VIVABOY GAY? ECCO CHE COSA PENSANO I VIPs!
BEAUTY Villoso o glabro
?
numero undici (nuova serie) - settembre 2016 - copia in distribuzione gratuita
11
I modelli di #uncovered
DIRITTI
PREVENZIONE
Gli ESAGONI dell’amore
progetto #10Portraits Against Prejudice Queer Lisboa 20a edizione
SESSO inVOLO... ma non solo! LIBRI Krzysztof Charamsa: Io, prete gay
La mappa dell’INTOLLERANZA!
L’EDITORIALE
COME IN UN
SUPER
VIVABOY 11
www.vivaboy.com | e-mail: vivaboy@vivaboy.com facebook.com/vivaboyguide Direttore editoriale Calogero Urruso Direttore responsabile Salvatore Paglia
MARKET
Direttore commerciale Jean Paul Bianco Editrice Sedit sc - C.P. 70 - Pont St. Martin (AO) Fax 02.91390360 Stampa Tipografia Giglio-Tos
S
i chiama #10PortraitsAgainstPrejudice il progetto fotografico-editoriale di Davide Scalenghe, Flora Ciccarelli e Giovanni Mauriello che attraverso dieci ritratti racconta le storie di chi la società considera “diverso”. I protagonisti sono persone che quotidianamente convivono e lottano con gli episodi che caratterizzano le loro vite, causati dal pregiudizio nutrito e coltivato dagli altri uomini che nel loro piccolo, molto piccolo, si considerano normali. Storie ordinarie, purtroppo, le stesse da sempre, che la gente continua a far finta di non vedere, che fatica ad accettare e con le quali non ha intenzione di confrontarsi, perché loro, gli “eletti”, nascondono la loro normalità apparente mettendo in luce le “caratteristiche” altrui. Sì, caratteristiche, e non difetti, incomprensibili per i canoni di un mondo che ci vorrebbe succubi e fatti con lo stampino. Comunque, apriamo e chiudiamo parentesi, diciamo anche basta con questa stupida scusa di non capire e di non accettare… non c’è nulla da comprendere o d’acconsentire se non l’essenza dell’amore e della vita. Come in un supermercato la società separa le persone in reparti: le bustine di tè sono vicino alle confezioni del caffé, molto spesso di fronte al bancale dello zucchero. Una corsia prima o dopo di quella del vino troviamo i superalcolici, mentre l’aceto è sempre accanto all’olio. Poi ci sono le uova, spesso confinate a se stesse, così come le spezie. La società organizza, seleziona, divide. Organizza la tua vita. Sei etero? Allora devi sposarti, “sfornare” almeno due bambini, avere una casa con il giardino e magari un cane. Seleziona: sei grasso, gay, portatore di handicap allora sei diverso; paga le tasse e stai zitto perché non hai nessun diritto. Divide: sei nero, hai gli occhi a mandorla? Allora vivi in una “subcultura”. Non è così! Smettiamola, noi per primi, di farci influenzare dall’ambiente che ci circonda perché questo è impostato secondo le “leggi” della classificazione. Non abbiamo bisogno di un “codice a barre” per sapere chi siamo. Non abbiamo bisogno di etichette. Salvatore Paglia
Pubblicità Tel. +39 329.8622268 vivaboy@vivaboy.com cover Photo by Junior Franch - Styling by Aldo Bianchi Models: Pablo Garcia, Matheus Gomes e Felipe de Paula @Oxygen Models
Pubblicazione abbinata a Lui Guide Magazine Reg. Tribunale di Milano N.169 - 03/2000
L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire.
SOMMARIO settembre 2016 BEAUTY
PROGETTO
04 08 14 16 18 24 26 36 38 40
NEWS Queer world GAY?Ecco cosa pensano i vips! BEAUTY Villoso o glabro? PREVENZIONE Gli esagoni dell’amore progetto 10 scatti contro i pregiudizi CINEMA Queer Lisboa 2016 COVER Sport LIFE Sesso in volo! LIBRI Krzysztof Charamsa OUTING La mappa dell’intolleranza
AFORISMI GAY? Ecco cosa pensano i VIPS! pag. 08
Gran Bretagna
WORLD
Francia
Dati in crescita per le infezioni sessuali tra gay e bisex
Il Public Health England (PHE) lancia l’allarme: in Gran Bretagna è boom di malattie sessualmente trasmissibili tra maschi omosessuali e bisessuali. Il dato in crescita, registrato dal sistema sanitario pubblico inglese, sottolinea un incremento del 10% d’infezioni rispetto al 2014. Con il 46% delle diagnosi la clamidia è la malattia più diagnosticata, seguita dalla sifilide (20%) e dalla gonorrea (+11%). La dott.ssa Gwenda Hughes ammette: “I nuovi dati mettono in evidenza che i tassi STI (sexually transmitted infections) sono in crescita tra gli uomini gay e i giovani, ragion per cui è necessario investire su un numero maggiore di campagne pubblicitarie di prevenzione per aumentare la consapevolezza nei giovani sui danni causati dalle malattie sessualmente trasmissibili”. Dello stesso parere anche Yusef Azad, responsabile del National Aids Trust, che accusa pubblicamente il governo di non aver messo in atto una campagna informativa adeguata sul piano dell’educazione sessuale.
Africa
Test forzati per provare l’omosessualità L’Human Rights Watch ha stillato un rapporto di 90 pagine che mette in luce una pratica a dir poco barbara che ha come scopo
NEWS
QUEER
quello di effettuare un “test anale” indetto a comprovare i sospetti su una presunta omosessualità. Malgrado sia scientificamente provata la totale inconcludenza del test, la violenta indagine obbliga gli uomini “accusati” di omosessualità e le donne transgender ad una penetrazione forzata che ha come oggetto un uovo metallico. La prassi, per gli attivisti per i diritti umani, è da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria tortura; violenza per la quale la Convenzione delle Nazioni Unite ha chiaramente espresso il suo disappunto. I militanti locali hanno raccolto le testimonianze di una quarantina di vittime che, in presenza dei loro avvocati, hanno descritto la triste esperienza alla quale hanno dovuto sottoporsi. Ciò ha permesso di dar il via ad un’inchiesta tuttora incorso. I Paesi accusati e coinvolti sono l’Egitto, il Camerun, il Kenya, il Libano, lo Zambia, la Tunisia, il Turkmenistan e l’Uganda.
