Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita"
(A. Einstein)
2
INTRODUZIONE
Fa parte della cultura più avvertita l’attenzione a chi, nuovo, si inserisce in una realtà. Questo non può che essere vero anche (anzi soprattutto) per la scuola e quindi per il nostro Istituto. Al nuovo arrivato è doveroso presentare persone, aspettative, programmi, ambienti... aiutandolo così a inserirsi velocemente e serenamente. Se guardiamo alla persona dell’adolescente e non solo all’alunno (come ci invita a fare la moderna pedagogia) ne scaturiscono alcune conseguenze:
3
1. La scuola non deve solo promuovere l’apprendimento, ma anche rimuovere gli ostacoli che compromettono il raggiungimento di tale fine. Tutti comprendiamo che questo significa tenere conto delle persone degli alunni, dei loro problemi, della loro realtà famigliare sociale, economica. 2. Si lavora non solo con i contenuti e la didattica, ma anche con le relazioni, i significati, le motivazioni da cui dipendono il successo o l’insuccesso scolastico, le gioie, le tristezze, la voglia di vivere. Ed è forse qui che va ricercata la capacità di prevenzione della scuola che poi consiste nella sua capacità educativa perchè il non senso, la mancanza di motivazioni, l’assenza di relazioni significative sono alla base di tutti i fenomeni di devianza. Ecco, Go..!, il nostro Progetto accoglienza. Questo sussidio (e sussidio significa aiuto), vuole essere anzitutto uno strumento di dialogo. Se riusciamo a dialogare, a instaurare rapporti umanamente significativi, riusciremo anche a star bene a scuola, a trovare significativo e gratificante il nostro lavoro e il nostro impegno. E allora Go..!, partiamo, buttiamoci, tiriamo fuori il meglio delle nostre potenzialità, “ridipingiamo” il nostro Istituto. La scuola deve essere vita, relazione tra persone vive e non noia e frustrazione. Insieme è possibile cambiare, basta volerlo!
Il Preside
4
CAPITOLO 1
DIRITTI E DOVERI DEGLI STUDENTI
5
La comunità del Lunardi, in tutte le sue componenti, si presenta come soggetto educativo che ha il compito di promuovere e orientare lo sviluppo armonico della personalità dello studente. Essa, da una parte, deve stimolare nello studente una più lucida coscienza di se stesso, inducendolo a coltivare la capacità di pensare e di esprimersi liberamente e criticamente; dall’altra, deve favorire in lui il riconoscimento progressivo dei suoi diritti e delle sue responsabilità civiche, per un impegno nella società. Questa consapevolezza non può essere presupposta come condizione già esistente nell’alunno all’inizio del percorso educativo, ma deve essere considerata piuttosto come una meta da raggiungere attraverso tale percorso. Proponendo in questo documento una riflessione sui diritti e i doveri degli studenti, abbiamo mantenuto questa suddivisione metodologica: presentiamo prima quelli inerenti agli obiettivi educativi e poi quelli inerenti agli obiettivi didattici.
1.
DIRITTI INERENTI AL PROCESSO EDUCATIVO E DI SOCIALIZZAZIONE
1.1 Lo studente ha diritto al riconoscimento e al rispetto della sua dignità personale e del suo particolare ritmo di crescita. Un adeguato progetto educativo deve considerare le caratteristiche psicologiche e sociali dell’adolescente, i suoi livelli di partenza e le sue reali possibilità di crescita. Questo diritto deve essere riconosciuto e difeso soprattutto per i soggetti svantaggiati, con personalità più fragile per cause sia sociali che psicologiche, e per i portatori di handicap. 1.2 Lo studente ha diritto ad una crescita civile e politica, nella quale la scuola ha un ruolo essenziale. L’azione educativa deve perciò svolgersi in un ambiente umano caratterizzato da
6
rapporti democratici e stimolanti, nel quale lo studente sia considerato soggetto attivo della propria formazione. 1.3 L’Istituto non deve solo riconoscere allo studente il diritto alla libertà di pensiero, di parola e di critica, ma deve anche stimolare l’esercizio effettivo di tali libertà. Lo studente non deve in nessun modo essere discriminato e tanto meno punito per i suoi orientamenti o per le sue scelte politiche e religiose. 1.4 Lo studente ha diritto di partecipazione e di decisione in seno agli organi collegiali, nei modi che gli sono riconosciuti dalla legge. Questa partecipazione si estende anche all’elaborazione e alla verifica della programmazione educativa. 1.5 In particolare, agli studenti è riconosciuto il diritto di riunirsi in assemblea di classe nei modi previsti dalla legge. In seno all’assemblea, ciascun alunno deve godere delle libertà di cui al punto 1.3. 1.6 Allo studente deve essere assicurato il diritto alla segretezza delle informazioni su di lui e sulla sua famiglia richieste, per ragioni educative, dagli insegnanti, o spontaneamente comunicate dalla famiglia stessa. 1.7 Nessuno studente può essere trattato con parole ingiuriose, ironiche e sarcastiche, o diventare oggetto di ingiustizie o di aggressioni psicologiche da parte di qualsiasi componente della comunità scolastica. 1.8 Lo studente ha il diritto di svolgere le proprie attività in un locale funzionale e sano (pulito, debitamente riscaldato, ventilato e illuminato.)
7
2. DOVERI INERENTI AL PROCESSO EDUCATI VO E DI SOCIALIZZAZIONE
2.1 Lo studente deve mantenere nei confronti dei docenti e di tutto il personale della comunità scolastica un atteggiamento rispettoso, che favorisca il dialogo educativo ed eviti quella conflittualità che ostacola i processi di apprendimento. 2.2 Deve contribuire a creare un clima democratico e di serena convivenza, che si esprime nel rispetto e nella tolleranza verso i compagni, favorendo così una reciproca collaborazione in vista dei traguardi educativi. Deve quindi evitare di emarginare qualsiasi compagno, di assumere atteggiamenti aggressivi o parassitari, di usare un linguaggio offensivo della dignità altrui ed espressioni di sarcasmo che feriscano i sentimenti di altre persone. In particolare, deve impegnarsi ad essere solidale verso i compagni più deboli e svantaggiati, con
8
personalità fragili, con ritmi di apprendimento lenti, provenienti da altre culture, e con i portatori di handicap. 2.3 L’assemblea degli studenti, quale momento di crescita individuale e collettiva, deve essere considerata un’occasione privilegiata per assolvere i compiti di cui al punto precedente. 2.4 Lo studente deve adoperarsi per formare un ambiente che consenta nel miglior modo possibile i processi di apprendimento che si attivano durante le lezioni e, in genere, durante le attività didattiche, evitando di interferire negativamente con comportamenti inadeguati che disturbino sia gli insegnanti che i compagni. 2.5 Lo studente avrà particolare cura di mantenere puliti tutti gli ambienti che usa e di rispettare le attrezzature e il materiale didattico fornito dalla scuola.
3. DIRITTI E DOVERI INERENTI AGLI OBIETTIVI DIDATTICI 3.1 Nella scuola superiore di indirizzo tecnico-commerciale, lo studente intende proseguire quel processo di apprendimento che lo porta ad uno sviluppo sia delle proprie conoscenze sia delle proprie capacità, e all’acquisizione di quelle abilità specifiche che gli consentano di condurre a termine gli studi superiori, di inserirsi nel mondo del lavoro o, più propriamente, in quel complesso processo di formazione permanente caratterizzato dall’alternanza dell’attività produttiva e di quella di perfezionamento e di specializzazione.
9
CAPITOLO 2
VITA DI CLASSE STUDENTI E ORGANI COLLEGIALI
10
1. IL CONCETTO DI DEMOCRAZIA La Costituzione della Repubblica italiana afferma nei primi dodici articoli, che ne costituiscono i “Principi fondamentali”, il carattere democratico del nostro Stato. La parola “democrazia” significa, come chiariscono i dizionari, “forma di governo in cui la sovranità risiede nel popolo, che la esercita per mezzo delle persone e degli organi che elegge a rappresentarlo”. Un Paese è democratico, dunque, se consente ai propri cittadini di partecipare alle decisioni che orientano la vita della collettività nazionale. Tale diritto di partecipazione impone tuttavia dei doveri: fra essi, quello di fornire il proprio contributo per il buon andamento della vita collettiva
11
2. LA DEMOCRAZIA NELLA SCUOLA L’organizzazione della scuola è stata trasformata in senso democratico dai Decreti delegati (ossia emessi dal Governo mediante delega del Parlamento) del 1974. I Decreti delegati hanno modificato la struttura centralizzata della scuola , introducendo nel governo della scuola organismi composti da più persone (“Organi collegiali”) . E’ probabile che la mancata realizzazione dello spirito democratico dei Decreti delegati sia dipesa proprio dalla errata convinzione, condivisa da tutte le componenti della popolazione scolastica, che bastasse una legge per fare della scuola una comunità realmente cooperante al suo interno; è altrettanto probabile che il diritto-dovere di partecipare, nella scuola, debba essere considerato piuttosto un obiettivo da conquistare gradualmente con il concorso di tutti.
3. LA CLASSE COME GRUPPO DEMOCRATICO Vi sono oggi le condizioni perché anche la classe possa funzionare come una piccola comunità democratica. Essa infatti: - è costituita da una pluralità di persone la cui libertà e i cui rapporti (sia quelli fra studenti, sia quelli fra studenti e insegnanti) sono regolati dall’esistenza di diritti e di doveri reciproci - è un gruppo organizzato che, nella scuola media superiore, ha diritto a partecipare alla gestione della vita scolastica, sia della classe stessa, sia dell’Istituto in cui essa è inserita. - il carattere organizzato e democratico del gruppo-classe consente inoltre che, accanto al ruolo dei Rappresentanti degli studenti, siano previste altre mansioni non descritte dai Decreti ma non perciò meno utili .
12
4. L’ASSEMBLEA STUDENTESCA E IL RAPPRESENTANTE DI CLASSE L’assemblea studentesca di classe, un organo autogestito dagli studenti, offre condizioni favorevoli per la crescita e lo sviluppo sia personale che collettivo. Deve essere considerata dagli studenti e dai docenti, che ne sono diretti interlocutori, come un’occasione educativa della classe, che analizza e valuta la propria crescita come gruppo. Gli argomenti dell’assemblea di classe si possono riferire all’organizzazione della classe medesima, alla soluzione dei problemi che sorgono nella vita di gruppo. Inoltre si possono affrontare problemi più generali della scuola e della società. L’assemblea di classe può aver luogo: - una volta al mese, se si svolge durante il tempo delle lezioni, nei limiti di due ore, - una seconda volta al mese, quando si svolga al di fuori dell’orario di lezione, subordinatamente alla disponibilità dei locali. - l’assemblea di classe non può essere tenuta sempre nello stesso giorno della settimana, né può aver luogo nel mese conclusivo delle lezioni. La richiesta di convocazione deve essere inoltrata alla Presidenza dai rappresentanti della classe, utilizzando il modello previsto; tutto ciò deve essere fatto almeno 3 giorni prima dello svolgimento dell’assemblea stessa. Alcune regole per la discussione •
Tutti gli studenti possono e devono partecipare. La partecipazione nella discussione deve essere generale e non riservata ad un gruppetto; ci sono alunni che in varie occasioni cercano di esprimere una loro opinione. Sarà compito del R. e di tutti i compagni favorire l’intervento di tutti .
13
•
•
•
• •
Pianificare l’intervento. Quando l’argomento trattato riveste una certa importanza o complessità, sarà opportuno che venga preparato annotando su un foglio le idee centrali. Questo consente di essere più chiari, sintetici e anche di evitare ripetizioni. Seguire una scaletta. Sempre, nel caso di un argomento complesso o delicato (per esempio una contestazione seria verso un insegnante) è utile intervenire seguendo la scaletta stesa precedentemente: questo permette di essere completi e di usare i termini più adeguati che evitino reazioni violente in chi ascolta. Ascoltare con attenzione. E’ forse quello che meno si fa durante un’assemblea di classe: tanti parlano, molti interventi si accavallano, ma nessuno ascolta. Bisognerà puntare subito, fin dalle prime assemblee, a curare questa “cultura dell’ascolto dell’altro”. Su questo aspetto dovrà giocarsi il R. che conduce la discussione. Non sovrapporre le voci e rispettare i turni. Normalmente si richiede di intervenire alzando la mano e si aspetta l’accenno del R. La decisione per consenso. La decisione deve essere presa solo dopo che si siano discussi tutti gli aspetti del problema e tutti siano concordi nel ritenere la decisione proposta come la migliore possibile. Anche quelli che non sono completamente d’accordo, l’appoggiano, almeno provvisoriamente, perché si è tenuto conto della loro opinione e si sono esaminate anche le ragioni contrarie.
