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Anno 12 Numero 7

I.T.C. LUNARDI - BS

Maggio 2004 ri di casa, si gira per il paese e tutto appare più vivo. Che bello se la primavera della natura la sapessimo vivere anche come primavera della nostra vita, che bello se sapessimo coltivare l’amicizia, la solidarietà, la pace. Sembra un’utopia o un sogno, ma noi siamo certi che può diventare – se lo vogliamo veramente – realtà. La Redazione

Eccola di nuovo in scena la grigia paura, grigia e fredda come l’inverno che abbiamo da poco lasciato. Una paura che è perdita di futuro e che riguarda bene o male tutti e non solo gruppi limitati di popolazione. Da un lato c’è la guerra e con essa il terrorismo, dall’altro malattie tremende come la Sars, l’Aids, ma anche l’esplosione dei fondamentalismi e insieme degli egoismi. Il risultato è quello di una sterminata inquietudine. L’alba del nostro secolo come la primavera del nostro anno è dunque paura? Quella

paura che uccide tutto dal dialogo alle utopie, dalla voglia di vivere alla voglia di amare? Vogliamo sperare proprio di no. Basta alzare lo sguardo è ti accorgi che è sbocciata la primavera e ovunque trovi vita che rinasce. Apri gli occhi, alza lo sguardo. Nel cielo volano felici le rondini . L’azzurro è ancora attraversato da nuvole bianche e leggere. Ci si toglie gli abiti pesanti dell’inverno e dal grigio rispuntano i colori vivaci dell’arcobaleno. Si esce volentie-

IN QUESTO NUMERO: Donne pag. 2 25 Aprile pag. 3 L’Esame di Stato pag. 4 1 Maggio pag. 5 La guerra continua pag. 6 Due mestieri... pag. 7 Alcol cattivo amico pag. 9 Cittadini del mondo pag.10 Calcio nel pallone pag.12 Volontariando pag.13 Monaco pag.14 Pianeta Musica pag.15 Poesie pag.18 Una vita per la scuola pag.19 Movies pag.20 Messaggi pag.21 La gita pag.22 Decoder dig. terrestre pag.23


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REDAZIONE ABBIATICO ELISA 3 C AMARANTE SIMONA 5^I BACCAGLIONI ALE 5^C BATTAGLIA MONICA 4^F BELLI MONICA 5^ F BERLASSINI BARBARA 5^F BEZZI NOEMI 5^D BONETTI ROBERTA 5^B BUSI FRANCESCA 5^I CAPOZZI MARCO 4^G CASSAMALI ROBERTO 5^C CO’ VALERIA 3^G CRISTINI CLAUDIA 5^B CRISTINI PAOLA 5^B DAVID SARA 3^G FERRI MATTEO 4^G FRANCESCHINI M. 3^G GABUSI FRANCESCA 4^E GUERRA GIULIA 3^F LEBELLINI LAURA 4^B MACCARINELLI M. 5^F MAIOLO PAOLA 3^G MANISCALCO V. 3^G MARTINAZZOLI LINO MATTEI GIUSEPPE MAZZARELLA SILVIA 4^B MODONESI SARA 5^I ORLINI LAURA 5^D PEZZALI GIULIA 5^F PEZZOTTI JESSICA 3^G PLODARI MARTA 3^G POMPILI ANDREA 1^B RAVANI MARITA 5^D ROMANI ANNA 5^I RONCHI DANIELA 5^D ROSSI FABIANA 3^G SANDRINI MARIKA 5^B SCINETTI LARA 4^G SCHIFINO LAURA 4^B SERRAMONDI LAURA 5^B STROFALDI ROBERTA 4^M TESTA ALESSANDRA 5^I TOMASONI MANUEL 1^B TONNI STEFANO 5^D TRICOMI VALENTINA 5^D VALZELLI STEFANIA 5^F VERZELLETTI SIMONE 1^B VIVIANI LAURA 2^F VOLTOLINI GIADA 5^I YAN LIJIN 5^I ZECCHINI MONICA 4 ^G

Lunarfollie viene pensato, prodotto, stampato e distribuito presso il CIMP dell’ ITC LUNARDI, via Riccobelli 47 25125 Brescia, Italia. Tel. 030/2009508/9/0 Fax 030/390996 E-MAIL ciclun@master.cci.unibs.it

Nel mondo esistono più donne che uomini, le donne sono indispensabili per ogni nascita (non è ancora stato creato un utero artificiale, mentre si possono congelare spermatozoi), eppure sono sempre state, e sono ancora, considerate inferiori all’uomo, relegate a compiti casalinghi mentre l’uomo riveste ruoli che implicano elevate responsabilità. Si è scoperto che il fascio di fibre che collega i due emisferi cerebrali del cervello femminile è più spesso di quello maschile, e facilita quindi la trasmissione delle informazioni e la divisione dei compiti tra i due emisferi, rendendo le donne capaci di fare molte cose in

una volta, mentre i maschi procedono per gradi. Ma non è tutto! La maggior intelligenza “emotiva” che aumenta nelle donne la capacità di relazionarsi, di capire al primo sguardo le necessità di una persona, è data dal fatto che l’emisfero destro femminile è più sviluppato rispetto a quello maschile. Inoltre le donne quando parlano attivano entrambi gli emisferi, mentre gli uomini usano solo il sinistro, e quindi la comunicazione maschile è r i s t r e t t a all’essenziale, al contrario di quella femminile più emozionale. Eppure non c’è parità, ed è ormai luogo comune dire che un marito “aiuta” la moglie: ma la moglie non “aiuta” il marito??? Non hanno entrambi gli stessi doveri??? Ė pur vero che una divisione del lavoro c’è sempre stata nelle società umane, ma questo non vuol dire che vi sia un fondamento naturale nella tradizionale assegnazione dei lavori domestici alle donne!! In Francia il Consiglio economico e sociale ha denunciato nel 2001 che i lavori ad elevata responsabilità sono riservati agli uomini, in quanto le donne rinunciano spesso alla carriera per occuparsi dei figli, o lavorano a tempo parziale a causa dei lavori


