LUI 10 2014

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mensile - anno diciotto - numero dieci - ottobre 2014

ISSN 2039-0262

SpecIAle

ITAlIA

MODA Vivienne westwood HI-TecH il mondo a portata di polso ARTe thomas Knight


editoriale

Normalità/quotidianità/assuefazione

L

a normalità fa rima con quotidianità. È inevitabile. Più siamo abituati ad un certo stile di vita, a determinate informazioni, ad un più o meno decoroso modo di pensare e maggiormente il tutto viene assorbito dalla routine. All’inizio, come ogni novità che si rispetti, c’è il momento di destabilizzazione, ma poi, in modo graduale, impariamo ad assorbire il cambiamento rendendolo parte integrante del ménage quotidiano. Discorso diverso quando il cambiamento è già in atto e, privi di conoscenza, nasciamo e cresciamo all’interno di “training” che non lascia spazio all’opzione (questa diventa la costante della normalità). Sotto la lente d’ingrandimento mettiamo un consumatore medio. Oggi per lui è normale acquistare soltanto prodotti in offerta, in quanto la crisi/il mercato l’hanno reso immune alla scelta spingendolo ad essere più intento a comprare lo sconto del prodotto. La fedeltà ad un determinato marchio o ad una griffe in particolare è direttamente proporzionata al tipo di offerta. “L’opzione scelta” subentra quando è possibile imbattersi nella parità di costo. Affrontiamo il discorso da un’altra prospettiva. Vivere con una persona con un deficit (avere una menomazione) o una determinata malattia, ci spinge ad avere un approccio alla vita completamente diverso dal solito. Alcune accortezze e/o priorità prendono senza dubbio il sopravvento su altre. La quotidianità fa rima con la normalità. È inevitabile.

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editoriale

N . 1 0 OTTO B RE 2 0 1 4 Ciò che cambia però è il modo. Ci si abitua al nuovo status per cognizione di causa, per volontà, ma anche per pigrizia. Ci si abitua a tutto e ciò per certi versi è un male. Ci stiamo abituando agli attacchi terroristici, alla violenza pressante sulle donne, alla disoccupazione che avanza, ad uno Stato che uccide le imprese, alle chiusure costanti dei negozi sotto casa… Certi avvenimenti non fanno più notizia, non generano più emozioni… sono diventati come qualcosa da spillare dalla lista della spesa. Alle volte addirittura ci fa strano quando al telegiornale non sentiamo che una bambina è stata stuprata, un ragazzo gay picchiato a sangue, un imprenditore si è impiccato perché sommerso dai debiti… Queste situazioni si sono talmente radicate e le abbiamo così assorbite e rese normali e quotidiane che quasi quando non le sentiamo ci domandiamo: ma come mai oggi non è successo? No, non è normale avere paura del futuro, temere di uscire casa perché un folle gira per strada armato o con 40 chilogrammi di esplosivo legati al cinto. Non è normalità uccidere in nome dell’amore, abusare dei più deboli, essere il terzo stato al mondo per pressione fiscale, morire di fame, essere cittadini europei al servizio delle banche... Impariamo a fare le giuste distinzioni. Salvatore Paglia

cover Photo by Paco Matteo Li Calzi Styling by Maurizio Laino Model: Rory P. @ChadwickModels Jacket & shoes Aquila Vest, shorts and tie Eduardo Xavier Shirt Fortunate Son from Gusto & Élan Fur Madam Virtue & Co. Gloves Armani Exchange Socks and glasses Stylist Own editrice Gemeco sc - via Emile Chanoux, 22/24 10026 Pont Saint Martin (AO) gestione editoriale Sedit sc direttore editoriale Calogero Urruso direttore responsabile Luciano Mantelli direttore Salvatore Paglia pubbliche relazioni Jean Paul Bianco biancoagency@gemeco.it pubblicità Tel. +39 329.8622268 info@gemeco.it impaginazione e grafica Michele Alberti redazione Fax 02 91390360 redazionelui@gemeco.it stampa Arti Grafiche Celori - Terni pubblicazione mensile Reg.Trib. di Milano N. 169 - 03/2000 hanno collaborato a questo numero: Alessandro Rizzo, Alexia Mingarelli, Andrea Vittorio Romagnoli, Claudio Marchese, Cristiano Fabris, Marco Daverio, Riccardo di Salvo, Silvia Trepago Lui Magazine è distribuita gratuitamente (0,10 euro) nei locali e nelle attività gay friendly di tutta Italia e Costa Azzurra Abbonamenti Per abbonarsi a Lui Magazine (11 numeri annui) è sufficiente inviare 50 euro a mezzo bollettino postale sul C/c 26781286 intestato a Gemeco scrl specificando nella causale “abbonamento a Lui” e specificando da quale numero desiderate che l’abbonamento abbia inizio. La rivista verrà recapitata mensilmente a mezzo posta in busta chiusa, sigillata e anonima. Lui Magazine non è responsabile per la qualità, la provenienza o la veridicità delle inserzioni. La direzione di Lui sì riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un’inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa eventualmente da esso sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazioni di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire. I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti e quelli degli inserzionisti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e la pubblicazione degli annunci e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.

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il prossimo numero in distribuzione ad inizio novembre 2014


sommario

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FASHION Ritch bitch

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ESSENZE Bvlgari

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FASHION Intersecting parallels

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MODA Vivienne Westwood: Il passato che guarda al futuro

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FASHION 84

SPECIALE Milano Moda Donna S/S 2015

YOUNG DESIGNER 98

FASHION 18

ARTE 126

FASHION 40 MODA 66 4

FASHION The year of the horse

84

YOUNG DESIGNER New ispiration look di Andrea Spavone

98

COVER Last call from Kiev

116

ARTE Red Hot, progetto fotografico di Thomas Knight

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FASHION Double XX: The birth

146

HI-TECH Apple Watch: Il mondo a portata di polso

154


sommario

FASHION 146

184

FASHION Avant-Garçonne

186

FASHION In the Bleak Midwinter

202

FASHION Red rebel

224

238

FASHION Marmo real

254

LIFE Chinotto: è di nuovo moda

262

LIBRI Hayao Miyazaki

272

FASHION 290

SPORT Search & destroy

TENDENZE BlablaCar... a noi piace chiacchierare in viaggio!

FASHION 202

FASHION 168

168

232

PEOPLE 232

HI-TECH 154

FASHION Night mistake

PEOPLE Christiano Ceratola

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speciale

ANTONIO MARRAS

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



speciale



speciale



speciale



speciale



speciale



Ritch Bitch photos by Manuela KalĂŹ STYLING by Ibrahim Kamara










Photos by Manuela KalĂŹ Styling by Ibrahim Kamara Styling assistant: Veronica Johnson Make-up: Laura Scimone Hair: Satomi Suzuki Model: Roksana Chrzastowska @ MP Models - London


ESSENZE

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ESSENZE

The essence of the magnificent italian jewelle

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a maison gioielliera di Lvmh, dopo aver lanciato il maschile Aqva amara, approda sul mercato con Man in black: una nuova fragranza dedicata all’uomo che s’ispira alla leggenda mitologica della nascita di Vulcano. Si narra che il dio, dopo essere stato cacciato del Monte Olimpo, scelse come nuova dimora le scoscese coste di Stromboli. Da questo luogo impervio fatto di lava, sabbia nera e granito rosso, si rigenerò assorbendo l’energia circostante, conquistando così calma interiore e grande potere. Creato dal celebre naso di Alberto Morillas, la fragranza sprigiona ed emana tutta la sua audacia attraverso un’accurata e meticolosa combinazione di singoli elementi decisi e di per sé dominanti. Ad avvolgere ed armonizzare l’insieme ci pensa la tuberosa, fiore inusuale in una composizione maschile. Le note di testa, composte da tabacco speziato e rum ambrato, si legano così alle note di fondo dal benzoino, della fava tonka e del legno di guaiaco; mentre l’iris e gli accordi di cuoio esaltano le note di cuore. Sofisticatezza, vigore e sensualità diventano i portatori di una mascolinità intrigante e ardita. A dare un corpo e un volto a queste caratteristiche, Bvlgari ha scelto uno tra i modelli che incarnano al top l’essenza maschile: Patrick Petit Jean, un impenetrabile e misteriosa creatura dal fascino sauvage/chic. L’eau de parfum, disponibile in tre diverse dimensioni: 100, 60 e 30 ml, è racchiuso in un packaging dalle geometrie nette e rigorose, mentre la tonalità ebano loda l’oro rosa dei profili e del logo. Interprete di una mascolinità moderna ed inequivocabile, Man in black si affaccia sul mercato accompagnato dallo strillo «The essence of the magnificent italian jeweller»: strategia che sottende lo sviluppo delle fragranze griffate Bvlgari nel mondo. S.P.

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DSQUARED2

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



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Intersecting parallels photos by Dmitry Nevlad STYLING by Aniya Hrishenko


Coat, bag, pant and shirt Alexander Len


Coat and shirt Alexander Len


Suit and shirt Alexander Len Clutch Proskurovskaya



Jacket and shorts Jean Gritsfeldt shirt Bogdan KASS


Overalls, jacket and accessories Bogdan KASS


Jacket and shorts Jean Gritsfeldt Turtleneck and bag Alexander Len



Costume Alexander Len Shirt Bogdan KASS


Overalls and accessories Bogdan KASS


Coat and shirt Alexander Len Pants Bogdan KASS


Vest, bag, pants and shirt Bogdan KASS


Photos: Dmitry Nevlad Styling: Aniya Hrishenko Make-up: Natalia Goncharenko Model: Slava Davydov Clothes: Bogdan Kass, Jean Gritsfeldt, Alexander Len


speciale

ERMANNO SCERVINO

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



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MODA

A/I 2014-2015: mix di Il passato ch 66


MODA

stili per Vivienne Westwood he guarda al futuro 67


MODA

A/I 2014-2015: Vivienne Westwood


MODA


MODA

A/I 2014-2015: Vivienne Westwood


MODA

L

o stile di Vivienne Westwood ancora una volta lascia il segno. Sulle passerelle Moda Uomo autunno inverno 2014-2015, l’indiscussa regina delle stravaganze, propone un uomo che rispecchia l’ironia e l’irriverenza che da sempre la contraddistingue. Sullo sfondo il grido dall’allarme a rispetto dell’ambiente e la battaglia contro le trivellazioni «Fracking is the Big Fight», rimbomba prepotentemente. Nel mezzo le linee rilassate e quelle affusolate si alternano e fondono velocemente le une alle altre. Stesso discorso vale per gli stili: il dandy, lo street, lo sportswear e il rock mantengono i loro segni distintivi, ma allo stesso tempo si proiettano in una lettura comune che non lascia spazio alla banalità. La sartorialità dei capi, chiave di lettura di molti outfits, si spinge oltre il consueto (sempre se di abituale possiamo parlare tenendo in considerazione che stiamo parlando di una stilista di carattere). Le geometrie, celebrate dai colori, alle volte esaltano l’esclusiva forma di un capo, altre invece esaltano, tono su tono, le svariate fantasie. I tessuti tecnici, la pelle, il cotone e la maglieria, vengono abbinati tra loro quasi a contrasto. Il gioco della contrapposizione non risparmia nemmeno le tonalità: il bianco, l’oro e il rosso si scontrano con la profondità del nero, il blu elettrico si combina con il senape, il grigio riesce a ritagliarsi un suo ruolo ben preciso, mentre il giallo, il rosa e il lilla fungono quasi da punti luce. Questa collezione riflette l’idea di guardare avanti verso civiltà future, ma al contempo pone le sue radici nella storia del costume. Il gioco del tempo (passato e futuro) si prodiga attraverso le stampe mosaico, mentre le forme geometriche ardite nei toni del grigio e del verde ci ricordano le città di oggi. Non passano inosservati i due modelli con la stessa fantasia per uomo e donna presi dalla collezione invernale. Con questa scelta la stilista pone l’accento sulla parità di genere, elemento sul quale la storia della moda si è prodigata per diversi anni sollevando più di qualche diatriba. Salvatore Paglia