Schematicamente possiamo indicare le seguenti tappe fondamentali per arrivare a una decisione di unanimità: 1. comprendere ed esaminare le soluzioni proposte, (esaminare bene le proposte, nessuna proposta affrettata),
14
2. attenersi a una soluzione (riassumere la discussione, verificare l’unanimità, stabilire esattamente il modo di procedere), 3. assumere piani e responsabilità per la realizzazione. Il Rappresentante di classe •
•
ha per definizione il compito di rappresentare la classe (portatrice di proprie esigenze, di richieste, di proposte) di fronte agli insegnanti, alla Presidenza e, in particolare, in seno al Consiglio di classe. Per svolgere adeguatamente tale funzione, il rappresentante (o meglio i rappresentanti, prevedendone il testo di legge due per ogni classe) si incaricherà di indire e di organizzare le assemblee di classe nei tempi e nei modi previsti sia dal testo dei Decreti,
15
•
dovrà preoccuparsi di: o
o o
o
o
redigere l’ordine del giorno dell’assemblea, i cui argomenti esprimano i problemi sui quali la classe avverte la necessità di un dibattito, condurre l’assemblea di classe nei modi indicati (vedi apposito capitolo) verificare che sia stato redatto un verbale dell’assemblea, sufficientemente dettagliato, del quale potrà poi prendere visione l’insegnante delegato dal Preside (coordinatore di classe); farsi portavoce delle istanze della classe all’interno del consiglio di classe; riferire ai compagni quanto dibattuto e, eventualmente, deliberato nell’ambito del consiglio stesso.
Il segretario dell’assemblea di classe ha il compito di aggiornare i verbali dell’assemblea studentesca (sarà compito dell’insegnante di italiano fornirgli le istruzioni e, eventualmente, modelli di scrittura che gli consentano di espletare correttamente questo incarico) Tali verbali, sottoscritti dal segretario stesso e dai rappresentanti di classe, potranno, come detto, essere consegnati all’insegnante coordinatore di classe che, dopo averne presa visione, li restituirà al segretario, al quale resteranno normalmente consegnati durante l’anno scolastico. All’inizio di ogni assemblea studentesca leggerà alla classe il verbale dell’assemblea precedente. E’ pure suo compito tenere il calendario degli appuntamenti con i vari docenti per l’ora d’ascolto
16
5. L’ASSEMBLEA D’ ISTITUTO • • •
•
•
•
L’assemblea di Istituto è la riunione di tutti gli studenti. Quando il numero degli alunni è eccessivo rispetto alla capienza dei locali essa può articolarsi in assemblea di classi parallele o di corso. L’ordine del giorno e la data dell’assemblea devono essere preventivamente presentati al Preside per la necessaria autorizzazione con un minimo di cinque giorni di anticipo sulla data stabilita. L’assemblea di Istituto può tenersi una volta al mese per un tempo massimo corrispondente alle ore di lezione di una giornata. E’ inoltre consentita un’altra assemblea mensile di Istituto, fuori orario delle lezioni, limitatamente alla disponibilità dei locali dell’Istituto stesso. Non è possibile frazionare mensilmente il numero delle assemblee d’Istituto fino al raggiungimento delle ore complessive di una giornata di lezione, né utilizzare nei mesi successivi le ore non utilizzate nei mesi precedenti. Su richiesta dei rappresentanti del Comitato studentesco, possono partecipare all’assemblea di Istituto esperti di problemi sociali, culturali e scientifici, per approfondire tematiche inerenti la formazione culturale e civile degli studenti. I nominativi di detti esperti devono essere indicati unitamente agli argomenti da inserire nell’ordine del giorno da sottoporre preventivamente al parere della presidenza. La partecipazione di esperti all’assemblea di Istituto deve limitarsi a un numero non superiore alle quattro volte per anno scolastico.
17
6. IL COMITATO STUDENTESCO D’ ISTITUTO Il Comitato studentesco di Istituto , composto dai rappresentanti degli studenti nei consigli di classe, può, previa autorizzazione del preside e compatibilmente alla disponibilità dei locali, riunirsi per dibattere problemi riguardanti l'Istituto. La disponibilità oraria relativa allo svolgimento delle assemblee di classe e di Istituto può essere utilizzata dagli studenti per le attività sopra citate. L’organizzazione di tali gruppi di lavoro spetta agli studenti. La Presidenza si impegna in ogni caso ad agevolare le scelte degli studenti fornendo, nei limiti del possibile, la disponibilità dei locali e il materiale necessario.
7. LA PARTECIPAZIONE AGLI ORGANI COLLEGIALI E LE VOTAZIONI Gli studenti dell’Istituto partecipano all’elezione: - di due rappresentanti nei Consigli di classe - di quattro rappresentanti nel Consiglio di Istituto. All’elezione dei rappresentanti nei consigli di classe partecipano solo gli alunni iscritti alle classi interessate; all’elezione dei rappresentanti del consiglio di Istituto tutti gli alunni iscritti all’Istituto. Sia per i rappresentanti dei consigli di classe sia per quelli di Istituto, lo studente esprime due preferenze. Per l'elezione del Consiglio di Istituto devono essere presentate delle liste dei candidati • Ciascuna lista deve essere presentata da almeno 20 studenti. • Ciascuna lista deve essere contraddistinta da un numero romano progressivo, e dal motto riflettente l’ordine di presentazione alla competente commissione
18
•
elettorale d’Istituto. Essa può comprendere un numero di candidati non superiore al numero di rappresentanti da eleggere. Le liste devono essere presentate personalmente da uno dei firmatari alla segreteria della commissione elettorale dalle ore 9 del 20° giorno e non oltre le ore 12 del 15° giorno antecedente a quello fissato per le votazioni.
8. ALTRI RUOLI NELLA CLASSE L’INCARICATO DELLA BIBLIOTECA Farà da tramite, quando possibile, tra la classe e i responsabili della biblioteca; in particolare: - si farà portavoce presso i compagni di eventuali comunicazioni della bibliotecaria e viceversa, soprattutto in relazione al prestito dei libri. • si incaricherà alla fine dell’anno scolastico di riconsegnare alla bibliotecaria i volumi presi a prestito • Informerà la classe delle iniziative culturali della biblioteca
L’INCARICATO DELLE FOTOCOPIE Si occuperà, in tempi che preferibilmente non coincidano con le ore di lezione (tranne nel caso in cui l’insegnante non disponga diversamente), di far realizzare dagli addetti competenti, fotocopie del materiale didattico necessario; a tal fine, chiederà al cassiere il denaro per acquistare la risma di carta e manterrà un resoconto da presentare al cassiere e alla classe.
L’INCARICATO DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE Farà da tramite tra gli insegnanti di educazione fisica e la classe, soprattutto in occasione delle gare sportive. In parti-
19
colare, in tali circostanze, si preoccuperà di conciliare le esigenze e le disponibilità dei compagni impegnati nelle competizioni, per evitare che queste si sovrappongano ai loro impegni scolastici.
L’INCARICATO DELLE ATTIVITÀ PARASCOLASTICHE Dovrà coadiuvare l’insegnante delegato del preside nell’organizzazione delle attività extrascolastiche come: le visite guidate, gli spettacoli, il viaggio d’istruzione. Potrà inoltre coordinare le attività legate al Progetto Giovani, al Progetto Educazione alla Salute, al Progetto ambiente.
20
L’INCARICATO PER IL GIORNALE D’ISTITUTO Nel nostro Istituto si pubblica LUNARFOLLIE che vuole essere la voce degli studenti e uno strumento di dialogo tra tutti. L’incaricato dovrà raccogliere dalla classe i materiali e i contributi che i compagni vogliono offrire e le notizie più importanti e comunicarle tempestivamente alla Redazione.
IL RESPONSABILE DEI GRUPPI DI STUDIO Sarebbe auspicabile che la classe affidasse a un responsabile l’incarico di organizzare gruppi di studio disposti a sostenere i compagni bisognosi di aiuto scolastico.
L’INCARICATO DEL’ISOLA ECOLOGICA Per educarci a un uso corretto dell’ambiente nella nostra scuola esiste l’isola ecologica in cui viene operata una raccolta differenziata dei rifiuti (carta, plastica, lattine). L’ incaricato dalla classe porterà nell’apposito sito i materiali raccolti in modo che possano essere riciclati opportunamente.
21
CAPITOLO 3
IMPARARE A STUDIARE
22
Per riuscire nello studio occorre essere pronti a fare esperienza di quello che si incontra nelle diverse circostanze della vita. Il vero studente, infatti, è uno che sa imparare da tutto e da tutti, cioè sa vivere. Si appassiona allo sport, agli amici, alla musica. Sa divertirsi, partecipare ad una gita, gustare un film, stare in compagnia, ecc. Ne consegue una regola preziosa per chi vuole effettivamente studiare e riuscire negli studi: vivere fino in fondo la propria condizione umana, coltivando i propri interessi, cercando di imparare sempre e dovunque. Imparare a studiare significa apprendere un metodo che aiuti ad approfondire le ragioni e i dinamismi dello studio creativo o critico. Le pagine che seguiranno intendono accompagnarti su questa strada. Ti saranno utili a condizione che accetti di verificare lealmente l’ipotesi che imparare e studiare, prima ancora che un dovere, sono un bisogno ed un piacere.
23
Lo studio è un cammino avventuroso, necessario, lungo come la vita e la storia di un individuo. Un cammino presuppone un punto di partenza, una strada, dei mezzi e una meta finale. Chiamiamo metodo la strada e tutto ciò che usiamo e facciamo per raggiungere la meta. Metodo, infatti, etimologicamente significa: lungo o attraverso il cammino. Il metodo di studio è l’insieme dei passi compiuti per studiare nel modo personale più sicuro, spedito, adeguato, ed efficace possibile. Non si impara se non c’è impegno. L’apprendimento, infatti, è un’iniziativa personale che dipende dalle motivazioni, dalla disponibilità, dalla maturazione delle capacità e dallo stile di vita della persona. Il metodo è una strada che bisogna imparare a percorrere. Come si impara a camminare camminando, così s’impara a studiare studiando. Il metodo di studio è un premio a chi... studia. Non dire, dunque, "Non studio perché non so studiare" oppure "Comincerò a studiare quando avrò appreso un metodo". Comincia a studiare così come ti viene richiesto dai tuoi docenti, acquisterai a poco a poco il tuo metodo di studio. Il metodo deve essere funzionale, cioè adeguato alla materia. Studiare matematica, per esempio, comporta dei procedimenti diversi dallo studiare inglese, perché quest’ultima disciplina ha una struttura e dei principi diversi rispetto alla prima Il metodo deve essere, inoltre, rispettoso dell’oggetto di studio. Non si può, per esempio, ridurre gli argomenti di storia ad una poltiglia di nozioni, che non ha nulla a che fare con la storia, che è conoscenza critica del passato. Studiare non significa "secchiare": circondarsi solo di
24
libri, non vedere o non pensare altro all’infuori dello studio e delle interrogazioni, rimanere ore ed ore attaccati alla scrivania. Lo studio è una forma consapevole di apprendimento finalizzata alla scoperta e alla manipolazione intelligente della realtà attraverso le discipline scolastiche (storia, matematica, chimica, ecc.), in vista della propria umana realizzazione Il metodo di studio deve perciò aprire a tutta la realtà: al gioco, allo sport, alla natura, agli amici, alla musica. È vero studente chi sa vivere, cioè chi sa imparare da tutto e da tutti: sa fare delle valide ed interessanti esperienze dentro e fuori la scuola. Per questo se vuoi imparare a studiare, non devi sciupare nessuna esperienza, ovvero devi vivere con consapevolezza, stupore ed intelligenza la tua giornata, interrogando e lasciandoti interrogare dalle cose, esercitando il più possibile l’attenzione in ogni attività, riflettendo sul tuo io in azione.