LUNARFOLLIE domestici, e questo causa una distinta specializzazione del lavoro, sostenuta anche dalla scuola: dalle elementari fino all’università viene operata una netta divisione tra i sessi, orientando maschi e femmine in modo diverso. A questa divisione delle professioni corrisponde anche una disparità di salario, infatti la remunerazione femminile è mediamente più bassa. Il fatto è dimostrato anche da una recente indagine dell’Istat che vede le donne italiane in media più istruite degli uomini, ma che fanno meno carriera. Infine, come è stato evidenziato nella quarta Conferenza internazionale sulla donna tenutasi a Pechino nel settembre 1995, bisogna accrescere la presenza e la forza femminile nei posti chiave della società e dei governi. Quando si parla di discriminazione femminile, subito si pensa alla situazione delle donne islamiche lapidate per adulterio, costrette a fuggire all’estero, perché questa è la situazione più palese e più denunciata, senza dimenticare che è solo l’apice di ciò che possiamo riscontrare anche nel semplice linguaggio, in cui il plurale maschile è utilizzato per indicare l’insieme dei due sessi. Anche se sono stati fatti molti progressi, chiediamoci se veramente si può parlare di parità!!! Francesca 4^E

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In quel lontano 25 aprile 1945 furono scritte le pagine più drammatiche, ma anche le più gloriose della storia contemporanea. L’Europa era invasa dalle truppe naziste e la sete di potere germanico non conosceva sosta; grazie anche all’appoggio datogli dal regime fascista italiano. Popoli interi sottomessi con la forza alla volontà dei potenti; ebrei, avversari politici e minoranze etniche deportati nei campi di concentramento e sterminati. In Italia l’opposizione al regime di Mussolini si stava organizzando tramite i partigiani che avevano l’appoggio anche di gran parte della popolazione. La lotta fu molto dura, ma la vittoria si concretizzò quando tutto il popolo si ribellò, liberando molte città e mettendo in fuga i nazifascisti. Il colpo finale lo diedero poi le truppe anglo-americane sbarcate in Normandia e l’Armata Rossa sovietica che per prima entrò a Berlino. Perché tutto questo è

potuto succedere? E’ una domanda a cui è diffcile rispondere. Resta comunque il sangue versato dai partigiani, dai soldati alleati e da tutti coloro che combatterono per sconfiggere il regime fascista.Quella fu una guerra di vittime e carnefici, tra violenza e dittatura, tra libertà e giustizia con ruoli ben distinti e per fortuna finì come sappiamo con la liberazione. Una lotta portata da uomini e donne senza nome, ignoti, ma con lo spirito di chi pretende un futuro senza dittature. Ora tocca a noi fare in modo che il sacrificio di tanta gente non sia stato vano ma che sia servito per aprire la strada alla libertà, a quella libertà che ha permesso la nascita della Repubblica e della nostra Costituzione che è sorta, non dimentichiamolo mai, da quel periodo tragico e meraviglioso chiamato Resistenza. Monica


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Anche quest’anno si sta avvicinando, per noi alunni di 5^, il range finale che ci mette tanto in soggezione e ci intimorisce. L’unico pensiero che ci consola è il sapere che una volta sostenuto l’esame di Stato, ognuno prenderà la propria strada e farà quello che ha sempre sognato fare: c’è chi andrà a lavorare e chi proseguirà i propri studi ma questo non importa, ciò che conta è che una volta finito quest’anno, avremo completato altri 5 anni di studio che ci permetteranno di accedere all mondo del lavoro o universitario. Coloro che hanno già sostenuto gli esami dicono che sono una sciocchezza (se si studia ovviamente!) ma adesso che si avvicinano, dilaga tra i maturandi un senso di paura, angoscia e timore, ecco alcune testimonianze: Marco Epis (5^C): “Se devo dire la verità, non mi sembra neanche vero che mancano due mesi alla maturità. Se penso però agli esami in sé, cresce in me una certa tensione, dovuta forse alla gran

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quantità di studio che ancora mi attende, per la preparazione a queste terribili (ma quanto desiderate!) prove. Credo comunque che sia normale avere questa preoccupazione, e mi reputo abbastanza ottimista sull’esito degli esami; alla fine le conoscenze e l’impegno dimostrato in questi anni verranno alla luce e supereremo le prove meglio di quanto si possa prevedere. Ormai il tempo è vicino, ed è rimasto solo questo ostacolo nella nostra corsa verso il diploma

e, perché no, una meritata vacanza.”; Laura Visioli (5^C): “Meno di 2 mesi alla maturità, davvero?! Aiutoo… scherzi a parte veramente quest’anno è volato senza che me ne rendessi conto (e non solo io credo). Il traguardo tanto atteso è ormai alle porte e sinceramente sono contenta perché spero di raggiungere un obiettivo che mi sono prefissata. Finalmente verranno alla luce i r i s u l t a t i dell’impegno di tutti questi 5 anni di studio trascorsi in questa scuola, per cui ancora un ultimo sforzo per trascorrere poi al meglio le meritate lunghe vacanze che credo ci spettino dopo questo lungo e faticoso periodo di studi”; Nicole Riva (5^C): “Nonostante inconsciamente sia un po’ nervosa per gli esami, farei la firma per iniziarli domani! Non importa il voto con cui uscirò (lo definisco una “stupida questione di numeri”), mi importa solo di essere promossa e lasciare questa scuola per entrare finalmente nel mondo universitario-


