numero nove (nuova serie) - giugno 2016 - copia in distribuzione gratuita
VIVABOY
Salute
Autoerotismo VS tumore alla prostata
Carceri italiani: la triste realtà gay
09
DRAG WORLD
Barbie Bubu Televisione Trono gay a “Uomini e donne”
PEOPLE
Colton Haynes
Rainbow Map 2016
SPORT
IL RUGBY?
Uno sport per tutti!
Unioni civili approvate Perché “intestardirci” con il matrimonio?
VIVABOY 09
www.vivaboy.com | e-mail: vivaboy@vivaboy.com facebook.com/vivaboyguide Direttore editoriale Calogero Urruso Direttore responsabile Salvatore Paglia Direttore commerciale Jean Paul Bianco
Editrice Sedit sc - C.P. 70 - Pont St. Martin (AO) Fax 02.91390360
L’EDITORIALE
Stampa Tipografia Giglio-Tos
Unioni civili
Pubblicità Tel. +39 329.8622268 vivaboy@vivaboy.com
approvate,
perché “intestardirci” con il matrimonio?
Pubblicazione abbinata a Lui Guide Magazine Reg. Tribunale di Milano N.169 - 03/2000
cover Photo by Thiago Martini Styling by Officeimshoot Beauty: Dennya Carvalho
L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire.
SOMMARIO giugno 2016
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DRAG WORLD
F
inalmente è stata approvata anche in Italia la legge sulle unioni civili. Ok, il nostro Paese ci ha messo molto tempo prima di compiere questo passo di civiltà, abbiamo affrontato diverse battaglie, mandato giù bocconi amari, da una parte ci sono state diverse vittime, troppe, schiacciate da un ordinamento giuridico fino a ieri assente e dall’altra siamo stati vittime di mentalità umane retrograde ed omofobe, ma oggi siamo qui con una vittoria in mano. La prima. Questo successo lo dedichiamo alle giovani vite spezzate e a quelle che da oggi potranno vedere il loro percorso d’amore tutelato. La vera vittoria è il riconoscimento. Oggi ci siamo perché per l’ordinamento giuridico esistiamo. Siamo oggetto giuridico. Certo la strada è ancora lunga e questa legge di certo non placherà la cappa omofoba, ma è comunque un primo ed importantissimo passo. Ora spetta a noi farne tesoro e per farlo è bene conoscere nel dettaglio che cosa prevede il ddl Cirinnà. Ovviamente per usufruire dei benefici di questa legge è necessario, per la coppia, dare vita all’unione civile che prende forma tramite la celebrazione in Comune davanti al Sindaco, o ad un suo incaricato, e in presenza di due testimoni. Le parti hanno la possibilità di scegliere fra il proprio cognome uno in comune che per scelta potrà anteporsi al proprio. È giusto sapere che l’unione civile, a parte il trattamento che riguarda i figli, gode per le parti degli stessi obblighi e degli stessi diritti del matrimonio (comunione o divisione dei beni, eredità, diritto al mantenimento, graduatorie, accesso ai servizi, assistenza sanitaria, reversibilità pensionistica...). continua a pag. 4
SPORT
NEWS Dal pianeta terra attualità Carceri italiani SALUTE Autoerotismo DRAG WORLD Barbie Bubu LIBRI La vita a rovescio TELEVISIONE Uomini e donne LIBRI La vita a rovescio COVER Ladri di biciclette SPORT Libera Rugby Club
PEOPLE Colton Haynes pag. 14
TELEVISIONE Trono gay a “Uomini e donne” pag. 22
Nel caso in cui uno dei due partners fosse straniero, dopo la celebrazione, quest’ultimo potrà richiedere, secondo la normativa vigente, il permesso di soggiorno e la cittadinanza. Tra le differenze, che più che tali per noi sono sfumature, a parte la questione prole che affrontiamo più avanti, quella che ci fa particolarmente sorridere è il mancato obbligo di fedeltà: come se bastasse un “giuramento” per allontanare per sempre le tanto temute “corna”. Le altre piccolezze riguardano l’impossibilità per i minori di unirsi civilmente, la mancanza di richiesta delle pubblicazioni in Comune e l’assenza, in caso di divorzio, del periodo di separazione. Veniamo alla questione figli: quelli nati da un matrimonio sono di entrambi i genitori mentre quelli venuti al mondo durante l’unione civile saranno figli, per legge, del solo genitore biologico (è opportuno sottolineare che quest’ultimo, a prescindere dal suo orientamento sessuale, ha gli stessi diritti e doveri nei confronti dei figli). C’è la possibilità per il genitore non naturale di chiedere di adottare il figlio del compagno, ma non essendoci una legge la questione è rinviata alla valutazione di un giudice. La coppia dello stesso sesso non ha accesso all’adozione o alla fecondazione eterologa, chi desidera essere genitore potrà recarsi all’estero dove è possibile avere accesso alle tecniche di fecondazione assistita. Tornati nel Belpaese solo il genitore biologico sarà per legge genitore e nessuno potrà togliergli il bambino (salvo casi estremi, esattamente come accade per i genitori eterosessuali). È pur vero che l’Europa si sta muovendo nella direzione
del matrimonio egualitario e che a riguardo noi siamo fortemente in ritardo, ma di certo alla fine il risultato non è poi così diverso (sempre discorso “creature” a parte), anzi. Queste unioni civili suonano a tutti gli effetti come un sinonimo del matrimonio, già, perché questo termine può essere sostituito, senza che cambi il suo significato, con le parole legittima unione, sposalizio, connubio… Le nostre domande sono queste: non è che ci stiamo incaponendo su una questione al 90% già risolta? Ci siamo svegliati tutti con un profondo spirito di Fede da spingerci a desiderare di sposarci in Chiesa? Dobbiamo sentirci discriminati per un uso di un termine piuttosto che un altro se poi il risultato è lo stesso? La questione è un’ altra e secondo noi affonda le radici nell’errore di concatenare il termine matrimonio a quello di famiglia. Forse dovremmo essere più “elastici” e non fissarci con i termini. Ma poi, anche volendo incaponirsi, è sufficiente scomodare il dizionario e cercare il vocabolo in questione per toglierci ogni dubbio: famiglia [fa-mì-glia] s.f. (pl. -glie) Complesso di persone congiunte da vincoli di parentela o affinità e insieme conviventi. Più chiaro di così. Lasciamo pure al Centro Destra l’illusione di aver tutelato la loro tanto amata famiglia portata avanti, spesso e volentieri, con l’inganno, l’infedeltà, la facciata, l’interesse… Perché voler a tutti i costi amalgamarsi al diritto di sposarsi, figliare, tradire, divorziare, risposarsi, “ri-figliare”…. Famiglia è amore. Non c’è molto da aggiungere.