25
1. A SCUOLA : LA LEZIONE E L’INTERROGAZIONE Gran parte della tua giornata di studente è scandita dalle ore di lezione a scuola. Qui si promuovono e si organizzano quelle attività che ti consentono di raggiungere le mete educative e gli obiettivi didattici previsti dai programmi e dai piani di lavoro dei rispettivi insegnanti. Le ore di lezione nei primi anni costituiscono il momento essenziale per l’apprendimento. Lo studio personale è lo spazio per rafforzare le abilità acquisite in classe. In seguito il rapporto lezione - studio personale si modifica a vantaggio di quest’ultimo, fino a raggiungere un’inversione completa per quanto riguarda l’università.
PRIMA DELLA LEZIONE La prima condizione per trarre profitto dalla lezione consiste nel chiarire a se stessi le finalità e i propositi dell’attività che si sta per svolgere. Spesso è lo stesso insegnante che, introducendo un argomento, chiarisce gli obiettivi.. Ci si deve chiedere: “Che cosa pretende l’insegnante con questa lezione?” • far imparare a memoria una serie di nozioni da rievocare fedelmente nell’interrogazione? • insegnare ad analizzare un certo fenomeno o processo matematico, storico, economico, sociale? • insegnare a recitare delle regole grammaticali, matematiche, tecniche, ecc., oppure ad applicarle a situazioni nuove? • insegnare a confrontare diversi giudizi, oppure a ripetere degli schemi o algoritmi?
26
Se riesci a scoprire gli obiettivi della lezione avrai dinanzi a te con molta chiarezza le mete da raggiungere e saprai come convogliare le tue capacità verso quella direzione.
DURANTE LA LEZIONE Mentre l’insegnante espone un argomento, nel caso della lezione frontale o durante la discussione di gruppo, bisogna attivare due operazioni che si completano a vicenda: 1. prestare attenzione per dare avvio al processo di apprendimento 2. annotare i punti principali. Presentiamo i processi dell’attenzione e poi quelli dell’annotazione. Attenzione Prestare attenzione a qualcosa è più che udire, percepire dei suoni o semplicemente guardare chi parla; è ascoltare in forma attiva, mettendo in movimento diverse facoltà in modo da recepire il significato di ciò che entra attraverso i sensi nella nostra intelligenza. Suppone due operazioni: 1. selezionare stimoli che provengono dall’esterno 2. assegnare un valore al materiale che si percepisce. Lo studente quando ascolta con attenzione compie i seguenti processi: - isola concetti, argomenti, fatti e la loro organizzazione, - assegna un significato agli aspetti isolati, - esamina il nuovo materiale per vedere la configurazione generale dell’informazione vecchia e nuova, - interpreta ciò che ascolta, - coglie e completa le idee esposte dall’insegnante, - realizza un’introspezione, senza perdere il filo dell’esposizione.
27
I vantaggi del prendere appunti durante le lezioni
L’attenzione viene notevolmente rafforzata e migliorata dall’operazione di prendere appunti. Gli atteggiamenti nei riguardi di questa attività sono spesso opposti: - c’è chi pretende di scrivere tutto ciò che l’insegnante dice, ritenendolo in uguale misura essenziale. In questo modo non ci si avvale più della lezione come occasione di apprendimento e di comunicazione attiva tra docente e allievo; - c’è invece chi non prende affatto appunti, ritenendo che questa operazione distragga dal compito principale di capire l’esposizione dell’insegnante. Costui non potrà usufruire di vantaggi importanti. Prendere appunti durante la lezione: • aiuta a comprendere gli argomenti, soprattutto quando si segue criticamente l’esposizione e si annota in forma selettiva ciò che è essenziale
28
•
• •
con parole proprie, aumenta la durata della permanenza nella memoria di ciò che si ascolta, perché attraverso il processo attivo di sintetizzare e trascrivere viene coinvolto un numero maggiore di canali percettivi, mantiene attiva l’attenzione, permette di evidenziare i contenuti importanti in vista degli obiettivi della lezione stessa.
Chi dispone di appunti personali può: avviare più rapidamente lo studio personale dopo la lezione, preparare in forma più spedita e efficace le interrogazioni e i compiti in classe, fare collegamenti tra una lezione e un’altra attraverso una loro rapida lettura, consultare del materiale valido sia nella scuola che nella vita professionale. Gli appunti raccolti sul proprio quaderno possono considerarsi validi se presentano le seguenti caratteristiche: esattezza: riflettono fedelmente quanto detto dal docente, chiarezza: si possono leggere e capire senza difficoltà, organicità: consentono di distinguere facilmente ciò che è principale da ciò che è secondario, le premesse dalle conclusioni, concisione: non sono una copia testuale delle parole del docente, ma una sintesi delle idee principali da lui esposte, funzionalità: sono finalizzati a precisi propositi, quali lo studio per le interrogazioni, per i compiti in classe e, in definitiva, per ogni apprendimento successivo.
29
Il quaderno degli appunti Il quaderno degli appunti è un prezioso aiuto per l’apprendimento perché serve sia a raccogliere le annotazioni durante le lezioni sia a contenere altro materiale aggiuntivo elaborato dallo studente. Infatti gli appunti presi in classe devono essere integrati da commenti e critiche personali, da riassunti ricavati da altre fonti, da schemi elaborati durante la preparazione alle interrogazioni. Bisogna quindi risolvere alcuni problemi pratici: • sarà più opportuno usare un unico quadernone per tutte le materie o uno per ogni materia? • Sarà preferibile un quaderno o un raccoglitore? Ogni scelta ha vantaggi e svantaggi: la soluzione del quadernone unico appare la meno comoda; migliore è la scelta di un quaderno per ogni materia in cui si riserva una facciata per gli appunti della lezione e un’altra si lascia in bianco per aggiungere altri materiali. Molto più valido ci pare l’impiego di un raccoglitore di fogli, possibilmente di diverso colore, secondo le materie. In questo modo si può inserire nel punto conveniente tutto quel materiale che, con gli appunti presi in classe, costituirà un efficace aiuto per lo studio e l’apprendimento. E’ senz’altro negativa l’abitudine, purtroppo diffusa tra molti studenti, di far uso di foglietti sciolti, magari chiesti in prestito nel momento iniziale della lezione, oppure di utilizzare pagine del diario o di agendine. Ecco alcune regole e tecniche per prendere appunti durante la lezione: 1. All’inizio della lezione si deve sempre scrivere sul foglio la data e il nome della materia. 2. Sia che si utilizzi il quaderno, sia che si faccia uso di fogli perforati, è conveniente scrivere gli
30
appunti soltanto su una facciata, lasciando l’altra in bianco. Si deve poi lasciare uno spazio tra un punto e l’altro della lezione e un buon margine sulla sinistra o sulla destra del foglio, che serviranno per l’organizzazione della materia, come si indicherà dopo. Iniziare sempre il capitolo e l’argomento su un foglio nuovo. 3. E’ utile usare simboli speciali per indicare i giudizi personali su ciò che viene esposto. Per esempio: • sottolineare per distinguere ciò che è importante, • mettere una linea verticale al margine per evidenziare un paragrafo rilevante, che per la sua lunghezza non è conveniente sottolineare interamente, • mettere un punto interrogativo per indicare ciò che non si è compreso bene, • scrivere al margine una R per segnalare un riassunto o una sintesi, • inglobare in una ellisse i termini di cui si ignora il significato preciso, per poi chiarirlo nello studio personale, • mettere una X per indicare ciò su cui non si è d’accordo. • utilizzare abbreviazioni, sigle, troncamenti e altri segni convenzionali per i termini più frequenti. Bisognerà però mantenere sempre gli stessi accorgimenti per non correre il rischio di scordarsi di ciò che si voleva abbreviare. Per esempio il suffisso “mente” degli avverbi può essere sostituito con un apostrofo (es.: ve-
31
loce' = velocemente).I termini più ricorrenti potranno essere scritti con le iniziali ( es. in una lezione sul Manzoni basterà indicare M. (MANZONI). 4. E’ importante tener sempre presente che non si deve annotare in forma completa tutto ciò che dice l’insegnante, ma ascoltare criticamente, valutare il contenuto in modo da selezionare ciò che è fondamentale e che dovrà utilizzarsi nello studio successivo: si annota soltanto il materiale da assimilare 5. Ci saranno però dei momenti in cui è opportuno scrivere testualmente ciò che viene detto: per esempio quando si danno delle definizioni. 6. Se sfugge qualcosa della spiegazione si può lasciare lo spazio in bianco e poi consultare un compagno alla fine della lezione 7. Bisogna avere una speciale cura di annotare la parte finale della lezione, dato che solitamente viene presentata una sintesi di tutto l’argomento. Altre volte invece quando è venuto meno il tempo, l’insegnante cerca di condensare le principali idee che non è riuscito a sviluppare durante l’ora. 8. Infine non devi trascurare l’aspetto formale degli appunti: scrivere in forma leggibile, evitare espansioni inutili, utilizzare frasi corte anche se grammaticalmente incomplete. Spesso alla lezione segue o precede l’interrogazione
32
Le interrogazioni si svolgono secondo due tipologie principali (a volte mescolate): tramite sequenze di domanderisposte specifiche e tramite la lunga esposizione di un argomento. • Costruire una scaletta di esposizione Ci sono studenti abili nel rispondere a domande specifiche, ma che non sono in grado di costruire un discorso organizzato. Per poter parlare a lungo in modo fluido e organizzato è importante saper costruire una scaletta di esposizione e memorizzarla: non basta conoscere tutti gli argomenti, è necessario avere una strategia che consenta di ricordarli e di disporli in un ordine espositivo l’uno dopo l’altro. Questa scaletta di esposizione corrisponde alle sintesi fatte durante lo studio nella fase di memorizzazione.
• Capire la domanda In primo luogo occorre capire bene la domanda e non iniziare la risposta prima che l’insegnante abbia concluso la richiesta: bisogna infatti approfittare al massimo di tutte le indicazioni presenti nella domanda stessa. Se poi permangono dei dubbi è bene chiedere spiegazioni piutto-
33
sto che improvvisare una risposta, perché in genere l’insegnante la valuta male se è fuori tema. Di fronte a domande che si prestano a varie interpretazioni, è bene impostare la risposta mettendo in chiaro l’interpretazione data. Lo studente potrebbe anche presentare le possibili interpretazioni della domanda per mostrare la causa di una sua eventuale incertezza iniziale. • Iniziare la risposta inquadrando l’argomento E’ bene partire con delle definizioni, che possono anche essere state memorizzate: poi si ritorna, secondo la scaletta, ad analizzare le diverse parti della medesima definizione. Però nelle premesse non bisogna promettere quello che poi non si è in grado di mantenere. Non si deve nemmeno perdere troppo tempo in premesse e in disquisizioni che non siano focalizzate sul tema centrale. • Facilitare l’ascolto tramite la ripetizione Mentre nello scritto si devono presentare le idee in modo esaustivo e senza ripetizioni, una comunicazione orale deve contenere esplicite ridondanze che, facilitino la costruzione di un quadro delle idee e permettano di ricuperare le lacune formatesi nella sua comprensione a causa della normale intermittenza dell’attenzione durante l’ascolto. Una forma interessante di ridondanza consiste nell’annunciare all’inizio dell’interrogazione, dopo la presentazione dell’argomento, la scaletta dell’intervento e poi ritornarci man mano che si procede nella presentazione. Utilizzare le esemplificazioni partendo dalle idee centrali, oppure partire con degli esempi e poi formulare le idee centrali.