Gerusalemme Gay Pride: afflusso record di partecipanti nonostante le minacce
I gay possono donare il sangue, ma dopo un periodo di astinenza
È durato 30 anni il divieto che non permette ai gay francesi di donare il sangue, ma questo lungo periodo non è bastato ad abbattere del tutto la forma di discriminazione radicata in molti Paesi che, come la Francia, etichetta gli omosessuali come uomini promiscui e poco attenti alla propria salute e quindi soggetti a misure cautelari. I gay potranno sì diventare donatori, ma dovranno astenersi per 12 mesi da qualsiasi rapporto sessuale. L’attesa scende a quattro mesi per chi ha intenzione di donare il plasma. In merito Sophie Aujean della sezione europea dell’International Lesbian and Gay Association (ILGA) dichiara: “É un segnale positivo, ma pur sempre di distacco. Un anno è un periodo davvero lungo e probabilmente molti omosessuali decideranno di non donare”.
Sono all’incirca 25mila le persone che hanno partecipato alla quindicesima edizione del Gay Pride di Gerusalemme. Tra questi, per la prima volta, anche un sostenuto numero di ebrei religiosi che con la loro adesione si sono distanziati pubblicamente dal pensiero marcatamente omofono dei rabbini oltranzisti. Messaggi d’incoraggiamento sono pervenuti anche dalla classe politica del Paese: il premier Benyamin Netanyah attraverso i social ha postato il suo sostegno, mentre uno dei ministri, Ghilad Erdan, ci ha messo la faccia sfilando nel corteo. Un afflusso record, nonostante l’anno scorso la parata fu ferocemente macchiata dall’attacco sferrato di un zelota ebreo che accoltellò a morte un’adolescente e ferì alcuni partecipanti. Ferrato il lavoro della Polizia che ha bloccato trenta persone sospette e arrestato due ultrà in possesso di armi. 4 VIVABOY
#UNCOVERED
RAYKE
“Stare nudi ci riporta ad una purezza primordiale”
R
ayke Heckler ha 25 anni e prima di fare questo servizio di nudo artistico si è confrontato con la sua famiglia. Per lui spogliarsi non è di certo una novità visto che fin da bambino girava nudo per casa e a 20 anni, per pagare pegno ad una scommessa persa, ha dovuto correre completamente svestito per le vie principali della sua città. Questa è stata un’esperienza che ricorda con un ghigno e che ancora oggi gli amici raccontano con il sorriso stampato sulle labbra. Nonostante ciò, prima di mostrarsi davanti all’obbiettivo della macchina fotografic, era un pochino teso, agitazione comprensibile visto che questo è il suo primo servizio senza veli.
Fotografia: Otávio Cipriani Il modello é ripresentato da Oxygen Models
PEOPLE Vivaboy in tour - Torino
V
in tour
VIVABOY
7
aforismi “L’amore sboccia tra persone, non tra sessi. Perché porsi dei limiti?” David Leavitt
“Non è non è u una cosa poli libertà na questione tica, né relig ios di di che vogamare. Questaclasse sociale a, la lio inse gnare a è l’unica lott a i miei fi gli” Asia Arg
ento
“Pe possanso che d beni no cresc ue omos di strssimo. No ere un b essuali a n a fatto no. è str ci trovo mbino a n che n on si no piutto iente a per s mess to il Luigi o” Mast range lo
“La gente crede ancora che gli etero facciano l’amore e i gay solo sesso. Mi piacerebbe spiegargli che si sbagliano” Boy George
8
VIVABOY
y ga rlo io o e r s n so i es side re n e o rr de za ” “N vo olo caz bici a s n m r il ar i ofo in ba pe di f li om o C g rt Ku
GAY? ECCO CHE COSA PENSANO I VIPs!
“L’ razzaeterogay è un di a cau maschi g a nuova espos sa di ecc eneratas cucin izione essiva i am ae ed ansotica, m oda, tiqua usical s riato ” Ca “Sexrrie Brad and t shaw he Ci ty”
VIVABOY
9
no san tire i c fro en o i far s xy” t n lta fa a se “So e si onna ich comuna d ietr D e rlen Ma
“Negli ambien molto considerti gay io sono un motivo di or ato. Per me è ai gay vuol diregoglio. Se piaci ch molta mascoline in te c’è ità” Claudio Amendo la
10 VIVABOY
alità “La bisessu ente m immediata le tue raddoppia to sera” ba chances al sa Woody Allen
è un“L’omo ses es al p agerato sualità rop rio omag sess gio Rob o” erto Ger vaso
“Non s ono ma pos gay, impara so re” Homer Simpso n
“Io non sono omosessuale, non sono eterosessuale, sono solo sessuale” Michael Stipe
“Ho se omoses mpre saputo si pote suale, ma a P di essere Portav va parlare, er olizzi non oa a diffic ile. decis casa delle E lei, m amente poco fidanzate, carine. ia mad re, le cr si a iticava e perché rrabbiava erano b rutte” Domen ico Dolc e
“M dell’o i dà fastidio Una fammosessualità quando si pa che le v iglia che acc. Io, semmai, rla di accetta zio so iva insie ett me a m i le mie sceltegno la condiv ne isione. e. E lo n o n mi stesso v ale per basta, voglio i miei a Tiziano mici” Ferro
Mia madre lo venne a sapere da un telegiornale, fu difficile all’inizio. Mi fece una scenata: “Cosa dico alla vicina? Nulla, non dirle nulla mamma. E poi se amo un uomo o una donna che importanza ha per te?” Lei mi guardò e poi mi disse: “È vero, non ha nessuna importanza” Stefano Gabbana
VIVABOY 11
#UNCOVERED “Si spogliò mostrandomi le sue nudità. Io accesi una sigaretta e le dissi: “ Non cercare di sedurre il mio corpo, ma la mia mente”. Si rivestì e mi parlò di sé. Fu il preliminare più intenso e soddisfacente della mia vita” C. Bukowski
MAGNO BARBOSA
M
agno è un 23enne dalla mascolinità evidente e pronunciata. Con la nudità ha un buonissimo rapporto, per questo motivo non ha timore di spogliarsi e di mostrarsi nella sua interezza. Ci racconta che dov’è cresciuto lui l’assenza di vestiti non è motivo di scandalo o vergogna. Magno adora sorseggiare un Tereré (un tipico drink brasiliano) in compagnia di amici, cucinare con il barbecue, occuparsi dell’orto e aiutare lo zio nella sua officina. Inoltre ha la passione sfegatata per la lettura e le automobili, ma il suo sogno nel cassetto è quello di possedere un Landal americano.
