei Negrita. Rileggendo l’intervista cosa ci troviamo? Una domanda su “Tocca a noi”, naturalmente. Ecco il botta e risposta con il frontman toscano. I Negrita appoggiano un’iniziativa di MTV che punta a coinvolgere i giovani in questioni sociali. Credi nella potenzialità di questi progetti? Ci hanno chiesto di appoggiare “Tocca a noi” in piena Onda, quando migliaia di ragazzi sono scesi in piazza per dire la propria in merito a questioni che li riguardano direttamente come l’istruzione. L’idea di MTV ci è piaciuta subito. E’ un’opportunità

2001 - RADIO ZOMBIE

Nuovo millennio e nuovo album per la band toscana, che lancia Radio Zombie con il singolo Bambole. In riferimento al titolo, tra una traccia e l’altra si ascoltano pezzi di trasmissioni radiofoniche.

2003 - EHI! NEGRITA

Dopo dieci anni di attività, arriva la prima raccolta, arricchita da tre inediti, My Way, Tonight e Magnolia che diventa uno dei tormentoni dell’estate. Ehi! Negrita è disco d’oro (60.000 copie)

e va sfruttata. Non credo che i ragazzi di oggi abbiano solo voglia di guardare tv spazzatura e ascoltare musica di merda come spesso invece ci viene raccontato. Per questo ritengo giusto stimolarli con iniziative di questo genere. I Negrita hanno appoggiato più di una campagna in favore della cosiddetta “democrazia partecipativa”. I risultati li vedremo, ma è fondamentale cominciare a darsi da fare invece che passare la vita a lamentarsi. Credo sia compito dei musicisti appoggiare iniziative sociali. Anche senza essere operativi sul campo abbiamo la possibilità di amplificare il messaggio grazie alla visibilità di cui godiamo.

2005 - L’UOMO SOGNA DI VOLARE

Dopo aver viaggiato attraverso l’America latina, i Negrita pubblicano un disco chiaramente influenzato dalle sonorità sudamericane. La title track e Rotolando verso sud diventano hit.

2008 - HELLDORADO

America latina, Giamaica, Africa e la giusta dose di rock sono gli elementi della formula vincente targata Negrita. Tre i singoli in heavy rotation Che rumore fa la felicità, Radio Conga e Gioia infinita.



32 // Lost

ALTRO CHE PERSI ! di Francesca Vuotto

Roberto Visentin Chitarra

Filippo Spezzaria Batteria

foto: Michel Temteme

Luca Donazzan Basso

Walter Fontana Voce

La pagina MySpace dei Lost è in assoluto tra le più visitate, con oltre 1.500.000 contatti.

T

ornate all’MTV Day per la seconda volta dopo aver partecipato all’edizione 2008. Sensazioni? L’anno scorso abbiamo avuto una grande opportunità con live@mtv.it (durante l’MTV Day i Lost si sono esibiti dalla prua di una nave ancorata al Porto Antico, nda), quest’anno invece suoneremo sul palco principale, è davvero incredibile. Siamo molto onorati di condividere la scena con i grandi artisti e le band che prenderanno parte all’evento. Il vincitore del concorso organizzato da MTV si esibisce insieme a voi. Cosa gli consigliate per vivere al meglio il debutto davanti a così tanta gente? L’MTV Day 2008 è stata un’esperienza molto forte perché ci siamo trovati davanti tantissime persone. L’importante è rimanere se stessi, stare tranquilli e godersi tutta l’eccitazione e l’adrenalina perché sono momenti indimenticabili. Non vedo l’ora di poter dare a questo ragazzo la possibilità di vivere le stesse emozioni cantando con noi. Dagli esordi live al palco dell’MTV Day in così poco tempo è un bel salto... Per me l’adrenalina è la stessa perché davanti a 10 persone come a 40.000 devi ugualmente dare il massimo e trasmettere qualcosa. Ovviamente con un pubblico così numeroso è molto più divertente, ma l’energia che devi impiegare è la stessa.

Il College Tour dello scorso inverno vi ha portato nelle scuole superiori. Che tipo di generazione è emersa dagli incontri che avete fatto? Abbiamo trovato ragazzi e ragazze che sono bersaglio di tantissime informazioni e che a volte fanno fatica a star dietro alla velocità con cui sono costretti a vivere. Credo che l’importante sia cercare di fare il proprio meglio e vivere la giornata al 100%. Questo è l’unico modo per scegliere sempre la strada giusta. I teenager hanno bisogno di stimoli, di passioni e noi gli abbiamo dato il nostro esempio, mostrando l’impegno con cui coltiviamo la nostra passione. Speriamo che il tour sia servito da stimolo e che i ragazzi abbiano più spinta nel portare avanti con determinazione ciò che gli piace. Bisogna crederci fino in fondo, sempre. Ricordo quando vedevamo i Foo Fighters su MTV America: volevamo diventare come loro e alla fine è accaduto. Con l’impegno siamo riusciti ad ottenere ciò che desideravamo.

Ricordo quando vedevamo i Foo Fighters su MTV America: volevamo diventare come loro e alla fine è accaduto. Con l’impegno siamo riusciti ad ottenere ciò che desideravamo

Se il palco dell’MTV Day fosse quello di Sanremo, i Lost suonerebbero per la categoria “giovani”. Ma fortunatamente sono due cose molto diverse. E così i vicentini sono onstage con i grandi artisti che animano l’evento. Del resto, chiacchierando con Walter Fontana (voce della band) abbiamo capito che nonostante la giovanissima età, i Lost hanno le idee chiarissime.