Salvatore Paglia
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NEWS
“È questo il posto che mi piace, si chiama Mondo”
News dal pianeta Terra WEST VIRGINIA
Nel West Virginia una coppia di studenti gay si è presentata al famigerato ballo di fine anno del liceo mano nella mano. Loro sono Michael Martin e Logan Westrope e confessano: “Sapevamo che sarebbe stata una notte da ricordare, All’inizio eravamo un po’ spaventati perché non avevamo idea di come il resto del corpo studentesco avrebbe reagito. Dobbiamo ammettere che ci hanno accolto molto bene e noi abbiamo ballato insieme tutta la notte. Gli altri ragazzi, ma soprattutto le ragazze, si sono avvicinate chiedendoci se fossimo una coppia e al nostro sì tutte hanno manifestato il loro sostegno”. Molto simpatica anche la richiesta d’invito da parte di Logan che un pomeriggio si è presentato ad un appuntamento con il suo fidanzato con un chicken burger in mano esclamando: “Sei un pollo o vieni con me al ballo?”.
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VIVABOY
GERMANIA
Il Governo tedesco risarcirà le vittime del “Paragrafo 175”, la legge che ha consentito al Reich, e non solo, di perseguitare gli omosessuali per oltre un secolo. L’abolizione è arrivata soltanto l’11 giugno del 1994. È invece di pochissimi giorni la decisione storica presa dal ministro della Giustizia, Heiko Maas, di permettere alle vittime di chiedere un risarcimento. Nel corso della storia sono moltissimi gli omosessuali perseguitati e uccisi, approssimativamente sono centomila, quelli assassinati in Germania tra i 1933 e il 1945 (secondo il Memoriale per l’Olocausto americano). Le ingiustizie però cominciarono già nella Germania di Bismarck (1871) e in seguito si trascinarono fino alle Germanie postbelliche divise della storico Muro (Germania comunista e Germania federale).
COLOMBIA
La Colombia ha definitivamente legalizzato i matrimoni gay divenendo il quarto Paese latinoamericano dove le coppie omosessuali possono sposarsi. Quest’ultime avevano già il diritto ad unirsi civilmente, ma la sentenza, che attraverso il nuovo ordinamento giuridico decreta il pari accesso al matrimonio e recita: “tutti sono liberi di scegliere con chi costruire una propria famiglia a seconda del proprio orientamento sessuale ricevendo un eguale trattamento da parte della Costituzione e della legge”. Gli altri Paesi del Sud America sono l’Argentina, il Brasile e l’Uruguay. La Corte si è pronunciata con sei voti a favore e tre contro. La sentenza arriva cinque mesi dopo il via libera della Corte Costituzionale alle adozioni per le coppie gay.
SPAGNA
Jesus Tomillero è stato il primo arbitro a dichiarare apertamente la sua omosessualità e ciò gli ha procurato una serie d’ingaggi televisivi come ospite in diverse trasmissioni. Da quando ha fatto coming out, però, sul campo non gode di vita facile. Sono sempre più violenti e pesanti gli attacchi omofobi che gli vengono rivolti. Stanco delle continue umiliazioni il ventunenne arbitro Andaluso ha deciso di lasciare il mondo del calcio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è un tremendo insulto arrivato dagli spalti durante la partita tra Portuense e San Fernando Isleño. Tomillero ha assegnato un rigore alla squadra ospite e di tutta risposta un coro gli ha urlato addosso: “Questo è l’omosessuale che va in televisione. Stai diventando famoso, brutto gay”. Come spiegherà in seguito il diretto interessato ai media spagnoli, la dolorosa scelta non arriva a causa degli affronti, ma per un motivo ben preciso: “Sono abituato ad essere insultato, ma questa volta è stato davvero troppo, ciò che mi ha fatto male è che tutto il pubblico rideva”. Poi conclude sottolineando una triste verità: “Sono stanco di tutta questa omofobia che pervade il calcio”.
OLANDA
Attraverso un cartone animato i Testimoni di Geova fanno passare un messaggio altamente discriminante che ha suscitato l’indignazione delle associazioni lgbt.
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VIVABOY
Il filmato mostra il dialogo tra una bambina che rientrando a casa racconta alla mamma la sua mattinata scolastica e nello specifico chiede spiegazioni su un disegno fatto da un amico che ritrae una famiglia con due madri. A questo punto la mamma della piccola comincia a citare vari versetti della Bibbia per spiegare alla figlia che il matrimonio è solo quello tra uomo e donna e che le coppie omosessuali non vanno in paradiso. La comunità gay olandese ha chiesto che il filmato venga ritirato e ha denunciato l’accaduto ponendo l’accento sull’effetto della comunicazione altamente discriminatoria e sull’uso scorretto del cartone animato per inculcare nelle giovani menti un’informazione diseducativa.
