Anno 7 Numero 7
I.T.C. LUNARDI - BS
Aprile 1999
2
www.lunardi.bs.it/giornalino
"L'umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all'umanità". John Fitzgerald Kennedy, uno degli uomini più intelligenti e valorosi di questo secolo, si esprimeva così. Come dargli torto? La Nato ha preferito la via della violenza a quella REDAZIONE ALBERTI ANDREA 4D ALOISI VALERIA 1N AURORA LUISA 5F BARONE SILVIA 5G BONDIOLI NADIA 5G BORDOGNI LUCA 4A BRUNI FRANCESCA 5F CERUTTI ROBERTA 5G CHIARI ELISABETTA 5F CLAUSER ELISA 5G COELLI FEDERICA 2F DIONISI FABIO 5B FORTI CLAUDIO 5B IACOPETTA FRANCI. 5B LIPAROTI VALERIO 5B LOSIO GRAZIA 5F MALONNI MARIANNA 1F MANNINO SABRINA 1H MARTINAZZOLI LINO MATTEI GIUSEPPE PALAMARA STEFANIA 5G PASINETTI ELENA 1N PASOLINI ELENA 2L SARDI ANDREA 2E SONCINA STEFANO 5B TORTI ANTONELLA 5B ZANOTTI ELENA 5G ZEGGAI MIRIAM 1H
Lunarfollie viene pensato, prodotto, stampato e distribuito presso il CIC dell‟ ITC LUNARDI, via Riccobelli 47 25125 Brescia, Italia. Tel. 030/2009508/9/0 Fax 030/390996 E-MAIL ciclun@master.cci.unibs.it
della diplomazia, ritenendo che la distruttività selvaggia delle armi e delle bombe potesse avere un'efficacia maggiore rispetto al dialogo e al confronto. I risultati, assolutamente negativi e insoddisfacenti di questo lungo, sporco mese di battaglia, ribadiscono, però, in modo chiaro e inequivocabile, quanto la guerra sia inutile e ingiusta. L'operazione nei Balcani doveva durare una settimana ed è ormai al trentesimo giorno. Doveva assicurare una casa ai kosovari, e ha involontariamente accelerato il più massiccio fenomeno di pulizia etnica occorso in Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Doveva isolare Milosevic e gli ha regalato il sostegno di una larga parte del suo Paese. Doveva costringere il leader serbo ad accettare gli accordi di Rambouillet (l'autonomia del Kosovo nell'ambito della Federazione jugoslava) e ha rimesso in discussione tutti gli equilibri politici della regione. Doveva instaurare la pace e sta coinvolgendo nel conflitto la Macedonia, l'Albania, la Croazia, la Bulgaria, la Romania. Doveva colpire un uomo e sta distruggendo un intero popolo. Doveva creare le condizioni per lo sviluppo economico dei Balcani e sta mettendo in ginocchio l'economia dei Paesi che dipendono, per il loro commercio, dall'attraversamento della Serbia e dalla circolazione fluviale sul Danubio.
LUNARFOLLIE
Nulla di tutto questo, ovviamente, era stato previsto. Non passa giorno senza che la Nato debba correggere il tiro e cambiare i suoi programmi. Occorrono nuovi aerei. Occorre richiamare alle armi 33 mila riservisti americani. Occorre riempire gli arsenali svuotati dai bombardamenti. Occorre colpire obietti vi (causando stragi di civili assurde e ingiustificate) che nessuno, due settimane fa, avrebbe considerato legittimi. Occorre improvvisare un'assistenza ai profughi che non era stata, neanche lontanamente, immaginata. Fino a quando andrà avanti questa ridicola, incredibile confusione? Fino a quando dovremo guardare le immagini terribilmente crude e drammatiche che la televisione ci somministra quotidianamente? Ma, soprattutto, fino a quando dovremo tollerare questa guerra che non ha fatto altro che peggiorare parossisticamente la situazione del Kosovo e le condizioni di vita del popolo di questa desolata landa d'Europa? Certo, Milosevic è un folle alla stregua di Hitler e, perciò, va fermato ma, insomma, non vedo come il proseguire del massacro possa portare ad una soluzione positiva e accettabile per tutti ma, in particolare, per i Kosovari che hanno sofferto sulla propria pelle l'inanità e la crudeltà di questo conflitto. Mister Clinton deve smetterla di fare l'eroe del mondo e capire che è giunto il tempo di "passare la parola alle parole". Lipa 5B
LUNARFOLLIE
Mercoledì 24 marzo la NATO ha dato avvio all'operazione Allied Force per costringere il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic a firmare l'accordo di pace sul Kosovo. Da allora veniamo sommersi da tristi notizie sui raid aerei e sulle disperate condizioni dei profughi kosovari. Ed è molto difficile riuscire a muoversi fra queste notizie per farsi una propria idea su questa guerra scaturita dall'intolleranza fra due diverse etnie, quella serba e quella albanese, che da secoli si contendono il Kosovo. Oggi questa è una regione, grande all'incirca quanto il nostro Abruzzo, situata nel sud della Repubblica di Serbia ed è abitata da una popolazione per il 90% albanese, di religione musulmana con minoranza cattolica, per l'8% serba, di religione cristianaortodossa, e per il 2% turca, macedone e rom. Le ragioni di questo conflitto affondano le loro radici nella storia; proviamo quindi a cer-
www.lunardi.bs.it/giornalino
carle insieme. E' storicamente provata la presenza albanese nella regione del Kosovo sin dai tempi degli Illiri, mentre i serbi la occuparono progressivamente fra il XII e il XIV secolo. Regione di frontiera dell'impero bizantino fra il 1100 e il 1200, passò sotto il dominio della dinastia serba dei Nemangidi che vi istituì il suo centro di potere. Così il Kosovo diventò il perno politico nonché il centro della vita religiosa del regno serbo, che al massimo della sua espansione territoriale spaziava dal Danubio all'Egeo al Mar Ionio. Nel 1389, proprio nel Kosovo, i turchi ottomani sconfissero i serbi e misero fine alla loro indipendenza per quasi 500 anni. Nella terra spopolata in seguito all'esodo degli sconfitti cristiano-ortodossi-serbi, i turchi fecero insediare coloni albanesimusulmani provenienti dalle terre confinanti (le attuali Albania e Macedonia). Nel 1690 i turchi, continuando il processo d'islamizzazione della regione intrapresero pe-
3
santi iniziative di pulizia etnica che costrinsero gran parte della popolazione serbakosovara ad abbandonare il paese. Di fronte al rischio di spopolare un'intera regione venne garantita ai serbi il rispetto della proprietà privata e un'amnistia che portò al sensibile aumento della presenza serba in Kosovo. Altre immigrazioni, che cambiarono la composizione etnica a favore di quella albanese, avvennero nel 1735-39 a causa della guerra tra Russia e Regno asburgico contro l'impero ottomano. Tali fenomeni migratori, anche se di dimensioni minori, si registrarono fino all'inizio del 1900. Nel 1860 i serbi riuscirono ad ottenere l'indipendenza di una Serbia nei cui confini restava il Kosovo con la sua popolazione albanese ormai esposta alle prevedibili conseguenze di un rancore plurisecolare. Da allora quello del Kosovo è sempre rimasto un problema aperto: conteso dapprima tra serbi, turchi e albanesi e poi spartito, durante la prima Guerra Mondiale, fra gli eserciti austro-ungarico e bulgaro. Nel 1919 nell'accordo di Versailles il Kosovo e la Macedonia vennero assegnate al "Regno dei Serbi, Croati e Sloveni", Jugoslavia dal 1929, dove cominciò un ventennio di sistematica oppressione degli albanesi, che, a
4
www.lunardi.bs.it/giornalino
differenza di altri gruppi etnici, non godevano di alcun diritto di minoranza. Espropri, violenza generalizzata e distruzione di villaggi nel Kosovo (300mila albanesi vennero forzatamente trasferiti in Turchia) continuarono fino al 1941. Ossia fino a quando il Kosovo e la parte occidentale della Macedonia vennero occupate dall'Italia e unite all'Albania. Dopo la seconda Guerra mondiale il Kosovo venne nuovamente occupato e inglobato nella Jugoslavia come Provincia Autonoma della Repubblica Socialista di Serbia. Nel 1974 il maresciallo Tito riuscì a risolvere il problema kosovaro concedendo alla regione un'autonomia quasi federale mantenendola però all'interno della Serbia. Morto Tito nel 1980, il nuovo governo iniziò subito a ridurre l'autonomia degli albanesi nel Kosovo; la situazione peggiorò ulteriormente nel 1986 con la salita al potere di Milosevic, la cui politica si è sempre basata sul sogno ultra nazionalista della cosiddetta Grande Serbia. Nel 1989, anno in cui Milosevic viene eletto presidente della Serbia, il governo abolisce an-