Siete tra quegli artisti che sfruttano appieno le potenzialità di Internet per rimanere vicini al proprio pubblico. La musica sta cambiando, tutto è più veloce, è sempre più indispensabile rimanere al passo con i tempi e Internet ci permette di comunicare con la semplicità di cui abbiamo bisogno. Grazie a Facebook riusciamo a mantenere vivo il contatto con i ragazzi che ci seguono e ad aggiornarli costantemente postando foto, lanciando blog e proponendo iniziative che possono divertire.

Come siete cambiati con il successo? In questi anni abbiamo fatto tantissimi live che ci hanno permesso di maturare, perché gli artisti che si incontrano in queste occasioni poi influenzano molto la composizione. Questa crescita ci permette di ascoltare il pop come il rock e l’R&B. Ad artisti di oggi come i Killers, gli Stereophonics, i Kooks, Beyoncè, Timbaland e Pharrell Williams, abbiniamo grandi del passato come i Clash, Johnny Cash, gli AC/DC e David Bowie. Progetti per l’autunno? Stiamo già lavorando a dei pezzi nuovi, perché non bisogna mai fermarsi per fare le cose al meglio. Ma ci godiamo il momento: siamo molto contenti di come sta andando il singolo Sopra il Mondo, per la prima volta un network nazionale (RTL, nda) ha creduto in noi ed ha trasmesso il brano in continuazione. È una cosa un po’ fuori dal comune, perché di questi tempi le band giovani non vengono passate in radio, soprattutto se non sono state lanciate da un programma televisivo. Con noi c’è stata la svolta e siamo molto soddisfatti. Abbiamo sognato per sei anni e ci siamo fatti strada da soli, questo è il nostro segreto e uno dei nostri punti di forza.


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34 // The Gossip

MUSIC FOR FUN di Damir Ivic

Brace Paine Chitarra

Hanna Blilie Batteria

Beth Ditto Voce

foto: Lee Broomfield

Prima di Music For Men, i Gossip hanno pubblicato quattro album (il primo, That's Not What I Heard, nel 2001) e quattro Ep: The Gossip (1999), Arkansas Heat (2002), Real Damage (2005), Gssp Rmx (2006).


The Gossip\\ 35

Heavy Cross, brano che è difficile catalogare con altri aggettivi che non siano “divertente”, è stato uno dei tormentoni estivi, fatto strano se si pensa che i Gossip vengono dalla nicchia dell’indie rock. Del resto, “strano” e “divertente” sono le parole chiave per comprendere tutto il progetto, come la band stessa ci ha raccontato a luglio, in un’affollatissima conferenza stampa italiana. Due mesi (scarsi) dopo tornano come protagonisti dell’MTV. Strano e molto divertente.

foto: Lee Broomfield

U

na parabola stranissima, quella dei Gossip. Alzi la mano chi sapeva che la loro è una storia lunga, addirittura decennale (sono esclusi dalla domanda, ovviamente, i fan della prima ora). Alzi la mano chi poteva immaginare che i Gossip non sono solo la band che, a sorpresa, ha cominciato un paio d’anni fa a mietere copertine inglesi (storica quella dell’New Musical Express, nel 2007, con Beth Ditto ben decisa a mostrare le sue abbondanti grazie) e poi addirittura, con quest’anno, ad occupare le playlist delle radio italiane, anche quelle che raramente scommettono sull’indie rock. No, la storia dei Gossip nasce ancora nel vecchio millennio, in quella felice, fervida e spesso urticante scena statunitense del nord della West Coast, dove Portland (la città “intellettuale” per eccellenza, in America) e Seattle (ha bisogno di presentazioni?) sono i principali poli d’attrazione. “Ovviamente il punk è stata una grande influenza per tutti noi”, ci ha raccontato la Ditto, “ma per me personalmente ha contato molto di più la musica nera. Cantanti come Mama Cass, Mahalia Jackson, il blues in generale. Da piccola ho ascoltato una quantità enorme di gospel. Nemmeno tanto perché lo adorassi, piuttosto perché mia madre mi spediva alla Chiesa Battista della zona, così almeno per qualche ora poteva

Le mie personali radici musicali vanno ricercate nella musica nera, nel blues e nel gospel. Oltre che nella naturale propensione verso le cose più assurde e insensate. Beth Ditto

starsene tranquilla! Quindi ecco, qui vanno cercate le mie personali radici musicali. Oltre ad una naturale propensione verso le cose più assurde e insensate”. Probabilmente, è proprio quest’ultima frase quella che nasconde il vero segreto dei Gossip: la loro stranezza, in primis quella della Ditto, ha permesso loro di sfuggire sempre alle catalogazioni. Arrivati troppo tardi per essere infilati nel filone “riot grrrl” (ovvero le band con il leader donna, che per giunta non ha problemi a sbandierare chiaramente le proprie posizioni) e troppo presto per essere considerati alfieri del ritorno del rock à la Strokes, i Gossip hanno vivacchiato per lungo tempo. Ancora pochi anni fa, ad esempio in una loro apparizione italiana all’Idroscalo di Milano, erano un gruppo da pubblico sparuto (poche centinaia di persone); ma col senno di poi quella fu una serata fortunata, perché l’altro headliner quella notte sul palco, gli Editors, da un paio d’anni a questa parte miete sold out ad ogni apparizione nel nostro paese, così come la comparsata estiva 2009 dei Gos-

