Inserto Speciale 2

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Inserto 2 PRESENTAZIONE Nello scorso numero del Giornalino, abbiamo parlato degli organi collegiali della scuola. In questo numero incominciamo a parlare dello studio. Lo studio, infatti, è l'attività tipica dello studente e imparare a studiare è estremamente importante anche agli effetti della riuscita scolastica. Ovviamente non esistono ricette facili capaci di risolvere il problema dello studio, esistono, però, convinzioni e metodi che possono aiutarci a migliorare notevolmente la nostra resa. Li offriamo, a partire da questo numero, certi di fare cosa gradita a tutti. Un suggerimento: siccome questa è solo la prima parte, raccogliete gli inserti del gionalino e avrete un'utile strumento.

Lo studio è l'attività che realizzi per poter apprendere, Cioè per acquisire conoscenze, informazioni, concetti e abilità; per sviluppare la capacità di comprendere e di applicare ciò che hai appreso, per essere in grado di realizzare analisi e sintesi, per impadronirti di nuove destrezze e tecniche, per costruire modelli, per risolvere problemi, ecc. Lo studio adeguatamente inteso e praticato non ha come scopo un accumulo di nozioni da sottoporre al controllo dell'insegnante in vista di un voto, bensì la costruzione di te stesso, la formazione della tua personalità e la preparazione ad una determinata professione. Le nozioni e le abilità apprese diventano parte di te stesso: allargano i tuoi orizzonti intellettuali, potenziano le capacità di giudizio, arricchiscono la sensibilità, trasformano gli atteggiamenti verso gli altri e i fenomeni sociali e portano a maturazione la tua personalità. E' un'attività orientata al tuo "essere persona" più che "all'avere dei voti o, domani, ottenere un diploma". Chi mangia poco e male per molto tempo rimane denutrito, debole nella costituzione fisica, a differenza di chi si è nutrito in modo corretto. Chi ha studiato poco e male rimane intellettualmente gracile, sprovveduto, ingenuo, dogmatico, pretenzioso e semplicista. Una persona che studia, invece, è capace di comprendere la realtà, gli uomini, i problemi, la storia, di capire i dibattiti delle idee, di vivere una gamma più vasta di emozioni, di dare un senso più ricco alla vita, di comportarsi in modo creativo e originale.

Dicembre 1993 Lo STUDIO si realizza dentro e fuori la classe, a scuola e in casa, in biblioteca e all'aria aperta. Infatti si ritiene studio qualsiasi attività che tu compi per IMPARARE o meglio, con l'intenzione di IMPARARE. Quando dici: "vado a studiare", "mi metto a fare i compiti", "mi devo preparare per un compito in classe" ecc., stai dichiarando che desideri realizzare delle attività per APPRENDERE. Da parte sua, il professore INSEGNA, cioè ti facilita, ti stimola, ti orienta perché tu possa apprendere. INSEGNARE, la funzione del professore, significa porre l'alunno in situazione di apprendimento, cioè orientare i suoi processi rielaborativi per fargli vivere delle esperienze, per proporre, promuovere e guidare attività di diverso genere che consentano all'alunno di acquisire conoscenze, destrezze e abilità. Questo è l'obiettivo che hanno le attività promosse dall'insegnante spiegazioni, esercizi alla lavagna, letture, dialoghi orali, ricerche, soluzioni di problemi, discussioni guidate, filmati, esperimenti, ecc.). Tu quindi studi quando esegui delle attività di apprendimento, sotto la guida diretta o indiretta del professore. La guida diretta e quella offerta dall'insegnante durante la lezione (secondo i vari stili di lezione); quella indiretta si ha quando esegui i compiti compiti o compi altre attività di apprendimento fuori di classe, secondo le indicazioni fornite durante la lezione. E' opportuno segnalare che in certe occasioni puoi studiare per iniziativa propria: ciò accade quando realizzi attività per imparare più di quanto l'insegnante ti ha trasmesso in classe. Analizziamo ora alcune caratteristiche dello studio, segnalando il significato che questa attività ha per te come studente, stabilendo le condizioni secondo cui lo studio diviene una effettiva attività (ossia consente un APPRENDIMENTO reale e duraturo) e indicando come si può trasformare lo studio in un'attività gratificante, efficace, forse anche piacevole.

1. LO STUDIO E' UN' ATTIVITA' MOTIVATA L'alunno studia quando possiede delle motivazioni per farlo: "prendere una sufficienza", soddisfare i propri genitori, ottenere il riconoscimento dai compagni, superare un compagno "più bravo ", evitare di fallire o di rovinarsi le vacanze, raggiungere delle mete personali, prepararsi ad esercitare una determinata professione, ecc.


