LUI MAGAZINE

Page 1

mensile - anno diciassette - numero dieci - ottobre 2013

italia

MODA White Mouths PEOPLE Terry Richardson TENDENZA Moustachemania ARTE Il Trialogo


2


editoriale

Tutto questo non è un film P

artendo dal presupposto che l’individuo umano tende sempre a non colpevolizzare se stesso ma un proprio simile, non una propria azione ma la fatalità, non la propria scarsa volontà ma l’impossibilità a…, ci domandiamo (cominciamo ironizzando) “E’ davvero colpa dei film porno se: 1) immaginiamo che il ragazzo del pony express ci salti addosso da un momento all’altro dimenticandosi di consegnarci il pacco? 2) sospettiamo che l’idraulico non è a casa nostra solo per sbloccare lo scarico del lavandino? 3) ipotizziamo che la nostra vicina di casa mentre fuori diluvia e la temperatura è di molto sottozero veste in intimo succinto come se dovesse sfilare per la collezione di Victoria Secret?” Sarà per questo che non apriamo la porta a un estraneo con l’accappatoio? Non si sa mai… Magari gli scatta l’ormone e ci salta addosso sul pianerottolo mentre gli altri condomini, incuriositi, si sentono in dovere di partecipare all’amplesso? Ovviamente no! Allora perché il sorriso innocuo dell’elettricista si trasforma nella nostra mente in qualcosa di più malizioso mentre lui aspetta solo che gli firmiamo la bolla? Sul capitolo amore, di storie ce ne sono senza fine. Questa volta ci soffermiamo “sull’effetto salvataggio ”che, a dire il vero, è tra gli elementi che vanno per la maggiore. Il fattore in questione, che per anni ha accompagnato la maggior parte delle storie raccontate, viste o lette, ha innescato in molti/e uno strano meccanismo da “crocerossine”. Le fiabe prima, i romanzi e le pellicole dopo, da sempre narrano vicende dove il futuro, presente, passato partner per amore salva la propria dolce metà da: se stessa, la catastrofe planetaria, la matrigna cattiva, la madre tossica o il padre alcolizzato, un incantesimo, un giro di cattive compagnie, le leggi, gli extra terrestri, un equivoco, una grave malattia, un rogo, una tempesta, un serial killer… Tutto questo in moltissimi individui ha creato l’illusione che il loro incondizionato sentimento possa salvare l’anima gemella da qualsiasi cosa. Si parte dalla figura dell’amante che, a tutti i costi, vuole salvare il proprio amato dalle grinfie della moglie che (stando alle parole di lui) l’ha fatto soffrire per una vita intera. Si prosegue con quello che ti cornifica ogni giorno, ma giura di amare solo te. Più pericolosamente si passa all’uomo con il vizio del gioco che, dopo aver prosciugato i propri beni, ti mette sul lastrico e ti lascia, o quello che alla fine t’inghiotte nel suo buco nero. Infine, c’è quello che ti aggredisce, ti sfigura, ti ammazza o ti uccide i figli. Il problema qui è molto serio: da una parte ci sono le varie associazioni e le pubblicità progresso che spingono il molestato a denunciare, dall’altra c’è un sistema che non tutela la vittima e, come se non bastasse, c’è anche una flotta di avvocati che, senza scrupoli, mischia le carte in tavola. Molto spesso, alla fine, da vittima si passa a carnefice. Rivogliamo la piccola e ingombrante scatola nera, quella che occupava un intero mobile, e che per cambiare canale eri costretto ad alzarti. La scatola nera che raccontava storie sulla giustizia, sulla lealtà delle persone, quella che ti faceva dormire senza chiudere la porta a chiave. Oggi il mega schermo super piatto a colori che si appende al muro trasmette storie e avvenimenti che possono tranquillamente essere visti con orrore attraverso una qualsiasi finestra di casa. Peccato che i protagonisti siamo noi. Rivogliamo quei tempi. Crediamo di essere immuni agli avvenimenti, cresciuti con la credulità che ciò che trasmette la TV è distante da noi o irreale (forse una volta). Probabilmente è per questo motivo che… quando vediamo una persona per strada con un macete in mano di certo nemmeno immaginiamo che da lì a poco compierà una strage d’innocenti… non diamo importanza a una voce che, davanti ai cancelli di Equitalia, piange, si dispera, urla giustizia, per poi tornare a casa con la coda in mezzo alle gambe e con il pensiero, e non solo quello, di farla finita… crediamo nell’illusione di una legge uguale per tutti …i telegiornali sono i veri horror del nuovo secolo, ma non c’è finzione. Credeteci. Salvatore Paglia

N.10OTTOBRE2013 cover Photo by Andrea Miceli Rovito Styling by Carlotta Alesi Model Alessandro Lofaro Sweatshirt Original Vintage EIS ‘70 editrice Gemeco sc - via Emile Chanoux, 22/24 10026 Pont Saint Martin (AO) direttore editoriale Calogero Urruso direttore responsabile Luciano Mantelli direttore Salvatore Paglia pubbliche relazioni Jean Paul Bianco biancoagency@gemeco.it iniziative speciali Massimo Giusio pubblicità Tel. +39 329.8622268 info@gemeco.it impaginazione e grafica Michele Alberti redazione Tel. 02 36507994 - Fax 02 91390360 redazionelui@gemeco.it stampa Starcom Events srl - Nova Milanese (MB) pubblicazione mensile Reg.Trib. di Milano N. 169 - 03/2000 hanno collaborato a questo numero: Alessandro Rizzo, Alexia Mingarelli, Andrea Vittorio Romagnoli, Claudio Marchese, Ettore Scalzi, Francesco Paolo Del Re, Luca De Leonardis, Luigi Iannaccone, Marco Daverio, Riccardo di Salvo, Roberto Chiovitti, Silvia Trepago, Valeria Fumi Lui Magazine è distribuita gratuitamente (0,10 euro) nei locali e nelle attività gay friendly di tutta Italia e Costa Azzurra Abbonamenti Per abbonarsi a Lui Magazine (11 numeri annui) è sufficiente inviare 50 euro a mezzo bollettino postale sul C/c 26781286 intestato a Gemeco scrl specificando nella causale “abbonamento a Lui” e specificando da quale numero desiderate che l’abbonamento abbia inizio. La rivista verrà recapitata mensilmente a mezzo posta in busta chiusa, sigillata e anonima. Lui Magazine non è responsabile per la qualità, la provenienza o la veridicità delle inserzioni. La direzione di Lui sì riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un’inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa eventualmente da esso sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazioni di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire. I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti e quelli degli inserzionisti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e la pubblicazione degli annunci e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.

il prossimo numero in distribuzione ad inizio novembre 2013


sommario

20

COVER Narcis

40

ARTE “Trialogo” a Roma

50

PEOPLE Terry Richardson

66

società Falloplastica

69

ARTE 50

YOUNG DESIGNERS Irene Silvestri Matteo Molinari

PEOPLE 66

MODA 20

FASHION 28

MODA 38 COVER 40 4

TENDENZA Moustachemania

82

FASHION Der Linienrichter

84

TEATRO Un autunno di appuntamenti

92

PSICOLOGIA Uno psicologo per amico

110

Meteoropatia Ahia! Mi fa male il tempo!

111

LIBRI Giuseppe Sforza

112


Astrid Anderson

Sibling

Alexander Mcqueen

Sibling

Astrid Anderson

Quando il pizzo lo porta lui D

Londra riscopre il romanticismo

Una vera e propria beffa per il prezioso filato, che, nelle sue origini, vanta di robustezza, resistenza ed energia quando in tempi ancora non sospetti le donne filavano le reti dei pescatori. Si trattava naturalmente di lavorazioni grezze al solo scopo operativo e non di certo decorativo. Quando per mani delle ricamatrici veneziane quest’arte fu aggraziata, nacquero dei veri e propri laboratori. Possiamo tranquillamente affermare che il merletto era quasi una sorta di nobile tatuaggio. I suoi fili così fini e le delicate trasparenze si posavano sul corpo come una seconda pelle. Il contrasto poi con quest’ultima, lasciava intravedere i vari delicati motivi. L’ispirazione di Andersen, Burton e Sibling ripercorre quasi volontariamente le fasi storiche del pizzo. Sembra quasi che ogni stilista abbia voluto rendere omaggio alla storia di questo particolare filato nelle sue fasi principali. Si comincia con gli outfits a rete di Sibling che rievocano le origini, si continua con gli accenni di Andersen nella fase storica centrale quando si accavallava ad altri tessuti per impreziosirli e si conclude con il tripudio di Burton che simboleggia la prosperità e la ricchezza dell’alta borghesia delle corti.

irettamente dalle passerelle londinesi per la P/E 2014 i designers Astrid Andersen, Sibling e Sarah Burton, per McQueen, si lasciano ammaliare dalle fini strutture del pizzo. Il merletto è tra i tessuti quello dalle molteplici sfaccettature. Il suo essere poliedrico gli priva una sua vera e propria identità. Austero o capriccioso, puro o sexy, appropriato per i dandy, ma anche per i cardinali… Insomma un vero e proprio camaleonte del costume. Il Seicento fu il secolo di gloria del pizzo, poi, con il passaggio dallo sfarzo del barocco alla semplicità del neoclassico, subì una battuta d’arresto importante. Napoleone lo reintrodusse nel palazzo reale obbligando l’uso di accessori trinati nell’abbigliamento di corte. Più avanti si seppe che fu lui a rilanciarne la manifattura con generose sovvenzioni statali. Sul guardaroba di lui i preziosi ricami si posavano su jabot, polsini, colletti e collari, notevolmente più ampio l’utilizzo sui capi e gli accessori utilizzati da lei. Il primo decennio dell’Ottocento boicotta le morbide trine nel guardaroba virile, tale atto è definito dagli storici del costume come la “grande rinuncia maschile”.