MODA

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MODA

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IM ISOLA MARRAS

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



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The Year OF THE Horse photos by Marta Petrucci STYLING by Carolina Turra

Abito Pierre Balmain bracciale Chiara BCN scarpe In Vitro


Abito UT Style @ Mad Zone top Blackblessed corona In Vitro




Abito Gareth Pugh headpiece Blackblessed



gonna e bolero In Vitro


Abito Hebe gioielli Chiara BCN scarpe Chinese Laundry





Photos by Marta Petrucci Assistant photographer: Silvia Mongelli Styling by Carolina Turra Assistant stylist: Veronica Bello Make-up artist: Francesca Petrangeli Assistant make-up: Alessandra Hathor Props designer: Flavia Giulia Tomassi Model: Korlan Madi



YOUNG DESIGNER

NEW ISPIRATION LOOK di Andrea Spavone

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YOUNG DESIGNER

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d eccoci nuovamente qui, insieme, per chi aspettava questo nuovo numero e per chi ha voglia nuovamente di conoscere un giovane talento della moda. Oggi vi presentiamo Andrea Spavone con la sua collezione dal nome “New Ispiration Look”.

Perché l’abbiamo scelto

Andrea Spavone ha frequentato una delle scuole di moda più prestigiose. In essa ha potuto dare vita e realizzare la sua prima collezione, della quale vi racconteremo. La nostra scelta di Andrea è stata semplice, questo perché la sua collezione è sicuramente molto impattante a livello visivo ed estetico, nella quale si evince una nota di futuro e dalla quale si riconosce della novità. Novità che riutilizza forme e strutture classiche, Andrea ci presenta un uomo giovane e nuovo che allo stesso tempo possiede un passato vivo e presente soprattutto nel suo stile.

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YOUNG DESIGNER

vengono utilizzato per l’abbigliamento femminile: è così che nasce un nuovo look, un nuovo stile che trasforma l’idea e il concetto classico dell’abbigliamento maschile. Andrea ci racconta: “ Il trend non è tanto diverso da quello lanciato dai Teddy Boys nel 1954, che dopo essersi appropriati di una collezione iper sartoriale, stravolgendola e mixandola con altri stili creano un nuovo stile utilizzando la strategia del “sampling e mixing”. Per la sua collezione Andrea prende ispirazione anche da un grande artista Andy Warhol e alla mostra chiamata “American Supermarket” del 1964 nel quale lancia un messaggio semplice dove trasforma appunto un oggetto di consumo in oggetto artistico. Infine concetto da sottolineare è che tutto quello che è stato realizzato è stato pensato in chiave moderna e futuristica per una collezione destinata ad un pubblico maschile, ma anche femminile.

Ci viene raccontato che la sua idea prende forma e vita da un uno studio e da ricerche fatte da un famoso antropologo di sottoculture, Ted Pholemus, dal quale ha preso il termine “sampling & mixing” e lo ha fatto suo “partendo dal fenomeno delle sottoculture giovanili che hanno trasformato il Fashion System, riprendo la strategia del collage e del montaggio di uno stile già esistente con altri stili provenienti da altri contesti, introducendo nuovi significati nella mia collezione”. “sampling & mixing” questo è un termine derivante dalle sottoculture musicali come quelle rave o rap. Letteralmente “sampling” si traduce come campionamento, ha a che fare con la musica e descrive piccoli frammenti di pezzi musicali che vengono tagliati e presi in prestito. Il “mixing” è l’operazione successiva, i pezzi musicali vengono inseriti in un nuovo contesto che daranno vita ad un nuovo brano ed anche a nuovi significati. Questo fenomeno avviene ormai da molto tempo anche nelle sottoculture giovanili. Andrea ci descrive che cosa significa nella sua collezione il fenomeno appena descritto: “Il concetto che qualifica il mio lavoro è “sampling e mixing” definizione data da Ted Pholemus in cui spiega la strategia di decontestualizzazione-ricontestualizzazione che prevede l’appropriazione di uno stile preesistente e il suo montaggio con altri stili in modo da formare combinazioni inedite e nuovi codici della moda. Ricollegandomi anche allo studio di Dick Hebdige sulle sottoculture posso dire di aver seguito il suo concetto: la collezione ricontestualizza uno stile preesistente di cui sovverte il significato, dandogli un nuovo significato”. Andrea Spavone si appropria per la sua collezione del New Look di Cristian Dior evidenziato dalle forme e volumi sartoriali dell’abbigliamento maschile, mixandolo poi con tessuti che solitamente

Capo traino

La collezione è composta da una palette di colori che mixa neri e blu con dorati e beige, i materiali utilizzati sono un particolare pizzo francese doppiato su simil-neoprene e fresco lana siliconandoli con colatura a cannoncino; inoltre utilizza la crinolina in doppia in doppia armatura, flanella, popeline di seta e panno di lana stampato. Per la maglieria ha scelto filati di lana pura vergine, lana mohair e fettucce di jersey che gli hanno permesso di creare volumi del tutto nuovi e differenti, modellati sul corpo. I volumi richiamano la sartorialità del mondo maschile senza dimenticare dettagli contemporanei, come l’abbassamento del cavallo

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dei pantaloni, elementi innovativi nella maglieria, e linee pulite ed essenziali per i capispalla. Abbiamo chiesto al nostro designer quale fosse il capo che rappresentasse più di tutti la collezione: “L’outfit che prediligo è sicuramente quello composto dai pantaloni in pizzo siliconato, camicia in popeline di seta con microstampa, maglione in fettuccia di jersey e trench in crinolina. è stato il primo che ho disegnato e che mi ha permesso di rappresentare i concetti della collezione, sperimentando ogni tipo di lavorazione che ha poi portato agli altri cinque outfit. è la mia prima collezione e ovviamente ci sono molto affezionato, ma spero che rappresenti anche il mio ingresso effettivo nel mondo della moda”.

all’Istituto Marangoni dove frequenta il corso triennale in Fashion Design. Una grande occasione in questi tre anni è stata per lui quella in cui ha potuto presentare la sua collezione durante la fashion week di Shangai, un’esperienza per lui irripetibile. In seguito la collezione è stata presentata anche a Milano. Vi lasciamo infine alle sue parole e al suo futuro: “Mi considero un persona che vive “giorno per giorno” e prevedere cosa potrà succedere in futuro mi risulta difficile. Solo di una cosa sono sicuro: vorrei creare un brand tutto mio e continuare a crescere come stilista”.

Passato, presente e futuro

Photographer: Chiara Tesser Make Up Artist: Maria Prinzivalli Model: Lorenzo Crestani

Alexia Mingarelli

Andrea Spavone ha iniziato il suo percorso di studi presso l’Istituto d’Arte Filippo Palazzi di Napoli, dove si è specializzato in architettura ed arredamento. Questo iniziale percorso è stato per lui fondamentale anche per decidere poi quale strada seguire. Come ci dice lui stesso: “Credo che una delle mie più grandi fortune sia stata quella di vivere e crescere in una città bella come Napoli, dove l’arte è in ogni angolo, la storia si respira nell’aria ed ogni persona, luogo e profumo arricchisce l’anima”. Inizia quindi una nuova avventura in nuova città e si iscrive

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JOHN RICHMOND

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



SpecIAle



SpecIAle



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SpecIAle



SpecIAle



Last call from kiev photos by Paco Matteo Li Calzi STYLING by MAURIZIO LAINO


Suit Mister Hewitt for Madam Virtue & Co. Tie Eduardo Xavier Furs Madam Virtue & Co. Shirt Stylist Own


Coat Ubermen from Gusto & Elan’ Fur hat & scarf Madam Virtue & Co. Cardigan Clemente Talarico from Gusto & Elan’


Fur coat Madam Virtue & Co. Suit, shirt & shoes Aquila Jumper Energie Leather tie Stylist Own



Cape Miu Miu from Madam Virtue & Co. Coat Comme des Garรงons from Madam Virtue & Co. Pant Aquila Fur scarf Madam Virtue & Co.


Suit Mister Hewitt for Madam Virtue & Co. Hooded top Karl Lagerfeld from Madam Virtue & Co. Fur Madam Virtue & Co. Shoes Aquila


Jacket Gianfranco FerrĂŠ from Madam Virtue & Co. Shirt Aquila Tie Eduardo Xavier Knitted flower & leather bag Madam Virtue & Co.


Jacket & pant Eduardo Xavier Shirt and shoes Aquila Fur coat Madam Virtue & Co.


Jacket Aquila Vest & tie Eduardo Xavier Shirt Fortunate Son from Gusto & Elan’ Fur Madam Virtue & Co. Photos by Paco Matteo Li Calzi | Styling by Maurizio Laino | Make-up: Dave P. Waterman | Hair style: Pasquale Porciello | Model: Rory P. @ChadwickModels


ARTE

Thomas Knight

Red Hot T

homas Knight, fotografo, videomaker, nasce come musicista. E ha pensato bene di dare un messaggio in controtendenza rispetto all’immaginario comune, quello impostosi attraverso stereotipi e pregiudizi storici, soprattutto nel contesto in cui l’artista opera, la Gran Bretagna, verso i ragazzi dai capelli rossi: questi ultimi in quel Paese sono, spesso, vittime di forme di discriminazione, emarginazione, di violenza verbale o fisica, soprattutto a scuola, quindi di un bullismo che, come tutte le forme di bullismo, rimane inspiegabile, irrazionale e insensato.