LUNARFOLLIE lavorativo!”; Erika Sesti (5^C): “Ansia? E’ una parola troppo semplice per quello che proviamo in questo periodo, a poco più di un mese dagli esami. Tanti metterebbero una firma pur di farli già domani, a costo di avere una valutazione inferiore. In più il sole ormai troneggia e l’unica cosa a cui si vorrebbe pensare sono le vacanze. Invece ecco sulle scrivanie pagine di appunti, libri, tesine. Funzionano da memorandum, per ogni qual volta ci viene in mente di uscire e dimenticarci della scuola. Ma il 10 luglio, ne siamo certi, tutto sarà finito. Ci mancherà il Lunardi? Probabile, ma la paura di affrontare il passo più grande, quello per uscire, di certo non lo rimpiangeremo.”; Michela Este (5^C): “Non è facile descrivere ciò che provo in questo momento, adesso poi che ci hanno da poco comunicato le date più o meno esatte degli orali… e pensare che fino al 10 luglio sarò con il “patema d’animo”! Sarei ipocrita a dire che non sono preoccupata, anche se poi sono convinta che la mia fatica sarà ricompensata! E poi con le giornate così belle e calde chi ha tempo di preoccuparsi? Meglio godersi la vita… i 18 non tornano più!”. Alessandra

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Oggigiorno si discute sul significato di questa ricorrenza. Giorno di festa, di svago e di divertimento, oppure di mobilitazione e di lotta? Qualcuno ha inteso conciliare gli opposti definendola una “festa ribelle”, ma nei fatti il primo maggio è l’una e l’altra cosa insieme, a seconda delle circostanze più lotta o più festa. Ma, prima di addentrarci sull’importanza del suo significato è bene sapere cosa si festeggia il 1° maggio. Il 1 maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi importanti, per migliorare la propria condizione. “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine coniata in Australia nel 1855 e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza. La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all’interno del movimento operaio dalla fi-

ne del secolo scorso in poi. Sinceramente oggi non so quanto conti questo giorno per la popolazione poiché in seguito alle profonde trasformazioni sociali e al mutamento delle abitudini, il Primo Maggio ha perso il suo significato originale. E’ diventato più una vacanza, una sorta di festa della primavera e pochi ne conoscono il senso vero.. Un aspetto che lo caratterizza è comunque il fatto che questo giorno, a differenza del 25 aprile che si festeggia solo in Italia, viene celebrato in tutto il mondo. Per questo lo considero come uno dei giorni più importanti della storia mondiale. Monica


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LA GUERRA (PURTROPPO) CONTINUA La guerra in Iraq è diventato uno dei problemi più atroci e attuali di cui si sente parlare in questi giorni, qualcuno parla addirittura di 3^ Guerra Mondiale e del possibile coinvolgimento diretto della nostra nazione. Evidentemente oggi come oggi tutte queste paure sono state smentite, sta di fatto però che i sentimenti che si diffondono tra la gente, sono quelli di inquietudine, ansia, agitazione e irritazione per le migliaia di vittime innocenti che questo conflitto sta creando. Allo scontro in Iraq purtroppo non prendono parte solo gli eserciti delle nazioni coinvolte direttamente bensì anche gente comune, gente che magari si trova in questa zona per motivi di lavoro, come ad esempio tutti gli ostaggi di cui tanto si sente parlare: pare che la guerra stia prendendo il sopravvento su tutto il mondo, infatti, i prigionieri degli iracheni provengono da ogni parte del pianeta, dalla Francia alla Spagna, dal Canada al Giappone fino ad arrivare all’Italia, eh sì, perché anche il nostro paese è rimasto coinvolto e ora come ora sta vivendo momenti di angoscia per la sorte di 3 dei 4 ostaggi rimasti, proprio così: 3 dei 4 ostaggi rimasti, perché uno di loro ha avuto la peggio ed è stato ucciso, il suo nome è Fabrizio Quattrocchi, una guardia giurata al servizio degli americani e che pertanto si trovava in quel luogo solo ed esclusivamente per svolgere il proprio

lavoro. Cosa ne sarà degli altri prigionieri? C’è chi parla di trattative che presto li renderanno liberi, sta di fatto però che ora sono la e che i familiari sono colpiti da ansia e paura, sentimenti che si protrarranno fino alla auspicata liberazione dei loro cari. E i giovani cosa ne pensano di tutta questa situazione? Certamente vi sono coloro che sono contro ogni forma di scontro armato e coloro che invece lo ritengono l’unico mezzo utile ed efficace per far rispettare i propri diritti. Una guerra ha cause sia politiche che economiche, sia culturali che religiose e pertanto chi decide di lottare lo fa affinché vengano rispettati i diritti di cui una popolazione deve godere, senza fare alcuna distinzione. La società si divide quindi in 2 parti: chi è a favore di un uso a oltranza della forza e chi lo ritiene inutile. Dal momento in cui vi è libertà di opinione, ognuno è libero di pensare quello che vuole e di appoggiare le affermazioni che meglio rispecchiano il suo punto di vista. Coloro che ritengono utile l’uso della forza lo fanno forse perché ritengono che questo sia l’unico e l’ultimo mezzo a disposizione per far capire ai propri avversari gli sbagli commessi: gli americani combattono (dicono) al fine di eliminare quel terrorismo che si sta diffondendo sempre più. Pertanto gli americani considerano opportuno e giusto il loro attacco senza però rendersi conto del fatto che in tutta que-