5


Designer: APU JAN Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com















White Mouths di Irene Silvestri

P

iccola premessa per i miei lettori presenti e futuri, non posso dire di essere una scrittrice esperta ma sicuramente posso dichiarare di possedere una discreta capacità di stanare talenti del mondo della moda. Talenti che, a mio parere, potrebbero essere definiti artisti, perché anche la moda è arte e la mia “missione” è propriamente quella di trovare designers giovani, così da poter dare loro voce e spazio in questo mondo un po’ complicato. Questa mia capacità si è palesata e formata nel tempo grazie al mio lavoro perché, ebbene si, sono una fashion stylist. Ma ora bando alle chiacchiere: vi mostrerò il primo talento!


YOUNG DESIGNERS

Irene e noi: la conoscenza Il primo incontro con Irene Silvestri è avvenuto circa un anno fa. Grazie un caro amico in comune, in una calda estate romana abbiamo avuto l’opportunità di conoscerla e di vedere che cosa avesse creato nella sua primissima collezione, con la quale era uscita dal Polimoda di Firenze. Da subito Irene ci ha trasmesso la propria passione e l’amore per quei capi, ed è proprio per questo che abbiamo voluto iniziare con lei e le sue creazioni uniche. Perché l’abbiamo scelta Oggi Irene Silvestri ha finalmente dato vita al suo marchio personale White Mouths: il nome del brand è un’anagramma di “Without Seam” ossia “Senza Cuciture”, riferimento a Roland Barthes e al suo ideale di uno sconfinato abito mistico che racchiude in sé tutti i corpi. L’architettura di White Mouths è infatti costituita da una serie di capi modulari e scomponibili, predisposti per essere modificati. Ecco che una manica o un altro elemento dell’indumento possono essere “staccati” e riposizionati in un’altra collocazione, attraverso zips, ganci e bottoni. Ciò permette di dare vita a un nuovo capo. White Mouths è la sostanza di una ricerca estetica originata dall’incontro tra l’approccio minimale, puramente volumetrico e lo stile vestimentario dello streetwear. La sperimentazione non è solo caratterizzata dai modelli e nell’assemblaggio dei capi ma è dato anche dall’utilizzo di materiali naturali: come la felpa che è stata prodotta con fibre di cotone biologico 100%, le T-shirt in fibre di bamboo e canapa, e le camicie-abito le cui fibre sono derivate dalle proteine del latte.


YOUNG DESIGNERS

Il capo traino L’indumento forte, il jumptro, ovvero il pezzo scomponibile in pantalone e “street-redingcoat”, ha alla base cotone twill doppio ritorto, ma la stoffa è stata stampata digitalmente a metraggio. Il soggetto della stampa è un ingrandimento smisurato di un dettaglio naturale roccioso, fotografato ad altissima definizione, per poi essere streached-out fino al 600%. Questa lavorazione ha permesso di ottenere una superficie volutamente sgranata e disomogenea, quasi ad evocare un’interpretazione del camoflage. Il percorso formativo di Irene Inizia a Roma, dove Irene si laurea nel 2007 in “Scienza della Moda e del Costume”; nel 2008 parte alla volta di Londra per specializzarsi nel Design di Moda studiando alla Central Saint Martins School of Art and Design. Continua i suoi studi e nel giugno 2008 accede al Fashion Department della Royal Academy of Fine Arts di Anversa, Belgio, infine nel 2009 torna in Italia dove conclude il suo percorso laureandosi per la seconda volta al Polimoda di Firenze; nello stesso anno viene selezionata per una internship presso l’Ufficio Stile Uomo Salvatore Ferragamo. Il video per capire meglio la filosofia “Without Seam” La Capsule Collection White Mouths S/S 2014 è stata presentata presso O’ Artoteca di Milano e alla Galleria “Il Frantoio” di Capalbio, attraverso il dinamismo plastico di un gruppo di performers. Grazie ai loro corpi è stato possibile tradurre visivamente il vero senso dei capi, mostrando, nel contempo, le evoluzioni di funzione che ogni singolo pezzo può avere servendosi della complicità del movimento. Stabiliamo un contatto Potete contattare e trovare White Mouths online sul sito: http://thine-hoary-majesty.tumblr.com. Speriamo per il momento di aver saziato la vostra curiosità, ci rivedremo al prossimo talento. Alexia Mingarelli


Art director - Stylist: Alexia Mingarelli Foto: Paco Matteo Li Calzi Designer: Irene Silvestri - White Mouths Make up and Hair: Sabina Pinsone Model: Ciprian @ Zoe Model Management


Designer: BERNARD CHANDRAN Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com















YOUNG DESIGNERS

Matteo Molinari Raffinata tradizione e moderna tecnologia

è

un percorso insolito ma evidentemente già scritto quello che ha portato il giovane designer Matteo Molinari, dopo un iter accademico in scienze della comunicazione, a ritrovarsi quasi per caso a lavorare in ufficio stile, e decidere poi, accumulata la giusta esperienza, di trasferirsi a Londra per studiare al prestigioso London College of Fashion, dove consegue un master in Fashion Design and Technology Menswear e la sua graduate collection viene insignita del premio LCF Best Collection of the Year 2011. L’unione di tecnologia e artigianato tradizionale, rigorosamente del Made in Italy, è l’elemento centrale del progetto stilistico di Matteo Molinari, metodologia atta a produrre un abbigliamento maschile contemporaneo e desiderabile con un appeal funzionale e indossabile. Suo punto di forza sono dunque le tecniche tradizionali dell’uncinetto e della maglieria fatta a mano, coniugate con la sartoria maschile tradizionale, tra tagli asciutti e matematici e silhouettes androgine, che diventano espressione di alta qualità e cultura manifatturiera.

38


YOUNG DESIGNERS

Tutte le sue collezioni sono il frutto di lavorazioni artigianali di tessuti preziosi come la lana vergine, seta, nappa e popeline di cotone egiziano, protagonisti della collezione Fall Winter 201314 ispirata al periodo del Duca Bianco di David Bowie, con il suo gusto per la decadenza e la sua visione del Dorian Gray che nei primi anni ’70 lascia Londra per Los Angeles: un viaggio di cultura e riferimenti attraverso giacche e pantaloni su misura, mantelle a trapezio e maglieria di lusso, ma anche rimandi alla strada, con interpretazioni sartoriali della giacca biker, t-shirts ricamate a mano e dettagli in pelle. Il richiamo alla cultura biker, accompagnato dalla visione esoterica e omoerotica di Kenneth Anger degli anni ’50-’60, diventa poi assoluta protagonista della Spring Summer 2014 di Matteo Molinari, presentata per la prima volta lo scorso giugno in occasione dell’ultima edizione di Who’s On Next e Pitti Immagine a Firenze, in cui l’ossessione per pelle e catene, abbinata ad un gusto orientalista per manufatti etnici, ispira disegni e colori. La collezione sposa la ricerca in tecniche artigianali consolidate nel tempo, come l’uncinetto, costruito in questo caso su catene di alluminio, per un menswear con un atteggiamento street moderno ed attuale, con una perfetta unione di tradizione e moderna tecnologia. Valeria Fumi

39



NARCIS photos by ANDREA MICELI ROVITO STYLING by CARLOTTA ALESI

Cap H&M Sunglasses Tom Ford Shorts Gaudì Jacket Gucci Socks Sk8erBoi Shoes Lui Jo


Cap Carhartt Jacket The And Tights American Apparel Shirt Ed Hardy Shoes Nero Giardini


Tank NBM Sweatshirt American Apparel Pants Prada Shoes Top Shop


Sweatshirt Abercrombie & Fitch


Hat Vans of the Wall Shirt Top Man Vest H&M Bracelet Top Man Swimsuit Bikkembergs Shoes Top Man


Shirt D&G Jacket Fendi Sunglasses Louis Vuitton


Sweatshirt Original Vintage EIS ‘70 Swimsuit ES Collection Jeans Dior Shoes Top Ten Adidas Photos by Andrea Miceli Rovito Assistant photography La Dubi Styling by Carlotta Alesi Assistant styling Herny&Bahus Model Alessandro Lofaro


