Anno 17 Numero 6
I.T.C. LUNARDI - BS
L
a crisi, ce lo dic o n o giornali e televisioni, è sempre più vasta e grave. Si può essere, come ci viene chiesto da certi politici, ottimisti o meno, ma l’aspetto prettamente psicologico non cambia certo i fatti. Noi siamo convinti che questa crisi, che certamente sta creando molte difficoltà, può rappresentare, proprio da un punto di vista etico, una grande opportunità che ci può portare a significativi cambiamenti. Lo vogliamo raccontare con un piccolo aneddoto. Un padre è continuamente disturbato nel lavoro dal figlio più piccolo. Per salvarsi prende da un vecchio atlante un foglio dove c’è tutto il mondo con gli stati, le città, i fiumi ecc. Lo fa in piccoli pezzi che consegna al figlio perché li rimetta insieme. Ci metterà molto tempo, pensa. Ma dopo pochi minuti il figlio torna con il mondo messo insieme perfettamente. “Come hai fatto?”, chiede. “Semplice papà: sul rovescio
Aprile 2009
morte alla vita come a fatto Cristo, ma anche al passaggio dall’egoismo all’altruismo, dall’omertà alla solidarietà, dall’inganno alla verità, dall’avere all’essere. Allora il nostro augurio è molto semplice: proviamo a ripartire dall’uomo, rifatto l’uomo avremo ricostruito anche il mondo e tutti vivremo più felici.
Buona Pasqua dalla Vostra Redazione. era disegnato un uomo, ho messo in ordine quello e il mondo è andato a posto da sé”. Questa crisi, se interpretata in modo etico, può aiutarci a ridisegnare l’uomo, cioè a fare si che la priorità venga data non al finanziario e all’economico, cioè all’avere, ma ai valori personali e sociali, vale a dire all’essere. La Pasqua che ci apprestiamo a vivere ci invita appunto al “passaggio”. Certo a credere anzitutto al passaggio dalla
IN QUESTO NUMERO: Altrove pag. 2 Salteranno 43000 Prof. pag. 3 Uomo e ambiente pag. 4 Fonti alternative pag. 5 ONU: Italia razzista pag. 6 La testa ben fatta pag. 7 Bentornata primavera pag. 8 Pianeta Musica pag. 9 Poesie pag.10 Scambi 2009 pag.11 Guardare le stelle pag.13 Io non ho paura pag.14 Rita Borsellino pag.15 Storia della Pasqua pag.17 Terremoto in Abruzzo pag.20
2
LUNARFOLLIE
ALTROVE Fratello
Gallione, tutti vogliono vivere felici, ma quando si tratta di veder chiaro cos'è che rende felice la vita, sono avvolti dall'oscurità. Ed è così difficile raggiungere una vita felice che più la si ricerca con affanno più ci se ne allontana, se si è fuori strada. Quando questa poi ci porta in direzione opposta, proprio la velocità diventa causa di maggiore distanza. Prima bisogna stabilire dove vogliamo andare, poi considerare per quale via possiamo farlo nel modo più rapido. Capiremo durante il viaggio, se sarà quello giusto, quanto ogni giorno si procede e quanto siamo più vicini a dove il desiderio naturale ci spinge. Certo, finché vaghiamo a caso, senza se-
REDAZIONE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19.
Albano Cristina 5B Bettoni Alice Archiati Elisa 4A 3L Bertoloni Bettoni Alice Franc. 5B 4A Bono Daniela Bertoloni Franc. 5B Bordoli Bono Daniela Roberta 1A 5B Bosis Giulia Bordoli Roberta 3M 1A Botticini Bosis Giulia Andrea 3M 3G Broglio Matteo Botticini Andrea 5D 3G Brotto Ilaria Broglio Matteo 1L 5D Bua Federica Brotto Ilaria 4H 1L Carlotti Bua Federica Luca 5B 4H Carini Valentina Carlotti Luca 5C 5B Cazzago Carini Valentina Leonardo 5C 4D ChiarelloLeonardo Cazzago Donato 4D 5C Colombo Donato Chiarello Erica 2F 5C Dafir Kenza Colombo Erica 4E 2F Demrozi Dafir Kenza Marinela 4E 5I Di Criscito Demrozi Marinela Dav.ide 3L 5I Fiini Di Criscito ChiaraDav.ide 3L 4H
guire una guida, ma il clamore discorde di chi chiama da ogni parte, la vita si consumerà, resa breve dagli errori, anche se giorno e notte ci daremo da fare con le migliori intenzioni. Decidiamo, allora, dove vogliamo andare e per quale via ma non senza un esperto che già conosca la strada che cominciamo a percorrere, perché certo non è come negli altri viaggi dove, se si è individuato il percorso e si chiedono informazioni agli abitanti, non si può sbagliare. In questo caso, invece, proprio le strade più battute e frequentate ci traggono in inganno. Soprattutto bisogna fare attenzione a non seguire, come pecore, il gregge di chi ci precede, perché non si va dove si deve an20. 21. 22. 23. 22. 24. 23. 25. 24. 26. 25. 27. 26. 28. 27. 29. 28. 30. 29. 31. 30. 32. 31. 33. 32. 34. 33. 35. 34. 36. 35. 37. 36. 38. 37. 39. 38. 40.
Fiini F Chiara Giacomini Fostini Elisa Stefa. Govi F Alessandra Gozzini Mattia Giacomini Stefa. GrechiAlessandra Govi Veronica GrimaldiMattia Gozzini Mattia Guerreschi Grechi Veronica Lidia Joaca BineMattia Grimaldi Simona Kaur Ramandeep Guerreschi Lidia Krilova Joaca Bine Daria Simona LanariRamandeep Kaur Dayana LippolisDaria Krilova G.Marco Lupoi Veronica Lanari Dayana Maggisano Lippolis G.Marco A. . Mancini Lupoi Veronica Jessica Mangerini Ilaria Maggisano A. . MassoliniJessica Mancini Silvia Martinazzoli Mangerini Ilaria Lino Mattei Giuseppe Massolini Silvia Novali ChiaraLino Martinazzoli Noventa Milena
4H 5F5 2F 4B 5F 5D 2F 5C 4B 5A 5D 5B 5C 5D 5A 4G 5B 4B 5D 3N 4G 4B 2F 3N 5B 4B 2F 5F 5B 2F 5F 3F 2F
dare, si va dove vanno tutti. Del resto non c'è cosa che per noi comporti mali peggiori del conformarsi all'opinione pubblica, considerando migliore quello che è accolto da più largo consenso. (…) Ma quando si parla della vita felice, non mi puoi rispondere come per le votazioni:' "la maggioranza sta da questa parte". Infatti è la parte peggiore. Per le faccende umane non funziona così bene: le cose migliori sono sgradite ai più. La folla è la peggiore conferma. Chiediamoci, allora, cosa sia meglio fare e non quale sia il comportamento più comune, cosa ci faccia ottenere una felicità duratura e non ciò che riscuote l'approvazione del volgo, pessimo interprete della verità.