TAIWAN
Con 90 secondi di pubblicità la catena di ristoranti McDonald ha scatenato l’ira dell’associazioni familiari di Taiwan. Pietra dello “scandalo” una pubblicità gay-friendly che ritrae padre e figlio all’interno di un McCafe. Su uno dei bicchieri del fast-food il giovane scrive: “Mi piacciono gli uomini”. La prima reazione del padre non lascia ben sperare. L’uomo si alza dal tavolo e sparisce dall’inquadratura, poco dopo però rientra con un bicchiere in mano e scrive: “Mi sta bene che ti piacciano gli uomini”. Il filmato è diventato immediatamente virale, conquistando molti apprezzamenti sulle piattaforme social e su Youtube vanta quasi due milioni di visualizzazioni e un numero imprecisato di commenti positivi. Visto il successo ottenuto a nulla è servito il tentativo di boicottaggio da parte del segretario generale dell’Alliance of Taiwan Religious Groups for the Protection of Family, Chang Shou-yi, che pretendeva il ritiro del filmato.
CUBA
Fa un certo effetto vedere il lungomare dell’Avana ricoperto dai colori dell’arcobaleno per il Gay Pride. A manifestare sono centinaia di membri della comunità lgbt che attraverso il corteo si battono per i progressi fatti sull’isola e reclamano il riconoscimento delle unioni civili. Portavoce e capo guida della manifestazione è Mariela, la figlia del Presidente Raul Castro.
attualità
Carceri italiani: la triste realtà gay
Per mancanza di strutture e di personale i detenuti omosessuali vivono in totale isolamento
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a scelta di creare nel carcere di Gorizia un’ala ad hoc dedicata ad alcuni detenuti omosessuali ha scatenato una serie di segnalazioni e polemiche. Il progetto è lodevole e la misura adottata nasce con l’intento di salvaguardare l’incolumità dei detenuti gay sottraendoli da situazioni di pressione e violenza, peccato però che è stato istituito senza i necessari accorgimenti: primi fra tutti le modifiche strutturali e il rinforzo dell’organico. Il risultato? Deludente! I tre ospiti dichiaratisi omosessuali, e definiti “problematici”, scontano la loro pena in totale isolamento e rinchiusi in due celle che accolgono rispettivamente uno e due galeotti. Inoltre la condizione di sostanziale isolamento delle persone che vivono in questa sezione speciale è ulteriormente aggravata dall’impossibilità, per i motivi sopra indicati, di accedere a tutte le attività riabilitative, didattiche e lavorative che vengono garantite agli altri reclusi. Mauro Palma, il garante nazionale dei diritti dei detenuti, dichiara: “Creare nelle penitenziarie specifiche sezioni per i gay con lo scopo di tutelarli da eventuali aggressioni omofobe, significa semplicemente negare loro i diritti riconosciuti agli altri detenuti”. Dello stesso parere anche Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia e attualmente coordinatore dei garanti territoriali:“La ben definita separazione tra i detenuti eterosessuali e omosessuali compromette in modo netto e significativo la dignità
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di questi ultimi, è necessario trovare soluzioni alternative”. La scelta presa dall’istituto correzionale friulano è stata aspramente criticata anche dalle associazioni lgbt, dai sindacati della Polizia penitenziaria e da Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, associazione che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale. La donna ammette: “Solitamente l’isolamento viene adottato in situazioni particolari che spesso hanno a che fare con le sezioni protette riservate a quei detenuti invisi al codice d’onore carcerario, ad esempio le spie, gli ex poliziotti o chi è dentro per reati sessuali”. Questa è la prima volta che un carcere italiano riserva esclusivamente una frazione dell’edificio ai detenuti omosessuali, anche se realtà simili non sono di certo una novità: a Rebibbia Nuovo Complesso esiste una sezione che ospita una decina di transessuali. Realtà ben diversa è quella che si respira nel carcere di Los Angeles che già nel lontano 1985, parliamo di 31 anni fa, fonda la celebre K6G, la famigerata “ala gay” che proteggere gli omosessuali dagli altri detenuti. L’elevata tranquillità e il senso di sicurezza che si respira in questo settore fanno di quest’area il fiore all’occhiello del carcere. Ma che cosa potevamo aspettarci? Nel nostro Paese, da liberi cittadini omosessuali, abbiamo atteso oltre 30 anni per ottenere una legge che riconosca i nostri diritti, figuriamoci da carcerati.