SHOWROOM Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com



ARTE

Maugliani, Orquín e Serrano “Trialogo” a Roma sull’arte oltre le mode

P

La mostra nasce dall’innamoramento di un critico – non certo curatore perché non c’è niente da fare guarire – per il sodalizio senza tempo di tre pittori che, al di là delle differenze, si pensano avanguardia nel loro essere cultori di una maestria antica, sedotti dalla possibilità di un racconto attraverso la forma che sembra poter costituire un appiglio in un ghirigoro di vacuità. “Arte in buona, anzi in ottima salute” scrive Sassi. “Un’arte forse troppo a lungo dimenticata, certamente fuori moda e dunque per questo, per me, arte d’avanguardia nell’unico, vero e più profondo senso della parola oggi. Cioè arte fuori dai codici prevalenti e condivisi dell’imperante (cattivo?) gusto contemporaneo”.

er celebrare il contemporaneo dell’arte senza pregiudizi, ecco arrivare L’Opera (www.gallerialopera.com), una galleria tutta nuova nel centro di Roma, al numero 40 di via Monserrato. Anima progettuale di questo neonato spazio espositivo è Andrea Iezzi, il quale ha affidato al giornalista e critico d’arte Edoardo Sassi il compito di cimentarsi, in occasione dell’inaugurazione, nel ruolo di solfeggiatore di un intrigante “Trialogo” fra artisti, che è possibile assaporare fino al 15 novembre. Un intenso dialogo a tre, una compresenza di voci che si intrecciano e, pur partendo dalla radice comune di una pittura concepita come ricerca di bellezza al di là delle mode, attraversano con baldanza linguaggi espressivi differenti. La pittura è, infatti, il punto di partenza per un cimento poliedrico, una vera e propria sfida a superarsi, per tre artisti rappresentativi di tre generazioni, che sono stati invitati a realizzare tre opere su tematiche non convenzionali, da trattare in modo altrettanto audace. A un’opera pittorica di grandi dimensioni, quasi da antica pala d’altare, ciascun autore accompagna interpretazioni più sperimentali del tema scelto, passando dalla fotografia all’installazione, dall’azionismo stile flash mob fino all’opera tessile. Così le “Suore” di Mauro Maugliani, tra ambiguità di genere e identità (www.mauglianiart.com), i “Matrimoni” di Gonzalo Orquín (www.gonzaloorquin.com – nelle foto), e gli “Interni” con divani di Luis Serrano vengono raccontati, attraverso quadri, sculture, video ambientati in un cimitero e con colonne sonore di rosari cantati, sedute parlanti e baci eretici di amori omosessuali, rubati ai piedi degli altari di alcune tra le più importanti basiliche antiche di Roma.

Umberto Chiodi a Lissone

50

Luis Serrano

Un muro di opere ravvicinate, allestite in modo compatto, sottolinea l’unità di un progetto che le accomuna e offre, in più, allo spettatore l’impressione di un ermetico rompicapo. Si intitola “Crossage” la micropersonale di Umberto Chiodi (umbertochiodinews.blogspot.com) ospitata dal MAC di Lissone (MB), a cura di Alberto Zanchetta, fino al 13 ottobre. In un corpo a corpo con il flusso di immagini in cui siamo immersi, i collages e i disegni di Chiodi sono espressione del desiderio informe di altre forme. Intarsi di elementi e materiali eterogenei ordiscono immagini distorte, che sfuggono al senso dell’orientamento. Componendo i suoi lavori con ritagli di vecchie carte tramate di elementi meccanici e citazioni del mondo naturale, l’immaginazione frattale dell’artista elogia il potere del visibile, attraverso una miscellanea di sguardi di ieri e di domani.


Gonzalo Orquin

Gonzalo Orquin

Rotondi e Zanet a Carpi

Presentata nell’ambito del Festival di Filosofia, è allestita fino al 20 ottobre a Carpi (MO) presso Spazio Meme (www.spaziomeme.org) la mostra “Loveless”, doppia personale di Michael Rotondi (michaelrotondi.blogspot.it) e Giulio Zanet (giuliozanet. tumblr.com) a cura di Francesca Pergreffi. Sospeso tra cuore e carne e nutrito di suggestioni musicali, il progetto degli artisti indaga la dicotomia tra amore romantico e pornografico. Partendo dal vissuto personale, Rotondi e Zanet si confrontano e si interrogano, fino a comporre una sorta di diario visivo della loro intimità e dei loro diversi modi di amare. Le poetiche dei due artisti si intrecciano sulla parete e i due approcci amorosi apparentemente antitetici, intersecandosi in maniera dialettica, si fondono in un’unica, più ampia visione del sentimento, scoprendosi indispensabili e necessari l’uno all’altro.

Mauro Maugliani

Michael Rotondi - Ritratto (2013)

Umberto Chiodi

Francesco Paolo Del Re

51


Designer: EKATERINA Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com















PeoPle

L’eccentricità di un fotografo tutto pop! I

Terry Richardson è un fotografo alla ribalta della fashion art, ma anche della ritrattistica e della fotografia di documentazione

n questo numero lo trattiamo sotto gli aspetti complessi di una figura artisticamente eclettica, sempre esaltante e in un certo modo ironica: la provocazione e una certa dose di narcisismo sono la guida della sua ispirazione in una produzione ampia e sempre pronta a stupirci: con classe e qualità estetica. a volte è proprio vero che “ buon sangue non mente”, come nel caso di Terry Richardson, fotografo che ha avuto occasione di non smentire il padre Bob Richardson, uomo da una vita travagliata e difficile, separatosi dalla madre quando Terry era piccolo, fotografo di moda, famoso, passato su diversi rotocalchi dell’epoca. Terry non si è lasciato mancare nulla nella sana competizione con il padre: nasce in un ambiente dove l’amore e la passione per l’arte visiva si respiravano. Un ricordo di Terry lo porta a vederlo strappare da una rivista, presa sui banchi di uno store in California, dove vive la propria infanzia con la madre, ballerina, una pagina molto sensuale che destava i suoi interessi non solo puramente erotici e che, in futuro, si sarebbero mostrati motivi di creazione artistica. Terry Richardson è volutamente trasgressivo, spesso ai confini del pulp, non artefatto né finto: ama la provocazione attraverso contenuti e pose che irrompono. Molte sue campagne non sono state mai pubblicate proprio perché troppo eccessive; così come i suoi nudi, espliciti, hanno destato forti critiche, tanto da averlo visto accusato di approfittarsi delle proprie modelle: accusa, questa, caduta nel vuoto. altre sue campagne hanno fatto breccia, segnando passaggi fondamentali nella storia dell’arte della moda, innovandola e rendendola spiritosa e ironica, giocando sulle pose, sulle espressioni, non più plastiche, ma umane e dirette, dei modelli. E’ così che nascono servizi che riportano la sua firma per Gucci, Hugo Boss, Costume National, levi’s, addirittura per il noto Tom Ford, che, di senso estetico e di immagine pubblicitaria, se ne intende. Richardson è anche conosciuto per essere stato l’autore di diversi calendari Pirelli, dal tono molto popolare, ma mai banale e mai prevedibile nella definizione delle scenografie. Richardson può passare per pop artista: lo sfondo e il contesto risultano assenti fisicamente, una semplice parete bianca, tale da rendere centrale il soggetto nella sua espressività, nella sua dinamicità fisica, nella sua personalità. Tutto questo è “altro”, rispetto ai servizi pubblicitari che siamo abituati a vedere. la ricerca di un qualcosa di celato, nascosto, che crea quello stupore gioioso e sorprendente, è la poetica di un Richardson che vede al centro la persona, nella sua singolarità. Si respira la fotografia contemporanea, che vede un’autonomia nella sua dimensione estetica. esilaranti e intriganti, pose e idee molto originali, nonché soggetti famosi “prelevati” dal mondo della moda, dello spettacolo, della musica, della politica istituzionale, sono i diaries di Terry, dove l’autore appare, spesso, a fianco del fotografato, sempre con il pollice in alto, invitando anche il modello a fare altrettanto. La firma Terry ha definito, così, uno stile Richardson, tanto da aver fatto il giro del mondo, non solo attraverso la rete, ma anche

