Lunarfollie maggio 2016

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Anno 24 Numero 3

Qualcuno dice che il bello di un stia nel percorso che porta alla meta e non tanto nella meta. Condivisibile o meno. C’è qualcosa che affascina tanto nel viaggiare quanto nello scoprire il luogo in cui si va. Ma, a dirla tutta, c’è qualcosa che affascina anche prima di partire, quando la meta ancora la si pensa e il viaggio è alle porte. C’è qualcosa che freme, qualcosa che agita il nostro essere, qualcosa che genera quell’adrenalina che si spegne solo dopo che dal viaggio si è tornati. E il viaggio accenda l’adrenalina, in modo diverso, anche quando si è permesso al tempo di far sedimentare i ricordi, le emozioni, gli sguardi, le persone, i luoghi e i particolari. Perché dopo il viaggio, la stra-

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da, la condivisione, l’approfondimento, la fatica, il sudore, il disagio, il sorriso, i colori, gli odori… sono ancora vivi. Forse, per assurdo, qualcuno ancor più di quando si è viaggiato. E la visione particolare di ciascuno rende, anche a distanza di tempo, speciale il viaggio. Con qualcosa di particolare, personale e magico. Ricordando una piazza per un colore, una località per quel cibo, il mercato per quell’odore, la via per quella sensazione e per quel vociare… Da condividere. Cartoline che nonostante il tempo non ingrigiscono, meglio di qualunque scatto più o meno moderno o di qualunque selfie che dica che io esisto. Perché un incontro, un’espe-

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rienza non lasciano mai indifferenti e uguali a prima. Questi dicono che esisto, che vivo, che mi emoziono, che soffro, che piango, che amo. Perché il bello di viaggiare è che non riguarda solo il volo, il cammino, il pullman o la strada fatta a piedi, ma tocca corde che dentro vibrano e risuonano di umanità. Mauro Toninelli IN QUESTO NUMERO: Berlino pag. 2 Dublino pag. 3 Folkestone pag. 4 Cannes pag. 5 Praga pag. 6 Valencia pag. 6 Movies Viaggiare... con i film pag. 7 From Tibet with love pag. 8


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L’ODORE DI BERLINO Forte, salato, mescolato a brezze marine ed effluvi fognari degni del peggiore angiporto, con essenze aromatiche di spezie lontane… questo è l’odore di Berlino, l’unica, tra le molte città da me visitate, che saprei riconoscere a naso, anche ad occhi bendati. Una città complicata ma facile da visitare, percorrere, vivere grazie ad una rete di trasporti capillare ed efficace, dove assaporare il contrasto in ogni angolo, passando da strade e piazze gigantesche (soprattutto ad est) a vicoli impegnativi, da grandi palazzi a cortili minuscoli che non rinunciano ad alberi enormi , arterie ingolfate di negozi (Ku’damm) e oasi di pace dove si respira cultura raffinata (Fasanenstrasse) o spazi infiniti regalati alla popolazione avida di

REDAZIONE Sofia Bandera 5CL Simone Belleri 2BL Stefano Bregoli 2B Giulia Brianza 5BL Sara Cucciol 4BL Lorenzo Favier 2CL Rossella Giarrizzo 2AL Leila Kridla 5A Direttore responsabile: prof. Mauro Toninelli Vice Direttore prof.ssa Marina Raggi

sole (Tempelhof): il tutto marcato dalle tubazioni colorate che sbucano ovunque e sembrano davvero il sistema cardiocircolatorio di un organismo alieno… Magica l’atmosfera che vi regna, contrassegnata dalle incredibili diversità umane che la popolano i cui idiomi si mescolano all’infinito in un orchestra di suoni talvolta allietati da note

musicali in concertini improvvisati. Berlino, dove la Storia con la esse maiuscola ha segnato ogni angolo, nel bene e nel male, alfa e omega della nostra cultura europea, ich liebe dich! Marina Raggi

Consulenza redazionale prof.ssa Cristina Foltmann Composizione e stampa a cura di Lino Martinazzoli

Lunarfollie viene pensato, prodotto, stampato e distribuito presso il CIMP dell’ IIS “A. LUNARDI” via Riccobelli, 47 Tel. 030/2009508/9/0 Email: lunarfollie@lunardi.bs.it


