LUI 11/12 2017

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mensile - anno ventuno - numero undici/dodici - novembre/dicembre 2017

italia

MODA Un tartan a pois BACKSTAGE The Cal 2018 ARTE Mirò/Picasso COLLECTION Gucci


Showroom:

Via G. B. Morgagni, 33 - 20129 Milano (si riceve solo su appuntamento)

E-mail: info@idilliumparfums.it

www.idilliumparfums.it

“IL PROFUMO HA UNA FORZA DI PERSUASIONE PIÙ CONVINCENTE DELLE PAROLE, DELL’APPARENZA, DEL SENTIMENTO E DELLA VOLONTÀ” (cit. Patrick Süskind)


Un tartan a pois! EDITORIALE

N.11/12NOVEMBRE/DICEMBRE2017

Andrew Gn

cover Photos by Eric Ouaknine Styling by Tara Ziegfeld Production by EOP Paris Make-up and Hair by Christelle Minbourg Model: Kate Alexeeva @Red NYC editrice Sedit sc Via Emile Chanoux, 26 10026 Pont St. Martin (AO) direttore editoriale Calogero Urruso

T

endenze autunno inverno 2018? È scontro fra titani tra due grandi motivi protagonisti, oggi come ieri, d’infiniti outfit. Stiamo parlando del tartan e dei pois. Se il primo, in quest’occasione, sguazza indistintamente tra i capi maschili e femminili con la stessa forza e veemenza, il secondo trova la sua massima espressione posandosi su ogni veste o accessorio di lei. Sregolatezza e rigore si mescolano, così, in un gioco di equilibri perennemente in bilico tra bon ton e street style. Indistintamente entrambe le fantasie possono cambiare le sorti di qualsiasi look trasformandolo in una ricercata immagine o, contrariamente, in uno stile dedito alla sdrammatizzazione del capo o della figura. Entrambe le fantasie donano ad ogni outfit maggior spinta ed energia coniugandosi ai diversi e svariati momenti della giornata in marniera diversa, ma allo stesso tempo simile.

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direttore responsabile Salvatore Paglia pubbliche relazioni Jean Paul Bianco pubblicità Tel. +39 329.8622268 info@luimagazine.com impaginazione e grafica Michele Alberti redazione Fax 02 91390360 redazione@luimagazine. com stampa Tipografia Giglio-Tos pubblicazione mensile Reg.Trib. di Milano N. 169 - 03/2000

hanno collaborato a questo numero: Alessandro Rizzo Alexia Mingarelli Claudio Marchese Michele Vignali Riccardo di Salvo Silvia Trepago Lui Magazine è un mensile distribuito gratuitamente (0,10 euro) in tutta Italia e Costa Azzurra Lui Magazine non è responsabile per la qualità, la provenienza o la veridicità delle inserzioni. La direzione di Lui sì riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un’inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa eventualmente da esso sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazioni di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire. I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti e quelli degli inserzionisti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e la pubblicazione degli annunci e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.


Blugirl

Antonio Marras

Blugirl Dolce & Gabbana House of Holland

Emporio Armani

Francesco Scognamiglio

Andrew Gn

Se le trame minute rispecchiano una personalità dell’abito più intransigente, formale e meno incline ai colpi di testa, quelle eccedenti lasciano più spazio alle giocosità e al desiderio di spensieratezza. A contrasto si potrebbe pensare di mescolare il maxi al mini, in un gioco di sovrapposizioni che lasciano appena intuire la linea di confine tra gli uni e gli altri. Oppure differenziarli in maniera netta optando per

una veste a tessiture micro e un accessorio a fantasie macro. Ecco che il tailleur si veste d’ironia, la sera tiene le redini dello sfarzo ma si abbandona al gioco e il giorno non eccede ma osa insediarsi in un mondo che vira all’eleganza senza abbandonare la sua irresistibile e indomata verve anticonformista. Come al solito, però, è anche il colore e il suo uso a tenere le redini del gioco. Tinte accese e vivaci spingeranno


Gvenchy

Gvenchy

Dries Van Noten

Dirk Bikkembergs

Dsquared2

Dries Van Noten

Dsquared2

Daks

Dries Van Noten

inevitabilmente in una direzione, mentre quelle più caste e sobrie dall’altra. Non saranno di certo i diversi, oggi, blandi compromessi a fermare la mandria degli amanti degli eccessi a tutti i costi, formati da folle di temerari che in nome di uno sguardo o di un like sono capaci di qualsiasi accostamento. A questi ricordiamo che mai come in questo caso l’effetto clown è appena dietro l’angolo. A nostro gusto sono sempre gradite le

interpretazioni personali che stupiscono per le scelte anticonvenzionali, ma occhio a non scivolare sulla buccia di banana. Vediamo ora le proposte dei diversi designer. Demna Gvasaliaper per Balenciaga abbraccia i canoni dell’eleganza borghese senza, però, rinunciare ad un tocco di mai invadente sano humour. Il tartan sulla donna si posa sui capispalla abbottonati volontariamente di traverso, mentre i pois esplodono su un total look oversize.


Gvenchy

Kenzo

Compostissimi, lineati e quasi impercettibili sono i pois di Dolce&Gabbana. Emporio Armani abbina il lusso al comfort “caratterizzati da uno spirito metropolitano inquieto, costruiti sugli opposti”. Il fascino rétro abbinato alla Pop Art conquista Henry Holland: la sua collezione è un manifesto di libertà. John Galliano per Maison Margiela si esprime con essenzialità con la

Kenzo

Gucci

Haider Ackermann

In Francia Simon Porte Jacquemus gioca con le sovrapposizioni e i suoi pois incarnano una leggerezza che strizza l’occhio all’innocenza. A Londra il duo Marques Almeida, punta ai maxi pois a contrasto black e white o sulle forme multicolor indefinite. Per Blugirl Anna Molinari scommette sulla Londra vittoriana e sui pois tono su tono caratterizzati dalle trasparenze velate e seducenti.

Kenzo

Dsquared2

tecnica Decortiqué: lavorazione con cui vengono decorticati gli strati di un capo per esporne l’anima. Anthony Vaccarello per Saint Laurent continua a cavalcare l’onda sexy composta da mini abiti, spacchi profondi e chiffon. Trafori e fantasie, declinati in uno spirito a metà tra il romanticismo e la sana spigliatezza, invadono le creazioni di Francesco Scognamiglio.


Saint Laurent House of Holland

House of Holland

Maison Margiela

Per Giambattista Valli la parola d’ordine è femminilità: balze, bustier, taffettà, trasparenze…un mix vincente declinato ad esaltare la bellezza attraverso il pathos. Passiamo al tartan. Daks respira aria di contemporaneità e unisce il passato al futuro fluttuando sulla reinterpretazione dei capi. In casa Dirk Bikkembergs l’arrivo di Lee Wood riporta il marchio verso mete più classiche e sfiziose.

Marques Almeida

Simon Porte Jacquemus

Le giacche si allungano, i pantaloni si allargano e la vestibilità lascia spazio a maggior respiro. Sovrapposizioni, colore e fantasie comuni mettono in dialogo la collezione maschile con quella femminile. Ecco che l’uomo e la donna Dsquared2 lasciano la metropoli alla conquista delle montagne del Canada senza rinunciare al desiderio di rivoluzione. C’è profumo di west da Givenchy: dettagli e tagli riportano quest’affascinante cultura alla vita di tutti i giorni senza

ricorrere all’uso dell’iconico e scontato cappello. Alessandro Michele per Gucci trae suggerimento pensando al giardino dell’alchimista dove non mancano fiori e animali. Parola d’ordine contaminazione. Per Kenzo Carol Lim e Humberto Leon puntano sulla stratificazione composta da capi dalle innumerevoli vestibilità, lunghezze, stampe e colori ispirati allo sport. I “ cattivi ragazzi” di Haider Ackermann mantengono intatta il brio anticonformista e senza remore sfoggiano look che rilanciano una spiccata personalità. MSGM. Massimo Giorgetti esplode con fervore nel mondo dello sportsweaer strizzando l’occhio al foulard.


Marques Almeida

Emporio Armani

Francesco Scognamiglio

“colpi di testa”. Versace stupisce per questa piacevole traccia di austerità. La sua eccletticità, seppur misurata, lascia il segno. “Capi artistici, artigianali e intellettuali” per una moda che va a braccetto con la cultura unisex e il rispetto per l’ambiente.

Versace Marques Almeida

Simon Porte Jacquemus

Giambattista Valli

Paul Smith si concede alla formalità proponendo una collezione che non detta differenza estetica tra i sessi, ma rimarca il suo status nel sartoriale. Prada elogia il corpo maschile trafugando nelle sue tante e diverse nature. C’è colore e rigore, spensieratezza e disciplina, finezza e


Kolor

Vivienne Westwood

Msgm Kenzo

Ancora una volta i progetti di Vivienne Westwood colgono nel segno e spingono alla riflessione.

Paul Smith

Msgm

Salvatore Paglia


FASHION 200

FASHION 100

FASHION 256

Sommario

FOTOGRAFIA 42

Gucci & Unskilled Worker

14

COVER Red divine

26

FOTOGRAFIA Peter Lindberghr

42

FASHION Morphine

BOOK 62

COLLECTION 14

CAPSULE COLLECTION

52

10


Prosa 14 - 19 novembre ROBERTO ALPI LAURA LATTUADA AGNESE NANO ISABEL RUSSINOVA

28 novembre - 3 dicembre PIPPO FRANCO

12 - 17 dicembre SAVERIO MARCONI

16 - 21 gennaio COMPAGNIA TEATRO SAN BABILA

Brancaleone e la sua armata

ReFusi

Toccata e fuga

Il seduttore

30 gennaio - 4 febbraio BARBARA DE ROSSI FRANCESCO BRANCHETTI

Il bacio

20 - 25 febbraio MICHELA ANDREOZZI JONIS BASCIR PIETRO GENUARDI GABRIELE PIGNOTTA SILVANA BOSI

6 - 11 marzo PAOLA GASSMAN MIRELLA MAZZERANGHI PAOLA TIZIANA CRUCIANI

Tutte a casa

20 - 25 marzo ANTONIO GROSSO

Minchia Signor Tenente

Ostaggi

10 - 15 aprile PATRIZIA PELLEGRINO STEFANO MASCIARELLI

Una moglie da rubare

8 - 13 maggio ROSSANA CARRETTO MARCELLO MOCCHI ALFREDO COLINA

Omicidi in pausa pranzo

Operetta

COMPAGNIA D’OPERETTE ELENA D’ANGELO 25 - 26 novembre

27 - 28 gennaio

La Vedova Allegra

Il Paese dei Campanelli

17 - 18 febbraio

17 -18 marzo

La Principessa della Czarda

Cin Ci Là

SOGNO TEATRO E PEPITA ONLUS 10 dicembre

6 gennaio

11 febbraio

4 marzo

Babbo Natale e la magia ritrovata

Cercasi Befana disperatamente

Il Principe Ranocchio

Pinocchio

Corso Venezia, 2/A - Milano - Biglietteria 02 798010 www.teatrosanbabilamilano.it


SOMMARIO

BACKSTAGE 90

BOOK Dries Van Noten

62

MOSTRA Gianfranco Ferré sotto un’altra luce

70

FASHION After party

82

backstage “The Cal” Pirelli 2018

90 MOSTRA 70

ARTE Picasso

158

FAshion Conquistador

168

ARTE Miró! Sogno e colore

176

ARCHITETTURA House in sardinia

Gaudadilidoux acidulé

100

fASHION Brotherhood

118

MOSTRA Salvatore Ferragamo

130

DESIGN Amsterdam Canal Family Home

186 ARTE 158

FASHION

146

12


SOMMARIO

DESIGN 146

BEAUTY Space geometry

278

MOSTRA Il Capriccio e la Ragione

292

ARTE Philadelphia, città d’arte

300

La belle & le danseur

ARCHITETTURA 186

FASHION 200

COSTUME Roberto Capucci, lo scultore del tessuto

210

FASHION Fragrance in black

222

BEAUTY Lito-gra-face

232

Nel segno di Manara

FASHION 52

MOSTRA 246

FASHION Long road

256

MOTORI Tesla Model 3

266

FASHION Dark Romance

270 COSTUME 210

13


CAPSULE COLLECTION

Gucci & Unskilled Worker Una capsule collection in esclusiva online



I

l sodalizio tra Gucci e l’artista britannica Unskilled Worker a inizio nel 2015 quando Alessandro Michele rimane affascinato dai disegni della donna e per conoscerla la invita ad una mostra a Shanghai. Tra i due s’instaura un’alchimia che in brevissimo tempo sfocia prima in una collaborazione e oggi in una capsule collection composta da ben 40 capi, tra indumenti e accessori, personalizzati dalle opere di Unskilled Workeri. Lo stile naïf della donna si sposa perfettamente al versatile romanticismo contemporaneo della casa di moda, come testimoniano le illustrazioni floreali e gli stravaganti ritratti che si trasformano in elaborati ricami e dipinti stampati che si posano indistintamente su Jersey di cotone felpato, camicie in seta e crêpe, t-shirt, cintura con stampa, gonne a pieghe top lavorati a maglia con patch, cardigan, sneaker Ace, borse shopping e tanto altro ancora. Ma chi è Unskilled Worker? Se non siete tra i suoi 199.000 followers, dovete sapere che dietro a questi dipinti c’è Helen Downie (Unskilled Worker è il suo nome d’arte): un’artista cinquantaduenne, senza formazione accademica, che dopo essersi smarrita nel tunnel della droga e combattuto con il cancro ha trovato la sua ragione di vita nella pittura. Il suo “quartier generale” altro non è che la sua abitazione situata nelle campagne umbre, non molto distante da Orvieto. “Il lavoro di Alessandro è magico. Mi fa venir voglia di creare, creare come risposta alla sua visione” ha 16



raccontato Downie, ricambiata da Michele che risponde. “Quello che ho apprezzato dello stile di Unskilled Worker è una sorta di fiabesca ingenuità, che lei inserisce nelle sue illustrazioni. Sono così naif, ma allo stesso tempo accattivanti. Sono stato catturato subito dopo aver visto il suo Instagram. Amo lei e quello che fa”. La collezione, disponibile solo online, vanta il primato di essere la prima ad essere lanciata simultaneamente in tutti i mercati dove gucci.com è presente. Inoltre in alcune metropoli come Londra, New York, Parigi, Milano e Shanghai, le opere dell’artista saranno esposte in luoghi chiave in ogni città. L’artista britannica rivela l’ispirazione dietro i personaggi legati ai suoi ricordi d’infanzia e svela che cosa vuole trasmettere con i disegni utilizzati per questo progetto. 18