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Thomas ha voluto impegnare la sua creatività e il suo estro nel realizzare, negli ultimi tre anni, un progetto che ha voluto creare un’estetica tale da celebrare soggetti e persone che, spesso, vengono stigmatizzati come buffi, anomali, poco appetibili a livello di attrazione. I ragazzi dai capelli rossi sono sempre stati in Inghilterra oggetto di scherno, di battute più o meno pesanti, tanto da vedere alcuni tra di loro soffrirne molto, creando, soprattutto, problemi nella loro fase della crescita, nell’età adolescenziale, nel periodo della propria maturazione, personale e psicologica. Thomas Knight nasce, come dicevamo, da una formazione musicale per, poi, approdare alla videoarte, alla video installazione, a forme di arte visiva di grande portata concettuale, spesso onirica, dal sapore surreale e iperreale, con numerosi riferimenti a una cultura classica, neoclassica, riferimenti sociali e immaginari figurativi di una tradizione antica, rivisitata e attualizzata nella nostra contemporaneità sotto un’ottica tenuemente glamour. In questo lato si trova la complessità compositiva del nostro autore, che si rispecchia, in modo naturale quanto semplice, nel ritrattismo della sua serie, l’ultima, che abbiamo già accennato, dedicata ai ragazzi dal pelo rosso: “Red Hot”. Il figurativo diventa espressivo ed espressione della carnalità e della spontaneità che determina quell’aspetto sensuale ed erotico del giovane immortalato, tanto da farne scaturire ogni visione autonoma quanto genuina, vivace quanto viva, diretta quanto penetrante e incisiva della propria personalità, in un vortice unico e continuo di sensualità, di attrazione erotica, che da tale spettacolo può derivare. Red Hot: quale migliore titolo per un progetto fotografico che ha voluto essere testimonianza di quanto i pregiudizi siano fonte di un comportamento e convincimento irrazionali e infondati; ragazzi seducenti, avvenenti e, soprattutto, erotici quelli ripresi dall’obiettivo di Thomas Knight. Giovani dionisiaci dal volto ammiccante e accattivante si esprimono nella loro fisicità in modo disinvolto e disinibito, quindi seducente, tanto da suggerirci, qui l’autonomia lasciata dall’autore all’immaginazione dello spettatore, scenari intriganti e molto allettanti. Sorrisi, pettorali coperti da una dolce e delicata peluria rubina, ritratti frontali che evocano una nudità attraverso un leggero, quanto raffinato, vedo e non vedo, celando la parte intima e abbandonando l’osservatore alla sua libera e aperta interpretazione e fantasia. In tutto questo Red Hot vuole assicurare, attraverso un uso magistrale e consapevole dell’obiettivo fotografico e una sapienza attenta e precisa nel tratteggiare e nel disegnare, attraverso la calibratura delle luci e un gioco cromatico intenso e molto vivo, il corpo, molti sono i mezzi busti frontali, del soggetto immortalato che si presenta nella sua centralità, nella sua essenza originale, schietta e sciolta. La prima mostra, quindi esposizione della serie tanto attesa, soprattutto dal mondo gay, dove, si sa, la rarità, si parla di futura estinzione del gene che determina il pelo rosso, dei soggetti fotografati, può destare molta attenzione, è avvenuta a Londra, presso “The gallery”, lo scorso dicembre per, poi, espatriarla oltreoceano a New York, in esposizione dal 3 settembre 2014. Il progetto fotografico ha la sua evoluzione in un altrettanto progetto editoriale di

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calendari: il primo nel 2014 ha visto un cospicuo numero di vendite, il secondo in elaborazione per il prossimo anno. In Red Hot si celebra l’apice nella produzione di Thomas Knight attraverso uno studio e un punto di osservazione, elaborazione e sperimentazione estetiche e contenutistiche senza precedenti, mai raggiunti e che attraversano e hanno attraversato il lungo percorso eclettico dell’autore: in questo scenario si assapora quel filo narrativo complesso che vede una certa eredità da parte di diversi riferimenti, a cui Knight si ispira, e si è sempre ispirato nella letteratura artistica contemporanea. Si evidenzia quell’elemento sensuale, provocatorio ed erotico che si apprende dal ritrattismo di figure maschili sincere e vivaci, tale da farci vibrare di emozione e di curiosità nella contemplazione e nell’osservazione dei lavori stessi, e che ci riconduce alla mente alla produzione dinamica quanto cinetica di un Guy Bourdin, contornato dalla sua capacità di partire dal dato reale per accedere a un mondo surreale, spesso iperreale. Non mancano riferimenti nell’arte di Knight a Pierre & Gilles per l’esuberanza delle immagini composte da colori fortemente incisivi e risaltanti, tali da dare quell’espressione variegata e complessa dei soggetti ripresi, tra una nota di nostalgia, di felicità, di speranza, di spensieratezza, di gioia, di vigore e, infine, di riflessione. Thomas nasce come fotografo di moda: in questo si inserisce molto la sua ricerca scenografica, delle location e delle ambientazioni che, spesso, fanno da eco all’impatto visivo ed estetico della figura rappresentata. Il vestito non è altro che orpello, significante centrale della rappresentazione scenica, a volte al limite con il kitsch, l’eccessivo, la barocca ridondanza, creando scene e situazioni curiose, tra il neopopartistico e l’utilizzo elevato di una post produzione fatta di rielaborazione, di rimodulazione cromatica dell’opera, approdando, quasi, verso risvolti pittorici. Se il vestito risulta essere centrale nella produzione di Thomas Knight, sia dal punto di vista estetico, sia compositivo, attraverso lo splendore e la portata strabiliante e ornamentale dell’indumento, così non risulta per il progetto Red Hot, dove i ragazzi rossicci si presentano nella loro nudità, senza vestiti alcuni: loro diventano, così, anche nella fase compositiva, centrali nell’elaborazione dell’opera, anche nella loro collocazione all’interno della fotografia, disinvolti e totalmente disponibili, leggeri e non sovrastrutturati, semplici e coinvolgenti attraverso un fascino genuino che irrompe da questa visione, qui la capacità dell’autore di saper cogliere l’attimo, quel momento distintivo e unico, prevedendolo, di certo catturandolo nella sua portata naturale ed esplosiva. Red Hot diventa anche un progetto che corre non solo sulle pagine di riviste, webzine, fanzine, canali televisivi e radiofonici, ma anche, e soprattutto, attraverso i network, #REDHOT l’ashtag di Twitter, su cui

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si sono presentati negli ultimi mesi un numero elevato di ragazzi dal pelo scarlatto, scrivendo post, confrontandosi e rendendosi disponibili per posare, per poter esprimere la propria personalità, il proprio carattere con naturalezza e schiettezza e, infine, per poter esibire senza malizia e senza finzione la propria libera fisicità sulle pagine del prossimo calendario 2015, ormai in via di definizione. Il progetto è stato lanciato il 3 settembre durante l’esposizione newyorchese della serie Red Hot di Thomas Knight presso la galleria Bosi. Il progetto artistico si è esteso anche attraverso un table book in cui si contano ben 100 soggetti dalla chioma, e non solo, color ruggine, dal nome ““The 100 sexiest RED HOT guys in the world”, aprendo così e inaugurando lo shooting per scegliere quei soggetti che accompagneranno, e lieteranno, i giorni, le settimane e i mesi del prossimo anno. Un giudizio personale non può che considerare il pelo rosso una rarità molto preziosa e, quindi, attraente a livello visivo: il progetto vedrà, così come fatto nel 2014, le sue entrate devolute a un impegno contro il bullismo nelle scuole, promosso dall’Anti-Bullying Alliance, di cui, in Inghilterra, molti ragazzi rossicci sono vittime, alcuni di quelli esposti da Knight sono omosessuali: doppio impegno, quindi, e doppio significato contro l’emarginazione e l’esclusione. Red Hot vuole aprire, così, una nuova pagina sociale e culturale, rendendo visibile la bellezza perché autenticità visiva di soggetti dal pelo rosso, mai valorizzati, a differenza delle coetanee e analoghe modelle, neppure dal mondo dello spettacolo, della pubblicità, della moda, del cinema e della televisione. Le citazioni a fianco di ogni fotografia esposta rendono ancora più incisivo l’impatto visivo, che già da solo il ritratto del ragazzo nella sua naturalezza su campo azzurro, esprime: una frase utile a infrangere, questo ha voluto e vuole Thomas Knight, il muro del pregiudizio nei confronti di questi bellissimi soggetti dal capello ramato, che sono diventati la vera ossessione, forse anche per il fascino che suscita in molti di noi l’esuberante e simpatico Principe Harry, qui la poetica che genera l’espressione lirica di un vero artista, dell’autore e, direi, anche nostra, attraverso un progetto dal cui nome si può intendere perfettamente la sua portata, che non è solo estàsi contemplativa di statuarie e apollinee forme e figure, ma anche civile contro ogni forma di discriminazione. Alessandro Rizzo

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LES COPAINS

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



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the Birth PhotoS By mAnz-Ù StyliNG By lUCA BoioCChi due sorelle extraterrestri inseparabili, due eroine partite da un pianeta misterioso approdano sulla terra. qui assumono la forma di due modelle il cui segno distintivo è un casco dal quale non si possono mai separare. il loro nome è double X: XX come il genoma femminile, XX perché la loro identità è e rimarrà per sempre segreta, XX perché il loro pianeta è un pianeta X. amano la bellezza in tutte le sue forme, l’eleganza ed il lusso; la loro missione è quella di proteggere e salvaguardare l’alta moda nel mondo… inoltre daranno luogo ad iniziative benefiche e partiranno anche per missioni a scopo umanitario. le double X sono arrivate, è nata una nuova epoca, la loro vita è di dominio pubblico, la loro identità è segreta, la moda è la loro vita e l’effetto sorpresa la loro natura. Sono inarrestabili ed hanno un potere magnetico su chi le incontra, non si può non guardarle, non seguirle o ignorarle. questa è una nuova era, l’era delle double X. www.doublexworld.com