sip a Torino è stata un successone. Com’è giusto che sia: perché dal vivo sono divertenti assai, i Gossip. Soprattutto quelli di adesso, quelli ultima maniera che hanno incorporato elementi più danzettari e scanzonati nel loro punk rock: “Volevamo fare un album che avesse successo perfino ad Ibiza”, ride Beth Ditto, “qualcosa di gioioso proprio per sfatare definitivamente quella immagine stereotipata che vede me e il gruppo come qualcosa di perennemente arrabbiato, minaccioso, antagonista. Io da giovane ho avuto problemi seri di depressione. Proprio perché so quanto il mondo possa essere un posto brutto e insopportabile, trovo necessario saper mettere anche dei tocchi di humour e leggerezza”. Arrabbiata, minacciosa e antagonista la Ditto lo è stata; non poteva non esserlo, per il suo impatto fisico, per il suo sbandierare le sue scelte sessuali. Non si è mai nascosta. Ha sempre saputo che “toccava a lei”, parafrasando il claim che MTV ha lanciato nell’ultima stagione per dare vita ad un’operazione non certo di facciata, visto che alla fine le proposte di legge da portare in Parlamento sono arrivate veramente. Scelta assai felice, quindi, quella di includere i Gossip nella line up dell’MTV Day 2009. Non un gruppo di primissima grandezza, anche perché non lo vuole essere. Troppo divertito nel non farsi ingabbiare. Racconta infatti Nathan Howdeshell, chitarrista del gruppo: “Effettivamente in questa ultima fase della nostra carriera abbiamo abbandonato l’approccio alla buona-la-prima che ci ha contrassegnato per così tanto tempo. Music For Men, il nostro ultimo disco, è molto più curato, più rifinito, senza che abbia perso nulla, almeno credo, in spontaneità e gioia creativa. Ma se credete che abbiamo voglia di normalizzarci, di ‘pettinarci’, siete del tutto fuori strada. Quello che noi sappiamo del futuro è che, comunque, avremo voglia di sorprendere tutti quanti: il prossimo disco dei Gossip potrebbe essere house, o country, oppure qualcosa che nemmeno noi sappiamo adesso”. E non facciamo questo discorso solo perché


36 // The Gossip

OVER SIZE QUEEN foto: Alice Awkins

Le grandi (in tutti i sensi) regine della musica nera che hanno influenzato e ispirato la bianchissima Beth Ditto.

La madre di tutte le cantanti blues. Bessie nasce nel 1894 e scopre presto l’amore per la musica nera, nonostante (o forse proprio a causa di) un’infanzia tormentata. Famosa anche per lo stile dei suoi abiti di scena, ancora oggi (è morta nel ‘37) è un punto di riferimento per tutte le blues-women.

MAHALIA JACKSON

Mahalia (New Orleans, 1911) è considerata la più grande cantante di gospel. Comincia la sua carriera, giovanissima, a Chicago, divenendo presto il contralto più ricercato di tutti gli States. Fino al 1972, anno della sua morte, costruisce una leggenda senza eguali nella musica spiritual.

BILLIE HOLIDAY

Il jazz è il genere che l’ha consacrata, ma le doti vocali le hanno permesso di spaziare anche nel blues. Il mito di Billie Holiday ha colpito molti artisti, tanto che persino gli U2 le hanno dedicato una canzone, Angel Of Harlem. Muore a soli 44 anni (nel ’59) segnata dalla dipendenza da alcool e droghe.

NINA SIMONE

Cantante, pianista, scrittice e attivista, Nina Simone (classe 1933) è stata soprattutto un’interprete jazz, ma ha sempre saputo muoversi con scioltezza in tutti i generi black (soul, gospel e R&B su tutti) senza disdegnare il folk. Dal 2003 la sua anima riposa con quella delle sue grandi maestre.

ARETHA FRANKLIN

Lady Soul nasce a Memphis nel 1942. E’ l’ultima grande icona della black music, prima donna ad entrare nella Rock And Roll Hall of Fame (1987). Aretha ha vinto 20 Grammy e si è aggiudicata il quinto posto nella classifica dei 100 artisti più grandi nella storia stilata da Rolling Stone.

vogliamo essere controcorrente ad ogni costo, sia chiaro”. “Pensateci un attimo: diciamo che trovi una formula, questa formula improvvisamente funziona (noi stessi siamo stati sorpresi del grande successo di Standing In The Way Of Control due anni fa) ma se pensi che il successo ti accompagni solo perché stai ripetendo la stessa formula, allora sei stupido. Salvo rarissimi casi, non esistono formule così longeve e resistenti nel tempo, a maggior ragione in un mondo come il nostro dove tutto è velocissimo, tutto si consuma. Quindi non è solo l’amore per l’arte e lo spiazzamento a spingerci verso il continuo cambiare, se vuoi è anche il calcolo...se vuoi!”, chiosa Beth. Per poi aggiungere: “In effetti mai come questa volta noi tutti ci teniamo che questo disco piaccia. In passato non ci curavamo tanto della reazione del pubblico, l’unico giudice attendibile eravamo noi stessi e le nostre sensazioni, ma da qualche tempo a questa parte abbiamo scoperto quanto è bello confrontarsi col

Se il pubblico apprezzerà questo disco meno del precedente non ci vestiremo a lutto. Questa voglia di essere più felici e più accessibili è per noi un gioco, un esperimento, tutto insomma tranne che una drammatica necessità. Beth Ditto