Family: The Gucci Chronicles È una risposta ai commenti omofobi pubblicati su Instagram. L’idea che volevo esprimere è che, per me, la famiglia è un sentimento. Lady Bugs: The Gucci Chronicles S’ispira alle giovani famiglie italiane che incontro a passeggio per Roma. I genitori sono così teneri e affettuosi con i figli. Adoro il modo in cui gli italiani riescono a seguire certe regole pur sembrando così spontanei. Le coccinelle rievocano la mia infanzia; le raccoglievo in un secchiello e poi le lasciavo volare via. Little Lallo Avevo un paio di foto su cui lavorare, ma erano un po’ sfocate, così ho disegnato secondo la prospettiva con cui immaginavo Alessandro Michele da piccolo in giardino insieme ai suoi due cani. Molti degli elementi che Alessandro usa per le sue creazioni fanno parte dei suoi ricordi d’infanzia e lo stesso vale per me. La cintura con fibbia motivo serpente illustrata non è Gucci, ma la indossavo da bambina. Cerco sempre di metterci del mio. The Stein Sisters The Gucci Chronicles È la favola di due gemelle che vivono in campagna, ma desiderano ardentemente il fascino della città. L’idea è iniziata a frullarmi in testa quando ho visto un abito blu disegnato da Alessandro Michele, ma quando ho 21


pubblicato la foto su Instagram mi hanno fatto notare che le gemelle sembrano un po’ quelle del film Shining: si tengono addirittura per mano allo stesso modo. A volte colleghi un sacco di cose senza nemmeno rendertene conto.

gi secondo il punto di vista che conosco: quello della classe operaia. Ready for the Palais: The Gucci Chronicles Adoro queste ragazze perché somigliano tantissimo a due mie ex colleghe. Le ho immaginate mentre uscivano la sera per andare all’Hammersmith Palais a Londra.

Put A Ring On It: The Gucci Chronicles Quando disegno tre soggetti insieme, l’attitude diventa protagonista. In questo caso, tre ragazze londinesi appaiono toste, forti e grintose. Ritraggo i personag-

The Gucci Gang: The Gucci Chronicles S’ispira alle donne del mio passato; ricorda molto Ready for the Palais. 22




Sophie and George Rappresenta fratello e sorella e s’ispira agli artisti di strada, gente di circo arrivata in città per esibirsi e far divertire le persone, lasciandole però un po’ impaurite. Defo Fan Art: The Gucci Chronicles Ispirata ad un look presentato da Gucci all’Abbazia di Westminster, l’opera ricorda una grande bambola spaventosa. Constance, Grace and Hope: The Gucci Chronicles Volevo comunicare l’amore di una madre per i propri figli attraverso un abbraccio avvolgente: le mani della donna sono raffigurate così grandi per proteggere i bambini. La mia idea di relazioni umane emerge soprattutto nel modo in cui i personaggi s’intrecciano. Helen’s Dress E’ una stampa ispirata a un abito che indossavo quando avevo sei anni. Era il vestito delle grandi occasioni per cui ero sempre contentissima di indossarlo. È di un giallo particolare, caldo come il sole e probabilmente è diventato ancora più luminoso nella mia testa. Jeannie’s Garden S’ispira a un odore, il profumo della sciarpa di mia nonna. Le mie opere sono sempre pungenti, non mi piace essere troppo sdolcinata, quindi ho inserito papaveri e funghi velenosi in questa illustrazione. 25


RED DIVINE Photos by Eric OuakninE Styling by Tara Ziegfeld


Jumpsuit SADAK


Top KNITSS Pants PAULE KA Earrings TSUMORI CHISATO




Dress ALEXANDRE VAUTHIER


Top JOUR/NÉ Pants ESCADA Shoes DROMe




Dress JITROIS


Shirt JOUR/NÉ Dress SONIA DELAUNAY Shoes LEATHER CROWN




Top ALEXANDRE VAUTHIER Pants KALYAH


Coat PAULE KA Shoes DROMe Photos by Eric Ouaknine - www.eouaknine.com Production by EOP Paris Styling by Tara Ziegfeld Make-up / Hair by Christelle Minbourg Model: Kate Alexeeva @Red NYC Retouching: Valerie Korotchenko



Peter Lindbergh: “A Different Vision on Fashion Photography” FOTOGRAFIA


Uma Thurman, Los Angeles, USA, 2011 Vogue Italia © Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)


FOTOGRAFIA

C

ome definire la mostra “A Different Vision on Fashion Photography”? Un tributo all’eterogenea produzione di Lindbergh! L’appuntamento, visitabile fino al 4 febbraio 2018 alla Reggia di Venaria di Torino, offre al suo pubblico materiale esclusivo tra cui immagini inedite, appunti personali, storyboard, elementi di allestimenti scenografici, polaroid, provini, film, gigantografie… Insomma lo sfoggio ha tutte le carte in regola per essere definita una retrospettiva su ampia scala del lavoro del celebre fotografo. Con il suo operato Peter Lindbergh ha introdotto nella fotografia un nuovo realismo: le sue immagini d’avanguardia non esitano a soffermarsi sulle preoccupazioni e sugli interessi della società e si slegano, secondo una visione molto personale dell’artista, da un mondo di codici estetici prestabiliti. Da questa concezione nasce nella fotografia un nuovo modo d’immortalare il soggetto: un realismo senza tempo che non solo ha ridefinito i canoni della bellezza, ma anche l’assenza d’inibizioni e la grazia del corpo. L’approccio umanista e il concetto idealizzato di donna diventano caratteri distintivi del suo lavoro, con una particolare enfasi sull’anima e sulla personalità. La sua visione unica presenta i soggetti in uno stato di purezza, “in tutta onestà”, lasciando da parte qualsiasi stereotipo a favore di volti quasi totalmente privi di trucco, spogliati in modo tale da esaltare l’autenticità e la bellezza naturale delle donne che fotografa. È lo stesso Lindbergh che alla rivista Art Forum durante un’intervista dichiara: “Un fotografo di moda dovrebbe contribuire a definire l’immagine della donna e dell’uomo contemporaneo nella loro epoca, riflettendo una particolare realtà sociale e umana. Quanto è surreale invece l’attuale approccio commerciale che punta a ritoccare e cancellare qualsiasi traccia di vita ed esperienza, perfino la verità più intima del volto stesso? Non a caso il Maestro ha sempre sostenuto che “Solo dopo aver eliminato la moda e l’artificio, si riesce finalmente a vedere la persona”. 44


Paris, 1997. Vogue Italia © Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)


Kadra Ahmed Omar, Kiara Kabukuru, Alek Wek, Debra Shaw Margareth Lahoussaye & Adia Coulibaly, Atelier Astre, Paris, 1997 Vogue Italia Š Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery). Jean Paul Gaultier, Gaultier Paris, S/S 1997


FOTOGRAFIA

In merito all’appuntamento “A Different Vision on Fashion Photography”, il curatore Thierry-Maxime Loriot afferma: “Non si tratta di un excursus cronologico, ma di un racconto che permette al visitatore di scoprire l’universo di Peter Lindbergh attraverso il suo sguardo unico, i suoi temi potenti e le sue collaborazioni con artisti come Pina Bausch e Jenny Holzer, evidenziando altresì l’umanesimo che permea il suo lavoro, inquadrato nel contesto sociale. Tutto questo ci dice molto sui valori del fotografo, sulla sua concezione dell’invecchiamento, della bellezza e della femminilità, di varie problematiche sociali e dell’infinita creatività e immaginazione che si ritrovano nelle sue fotografie”. Ecco che la mostra si propone al pubblico con un percorso tematico suddiviso in diverse sezioni volte a ripercorre l’evoluzione creativa di Lindbergh soffermandosi su temi, mondi immaginari e passioni nell’arco del tempo tra cui: Supermodel La sezione “Supermodels” presenta le fotografie, accompagnate da interviste video, scattate da Lindbergh a modelle che erano ancora, all’epoca, giovani sconosciute, tra le quali Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Christy Turlington e Tatjana Patitz. Le immagini di Lindbergh mostrano come i venticinque anni trascorsi non abbiano scalfito la bellezza e la personalità dei soggetti. Stilisti Nei primi anni 80 Lindbergh disintegrò i tradizionali canoni della moda e fece la fortuna di case di moda come Comme des Garçons, Giorgio Armani, Prada, Donna Karan e Azzedine Alaïa. La sua collaborazione con venticinque fashion designer in epoche diverse e il modo in cui Lindbergh ha contribuito a plasmare l’immagine dei vari brand. Zeitgeist L’approccio umanista di Lindbergh s’ispira alla dualità di genere e sovverte i rigidi canoni del mondo della moda giocando con i concetti di maschile e 47


FOTOGRAFIA

femminile. Qui alcune serie d’immagini sollevano interrogativi e affrontano tabù sulle questioni di genere e le affermazioni politiche. Danza Per anni la danza è stata per Lindbergh una delle principali fonti d’ispirazione. Si è, infatti, dedicato a un progetto di storia visiva della danza con una serie di fotografie riferite a grandi ballerini e coreografi, da Sergei Diaghilev, Georges Balanchine e il Bolshoi fino ai contemporanei, come la ballerina e coreografa spagnola Blanca Li e il New York City Ballet. Nel 2001 ha girato un film dal titolo Der Fensterputzer sulla cara amica, ormai scomparsa, Pina Bausch e ha ritratto Madonna con indosso creazioni di designer giapponesi per celebrare la grande coreografa americana Martha. L’ignoto “L’ignoto” rivela l’interesse di Lindbergh per la fantascienza e presenta la sua famosa serie di foto del 1990 che vede protagoniste la modella danese Helena Christensen e l’attrice Debbie Lee Carrington, da molti considerata una pionieristica pietra miliare del racconto fotografico nelle riviste di moda. L’allestimento prevede una video-installazione interattiva per il coinvolgimento diretto dei visitatori oltre agli storyboard, agli appunti, ai costumi e alle scenografie aliene utilizzate per la realizzazione di questo servizio. Il grande schermo Illustra le influenze delle produzioni cinematografiche tedesche degli inizi e dei set sul lavoro di Lindbergh. Spezzoni di film e interviste con collaboratori, modelle e attori rivelano aspetti diversi dell’opera di Lindbergh in base ai rapporti che il fotografo ha intrattenuto con loro. I visitatori potranno vedere il film Models, The Film (1991, 52 minuti) e varie interviste con, tra gli altri, Grace Coddington, Nicole Kidman, Mads Mikkelsen, Cindy Crawford e Nadja Auermann.

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Julianne Moore, Long Island, New York, 2008. Vogue Italia © Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery). Yohji Yamamoto F/W 2008-2009


White Shirts: Estelle LÊfebure, Karen Alexander, Rachel Williams, Linda Evangelista, Tatjana Patitz & Christy Turlington, Malibu, 1988 Š Peter Lindbergh (Courtesy of Peter Lindbergh, Paris / Gagosian Gallery)


FOTOGRAFIA

Icone Questa sezione offre un percorso visivo che si snoda su quattro decenni d’immagini senza tempo, proponendo figure iconiche della cultura pop, da Kate Winslet a Charlotte Rampling, da Eddie Redmayne a Keith Richards, tutte caratterizzate da un potente impatto emotivo. Peter Lindbergh. A Different Vision on Fashion Photography Fino al 14 febbraio 2018 Una mostra concepita, prodotta e realizzata da Kunsthal Rotterdam. In collaborazione con Peter Lindbergh Studio, Parigi e il curatore Thierry-Maxime Loriot. Organizzazione: Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Reggia di Venaria - sale delle Arti, primo piano - P.zza della Repubblica, 4 - Torino. Tel. 011.4992333 prenotazioni@lavenariareale.it www.lavenaria.it

La mostra è accompagnata da una grande monografia del fotografo tedesco pubblicata da TASCHEN e realizzata dalla studio grafico Paprika (Montreal), vincitore di numerosi premi. A conferma della celebrità di Lindbergh nel mondo della moda, le immagini sono contestualizzate da un’introduzione del direttore della Kunsthal, Emily Ansenk, e da un saggio sull’opera di Lindbergh firmato dal curatore canadese Thierry-Maxime Loriot comprendenti contributi di vari collaboratori, tra cui Jean Paul Gaultier, Nicole Kidman, Grace Coddington, Cindy Crawford e Anna Wintour, che attraverso le loro parole offrono una testimonianza dell’unicità e della potenza delle immagini di Lindbergh. Monografia Peter Lindbergh. A Different Vision on Fashion Photography Curata da Thierry-Maxime Loriot. Pubblicata da TASCHEN.

