Gas Fluorurati (Pubblicato in Zero sotto Zero)

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CONVEGNI

■ di Maria Luisa Doldi

A meta ottobre si è tenuta a Bruxelles la quinta edizione della conferenza ATMOSPHERE, sui refrigeranti naturali. Tra i temi trattati, quello della revisione del regolamento 842/2006 sui gas fluorurati in divenire. Riportiamo qui le posizioni della Commissione e del Parlamento sulle modifiche proposte

Gas Fluorurati: posizioni a confronto Commissione Europea È Bente Tranholm Schwarz, vice-capo sezione del Direttorato “Azione per il Clima”, che riporta la posizione della Commissione nella proposta di revisione sui gas fluorurati: «Il motivo per cui la Commissione ha deciso di rivedere il regolamento sui gas fluorurati è che con la versione del 2006 siamo riusciti a stabilizzare le emissioni, ma ci siamo resi conto che solo con uno sforzo maggiore saremmo riusciti ad ottenere risultati in linea con gli obiettivi complessivi della Commissione». Gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 mirano a percentuali tra l’80 ed il 95% in meno rispetto al 1990 entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo tutti i settori dell’economia sono chiamati ad agire e per il settore della refrigerazione quest’obiettivo significa una riduzione di circa il 70% delle proprie emissioni in paragone al 1990. Da qui la volontà di rivedere il regolamento. «Per la Commissione il regolamento deve contribuire in modo consistente ed economicamente efficace agli obiettivi europei di riduzione al 2050; stimolare l’innovazione e migliorare il mercato per soluzioni alternative e per gas a basso GWP; essere coerente con gli accordi internazionali ed essere infine efficiente ed equilibrata, senza dover essere rivista ogni tre anni. I due metodi per raggiungere la riduzione delle emissioni sono – continua Tranholm Schwarz – prevenirle in impianti esistenti ed evitare l’uso di sostanze causali in impianti nuovi». Sul primo punto si basano molte delle misure della prima versione del regolamento gas fluorurati, quello del 2006: training e zerosottozero

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Bente Tranholm Schwarz, Commissione Europea:

«Per la Commissione il regolamento deve contribuire in modo consistente ed economicamente efficace agli obiettivi europei di riduzione al 2050» certificazioni, controlli delle perdite e registri di carico degli impianti, obblighi di riduzione delle emissioni per i produttori e di distruzione dell’HFC23 secondario. Queste misure cono ancora presenti nella proposta attuale ma con maggiori dettagli sulle necessità di training e certificazione e misurazione delle perdite. Per quanto invece riguarda le misure per evitare l’uso delle sostanze causali, le proposte principali sono una riduzione graduale di HFC ad alto GWP e applicazioni di misure di tutela; divieti in nuovi settori e nelle operazioni di manutenzione per gas con elevato GWP, training per tecnologie alternative. Al primo


Scenari di emissioni di gas fluorurati in Europa, in condizioni di “business as usual”, con la attuale regolamentazione 842/2006, con eventuali modifiche

punto appartiene, ad esempio, il divieto di precarica “in modo da assicurare che la riduzione graduale sia applicata a tutti i gas, anche quelli nelle apparecchiature non chiuse ermeticamente.” Il divieto di utilizzo di gas ad alto GWP (>2500) nella manutenzione mira a vietare l’utilizzo di tali gas laddove sia possibile un drop-in, senza obbligare alla sostituzione degli apparecchi. Infine “la proposta della Commissione è poco severa all’inizio mentre lo è più verso la fine del periodo considerato, allo scopo di permettere alle aziende di adeguarsi gradualmente ai vari livelli di riduzione o ai divieti. Il risultato finale vuole essere una proposta che sia fattibile, applicabile senza troppo onere burocratico, adottabile il più in fretta possibile e frutto dell’accordo di tutti i tre organi coinvolti, ovvero Commissione, Parlamento e Consiglio degli Stati Membri”. Parlamento Europeo È Bas Eickhout, rapporteur nel parlamento europeo per la revisione sul regolamento gas

Bas Eickhout, Parlamento Europeo:

«Il Parlamento è a favore di divieti settoriale e tempi di realizzazione più stringenti, cosi come per un regolamento chiaro lineare e senza troppe eccezioni. Inoltre vorrebbe raggiungere un accordo entro la fine dell’anno»

fluorurati, che spiega la posizione di questa istituzione, soprattutto nei confronti di cinque punti principali. Innanzitutto la scaletta temporale di applicazione delle varie misure di riduzione, probabilmente il cuore di questa revisione: «La riduzione graduale degli HFC indica quale obiettivo si vuole raggiungere e con quale velocita esso si raggiungerà. La nostra esperienza, soprattutto ad esempio sulla questione degli ETS - Emission Trading Systems, ci ha insegnato che una partenza lenta significa semplicemente posporre i problemi. Quindi, la nostra proposta è di intervenire in modo più stringente all’inizio per assicurare che le misure partano veramente». Per quanto riguarda i divieti addizionali, la Commissione ha affermato di volere misure consistente ed economicamente efficace. Negli studi della Commissione preparatori a questa revisione si riconosceva che il divieto è una delle misure più efficienti ed economicamente effettive per raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni. E infatti nella prima versione di revisione della Commissione vi erano una serie di divieti in più che poi sono spariti nella relazione finali. Il Parlamento li ha in parte recuperati, anche nell’ottica di voler limitare il carico amministrativo che il regolamento comporta: “linee chiare e definite, senza troppe eccezioni, sono non solo il metodo più semplice per limitare il carico amministrativo, ma anche il più chiaro per indicare al settore, all’industria in quale direzione investire”. Il Parlamento non è invece intervenuto sul divieto di precarica, che è ancora presente nella forma originale proposta dalla Commissione. Riassumendo la posizione del Parlamento è a favore di divieti settoriali nell’utilizzo degli HFC e tempi di realizzazione più stringenti, così come per un regolamento chiaro e lineare, senza troppe eccezioni. Inoltre vorrebbe raggiungere un accordo entro la fine dell’anno. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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