BESSIE SMITH

gusto di persone che magari fino a cinque minuti fa non avevano mai sentito nominare il tuo nome. Al tempo stesso, non è che questa sia una condizione vitale, per noi. Nel senso che sì, ci interessa il parere, ci fa piacere l’entusiasmo, ma se il pubblico apprezzerà questo disco meno del precedente, beh, di sicuro non ci vestiremo a lutto. Ci stiamo già ridendo sopra, siamo pronti all’evenienza. Perché anche questa voglia di essere più felici e più accessibili è per noi un gioco, un esperimento, tutto insomma tranne che una drammatica necessità. So che i responsabili della nostra nuova etichetta, che ora è una major, magari non saranno contentissimi di sentire queste parole, ma in tutta sincerità non ce ne potrebbe fregare di meno”. “Comunque va detta una cosa: in Europa ci hanno accolto in maniera stupefacente”, considera Hannah Blilie, batterista e terzo polo dei Gossip, “se in America siamo ancora una band underground, di culto, in Europa siamo stati accettati dal mainstream. Questa per noi è una divertente sorpresa, ma anche uno stimolo per cercare di presentare sempre, quando ci esibiamo dal vivo dalle vostre parti, il lato migliore di noi stessi: suonare più forte, con più coraggio, con più vitalità”.


Nome artista\\ 37


38 // Broken Heart College

SOGNANO O SON DESTI? di Francesca Vuotto

Nick Chitarra/Voce

Michy Voce

Nick e Michy stanno frequentando corsi di dizione e recitazione seguiti dall’Acting Coach Emiliana Perina (C.T.A. Milano, Actors Academy Milano).

A

d meno di un anno dalla nascita della band, il singolo Nanana è stato scelto da MTV come sigla di TRL. Che effetto vi ha fatto? Nick: Suoniamo insieme come Broken Heart College dalla fine dell’estate 2008, ma entrambi abbiamo avuto esperienze con altri gruppi precedentemente. TRL era uno dei nostri programmi preferiti e quando è arrivata la notizia che eravamo stati scelti per la sigla abbiamo fatto i salti di gioia. Non potevamo chiedere di meglio. Il 28 agosto avete lanciato il vostro primo EP, BHC. Quanto manca per un album? Michy: In autunno faremo uscire un disco composto da 12-13 brani cantati in italiano, mentre in BHC abbiamo pubblicato quattro pezzi in inglese e due in italiano. Poi partiremo con un tour che ci porterà in tutta Italia. Nel frattempo, stiamo continuando a scrivere e quello che non uscirà in questo album magari lo riutilizzeremo per qualche altro progetto, anche non discografico. Avete in mente qualcosa di particolare? M: Per noi sarebbe molto importante riuscire ad accostare alla musica qualcosa che fa riferimento al cinema o a qualsiasi altra forma d’arte. N: Uno dei nostri sogni è realizzare un progetto di ampio respiro come i Jonas Brothers. Abbiamo girato il video di Nanana con Gaetano Morbioli, uno dei principali registi di videoclip in Italia, ed è stata una bella esperienza, anche perché la trama è divertente (il video è ispirato al film degli anni ’80 La rivincita dei nerds, nda)

Vi siete conosciuti grazie alla comune passione per la scena hardcore americana. Quali sono gli elementi di questo genere che avete inserito nel progetto Broken Heart College? M: Sicuramente la lingua. Spesso scriviamo prima in inglese e poi in italiano perché ci viene più facile. Io ho iniziato ad ascoltare seriamente la musica nei tre anni in cui ho vissuto negli Stati Uniti per motivi di lavoro di mio padre. La mia cultura musicale è nata lì. Per noi il suono è la cosa più importante e il sound americano è molto diverso da quello italiano, per questo cerchiamo di fare pezzi innovativi ispirandoci a gruppi noti negli USA che non sono ancora arrivati da noi. Scrivere in inglese inoltre aiuta perché il filtro della lingua spesso fa assumere ai testi un’aura diversa. N: Abbiamo cominciato cantando in inglese perché i nostri punti di riferimento sono sempre stati gruppi statunitensi, ma ora che stiamo ultimando l’album, che è per lo più in italiano, ci stiamo abituando a cantare nella nostra lingua. Quando componiamo in italiano a volte è un po’ difficile trovare le parole, ma ci proviamo perché il testo arriva in maniera diretta e sicuramente emoziona di più. Quali sono gli artisti che in questo momento vi influenzano maggiormente? N: Negli Stati Uniti ci sono molti gruppi interessanti, come i Set Your Goals o gli Hit the Lights. M: La maggior parte della musica che ascolto è straniera e prendo spunto da generi diversi perché quello che scriviamo non si fossilizzi mai solo sul pop o sul rock. Ho appena comprato l’ultimo album di Fabri Fibra e la radio della mia macchina ora trasmette solo quello.

Per noi sarebbe molto importante riuscire ad accostare alla musica qualcosa che fa riferimento al cinema o a qualsiasi altra forma d’arte. Michy

Se non li conoscete ancora ne sentirete parlare prestissimo. I Broken Heart College sono il nuovo fenomeno teen italiano, una di quelle band che fa impazzire i giovanissimi e che magari piace pure a quelli più grandicelli. I Broken Heart College esistono da neanche un anno e sono già sul palco dell’MTV Day. Altro che sogni, Nick e Michy sono sveglissimi.

Vi ispirate alla scena musicale americana e uno dei vostri modelli sono i Blink 182. Come è nata l’idea di utilizzare un brano come Wannabe delle Spice Girls come cover per BHC? M: Le Spice Girls erano all’apice dei successo quando eravamo più piccoli. Un giorno, nella settimana in cui dovevamo decidere quale canzone riarrangiare, eravamo in macchina e la radio ha passato Wannabe. Abbiamo subito capito che quella era la canzone che volevamo per il nostro EP, che è un po’ la carta d’imbarco per il viaggio che stiamo intraprendendo.