66


in copertine di compilation di importanti gruppi musicali pop: lui si definisce “rochtografo” per descrivere le proprie due passioni, fotografica e musicale. Collabora con grandi testate come Rolling Stone, Playboy, Vogue, Harper’s Baazar, GQ, e non trascura l’hip-hop, immortalando volti e fisici, diremmo molto allettanti e sensuali, di famosi rapper della scena mondiale, quali lupe Fiasco, Rick Ross. Sorridente e con molta disinvoltura, Richardson compare a fianco di grandi figure del nostro tempo, immortalate nella loro semplicità umana e colte in quel momento in cui più naturale sembra essere la loro personalità: Terry si affianca, così, all’intrepido Jared leto, al desiderabile leonardo di Caprio, al sensuale Nicolas Cage, al simpatico Michel Rourke, al fascinoso Vincent Gallo, al celeberrimo dennis Hopper, all’esteta per eccellenza, lo stilista Karl Lagerfeld. Terry si affianca alla notissima Kate Moss, una delle donne più affascinanti del mondo, immortalata per Harper’s Bazaar. Terry ha visto il proprio obiettivo riprendere la popstar Kylie Minogue, con il suo tatuaggio, dedicato alla mamma defunta, così come la cicatrice sul torso e, come sempre, pollice verso l’alto con Richardson a fianco. Intimità e personalità sono le muse che ispirano l’arte di Richardson, che appare

anche in diversi videoclip, nel 2010 “Hurricane” dei 30 Seconds to Mars, e nel 2011 con un lungo servizio su lady Gaga, dal titolo “lady Gaga per Terry Richardson”, che passa alla storia, come nel 2013 la campagna pubblicitaria diva di Bulgari, dove una Carla Sarkozy viene immortalata, non più nelle vesti prestigiose di première dame, ma di una vera diva che, col sorriso e lo sguardo ammiccante ed elegante, propone i propri gioielli firmati dal noto brand. I gioielli diventano feticci, protagonisti primari della prossima campagna autunnale di Valentino, sorretti dal braccio tatuato dello stesso artista, gli accessori dal nome Rockstud Rouge e la Rockstud Noir, egocentrismo molto spiccato che evidenzia la sua produzione: il sodalizio tra le due figure storiche potrà fare nascere un nuovo modo di intendere la fashion art dei tempi moderni. Scatto sempre a muro, sfondo rigorosamente bianco, flash in azione posizionato con attenzione e con senso forte degli effetti di una luce calibrata: le costanti sono sempre quelle, a livello tecnico, che si trovano nei lavori di Richardson. Non possiamo tralasciare il servizio che Richardson ha riservato al noto ed esaltante modello spagnolo, andres Velenoso, nei suoi studi di New York. dire che andres sia statuario e sensuale


è poco: il giovane ragazzo sfoggia con disinvoltura e in modo disinibito il suo fisico, come è nella sua natura farlo, aumentando quella dose di sex appeal che emana da lui. le espressioni sono spesso ironiche, divertenti e divertite, mostrando pettorali e linee ben marcate che disegnano i contorni dei suoi fasci muscolari e le tensioni di un corpo che già, da solo, con la capacità mimica esplosiva ed esaltante, riesce a comunicare emozioni uniche. Il divertimento risulta al suo apice nella produzione di Richardson, che non trova confini nei suoi Diaries: anche il Presidente USa, Barack obama, non è scampato all’agguato dell’obiettivo del fotografo americano, suo sostenitore da sempre, che ha immortalato l’inquilino della Casa Bianca, fotogenico e da sempre molto disponibile, sorridente e con il pollice teso: un impegno per l’arte che trova un’attenzione da parte del presidente obama e che si ripropone in quelle pose e in quelle espressioni naturali e spontanee, che solo l’attento occhio di Terry può rendere eterno. Alessandro Rizzo

68


SoCIeTà

Falloplastica: C è boom d’interventi

ontinuano i tempi duri per le misure di “Giacomino”, in quanto dal 2006 ad oggi solo in Italia si calcola che sono stati circa 3.000 uomini a chiedere l’aiuto del chirurgo per modificare le dimensioni del proprio organo genitale. Numeri che fanno riflettere e destinati a salire visto che negli Stati Uniti, solo nell’ultimo anno, si sono registrati più di 7.000 interventi. I dati emergono dall’ultimo convegno Sime sulla medicina estetica. elena Fasola, microchirurgo e medico estetico, e alessandro littara, andrologo chirurgo del Centro di Medicina Sessuale di Milano, spiegano: “Noi eseguiamo con soddisfazione oltre 250 interventi l’anno, inutile dirvi che questi numeri fanno gola a molti chirurghi, purtroppo però molti medici non hanno la preparazione adeguata per far fronte a questo genere di operazioni e il risultato di tale incompetenza si rispecchia sulla salute dei pazienti sia a livello estetico che funzionale. Chiudiamo – affermano i professionisti – dicendovi che i chirurghi plastico-estetici che oggi nel nostro Paese possiedono la reale esperienza per poter affrontare con successo questo genere d’intervento sono solo quattro, ma su internet è possibile trovarne a centinaia”. Stando alle statistiche, l’80% degli operati ha tra i 25 e i 40 anni, l’età media è di 32 anni con un considerevole numero dopo i 50. Negli “anta” le motivazioni che spingono all’intervento sono fondamentalmente due: il disagio (60%) e il fattore estetico (40%). dai 18 ai 30 invece la ragione è strettamente collegata al tormento legato alle dimensioni. Passiamo ora ai due fattori che principalmente interessano i maschietti: il possibile risultato e il prezzo. In lunghezza il successo dell’operazione varia dai 2 ai 4 cm, mentre in larghezza si è registrato un incremento medio pari al 30%. In entrambi i casi però è bene specificare che a fare la differenza sono due diversi fattori: la consistenza del legamento sospensore e la variabilità legati ai numerosi fattori individuali. Il costo varia in base al tipo di trattamento e oscilla tra 2.000 e i 7.000 euro, dato che oltre all’utilizzo del laser a diodi c’è la possibilità di “personalizzare” la tecnica chirurgica secondo le caratteristiche del paziente.

“Giacomino”: non c’è ombra di luce nel tunnel delle misure!

69


Designer: NIAN Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com













TeNdeNZa

Moustachemania le origini e le contaminazioni

1) Sulle dita originale e dallo stile retrò. Regolabile: da indossare su due dita. Produttore: Kael. diametro (cm): 1,7 Materiale: Metallo.

l

o scorso mese vi abbiamo parlato del trend dei baffi, oggi ritorniamo sull’argomento della “moustache mania” sottolineando che non si tratta solo di una moda. Il tormentone nasce in australia nel 1999 grazie alla Movember (l’unione delle parole moustache e november) un’associazione benefica che ha fatto dei baffi la propria icona contro il cancro alla prostata. da ben quattordici anni, Movember nel mese di novembre invita tutti gli uomini a farsi crescere i baffi con il proposito di sensibilizzare l’opinione pubblica ad una più attenta e sana prevenzione. Già, perché, mentre le donne da sempre si affidano al ginecologo per i loro problemi intimi o per una semplice visita di controllo, il genere maschile si rivolge all’andrologo assai raramente. Tutti gli uomini sono invitati dall’associazione a registrarsi sul sito di quest’ultima, postare una foto dei loro baffi e fare una donazione. I fondi raccolti, naturalmente, saranno devoluti alla ricerca. Inutile dirvi che quest’organizzazione è stata la musa ispiratrice di non pochi designers che, attraverso le loro creazioni, hanno contagiato diversi settori: fashion, beauty e design i più inflazionati. ecco gli oggetti che ci hanno maggiormente colpiti.

Disponibile su ebay.it

2) Sul frigo Quando cucinate i vostri ospiti si leccano i baffi? Fatelo sapere a tutti con questa simpaticissima idea magnetica. perpetualkid.com

3) Sul muro Per essere sempre al “baffo” col tempo: orologio da parete Ø cm 21. urbanoutfitters.co.uk

82


TeNdeNZa

4) Sulla tavola Sale e pepe. Realizzati in legno di noce e rifiniti con olio minerale. I tappi in gomma sul fondo consentono la ricarica, mentre la quantità di fori diversi servono per distinguere il sale dal pepe.

5) Sul muro 2, la vendetta daily Priority è un portatutto simpatico e divertente: utile per bollette, anelli, chiavi, orologio, monete..… GardenStuff.it 6) Sulla colazione domani mattina vi sentirete più Magnum, Chaplin, Mustafa o Poirot? Scoprite il baffo che più vi si addice… occhio a quelli da latte. PeterBrueger.com 7) Sul pianerottolo Con questa soluzione avrete senza dubbio lo zerbino più originale del condominio! dimensioni: 88x37cm urbanoutfitters.co.uk 8) Sul divano Siete amanti della battaglia dei cuscini? Con questo nessuno vi sconfiggerà… e poi basta con i classici guanciali! Puntate sull’allegria e sul design. dimensioni: 65x22 x10cm urbanoutfitters.co.uk

9) Sulla luce Je m’appelle mustache: lampada in pelle e silicone di Katrin Greiling. disponibile da Studio Greiling Shop.

Tel. 02 48 19 32 22 www.giemmeparrucchieri.com giemmep@gmail.com

10) Sulle scarpe Un modo simpatico per rallegrare un paio di sneakers anonime.

