LUI MAGAZINE

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mensile - anno diciassette - numero undici - novembre 2013

ISSN 2039-0262

italia

MODA A modern sir PEOPLE Paco y Manolo FLASH MOB Uniamoci civilmente



editoriale

Quando la coerenza è un optional R

itrattare è sempre stata una peculiarità dell’uomo. Davanti al pericolo, all’interesse, alla morte, alla superbia, e chi più ne ha più ne metta, l’essere umano ha sempre rinnegato le proprie convinzioni, idee e concetti. Scomodando figure di un certo rilievo, Pietro rinnegò tre volte Gesù e per trenta monete d’oro Giuda lo tradì. Le Sacre Scritture sono ricche di questi avvenimenti, ma nel contempo narrano di uomini e donne martiri protagonisti di morti brutali per mano dei loro persecutori. Fede o costanza? Dopo la morte di Priebke abbiamo letto di personaggi e persone appartenenti a un determinato schieramento politico maledire pubblicamente il boia nazista (ma come?) e sentito le parole di don Floriano Abrahamowicz, prete lefebvrian, che ha affermato: “Priebke non era nazista, ma semplicemente un poliziotto che viveva la sua epoca; è una vergogna che non ci sia ancora un vero e proprio studio scientifico sulle camere a gas, queste venivano usate per disinfettare e non per uccidere”. No comment. In entrambi i casi ci domandiamo: dove sta la fedeltà all’ideologia? Inevitabilmente la vicenda dell’ex SS, prima e dopo, ha smosso le coscienze dell’opinione pubblica, ma noi Italiani possiamo permetterci di indignarci così tanto? In Grecia e in Albania che cosa hanno fatto i nostri soldati? E nel corso della storia i vari colonizzatori non si sono di certo risparmiati… Non facciamo di tutta l’erba un fascio, ma non nascondiamoci dietro all’ipocrisia. Attenzione, non vogliamo giustificare niente e nessuno, solo ragionare. Che sia ben chiaro, proviamo ribrezzo per ciò che è successo, ma oggi vogliamo analizzare un altro aspetto. Desideriamo unicamente riflettere e per farlo spostiamo l’attenzione su altri fatti attuali. Lo facciamo parlando dei nostri politici? Vere sanguisughe del Paese che alimentano il teatro della contraddizione e del furto. Tagliatevi i vostri privilegi… stiamo andando a rotoli, stiamo andando a rotoli! La gente è disperata e la disperazione non conduce verso la retta via. Che cosa deve succedere di più? Senatori, deputati, leaders… con quale coraggio vi fate il segno della croce? Coerenza! Uscendo delle dinamiche disastrose della nostra politica, tutti sono a conoscenza delle dichiarazioni fatte da Guido Barilla, presidente dell’omonimo pastificio, che durante il programma radiofonico la “Zanzara” ha detto: “Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri”. Ragazzi, perché infuriarsi tanto? Sarà pur libero questo cristiano di fare gli spots che vuole! I soldi sono i suoi! Nessuno vi punta la pistola e vi dice che dovete per forza acquistare i prodotti del suo marchio. Siamo per la libertà e poi ci perdiamo in un bicchiere d’acqua? Coerenza! È stato bene parlarne, ma la vera indignazione comincia adesso. Rispetto alle parole sono sempre i fatti che fanno la differenza: manifestare il proprio dissenso è semplice, basta non acquistare i suoi prodotti. Signor Guido Barilla, coerenza con il suo pensiero. Il guaio è che non è in linea con i suoi affari ed è semplicemente per questo motivo che il giorno dopo ha cercato di rimediare attraverso delle pubbliche scuse, che di sincero, ci permetta, non hanno nulla. Siamo assolutamente pronti a ricrederci ma, in tal caso, solo a tempo debito e non nel giro di poche ore. Ci congediamo da queste righe con un aforisma/citazione scritto da Umberto Eco: “Non bisogna farsi mai ricattare dalla stupidità altrui”. Salvatore Paglia

N . 1 1 N O V E M B RE 2 0 1 3 cover Photo by Tania Alineri Styling by Valeria Fumi Model Andrea @ Zoe Model Hat Move - Officine del cappello Glasses Lotho Sweater Au Jour Le Jour Shirt Vintage Bow tie Cor Sine Labe Doli Pants Messaggerie Socks Calzedonia Shoes Giosbrun editrice Gemeco sc - via Emile Chanoux, 22/24 10026 Pont Saint Martin (AO) direttore editoriale Calogero Urruso direttore responsabile Luciano Mantelli direttore Salvatore Paglia pubbliche relazioni Jean Paul Bianco biancoagency@gemeco.it iniziative speciali Massimo Giusio pubblicità Tel. +39 329.8622268 info@gemeco.it impaginazione e grafica Michele Alberti redazione Fax 02 91390360 redazionelui@gemeco.it stampa Starcom Printing srl - Nova Milanese (MB) pubblicazione mensile Reg.Trib. di Milano N. 169 - 03/2000 hanno collaborato a questo numero: Antonio Davide Calafato, Alessandro Rizzo, Alexia Mingarelli, Andrea Vittorio Romagnoli, Claudio Marchese, Luigi Iannaccone, Marco Daverio, Riccardo di Salvo, Silvia Trepago, Valeria Fumi Lui Magazine è distribuita gratuitamente (0,10 euro) nei locali e nelle attività gay friendly di tutta Italia e Costa Azzurra Abbonamenti Per abbonarsi a Lui Magazine (11 numeri annui) è sufficiente inviare 50 euro a mezzo bollettino postale sul C/c 26781286 intestato a Gemeco scrl specificando nella causale “abbonamento a Lui” e specificando da quale numero desiderate che l’abbonamento abbia inizio. La rivista verrà recapitata mensilmente a mezzo posta in busta chiusa, sigillata e anonima. Lui Magazine non è responsabile per la qualità, la provenienza o la veridicità delle inserzioni. La direzione di Lui sì riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un’inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa eventualmente da esso sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazioni di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire. I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti e quelli degli inserzionisti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e la pubblicazione degli annunci e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.

il prossimo numero in distribuzione ad inizio dicembre 2013


sommario

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COLLEZIONI “Devozione”: D&G A/I 2013/14

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COVER A modern Sir

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PEOPLE Paco y Manolo

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società Una vita per una vita

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SOCIETà 40

YOUNG DESIGNERS Degradé: Francesca Della Valle

TEATRO 86

MODA 06

FASHION 88

COLLEZIONI 10 PEOPLE 22 4

DIRITTI Uniamoci civilmente

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ALIMENTAZIONE è una cosa semplice

76

TEATRO Novembre: scelti per voi...

86

FASHION Post-Diet Nightmare

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SALUTE L’influenza è alle porte!