Lucio Anneo Seneca 39. Mattei 41. Pellegrino Giuseppe Rob. 3D 42. Novali 40. Preda Claudia Chiara 2F 3F 43. Noventa 41. Quaresmini Milena Franc 2F 5B 44. Pellegrino 42. Robba SaraRob. 5B 3D 45. Preda 43. Rossi Giulia Claudia 4H 2F 46. Quaresmini 44. Rubagotti Matti Franc a 5B 5D 47. Robba 45. SchianoSara Rebecca 5B 1A 48. Rossi 46. Stocchetti Giulia Amilcare 4H 49. Rubagotti 47. Ustoli Stefania Matti a 5D 4H 50. Scardavilli 48. Valcamonico Sara M 5D 1F 49. Schiano Rebecca 1A 50. Stocchetti Amilcare Lunarfollie viene pensato, prodotto, 51. Ustoli Stefania 4H stampato e distribuito presso il 52. Valcamonico M 5D CIMP dell’ ITC LUNARDI, via Riccobelli 47 - 25125 Brescia Lunarfollie viene pensato, prodotto, Tel. 030/2009508/9/0 stampato e distribuito presso il Fax 030/390996 CIMP dell’ ITC LUNARDI, E-MAIL lunarfollie@lunardi.bs.it via Riccobelli 47 - 25125 Brescia Tel. 030/2009508/9/0 Fax 030/390996
LUNARFOLLIE
3 ACQUA: UNA NECESSITA’
Dopo un tam tam durato settimane, il ministero dell'Istruzione rende ufficiali i tagli agli organici del personale docente. Ed è il Sud che, soprattutto nella scuola primaria, viene penalizzato due volte: per la mancanza di servizi e per i posti che perde. Il tutto a prescindere dal calo degli alunni, che pure c'è. Ma andiamo con ordine. Più di metà degli oltre 37 mila posti che svaniranno dal prossimo settembre, verranno tagliati nelle regioni meridionali. Il dato diventa imbarazzante nella scuola elementare, dove due cattedre su tre salteranno proprio al Sud. Da mesi i sindacati parlavano di accanimento verso la scuola nel Sud. Il taglio all'organico nella scuola primaria,
che incide per quasi un terzo del taglio complessivo, colpirà soprattutto il cosiddetto tempo normale: le 24, 27 e 30 ore settimanali. Il tempo pieno di 40 ore viene risparmiato. A pagarne le conseguenze saranno quindi le realtà del Paese dove le lezioni pomeridiane alle elementari sono una specie di miraggio. Gli addetti ai lavori sapevano già che le classi di scuola elementare a tempo pieno al Sud sono soltanto otto su 100, mentre al Nord sono il 36 per cento. Stornare dai tagli le classi a tempo normale sarebbe equivalso a penalizzare le regioni del Sud. Ed è proprio quello che è avvenuto. I numeri, del resto, dicono tutto. Su 9.967 cattedre di scuola primaria che salteranno 6.141, (62 %) si perderanno nelle otto regioni meridionali: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L'effetto si attenua se si considera il taglio complessivo (su scuola primaria, media e superiore): su 36.854 cattedre tagliate 20.311 salteranno al Sud. Un effetto che la Flc Cgil considera "disastroso". Giuma
MA NON UN DIRITTO Istanbul poteva decretare un verdetto decisivo per le sorti di una risorsa unica ed essenziale come l’acqua. Il 22 marzo si è concluso il World Water Forum, nell’importante città turca, dove si è tenuta una settimana di dibattito che ha impegnato migliaia di persone, tra cui più di 150 rappresentanze di Paesi. La possibilità di un cambiamento stava nell’approvazione di un “diritto all’acqua”, sostenuto da numerose organizzazioni non governative e da diversi Paesi, mentre nella dichiarazione finale, è prevalsa la definizione di acqua come bene, portata avanti dalle multinazionali in comune accordo. Non c’è dunque segno di svolta sulla disponibilità di questa risorsa naturale, che nella maggior parte della popolazione di certi PVS, rimane tutt’ora un bene non liberamente o totalmente accessibile. La situazione ad oggi non è propriamente di emergenza perché
4
LUNARFOLLIE
secondo dati Unicef l’87% della popolazione mondiale utilizza acqua potabile, restano comunque 1,2 miliardi di persone che vivono in grave insufficienza di acqua pulita e servizi igienici ed il loro numero potrebbe aumentare. Infatti le vere preoccupazioni sorgono dalle previsioni future. Secondo l’Ocse, fra 20 anni, il 45% delle persone su questo pianeta vivranno in gravi carenze d’acqua; il dato riguarda soprattutto i popoli asiatici e africani, tenendo conto del riscaldamento globale e le correlate conseguenze, dell’agricoltura e di tutti gli altri impieghi dell’acqua. Un intervento illustre al congresso turco ha visto protagonista il direttore generale della Fao, Jacques Diouf che ha parlato proprio di agricoltura. <<Bisogna produrre più cibo usando meno acqua, con interventi e investimenti ben finalizzati e un contesto politico adeguato>>, è stato in sintesi il suo intervento, avendo ben presente il fatto, che il settore primario assorbe il 70% del consumo mondiale di acqua potabile. L’acqua dunque non cambia identità, resta un bisogno fondamentale e non diventando “bene di diritto”, vedrà esigui e poco concreti gli interventi verso i Paesi bisognosi da parte dei Governi, lasciando nuovamente le ONG a loro stesse e ai loro limitati mezzi, in attesa del prossimo meeting, datato 2012. Francesco Bertoloni 5°B
In un periodo di crisi come si è preannunciato il 2009 non è possibile ignorare la crisi che da tempo l’uomo si trascina alle spalle. La crisi a cui si fa riferimento è il problema dell’ambiente. I fenomeni che evidenziano questo tipo di crisi, sono numerosi e diversi: l’effetto serra, il disboscamento, lo scioglimenti dei ghiacciai, la desertificazione e altro. Tutti questi aspetti negativi mettono in pericolo l’equilibrio naturale e sono causati dall’operato dell’uomo. La società umana del terzo millennio ha ricevuto in eredità da quella passata un problema che trova difficile soluzione. L’inquinamento e il degrado ambientale sono strettamente legati allo sviluppo economico di ogni paese. Con il fenomeno delle globalizzazione e l’emergere di nuovi paesi a rapida
industrializzazione, come Cina e India, si è aumentato lo sfruttamento delle risorse ambientali e causato un aumento dell’inquinamento. La dimensione del problema ha spinto gli uomini a cercare nuove soluzioni su larga scala. Una soluzione che si è formata da un decennio a questa parte, è lo sviluppo sostenibile. Con la sostenibilità dello sviluppo si presta maggiore attenzione all’uso delle risorse e al problema che riguarda la crescita “impossibile” di un pianeta ormai troppo popolato. Un’altra soluzione è data dal protocollo di Kyoto, trattato internazionale firmato da molti paesi nel 1997 ma entrato in vigore nel 2005, che regola il fenomeno del riscaldamento del pianeta. I paesi ricchi e industrializzati però, anche se non tutti hanno agito nello stesso modo, per non rinunciare allo sviluppo industriale, credono di risolvere il problema con i soldi, ma pospongono semplicemente la questione. Gli scienziati e gli studiosi dell’ecologia, si sono attivati da tempo nella ricerca di soluzioni per ridurre le polveri sottili provocate dalla combustione nei processi industriali, nell’invenzione di macchine a basso consumo e altro ancora. Gli stati forniscono maggiori incentivi per l’installazione di impianti solari o comunque di impianti che sfruttano risorse rinnovabili. Petrolio, gas e carbone
LUNARFOLLIE (anche se ora non è molto usato) sono destinati a finire ma l’ideazione di mezzi di trasporto a combustione ibrida o a idrogeno è una soluzione ancora lontana e, soprattutto, ancora molto costosa rispetto ai combustibili fossili. Si fanno ricerche sul possibile utilizzo di sostanze riciclabili o quanto meno ecologiche e naturali per la combustione e la produzione di energia, quali le biomasse e l’uso di particolari semenze vegetali. La madre terra, per quanto generosa sia stata e possa esserlo nel futuro, è sfruttata in modo smisurato: l’utilizzo esagerato è dovuto in parte all’aumento troppo rapido ed elevato della popolazione, ma anche a uno spreco e ad un consumismo che va aumentando. E’ l’ottimizzazione dello spazio e un’equa distribuzione sono gli elementi necessari per una vita migliore, ma serve anche prestare attenzione al riciclaggio dei rifiuti tossici, che vanno adeguatamente isolati e protetti e, alla raccolta differenziata per quelli quotidiani di ogni famiglia. Sono dunque molte le soluzioni possibili che si stanno ricercando per migliorare il rapporto uomoambiente. Per permettere alle popolazioni future una vita serena, serve pertanto rispettare gli ecosistemi così come si sono trovati. Ormai, mantenerli intatti non è possibile, ma sicuramente si può limitare il danno provocato: procedere, per esempio, al rimboschimento di alcune aree; ridurre lo spazio occupato dalle di-
5 scariche che non si possono certamente eliminare, ma limitare e utilizzare prodotti locali o provenienti da regioni vicine, riducendo così il traffico di merci e il conseguente inquinamento. Migliorare il nostro pianeta è possibile se ogni persona fa la sua parte, se ogni stato contribuisce a questa nuova e comune “missione”. Diamoci una mossa e l’ambiente ne sarà felice!!