Via Cesare da Sesto, 18 Milano (MM2 S.Agostino)

lidiashopping.it

83



DER LINIENRICHTER photos by Lukasz Wolejko-Wolejszo styling by Metin Misdik

Cape Julian Zigerli Shirt Damir Doma Trousers Michalsky


Jacket Vladimir Karaleev Shirt Sissi Goetze


Jacket Y-3 Sweater John Varvatos Trousers Sopoular Shoes Michalsky


Coat Sopopular Trousers Sissi Goetze Shoes House Of Montague


Jacket Ethel Vaughn Shirt Ethel Vaughn Trousers Sopopular


Jacket Vladimir Karaleev Vest Sissi Goetze Trousers Julia Goetze Zipper Vladimir Karaleev


Sweater Damir Doma Trousers Sissi Goetze Shoes Michalsky Photos & production by Lukasz Wolejko-Wolejszo Styling by Metin Misdik Hair & make-up by Helena Narra @ Nina Klein Models Steffen @ M4


TEATRO

Marco Daverio: autore teatrale e direttore artistico di commedie musicali in Italia e Francia è attualmente Responsabile Progettuale del Balletto di Milano. Da diversi anni associa l’attività artistica all’impegno nel sociale e alla difesa dei diritti civili. E-mail: marco.daverio@fastwebnet.it

Scelti per voi... In questa rubrica vengono segnalati alcuni spettacoli che possono interessare i lettori appassionati di prosa, musica, opera e balletto

Un autunno di appuntamenti

Prosa

riscosso un grande successo. “Simon Boccanegra” è un’opera di sublime bellezza e intensità. Riscoperta negli anni 70 da una celebre edizione che vedeva protagonista il baritono Piero Cappuccilli e Claudio Abbado sul Podio (regia di Giorgio Strehler !), l’allestimento Torinese vanta come direttore musicale l’esperto Gianandrea Noseda, e interpreti di fama internazionale: Ambrogio Maestri e Michele Pertusi. L’opera venne presentata in una prima versione al Teatro La Fenice di Venezia nel 1857, andando incontro a un insuccesso (come “Traviata” d’altronde !). Il libretto, firmato da Francesco Maria Piave, era tratto da un dramma a fosche tinte di Antonio García Gutiérrez, autore che aveva già ispirato “Il Trovatore”. Il lavoro non aveva immediatamente incontrato il plauso del pubblico, ma venne invece accolto con interesse dalla critica coeva, che ne individuò i meriti. Tra gli elementi di particolare novità c’era la scelta di un omogeneo colore cupo determinato dall’uso preminente di voci di basso e baritono, com’è evidente nel prologo, laddove nel coro l’elemento femminile compare in misura limitatissima. Nel 1879 Ricordi sottopose a Verdi, quando già lavorava a “Otello”, la possibilità di una ripresa dell’antico lavoro e questi, che da tempo voleva rielaborare quel titolo, accettò immediatamente a patto di poter rivedere la musica e il libretto. Ne uscì un nuovo capolavoro. www.teatroregio.torino.it

Uno spettacolo davvero inusuale quello che apre il mese di ottobre al Piccolo Teatro di Milano. Si tratta di un lavoro dedicato ad una figura molto sentita dalla popolazione milanese di cui è stato per lungo tempo pastore: il cardinale Carlo Maria Martini. Un uomo eccezionale, fine teologo e sacerdote aperto al dialogo, anticipatore della svolta nella Chiesa a cui assistiamo oggi con il pontificato di Papa Francesco. Eravamo presenti ai suoi funerali e possiamo testimoniare un evento mai visto in 50 anni di vita a Milano: una folla infinita di persone di ogni età, etnia e cultura silenziosamente in coda per rendere omaggio alla salma nel Duomo. Un momento toccante e indimenticabile. Ora il Piccolo Teatro ricorda questa figura mettendo in scena “Martini: il Cardinale e gli altri” di Marco Garzonio, adattamento e regia di Felice Cappa, con Giovanni Crippa e Lucilla Giagnoni. La rappresentazione di un viaggio, l’ ultimo. Un rito laico che comincia quando la comunità entra e si raccoglie nel luogo dell’evocazione. Gli interpreti agiscono in una precisa situazione: Martini è colto nel momento in cui deve lasciare Gerusalemme per ritornare a casa. La sua è una condizione particolare, inedita: la malattia lo costringe ad una progressiva afonia. Per esprimersi, il Cardinale, deve ricorrere all’aiuto di una seconda voce, anima e doppio, rappresentazione di quell’altro che lo abita e che racchiude le voci, i pensieri e le profonde riflessioni sedimentate nell’arco di una vita vissuta dialogando costantemente con gli altri. Attraverso le parole, le immagini e i luoghi di Martini si narra di come il Cardinale ha fatto il vescovo a Milano e perché, da Gerusalemme, ha assunto il ruolo di profeta dei nostri giorni; come la Chiesa ambrosiana si è rapportata con la società, la politica e le differenze tra Martini e i vertici dell’episcopato; come Martini ha risposto alle domande del contesto culturale e sociale sulle questioni più scottanti. Filo rosso il rapporto di Martini con il “Corriere della Sera. Un testo che non sfugge alle domande più scomode e coraggiose sulle controversie che riguardano la Chiesa oggi. www.piccoloteatro.org

Danza

Anche la danza commemora Verdi in occasione del bicentenario della nascita. Al Teatro di Milano dal 19 ottobre è in scena uno spettacolo che propone in un unico allestimento i balletti tratti dalle sue opere più belle: “W Verdi”. La passione di Verdi per il balletto si può far risalire alla sua prima esperienza con l’Opéra di Parigi e, anche se non se ne parla come si dovrebbe, il contributo della musica del “Cigno di Busseto” al balletto è notevole. Pagine di pregevole fattura sono infatti dedicate ai ballabili all’interno della maggior parte delle sue opere e il Balletto di Milano gli rende il proprio omaggio ricordando proprio quelle pagine che non sempre vengono rappresentate. In apertura Aida, opera di Giuseppe Verdi tra le più note e rappresentate nel mondo, le cui danze raggiungono l’apice nel famoso Trionfo. Segue la celeberrima Danza delle Streghe dal Macbeth, (evocazione di Ecate da parte delle streghe) ballabile forse tra i più belli mai scritti da Verdi. Chiude la prima parte Traviata che festeggia nel 2013 i centosessant’anni dal debutto e, pur non contenendo pagine espressamente dedicate al balletto, si presta alla danza con il suo celebre “Libiamo”, i cori di Zingarelle e Toreri ed altri brani tra cui i due preludi. Nella seconda parte “Le quattro stagioni”, splendido ballabile dai Vespri Siciliani. Trenta minuti dedicati al balletto, un piccolo capolavoro per la danza in un incalzante susseguirsi di emozioni. www.teatrodimilano.it

Opera

Il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi volge al termine e così il Teatro Regio di Torino propone nel mese di ottobre una maratona verdiana con tre delle sue opere più belle: “Simon Boccanegra”, “Rigoletto” e “Traviata”. Un’infornata da non perdere ! Tra l’altro gli interpreti sono di altissimo livello. “Traviata” vede la bacchetta di Renato Palumbo, la regia di Laurent Pelly, le voci di Irina Longu e Massimo Giordano; “Rigoletto” la direzione di Donato Renzetti, la regia di Fabio Banfo e uno straordinario Duca di Mantova: Piero Pretti, che ho avuto modo di apprezzare l’anno scorso nello stesso ruolo al Teatro alla Scala di Milano dove ha

92


Spot Light TEATRO

Spot Light

Giorgio Umberto Bozzo. L’azione si svolge nell’Italia del 1943. Una compagnia di attori e cantanti si nasconde in un camerino sotto il palco al risuonare di un allarme antiaereo. Nell’attesa decidono di provare i numeri di un nuovo spettacolo. Il resto non lo racconto: dovete scoprirlo a teatro! Oltre alla regia ho curato anche scene e costumi. Cosa che succede spesso nelle regie liriche ma è piuttosto inusuale nel teatro brillante o nel musical. E’ stato veramente interessante approfondire gli aspetti stilistici dell’epoca. Ho elaborato i bozzetti ispirandomi a Del Pero per i gilet e ad altre creazioni d’epoca per gli abiti delle sorelle Marinetti, che sono stati realizzati dalla sartoria Brancato di Milano. Le ho abbigliate con abiti di scena e da passeggio eleganti ed allo stesso tempo estrosi, proprio come le canzoni che cantano, cavalli di battaglia della canzone italiana degli anni trenta e quaranta, peraltro eseguite con musica dal vivo come dovrebbe essere per ogni commedia musicale che si rispetti.

Nel gergo dello spettacolo spot light indica il riflettore da puntare sull’artista per metterlo in evidenza sulla scena.

Risate sotto le bombe

Divertente, geniale, raffinato... che altro dire dello spettacolo scritto e prodotto da Giorgio Bozzo che vede insieme le Sorelle Marinetti e il comico Gianni Fantoni con la regia di Simone Nardini? Lo chiediamo al regista, che abbiamo già avuto modo di conoscere con lo spettacolo “Lorcabaret” andato in scena a Milano, Roma e Los Angeles. Simone vive e lavora a Milano dove alterna l’attività teatrale alla direzione di una delle più importanti Accademie di Musical della città.