Fotografia: Junior Franch Il modello é ripresentato da Oxygen Models
VIVABOY 13
Mascular Studio
Hawt
BEAUTY
? o r b a l g o o s o Vill La virilità passa dal pelo?
P
elo o non pelo? Questo è il problema! È più virile un uomo villoso o quello glabro? È una questione di gusti o più semplicemente è un punto controverso che corrisponde ad un bisogno estetico? Forse entrambe le cose. Più che altro è una questione di zone e di fisici… senza alcuna disparità, ci mancherebbe! La depilazione, quella totale, oggi va a braccetto con una fisicità sempre più definita e sportiva, mentre lo sfoggio del ricciolo ribelle spesso si sposa con un corpo meno palestrato. Ma non è fortunatamente, e lo scriviamo da “simpatizzanti del pelo”, sempre così. Il pelo “copre”… è la sua funzione, ed è per questo motivo che viene tenuto, spesso, quando si deve mascherare una forma fisica non proprio invidiabile, o eliminato, per esaltare il duro lavoro della palestra. Fin qui, gradimenti a parte, la questione è piuttosto comprensibile… diventa più complicata, con un pube completamente rasato quando il resto del corpo è una savana lasciata allo sbaraglio e proprio lì, invece, la pelle appare completamente liscia e priva di qualsiasi villosità. Aiuto!A proposito d’intimità, studi medici rilevano che la presenza dei peli nella zona genitale concorre al mantenimento di un’ottimale 14 VIVABOY
Hawt
temperatura locale e funge da sistema difensivo. Tornando alla rasatura, non è difficile imbattersi nel maschio che noi simpaticamente abbiamo battezzato “Il Fauno” proprio in onore del dio che nella mitologia è rappresentato per metà capra e metà uomo. Questi maschi si preoccupano di radersi il petto e la schiena, ma lasciano lussureggiante la parte del corpo dal cinto in giù. Il risultato? Largo a sentenze! In quest’analisi non dobbiamo dimenticarci che, non molto tempo addietro, la presenza dei peli in diverse parti del corpo non era considerato antiestetico, anzi per l’uomo era un motivo di vanto e di evidente virilità. Per questo i ragazzi glabri erano oggetto di continui scherni, proprio come lo sono oggi i giovani uomini particolarmente pelosi. La depilazione, oggi, è in simbiosi con l’immaginario attuale del “fashion” maschile e, non a caso, è motivo di studio di psicologi e sociologi. Da una recente indagine è, infatti, emerso che per molti radersi completamente fa rima con un’osannata ricerca dell’eterna giovinezza, per altri è semplicemente il metodo per mettere in mostra i muscoli. Per tutti l’assenza di peli, più o meno inconsciamente, riporta lo stato mentale ad un concetto di pubertà e allo stesso tempo neutralizza completamente la visione di mantelli sale e pepe, mascherando così il passare degli anni. È l’era dell’uomo eternamente giovane, glabro, dal fisico androgino? Sì, è proprio questa! Ma non importa, finché continueranno ad esserci gli amanti del rétro c’è posto per tutti.