Photos by Manz-ù Styling by Luca Boiocchi Location: Parco Scherrer - Morcoté


hi-teCh

Il mondo a portata di polso

Apple Watch: il dispositivo che (forse) cambierà il modo di comunicare, interagire ed “essere”

a

nostra personalità e simultaneamente è vincolato a sposarsi con i nostri diversi outfits in quanto rimane sempre in vista… saldo, si spera, al nostro polso. Per questi motivi sono state create tre distinte collezioni: apple watch, con cassa in acciaio inossidabile lucido o nero siderale e una gamma di cinturini; apple watch Sport, con cassa in alluminio anodizzato grigio siderale o argento e cinturino sport; e apple watch edition, con cassa in oro rosa o giallo 18 carati e una gamma di cinturini in esclusiva per questa collezione Vogliamo parlare poi dei quadranti? disponibili in 11 diverse opzioni: si passa dai design tradizionali a quelli più innovativi come il dinamico timelapse; il quadrante astronomia ha un modello 3d interattivo in tempo reale di terra, sole, luna e pianeti, mentre il quadrante solare è una moderna meridiana. oltre all’aspetto è possibile personalizzare anche le funzioni: ad esempio si possono aggiungere informazioni sugli eventi futuri, le fasi lunari o il livello di attività dell’utente, per un totale di milioni e milioni di configurazioni possibili. apple watch dà all’utente una serie di informazioni utili, precise e puntuali.

pple watch si affaccia sul mercato trascinando con sé curiosità, aspettative e tecnologie rivoluzionarie. Ciò che salta immediatamente all’occhio è un’interfaccia utente all’avanguardia e uno splendido design che rende omaggio all’antica tradizione dell’orologeria di precisione. apple watch ha una speciale Corona digitale, appositamente progettata e realizzata per offrire agli utenti un modo innovativo per scorrere, zoomare e navigare. inoltre è un dispositivo di input rivoluzionario per scorrere, zoomare e navigare in modo intuitivo e fluido, senza coprire il quadrante con il dito. il display è dotato della tecnologia Force touch, che riconosce la differenza fra un tap e una pressione vera e propria: così è ancora più facile e veloce accedere ai controlli direttamente delle app. apple watch introduce inoltre il taptic engine e ha un altoparlante integrato: insieme, rendono possibile una serie di nuovi avvisi e notifiche, per un feedback sia vocale che tattile. la personalizzazione è un aspetto che i creatori non hanno assolutamente sottovalutato, del resto a differenza dei classici iphone che una volta utilizzato s’infila in tasca o in borsa, l’apple watch diventa a tutti gli effetti un accessorio che deve rispecchiare la

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hi-teCh

durante le sessioni di training. apple watch usa l’accelerometro, un sensore integrato che rileva il battito cardiaco e le tecnologie GPS e wi-Fi dell’iPhone per fornire un quadro generale completo delle attività svolte durante il giorno. l’app attività misura tre aspetti del movimento: le calorie bruciate, i minuti di attività più intensa e la frequenza con cui l’utente si è alzato in piedi. l’app allenamento consente di impostare gli obiettivi di ogni allenamento e il ritmo delle sessioni per le attività più comuni, come la corsa e la bici. l’app fitness sull’iPhone raccoglie tutti i dati sulle attività svolte, così l’utente può esaminare nel dettaglio la cronologia dei suoi allenamenti. apple watch usa questa cronologia per suggerire obiettivi realistici e personali, festeggiare i traguardi e dare incoraggiamenti. Forse è troppo per un “semplice” orologio…del resto lo pensavamo anche per i primi cellulari che avevano la fotocamera, la videocamera, la sveglia…

Grazie a Smart replies e dettatura è possibile rispondere velocemente ai messaggi, mentre con handoff si può iniziare a scrivere un messaggio su apple watch e continuare sull’iPhone. Sfiorando dal basso verso l’alto appare al volo, che mostra a colpo d’occhio le informazioni più importanti, come la posizione attuale, i risultati sportivi o l’orario della prossima riunione. Premendo il tasto laterale appare invece amici, dove è possibile vedere tutte le persone con cui si è in contatto, per chiamarle o mandare un messaggio in modo facile e veloce. Con digital touch è possibile inviare un disegno, un tocco leggero, un messaggio audio con walkie talkie e persino il battito del cuore. Con apple watch l’utente può interagire in maniera rapida e intuitiva con il mondo che lo circonda: per esempio potrà pagare un caffè con apple Pay, imbarcarsi su un aereo con Passbook, controllare l’apple tV o consultare le indicazioni stradali. apple watch include inoltre la nuova, rivoluzionaria app attività, sviluppata per aiutare gli utenti a trovare la giusta motivazione per essere più attivi durante la giornata e l’innovativa app allenamento, progettata per mostrare tutti i parametri più importanti

C.U.

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speciale

MSGM

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



speciale



SpecIAle



SpecIAle



SpecIAle



speciale



Night Mistake photos by Paolo Puopolo STYLING by Alessia Erre
















Photos by Paolo Puopolo Styling by Alessia Erre @MagmaStudioManagement Make up artist: Amira Art director: Francesca Colombo - www.francescacolombo.it Actress and model: Francesca Colombo Male model: Francesco Relli Woman: Clothings Idea Donna Shoes Primadonna Jewerly RussOro Man: Clothings Movemai Shoes Oxs


SPORT

Search & destroy

(Negazione/affermazione/azione)

A

l di là dell’auspicare l’assenza di malattia, il nostro è un periodo della trasformazione dell’uomo in cui il corpo non serve, o serve a pochissimo. Attraverso il corpo, rifletteteci un attimo, il nostro agire sulla e nella realtà è, ora come ora, minimo. Il motivo per cui stiamo attendendo così a lungo prima di darvi informazioni specifiche sui percome raggiungere elevati livelli di iperfunzionalità (‘iper’ nel contesto in cui agiamo) è perché auspichiamo la crescita nella vostra consapevolezza di una forte motivazione a raggiungere certi risultati. Levatevi dalla testa l’idea che lo sport o che comunque una pratica sportiva strenua siano condizioni necessarie per una vita sana e lunga. Le persone più longeve sono tutte persone che poco hanno faticato e hanno mangiato sempre con molta moderazione. La restrizione calorica è il vero elisir di lunga vita, non il riuscire a fare una maratona, autentico suicidio metabolico/distruggi sistema immunitario. Tuttavia muovervi nel mondo allenandovi ovvero costringendo il corpo ad adattarsi a nuovi obiettivi

può migliorare il vostro umore, darvi più energia (il miglioramento del tono dell’umore si esprime anche attraverso la percezione di una maggiore disponibilità di risorse); insomma esistono dei motivi per cui scegliere di allenarsi anche duramente, può essere una scelta dettata dalla razionalità e non da qualche forma di disturbo dell’immagine corporea. La comunicazione efficace è quella propositiva, ma noi crediamo fermamente nelle regole perché ogni tanto comportano delle eccezioni (anche nel senso di astenersi dall’eccesso della regola) per cui vi diremo, contravvenendo a questa regola del comunicare, alcune cose da non fare. Non eliminate i carboidrati dalla dieta. Non eliminate completamente nessun cibo dalla dieta di punto in bianco a meno che non siate palesemente intolleranti a quel cibo.

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SPORT

Non esistono farmaci efficaci per dimagrire che non siano dannosi, a volte dannosissimi. Lasciate perdere. Lasciate perdere gli integratori multivitaminici, proteici e i sostitutivi del pasto se non come ultima ratio se l’alternativa è il digiuno. Fate una colazione che sia un pasto, una merenda a metà mattinata, un pranzo, una merenda e una cena. I pasti non vanno saltati, al limite ne vanno aggiunti altri diminuendo, cioè dividendo ulteriormente, le porzioni. Se il medico dice che potete farlo, cioè se siete relativamente sani, scendete in strada con un cronometro e fate venti secondo di sprint alternati a 2 minuti di corsa molto lenta per 3 volte la prima settimana quattro volte la seconda e la terza. Poi, dopo esservi riposati quel tanto che il vostro battito cardiaco sia tornato alla normalità fate 10 flessioni sulle braccia per otto serie riposandovi tra una serie e l’altra il tempo necessario per non iniziare la serie successiva con il fiatone. Fatelo tre volte a settimana. Investite qualche minuto della vostra giornata a riflettere sul perché avete deciso di affrontare questo sacrificio.

Ciò rafforzerà la vostra motivazione; in qualche caso la creerà dal nulla. Se siete dei fumatori accendetevi una bella sigaretta; fatelo con gesti teatrali, ampi; fumatevela e godetevela, poi, un attimo prima che sia finita, gettatela dietro le vostre spalle; calpestatela con violenza. È stata la vostra ultima sigaretta. Niente se, niente ma. Trovate del tempo per cercarvi un’altra nevrosi, la vita me offre a decine. Questo è solo l’inizio. Dormite preoccupati! Andrea Romagnoli

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Avant-Garรงonne photos by Maria Cristina Franco STYLING BY Exia Sahli


Giaccone Boyarovskaya


Camicia Isabella Giovannini


Giaccone: Boyarovskaya


top Boyaroskaya pantaloni Isabella Giovannini Scarpe Jeffrey Campbell


Camicia Isabella Giovannini Gonna Boyarovskaya



Top Boyarovskaya


Giacca Boyarovskaya Pantoloni: Byblos Scarpe Guess


Abito Valeria Ometsynska


top Boyaroskaya pantaloni Isabella Giovannini


Giacca Isabella Giovannini pantaloni Byblos



Giacca Boyarovskaya


Camicia e Gonna Isabella Giovannini


Mantella Isabella Giovannini Photos by Maria Cristina Franco Styling by Exia Sahli Mua: Marie Tritsch Hair: Mianda Kitenge Set designer: Giuseppe Longobucco Model: Tracy Kitenge Location: Atelier Daniel Adric, Paris


In the Bleak Midwinter photos by Robin Galiegue STYLING by Charlotte Gindreau


Coat in blue virgin whool VIVIENNE WESTWOOD MAN Shirts in white cotton LUCAS DELLI Sweat in black cotton NICOMEDE TALAVERA Pants in black silk GENESIS


Cap in khaki virgin whool VIVIENNE WESTWOOD MAN Shirt jacket in grey denim CHRISTOPHE LEMAIRE Pants in black cotton and viscose CHRISTOPHE LEMAIRE


Total look NICOMEDE TALAVERA


Kaftan in grey marl & knit tweed CHRISTOPHE LEMAIRE Shirts in white cotton LUCAS DELLI Sweat in black cotton and Pants VIVIENNE WESTWOOD MAN


Perfecto in black leatherette VIVIENNE WESTWOOD MAN Skirts in white cotton LUCAS DELLI T-shirt in white cotton KENZO Sweat in black cotton NICOMEDE TALAVERA Pants in black denim VIVIENNE WESTWOOD Shoes in black leather VINTAGE