che l'autonomia speciale di cui godeva la regione, ne scioglie il parlamento e destituisce il presidente del suo governo regionale, Ibrahim Rugova. Nel settembre 1990 viene autoproclamata la "Repubblica del Kosovo" in seguito a un referendum clandestino sull'indipendenza della provincia e progressivamente la componente albanese, per far fronte alle numerose discriminazioni e limitazioni imposte dai serbi, instaura una società parallela. All'inizio del 1996 le violenze si moltiplicano. Un esercito di liberazione del Kosovo (UçK) rivendica per la prima volta in Febbraio una serie di attentati dinamitardi. Degli scontri oppongono albanesi alle forze dell'ordine e ai civili serbi. Parecchie persone, appartenenti a entrambe le comunità, vengono uccise in occasione di attentati e aggressioni di vario genere. All'inizio del mese di marzo 1998 le forze dell'ordine serbe assaltano diversi villaggi, con azioni che provocano la morte di più di un centinaio di persone. Da allora il numero dei combattimenti non fa che aumentare. Circa 70mila persone fuggono, dirigendosi verso l'Al-
LUNARFOLLIE bania o il vicino Montenegro; l'UçK appare sempre più come elemento incontrollabile. Mentre la comunità internazionale moltiplica le pressioni e sollecita le due parti ad avere un dialogo, la radicalizzazione sia dei serbi che degli albanesi fa precipitare il Kosovo nella guerra e nel caos. La Serbia invia consistenti rinforzi di polizia e di truppe nella provincia, s'impegna in una repressione feroce, mentre l'esercito di liberazione del Kosovo si organizza e passa all'offensiva. Di fronte al crescere della tensione, nel settembre del 1998, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite lancia un avvertimento a Belgrado, minacciando implicitamente il ricorso alla forza. Ritorniamo quindi al 24 marzo quando, poco prima delle 20, la Nato ha dato avvio all'operazione Allied Force. A ondate successive i cacciabombardieri decollano dalle basi Nato italiane, britanniche e tedesche e i missili da crociera lanciati dalle navi dell'Adriatico colpiscono postazioni antiaeree jugoslave e altri obiettivi militari a Belgrado, Pristina e Podgorica. Belgrado dichiara lo stato di guerra. Elisa
LUNARFOLLIE
Vorrei essere il vostro inviato in prima linea, a Belgrado o a Skopje, e raccontarvi l‟acerrimo grido di libertà che si libra alto nel cielo, quello stesso cielo che oggi è turbato dalle infernali macchine da guerra, decollate anche dagli aeroporti militari di casa nostra; ma per questo ci v orrà del tempo. Nell‟attesa provo a rendervi partecipe di alcuni miei dubbi riguardo all‟ennesima sporca guerra. Intanto: perché il colosso americano si è scomodato per una lontana questione balcanica, da cui apparentemente non può guadagnarvi nulla? Vuole davvero semplicemente dimostrare con prepotenza e arroganza la sua incontrastata superiorità? Se così fosse: peccato. Il Bill volitivo e imperialista non appariva anche insicuro come volevasi dimostrare con le ultime decisioni prese
www.lunardi.bs.it/giornalino
troppo in fretta. Che la fretta è cattiva consigliera lo sanno bene quei ragionieri alle dipendenze dello Stato sovrano, che conoscono alla perfezione quanto sia florido il mercato delle armi e per questo si adoperano incessantemente per ottimizzarne il profitto. Armi contro la miseria? La guerra è sbagliata, non è un intervento sensato, specie in un paese che è storicamente diviso da conflitti etnici causati proprio da divisioni sommarie di spazi ove vivere. Stiamo parlando di persone fortemente legate alla loro unità di gruppo e alla loro terra, sicuramente poco propensi a giungere ad un compromesso che possa mediare i diritti albanesi con le imposizioni serbe. Distruggere il loro paese che è la causa stessa dei loro conflitti non li aiuterà di certo a trovare una via d‟uscita. La gente sarà oltremodo costretta alla miseria e la povertà non rende facile la vita di nessuno, nemmeno in condizioni di pace, figuriamoci
5
la situazione di conflitti civili futuri. Il nostro paese delude: compromesso da un Patto storico, saggio e significativo; di cui si sono perse nella memoria le catastrofiche ragioni che avevano portato alla sua stipula. E via con il valzer delle strumentalizzazioni, notizie certe o approssimative, che regalano gli ascolti in Tv e tanto aiutano a vendere i giornali: volete un consiglio? In Internet nel sito “B92 Open Yugoslavia”, indirizzo http:// b92eng.opennet.org/ potete trovare Radio B92, uno dei pochi media indipendenti e autorevoli di Belgrado, oggi chiusa dalle autorità serbe, sopravvive in rete! Perché l‟informazione è potenza e i nostri amici d‟oltreoceano non hanno bisogno dell‟antifona. Intanto si bombardano i ricevitori. Non è un modo molto diplomatico per trattare con un fanatico nazionalista come Milosevic, che ha il popolo serbo dalla sua. Dopo l‟incontro di Washington è avviato anche l‟embargo per i rifornimenti di petrolio, che secondo fonti militari serbe sembra già scarseggiare. La Nato rimane in silenzio ed ha ormai rinunciato ad ogni giustificazione. L‟Europa: si sarà resa conto che questa svolta è un‟evidente catastrofe umanitaria e politica? Dalla scrivania: Silvia Barone
6
www.lunardi.bs.it/giornalino
Ho sfogliato decine e decine di giornali di qualsiasi genere e di qualsiasi influenza politica e ho avuto modo di rendermi conto come in tutta questa brutalità esistano ancora bagliori di s p e r a n za : l e v o c i d ei sopravvissuti che lacerati dal dolore riescono a trovare solo in se stessi la forza per continuare a lottare contro la follia dei loro simili. Slaviza, ha 45 anni ma sembra molto più vecchia. Viveva con la sua famiglia a Giacoba, 80.000 abitanti nel Sud del Kosovo: è un fantasma dagli occhi allucinati. Si nascondeva nei rifugi con altre centinaia di persone non appena le luci del paese venivano spente per sviare i bombardieri Nato; ha sentito le sirene della morte suonare ininterrottamente; il suo cuore ha temuto e teme le bombe serbe. I suoi occhi hanno visto impiccagioni e pire collettive: 17 bambini sterminati, il feto di una donna strappato con una baionetta e mostrato come trofeo. Dren, 10 anni, ha perso madre, padre e tre sorelle di tredici, otto e due anni. Ha un braccino spappolato da un proiettile di mitragliatore. Si trovava in un rifugio quando una attacco di panico collettivo ha scatenato la fuga verso le fauci del leone: decine di civili, in maggioranza donne e bambini. Trucidati. Ma Dren, nonostante il dolore e la paura ha stretto i denti e trattenuto il fiato: si è finto morto. La sorellina Diana di due anni lo ha chiamato dalla finestra della loro casa in
fiamme ma Dren, dieci anni e un braccino lacerato, non ha avuto la forza. Diana è arsa sotto i suoi occhi. Ora Dren non parla più. Mehmet, 32 anni. Viveva nel villaggio di Krushe dove il 26 marzo i soldati hanno fucilato 108 uomini e due bambini di tredici anni. Gli Shka, così vengono chiamati i Serbi in tono dispregiativo, indossavano vigliaccamente cappucci neri, bestemmiavano e lanciavano ingiurie contro le donne Albanesi. Hanno legato Mehmet e gli altri uomini, hanno aperto il fuoco contro vittime disarmate. Ridevano. Mehmet, come il piccolo Dren ha avuto il coraggio di fingersi morto sotto i cadaveri che gli facevano da scudo. Nel momento in cui le fiamme e il fumo soffocavano le urla dei feriti che stavano bruciando vivi è riuscito a fuggire. Testimonianze che provengono dall'Inferno o da un luogo che forse è peggio dell'Averno stesso. Nessuna pietà, nessun rispetto. Odio, odio e ancora odio, ma un odio inestinguibile che si trasmette di generazione in generazione. Un odio che racchiude in sé tutte le malvagità di un mondo pronto a scivolare per l'ennesima volta. Roberta
LUNARFOLLIE
Le
ragioni della guerra, le ragioni della pace...