VIVABOY 15
PREVENZIONE
Gli esagoni dell’amore è
Lelo Hex: il preservativo cambia faccia. Maggior pressione, più leggerezza e resistenza, per una percettibilità del piacere superiore
nato Lelo Hex il preservativo di nuova generazione che modernizza le caratteristiche del classico condom. Il nuovo profilattico mantiene il materiale utilizzato in passato, ma cambia nella struttura integrando 350 singoli esagoni in una superficie di lattice super sottile. Nel dettaglio si tratta di una rete di esagoni dello spessore di 0.055 millimetri con pannelli ultrasottili in lattice di 0.045 millimetri, che ne garantiscono sottigliezza e robustezza. Questa particolarità permette a Lelo Hex di curvarsi e plasmarsi sulla forma unica di chi lo indossa distribuendo in questo modo la pressione in eccesso. La struttura così creata vuol essere la risposta ad una maggiore sensibilità e di conseguenza ad una percettibilità del piacere superiore. Ma non solo. Questa maggior compressione risolverebbe il fastidioso problema legato alla rottura o allo sfilamento. La stessa innovazione è da anni utilizzata in campo automobilistico e più precisamente nella Formula 1: c’è un motivo se le ruote da bagnato hanno una superficie in rilievo e le gomme lisce no, perché il rialzo attribuisce maggiore presa al pneumatico e riduce il rischio di slittamento. Sono stati necessari sette anni per sviluppare questo design che
16 VIVABOY
affonda le sue caratteristiche ispirandosi alla natura: “C’è un motivo se gli alveari hanno la forma che hanno e se le squame dei serpenti si muovono in un certo modo - dichiara Filip Sedic, fondatore di Lelo, brand leader a livello mondiale per i prodotti per la vita intima e inventore di Lelo Hex - ed è perché gli esagoni sono robusti, simmetrici e s’incastrano perfettamente. Sono la forma a cui la natura ricorre quando ha bisogno di leggerezza e resistenza al tempo stesso.”. Vi abbiamo incuriosito? Allora non vi resta che provarlo! Per l’occasione è stata creata un’iniziativa lancio (a termine) che consente a 10mila curiosi e sostenitori del progetto di ordinare e provare il preservativo ad un prezzo vantaggioso. La promozione consiste nella vendita di una confezione da 12 pezzi a 12 euro con consegna gratuita in tutto il Mondo. Al termine della proposta il prezzo di cartellino del prodotto sarà di 19,90 euro. Per tutti gli interessati ecco il link di riferimento: www.lelo.com. Ricordatevi che dalle malattie sessualmente trasmettibili nessuno è immune e l’uso del preservativo è ad oggi la miglior difesa. Usate quindi il condom, sempre e comunque! L’Aids è sempre in agguato
MASSAGGIATORE PROFESSIONISTA
MILANO
Via G.B. Sammartini, 25 Tel. 02.66982448 Per informazioni contattateci TEL. 02 66982448 - TEL/FAX 02 6693217 info@europa92.com www.europa92.com
Roberto
Terapista del Massaggio
Specializzato in massaggi antistress, decontratturanti e linfodrenanti. Depilazione corpo (anche zone intime). Ricevo su appuntamento anche a domicilio. Via Valfurva, 3 - Milano - E-mail: r.colasuonno@libero.it
Tel. 345 2162929
progetto
Macismo
Ageismo
#10PortraitsAgainstPrejudice il progetto dedicato a tutte quelle persone che almeno una volta nella vita si sono sentite messe da parte, ai margini, soli, colpevoli senza possibilità di appello di essere semplicemente se stessi
#
10PortraitsAgainstPrejudice è un progetto fotografico-editoriale a cura di Davide Scalenghe, Flora Ciccarelli e Giovanni Mauriello che mette in evidenza la piaga sociale del pregiudizio. Preconcetto che prepotentemente s’insidia in chi con il suo comportamento, anche omertoso, lo nutre rendendolo sempre più forte e invalicabile; ma più ferocemente colpisce le vite di chi è costretto a subirlo. Il progetto, attraverso dieci volti e dieci storie, ha il nobile scopo di raccontare in prima persona il significato di vivere attanagliati al pregiudizio attribuito soltanto tenendo in considerazione il teorico gruppo d’appartenenza: grasso, effeminato, strano… Corpi e menti che sfuggono ai canoni di una società che ci vorrebbe l’uno la fotocopia dell’altro. L’obiettivo da una parte cattura la fierezza di chi, per un motivo o per l’altro, è ritenuto diverso, ma non per questo sceglie di nascondersi o di giustificarsi e dall’altra si prefigge di spingerci oltre le paure che ci fanno chiudere a riccio di fronte a chi vive una situazione fuori dalla nostra “zona di comfort”. Ad accompagnare i ritratti ci sono le loro storie, non per forza derivate da dati biografici reali o appartenenti a quei determinati soggetti, piccoli aneddoti di vita quotidiana che riassumono in poche righe che Malattia Mentale cosa significa essere musulmana nei giorni nostri, che cosa si prova a non potersi concedere la gioia dell’amore solo perché omosessuale, quanto è complicato ottenere la fiducia altrui essendo sieropositivo o quanto ci si deve affaticare per spiegare che, nonostante il disturbo bipolare, si può essere una persona per bene. Di seguito le immagini del progetto e quattro delle dieci storie che lo affiancano. 18 VIVABOY
Misoginia
Il mio labbro superiore si è incastrato alla perfezione nello spazio aperto della sua bocca, e la paura ha lasciato spazio ad un’unica nuova convinzione: lo amavo. Eravamo un ingranaggio finalmente funzionante, un unico rudere dato per spacciato fino a qualche secondo prima. Il mio corpo non era più un corpo, lo sguardo basso; a chi devo chiedere scusa, pensavo, per questo momento di felicità. Quale altro senso di colpa si anniderà oggi nei miei pensieri. Come me ne libererò. Qual è l’errore se tra queste braccia, solo tra queste, mi sento al sicuro; questi occhi voglio su di me, è questo l’amore di cui voglio gioire e soffrire e vantarmene con tutti. Perché non posso. Per chi, per quanto. Io voglio l’amore, e il mio amore è lui. Ho permesso che mi uccidessero i sogni di un’adolescenza mano per la mano in una strada affollata. I baci in pubblico, gli abbracci alla stazione. Mi sono lasciato convincere che per me non c’era posto, tra le file degli innamorati, che ad uno come me conviene nascondersi. Ma mentre mi mordeva il labbro sono riuscito a mettere a fuoco. C’è posto, questo è il mio posto: io sono felice osservando il suo naso appuntito, le sue guance costellate di piccoli punti di barba; l’attaccatura del collo sistemato sulle sue bellissime spalle. Mi rendono felice, le sue spalle. E il suo collo, le sue mani grandi come una montagna da scalare. Solo con lui sarei stato felice, la risposta era semplicissima e si nascondeva in un bacio.
OMOFOBIA
Islamofobia
Bullismo
VIVABOY 19
progetto
TRANSFOBIA Bussano alla porta del bagno. Cantileno un “Occupatoooo” mentre cerco un fazzolettino all’interno della borsetta. Ma dove sarà finito? E poi perché nei bagni delle stazioni non c’è mai la carta igienica? Bussano di nuovo, stavolta con un po’ più d’insistenza.“Un attimoooo” dico con un pizzico d’insofferenza, risollevandomi i collant e risistemando la gonna. Un tubino rosa cipria che mi sta da dio. Riapro la porta del bagno ed esco a lavarmi le mani. Appena fuori c’è la tipa che ha bussato poco prima, quasi le vado addosso per quanto è vicina. Mi squadra dalla testa ai piedi mentre le passo davanti e mi dirigo al lavandino, dallo specchio riesco a vederla: è rimasta a fissarmi.