Le Fonti alternative
zare in modo positivo. È impossibile per il nostro stile di vita non utilizzare più il petrolio, però potremmo ridurre il suo sfruttamento, in quanto, i tempi di rigenerazione sono lentissimi rispetto alla continua estrazione effettuata dall'uomo. È vero che il petrolio ha un alto potere calorifero, è flessibile, ed è facile da trasportare tramite oleodotti, petroliere e autocisterne, però inquina, è una fonte non rinnovabile e diventiamo sempre più dipendenti dagli altri paesi per la sua importazione. La nostra economia è basata sul petrolio però attualmente ci stiamo concentrando
L'ambiente è la cosa più preziosa che abbiamo in quanto se fosse in pessime condizioni anche noi non vivremmo bene. E’ prima di tutto la nostra casa ma purtroppo col passare del tempo, per aumentare il nostro tenore di vita lo inquiniamo sempre di più. La tecnologia è di per sé neutra siamo noi a doverla utiliz-
sull'utilizzo di altre fonti. In particolare sono già in atto degli accordi con la Francia per la costruzione di centrali nucleari. L'energia atomica potrebbe sostituire il petrolio per la sua resa. Purtroppo è anch’essa una fonte non rinnovabile e ci sono anche dei problemi: i costi sono assai
Silvia, Elisa, Stefania 5°F
6 elevati per la costruzione e demolizione della centrale, ma sopratutto per i controlli a cui la centrale viene sottoposta periodicamente; i tempi per costruirla e smaltirla sono molto lunghi perché vi è il problema della radioattività, infatti non sappiamo in che misura il nostro corpo riesce a sopportarla. Altre rischi riguardano le scorie poiché non si sa dove si possono collocare visto che, anche se chiuse in appositi container, non si possono lasciare in superficie, non si possono depositare sui fondali oceanici perché l'acqua corrode e non si possono seppellire in quanto il suolo è soggetto di instabilità. Un aspetto molto pericoloso riguarda la presa di controllo delle centrali da parte di terroristi o criminali, ma non solo: con il plutonio si può benissimo costruire delle armi nucleari. D'altro canto, si spezzerebbe il monopolio del petrolio e inizierebbe quello dell'uranio. Entrambe generano dei problemi, quindi sarebbe meglio sfruttare le energie rinnovabili come l'energia idroelettrica, solare, geotermica, eolica, marina è una scelta sicuramente positiva visto che sono energie pulite, illimitate, abbondanti e non sono di proprietà di nessuno. Cristina Albano
LUNARFOLLIE
ONU:
«Italia razzista verso gli stranieri»
Xenofoba e razzista. È la brutta fotografia dell'Italia che emerge senza mezzi termini da un rapporto dell'Ilo (agenzia Onu per il lavoro). Il nostro dunque non è un Belpaese per gli stranieri. E in particolare per i rom. «Falso» replica il ministro degli Esteri Frattini, esprimendo l'«indignazione» dell'esecutivo ai responsabili dell'Ilo a Ginevra. Il ministro del Welfare Sacconi si affretta a dire che l'Italia è corretta nell'applicare le convenzioni per i Diritti umani e del lavoro. A scatenare la bagarre le tre pagine, contenute nel rapporto dell'Organizzazione internazionale per il lavoro, che accusano Roma di discriminare gli immigrati chiedendo interventi a stretto giro per contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela agli stranieri. Non mancano accuse ai leader politici, rei - si legge nel testo - di usare una «retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalità, creando così un sentimento di ostilità e antagonismo nell'opinione pubblica». Il documento del Comitato - pubblicato il 6 marzo - spiega che il clima di intolleranza ha un impatto su-
gli standard minimi di protezione «dei diritti umani e del lavoro» nonché sui livelli di vita, ponendosi in contrasto con la convenzione 143 che regola la "Promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dall'Italia nel 1981. Tutte affermazioni «false, non dimostrate con elementi concreti, da respingere al mittente», replica la Farnesina spiegando che Frattini, giudica «gravemente inaccettabili parole come intolleranza o discriminazione nei confronti degli immigrati». Sacconi avanza il dubbio che «le sollecitazioni siano pervenute dall'interno del Paese». «Il quadro non è quello rappresentato nel rapporto» ribadisce la Farnesina, sottolineando che l'Italia «rispetta e rispetterà le regole europee e internazionali come sempre è stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorità responsabili». «Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attività di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare» aggiunge il ministero degli Esteri.
LUNARFOLLIE
Voglio parlarvi stavolta di una cosa che mi ha molto fatto riflettere. Nello scorso convegno delle testate studentesche, tenutosi ad Alessandria, ho partecipato ad una commissione di lavoro in cui si trattava un argomento molto interessante: la cultura. Gli argomenti da cui è partita la commissione sono stati tratti da “La testa ben fatta – Riforma dell’insegnamento e del pensiero” di Edgar Morin, uno sociologo francese nato nel 1921. Ciò ha portato a parlare di diverse situazioni attuali. Abbiamo toccato il tema dell’educazione, della scelta delle materie da insegnare; abbiamo parlato di bullismo, razzismo e violenza perché tutto sembra partire da un errato uso della cultura, del sapere e della conoscenza. La domanda da cui siamo partiti è stata se sia meglio una TESTA BEN FATTA o una TESTA BEN PIENA. A me però la discussione a cui si è arrivati ad Alessandria non ha convinto, quindi vole-
7
vo sintetizzare qui il pensiero di Morin ed il mio al riguardo. Innanzitutto bisogna chiarire cosa vogliano dire i due termini. Dunque, con “testa ben piena” intendiamo una testa nella quale tutto il sapere è accumulato, ammucchiato e non dispone di un principio di selezione e organizzazione che gli dia un qualche senso. È una testa piena di informazioni che però non possono essere utilizzate. Sono state acquisite per un fine e poi abbandonate nella memoria. Una “testa ben fatta” invece è una testa in cui il sapere è accumulato ma, diversamente da una “testa ben piena”, dispone di una capacità organizzativa che permette di collegare tra loro i saperi e dargli un senso. Nelle scuola bisogna dare un “insegnamento educativo” con la missione di trasmettere una cultura che permetta di comprendere la nostra condizione e di aiutarci a vivere. Non basta solo un insegnamento o solo un’educazione, bensì un miscuglio di entrambi. Con l’insegnamento si trasmettono all’allievo conoscenze a livello solamente cognitivo, mentre con l’educazione si assicura il suo sviluppo. Unendo queste due azioni, si dovrebbe ottenere una “testa ben fatta”, quella a cui aspirava Morin e quella a cui vorrei aspirare io. Nemmeno questo però basta, lui aveva in mente anche una riforma del pensiero e dell’insegnamento che migliori la
nostra attitudine ad organizzare la conoscenza. La riforma dell’insegnamento prevede che l’insegnamento diventi una missione di trasmissione e non più una professione. Ogni insegnamento deve avere delle condizioni: piacere e desiderio di trasmettere amore per la conoscenza. Un insegnante deve fornire, fra le altre cose, “una cultura che permetta di distinguere, contestualizzare, globalizzare, affrontare problemi multidimensionali, globali e fondamentali”; deve “educare alla comprensione umana fra vicini e lontani” e deve “preparare le menti a rispondere alle sfide che pone alla conoscenza umana la crescente complessità dei problemi”. La riforma del pensiero invece, si basa sulla necessità di un pensiero interconnesso, un pensiero che leghi ogni singola conoscenza ad una conoscenza globale. Secondo lui infatti la separazione delle discipline rende incapaci di coglierne il significato nel complesso. Il che anche secondo me è vero perché studiando diverse materie, che in realtà si incrociano fra loro nel corso della storia, non ti permette di comprenderne facilmente il significato nell’insieme. Ad esempio studiare separatamente letteratura e storia è difficile perché molto spesso, nelle varie epoche, l’una ha condizionato l’altra e viceversa. È necessario quindi unire tutte le
8 culture anche se questo incontra molte comprensibili sfide. La riforma dell’insegnamento e del pensiero sono entrambe una la conseguenza dell’altra e ognuna è necessaria per l’attuazione dell’altra. Entrambe sono necessarie alla formazione di cittadini competenti che non accettino passivamente le decisioni di gente che dice di saperne più di loro. Ognuno deve essere capace di pensare con la propria testa e alla base di ciò possiamo solo trovare un insegnamento educativo. Noi giovani ne abbiamo bisogno perché noi siamo il futuro e non dobbiamo accettare passivamente le scelte politiche nascondendoci dietro felicità illusorie. Con quest’ultima parola voglio lanciare una critica alla televisione, ai programmi spazzatura che rapiscono le nostre menti impedendoci di vedere quello che succede attorno; una critica alle droghe e all’alcol che annebbiano il nostro cervello facendoci credere che vada tutto bene e infine una critica alle chat e ai social network che annullano la comunicazione dal vivo, necessaria alla discussione e al dialogo. Noi possiamo cambiare le cose, dobbiamo solo trovare le giuste motivazioni per farlo. Non lasciamoci comandare, comandiamo! Lupoi Veronica 4°B
LUNARFOLLIE
Il 21 marzo è iniziata ufficialmente la primavera e tutta la natura è tornata alla vita dopo il lungo periodo invernale che ha addormentato e ha rallentato ogni cosa. Se ti affascina la natura e ti concedi un pomeriggio in un parco vedi con facilità che le piante e i prati tornano in fiore, senti profumi di vita e vedi colori che donano la felicità a chi li osserva. Non so se la pensate come me ma un fiore rende felici, un fiore può cambiarti una giornata e donarti un po’ di allegria e una speranza. Mi sembra interessante mettere a vostra conoscenza il significato che i fiori nascondono in se perché in ogni stagione possono esserci molte occasioni per regalare un fiore a qualcuno veramente speciale così da non commettere errori. Questi sono alcuni esempi: La rosa assume un significato diverso in base al colore dei suoi petali, quella bianca indica la purezza, la rossa l’amore passionale, la gialla pallida la titubanza in amore, il giallo acceso la gelosia, quella gialla bordata di rosso l’amore tenero ed eterno e quella rosa la dolcezza. L’erica nasconde vari significati quella bianca speranza ammirazione, quella rosa lilla la solitudine. La genziana la determinazione. L’iris la buona novella. Il gladiolo la forza e l’indifferenza. La ninfea la stima e l’ammirazione. La pervinca l’amicizia consolidata. Il tulipano l’incostanza. La ginestra la modestia e l’umiltà. La primula l’amicizia nascente. Questi sono i fiori più conosciuti ma sono anche altri i fiori di cui so il significato se questo articolo vi è piaciuto scrivete dei messaggi con eventuali richieste così da poter soddisfare vostre richieste se ne avrete. Un saluto a tutti e alla prossima.
Elisa cl. 5^ F
LUNARFOLLIE
9
Il rap, letteralmente "chiacchiera", è uno stile musicale nato negli Stati Uniti a metà degli anni settanta ed è diventato parte evidente della cultura musicale moderna. Il termine è stato inventato dal cantante di colore Joe Tex. Il rap è la componente vocale della cultura hip hop e consiste essenzialmente nel "parlare" seguendo un certo ritmo. Di seguito vi propongo una canzone rap scritta da un nostro coetaneo che ho tradotto dall’arabo all’italiano. La canzone affronta temi sensibili della vita e dell’attualità.
