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CANZANO

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SANT’OMERO

SANT’OMERO

Patria del tacchino e dei merletti

Canzane, in dialetto, è posta su una collina tra le vallate dei fiumi Tordino e Vomano, nota per la lavorazione dei merletti e per il “tacchino alla canzanese”. Già abitata in età preistorica, fu sede dei Pretuzi, che costruirono un piccolo borgo difeso: scavi in località Gerenzano hanno riportato alla luce una necropoli dei secoli IX-IV a. C. Un primo insediamento risalirebbe ai Romani, come testimoniato da un “Campus Atthianus” della famiglia degli Atthii. Tra il IX e X secolo per proteggersi dagli assalti dei Saraceni, la popolazione si rifugiò sul colle, dando origine ad un primo nucleo fortificato, in seguito incastellato. Nei secoli XIII e XIV fu feudo degli Acquaviva, duchi di Atri e dei “da Canzano”, poi dei marchesi Mendoza y Alarçon, signori della Valle Siciliana. Nel 1669 prese l’attuale nome. Prevale l’agricoltura e l’allevamento; possiede una propria banda musicale.

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Torrione edificato tra il XIV e XV sec. monumenti

Sono ancora in piedi tratti di mura di cinta medioevali, in pietra concia, innalzate dagli Acquaviva nel XIV secolo ed un torrione fortificato circolare del XV secolo. Molti i palazzi signorili e le case rinascimentali lungo i vicoli del centro storico. All’ingresso dell’abitato il Santuario della Madonna dell’Alno (parrocchiale), eretto come pubblico oratorio in commemorazione delle apparizioni sui rami di un pioppo bianco, dal 18 al 20 maggio 1480, della Madonna al contadino Giovanni Floro. La chiesa, con campanile ottocentesco, fu edificata nel 1526; all’interno: varie tele, Madonna del Rosario di Pasquale Rico da Montereale, statua processionale della Vergine; nella volta affreschi narranti l’origine miracolosa del posto. Nel centro, la settecentesca chiesa della Congrega del SS. Sacramento; all’interno: reliquiari lignei del XVIII secolo. Nei sotterranei del palazzo antistante il ristorante “La Tacchinella”, l’antica neviera in mattoni, luogo circolare con nicchie dove venivano conservate con la neve derrate alimentari e l’ acqua piovana per l’approvvigionamento idrico; per la visita rivolgersi ai titolari del ristorante. Fuori le mura la cappella dell’Annunziata, con pregevole altare ligneo barocco dipinto e dorato,

statue lignee di S. Giovanni Battista e del pa-

trono S. Biagio, baldacchino a cassettoni blu e la rettoria di S. Bernardino. Nei pressi del cimitero la chiesa romanico-lombarda di S. Salvatore, già annessa ad un monastero benedettino non più esistente. Semplice facciata dal portale in pietra con architrave decorato dai simboli degli Evangelisti e l’alta, massiccia torre campanaria. All’interno:

numerosi affreschi trecenteschi forse del Mae-

stro d’Offida, altri del XVI-XVII secolo, con scene della Vita di Cristo e della Vergine, santi, martiri,

oranti e committenti. E’ stata definita “Cappella Sistina d’Abruzzo” per la bellezza dei cicli pittorici. E ancora: la piccola chiesa del Perdono nell’omonima contrada, eretta sul luogo di una delle tre apparizioni della Madonna dell’Alno; la chiesa di S. Pasquale Baylon del XIII secolo, in frazione Valle Canzano; la chiesa campestre di S. Maria a Pietrabianca; la cappella dei SS. Cipriano e Lucia, in contrada S. Cipriano; le chiese di S. Lucia e di S. Vincenzo Ferreri, in contrada S. Lucia.

Particolari Santuario della Madonna Dell’Alno

vino è cultura

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