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CITY LIFE Gli appuntamenti in città

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ACCESSORI

La “prima” non si scorda mai

L

Costume National presenta la collezione eyewear una volta, la sua capacità di sperimentare senza banalizzare e di stupire attraverso un’attenta innovazione. Molto carina anche la confezione che si presenta sotto forma di scatola in combinazione tra un nero lucido e un nero satinato con la scritta Costume National in rilievo. Gli occhiali, avvolti da una velina rossa, sono badati da un sacchettino di jersey logato. All’interno del packing una salvietta pulisci lenti che di classico non ha proprio nulla: già, perché, rispetto al panno quadrato in dotazione in ogni involucro, questa s’indossa proprio nelle dita. La capsule collection è disponibile nei rivenditori organizzati o sul sito www.jplus.it. La distribuzione avviene presso i cinquanta migliori ottici d’Italia e nei flagship store Costume National, oltre che in alcuni concept stores selezionati.

o stilista Ennio Capata, in collaborazione con il designer Alessandro Martire (co-fondatore del brand Jplus), lancia la prima capsule collection eyewear Costume National by Jplus. Lo stile della collezione s’impone con un animo minimal dalla venatura rock. Gli eleganti contrasti vengono rappresentati attraverso i frontali lavorati opachi in contrapposizione con la lucidezza dell’interno e delle aste. Gli abbagli di luce mettono in risalto le diverse sfumature delle lenti fumo, marrone e verde pilota, mentre gli inserti metallici creano frammenti di bagliori che catturano l’attenzione. I materiali di tutti i modelli rimangono in equilibrio attraverso un combinato acetato/metallo. La cerchia degli accessori firmata dalla famosa Maison si allarga e con questa linea il brand sottolinea, ancora

C.U.

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DegradĂŠ Francesca Della Valle


YOUNG DESIGNERS

Noi e Francesca: la conoscenza Per il secondo talento ci spostiamo a Roma, e più precisamente incontriamo Francesca della Valle all’interno delle mura dell’Accademia di Moda e Costume. Qui, tra aule e corridoi, tutti i giorni nuove generazioni di designers muovono i loro primi passi e cominciano a sognare e a realizzare le loro idee. Oggi come ieri questa scuola ha formato creativi eccellenti e, con lo sguardo rivolto al passato, (si è appena diplomata) la nostra giovane stilista ripercorre insieme a noi gli anni di successi e sacrifici strascorsi nella sede. Perché l’abbiamo scelta Francesca per la sua prima collezione ha dato vita a capi unici, questo perché dietro ad un’importante ricerca c’è anche gran lavoro di artigianalità. Ogni capo, infatti, è tinto interamente a mano e le scelte cromatiche sono il risultato di una lunga sperimentazione sulle combinazioni dei colori. Il percorso di elaborazione e preparazione è stato per Francesca lungo e tortuoso: non per l’idea, che aveva ben chiara in mente, ma soprattutto per la realizzazione del capo finito. Questo perché, come avevamo già detto prima, ogni capo è tinto pezzo per pezzo interamente a mano: trovare la giusta combinazione e un equilibrio ottimale tra i diversi elementi non è stato affatto facile, ma alla fine il tutto ha preso forma con molta semplicità. Il procedimento, che Francesca ha utilizzato per la tintura, si divide principalmente in due fasi: il primo passaggio riguarda il taglio di ogni elemento del capo, (maniche, colletti, tasche, retro…), successivamente Francesca è passata alla singola tintura di ogni unità e solo a fine lavorazione ha potuto dedicarsi all’assemblaggio totale delle parti. I tessuti e i colori si mischiano tra loro creando un piacevole intreccio di sensazioni tattili e visive. Anche gli intrecciati utilizzati sono stati fonte di grandissima ricerca: lana, bouclé, velluto, alpaca, velour e lana spalmata sono solo alcuni dei protagonisti di un’attenta scelta. Già, perché, solo dopo un severo screening fra le aziende tessili Francesca ha individuato in Forza Giovane di Pesaro il giusto partner per il suo progetto. L’impresa ha prodotto filati di lana spalmata oppure tessuti di lana con un processo di agugliatura (ossia intrecciare insieme due tipologie differenti di tessuti per crearne uno unico). Converrete con noi che il lavoro di Francesca è la combinazione perfetta tra unicità e complessità; il suo scopo, come lei stessa ammette, è quello di trasmettere a chi li indossa o li osserva una complessa esperienza sensoriale, dove tatto, olfatto e vista possono essere finalmente sorpresi. Possiamo affermare senza dubbio che è riuscita con successo nel suo intento.


YOUNG DESIGNERS

Il capo traino Tra i tanti capi creati, la designer è particolarmente legata alla giacca in degradé gialla. Questa è completamente tinta a mano, la gradazione di colore parte da un grigio antracite che attenua in un grigio chiaro e nella parte finale della giacca sfuma in un giallo molto acceso. I tessuti che ha utilizzato per questo capo sono la lana spalmata che attraverso la lavorazione in agugliatura si unisce con la lana bouclé. Dettaglio degno d’attenzione è il collo creato delle costine (effetto maglia) impunturando la lana spalmata. Il percorso formativo Come vi avevamo detto in precedenza Francesca della Valle si è diplomata nell’Accademia di Costume e Moda proprio quest’anno, durante il periodo accademico ha sperimentato diverse esperienze concorsuali di genere diverso, tra cui Riccione Moda Italia, venendo selezionata nella categoria accessori e intimo (ha vinto nella categoria intimo-mare). è stata una delle prime alunne all’interno di questa scuola a produrre una collezione uomo e per questo è stata scelta per sfilare in giugno, di questa estate ormai passata, a Londra Graduate Fashion Week 2013 - International Students. Insieme a lei c’erano tutti i migliori studenti delle scuole di moda. Dopo Londra è stata scelta per il White di Milano, dove la sua collezione è stata esposta al pubblico sotto forma di installazione. Ora Francesca lavora nel reparto uomo di Valentino e nel futuro chissà che non dia vita a un brand tutti suo. Alexia Mingarelli

Art direction: Alexia Mingarelli Photography: Danilo Falà Make-up and Hair: Sabina Pinsone Model: Daniele @ Zoe models Post Production: Gino La Bella Photo Assistant: David Dodd Hair: Trotta Wigs



COLLEZIONI

“Devozione” Dolce&Gabbana A/I 2013/2014

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a collezione Dolce&Gabbana Autunno/Inverno 2013/2014 gira tutta attorno al concetto devozione. Le sfaccettature cardini che sfumano attorno al termine sono molteplici: devozione assoluta alla sartorialità, al taglio, al tessuto ai dettagli, ma anche devozione alla famiglia e alla religione. A metà fra passione e amore, testa e croce della stessa medaglia, la collezione coniuga il sentimento al rispetto delle origini e della sua storia. Ecco che l’idea del sacrale sfocia così attraverso le diverse passioni e si esprime prepotentemente per mezzo delle immagini celesti.

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COLLEZIONI

Il velluto e il cachemire, rigorosamente neri, plasmano cappotti e abiti; t-shirts, gilets e ricami vengono messi in risalto attraverso le sfaccettature del grigio, mentre a contrasto il bianco s’impadronisce delle camicie intarsiate, di popeline e di quelle ricamate a tombolo. Il colore si esprime con le stampe a fiori e sbocciano rilassatamente su t-shirts, giacche e cappotti. Le calzature si declinano attraverso il velluto, i ricami a piccolo punto e il vitello nero, ma s’accomunano attraverso lo “stile Sicilia”. La sfilata ha visto, ancora una volta, protagonisti i ragazzi e gli uomini siciliani scelti da Domenico Dolce e Stefano Gabbana: il carattere e la bellezza naturale, che si manifestano nei visi di questi uomini, continuano ad essere la fonte d’ispirazione per il noto duo di stilisti. S.P.