2 Il tipo di motivazione per il lavoro scolastico determinante per il rendimento, ma la motivazione non può essere imposta. Gli insegnanti e i genitori possono facilmente indurre delle motivazioni estrinseche, sotto forma di desiderio di raggiungere un buon profitto: tuttavia queste sono poco incidenti e in più passeggere. Una valida motivazione allo studio nasce quando tu la inserisci nel tuo processo di crescita totale di ragazzo, cioè quando tu vivi lo studio come un'attività che contribuisce alla tua realizzazione. Questa motivazione può sorgere soltanto quando hai raggiunto una relativa sicurezza di te stesso, stai soddisfacendo il tuo bisogno di socialità e di stima e cominci a spingere il tuo sguardo in avanti, a costruire un tuo progetto di vita. L'intensità e la qualità della motivazione determineranno lo sforzo personale e la profondità dello studio, che diviene invece faticoso e penoso, quando le motivazioni sono deboli o precarie. Sarà importante, quindi, che tu identifichi le tue motivazioni allo studio o le ricerchi quando queste si stanno estinguendo. Durante l'attività quotidiana di studio si è accertato che si impara di più all'inizio e alla fine di un periodo di studio, mentre ciò che si impara nel mezzo di questo periodo rimane meno impresso. Per questo si raccomandano un maggior sforzo e delle attività addizionali di rinforzo durante il periodo intermedio. E' possibile mantenere alta la motivazione se si considera lo studio un'attivita di lavoro alla quale si dedica, in modo regolare, un tempo determinato. Inoltre si è verificato che la motivazione comincia a indebolirsi quando nello studio sono stati raggiunti alcuni obiettivi centrali, cioè quando si è appresa una parte considerevole della materia, o la più importante. Lo studio in se stesso può costituire una fonte di motivazione interna che deriva dall'interesse suscitato dal metodo di studio usato o dai risultati ottenuti. Il metodo di studio, oltre che essere efficace, può diventare gratificante. Lo studio, quindi, gratifica e si trasforma in una motivazione interna, che è senz'altro più effettiva di quella esterna. Gli psicologi definiscono come intrinsecamente motivato il comportamento dell'individuo che svolge una certa attività unicamente perché sente un piacere nel realizzarla: unico guadagno e unica ricompensa al suo lavoro è il piacere, la soddisfazione che si prova. Queste motivazioni intrinseche sono l'unica garanzia perché l'apprendimento non risulti una mera acquisizione meccanica di dati presto dimenticati.

2. LO STUDIO E' UN' ATTIVITA' INTENZIONATA Ciò significa che tu devi studiare con l'intenzione di apprendere, essendo l'apprendimento lo scopo dello studio. Il contrario situazione per niente desiderabile - è abbandonare lo studio al caso, cioè studiare senza intenzione di imparare. L'atteggiamento verso lo studio

non deve essere ambiguo, ma deve tradursi in una totale disponibilità alla massima concentrazione. Per esempio, mettersi a studiare nel salotto con la televisione accesa per poter seguire una telenovela, o vicino al telefono in attesa della chiamata di un amico, o ancora con la promessa della madre che, dopo lo studio, consegnerà una mancia per comprare un disco, sono atteggiamenti ambigui che rivelano un'assenza di intenzione, di volontà di apprendere. Si impara facendo: non ha significato uno studio passivo. Se non c'è azione, se non c'è un'attività, non c'è studio e quindi non ci può essere un apprendimento. L'attività può consistere nel leggere, fare un riassunto, risolvere un esercizio, analizzare un'opera letteraria, applicare delle formule a dei problemi, discutere in gruppo, ecc. Come si vede, le attività possono essere svariate.

3. LO STUDIO DEVE ESSERE PIANIFICATO Quando ti disponi a studiare devi previamente avere chiaro che cosa vai a studiare, come lo vai a studiare, quale metodo adotterai, quanto tempo vi dedicherai, fino a che livello di approfondimento vorrai arrivare. Lo studio pianificato è più sicuro, produce un apprendimento completo e più duraturo, diminuisce la possibilità di confusione e riduce la tensione emotiva. La pianificazione del proprio tempo ti consente di assumere altri impegni di grande utilità per la tua formazione personale. E' molto importante che tu decida, secondo le tue caratteristiche ed esigenze personali, quanto tempo destinare allo studio e quando studiare. Bisogna che tu pianifichi il tempo riservato allo studio non in generale, ma distribuendolo secondo le diverse materie. E' importante stabilire delle priorità secondo criteri personali (per alcuni sarà utile partire dalle materie più difficili, per altri da quelle più facili). Devi tener presente che è più efficace dedicare allo studio diverse sessioni relativamente corte, intervallate da brevi periodi di riposo, che non un'unica sessione lunga e senza soste. Per consigli più dettagliati sulla pianificazione vedi il capitolo successivo.