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40 // Club Dogo

ON THE ROAD di Giorgio Rossini

Guè Puequeno Mc

Don Joe Beatmaker

foto: Alessandra Tisatto

Il nuovo e secondo video dei CLUB DOGO (Brucia Ancora feat. J-Ax) ha fatto registrare 20.000 visualizzazioni un poco più di un giorno dopo essere stato caricato su YouTube.


Club Dogo\\ 41

L’hip hop in Italia sta letteralmente spaccando, senza mezzi termini. Racconta “la strada” e parla lo stesso linguaggio dei ragazzi che la frequentano, concretamente o anche solo idealmente. E più ci vanno giù duro e più piacciono. I Club Dogo sono l’ultimo (ma solo in ordine temporale) fenomeno rap tricolore e nel cast dell’MTV Day ci entrano di diritto. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Guè per capirne un po’ di più.

P

rima di tutto, cos’è la “Dogocrazia”? Contrariamente a quanto si possa pensare, il termine “Dogocrazia” è nato privo di connotazioni politiche precise. E’ riferito piuttosto al fatto che volevamo fare un disco importante. Ormai ci sentiamo maturi e pensiamo di essere una realtà di rilievo nel contesto dell’hip hop italiano. Ci siamo guadagnati la nostra popolarità nella scena underground e, dopo anni di successi in quel mondo e il cambio di etichetta, volevamo esprimere nel disco questo senso di “trionfo”. Poi esiste una seconda lettura, che è quella legata all’attualità, alla politica e alla società italiana. Il rap è prima di tutto un genere che proviene dalla strada. Penso che i nostri testi riescano ad interpretare i sentimenti e gli stati d’animo dei ragazzi, sicuramente meglio di quanto possa fare la classe politica che ci ritroviamo. In questo senso la “Dogocrazia” si contrappone alla cosiddetta democrazia che c’è oggi nel nostro paese.

Jake La Furia Mc

CLUB DOGO LIVE 05/09 BERGAMO, FESTA DEMOCRATICA 12/09 GENOVA, MTV DAY 26/09 RONCADE (TV), NEW AGE 02/10 TREZZO SULL'ADDA (MI), LIVE CLUB 10/10 BOLOGNA, ESTRAGON 17/10 TORINO, HIROSHIMA 24/10 TANETO DI GATTATICO (RE), FUORI ORARIO

Non è certo una novità per i Club Dogo schierarsi dalla parte dei più deboli e interpretarne il malcontento. È lo stesso che proviamo noi. Per quanto possa sembrare facile dirlo, è proprio così. In passato la nostra musica aveva connotazioni politiche anche maggiori. In seguito abbiamo desiderato di sfuggire a questa sorta di militanza, perché il confine tra impegno politico e ipocrisia a volte è molto sottile. Non volevamo finire come quei gruppi che da una parte fanno testi a carattere sociale, e dall’altra non esitano a comportarsi da star. Quello che cerchiamo di fare è parlare delle cose che secondo noi non vanno, ma senza ipocrisie. Una posizione difficile, soprattutto dopo il vostro inrgesso nel mainstream. Il nostro approccio, a livello attitudinale, è sempre stato molto rock. Abbiamo affrontato il mainstream senza pensarci troppo, fregandocene il più possibile di tutte le eventuali implicazioni che questo cambiamento avrebbe comportato. Eravamo e siamo forti dell’esperienza fatta in anni di underground, non siamo come quei fantocci che nel momento in cui firmano per una major si montano la testa e si atteggiano da star. Sicuramente ora un po’ di cose sono cambiate, ma per fortuna molti cambiamenti sono stati positivi. Che opinione ti sei fatto del progetto “Tocca a noi”? Si tratta sicuramente di un bel progetto. Almeno a livello ideologico il nostro appoggio è totale, anche se sinceramente la nostra visione della realtà è un po’ disincantata e non riusciamo a vedere un orizzonte così limpido. È un’iniziativa che


42 // Club Dogo

DOG OS H

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O RI

UIDA AL DIZ G VE Abbaiare: dire menzongne, ION E A After: discoteca che apre alla mattiBR na, Appizzare: accendere, Attaccare, legare:

Il rap è prima di tutto un genere che proviene dalla strada. I nostri testi riescano ad interpretare i sentimenti e gli stati d’animo dei ragazzi, sicuramente meglio di quanto possa fare la classe politica

del dovuto. La cosa più triste di questa situazione è questo atteggiamento di rassegnazione che regna e che spesso ci fa pensare che “le cose vanno così”. Purtroppo succede che ci si abitua anche al peggio. Anche l’odore di marcio, dopo un po’ che lo respiri, diventa normale e non ti accorgi più della puzza.