PEOPLE Les Folies Scandal - Torino
Giovedì 2 giugno 2016
SABATO 18 GIUGNO 2016
ORE 18.00
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SAUNA FINLANDESE • BAGNO TURCO DOCCE EMOZIONALI PISCINA • IDROMASSAGGIO SALA VIDEO • CABINE RELAX SALA MASSAGGI • SALA FUMATORI APERTO TUTTI I GIORNI DALLE ORE 13.00 INGRESSO RISERVATO AI SOCI ANDDOS
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Rainbow Map 2016
L’ILGA fotografa la qualità di vita della comunità lgbt nel mondo
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’ILGA (International Lesbian and Gay Association) è l’associazione internazionale che riunisce più di 400 gruppi omosessuali e lesbici di tutto il mondo. È attiva con campagne per i diritti gay sulla scena internazionale dei diritti umani e civili, e presenta regolarmente petizioni alle Nazioni Unite e ai governi. L’associazione, rappresentata in circa 90 nazioni del Mondo, anche quest’anno ha stillato la Rainbow Map, ovvero la classifica annuale che fotografa la condizione di persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender e intersex prendendo in considerazione la capacità di uno Stato di soddisfare determinati criteri. Tra i canoni di giudizio incidono in maniera copiosa la presenza di norme anti-discriminazione, il riconoscimento di genere, la libertà di espressione, la punizione l’incitamento all’odio, i matrimoni e le adozioni per coppie dello stesso sesso. Seguendo queste e altre linee guida, l’anno 2016 premia Malta (87,75%), come Paese europeo con i migliori diritti lgbt, seguita da Belgio (81,85%) e Regno Unito (81,44%). Pur non prevedendo il matrimonio omosessuale, l’isola mediterranea ha stracciato la concorrenza
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grazie alla recente attuazione di direttive a difesa di trans e intersessuali, oltre che alla legge del 2014 che ha regolarizzato le unioni omosessuali e il diritto ad adottare. Le ultime posizioni della classificazione sono invece occupate da Armenia, Russia e Azerbaijan. L’Italia (19,75%) si piazza solo al 35°posto su 49. Probabilmente il prossimo anno, vista l’introduzione delle unioni civili, guadagneremo qualche punto percentuale in più e forse saliremo di qualche posizione nella graduatoria, ma ciò non basta, non è sufficiente. Possiamo e dobbiamo fare meglio. L’ILGA prende vita l’8 agosto 1978 a seguito della conferenza della Campaign for Homosexual Equality a Coventry. All’incontro parteciparono 30 persone in rappresentanza di 17 organizzazioni di 14 Paesi. A rappresentare l’Italia l’associazione Fuori! (F.U.O.R.I., acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) una delle più antiche leghe del movimento omosessuale del Belpaese. Tra le importanti vittorie che l’ILGA può vantare citiamo il depennamento dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
CITY LIFE Inferus Club - Milano
MASSAGGIATORE PROFESSIONISTA
A
distanza di poco tempo dalla chiusura del cruising storico di Milano, dalle ceneri di esso nasce un nuovo club dal nome accattivante: Inferus Club. Non solo divertimento, ma anche un modo di conoscere nuove persone davanti al nuovo bar bevendo un buon drink o gustando una semplice birra. Il restyling fatto dentro le quattro mura, che racchiudono più di 500mq di “divertimento”, è stato fatto per ridare una nuova immagine ad esso. Con la base del rosso fuoco e il nero dell’oscuritá, l’Inferus Club è uno dei locali più grandi presenti sul territorio. Sulla grande superficie si trovano tante situazioni, come il cinema con posti a sedere e cabine private per guardare in intimitá il film in programmazione. Area sling, comode sling “altalene” per lasciare libero piacere in stanze singole munite di lavandino. Un comodo inmenso lettone è situato al centro dello stanzone più grande del locale. Per chi cerca un po’ di riservatezza in tre aree si trovano cabine private, glory holes e labirinti. Non può mancare la stanza nera, la dark room, piccolina (neanche tanto). Dall’alto del locale rimane la gabbia, un angolo privato, ma sotto la vista di tutti per chi è un po’ esibizionista... Un’area relax sopra il bar con vista su di essa dispone di comodi divani dove sedersi e conoscere nuove persone. Tutto questo è Inferus Club Milano, situato in una zona tranquilla dentro un cortile condominiale, dove riservatezza e sicurezza sono la prima cosa. Raggiungi il club in via Giovanni Paisiello 4 a Milano, a pochi passi dalla metropolitana Loreto. E se arrivi con la macchina lasciala pure nel parcheggio convenzionato, al sicuro, poco distante. Aperto tutti i giorni dalle 16 alle 6 e il week end no stop! Inferus Club Via G. Paisiello, 4 - Milano
Roberto
Terapista del Massaggio
Specializzato in massaggi antistress, decontratturanti e linfodrenanti. Depilazione corpo (anche zone intime). Ricevo su appuntamento anche a domicilio. Via Valfurva, 3 - Milano - E-mail: r.colasuonno@libero.it
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MILANO
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PEOPLE
Colton Haynes
“Ho vissuto in una condizione di ansia stratosferica per tutta la vita. Ho 27 anni, un’ulcera e sono gay” 14 VIVABOY
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olton Haynes, attore di successo di molte serie televisive, prime fra tutte “Arrow” e “Teen Wolf”, attraverso un’intervista pubblicata sul magazine “Entertainment Weekly” ha fatto coming out. Il ragazzo rivela: “Temevo la gogna pubblica, il mio non è stato un percorso semplice, anzi… l’ansia e la tensione mentale che ho dovuto affrontare mi hanno devastato sotto molti punti di vista. Avrei dovuto rilasciare una dichiarazione o un commento, ma non ero pronto e più attendevo e maggiori erano gli attacchi di ansia. Poi ho detto basta! C’è voluto del tempo - continua l’idolo di molte ragazzine - per uscire allo scoperto, ma ora sono molto felice e orgoglioso della scelta che ho preso”. Fino all’annuncio di questi ultimi giorni, per Haynes sono stati tre mesi fatti di ricoveri in ospedale e lotte personali contro una pressione psicologica difficile da gestire: “La gente vuole che
tu sia l’immagine che vede di te su GQ, ma non ha idea di cosa significa recitare 24 ore al giorno. Chi giudica i gay o le persone diverse in generale non capisce che fingere tutto il giorno è la cosa più frustrante al mondo”. La dichiarazione non arriva proprio come un “fulmine a ciel sereno”, tempo addietro ad un commento pubblicato sul suo profilo Tumblr, dove si annuiva ad un “passato gay nascosto”, Haynes ha risposto ironicamente attraverso la battuta: “Era un segreto?”. Da qui una semplice supposizione è diventata un vero è proprio sospetto, alimentando il chiacchiericcio dei fans e della stampa. Dopo la confidenza pubblica l’attore ha deciso di staccare la spina e di concedersi un periodo di riposo lontano dal set e da occhi indiscreti: “Ho vissuto in una condizione di ansia stratosferica per tutta la vita. Ho 27 anni e un’ulcera. È il momento di pensare alla mia salute e non alla mia carriera”.