Il Kosovo è una regione a sud della Serbia, confinante con la Macedonia, il Montenegro e l‟Albania. Dal punto di vista economico il Kosovo è la regione più ricca della Serbia, perché presenta sul suo territorio miniere di ferro e oro, inoltre la popolazione presente sul territorio è perlopiù di origine e cultura albanese, solo il 2% è di cultura serba. Le persecuzioni di Slobodan Milosevic, leader e presidente serbo a danno della popolazione kosovara, iniziarono già sette anni fa, ossia alla fine della guerra civile nella ex Jugoslavia, quando per la prima volta i rappresentanti del popolo kosovaro chiesero al governo il ricono sci mento dell‟indipendenza del Kosovo dalla Serbia. Per non perdere gran parte della consistenza economica che veniva fornita perlopiù dal Kosovo Milosevic instaurò un regime politico più duro a danno dei kosovari, al fine di ridurre la popolazione a dimenticare la proposta di riconoscere il Kosovo come stato indipendente. La situazione non cambiò e Milosevic elesse un corpo militare speciale, adibito al compito di pulizia etnica, questo significava togliere ad ogni cittadino kosovaro i diritti politico-sociali che aveva e uccidere ogni oppositore politico, contrario alle sue decisioni.
LUNARFOLLIE
Mercoledì 24 marzo 1999, verso le 20.30 della sera, l‟Organizzazione delle Nazioni Nord Atlantiche territoriali, chiamata NATO, ha attaccato la Serbia, al fine di dissuadere Milosevic dal suo aberrante progetto di pulizia etnica. Dopo settimane di bombardamenti contro le forze serbe, questa azione militare è ancora in corso, e sta creando nel mondo occidentale due diverse opinioni: molti sostengono che sarebbe stato meglio continuare nella ricerca di una soluzione diplomatica con Milosevic, perché non si combatte una guerra creandone un‟altra, e perchè un attacco militare provoca disperazione fra il popolo, che ogni giorno lotta per la sopravvivenza; altri sono decisamente favorevoli alla guerra.
www.lunardi.bs.it/giornalino Tutt'oggi non si riesce a capire quale sia la possibile soluzione. Il leader serbo infatti non vuole cedere (così come Clinton e la Nato non hanno intenzione di tornare indietro) e per di più si è creato un problema umanitario di immani dimensioni: i profughi. Sono infatti centinaia di migliaia i fu g g i a sc h i che disperati fuggono dal Kosovo, dove la pulizia etnica compie ogni giorno esecuzioni di massa. Oggi 20 aprile 1999, i fuggiaschi sono più di un milione, tutti ammassati tra il confine serbomacedone, tutti con la speranza di poter entrare in Macedonia o in Albania dove è stata organizzata una accoglienza umanitaria. La situazione è ancora molto pericolosa e, valutando ciò che sta accadendo, penso che l‟attacco NATO non sia stato una soluzione sbagliata, ma tutto ciò non potrà durare per molto. Sarebbe invece necessario che i kosovari incominciassero ad armarsi, per difendere loro stessi la propria terra, in cui per anni hanno vissuto lavorando duramente. Elena
7
Al presidente della Serbia Milosevic Alcuni di noi hanno voluto scrivere al presidente serbo Milosevic dei messaggi. Li riportiamo qui di seguito. "Siamo dei ragazzi di una scuola superiore di Brescia e in quanto italiani facciamo parte della Nato. Molto probabilmente questa lettera non le verrà mai recapitata o meglio presa in considerazione, ma vorremmo ugualmente esprimere il nostro dissenso per quanto riguarda l'attività serba nei confronti della popolazione albanese. Ogni giorno vediamo alla televisione le dolorose immagini da cui siamo colpiti e secondariamente coinvolti pensando che viviamo a pochi passi da voi. Siamo a conoscenza della vostra storia ma continuiamo a chiederci il perchè di queste azioni e non capiamo come si possa credere in un nazionalismo così radicato quando ormai si parla di Europa Unita. E' inaccettabile che alle soglie del 2000 ci siano ancora popoli disposti a morire per difendere il proprio territorio mettendo così in pericolo la vita di altre persone...TRA CUI NOI. Noi giovani, studiando la storia mondiale, abbiamo capito che la guerra non ha mai risolto niente e non risolverà niente neanche questa volta. Porterà solo distruzione e sofferenza. Speriamo in una soluzione pacifica del conflitto tramite trattati di pace. PEACE!! Abbiamo tutti diritto a un futuro sicuro! Bontempi Sara; Bosio Luisa; Bresciani Sarah; Cosio Sara; Ghiroldi Alessandra; Maranza Federica; Oneda Simone 2^I
8
www.lunardi.bs.it/giornalino
"Il modo migliore per sospendere i bombardamenti dell'Alleanza Atlantica è quello di cessare ogni forma di violenza e di sedersi al tavolo delle trattative. Ilaria Turinelli; Francesca Zanini; Michele Martinella; Nicola; Marco Abrami. Milosevic, vorremmo invitarLa a prender coscienza delle migliaia di persone che sta facendo morire di fame, a ritirare le sue truppe e ad arrendersi finchè è in tempo. Lei sicuramente non si può rendere conto della sofferenza che prova tutta la popolazione costretta ad abbandonare la propria casa e la propria terra nativa. Paola Tononia, Grazia Foglia, Roberta Volpe, Silvia Crescini, Chiara Belnasi, Stefania Barucci Alla NATO Siamo alieni colpiti dalla guerra che ora stai portando avanti contro Milosevic. Noi siamo convinti che l'attacco aereo o, eventualmente, di terra sia una cosa giusta, anche se comporterebbe la morte di molte persone innocenti ma eviterebbe un genocidio del popolo kosovaro. Riteniamo che Milosevic sia un istigatore della guerra e che la utilizzi a scopo personale. E' stato lui a risvegliare il nazionalismo serbo e l'odio verso gli Albanesi. Non è pensabile un accordo diplomatico finchè la pulizia etnica dei Serbi contro i Kosovari non si ferma. Rongoni Michele, Mafessoni Alberto, Bugatti Fabio, Alberti Daniele, Parigi Stefano