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Morphine Photos by Arron Dunworth Styling by Artyom Shaligin

Black overall ISSEY MIYAKE Blue printed cape VIVIENNE WESTWOOD ANGLOMANIA



Khaki jumper with holes MAISON MARGIELA Black trousers CHAPTER Leather belt STYLIST’S OWN


Blue neoprene coat, jogging trousers and trainers Y-3


Pink slogan sweatshirt SOULLAND


Black overall ISSEY MIYAKE Leather belts STYLIST’S OWN


Brown jacket and trousers ALEX MULLINS (available from www.snatchbook.net)


White Printed Top ALEX MULLINS White overall ISSEY MIYAKE


Black sweatshirt with red logo GOSHA RUBCHINSKIY for SERGIO TACCHINI Black pleated trousers MCQ ALEXANDER MCQUEEN Black leather belt STYLIST’S OWN


Black hooded sweatshirt with red logo strap ABASI ROSBOROUGH Black pleated trousers MCQ ALEXANDER MC QUEEN Photos by Arron Dunworth Styling by Artyom Shaligin Make-up: Abbie May using MAC Cosmetics Hair: Stefan Bertin Model: Aaron Lewins @Models1



Dries Van Noten: 31 anni di successi in 100 sfilate racchiusi in un cofanetto BOOK

Tommy Ton S/S14


MODA

Tommy Ton S/S17



Patrice Stable



Tommy Ton


BOOK

D

urante la Paris Fashion Week per l’autunno-inverno 2017/2018 Dries Van Noten è arrivato al traguardo delle sue prime 100 collezioni. 100 défilés che mettono in luce i suoi tratti distintivi caratterizzati, in parte, dalle stampe geometriche, i motivi optical, i cappotti a vestaglia, le gonne plissettate in lamé scintillante i blazer maschili… 31 anni di successi, dal 1986 ad oggi, celebrati con una pubblicazione composta da un cofanetto, edito da Lannoo Publishers, che racchiude due volumi da 400 pagine ognuno chiamati Dries Van Noten 1-50/ Dries Van Noten 51-100. I volumi, acquistabili anche separatamente, custodiscono moltissimi scatti inediti, foto di backstage, copie degli inviti particolari, immagini dei capi iconici, dei tessuti pregiati, delle sfilate mozzafiato, delle scenografie strabilianti e delle location inusuali. Per le copertine di questo progetto lo stilista ha scelto i due rinomati fotografi

“Mi piace l’idea che questo commemori il mio passato in modo da potermi concentrare sul futuro e continuare ad evolvere da ora come designer” di moda Patrice Stable e Marcio Bastos, mentre i testi sono stati curati da due prestigiose e rinomate penne del settore fashion: Susannah Frankel, per le collezioni donna, e Tim Blanks per quelle dell’uomo. Il progettista, battezzato dalla stampa come lo “stilista celebrale”, ammette: “È entusiasmante avere tutte le sfilate raccolte in quest’oggetto speciale, poter ricordare, leggere e comprendere il contesto e l’ispirazione di uno show attraverso testi e immagini, non solo della passerella in sé ma anche di tutto ciò che la circonda. C’è talmente tanto di me come persona in quello che faccio, che a volte mi spavento. È come se mi mettessi a nudo davanti al pubblico, senza filtro alcuno”. Il designer ha la “stoffa” nel sangue: suo nonno era sarto e in tempo di guerra rilavorava i cappotti dei suoi clienti rovesciandoli, mentre il papà fatto tesoro dei trucchi del mestiere trasmessi di padre in figlio - durante gli anni Settanta ha aperto un emporio sulla Nationalestraat tutt’oggi attivo. Dries Van Noten è cresciuto tra aghi e filo, toppe e orli, decori e cuciture e continua la tradizione non venendo assolutamente meno al savoir-faire artigianale per la sartoria e l’arte del ricamo. L’espressione del suo talento coniuga l’esotico al sofisticato e l’estro all’elegante attraverso tessuti originali e capi costituiti a più strati che strizzano l’occhio alle forme classiche, ai riferimenti militari, all’arte, al cinema, alla musica e ai materiali tecnologici e sperimentali. L’uomo, oltre ad essere famoso per il fatto di non fare assolutamente ricorso alla pubblicità per promuovere le proprie creazioni, è conosciuto anche perché il suo marchio produce esclusivamente prêt-à-porter e nessuna collezione di alta moda. In merito Van Noten afferma: “ Non mi piace mostrare abiti che le persone non possono trovare nei negozi. Mi piace - continua il fondatore della Maison - sognare, creare abiti che facciano star bene, che facciano venir voglia di essere indossati. Amo avere intorno gente felice, ed è a gente così che rivolgo il mio messaggio”. Box Dries Van Noten 1-100 Collections 1-100 Product form: Hardback Number of pages: 912 Dimensions: 300x230 Publisher Lannoo


MOSTRA

Gianfranco Ferré sotto un’altra luce. Gioielli e ornamenti



MOSTRA

Oggetto: Bracciale Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1993, 1997 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 99 (P/E 93), 33 (P/E 97) Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze

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ino al 19 febbraio 2018 Palazzo Madama di Torino ospita la mostra “Gianfranco Ferré. Sotto un’altra luce: Gioielli e Ornamenti”. L’esposizione, allestita nella Sala del Senato, presenta in anteprima mondiale 200 oggetti-gioiello che ripercorrono per intero la vicenda creativa del celebre stilista italiano. I preziosi, esposti insieme ad alcuni capi che rimarcano l’indiscusso legame tra materia e gioiello, si fondono agli abiti diventandone sostanza e anima. Per Gianfranco Ferré l’attenzione ai materiali è sempre stata parte essenziale della sua ricerca e fil rouge del suo lavoro era l’abito: frutto di una complessa elaborazione di semplici forme, sapiente lavorazione artigianale-sartoriale e perfetto equilibrio tra design e arte.

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Oggetto: Collana Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1993 Stagione: Autunno/Inverno Collezione: Prêt-à-Porter Look: 60 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze


MOSTRA

Non per nulla Ferrè era denominato “L’architetto della moda” e lui stesso affermava: “Nel mio processo di elaborazione creativa, anche quando è applicato all’oggetto-gioiello, si manifesta una grande passione per la ricerca. È nella mia natura partire dalla preziosità autentica, dall’appeal senza tempo insito nel riverbero dei metalli nobili, nei riflessi incantati delle pietre dure, nei bagliori magici del cristallo più puro. È una dichiarazione d’amore, fedele e mai dimenticata, per tutto ciò che è scritto nel DNA del lusso autentico. A questo si affianca il gusto, in me ugualmente innato, per la sperimentazione che si esprime, per esempio, nella reinterpretazione di materie “povere”, storicamente estranee alla cultura del gioiello, come la paglia, la rafia, il legno, il cuoio, la rete. Oppure dei materiali figli della cultura industriale, come l’intera gamma dei metalli – dal ferro da fonderia, al rame, al bronzo – o il plexiglas, la resina, o ancora la pasta di vetro. Materie, che per me sono fondamentali per conferire al lusso una connotazione nuova, più articolata e fluida, più sfumata, più ricca e stimolante”.

Oggetto: Collana Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1991 Stagione: Autunno/Inverno Collezione: Prêt-à-Porter Look: 110 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze


MOSTRA

Oggetto: Bracciale Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1993 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 172 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze

L’appuntamento vanta un’accurata selezione di magnifici pezzi che hanno calcato le passerelle internazionali dal 1980 al 2007 diventando veri e propri oggetti del desiderio di molte donne. Fascino, eleganza, charme: le sue creazioni sono frutto d’incessante ricerca e del piacere che lo stilista provava nel plasmare la materia ecco che i suoi gioielli alle volte vestivano il corpo come abiti rimarcandone i punti-chiave della figura, altre, invece, erano più contenuti e fungevano da pionieri di sofisticata eleganza. Ed è grazie alle sue parole che il concetto prende forma: “Nel gioiello, un mondo. O meglio il mondo. Da sempre oggetto d’incommensurabile valenza simbolica, per me il gioiello concretizza un’infinità di riferimenti, di rimandi, di sguardi alle realtà più disparate, tanto reali quanto oniriche da cui traggo ispirazione. In ciò non sento la minima differenza tra ‘sognare’ un abito o un gioiello. Perché è del tutto simile l’impulso a ritrovare stimoli e suggestioni in un orizzonte infinitamente eterogeneo, privo di confini temporali non meno che spaziali”.

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MOSTRA

Oggetto: Collana Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1997 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 58 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze

Per Ferré l’ornamento è stato sempre una passione, legata in modo inscindibile alle collezioni moda e risultato di un approccio appassionato e spesso innovativo, mai inferiore a quella riservata all’abito. Come afferma la curatrice della mostra Francesca Alfano Miglietti: “Ferré costruisce una zona franca all’interno di un proprio mondo di riferimento, elaborando ogni oggetto sulla scia di un sistema di classificazione generale di concetti che diventano oggetti. E così pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski, e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo, nel susseguirsi di un incantato orizzonte di spille, di collane, di cinture, di anelli, di bracciali, e di monili. Per Ferré l’ornamento non è il figlio minore di un prezioso, ma un concetto di eternità che deve rappresentare l’immanenza del presente”.

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L’esposizione è organizzata e prodotta da Fondazione Gianfranco Ferré e Fondazione Torino Musei, mentre il progetto espositivo è stato realizzato dall’architetto Franco Raggi. Ecco che l’ambiente d’immenso pregio architettonico della Sala del Senato di Palazzo Madama, messo a contrasto con le strutture minimaliste ed essenziali in ferro e vetro dell’allestimento, crea una sorta di gradevolissima opposizione che non solo mette in risalto la fantasiosa bellezza dei gioielli disegnati da Ferré, ma regala l’illusione di un’accennata e percettibile fluttuazione di volo. Gianfranco Ferré nasce a Legnano (MI) il 15 agosto 1944. Dopo la Laurea in Architettura conseguita nel 1969 al Politecnico di Milano, ottiene un primissimo successo come creatore di bijoux e accessori. Seguono la nascita del suo Prêt à Porter femminile, nel 1978, e la fondazione della so-

Oggetto: Spille Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1991 Stagione: Autunno/Inverno Collezione: Prêt-à-Porter Look: 125 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze


Oggetto: Bracciale Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1997 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 34 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze


MOSTRA

Oggetto: Collana Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1993 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 131, 139 Produttore: Accessori Moda Design - Milano

cietà che porta il suo nome. Al lancio dell’abbigliamento maschile, nel 1982, e alla creazione di una gamma articolata di collezioni e di accessori realizzati su licenza, si aggiunge l’esperienza dell’Alta Moda, tra il 1986 e il 1989, le cui collezioni vengono presentate a Roma. A seguire il prestigioso incarico presso la maison Christian Dior, di cui Gianfranco Ferré è Direttore Creativo dal 1989 al 1996 per le linee femminili. Negli anni successivi vengono sviluppate numerose altre linee e si susseguono altrettanti, significativi progetti. Nel marzo 2007 lo stilista è nominato Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Gianfranco Ferré muore prematuramente il 17 giugno di quello stesso anno. 79


Oggetto: Bracciali Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 2001 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 43 Produttore: SF Italia - Vigevano

“Gianfranco Ferré sotto un’altra luce - gioielli e ornamenti” fino al 19 febbraio 2018 Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica Piazza Castello 10122 Torino Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (chiuso il martedì) La biglietteria chiude alle 17.00 Tel. +39.011.4433501


Oggetto: Bracciale Disegnato da: Gianfranco Ferré Anno: 1992 Stagione: Primavera/Estate Collezione: Prêt-à-Porter Look: 82 Produttore: Il Gioiello di Firenze - Firenze 81


After Party Photos by Andrea Sartore Designer: Racha Farah


Fur ZARA Bracelet MORELLATO T-shirt GILDAN


Dress RACHA FARAH Bracelets MORELLATO



Dress RACHA FARAH Bracelets MORELLATO


Fur ZARA Bracelet MORELLATO T-shirt GILDAN


Dress RACHA FARAH Coat ELEMA


Photos by Andrea Sartore - www.fotografoandrea.it in collaboration with modelmanagement.com Designer: Racha Farah Make-up and hair: Ladyaah Beauty Model: Olga Mikhaljova @Lovebirds Management - Budapest Location: Paris


“The Cal” 2018: BACKSTAGE

sono di “colore” le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie



BACKSTAGE

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l Calendario Pirelli si tinge di fantasy e punta tutto sulla quintessenza del fascino black. Il progetto per il 2018 firmato da Tim Walker cattura in immagini il surreale mondo dei sogni. I suoi 12 mesi evocano il racconto pubblicato per la prima volta nel 1865 dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson conosciuto sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll: “Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”. Parola d’ordine? Stupire, del resto non è una novità quando si parla di “The Cal”™, ma questa volta il concetto di “meraviglia” fa volentieri a meno dei nudi e delle provocazioni banali e spinge il fruitore ad analizzare e a confrontarsi con un concetto più concreto e meno astratto, o per dirlo usando una definizione tanto in voga “socialmente corretto”. È lo stesso Tim Walker che con la sua dichiarazione “Nessun’altra Alice come la mia! Ma chiunque può essere Alice“, lasciava già intendere molto senza, in sostanza, svelare nulla. Poi c’è il “colore” e non ci riferiamo alla carnagione del cast, ma alla scelta di non scattare in bianco e nero – decisione in passato adottata raramente. Il contrasto tra il “nero”, filo logico dei personaggi, e la varietà di colori degli abiti e della scenografia è di per sé già la trama rivisitata di una storia senza tempo. Ecco che le vibranti tinte immediatamente catalizzano l’attenzione e le diverse

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sfumature creano ombre e lievi contrasti volti a definire e a dare profondità. Le creazioni di Comme des Garcons, sotto la guida attenta dello stylist Edward Enninful, splendono di luce propria e pongono l’accento sui volumi, le forme e le geometrie appartenenti ad una realtà palpabile, purtroppo, solo nella fantasia. L’artista che ha creato i set visionari per l’Alice di Tim Walker è Shona Heath: una dei più conosciuti set designer e direttori creativi britannici che durante la sua carriera si è occupata di ideare set per la moda,



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la fotografia, il cinema e l’arte. In merito al progetto la donna afferma: “C’è un’energia che voglio portare nelle immagini; voglio viverle come storie. Se riesco a stupirmi, allora ho fatto il mio lavoro. Il set design è simile a un collage tridimensionale che crea nuove storie e relazioni con oggetti, colori, texture e luoghi”. È proprio in questo set che le immagini di Tim Walker si trasformano in veri e propri tableaux vivants. Con questi preamboli è difficile credere che l’idea originale fosse solo quella di raccontare “una storia come nessuno aveva fatto prima”, come ha dichiarato lo stesso Tim. O forse sì, del resto la realtà spesso supera la stessa immaginazione. Non dimentichiamoci, però, che sono i tempi che corrono a guidare le storie reali o fantastiche in una determinata direzione e che sono le battaglie sociali a dare un posto nel mondo a chi viene etichettato come diverso. Senza la rivoluzione di molti movimenti oggi non avremmo una drag queen (RuPaul), nelle vesti della Regina di cuori, una modella africana albina (Thando Hopa) nei panni della Principessa di Cuori e nel ruolo di Alice la sudanese indossatrice Duckie Thot. Che in questo caso lo si dica o meno, il mondo ha bisogno di una società più aperta ad accogliere le differenze e Tim Walker è sicuramente fra i più colti, i più originali ed i più influenti fotografi contemporanei 96


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ed è quello che più di ogni altro ha un talento indiscutibile per lo storytelling. Non a caso questa è anche la storia della vita. Le sue immagini cavalcano la magia del mezzo fotografico per diventare, attraverso una complessa narrazione scenografica, delle autentiche opere d’arte. Un successo non di certo ottenuto per caso visto la meticolosità che l’uomo dedica ed impiega per rendere speciale ed unico anche il più minuzioso dettaglio del suo progetto. Nella sua arte fantasia e realtà viaggiano su due binari paralleli e di pari passo, senza mai scontrarsi, permettono al progetto di muoversi e di districarsi tra i canoni classici del passato, i trend contemporanei e la cultura innovativa.