Pensi che il fenomeno dei reality faccia bene alla musica? Assolutamente no. In un mercato in crisi come quello discografico in cui non si vendono più dischi, non fa un bell’effetto beccare in tv Simona Ventura che sorridente dice che “il vero talento na-

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Do lbum gocraz i a ll'a - (U da to

Il disegno di legge proposto dal CRISP di Milano Bicocca nell’ambito di “Tocca a noi” riguarda la meritocrazia, della cui assenza in Italia si parla tanto. Che opinione hai in merito? A parer mio si tratta di una piaga radicata nella nostra società e che agisce su più livelli. Se pensiamo che già a partire dai vertici, dalle sfere più alte della società, capita spesso di trovare la persona sbagliata al posto giusto, allora tutto il resto viene di conseguenza. Dal mio punto di vista la cosa è poi ancor più evidente perchè nell’industria discografica e nei media raccomandazioni e favoritismi sono all’ordine del giorno. Ma ripeto, purtroppo non ci si può stupire visto che si tratta di un malcostume generalizzato. Tuttavia, in mezzo a tutto questo marciume, c’è anche chi lavora duro, si fa il culo e si merita tutto quello che ha, faticando forse anche più

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mette al primo posto i giovani, che mira a coinvolgerli direttamente e attivamente. Bisogna ripartire da loro, dalla loro curiosità e vitalità che devono essere stimolate nel modo giusto, altrimenti i ragazzi saranno sempre più disinteressati a ciò che accade. La speranza che le cose migliorino c’è sempre e se esiste una maniera giusta per ripartire non può prescindere dai ragazzi.

I CLUB DOGO DE

foto: Alessandra Tisatto

arrestare, Bamba, pietra, freebase, busta, merce, botta: cocaina in varie forme, Bazza: consiglio, faccenda, Blocco: palazzo, isolato, Bruciato: abusatore di sostanze, Cannino: cannuccia per sniffare, Colla: colletta, Conta, carburo: riti per decidere l’ordine dei fumatori, Deca: 10 euro, Essere sotto: essere schiacciato, avere debiti, soffrire, Fare/farsi: neutralizzare, uccidere, assumere droghe, Favella: lingua, Fissa: preoccupazione, Frà: zio, Fresca, fogli: cash, soldi, Gonfiare: picchiare fortemente, Marcio: brutto, non capace, cattivo, Mossa: movimento per generare business, Para: paranoia, panico, Perquisa: perquisizione da pubblico ufficiale, Peso: droga, Pisciaturo: persona poco rispettabile, Polla: sgrilla, Rimbalzare: evitare, dare buca, Sbarbato: Ragazzino, Sbatti: fatica, Schiacciare, ficcare: fare sesso, Scudo: 5 euro, Sgamo: venire scoperti, Sgrammare: togliere quantità di nascosto, Sgrilla: ragazza, Strappa: prostituta, Zio: Frà

sce in televisione”. Se la tv è il contenitore dove far crescere nuovi artisti, allora la situazione è grave. In questo modo si rischia di sminuire i veri artisti che, invece di beneficiare della visibilità che garantisce il piccolo schermo, si fanno la gavetta per far conoscere la propria arte. I personaggi che escono da queste trasmissioni non hanno nemmeno bisogno che l’etichetta si sbatta per promuoverli, perché te li ritrovi sempre in tv. Diventa una specie di concorrenza sleale. Poi sicuramente molti di quei ragazzi hanno talento, ma ciò non toglie che la presenza di queste trasmissioni è molto trash e fa parte di un contesto generale che è trash a sua volta. Penso che l’Italia sia l’unico paese in cui il Grande Fratello è arrivato alla decima edizione. Credo che molto spesso in un contesto sociale, nei vari strati e settori che lo compongono, i meccanismi siano sempre gli stessi. Una classe politica malata e per nulla meritocratica, non può che riprodurre le identiche dinamiche anche nel resto della società e viceversa. Purtroppo viviamo prigionieri di questo circolo vizioso.

Ogni riferimento al capo del Governo è puramente casuale... Esatto. Se pensiamo che, nonostante tutto quello che si conosce di lui e tutto quello che continua a uscire sul suo conto, si trova sempre in testa nelle preferenze degli italiani, allora ti arrendi e pensi che ogni popolo ha il governo che si merita. Allora così è giusto che Berlusconi sia al potere, è giusto avere Uomini e Donne tutti i pomeriggi in tv e così via. Forse è meglio cambiare argomento… Oltre all’MTV Day come procede la vostra attività live? Fortunatamente siamo quasi sempre in giro a suonare. In autunno partirà un tour che ci porterà a suonare in tutti i migliori club d’Italia. Per noi suonare dal vivo è importante, è la nostra dimensione. Devo dire che ultimamente, esibendoci anche in posti molto grandi, abbiamo avuto ottimi riscontri di pubblico e fa piacere suonare davanti a così tanta gente. Ciò nonostante continua a piacerci moltissimo l’atmosfera dei club, dove il contatto col tuo pubblico è diretto. Non vediamo l’ora di iniziare, MTV Day compreso!


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44 // Boosta

LA COSCIENZA DI DAVIDE di Daniele Salomone

The Bloody Beetroots

BLOOD ON THE DANCEFLOOR Oltre all’attesissimo set di Boosta, all’MTV Day edizione 2009 si balla con la musica elettronica e i dischi selezionati dai Bloody Beetroots. Il duo, italianissimo a dispetto del nome, è formato da Bob Rifo, produttore e dj, e Tommy Tea. L’esordio discografico è datato 2007, quando i Bloody hanno firmato per l'etichetta statunitense Dim Mak Records, con la benedizione di Steve Aoki, e pubblicato i primi due singoli di successo, tra cui il remix di Maniac (ricordate Flashdance?) Nel 2008 il duo ha pubblicato gli Ep Rombo e Cornelius oltre ad aver prestato la propria musica alla serie televisiva CSI e ai videogiochi FIFA 09 e NBA Live 09. E’ di quest’anno Warp, ultima produzione dei Bloody Beetroots.

Tra i numerosi progetti artistici di cui Boosta è stato protagonista, c’è anche un programma televisivo, La 25a Ora su La7, dedicato al cinema italiano d’autore e indipendente.