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A MODERN SIR photos by TANIA ALINERI STYLING by VALERIA FUMI


Glasses Lotho Bomber Au Jour Le Jour Shirt Giosbrun Diamond Bow tie Cor Sine Labe Doli Blazer e pants Messaggerie Socks Calzedonia Shoes DAVID MAYER



Hat MOVE - OFFICINE DEL CAPPELLO Glasses Lotho Suit Messaggerie T-shirt Au Jour Le Jour Charms Cor Sine Labe Doli Socks Calzedonia Shoes DAVID MAYER


Hat MOVE - OFFICINE DEL CAPPELLO Coat e printed shirt Messaggerie Shirt GIOSBRUN Bow tie COR SINE LABE DOLI


Glasses Lotho Coat e pants Messaggerie Sweater Au Jour Le Jour Blazer GIOSBRUN Tie VERSACE VINTAGE Socks Calzedonia Shoes DAVID MAYER


Glasses LOTHO Coat Messaggerie Suit e shirt CHIUSSI LAB Tie VERSACE VINTAGE


Hat MOVE - OFFICINE DEL CAPPELLO Glasses LOTHO Shirt CHIUSSI LAB Gilet e blazer Messaggerie Bow tie COR SINE LABE DOLI


Glasses LOTHO Shirt, blazer, pants e pochette GIOSBRUN T-shirt AU JOUR LE JOUR Pendant COR SINE LABE DOLI


Hat MOVE - OFFICINE DEL CAPPELLO Coat e printed shirt Messaggerie Shirt GIOSBRUN Bow tie COR SINE LABE DOLI Belt VINTAGE Pants CHIUSSI LAB Socks CALZEDONIA Shoes David Mayer

Photos by Tania Alineri Photos assistant Daniele Stocchi Styling by Valeria Fumi Make up e Hair Martina Capone Model Andrea @ Zoe Model


PEOPLE

Paco y Manolo

il ritratto pittorico di un sodalizio fotografico

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i sta attendendo, a Milano e in Italia, da diverso tempo l’esposizione di due fotografi che appaiono essere tra i più interessanti sulla scena mondiale: stiamo parlando di Paco y Manolo. I due artisti, www.pacoymanolo. com, vengono dalla Spagna, Barcellona, capitale di ciò che può definirsi la terra della creatività figurativa e, storicamente, architettonica. La patria di Gaudì presenta sempre sfaccettature poliedriche di un mondo intriso di arte visiva e di immaginazione figurativa e rappresentativa. I due artisti molto probabilmente potrebbero essere in uno dei prossimi mesi a Milano: attendiamo solamente sapere quando e dove, ma ci preoccuperemo di averne notizia. I due ragazzi sono, d’altronde, inscindibili nel proprio percorso artistico: un sodalizio che ci regala, attraverso un ricco e partecipato blog e una rivista, Kink, che possiamo definirla fanzine in termini post moderni e che ci coinvolge ogni semestre per il proprio impatto visivo e poetico senza pari, in quanto originale nella sua estetica e nella tecnica. I due autori hanno, insomma, quasi completato il loro giro del mondo, in vetrine e in spazi che hanno avuto la fortuna e il pia-

cere di ospitarli, testimoniando che oggi è ancora possibile fare fotografia senza scadere negli stereotipi e nel patinato finto. Paco y Manolo forse, lo hanno confermato in un’intervista, stanno creando uno stereotipo, una categoria nuova entro cui il loro percorso artistico si è consolidato: carpire l’anima del ritratto, del soggetto, nella propria fisicità naturale, immediata, quotidiana, non filtrata, non finta, quindi fortemente sensuale. I due fotografi spagnoli confermano che i loro soggetti sono stati, all’inizio, i propri amici, uomini e donne, senza distinzione di genere, orientamento sessuale, identità. Con il proseguire degli anni hanno iniziato anche a riprendere ragazzi conosciuti tramite la rete, per strada, casualmente, rendendo ancora più complesso, quindi non privo di coinvolgimento umano, il lavoro di produzione, cogliendone quella naturale carnalità che traspare in situazioni, magari fino a quel momento sconosciute al rappresentato, di certo non conosciute neppure dal proprio partner o intime amicizie. Si dice che nell’arte l’autore proietti le proprie ossessioni: è sostanzialmente reale questa definizione, in riferimento soprattutto al fatto che la propria personalità e il proprio punto di vista gui-

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PEOPLE

Kink, www.kinkediciones.com, è un progetto editoriale che può dirsi antologico; ogni sei mesi esce e trova diversi autori che si interfacciano, si confrontano su stili, tecniche e soggetti differenti. L’ultimo numero, il 19, secondo del 2013, ha visto due autori presentarsi con nostro gaudio agli occhi del pubblico: Benjamin Fredrickson & Francesc Mulet. L’istante in Paco e Manolo diventa quella chiave estetica e compositiva che dona sensualità alla propria opera: un tripudio cosmico di coinvolgimento che ci porta a inquadrare rappresentazioni (il soggetto è in armonia con il contesto in cui si inserisce) che escono da quella “insignificanza” monotona. Il segreto di questo sta nel loro essere “onesti con se stessi”, facendo e realizzando opere che a loro piace proporre, ponendosi con il proprio obiettivo davanti al soggetto, che varia nella sua espressività e nella sua portata, sempre in relazione con chi lo fotografa, creando una sinergia, quasi complicità, e con la situazione e, soprattutto, l’ambiente circostante. Non ci resta che attenderli, presto, a Milano e in Italia.

dano, con saggezza ed equilibrio, la ricerca dell’intimità umana, senza invadere, ma facendo trasparire significati ed emozioni, oseremmo dire intense, di armonia tra l’estetica visiva e la personalità dell’individuo raffigurato. è questa la poetica descrittiva, quasi narrativa, del percorso artistico di Paco y Manolo, che sono insieme e lavorano in sintonia da quasi 23 anni, precursori, in tempi che possiamo dire “non sospetti”, di un nuovo modo, immediato e semplice, umano, di fare ritrattistica: ai loro esordi andava ancora in scena il ritratto di figure in posa, palestrate, muscolose, posteriore al beefcake, in un’accezione statunitense di molta fotografia anni 80. Traspare una certa mascolinità, virilità, nei ritratti dei ragazzi: il gioco calibrato, quasi pittorico, di forte impostazione rinascimentale. Alcuni ricordano le pennellate che descrivevano, senza inscriverle, i profili di personaggi nei quadri di un Caravaggio o di un artista del periodo rinascimentale lombardo, delle luci e delle ombre, che danno quella magia utile a creare lirica e a sondare l’animo umano, comunicando semplicemente emozioni, molte, e sensazioni, fortemente erotiche, provenienti dalla sola visione e contemplazione dell’opera.

Alessandro Rizzo

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FLOS photos by Fabio Bozzetti STYLING by Giulia Brandimarti


Top PSP11



Maxi shirt MSGM



Dress MSGM



Dress MSGM



Top PSP11 Skirt Kenzo



Swimsuits MSGM Pants MSGM Necklace Sveva collection



Top Ann Demeulemeester



Top Ann Demeulemeester Skirt EGGS Shoes PremiatA Photos by Fabio Bozzetti Stylist Giulia Brandimarti Models Tetiana @ IconModels, Elena Bulgac MUA&Hair Maddalena Brando Thanks to Zita Fabiani (www.zitafabiani.it)