Perchè vedere “Risate sotto le bombe”? E’ uno spettacolo originale e divertente, ricco di colpi di scena, dove lo spettatore può trascorrere un paio d’ore di piacevole allegria scoprendo melodie, costumi e vicende legate a un periodo del nostro paese ricco di storia, fascino e umanità.

Caro Simone, come è stata l’esperienza di questa nuova regia? Entusiasmante, e non solo sotto il profilo artistico. Vorrei sottolineare l’aspetto culturale della ricostruzione storica, risolta con acuta e divertente maestria dall’autore e produttore

Dove e quando... A Milano da fine ottobre al Teatro Manzoni; poi a Gemona, Bolzano, Genova, Budrio e in tournée nazionale.

93


Designer: ORLA KIELY Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com

















PSICOLOGIA

Uno psicologo per amico Oggi come ieri la timidezza è il tallone di Achille di molti giovani

Q

uesta forzata riservatezza non solo inibisce la vita sociale di molti ragazzi e ragazze, ma ne condiziona l’intera vita. Per anni, erroneamente, la timidezza è stata definita una caratteristica caratteriale della persona: niente di più falso! E vi spieghiamo il perché. Essere spiritosi, buoni, astuti… sono peculiarità che non alterano le normali funzioni del nostro corpo, l’essere timidi invece è un disagio al quale il fisico risponde con alcune forti espressioni quali rossore, pallore estremo, sudorazione, tremore, accelerazione del battito cardiaco, respiro rotto, voce bassa o tremolante… In alcuni casi, la timidezza è un fattore invalidante, così presente da bloccare qualsiasi volontà dell’individuo. Con il giusto supporto psicologico e un po’ di lavoro è assolutamente possibile uscire da questa condizione e vivere le situazioni che si presentano senza alcun timore. Attenzione a non confondere l’essere solitario con l’essere timido: nel primo caso queste persone si sentono a loro agio nel proprio “mondo”, mentre, al contrario, il soggetto appartenente alla seconda tipologia vive la propria condizione con difficoltà. Ecco perché, davanti a una determinata situazione, le reazioni del timido sono nettamente opposte fra loro: c’è chi si ritira e fugge e chi invece attacca il suo interlocutore. Gli esperti danno una spiegazione a questi comportamenti affermando che “é la paura a manifestarsi e, in base a come vive il soggetto la circostanza, espone il proprio distaccamento”. Una volta si colpevolizzavano i locali troppo chiassosi e con la musica talmente alta da non permettere di socializzare, oggi invece il responsabile di tante “inimicizie” sarebbe la rete. Balle. La discoteca, per antonomasia, è il luogo sociale più rumoroso al mondo e di certo non offre molte possibilità di dialogo, ma dona l’opportunità di instaurare i primi contatti sensoriali (visivi e tattili). Continui sguardi ricambiati e sfioramenti più o meno volontari, sono indice di apertura al dialogo. Con questi presupposti, lo scambio di una battuta apre le porte a una nuova conoscenza e, comunque, trovare all’interno dello stesso locale un luogo meno chiassoso non è di certo un’impresa disperata. E poi non esiste solo la discoteca! Le occasioni per attaccar bottone sono molteplici: al bar, in fila al supermercato, nell’ascensore… Insomma, volendo, le opportunità non mancano proprio. Quindi nascondersi dietro a determinate bugie di certo non aiuta il soggetto timido a uscire fuori dal guscio. Stesso discorso vale per la rete. Anzi, per dirla tutta, i diversi socials o le chats tolgono

l’imbarazzo del primo contatto e spalancano le porte a una prima conoscenza. Ovviamente il tutto non deve fermarsi qui… La persona va incontrata, conosciuta e vissuta. A volte invece capita che i rapporti sono finalizzati a quell’ambiente e non vanno oltre; ecco che i colleghi, le persone che si frequentano in palestra e quelle del corso di cinese sono individui che fanno parte della nostra vita, ma ai quali non permettiamo di andare oltre. I motivi sono svariati e di diversa natura: 1) Viviamo immersi in un mondo di relazioni che all’apparenza sembrano tutte piacevoli e spesso ci sentiamo a disagio pensando che la nostra condizione non è abbastanza felice come quella degli altri. 2) Le persone ci appaiono sicure di sé, inesorabilmente vincenti e quasi irraggiungibili nella loro competenza. 3) Ci trasciniamo un bagaglio di fragilità e insicurezze. 4) Abituati ad una condizione di solitudine. 5) Mancanza di fiducia nel prossimo… Ad ogni modo è necessario distinguere le circostanze che provocano la timidezza (a chi o a che cosa, verso di chi o di che cosa) in quanto possono essere molteplici e di diversa natura; ciò che le associa è un sentimento di frustrazione e d’inferiorità nel relazionarsi con gli altri. Il modo migliore per vincere la timidezza è quello di comprendere la causa e trasformarla in una forza.

Dr.ssa Sara Dell’Aria Burani

Psicologa e Psicoterapeuta a Milano Specializzata in Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) Specializzata in Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR) Terapia individuale (adulti e adolescenti) e Terapia di coppia Billingue italiano-inglese Si occupa di: identità sessuale e identità di genere, orientamento sessuale, omoaffettività, omofobia, omogenitorialità, lutti, traumi, traumi relazionali, relazioni, amore e vita di coppia, ansia e disturbi d’ansia, umore e disturbi dell’umore, personalità e disturbi di personalità, autostima e ricerca di sé. Riceve a Milano in Via San Gregorio, 44

Lo studio si trova nei pressi della fermata Centrale F.S. (MM2-Linea Verde) e Repubblica (MM3-Linea Gialla) ed è ben fornito da numerosi mezzi di superficie.

Tel. (+39) 335 59 44 953 - E-mail: s.dellariaburani@gmail.com www.lamiapsicologia.com - www.saradellariaburani.it

110


METEOROPATIA

Ahia! Mi fa male il tempo! è

Malesseri fisici e psichici causati da cambiamenti climatici

risaputo che passeggiare al sole accarezzati da un leggero venticello migliora il nostro umore, come d’altronde la situazione ci deprime quando siamo costretti a restare a casa mentre fuori piove, è umido e la temperatura è di poco sopra lo zero. Ma se per molti è vero questo, è altrettanto vero che persone con problemi reumatici o evidenti cicatrici cutanee sono in grado di predire con certezza quando un temporale sta arrivando. Sciocchezze, diremmo! Eppure, anche le nostre nonne ci raccontavano che, quando una cicatrice prude, questo è “presagio” di cambiamento del tempo, e che quando i dolori articolari iniziano a farsi sentire, allora a breve arriverà pioggia; e guai a dubitare della loro parola (delle nonne) e non sospendere immediatamente qualsiasi attività per dar precedenza al rientro del bucato! Ma siamo sicuri che il cambiamento del tempo sia la reale causa di questi fenomeni? Una condizione pregressa deve pur esistere. In effetti, sia nelle zone cicatriziali che nelle regioni articolari infiammate, i tessuti appaiono più sensibili, e, con la diminuzione della pressione barometrica dovuta all’arrivo di un cambiamento climatico, le fibre nervose vengono maggiormente stimolate, irritandosi. Di conseguenza avremo prurito o dolore. I meteoropatici, ovvero coloro che subiscono l’influenza dei cambiamenti climatici soprattutto al passaggio di stagione, oltre a queste particolari e suggestive manifestazioni lamentano disturbi sia di natura fisica che psicologica. Allergie, vertigini, dolori osteoarticolari, disturbi visivi e cefalee sono solo alcune della manifestazioni somatiche più frequenti, spesso accompagnate da depressione, ansia, letargia, irrequietezza, eccessivo appetito, apatia o sbalzi d’umore, ovvero sintomi di natura emotiva. Ma come si combattono i cambiamenti climatici? Ovviamente non possiamo contrastare il normale alternarsi delle stagioni, soffiare via le nuvole di pioggia o ridurre il livello d’umidità. Non siamo mica Madre Natura. Non ci resta quindi che adattare le nostre abitudini e stili di vita al periodo in corso. Ma alcuni accorgimenti possono tornarci utili. Iniziamo col dire che le persone più esposte a questo tipo di problema sono quelle maggiormente sensibili e stressate, i bambini con il loro sistema immunitario incompleto, gli anziani e soggetti con uno stile di vita sregolato. Ma, cari amici meteoropatici, siate sinceri; al primo segnale di