VOGLIO DIMENTICARE Voglio dimenticare il tempo che nella mia vita è andato perso Voglio dimenticare la fortuna che mi ha visto e mi ha dato di schiena Voglio dimenticare le lacrime che dai miei occhi sono colate e cadute Le lacrime degli amici che dal mio stesso bicchiere hanno bevuto e alla fine hanno tradito Voglio dimenticare il tempo che mi ha dimenticato e mi ha lasciato pensieroso Il tempo che mi ha venduto come ha voluto e mi ha comprato Voglio dimenticare tutto quello che ha toccato il nostro paese e ci ha recato danno Voglio dimenticare te che hai rubato e ci hai imbrogliato I giorni bui mi è parso di volerli dimenticare I giorni in cui ho percepito la vita come una tomba voglio dimenticarli Il giorno in cui ho perso tante persone a cui ho voluto bene oggi seduto da solo del loro valore mi sono reso conto
voglio dimenticare quanto dolore ho visto nella mia vita perché ho impugnato la penna, perché sono entrato nel rap? Voglio dimenticare tutti i peccati che ho commesso e di cui oggi mi sono pentito Voglio dimenticare le tante cose che ho visto e sulle quali ho fatto silenzio Oggi sono venuto e voglio dimenticare tutto ciò che mi sono visto davanti Spero che tutto mi rimanga alle spalle e mi si tolga dalla mente RITORNELLO Questa è la mia vita, voglio dimenticare quello che mi ha toccato e mi ha recato danno Che ha recato danno ai miei parenti, ai miei amici e mi ha ancora tradito Questa è la mia vita, voglio dimenticare quello che mi ha toccato e mi ha recato danno Che ha recato danno ai miei parenti, ai miei amici e mi ha ancora tradito Voglio dimenticare quando ho fatto della strada casa mia Casa in cui ho trovato il mio relax e per la quale ho fatto piangere i miei genitori Voglio dimenticare quando ho fatto il bene e l’hanno trasformato in male
Quando ho aiutato gli altri e ho resistito al dolce e all’amaro Voglio dimenticare la paura che nel mio cuore c’è dall’infanzia paura per il mio futuro e per il futuro delle persone a me care Voglio dimenticare il mondo sul quale ho cantato oggi e del quale ho saputo tutto Voglio dimenticare quando ho visto bambini di fame morire La colpa è vostra, che coi loro soldi case avete comprato Avete derubato, rapito, truffato, in vita avete defunto Perché oggi ho voluto dimenticare quello che ho visto nella mia vita? Perché è permaso nel mio cuore e ha voluto vivere nel mio corpo Kenza 4^ E
10
LUNARFOLLIE
Dov’è la pace? Dov’è la pace in questo mondo? Guerra in oriente e in occidente Guerra al sud e pure al nord, dov’è la pace? Se cerchi bene la puoi trovare Basta aprire gli occhi e guardare Vai verso il mare, no, ti sbagli è su tra i monti, la vedi anche nei tramonti, ascolta in silenzio la natura ti consiglia una cura, l’odio è tanto si è vero ma se lo vuoi davvero, la pace trovi nel mondo intero. Non prendere ciò che tuo non è, non tenere tutto per te, dai agli altri un po’ del tuo e di a tutti : pace a te, pace a tutti voi… pace tra di noi.
L’uomo L’uomo nel mondo odierno Si trova in un inferno Cerca la felicità In una deserta città, Guarda la sua ombra Proiettata su un’onda Alza lo sguardo E vede il traguardo Un traguardo infelice Senza persone e festanti strisce Si ricorda da bambino Mentre giocava con il trenino Ad un tratto cade a terra Si risveglia in una serra
Una serra piena di fiori E vicino tanti cuori Sono quelli degli amici Che ha reso felici Lo destano dal sonno Gli donano un futuro Di amore duraturo.
Non sempre… Non è sempre facile sorridere Quando ti senti solo e stanco Non sempre puoi fingere Di non avere problemi Se nella realtà stai soffrendo Non sempre puoi giocare con la vita Perché capisci che l’età da bambino è finita Cerchi di capire Ma lontano vorresti fuggire Hai mille domande E poche sono le risposte Dalla finestra guardi fuori E in lontananza vedi Una nuvola diversa Sembra un cagnolino Ma se guardi meglio Vedi un cuore Un po’ strano si è vero Ma non t’importa La ammiri e capisci Che la vita non è terminata Ma in realtà l’avventura è appena iniziata.
Un fiore Un fiore segno d’amore Un fiore pieno di colore Un fiore dalla dolce fragranza Un fiore che rallegra l’intera stanza. Un fiore donato Un fiore ricevuto Un fiore di pace
Un fiore di amicizia È primavera E un fiore significa vita Donarne uno non costa nulla Riceverne uno può significare molto Molte son le specie E molti i colori Conoscerli tutti e molto difficile Ma basta fermarsi e guardarli E di loro innamorarsi. Elisa 5^F
LUNARFOLLIE
Come tutti sappiamo il nostro Istituto è conosciuto per le grandi possibilità che offre ai suoi studenti di effettuare scambi e gite non solo all’interno dei confini italiani, in città d’arte come Firenze, ma anche all’estero. Il mese di marzo ha visto numerose classi viaggiare fra Inghilterra, Scozia, Spagna, Portogallo, USA, Germania, Paesi Bassi, Francia per stage, scambi culturali oppure per semplici viaggi d’istruzione. Tali attività sono indispensabili in un istituto che si occupa di formare ragazzi in grado di esprimersi efficacemente in almeno due lingue straniere. Padroneggiare una lingua non significa solo essere in grado di comprenderla e parlarla, ma anche e soprattutto entrare in contatto con una differente cultura. Ecco qui dunque l’utilità dei viaggi di istruzione: visitare le città d’arte più rinomate, assaggiare piatti tipici locali e cercare di conoscere, seppur per poco
11
tempo, gli usi e i costumi locali. Lo stage invece ha fini soprattutto linguistici: richiede un impegno maggiore al fine di migliorare la padronanza della lingua straniera. Per il periodo di soggiorno si è ospiti di una famiglia locale, si frequentano lezioni in lingua e contemporaneamente si ha la possibilità di visitare i luoghi più caratteristici e calarsi nelle realtà locali. Una particolare attenzione deve essere attribuita allo scambio che, ricordiamo, non viene effettuato in molte scuole. Infatti grande impegno viene chiesto agli studenti che dovranno ospitare ragazzi stranieri per periodi che variano da una a tre settimane, facendoli sentire come a casa propria. Naturalmente la capacità di esprimersi correttamente in lingua straniera è il presupposto fondamentale, ma affinché uno scambio possa ben riuscire, è necessaria soprattutto la disponibilità al dialogo.
Anche quest’anno, come negli ultimi 22 anni, il Lunardi ha avuto il piacere di ospitare studenti americani provenienti dalla scuola di Severna Park, nello stato del Maryland. I 15 ragazzi, di età compresa fra i 16 e i 18 anni, sono stati ospitati dai migliori studenti del biennio 20072008, per un periodo di 17 giorni. L’esperienza ha avuto inizio il 5 marzo e si è conclusa il 22, tra lacrime e pianti. Durante il soggiorno gli americani, accompagnati dal loro insegnante di arte e ceramica Doug Sassi, hanno avuto modo di visitare le nostre principali città d’arte (Roma, Firenze, Pisa e Venezia), ma il meraviglioso rapporto di amicizia instaurato con gli studenti italiani ha fatto si che molti di loro volessero ritornare a Brescia. Il prossimo settembre saranno i nostri studenti ad andare in America, nel periodo compreso fra l’8 e il 25. Là saranno ospitati da altri studenti della Severn School, perché quelli venuti in Italia frequenteranno già il College. Inoltre gli italiani visiteranno Annapolis, capitale del Maryland, Baltimora, Washington D.C. e New York. Un altro scambio del quale il Lunardi è stato protagonista è quello con la scuola olandese di Zwolle, durato una settimana. Gli olande-
12 si, ospitati dagli alunni della 3^A, hanno visitato le torbiere del Sebino, uno dei posti più caratteristici della provincia di Brescia, la città di Verona e inoltre hanno trascorso un fine settimana in montagna a sciare. Gli studenti italiani saranno ospiti presso di loro a partire dal 16 aprile. Il 28 marzo sono arrivati studenti tedeschi, ospitati dalla classe 4^D. Essi rimarranno con noi fino al 6 aprile e visiteranno le città di Verona e Venezia. Tuttavia il loro non è solo un viaggio culturale, perché durante il soggiorno faranno una sorta di stage in aziende bresciane e avranno la possibilità di calarsi nella realtà economica italiana. Gli scambi non sono riservati solo alle classi del triennio, ma si cerca, quando possibile, di proporli anche nelle classi del biennio. Infatti la 2^I ha ospitato ragazzi provenienti dal Portogallo, mentre la classe 2^N accoglierà, l’ultima settimana di aprile, studenti scozzesi, che ricambieranno a settembre. Gli scambi culturali sono una grandissima prerogativa del nostro Istituto, irrinunciabili opportunità che ci vengono offerte e che siamo sempre stati entusiasti di cogliere. Ci auguriamo che il Lunardi possa sempre continuare su questa strada, ripetendo scambi “storici”, come quello con la scuola di Severna Park, ma anche tessere rapporti con altre scuole ed offrire al maggior numero di classi possibile la possibilità di partecipare a questa fantastica esperienza!