Il calendario Pirelli ha intrapreso una strada che strizza l’occhio al sociale due anni fa con l’idea, poi concretizzata, di utilizzare come modelle le donne di successo appartenenti al mondo dello sport, della cultura e dello spettacolo, vestite di sana pianta. L’anno dopo Peter Lindbergh ha dato spazio alle giovani di tutte le età, rigorosamente abbigliate, rimarcando la bellezza senza tempo e oggi il connubio tra impatto emozionale - fortunatamente diverso per ognuno di noi - e il valore della collettività - principio ancora sconosciuto a molti- è rimasto saldo. Come scrisse Émile Chartier: “Niente è più pericoloso di un’idea quando questa idea è l’unica che si ha”.


Look “Waves of Stone” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Gaudadilidoux AcidulĂŠ Photos by Greg Alexander art director SĂŠbastien Vienne


Look “Passeig de Gràcia” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “La Sagrada Família” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions



Look “Warriors-Chimneys” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Colonia Güell” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Artigas Gardens” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Garden of Sculptures” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Casa Vicens” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Foutain in Plaça Cataluny” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions



Look “Casa Batllo” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Church of Güell” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Casa Calvet” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Palau Güell” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions


Look “Casa Botines” by Patuna Couture © Méphistophélès Productions Photos by Greg Alexander Art director: Sébastien Vienne Assistant: Romane Sorin Hair & Make-up: Carine Larchet Model: Samantha @Mademoiselle



Brotherhood Photos by NICK THOMPSON Styling by ARTYOM SHALIGIN


Grey turtle neck sweater CANALI - Trousers PAUL SMITH - Coat MISSONI - Black hat MOSCHINO


Grey lurex shirt BOTTEGA VENETA - Trousers LES HOMMES - Coat CANALI - Shoes CHRISTIAN LOUBOUTIN


Grey turtle neck sweater CANALI - Grey coat BOTTEGA VENETA - Silver rings MODEL’S OWN


Golden shirt and coat MAISON MARGIELA


White shirt ALEXANDER MC QUEEN - Navy coat CASELY-HAYFORD


Black shirt and blazer LES HOMMES - Black puffy jacket DSQUARED2


White shirt, leather coat and trousers BOTTEGA VENETA - Shoes ALEXANDER MC QUEEN - Hat, gloves and necklace MOSCHINO


Sweater and purple coat CANALI - Green trousers PAUL SMITH - Red shoes CHRISTIAN LOUBOUTIN


Total look ALEXANDER MC QUEEN


Shirt DSQUARED2 - Black studded jacket LES HOMMES


Photos by Nick Thompson Styling by Artyom Shaligin Hair: Enzo Volpe using Fudge Haircare Make-up: Abbie May using Mac Cosmetics Photography assistant: Jakub Glosser Styling assistant: David Johnson Models: Alex Dragulele @Premier - Felix Edwards @Storm - Ben Archer @Img

Black shirt LES HOMMES - Black trousers, jacket and boots DSQUARED2 - Gold chain necklace MOSCHINO


Salvatore Ferragamo “1927 il ritorno in Italia” MOSTRA

Salvatore Ferragamo, Sandalo, 1930 Tomaia in raso e capretto, tacco in ottone con laccio alla caviglia in cordoncino di passamaneria in seta. Il modello è appartenuto alla Contessa Alessandra della Gherardesca Spalletti. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz


Federico Melis, Anfora sardesca, 1927 Ceramica invetriata / Urbania (PU), Musei Civici del Palazzo Ducale. Foto Arrigo Coppitz


Salvatore Ferragamo, Scarpa chiusa “Autumn�, 1926 Tomaia in tessuto di lino pitturato a mano a motivo vegetale. Riproduzione moderna da una fotografia. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz


MOSTRA

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uest’anno ricorrono i novant’anni dal ritorno di Salvatore Ferragamo in Italia dopo la lunga esperienza dodicennale negli Stati Uniti. In occasione di quest’importante anniversario, il Museo Salvatore Ferragamo propone una mostra che, assumendo come filo conduttore il tema del viaggio, si apre ad una panoramica sull’Italia degli anni Venti: decennio al quale oggi guardiamo come una vera fucina d’idee e di sperimentazione, con mente aperta e scevra da pregiudizi e condizionamenti ideologici. Passione? Desiderio di svolta? Voglia di sapere e d’imparare arti nuove? Chissà che cosa ha spinto Salvatore Ferragamo, non ancora diciasettenne, a lasciare Napoli nel 1915 e ad imbarcarsi, passeggero di terza classe sulla nave Stampalia, per gli Stati Uniti. Possiamo immaginare che, oggi come ieri, questo viaggio altro non fosse che un percorso di conoscenza, come accade attualmente a molti giovani che lasciano l’Italia per studiare all’estero, volto a perfezionare, in questo caso, un talento innato.

Salvatore Ferragamo, Francesina, 1929 Tomaia in capretto con decorazione asimmetrica in lucertola. Il modello è appartenuto alla Contessa Alessandra della Gherardesca Spalletti. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz

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MOSTRA

Il calzaturificio Ferragamo in via Mannelli 57, prossimo alla stazione ferroviaria di Campo di Marte. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo

Edina Altara, Donna Sarda, 1930 c. Mattonella in terracotta dipinta e invetriata, cornice in legno intagliato. Courtesy Wolfsoniana, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova

Non dimentichiamoci, comunque, che Ferragamo non si era imbarcato per cercare lavoro seguendo il destino di molti conterranei, un mestiere e un’attività Salvatore li aveva già: era un provetto ciabattino a Bonito, comune della provincia di Avellino, e a undici anni era già proprietario di una bottega con sei lavoranti, tutti più vecchi di lui, dove realizzava scarpe su misura per le signore del paese. Tuttavia il talento per emergere non basta, alle volte è la sana ossessione la chiave di svolta di ogni artista e Ferragamo nutriva quest’amore incondizionato e viscerale per le calzature, ed è proprio il desiderio di creare la scarpa perfetta che lo aveva condotto prima a Napoli e poi negli Stati Uniti. L’America gli era sembrata il posto giusto per soddisfare la sua sete di sapere. In quel Paese erano state inventate le prime macchine per cucire la tomaia alla suola e l’industria calzaturiera aveva raggiunto elevati livelli di sviluppo impensabili per l’Italia. L’esperienza lontano da casa si protrae per ben 12 anni, periodo nel quale il ragazzo diventato 134


Pippo Rizzo, Il nomade, 1929. Olio su tela. Palermo, Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”

Guido Ferroni, La giostra, 1920 c. Olio su tela. Gabinetto fotografico del Polo Museale Regionale della Toscana.

uomo non solo aveva imparato tutto quello che c’era da conoscere sulle scarpe, sulle misurazioni, sulla calzata, ma era diventato famoso con la sua bottega di riparazioni e di scarpe su misura a Santa Barbara. In seguito quest’attività gli ha permesso di aprire nel 1923 un elegante negozio a Hollywood frequentato dalle celebrità del cinema. Un successo al quale la stampa non rimane indifferente e che lo consacra “calzolaio delle stelle ”. Ferragamo era una persona sveglia e intelligente e sapeva benissimo che nonostante l’America in quegli anni fosse la patria della “gioia di vivere” - caratterizzata dal divertimento sfrenato, musiche, balli, emancipazione femminile - solo in Italia avrebbe potuto trovare artigiani della calzatura così bravi da soddisfare

Edina Altara, S’Isposa, 1919. Collage di carte colorate Courtesy MAN 2017, Nuoro

Roberto Rosati, Ceramiche Palazzi, Roma, Piatto con volto di giovinetta, 1926 c. Terracotta dipinta sotto vetrina Faenza (RA), MIC Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza


Salvatore Ferragamo, Scarpa in due pezzi, 1930 Tomaia in raso ricamato, merletto di Tavarnelle e capretto. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz


Tona Scano, Donna in costume, 1928. Olio su tela Courtesy MAN 2017, Nuoro

le attese delle sue esigenti clienti e mantenere costante il livello di qualità che era riconosciuto ai suoi modelli. Ecco che nel 1927 Salvatore ritorna nella sua terra nativa con un progetto nella testa ben chiaro: mettere al servizio dei calzolai italiani gli insegnamenti più avanzati che aveva appreso in California e coniugarli con l’esperienza artigianale locale. Il principio è quello che oggi ci si auspica da chi lascia l’Italia per approfondire le proprie conoscenze professionali: tornare un giorno e mettere a disposizione il proprio sapere a beneficio del Paese. L’idea iniziale era di impiantare una fabbrica di scarpe fatte a mano da spedire in modo continuativo negli Stati Uniti, e ripartire prima possibile per la California per seguire direttamente il negozio e la clientela. Il progetto è attuato solo in parte. Salvatore non si limita ad aprire un laboratorio a Firenze, città da lui eletta in virtù 137


MOSTRA

Antonio Maraini, Eva, 1923. Gesso dipinto con tracce di doratura. Il bronzo fu esposto alla Prima Mostra Biennale di Monza,1923. Firenze, Collezione privata. Foto Arrigo Coppitz

Vittorio Zecchin, Coppa delle vestali, 1919. Pasta di vetro trasparente e policroma. Gardone Riviera (BS), Fondazione il Vittoriale degli Italiani - Archivio Iconografico.

dell’indiscussa notorietà come simbolo della cultura e dello stile nazionale, ma decide di stabilirsi definitivamente nel capoluogo toscano. Tornerà negli Stati Uniti solo occasionalmente per seguire i negozi e la sede che aprirà in seguito a New York. Ferragamo arriva nel capoluogo toscano in un momento in cui si parla di ritorni: ritorno all’ordine, ritorno al mestiere, ritorno alla grande tradizione nazionale. La mostra narra proprio la storia di quest’attraversamento: un attraversamento di praticità, la fondazione di un’industria; un attraversamento di gusto, la percezione che Salvatore Ferragamo ha della cultura del suo tempo. Una storia, sviluppata per capitoli, che il pubblico potrà analizzare nel suo insieme come un romanzo di formazione. Per il designer gettare un ponte fra la sua patria d’origine e la realtà americana rappresenta forse il coronamento ideale della giovanile scelta migratoria, in un momento in cui la realtà delle economie europee appare in fase di ristrutturazione dopo la crisi seguita alla prima guerra mondiale. Ma non è questa l’unica motivazione che spinge Ferragamo a cambiare in modo così radicale il suo programma. L’Italia appare a chi arriva da fuori, dopo tanto tempo di lontananza, un Paese nuovo. Negli Stati Uniti, luogo da cui proviene Ferragamo, l’avvento del fascismo e di Mussolini al governo è stato accolto positivamente, come il giusto rimedio all’instabilità politica in cui gravava 138

Sartoria parigina, Abito da sera, 1925 c. Crespo di seta, ricamato ad ago con perle di vetro. Prato, Museo del Tessuto. Foto Arrigo Coppitz

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Salvatore Ferragamo prende la misura della linea mediana della cliente e del suo piede in “Gran Bazar”, 1928 Museo Salvatore Ferragamo, Firenze

Maria Monaci Gallenga, Cape Manteau, 1925 c. Velluto tagliato unito, stampato; seta, stampa a blocchi con pigmento metallico. Prato, Museo del Tessuto Foto Arrigo Coppitz

Giuseppe Piombanti Ammannati, Ponte Santa Trinita, 1925 Tempera su cartone. Courtesy 800/900 Artstudio, Livorno-Lucca Foto Arrigo Coppitz

Salvatore Ferragamo, Décolleté “Labirinto”,1927-1930 Tomaia in capretto ricamato a motivo geometrico “Labirinto” in filo di seta. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz


l’Italia nel primo dopoguerra. Lo stato italiano sembra indirizzato a mettersi al passo con gli altri Paesi europei sul cammino della modernità, alla ricerca di uno stile nuovo, in grado di soddisfare le esigenze e le attese della moderna collettività e che possa definirsi, per la prima volta dall’Unità del Paese, veramente italiano. La base di partenza è rappresentata dal concetto di unità delle arti, urbanistica, architettura, tecnologia e artigianato, a cui era connesso il recupero del mestiere e della tradizione della bottega rinascimentale, considerata il perfetto esempio di sincretismo. Di conseguenza emerge l’importanza della figura dell’artista-artiere, cui si attribuisce un ruolo etico e politico di spirito guida dei tempi nuovi. Il punto cardine del progetto è la straordinaria affermazione delle arti applicate, che vivono una stagione di grande fermento creativo con la nascita a Monza nel 1922

Salvatore Ferragamo, Scarpa chiusa, 1925. Tomaia in camoscio con motivo a ventaglio alla scollatura e al tallone e decorazione sulla tomaia in strisce ondulate di camoscio. Riproduzione moderna da una fotografia. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz


Società Ceramica Richard-Ginori, Gio Ponti, Piatto “Donatella”, 1924 Maiolica dipinta. Foto Arrigo Coppitz per Museo. Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, Sesto Fiorentino (FI)


Gio Ponti ed Emilio Lancia, Casa delle vacanze. Quarta Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative ed Industriali Moderne di Monza, 1930. Veduta del soggiorno. Archivio Fotografico Š La Triennale di Milano