Da quando avevo scoperto di essere sieropositivo, quella era la prima serata che passavamo tutti insieme: tutti tranne Valentina, ovviamente. Lei se n’era andata una settimana dopo il risultato delle analisi. Era una questione di fiducia, mi aveva spiegato tra i singhiozzi, e io la sua fiducia l’avevo persa. Però quella sera, seduti al tavolo del pub in cui ci ritrovavamo da una vita, mi era sembrato tutto come sempre. Negli sguardi dei miei amici sembrava esserci la certezza che tutto sarebbe andato bene, che niente sarebbe cambiato tra noi, che loro, almeno loro, non mi avrebbero abbandonato. Io mi ero aggrappato quasi con disperazione a quegli sguardi e avevo deciso di ignorarne altri, quelli lanciati su tutto ciò che toccavo, quelli attenti a non scambiare il loro bicchiere con il mio, quelli che per un attimo avevano indugiato anche nel farsi baciare sulla guancia. Come se il virus impregnasse ogni singola fibra di me. Finché poi non mi era scappato quello starnuto. Poche gocce di saliva avevano investito il tavolo e distrutto il castello di perbenismo che avevamo tirato su insieme. Era piombato il silenzio, mi fissavano tutti mentre nella mia testa si affollavano i pensieri: avrei voluto scusarmi, avrei voluto spiegare che la saliva non c’entra niente con l’HIV, che potevano e anzi dovevano stare tranquilli. Ma queste cose i miei amici le sapevano già, eppure era più forte di loro, la paura del contagio. Aveva ragione Valentina: era una questione di fiducia, e loro avevano perso la mia.
HIV/AIDS
“Non dovevi andare in bagno?” le faccio senza voltarmi. “Cosa?” “No, dico, tesoro: hai bussato mille volte mentre ero dentro e ora scusa… te ne resti lì a guardare?”Lei mi squadra con tanto di occhi, sembra non abbia mai visto una transessuale in vita sua e forse è proprio così. Balbetta qualcosa, è evidente che non sa bene cosa rispondere. Io nel frattempo mi sono asciugata le mani e ho ripreso a frugare nella borsetta, per ripassare il rossetto che si è sbavato sul labbro superiore. Le sento dire, a mezza bocca, “sto schifoso” e penso che non ho nessuna voglia di fingere di non aver sentito.“Scusa puoi ripetere?” le sbraito contro, voltandomi di scatto. Lei non sembra per niente intimorita, mi guarda con aria di sfida e si avvicina: tuttavia è visibilmente più bassa di me, e io mi sporgo su di lei per farglielo notare.“Ho detto, riprende stizzita, che questo è il bagno delle donne e lei non dovrebbe stare qui.”“Eh no, carina. Questa toilette è per le signore. E fidati che io sono una signora con la S maiuscola”.
Non passo la mattinata a provare vestiti nell’improbabile speranza che i miei fianchi si siano miracolosamente ristretti durante la notte. Quel jeans pazzesco che è diligentemente piegato e posizionato nell’armadio è chiuso lì dentro per un motivo, e dubito che stamattina io c’entri per miracolo. A dire il vero sono nove anni che non riesco ad andare oltre l’altezza del ginocchio: nell’ultima foto in cui lo indosso non ero ancora nemmeno signorina, quindi, almeno per oggi, escludo di sfoggiarlo. Ritenterò a breve, dopotutto nell’ultimo anno ho perso e ripreso dieci chili. Per qualche brutta malattia? No, quella scusa la usavo in terza media. Niente tiroide impazzita né crisi ormonali. La ragione per cui non sono una modella ha un nome solo, e quel nome è fame. Le carte in regola le avrei tutte, ma a causa di questo dettaglio dei venticinque chili di sovrappeso pare sia impossibile trovare uno stilista che mi assuma. Ah, e la storia della costituzione: è una scemenza. Ormai non ci crede più nessuno, facciamo prima a dire che nemmeno uno dei nostri uomini è mai stato in grado di soddisfarci quanto tre etti di pasta ben condita. Per quanto riguarda loro, gli uomini, ci tengo a dire che seppure il sabato sera quel paio di jeans rimangono piegati nell’armadio, qualche testa la faccio girare senza metterci troppo impegno. Chiamatelo charme, chiamatele forme, chiamatela ciccia, vi sfido a dire che non sono favolosa.
GRASSEZZA
Fotografia e regia: Davide Scalenghe Testi e ricerca: Flora Ciccarelli e Giovanni Mauriello Hair and Make-Up: Floriana Manciagli e Nicoletta Sorge Styling: Angela Bernardoni Fixer: Riccardo Calisti Alcuni dei protagonisti: Maurizio Gelatti e Silvano Bertalot, Sandeh Veet, Andrea Delliri, Roya Rastegar, Ubaldo Giusti, Giovanna “Jo Rebel” Raballo
#UNCOVERED
LUCAS BADUELLI “Il pudore inventò il vestito per maggiormente godere la nudità” Carlo Dossi
L
e radici di Lucas sono impiantate nella piccola città di “CAÇU “, che nel dialetto brasiliano significa “grandi boschi “. Il 22enne è cresciuto nel rispetto della natura, circondato da alti monti e accarezzato da folti boschi. Ama arrampicarsi tra i ripidi rocciosi e godersi dall’alto il paesaggio circostante. Spogliarsi per lui è un atto naturale e liberatorio, uno di quelli che lo mette pienamente in contatto con Madre Natura.