LUNARFOLLIE
Ho più di cento anni, ma ho la stessa timidezza del debutto. Quando poi si fermano e mi guardano, resto rosso pomodoro e non posso nemmeno nascondermi, vista la mia altezza. Recito la mia parte con la speranza verde dipinta sul volto e mi adiro solo con gli incerti, tanto da avere un travaso di bile gialla. Ho superato i cento anni e sto andando in pensione. Hanno deciso di sostituirmi con le rotonde, che fan girare non solo le automobili. Addio ! Sinceramente vostro, Il Semaforo. 2 Nell’imminenza dell’estate, le lancette delle ore decisero di mettersi a dieta per superare la fatidica prova costume. Così saltarono un pasto al giorno, poi due, infine si ridussero a mangiare pochi grissini. Persero molto peso e questo le rese veramente felici. Di converso, meno felici erano gli uomini, dal momento che le lancette delle ore, snelle come quelle dei secondi, avevano reso la loro vita breve come un soffio. 3 Il pallone, stufo di essere preso a calci, si ovalizzò e nacque il rugby; così, pensò
il pallone,- Saranno i giocatori a menarsi, almeno un po’-. 4 Il sole si alzava tutte le mattine e svegliava il barbone Alfredo, che si toglieva il cappello in segno di rispetto. L’astro, felice, arrossiva – è sempre stato un timidone -e rispondeva al saluto volentieri, perché in genere pochi lo aspettavano sveglio per salutarlo. I due divennero grandi amici e talvolta si intrattenevano a parlare soprattutto di politica , naturalmente alla luce del sole. Come è nella natura degli uomini, anche ad Alfredo toccò di morire. Il sole si riempì di macchie dal dispiacere ed il caldo quell’estate fu veramente torrido. Come dice Vasco :- Tutta colpa di Alfredo -.
Stoc
LUNARFOLLIE
È la voglia di immergersi dentro spazi di silenzio. Ma anche di parole insolite, dette a chi è vicino, a chi si ama, voglia di fiabe da raccontare ai bambini e di contatti più autentici con i propri simili, di valori da riscoprire. L'idea di raccontare un'ora al buio, è accolta da un numero crescente di persone, soprattutto di giovani Dice Piera : "Ma sì che ci proviamo: un'ora in fondo passa in fretta, quando è spesa bene poi non te ne accorgi neppure. Non sono io che mi devo spengere, ma solo la luce e quella dannata tv. Però i bambini, quelli come si fa a spengerli?! Non basta mica il buio assoluto per loro... E sarebbe bello sai poter vedere le stelle, tante, tutte quelle che ci sono, dal balcone di casa mia, a venti chilometri da Brescia, sogno ad occhi aperti. E sarebbe bello provare a passeggiare per la mia città, senza luci e senza paura. Di quante ore di buio ho bisogno per ritrovare me stessa e le stelle lassù?" Claudio, non pensa invece che sia sufficiente un'ora di buio: "Un'ora senza luce... non basterebbe... per guardare il cielo e sognare... non basterebbe per dimenticare tutto. Non basterebbe per vedere tutte le stelle che si possono vedere... non basterebbe per fermare questo mondo di follia... ma basterebbe se tutti noi, in quest'ora di buio, ci
13
"guardassimo nell'animo".
veramente”
Willy Cappellaro, la butta sul poetico e dice: " Un'ora al buio / Non accenderò le candele / Non leggerò un libro, nè sfoglierò una rivista / Non cercherò qualcuno con cui parlare / Non avrò nostalgia della luce / Mi siederò davanti ad una finestra / E finalmente, dopo tanto tempo, mi annoierò/
Fabrizio, promette: " mia moglie, nostro figlio Davide ed io spegneremo le luci, accenderemo una piccola candela e, stretti stretti, uniremo le nostre mani sul pancione di mia moglie sentendo la piccola Giulia che sta per nascere". Gaetano sembra preso alla sprovvista e racconta: "A pensarci bene, non mi è mai capitato di stare per 60 interi minuti al buio. La prima cosa che farei sarebbe quella di sedermi di fronte la mia fidanzata e chiacchierare. Non ci si accorge mai che alla fine si dedica sempre troppo poco tempo e attenzioni anche alla persona
più amata perché distratti dalla televisione o dagli aspirapolvere. Ebbene sarebbe un'occasione fantastica per sedersi, prendersi per mano e dedicarsi anima e corpo al proprio amore concentrando tutte le proprie attenzioni sulle parole da dire e su quelle da ascoltare che escono dalle labbra della persona amata". Valentina Bucci manda invece un messaggio molto tenero ad un bambino che non c'è: "In quei sessanta minuti di buio... Rispolvererei un vecchio libro di favole... che ho e mi sdraierei a terra con un bambino, il mio bambino... che ancora non ho e volerei con lui sopra mondi incantati dove la luce la spegne un tramonto e la riaccende un'alba dove le stelle sono lentiggini di diamanti e la notte una di quelle buche delle fate che custodiscono ed avverano ogni desiderio gli ultimi minuti di buio li ballerei scalza con mio marito la mie esili dita incrociate alle sue ed i nostri sospiri racchiusi dentro un bacio... poi ecco... di nuovo la luce". Walter se la prende invece con la pessima abitudine in uso in molti uffici, pubblici e non, dove si lasciano luci e computer accesi tutta la notte: "... voglio proprio contare gli uffici di Roma vuoti ed illuminati inutilmente!!! E chissà, dentro, quanti pc e monitor accessi, tutta la notte! Grande iniziativa..."..
14
LUNARFOLLIE
IO NON HO PAURA Niccolò Ammaniti “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti (Einaudi, Torino, 2001) è un romanzo avvincente e intrigante, secondo me per tutte le età, grazie al quale si capisce l’importanza di crescere e superare le proprie paure. La storia è ambientata nella calda estate del 1978, ad Acqua Traverse, un piccolo paese disperso tra le campagne del Sud, dove gli adulti, per sfuggire al sole torrido, se ne stanno segregati in casa, mentre i ragazzini trascorrono i giorni estivi all’insegna del divertimento, tra gare in bici su per le colline e sempre nuove avventure. Michele Amitrano, 9 anni, protagonista del racconto, viene casualmente a conoscenza della presenza, in un casolare abbandonat o, di un corpo umano, nascosto in un buco, sotto un materasso. Grazie al suo coraggio scopre che in
verità si tratta di un bambino della sua stessa età, preso di forza e portato via dalla famiglia, dagli amici, un bambino trascinato in una prigione sotterranea. Filippo (il bambino nel buco) si trova, solo, a dover affrontare una tremenda realtà. Michele, che si rivela audace ma anche paziente, riesce a superare se stesso e le proprie paure, per aiutare quel ragazzino che, poco alla volta, scopre non essere tanto diverso da lui. Giorno dopo giorno, Michele e Filippo imparano a conoscersi, ad accettarsi per ciò che sono, ma la cosa più importante è che imparano a volersi bene. Una tenera, sincera ma anche pericolosa amicizia. Infatti, Michele viene a conoscenza di una verità che lo lascia allibito, senza parole: proprio suo padre, che gli aveva detto che non doveva aver paura dei mostri ma degli uomini, suo padre che lo abbracciava, che in fin dei conti amava i suoi figli, ma in modo a ben vedere egoista, è coinvolto nella scomparsa di Filippo. Questo inizialmente condiziona Michele, costretto a non vedere più il suo amico per un patto con il padre. Ma la bontà del piccolo eroe lo spinge ad agire e, ascoltando il suo piccolo cuore, capisce che la vita di una persona a cui tiene è nelle sue mani. In questo esatto momento, quando Michele disobbedisce al padre, dimostra di essere cresciuto, di aver imparato l’importante significato delle scelte da prendere da solo. Michele durante la storia intraprende un cammino di crescita, impara a non aver paura delle proprie paure, impara a
seguire le proprie idee senza dipendere da altri, impara a non preoccuparsi del fatto che in fondo lui è solo in questa avventura, impara a distinguere la fantasia dalla realtà. Seguendo solo se stesso riesce a porre fine all’ingiusto maltrattamento del piccolo e indifeso Filippo, riuscendo anche a far capire al proprio padre che ciò che era giusto fare lo ha fatto, indipendentemente da quello che gli altri potessero pensare. Niccolò Ammaniti è riuscito a tenere la suspense e l’interesse dei lettori, è stato in grado di rappresentare in modo reale la situazione utilizzando un linguaggio efficace, attuale. Questo è un libro che lascia a bocca aperta…è stupendo e soprattutto insegna moltissime cose, un libro che tocca vari temi, come l’amicizia, le situazioni famigliari, i tradimenti… È semplicemente un racconto fantastico! Da non perdere!! Giorgia Tinini 1 G
LUNARFOLLIE
Un Auditorium colmo di stu-
denti e professori ha accolto giovedì 2 aprile, all’Istituto “A: Lunardi”, Rita Borsellino. Un appuntamento straordinario per la preziosa testimonianza portata dalla sorella del giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio del ’92 in Via D’Amelio, ma anche per la attenta partecipazione dei ragazzi che per oltre due ore hanno potuto dialogare con semplicità e spontaneità sui diversi temi oggetto del dibattito. Se infatti l’incontro si è aperto con una attenta descrizione del contesto sociale e culturale che favorì la nascita del fenomeno mafioso fino alla tragica stagione delle stragi degli anni novanta, si è poi dialogato su cosa oggi significhi “mafia” all’interno del mutato contesto economico mondiale che ha favorito il globalizzarsi e l’estendersi anche dei fenomeni criminosi di tipo associativo. Partendo da una analisi di taglio storico-sociale si è quindi sottolineata la necessità,
15
per ciascuno, di impegnarsi in gesti concreti di “legalità, rispetto e condivisione delle regole, assunzione di responsabilità, coerenza e coscienza”, gesti concreti che fanno della vita di ciascuno una testimonianza in grado di cambiare la società. Rita Borsellino sì è infatti presentata come semplice testimone di una storia di quotidiana lotta alla mafia e alla mentalità mafiosa che, a partire dai tragici fatti di via D’Amelio, è divenuta una ragione di vita, un modo per mantenere viva la storia del fratello Paolo; con un modo di confrontarsi spontaneo è riuscita nella difficile impresa di catturare l’at-
tenzione di oltre 200 ragazzi che forse, prima di questo incontro, si sentivano lontani ed estranei dal fenomeno mafioso, dimentichi di far parte di una nazione dove la mafia rappresenta ”l’azienda” più in salute del paese. . L’idea del giudice Borsellino secondo cui «la lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità» ha trovato nell’incontro di via Riccobelli una concreta e viva espressione così come lo sono le centinaia di incontri che Rita dedica con amore alle giovani generazioni. Il racconto appassionato di Rita che ha aperto la propria storia e la propria vita alle attente domande dei ragazzi ha suscitato una vivace partecipazione che si è espressa, come consueto, in fragorosi e prolungati applausi espressione dell’affetto e dell’amicizia che hanno segnato l’intero dibattito. Il saluto cordiale del Preside Fausto Mangiavini e del Prof. Giuseppe Mattei, insieme a quello di numerosissimi studenti, hanno chiuso un importante appuntamento di quel “Progetto giovani” su cui l’Istituto punta energie e speranze.