Boosta\\ 45

Davide Dileo, Boosta per tutti, suona (per i Subsonica e non solo), mette i dischi (il suo dj set è pronto a infuocare l’MTV Day 2009), scrive (musica e libri) e conduce programmi televisivi. Una poliedricità che gli permette di conoscere bene la cultura e il costume contemporanei. E’ parte di un sistema, insomma, ma questo non gli impedisce di avere uno sguardo critico. Sputa nel piatto in cui mangia? Assolutamente no.

P

rima di tutto, in quale veste ti presenti all’MTV Day 2009? Direi da spettatore ai confini dell'anzianità di servizio. Sono passati piu' di 10 anni dalla prima volta che ho calcato quel palco e vorrei scrutare qualcosa che mi faccia ancora venire la pelle d'oca.

Hai in mente qualcosa di particolare per l’occasione o lascerai all’ispirazione il compito di guidarti nella selezione musicale? L'ispirazione mi serve ad ordinare la valigia dei dischi che mi ha seguito quest'anno. Sto pensando ad un piccolo viaggio tra l'elettronica del nostro tempo e qualche sorpresa "strappapogo". E’ il privilegio di amare la musica e conservare migliaia di vinili e cd come ogni feticista dell'Arte sa di dover fare. Cosa ne pensi dell’iniziativa “Tocca a noi” in cui si è impegnata MTV? Lo sguardo da fuori mi regala una prospettiva ottima. Viviamo in un paese nel quale si scivola, per abitudine storica, verso la mancanza di consapevolezza e la strenue difesa del proprio spazio personale. La politica è il dovere di una società civile e responsabile, ma la responsabilità viene troppo spesso demandata a nessuno di preciso, basta che non sia "noi".Si puo' scegliere di essere giovani senza essere completamente incapaci di intendere e di volere, tocca a noi dimostrarlo.

La responsabilità politica e civile viene troppo spesso demandata a nessuno di preciso, basta che non sia 'noi'. Si puo' scegliere di essere giovani senza essere completamente incapaci di intendere e di volere

A proposito di impegno, credi che sia un dovere per chi guarda la Terra da una posizione privilegiata? Mi riferisco in particolare al mondo della musica. Lo è assolutamente. Il palco è una sorta di altare laico dal quale si celebra la comunione. In questo paese sembra che stare insieme in un luogo pubblico dopo il tramonto sia necessariamente da perseguire. Siamo arrivati ad un punto nel quale andare ad un concerto diventa una forma di resistenza civile, quella nei confronti di una regime di nuovo stampo. Purtroppo i paralleli sono evidenti e i fatti di questa estate, dall'intolleranza ai divieti, dalla violenza ai respingimenti, sono una prova lampante. Un microfono serve per raccontare ma anche per spiegare, perchè ormai non lo fa quasi piu' nessuno. E’ normale essere retrocessi a paese semi-libero proprio per quel che riguarda la libertà di stampa e quindi d’opinione? Ma dove siamo arrivati? Nell’ultimo decennio la figura del dj ha raggiunto uno status paragonabile a quello della rockstar. Non a caso molti ragazzi (soprattutto i più giovani) che conoscono il tuo dj set poco sanno dei Subsonica, una delle migliori realtà artistiche del nostro paese. Come spieghi questo cambiamento? Essere “altro” è peculiare di quasi ogni ragazzo/ino. E’ il frutto del nostro contesto sociale, l'insoddisfazione fa parte del tessuto della nostra società. Vero è che non bisogna confondere l'ambizione del sogno con la pura, semplice e ma-

cerante ossessione. Quello che mi chiedi ha un triste risposta. Perchè, in media, interessano sempre meno cose. Ne scelgo una, ne seguo una. Non so se sia figlio, questo modo di pensare, delle generazioni attuali o se sia una sorta di cromosomica degenerazione della cultura occidentale, fatto sta che solo quando è difficile ottenere qualcosa si generano gli stimoli sufficienti e necessari per andare oltre. Non a caso, penso alla musica, gli esempi piu' grandi arrivano dai posti piu' difficili, su tutti Liverpool e Manchester (chi vuole intendere intenda), e anche in Italia una città operaia come Torino ha contribuito non poco a trainare molte forme di cultura.

Credi che i cambiamenti che sta affrontando la musica (mp3, filesharing etc) siano un ostacolo o un’opportunità? Assolutamente un'opportunità. La musica è l'unica forma d'arte che non morirà mai. È connaturata al suono quindi al concetto stesso di umanità. Muore la discografia iniziata in maniera artificiale piu' di un secolo fa con le registrazioni fonomeccaniche. E’ davvero necessario che possa essere un male? Dobbiamo essere onesti, molte cose hanno contribuito a questo momento storico: la tecnologia, il cd che muore di morte naturale e la netta incapacità dei dirigenti discografici quando hanno scoperto, ormai tanti anni fa, che era piu' figo stare con i piedi sulla scrivania dell'ufficio a vantarsi del numero di nastri di emergenti senza nome che riposavano nel cestino piuttosto che andare nei club a cercare qualcosa che facesse sudare le mani dal primo accordo. Siamo stati manipolati da una classe di inetti. E le poche persone che sanno di avere la coscienza a posto, e grazie a Dio ne abbiamo avute e ne abbiamo, sanno che non sto parlando di loro. I Subsonica hanno partecipato all’evento di lancio della programmazione 24h di MTV, era il settembre 1997. Pensi che in questi anni MTV abbia avuto (e continui ad avere) un ruolo importante sul costume giovanile e sui gusti musicali dei ragazzi? Lo ha avuto certo. E permettetemi di essere molto onesto, lo ha ancora. Ma allora qual è il problema? Il cambiamento e l'appiattimento hanno colpito tutti. Non basta sapere di avere degli ottimi canali satellitari che fanno buona musica e buoni video, non basta comprare tanti programmi dall'estero e proporre tante serie di una cultura come quella americana che è nostra solo per osmosi. Se è vero che si chiama MTV Italia o MTV Europe, dia spazio davvero a quanto di buono abbiamo sul territorio. E’ fondamentale. E’ una responsabilità, quella di fare costume, che non si puo' prendere alla leggera. L’MTV Day 2009 celebra il 12° compleanno dell’emittente. Fagli un augurio. Il mio augurio è che MTV abbia la forza ed il coraggio di contribuire a costruire una generazione capace di rimediare ai danni della nostra e di quella precedente. Nel futuro più immediato, a quale dei vari progetti in cui sei impegnato darai più spazio? Musica nei club, musica per i Subsonica e un esperimento tra elettronica e 120 elementi di un'orchestra molto celebre…Vedremo. In ambito artistico, c’è qualcosa che Boosta vuole fare e non ha ancora fatto? C'è qualcosa che gli piacerebbe davvero. Continuare ad esprimersi fino a quando avrà qualcosa da esprimere. Poi, serenamente, tacere.