34
•
Ascoltare con molta attenzione la valutazione dell’insegnante: Non ci si deve accontentare del voto o di un giudizio sbrigativo. L’insegnante potrà fornire una serie di indicazioni che consentiranno sia una migliore preparazione sia una più adeguata esposizione Come superare l’ansia da interrogazione 1. Rilassarsi e respirare profondamente Spesso lo stress si manifesta anche a livello fisico: i muscoli si irrigidiscono e la respirazione si avviene a livello superficiale. Ci sono delle tecniche che possono essere apprese in breve tempo e che permettono di rilassare i muscoli contratti, in particolare modo delle spalle e della mascella, e riattivare una respirazione profonda. Una migliore respirazione porta a una migliore ossigenazione del cervello, che a sua volta permette di ragionare e ricordare meglio, eliminando il blocco dovuto all’emozione. 2. Acquisire sicurezza mantenere un’immagine positiva di sé Si può imparare a controllare l’ansia costruendo un’immagine positiva di se stessi. 3. Non provocare appositamente l’ansia Agitarsi e mostrarsi intenzionalmente ansiosi di fronte ai compagni o agli insegnanti è un meccanismo di difesa infantile e immaturo, a cui si ricorre per coprire la vergogna della propria mancanza di preparazione. E’ assolutamente inutile e spesso dannoso cercare di ripassare all’ultimo minuto, si perde facilmente il controllo di se stessi e si diventa più nervosi, provocando confusioni mentali. Una revisio4.
35
ne di corsa può far confondere i dettagli con le cose importanti e non porta nessun beneficio. Ripassare poi durante l’ora precedente all’interrogazione, durante un’altra lezione oltre al danno immediato di perdere la lezione in atto, provoca maggiori tensioni e conseguenti confusioni. Ricordiamo ancora che la preparazione per l’interrogazione è il punto culminante di un processo che è iniziato con la partecipazione attiva e interessata alle lezioni, prendendo appunti e facendo domande, con la lettura comprensiva del testo e degli appunti e, infine le revisioni e i ripassi periodici.
2. DOPO LA LEZIONE : LO STUDIO A CASA Dopo le lezioni, per poter migliorare l’efficienza del tuo studio devi preoccuparti del luogo dove svolgi la tua attività. Devi assicurarti alcune condizioni: un ambiente suffi-
36
cientemente luminoso, con una buona aerazione e temperatura adeguata e un posto abbastanza protetto e silenzioso per la impegnativa fatica dello studio. * L’illuminazione della camera deve essere riposante, * L’aria deve essere ricambiata per disporre sempre di ossigeno, * La temperatura deve essere moderata. E’ importante che per lo studio usi sempre il medesimo posto. Ciò permette un minimo di organizzazione, che ti aiuta a rendere ordinato il lavoro. L’ideale sarebbe avere la tua stanza dove senza particolari ricercatezze, fossero sistemati una scrivania (o anche un tavolo), uno scaffale (o anche un armadio) per i libri, una o più sedie. Studiare con l’I POD o la televisione accesa non è assolutamente un’ abitudine positiva! A. La revisione Dopo le lezioni a scuola, nel primo pomeriggio a casa, è importante procedere ad una revisione degli appunti in un momento prossimo alla lezione. Nonostante un forte impegno e l’impiego di adeguate tecniche, gli appunti presi durante la lezione possono presentarsi incompleti, poco organizzati, ripetitivi, con materiale superfluo, o lacunosi. Se vengono messi da parte in attesa dell’utilizzo per le verifiche, non sarà più possibile ricostruirli e renderli intelligibili. E’ necessario attuare una “revisione” allo scopo di • comprendere e chiarire al più presto i concetti e le idee annotate in forma non totalmente adeguata, • organizzare secondo una sequenza logica gli argomenti utilizzando numeri o lettere dell’alfabeto, • sottolineare gli aspetti importanti, • definire i termini che si ignorano, utilizzando il vocabolario,
37
• • • •
formulare delle domande da inserire a fianco degli argomenti aggiungere esempi o altri elementi frutto della lettura del testo o provenienti dalla propria riflessione, pianificare la lettura o altre attività per completare o integrare la lezione. confrontare gli appunti con il libro di testo.
Dopo la revisione sarà vantaggioso rileggere gli appunti e ripeterli. B. Studio dei libri di testo e degli appunti Quando studi un libro, evita di sottolineare intere frasi e ricordati di leggere sempre l'intero paragrafo prima di iniziare a sottolinearlo. Segna poche parole (che indicherai sul testo in modo chiaro, sottolineandole o evidenziandole ), le quali riassumono i concetti piu' importanti, oppure redigi un tuo riassunto dei concetti piu' significativi. La ragione della selezione di poche parole e concetti e' semplice: per individuarle sei obbligato a comprendere esattamente il testo. Inoltre, e' consigliabile riportare sul bordo del foglio le parole piu' importanti della pagina: quando ripasserai, dovrai ripetere aiutandoti solo con l'ausilio delle parole che hai segnato lateralmente al testo. Abituati a ripassare ad alta voce, poichè in questo modo la tua attenzione sarà maggiore e sarai agevolato nell' apprendimento. Ricordati di ripassare spesso sia i libri che gli appunti: solo attraverso un ripasso frequente ti sarà più facile ricordare le discipline che studi . C. Preparazione per le verifiche E' molto importante abituarsi ad essere organizzati nelle proprie attività scolastiche. Per questo motivo evita di rimandare le verifiche e cerca invece di esse-
38
re preparato per le date che sono stabilite dai docenti. Evita inoltre di studiare all'ultimo momento, poiché questi dati si fisseranno piu' superficialmente nella tua memoria. Pertanto, organizzati per le verifiche leggendo, nei giorni precedenti , sia i libri che gli appunti . D. Pianificazione dello studio Per poter costruire un tuo orario devi seguire alcuni criteri. Procedi con molto realismo evitando orari ideali che già in partenza sei convinto di non poter seguire perché è eccessivo il tempo che vi è destinato allo stu dio. Ecco alcune norme generali: 1. Comincia a stabilire le ore da destinare al sonno. Non è possibile fissare regole generali perché esistono differenze individuali dovute all’età, all’attività fisica o mentale svolta durante la giornata. Si ritiene normalmente che otto ore di seguito o suddivise, con un periodo più breve dopo il pranzo, sia la durata ideale. 2. Lascia un tempo conveniente per i pasti, riservandoti un breve periodo di riposo dopo di essi. Ricordati che il pasto è uno dei tempi privilegiati per il dialogo familiare. Non è mai conveniente studiare durante o immediatamente dopo i pasti. 3. Nella programmazione settimanale devi inserire le attività organizzate o libere non attinenti la scuola. Ad esse puoi dedicare il pomeriggio del sabato, la domenica o almeno una o due ore al giorno. Non dimenticarti che hai bisogno di svago e magari di “ozio”, quell’ozio che non è padre di tutti i vizi, ma un momento di pausa “per stare con te stesso” .
39
4. Adesso preoccupati di collocare le ore di studio nel momento più conveniente della giornata, quando ti trovi nelle migliori condizioni psicologiche e fisiche. Ognuno di noi ha ore in cui rende di più e ore in cui rende di meno. 5. Suddividi il tempo dedicato allo studio in due periodi: * il primo lo dedichi a rivedere e completare gli appunti presi in classe e a iniziare lo studio delle materie che hai avuto lo stesso giorno, * il secondo periodo a eseguire i compiti e a studiare le lezioni che avrai il giorno dopo. Mezz’ora di ripasso della materia affrontata la stessa mattinata vale di più per fissare e apprendere i contenuti che varie ore alcuni giorni dopo. Infatti l’apprendimento risulta più facile quando si hanno ancora chiari i propositi e gli obiettivi della lezione..
40
6. Raccomandazione! Si raccomanda di non studiare più di un’ora o meno di venti minuti lo stesso argomento. Meno di 20 minuti è un tempo insufficiente per comprendere una sequenza di nessi logici, un’intera ora di studio comporta uno sforzo per mantenere attivata la capacità di attenzione che difficilmente può possedere un adolescente. La mente si trova costretta ad uno stress superiore alle sue possibilità, per questo cominci a innervosirti e la concentrazione svanisce. Anche se rimani immobile con “la testa sui libri” non si verifica apprendimento, è uno sforzo inutile. 7.
Modalità. E’opportuno non studiare due materie affini una di se guito all’altra. E’ preferibile passare da una attività al l’altra che richieda differenti abilità (es. francese scienze e non francese - inglese.)
8. Rispettare l’orario di studio senza però trasformare il suo compimento in una ossessione. Potrai sempre modificarlo o rivederlo secondo le circostanze, rispettandolo nelle sua struttura di base. 9.
10.
Bilancio Alla fine della settimana dovrai fare un bilancio della tua attività di studio passando in rassegna materia per materia: così avrai a tua disposizione le informazioni necessarie per modificare, qualora fosse necessario, la tua pianificazione settimanale. Amico diario. Per poter costruire il tuo programma di studio dovrai aver compilato con ordine e cura il diario scolastico. Sforzati di usare il diario di classe solo per usi scolastici, per registrare le informazioni utili alla programmazione dello stu-
41
dio individuale. Sul diario puoi scrivere ogni giorno, sotto gli impegni di interrogazioni e dei compiti, la tua programmazione giornaliera di studio. Nessuno ti vieta di mantenere due diari, uno ad uso scolastico e l’altro come diario di vita.
Un esempio di programmazione giornaliera 14.15 - 14.45
Pranzo
14.45 - 16.00
Tempo libero (Tv., musica, amici, ecc.)
16.00 - 16.40
Tempo di studio dedicato alle materie del mattino, 20 minuti per rivedere francese e altri 20 per rivedere gli esercizi di mate matica.
16.40 - 17.00
Tempo libero
17.00 - 18.00
Studia inglese
18.00 - 18.20
Riposo (merenda)
18.20 - 18.50
Studia scienze
18.50 - 19.10
Tempo libero (telefona ad amici)
19.10 - 19.50
Studia storia
19.50 - 20.30
Cena e conversazione familiare
20.30 - 22.00
TV.
22.00 - 22.30
Ripassa inglese
22.30
Spegni il PC e...dormi
42
RIASSUMENDO
Lo studente intelligente • distribuisce le attività di studio in modo logico ed equilibrato: alterna, ad esempio, materie letterarie ad argomenti scientifici; non lascia per ultima la disciplina più difficile o quella che piace di meno. • Fissa delle ore di studio tutti i giorni. Anche quando non ci sono in vista interrogazioni o compiti da svolgere, egli mantiene due-tre ore di studio nel proprio quadro orario per riprendere, approfondire o anticipare delle lezioni o semplicemente per leggere. • Evita la frammentarietà, cioè di passare da un argomento all’altro come si passa da un canale televisivo all’altro.
43
CAPITOLO 4
TECNICHE PER LA LETTURA E LA MEMORIZZAZIONE
44
La lettura è solo apparentemente un’attività semplice, perché in realtà non esiste una sola lettura, ma vi sono tanti modi di leggere dipendenti dagli scopi diversi che perseguiamo quando ci accostiamo a un testo: - renderci conto del suo contenuto, - cercarvi delle informazioni specifiche, - leggerlo a fondo e integralmente, - leggerlo per comprendere i concetti essenziali, - leggerlo motivati dall’interesse,
-
dai tipi di testo ai quali ci accostiamo: legati alla comunicazione sociale, come giornali, riviste, letterari: narrativi, poetici, scientifici, scolastici, enciclopedici.
Lo scopo di questo capitolo non è di avviare a ogni tipo di lettura, ma piuttosto di proporre alcune tecniche per leggere e studiare a livelli differenti di comprensione testuale. Tali tecniche possono essere usate in successione sullo stesso testo, per impadronirsi sempre meglio del suo contenuto, oppure possono essere impiegate separatamente, su testi diversi e per scopi differenti. Parleremo quindi di: 1. lettura lineare, 2. lettura panoramica, 3. lettura selettivo-esplorativa, 4. lettura per capire a fondo e per studiare,
45
1.
LETTURA LINEARE
Molti studenti usano la lettura lineare quando intendono studiare: leggono il testo parola per parola senza fermarsi, come quando si legge un romanzo. Arrivati alla fine del capitolo si torna a rileggere due o tre volte, ma sempre con lo stesso ritmo e alla fine si ritiene di sapere quello che si è letto. La lettura lineare funziona per i romanzi ma non serve per la comprensione e lo studio di un testo scolastico.
2.