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SALUTE
Autoerotismo vs tumore alla prostata
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Uno studio rileva i benefici di questa prassi, ma non tutti i medici sono d’accordo. Scopriamo perche’...
econdo un recente studio condotto dall’Università di Harvard, l’attività dell’auto erotismo sarebbe un’ottima pratica per prevenire il cancro alla prostata. La scoperta è frutto di un’osservazione costante dalla durata ventennale che ha visto impegnati oltre 30 mila maschi tra i 20 e i 49 anni. Bene, direte voi, ma attenzione non è tutto oro quello che luccica perché l’impegno è piuttosto persistente. I medici, infatti, consigliano di applicarsi almeno 21 volte al mese. Insomma un “dovere” quasi quotidiano! I dottori sostengono che gli uomini con un’elevata frequenza eiaculatoria hanno il 20% di probabilità in meno di ammalarsi di questa neoplasia tipica del sesso forte. I ricercatori spiegano che attraverso l’espulsione del liquido seminale ci si libera anche di sostanze potenzialmente dannose e cancerogene che si concentrano nella prostata. Ovviamente per eiaculazione s’intende anche quell’ottenuta attraverso rapporti sessuali, emissioni
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notturne e autocompiacimento. Non tutti i medici, però, sono d’accordo con questa scoperta, c’è chi sostiene che l’indicazione deve essere letta come un suggerimento di come una “buona” attività sessuale sia da considerarsi positiva anche per altri aspetti importanti della nostra salute che non sempre vengono facilmente considerati. Inoltre bisogna tener presente che l’organismo/la mente potrebbe assemblare quest’assidua prassi come una condizione di dipendenza alla stregua di quanto avviene con droga e alcol. Il pericolo è quello che si trasformi in un’occorrenza primaria in grado di sacrificare, quasi inconsciamente, la salute, la famiglia, gli amici e il lavoro. Le conseguenze non sono di certo da sottovalutare, si possono sviluppare disfunzioni sessuali importanti (eiaculazione precoce o ritardata, anorgasmia…). In conclusione dateci dentro, ma ricordatevi che il troppo stroppia!
DRAG WORLD a cura di La Wanda Gastrica
La Wanda Gastrica questo mese ci propone l’intervista a Barbie Bubu, noto personaggio delle notti torinesi.
Barbie Bubu Una delle protagoniste della prima edizione di Miss Drag Queen Italia nel 2003, da sempre regina di cene con spettacolo e pièces teatrali
Innanzitutto io sono sempre curiosa di scoprire l’origine del nome delle mie colleghe. Come nasce il tuo? Il mio nome nasce da una festa di Carnevale alla quale mi ero presentato con sedici Barbie incastonate dentro a una parrucca. C’era anche Ken abbracciato a una luce. Il nome Bubu mi fu dato poi durante la scuola di teatro fisico di Philip Radice, nella costruzione del mio personaggio clownesco. Che cosa ti ha spinto nel 2003 a prendere parte alla prima edizione di un concorso che fino ad allora non era mai esistito? Mi sono ritrovato ad accompagnare due persone alle prime armi. Già che c’ero decisi di prendervi parte pure io, e la cosa più bella è stata mettermi in mostra davanti ad altre drag queen. è in quel momento che ho iniziato a capire fino a dove potesse spingersi un personaggio creato dalla pura fantasia.
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Lavorare come drag queen in Piemonte è stato facile o ha comportato delle difficoltà? Come lavoro faccio il meccanico. Mi sono fatto qualche problema inizialmente. Il bello è che a un certo punto mi sono accorto che parenti e colleghi di lavoro sapevano cosa facevo, e non solo non avevano battuto ciglio, ma erano già fans delle mie pagine social. Sei famosa anche per le tue parrucche chilometriche e i tuoi abiti sempre pieni di sorprese e luci. Come nascono le tue creazioni? L’obiettivo è di avere un abito unico, in modo da riuscire a far sorridere e interpretare anche in una semplice foto la persona che sono. è qualcosa che mi fa sentire tranquillo e che impedisce di giudicarmi come un uomo che usa abiti femminili per scopi sessuali. Quale consiglio daresti alle tue colleghe emergenti? Ammazzatevi... scusa, è stato un errore del T9! Scherzi a parte, è sempre più difficile far sorridere il pubblico se si pensa agli ultimi avvenimenti. Quindi il mio consiglio è: allenatevi bene a non essere volgari e banali per far ridere la gente perché io credo che una drag queen sia affine al mondo dei clown e del surreale, e non debba ispirarsi alla vicina di casa. Barbie nel sociale. Sei sempre molto impegnata sotto diversi fronti, pensi che il metterci la faccia possa servire a veicolare meglio il messaggio? Sono diventato mascotte di un gruppo di donne, le Dragonette, donne pronte a pagaiare nei fiumi per provare a sconfiggere il tumore. Nella mia vita privata ho affrontato e affronto tuttora questo forte dolore, e spero che il mio colore rosa alle loro feste e ricorrenze possa essere d’aiuto a farle sorridere. La soddisfazione che provo mi dà una energia che non ha paragoni in assoluto. VIVABOY 19
Confused Cabaret Il “Confused Cabaret” è una location unica per una serata completa, che consente di sorseggiare ottimi cocktails al bar, o comodamente seduti su sedie, divanetti o gradoni, godendo di uno spettacolo di cabaret unico a Milano tutti i venerdì sera, che integra uno strip tease per ingolosire i più birichini! Dopo lo show le alternative rimangono varie e tutte valide, dalla disco music da ballare in pista, alle chiacchere sorseggiando drink, non dimenticando la possibilità di conoscere persone anche scendendo i gradini dell’area sotterranea, invitante e stuzzicante...
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onosciamo meglio le protagoniste del Cabaret con tre semplici domande: 1. Descriviti con tre parole/aggettivi. 2. Il Confused Cabaret ha scelto di far collaborare artiste storiche ed emergenti in una sorta di laboratorio artistico, ti piace l’idea? 3. Dopo l’esperienza al Confused Cabaret ci ritornerai?