sta situazione, non vengono coinvolti solo i terroristi, bensì anche gente innocente, gente comune che si ritrova ad esser vittima dei grandi al potere, ed è per questo motivo che l’altra metà della società, risulta esser contro ogni tipo di violenza armata: in effetti, se ci pensiamo, da quando ha avuto inizio questa guerra, quanti civili e bambini hanno perso la vita? Migliaia. Ma la vera resistenza chi la fa? C’è chi sostiene che la vera resistenza sia quella degli iracheni poiché è un loro diritto ribellarsi ad un’occupazione armata del proprio territorio da parte di truppe straniere e se un giorno riusciranno a liberarsi degli occupanti, sarà solo per merito loro poiché la popolazione è compatta e non necessita di aiuti altrui; d’altro canto vi sono però coloro che affermano che la vera resistenza sia quella americana poiché resiste chi si oppone a un torto e non chi vuole sopraffare…ad ognuno la libertà di pensare come meglio ritiene ma ragionate su quali saranno le conseguenze, e come rischia di essere triste il futuro in seguito a questi conflitti. Alessandra Baccaglioni 5^C


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DUE MESTIERI E POCHI SOLDI Michele cammina ancora sulle lire. "Questo paio di scarpe è l'ultimo che ho comprato, prima dell'euro. Finché resiste?". Benché fuori corso, le scarpe di Michele fanno il loro dovere, di giorno lo portano in giro, e la sera lo riportano fedelmente a casa. Cioè: alla casa dei genitori. Perché Michele, 27 anni, pur lavorando già da 8 come programmatore informatico in una grande banca, abita ancora coi suoi. "Ci chiamate mammoni, ma io me ne sarei andato da quel po'. E chi si può permettere una casa da solo? Ho una ragazza, la vorrei sposare. Lei è disoccupata, io prendo 1200 euro per dodici mesi, no malattia, no ferie, no liquidazione". "Ero co. co. co. (collaboratore coordinato continuativo), adesso mi hanno passato a contratto-progetto (legge Biagi). Ci ho rimesso 52 euro al mese. Pensare che il mio primo lavoro era a tempo indeterminato". Cos'è successo? "Cassa integrazione. Bella carriera, vero? Fra poco avrò trent'anni e mi sento ancora un bambino. Obbligato ad aspettare. E ad aspettare di aspettare". Nido o gabbia? Appartenenza o dipendenza? L'interpretazione oscilla, il risultato non cambia: i figli stanno aggrappati al lettone di mamma e papà più di tutti i loro coetanei europei. Cinque anni fa, quando Laura prese una laurea in legge e trovò un lavoro fisso, un lavoro modernissimo, di quelli con un lungo nome in inglese, i suoi sospirarono di sollievo: "La ragazza è sistemata". Illusi. "Cinque anni fa prendevo un milione 750 mila lire, adesso

prendo 1023 euro: siamo circa lì, ma intanto tutto è diventato più caro. Un monolocale a Brescia mi costerebbe almeno 700 euro al mese, e col resto come vivo?". Così, da cinque anni, come in una vecchia canzone di Jannacci, Laura prende il treno BresciaMilano, poi la sera il MilanoBrescia, totale 200 chilometri al dì, "alla mamma non dispiace avermi in casa, ma vede che sono triste e allora non sorride più neanche lei". Può sempre prendere un appartamento con qualche collega, Laura. "La vita dello studente l'ho già fatta, preferisco aspettare che cambi qualcosa. La ditta mi ha dato un computer portatile, a volte riesco a lavorare da casa?". In Italia nessuno in fondo deride gli ultra-trentenni ancora sotto le sottane materne, come accade nel Nord Europa. Non c'è sanzione sociale del mammonismo, e la casa dei genitori diventa una rampa di lancio verso il futuro, con un conto alla rovescia che può essere rallentato a piacere. Ma c'è anche chi la sanzione sociale se la infligge da sé, e a volar via ci prova. Alina ci ha provato quattro anni fa: "Pensavo di potercela fare". Ma è atterra-

