Un megafono per la azienda agricola

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marzo 2012

Sportello impresa tendenze FATTORIE DIDATTICHE

Un megafono per l’azienda agricola Si stanno affermando sempre più in quasi tutte le regioni italiane come strumento di multifunzionalità dell’azienda agricola. Ma sono davvero un investimento?

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he il numero delle fattorie didattiche nella realtà dell’agricoltura italiana sia in aumento è un dato di fatto. Secondo stime ministeriali, se nel 2000 si contavano circa 276 fattorie didattiche a livello nazionale, nel 2009 si era a circa 2105. A livello nazionale il panorama è molto variegato. Vi sono regioni in cui già esistono albi specifici e carte di qualità per fattorie didattiche ed un percorso molto standardizzato per poter arrivare ad operare come fattoria didattica e regioni invece in cui questo percorso non è ancora così definito; regioni come l’Emilia Romagna che conta 330 fattorie didattiche e regioni come la Puglia che ne conta invece 36. Anche considerando l’offerta e il pubblico a cui ci si rivolge, il panorama è molteplice: si va dalle offerte per asili e scuole elementari alla possibilità di fare stage universitari in fattoria;

si va dall’offerta della trasmissione di una cultura del cibo e della sua produzione ad un’offerta di educazione ambientale. La domanda che sorge spontanea è fino a che punto tale via possa rappresentare un reddito per l’azienda agricola o sia semplicemente un piccolo aiuto alle

L’attività didattica può spesso divenire occasione per spingere e potenziare altre attività della azienda, come la vendita diretta o il far conoscere prodotti di nicchia.

entrate quotidiane. Prima però di affrontare tale aspetto cruciale per un’azienda, vediamo cosa si intende per fattoria didattica e cosa essa sia nella sostanza. Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Orefice, che non solo è autore – insieme a Margherita Rizzuto - dell’unico manuale tecnico al momento esistente in Italia per fattorie didattiche, ma anche un grande conoscitore della realtà della didattica in fattoria in Italia: “Se nello specifico della loro attività le fattorie didattiche sono aziende agricole che trasmettono con visite e diverse iniziative il sapere sulla campagna, sulla produzione di cibo, sull’ambiente rurale, nel loro significato più ampio esse sono innanzitutto un grande megafono per il settore. Il mondo agricolo, soprattutto quello delle aziende medio-piccole, quello della nicchia, quello della produzione di piccola scala, non ha accesso a grandi canali

di comunicazione che non sono alla loro portata, finanziariamente parlando. Quindi creare la possibilità di ricevere a casa propria scuole, bambini, genitori e poter far conoscere loro direttamente l’azienda e la sua attività, oltre le immagini ovattate che la pubblicità spesso utilizza ma che non rappresentano ciò che l’agricoltura è veramente, è una grande opportunità di comunicazione per le aziende. Per quanto poi riguarda la singola azienda, fare fattoria didattica significa la possibilità di ottenere un reddito supplementare e qualificato”.

Una reale possibilità?

Fare fattoria didattica non significa certo vincere alla lotteria. Ma – come dice Giuseppe Orefice - se fatta bene, questa attività permette anche di incrementare in maniera stabile di una unità lavorativa l’attività in azienda, ovvero di crea-

re un posto di lavoro qualificato, sia poi esso occupato da un membro della famiglia o da un esterno. Cosa significa “se fatto bene”? “Spesso non si raggiungono risultati positivi perché l’azienda non ritiene di dover investire nell’attività didattica. Investire significa non solo fare un minimo di spesa per dotare l’azienda delle strutture base necessarie per ospitare il pubblico – ad esempio servizi igienici, una sala coper-

ta, ecc. –ma soprattutto investire in una propria formazione personale per la comunicazione e l’attività pedagogica”. Questo ultimo aspetto è fondamentale ed è anche il punto più difficile da far recepire. L’operatore agricolo non è necessariamente nato comunicatore o educatore. Ma proprio queste sono le attività che permettono la trasmissione dei valori dell’ambiente rurale, la creazione di un legame tra ospite

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e azienda ed in ultima analisi condo le esperienze da noi anatra città e campagna. Chi però lizzate, in queste dimensioni la ha capito l’importanza dell’ele- fattoria didattica diventa un’atmento comunicazione e ha in- tività economicamente interesvestito in esso ha potuto rag- sante. Se non si arriva a questo giungere nella maggior parte numero, rimane un aiuto che dei casi anche ottimi risultati. può avere la sua importanza, Cosa significa “ottimi risulta- ma non diventa un’economia ti” in numeri? “Per avere un parallela”. Al sistema “fattoria reddito parallelo e interessan- didattica” si fanno molte critite, un’azienda agricola deve po- che: soprattutto si dice che non ter ospitare tra le 3000 e le 6000 muovendo grandi numeri, esse persone all’anno, in relazione non siano significative per l’aanche alla sua dimensione. Se- gricoltura italiana. Giuseppe Ins_GOWAN_265x180_EL#1B1E1.fh11 1-02-2012 9:56 Pagina 1