Donna Sofia
1. Descrivermi in tre parole è molto difficile, ma, cercando di rappresentare le varie sfaccettature di Donna Sofia, direi solare, perspicace e stronza. 2. Credo non si finisca mai di imparare nella vita. Ma penso, appunto, che sia la vita ad insegnarti a cavalcare un palcoscenico! Il laboratorio è senz’altro qualcosa di utile per far conoscere e mettere a disposizione piu strumenti e tecniche possibili che un artista può utilizzare per esprimere la propria arte! Ma credo che l’ingrediente indispensabile che debba esistere prima di tutto sia proprio... l’arte! Un laboratorio quindi è utile a un artista per crescere e, per chi non è artista inside, un utile strumento per comprendere l’arte! Io ho imparato molto sul campo..conoscendo persone, situazioni e spettacoli diversi e disparati. E credo non esista miglior laboratorio dell’esperienza sul campo. Quindi, porte aperte ai laboratori formativi, che siano per gli aspiranti artisti un inizio per la loro carriera e non un arrivo. Per coltivare e incentivare l’arte sarei ben lieta di mettere a disposizione il percorso di donna sofia e il bagaglio di esperienza ed emozioni che ha raccolto in tutto gli anni di carriera. 3. Al Confused Cabaret anche sempre! Ma si sa che un’ar20 VIVABOY
tista è pane per il pubblico! Quindi spero che Donna Sofia riesca ad accarezzare le emozioni del pubblico del Confused Cabaret!
Sebille Garcia
1. Spumeggiante, ironica e sorprendente. 2. Si mi piacerebbe insegnare l arte di essere trasformista. 3. Mi piacerebbe tornare prestissimo al Confused Cabaret!
Samantha Karamel
1. Divertente, fresca e sensuale 2. Si, mi piacerebbe insegnare alcuni trucchi del mestiere. 3. Tornerò al piu presto al Confused Cabaret, Baci!
Patty Visconti
1. Trash, innovativa, mai scontata! 2. Mi piacerebe molto è sempre stato un mio “sogno” nel cassetto quello del laboratorio! 3. Ritornerò molto volentieri al Confused Cabaret! Grazie a tutto lo staff del Confused, a Mayaluna che è stata una fantastica “scoperta” e a tutte le compagne di viaggio fin’ora incontrate.
tutti i venerdì dalle 22
Confused Club Via G.B. Sammartini, 23/25 - Milano www.confusedmilano.com Prenotate il vostro tavolo al numero:
339.2914174
(prenotazione consigliata)
Tachipierina
1. Estroversa, comica e solare. 2. Sono per queste cose in quanto per essere artisti non serve solo trucco e parrucco, ma c’è tanto lavoro da fare e sarei pronta a dare un mio piccolo e modesto contributo laddove fosse necessario. 3. Al Confused Cabaret tornerei il prima possibile!
Lady Karmy (Sconzi)
1. Simpatica, autoironica ma allo stesso tempo timida. 2. Si, mi piace molto. Credo che sia utile visto che tante ancora credono che per fare la drag basta mettere parrucca e tacchi. 3. Tornerei al Confused Cabaret anche adesso!
Luca Magli
1. Innovativo, temerario, professional-passionale. 2. Mi piace davvero l’idea del laboratorio, può sempre essere un ottimo spunto per collaborazioni e crescite artistiche. 3. Tornerò al Confused Cabaret con molto piacere, l’atmosfera è unica.
Big Babol
1. Splendida, altrimenti non sarei una drag queen, coreografica e colorata. 2. Molto interessante e tutte le serate dovrebbero essere una fucina di idee soprattutto quelle nei locali a tema, ma anche se non sempre è così. 3. Mi sono divertita un sacco, ho adorato, perciò tornerei volentieri sono al Cabaret Confused!
Mayaluna
1. Casinista, ironica, irriverente. 2. L’idea di creare un gruppo composto dalle migliori artiste storiche (mi metteranno qualche petardo sotto la sedia per questo aggettivo) e da molte più recenti artisticamente la trovo ottima. Stimolare l’approccio e la comunicazione/interscambio artistico/umano fra drag queen è la chiave fondamentale per una crescita artistica ma soprattutto personale, non dimenticando mail che l’allievo impara dal maestro, ma al tempo stesso il maestro impara dall’allievo. 3. Mi rivedrete al Cabaret Confused ogni venerdì il più a lungo possibile, per me questa è un’avventura unica e sono davvero orgogliosa di farne parte e poterla capitanare!
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arebbe dovuto essere il solito venerdì del Confused Club e invece d’incanto il Presidente del Club, Fiorenzo, annuncia la sorpresa: ci sarà un matrimonio nel locale ufficializzato dalla consigliera comunale Rosaria Iardino. Non è uno scherzo ed infatti dopo pochi minuti, accompagnati dalla musica di rito nuziale, sale sul palco una coppia di futuri sposi. Lei è una drag queen che naturalmente indossa il velo da sposa e, dopo 16 anni di vita in comune con il suo compagno, non vede l’ora di pronunciare il fatidico Si. Ora che sono state approvate le unioni civili e il Presidente Mattarella ha firmato il decreto, anche in Italia è legge. Rosaria, che ha fatto e sta facendo molto per il movimento gay, è radiosa, indossa e dichiara unita la coppia. La Iardino ha promesso che in futuro ci si potrà “sposare” anche nella fastosa sala del Comune per ora aperta solo alle coppie etero. Ringraziamo quindi la Cirinnà, Rosaria, in corsa per il PD alle imminenti elezioni comunali di Milano, il Confused Club e tutta la gay street per questa salutare provocazione, sperando che in futuro possa diventare realtà.