ta in un limbo. Due mestieri, telemarketing (in nero) al mattino e web-designer al pomeriggio, non le sono bastati per realizzare il sogno più normale del mondo: casa-lavoro-figli. "Ora divido un appartamento con tre amiche, prendo 900 euro al mese sfinendomi di lavoro per spenderne 720 d'affitto in una casa che non è mia. Non metto via un centesimo. Il mio ragazzo è un precario. Non ci sposeremo mai. La mia vita non è una scelta, è un incastro". Insomma chi osa, chi rifiuta per indipendenza e dignità la dipendenza, viene severamente punito dall'Italia del caro-vita. "No, non è una libera scelta. Tutto quello che ho, a 33 anni, l'auto, il cellulare, l'ho comprato coi risparmi dei genitori. Le vacanze me le paga la nonna. Non ho nulla che sia mio davvero": Luisa vive nel Nord-Est che fu un mito dell'intraprendenza, ha in tasca un pregevole master in architettura che però le ha procurato, per ora, solo una busta paga dei soliti mille euro. "Anche la casa in cui vivo è pagata dai miei, ed è già una fortuna vivere da sola. È innaturale la convivenza tra adulti di generazioni diverse". Anche Laura aspetta, ma non si aspetta molto. "Le carriere intellettuali sono tutte tappate dai sessantenni pensionati che lavorano ancora. Noi ci arrangiamo. Invidio i miei genitori: anche loro fecero sacrifici, ma avevano un obiettivo e sapevano di poterlo raggiungere. I miei sono sacrifici immobili". Poi il tempo passa e le speranze pure, e allora il calcolo si trasforma in rassegnazione, rifugio. Carlo ha "40 anni, una


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LUNARFOLLIE che i figli non vogliono lasciar andare perché perderebbero un reddito".

laurea in filosofia, qualche pubblicazione e nessun futuro". Ha provato con l'università, con la scuola pubblica e quella privata. È finito a pulire uffici. Da qualche mese va un po' meglio, ha trovato un posto da portinaio e in guardiola. "Vivo coi miei, pensionati, anziani, contribuisco alla vita domestica, pago le bollette di casa. Papà ha una buona pensione: cominciò come rappresentante e finì dirigente. Lui c'è riuscito a farsi strada nella vita. Io ho studiato più di lui, eccomi qui. Col sospetto di essere un fallito e un inizio di depressione". Quando passano troppi anni nell'attesa dell'occasione giusta per fare il salto, la casatrampolino finisce per diventare casa-salvagente. La pensione di papà resta l'unica vera risorsa. Carlo Maria Gioria, dirigente del servizio anti-violenza agli anziani del comune di Torino, legge preoccupato i rapporti degli assistenti sociali: "Ricevo sempre più segnalazioni su anziani che dovrebbero essere assistiti in strutture specializzate, ma

Ci vuole un coraggio doppio per spezzare quel guinzaglio. Bisogna prendere la rincorsa e saltare lontano. Non solo via da casa, ma via dalla città, anzi via dall'Italia. "I miei avrebbero potuto mantenermi senza problemi", racconta al telefono da Bruxelles Paolo, ingegnere aerospaziale, "sono io che non ho ritenuto dignitoso vivere in un paese che non garantisce la sussistenza neppure a un tecnico di alta professionalità. Qui la vita costa come in Italia, ma per il dottorato prendo 1500 euro, ne pago 600 di affitto, mi sono sposato, mia moglie fa la commessa part-time a 700 euro, abbiamo una figlia, viviamo bene. Il mio consiglio: ragazzi, emigrate prima possibile. Ripartono i bastimenti. Valigette ventiquattr'ore al posto delle valige di cartone. L'America non è solo la soddisfazione professionale, è la vita comoda, senza l'angoscia del 27 del mese. "Nel mio istituto", conferma Paolo l'aerospaziale, "quattro ricercatori su dieci sono italiani scappati. Io sono qui perché ho seguito un consiglio, lo stesso che do a tutti e che seguirei anche se rinascessi". Volevamo intitolare questa ricerca “il futuro è grigio”. Ci chiediamo chi ci aiuterà a colorarlo.

RISCHI IN CASA Circa 4 milioni di incidenti domestici all'anno: coinvolto il 27,8% degli italiani. Per le statistiche ufficiali solo il 7,6% Sono circa 4 milioni all'anno gli incidenti domestici in Italia. Un numero altissimo se si pensa che quelli sul lavoro sono pari a poco più di 1 milione, e quelli sulla strada circa 300 mila. La ricerca del Censis ha messo in evidenza quanto siano pericolose le nostre case e quindi quanta attenzione è necessario avere nell’uso dei tanti elettrodomestici. I LUOGHI PERICOLOSI Il luogo in cui gli italiani sono meno sicuri è la cucina, in cui avvengono i maggiori incidenti. Al secondo posto troviamo il bagno. Gli infortuni domestici dipendono almeno da tre cause: dalla qualità del sistema abitativo; dalle caratteristiche dei prodotti che entrano in casa; dai comportamenti individuali. I RISCHII Il 46,1% degli italiani negli ultimi tre mesi (con punte del 50,3% tra i giovani con meno di 30 anni, e del 56,6% tra studenti e disoccupati) ha avuto almeno un comportamento a rischio per se stessi, per i familiari e persino per i coinquilini: scordano pentole sul fuoco acceso (12,2%); lasciano rubinetti aperti (11,9%); utilizzano, quando sono bagnati, apparecchi elettrici (11,2%); spengono gli elettrodomestici tirando il filo della presa (10,9%); lasciano il gas aperto (9,1%). Attenzione dunque alla casa, che non diventi una trappola .