RAM (Ruggero Alfredo Michahelles), Fanciulla primitiva, 1927. Bronzo. Courtesy, Archivio THAYAHT & RAM, Firenze. Foto Arrigo Coppitz

M. Pilliteri Merlet Palermo, Completo di abito e soprabito, 1924-25 c. Crespo di seta con decorazione a soutache. Roma, Collezione Enrico Quinto e Paolo Tinarelli. Foto Arrigo Coppitz

Luigi Figini e Gi Presentata da La Rinascen Internazionale delle Art Veduta della cucin


ino Pollini (con Piero Bottoni), Casa Elettrica. nte e S.A. De Angeli-Frua. Quarta Esposizione Triennale ti Decorative ed Industriali Moderne di Monza, 1930. na. Archivio Fotografico © La Triennale di Milano

Fortunato Depero, La ciociara, 1919. Olio su tela. Courtesy © 1999-2017 Christie’s International Real Estate

MOSTRA

dell’Università delle Arti e l’organizzazione, dal 1923 fino al 1930, nella Villa Reale di Monza, di esposizioni biennali, successivamente confluite nelle Triennali di Milano. Il percorso espositivo si suddivide in otto sezioni (Sala 1 – Il ritorno di Salvatore Ferragamo in Italia. Sala 2 – Firenze Novecento. Sala 3 – Folclore e arti decorative in Italia. Sala 4 – Donne italiane. Sala 5 – La Firenze “industriosa” degli Anni Venti. Sala 6 – La casa italiana. Sala 7 – Il corpo a pezzi. Sala 8 – Il corpo e la sua estetica) accompagnate da capolavori della pittura e dell’arte di un certo spessore. Tra le tante opere citiamo: “Il nomade” - olio su tela, 1929, dalla Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo” di Palermo - che rappresenta il viaggiatore moderno pronto ad allargare il suo orizzonte mentale di esperienze e di opinioni, la bellissima produzione del Triveneto rappresentata da Vittorio Zecchin, i vasi di Gio Ponti per la Richard-Ginori, i disegni di Carlo Scarpa, le maioliche di Cantagalli, le coppe in vetro inciso di Balsamo Stella, i tessuti di Lisio… Un appuntamento con l’arte nell’arte.

Paola Borboni nel 1925. Imagno / Getty Images 143


Vittorio Zecchin, Meduse, 1919-1923. Arazzo ricamato su seta. Courtesy Collezione privata, Venezia


1927 il ritorno in Italia Museo Salvatore Ferragamo

Palazzo Spini Feroni, Firenze Fino al maggio 2018 Orario: 10.00 - 19,30 Giorni di chiusura 1 gennaio, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre Offerta di visite guidate con operatori specializzati, Servizio di audioguide Prenotazioni per gruppi da richiedere via e-mail a: Museoferragamo@ferragamo.com o al numero tel.+39 055 3562466

Salvatore Ferragamo, Due pezzi “The Star�, 1926 Modello con cinturino in camoscio con applicazione di polvere di strass a motivo di stelle. Riproduzione moderna da una fotografia. Firenze, Museo Salvatore Ferragamo. Foto Arrigo Coppitz



Amsterdam Canal Family Home DESIGN


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hi ci segue sa che ad Amsterdam, negli ultimi anni, molti dei vecchi edifici che circondano i canali sono stati riqualificati per rivivere come eleganti residenze. Nei numeri precedenti vi abbiamo già parlato di alcuni di questi progetti e visto l’interesse che ruota attorno all’argomento abbiamo deciso di ritornarci. Questa volta vogliamo parlarvi di una residenza di tre piani, abbandonata da qualche tempo, messa completamente a nuovo dall’architetto Sander van Eyk dello studio Cocoon Living che ha dato lustro e nuova immagine all’abitazione mantenendo integro lo spirito da esploratore dei padroni di casa: una famiglia appassionata di viaggi. Gli elementi decorativi sono, infatti, cimeli e ricordi dei viaggi vissuti dai committenti che, seppur del tutto differenti per provenienza geografica e storica, sono stati inseriti con sapienza all’interno del contesto contemporaneo. È così che ritroviamo nel bagno dei lampadari Versailles in stile barocco accanto ad alcune conchiglie provenienti da spiagge tropicali, o ancora lo specchio del soggiorno, che richiama la sua origine centrafricana, sistemato non distante da un ibis scarlatto, uccello del Sud America il cui piumaggio brillante attira inevitabilmente lo sguardo. 148


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A padroneggiare lo spazio sono il bianco e la luce che creano ambienti aperti pensati per enfatizzare ed incorniciare gli arredi presenti. A rompere quest’armonia è solo il prezioso pavimento a spina di pesce in legno scuro, che richiama l’anima antica della dimora. Protagonista della sapiente ristrutturazione è HI-MACS® una pietra acrilica della massima qualità in grado di assumere qualsiasi forma impiegata in architettura e interior design per realizzare a forme scultorie dalle prestazioni elevate (in questo progetto utilizzata in bagno e in cucina). “La famiglia - ha dichiarato Sander van Eyck - mi ha affidato l’intera esecuzione del progetto: dalla disposizione, all’arredo, dall’illuminazione alla progettazione personalizzata della cucina e della zona wellness”. Non perdiamo tempo e scopriamo insieme i vari ambienti. Spazioso e luminoso il ricco soggiorno si presenta con stucchi, boiserie ed eccentrici oggetti decorativi. Elemento centrale dello spazio è il grande tavolo rotondo che invita alla convivialità e rappresenta il simbolo della quotidianità del grande nucleo familiare. Una monumentale cappa in ottone massiccio lavorato a mano e una parete in marmo bianco di Carrara definiscono, a contrasto, l’ambiente 152


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cucina. Nel bagno la luce e le finiture bianche trovano la loro massima espressione e contribuiscono a rendere visivamente più pulita e spaziosa la zona di soli 9,5 metri quadrati. I lavabi, posti uno di fronte all’altro, lasciano al centro della stanza un ampio spazio per la vasca da bagno. Il gioco di specchi, poi, dilata all’infinito la prospettiva, creando un effetto optical sorprendente. Completa questa zona il grande lampadario dorato che, assieme ai pochi elementi neri, interrompe il candore uniforme dello spazio, donandogli calore.

Amsterdam Canal Family Home

Architetto/Progettista: Sander Van Eyck: COCOON LIVING http://cocoon-living.nl Fotografo: Pam Kat Fotografie Materiale: HI-MACS® Alpine White www.himacs.eu Fabbricante di HI-MACS®: Vincent Vd Burg Meubelmakerij

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Picasso ARTE

“La pittura è più forte di me, mi fa fare quello che lei vuole”. 
Capolavori dal Museo Picasso di Parigi

Pablo Picasso - Portrait de Marie-Thérèse (Paris, 6 gennaio 1937) - Olio su tela, 100 x 81 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017


Pablo Picasso - Les Baigneuses (estate 1918) - Olio su tela, 27 x 22 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017


ARTE

Pablo Picasso - Portrait de Nusch Eluard (Parigi, autunno 1937) - Olio su tela, 92 x 65,2 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017


ARTE

Pablo Picasso - Les Amoureux (1919) - Olio su tela, 185 x 140 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017

S

ono ben 50 i capolavori provenienti dalla collezione del Museo Picasso di Parigi protagonisti della grande mostra retrospettiva che, dal 10 novembre 2017 al 6 maggio 2018, il Palazzo Ducale di Genova dedica a Pablo Picasso. L’esposizione si inserisce nell‘ampio progetto “Picasso-Méditerranée” e coinvolge più di sessanta istituzioni e si protrarrà fino alla primavera 2019. L’appuntamento itinerante, fortemente voluto dal Musée National Picasso-Paris, rappresenta una nuova esperienza culturale, dedicata a rinsaldare i legami tra i Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. È bene rimarcare che i dipinti che caratterizzano questa esposizione sono quelli che Picasso custodiva gelosamente nei suoi atelier e che hanno sempre accompagnato l’artista fino alla morte nel 1973. Sono lavori che hanno ornato i muri delle sue case, popolato i suoi laboratori, che l’hanno seguito in tutti i suoi spostamenti e che silenziosamente sono stati gli occhi e le orecchie del 161


ARTE

Pablo Picasso - Portrait de Dora Maar (Parigi, 23 novembre 1937) - Olio su tela, 55 x 46,3 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017

geniale, ribelle, passionale, ludico, ironico artista sin dagli esordi parigini del Bateau-Lavoir fino alla sua ultima dimora nella campagna provenzale. Un legame arte- vita imprescindibile e invalicabile, quasi necessario e oggi palpabile grazie anche alle cospicue fotografie esposte all’interno della rassegna, che lo ritraggono accanto alle opere. Non dimentichiamoci che quest’uomo è stato il pittore che maggiormente ha contrassegnato l’arte del Novecento, rivoluzionandone il metodo e i canoni estetici rinunciando ai virtuosismi in approccio a un’arte diretta, vigorosa e vitale. Dagli studi preparatori per le Demoiselles d’Avignon fino alle opere tardive degli anni Settanta, l’esposizione ripercorre oltre mezzo secolo di sperimentazioni e testimonia la straordinaria varietà che caratterizza la pittura dell’artista mettendo in risalto un percorso tematico e cronologico che approfondisce e 162


ARTE

Pablo Picasso - Buste de femme au chapeau rayé (Parigi, 3 giugno 1939) . Tempera su tela, 81 x 54 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017


ARTE

Pablo Picasso - Femme assise devant la fenêtre (Le Tremblay-sur-Mauldre, 11 marzo 1937) Olio e pastello su tela, 130 x 97,3 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017


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Pablo Picasso - Portrait de MArie-Thérèse (Parigi, 4 dicembre 1937) - Olio e matita su tela, 46 x 38 cm Musée National Picasso-Paris, Parigi © Succession Picasso, by SIAE 2017

illustra i diversi contesti in cui il genio creativo creava i suoi capolavori. Ma non solo: il rapporto di Pablo Picasso con la pittura oscilla, per tutto il Novecento, tra la propria perizia tecnica e i continui dubbi nei confronti della sua stessa arte. In dieci sezioni l’esposizione si concentra e illustra la storia di questa lotta che lo stesso Picasso riassume, dieci anni prima della sua morte, con alcune frasi scarabocchiate su un quaderno da disegno: “La pittura è più forte di me, mi fa fare quello che lei vuole”. L’ultima dichiarazione che ci rimane di Picasso è questa: “Tutto ciò che ho fatto è solo il primo passo di un lungo cammino. Si tratta unicamente di un processo preliminare che dovrà svilupparsi molto più tardi. Le mie opere devono essere viste in relazione tra loro, tenendo sempre conto di ciò che ho fatto e di ciò che sto per fare”. PICASSO. Capolavori dal Museo Picasso di Parigi Appartamento del doge, Palazzo Ducale - piazza Matteotti, 9 - Genova Lunedì: 11:30 - 19:30. Da martedì a giovedì: 9:30 - 19:30. Venerdì: 9:30 - 22:00. Sabato e domenica: 9:30 19:30. La biglietteria chiude un’ora prima. Info e prenotazioni: 010 9280010 165


CONQUISTADOR Photos AND STYLING by CLAUDIA DIAZ MARQUEZ

Cashmere pullover ARMANI Cloth MANGO Cowboy hat PRIVAT



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Cloth MANGO Pants MAISON JEAN-PIERRE Cashmere pullover ARMANI Boots WORLD OF WESTERN Cowboy hat PRIVAT


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Boots WORLD OF WESTERN Pants and shirt MAISON JEAN-PIERRE Jeans jacket MUSTANG Suede jacket VINTAGE Belt PRIVAT


Suit HARRY BROWN Revolving hat PRIVAT Shoes PROPHECY Shirt RITES Jacket DIESEL Tie HUGO Scarf TESSILE CHITI


Photos and styling by Claudia Diaz Marquez Photo assistant: Camila Noirz M&H: Valdete Murati All YSL Boysdare Model: David Koch



Joan Miró Untitled, 1968-72 Oil, acrylic, charcoal and chalk on canvas 130,6x195,5 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet

ARTE

“Miró! Sogno e colore”


Joan Miró Untitled, 1978 Oil on canvas, 92x73 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet


Joan Miró Untitled, 1973 [ant] Oil on canvas, 195x130,5 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet


Joan Miró Untitled, 1975-78 Oil and pencil on plywood, 100x64,5 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet


Joan Miró Maquette per Gaudí XII, 1975 [ca] Gouache, ink, pencil, pastel and collage on paper, 31,3x19,7 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet


ARTE

Joan Miró Untitled, 1978 Oil and wax crayon on masonite, 73x56 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet

Joan Miró Untitled, Undated Oil on canvas, 162,3x131 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet

È

a Joan Miró, uno dei massimi interpreti del Novecento, che Musei Reali dedica “Miró! Sogno e colore”: una straordinaria esposizione composta da ben 130 opere quasi tutte di grande formato. La mostra presenta la produzione degli ultimi trent’anni della vita dell’artista: un periodo indissolubilmente legato alla “sua” isola e ad alcuni dei suoi temi prediletti come le donne, gli uccelli e i paesaggi monocromi. In mostra, anche, i lavori creati con l’utilizzo della tecnica materica su compensato, cartone e materiali di riciclo, lavorati interamente con il solo uso delle mani. Non mancano le sculture, frutto delle sperimentazioni che fece con diversi materiali, collage e “dipintioggeto”. Nelle opere di Miró è forte il senso di appartenenza a Maiorca, sua terra d’origine. Ed è proprio qui che il pittore decise di far erigere un laboratorio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli. Uno studio unico ricostruito scenograficamente all’interno degli spazi di Palazzo Chiablese con gli oggetti originali. Ed è ancora nella sua madrepatria che la Fundació Pilar i Joan Miró custodisce una collezione donata dall’artista, e da sua moglie, che conta 5000 pezzi e che conserva ancora i pennelli, le tavolozze e gli attrezzi del mestiere rimasti lì dal giorno in cui è morto, come lui li aveva lasciati. L’opera di Joan Miró ha aperto la strada ad una nuova concezione della pittura basata su un linguaggio visivo, fisico, materico e su codici pittorici innovativi che portarono un importante cambiamento nella pratica artistica contemporanea dando una direzione nuova all’arte del XXI secolo e influenzando le generazioni successive di pittori, di scultori e d’incisori in tutto il mondo. L’appuntamento, suddiviso in cinque sezioni, presenta le opere realizzate durante l’ultimo ciclo creativo dell’artista - quello più dinamico, innovativo e meno conosciuto - e si basa completamente sull’idea che l’artista aveva della propria opera. Il risultato è una sorta di monologo interiore e, al tempo stesso, un dialogo con il pubblico.