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TELEVISIONE
Trono gay a
“Uomini e donne”
Le auto candidature e i presunti nomi papabili
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a quando si vocifera dell’introduzione del “trono gay” al programma televisivo Uomini e Donne ideato da Maria De Filippi, non si fa altro che parlare dei possibili candidati. La conduttrice in un’intervista de La Repubblica ammette: “Ho in mente da tempo di fare un trono gay. Non cerco lo scandalo ma la normalità di un amore vissuto nella sua piena quotidianità. Anche a C’è posta per te abbiamo trattato storie diragazzi dello stesso sesso che si amano e ho visto che il pubblico ha apprezzato la “normalità” dell’argomento”. È mistero su chi indosserà la corona, anche se non mancano gli aspiranti tronisti che tramite interviste, post su social e dichiarazioni varie, candeggiano la loro candidatura. I primi a proporsi sono stati gli ex gieffini Siria De Fazio e Maicol Berti 22 VIVABOY
che, sin dalla loro partecipazione al Grande Fratello, non hanno mai fatto mistero delle loro preferenze sessuali. La prima è salita ai vertici della cronaca rosa per aver avuto una relazione lesbo con la figlia dell’attrice Ornella Muti, Naike Rivelli, il secondo, invece, ha subito una trasformazione impressionante: da gracile ed esile fanciullo dal lungo ciuffo e dallo strillo facile si è trasformato in un ragazzo dal corpo definito e dalla barba, solo all’apparenza, trascurata. Un altro nome papabile è quello di Bosco Cobos, amico di Jonas Berami e presenza fissa a L’isola dei Famosi. A riguardo confessa: “Mi piacerebbe tantissimo trovare un amore in Italia. L’uomo italiano mi affascina e “me parece estupendo” che Maria De Filippi voglia fare questo trono in tv perché è un’icona di libertà.
Valerio Pino Lorenzo Balducc
Siria De Fazio
È meraviglioso perché significa fare un passo avanti”. Un’altra autocandidatura arriva direttamente dal mondo del porno gay. L’attore di film a luci rosse Sandro Busolo, meglio conosciuto come Zander Craze, fa un appello che sicuramente non lascia indifferenti soprattutto perché il ragazzo non ha mai fatto mistero di aver contratto l’hiv. Tornando alle donne Giulia Latorre, figlia del marò Massimiliano, lascia intendere la probabilità della sua presenza affermando in un’intervista a Radio Cusano Campus: “Potrei partecipare a Uomini e Donne, mi hanno fatto qualche proposta e ho avuto qualche contatto… ci sono possibilità che a settembre partecipi, incrociamo le dita”. Visto che il tutto è ancora avvolto dal mistero, divertiamoci con il “toto trono”. Partiamo con tre conoscenze di Maria passate dal talent Amici. Cominciamo con Giuseppe Giofrè che grazie al suo talento nella danza ha firmato diversi contratti nazionali e internazionali. Continuiamo con Valerio Pino, ma viste le accuse mosse in passato alla padrona di casa, qualche dubbio in merito al suo reclutamento ci viene. Il terzo nome, visto anche il suo recente coming out e la vicinanza con la “regina di canale cinque”, è quello del cantautore Antonio Spadaccino in arte Antonino. Voci di corridoi però lo descriverebbero già felicemente fidanzato e pronto alle nozze. Chissà. Restando in campo musicale ci viene spontaneo fare il nome di Osvaldo Supino, la web star che ha costruito il suo successo in rete e che grazie ai milioni di click sul web è stato il primo ospite italiano a cantare sul palco del Gay
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Rosalinda Celentano
Roberto Bertolini Maicol Berti
Pride di Miami. Quasi certamente, (le ultime parole famose), per ovvi motivi non vedremo Tiziano Ferro, Mauro Coruzzi (Platinette), Cristiano Malgioglio, Aldo Busi e Alfonso Signorini. Gli ultimi quattro potrebbero sedere però tra gli opinionisti. E se fosse Lorenzo Balducci? L’attore ha recitato in film come Tre Metri Sopra il Cielo, Il Sole Nero o Stella Cadente e ha lavorato in parecchie serie Tv tra cui Distretto di Polizia, La Squadra 4 o Carabinieri 2. In campo femminile ci piacerebbe vedere Rosalinda Celentano, artista talentuosa che ha pagato a caro prezzo lo sforzo di essere
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Osvaldo Supino
se stessa, forse anche a causa del suo cognome. Chiudiamo questa lista con dei ragazzi agli “antipodi” Roberto Bertolini e Andrea Pinna. Ricorderete certamente che in coppia hanno trionfato alla quarta edizione di “Pechino Express”, adventure-game in onda su Rai 2. Insomma che dire dei due? Per motivi diversi, con loro, sarà impossibile annoiarsi. Speriamo solo che a rappresentare la categoria non ci sia la solita macchietta tutto fumo e niente arrosto. Siamo stanchi di essere effigiati con piume di struzzo, lustrini e paillettes.
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La vita a rovescio
“Forse gli uomini erano i padroni del Mondo perché le donne li lasciavano fare, come se trovassero soddisfazione nelle chiacchiere, nei sospiri e nelle lacrime e fossero contente così. La vita, per le femmine, era una specie di teatro: gli uomini stavano sulla scena e loro sotto, ad applaudire. Ma a lui non bastava. Da che era diventato Giovanni, il Mondo si era raddrizzato e aveva scoperto la sua vera natura. Voleva salire sul palco”
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on “La vita a rovescio” Simona Baldelli ci catapulta in una serie di avventure in cui i temi dell’emancipazione femminile e dell’identità sessuale si fondono in un universo picaresco, appassionante e pervaso da un sottile erotismo. L’autrice, di adozione romana, ma nata a Pesaro, ha esordito nella narrativa nel 2013 con “Evelina e le fate”, romanzo finalista al Premio Calvino 2012 e vincitore Premio John Fante opera prima. Nel 2014 ha pubblicato, sempre per Giunti, il suo secondo romanzo, “Il tempo bambino”. Il 2016 è l’anno della sua terza pubblicazione che narra la storia di Caterina Vizzani,
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una quattordicenne né ricca, né bella, con il volto sfigurato dal vaiolo, che crede di essere nata a rovescio perché ama lavorare nella falegnameria del padre, detesta il cucito, le occupazioni femminili ed è terrorizzata dal matrimonio. Eppure proprio a scuola di ricamo incontra Margherita, la figlia di un avvocato molto vicino al Papa, che la conquista leggendole le meravigliose avventure di Bradamante, la donna cavaliere dell’Orlando innamorato. Caterina non ha più dubbi: lei ama le donne, e soprattutto ama Margherita, di un amore grande e insaziabile che le fa sperimentare per la prima volta i piaceri inebrianti del sesso. Ma quando la madre di Margherita le coglie in flagrante, la vita di Caterina subisce una brusca svolta: con una denuncia per sodomia e stregoneria che le pende sulla testa è costretta a fuggire e a nascondersi. Ah, pensa Caterina, se solo fossi un uomo. Perché se fosse un uomo sarebbe tutto diverso, potrebbe continuare a sedurre le femmine alla luce del sole e provare a ribaltare la propria vita… Ed è così che, grazie al lungimirante suggerimento di una prostituta, Caterina decide di vestire panni maschili e trasformarsi in Giovanni Bordoni. Come per magia le porte della società si spalancano e davanti a Caterina si dispiega una strada lastricata di occasioni e piacere.