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Sottrarsi all’alcol per i giovani è sempre più difficile. Bombardati dalla pubblicità, sollecitati dalla moda, motivati dalla noia stanno aumentando i giovani che bevono. Sono circa 900.000 gli adolescenti con meno di 16 anni che consumano abitualmente birra, vino e aperitivi che ingannano per il loro sapore zuccheroso. I dati vengono dall’Istituto superiore di Sanità. Si abbassa notevolmente l’età 11 –12 anni in cui si inizia a bere e gli adolescenti italiani sono i più precoci d’Europa. Il Ministero ha lanciato al riguardo una mega campagna che speriamo funzioni meglio di quella contro il fumo di sigarette. Gli adolescenti bevitori (14-16 anni) nel 2001 erano circa 100.000 in più rispetto al 1998 e bevono spesso aperitivi dolciastri e colorati spacciati come innocui mentre contengono vodka e gin e quindi una discreta gradazione alcolica. La compagna preferita del tempo libero è la birra. Dietro il fenomeno c’è un problema sociale, i giovani bevono per darsi sicurezza e non sentirsi isolati. Lo fanno fuori dai pasti quando genitori ed educatori non vedono. Le più accanite sono le ragazze, passate dal 35,7% al 41,6%. Pensate che prima dei 15 anni l’apparato digerente non è capace di “smontare” l’alcool perché il sistema en-

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zimatico è incompleto. Le ragazze sono addirittura svantaggiate perché possiedono rispetto ai ragazzi una inferiore capacità di metabolizzare. L’organismo, col tempo, richiede quantità sempre maggiori di alcolici per dare le stesse sensazioni di euforia, il rischio di malattie è alto.

nica tra i giovani. COSA BEVIAMO Al primo posto sia tra i maschi che tra le femmine c’è la birra. Ne viene bevuta in quantità “industriale.” Il vino è al secondo posto nelle preferenze tra i maschi mentre (udite udite) le ragazze preferiscono i super alcolici. I nuovi cocktail a base di frutta attirano molto. Sono solo apparentemente innocui perché il loro contenuto alcolico oscilla dai 3,5 agli 8 gradi. FONDAMENTALE LA FAMIGLIA Fondamentale l’esempio che arriva dai genitori. Se da essi non giungono messaggi sui pericoli legati all’abuso è più facile che si ceda alla seduzione dell’alcol come mezzo per inserirsi nel gruppo. Bere da un senso di euforia che può presto sconfinare nell’ubriachezza.

IL FENOMENO L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dice che l’alcool è responsabile del 10% di tutte le malattie: 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi e il 45% di tutti gli incidenti. In Europa 1 giovane su 4 in età compresa tra i 15 e i 19 anni, muore a causa dell’alcool che rappresenta il primo fattore di rischio di invalidità, mortalità prematura e malattia cro-

I NUMERI 900.000 i ragazzi con meno di 16 anni che devono abitualmente alcolici. Il 51,6% dei ragazzi consuma bevande alcoliche Il 41,6% di chi beve fra i giovani è una ragazza. 200 giovani muoiono ogni anno in Italia per incidenti causati dall’alcol.


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CITTADINI DEL MONDO Il 20 aprile a Ingegneria si è tenuto un seminario rivolto agli studenti sul tema della cittadinanza globale. Numerosi e assai interessanti gli interventi. Alla tavola rotonda ha partecipato anche Pinki, indiana, alunna straniera del nostro Istituto. Volentieri pubblichiamo la sua bella e limpida testimonianza. Penserete come mai mi sono permessa di scrivere questa lettera. La risposta è molto semplice: sono rimasta delusa dal mio comportamento, troppa commozione non è da me. Sapete, oltre ad essere troppo sensibile alle cose, non amo parlare della mia vita, tanto è vero che all’annuncio del seminario ero insicura della partecipazione. M a o r a , d o p o quell’esperienza, sono estremamente felice di avervi aderito. Volevo ringraziarvi per la vostra solidale missione, degna di considerazione ed ammirazione. I vostri interventi e argomenti espressi con grande intelligenza sono rimasti impressi nella mia mente come in un registratore. La mia speranza, e credo

anche la vostra, sia che i vostri messaggi arrivino non solo agli stranieri ma a tutti i ragazzi. L’unica cosa negativa da me rilevata è stata la carenza di discussione, oltre ad esporre è necessario sentire la considerazione degli studenti, ma sono sicura che questa non è una valutazione unilaterale. Come accennato la mia delusione è enorme. Dovete scusarmi per il mio atteggiamento, causato anche da impreparazione. La mia intenzione è riparare, riparare con queste parole. Spero che la mia testimonianza scritta possa essere più utile di quella orale per le vostre future iniziative. La mia vita è una lunga storia, piena di cambiamenti visibili o meno. Tutto è cominciato quando mio nonno, a causa di una malattia, non fu più in grado di occuparsi dei campi. Mio padre che lavorava da quando aveva 12 anni, fu costretto a lasciare la scuola ed affaticarsi a tempo pieno. Dopo il matrimonio si accorse che la terra non dava frutti a sufficienza per una vita dignitosa. Si vide costretto perciò a lasciare in un certo senso la vita, perché l’India era tutto per mio padre. Arrivò in questo paese, l’Italia, pieno di speranze, sogni e de-

sideri che a poco a poco cercò di realizzare. Una volta sistematosi, provvide al nostro arrivo. Dopo lunghi e costosi procedimenti burocratici, finalmente mio padre riuscì a superare nostalgia e solitudine. Noi eravamo molto felici di rivedere nostro papà, di abbracciarlo dopo tanto tempo, di vivere finalmente insieme. Insieme come tutte le famiglie normali. Una volta accortisi della felicità illusoria, incominciarono a diffondersi tra noi i sentimenti di nostalgia. Ci mancava la nostra terra, i nostri odori, la nostra gente, l’atmosfera, le feste, i giochi, il cibo ed i paesaggi. Dopo circa 3 anni ritornammo in India con l’intenzione di rimanerci per sempre, ma per una serie di motivi fu impossibile e perciò rientrammo in Italia. Ora dovevamo davvero cercare di farcela piacere, per me e mio fratello non fu difficile come per mia madre, la quale anche adesso, dopo 10 anni vorrebbe rincasare. Mi sono dimenticata di dire che durante questi anni di permanenza nacque la mia sorella più piccola, la nostra goccia di felicità, la nostra luce. Co-