società

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Una vita per una vita

orse per la loro natura altruistica o forse perché rendersi utile è una delle ragioni che regala maggiore soddisfazione nella vita. Eppure, quando si sfiora l’argomento donazione d’organi il discorso sembra cambiare. E’ un tema di cui tanto si parla ma di cui poco si dice. Tante le opinioni in merito, spesso informazioni non del tutto corrette e luoghi comuni che accompagnano questa delicata quanto complessa realtà. Fino a qualche anno fa “donare un organo” era un gesto visto con molta diffidenza. Il pensiero di farsi sottrarre un organo, sia per ingenuità che per la poca, e spesso errata informazione a riguardo, rendevano il numero di donatori molto limitato in Italia. Ma negli anni le cose sono nettamente cambiate. Oggi, grazie ai progressi della medicina, spiantare ad una persona morente un organo e impiantarlo a una persona morente consentendole di continuare a vivere non è più una lontana speranza ma una certezza quotidiana. Ma, nonostante ciò, il numero di donatori nel nostro Paese non ha raggiunto ancora livelli ottimali. Raramente se ne parla, eppure in Italia un gran numero di persone è colpito da malattie degenerative a organi vitali, e per molte di esse il trapianto rappresenta l’unica cura possibile. L’importanza della donazione spesso viene sottovalutata. Proviamo a fare due conti: se consideriamo che da un donatore (in perfetto stato) è possibile prelevare un cuore, un fegato, un pancreas, due polmoni, due reni e le cornee, ci rendiamo subito conto che da una singola persona (donatore) sarà possibile aiutare ben otto persone (riceventi). Mica male no? Pensiamo che per molti soggetti affetti da patologie cardiache epatiche o renali, il trapianto sia paragonabile alla vita. Certo per chi è affetto da insufficienza renale esiste oggi la dialisi, ma sottoporsi alla dialisi vuol dire far dipendere la propria vita da un apparecchio. Con il trapianto si riacquisterebbe la libertà da questa dipendenza. Diffondere la cultura della donazione. Questo è l’obiettivo della AIDO

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società

(Associazione Italiana Donatori Organi). A cominciare dalle nuove generazioni, vincendo paure e sfatando luoghi comuni umanamente comprensibili ma scientificamente infondati. Basti ricordare che donare significa regalare una vita agli altri e non privarsi della propria. Ma dopo tutte queste considerazioni, la domanda sorge spontanea: come si diventa donatori? Per la legge italiana possono spontaneamente diventarlo tutti i cittadini maggiorenni. Non vi sono limiti d’età per essere un potenziale donatore. Il consenso di assenso/dissenso (quindi se essere donatore d’organi o meno dopo la propria morte) è possibile effettuarlo rivolgendosi all’Asl del proprio comune. La dichiarazione raccolta verrà registrata ed inviata al SIT (Sistema Informatico Trapianti). E’ importante sapere che la propria dichiarazione di assenso/ dissenso non è permanente. Chiunque è libero di poter cambiare la propria volontà rivolgendosi nuovamente alla propria Asl. Pur rispettando la scelta di chi rifiuta tale atto, che sia per ragioni etiche, culturali o filosofiche, bisognerebbe in ogni caso promuovere campagne culturali al fine di rendere ogni cittadino consapevole di come il donare i propri organi sia certamente il modo migliore di dare un senso non solo alla propria vita ma soprattutto a quella degli altri. Ammettiamolo: essere solidali non è sempre un atto tanto spontaneo. Richiede conoscenza, sensibilità e soprattutto una presa di coscienza che nella donazione d’organi raggiunge davvero significative e forti espressioni. Chiunque di noi potrebbe un giorno trovarsi nel bisogno (e su questa eventualità ognuno dovrebbe riflettere), per questo è fondamentale non lasciare che dubbi, pregiudizi o notizie scorrette impediscano di compiere tale atto di “generosità” umana e sociale. Luigi Iannaccone

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WE GAINED OURSELVES THE WORLD

photos by danilo falà STYLING by francesca petrangeli


Glasses Lotho Bomber Au Jour Le Jour Shirt Giosbrun Diamond Bow tie Cor Sine Labe Doli Blazer e pants Messaggerie Socks Calzedonia Shoes DAVID MAYER Hat New Era Jacket Ecko Limited Edition by Spike Lee T-Shirt Gabriele Pagano



Clock Vintage London Shirt H&M for Brick Lane Bikers



Sunglasses Patzaikin Parka Gabriele Pagano



Cap Adidas Shirt H&M for Brick Lane Bikers Jeans Prps Tokio Japan Boots Nike 6.0


Sunglasses Patzaikin Parka Gabriele Pagano



Shirt H&M for Brick Lane Bikers Chino H&M for Brick Lane Bikers


Photos by Danilo FalĂ Phtographer assistant David Dodd Styling by Francesca Petrangeli Make up Francesca Petrangeli Model Pierpaolo Valle Post-production Gino La Bella Special thanks Luca Dionisi


diritti

“Uniamoci civilmente” “

è il nome del flash mob che ha preso vita il 29 settembre scorso a Milano

Uniamoci civilmente” è il nome del flash mob che, sulle note degli YMCA dei Village People, ha preso vita il 29 settembre scorso a Milano, alle 17 circa in Piazza duomo. All’interno della Galleria Vittorio Emanuele e nella piazza antistante Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, si è svolto un coinvolgente flash mob che ha animato il caldo pomeriggio settembrino. Una coreografia semplice ed impattante, coinvolgente e dinamica per sostenere i diritti delle coppie di fatto, sia omosessuali che etero, che in italia ancora non vengono riconosciute legalmente. “Questa iniziativa vuole essere un modo gioioso ed informale, fuori dalla politica, per manifestare il disagio sempre più palese nel nostro Paese”, era l’intento spiegato dagli organizzatori dell’evento. Approdato con successo alla sua seconda tappa, l’evento itinerante, iniziato il 2 giugno, ha visto la partecipazione di artisti e comici, capeggiati da Eraldo Moretto in arte “la Cesira”. l’iniziativa è stata promossa dall’Agenzia DAeMi (www.daemi.it) e sostenuta tecnicamente da Moviestudio per quanto concerneva foto e riprese video. Oltre un centinaio i partecipanti, numerosi gli artisti presenti e i

fans, oltre che passanti, turisti e occasionali curiosi, che hanno preso parte, ballato e coreografato il flash mob. Oltre alla Cesira, altri artisti hanno voluto essere presenti, come Roberto Carlisi, Matteo Chiacherini in arte “Signorina BuonaSera”, Safira e BibiBabol, per citarne alcuni. in italia l’unione civile, tema del flash mob, non è stata disciplinata positivamente dal legislatore. Molti paesi europei hanno impianti atti a garantire un equilibrio normativo sulle coppie di fatto, invece nel nostro paese resta un vuoto non ancora colmato, un disagio sentito che fa restare indietrp l’Italia nel suo complesso, tante parole ma pochi i fatti. l’evento anche in questa occasione ha suscitato un notevole riscontro di pubblico e di interesse, un riscontro positivo che sicuramente, secondo quanto detto dai promotori, sarà motore per una nuova tappa del flash mob, ancora più colorata e animata, pacifica ed energica. Un evento che, nel panorama degli appuntamenti culturali di Milano, si distingue sicuramente per tipologia ed eterogeneità dei partecipanti. Antonio Davide Calafato