3 4. LO STUDIO RICHIEDE APPROPRIATE TECNICHE Le tecniche o strategie di studio devono essere scelte in modo da servire per le diverse esigenze e le differenti materie oggetto di studio. Si utilizzeranno tecniche differenti per memorizzare delle forme verbali o delle formule per calcolare interessi o sconti. Un certo tipo di lettura potrà servire per raccogliere delle informazioni da un articolo di giornale o da una voce di enciclopedia; lo stesso tipo di lettura non gioverà quando si affronterà un testo di economia; e ancora, la lettura per ripassare un brano di storia si realizzerà in maniera diversa da quella impiegata per analizzare un testo letterario. E' importante definire strategie diverse per i diversi obiettivi proposti dalle discipline scolastiche. Lo studio richiede con frequenza l'uso di materiali scritti. Gran parte del lavoro scolastico si realizza su dei testi scritti che devono essere letti, consultati, analizzati, riassunti, tradotti, ecc. Perciò una delle abilità fondamentali per lo studente è costituita dalla lettura (selettiva, intensiva, comprensiva, veloce.) L'alunno della secondaria deve essere in grado di decodificare tutti i tipi di testo. Spesso però, le naturali capacità cognitive indispensabili per l'apprendimento dei contenuti, non sono messe in funzione concretamente perché l'alunno non possiede strategie specifiche per abbordare il testo. Vedi il capitolo sulla lettura.

5 . LO STUDIO E ' UNA ATTIVITA' COLLEGATA A DELLE ABITUDINI L'abitudine è la tendenza a continuare o ripetere determinati comportamenti senza bisogno di molta riflessione o direzione cosciente. L'abitudine è un comportamento quasi automatico che semplifica la realizzazione di un compito. Lo studio diventa più facile quando lo studente ha acquisito una serie di abitudini connesse con la sua attività. Le abitudini di studio riguardano il luogo dove si studia, la distribuzione del tempo, la sequenza delle attività da svolgere, l'utilizzo di certi materiali, la revisione del compito in classe prima di consegnarlo, l'analisi degli errori dei compiti, ecc. La formazione di abitudini di studio richiede un processo diretto e intenzionato, difficilmente si può imporre dall'esterno. Se un insegnante ti ha detto che ti manca il metodo o delle abitudini di studio, devi poi analizzare in concreto dove si verificano queste mancanze.

6. LO STUDIO IN GRUPPO PUÒ ESSERE MOLTO EFFICACE Il lavoro di gruppo come forma di studio offre notevoli vantaggi: aiuta a correggere i propri errori, consente il confronto di idee e conoscenze, aiuta a interpretare testi e a chiarire concetti, offre nuovi punti di vista sull'argomento, ecc. Però lo studio in gruppo è valido ed efficace solamente se è preceduto dallo studio individuale, cioè se coloro che partecipano al gruppo conoscono gli argomenti

sui quali stanno lavorando. Bisogna superare l'idea che si possa studiare tutto e sempre in gruppo: se non si conosce prima la materia è impossibile, o quanto meno difficile, raggiungere apprendimenti effettivi. Ti segnaliamo alcuni vantaggi offerti dallo studio in gruppo, secondo quattro prospettive differenti: * dal Punto di vista dell'apprendimento delle materie scolastiche, lo studio in gruppo: - facilita la comprensione del contenuti che si studiano, aiuta a rendersi conto degli errori di interpretazione e a correggerli, - offre ai partecipanti più punti di vista su un determinato argomento, arricchendo i risultati dello studio, - offre la possibilità di accedere più rapidamente a diverse fonti, * dal punto di vista dell'apprendimento nell'area affettiva e sociale: · sviluppa la capacità di lavorare in forma collaborativa con altre persone - stimola la tolleranza e il rispetto di punti di vista differenti dai propri - sviluppa atteggiamenti positivi come la responsabilità e la solidarietà, - aiuta nella crescita socio affettiva e rafforza la sicurezza e la fiducia in se stessi, * dal punto di vista degli obiettivi trasversali: - aiuta a migliorare l'espressione orale e scritta, - sviluppa la capacità di lavorare in forma pianificata, - stimola la capacità di analisi e sintesi, - stimola l'interesse per le attività curriculari, * dal punto di vista delle condizioni per un apprendimento efficace: - consente di lavorare secondo il proprio ritmo di apprendimento, - aiuta a rendersi conto immediatamente dei risultati ottenuti nel confronto con i compagni, - aiuta a soddisfare i propri interessi in quanto stimola a