16
Chi è un eroe? L’eroe nella mitologia classica è un essere intermedio fra gli dei e gli uomini dotato generalmente di virtù eccezionali che interviene nel mondo con imprese epiche talvolta spettacolari,se questa è la definizione, di certo non potremmo considerare Falcone e Borsellino come tali. Preferisco immaginare questi due uomini come due grandi amanti della verità, due bombe cariche di giustizia pronte ad esplodere che sono state disinnescate con il silenzio finale. Tutto questo è stato trattato con Rita Borsellino, sorella di Paolo ucciso nel 1992 dalla mafia a Palermo sotto casa di sua madre. Nelle parole della signora Borsellino ho trovato una grande forza interiore, quella che la fa girare per le scuole d’Italia per portare un messaggio di legalità e per dire che bisogna reagire con forza e decisione al fenomeno mafioso perché il silenzio non fa altro che aumentare il potere della criminalità organizzata. Dalla platea vedevo la determinazione di questa donna che non risparmia critiche che a nessuno ma sempre in modo molto garbato e con un sorriso. Nel corso del dibattito sono emersi diversi elementi
LUNARFOLLIE
interessanti che hanno alimentato la discussione e le domande degli studenti, per esempio una serie di misteri legati alla morte del magistrato Paolo Borsellino tra i quali la la sparizione dopo l’omicidio della sua personale agenda rossa nella quale annotava in codice le sue indagini, questa agenda conteneva informazioni scomode, fastidiose per molti, anche per il mondo politico che in quegli anni era colluso con la mafia. Già sembra strano ma la mafia era uno stato nello stato, negli anni 70, 80, 90 mafia e potere centrale ebbero molti contatti e questo non lo dicono voci tendenziose ma sentenze definitive della corte di cassazione che si pronuncia contro molti uomini politici dell’epoca accusati di avere stretto legami di politica clientelare con la mafia siciliana, uno su tutti: il 7 volte presidente del consiglio On. Giulio Andreotti. Tornando all’incontro credo che per noi studenti questa sia
stata una grandissima possibilità, credo che i ragazzi del giorno d’oggi dovrebbero interessarsi un po’ di più dell’attualità e della storia recente italiana e se mi permettete credo che anche i professori dovrebbero dare una mano a far sì che si sviluppi una conoscenza degli anni recenti, non credo che la storia italiana si sia fermata al boom economico come molti libri scolastici fanno pensare. Se le cose stanno realmente così, Falcone e Borsellino sono morti invano. PS: permettetemi una piccola provocazione ma prima fatemi ringraziare gli organizzatori di questo incontro che credo sia arrivato dritto alla mente e al cuore della maggior parte degli studenti presenti. Finalmente un’assemblea degna di questo nome e non la solita perdita di tempo su argomenti inutili e banali magari con la presenza di qualche calciatore ingellato creata ad‘hoc per perdere qualche ora. Leonardo Cazzago 4D
LUNARFOLLIE
Per la religione cristiana, gli eventi che condussero alla morte di Gesù sono commemorati ogni anno con la festività della Pasqua. Ecco cosa avvenne. Gesù e i dodici discepoli da lui scelti erano venuti a Gerusalemme per celebrare la Pasqua ebraica, una festa che ricordava la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto. Gesù sapeva di correre gravi rischi, perché i sacerdoti e i Romani consideravano molto pericolosa la sua influenza e volevano sbarazzarsi di lui. Questa speciale ricorrenza della Pasqua ebraica, perciò sarebbe stata l'ultima cena che Gesù e i dodici discepoli avrebbero consumato insieme. Sedevano dunque a una lunga tavola su cui erano posati i vassoi con l'agnello pasquale, il pane e il vino. Tutti erano d'umore molto triste. Sono contento di avere questa opportunità e di stare con voi. disse Gesù. Perché sarà l'ultima volta che ceneremo insieme, in questa vita. Poi Gesù prese del pane, lo benedisse, lo spezzò in dodici parti e ne diede un pezzo a ciascuno dei suoi discepoli. Mangiate questo pane disse in memoria di me. Poiché questo é il mio corpo. Poi prese un bicchiere di vino e lo passò a turno a ciascuno di loro. Bevete questo vino disse poiché questo é il mio sangue, che io verserò perché siano perdonati i peccati di tutti. Quando ebbero finito, Gesù
17
Un'ultima cosa devo dirvi disse profondamente turbato. Questa sera uno di voi mi tradirà. I discepoli non credevano alle loro orecchie. Cominciarono a parlare tutti insieme, decisi a negare questa terribile accusa. Eppure Gesù era sicuro. Ma chi sarà? Signore? chiese Pietro. Chi di noi tradirà? Prima che Gesù avesse il tempo di rispondere, ci fu un certo scompiglio, in fondo alla tavolata. Uno dei dodici, di nome Giuda Iscariota, si era alzato di scatto rovesciando la sedia ed era uscito di corsa. Sarebbe stato Giuda a tradirlo. Più tardi,quella sera, Gesù andò con i discepoli, all'orto di Getsemani. Mentre pregavano, ecco arrivare Giuda con un drappello di guardie del Tempio; qualche giorno prima aveva preso accordi con i sacerdoti per consegnare loro Gesù in cambio di trenta denari. Quello che bacerò é l'uomo che volete! bisbigliò Giuda ai soldati. E andò diritto a raggiungere Ge-
sù. Ti saluto Maestro disse Giuda e baciò Gesù su una guancia. Immediatamente i soldati afferrarono Gesù e lo portarono via. I discepoli non poterono fare nulla. Scappò via anche Giuda, vergognandosi di quello che aveva fatto. Gesù fu condotto al Tempio, dove i sacerdoti lo stavano aspettando. Lo interrogarono per tutta la notte, sperando di coglierlo in fallo. Ma Gesù non disse nulla. Alla fine il sommo sacerdote gli pose una domanda: Sei tu il figlio di Dio? gli chiese. Sì, lo sono rispose Gesù. E' una bestemmia! gridarono gli altri sacerdoti. Sostiene di essere Dio,mentre non lo é e non può esserlo! dissero ancora. Deve morire per questa bestemmia! convennero tutti. I sacerdoti portarono Gesù davanti a Ponzio Pilato, il governatore romano, perché era necessario il suo consenso per poter condannare a morte Gesù. Pilato si trovò di fronte ad un dilemma; non voleva mettersi in contrasto con i sacerdoti, e al tempo stesso, era convinto che Gesù non meritasse la condanna a morte. Così condusse fuori Gesù e lo mostrò alla folla in attesa. E' mia abitudine liberare un prigioniero in occasione della vostra Pasqua disse alla gente. Chi volete libero? Devo liberare Gesù? No! gridò la folla. libera Barabba, al posto suo! I sacerdoti avevano pagato quella gente. E Gesù invece sia crocifisso!. Pilato non
18 ebbe altra scelta che liberare Barabba e consegnare Gesù ai soldati. Gesù fu condotto sul Golgota, che vuol dire il luogo del teschio e qui venne inchiodato ad una croce, con un ladrone alla sua sinistra e un ladrone alla sua destra. Perdonali, Padre Mio pregò Gesù poiché non sanno quello che fanno. Tutto il giorno Gesù restò appeso alla croce, diventando sempre più debole. Poi, quando cadde la notte, lanciò un ultimo grido. E' compiuto! disse, e con queste parole morì. Alcuni seguaci di Gesù pregarono Pilato di concedere il suo corpo per dargli degna sepoltura. Pilato acconsentì perché si sentiva un po' colpevole. I seguaci fecero scendere dalla croce il corpo di Gesù; lo avvolsero in un grande lenzuolo bianco e così fasciato lo portarono in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fecero rotolare una pietra all'ingresso della tomba e tornarono lentamente a casa; quello era il giorno più triste della loro vita. Passati tre giorni, Maria Maddalena ed alcuni discepoli tornarono al sepolcro. Con loro enorme stupore, videro che la pietra era stata tolta e la tomba era vuota. Il corpo di Gesù era scomparso. I discepoli corsero ad avvisare gli altri, mentre Maria Maddalena rimase presso il sepolcro a piangere. D'un tratto alzò gli occhi e accanto a lei c'era un uomo. Perché piangi? le chiese l'uomo con grande dolcezza. Cosa è successo? La donna iniziò a parlargli della tomba vuota, ma lui la interruppe. Non mi ri-