Siamo ormai a oltre un mese di guerra e sono centinaia di migliaia i profughi che vengono deportati dai serbi verso i confini con l‟Albania; non sempre riescono a passare e quando lo fanno non trovano nulla e nessuno ad aspettarli. Solo un territorio freddo, con la n ev e ed i l v e n t o ch e contribuiscono ad aumentare il dolore, la disperazione e che annienta ogni speranza. In questo clima d‟orrore ogni Paese, in particolar modo l‟Italia, si è già mosso per portare i primi aiuti alle vittime innocenti della guerra. Anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo renderci partecipi contribuendo ad aiutare i profughi del Kosovo; il giornalino ha organizzato a questo scopo una raccolta fondi, e quanto ogni classe raccoglierà, potrà essere consegnato al CIMP oppure in Vicepresidenza. Per chi invece volesse dare un contributo più concreto, esistono molti conti correnti postali che si possono utilizzare (specificando l a ca u sa l e “ E m er g e n za Kosovo”):
LUNARFOLLIE
LA NOSTRA SOTTOSCRIZIONE Raccolta precedente 1.128.000 Lunarfollie 500.000 Seconda M 444.000 Seconda H 34.000 Seconda D 80.000 Seconda L 200.000 Quarta F 125.000 Quinta D 173.000 Terza B 28.000 Prof. N.-N. 200.000 Prof. N.N. 50.000 ATTENDIAMO ULTERIORI CONTRIBUTI A CHI DESTINIAMO LA NOSTRA RACCOLTA
La nostra raccolta di fondi verrà destinata alla Croce Rossa Italiana, sezione femminile di Brescia, che dall'inizio dell'emergenza in terri t or io al ba n ese ha contribuito all'aiuto per l'assistenza alle popolazioni profughe del Kosovo. I volontari della croce rossa gestiscono 2 campi profughi, Caritas ccp 745000 Consorzio italiano di uno a Durazzo e uno a Kavaje ed inoltre provvedono ogni solidarietà ccp 10234169 giorno a preparare e a Croce Rossa Italiana distribuire pasti caldi.
ccp 87702007. Il loro ufficio di segreteria è Confidiamo nella sensibilità e in Via S. Chiara 24/a solidarietà di ognuno ricordan- Tel.: 030-3753224 dovi che una piccola rinuncia Fax: 030-3752897 può salvare dalla disperazione! Francy & Betty
LUNARFOLLIE
www.lunardi.bs.it/giornalino
E' molto difficile spiegare l'emozione provata nel momento in cui abbiamo messo piede sul territorio russo per la prima volta, ci è mancato il respiro e non tanto perché faceva freddo…, ma per il paesaggio che si è presentato davanti ai nostri occhi. Indescrivibile anche la gioia che si leggeva sui volti dei nostri amici russi che ci aspettavano all'aeroporto. Non vedevano l'ora di abbracciarci e, aspetto molto positivo, di prenderci le valigie per portarle sul pullman diretto a Tula. Le quattro ore di viaggio sono passate velocemente grazie alla loro simpatia e attenzione alle nostre esigenze. A Tula siamo entrati in contatto col calore delle famiglie e degli invece di dire ciao ti dicono ciai studenti che ci hanno accolto col (the)? sorriso sulle labbra orgogliosi e im- Ebbene sì… è difficile da credere pazienti di farci visitare la loro ma abbiamo superato il record di scuola e di farci apprezzare le loro 10 tazze al giorno. abitudini. Tra tutte queste meraviglie la cosa Il secondo giorno ci siamo recati a che più ci ha affascinato è stata JAMosca e ci sembra appropriato dire SNAIA a questo punto, riportando una fraClasse 4 C se dello storico russo Nicolai Karamzin "Chi vuole conoscere la Russia deve visitare Mosca": Per noi, però, è impossibile descrivere il Cremlino con le sue mura merlate e l'Arbot, la via decantata in molte canzoni ma "bisogna vedere, vedere…sentire tutto quello CARI PROFI DI ITAGLIANO che essi dicono al cuore e all'im- VOLIO STRINGERVI LA MANO maginazione!" OH UN IDEA DA SVILUPPARE Ci è dispiaciuto lasciare la capita- E DOVRETE ME AIUTARE le russa e tutti i suoi segreti ma la METTER ORDINE HAI CERVELLI gioia di rivedere i nostri amici ha DI STUDENTIN E DI BIDELLI vinto la tristezza della partenza. CUESTA SQUOLA Nei giorni successivi abbiamo vi- A QUORE MUTO sitato vari musei tra cui il più inte- TUTO QUANTO CORREGGIUTO ressante e forse il più importante E IN CUALE A ME MI DUOLE museo dei SAMOVAR ovvero i CHE CI SIANO ALTRE SQUOLE "bollitori" che servono ora, come VENDICAZIONE POCA SANEZZA in passato, per far bollire l'acqua CHAMPAGNONI DI INCERTEZZA per il the. A proposito, ve l'hanno Andrea detto che per accoglierti nelle case
PROFI
9
L‟ALVEARE: RITORNA OCEANO DI SILENZIO In questi giorni di primavera quando vorresti pensare solo a goderti il verde tenero dell'erba, il cielo marezzato, la pioggia sottile e pungente, il sogno di un amore… ti trovi a fare i conti con l'odio, il razzismo, la guerra… ti trovi a fare i conti con il dolore lungo, devastante, estremo di chi perde tutto: gli affetti, la casa, la patria, se stesso. Vorresti estraniarti, l'indifferenza sembra volersi incollare alla tua pelle. Il rumore della guerra si trasforma nel silenzio della coscienza e ti illudi che un gesto buono possa essere seme di resipiscenza. L'odio è fecondo. E' vecchio e tenace quanto l'uomo. L'odio è facile. Bisogna mobilitarsi, bisogna battersi, lottare tutti i giorni, non abbassare mai la guardia, non smettere mai di sorvegliare noi stessi e gli altri - così gridano i ragazzi dell'Alveare dalle tavole di un palcoscenico. Ieri come oggi si mettono insieme per denunciare assurde follie di guerra e di violenza "che non ci devono riguardare". Unisciti anche tu, la nostra voce sarà più forte, insieme sarà più facile andare contro vento. OCEANO DI SILENZIO va in scena il 6 maggio al Teatro S. Afra alle ore 20.45
10
www.lunardi.bs.it/giornalino