Cap in khaki virgin whool VIVIENNE WESTWOOD MAN Coat in blue whool VINTAGE Pull in black whool VIVIENNE WESTWOOD MAN Shirt in white and purple cotton VIVIENNE WESTWOOD MAN


Hat in blue whool VIVIENNE WESTWOOD MAN Suit in blue tartan CHRISTIAN LACROIX Shirt in beige silk GENESIs Photos by Robin Galiegue Styling by Charlotte Gindreau MUA/Hair: SalomĂŠ Roubine Model: Juanito @Mademoiselle Agency Paris


speciale

NAILS&BEAUTY

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



SpecIAle



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Red Rebel photos by Susi Belianska Grooming by Alessandra MacrĂŹ

Sunglasses Tom Rebl


Gilet, trouser and jacket Carlo Pignatelli Shoes Tom Rebl Hat Zena


Gilet Tom Rebl Shirt Eton Necklace Tom Rebl


t-shirt Gaetano Navarra jacket Patrizia Pepe pochette Eton shorts Tom Rebl trousers Belstaff shoes Alberto Moretti


Pullover Massimo Rebecchi Coat, gloves and sunglasses Tom Rebl Bracelets Stroili Oro



Coat Belstaff t-shirt Tom Rebl socks Gallo shoes Alberto Moretti


Shorts Gaetano Navarra Belt Orciani Trousers Belstaff Gloves and shoes Tom RebL Photos by Susi Belianska Styling by Alessandra MacrĂŹ Hair: Nico Doniele Grooming: Valeria Orlando Model: Ivan @ Fashion


PEOPLE

Dalla moda alla scrittura:

Christiano Ceratola

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PEOPLE

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PEOPLE

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PEOPLE

“ Del lavoro di modello mi sono rimasti i viaggi,

uno sconsiderato numero di fotografie e una malinconia che ho sempre visto negli occhi di tutti gli/le ex modelli/e. La scrittura? Tutta un’altra storia

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PEOPLE

H

a letteralmente girato il mondo: del resto quando si è figli due hippies degli anni settanta le parole viaggi, roulotte, Europa… diventano i sinonimi di casa. Lui è Christiano Ceratola, ex modello protagonista, tra l’altro, anche di un editoriale uscito sulle pagine di Lui Magazine. Lo rincontriamo a distanza di tempo dopo esserci piacevolmente imbattuti nel suo ultimo romanzo “Il custode di Izu”. Chiacchierando con lui scopriamo che è anche l’autore di altri due libri. Il primo, O2 - Ossigeno, parla di un senzatetto, di bell’ aspetto, che vive di sotterfugi nell’attesa di scoprire il suo ruolo in questo mondo. “Uova sbattute”, il secondo, è invece una raccolta di diciassette racconti accomunati dalla presenza dell’uovo (l’uovo declinato nell’arte, nella filosofia nella poesia…). Ma torniamo alla sua ultima opera letteraria, strutturata sotto forma di un racconto lungo, ambientata in Giappone. La storia, raccontata in prima persona, è una veloce sovrapposizione di flash-back che riguardano la vita di un custode della baia di Izu oramai sul letto di morte. Il protagonista s’interroga sul come e se la sua vita fosse potuta mutare e migliorare, se avesse colto i segni che il destino gli aveva inviato nel corso della sua esistenza. Ovviamente tutto ciò vuole essere una metafora per tutti noi: il fato ci invia continuamente dei segnali, sta a noi coglierli o ignorarli, prima che sia troppo tardi. Tra finzione e realtà, il pubblico e il privato si mescolano tra loro e dopo essere rimasti affascinati dalle storie dei suoi libri Christiano ci racconta anche qualcosa di sé: “Mi sono sempre ritenuto un privilegiato a scoprire posti e gente nuova. È per questo che forse, inconsciamente, ho sempre scelto lavori che mi permettessero, come dico io, di uscire dal condominio. Da quella moltitudine d’incontri ho attinto il materiale per plasmare i caratteri e le peculiarità dei protagonisti dei miei libri. Quando comincio a scrivere mi concentro particolarmente sulla purezza di alcuni personaggi e, allo stesso tempo, la cattiveria di altri: mi piace che il lettore si possa riconoscere, talvolta con vergogna in loro”. Prima di chiudere il pezzo risentiamo Christiano, lo raggiungiamo telefonicamente, è a New York... sta facendo scouting per l’agenzia di moda per la quale lavora. Velocemente ci salutiamo e ci diamo appuntamento tra un paio di giorni. Cinquanta ore dopo riceviamo un suo messaggio, è rientrato. Alla fine della mattinata lo chiamiamo: “Sono stravolto… - ci confessa -. Sono appena tornato e già sono al lavoro. Non ho fatto nemmeno in tempo a lasciare le valigie a casa e con armi e bagagli sono in ufficio. Ho urgenza di farmi una doccia… sono due giorni che non mi lavo”. Ci sono novità? - domandiamo - il pezzo in uscita per il numero di ottobre è quasi pronto. “Certo - risponde lui - O2 è già on line in inglese e stiamo cercando un editore americano per potenziare la diffusione. In più - continua - mi sono rimesso a scrivere e spero, entro un po’ di mesi, di pubblicare un nuovo romanzo che parla di un ragazzo di provincia che, grazie al suo talento come musicista, diviene famoso. Anche se alla fine preferirà la vita di ….”. E via, si riparte, pronti per un altro viaggio. C.U.

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PEOPLE

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TENDENZE

Tira fuori il pollice!”: questa era la frase per chi come aveva pochi soldini e tanta voglia di viaggiare. L’autostop era un modo di viaggiare a bassissimo costo, ma a rischio elevato. Oggi esiste “autostop informatico” che, complice la forte crisi, si è sviluppato in modo massiccio come mezzo di trasporto alternativo. D’altronde i numeri parlano chiaro: una community di oltre 8 milioni di iscritti, 3 miliardi di km condivisi, decine di migliaia di destinazioni in tutta Europa e 700.000 passeggeri trasportati ogni mese. BlaBlaCar (questo è il nome) è una piattaforma online che mette in contatto automobilisti con posti liberi a bordo delle proprie auto con persone in cerca di un passaggio che viaggiano verso la stessa destinazione (il cosiddetto “ride sharing”). Nato nel 2006 a Parigi con il nome di “Covoiturage.fr” dall’idea di un gruppo di studenti che avevano sperimentato i viaggi condivisi all’estero, in particolare in Francia e Germania, mentre in Italia parallelamente nel febbraio 2010 debutta con postoinauto.it. Nel febbraio 2011, dopo un anno di attività, i posti in auto condivisi sul sito erano già 30.000; dopo altri dodici mesi, complice anche il caro benzina, i posti condivisi erano saliti a 100.000. Nel marzo 2012, postoinauto.it entra a far parte del network ormai internazionale di Covoiturage.fr, che cambia il suo nome in BlaBlaCar Oggi BlaBlaCar opera tramite siti web e app per iPhone e Android in dieci lingue (tra cui BlaBlaCar.it in italiano) in Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Russia e Ucraina. La piattaforma è gestita da un team di 100 dipendenti distribuiti in sei uffici sparsi per l’Europa. Per garantire la qualità del matching tra i conducenti e passeggeri, il sito mostra le loro preferenze: si può infatti scegliere tra fumatori o non fumatori, animali trasportati in macchina o meno, ecc. Gli utenti specificano, inoltre, il loro grado di “loquacità” scegliendo tra “Bla”, “BlaBla” e “BlaBlaBla”: da qui il nome BlaBlaCar. Alla base del grande successo di BlaBlaCar ci sono il risparmio, 238


TENDENZE

Blabla…perché a noi piace chiacchierare in viaggio! La nostra esperienza in camper

la tutela dell’ambiente e l’opportunità di socializzare durante il viaggio. Con BlaBlaCar il risparmio rispetto al costo di un viaggio solitario in auto, in treno o in aereo raggiunge spesso il 75%, soprattutto per gli spostamenti last minute; ad esempio, un viaggio Milano-Roma costa in media meno di 30 euro. Inoltre, condividendo l’auto si riducono le emissioni di CO2 pro capite, si contribuisce a ridurre il traffico sulle strade e si fanno nuove amicizie. Spinti dalla curiosità abbiamo deciso di viaggiare in quattro destinazioni (sotto leggete un viaggio da Milano a Rimini) e l’esperienza è stata veramente entusiasmante. Ci siamo iscritti gratuitamente al sito Blablacar.it, inserito la città di partenza e la destinazione prescelta e letto i feedback di chi aveva già viaggiato. Così ci siamo sincerati di chi fosse il nostro autista. Non solo abbiamo anche scoperto che esiste il “blablacar rosa“ ovvero auto composte solo da donne. In tempo reale è possibile visualizzare le offerte dei posti in auto inserite dagli altri utenti, e mettersi in contatto diretto con il conducente per definire i dettagli del viaggio. Per offrire un passaggio è sufficiente indicare sul sito ora e luogo di partenza, con le informazioni di contatto utili al passeggero, e indicare la cifra richiesta per contribuire alle spese di viaggio, che mediamente è di circa 5 centesimi di euro al chilometro.

TRATTA Milano - Bari

Treno 92 E

BlaBlaCar 50 E

RisparmIO 42 E

Torino - Milano

30 E

8E

22 E

Roma - Lecce

66 E

30 E

36 E

Roma - Catania

93,50 E

41 E

52,50 E

Milano - Napoli

95 E

40 E

55 E

Milano - Rimini

60 E

20 E

40 E

Abbiamo chiacchierato durante uno dei viaggi, in cui eravamo noi passeggeri chiedendo a Cristiano l’autista perchè utilizza BlaBlaCar. Ci ha risposto che nel 2003 vendette l’auto perché il suo sogno era quello di acquistare un camper. Così anno dopo anno risparmiò andando in bici, sino a sei mesi fa quando acquistò un camper. In breve diventò il mezzo con cui condividere i viaggi e gli spostamenti. Per noi è stato coinvolgente e bello vedere come perfetti sconosciuti riescono a confrontare idee e interessi. Il camper era omologato per sei persone e quindi più grande e comodo di un’auto. Nel viaggio l’unico passeggero femminile la Katia, una ragazza siberiana, che ha da subito catturato non solo con lo sguardo, con la fisicità, ma anche per la sua timidezza. Chi vi scrive era seduto dietro nella dinette insieme altri tre ragazzi con cui ho chiacchierato, bevuto e mangiato come se fossero amici di vecchia data. In effetti il frigo e la dispensa di Cristiano erano pieni di cibo e bevande da sciogliere anche la timida Katia. è stata questione di un attimo e il tagliere con il salame e un bicchiere di vino si sono materializzati. La sintonia tra le persone è stata talmente forte che a distanza di due settimane sono stato contattato da Cristiano per il primo Apericamper itinerante per la città recuperando ogni partecipante da casa propria e godendo la città nelle piazze e luoghi storici. Quando si dice che “blablacar” fa nascere amicizie. Cristiano Fabris