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Joan Miró Maqueta para Gaudí X / Maquette for Gaudí X, 1975 [ca] Gouache, ink, pencil, pastel and collage on paper, 30,2x25,2 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet


Joan Miró Femme dans la rue, 1973 Oil on canvas, 195x130 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet


Joan Miró Untitled, 1974 ca Acrylic on canvas, 162,5x130,5 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet

Miró! Sogno e colore è una mostra organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Musei Reali di Torino e Gruppo Arthemisia, con il patrocinio e il supporto di Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca e vede come curatore scientifico Pilar Baos Rodríguez. Orario apertura (la biglietteria chiude un’ora prima) lunedì 14.30 - 19.30; martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 - 19.30; giovedì 9.30 - 22.30 Informazioni e prenotazioni gruppi: T. +39 011 024301 www.mostramirotorino.it - www.arthemisia.it


House in sardinia ARCHITETTURA

Armonia, ricerca e intensitĂ espressiva



ARCHITETTURA

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04 mq di casa padronale, 138 mq di dependance, 120 mq di casa personale, per una superficie del lotto di 11.043 mq. Non sono le dimensioni ad averci spinto a parlare del progetto House in Sardinia, ma ad averci affascinato sono diversi elementi (la particolare struttura, il territorio circostante, l’uso della materia e dello spazio) perfettamente in dialogo tra loro per merito di un concept che nasce dalla volontà dell’architetto di indagare il connubio tra ambiente e architettura. Un’architettura che si fonde con il luogo e che ne diventa parte integrante. L’obiettivo, a nostro modesto avviso più che centrato, è di mettere in rapporto tra loro la natura sarda da un lato e la figura umana dall’altro. Non è assolutamente un caso, quindi, che la struttura è immersa nella splendida San Pasquale - a pochi chilometri dalla cittadina di Santa Teresa di Gallura in Sardegna - e la sua configurazione si erge liberando le forme contemporanee in un movimento sinuoso che mira a garantire ad ogni ambiente un affaccio privilegiato sul mare grazie alla trasparenza dalle ampie vetrate che lasciano penetrare una luce diffusa all’interno dell’ambiente. Inversamente nel lato sud, verso il giardino interno, la continuità del prospetto è interrotta soltanto 188





ARCHITETTURA

da fenditure verticali che arricchiscono, con intervalli di luci e ombre, l’ingresso e gli spazi serventi. La casa, progettata dallo studio ZDA- Zupelli Design Architettura, trova espressione nella distinzione degli spazi attraverso blocchi adibiti a specifiche funzioni. L’ingresso della villa principale si apre su uno spazio trapezoidale che culmina in una vetrata panoramica sul mare e che divide la zona giorno e la zona notte. La prima è costituita da ampio soggiorno ordinato ed essenziale, una cucina riservata al personale della casa e una zona pranzo che si spalanca su uno spazio living all’aperto dotato di una piscina a sfioro, un edificio con spogliatoio, cucina, zona pranzo e diverse aree relax. Analogamente nella zona notte le tre camere da letto, con le loro ampie vetrate a tutta altezza, diventano luogo intimo e rilassante in cui perdersi nel verde della natura mediterranea.  Visto la sua collocazione è senza dubbio l’incontaminata terra paradisiaca circostante che ha spinto il progetto ad evolversi in modo da deliziare la vista dei suoi occupanti in ogni diversissima e particolare angolatura. Ed è proprio qui che la tranquillità è protagonista degli spazi: insenature tra gli ambienti creano zone di riposo da cui deliziarsi del panorama circostante. 192






ARCHITETTURA

L’insieme è completato da altri due edifici di dimensioni più contenute, adibiti a casa degli ospiti e casa del personale governante. Il primo, collegato alla villa principale da un ampia scalinata, è caratterizzato da spazi semplici, gestiti con consapevolezza e sfruttati al meglio. La zona giorno open space è protagonista: un piccolo angolo cottura ad isola si affaccia sulla zona pranzo e living, mentre la zona notte si compone di due camere e di un bagno condiviso. L’edificio riservato al personale, addossato al parcheggio coperto e al locale tecnico si sviluppa attorno ad un volume centrale in cui trova spazio un bagno, una zona cottura e armadiature verso l’ingresso e lo spazio living. In tutto il complesso, le ampie vetrate a pacchetto e la resina bianca scelta per la pavimentazione, contribuiscono a creare il continuum tra l’ambiente esterno e quello interno, ricercando il contatto con la natura e avvicinandosi il più possibile al paesaggio marino.

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Progetto: ZDA | ZUPELLI DESIGN ARCHITETTURA Sito: San Pasquale (OT), Sardegna, Italia Partners: Agape, Artemide, B&B, Boffi, Carl Hansen, Davide Groppi, DePadova, Flos, Knoll, Molteni, Paola Lenti, Vitra, Zanotta


Black and white dress Yanina Couture


La Belle & Le Danseur Photos by Marc Martinon


Him: Cape coat PALLAS Leather pant ISTITUTO MARANGONI She: Tuxedo PALLAS Boots VIC MATIÉ Green dress INGIE PARIS


She: Velvet sequin pant TALBOT RUNHOF Fox bolero CHOYO Shoes ROBERT CLERGERIE Him: Sweat shirt MAZARINE


She: Leather bra VINTAGE Flower print high waist pant ISTITUTO MARANGONI Him: Skirt QUOÏ ALEXANDER


She: Jean dooble waist NEITH NYER Boots VIC MATIÈ Him: Net skirt TALBOT RUNHOF Shoes SPRING COURT


Him: Black net dress PAIN DE SUCRE Sequin scarf TALBOT RUNHOF She: Top NEITH NYER Flower print high waist pant ISTITUTO MARANGONI


Her: Long coat ROLAND MOURET Him: Long denim coat ISTITUTO MARANGONI


Green wool oversize jacket MAZARINE Fishtail pant ALBUM



Roberto Capucci, lo scultore del tessuto COSTUME

2007 ‘Linee’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli



2007 ‘Cerchio’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli

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COSTUME

2007 ‘Crepe’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli

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e nell’arte abbiamo avuto grandi scultori come Canova, Michelangelo o Bernini che ci hanno regalato opere uniche ed indimenticabili, molti anni più tardi, tra gli anni Cinquanta e Novanta del Novecento, lo stilista Italiano Roberto Capucci ha scolpito con maestria, grazia, garbo e unicità i tessuti, al fine di realizzare abiti che hanno fatto la storia del teatro e del costume. Roberto Capucci è un famoso stilista, per altri invece è uno scultore del tessuto o un pittore della moda. Il suo è un lavoro minuzioso, fatto di ricerca, prove, ispirazioni diverse tra loro che possono spaziare da oggetti a farfalle per passare a opere d’arte. I suoi abiti capolavoro si possono definire opere d’arte in movimento che vanno a vestire il corpo. Capucci, nato a Roma nel 1930, compie un percorso di studi artistici prima in un liceo e poi presso l’Accademia di Belle Arti della sua città. 213


COSTUME

2007 ‘Spire’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli

Finiti gli studi artistici collabora per un breve periodo con lo stilista Emilio Schubert. Nei primi anni Cinquanta lascia l’atelier di Schubert e fonda il suo. Il debutto nella moda avviene, ufficiosamente, nel 1951 quando realizza gli abiti per la moglie e le figlie di Giovanni Battista Giorgini, organizzatore della prima sfilata di moda italiana dove partecipano buyers e la stampa internazionale. Da questo fatto storico, molto importante, si dice che ha origine l’Italian Style, ossia lo stile italiano che nasce anche della naturale consuetudine all’arte della cultura italiana. Anche se Capucci non ha partecipato alla sfilata come stilista sulle passerelle, è stato molto acclamato e desiderato dalla stampa. La sua mancata partecipazione si trasforma in un enorme successo. L’anno seguente, nel 1952, Capucci debutta sulle passerelle dove emerge il suo spiccato interesse per la sperimentazione, la ricerca, l’utilizzo 214


2007 ‘Corde’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli

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COSTUME

delle geometrie e dei volumi che nascono grazie alle sue conoscenze dell’arte. La collezione di rilievo più interessante in questo momento è quella del 1956, “il nove Gonne’’: si tratta di un semplice abito in taffetà rosso circondato da nove gonne concentriche tagliate sul davanti e lasciate scendere a strascico nella parte posteriore. L’ispirazione per questo abito nasce dai cerchi concentrici prodotti da un sasso lanciato nell’acqua. Senza dubbio la collezione più interessate è quella dell’autunno-invero 1958/1959 chiamata “Linea a scatola’’. L’ispirazione nasce da una comune scatola quadrata di cartone che con le sue forme pulite e lineari diventano capi d’abbigliamento di tutto rispetto. La sua ricerca è incentrata sulla forma e sulla struttura dell’abito: adottando le regole della progettazione architettonica donando al tessuto una forma rigida e statica. Con la “Collezione Scatola” Capucci riceve anche l’Oscar della moda e Dior lo definirà anche il miglior creatore della moda italiana. La collezione a scatola essere considerata ancora oggi una collezione di design contemporaneo. Il lavoro minuzioso e dettagliato di Roberto Capucci, oltre ad essere realizzato per linee d’abbigliamento di alta moda, viene utilizzato ed inserito anche nel teatro: sono per questo numerose le collaborazioni tra lo stilista romano con grandi scenografi e compagnie teatrali. 217


2007 ‘Foglie’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli 218


COSTUME

Nel 1968, nello scenario dell’Arena di Verona, Vittoria Cappelli crea il primo di una serie di eventi dedicati all’incontro tra la grande danza, la musica, l’arte e la moda . Un connubio vincente e travolgente. La trasmissione “Questa è l’Arena, qui è nata Maria Callas’’ viene trasmessa dalla Rai in ventidue Paesi segnando il debutto sulla scena operistica di stilisti famosi quali Trussardi, Genny, Gianfranco Ferrè e soprattutto di Roberto Capucci, che con cinquecento metri di taffetà bianco, argento e ghiaccio, realizza i costumi da scena delle dodici vestali che sfilano solennemente sulle note di Casta Diva. Capucci, lo scultore del tessuto, il grande inventore dell’abito quale sintesi di arti visive, scelse di fare il suo ingresso nel teatro operistico con gli spettacolari costumi dei ballerini, Carla Fracci e Gheorghe Iancu, che si fondono perfettamente con lo scenario dell’Arena di Verona e con la voce della Callas. 219


COSTUME

2007 ‘Onda’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli

I costumi teatrali realizzati da Capucci hanno una coda di undici metri di taffetà ciascuno formata dalla parte centrale dell’abito e delle maniche, impreziositi da un finissimo ricamo di paillettes d’argento e una serie di cordoncini fini e soavi d’argento sul corpino. Nel 1991 lo scultore del tessuto presenta altri due costumi teatrali spettacolari e ricchi di grande maestosità indossati dall’amica e musa Raina Kabaivanska, interprete a Trieste, in piazza Unità d’Italia, di Anna Glavari, della Vedova Allegra di Franz Léhar, e di Magda, da La Rondine di Giacomo Puccini. L’abito è dal taglio sontuoso e di linea ottocentesca per la Vedova Allegra. Utilizza ancora una volta il tessuto taffetà di colore nero ricamato con paillettes e canottiglie di cristallo, sul retro un enorme volant di taffetà e una coda con volute di plissè di quattro metri, un Angelo Barocco per Rondine in plissé lamé oro dai vari 220


COSTUME

toni, con l’applicazione sul dorso di un elemento ad ala, sintesi magistrale della ricerca continua e laboriosa di Capucci sull’architettura. A partire dal 1974 Roberto Capucci crea ben venticinque abiti di scena per opere e non per la sua musa prediletta Kabaivanska che indossa durante prestigiosi recitals nei più grandi teatri e nelle sale da concerto internazionali. Si spazia da Milano a New York, passando per Roma e Berlino: la grande diva diventa l’ambasciatrice dello stile Capucci nel Mondo. Nella storia del costume teatrale resteranno mitici alcuni pepli creati da Capucci per la Kabaivanska, tra cui quello drappeggiato color bronzo, ideato per un concerto ad Atena, e un peplo in georgette bianco e nero trasformabile in nove diverse fogge simili alle tante arie di Puccini eseguite dal soprano in un recital al Teatro dell’Opera di Roma nel 1986. Le creazioni di Capucci sono state indossate con grande grazia e portamento anche da Katia Ricciarelli, Stefania Bonfadelli e Anna Caterina Antonacci. Quando il Maestro creava abiti per opere, recital o concerti voleva sempre sapere il repertorio, il colore del fondale, le movenze delle interpreti: tutto questo era fondamentale per lo stilista al fine di realizzare un ottimo abito, perfetto sia per l’artista che per l’opera che viene interpretata al fine di creare un mood perfetto e vincente entrando così a far parte della storia. La cantanti liriche vestite da Capucci possono essere riassunte così: l’eleganza dell’attrice-cantante Kabaivanska, la soavità della purezza della Ricciarelli, l’area leggerezza della Bonfadelli e la solennità dell’Antonacci che è perfettamente a suo agio in uno splendido abito-tunica in chiffon di seta rosso e arancione ispirato alle scanalature delle colonne classiche. Sono questi alcuni dei più importanti abiti realizzati dal maestro del tessuto lavorato, scolpito, drappeggiato e ricamato di Roberto Capucci per il teatro e per le grandi cantanti liriche che hanno vestito con grande glamour opere d’arte in movimento. Il lavoro di Capucci potrebbe essere definito così: ‘’Il meno che si possa chiedere a una scultura è che stia ferma’’. Salvador Dalì. Michele Vignali