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DESTINAZIONE DUBLINO Come ogni anno è arrivato il tempo di stage e scambi al Lunardi e, per la prima volta, pure io sono partito verso un nuovo paese con una nuova cultura tutta da scoprire: l’Irlanda. Nello specifico sono stato a Dublino, la capitale della Repubblica, città centro dello sviluppo economico dello stato degl’ultimi anni, piena di pub (e starbucks), che ti accoglie a braccia aperte e ti colpisce per il suo mix di vecchio e nuovo, edifici dei primi anni del Novecento in parte a negozi di vestiti super scontati o addirittura l’uno dentro l’altro. Dublino è moderna e cosmopolita, i suoi cittadini provengono da tutte le parti del globo e ciò lo si può notare già dalle principali vie del centro in cui puoi trovare maestre

che richiamano gli alunni con un forte accento spagnolo davanti a ristoranti di cucina tipica thailandese. Spostandosi però di poco in periferia si può vedere il suo vero punto forte: il paesaggio. Che tu sia davanti all’oceano o in pianura resterai comunque affascinato dalla grandezza della spiaggia piuttosto che dalle pittoresche terre incontaminate che in questo periodo stanno assistendo all’arrivo della primavera con lo sbocciare dei narcisi.

Certamente non tutto è perfetto e ne è un esempio la cucina, che era anni luce da quella italiana (e chi l’avrebbe mai detto), piena di patatine fritte e praticamente senza frutta e verdura, oltre al fatto che i negozi dublinesi sono abbastanza cari. In ogni caso i luoghi da visitare sono molti come la National Gallery of Ireland per gli amanti dell’arte o la Guinness Storehouse, il museo situato in parte alla fabbrica che mostra il processo e gli ingredienti con cui la famosa birra è fatta. La settimana è volata e in attimo ero già di ritorno con una valigia più pesante della partenza, probabilmente per i regali che ho dovuto prendere, ma soprattutto per ogni nuova esperienza che ho vissuto, amicizia che ho stretto ed emozione che ho provato. Simone Belleri 2°BL


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L’INGHILTERRA, DOVE LA MOQUETTE IN CASA È (QUASI) D’OBBLIGO

Caro diario, È da un po’ che non ci si sente, eh? Ti avevo abbandonato in quello scatolone con tutti i miei quaderni delle elementari, e ritrovandosi ho deciso di riempire una pagina, come per testimoniare che la mia vita vada avanti. Comunque, senza fare i filosofi, devo assolutamente raccontarti di ciò che è successo nello scorso marzo (ora è aprile 2016) , precisamente dal 6 al 12. La mia classe, la magnifica 2CL, ha partecipato ad uno stage linguistico nella punta sud-est dell’Inghilterra, in un paesino di 45.000 abitanti chiamato Folkestone, nella regione del Kent. Omettendo le grandi aspettative creatasi da settembre e durate fino all’arrivo effettivo in paese, è stata una settimana che rifarei altri milioni di volte, per ogni punto di vista: la guida sul lato sinistro della strada, i taxi neri, le cabine telefoniche, i double deckers (i bus a due piani), le villette a schiera perfettamente uguali (terraced in inglese),ecc; insomma, un Paese non perfetto

(ogni cosa ha un difetto, animata o non animata che sia) che in qualche modo ti fa sentire a casa, ti coccola; sei coccolato quando senti un senso di protezione, tranquillità, morbidezza, esattamente quella che si prova in una casa inglese camminando sulla moquette: un pavimento morbidissimo, come camminare su una distesa di nuvole, che si estende per tutta la casa; dei cuscini che corrono in ogni meandri dell’appartamento, su, giù e lungo le scale che ti

parlano, ti sussurrano: ”Sei a casa, ora rilassati dalla vita frenetica inglese e riposati anche camminando”. Lo stage comunque è stato fantastico: ci siamo uniti come classe, discutevano di quanto non ci piacesse il cibo, facevamo lezioni con insegnanti fanatici di musica vecchio stile; tutte piccole cose che ci hanno reso più coscienti, più responsabili, più forti, migliori. Sinceramente, in Inghilterra tornerei davvero domani se potessi, anche senza assolutamente nulla, solo per rivedere un altro mondo, a cui ormai so di appartenere. Credo di averti stufato abbastanza con la mia inesistente filosofia; però grazie per avermi fatto riaffiorare a mente tutta la mia esperienza. Alla prossima, Lorenzo Favier 2CL