LUNARFOLLIE conosci, Maria? disse. Sono io, Gesù. Và a dire ai miei amici che sono vivo e non essere più triste. Piena di gioia,Maria corse dai discepoli per raccontare quello che aveva visto. All'inizio non le credettero; era troppo bello per essere vero. Ma ben presto arrivarono delle conferme: altri l'avevano visto. E poi, un giorno venne a trovarli di persona. Dapprima pensarono che fosse un fantasma, ma Gesù mostrò i segni dei chiodi sulle mani e sui piedi, e mangiò il pesce e il miele che gli diedero. Poi disse ai discepoli di raccontare a tutti che era morto e resuscitato per loro, in modo che ciascuno, chiunque fosse, venisse perdonato dei propri peccati e conducesse una vita buona ed onesta. Alla fine prese congedo dai discepoli, poi, sotto ai loro occhi, fu sollevato in cielo su una nuvola.La festa di Pasqua ripropone ogni anno questo messaggio di libertà e speranza. Anche la natura sembra coglierlo e farlo suo: l'erba ricresce nei prati, spuntano fiori e germogli, nascono cuccioli e pulcini. Tutto è promessa e speranza nel domani.
Storia dell'uovo di Pasqua L'uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c'è quello
dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di carta pesta. Ma mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un'origine radicata nel lontano passato. Le uova hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Già al tempo del paganesimo, in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita.
Pasqua nel Regno Unito Nel Regno Unito, una delle cerimonie più vive è quella del Giovedì Santo, giorno dedicato all'attività caritativa e si svolge secondo un rituale tradizionale. A Londra, l'uso del Royal Maundy Gifts, è ricordato nell'abazia di Westminster dove vengono donate ai poveri borse di denaro. Le borse, vengono distribuite dal sovrano su di un vassoio d'argento, dopo la cerimonia religiosa. Il Venerdì Santo vive ancora l'usanza degli hot-cross buns dolci, di antichissima tradizione, che un tempo si usavano mangiare come protezione contro il fuoco. Nel pub di Londra chiamato "Il Figlio della Vedova" si conservano quasi duecento esemplari di questi dolci, secondo quanto descritto da una leggenda: "una vedova che attendeva il figlio marinaio disperso in mare non volle mai disperare
LUNARFOLLIE e continuò ogni anno a cuocergli gli hot-cross buns. Questi dolcetti sono delle brioches fatte con la cannella e uvetta sulla cui superficie vi è una croce di glassa, a ricordare la passione di Cristo. Un'usanza curiosa è quella di far rotolare le uova colorate su di un prato o lungo una strada, fino a quando tutti i gusci non siano stati spezzati; questo avviene a Preston, dove le uova rotolano su un pendio erboso. Un'altra tradizione divertente è quella di contendersi le uova e le torte con battaglie, combattute principalmente da ragazzi. Buona Pasqua in Inghilterra si dice Happy Easter
Pasqua in Francia Le campane della chiesa restano silenziose dal venerdì fino a Pasqua, un segno di dolore per il Cristo crocifisso. Ai bambini francesi, per giustificare il silenzio, si dice che le campane sono volate via a Roma. La mattina di Pasqua i bambini corrono veloci all'esterno per guardare le campane che volano nuovamente verso casa. Intanto che i piccoli sono occupati a guardare il cielo per scoprire se riescono a vedere le campane, i genitori nascondono le uova di cioccolato, affinché i bambini le trovino più tardi. Buona Pasqua in Francia si dice Joyeuses Paques
Pasqua in Spagna La tradizione pasquale a
19 Barcellona è sentita soprattutto durante la domenica delle Palme. Una volta i rami di palma venivano tagliati, le foglie intrecciate e conservate lontano dalla luce, quindi veniva mantenuto il loro originale colore bianco con lo zolfo, l'oscurità e l'umidità. Oggi le palme vengono decorate con un rosario di zucchero e dolci. E', poi, usanza appendere alle porte e al l e finest re palm e e "palmons" per proteggere la casa da streghe e spiriti maligni. In Catalogna, è tradizione mangiare una torta pasquale, chiamata Mona, decorata con uova di cioccolato, piume e una piccola figura di cioccolato che rappresenti o un personaggio noto ai bambini o uno proveniente dal mondo delle fiabe. Questo dolce viene tra-
dizionalmente dato al proprio figlioccio dal padrino. Buona Pasqua in Spagna si dice Feliz Pascua
Pasqua in Portogallo In Portogallo la Pasqua è vissuta con intensità, rinnovando rituali il cui vero significato è l’unione. Della famiglia, degli amici, della comunità. Venite a Braga in questo periodo e vivete con noi il momento di festa della Semana Santa. Assistete alla Procissão do Ecce Homo, il giovedì santo, guidata dai Farricocos (uomini scalzi, con tuniche e cappucci), personaggi tra i più curiosi della tradizione religiosa portoghese. Se vi trovaste nella zona di Castelo de Vide, più a sud, vedrete una pasqua diversa, dalle radici ebraiche. Sabato mattina, i pastori della regione invadono il centro della città con le loro greggi, per farle benedire. La notte della vigilia di Pasqua, le persone si accostano e chiedono perdono in segreto, in una reminescenza della festa ebraica del Kippur. A fine messa, tutti i presenti prendono campanacci e campanelli e li suonano, accompagnando il Cortejo da Aleluia attraverso la città, in uno spettacolo impressionante. Alla fine del digiuno di Quaresima, la tavola si riempie di manicaretti. Proprio per questo, non perdete l’opportunità di provare le specialità come il capretto arrosto, lo stufato di agnello, le polpette, le “Arrufadas”, le uova di cioccolato e le mandorle di vari colori...giusto dei consigli per mettere appetito. Buona Pasqua in Portogallo si dice Boa Pascoa
20
LUNARFOLLIE
Terremoto in Abruzzo Oltre 200 morti, i feriti sono oltre 2000, 70 mila gli sfollati: una immensa tragedia Sisma di 5,8 gradi Richter alle 3,32 di lunedì. Nuova scossa di 4,5 gradi all'1.15 del giorno dopo Più di duecento i morti e circa duecentocinquanta i dispersi: questo il bilancio ancora provvisorio del terremoto che nella notte tra domenica e lunedì ha colpito l'Abruzzo. Anche la Protezione civile ha confermato queste stime. Al termine della giornata di lunedì erano 100 le persone estratte vive dalle macerie degli edifici, mentre i morti identificati sono 98. Le prime notizie, all'alba, parlavano di una quindicina di persone decedute. Ma è stato subito chiaro che il numero era destinato a crescere con il passare delle ore e con la rimozione delle macerie sotto cui sono rimaste sepolte centinaia di persone sorprese nel sonno. La scossa principale, di 5,8 gradi della scala Richter, si è registrata attorno alle 3,30. L'epicentro è stato individuato a una decina di chilometri dall'Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto il centrosud d'Italia, dalla Romagna a Napoli.I feriti sono circa 1.500 e si calcola che siano almeno 70 mila gli sfollati, intere famiglie costrette ad allontanarsi dalle proprie abi-
ta una di magnitudo 3,8 della scala Richter con epicentro nei comuni dell'Aquila, Pizzoli, Barreto e Scoppitto. La scossa è stata nettamente avvertita dalla popolazione e dagli stessi soccorritori, impegnati a scavare tra le macerie. E ancora una forte scossa sismica, di magnitudo 4,5, è stata registrata alle 01,15 di martedì dalla strumentazione dell'Ingv e della Sala Situazione Italia della Protezione Civile.