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LIFE

Caccia ai punti... della patente! L

Motociclisti disciplinati, donne più brave degli uomini e…

a patente a punti entra nel suo undicesimo anno di vita e Facile.it, comparatore leader del settore RC auto, ha calcolato che sono circa 2,8 milioni gli italiani che, nell’ultimo quinquennio, si sono visti sottrarre punti dalla patente. Stando ai numeri emersi dall’indagine, compiuta su un campione di oltre 6,5 milioni di preventivi RC auto e moto presentati negli ultimi 12 mesi, se a livello nazionale gli automobilisti incorsi in sanzioni di gravità tale da comportare la perdita di punti sono stati il 6,3% del totale e, per i motociclisti, il 5,4%, molto peggio è andata ai patentati di Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto dove hanno subito sottrazioni di punti, rispettivamente, l’8,6%, 8,3% e 8,1% dei patentati. Numeri decisamente più alti delle regioni meridionali. Solo per citare alcuni esempi, in Puglia hanno visto scendere il proprio saldo punti solo il 3,8% degli automobilisti, in Calabria il 4,15% e in Sicilia il 4,3%. Con l’aumentare dell’età del conducente cresce anche la sua prudenza e se fra i più giovani (18-24 anni) la percentuale di automobilisti che ha perso punti della patente è addirittura del 10,27%, fra chi ha un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni la percentuale è pari al 6,93%, diventa il 5,97% fra i 36 e i 50 anni per diminuire ancora, 5,33%, fra gli over 50. Confermata anche la migliore guida delle donne. Solo il 5,7% delle automobiliste ha subito la decurtazione dei punti, fra gli uomini il dato diventa del 6,7%. Guardando al campione relativo ai motociclisti, le donne che hanno dovuto rinunciare a punti della patente sono il 4,92%, gli uomini il 5,44%. Quanto alle fasce d’età, i centauri fra i 18-24 anni hanno dovuto cedere punti nel 10% dei casi, quelli con età fra i 25 ed i 35 anni nel 5,33%, quelli fra i 36 ed i 50 nel 5,04% e, in ultimo, quelli con più di 50 anni nel 4,65% dei casi.

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ASYLUM photos by GIANLUCA RUGGERI STYLING by GIULIA GALETTI BEER




















Photos by Gianluca Ruggeri Stylist Giulia Galetti Beer Mua/Hair Silvia Magliocco Models Alissa Dokic, Laura Giuliani, Andrea De Santis Thanks To Res Nullius, Zara, Max Mara, Jeffrey Campbell, Dr. Martens


AliMeNtAZioNe

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l concetto cumulativo del bene è applicabile all’etica e, non in maniera cieca, a tutti i campi del sapere e del saper fare. e’ vero cioè che una maggiore quantità di “bene” si costruisce con maggiori quantità di “buono”, ma è all’interno del concetto stesso di “buono” che deve avvenire la discussione, riguardo a molti aspetti della vita contemporanea. La società nevrotica del confronto ci ha insegnato che “di più è meglio”. Più soldi, più macchine, più partners… Quello che però è valido generalmente, seppur in un contesto non sempre condivisibile, diventa assolutamente non logico (e quindi assolutamente sbagliato) in un contesto scientifico. Vorremmo concentrarci oggi sul tema dell’alimentazione. Galileo ci ha insegnato a “misurare tutto ciò che può esser misurato, e render misurabile ciò che ancora non lo è”. Abbiamo applicato questo concetto all’alimentazione, soprattutto misurando calorie, nutrienti, quantità di vitamine, di aminoacidi… presenti nella dieta, ma anche qui abbiamo applicato (talvolta) il “di più è meglio” decontestualizzandolo. Abbiamo, per esempio, capito, che “più calorie” non sempre è meglio, perchè un eccesso calorico porta all’obesità, e l’obesità diminuisce fortemente l’aspettativa di vita di una persona, in maniera esponenziale. Quindi si è arrivati alla logica conclusione che “la quantità giusta di calorie per il singolo individuo è meglio”. Abbiamo, invece, per un periodo, che speriamo sia arrivato al termine, di nuovo decontestualizzato il ‘bene’ con le vitamine; se una carenza di vitamine provoca una malattia (per esempio, lo scorbuto per la carenza di vitamina c), allora un suo eccesso porterà ad un maggiore benessere. Sbagliato. Secondo Luigi Solano, docente di psicosomatica all’università “La Sapienza” di Roma, “la quantità giusta di un nutriente da inserire nell’alimentazione non è quella con cui si previene una malattia da carenza, ma quella oltre la quale il corpo non trae alcun beneficio dalla sua assunzione”. Il prof. Solano, nel suo testo, non ha poi approfondito questo argomento perchè lo aveva usato come paradigma generico, ma noi possiamo aggiungere che il corpo “non ha la capacità di smaltire

gli eccessi senza che, almeno nel lungo termine, vi sia un danno”. Se gli eccessi sono calorici avremo l’obesità, se vitaminici un sovraffaticamento del metabolismo attraverso reni, fegato, e...tenetevi forte! Ci hanno sempre detto che l’eccesso di vitamine o antiossidanti si ‘risolve’ facendo pipì, vero? Sbagliato. l’eccesso di vitamina C indurisce le arterie e favorisce l’arterosclerosi, l’eccesso di betacarotene favorisce l’ossidazione invertendo il suo effetto anti-ossidante, e virtualmente ogni eccesso vitaminico (soprattutto vit. A-E-K) porta a disfunzioni che possono essere importanti. La famosa battuta in un noto film americano in cui si diceva “il mio vivere pericolosamente consiste al massimo nel dimenticarmi di prendere le vitamine al mattino”, pur in un contesto comico, non evidenzia proprio che è vero il contrario. l’integrazione alimentare è appunto integrazione . Chiunque abbia accesso ad una dieta bilanciata fatta di verdura, frutta, cereali integrali, pesce e carne (sì, anche quella rossa, e sì, anche le uova che NoN causano l’aumento di colesterolo) non ha bisogno di integrazione. Gli sportivi non hanno bisogno di ‘integrare’ la loro dieta, hanno semplicemente bisogno di più calorie e nutrienti, da assumere attraverso il cibo. la vitamina C di un’arancia e quella di una pasticca non sono la stessa cosa: nell’arancia ci sono tutti i nutrienti e gli enzimi che rendono quella quantità di vit. C non ‘decontestualizzata’. l’alimentazione è una cosa estremamente semplice. Le diete fai da te che si sono succedute negli anni sono soprattutto un modo veloce e relativamente indolore per riparare ad anni di menefreghismo dietetico. La ‘zona’ ha delle peculiarità che la rendono più interessante di altre, ma di fatto è una dieta ipocalorica, non iperproteica (come si fa ad eccedere con il 30% di proteine in una dieta da 1500 calorie?) con studi alle spalle molto interessanti. il miglior libro di alimentazione che abbiamo mai letto è quello che mette nero su bianco le calorie e i nutrienti presenti in ogni prodotto presente sul mercato. Tutto il resto è interessante, non certo un salva-vita. Andrea Vittorio Romagnoli

L’alimentazione è una cosa semplice 76


Avviso rivolto ai soli soci, ingresso riservato ai soli soci


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ESPRESSIONE DANDY (1 + 5) x 9 - 3 + (10 - 7 x 4) - 6 + 11 =

(1. Pattine da casa pijamA) (2. Papillon nino cerruti 1881) (3. Cravatta nino cerruti 1881) (4. Gilet TONELLO) (5. Maglia sun68) (6. Custodia Macbook pijama)


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(7. Giacca alessandro martorana) (8. Sciarpa TONELLO) (9. Papillon nino cerruti 1881) (10. Zaino PIJAMA) (11. Maglia sun68)


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(12. Giacca TONELLO) (13. Papillon nino cerruti 1881) (14. Pantalone berwich)


(15. Custodia iPad pijamA) (16. Calzature franceschetti) (17. Giacca TONELLO)

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(18. Calzature franceschetti) (19. GiletTONELLO) (20. Pantalone berwich)

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(21. Cravatta nino cerruti 1881)

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(22. Giacca TONELLO) (23. Calzature franceschetti)

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(24. Maglia sun68) (25. Berretto TONELLO) (26. PantaloniTONELLO) (27. Cravatta nino cerruti 1881)