46 // Zero Assoluto

PRONTI A CAMBIARE di Francesca Vuotto

Matteo Maffucci Voce

Thomas De Gasperi Voce

foto: Fabio Lovino

Da sempre, Thomas De Gasperi e Matteo Maffucci, ovvero gli Zero Assoluto, amano buttarsi in progetti vari ed eventuali. Neanche il tempo di uscire dalle case, dalle macchine e dai locali della Penisola, dopo esserci entrati con il tormentone Per dimenticare, che già stanno pensando a nuove sfide. Senza dimenticare l’MTV Day. Ci abbiamo provato, ma Matteo non ha voluto rivelarci cosa bolle nel pentolone.

P

er dimenticare è il primo singolo estratto dal vostro ultimo album (Sotto una pioggia di parole) ed è una delle hit dell’estate, bandiera tricolore in mezzo ai soliti singoli inglesi o made in Usa. Abbiamo passato l’ultimo anno e mezzo a lavorare a questo disco e vedere il singolo di lancio raccogliere un così grande successo è una bella soddisfazione. Avevamo voglia di uscire con un pezzo con un andamento diverso, un po’ più movimentato. Ci piace andare in giro e vedere che quando la cantiamo ai concerti il pubblico si esalta. È stata interpretata, in modo molto superficiale, come una canzone che racconta le insidie del matrimonio. Il significato sembrerebbe esattamente esprimere l’opposto. La canzone si colloca a metà strada. Parla di scelte e di tempi che non coincidono, una situazione che vivono tutti, soprattutto quando si ha un’età compresa tra i venti e i trent’anni, a prescindere dalla questione matrimonio. Quando ero piccolo mi dicevano che i trenta sono il più bel periodo ed ora ne sono convinto.

Il brano che ha lanciato gli Zero Assoluto, Sei parte di me (del 2006) è l’unico singolo nella storia della Top 40 italiana ad essere salito di 30 posizioni in due settimane, dalla #36 alla #6.

Sotto una pioggia di parole è un album ricco di ospiti, con interventi di artisti come Saturnino e Federico Zampaglione. Come sono nate queste collaborazioni? Abbiamo scritto Volano i pensieri insieme a Saturnino, mentre Cos’è normale che si apre con la voce di Federico Zampaglione è veramente la ciliegina sulla torta. Dopo averla composta abbiamo immediatamente pensato che fosse perfetta per lui e gliela abbiamo proposta. Federico ha subito accettato perché è molto in stile Tiromancino. Insieme al disco è uscito anche l’omonimo libro, nato dal diario che tenevate sul vostro sito per aggiornare i fan sulla tournè dello scorso anno. Qual è la liaison tra i due momenti? Il collegamento è la vita, l’anno e mezzo durante il quale siamo stati in tour, periodo in cui abbiamo composto i brani del nuovo disco. Creare un nuovo album non significa solo stare in studio, ma vivere quotidianamente. L’aspetto meraviglioso del libro sono gli interventi dei ragazzi, è un testo scritto non a quattro mani ma a un milione di mani. Abbiamo deciso di pubblicare il materiale proprio leggendo quello che scrivevano i fan, che sono in assoluto i veri protagonisti. In fondo non è un libro nostro, ma di una moltitudine di persone che hanno condiviso con noi, attraverso Internet, un anno e mezzo di vita. In questi mesi di concerti state producendo altro materiale da riutilizzare analogamente in nuovi progetti? Non smettiamo mai di scrivere, anche se ovviamente durante il tour siamo più lenti visto che ci impegna totalmente. Stiamo aggiornando il blog e vedremo cosa accadrà in futuro. Il nostro prossimo obiettivo è di rimanere focalizzati sul disco promuovendo una ad una tutte le canzoni, anche con modalità diverse, per far arrivare i pezzi a più persone possibile. Dopo l’estate usciranno due nuovi singoli e ci piacerebbe ideare qualcosa di nuovo per lanciarli, legandoli al cinema o al sito. Stiamo anche lavorando ad altre iniziative, ma preferisco non dire nulla per scaramanzia. In passato avete duettato con Nelly Furtado in Appena prima di partire, di cui avete anche realizzato la versione internazionale Win Or Lose, e All Good Things (Come To An End). State pensando di tornare sulle scene estere con qualcosa di nuovo? Chi lo sa, vedremo…


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