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me ben saprete la donna non è molto amata ed è poco considerata; la nascita di una bambina indiana vuol dire sopportare un costo. Costo perché prima si deve istruire e poi provvedere al matrimonio. Per sperare in un buon accoppiamento è necessaria una gran somma di denaro destinata alla dote: maggiore è la dote e maggiori sono le possibilità di un buon marito. Fortunatamente io sono nata in una famiglia diversa, molto amata dal paese per le sue virtù e la sua onestà. Non mi sono mai sentita considerata inferiore, anzi essendo la prima bambina ero molto amata. Ho ricevuto tutto ciò che potevo desiderare, forse anche più di ciò che meritavo e merito. Penserete, da cosa deriva allora la commozione nella conferenza? La mia famiglia non è la società, i pensieri non sono gli stessi. Loro mi facevano sentire alla pari, ma bastava uscire dalla porta di casa oppure trovarmi a scuola per accorgermi della inferiorit à. Ritornando all’Italia, non posso negare la presenza di aspetti positivi ma anche negativi. Positiva è stata la conoscenza della libertà intesa nel vero senso della parola. Scoprire di essere venuti al mondo non solo come figlia ma per qualcosa di più importante è la gioia più grande. Secondo la mia

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opinione la metà dei problemi del mondo si potrebbero risolvere grazie alle donne, le quali sono capaci di intendere e di volere, di fare e di costruire il proprio futuro. Inoltre una cosa positiva è che adoro la cucina e la moda italiana.: il cibo è veramente fantastico; infatti quando ritorniamo in India (come due anni fa) portiamo la pasta, i sughi, i biscotti e altri dolci per farli assaggiare alla nostra gente che, tra l’altro, li apprezza molto. Un altro fatto per cui sono felice e credo di essere fortunata è la sicurezza. Si, proprio la sicurezza. In India non si può stare tranquilli, la criminalità è ormai quotidiana. Le strade non sono sicure di notte, soprattutto per le ragazze. E’ praticamente impossibile girare nelle ore notturne da soli. Vi sono certi quartieri malfamati dove si rischia la vita al passaggio. Molta di questa criminalità deriva dalla povertà, dalla fame. La gente è disposta ad uccidere, vendere i propri figli, prostituirsi per un po’ d’acqua e di pane. Mi sento fortunata perché qui potrò costruire il mio futuro senza dipendere da nessuno, potrò sperare un futuro migliore anche per i miei genitori e fratelli. Inoltre qui potrò sposarmi con l’uomo che amo senza dargli la dote e non sarò costretta ad andare al rogo nel caso in cui dovessi rimanere vedova, ma potrò risposarmi.

Io ringrazio l’Italia di tutto questo e voi di partecipare così attivamente per aiutare chi ha bisogno. Sapete, una carezza, un ringraziamento, solo il sentire che tu vali, che sei qualcosa non inutile, che sei uguale agli altri e non diversa, vale più di ogni altra cosa. Per concludere vi propongo questo brano tratto da “The politics of Experience”: “Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo. Amiamo molto meno di quanto si possa amare. E così siamo molto meno di ciò che siamo.” Come avrete notato, non amo parlare in negativo, ciò non vuol dire che non lo riconosco attorno a me. Anzi, proprio perché esiste non ne parlo: basta sentire parlare dei ragazzi che salgono su una filo, andare in stazione, guardare la televisione e ascoltare le notizie per capire come il rispetto, la giustizia, l’amore, l’uguaglianza, il perdono, siano rimaste parole. Spero vivamente di aver rimediato alla mia delusione. Perdonatemi per gli errori ortografici e grammaticali…. sapete,è stata una lunga e profonda giornata, ora sono un po’ stanca. Pinki


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CALCIO NEL PALLONE? Tempi duri per il mondo del pallone. Dopo l’estate tormentata, caratterizzata dalle polemiche relative al ripescaggio delle squadre retrocesse dalla B alla C e poi dalla questione dei diritti televisivi, da alcune settimane a questa parte si fa rovente la situazione del calcio italiano. Molte società di serie A, tra cui Roma e Lazio ed altre di B sono sull’orlo del fallimento a causa di una gestione al limite della follia e destinata purtroppo ad aggravarsi col passare del tempo. Tutto è iniziato quando i dirigenti hanno accettato contratti onerosissimi per il pagamento dei giocatori, accollandosi il rischio di stipulare accordi pluriennali con giocatori che talvolta cambiano squadra prima della scadenza, percependo in tal modo uno stipendio doppio e sempre più elevato. La richiesta dell’aumento degli introiti televisivi della scorsa estate è facilmente comprensibile soprattutto da parte delle big che volevano accaparrarsi la maggior porzione di torta nel disperato tentativo di risanare i bilanci. La situazione attuale appare molto critica e una via d’uscita sembra difficile da raggiungere. Per cercare di salvare il calcio la Lega e le società hanno chiesto l’emanazione del cosiddetto decreto spalmadebiti per evitare che dalla prossima stagione molti club im-