(28. Mascherina da notte pijama) (29. Dolcevita TONELLO) (30. Astuccio pijama) (31. Cardigan TONELLO)

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TEATRO

Marco Daverio: autore teatrale e direttore artistico di commedie musicali in Italia e Francia è attualmente Responsabile Progettuale del Balletto di Milano. Da diversi anni associa l’attività artistica all’impegno nel sociale e alla difesa dei diritti civili. E-mail: marco.daverio@fastwebnet.it

Prosa

Scelti per voi... In questa rubrica vengono segnalati alcuni spettacoli che possono interessare i lettori appassionati di prosa, musica, opera e balletto

Novembre a teatro

compositore che più ha diretto nel corso della sua carriera. Il cast annovera grandi cantanti che hanno dato superbe prove nel repertorio rossiniano. Il conte d’Almaviva è il tenore Antonino Siragusa, Don Bartolo è interpretato con la solita verve comica da Paolo Bordogna, il mezzosoprano Laura Polverelli interpreta, con quel tocco di ingenuità misto a malizia, Rosina. Il celeberrimo Figaro è, in questa produzione, il baritono Vito Priante, fine interprete mozartiano che ha già dato prova di interpretare il linguaggio rossiniano alla perfezione; il basso Nicola Ulivieri veste i panni dell’esilarante Basilio, il maestro di musica di Rosina, nonché alter-ego dello stesso Rossini. L’allestimento è quello realizzato nel 2000 dai Laboratori di scenografia del Teatro Regio che, nella più alta tradizione scenografica italiana, hanno ricreato con tele dipinte e impianti lignei, gli azulejos dell’Andalusia, le tradizionali ceramiche bianche e blu di Siviglia: uno spettacolo nello spettacolo ! La regia è di Vittorio Borrelli; le scene e i costumi sono stati ideati da Luisa Spinatelli, mentre le luci sono di Andrea Anfossi. www.teatroregio.torino.it

Scritto nel 1979 da Peppino Patroni Griffi, “Prima del silenzio” è stata l’ultima interpretazione del grande attore Romolo Valli. Al termine di una delle recite infatti nella notte, tornando a casa, trovò la morte in un incidente stradale. Lo spettacolo viene ora riproposto in un nuovo allestimento in scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 17 novembre per poi proseguire in un tour che lo vedrà anche al Teatro Franco Parenti di Milano. La regia è di Fabio Grossi e la parte che fu di Valli viene interpretata da Leo Gullotta affiancato da Eugenio Franceschini. Una prova di maturità e talento per uno dei migliori attori italiani che alterna cinema a teatro con grande maestria, affiancato per il palcoscenico da un regista di lunga esperienza e sensibilità teatrale. Grossi e Gullotta sono un binomio vincente che ha già dato prova di sé in precedenti successi. Qui sono di nuovo insieme per un lavoro che vuole essere anche un tributo a Romolo Valli, uno dei più grandi attori italiani del secolo scorso, uomo di cultura raffinato e vivace, presente con acutezza e rigore anche nel dibattito sulla politica culturale italiana intorno agli anni ’70. “Prima del silenzio” è uno spettacolo di grande umanità e toccante poesia. Racconta di un intellettuale che vive un disagio sociale legato soprattutto alla comunicazione della parola scritta. Il suo è un travaglio che assume le fattezze di un incubo, con l’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia (la Moglie), come un’entità vorace e ricattatoria; la casta (il Figlio) con i suoi orpelli piccolo-borghesi; il dovere (il Cameriere) che costringe e castra. L’unica vicenda che tranquillizza il protagonista è quella che vive, nel suo contemporaneo, con il Ragazzo. Ma anch’essa terminerà, come termina la vita di un uomo, il quale, abbandonato dai suoi stimoli, si richiude nella sfera della parola, come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto, che chiuderà con la Poesia un percorso che dalla Poesia era sempre stato permeato. Nell’allestimento le “apparizioni” sono interpretate da Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano e in una partecipazione straordinaria da Paola Gassman. www.teatroeliseo.it

Danza

E’ il Teatro alla Scala di Milano ad offrire uno degli eventi di danza più interessanti del mese di novembre proponendo l’accoppiata vincente delle étoile Svetlana Zakharova e Roberto Bolle ne “L’histoire de Manon”. Gli interpreti non hanno bisogno di presentazioni, trattandosi di artisti il cui talento ha assunto fama mondiale. Il balletto creato nel 1974 da Kenneth MacMillan ha una genesi particolare. La trama è basata sul romanzo dell’abate Antoine-Francoise Prévost da cui sono state tratte le opere liriche “Manon” di Massenet e “Manon Lescaut” di Puccini e la musica, arrangiata da Leighton Lucas, è di Massenet, (non quella composta per Manon ma brani scelti da altri suoi lavori). Il risultato è uno dei balletti meglio costruiti con i due protagonisti che interpretano personaggi particolarmente coinvolgenti. Affascinante e corrotta, amorale e calcolatrice, vittima del mondo e di sé stessa, Manon - come sottolinea MacMillan - ama la vita e non sa resistere al piacere che le offre. È charmante, ma amorale. La sua innocenza si perde tra le tentazioni di una vita lussuosa. L’amore sincero per Des Grieux non le impedisce di portarlo alla degradazione e renderlo vile, ladro e assassino. “L’histoire de Manon”, terzo dei sei capolavori di Kenneth MacMillan, è un eccellente esempio della sua capacità di fondere tradizione e spirito innovativo, offrendo così ai più grandi ballerini ruoli appassionanti sul piano tecnico, drammatico, psicologico. Il carattere creato da Prévost, che gli appassionati di opera hanno adorato per anni, acquista nuova vita con la danza. www.teatroallascala.org

Opera

Sarà trasmessa da Rai Radio 3 il 7 novembre alle ore 20 la prima del “Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini in scena fino al 17 novembre al Teatro Regio di Torino. Rossini compose Il barbiere di Siviglia a soli 24 anni, lasciando un segno indelebile nel campo dell’opera buffa. Proprio quella freschezza e giovialità, tipici della gioventù, inondano la partitura del compositore che è una delle più amate dal pubblico di ogni dove. Sul podio il maestro Alessandro De Marchi, grande esperto di musica barocca e acuto interprete di Rossini, il

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foto di Akos Barat per gentile concessione di Aurelio Dessi

Spot LIGHT Light SPOT

Akos Barat

ta stabile al Balletto di Milano, città dove risiede ormai da otto anni. Alterna alla danza la sua passione per la pittura decorando paralumi, scatole, copertine, tavolini, foulard e cuscini. Akos, ti senti più ballerino o pittore? Mi sento un artista. Amo l’arte in generale. La danza e il disegno hanno un comune denominatore: l’arte. Mi piace sperimentare nuove forme espressive. Sperimentare fa bene a un artista. Scoprire nuovi percorsi arricchisce la sua esperienza. Credo che uno degli scopi dell’arte sia mostrare alle persone nuovi punti di vista. Non fa differenza se si usa il proprio corpo, la voce o i colori di per arrivare a comunicare un pensiero o una sensazione.

Nel gergo dello spettacolo spot light indica il riflettore da puntare sull’artista per metterlo in evidenza sulla scena. In questo numero abbiamo scelto un giovane ballerino di origine ungherese: Akos Barat.