Quest'inverno ho vissuto un'esperienza meravigliosa di volontariato tra i senza tetto. "L'Operazione freddo" terminata il 18 c.m. è stata gestita dalla Croce Rossa e da volontari che si offrono di trascorrere una serata diversa. Non è stato un sacrificio rinunciare ad una sera durante la settimana perché ciò che quelle poche ore riuscivano a trasmettermi mi davano un'emozione meravigliosa. Quest'iniziativa si svolgeva in alcuni locali dell" (ex) Istituto Razzetti di Via Milano (di fronte al Cimitero Vantiniano) adibiti, appunto, a cucina e refettorio, camerata e bagni. Pernottavano in media 20-25 persone tra uomini e donne divisi tra italiani ed extracomunitari o dell'Est Europa. Andrea e gli altri della Croce Rossa la notte la trascorrevano in stanze separate ma in ogni modo sempre attenti. Gli ospiti avevano libero accesso dalle 19:45 alle 21:00, alle 22:30 tutti a letto e entro le 6:45 i locali dovevano essere liberi per le pulizie. Il compito di noi volontari era di preparare un pentolone di the caldo, distribuire piatti, bicchieri posate e se disponibili (grazie all'immensa generosità di tante persone ...) panini, mele e a volte anche la pasta al pomodoro. Finita la cena ci si sedeva al tavolo con loro e si iniziava a chiacchierare molto tranquillamente. A volte senza tetto dell'Est Europa mi hanno mostrato le fotografie della loro famiglia raccontando la situazione in cui e-
rano state scattate. Oppure extracomunitari laureati che parlavano 3/4 lingue straniere e che a causa della situazione del loro Paese avevano cercato "fortuna" in Europa senza trovarla. Ho, anche, scoperto che in SriLanka l'ultimo dell'anno è festeggiato la notte tra il 12 e il 13 aprile, il nuovo anno in corso è il 2543 dato che i cingalesi fanno riferimento alla nascita di Buddha. Ho appreso da questa iniziativa tramite due miei amici che la vivono da un paio di anni e ho voluto provare. La prima sera mentre Ciro ed io ci stavamo recando in Via Milano, mi sentivo molto confusa, perché anche se non si corrono rischi, non riuscivo ad immaginare come sarebbe stata la serata. L'assurdo sta nel fatto che il 13/12/1998 io vivevo la mia prima esperienza di volontariato al Razzetti e i Paesi Industrializzati festeggiavano il 50° anniversario della Carta dei Diritti Umani... In ogni caso io so che da quella sera quando Ciro e Simone era-
LUNARFOLLIE
no contattati io ero sempre disponibile per parteciparvi. Non era tanto lo stare seduti al tavolo con loro, ma i loro gesti, quello che trasmettevano i loro occhi e la grande voglia di vivere che portavano dentro di sè nonostante la loro situazione molto disagiata. Quello che mi hanno trasmesso mi ha fatto vedere la realtà anche da un altro punto di vista perché d'estate è facile, ma in inverno senza un tetto sotto il quale ripararsi non è molto semplice. Non cambierò la società, sarò criticata anche dai miei coetanei di questo stesso Istituto e non, ma se non ci fosse mai stata l'iniziativa "Operazione Freddo" sarebbe stato peggio. Molto spesso cerchi di dare tutta te stessa per aiutare gli altri e loro zero. A me capitava di sentirmi scorrere un brivido su tutto il corpo quando uno degli ospiti mi diceva "GRAZIE" per un bicchiere di the caldo dopo una giornata trascorsa al freddo... Per me è stata un'esperienza meravigliosa e ho ricevuto molto di più di ciò che io ho dato loro... Spero di non avervi annoiato ma solo incuriosito e chissà forse il prossimo inverno qualcuno di voi potrebbe essere al Razzetti con me, Simone e Ciro a preparare il the… vi aspetto con ansia e perché no, potrebbe addirittura piacervi. Luisa 5°F
LUNARFOLLIE
Un giorno mi è arrivata un'e mail molto particolare....Conteneva una serie di pensieri che a me sono parsi molto significativi, e su cui tutti noi dovremmo riflettere....Ecco a voi...... LE ISTRUZIONI PER LA VITA: 1. Dai alla gente più di quanto si aspetta e fallo con amore. 2. Impara a memoria le tue poesie preferite. 3. Non credere a tutto quello che senti, trattieni ciò che ti colpisce e dormirci sopra. 4. Quando dici TI AMO, pensaci. 5. Quando dici SCUSAMI, guarda la persona negli occhi. 6. Rifletti almeno sei mesi prima di sposarti. 7. Credi nell'amore a prima vista. 8. Non ridere dei sogni di nessuno. 9. Ama profondamente e con passione. Potrai soffrirne, ma è l'unico modo per vivere pienamente la vita. 10. Nel disaccordo, colpisci leggermente. Non coinvolgere nessuno. 11. Non giudicare qualcuno dai suoi familiari. 12. Parla piano, ma pensa rapidamente. 13. Quando qualcuno ti fa una domanda, non chiedere "perchè vuoi saperlo?". 14. Ricorda che il grande amore e le grandi conquiste comportano dei rischi. 15. Telefona a tua madre, e se
www.lunardi.bs.it/giornalino
l'hai persa ogni tanto dille una preghiera. 16. Dì sempre "salute!" quando qualcuno starnutisce. 17. Quando sei stato sconfitto, non dimenticare la lezione. 18. Ricordati le 3 "R" : Rispetto di se stessi, Rispetto degli altri, Responsabilità di tutte le tue azioni. 19. Non lasciare che un piccolo litigio rompa una grande amicizia. 20. Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fa un passo indietro. 21. Quando rispondi al telefono sorridi. Chi chiama lo capirà dalla tua voce. 22. Sposa qualcuno con cui ami parlare. Quando diventerai vecchio, conversare sarà più importante di altro. 23. Passa del tempo da solo. 24. Apri le tue braccia ai cambiamenti, ma non dimenticarti dei tuoi valori. 25. Ricordati che il silenzio è talvolta la migliore risposta. 26. Leggi più libri e guarda meno televisione. 27. Vivi una buona, onorevole vita. Quando sarai vecchio e penserai al passato, starai bene una seconda volta. 28. Credi in Dio, ma chiudi la tua auto!! 29. Un'atmosfera d'amore nella tua casa è importante. Fa di tutto per creare una tranquilla e armoniosa famiglia. 30. Nei litigi con chi ami, parla del presente e non rivangare il passato. 31. Sappi leggere tra le righe. 32. Coltiva la conoscenza. E' la chiave dell'immortalità.