LETTURA PANORAMICA
Essa serve ad avere un primo contatto con un testo, e dargli un’occhiata d’insieme. Questa lettura si potrebbe anche definire lettura rapida, o scorsa del testo. C’è chi, legittimamente, preferisce considerare questa prima ricognizione del testo una forma di “prelettura”. Questa operazione preliminare di scorrimento del testo (in inglese survey, “esaminare, contemplare, compiere uno studio generale”) serve come fase preparatoria per successive letture che saranno più efficaci e mirate.
2.1 Lettura panoramica di un intero libro La lettura panoramica di un intero libro è utile quando stiamo cercando testi che ci aiutino a svolgere una ricerca o ad approfondire un determinato argomento che nel manuale scolastico viene presentato in forma incompleta o poco chiara. Conviene iniziare l’esplorazione di un testo dando uno sguardo agli elementi che consentano di formarcene un’idea globale. Se il testo da leggere è un intero libro, tali elementi possono essere costituiti da:
46
la copertina, o frontespizio: può darci alcune informazioni utili, quali l’argomento generale dell’opera, ricavabile dal titolo e dall’eventuale sottotitolo (dai quali ci vengono le prime indicazioni quando stiamo cercando testi che ci aiutino in una ricerca) e i dati bibliografici (in particolare, l’autore, l’editore, il luogo e la data di pubblicazione: se quest’ultima rivela che siamo di fronte a un libro per esempio, di quaranta o cinquanta anni fa, è preferibile scegliere una pubblicazione più recente). • l’introduzione (ma può essere variamente definita prefazione, premessa, avvertenza, nota introduttiva ecc.), scritta allo scopo di presentare il contenuto del testo; •
l’indice, o sommario, i cui titoli e sottotitoli, esattamente come quelli di una scaletta, segnalano al lettore non solo quali siano gli argomenti contenuti nel libro, ma anche come l’autore li abbia organizzati in parti, capitoli, paragrafi, e, eventualmente, in sotto paragrafi;
•
altri indici quelli dei soggetti (o analitici), degli autori e delle illustrazioni presenti nell’opera (quando vi siano); la lettura di tali indici, per la verità, viene fatta normalmente quando si è già alla ricerca di informazioni particolari,
•
altri “indicatori” quali le illustrazioni e le relative didascalie, i grafici, i riquadri all’inizio dei capitoli e i sommari alla fine di essi: quando siano presenti nel libro, ne facilitano una prima conoscenza complessiva.
47
3.
LETTURA ESPLORATIVO-SELETTIVA
La lettura esplorativa o selettiva risponde all’esigenza di estrarre da un testo più o meno lungo determinate parole o, più in generale, determinate informazioni. Questo tipo di lettura chiamata con termine inglese scanning (“analisi, esplorazione”) è una ricerca “mirata”, condotta per rintracciare alcune informazioni particolari del testo, e non richiede che quest’ultimo sia letto integralmente, Dobbiamo abituarci a porre delle domande a ciò che leggiamo . La lettura selettiva fornisce una risposta alle nostre attese; le domande inoltre, sono di grande stimolo per l’apprendimento, perché fanno sentire allo studente di avere uno scopo per leggere e lo mantengono attento. Lo schema più “universale”, particolarmente adatto a interrogare gli articoli di cronaca, ma di fatto applicato abbondantemente nella scuola per l’analisi di qualsiasi testo informativo, è quello chiamato “6 W”, in riferimento alla traduzione inglese delle sei domande: CHI? (WHO); CHE COSA? (WHAT), DOVE? (WHERE), QUANDO? (WHEN), PERCHE’? (WHY) e COME? (HOW).
4.
LETTURA PER LO STUDIO
Le operazioni fin qui proposte potrebbero essere sufficienti se il nostro scopo di lettori si esaurisse nella ricerca di alcune informazioni: una volta che le avessimo trovate, potremmo disinteressarci degli altri contenuti testuali e non dovremmo preoccuparci di penetrare a fondo nelle pagine lette, per impadronirci completamente del discorso svoltovi dall’autore. Spesso, però, dobbiamo o desideriamo compiere questa “immersione” nel testo: ciò avviene, per es., quando stiamo studiando. Ci occuperemo qui solo della lettura di studio e del metodo SQ3R.
48
Il metodo SQ3R. S=Survey= scorrere con lo sguardo; è importante avere un quadro d’insieme del contenuto da studiare (una sorta di mappa prima del viaggio) e preparare la mente per saper qualcosa di più dell'argomento, per accendere la curiosità e l'interesse, per acuire l'atteggiamento ad apprendere. Q=question= porsi domande rilevando questioni emergenti; in base a tutto quello che si è riusciti a scoprire del contenuto da apprendere, si possono formulare mentalmente alcune domande, guidate da "come, quando, perché, dove, che cosa, con chi, personaggi, ambiente, pensiero dell'autore". Poiché le domande ti serviranno da guida e stimolo nella lettura cerca di riordinarle e focalizzarle bene nella mente.
49
R=read= leggere; questo è il momento cruciale in cui è necessario impegnare la mente con tutte le sue facoltà critiche concentrandosi sui concetti essenziali (mappe cognitive) per dare risposte alle domande(Q).Rileggi i passaggi fondamentali prestando attenzione a particolari e dettagli utili ed interessanti. R=recall= rielaborare; ripetere i concetti fondamentali, con parole proprie, costruendo un discorso personale (non meccanico e passivo ma autonomo e critico). R=review= verificare e riguardare; monitorare l'apprendimento, in modo che sia efficace e significativo. "Che cosa ho capito, cosa devo ancora approfondire?" Rivedi i punti sui quali hai avuto difficoltà o incertezze, in modo da saper rispondere alle relative domande.
Al termine, un ripasso generale di tutti i paragrafi letti ti darà una visione d’insieme delle cose che hai imparato. Allora ti dovresti sentire in grado di rispondere a domande di più ampia portata, come:”In che modo tutto ciò si collega a quanto so già o a quanto ho studiato prima?”; “Quali relazioni ci possono essere con problemi di ordine più generale, anche al di là della materia specifica?”;”Qual è il punto di vista dell’autore?”; “Che cosa penso io in proposito?”. Domande che possono andare al di là di quanto è riportato sul testo, che se ti resteranno in mente potranno guidarti nei tuoi personali tentativi di “capire il mondo” contribuendo alla tua formazione culturale e professionale.
50
5. TECNICHE DI MEMORIZZAZIONE La memorizzazione è quella attività di apprendimento da cui proviene l’abilità di riprodurre in maniera fedele immagini o idee. In questo senso la memorizzazione implica la volontà di fissare gli elementi che debbono essere ricordati. Due sono le operazioni principali che si compiono nel processo di memorizzazione: lo stoccaggio dei dati e il loro recupero per l’uso. La memorizzazione o fissazione di associazioni significative è una delle parti essenziali dell’apprendimento scolastico. Così si memorizzano i vocaboli, le date, i simboli, le formule, i fatti, le definizioni, le regole, i principi, i postulati, le poesie ecc. Oltre a ciò la memorizzazione è alla base di altri apprendimenti più complessi come la capacità di analisi, sintesi, valutazione e applicazione. La memoria si può definire come la capacità di conservare gli stati di coscienza vissuti anteriormente e le esperienze e informazioni del mondo che ci circonda: questa facoltà influenza notevolmente non solo i nostri apprendimenti scolastici ma anche il nostro modo di affrontare la vita e le nuove esperienze. La memoria è un’abilità generale presente in tutti noi, però, come le altre attitudini, non si sviluppa allo stesso livello in tutte le persone: conosci infatti alcuni con “buona memoria” e altri con una memoria meno efficiente, anche se si può ipotizzare, come hanno fatto alcuni studiosi, che tutti posseggono una capacità quasi identica di immagazzinare e di rievocare la stessa quantità di informazioni. Le differenze vengono quindi attribuite non tanto all’attitudine di registrare o stoccare i dati quanto al modo in cui li immagazziniamo. Tutti conosciamo ragazzi che hanno una potentissima memoria per ricordare le formazioni delle squadre di calcio e che sanno rievocare a distanza di anni le diverse azioni che hanno
51
portato una squadra al goal, mentre gli stessi ragazzi possono dimenticare facilmente da un giorno all’altro la suddivisione delle Alpi o la lista dei sette re di Roma. Secondo le diverse modalità operative, è possibile distinguere la memoria in: memoria meccanica, con la quale si registrano certi contenuti mediante la fissazione delle parole, dei simboli, dei numeri senza un processo attivo di elaborazione intellettuale. Avviene in tal caso una ripetizione esatta, senza che ci sia bisogno di comprendere i significati di ciò che si memorizza. Anche se vedremo che è pericoloso memorizzare in questa forma, tuttavia in alcuni casi è utile: infatti, dimenticando un dato importante o una parola si è quasi impossibilitati a riprodurre tutto il contenuto di una sequenza memorizzata. Ad essa si contrappone la memoria di significato, che invece elabora i contenuti, categorizza, gerarchizza le idee, stabilisce delle relazioni, compie delle astrazioni. In altre parole, la persona attribuisce dei significati ulteriori a ciò che pretende di memorizzare e, in seguito, è in grado di usare le idee senza bisogno di riprodurle con i medesimi termini del testo. La memoria a breve termine o immediata: consiste nell’acquisizione e ritenzione per un brevissimo tempo di una esigua quantità di informazioni; con essa si ricorda fino a poco tempo dopo aver imparato, per poi dimenticare subito. La utilizziamo per esempio per apprendere dalla guida un numero telefonico, che dimentichiamo dopo averlo trascritto, oppure per memorizzare date o nomi appena prima dell’interrogazione, immediatamente dopo la quale vengono cancellati.
52
La memoria a lungo termine o permanente: si caratterizza per una ritenzione permanente di una consistente quantità di conoscenze. Qui i ricordi sono più duraturi e persistono a lungo nel tempo: è il caso, nell’apprendimento scolastico, di una determinata lezione che è stata interiorizzata compiendo precisi passi e utilizzando le tecniche adeguate.
E’ ormai accertato che si ricordano meglio: - le informazioni e le materie che interessano, - ciò che risulta piacevole e provoca un coinvolgimento emotivo, - gli argomenti che si riescono a comprendere nella loro globalità, - ciò che si impara in una situazione di benessere fisico e psicologico, quando cioé si ha fiducia in se stessi, - ciò che si ripete, si esercita e si sa applicare ad altre situazioni.
53
Alcuni consigli pratici per migliorare le tecniche di apprendimento. •
Applicare tecniche di ripetizione, delle associazioni mentali per fissarle nella memoria. Così si imparano formule, definizioni, date, fatti e dati. Il modo migliore per memorizzare dei dati o delle informazioni è quindi quello di ripeterli: questo comportamento va assunto al più presto: talvolta anche prima di aver finito l’intera lettura di un testo, è utile riguardare gli appunti e provare a esporli. La ripetizione può essere fatta ovunque, non necessariamente seduti alla propria scrivania ma anche sul pullman o sul treno mentre ci si reca a scuola. .
•
Lo studio di un determinato argomento si dovrà realizzare nel momento più prossimo possibile alla spiegazione in classe. Per questo si è consigliato nel documento sulla programmazione del lavoro individuale di riservare la prima parte dello studio del pomeriggio o della sera al ripasso delle materie spiegate in classe nella mattinata, quando è ancora possibile ricuperare gran parte di quello che ha detto l’insegnante. Il primo ripasso, poi, dovrà essere fatto dopo aver acquisito la padronanza di un determinato argomento, anche se limitato.
•
I successivi ripassi devono essere distanziati: l’insistenza del periodo di ripasso prolunga il tempo di padronanza e conseguentemente rallenta il processo di dimenticanza.