Due validi motivi

Orefice non è della stessa opinione: ” Ritengo che le fattorie didattiche stiano acquistando un ruolo sempre più importante, soprattutto per l’agricoltura di piccola scala che è però una parte significativa nel panorama dell’agricoltura italiana. Esse inoltre hanno comunque una funzione fondamentale per mantenere il contatto tra città e ambiente rurale. Sono il gancio che ci tiene attaccati alla reale produzione del cibo anche dal punto di vista culturale. In fondo, il grande “made in Italy” gastronomico inizia in campagna”. E se si perde l’identità della campagna, si perde il senso del made in Italy. È insomma un’occasione fondamentale per formare un consumatore consapevole e quindi per valorizzare in casa il nostro patrimonio culturale ed enogastronomico. È vero che le fattorie didattiche non muovono grandissimi numeri, ma ci teniamo qui a riportare l’esperienza di molte aziende che in momenti in cui il settore faticava sono riuscite a mantenere i posti di lavoro in azienda proprio grazie anche all’attività di fattoria didattica e mantenere posti di lavoro in un periodo di smantellamenti è sicuramente un risultato molto positivo. ff di

Chi si avvia ad una attività didattica lo fa essenzialmente per due motivi: uno di carattere economico, l’altro per un bisogno di comunicazione del proprio lavoro, della propria cultura rurale e talora delle proprie convinzioni agroambientali. In principio tutte le aziende agricole possono fare attività didattica. Sicuramente chi pratica agriturismo ha il vantaggio di avere già a disposizione determinate strutture come i servizi igienici o i locali al coperto per attività in caso di pioggia. “Ciò che si evidenzia oggi - spiega Giuseppe Orefice - è che diviene sempre più importante per la didattica il lavoro che possono fare aziende con elementi di pregio ambientale sul proprio territorio - quali potrebbero essere fossati, siepi, zone ad alta biodiversità… - o con spiccate connotazioni ambientali nella propria gestione aziendale. Si evidenzia cioé una tendenza che dalla trasmissione della cultura del cibo e della sua produzione passa alla valorizzazione della cultura ambientale, del preservare la biodiversità ecc”. Anche la nuova Pac sembra favorire questa direzione. Per un buon risultato inoltre rimangono fondamentali la capacità di saper individuare le aspettative del target di riferimento; una buona programmazione delle attività in sintonia anche con il bisogno di chi poi usufruisce della attività didattica stessa; una buona attività di marketing e la capacità di intessere relazioni stabili nel tempo con le istituzioni con le quali si è lavorato; una misura per poter determinare la soddisfazione del cliente e quindi il successo dell’attività. E le difficoltà? Giuseppe Orefice sottolinea: “Un punto spesso dolente per le fattorie è il trasporto sul luogo, che incide spesso più dell’attività stessa sul costo totale. Questo può veramente essere un ostacolo allo sviluppo della fattoria didattica stessa”.

Turismo didattico

Grandi potenzialità in prospettiva Le fattorie didattiche si inseriscono in un turismo a funzione educativa. Le fasce di popolazione interessate da questo tipo di attività variano così come l’offerta. Si può parlare di: • Turismo scolastico, ovvero quello delle scuole di ogni età, grado e ordine. Nel 2008, secondo dati ISTAT, questo turismo avrebbe mosso circa 130.000 classi, ovvero 2,7 milioni di studenti di cui 1,3 milioni riconducibili alle scuole medie per un totale di fatturato di circa 375 milioni di € in viaggi di istruzione. Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Veneto sarebbero le regioni più gettonate. Il fatturato 2008-2009 sarebbe stato di 651 milioni €, di cui 391 per viaggi in Italia; • Baby turismo e turismo giovanile, settore delle

Maria Luisa Doldi

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vacanze rivolte a bambini o ragazzi, mercato che racchiude nel 2008 (ISTAT) circa 5 milioni e 400.000 viaggiatori al di sotto dei 14 anni; • Turismo engastronomico, settore che muove tra i 4 e i 6 milioni di turisti in Italia e che attrae anche molti turisti dall’estero, soprattutto Germania, Austria, Svizzera e Nord America con un giro di affari di circa 2,5 miliardi €; • Turismo naturalistico, per svolgere attività nella natura e che possibilmente utilizza in maniera virtuosa il capitale naturale di un ambiente. Le fattorie didattiche hanno la potenzialità di poter offrire elementi che si inseriscono in una o nell’altra di queste categorie e quindi di divenire una presenza importante per il turismo italiano. (Fonte: Fattoria didattica)

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