tazioni. Una prima stima parla di 10-15 mila edifici danneggiati con pesanti danni al patrimonio storico e artistico della regione. Franco Barberi, presidente onorario della Commissione nazionale grandi rischi, fa sapere che nei prossimi mesi «è poco probabile che si verifichino scosse di grande energia, ma non lo possiamo escludere». Dopo quella devastante della notte, ha aggiunto Barberi, «si sono registrate circa 200 repliche, la maggior parte di piccola magnitudo». Per tutta la giornata di lunedì sono state oltre duecento le scosse susseguitesi nell'Aquilano. Alle 23.57, come ha resto noto il dipartimento della Protezione Civile, se ne è registra-
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha firmato lo stato d'emergenza (mobilitando esercito, aeronautica e carabinieri) ha annullato la prevista visita ufficiale a Mosca e si è subito recato all'Aquila insieme ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Il capo della Protezione civile ha parlato di una «situazione drammatica, la peggiore tragedia di questo inizio millenio». Sia Benedetto XVI, sia il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno inviato messaggi di solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto. E lo stesso hanno
LUNARFOLLIE fatto i capi di Stato e di governo delle altre nazioni. La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo ed è stata riportata in apertura da tutti i principali siti di informazione internazionali. Velocissimi anche i messaggi e le testimonianze giunti via web. Il terremoto è avvenuto alle 3,32 di lunedì notte alla profondità di 8,8 km. L'Abruzzo, che è situato in una delle zone a maggiore rischio sismico della penisola, è interessato da uno sciame di terremoti iniziato lo scorso 16 gennaio con centinaia di scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in guardia della scorsa settimana su un'imminente scossa del ricercatore Giuliani, poi indagato per procurato allarme. Il centro storico di L'Aquila è devastato, ci vorrà tempo per controllare tutti gli edifici. Quasi tutta la città è inagibile, ha detto il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Gli sfollati potrebbero essere 4550 mila solo all'Aquila, e altrettanti in provincia. I soccorsi sono resi difficili dalle continue scosse di assestamento che rischiano di far crollare gli edifici danneggiati e dal fatto che la prefettura, dalla quale si dovevano coordinare i soccorsi, è interamente distrutta. Anche la se-
21 de della provincia e altri uffici regionali sono pesantemente compromessi. Il sindaco dell'Aquila ha invitato i cittadini «a lasciare immediatamente il centro storico, perché anche le case non crollate possono essere gravemente lesionate». Uno degli edifici maggiormente danneggiati del capoluogo era stato la Casa dello studente: si temeva che vi fossero molte vittime, invece nel pomeriggio è arrivata la notizia che sei ragazzi sono stati estratti vivi dalle macerie della palazzina. Una delle situazioni più drammatiche è a Onna, dove il 50% delle case è crollato e l'altro 50% è danneggiato. Il presi-
dente della provincia dell'Aquila «Onna è un paese di anziani. Se non arrivano i figli a dire chi è scomparso, magari nemmeno lo si viene a sapere». Secondo la Protezione civile, oltre a L’Aquila, i Comuni più colpiti dal sisma sono: San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo, Paganica, Fossa,
Villa Sant’Angelo (90% degli edifici crollati), San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. Già alle prime luci dell'alba la situazione si è presentata drammatica. A metà mattinata c'erano cadaveri estratti dalle macerie e adagiati in terra coperti da un lenzuolo. Per le strade vagavano centinaia di persone in stato di choc, molte con coperte sulle spalle, altre ancora in pigiama. All'ospedale (rimasto senza acqua potabile e dichiarato inagibile al 90%) si sono effettuati i primi inter-
venti in piena emergenza. I feriti più gravi sono stati trasferiti in elicottero in altri ospedali abruzzesi, a Rieti e a Roma. Maroni ha annunciato che sono in arrivo all'Aquila 1.500 vigili del fuoco, cento poliziotti e cento carabinieri da varie parti d'Italia.
22 Per gli sfollati sono state allestite 13 aree attrezzate e ci sono a disposizione 15.000 posti negli hotel sulla costa abruzzese e 5.000 nelle tendopoli. Ripari di fortuna sono stati realizzati grazie anche alle carrozze con cuccette messe a disposizione da Trenitalia. Sono stati distribuiti 25.000 pasti caldi. Maroni ha assicurato che «gli sfollati saranno tutti sistemati in tempi rapidi», ha poi spiegato che non ci sono problemi per i feriti: «I posti sono sufficienti, quelli gravi sono stati già evacuati». In serata, a complicare la situazione, è arrivata pure la pioggia in diverse zone della regione. La Protezione civile, insieme ai volontari della Croce Rossa e con le Forze dell’ordine, è riuscita al momento a mettere sotto le tende del Ministero dell’Interno tutti i feriti, gli anziani non autosufficienti e i bambini. E’ alto il ri-
Cartina sismica dell’Italia.
LUNARFOLLIE schio che ci possa essere una insufficienza di tende per tutti gli sfollati. Il buio ha rallentato di molto, se non completamente paralizzato, i tentativi di salvataggio dei dispersi sotto le macerie. La rete della telefonia mobile e fissa nelle zone colpite dal terremoto è stata rimessa in funzione. L'80% delle 15 mila utenze di energia elettrica saltate è stata ripristinata già entro le 9. Le linee ferroviarie principali sono tutte operative. In corso verifiche sui tratti autostradali, alcuni dei quali sono stati chiusi. In corso lavori di riparazione sugli acquedotti nel Teramano e a Pescara.Oltre che da tutte le regioni italiane, offerte di aiuto sono arrivate da molti Paesi e dalla Commissione europea. Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante italiano presso l'Ue, ha dichiarato che Roma ha chiesto l'intervento del fondo europeo di solidarietà per le catastrofi
naturali. Veronica Grechi
Marta salvata dopo 24 ore nella casa distrutta era sul suo letto Studentessa di 24 anni estratta viva tra le macerie dell'edificio nel centro dell'Aquila L'AQUILA - I capelli neri sciolti sulle spalle, le lacrime agli occhi, la mano a stringere un pezzo di coperta, nelle orecchie l'applauso dei soccorritori dopo un silenzio lungo un giorno. Marta Valente ce l'ha fatta: 23 ore dopo la scossa che ha sbriciolato la sua casa nel centro storico dell'Aquila, è uscita viva da quell'inferno di pietre, tubi, calcinacci e vetri. ORE DI LAVORO - L'hanno tirata fuori gli speleologi del soccorso alpino, dopo 5 ore di lavoro su quello che resta della palazzina di quattro piani in via Sant'Andre. «È stato un salvataggio molto delicato - racconterà Aldo, lo speleologo che le è stato vicino per tutto il tempo che i colleghi hanno impiegato per liberarla - c'erano travi pericolanti molto vicine. E poi dovevamo fare attenzione a non provocare crolli, mentre
LUNARFOLLIE tentavamo di liberarle le gambe». Marta deve a questi uomini la sua vita, così come a tutti quelli che hanno lavorato incessantemente sulle macerie della palazzina e lo deve alla fortuna. I soccorritori l'hanno trovata stesa sul letto: accanto, a meno di 20 centimetri dal suo corpo, una trave di cemento armato che si è staccata dal soffitto e che è stata la sua salvezza. Ha infatti evitato che sopra la testa e le gambe le finissero le altre due travi che sono cadute perpendicolarmente. La ragazza è rimasta così protetta e bloccata. Per tirarla fuori i soccorritori hanno smontato parte del letto in modo da abbassarlo e far così scivolare fuori le gambe. L'ALLARME - Studentessa di 24 anni della provincia di Teramo, Marta deva anche ringraziare Matteo, un ragazzo estratto dalle macerie dello stesso edificio alcune ore prima di lei. Appena uscito ha segnalato ai soccorritori che lei era incastrata là sotto e ha indicato il punto dove più o meno si trovava. Mentre l'applauso salutava Marta che emergeva dalla macerie, accanto ai soccorritori un padre e una madre con lo sguardo perso e una coperta sulle spalle guardavano verso le macerie. «Nostra figlia è ancora là sotto - ripetevano ai soccorritori senza più voce tiratecela fuori, per favore, tiratecela fuori». (Matteo Guidelli, Ansa)
23
La redazione augura a voi, agli insegnanti, al personale della scuola, e alle vostre famiglie una splendida PASQUA
24
LUNARFOLLIE
Uno dei più grandi problemi che esistono al mondo è quello dell’acqua. Milioni di persone non hanno acqua sufficiente. Ci è venuta un’idea, perchè non contribuire alla realizzazione di un pozzo? Abbiamo scoperto che un pozzo costa 7000 €. Se noi raccogliamo la metà (cioè 3500 €), c’è chi mette l’altra metà. Si tratta di offrire 2 euro a testa e il pozzo Lunardi in tre mesi verrà realizzato in Etiopia. Chiediamo il contributo di tutti. L fat a ra di ta fi cco 70 n’o lta 0 e ra ur è o.