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speciale

STELLA JEAN

BACKSTAGE photos by Andrea Benedetti, Thomas CarlĂ & Umberto Primiceri



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MARMO REAL photos by Simone Lorusso Grooming by Giustina Guerrieri

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Shirt H&M blazer Yves Saint LaurentT Photos by Simone Lorusso Styling by Giustina Guerrieri Grooming: Alessandra Rizzo Model: Dean Stetz @Nologo Model Menagment



liFe

Chinotto: è di nuovo moda

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fine anni Cinquanta e inizi Sessanta la bibita chinotto era tra le più gettonate. la San Pellegrino e la recoaro, acerrime “nemiche” sul campo dei marchi storici delle bevande made in italy, se lo contendevano con successo a suon di réclame. Come ogni moda che si rispetti, anche questa non è rimasta immune alla sterzata verso la novità (novità che spesso fa rima con controtendenza) e dal gusto amarognolo naturale si è passati al sapore dolce e metropolitano delle firme americani. Brutto colpo per il Chinotto… da bevanda “in” del momento ha attraversato il suo periodo“out”, ma, nonostante ciò, ha sempre preservato un suo fedelissimo pubblico di nicchia. l’ennesimo colpo di coda vede protagonista gli anni odierni: il ritorno ai prodotti naturali e la ripresa delle bibite con retrogusto amaro, rimischiano nuovamente le carte in tavola. a dar manforte a questa tendenza c’è senza dubbio la voga per i prodotti salutisti. È forse per questo motivo che il Chinotto lurisia, prodotto in combinazione con le acque Minerali che scorrono sulle alpi e l’aroma del frutto che nasce sulla riviera ligure di ponente (dove, fin dal 1500, si coltivano piante del famoso agrume), sta letteralmente invadendo e conquistando il mercato. il successo è tutto racchiuso nel presidio Slow Food, a tutela del prezioso frutto, che conferisce alla bibita il tipico gusto ambrato capace di sprigionare profumi intensi e succosi. il colore limpido e trasparente dalle intense e vivaci tonalità caramellate dell’ambra afgana, traspare attraverso un packaging dallo stile vintage. Gli agrumi, l’erbe, le spezie e il caramello amaro si fondono tra le bollicine dell’anidride carbonica e rendono questo bouquet di profumi un invitante compagno di stuzzichini. eccellente anche come ingrediente per cocktails, in cui sia basilare una decisa nota esotica. Consumato in purezza invece è un ottimo dissetante. Silvia Trepago

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LET’S RUN photos by LUIGI LISTA STYLING by FRANCESCO TIZZANO

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Jacket Dsquared Trousers stylist’s own Shirt H&M papillon Vintage Band stylist’s own socks carhart shoes nike flyknit 5.0 Photos by Luigi Lista Styling by Francesco Tizzano Make-up: Chiara Lopez Hair-style: Giuseppe Scognamiglio Editing: Sara Dionisi Model: Vincenzo Malinconico


(C) Truc Druyen


LIBRI

Valeria Arnaldi

“Un mondo incantato” Hayao Miyazaki

Edizioni Ultra - pp. 255 - 22,00 - fotografico a colori

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o definiscono il Disney giapponese eppure alla Disney ammettono di aver preso ispirazione da molti dei suoi film. Ha tra i suoi fan Steven Spielberg, Will Smith, Akira Kurosawa, Moebius, Alessandro Baricco e Jovanotti. I suoi personaggi sono diventati icone, entrando a pieno titolo nell’arte contemporanea e con le sue fattezze è stato realizzato addirittura un toy. Il Dio delle anime Hayao Miyazaki è il padre di alcuni dei film e delle serie animate più amate degli ultimi quarant’anni: Heidi, Il mio vicino Totoro, Lupin, La città incantata, Anna dai capelli rossi e Il castello errante di Howl, sono solo alcuni dei cartoni animati che resteranno nel cuore e nella storia di tutti noi. Come ogni artista che si rispetti, non sono mancati i continui scontri con la produzione. Già, perché Miyazaki è sempre stato un passo avanti e ha cercato in ogni modo di riportare la realtà attraverso le sue storie e i suoi personaggi, anche a costo di essere tremendamente reale. Realtà che ovviamente spesso si è scontrata con il controllo e la supervisione della censura. Cavalcando l’onda della verità, non è di certo un mistero che le storie con protagonisti gli animali hanno da sempre affascinato il grande pubblico; il più delle volte procurando anche una massiccia importazione dell’animale protagonista in questione.

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LIBRI

(C) Kenny Random

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LIBRI

(C) Martin Hsu

Prima del pesciolino Nemo e dei cuccioli di dalmata, il procione Rascal, figura di spicco di una serie animata diretta da Miyazaki, alimenta la moda nei giapponesi di possedere il famoso mammifero come animale domestico. Il boom di acquisti, la loro caratteristica nel proliferare velocemente e l’assenza di predatori, mette in ginocchio quasi l’ecosistema giapponese e diventa motivo di un vero e proprio problema che alimenta un dibattito che si protrae per anni. Il genere femminile ricopre da sempre un ruolo di spicco nei suoi film d’animazione. La grinta e il carattere delle sue eroine spostano l’attenzione verso il mondo femminile in modo piuttosto netto e solleva non poche questioni. Per i produttori il mondo non è pronto alla donna in primo piano. Ma Nausicaa della Valle del Vento ha la meglio e diventa un successo.

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LIBRI

(C) Sashiiko-Anti

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LIBRI

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LIBRI

(C) Andrew Michael Golden

La “fedeltà” al racconto come primo requisito di lavorazione fa sì che anime e manga non siano troppo diversi. Ciò che Miyazaki cerca è l’esaltazione del fantastico nelle sue estreme visioni: ciò significa non dimenticare la realtà ma proporne una concretamente alternativa che si avvalga ad altri cicli e ritmi. Per farlo l’illustratore ribalta completamente il suo punto di vista da uomo e comincia a ragionare come un bambino. Si apre un mondo. Anche perché i più piccoli non hanno la barriera mentale di approvare solo ciò che è credibile, ma sono predisposti a cercare l’incredibile e ad affidarsi allo straordinario che si riesce ad inventare per loro. Lo scorso mese è uscito nelle sale il film Si alza il Vento con cui il maestro giapponese ha deciso di dare l’addio al grande schermo. Nel libro, gli omaggi artistici di Andrew Michael Golden (visual effect per Nickelodeon), Peter Gullerud (disegnatore Disney), Truc Duyen, (illustratrice vietnamita), Sandra Inchaurraga (illustratrice Vogue), Kenny Random (street artist), Sashiiko-Anti, (stilista) e tante curiosità sulle serie animate e sulla vita dell’illustratore. C.U.

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(C) Sandra Inchaurraga


Unforgettable photos by Veronica Duszynski MODEL Simona Iacolare








Abiti e accessori vintage Photos by Veronica Duszynski Model: Simona Iacolare


TEATRO

Scelti per voi...

In questa rubrica vengono segnalati alcuni spettacoli che possono interessare i lettori appassionati di prosa, musica, opera e balletto

Prosa

alla quale gli ammiratori avevano staccato i cavalli, il compositore dovette ancora affacciarsi al balcone della sua camera e Francesco Tamagno, il primo Otello, dovette ricantare l’“Esultate!”. Dalla prima di Aida erano passati sedici anni, in mezzo c’erano state le nuove versioni di Simon Boccanegra e Don Carlos. L’ambiente musicale e culturale italiano era mutato: c’era la Scapigliatura, c’era il grande influsso a distanza del teatro wagneriano che molti critici polemicamente contrapponevano al teatro verdiano, considerato superato. Il settantatreenne compositore rispose con un’opera che tutti riconobbero come modernissima, senza però comprendere (come ci è dato fare oggi) che essa non rappresentava affatto l’abbandono dal percorso creativo precedente, ma semplicemente il suo maturo e naturale coronamento. www.teatroregio.torino.it

Cyrano de Bergerac, il nobile poeta spadaccino dal naso pronunciato, nato dalla penna di Edmond Rostand è un classico del teatro di prosa portato recentemente sulla scena da Alessandro Prezioni e sullo schermo da Gerard Depardieu. Dopo il debutto al Festival di Borgio Verezzi arriva ad ottobre al teatro Carcano di Milano per proseguire la tournée al Teatro Della Corte di Genova un nuovo allestimento ad opera del Teatro degli Incamminati - Compagnia Gank. con Antonio Zavatteri nel ruolo del protagonista e la regia di Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga. Cyrano de Bergerac è la storia di un uomo che ama una cosa sopra tutte le altre, la libertà. In un mondo in cui o si è potenti o ci si lega a dei potenti, Cyrano si rifiuta di legarsi a qualcuno, vuole essere libero, non vuole padroni. La forza dirompente di un uomo che non si vuole piegare a nessuno e continuamente lotta e scalcia per affermare la propria indipendenza ed unicità rende il capolavoro di Rostand una commedia realmente universale. L’amore di Cyrano per la cugina Rossana è il motore di tutta la vicenda, sullo sfondo di una società perbenista ma corrotta fino al midollo, un mondo dove il potere fa gli occhi buoni ma ti pugnala alle spalle, dove i politici si atteggiano a irreprensibili censori ma nel privato si abbandonano a ogni vizio. La forte opposizione di Cyrano al sistema di potere ed apparenza in cui vive è quanto mai attuale e consente a questo nuovo allestimento di reinventare la realtà in cui si svolge la vicenda estrapolandola dal suo tempo e trovando una chiave per raccontare al pubblico qualcosa che lo riguarda molto da vicino. Cyrano, segnato dall’ossessione per il proprio aspetto fisico, non combatte solo per l’amore di Rossana, ma anche contro la società in cui vive. E, come tutti sanno, Rostand racconta una delle vicende d’amore più commoventi della storia del teatro. Abbiamo a disposizione un testo vibrante, una delicatissima storia d’amore magistralmente disegnata, un attore protagonista che come pochi può incarnare lo spirito anarcoide ed altamente poetico di Cyrano e un cast di altissimo livello, proveniente principalmente dal Teatro Stabile di Genova, che ben sapranno dare vita alla celebre storia. www.teatrocarcano.com - www.teatrostabilegenova.it