Fotografia: Otávio Cipriani Il modello é ripresentato da AC Management Brazil
PEOPLE MaGAYzzini Generali - Milano ph. Umberto Gorra
CINEMA
Queer Lisboa 20a Edizione dal 16 al 24 settembre 2016
Il Festival Gay Lesbico di Lisbona è riconosciuto come uno degli appuntamenti di genere più apprezzati a livello europeo e mondiale. Ecco le curiosità e le pellicole da noi preferite
C
ompie 20anni il celebre Festival Gay Lesbico di Lisboa organizzato dall’Associazione Culturale “Janela Indiscreta”, con il patrocinio del Ministero della Cultura portoghese. La manifestazione ha lo scopo di promuovere la cinematografia a tematica gay, lesbico, queer, bisessuale, transessuale e transgender, alle quali sono associati altri concetti a contenuto sociale, etnico e razziale o, in ogni modo, rivolte ad argomenti riguardanti le minoranze sociali. L’appuntamento è dal 16 al 24 settembre con un’edizione speciale che include una retrospettiva completa dell’opera di Derek Jarman, uno dei più influenti nomi della storia del cinema queer portoghese. Oggi il Festival irrompe sulla scena cosmopolita grazie al minuzioso lavoro delle edizioni precedenti, guadagnandosi così una reputazione a livello internazionale. Non è quindi un caso che il ritrovo è riconosciuto come uno degli appuntamenti di genere più apprezzati al mondo.
24 VIVABOY
Tanto successo non è solo merito della qualità della programmazione, e di conseguenza all’elevato numero di ospiti che attira, ma anche del solido impegno dell’organizzazione che segue il progetto scrupolosamente non lasciando nulla al caso. Queer Lisboa ha anche stabilito un rapporto speciale con le altre rassegne cinematografiche universalmente diffuse di natura Glbtq, partecipando ad un’interessante rete di scambio culturale e formativo. Tra le pellicole partecipanti citiamo Absolutely Fabulous: The Movie, che racconta la rocambolesca fuga delle amiche Edina Monsoon e Patsy Stone, latitanti dopo essersi macchiate accidentalmente della morte della top model Kate Moss durante un pary esclusivo e super chic. Una commedia che miscela, a suo modo, sfarzo, glamour, risate e incomprensioni. Blue: una pellicola che mette in relazione la poesia, i pensieri metafisici sulla morte, la musica, la contemplazione del colore blu e l’esperienza di vita con l’Aids del regista Derek Barman.
Go fish narra la storia di un gruppo multiculturale di lesbiche di Chicago alle prese con gli alti e bassi della vita, i sogni, le speranze, i momenti romantici, le amicizie e gli avvenimenti politici. Swoon: Leopold e Loeb sono meritevoli studenti universitari, ebrei, intelligenti, benestanti e gay. Il loro amore è messo alla prova non solo da un’educazione rigida ricevuta negli anni dell’adolescenza, ma anche da un avvenimento che cambierà inevitabilmente le sorti della loro vita e forse dei loro sentimenti. Tornando alla rassegna, nel 2015 l’Associazione Culturale ha aperto nella città portuale la prima edizione del Queer Port - Festival Internazionale di Queer Cinema che si svolge nella prima metà del mese di ottobre. Il Porto Queer intende presentare alcune delle opere dei creatori più iconici e le tendenze del cinema emergente legate alla cultura glbtq; una proposta multidisciplinare che si articola in diverse zone della città di Porto e affronta diversi linguaggi artistici in linea con le proiezioni presentate.
VIVABOY 25
sport Photos by Junior Franch Styling by Aldo Bianchi Beauty: Henrique Azevedo
Underwear Roxxer Sportwear Nativa Guantoni boxe Naja Extreme After Sport recovery lotion JTree’s
Underwear Roxxer Sportwear Nativa After sport recovery lotion JTree’s Guantoni boxe Naja Extreme
T-shirt Levis Sportwear Nativa
After Sport Moisturizing Lotion Men’s Adidas Moves
Legging Lupo Sport
Underwear Roxxer Sportwear Nativa After sport recovery lotion JTree’s Guantoni boxe Naja Extreme
Football Spalding After Shave Lotion Allure Homme Sport
Photos by Junior Franch
Styling by Aldo Bianchi
Beauty: Henrique Azevedo
Production: Rafael Ignacio
Models: Pablo Garcia, Matheus Gomes e Felipe de Paula
@Oxygen Models
LIFE
Sesso in volo, MA NON SOLO!
F
arlo in aereo è una di quelle fantasie che accende gli animi di molte coppie. Film, libri e videoclips da sempre raccontano più o meno velatamente la situazione, ma sono veramente in pochi quelli che possono vantarsi di aver assecondato la loro fantasia praticando sesso ad alta quota. Munirsi di coraggio e avere una bella faccia tosta sono le prime “qualità” da possedere, il resto poi, per alcuni, è solo un dettaglio… di certo non
“Famolo strano” gli Italiani sognano di farlo quì…
36 VIVABOY
trascurabile! È noto: dietro ad ogni “capriccio” c’è sempre del business. Ecco che a Cincinnati la compagnia di charter statunitense Flamingo Air ha allestito alcuni piccoli aerei privati a vere e proprie “suites del peccato” munite di tutti i comforts possibili ed immaginabili. Il servizio è quasi in tutto e per tutto personalizzabile, ovviamente mettendo mani al portafoglio. In media ogni “volo osé” si aggira attorno ai 475 dollari (poco più di 400 euro) e prevede l’allestimento di comodi baldacchini e una degustazione di cioccolato e champagne. Di certo l’offerta potrebbe entrare a far parte delle esperienze romantiche da mettere in pratica, ma a nostro avviso usufruendo di questo servizio vengono meno una serie di “complicazioni” che rendono il sesso in volo un’esperienza adrenalinica unica. Quali? Il fatto di essere scoperti aggiunge di certo del pathos e che dire dell’intesa che si crea con il partner nel compiere qualcosa di “proibito” insieme? Ok, la Flamingo Air offre un pacchetto comfort non indifferente, ma a che prezzo? Chiaramente non ne stiamo facendo una questione di vile denaro, ma di emozioni e “trasgressione”. Senza volersi scomodare troppo, per modo di dire, e continuando a citare come “location del piacere” i mezzi di locomozione, l’automobile in movimento continua ad affascinare molti amanti, così come il treno, il camion o la barca. I più blasfemi ambiscono i luoghi sacri, i più macabri fantasticano sul cimitero, gli inguaribili romantici sognano le cascate, mentre gli staccanovisti uniscono l’utile al dilettevole rimanendo in ufficio. Per i giovani esibizionisti la finestra di casa è il primo passo verso un mondo tutto da scoprire. Per chi desidera più privacy l’ascensore è, o forse è il caso di dire era, visto che molti sono muniti di telecamera, un posto insolito e lontano da occhi indiscreti. Tra le ricorrenze di festa il matrimonio è il più gettonato perché fornisce sempre una serie di alibi e luoghi nascosti tutti da sfruttare. Poi ci sono i temerari del pericolo, tra questi citiamo i paracadutisti del sesso che fantasticano di farlo in caduta libera. Ok che l’inventiva non ha limiti, ma poi bisogna anche fare i conti con il lato pratico. E a proposito di questo, lo sapevate che c’è chi sogna di farlo sotto il letto e chi sopra il tetto?