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MI SONO PERSA A CANNES

Ok, persa è una parola grossa. Diciamo che anni e anni di orientamento nelle città sono andati a farsi friggere. Vi racconto come è andata. Torniamo a quel famoso Venerdì, ultimo giorno passato a Cannes. Le professoresse avevano deciso che dalle 14:00 alle 17:00 avremmo avuto del tempo libero per fare shopping a Cannes. Io ero molto contenta, visto che mi mancava ancora il regalo per mia sorella e avevo visto qualcosa per me (ovvero una fantastica salopette, ma dettagli). Fatto sta che io decisi di partire da sola, visto che il negozio che dovevo raggiungere era lontano dalla via principale. Finita di fare tutti i miei acquisti decisi di tornare al punto di partenza e chiamai una mia compagna. Il mio cellulare, non so come, chiuse la chiamata, co-

me se fosse caduta la linea. Riprovai due volte e alla terza decisi di chiamare un’altra mia compagna. Stesso caso, il telefono non voleva partire. Qui iniziai a farmi prendere la panico. Provai con altre due mie compagne e ancora non partiva. Iniziai a girare sul lungomare in cerca di qualche mia compagna di classe ma niente. A quel punto, iniziai a chiedere a qualche commerciante se poteva prestarmi il telefono per chiamare i miei compagni, ma nessuno voleva prestarmelo, visto che erano numeri italiani. Una si offrì di mandare un messaggio al mio compagno di classe, ma il messaggio non arrivò. Dopo circa un quarto d’ora che girovagavo a casaccio, decisi di riprovare a chiamare le mie compagne. Provai e finalmente la chiamata partì ma, ahimé, lei non ri-

spose, probabilmente perché aveva il telefono in silenzioso o non lo sentiva. Provai con un'altra e un'altra ancora, quando all’improvviso, per pura fortuna, una mia amica aveva visto la chiamata e mi richiamò subito. Le chiesi di venirmi a prendere e lei, insieme ad altri miei compagni, mi raggiunse. Infine, facemmo un giro sul lungo mare e alla fine andammo in un bar per berci una Coca. E’ stata la giornata più brutta della mia vita, ma posso dire che alla fine mi sono divertita. Ancora adesso rido di questa mia piccola avventura. E voi, quando andate in gita, ascoltate sempre i vostri professori e cercate di ricordarvi il punto di ritrovo, per non finire come me. Rossella Giarrizzo


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STAGE LINGUISTICO A VALENCIA!

Come tutti ben sappiamo, il mese di Marzo, per i lunardini, significa gite, gite e ancora gite. Le nostre classi (5Bl, 5Cl e altre) hanno trascorso una settimana a Praga, capitale della Repubblica Ceca. Ciò che salta subito all’occhio della città è l’unione fra lo sfarzo degli edifici più antichi e la tragicità della seconda guerra mondiale che caratterizza luoghi come il ghetto e il cimitero ebraico, oltre che al campo di concentramento di Terezin, situato fuori città. Praga mostra il suo lato più "regale" attraverso la maestosità delle sue chiese gotiche come la Cattedrale di San Vito, l'imponenza dei ponti, i colori brillanti dei palazzi e la vorticose linee della Casa Danzante. Dall'altra parte, la drammaticità della seconda guerra mondiale diventa improvvisamente reale nel trovarsi davanti alle pareti del Museo ebraico, completamente ricoperte dai nomi delle vittime dell'olocausto, oppure di fronte ai disegni dei bambini del tempo che mostrano la sofferenza delle persecuzioni. Il tutto è affiancato dal vecchio cimitero ebraico, le cui 12 000 lapidi antiche (1400-1700) rendono l'atmosfera ancora più sconvolgente. Un'altra caratteristica impressionante della capitale sono le sue grandi dimensioni che la portano addirittura ad essere divisa in ben 22 distretti. Questa peculiarità si rispecchia nell'ampiezza delle sue piazze e viene messa in risalto dagli stretti vicoli che permettono di raggiungerle. Ciò che non manca mai nella tradizione di un popolo sono i piatti tipici, come il fantastico goulasch e il dolce tipico, il trdlo, acquistabile ovunque per le vie del centro. Non dimentichiamo la famosa birra praghese, bevanda nazionale e a buon mercato. Insomma, Praga è decisamente una città da visitare, grazie al suo fascino dovuto alla combinazione fra la sua bellezza artistica e l’enorme quantità di storia che ha da offrire.