cambiamento climatico il vostro condizionamento alla meteoropatia vi porterà a pensare «sarò irrequieto, non dormirò, allora prendo un sonnifero», «il mio umore sarà a terra, meglio ingoiare un antidepressivo», «mi verrà il mal di testa. Un’aspirina subito!» Ma alt! Fermatevi, non state mica bevendo un sorbetto al limone! Andateci piano con i farmaci. Cure omeopatiche e rimedi naturali funzionano in egual misura e con minori effetti collaterali. Se il tempo vi rende nervosi o vi impedisce di riposare serenamente, ricorrete a tisane calmanti: biancospino, tiglio, malva o camomilla le più consigliate dagli esperti. Evitate caffè, tè e bevande alcoliche o gasate. Lo so, rinunciare ad un buon caffè soprattutto di mattina non è compito facile. Ma la caffeina come la teina sono sostanze ad effetto eccitante per il nostro organismo, quindi se volete riposare… evitatele! E se il tempo vi procura apatia, tono dell’umore basso ed episodi depressivi, come comportarsi? L’ antidepressivo ha lo scopo di innalzare i livelli di serotonina, l’ormone del buonumore. Un effetto simile può essere ottenuto attraverso l’alimentazione. Salmone, alici, noci, olio di semi, sono cibi ricchi di omega-3 e acidi grassi. Se invece l’apatia prende il sopravvento, usate sostanze energizzanti come il ginseng, consigliato nei cambi di stagione o nei periodi di forte stress. Datevi anche dei piccoli obiettivi giornalieri, portarli a termine diminuirà il vostro senso di appiattimento emotivo. Miglioriamo anche il nostro sistema immunitario in modo naturale: per farlo è sufficiente passeggiare all’aperto per permettere al nostro corpo di sviluppare anticorpi. Nei cambi di stagione non va trascurata anche l’assunzione di integratori alimentari che vanno a compensare le carenze della nostra dieta. Ma facciamo attenzione alla meteoropatia. Spesso i diversi disturbi che si presentano possono protrarsi nel tempo. In tal caso, un parere medico o psicologico può svelarci se tali sintomi siano, in realtà, un segnale di un disturbo latente causato da altri fattori e messo in evidenza proprio dal cambio di stagione. Quindi non ci resta che rimboccarci le maniche e affrontare insieme la stagione autunnale! Luigi Iannaccone

111


lIBRI

“l’importante è non farsi notare”

“Inseguendo Gauguin”: il romanzo d’esordio di Giuseppe Sforza

Inseguendo Gauguin” è una rocambolesca storia tutta italiana ricca di eventi imprevedibili e colma di personaggi insoliti e divertenti. la vicenda prende vita molto velocemente e in un batter d’occhio il lettore si trova catapultato all’interno di un’avventura dai toni scoppiettanti e allegri, ma allo stesso tempo il testo possiede un animo colto dalla venatura raffinata. I colpi di scena di certo non mancano e le personalità dei protagonisti spiccano, nel bene e nel male, per le loro peculiarità. a metà fra un libro e un fumetto, la storia ruota attorno a un quadro, tutto sommato anche dalla bellezza discutibile considerando che porta la firma del maestro francese Gauguin. Ma poi sarà davvero l’originale? e se fosse una copia, non potrebbe certo valere un milione di euro… dubbi, inseguimenti, maturazione, humor e sentimenti si mescolano fra loro a ritmi incalzanti; a questi poi aggiungiamo l’amore opportunista e quello vero, le zuffe, i mafiosi, le citazioni filosofiche e, ultima ma non ultima, l’amicizia. Saprete reggere tutto questo? “Inseguendo Gauguin” è il romanzo di esordio di Giuseppe Sforza, un giovane autore che con la sua narrazione riuscirà a distogliervi dalla routine quotidiana. difficile non calarsi nei panni del protagonista, un “ragazzo” come tanti in cerca del proprio posto nel mondo, ma ancor più ardito sarà mantenere una sorta di equilibrio tra l’euforia e la riflessione. Già, perché, nonostante il quasi impeccabile aspetto verosimile dei fatti, c’è molto da imparare e comprendere dall’eccentricità dei personaggi. Un libro spassoso, ma da non prendere troppo sottogamba. Riflettere e sorridere senza sollevare chissà quale polverone è possibile: “Inseguendo Gauguin” ne è la prova.

“inseguendo Gauguin” Giuseppe Sforza Laurana Editore 450p.

Silvia Trepago

112


SalUTe

a passi lunghi e ben distesi verso nessun traguardo davvero lo sport fa male?

l

a ‘notizia’ è che lo sport fa male. Certo, sappiamo da sempre che la pratica sportiva va esercitata solo se in buona salute e che l’intensità deve essere proporzionale al proprio livello di allenamento, ma ciò che gli scienziati hanno dichiarato recentemente è molto diverso. I cosiddetti ‘sports metabolici’ (ovvero quelli che fanno leva solo più sull’allenamento fisico, esempio la maratona, che sul gesto tecnico, esempio il golf) sono dannosi, il cui danno si può calcolare con un coefficiente inverso tra durata-frequenza e intensità dello sforzo. la maratona, in pratica, è più dannosa dello sprint. In effetti, da sempre la casistica ci dice che se lo sport ti fa vivere meglio, non ti fa vivere di più. Poi, ognuno faccia le proprie scelte, ma se definiamo lo stress come ogni agente che venendo a interagire con l’organismo lo costringe a un cambiamento, e il cambiamento di per sé è stressante per l’organismo, è chiaro che ‘imporre’ al proprio corpo 42 chilometri di corsa, ne accelera inesorabilmente l’invecchiamento. Tutto ciò che, nella nostra quotidianità, ci fa consumare ossigeno è ossidante. Perché favorire l’ossidazione per poi riempirci di anti-ossidanti? Come al solito, la risposta è nella moderazione, nello sport inteso come giocosità adulta in movimento e non come tortura imposta al proprio corpo per una dipendenza da endorfine. Insomma, il jogging come anticamera per l’inferno? a ognuno il proprio angoletto di inferno. dobbiamo prenderci la responsabilità anche di questo. Andrea-Vittorio Romagnoli

113


STREET Photographer: NOCERA&FERRI www.noceraferri.com



















I LOVE SICILY

La Sicilia e gli scrittori

di Riccardo Di Salvo (info@riccardodisalvo.it) e Claudio Marchese (info@claudiomarchese.it)

Pirandello

Da Girgenti al mondo 28 giugno 1867. A Girgenti, oggi Agrigento, nella tenuta di famiglia denominata “Caos”, nasceva Luigi Pirandello. L’autore ancora oggi più internazionale della letteratura siciliana, se pensiamo che nei teatri di Parigi, Londra, Berlino e New York le sue opere sono rappresentate con enorme successo. Il suo nome è famoso come quello di Eduardo De Filippo. Sono autori per tutte le stagioni. Pirandello sta al teatro verista come Goldoni alla commedia dell’arte. Entrambi sono stati degli innovatori. La riforma goldoniana sostituì alla pluralità delle maschere l’io del personaggio che diventava il centro della rappresentazione. Pirandello riporta indietro nel tempo il teatro verista di fine Ottocento che imperversava nei teatri stabili come unica forma possibile di lettura della realtà. Un gesto controcorrente che demolisce lo stile verista basato sulla trasparenza del vero e spezza il personaggio in una molteplicità di punti di vista. Come se l’io borghese fosse tramontato, per lasciar riemergere le maschere dell’antica tragedia greca. Come Goldoni portò in avanti l’orologio teatrale, così Pirandello lo spinse all’indietro. Per un autore come lui abituato a vedere i resti archeologici del teatro greco, così ricchi di fascinazioni mitologiche, non fu difficile ricostruire la trama del teatro occidentale a partire dalle origini. Possiamo dire che il gesto pirandelliano consiste nell’introdurre l’idea stessa del caos al posto dell’idea borghese dell’ordine. Come tutti gli autori decadenti di fine Ottocento, Pirandello vede proprio nel caos la dimensione stessa della vita che si agita dietro le convenzioni come un flusso energetico inarrestabile. Lunga è stata la via che dal Verismo ha portato Pirandello a una visione della realtà in cui tutto è finzione, gioco di maschere, commedia e tragedia, nello stesso tempo, dell’impossibilità di essere se stessi. Se vogliamo ricostruire le tappe del suo itinerario teatrale, dobbiamo risalire alle prime commedie e ai saggi sull’umorismo. Dalla narrativa all’idea del teatro come territorio dell’incomunicabilità, c’è un filo conduttore che collega le novelle alla produzione scenica. Rileggiamo una novella come “La giara” in cui affiora il senso del surreale e il sentimento umoristico del contrario. I personaggi di don Lollò e di Zi’Dima, collocati in un ambiente rurale tipicamente verista, diventano due maschere dell’assurdo, contraddicendo la trasparenza della lettura tradizionale della realtà. Surreale la novella, ancor più surreale il film Kaos che i fratelli Taviani trassero dalle “Novelle per un anno”. Kaos prende il titolo dal nome della tenuta dove nacque Pirandello. Il film a episodi traspone per immagini quattro novelle del grande drammaturgo siciliano: “L’altro figlio”, “Mal di luna”, “La giara”, “Colloquio con la madre”. I fratelli Taviani immaginano che Pirandello, ormai affermato come autore, torni a Girgenti e incontri la madre. Lo scrittore è interpretato da Omero Antonutti e la madre di Pirandello da una grande attrice napoletana, Regina Bianchi. Nel primo episodio, “L’altro figlio”, torna un tema caro a Pirandello, quello del figlio rifiutato, un tema che probabilmente trova origine nei difficili rapporti dell’autore con il padre. Una donna ha due figli emigrati in America a cui scrive continuamente, senza mai ricevere una loro risposta. L’unico figlio che le vuole veramente bene e le rimane fedele è frutto di uno stupro e,

e il teatro del caos 146 anni fa nasceva il genio di Girgenti

132


I LOVE SICILY

Catia & Giacomo antichità e restauro

Tel. 345.7970426

conserva questo numero potra’ servirti in futuro!