54
QUINDI RIEPILOGANDO 1. AUTOPROVARSI ATTIVAMENTE: consiste nell’autointerrogarsi sui contenuti che si studiano: questo aiuta a comprendere, a rievocare, e perciò aumenta la ritenzione. Durante l’autointerrogazione, le risposte non devono essere costruite con le stesse parole del testo; al contrario devono essere elaborate dallo studente sulla base della riflessione e della comprensione. 2. USARE IMMAGINI E SIMBOLI CHE CONTENGANO SIGNIFICATI: lo studente per memorizzare deve stendere riassunti, diagrammi, schemi, scalette, che costringano a una elaborazione personale dei contenuti. Non si deve studiare “pedestremente” a memoria. 3. RIPETERE: questa modalità è più appropriata per certi contenuti che per altri (mediante ripetizione si memorizza una poesia). 4. IMPARARE CON L’INTENZIONE di ricordare, con l’interesse posto in quello che si deve memorizzare, riservando attenzione al contenuto. 5. CERCARE DI COMPRENDERE totalmente quello che deve essere memorizzato, prima di cominciare l’operazione di memorizzazione; 6. COSTRUIRE DELLE ASSOCIAZIONI tra le nuove idee che si stanno studiando e altre conosciute o che siano familiari
55
7. PORRE SPECIALE ATTENZIONE quando si tratta di apprendere cose nuove. 8. FARE UNA DISTRIBUZIONE dello sforzo dedicato allo studio. Si tratta in particolare del tempo: per esempio, invece di studiare 60 minuti di seguito, è preferibile suddividere lo studio in 3 periodi di 20 minuti ognuno, con piccoli intervalli di riposo. 9. EVITARE LA MEMORIZZAZIONE SCORRETTA cioè controllare che la memorizzazione dei contenuti sia corretta durante tutto lo studio. 10. E’ utile, in molti casi RICORRERE A FORMULE MNEMOTECNICHE, cioè piccoli artifici che aiutano a ricordare. Si può associare alla parola che si vuole ricordare un’idea o un’immagine, oppure associare un numero ad una figura.
56
CAPITOLO 5
LA VALUTAZIONE SCOLASTICA
57
TIPI DI VALUTAZIONE Esistono principalmente tre tipi di valutazione: diagnostica che ha come oggetto qualsiasi informazione sulla situazione di partenza sia all’inizio dell’anno scolastico, sia prima di intraprendere una nuova unità didattica o argomento; formativa che si propone di fornire informazioni continue e tempestive sul tuo apprendimento durante lo svolgimento del percorso (di un argomento, di un “capitolo” del programma) sommativa che offre un’informazione, un giudizio globale sui risultati ottenuti, una volta che il processo di apprendimento è terminato. a. Del punto precedente sottolineiamo il fatto che la valutazione offre delle informazioni sui tuoi risultati e sui processi in relazione agli obiettivi dell’insegnamento. Sarà quindi importante che tu conosca bene quali siano gli obiettivi educativi e didattici che il Consiglio di classe e ogni insegnante, per la sua materia, si prefiggono. Tu non inizieresti mai una gara sportiva senza sapere che cosa si pretende da te, dove si trova la meta, come raggiungerla ecc. b. La valutazione non costituisce lo scopo del processo di apprendimento e quindi dello studio, ma un mezzo per alimentare lo stesso processo, cioè far sì che attraverso le attività svolte in classe e attraverso lo studio personale si ottengano risultati positivi. In parole più povere: non si studia per il giudizio dell’insegnante o per il voto, ma per apprendere, per arricchirsi culturalmente, per crescere come persona. c. La valutazione non costituisce un mezzo per castigare l’alunno che non studia o non raggiunge risultati soddisfacen-
58
ti, né per sorprenderlo impreparato, ma per accertare i suoi progressi. d. La valutazione si effettua attraverso tecniche e procedimenti appropriati chiamati verifiche (compiti in classe, interrogazioni, test obiettivi, compiti a casa, osservazione e analisi della partecipazione in classe, ricerche, lavori in gruppo ...). La verifica è quindi uno strumento che consente di controllare se e in quale misura il processo di insegnamentoapprendimento sia adeguato agli obiettivi di volta in volta programmati. La verifica, pertanto, non è semplicemente un banco di prova per le tue conoscenze e capacità, ma è anche un controllo dell’attività didattica dell’insegnante. e. La valutazione non è il voto; il voto è un mezzo che viene usato nel processo di valutazione per esprimere il livello raggiunto in rapporto agli obiettivi o alla media della classe; non è però lo scopo della valutazione.
59
f. La valutazione dell’insegnante deve portare alla tua auto valutazione in quanto ti consente di constatare ciò che hai raggiunto con il tuo sforzo personale. Questa varrà anche per dopo, nella vita: la persona matura è quella che sa valutare realisticamente le proprie capacità e in base a questa valutazione sa proiettarsi in avanti. Inoltre, nella tua futura vita professionale dovrai costantemente valutare nelle tue prestazioni l’efficacia (rapporto risultati obiettivi) l’efficienza (rapporto risultati costi) e l’economicità (rapporto obiettivi costi) g. La valutazione può servire come stimolo allo studio, sempre che tu comprenda che essa è al servizio dell’apprendimento e non è solo un mezzo per ottenere dei voti; devi assolutamente superare il concetto di voto-frusta o del votozuccherino; il lavoro scolastico non può sostenersi solo sulla paura del castigo - l’insufficienza - o sul desiderio del premio - la sufficienza -. Un simile atteggiamento è alienante e non contribuisce alla crescita della persona. h. Per tutto quello che è stato detto precedentemente, comprenderai che non puoi limitarti a conoscere il voto della valutazione, ma devi conoscere tutti gli elementi e i criteri che hanno portato al voto; la cifra, con tutti i suoi aggregati di meno e di più, definisce il livello stabilito spesso in forma soggettiva dall’insegnante, rispetto a un massimo raggiungibile, ma non offre giudizi significativi per il percorso che dovrai ancora fare. i. Devi ricordare che quando un insegnante assegna un voto ad una attività di valutazione (compito, interrogazione ...) sta misurando. Misurare, come hai imparato in scienze, significa quantificare il processo di accertamento, cioè attribuire dei numeri secondo certe regole. L’atto di pesare un pezzo di carne (processo di accertamento) si traduce nell’attribuzione a
60
essa di un numero corrispondente ad un “campione”, cioè l’unità di misura convenzionalmente accettata (il Kg.). Quando tu dici che “un pezzo di carne pesa un kilo”, non esprimi un giudizio, ma leggi sulla bilancia il peso (secondo una scala); quando invece concludi che “il pezzo di carne è grandepiccolo-medio” esprimi un giudizio che si riferisce all’uso che intendi farne, a un confronto con un altro pezzo di carne ecc.; se poi dici “questa carne è ottima, buona, cattiva, pessima”, il giudizio si riferisce a una scala di valori, costruita anch’essa in rapporto a qualcosa (per es., rispetto al sapore medio delle carni che hai mangiato o a una qualità ideale di carne.) Allo stesso modo, quando l’insegnante-macellaio corregge-pesa il compito di matematica o la versione o il tema e annota il peso-voto sul foglio-scontrino non formula un giudizio sulla qualità del prodotto se non indirettamente. Sei tu allora che, con l’aiuto dell’insegnante, devi risalire dal voto al giudizio, attraverso i criteri di valutazione che dovresti conoscere. l. Riaffermiamo un’ultima idea: devi considerare gli errori segnalati dalla correzione come informazioni, all’interno di un processo che indica comportamenti che devi inibire. Ricorda che l’insegnante, quando corregge sta promovendo condotte positive. Egli non deve vivere il tuo errore come un’offesa personale che merita un castigo o magari una vendetta. m. Una parola sul voto di condotta. Esso deve o dovrebbe esprimere la misurazione del raggiungimento degli obiettivi educativi, come per esempio: i comportamenti sociali (disponibilità alla collaborazione con i compagni), la partecipazione costruttiva in classe, l’equilibrio nei rapporti con gli altri, l’interesse per i problemi della nostra società o verso i problemi culturali in genere. Il voto massimo non dovrebbe coincidere con “l’alunno mummia” o “l’alunno-secchia”, e il voto minimo dovrebbe far riferimento non solamente all’a-
61
lunno “che da fastidio durante le lezioni” ma anche ad atteggiamenti molto più immaturi come disprezzo per i compagni, intolleranza, pregiudizi di varia specie, indifferenza verso i problemi sociali, esibizionismo, arrivismo, servilismo ecc. In sintesi, ricordati che il compito della scuola è di “promuovere” l’alunno: cioè creare le condizioni ed offrire gli strumenti per lo sviluppo della tua cultura e della tua personalità. E promuovere non significa passare di classe, avere la media sei. Una scuola che “promuove” è una scuola che stimola, che apre e sviluppa l’intelligenza, che spinge a fare, a immaginare e a creare, che insegna ad esprimersi, che aiuta ad essere liberi e responsabili, che dà seri parametri etici, che abitua alla vita sociale.
62
CAPITOLO 6
IL PROGETTO GIOVANI
63
Il "Progetto Giovani" è finalizzato allo "star bene a scuola". In tale progetto si inseriscono anche le iniziative di prevenzione delle tossicodipendenze e di educazione alla salute, problemi di indubbio rilievo nella nostra società. "Il P.G. assume, infatti, il carattere di modalità operativa per quanto riguarda l'attenzione nella scuola secondaria superiore ai compiti di informazione preventiva e di educazione alla salute". In questo contesto i giovani studenti sono considerati "promotori e protagonisti" e, quindi, non solo destinatari di interventi. C’è dunque bisogno di te. Concetto estremamente importante quello del protagonismo perché carico di possibilità e portatore di un diritto che non sempre è stato riconosciuto e promosso nella scuola. Si tratta, dunque, di una vera e propria possibilità di azione che viene riconosciuta dalla legge agli studenti e che, se bene utilizzata, può condurre ad un rinnovamento "dal basso" della scuola stessa.
1.
COME E CON CHI
E' chiesto agli studenti: -
di "progettare, organizzare, gestire, valutare" le proposte da sottoporre agli Organi Collegiali della scuola per la necessaria approvazione. Viene, quindi chiesto di assumere un preciso ruolo di protagonismo;
-
di lavorare con i docenti disponibili, con la facoltà di esprimere un gradimento nei confronti dei docenti chiamati a promuovere le iniziative, e di gestire con loro i progetti proposti;
64
-
di favorire l'inserimento delle iniziative nella ordinaria attività didattica oltre che in ambiti extracurricolari. Anzi è proprio l'ordinarietà della vita scolastica che si vuole privilegiare;
-
di costituire gruppi di 10 -15 persone. Il gruppo che può essere composto da alunni di classi e di corsi diversi si ritrova in orario aggiuntivo a quello delle materie curricolari;
-
di sottoporre al parere del Collegio Docenti le specifiche iniziative, promosse dagli studenti stessi per la loro valutazione didattica. Tali iniziative sono deliberate dal Consiglio di Istituto. E' buona cosa, in vista dell'approvazione, che siano anche presentate nei singoli consigli di Classe in cui sono rappresentate tutte le componenti.
In sintesi: un gruppo di almeno 10 studenti può proporre iniziative curricolari ed extracurricolari, scegliere il docente ritenuto più idoneo per seguirle, realizzarle con le modalità e lo stile tipico dei giovani. E' un'occasione di grande rilievo per esprimere il proprio protagonismo nella scuola e per superare tutti gli aspetti di disagio e di passività.
2.
DOVE
Nel nostro Istituto esiste un locale spazioso e luminoso collocato al 2° piano e conosciuto come CIMP. E’ qui il punto di riferimento per le attività di informazione e consulenza, di ascolto, per la redazione del giornalino (Lunarfollie), l’orientamento e per tutte quelle attività che mirano a migliorare i rapporti nella vita della scuola dando spazio al protagonismo degli studenti.
65
Tale Centro fa riferimento ad un docente referente specificatamente formato a tale compito ed è aperto a tutti gli alunni.
3.
PER CHE COSA
La finalità dello star bene a scuola suggerisce di utilizzare questa opportunità per rendere la scuola parte importante della vita del giovane, vale a dire momento fondamentale della sua formazione e della sua integrazione nel più ampio contesto sociale in cui sarà chiamato a svolgere un ruolo attivo. L'essere riconosciuti non come passivi destinatari di un'azione didattica ma come protagonisti della vita scolastica, permette di sviluppare tutta la creatività e le capacità proprie dell'età giovanile.