Giulia Brianza(5Bl) e Sofia Bandera(5Cl)

Salve a tutti ragazzi! Come sapete, nel mese di marzo molte classi sono partite per gli Stage in molte città dell’Europa: Dublino, Berlino, Praga, Cannes…. Io però sono qui per parlarvi dello Stage svolto a Valencia dalle classi 3AL e 4AL. Io per questo articolo mi sono occupata di intervistare la professoressa Mazzoleni, accompagnatrice della classe quarta. Ecco l’intervista.

Come è stata l’esperienza in Spagna? L’esperienza è stata complessivamente positiva, è stata piacevole dal punto di vista della città ma impegnativa riguardo la gestione delle classi e degli studenti. I suoi alunni si sono comportati bene? Io avevo solamente una classe e posso dire che anche chi di solito a scuola è un po’ vivace è stato molto autonomo (questo riferito alla quarta). Il viaggio in aereo all’andata e al ritorno come è stato? E’ andato bene: c’è stato un po’ di maltempo e qualche piccola turbolenza all’andata, ma nonostante questo l’aereo è arrivato puntuale a destinazione. Ha trovato difficoltà con lo spagnolo? Partendo dal fatto che io non lo conosco, mi sono arrangiata insieme all’altra professoressa e alla fine è stato semplice, visto che la lingua era facile da comprendere e gli spagnoli, vedendo che noi eravamo stranieri, erano molto gentili e parlavano lentamente per farci capire. La ringrazio professoressa per le sue risposte e le auguro buona giornata, così come a tutti inostri lettori! Rossella Giarrizzo, 2AL


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Viaggiare... con i film

Per chiunque non abbia tempo, voglia o possibilità di viaggiare, ecco alcuni film che vi faranno girare il mondo. Into the wild (2007) - Chr istopher McCandless è un giovane benestante: subito dopo la laurea in scienze sociali all'Università Emory nel 1990, dona i suoi risparmi all'Oxfam e abbandona amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. La sua inquietudine lo porta a viaggiare per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, con lo pseudonimo di Alexander Supertramp. Durante il suo lungo viaggio verso l'Alaska incontrerà sulla sua strada diversi personaggi a cui cambierà la vita con il suo messaggio di libertà e amore fraterno e dai quali riceverà la formazione necessaria per affrontare le immense terre dell'Alaska. Qui trova la natura selvaggia ed incontaminata che, con il passare del tempo, lo porta ad uno stato di felicità interiore, da cui viene pervaso. Una tragica storia che fa riflettere sul valore dell'esistenza delle persone e sulla costruzione del futuro. Viaggio al centro della terra (2008)– Tratto dall'omonimo libro, in una chiave moderna, racconta l'avventura dello scienziato Trevor Anderson, che insieme al nipote Sean, cerca di proseguire le ricerche del defunto fratello riguardo alcuni vulcani in Islanda. Giunti sul posto, con l'aiuto della guida Hannah riescono a decifrare alcuni appunti scritto dal fratello di Trevor, che li condurranno ai piedi di un vulcano spento. I tre vengono sorpresi da un temporale che li costringe a rifugiarsi in una grotta, il cui ingresso viene però bloccato dalla caduta dei

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massi staccati dalla montagna da un fulmine. In cerca di un'uscita alternativa, i tre si calano in una buca profonda 60 metri, finendo così in un'antica miniera, dove una parete fatta crollare da Sean li farà cadere in un cunicolo lunghissimo e profondissimo. Si ritrovano sulla riva di un laghetto sotterraneo, da cui parte un tunnel che si rivela essere la via per il "centro della Terra". Qui parte un'avventura attraverso i sotterranei della Terra, attraversati da creature fantastiche e estinte.