Un talento tra danza e pittura

Akos si è diplomato nel 2004 alla Hungarian Dance Academy di Budapest ed ha seguito i corsi di perfezionamento alla Miami City Ballet School e alla North Carolina School of Arts dove ha imparato le basi della pittura e del disegno dimostrando un particolare talento anche in questo campo artistico. Ha lavorato al Zurich Ballett, al Teatro alla Scala ed è ora in pian-

Prossima interpretazione? Soirée Ravel… Bolero in scena dal 2 al 17 novembre al Teatro di Milano. www.teatrodimilano.it

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Post-Diet Nightmare photos by Paco Matteo Li Calzi styling by Alexia Mingarelli - Francesca Zagaria

Piumini DAVIDE SACCHET


Pantaloni ANGELOS FRENTZOS


Camicia a quadri e felpa DEADMEAT Pantaloni DAVIDE SACCHET Berretto SARA LOI Stivali stringati ANGELOS FRENTZOS


Camicia oversize DEAD MEAT


Camicia a quadri e felpe stampate DEAD MEAT Berretto SARA LOI


Piumino DAVIDE SACCHET


Piumino bianco DAVIDE SACCHET Maglia ANGELOS FRENTZOS Pantaloni DEADMEAT Anfibi UNDERGROUND


Camicia e giacca lunga DEADMEAT


Felpa con stampa e pantaloni DEAD MEAT Giubbotto DAVIDE SACCHET Scalda muscoli VINTAGE Sneakers ADIDAS


Giacca e foulard DEADMEAT T-shirt DAUBLEEXCESS by DAVIDE SACCHET Photos by Paco Matteo Li Calzi Styling Alexia Mingarelli - Francesca Zagaria Make-up Sabina Pinsone Hair Style Bruno Gagliano Model Enrie Scielzo


SALUTE

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Toc Toc... L’influenza è alle porte!

roprio come una tassa, un’imposta o una bolletta da pagare, ecco arrivare con i primi freddi l’influenza. Ci toccherà restare a letto o riusciremo a scamparla? Questo l’eterno dilemma. Ma, soprattutto, siamo sicuri si tratti di influenza stagionale? Ebbene sì, spesso si tende a confondere la sintomatologia tra la famigerata influenza e i sintomi da raffreddamento. Impariamo a distinguerli. L’influenza vera e propria colpisce prevalentemente le vie respiratorie, con febbre oltre i 38°C, accompagnata da dolori ossei e muscolari, brividi, tosse o mal di gola. Ma facciamo attenzione! Questi sintomi compaiono difficilmente contemporaneamente o con la stessa intensità, quindi è molto facile confondersi con un comunissimo colpo di freddo che genererà un abbassamento della voce con infiammazione alla gola. Importante sapere che la trasmissione del virus influenzale avviene prevalentemente per via aerea (tosse, starnuti) ma anche in maniera indiretta (come portare la propria mano alla bocca dopo averla data ad una persona contagiata). Una volta contratta, l’influenza inizierà a manifestarsi dopo 24 o 72 ore con sintomi tipici: freddo e brividi, successivamente febbre e con esso disturbi e dolori di varia natura, per arrivare dopo i primi giorni a disturbi dell’apparato respiratorio. L’influenza non fa distinzioni, colpisce tutti in egual misura, fatta eccezione per anziani e bambini maggiormente a rischio a causa della salute già precaria o per il sistema immunitario non ancora del tutto sviluppato. Ma come curare l’influenza? Non tutti sanno che non esiste una vera cura per l’influenza. I farmaci sul mercato o le terapie naturali si limitano a controllare i sintomi ad essa associata. Questo perché? Come sappiamo il nostro sistema immunitario per eliminare un agente infettivo definitivamente deve stabilire un primo contatto con esso. Poiché i virus sono microorganismi in continuo mutamento, le nostre difese immunitarie si ritrovano ogni volta a dover fronteggiare, e riconoscere, agenti infettivi sempre nuovi. Ed ecco spiegato il motivo per cui ogni anno il vaccino influenzale cambia. Per questo è consigliabile, soprattutto ad anziani e

bambini, vaccinarsi. La vaccinazione permette al nostro organismo di preparare le difese contro il virus prima della stagione influenzale. Anche se tutto sembrerebbe concludersi con un “e vissero tutti felici e contenti”, in realtà non è così. è importante sapere che la vaccinazione non garantisce una difesa totale. Questo perché il virus, dopo il rilascio del vaccino, potrebbe andare incontro ad ulteriori mutazioni, il che impedisce al nostro organismo, a seguito del contagio, un’adeguata risposta immunitaria. Ed è qui che nasce l’eterna lotta tra i sostenitori pro-vaccino e contro-vaccino. Ma allora come comportarsi quando si è influenzati? Iniziamo col dire di bere molto. è tra i consigli più raccomandati per evitare la disidratazione causata dalla febbre. Una bevanda calda può aiutare sicuramente. Camomilla, thè, infusi o tisane, aiutano ad alleviare un po’ i sintomi. Ricordiamoci di ventilare l’ambiente. E’ pur vero che la febbre ci invita a starcene rannicchiati al calduccio con le finestre sprangate, ma areare la stanza riduce sicuramente il rischio di contagio per le altre persone che vivono con noi. Ma oltre ai tipici farmaci anti-influenzali esistono ottimi e sperimentati rimedi del tutto naturali. Contro la febbre sembra essere utile bere tisane o thè verde con l’aggiunta di erbe aromatiche ad azione antivirale, tra cui menta e timo, e per gli stomaci forti mangiare cipolla e aglio garantisce una potente azione battericida. E per la tosse i rimedi della nonna sono sempre efficaci: mele cotte con l’aggiunta di qualche cucchiaino di miele. Ricordiamo, l’influenza, anche se apparentemente innocua, non è da sottovalutare. Se non curata attentamente può presentare notevoli complicanze. In ogni caso è sempre utile consultare il proprio medico per un parere esperto e la terapia più adeguata. Luigi Iannaccone

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NeWS & APPUNtAMeNti

CityLife

Gli appuntamenti in città GArAGe ClUB

TORINO. A sette anni dall’apertura, Garage Club si conferma come locale di tendenza dell’ambiente gay e gay friendly piemontese. Ubicato nella zona più bella di Torino, il locale si posiziona nell’area “chic-elegante”, ma è aperto a tutti, senza distinzione di età, estrazione sociale e provenienza. Il Circolo supera gli schemi ormai consueti delle saune tradizionali, favorendo la relazione tra i soci attraverso iniziative e ampi spazi dedicati al dialogo interpersonale. Qualità superiore dell’accoglienza e accurata pulizia ne sono i tratti salienti. Sviluppato su due livelli, Garage Club si compone di sauna finlandese, bagno turco, idromassaggio, lounge bar, video corner, glory wall, ambienti relax, area fumatori e nuova sala video. Il Circolo (affiliato Arci) è aperto tutti i giorni dalle 14 alle 02. Programma settimanale. Lunedì, mercoledì e venerdì alle 22 “Naked party”. Martedì alle 21.30 “Young Party”. Sabato dalle 21.30 “ibiza night”, beachwear, con tropical drinks e sorteggio consumazioni omaggio per il QUeeVer. Giovedì e domenica serata ordinary. locale Young & Bears friendly. Garage club Spazio Uomo - Corso Stati Uniti 35, Torino Info: 346 3006612 - www.garageclub.it

dePot

MILANO. Il mese parte alla grande sabato 2 con la serata nudi con passamontagna. Nessuno ti riconoscerà e potrai lasciarti andare come non hai fatto mai. Tutti i venerdì si può decidere di rimanere in mutande o nudi. In particolare venerdì 8 e 22 la CoMUNiCAteCi le VoStre iNiZiAtiVe eNtro il 15 di oGNi MeSe / E-mail: redazionelui@gemeco.it - Fax 02 91390360

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NEWS & APPUNTAMENTI

Sei stanco dopo una dura giornata di lavoro? Hai fatto troppi sforzi in palestra e adesso hai male alla schiena? Qualche chiletto di troppo? O semplicemente hai voglia di un pò di relax? Penso di poterti aiutare.