11
33. Sii gentile con la Terra. 34. Prega: è un incommensurabile potere. 35. Non interrompere mai chi ti sta adulando, ma domandati dove vuole arrivare. 36. Pensa agli affari tuoi. 37. Non fidarti di chi ti bacia con gli occhi aperti. 38. Durante l'anno, dedica un po‟ di tempo alle cose che non hai mai fatto. 39. Se fai una montagna di soldi, usali per aiutare gli altri mentre sei vivo. E' la più grande soddisfazione della ricchezza. 40. Ricorda che non ottenere quello che desideri è talvolta una grande fortuna. 41. Impara tutti i ruoli e poi abbandonane alcuni. 42. Ricorda che la migliore relazione è quella in cui l'amore che dai è + grande di quello che ricevi. 43. Giudica i tuoi successi dagli sforzi che hai fatto per raggiungerli. 44. Ricorda che il tuo carattere è il tuo destino. 45. Avvicinati all'amore e vivilo con abbandono. Anto5^B
12
www.lunardi.bs.it/giornalino
X CRISTINA 1C Guarda che anche se passiamo di lì, non è per vedere te!!! Anche perchè non sei molto bella da vedere e poi non abbiamo ancora cambiato sesso!! Le scommesse non le abbiamo ancora perse!! Baby and fed X LA 2I: Anche se l'anno prossimo verremo separati, rimarrete per sempre nel mio cuore! By ale 2I PS VVB... X SAV, MANU, Rò, BAZO 2B Anche se a volte non ve lo dimostriamo vi vogliamo bene e ci mancate una cifra. Niente e nessuno ci dividerà!! BY 3B
DA MICHELA A TUTTI I SUOI COMPAGNI DI 2A Siete tutti delle tartarughe ninja. BY MIKI X DAVIDE 2H: Se sapessi il bene che ti voglio abbasseresti lo sguardo per non vedere il male che mi fai BY fulminata '84 X ZOTTI 3L Ti ho voluto conoscere, ho voluto parlare con te, ho anche avuto
il coraggio di farti una foto: Vorrei avere il coraggio di dirti altre cose...ma so che in fondo non ti importa niente di me, anzi, credo di averti già rotto abbastanza quindi non mi resta che lasciarti un grandissimo e affettuosissimo KISS PS: Comunque ti ho voluto bene, te ne voglio e te ne vorrò sempre DISPERATA '84 X MICHAEL 2N Ti volevamo ricordare che sei sempre figo ma potresti evitare di tagliarti i capelli a scodella e poi guardarti attorno perchè ci siamo già noi che ti vogliamo più bene delle altre. NB: Come mai sull'elenco telefonico non c'e il tuo numero? By 3 cacciatrici (tu però trovaci) X LUISA, FRANCY, ANTO ST EFANO, BETT A, FRANCY: E' per voi un bel messaggino Siamo quelle (di prima) che a Torino x tifare il giornalino hanno fatto un po' casino ci dispiace per Scaduto, ci è sembrato un po' abbattuto, dopo che l'abbiam sfottuto eravamo un po' stranite ma ci siam stradivertite non appena siam partite, non ci siamo mai annoiate al convegno un po' scazzate ma con questo non c'entrate. Abbiam sempre chiacchierato e "qualcuno" maltrattato però questo ci ha legato. Una bella compagnia che tra poco andrà via e, quasi sembri una follia
LUNARFOLLIE
proveremo malinconia, ma da sempre lo si sa tutto quanto passa e va ma il ricordo resterà. La rima far non sappiam più ed il Genfry fa cucù. P.S: Siete spettacolari, non cambiate mai By Roby Stefy Elena Nadia Per Tutti quelli di Torino Grazie fess per la meravigliosa compa Cosa ne dite di una Pizza al NUOVO TORINO tutti insieme??? W GENFRY!!!! E...cosa ne dite di un gemellaggio con PIANETA ROSA... Ciao Lu, Betta, Fra 5F P.S.= Siamo quelle di prima (...) Per la bella compagnia di Torino Adesso è il turno nostro, e rispondiamo in modo tosto... In quel luogo di Torino ci ha portato il giornalino, e fra l'Astor e il convegno ci siam presi un bell'impegno: a mangiar non siam riusciti, ma ci siamo divertiti... E fra Gaspare ed il Lotto, c'era Genfry un poco cotto, che si è dato un gran daffare a doverci sopportare...
LUNARFOLLIE
13
www.lunardi.bs.it/giornalino
Poi magari, un bel dì, ci troviamo tutti li'. Sempre all'Astor di Torino, ricordando il GIORNALINO..... 1 GRAZIE A TUTTI... Un bacione, ANTO, FRA, CINA 5^B
2
3
5
4
6
X ANTONIO 2G: Da quando ti ho visto sei tutta la mia vita. Sabrina 1G 7
8
X GABRY E CHRISTIAN 5F: Per ora siete un sogno, ma presto sarete realtà, la nostra realtà. By le ragazze del bar
10
X CONSU E JENNIFER 3M 12 Quand'è che andiamo a fare surf a Malibu e poi un bel pic-nic vicino alla tenda che abbiamo piantato all'impossibile?
13
9
11
14
15
X CINA, GIGI, LIPA e COMPANY 5B Ringraziandovi per il gentile 16 pensiero che avete avuto per noi ORIZZONTALI mandandoci una cartolina da Firenze, vi invitiamo a passare dal 1 Nome del Vice bar per ritirare le duemilalire come rimborso per la forte spesa 5 Preposizione inglese sostenuta per realizzare questo gentile pensiero. 6 Unione Europea By le Bariste 7 Taranto X PAOLA 5B e MARGHE 8 Attenzione attenzione dell'Arnaldo Poche parole: SIETE SPLENDI10 Quelli del Lunardi sono DE sempre rotti By Ste e Valerio 12 Opposto di Off
VERTICALI 1
Nemico del cane
2
Abbrevazione di materia scolastica
3
Scuola incubo...
4
Le pari in mite
8
Cristiano De...
9
Le vocali in maglione
13 Le pari in andavi
14 Opposto del piango 15 To Go 16 Nome in breve di Janieki
Cruciverba creato da Andrea Alberti 4 D
14
www.lunardi.bs.it/giornalino
LUNARFOLLIE
A.A.A. CERCASI FENOMENI Salve a tutti, siamo la classe 1^M e, con questo articolo, vogliamo avvisarvi che da circa un mese è nata una nuova pagina su Internet, non una qualunque, ma la nostra !! Vi troverete di fronte a due questionari riguardanti ciò che piace a noi giovani: argomenti di attualità, musica, sport e spettacoli. Vi potrete sbizzarrire mettendo a lla prova la vostra "intelligenza" e, solo così, scoprirete se siete veramente dei "FENOMENI" !!! In principio, però, questo test era stato ideato soprattutto per sfidare i nostri professori che, in questo modo, ci dimostreranno le loro conoscenze in ambito giovanile. Certamente vi starete scervellando su come ci sia venuta in mente questa fantastica idea: parte del merito va al Professor Curcio che ci ha lanciato la proposta prendendo spunto dalle iniziative dedicate ad "Internet Fiest@" così noi, l'abbiamo accettata prendendola come una sfida personale e, a quanto pare, l'abbiamo VINTA !!!! Siete tutti invitati a visitare il nostro sito a questo indirizzo: www.lunardi.bs.it/fiesta Vale & Giuly 1^M
Lunedì 12 aprile 1999, nella Sala Piamarta di Via S. Faustino a Brescia alle ore 10.00, si è tenuta la presentazione del romanzo “ESCATON”, Premio Stresa per la narrativa 1998, di O. Arzuffi. E r a n o p r e se n t i l ‟ a u t o r e , l‟Assessore alla P. I Carla Bisleri, il giornali sta Dott. Za ni, l‟Avvocato Mino Martinazzoli e l‟ex deportato, il Sig. Camerani Roberto. La conferenza si è sviluppata in due fasi: l‟autore ha presentato il libro in un‟atmosfera teatrale con l‟ausilio di un attore e di una ballerina che ha espresso, con movimenti armonici, le emozioni suscitate dalla coinvolgente interpretazione vocale dei passi più significativi dell‟opera. La danzatrice, illuminata da soffuse e calibrate luci policrome, si è cambiata per ben tre volte ed ogni abito, in base al colore, assumeva un significato particolare; quello rosso rappresentava il dolore e la sofferenza delle vittime dell‟olocausto, quello nero simboleggiava la morte, quello bianco traeva la sua giustificazione dalla nota conclusiva del romanzo: “E tutto, tutto trova alimento e ragione e passione in questo infinito misterioso amore”. Al termine di questa prima fase, gli ospiti sopra citati hanno espresso il loro giudizio positivo, circa il contenuto del romanzo. “Escaton” (termine che indica “ciò che sta agli estremi confini della vita, ciò che è ultimo e che è primo nell‟esistenza, l‟inizio e la fine, il punto sommo e l‟infimo”), rappresenta, secondo la Prof.ssa Bisleri, il percorso della fede visto attraverso la storia. Con il suo brevissimo intervento, il Dott. Zani ha evidenziato analogie tra il passo dell‟Arzuffi “L‟addio alle scogliere” e il celebre “Addio ai monti” di Manzoni e tra il contenuto del romanzo e
l‟esperienza di Primo Levi. In seguito ha preso la parola l‟ex sindaco M. Martinazzoli, che ha sottolineato che tale presentazione è stata pensata con lo scopo di indurre gli studenti alla lettura integrale dell‟opera. A suo parere, inoltre, le pagine dedicate a Tommaso Moro sono significative, in quanto rappresentano un legame tra etica e politica: come Moro si rifiutò di rinunciare alla sua libertà politica, così l‟ebreo si rifiutò di rinunciare alla sua libertà morale e religiosa. Toccante è stato pure il commento all‟Esodo, con il quale si è voluto esprimere il duplice concetto di morte: morte naturale, intesa come adempimento di un processo inevitabile, e morte imposta, compiuta attraverso un assurdo annientamento. Da ultimo, ma non per importanza, è intervenuto il Sig. Roberto, un anziano superstite sfuggito alle torture dei lager tedeschi. Con il suo discorso ha zittito la sala: le fievoli parole, pronunciate con pacatezza da labbra che portano ancora i segni di quella sofferenza, hanno attirato l‟attenzione di tutti. Nonostante la semplicità del discorso, i sentimenti e i ric o r d i , ri e me r si d u r a nt e l‟incontro, sono stati intensamente trasmessi dall‟interlocutore a tutti i presenti, commuovendoli e inducendoli ad un caloroso e sentito applauso.