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Il rugby? Uno sport per tutti! SPORT
Libera Rugby Club: dal successo sulla carta stampata a quelli conquistati sul campo e nella vita
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portWeek, il settimanale della Gazzetta dello Sport, ha ricevuto il premio Ferrari per la copertina dell’anno. Indovinate chi sono i protagonisti della cover? Due giocatori di rugby. Che cosa c’è di così speciale? I due sportivi sono stati immortalati mentre si scambiamo un bacio sulla bocca. I protagonisti, reale coppia nella vita, sono Giacomo e Stefano, due atleti della la Libera Rugby Club: prima squadra gay-friendly d’Italia. A correlare la foto, che racchiude tenerezza, carattere e un assoluto senso di normalità, il titolo: “Chi ha paura di un bacio?”, che suggella un servizio pubblicato l’11 luglio 2015, sugli ultimi tabù degli italiani. Con questa motivazione la rivista ha ritirato l’ambito premio: “Soprattutto coraggiosa questa copertina di SportWeek e di coraggio bisogna averne non poco per proporre, a compendio di un’inchiesta su sport e omosessualità, il bacio tra due uomini, per giunta giocatori di rugby, per qualcuno lo sport più maschio che ci sia”. Riconoscimento a parte, scopriamo qualcosa in più sulla squadra, da chi è composta, quale messaggio sostiene e come farne parte. Per farlo abbiamo curiosato sul loro sito e abbiamo scoperto che, citiamo le loro parole, “l’obiettivo di Libera è promuovere la diffusione del gioco del rugby nella comunità lgbt, fornendo un ambiente sociale e sportivo dove tutti si sentano accettati e rispettati indipendentemente dal loro orientamento sessuale, aiutando in tal modo a combattere l’omofobia nel mondo dello sport. Inoltre, dato che circa il 25% dei giocatori di Libera è eterosessuale, la squadra è anche un luogo di scambio di VIVABOY 41
SPORT
esperienze tra due mondi (quello eterosessuale e quello lgbt) che molto spesso non hanno degli spazi d’incontro”. In più sulla loro pagina Facebook si legge che “è considerata una squadra inclusiva perché il mondo del rugby non è particolarmente omofobo, ma spesso si sente parlare di questo sport adatto a “veri” uomini, contribuendo a dargli un’immagine eccessivamente machista. Questo potrebbe frenare molti giovani ragazzi dallo scegliere il rugby come gioco da praticare. Noi vogliamo offrire ai ragazzi gay e ai loro amici l’opportunità di iniziare ad affacciarsi al rugby in un ambiente privo di pregiudizi indipendentemente dal proprio orientamento sessuale”. Già, perché il lato sociale è essenziale anche per rendere la squadra più affiatata in campo. Sono circa 20 i ragazzi si allenano regolarmente, ma la società è sempre alla ricerca di nuovi giocatori per rinforzare il gruppo dando così l’opportunità a tutti di praticare questo bellissimo sport senza sentirsi discrimati, subire bullismo o semplicemente essere additati a causa del proprio orientamento sessuale. I nuovi iscritti non devono temere, la squadra fa sapere che: “Se hai già giocato a rugby prima, siamo più che felici di averti fra noi, ma avere un’esperienza rugbistica pregressa non è assolutamente necessario per far parte della nostra famiglia. Anche la tipologia fisica non è importante: il rugby, contrariamente a quello che molti pensano, è uno sport adatto a tutti i tipi di fisico. Che aspetti quindi, unisciti a noi”. Non solo esercitazioni e partite, Libera e il suo staff tecnico organizzano diversi eventi sociali: 42 VIVABOY
cene, feste ED uscite serali. Gli allenamenti si tengono presso gli All Reds Rugby Roma, campo dell’Acrobax (ex cinodromo), Via della Vasca Navale 6, Roma. Quartiere San Paolo. Per i primi allenamenti è necessario un paradenti, un paio di scarpe da ginnastica, pantaloncini e una t-shirt. In seguito è possibile comprare presso negozi specializzati un abbigliamento più tecnico e specifico come scarpini, corpetto e caschetto. Il costo d’iscrizione si aggira attorno ai €150 e include l’assicurazione contro gli infortuni, il tesseramento all’UISP, allenamenti professionali e l’uso delle attrezzature sportive. La squadra è federata Coni. Per maggiori informazioni: www.liberarugby.it LiberaRugbyClub
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Messina: tra libertà politica e poetica
Nella giornata mondiale contro l’ Om-Bi-Transfobia un arcobaleno luminoso di diritti civili e di poesia ha illuminato la città di Messina contro ogni forma di discriminazione. Ha condotto l’evento Riccardo Di Salvo con Dionisio Armando Vinci.
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