2007 ‘Fascia’ Firenze Villa Bardini Museo Fondazione Roberto Capucci ph. Claudia Primangeli 221


FRAGRANCE IN BLACK Photos by Tatiana BenedettI Make-up BY Martina Piccoli e Amy amy


Versace - Crystal Noir


Gucci - Guilty Black




Bulgari - Jasmine Noire


YSL - Black Opium



Photo by Tatiana Benedetti Make-up by Martina Piccoli e Amy Amy Post production: Riccardo Romaldini Casting: Michelangelo Di Iulio Models: Amy Amy, Deborah Mono, Mado Rochomond


Tom Ford - Black Orchid


LITO-GRA-FACE PhotoS and Retouch BY Azzurra Piccardi Make-up and Hair styling BY Silvia Gerzeli













Photos and retouch by Azzurra Piccardi www.azzurrapiccardi.com Make-up and hairstyling Silvia Gerzeli www.silviagerzeli.com

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadows: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Cameleon Black Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Black Camelen Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Black Cameleon Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Inglot light blue and orange eyeshadows + Black Cameleon Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Inglot blue and dark pink eyeshadows + Yellow and Black Cameleon Watercolor


Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Camelen Watercolors

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Green and Black Cameolon Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Blu and Black Cameleon Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Light Blue MAC Pigment + Blu and Black Cameleon Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Pink Mehron Paradise Watercolor and Black Cameleon Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Liquid Lotion + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Shu Uemura no color Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyeshadow: Urban Decay Eyebrows: MAC Big Brow Pencil Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Draw Cameolon Watercolors


MOSTRA

Nel segno di Manara

Antologica di Milo Manara




MOSTRA

“Come in occasione dei tanti manifesti realizzati nella mia carriera, ho dapprima pensato a quale monumento di Bologna inserire: il Nettuno? Le due torri? Troppo banale, mi sono detto, e così ho pensato a cosa significasse davvero per me Bologna, rendendomi conto che i ricordi più cari legati alla città erano quelli delle persone che vi ho incontrato, a partire dal prof. Ghermandi (papà della fumettista Francesca, guarda un po’) con cui feci gli esami di maturità artistica proprio a Bologna, e poi nelle altre occasioni, personali e professionali, che mi hanno portato a contatto con i bolognesi. E così dalla memoria sono usciti i nomi di Pazienza, Eco, Dalla, Bonvi e Magnus, grandi personaggi, bolognesi di nascita o di adozione, che ho avuto l’onore di incontrare e con cui ho lavorato, legati al mondo della Cultura e più specificatamente al Fumetto, che purtroppo non sono più con noi e che ho voluto celebrare in questo manifesto, insieme a una dotta, e pensosa, bellezza emiliana”. Milo Manara 249


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on lo scopo di ospitare prestigiosi eventi culturali, Palazzo Pallavicini torna ai suoi antichi splendori grazie ad un restauro parziale dell’edificio. Le mura della dimora - un tempo sede di una corte europea dove si sono intrecciati rapporti con la diplomazia internazionale sullo sfondo di feste, banchetti, concerti organizzati da teste coronate e personaggi illustri - fino al 21 gennaio 2018 ospita la mostra “Nel segno di Manara. Antologica di Milo Manara”: un’esposizione tra le più importanti mai create sulla vasta e celebre produzione artistica del fumettista Milo Manara. L’appuntamento vanta un percorso espositivo di ben circa 130 opere suddivise in sette sezioni che abbracciano simultaneamente la produzione a fumetti dell’artista e il suo lavoro d’illustratore per la stampa, il cinema e la pubblicità. Attesissimo è il progetto, in parte inedito, dal titolo “Un Fascio di Bombe” e l’anteprima delle tavole del secondo volume dedicato a Caravaggio, ancora non disponibile in libreria. L’esibizione presenta anche alcuni dei lavori più datati, mai o raramente esposti al pubblico, come la serie d’illustrazioni ispirate ai testi di Shakespeare o le tavole create per le celebrazioni del 250° anniversario della nascita di W. A. Mozart.

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MOSTRA

Non a caso, queste ultime saranno messe in risalto nella sala di Palazzo Pallavicini che porta il nome del compositore salisburghese, in memoria dell’esibizione che Mozart tenne nel 1770 proprio nelle mura dell’edificio. Tra i capolavori dei primi volumi vi segnaliamo le tavole “Il Gioco” e “Il Profumo dell’Invisibile, le pagine dei fumetti nati dalla collaborazione con l’amico Hugo Pratt e quelle de “I Borgia” in collaborazione con Alejandro Jodorowsky. Non mancano le tavole di “Viaggio a Tulum” e “Il Viaggio di G. Mastorna detto Fernet”, nate dalla collaborazione d’eccezione con Federico Fellini e, in via esclusiva, una serie di preziosi disegni autografati dal regista riminese insieme a degli storyboard 253


MOSTRA

NEL SEGNO DI MANARA Antologica di Milo Manara

con le indicazioni che lo scrupoloso Fellini mandava al giovane Manara come canovacci per le sue storie. Poi ci sono gli acquarelli, inediti per il pubblico italiano, compiuti nel 2016 per un’asta di beneficenza con soggetto la mitica Brigitte Bardot. Milo Manara ha rivoluzionato l’universo dei fumetti con il suo tratto inconfondibile, influenzando e ispirando centinaia di autori in Europa, negli Usa e in Giappone. Il curatore della mostra, Claudio Curcio, dichiara: “Questa mostra vuole essere un piccolo viaggio nella carriera di un grande esploratore, realizzata per chi di Manara è appassionato ma anche per chi non lo conoscesse che di nome, un invito a perdersi nei dettagli delle sue tavole originali, per godere di quella magia del disegno che nessuna stampa potrà mai riuscire a riprodurre su carta”.

Palazzo Pallavicini, Via San Felice 24, Bologna Opere di: Milo Manara A cura di: Claudio Curcio Promosso da: Pallavicini S.r.l. Catalogo a cura di: Claudio Curcio Orari di apertura: Da mercoledì a lunedì dalle 10.00 alle 19.00 Aperture festività 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio Aperture serali straordinarie: dalle 10:00 alle 24:00 Notte Bianca (San Felice) e Art With Night (Arte Fiera Bologna) Chiuso il martedì

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LONG ROAD Photos by Thiago Martini Styling by Vanilson Coimbra

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Left page: Yellow look and tennis ADIDAS Sunglasses RAY BAN Socks LUPO Underwear LOJA MR. COX Right page: Red Look ADIDAS Tennis NIKE Watch CASIO


Left page: White coat FOREVER 21 Right page: tennis ADIDAS Socks LUPO Underwear LOJA MR. COX






Left page: Sunglasses RAY BAN Underwear LOJA MR. COX Right page: Blue Look ADIDAS Socks PIERRE CARDIN Photos by Thiago Martini @thi_martini Styling by Vanilson Coimbra @vanilsoncoimbra Beauty: Max AraĂşjo - maxaraujo.com Model: Carz Fill @carzfil



Tesla Model 3: il futuro è alle porte MOTORI


MOTORI

S

i chiama Tesla Model 3 ed è la prima auto elettrica di massa che, per il suo (relativamente) basso costo, si candida a rivoluzionare una volta per tutte le regole del mercato internazionale delle quattro ruote. Con un prezzo che sfiorerà i 40 mila euro e che con molta probabilità arriverà a gennaio 2018 in Italia. Per il marchio Tesla si tratta di una sfida poichè dalla sua nascita a oggi non ha ancora messo a segno un bilancio in positivo e punta tutto sul successo di quella che potrebbe essere la prima auto elettrica di massa. A supporto di questo percorso c’è in primo luogo la nuova, gigantesca, fabbrica di batterie costruita in Nevada che dovrebbe assicurare un taglio nei costi di produzione e che a regime dovrebbe arrivare alla produzione di 20.000 esemplari mensili per la fine dell’anno. Prenotata in 373 mila unità, la berlina a zero emissioni cali-

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MOTORI

forniana garantisce un’autonomia di almeno 345 chilometri, mentre lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in 6 secondi. La prima Tesla “popolare” è quindi una vettura raffinata, forte di caratteristiche tecniche e strutturali degne di vetture ben più costose. Tanto per citarne alcune si avvale di un telaio in alluminio, analogamente alla sorella maggiore Model S, e promette un’abitabilità superiore a qualsiasi berlina tradizionale dato che, oltre a ospitare cinque adulti, consente di abbattere gli schienali dei sedili posteriori e può contare su due vani di carico. Almeno inizialmente sarà disponibile con la sola trazione posteriore, così da snellire la produzione, mentre successivamente verrà proposta anche nella configurazione D a doppio motore, quindi caratterizzata dalle 4WD a gestione elettronica. Cristiano Fabris

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DARK ROMANCE Photos by Giorgio Attanasio STYLING by Mario Barbieri

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Leather Body CARMELA FRANCO Jewels ALAME JEWELS Shoes ALBANO Photos by Giorgio Attanasio Styling by Mario Barbieri Make-up: Alessandra Amabile Hair style: Angelo Di Simone @Fashion Mix Retouch: Emanuele Sessa



SPACE GEOMETRY PhotoS and post-production BY You CheN Make-up, Hair styling AND Concept BY Silvia Gerzeli












Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyebrows: MAC Big Brow Pencil + MAC Brow Set Mascara Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Metal Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyebrows: MAC Big Brow Pencil + MAC Brow Set Mascara Lashes: MAC Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Metal Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyebrows: MAC Big Brow Pencil + MAC Brow Set Mascara Mascara: MAC Acrilic Paint Landscape Green Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Lipstick: MAC Matte Darling Clementine Paint: Paradise make up Metal Watercolor + Camaleon make up Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Goldlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Primer Eyepencil: Urban Decay Black Mascara: Lancome Hypnose Doll Eyes Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Lipstick: MAC Rooby Woo + MAC Clear Gloss Paint: Paradise make up Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyebrows: MAC Big Brow Pencil + MAC Brow Set Mascara Mascara: MAC Acrilic Paint Landscape Green Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Metal Watercolor


Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Goldlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyebrows: MAC Big Brow Pencil + MAC Brow Set Mascara Mascara: MAC Acrilic Paint Landscape Green Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Metal Watercolor + Camaleon make up Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Powder: Nars Lashes: MAC Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Metal Watercolor + Glitter Felix Sthein

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Goldlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Primer Eyepencil: Urban Decay Black Mascara: Lancome Hypnose Doll Eyes Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Lipstick: MAC Rooby Woo Paint: Paradise make up Watercolor

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Goldlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Primer Eyeshadow: Black powder Christian Dior Lips Gold lief

Skin Primer: Nars Pore & Shine Control Primer Foundation: Giorgio Armani Maestro + MAC Strobe Cream Hydratant Lumineux Redlite + Bobbi Brown Skin Stick Concealer: Mark Jacobs Powder: Nars Eyes Primer: Highlighter MAC Prep+Prime Eyebrows: MAC Big Brow Pencil + MAC Brow Set Mascara Lips Primer: MAC Prep + Prime Lip Paint: Paradise make up Metal Watercolor Drops: MAC Pigment

Photos and post-production by You Chen www.chenyou.com Make-up, hair styling and concept by Silvia Gerzeli www.silviagerzeli.com Models: Emma Rose @Esprit Management Marysia @Boom Models


Tessuto con composizione floreale Francia, sec. XVIII, secondo quarto, lampasso liserĂŠ lanciato in seta, broccato in argento filato e ritorto n. inv. AS322. Como, Museo Studio del Tessuto, Fondazione Antonio Ratti

Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo MOSTRA

Oltre 100 reperti tra tessuti, capi d’abbigliamento femminili e maschili, porcellane, accessori moda, dipinti e incisioni


Corpetto Italia, sec. XVIII, terzo quarto Gros de Tours liserĂŠ, broccato in seta n.inv. 14034. Firenze, Museo Stibbert


MOSTRA

Gilet Francia, 1780-1785 Louisine di seta ricamata; applicazione 294di raso stampato e dipinto n.inv. 13926 Firenze, Museo Stibbert


Tessuto con nastri e motivo animalier Francia sec. XVIII, terzo quarto Cannellato di seta broccato in seta, seta ondata, ciniglia n.inv. 81.01.153 Prato, Museo del Tessuto

Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo” è una mostra allestita nella sala dei Tessuti Antichi del Museo di Prato ed è aperta al pubblico fino al 29 aprile 2018. L’allestimento richiama i fasti delle corti europee: scene allegoriche tratte dagli affreschi del Tiepolo sono proiettate sulle volte a crociera della sala evocando in questo modo i grandi soffitti affrescati del tempo. Inoltre, grandi superfici specchianti disposte alle pareti della sala creano un particolare gioco di effetti che ampliano l’ambiente espositivo esaltando gli oggetti presenti in esposizione. Ed è proprio qui che i tessuti presenti, gli straordinari capi d’abbigliamento provenienti dal Museo della moda e del costume delle Gallerie degli Uffizi e i rari esemplari in seta del Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como, dialogano con i preziosi gilet e le pregiate porcellane di quello scrigno di tesori che è il Museo Stibbert di Firenze. Arricchiscono il percorso i volumi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, le calzature dell’epoca del Museo Salvatore Ferragamo, i dipinti provenienti dal Museo di Palazzo Pretorio di Prato e dalle gallerie antiquarie fiorentine (Galleria Antiquaria Antonio Esposito, Collezione Giovanni Pratesi, Tornabuoni Arte). L’accostamento dei tessuti alle più diverse tipologie di manufatti e tecniche artistiche creano un costante dialogo con i capi d’abbigliamento, gli accessori moda e gli altri elementi d’arredo. L’appuntamento è suddiviso in tre contraddistinte parti. Si comincia con il tema dedicato all’esotismo. Grazie all’attività delle Compagnie delle Indie orientali di Paesi come Inghilterra, Olanda, Francia e Danimarca, dalla fine del Seicento giungono in Europa beni di lusso come lacche, porcellane, tessuti, dipinti su carta provenienti da India, Cina e Giappone. Le porcellane di manifattura cinese dal Museo Stibbert, i tessuti con motivi decorativi di chiara ispirazione orientale e i volumi di fine Seicento provenienti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, 295