2^G
LUNARFOLLIE
CERCO IL CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE Sabato 24 Aprile la nostra città ha ospitato, finalmente, un evento musicale di grandissima cultura. Circa due ore di concerto del gran Maestro con la part eci pa zi o n e st ra or d i nar ia dell‟amico Sgalambro, il filosofo che ha scritto numerosi testi per Battiato. Eccellente l‟esecuzione dei brani proposti per la promozione dell‟ultimo “Gommalacca”, compresa la “Casta Diva” per la Callas, le sue “Vite Parallele” nelle quali tanto ci riconosciamo, passando per l‟“Auto da fé” e giungendo all‟irriducibile “Ballo del potere”. Inoltre alcuni classici intramontabili d‟inestimabile valore per la musica italiana, come “Bandiera Bianca”, “Cuccuruccucù”, La “Prospettiva Newski” e il “Sentimento nuevo”. Il Maestro ci ha anche riproposto un brano storico che aveva conquistato il primo posto di una classifica non proprio incoraggiante, dimostrandoci una curiosa verve ironica, ulteriore dimostrazione della sua genialità. Come “Paranoia” abbia potuto essere considerata un insuccesso ce lo siamo chiesti tutti al Palatenda, ma un cambiamento così drastico al panorama delle canzonette nel bel paese non poteva che causare una reazione di questo genere. Ottime anche le scenografie e la danzatrice che hanno saputo creare atmosfere uniche e mistiche interagendo con le nuvole del bravo Pancaldi (chi conosce i Bluvertigo di un tempo non può dimenticare). Silvia
www.lunardi.bs.it/giornalino
Iniziamo, in collaborazione con l’ITC “Serra” di Cesena una nuova rubrica che vuole raccogliere estudiare il linguaggio dei giovani. Chiunque conosca parole d’uso comune può comunicarcele. Contribuirà a creare un vero e proprio Dizionario. (M: Solo maschile; F: Solo femminile; D: Declinabile; I: Indeclin.) ABBASSARE. “Oh, abbassati!”, espressione che si usa quando uno si vanta, si gasa (p.es. quando parla ad alta voce). Vedi anche “Non sborrare”, "Camomillati", "Vola basso", "Fly down", "Stai cagato". In dialetto: "A t' sbas aglj eli", "Sbasa aglj eli" ("Abbassa le ali"),"Sta bas", "Sta zò", "Sbasa la cresta". ABBATTILA. (I)“Abbattila!”, esclamazione perentoria per togliersi di torno qualcuno. Dicesi anche "Emigra", "Còitla". Espressione dialettale equivalente: “Va a caghì (o "a scurzè") int e' rémal” cioè “Va a cagare nella crusca”, oppure “Va a vendere le susine”, "Piantala!", "Dai un tai!", cioè "Dacci un taglio!". Molto usato: "Va int e' casein!" ABBIOCCO. (I) “Che abbiocco!”, "Sono abbioccato duro", espressioni usate per indicare uno stato di torpore o di sonnolenza generale, come se si “desse il collo”. Vedi COLLASSARSI. ADÒS. (I) “Cs' ét (o csa jét) adòs!”, cioè “Cos‟hai addosso?”, espressione usata quando si vede una persona molto agitata. Si dice anche "T' ci tarantulè!" (in riferimento al morso da tarantola). L'espressione "A t' dagh adòs" si usa per intimorire qualcuno. ADDOSSO. (I) “Ti do addosso!”, espressione che significa “Ti monto” o “Ti zompo”, ma anche "Ti meno". AFFAMATO. (D) "Quanto sei affamato!", espressione usata per indicare una persona che cerca assiduamente un partner. Vedi ALLUPATO. AFFRONTARE. “Non si affronta”, espressione che significa: “Non si guarda da quanto è brutto”, oppure "Non ci si scontra". In dialetto si dice: "U n' s' po‟ guardè da quant l'è brót" (“Non si può guardare da quanto è brutto”).