4 lavorare su aspetti che si possono scegliere nell'ambito degli argomenti affrontati. ALCUNI LIMITI DELLO STUDIO IN GRUPPO - se tutti i componenti del gruppo non sono sufficientemente motivati verso lo studio o non agiscono in forma responsabile, lo studio in gruppo si può trasformare in una attività improduttiva, - la mancanza di chiarezza o la indefinitezza dei propositi possono ridurre l'efficacia dell'attività, - l'atteggiamento individualista di uno o più membri del gruppo può impedire che il lavoro sia essenzialmente collaborativo. Perché lo studio in gruppo sia veramente utile e ti offra i vantaggi segnalati precedentemente, tu devi rispettare le seguenti condizioni: 1.nessun membro del gruppo si può illudere di imparare tutto ciò di cui ha bisogno con la semplice partecipazione al gruppo: lo studio in gruppo può divenire produttivo a condizione che ogni partecipante realizzi previamente uno studio individuale o almeno possegga una visione globale della materia; 2.tutti i membri del gruppo devono aver chiari gli obiettivi delle attività e sapere quali risultati desiderano raggiungere; 3.tutti devono essere disposti a realizzare uno sforzo collettivo e offrire il proprio contributo; 4.deve esistere tra i partecipanti del gruppo un certo grado di reciproca accettazione, una disposizione a lavorare con gli altri, la volontà di ascoltarli; bisogna insomma preoccuparsi di creare un ambiente favorevole alla comunicazione interpersonale; 5.il gruppo deve darsi delle norme che regolino le sue attività.

7. LO STUDIO RICHIEDE IL CONTROLLO DEI PROBLEMI EMOZIONALI E' relativamente frequente che si producano dei conflitti emozionali a causa di una mancanza di coerenza tra i propositi dello studio o di interferenze con altri propositi estranei allo studio. A volte ci si preoccupa per i compiti in classe: questa preoccupazione può agire come una forza che motiva lo studio. Se però la preoccupazione è molto forte, allora si trasforma in ansia che disturba l'apprendimento. Questo tipo di ansia si può, in parte, contenere quando lo studio è programmato: ciò dà la certezza di raggiungere un livello accettabile nella preparazione. La programmazione infonde quindi fiducia e sicurezza. Altre volte le difficoltà nascono dall'ambiente familiare e dall'immagine che la famiglia ha della scuola. Il clima

familiare condiziona in gran misura il tuo stato emotivo la tua disposizione verso lo studio. Così un ambiente familiare autoritario, rigido, ostile, pieno di conflitti, con norme poco chiare, oppure iperprotettivo, indulgente produce un disorientamento nel ragazzo e ostacola l'apprendimento scolastico. Al contrario, un ambiente familiare creativo, stimolante, dove si legga, si discuta, si critichino i messaggi che penetrano in casa per mezzo dei mass media, favorirà i processi di crescita culturale avviati dalla scuola. Di nuovo, un ambiente gratificante, dove i genitori si interessino dei progressi dei loro figli e non solo dei voti e dei giudizi degli insegnanti, mantengono una costante supervisione sui loro apprendimenti non con l'affanno di controllare, quanto piuttosto di condividere le nuove esperienze, aiuterà a stabilire e mantenere rapporti con i figli e ricompenserà tanto gli alunni quanto i genitori: i primi si sentiranno orientati e stimolati, i secondi potranno rallegrarsi per le mete raggiunte dai figli. Per ultimo, le difficoltà possono nascere dalla tonalità affettiva percepita dallo studente nella scuola e nella classe. Ogni situazione sociale si contraddistingue per il suo clima affettivo, che è la derivante dell'incontro fra i rapporti interpersonali, le norme e i valori dominanti nel gruppo. Questo ambiente può essere affettuoso, accogliente, permissivo oppure freddo, conflittuale, repressivo, ansiogeno, ecc. Il clima si crea dall'incontro di molteplici variabili che normalmente sfuggono al controllo delle singole persone che costituiscono il gruppo sociale. Inoltre, ogni membro dell'istituzione, nel nostro caso ogni studente, vive e percepisce questo clima dalla sua personale prospettiva. La qualità dell`ambiente scolastico è fondamentale per la realizzazione di un processo di apprendimento, poiché da essa dipende in gran misura l'atteggiamento verso lo studio e di conseguenza l'impegno. Dall'impegno deriva pure la facilità per comprendere, per assimilare determinati contenuti, per memorizzarli e rievocarli al momento opportuno. A volte succede che uno studente presenti insuccessi in determinate materie non perché abbia limitate abilità intellettive o non possegga prerequisiti, ma soltanto perché non è riuscito a stabilire un buon rapporto con l'insegnante o è stato emarginato dai compagni. -(Fine prima parte . Continua nel prossimo numero.)


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