VIVABOY 37
LIBRI
Krzysztof Charamsa Io, prete gay, e la mia ribellione all’ipocrisia della Chiesa
a
La pietra angolare è la prima che si posa quando s’innalza un edificio. È la più importante, quella che idealmente regge tutta la costruzione. Per questo motivo non può essere una pietra qualunque, ma va cercata e scelta con cura scavando in profondità. Il coming out dell’ottobre 2015 è la prima pietra, la pietra angolare nella vita di Krzysztof Charamsa.
quasi un anno dal coming-out, confessione che fece tramare l’intero Vaticano e non solo, Krzysztof Charamsa racconta la sua storia in un libro: “La prima pietra”, edito da Rizzoli. La sua non fu di certo la confessione di un uomo qualunque, ma quella di un prete che ha intrapreso un’importante carriera ai massimi vertici della Chiesa cattolica come ufficiale del più importante ufficio vaticano: la congregazione per la dottrina della fede, ex Sant’Uffizio, ex Santa Inquisizione. Inoltre è stato secondo segretario della commissione teologica internazionale: l’organismo che ufficialmente riunisce i più autorevoli teologi del Vaticano. È proprio a questo punto della sua vita che Krzysztof Charamsa ha deciso di denunciare al mondo l’ipocrisia della Chiesa cattolica definendola: “Un’istituzione che da secoli utilizza il sesso allo scopo di imporre il proprio potere seminando infelicità nelle persone, condizionate a non vivere serenamente questa dimensione fondamentale dell’esistenza. Attraverso i precetti, le dottrine e le confessioni - continua Charamsa - le donne sono indotte a sottomettersi ai mariti, mentre gli omosessuali sono discriminati, ridotti alla condizione di appestati. Tutto ciò è ammantato in una coltre d’ipocrisia perché il clero cattolico, fortemente
38 VIVABOY
omofobo, è esso stesso composto in larga misura da omosessuali. Ora repressi, ora ingabbiati nella clandestinità, comunque costretti all’innaturale comandamento del celibato. Questi uomini di Chiesa vanno poi a formare il terreno fertile dove germoglia la vergognosa gramigna della pedofilia e degli altri abusi”. Con La prima pietra Charamsa intende scuotere le coscienze e porre le basi per un necessario rinnovamento della Chiesa cattolica, istituzione in cui ancora oggi vuole credere. “Una Chiesa che per continuare ad esistere quale guida spirituale - come Charamsa ha scritto il giorno del coming out in una lettera a Papa Francesco e nel libro pubblicata per la prima volta integralmente - deve finalmente cominciare a rispettare ogni persona nel suo orientamento sessuale, confrontandosi proficuamente con la scienza. La Chiesa cattolica del futuro”. Oggi Charamsa vive con il suo compagno Eduard Planas e si dedica alla difesa dei diritti umani delle donne, delle persone lgbtq e confessa: “Oggi più che ieri sono un prete, e un prete migliore. Oggi la mia parrocchia è il mMondo”. Il suo sfogo è un impetuoso fiume in piena alimentato dai molti anni di costretto silenzio. Testimone di una verità, ancora, forse, tutta da scoprire.
VIVABOY 39
diritti
Le città più omofobe? Roma, Milano, Napoli e Bologna. Le principali “vittime”? Donne, immigrati e omosessuali
V
ox – Osservatorio italiano sui diritti in collaborazione con le Università di Milano, Bari e La Sapienza di Roma, ha, per il secondo anno consecutivo, stilato la Mappa dell’Intolleranza. Per realizzarla ci si è avvalsi della geolocalizzazione dei tweets contenenti parole considerate sensibili, successivamente i messaggi sono stati messi in relazione con i fatti di cronaca e le reazioni della rete. In che modo? L’Università di Milano si è occupata di riconoscere i diritti e la violazione degli stessi, La Sapienza di Roma ha individuato varie parole “sensibili” e la loro contestualizzazione e nella terza fase, grazie ad un software ideato dal Dipartimento d’Informatica dell’Università di Bari, sono stati mappati tutti i tweets. Qualche esempio? Sanremo 2016: Valerio Scanu si esibisce al Festival stringendo un microfono “arcobaleno” e la rete si scatena con una valanga di tweets omofobi. 40 VIVABOY
Amsterdam, 25 gennaio 2016, vertice UE per salvare Schengen: piovono insulti dal mondo web. Città del Vaticano, gennaio 2016. Il Papa dichiara “Ebrei e Cristiani un’unica famiglia”e su Twitter le offese non si fanno attendere. Giovanni Semeraro professore associato all’Università degli Studi Aldo Moro di Bari afferma: “Rispetto allo scorso anno il software è stato notevolmente migliorato, ora gli algoritmi sono molto più sofisticati e sono in grado di comprendere e gestire al meglio le sfumature del linguaggio, riducendo notevolmente il numero di tweets ambigui presenti sulle mappe. Allo stesso modo molta attenzione è stata dedicata all’individuazione di tecnologie scalabili che ci permettono di estrarre
immigrati e omosessuali. Silvia Brena, giornalista, cofondatrice di Vox dichiara: “Il senso del progetto è quello di consentire azioni efficaci di prevenzione sul territorio. Conoscere le zone dove l’intolleranza è più alta, e quali sono le sue diverse declinazioni, consente alle amministrazioni pubbliche di costruire progetti ad hoc, per esempio nelle scuole e nelle zone considerate più a rischio.”. Marilisa D’Amico, costituzionalista, co-fondatrice di Vox sottolinea: “ La Mappa dell’Intolleranza anno 2 dimostra ancora una volta l’esistenza radicata nel nostro Paese e nelle nostre città di una resistenza “sociale” alla tolleranza e all’accettazione del diverso.