Musical

Tante le novità anche nel campo del musical con nuove produzioni tra cui la più originale è sicuramente quella che parte ad ottobre al Teatro della Luna di Milano: La famiglia Addams! è una commedia musicale basata sui personaggi creati da Charles Addams negli anni trenta, che si annuncia come l’evento teatrale dell’anno e avrà un cast d’eccezione: Elio e Geppi Cucciari nei ruoli del dissacrante Gomez e della conturbante Morticia. Approdato con successo a Broadway nel 2009, il musical dedicato all’eccentrica e gotica famiglia americana, protagonista di film, serie tv e strisce a fumetti, famosa in tutto il mondo per il brillante umorismo nero, i travolgenti paradossi e la pungente satira di costume, si avvale dei testi di Marshall Brickman & Rick Elice e delle musiche di Andrew Lippa. La versione italiana, con le musiche originali di Lippa, vanta la regia di Giorgio Gallione, traduzione e adattamento di Stefano Benni, scene di Guido Fiorato, direzione musicale di Cinzia Pennesi, coreografie di Giovanni Di Cicco, luci di Marco Filibeck. Gli abiti di scena sono disegnati dallo stilista Antonio Marras, e realizzati dalla Sartoria del Piccolo Teatro di Milano - Teatro D’Europa. Per l’immagine ufficiale del tour è utilizzato il disegno a fumetto originale disegnato da Charles Addams. Un divertimento assicurato per grandi e piccini. www.teatrodellaluna.com

Opera

Danza

Otello è uno dei capolavori musicali di Giuseppe Verdi di più rara esecuzione data la difficile vocalità richiesta al protagonista, un ruolo nel quale hanno brillato alcuni tra i più grandi tenori del passato e del presente, da Mario Del Monaco a Placido Domingo. Gli appassionati non possono quindi lasciarsi sfuggire l’occasione offerta nel mese di ottobre dal Teatro Regio di Torino per ascoltare nelle vesti del moro di Venezia il bravo Gregory Kunde, artista di poliedrico talento, passato con successo di critica e di pubblico dal belcanto rossiniano al repertorio più drammatico. Dopo il successo ottenuto a Genova e Venezia arriva al Regio per l’apertura della stagione in un nuovo allestimento diretto da Walter Sutcliffe con la direzione musicale di Gianandrea Noseda. Al suo fianco il baritono Ambrogio Maestri e la soprano Erika Grimaldi. La genesi dell’opera ha una storia avventurosa come la sua trama. Nel dicembre 1879 Verdi, sessantaseienne, riceve nella sua villa di Sant’Agata il libretto che Arrigo Boito aveva tratto dall’Otello di Shakespeare. Nel 1880 il compositore chiede al pittore Domenico Merelli di dipingere alcuni soggetti dell’opera, ma solo nel 1884 comincia a comporla; sarà terminata il 18 dicembre 1886. La prima si svolse il 5 febbraio 1887 al Teatro alla Scala, dirigeva Franco Faccio. Un trionfo: 19 chiamate, Verdi venne riaccompagnato all’Hotel Milan in una carrozza

Arriva a Milano al Teatro Nuovo il divertentissimo spettacolo de “Les Ballets Trockadero de Montecarlo”, il celebre corpo di ballo interamente “en travesti”. Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza, Les Ballets Trockadero de Montecarlo presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway, ma ben presto i TROCKS, come vengono affettuosamente chiamati, riescono a conquistare il consenso del grande pubblico e della critica, affermandosi in tutto il mondo come un nuovo fenomeno della danza. La Compagnia è formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico tradizionale. L’aspetto comico nei loro spettacoli viene raggiunto esagerando le manie, gli incidenti ed esasperando le caratteristiche tipiche della danza rigorosa. Vedere degli uomini danzare in tutti i ruoli possibili - con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano sulle punte come cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, angosciate donne Vittoriane, ecc. - valorizza lo spirito della danza come forma d’arte, deliziando e divertendo sia il pubblico più esperto che meno preparato. www.teatronuovo.it 288


SPOT LIGHT

Ruben Celiberti: poliedrico artista argentino

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Nel gergo dello spettacolo spot light indica il riflettore da puntare sull’artista per metterlo in evidenza sulla scena. In questo numero di settembre la scelta è caduta su Ruben Celiberti, poliedrico artista argentino che da diversi anni vive in Italia e si esibisce nei suoi principali teatri come musicista, cantante, attore e ballerino.

Chi è Considerato una stella della danza di valore internazionale (nel 1996 gli è stato assegnato il “Critics Award” quale miglior performer sudamericano), Ruben Celiberti ha studiato ballo, pianoforte e canto all’Istituto del Teatro Colón di Buenos Aires, perfezionando poi gli studi a Parigi. Ha fatto parte dal 1984 della Compagnia di Attilio Labis e, dall’anno successivo, del Balletto Nazionale di Marsiglia diretto da Roland Petit. Nel suo repertorio figurano spettacoli firmati da registi e coreografi quali Lindsay Kemp, con cui ha lavorato nel 1989. In Italia, dove si è trasferito da alcuni anni, ha effettuato tournée nei maggiori teatri partecipando anche a musical e festival di danza (in particolare di due danze tipicamente argentine, il tango e la milonga). In particolare ha recitato nel 1992 ne La dama delle Camelie, diretto da Giuseppe Patroni Griffi, e - due anni dopo - in Un americano a Parigi, interpretato assieme a Raffaele Paganini e a Rossana Casale. Nel 2008 ha curato per il Balletto di Milano e per il ballerino Raffaele Paganini la regia dello spettacolo teatrale Amor de tango, articolato su musiche di Astor Piazzolla e Carlos Gardel.

porto d’amore. è l’unica danza dove l’uno ha bisogno dell’altro, dove i passi dell’uno si fondono nei passi dell’altro. Il tango è equilibrio, ma al contempo eccitazione perché solo nel tango i corpi si allacciano e si abbandonano, si abbracciano e si distaccano per poi rincontrarsi. è una danza universale perché esprime amore, fiducia, passione. Da dove nasce questa passione? Ho cominciato ad amare la musica fin da piccino. Un giorno mio padre regalò alla mia sorellina un pianoforte giocattolo e io me lo feci prestare in cambio di un altro giocattolo. Ero come stregato dal potere di quello strumento e in pochi giorni riuscii a suonare ad orecchio la melodia “Tanti auguri”. Il babbo ne fu colpito e comprese il mio talento per la musica. Da allora mi incoraggiò alla carriera artistica, trasmettendomi attraverso l’ascolto al grammofono il gusto per la musica passionale di Buenos Aires: dal leggendario Carlos Gardel fino al grande Astor Piazzolla. Quali sono i suoi impegni futuri? Un nuovo spettacolo al Teatro di Milano dove racconterò in una cornice suggestiva e coinvolgente la storia di una vita per il tango: la mia. Canterò e suonerò al pianoforte le intramontabili melodie argentine e naturalmente danzerò il tango e la milonga insieme ad alcune coppie di bravi ballerini specializzati in queste danze.

Un amore per il tango Da vero argentino, per Ruben il tango è un rap-

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THE MESSAGE photos by SANDRA BOUHRANI STYLING BY CORRADO CILARDI & ANGELA BALBONI


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I LOVE SICILY

Riflessi in uno schermo d’oro 71ª Mostra del Cinema di Venezia

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delle muse. Quella che fonde in una sequenza ripetibile il volto e la mimica dell’attore, la poesia della parola e l’invettiva contro una realtà disumanizzata. Perché il cinema è sogno e denuncia, immagine fuori dal reale e sberleffo contro un mondo che non vogliamo così squallido. E poi utopia che ci fa sentire simile agli dei. Proprio nel 1932 il divismo fa la sua prima clamorosa rivelazione mediatica in Italia. Al Lido sbarcano in carne ed ossa icone note a tutti i cinefili. Greta Garbo, Clark Gable, Loretta Young, Joan Crawford. L’olimpo americano si sposta a Venezia. Per la prima volta il pubblico vede dal vivo gli idoli del grande schermo. Nascono i primi gossip sul loro privato. Si fruga nel lato in ombra del loro splendore. Nel 1934 la grande Katharine Hepburn è premiata per il film “Piccole donne”di George Cukor. Enorme clamore per il barocco film “Capriccio spagnolo” di Josef von Sternberg con Marlene Dietrich. I fotogrammi dell’epoca restituiscono il volto e le pose della diva.

i sono mille motivi per andare a Venezia. Una delle città più belle del mondo, meno omologata di altre, nonostante il turismo di massa. Dopo il Carnevale che mantiene ancora momenti magici, è la Mostra del Cinema l’evento clou. Ogni anno, tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre, attira cineasti, divi, critici e pubblico di una kermesse che segna il tramonto dell’estate. Con i colori sfumati e le trasparenze dell’Adriatico. Con i ricordi decadenti del Lido e dell’Hotel De Bains che il romanzo “Morte a Venezia” di Thomas Mann ci ha impressi per sempre nella memoria. Abbiamo preso un aereo low cost diretto alla mecca del cinema. In primavera Cannes. Ora Venezia direttamente da Catania nei giorni centrali della performance. Quando la Mostra espone le delizie e i deliri dell’arte cinematografica. Ci accoglie una leggera pioggia e un clima quasi autunnale. La città dei dogi ci appare ancora più bella. Affascinante come mai. Andiamo! Sappiamo che il cinema, come pensava Fellini, è la scatola dei sogni. L’ultima spiaggia dell’arte circense espansa su livelli planetari. Il mondo dei clown, degli acrobati e dei domatori di tigri. Costruito virtualmente sullo schermo che ne riflette lo splendore. Non vogliamo perderci un attimo di questo spettacolo.