15
AIRBAG. (F) “Che airbag che hai!”, espressione usata per indicare una ragazza dal seno prosperoso. Si dice anche "Che davanzale!". Vedi BOCCE, ZINNE, POPPE, PERE, CACIOTTE, CIOCCE, PARAURTI, BICILINDRICA. ALCE. (I) “Puzzi come un alce”, espressione che indica una persona molto sudicia. In luogo di “alce” si possono usare altri animali: “porco”, “capra”, “caprone”, “mucca”, “cammello”. Si usa infatti dire: “Puzzi come una capra dopo tre giorni al sole”. Il termine “Alce” indica anche un “ragazzo cornificato dalla mo r o s a” . “ V ad o vi a co n l‟alce” (oppure col “cervo”). In tal senso si dice anche: “Il mio moroso è un cesto di lumache”. ALITO. (I) “Hai un alito che stende un cavallo in corsa”, oppure "Hai un alito che stende le mosche", "Cos'hai mangiato, un bambino morto?", espressioni che significano “Hai l‟alito pesante”. ALLOCCO. (I) “Che allocco!”, espressione usata per indicare una persona che non arriva a comprendere un concetto elementare. Vedi INVURNÌ. AMIG. (I) “Amigh, amigh, amigh e caz”, espressione usata per indicare un falso amico. Vedi AMICO DI GOMMA. ANDARE. Termine che indica, a seconda che venga detto una o due volte, un bacio con la lingua oppure l‟atto sessuale conclusivo del rapporto con una ragazzo/a. Tipiche espressioni: “Ci sei andato/a?”. "Sì". "Ma ci sei andato/a andato/a?". ANTENNA FRUSTAPOPOLO. (M) Tipica antenna delle automobili dei “birri” o “gasati”, alta da 3 a 5 metri. Vedi BIRRO. ANTIPATICO. (D) “Ades a i sem propi tót. Ciudì al porti!”, cioè “Adesso ci siamo proprio tutti. Chiudete la porta!”, espressione usata quando dalla porta entra qualcuno che sta antipatico a un gruppo. ANTONE. (I) Termine che significa “tonto”. In dialetto l'espressione è: "Sel, at coz?" APPICCIARE. Termine che signifi-
16
www.lunardi.bs.it/giornalino
ca "accendere uno spinello". “Toh appiccia, se no appiccio io”, tipica espressione di chi accende uno spinello. “Chi appiccia arriccia, chi arriccia spiccia”, espressione usata per indicare che chi accende lo spinello è chi l'ha fatto ed è quindi lui che lo paga. Si dice anche: "Chi arriccia appiccia, chi appiccia ammazza", perché chi lo prepara lo accende e chi lo accende lo spegne. Vedi RULLARE, ARRICCIARE. APRIRE. “Se mia mamma lo viene a sapere, mi apre” (o "mi apre in due"), nel senso di “Mi sgrida”. Espressione dialettale: "At squerch", cioè "Ti scoperchio". Si usano anche altre espressioni: "Ti svango", "Ti sdereno", "Ti apro come un armadietto". Vedi COZZA, POVERAZZA. ARDÒT. "Ta t' ci ardot?", cioè "Sei tornato?". ARDÙS. "Ardùs cla roba a l'è", cioè "Raccogli quella roba lì". ARRAPARE. “Quel tipo m’arrapa un casino”, espressione usata per indicare che qualcuno stimola sessualmente. Altre espressioni equivalenti: “M‟attizza”, "M'acchiappa", "Mi tira", “M‟ispira”, “Mi prende”, “Me gusta”, “Ce n‟è”. ARRICCIARE. Termine che significa "preparare uno spinello". “Chi arriccia appiccia”, espressione che significa: “Chi chiude la canna, la accende e dà la prima fumata”. Vedi APPICCIARE, RULLARE. ARVNÙ. "Ste furmai l'è arvnù", cioè "Questo formaggio è scaduto". ASCELLA. (I) “T’ha ceduto l‟ascella?”, espressione che indica l‟alone di sudore che si vede (e si sente) nella camicia. ASÉDA. (I) “T' ci fórt cme l’aséda”, cioè “Sei forte come l‟aceto”. Espressione per indicare una persona simpatica. Al posto di "aséda" in certe zone si usa "aseida". ASSO. (M) “Sei un asso!”, espressione che indica un grande giocatore di poker. ATTIZZARE. Dicesi quando una persona attira in modo particolarmente forte. Es.: “Quella ragazza m‟attizza un casino”. BABALITY. (I) “T’han fatto la babality?”, espressione tratta da un videogioco (Mortal Kombat) e usata quando gli amici hanno fatto ubriacare uno di loro. Si usa anche FATALITY.
BABBUINO. (D) Termine usato per indicare una persona particolarmente brutta. Vedi CIOSPO, ROSPO, CANCRO, SCORFANO, BAGAROZ. BAGATTARE. “Son rimasto bagattato”, espressione usata per indicare che si è presa una fregatura o si è subìto un incidente di varia natura. “Bagattare” indica anche una persona o una cosa messa male, rovinata, soprattutto se si è ubriacata. In dialetto infatti si dice: "A so arvinè" (“Mi sono rovinato”). In luogo di “Bagattato” (in dialetto "Bagatè") si usano molto anche i termini: "Schiantato” (in dialetto "S-ciantè"), “Slambato” (in dialetto "Slambè"), “Sgiossato” (in dialetto "Sjusè"), "Sagattato" (in dialetto "Sagatè"). BAGHÈN. (M) “Eau de baghèn”, espressione usata quando una persona puzza di sudore o si mette un profumo che all‟altra non piace. Vedi anche “Eau de SCURÈZ”, “Eau de CES”, “Eau de FOGN”, “Eau d'ASCEL”, “EAU de CAGAREL”. “T' ci mes cme e baghèn” (“Sei messo come il baghino”), nel senso di essere disgraziato o “sfigato”, nel vestirsi, nel modo di fare. BAGHINO. (M) Termine che indica una persona grossa che mangia molto. Vedi VITELLOZZO, BOTTE, BOTOLO, PORCO, OVINO, TROIA, BORELLA, BALENA. Tipica espressione dialettale: “T‟ magn cmé „na troja”, oppure “Mi sono mangiato l‟ombra di un bosco”. “Aeh! Mele ai baghini!”, espressione usata quando un giocatore di calcio, tirando il pallone, non inquadra assolutamente lo specchio della porta. BAIOC. (I) Termine usato per indicare i "soldi". "Chi ha i baioch, feighi e sampagn. Chi in ha i baioch, pugnetti e gazosa", cioè "Chi ha i soldi, fighe e champagne; chi non li ha, pugnette e gazzosa". Altra espressione: "A n'ò un bóch da sbat' in cl'èt", cioè "Non uno un soldo da sbattere nell'altro". BALCONE. (I) “Sei fuori come un balcone!”, espressione usata per indicare una persona che non sa quello che dice o fa qualcosa di anormale (spesso perché è ubriaco). Col termine "Balcone" s'intende anche il seno di una donna. BALENA. (I) “Incula la balena!” o “In culo alla balena”, espressioni usate per dire “Buona fortuna!”. Ad esse normalmente si risponde: “Speriamo non caghi!”. Si usa come espressione
LUNARFOLLIE equivalente: "Fra le palle del riccio", e si risponde: "Speriamo che non chiuda". BALI. (I) "Fora dal bali", cioè "Fuori dalle palle"; "Ta m' e' rót al pali" o "Ta m' e' rót i cvajun", cioè "M'hai rotto le palle": espressioni usate per togliersi di torno qualcuno. BAMBÒZ. “T' ci propri un bambòz!”, espressione usata per indicare una persona tonta, poco sveglia, che dice stupidaggini ed è facilmente influenzabile. Una variante è BUMBOZ. Vedi anche BOCCINO, LATTANTE, POPPANTE, PATACA, SFIGHÌ, DEFICIENT. BAROZZO. (I) “Mi sono divertito un barozzo!”, espressione usata per indicare un grande divertimento. Vedi anche BROZZO, SBROZZO, VALLO, SVALLO, BORDELLO, TOTALE, CASINO, PUTTANAIO, CIFRA, A MILLE, FRACCO, SACCO. BATEISUM. (I) “T'è pisì int e' batésum (o batéisum)”, espressione per indicare una persona molto fortunata. Vedi CULOSO. BATOISM. (I) “Tè batú in te batoism”, cioè “Hai battuto la testa nel battesimo”: espressione usata per dare dello scemo a una persona. BAVA. (I) “Fai la bava come le lumache” (o “come i cammelli”), espressione riferita a una persona che, essendo innamorata di un‟altra persona, vorrebbe saltarle addosso. Si usa anche "Sbavi", "Non sbavare", "Non schiumare". BAZA. (I) Termine usato per indicare un favore personale che si è ricevuto, oppure un affare vantaggioso, un'occasione. Una variante è BAZZA. Vedi BAZZONE. BAZZONE. (D) Termine con cui si indica una persona che riceve molti favori personali (BAZE o BAZZE).