ed elaborare in modo efficace grandi quantità di dati”. A proposito di dati, per questo progetto sono stati estratti e analizzati 2.659.879 tweets, rilevati tra agosto 2015 e febbraio 2016. Ma come si legge la cartina? L’intensità del colore rosso sulla mappa termografica rivela il livello d’intolleranza rispetto ad una particolare dimensione in quella zona. In sostanza più e di un rosso vivo la zona analizzata, maggiore è l’intolleranza che si respira in quelle terre; di logica conseguenza minore è l’intensità, inferiore è il dato negativo. Nello specifico le città più omofobe sono Roma, Milano, Napoli e Bologna, mentre le principali “vittime”sono donne,
Le parole d’odio che abbiamo mappato, durante questi mesi di lavoro, sono veicolo di discriminazioni e stereotipi che ostacolano l’eguaglianza effettiva, come sancita dalla nostra Costituzione. Per questo, i risultati della Mappa dell’Intolleranza anno 2 dovrebbero rappresentare un segnale chiaro per la politica e per le istituzioni. I diritti - termina la donna - non si garantiscono solo sulla carta, ma è necessario agire sul contesto culturale con azioni concrete e di prevenzione”.
VIVABOY 41
PEOPLE Confused Club - Milano
Riapre la stagione del Confused Club Milano con l’evento tanto atteso da tutti:
MISTER
U
STRIP HARD
n appuntamento che ormai da 2 anni a questa parte rende partecipi i migliori strip man sulla cresta dell’onda di Milano. Venerdì 9 settembre sono previste le selezioni dei possibili candidati per l’evento: saranno più di 45 i ragazzi in gara per contendersi il titolo di Mister Strip Confused Club. Che vinca il migliore! Venerdì 16 settembre si partirà con ilconcorso, dopo di che ogni venerdì notte al Confused ci sarà una doppia sfida per passare il turno e avvicinarsi alla tanto attesa finale che si terrà venerdì 6 gennaio 2017 data in cui la Befana ci regalerà il miglior strip man di Milano a cui andranno in premio oltre all’ambito titolo anche 500 euro. Alcune informazioni trapelate furtivamente dallo staffconfermano la presenza di maschietti alle prime armi, ragazzi curiosi, timidi guerrieri che cercheranno di fare le scarpe ai professionisti del settore. A condurre la serata chiaramente non possono mancare due big del settore come Salvo Gentile e Mr. Adriano, personaggi che per esperienza e notorietà non hanno certo bisogno di presentazioni.
42 VIVABOY
DRAG WORLD Miss Drag Queen Italia 2016
Eletta Miss Drag Queen Italia 2016
S
Vince l’Emilia Romagna
i è conclusa ad agosto la quattordicesima edizione del concorso per drag queen più importante d’Italia: Miss Drag Queen Italia. Tredici concorrenti capitanate da tredici madrine hanno affrontato la prova più difficile della loro carriera artistica andandosi a confrontare con le eccellenze del mondo drag italiano per il 2016. A reggere e guidare la flotta La Wanda Gastrica, sempre impeccabile, ironica e dalla risposta pronta. Il risultato finale ha trovato il consenso da parte del pubblico e delle madrine giudici, al secondo posto si è classificata la 54enne Maraya Queen, eterna seconda, ma sempre molto apprezzata per la sua tenacia e l’impegno, tanto da essere riuscita a sbaragliare la concorrenza di colleghe agguerrite.
44 VIVABOY
Al primo posto invece si classifica una drag di origine pugliese trapiantata in Emilia Romagna: Miss Pingy, al secolo Salvatore Pinto classe 1985, piccola nella statura ma grande nelle prove del concorso. Durante la sfilata ha stupito tutti cavalcando un pony rainbow con un messaggio preciso, la voglia di vivere a colori senza nascondersi, e cosi ha fatto uscendo dall’imbracatura e presentando un abito elegante e raffinato. La sua esibizione, invece, ha portato il pubblico in un viaggio per il mondo pilotati da una hostess fuori controllo. La vincitrice si aggiudica un premio di mille euro offerto dal Mamamia, ed ancora buoni regalo da Twizz, Jorge d’Glamour, Drag Wigs, La Truccheria di Bologna, Phoenix borse.
Miss Drag Queen Messina
Finalissima del Concorso
“Miss Drag Queen Sicilia”
S
i è svolta nella Città dello Stretto la finalissima del Concorso “Miss Drag Queen Sicilia”. Una festa di meravigliosi colori e di perfette performance ha fatto gioire la sala del Bingo Planet di Messina, mandando in delirio il pubblico che ha mostrato vero apprezzamento per le drag e il loro singolare spettacolo. Riccardo Di Salvo
VIVABOY 45
PEOPLE Muccassassina - Roma
NUOVO
VIVABOY on-line itĂ V Attuatli V Dirit World V Drag ma V Cineel V Travi V Libr ds V Tren ion V Fash le V Peop e molto ora... altro anc
Sfogliane la versiaole digit
www.vivaboy.com VIVABOY 47