66
Un possibile itinerario su cui elaborare e proporre iniziative potrebbe essere il seguente: -
-
-
-
-
conoscere meglio se stessi e gli altri in modo da elaborare un autentico progetto di vita; trovare le strade per un dialogo più vero con i docenti; progettare il far scuola quotidiano affinché lo star bene possa riguardare la dimensione cognitiva e socio-affettiva; favorire una rivitalizzazione degli Organi Collegiali in cui gli studenti e i genitori non abbiano un ruolo secondario e puramente coreografico, ma realmente attivo e pedagogicamente significativo; sviluppare una reale appartenenza al proprio Istituto reso cellula viva e attiva della società; favorire iniziative culturali e sportive che vedano veramente valorizzati gli interessi giovanili, la loro condizione e la loro cultura; promuovere scambi con altri paesi europei per realizzare una formazione globale realmente europea; promuovere informazione e formazione alla cooperazione internazionale e alla mondialità in una prospettiva multiculturale e multietnica; appropriarsi di un autentica socialità libera da condizionamenti culturali e capace di esprimere l'originalità giovanile; avere una formazione seria in campo sessuale, affettivo e relazionale.
67
4.
I MEZZI
Numerosi sono gli strumenti che si possono usare. Accenniamo ad alcuni: -
-
-
-
-
una "autoanalisi di Istituto" che permetta agli studenti di dire quello che realmente pensano della loro scuola e di ricercare la soluzione ai principali problemi. un dialogo franco e sistematico con i propri docenti in un contesto realmente interpersonale e valutativo (ora di colloquio individuale studente-docente). luoghi e tempi in cui poter esprimere le proprie risorse non solo di tipo cognitivo, ma anche sportive, artistiche, relazionali... opportunitĂ di conoscere, valutare e giudicare la societĂ politica, economica, sindacale, sanitaria, religiosa. giornale di Istituto (Lunarfollie) redatto interamente dagli studenti e portavoce dei loro pareri e delle loro istanze.
68
APPENDICE DIZIONARIETTO
69
1. Albo 2. Assemblea 3. Assistenti di laboratorio 4. ATA 5. Aule speciali 6. Bar 7. Biblioteca 8. Bidelli 9. CIC 10. Circolari 11. Coordinatore amministrativo 12. Collaboratori del preside 13. Collegio dei docenti 14. Comitato studentesco 15. Consiglio di classe 16. Consiglio di Istituto 17. Coordinatore di classe 18. Decreti Delegati 19. Docenti 20. Laboratori 21. Medico scolastico 22. Palestra 23. Preside 24. Presidente del Consiglio d’Istituto 25. Rappresentanti degli studenti 26. Scambi culturali 27. Scrutini 28. Segreteria 29. Ufficio tecnico 30. Vicepreside
70
1.
Albo
Apposito spazio, solitamente una bacheca, adibito all’affissione di atti che devono essere pubblici. Ogni scuola è tenuta ad avere un albo di Istituto al quale vengono affissi in tempi e modi prefissati, i testi delle deliberazioni adottate dal Consiglio di Istituto (vedi), la pianta organica del personale docente o ATA (vedi), le nomine del personale docente e non docente, le circolari ministeriali ecc. In occasione delle elezioni vengono affissi all’albo anche gli elenchi degli elettori e dei candidati L’albo dell’Istituto deve essere messo in luogo accessibile al pubblico. Nel nostro Istituto si trova nelle vicinanze delle segreterie e della Presidenza. Vi è poi l’albo sindacale richiesto al Preside dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori operanti nella scuola. Vi è un albo degli studenti collocato nelle vicinanze del bar, ove gli studenti stessi possono esporre tutte le comunicazioni che intendono diffondere tra i compagni e che devono comunque essere autorizzate dal Preside. Vi è infine la bacheca del Progetto Giovani, che viene costantemente aggiornata con tutte le notizie interne all’Istituto ed esterne ad esso che interessano gli alunni.
2.
Assemblea
Nelle scuole secondarie superiori gli studenti, i genitori, i docenti e non docenti hanno il diritto di riunirsi in assemblea. Per gli studenti sono previste assemblee di classe o d’Istituto che possono essere convocate in orario di lezione una volta al mese. L’assemblea di classe è convocata liberamente dagli studenti
71
della classe e può durare al massimo due ore: non può essere convocata sempre nello stesso giorno della settimana per non togliere ore alle stesse materie. L’ordine del giorno deve essere preventivamente comunicato al Preside che autorizza l’assemblea con apposita nota sul registro di classe. L’assemblea di Istituto viene convocata su richiesta della maggioranza dei rappresentanti degli studenti, cioè del comitato studentesco (vedi), o almeno dal 10% degli studenti e può occupare al massimo l’orario di lezione di una giornata. Entrambe le assemblee non possono essere convocate nell’ultimo mese di scuola. L’assemblea di Istituto deve darsi un regolamento per il proprio funzionamento che va inviato al Consiglio di Istituto. Il Preside, o un suo delegato, assistono all’Assemblea di Istituto con potere di scioglimento in caso di violazione del regolamento o di non ordinato svolgimento. Anche i docenti che lo desiderano possono assistervi. Ogni convocazione dell’Assemblea di Istituto, con relativo ordine del giorno, deve essere comunicata al Preside col preavviso di due giorni. All’assemblea di Istituto può partecipare un esperto in problemi sociali, culturali, artistici o scientifici, indicato dagli studenti, previa autorizzazione del Consiglio di Istituto. Sono possibili convocazioni di assemblee oltre a quelle consentite, ma al di fuori dell’orario di lezione. Anche le assemblee dei genitori possono essere di classe o di Istituto e vengono convocate, le prime su richiesta dei genitori eletti nei Consigli di Classe, le seconde su richiesta del presidente dell’Assemblea se eletto, o dalla maggioranza del Comitato genitori. Queste assemblee si svolgono fuori dell’orario di lezione. Sono previste infine assemblee sindacali in orario di lavoro per docenti e non docenti che possono essere tenute nel limite di 10 ore per anno scolastico. Ogni assemblea non può superare le due ore e deve essere tenuta nelle ultime ore dell’ora-
72
rio scolastico della giornata.
3.
Assistenti di laboratorio
E’ una terminologia vecchia per indicare quelle persone che attualmente si chiamano collaboratori tecnici o tecnici. Questa figura fa parte del personale ATA (vedi) e ha come mansione quella di collaborare al funzionamento dei laboratori, preparando e predisponendo il materiale occorrente per le esercitazioni didattiche.
4.
ATA
Personale ausiliario tecnico amministrativo; la sigla sta ad indicare tutto il personale non docente della scuola e in particolare fa riferimento alle seguenti tre categorie: * Ausiliari = Bidelli * Tecnici = Collaboratori Tecnici * Amministrativi = Personale di Segreteria. Gli ausiliari (bidelli) hanno mansioni di vigilanza sugli studenti ed eseguono tutte le pulizie dell’Istituto. Spetta a loro anche il trasporto delle suppellettili, le piccole riparazioni, l’accompagnamento degli studenti ad eventuali palestre esterne. Il personale di segreteria comprende il Segretario Economo, che è il capo dei servizi di segreteria, e i collaboratori amministrativi, che sono gli addetti ai servizi di segreteria.
5.
Aule speciali
L’auditorium e il teatro sono spazi sufficientemente ampi atti a contenere le componenti scolastiche riunite: il Collegio dei Docenti, le Assemblee degli studenti, dei genitori, ecc. Le frequenze e la rilevanza delle riunioni collettive previste dall’ordinamento scolastico vigente, rendono estremamente necessario questo spazio che, purtroppo, nel nostro
73
Istituto è insufficiente. Per questo spesso viene usata anche la Palestra. Le aule audiovisivi sono spazi dotati di attrezzature tecniche che consentono l’uso del materiale audiovisivo (film, diapositive, videocassette, ecc.) L’aula ricevimento genitori è lo spazio riservato all’incontro fra genitori e docenti per i colloqui informativi ed è collocata presso l’ingresso della scuola
6.
Bar
Sala di ristoro che si trova nel seminterrato. E’ aperta in orario scolastico.
7.
Biblioteca
E’ al primo piano ed è una necessità primaria per l’opera formativo - educativa affidata alla scuola. Il suo funzionamento è disciplinato dal Consiglio di Istituto. La biblioteca a cui è annessa anche un’ampia sala di lettura e di consultazione, assicura un agevole accesso al prestito e ai testi grazie alla presenza della bibliotecaria. Presso la biblioteca si possono consultare anche numerosi giornali e riviste scientifiche che costituiscono l’emeroteca. La biblioteca organizza anche mostre, presentazione di libri ed eventi culturali di vario tipo.
8.
Bidelli
Personale ausiliario (vedi anche ATA) che svolge nell’Istituto funzioni di pulizia e di vigilanza nei locali della scuola e sugli alunni in assenza dei professori e comunque negli spazi comuni quali i corridoi, i servizi, le scale, ecc.. Devono anche curare la trasmissione delle circolari a studenti e docenti.
74
9.
Circolari- Lunardi News
Gli avvisi della Presidenza per il buon funzionamento della scuola vengono trasmessi, nel nostro Istituto, tramite un foglio notizie denominato “Lunardi News”. E’ importante leggere personalmente e fare leggere ai genitori tale foglio. Le notizie particolarmente urgenti vengono diffuse.
11.
Coordinatore amministrativo (segretario/a)
Fa parte del personale ATA e ha la responsabilità del coordinamento di tutto il personale di segreteria(vedi) e di quello ausiliario (bidelli). Fa parte della Giunta esecutiva dell’Istituto (vedi) e svolge in essa la funzione di segretario.
12.
Collaboratori del Preside
Sono insegnanti della scuola scelti dal Preside che collaborano nella gestione dell’Istituto. Nel nostro istituto sono due: un vice-preside e un collaboratore.
13.
Collegio dei Docenti
E’ composto dagli insegnanti di ruolo e non di ruolo in servizio nell’Istituto ed è presieduto dal Preside. Ha potere deliberante per quanto riguarda la didattica, formula proposte al Preside circa la formazione delle classi e dell’orario delle lezioni, valuta periodicamente l’efficacia dell’azione didattica, promuove esperienze di sperimentazione e attività di aggiornamento, approva le proposte di adozione dei libri di testo avanzate dai Consigli di classe. Il Collegio elegge i suoi rappresentanti nel Consiglio di Istituto (vedi).
14.
Comitato studentesco I due Rappresentanti per ogni classe degli studenti pos-
75
sono costituire un Comitato Studentesco di Istituto (art. 43 del DPR 416/74) che ha il compito di organizzare le assemblee studentesche(vedi) e di garantire l’esercizio democratico dei diritti dei partecipanti all’assemblea. Può assumere anche altri compiti assegnatigli dall’assemblea. Le riunioni, che possono essere convocate con procedura d’urgenza, devono essere autorizzate dal Preside.
15.
Consiglio di classe
E’ l’organo collegiale costituito da tutti i docenti di una classe più due rappresentanti dei genitori e due rappresentanti degli studenti. Possono però partecipare alle riunioni tutti i genitori e gli studenti della classe che lo desiderano. E’ presieduto dal Preside o da un docente membro del Consiglio, delegato dal Preside stesso, che prende il nome di Coordinatore. Si riunisce in ore non coincidenti con l’orario di lezione e ha il compito di formulare proposte in ordine all’azione educativa e didattica (libri di testo, programmi, attività integrative, corsi di recupero, viaggi di istruzione, visite guidate, ecc.), e di agevolare i rapporti fra docenti, genitori e alunni. La realizzazione del coordinamento didattico o interdisciplinare, nonchè le operazioni di scrutinio, avvengono alla presenza dei soli docenti e del Preside (DPR: 461/74 art. 3). Il potere decisionale sulla valutazione degli studenti (es. promozione o bocciatura) spetta all’intero Consiglio di classe che valuta e decide su proposta motivata del singolo docente.
16.