di conseguenza, è misconosciuto dalla madre. L’episodio clou del film è senza dubbio “La giara”, una delle novelle più lette anche sui libri di scuola. Ci sorprendono non solo la curvatura espressionistica dei fratelli Taviani ma anche il talento di due attori che negli anni Sessanta e Settanta erano sfruttati esclusivamente in ruoli di grossolana comicità: Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, rispettivamente nelle parti di don Lollò e di Zi’Dima. Grottesco al massimo questo episodio, in cui vediamo i due attori alle prese con una giara che li disorienta. La storia racconta infatti che don Lollò chiamò Zi’Dima perché gli riparasse una giara, ma, per una serie di circostanze dovute al caso, quest’ultimo vi rimane chiuso dentro e la giara dovette essere rotta per poterlo liberare. Non ci sembra gratuito rileggere il film dei fratelli Taviani, “Kaos”, che si allontana completamente dal cinema di impegno politico–sociale dei loro primi film e sceglie una chiave di lettura dove la teatralità non è ridotta semplicemente all’azione drammatica ma appare come una discesa nell’animo dei personaggi pirandelliani. Crediamo che sia proprio questo il modo più moderno di interpretare il genio di Girgenti, il quale si distaccò progressivamente dal verismo verghiano per raggiungere quella zona d’ombra nascosta dietro le apparenze che, per Pirandello e per altri autori decadenti, è il territorio oscuro della psiche umana.

Restauriamo mobili, comodini, poltrone, specchiere, ecc... Tutto quel che avete di vecchio, usato, antico, noi ve lo restauriamo a prezzi imbattibili! Via Imbonati, 89 - MM3 Dergano - Milano - Tel. 345.7970426

Il volto e la maschera Nessun autore di teatro del Novecento ha interpretato meglio di Pirandello la tragicommedia dell’uomo diviso o, come si dice oggi, schizofrenico. Già nelle prime novelle e nei romanzi come “L’esclusa” e “Il fu Mattia Pascal”, si intravede il gioco dello sdoppiamento a cui il soggetto si presta per potersi liberare dalla gabbia delle convenzioni sociali. E’ una vera e propria condizione esistenziale che sembra condannare ognuno di noi ad essere uno e contemporaneamente un altro. Questa schizofrenia che i personaggi pirandelliani esibiscono come scissione tra il volto e la maschera fa degli stessi romanzi un laboratorio teatrale. Poiché l’io è diviso in due, accade che il volto sia coperto da una maschera che coincide con le convenzioni cioè con i ruoli stabiliti dalla società. E’ come una trappola da cui ci si può liberare attraverso il teatro, che è una grande recita della follia. Sembra che l’approdo alla drammaturgia sia inevitabile per lo scrittore di Girgenti. Pensiamo al titolo di alcune sue opere teatrali “Così è se vi pare”, “Sei personaggi in cerca d’autore”. In cui ciascun personaggio non possiede una verità diversa dalle apparenze. Tutto è come appare e tutto è relativo. Pirandello fa parte del nostro immaginario, da quando per noi studenti della scuola media non ancora dell’obbligo, era comunque obbligatorio conoscere alla perfezione almeno alcune novelle pirandelliane e comprendere le parole chiave del suo teatro. Ci siamo sentiti umili scolari del maestro perché crediamo che l’umiltà davanti i giganti della letteratura non sia un gesto servile: per questo il 28 giugno di quest’anno, siamo andati in visita alla casa di Pirandello e abbiamo assistito alla cerimonia della commemorazione del 146° anniversario della sua nascita.

Vito

Massaggiatore Massoterapista tecnico sportivo, massaggi anche a 4 mani ricevo in studio viale Monza e zona San Babila, anche su appuntamento a vostro domicilio solo Milano città

348 1690304 133


NeWS & aPPUNTaMeNTI

CityLife

Gli appuntamenti in città DEPOT

MIlaNo. ottobre parte alla grande con il famoso no id party, naked con passamontagna, sabato 5 (si ripete anche tutti i martedì sera). Tutte le domeniche e i mercoledì l’appuntamento è naked, ma a viso scoperto. Per una serata diversa dal solito, tutti i lunedì bisex night in cui possono entrare proprio tutti. Sabato 12 serata dedicata al piss party: codice giallo. Venerdì 11 e 25 underwear party “al primo colpo”, con bracciali fluo che indicano il vostro ruolo sessuale. Venerdì 4 l’appuntamento al buio con il blackout party: nessuna luce accesa e tanto divertimento. Sabato 19 la serata è un mix di due appuntamenti: no id + al primo colpo. Sabato 26 si chiude il mese con la serata fist & fuck per gli amanti del fist. Per info: www.depotmilano.com NaPolI. ad ottobre il martedì al depot è happy hour night dalle 22. Tutti i mercoledì il famoso naked party per stare nudi e divertirsi come mai. Il giovedì non ci sono eventi ma potete visitare il club pagando un solo ingresso ed entrando in due. Tutti i venerdì e ancora sabato 8 e 19 la serata è “aperta” senza obblighi di dress code. Sabato 12 blackout party per divertirsi al buio. Sabato 26 il naked diventa al primo colpo con i bracciali fluorescenti che indicano il ruolo sessuale. domenica 13 e 27 underwear party. domenica 6 e 20 serata hot sunday: naked masked dalle 17 alle 21 e underwear dalle 21 in poi. Per info: www.depotnapoli.com

CoMUNICaTeCI le VoSTRe INIZIaTIVe eNTRo Il 15 dI oGNI MeSe / E-mail: redazionelui@gemeco.it - Fax 02 91390360

134


NeWS & aPPUNTaMeNTI

TORNA G*BREAk

TReNTo. G*Break nasce da un’idea della agenzia viaggi ImbarcoGay di Milano nel 2006. Siamo ora giunti alla 9a edizione e G*Break cresce di anno in anno: 6-7-8 dicembre 2013 / Folgarida - Madonna di Campiglio (TN). Un evento adatto a tutti, sia a chi sa sciare ma anche a chi con la sport e la neve non ha molta confidenza. Speciale single: nessun supplemento singola in condivisione camera. ogni giorno saranno organizzate escursioni ed attività, come per esempio la gita ai mercatini di Natale di Trento, oppure il pattinaggio sul ghiaccio o una passeggiate per le vie dello shopping a Madonna di Campiglio. ogni sera ci sarà animazione e discoteca con i migliori staff dalle discoteche gay più famose d’Italia. G*Break è centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia con un unico fine: divertimento! Il prezzo è la vera sorpresa: da 89€ a persona e comprende tutti e 3 i giorni dell’evento in mezza pensione. Quota iscrizione 39€. Info: www.gbreak.it oppure chiamate ImbarcoGay allo 02.36504844 Sei stanco dopo una dura giornata di lavoro? Hai fatto troppi sforzi in palestra e adesso hai male alla schiena? Qualche chiletto di troppo? O semplicemente hai voglia di un pò di relax? Penso di poterti aiutare.

Roberto

terapista del Massaggio

Specializzato in massaggi antistress, decontratturanti e linfodrenanti. Depilazione corpo (anche zone intime). Ricevo su appuntamento anche a domicilio.

via valfurva, 3 - Milano cell. +393452162929 r.colasuonno@libero.it

135


NEWS & APPUNTAMENTI

GARAGE CLUB

TORINO. Programma settimanale: Lunedì dalle 22.00 NAKED PARTY Martedì dalle 21.30 YOUNG PARTY Mercoledì dalle 22.00 NAKED PARTY Giovedì ORDINARY Venerdì dalle 22.00 NAKED PARTY Sabato dalle 21.30 IBIZA NIGHT. Consumazioni omaggio per QUEEVER. Sabato è giornata BEARS FRIENDLY. Domenica ORDINARY Nuova sala video, sauna finlandese, bagno turco, idromassaggio, lounge bar, video corner, glory wall, ambienti relax, area fumatori. Aperto tutti i giorni dalle14.00 alle 02.00.

ph. Antonio Lavecchia

Garage Club - Corso Stati Uniti 35 - Torino Tel. 346 3006612 - info@garageclub.it www.garageclub.it

COMUNICATECI LE VOSTRE INIZIATIVE ENTRO IL 15 DI OGNI MESE / E-mail: redazionelui@gemeco.it - Fax 02 91390360

136




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.