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I LOVE SICILY

La Sicilia e gli scrittori

gnani di “Roma città aperta” ma anche quella del film americano per cui meritò l’Oscar, “La rosa tatuata”, come migliore attrice protagonista. Nel film la Magnani recita in inglese e si doppia in un italiano non romanesco. Il film liberamente ispirato al dramma teatrale “The rose tattoo” di Tennessee Williams narra la storia di Serafina, una vedova di origini siciliane, custode fedele del simulacro del marito che per lei rappresentava l’idea stessa della virilità, chiusa nel ricordo ossessivo del tatuaggio di una rosa che il coniuge esibiva sul petto. Serafina rifiuta l’approccio a qualsiasi altro pretendente. E’ come se fosse tutto finito, finché un giorno riscopre la propria femminilità repressa e ritrova il piacere di abbandonarsi a un altro uomo che le ricorda l’immagine dell’indissolubile consorte. La Magnani in questo film rivoluziona lo stile realista che l’ha accompagnata dagli esordi fino al film “Bellissima” di Visconti (1951). La sua recitazione, allontanandosi dagli stereotipi del neorealismo italiano, si approfondisce nello sdoppiamento del personaggio che appare quasi in una dimensione pirandelliana: solare e sensuale da una parte, profonda e tellurica dall’altra, sospesa ai limiti della follia. Possiamo dire che l’ultima affermazione della popolana autentica e ribelle alle ingiustizie è il personaggio di Maddalena, la mater dolorosa che affronta la propria personale via crucis, lottando contro il mondo cinico e beffardo dei “cinematografari”. La scena in cui Maddalena esce piangendo disperata da Cinecittà, dopo l’ultimo provino a cui viene sottoposta la figlia, è di una tragicità insuperabile. Ma con questo film si chiude anche il ciclo neorealista del cinema di Visconti e la Magnani recita superbamente il prototipo della madre – coraggio che dieci anni dopo circa sarà cavallo di battaglia della giovane Sofia Loren nella “Ciociara” di De Sica. Nel ruolo dell’eterna madre – coraggio Anna Magnani ritorna nel 1962, con la regia di Pier Paolo Pasolini. La grande attrice cambia di nuovo registro espressivo, dopo aver rifiutato molte allettanti proposte da registi commerciali che lei definì con disprezzo “maialate”. Il soggetto del film è “Mamma Roma”, secondo lungometraggio di Pasolini, inserito dalla critica nel ciclo del “sottoproletariato” con “Accattone” e “La ricotta”. Anna Magnani sfodera come un pugnale la dolcezza e la violenza di una madre, costretta a prostituirsi per sopravvivere che riesce dopo tante umiliazioni a cambiare mestiere e a riscattare il figlio Ettore dalla primitiva condizione di borgataro. Il film, scarsamente commerciale, nel panorama degli anni Sessanta, viene riabilitato dopo la morte dell’autore. In uno scenario metropolitano di periferia, disseminato di resti archeologici e pieno di rimandi alla tradizione pittorica prerinascimentale, il personaggio di “Mamma Roma” perde le connotazioni neorealistiche e si avventura nei territori del simbolo. La Magnani è giunta ai vertici della sua maturità espressiva. Senza aver smarrito il suo robusto spessore popolaresco, nel film di Pasolini appare come una maschera del dolore. Non dimentichiamo comunque che, anche nella pellicola di Pasolini, rimane fedele a l proprio mito di donna – lupa e di madonna del popolo. Un po’ triste il tentativo compiuto da alcune sue colleghe, ultima in ordine di tempo Sabrina Ferilli, di ripetere il personaggio della popolana tutta cuore e ardore. Non basta la volontà di studiare un modello di recitazione, come sostiene l’attrice romana, né sottoporsi a interventi di migliorie estetiche. Quelle che lei considera le sue maestre vale a dire Anna Magnani e Sofia Loren, sono dotate di un innato talento per la recitazione che altre non possono avere. Anna Magnani appartiene idealmente alla Sicilia non solo per il personaggio di Serafina, protagonista della “Rosa Tatuata”, ma anche per aver girato un film nell’isola di Vulcano, una terre delle Eolie. La biografia dell’attrice si intreccia con quella di una diva americana, Ingrid Bergman, che divenne sua rivale in amore. Profondamente offesa per il tradimento di Rossellini, suo maestro e suo uomo, la Magnani si prese una solenne rivincita. Fece in modo che la troupe cinematografica fosse sull’isola vulcanica negli stessi giorni in cui Rossellini e la Bergman giravano a Stromboli il loro primo film. Così la curiosità dei paparazzi non era concentrata solo sulla nuova coppia del cinema mondiale, ma anche sulla primadonna del cinema italiano.

di Riccardo Di Salvo (info@riccardodisalvo.it) e Claudio Marchese (info@claudiomarchese.it)

40 anni fa moriva Anna Magnani Nostra Signora del cinema

S

econdo noi, ma è ormai unanime consenso, Anna Magnani è la più grande attrice del cinema italiano. “Lupa e vestale”, come la definì Fellini a cui l’attrice rivolge un sorriso beffardo nel finale del film “Roma”. Anticonformista come donna, rigorosissima come artista, per tutta la vita tentò e riuscì a difendere il ruolo di primattrice, pur facendo parte dello star – system che spesso confeziona abiti preconfezionati per le dive. Ma Anna Magnani, prima di diventare una diva, fece una lunga gavetta nel teatro d’avanspettacolo dove diede subito prova della sua eccezionale presenza scenica. Proprio nel personaggio della soubrette dell’avanspettacolo Anna Magnani diede una prima convincente interpretazione nel film di Vittorio De Sica “Teresa Venerdì”. Era il 1941 e il cinema italiano era ancora succube del genere “cinema dei telefoni bianchi”, inventato dal regime fascista. Bastarono pochi anni perché Anna Magnani passasse dal ruolo dell’artista d’avanspettacolo a quello della primattrice. Il suo capolavoro giovanile nel 1945 è “Roma città aperta”, in cui la Magnani inventa il personaggio della popolana tutta cuore e passione creando sul set cinematografico scene degne della tragedia greca. Memorabile ancora oggi la scena in cui la Magnani interpreta la parte di Pina, l’ardente popolana che si ribella alla cattura del suo uomo e finisce fucilata dai tedeschi. Questa scena rimane ancora oggi una delle tappe miliari del cinema italiano, perché “Roma città aperta” non è solo un film di denuncia dell’Italia umiliata dalla violenza nazifascista ma è un vero e proprio romanzo storico per immagini. Uno dei vertici del cinema di Rossellini destinato ad aprire una lunga strada su cui hanno viaggiato tutti i maestri del cinema italiano dopo di lui, dal giovane Visconti a Pasolini e Fellini. Anna Magnani fu spesso letta in modo riduttivo come rappresentante di un divismo all’italiana, complice la sua straordinaria aderenza con i personaggi del mondo popolare. Questo è dovuto alla miopia di molti critici che leggono il film in modo ideologico. In realtà pochissime attrici hanno saputo interpretare personaggi sfaccettati, come dimostra la ricca filmografia che comprende, oltre al personaggio della popolana, tanti altri ruoli. Memorabile non è soltanto la Ma-

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DARK ROOM

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