Gli anni d’oro di Venezia

Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale il cinema scopre la propria capacità di raccontare liberamente, attraverso le immagini, gli orrori della dittatura fascista e la lotta per la liberazione. Rinasce il divismo, in forma nuova. Dopo il cinema dei telefoni bianchi, i divi sfilano come creature umane sul red carpet. Inizia la democratizzazione della Mostra. Ecco Anna Magnani che sfodera un grande sorriso popolare. è il 1947. Premiata per “L’onorevole Angelina”. Poi Gina Lollobrigida, fatta sfilare tra le transenne come un’icona. L’ultimo velo che potesse difenderla dall’onnivora curiosità del pubblico. La gente voleva toccare l’idolo del sogno in celluloide. Sono gli anni Cinquanta, il culmine di un divismo che proprio a Venezia trovò l’apice dello spettacolo. L’esibizione della

Breve storia della Mostra del cinema

Correva l’anno 1932. Dal 6 al 21 agosto decollava la Prima Mostra d’Arte Cinematografica. Un festival nato da una strategia del presidente della Biennale di Venezia, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, segretario dell’Istituto internazionale per il cinema educativo. Sullo sfondo della città lagunare, teatro del Carnevale più prestigioso d’Europa, nasceva la Mostra dell’ultima

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I LOVE SICILY

sornione del divo italiano per eccellenza. Ci è piaciuta la sinergia madre – figlia nel film in concorso “3-Cœurs”, accanto a Charlotte Gainsbourg figlia d’arte di Serge Gainsbourg e di Jane Birkin. Ci sembra di sentire la voce sexy della celebre canzone erotica “Je t’aime…” che li rese famosi. Ma Charlotte a Venezia è solo compartecipe della fiction che racconta la storia di due sorelle innamorate dello stesso uomo. Regista Benoît Jacquot. Ci ha colpito l’immagine di Catherine Deneuve e della figlia che si tengono per mano. Come se avessero bisogno di farsi coraggio nel labirintico e meraviglioso scenario cinematografico.

star ha le stesse caratteristiche dell’adorazione religiosa. Incarna sogni e desideri che affondano nell’inconscio collettivo. Dal 1954 al 1959 i nuovi divi internazionali furono esibiti alla folla come simboli della gloria e della sovrumana potenza immaginifica del cinema. Il pubblicò andò in trance per Marlon Brando, protagonista di “Fronte del porto” (1954), per Gina Lollobrigida nel 1955 all’apice della popolarità. Nel 1958 giunsero al Lido Sophia Loren , premiata con la Coppa Volpi per il film americano “Orchidea nera”, e Brigitte Bardot, interprete della pellicola “La ragazza del peccato”. L’alone scandalistico che accompagnava la diva francese accese l’entusiasmo dei fotografi che alla Mostra di Venezia anticiparono scene diventate poi emblematiche nella “Dolce vita” di Fellini.

Il cinema di poesia

Abbiamo appena visto “Il giovane favoloso” che Mario Martone ha saputo costruire sulla vita e sull’opera del genio di Recanati. Ci emoziona, come poeti educati sui banchi di scuola ad ascoltare la parola del primo maestro moderno delle nostre lettere. Ribelle a un’Italia provinciale e reazionaria. Aperto al moderno mondo dell’inquietudine assetata d’infinito. Ci è piaciuto molto il personaggio di Leopardi (di cui conosciamo vizi e virtù) interpretato da Elio Germano. Ma siamo rimasti sconcertati da alcune interviste fatte all’attore, bravo nell’interpretazione, ma carente e con una preparazione scolastica sul cantore degli idilli. Non ha capito nulla del pessimismo leopardiano. Diciamo a Germano che il poeta non era assolutamente un perdente. Giacomo amava la vita e non si piangeva addosso. Un perdente non avrebbe mai scritto poesia con tanta forza ed energia vitale. Di qui lo sguardo del cinema si estende verso un’altra figura che, a modo proprio, fu controcorrente come Leopardi. E’ Pierpaolo Pasolini a cui Abel Ferrara dedica un film che prende il titolo dal cognome dell’autore di romanzi, poesie, saggi, film ancora oggi discussi. Protagonista, nella parte di Pasolini, Wilhem Dafoe, attesissimo al Lido. Qualche critico ha insistito sulla somiglianza fisionomica tra l’attore e il personaggio. Non ci sembra che un gossip. Il viso di Dafoe è più simile al duro e muscoloso Schwarzenegger che non a quello del poeta - regista di Casarsa. Innovativo, comunque, per il cinema, questo transfert con la poesia.

Il crepuscolo degli dei

Agli anni d’oro era inevitabile seguissero anni d’argento e poi di piombo. I favolosi Sessanta segnarono uno spostamento dall’idolatria del divo al prestigio dell’autore. Significativo il Leone d’oro a Luchino Visconti per “Vaghe stelle dell’Orsa” (1964), dopo il boicottaggio subito dal regista milanese con film memorabili “Senso” (1954) dall’omonimo racconto di Arrigo Boito e “Rocco e i suoi fratelli” (1960), ispirato al romanzo “Ponte della Ghisolfa” di Giovanni Testori. Dopo il ’68 e il conseguente riflusso della contestazione, la mostra di Venezia smette di essere il luogo dell’eccellenza del divismo mondiale. Dopo questo periodo, gli ultimi divi apparsi furono Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni e Monica Vitti. Il Lido su cui erano visibili le prime divine creature si adegua al conformismo dei tempi dominati dall’impero televisivo. Divismo non è più sinonimo di vita eccezionale, votata alla trasgressione da alcova o al sogno di una società liberata dai tabù. Quest’anno siamo stati cronisti mondani della 71ª edizione della Mostra di Venezia. Siamo curiosi di vedere ciò che è rimasto dopo il crollo dell’impero divistico che al Festival di Cannes, della scorsa primavera, esibì due icone mondiali: Grace Kelly interpretata da Nicole Kidman e Sophia Loren in un cortometraggio da “La voce umana” di Cocteau (vedi LUI, giugno 2014). Seguiamo il tableaux della 71ª Mostra del cinema. “La vita oscena” del regista Renato De Maria. Secondo l’agguerrita Anselma Dell’Oglio, è un film Déjà vu. Tratto dall’omonimo romanzo di Aldo Nove, autore di storie pulp fiction alla Tarantino, presenta scene di sesso un po’ scontate, con la droga come additivo. La stessa Anselma Dell’Oglio dice: “E’ un film prolisso che si avvale solo dell’interpretazione di Isabella Ferrari”. Lontanissima dai film vacanzieri, che l’hanno lanciata nel pianeta cinema.

We love Sicily

Siamo amanti della cultura mediterranea. Pensiamo alla Sicilia. Proprio al Lido, il 31 agosto, nella sezione “Orizzonti”, è stato presentato “Belluscone - una storia siciliana”, regia di Franco Maresco. Non l’abbiamo visto a Venezia, lo vedremo sugli schermi nazionali dal 4 settembre. Ci intriga la storia tra Berlusconi e la Sicilia, attraverso il romanzo avventuroso di Ciccio Mira, manager palermitano di cantanti neomelodici, sostenitore del Cavaliere e nostalgico dei “poteri forti”. Una fiction satirica sull’onnipotenza dell’ex - premier e sul suo principale attributo: il successo. Senza questo elemento, anche la mostra Venezia affonda. La stampa mondiale ha scritto fiumi di parole a favore dei film in concorso o fuori. Non ci interessa chi ha vinto o perso il “Leone d’oro”. L’importante è riuscire ad entrare nel cuore delle emozioni, aprendo con un’immagine cinematografica la porta dell’infinito.

Stelle intramontabili

Nel 2014 ci stupisce la presenza di divi e dive che hanno “una lunga storia d’amore” con l’arte cinematografica. Apparsi sul red carpet il 30 agosto 2014, Al Pacino e Catherine Deneuve non hanno nascosto i segni della propria vecchiaia cinematografica. Nel tardo splendore dei suoi 74 anni, Al Pacino è presente con due film. Segno di un potere attoriale che non tramonta. Dice di se stesso che non è arrivato ancora “l’atterraggio del suo aereo”. Nel pieno dei suoi 70 anni è apparsa Catherine Deneuve in abito blu, un po’ pacchiano a dire il vero, che l’ha resa tutta d’un pezzo. In compagnia di Chiara Mastroianni i cui occhi ricordano lo sguardo

di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese

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Thank Mister Hewitt, Madam Virtue & Co, Eduardo Xavier, Aquila, Fortunate Son

ARMANI Eduardo Xavier, MIU ,

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MIU, Comme des Garçons, Gianfranco

Ferré, Energie, Ubermen, Clemente Talarico & Fortunate Son, Paco Matteo Li Calzi, Maurizio Laino, Dave P. Waterman , Pasquale Porciello: Rory P. @ ChadwickModels, Manz-ù, Luca Boiocchi, Alessandro Filippi, Emanuele Fiore, Natalia Barulich, The Westin Palace, Lorenzini,

B v l g a r i,

Dmitry Nevlad, Slava Davydov, Aniya Hrishenko, Natalia Goncharenko, Bogdan Kass, Jean Gritsfeldt, Alexander Len, Andrea Spavone, Alexia Mingarelli, Chiara Tesser, Maria Prinzivalli, Lorenzo Crestani, Paolo Puopolo, Francesca, Colombo, Francesco Relli, Amira, Alessia Erre, Francesca Colombo, Idea Donna, Primadonna, RussOro, Movemai,

Oxs, Vivienne Westwood Man, Alessandro

Rizzo, Marta Petrucci, Silvia Mongelli, Korlan Madi, Carolina Turra, Veronica Bello, Flavia Giulia Tomassi, Francesca Petrangeli, Alessandra Hathor, Pierre Balmain, Chiara BCN, In Vitro, UT Style, Gareth Pugh, Laundry In Wonderland,

Blackblessed,

Apple, Dsquared, H&M, American Apparel,

NIKE, Zara, Luigi Lista, Francesco Tizzano, Chiara Lopez, Carhart, Giuseppe Scognamiglio, Vincenzo Malinconico, Andrea Romagnoli, Valeria Ometsynska, Isabella Giovannini, Boyarovskaya, Byblos,

GUESS, Jeffrey Campbell, Maria Cristina Franco, Tracy Kitenge, Exia Sahli, Marie Tritsch,

Mianda Kitenge, Giuseppe Longobucco, Adric, Paris, Lucas Delli, Nicomede Talavera,

Genesis,


ks to: Christophe Lemaire, Nicomede Talavera, Lucas Delli,

KENZO, Christian Lacroix,

Robin Galiegue, Charlotte Gindreau, Salomé Roubine, Juanito @ Mademoiselle Agency Paris, Carlo

Pignatelli, Tom

Rebl, Hat Zena, Gaetano Navarra, Patrizia Pepe, ETON, Belstaf,

Alberto Moreti, Massimo Rebecchi, Stroili Oro, Galo, Orcian, Susi Belianska, Alessandra Macrì, Nico Doniele, Valeria Orlando, Ivan @ Fashion

Model, Cristiano Ceratola, Manuela Kalì, Ibra-

him Kamara, Cristiano Fabris, Simone Lorusso, Giustina Guerrieri, & Other Stories,

Dior Homme, FRAV, Shirt

Yves Saint Laurent, Alessandra Rizzo, Dean Stetz @ NoLogo Model Me-

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di Camerino, Prada, Hoss Intropia, Vionnet, MARNI,

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Roberto Cavalli Class, Sandra Bouhrani, Corrado Cilardi, Angela Bal-

bon, Imabel De Grazia, Riccardo Lupini, Zuzana Brejcakova, Riccardo Di Salvo, Claudio Marchese,

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