Vacanze romane (1953) - La principessa Anna, erede al trono di un regno immaginario, giunge a Roma dopo aver visitato altre capitali europee. La rigida etichetta che è obbligata ad osservare la esaspera ed una sera, esce sola per le strade. Poiché il medico, per mitigare il suo nervosismo, le ha praticato un'iniezione calmante, le accade di addormentarsi su un muretto. Qui la scopre il giornalista Joe Bradley, il quale, non riuscendo a sapere da lei il suo indirizzo, la porta a casa sua, dove la sconosciuta s'addormenta su un divano. Le notizie raccolte la mattina seguente al giornale rivelano a Bradley che la sconosciuta è la principessa Anna ed egli si appresta a ricavare dal casuale incontro un articolo sensazionale. Segue la giovane principessa nel suo vagabondaggio, mentre un amico, unitosi a loro, va scattando fotografie. La sera alcuni agenti riconoscono la principessa in un dancing, ma Bradley e il suo amico riescono a riportarla a casa. Benché tra Bradley ed Anna sia fiorito, in quelle ore, un tenero sentimento, la principessa, conscia dei suoi doveri, ritorna all'ambasciata. Bradley

rinuncia a pubblicare il suo servizio e il giorno dopo, durante una conferenza stampa, offre in omaggio ad Anna le fotografie scattate dall'amico. Un film in bianco e nero, nella città di Roma degli anni '50, con la famosissima Audrey Hepburn Sette anni in Tibet (1997)- La storia vera di Heinrich Harrer (1912), scalatore austriaco adottato dal nazismo, nel 1939 si aggrega a una spedizione per scalare una montagna del Tibet. L'impresa non riesce. Di ritorno al campo Heinrich viene arrestato dagli inglesi che nel frattempo sono entrati in guerra contro la Germania. Evade e in compagnia dell'amico Peter comincia a vagare per il Tibet. Passano gli anni e i due giungono a Lhasa, la città sacra dove vive il Dalai Lama bambino. Fra il "dio incarnato" ed Heinrich si forma un'amicizia che diventa affetto. Nei sette anni passati nella città sacra accadranno fatti importanti, primo fra tutti l'invasione del Tibet da parte dei cinesi, che costringerà tutti a fuggire, Lama compreso. Tornato in patria Herrer riprenderà la sua attività, dopo aver recuperato l'affetto di un figlio (vero) che non aveva mai visto. L'uomo, autore del libro da cui è tratto il film, tuttora vivente, è ancora amico del Dalai Lama eternamente esule. Il tè nel deserto (1990) - Afr ica 1947 - Le vicende di tre americani in Africa: una coppia di artisti in crisi, Kit e Port e l'amico George, danaroso ed invadente. Si parte da Tangeri e si percorre un lungo itinerario, un viaggio tra noia ed esperienze anche drammatiche, che rispecchia il vuoto di tre esistenze. Un film drammatico ricco di intrecci amorosi, tra i paesaggi dell'Africa negli anni dopo la guerra. Sara Cucciol 4BL


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As you have probably already noticed, six Tibetan teenagers are being hosted by Lunardi this month. Actually, they are from the North of India because some years ago their parents decided to escape from the Chinese government, which was very oppressive, to give a better future to their children. Today an association has given them the opportunity to stay here for some time, to get our country and culture and obviously, we of Lunarfollie couldn’t do without a little interview with them. What do you like of Italy? “Oh we love the cuisine (especially pasta), the culture, all the places, the landscape, also the trees… everything.” Is there anything you dislike? “No, absolutely not, although I’m a bit sick I like the bad

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weather too” says Tsering, Which is the biggest difference between Italy and India? “People of course, says Lhundup, in India people are really shy, closed and they aren’t used to talk about their feelings.” “And Italy is the very opposite, adds Tsering, everybody here is open and welcoming, whenever you meet people, they always come to you and say hi, how are you? Then also the relationship between teachers and students is different, in our country they aren’t so available, and it’s difficult to talk to them.” Would you like to return? “I’d like to stay forever because I love this country and I love the people living here” says Lhundup but among his mates not everybody agrees with him. Somebody

would like only to come back and others don’t want to return either. Is Italian food better than yours? “Certainly, here there are so many ingredients, so many types of meat, fruit and vegetable that you can cook and eat plenty of different dishes … In India we have only the tsampa which is roasted barley flour blended with different things like butter, milk or cheese.” In the first day at Lunardi everybody saw you wearing a uniform, so how come you haven’t got it anymore? “It’s true, they say laughing, but when we arrived here we saw all the students with modern clothes, so fashionable and we just decided to adapt ourselves.” Simone Belleri 2°BL


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