Consiglio di Istituto
E’ il massimo organo collegiale dell’Istituto perchè riunisce i rappresentanti di tutte le componenti. Il numero dei membri del Consiglio di Istituto è di 19 così suddivisi: * Preside (membro di diritto)
76
* 8 docenti eletti dal personale docente * 2 ATA eletti dal personale ATA * 4 genitori eletti dai genitori * 4 studenti eletti dagli studenti. Il Consiglio di Istituto è presieduto da un rappresentante dei genitori. Il Presidente è eletto dal Consiglio a maggioranza assoluta. Elegge una Giunta esecutiva (vedi) presieduta dal Preside e composta da membri del Consiglio. Si riunisce in ore non coincidenti con l’orario scolastico e dura in carica tre anni. La rappresentanza studentesca viene rinnovata annualmente. Le modalità di elezione del Consiglio di Istituto ricalcano quelle delle elezioni politiche e amministrative dello Stato. Il Consiglio d’Istituto definisce il regolamento interno della scuola, delibera il bilancio preventivo e consuntivo e dispone, su proposta della Giunta esecutiva(vedi) criteri di funzionamento e aspetti di spesa in merito alle seguenti materie: acquisto e conservazione delle attrezzature tecnicoscientifiche e dei sussidi didattici, adattamento del calendario scolastico alle esigenze ambientali, programmazione a attuazione di attività inerenti la didattica come corsi di recupero e sostegno, contatti con altre scuole, partecipazione ad attività per lo svolgimento di iniziative assistenziali; si occupa anche di visite guidate e viaggi di istruzione ed esprime in proposito il parere definitivo sulla loro attuazione (dopo aver verificato, per esempio, se esiste la copertura finanziaria). Il Consiglio esprime parere sull’andamento generale didattico e amministrativo dell’Istituto. Le delibere del Consiglio d’Istituto sono pubbliche e devono essere esposte all’apposito albo d’Istituto.
77
17.
Coordinatore di classe
Docente della classe incaricato di fare da, tramite relativamente ai problemi della classe o dei singoli studenti, tra la classe e la Presidenza; è anche incaricato di contattare le famiglie per eventuali problemi sorti (es. troppe assenze) o di proporre eventuali provvedimenti da prendersi da parte del capo d’Istituto.
18.
Decreti delegati
Insieme di decreti con valore di legge ordinaria emanati dal Governo della Repubblica. Si tratta dei DPR 31 maggio 1974 N.416,417,418,419,420. Le entrate in vigore di queste nuove disposizioni di legge ha comportato una profonda trasformazione nella gestione della scuola prevedendo la partecipazione di tutte le componenti (studenti, genitori, docenti e non docenti) mediante la costituzione di organismi sia all’interno della scuola (Consiglio d’Istituto, di classe, Collegio dei docenti, ecc.) sia all’esterno (Distretti, Consigli scolastici provinciali, Consiglio nazionale della pubblica istruzione).
19.
Docenti
La Costituzione italiana garantisce ai docenti libertà di insegnamento nel rispetto degli ordinamenti scolastici statali e della coscienza morale e civile degli alunni. I decreti delegati e le recenti circolari attuative del Progetto Giovani mirano a trasformare il tradizionale rapporto docente-studente sollecitando la partecipazione dei giovani e delle famiglie al processo educativo e attribuendo a queste componenti precise funzioni attive all’interno degli organi collegiali. La funzione docente si articola in attività di insegnamento e in attività connesse con il funzionamento della scuola: oltre a preparare la lezione e correggere i compiti il docente deve
78
curare il proprio aggiornamento culturale e professionale, partecipare alle riunioni collegiali, gestire il rapporto con i genitori. Il suo orario di servizio è di 18 ore settimanali di insegnamento, più la partecipazione ai consigli di classe, agli scrutini e agli incontri con le famiglie. Il docente è tenuto ad 80 ore annuali di partecipazione agli organi collegiali.
20.
Giunta esecutiva
Viene eletta dal Consiglio d’Istituto scegliendo fra i suoi membri un docente, un non docente, un genitore e uno studente. Ne fanno parte di diritto il Preside e il Coordinatore amministrativo (vedi) che svolge funzioni di segretario della stessa. Ha il compito di predisporre il bilancio preventivo e il conto consuntivo, di preparare i lavori del consiglio d’Istituto e di curare l’esecuzione delle relative delibere.
21.
Laboratori
Sono locali attrezzati per attività specialistiche di carattere scientifico, tecnico, linguistico, ecc. Nel nostro Istituto sono numerosi. Il loro funzionamento è regolato dal consiglio d’Istituto che delibera anche in ordine alla dotazione strumentale su proposta dei consigli di classe e dei collegi dei docenti. Dati i rilevanti costi di gestione, la normativa vigente prevede che i consigli d’Istituto possano imporre contributi agli alunni come rimborso delle spese di esercitazioni e di laboratorio.
22.
Medico scolastico
Il servizio di medicina scolastica spetta ai comuni che vi provvedono a mezzo di un medico o di personale sanitario ausiliario. All’interno del nostro Istituto è allestito un locale (infermeria) idoneo ad accogliere il medico scolastico che
79
deve mantenere stretti contatti col Capo di Istituto per collaborare e armonizzare il servizio sanitario con quello scolastico. In particolare il medico deve provvedere al controllo dello sviluppo psicosomatico degli alunni, alla difesa contro le malattie infettive, al controllo dell’idoneità dei locali e delle suppellettili, all’educazione igienico-sanitaria della popolazione scolastica, ai controlli medico legali relativi al personale scolastico.
23.
Palestra
E’ uno spazio chiuso attrezzato per l’esercizio delle discipline sportive. Le sue strutture e il suo arredo devono rispondere a precise disposizioni di legge. Il funzionamento della palestra è stabilito dal Consiglio di Istituto in modo da assicurarne la disponibilità a rotazione oraria a tutte le classi della scuola.
24.
Preside
Ha il compito specifico di promuovere e coordinare le attività di Istituto. Nella gestione della scuola egli viene affiancato dagli Organi Collegiali che hanno specifiche competenze e responsabilità. Al Preside spetta la gestione unitaria degli Organi Collegiali, presiede infatti il Collegio dei Docenti, i Consigli di classe e la Giunta esecutiva (vedi). Procede alla formazione delle classi, promuove la sperimentazione e l’aggiornamento; coordina nel rispetto della libertà di insegnamento, l’attività didattica e controlla che gli studenti rispondano in modo positivo alle proposte didattiche dei docenti; adotta provvedimenti in caso di inadempienze o carenze del personale insegnante e non.
80
Coordina il calendario delle assemblee, tiene i rapporti con il Provveditorato e con il Ministero della Pubblica Istruzione. Cura infine l’esecuzione delle norme giuridiche e amministrative riguardanti gli alunni e il personale. Anche in materia amministrativo-contabile il Preside ha precisi compiti e responsabilità. E’ in sostanza il responsabile dell’organizzazione e del funzionamento della scuola. L’orario di servizio del Preside è di 36 ore settimanali. In caso di assenza o di impedimento il Preside è sostituito dal vicepreside.
25.
Presidente del Consiglio di Istituto
Viene eletto dai componenti il Consiglio di Istituto nella prima seduta, a scrutinio segreto, tra i rappresentanti dei genitori membri del Consiglio stesso. Il presidente eletto ha il compito di convocare e presiedere il Consiglio di Istituto.
26.
I rappresentanti degli studenti
Il Decreto Delegato DPR 416/74 ha previsto per le scuole secondarie superiori la presenza di una rappresentanza degli studenti in alcuni organi collegiali: - nel Consiglio di Classe ci sono due rappresentanti degli studenti; - nel Consiglio di Istituto ci sono 4 rappresentanti degli studenti; - nella Giunta esecutiva c’è un rappresentante degli studenti. I rappresentanti degli studenti nei Consigli di classe e nel Consiglio di Istituto, vengono eletti in date fissate dal Ministero della Pubblica Istruzione o dal Consiglio di Istituto con le modalità previste per tutte le elezioni (insediamento del seggio elettorale con presidente e scrutatori; schede prestampate, urne, liste elettorali pubblicate, liste degli aventi diritti
81
al voto, voto segreto, ecc.). Il rappresentante nella Giunta esecutiva viene eletto dal Consiglio di Istituto nella prima seduta tra gli studenti che fanno parte del Consiglio stesso. Egli partecipa a tutte le sedute della Giunta esecutiva. Nel Collegio Docenti non vi sono rappresentanti degli studenti, ne questi possono partecipare alle sedute. Le sedute del Consiglio di Istituto sono invece pubbliche, nel senso che tutti gli elettori possono assistere ma non intervenire. Non compete ai rappresentanti degli studenti alcuna iniziativa diretta all’organizzazione di attività scolastiche (viaggi di istruzione, corsi integrativi, , manifestazioni sportive, corsi di recupero, ecc.); essi possono però formulare proposte o richieste da avanzare nell’ambito del consiglio di classe. I criteri generali per la programmazione e l’attuazione dei viaggi d’istruzione spettano al Consiglio d’Istituto. Il collegio dei docenti è comunque chiamato a definire i criteri didattici. La proposta nasce in Consiglio di classe, deve essere approvata dal collegio dei docenti che si avvale di un’apposita commissione e viene deliberata dal Consiglio d’Istituto. La Giunta rende esecutiva la delibera e il Preside è responsabile dell’organizzazione del viaggio di istruzione.
27.
Scrutini
L’anno scolastico può essere diviso dal Collegio dei docenti in trimestri o quadrimestri alla fine dei quali i Consigli di classe si riuniscono per gli scrutini con la sola presenza dei docenti. Lo scrutinio è il momento in cui il Consiglio di classe procede alla valutazione degli allievi. Ogni voto deve essere deliberato dal Consiglio su proposta motivata dei singoli insegnanti; il voto infatti deve essere il risultato di una verifica e di una sintesi collegiale fondate su una valutazione comples-
82
siva della personalità dell’allievo. (L.4 agosto 1977 N.517). Il Consiglio di classe deve quindi escludere l’accettazione pura e semplice delle proposte dei singoli insegnanti per semplice “lettura” dei risultati.
28.
Segreteria
L’insieme di tutti i servizi amministrativi, di contabilità, ragioneria, economato costituiscono la segreteria che viene curata dal Direttore amministrativo (vedi) secondo i criteri stabiliti dal Consiglio d’Istituto e le direttive del Preside. La segreteria viene divisa in "didattica", "amministrativa", "contabilità". La segreteria didattica, che si trova al primo piano, svolge il lavoro che riguarda direttamente gli studenti (iscrizioni, certificati, documenti, pagelle, esami, ecc.)
29.
Ufficio tecnico
Ha la funzione di predisporre le conoscenze tecniche per l’espletamento degli acquisti necessari allo svolgimento dell’attività didattica; si preoccupa di far eseguire o di richiedere alle amministrazioni competenti l’esecuzione dell’ordinaria manutenzione dell’edificio scolastico.
30. Vicepreside Docente scelto dal Preside fra i docenti. Sostituisce il Preside in caso di assenza o impedimento. Collabora per la complessiva gestione dell’Istituto.
83
INDICE
CAPITOLO 1
DIRITTI E DOVERI DEGLI STUDENTI CAPITOLO 2 STUDENTI E ORGANI COLLEGIALI: CAPITOLO 3 IMPARARE A STUDIARE CAPITOLO 4 TECNICHE PER LA LETTURA E LA MEMORIZZAZIONE CAPITOLO 5 LA VALUTAZIONE SCOLASTICA CAPITOLO 6 IL PROGETTO GIOVANI APPENDICE DIZIONARIETTO
84
Questo testo è stato elaborato dalla Commissione Progetto Giovani dell’I.I.S.. “A: Lunardi” di Brescia. Coordinatore: Prof. Giuseppe Mattei. Redazione: Prof Amilcare Stocchetti, prof. Alba Trementini Composizione grafica: Lino Martinazzoli, Disegni: Prof. Eros Pedrini. Si ringraziano tutti gli insegnanti, gli allievi e i genitori che hanno offerto collaborazione, consigli e critiche. Si ringrazia in modo particolare l’I.T.C. “G. Parini” di Lecco a cui dobbiamo molti materiali qui utilizzati.
Ia Edizione Brescia Luglio A. D. 1994 IIa Edizione Brescia Luglio A. D. 1995 III edizione Luglio A. D. 2009
(Ciclostilato in proprio ad uso interno)