Tessuto con motivi giapponesi Francia, sec. XVIII, primo quarto, Lampasso di seta broccato in oro filato e ritorto, argento filato e ritorto n. inv. AS92 Como, Museo Studio del Tessuto, Fondazione Antonio Ratti

testimoniano come i soggetti, la composizione delle scene, l’inedita palette cromatica di questi “nuovi” oggetti, generano in Occidente una profonda trasformazione del gusto che ricade sulle produzioni delle maggiori manifatture europee, in primis quella francese. Nel caso dei tessuti, la prima parte del Settecento parla, infatti, un francese ridondante, rococò, che accosta soggetti della natura al repertorio esotico, dando vita a stili come l’eccentrico Bizarre, il naturalistico Revel ed il lezioso Dentelles, che imita l’effetto dei merletti. Particolarmente suggestivi i tessuti operati in seta e preziosi filati metallici. Come testimonianza del lusso e dell’eleganza della vita di corte non mancano gli abiti di ambo i sessi e gli accessori moda come scarpe, guanti e ventagli. La parte centrale della mostra è invece dedicata alla riscoperta dell’ornato dell’arte classica, un cambiamento di gusto che risente delle nuove campagne archeologiche rese note dall’editoria specialistica dell’epoca. Nei tessuti, oltre ai temi esotici e naturalistici, ora compaiono piccole vedute classiche e capricci con rovine, incorniciate da rami, nastri e pizzi che definiscono le strutture “a meandro”. L’appuntamento giunge al termine procedendo verso la fine del secolo. È qui che l’alleggerimento della decorazione si accentua di pari passo al diffondersi del pensiero razionalista. Le righe regimentano le strutture decorative dei tessuti fino ad annullarsi a favore del fondo monocromo. Una nuova palette cromatica caratterizza la nascente estetica neoclassica: bianco, rosa pallido, verde acqua, celeste, giallo chiaro restituiti in toni velati. I colori appaiono sbiaditi dal tempo, imbiancati dalla polvere dei secoli. 296


Firenze, Museo Stibbert Salottino Luigi XVI in una foto del 1910 circa. Allestimento storico


Abito maschile manifattura veneziana (?), fine XVIII – inizio XIX sec. n.inv. T.A. 3735-37 Firenze, Museo della Moda e del Costume Gallerie degli Uffizi


MOSTRA

Tessuto con paesaggio e tempietto Inghilterra (?), sec. XVIII, primo quarto Taffetas liseré in seta, broccato in seta, argento lamellare, oro filato n.inv. 81.01.22. Prato, Museo del Tessuto

Anche la moda del tempo riflette questo cambiamento di gusto. Gli abiti in mostra documentano come l’abbigliamento, con le sue forme, segue fedelmente lo sviluppo culturale e sociale del tempo: dai fasti esclusivi delle corti alla rivincita della dimensione imprenditoriale borghese del quotidiano. È bene rilevare che data la lunga apertura al pubblico della mostra (fino ad aprile 2018), per esigenze di tipo conservativo, sono previste alcune rotazioni nell’arco dell’anno che prevedono la sostituzione di alcuni oggetti, senza in alcun modo venire meno al concept dello sfoggio. A novembre si prevede una rotazione dei tessili provenienti dalla Fondazione Ratti di Como e degli abiti del Museo della Moda e del Costume, tra settembre e gennaio altre rotazioni di alcuni volumi della Biblioteca Nazionale Centrale. Con l’occasione l’invito si estende ad andare a visitare la nuova installazione multimediale dal titolo Prato. Il tessuto e la moda / 1944 – oggi. L’istallazione sarà visibile al primo piano del Museo, nella sala contigua a quella denominata “Prato Città Tessile” - di cui rappresenta la naturale prosecuzione, sia in termini di percorso espositivo che di racconto della vicenda produttiva pratese - e che attraverso il nuovo allestimento arriva a raccontare la contemporaneità. Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento Europeo 14 maggio 2017 - 29 aprile 2018 Museo del Tessuto - via Puccetti, 3 - Prato Orari : martedì - giovedì: 10 - 15; venerdì e sabato: 10 - 19; domenica: 15 - 19; giorno di chiusura: lunedì. Tel. 0574 611503 299


ARTE

Philadelphia, città d’arte


“The Burning of the Houses of Lords and Commons� di Joseph Mallord William Turner, 1834 - Museum of Art, Philadelphia


“Le grandi bagnanti” di Paul Cézanne, 1906 - Museum of Art, Philadelphia


ARTE

Museum of Art, Philadelphia

Les grandes baigneuses”, il capolavoro di Paul Cézanne, e “The Burning of the Houses of Lords and Commons”, il quadro simbolo di Joseph Mallord William Turner, autore romantico che col suo stile pose le basi per l’impressionismo, fanno bella mostra al Museo d’Arte di Philadelphia, da noi visitato lo scorso ottobre ospiti, insieme agli amici del tour operator Twizz, del Philadelphia Convention & Visitors Bureau’s, l’ente di promozione turistica. Due tele fra le tante in esposizione, forse quelle che ci hanno maggiormente colpito, che ci hanno fatto capire quanto l’arte sia di casa in questa cittadina degli Stati Uniti, vero e proprio centro culturale a metà strada tra New York e la capitale Washington. L’impressionismo e il neoimpressionismo sono correnti pittoriche che piacciono anche, e tanto, agli Americani. Oltre al già citato Cézanne, presente con parecchie opere esposte c’è, tra gli altri, Renoir a cui viene dato ampio spazio dal Museo d’Arte, ma anche dalla Fondazione Barnes. Capolavori su capolavori, emozioni su emozioni, ci hanno fatto scoprire in un bellissimo viaggio una Philadelphia diversa che in quanto ad arte e cultura ha poco da invidiare alle nostre storiche città europee.

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ARTE

Da vedere c’è veramente tanto. Il Museo d’Arte con 200 gallerie ed oltre 225.000 opere esposte merita senza dubbio di essere visitato. Vengono coperti duemila anni di storia, ad eccezione dell’arte egizia, romana e precolombiana, barattata in passato con una collezione di porcellane cinesi dell’Università della Pennsylvania. Tutte le scuole pittoriche vengono degnamente rappresentate: quella francese la fa da padrone con Renoir, Pissarro, Monet, Manet, Matisse, Corot e Cézanne, la spagnola con Picasso, Mirò e Dalì, l’olandese con Van gogh e Rubens, l’italiana con Botticelli e Correggio, l’anglo-americana oltre che da Willian Turner è rappresentata anche dall’americano Thomas Cowperthwait Eakins, nato proprio a Philadelphia. Il Museo non è solo olii su tela: si possono ammirare numerosi stili di arredamento, perfettamente riscostruiti, armature, trittici, crocefissi, opere d’arte di ogni genere. Anche una replica della famosissima “Fontana” di Marchel Duchamp, l’orinatoio che proprio

The Barnes Foundation 304


ARTE

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ARTE

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ARTE

cento anni fa provocò una delle più dirompenti e discusse controversie del mondo dell’arte. Esposto anche “Principess X”, il provocatorio pene in bronzo del franco rumeno Costantin Brancusi, anch’egli dadaista come l’amico Duchamp. Famosa, sebbene con le gallerie e le collezioni esposte c’entri ben poco, è anche la scalinata che conduce all’ingresso del Museo, resa celebre dai films di Rocky, e che viene percorsa dal pugile Rocky Balboa, ovvero l’attore italoamericano Sylvester Stallone. A lui sono dedicate una statua di fronte al Museo e le impronte sulla pavimentazione della scalinata, dove tutti, ma proprio tutti gli Italiani, scattano una foto ricordo o l’immancabile selfie mimando, come nella saga, i movimenti del pugile. La Barnes Foundation è un’altra perla di Philadelphia, un vero e proprio “Louvre” d’oltreoceano. Impossibile dedicare al museo una sola giornata di visita, tanti e tali sono i quadri proposti ai visitatori: ospita duemila opere, tra le quali una straordinaria raccolta di pittura impressionista e postimpressionista. Qualche nome? Paul Cézanne, Giorgio de Chirico, Paul Gauguin, El Greco, Francisco Goya, Édouard Manet, Henri Matisse, Amedeo Modigliani, Claude Monet, Pablo Picasso, Pierre-Auguste Renoir, Henri Rousseau, Maurice Utrillo e Vincent van Gogh . Philadelphia, ne vale la pena! C.U.

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Links utili www.philamuseum.org www.barnesfoundation.org www.discoverphl.com



Thank Ray Ban, LOJA MR. COX,

ADIDAS, Pierre Cardin, LUPO, NIKE,

CASIO, Forever21, Thiago Martini, Vanilson Coimbra, Max Araújo, Carz Fill, Mazarine, ALBUM, Roland Mouret,

Istituto Marangoni, Pain De

Sucre, Talbot Runhof, Spring Court, NEITH NYER, Vic Matiè, Quoï Alexander, CHOYO, Robert Clergerie, Ingie Paris, PALLAS, Yanina Couture, Marc Martinon, PATUNA

COUTURE, Greg Alexander, Sébastien Vien-

ne, Romane Sorin, Carine Larchet, Samantha @Mademoiselle, PAULE KA,

DRoMe, Alexandre Vauthier, SADAK, Kalyah, Jour/Né, Sonia Delaunay, Leather Crown,

JITROIS, Escada, KNITSS, Tsumori Chisato, Eric

Ouaknine, EOP Paris, Tara Ziegfeld, Christelle Minbourg, Kate Alexeeva @ Red NYC, Valerie Korotchenko, Carmela Franco, ALBANO, Hanny Deep, Alessia Erre,

Alame Jewels,

VALENTINO, Giorgio Attana-

sio, Mario Barbieri, Alessandra Amabile, Angelo Di Simone @Fashion Mix, Emanuele Sessa, Claudia Diaz Marquez, Camila Noirz, Valdete Murati, Da-


ks to: vid Koch, Harry Brown, NICA, Privat, MANGO, ARMANI, Prophecy, RITES,

DIESEL, HUGO, Tessile Chiti, World Of Western, Maison Jean-

Pierre,

Ralph Lauren, STRELLSON, Discovery, Gianfranco

Ferré, Les Hommes, Dsquared2, MOSCHINO, Alexander Mc Queen,

Bottega Veneta, CANALI, Paul Smith, Christian

Louboutin,

Casely-Hayford,

MAISON MARGIELA, Nick Thompson,

Artyom Shaligin, Enzo Volpe, Abbie May, Jakub Glosser, David Johnson, Alex Dragulele @Premier, Felix Edwards @Storm, Ben Archer @Img, Andrea Sartore,

Racha Farah, Ladyaah Beauty, Olga Mikhaljova @Love-

birds Management, Racha Farah, ELEMA,

ZARA, Morellato, GILDAN,

Dries Van Noten, Arron Dunworth, Artyom Shaligin, Stefan Bertin, Aaron Lewins @Models1, Abasi Rosborough, Sergio Tacchini, Alex Mullins,

ISSEY MIYAKE, Soulland, Y-3, Chapter, Vivienne Westwood, GUCCI


stagione teatrale 2017.2018 dal 19 ottobre al 5 novembre 2017

dal 22 febbraio all’11 marzo 2018 La Bilancia Produzioni presenta

E20inscena presenta

/Divina/

di Jean Robert-Charrier adattamento di Anna Mazzamauro regia di Livio Galassi

dal 9 al 26 novembre 2017 La Bilancia Produzioni presenta

/Che classe/ di Veronica Liberale regia di Marco Simeoli

dal 30 novembre al 17 dicembre 2017

/Non dirlo a nessuno/

di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano regia di Marco Di Stefano

dal 15 marzo all’1 aprile 2018 La Bilancia Produzioni presenta

Concorso Una commedia in cerca di autori®

/Freddy aggiustatutto/ di Lorenzo Riopi e Tobia Rossi regia di Roberto Marafante

La Contrada/Teatro Stabile di Trieste presenta

/La cena perfetta/

dal 5 al 22 aprile 2018 La Bilancia Produzioni presenta

/Ieri è un altro giorno/

di Sergio Pierattini regia di Nicola Pistoia

dal 19 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018

di S. Meyniac e J. F. Cros adattamento di Luca Barcellona e David Conati, regia Eric Civanyan

Planet Production presenta

/Il club delle vedove/ /Prestazione occasionale/ /Sabbie /Non avere mobili/ paura... è solo uno /Ho adottato spettacolo/ mio fratello/

dal 26 aprile al 13 maggio 2018 Teatro Carcano Centro d’Arte Contemporanea presenta

di Ivan Menchell regia di Silvio Giordani

dall’11 al 28 gennaio 2018 ArtistiAssociati presenta

scritto e diretto da Francesco Brandi

dal 17 maggio al 3 giugno 2018 La Bilancia Produzioni presenta

di A. Benvenuti, P. Aicardi, N. Formicola, C. Pistarino regia di Alessandro Benvenuti

dall’1 al 18 febbraio 2018 Agricantus Produzioni presenta

di Eduardo Aldan adattamento di Franco Ferrini regia di Ricard Reguant

di M. Cannella, N. Innocenzi, M. Iovane, J. Libertino, N. Mattei

ABBONAMENTI A PARTIRE DA 60 EURO riconosciuto da

con il contributo di

Via R. Pitteri 58, Milano (zona Rubattino)

www.teatromartinitt.it

Tel 02 36.58.00.10

ingresso 22 euro orario biglietteria Lunedì dalle ore 17.30 alle ore 20 - da Martedì a Sabato dalle ore 10 alle ore 20 - Domenica dalle ore 14 alle ore 20

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dal 5 giugno al 24 settembre 2017da Lunedì a Sabato dalle ore 10 alle ore 20 - Domenica chiuso ufficio promozione Viviana Gagliardi - Tel. 02 36.58.00.11 - promozione@teatromartinitt.it ufficio scuole Annalisa Cataldi - Tel. 02 36.58.00.13 - scuole@teatromartinitt.it ufficio stampa Federica Zanini - Cell. 347 41.68.599 - stampa@teatromartinitt.it


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