portanti siano estromessi dalle coppe europee e dal campionato. Nel corso degli ultimi anni i club si sono indebitati sempre più, non versando la quota di Irpef dovuta, gonfiando, quindi, il debito contratto con lo Stato. Tale decreto avrebbe permesso la dilazione dei debiti delle imposte: il Governo ha mostrato tutte le sue indecisioni; Berlusconi ha fatto intuire la propria posizione favorevole al decreto, mentre An, la Lega e Maroni si sono fermamente opposti minacciando addirittura la loro uscita dal Governo. In seguito a tale situazione si è creato un forte clima di tensione all’interno della maggioranza: tale problema si sarebbe dovuto discutere nel Consiglio dei Ministri di lunedì 29 marzo, ma ciò non è avvenuto. In tal modo starà ai rappresentanti del calcio ( Carraro e Galliani) e del Coni (Petrucci) cercare di trovare una soluzione che consenta il salvataggio di piazze storiche del calcio, come

Roma e Lazio, travolte dai debiti. Una grave situazione finanziaria delle società calcistiche, dunque, sulla quale si è pronunciata anche la Commissione europea, esprimendo la sua ferma opposizione nell’attuazione del decreto, che pertanto non entrerà in vigore. Dopo tale bocciatura non ci sono state notizie in merito ma l’impressione è che la prossima estate, quando le squadre dovranno versare la quota necessaria per l’iscrizione al campionato, molte saranno le società che non avranno le disponibilità necessarie e che quindi dovranno solo sperare in un salvataggio in extremis per non scomparire e causare, quindi, lo sconforto dei propri tifosi. Molte potrebbero essere le misure anticrisi che dovrebbero adottare le società per ripianare i loro debiti. Il Governo, infatti, potrebbe muoversi nel caso fosse presentato un vero”piano industriale” del pallone: la ridu-


LUNARFOLLIE zione delle rose e degli stessi ingaggi dei giocatori, la diminuzione degli ingaggi in caso di retrocessione rappresenterebbero un tentativo per rendere in parte più umano il sistema economico calcistico. Il derby Lazio-Roma, sospeso lo scorso 21 marzo e recuperato successivamente, sottolinea il clima sempre più teso esistente nel mondo calcistico e le pressioni che la tifoseria suscita nei confronti della propria squadra del cuore. Non si sa se la notizia falsa dell’uccisione di un bambino sia stato il pretesto per far esplodere la protesta dei tifosi verso le due squadre più indebitate d’Italia, ma ciò che è possibile rilevare è il livello al quale è giunto il calcio moderno. Episodi di violenza, conflitti d’interessi, politiche sbagliate da parte delle società costituiscono lo scenario triste e desolante dell’attuale mondo del pallone. È comunque certo che il calcio è una passione popolare che coinvolge milioni di cittadini la cui speranza è quella che il calcio non scoppi. In suo soccorso potrebbero anche venire gli stessi giocatori, accettando una riduzione del proprio stipendio, facile da proporsi ma più difficile da attuarsi visti i contratti da Paperone a cui sono abituati. Una situazione esplosiva insomma che rischia di far perdere agli italiani l’appuntamento fisso domenicale: la partita di calcio. Roberto 5^C

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volontariando La classe 3^G dell ’ ITC Lu-

quanto sia utile aiutare il

nardi grazie al professor

prossimo e che molte volte

Giuseppe Mattei, ( docente

i pregiudizi possono sviare

di Religione ) , ha potuto vi-

il nostro modo di guardare

vere

alle persone.

quest ’ a nno,

interessante

l ’

esperienza

Durante questi incontri ci

chiamata Volontariando. A

siamo divisi in gruppi di la-

molti sorgerà spontanea la

voro, abbiamo elaborato

domanda…Cos ’ è il Volon-

ogni volta una relazione e

tariando? Si tratta di un ’

un cartellone sulla temati-

attività al fine di orientare

ca affrontata e alla fine

ragazzi/e e non solo, a fare

confrontando le nostre di-

volontariato, ci è stata data

verse opinioni. Questa e-

l ’ occasione in più incontri

state avremo modo di vi-

con diversi esperti del setto-

vere

re, un volontario dell ’ ARCI

questa coinvolgente espe-

di Brescia e un volontario di

rienza nelle varie zone di

Roma che lavora presso i

Brescia e state sicuri vi fa-

quartieri più malfamati e po-

remo sapere come è an-

veri della città, di approfon-

data!!!!

dirne il significato, capire

Per concludere vorrei dire

sulla

che

nostra pelle

grazie

per

questa opportunità, la classe ha potuto conoscersi meglio, diventare più unita e con più voglia di stare insieme.. Grazie ancora…

Marta Plodari, 3^G


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Dal 09 al 13 marzo sono stata con la mia classe a Monaco di Baviera. Dopo 6 ore e mezzo di viaggio siamo arrivati in un altro mondo: l’Hauptbahnhof di Monaco è immensa, con un viavai di gente di tutte le nazionalità. Ci siamo sistemati in albergo e siamo partiti all’esplorazione della città: abbiamo visto la Marienplatz, la Frauenkirche e le lunghe e affascinanti vie della città. La gente per strada era alcune volte scontrosa, altre indifferente, altre ancora gentile; in questo penso che non siamo molto diversi da loro nei rapporti con gli stranieri! Abbiamo visitato il centro della città, i musei d’arte come l’Alte Pinacothek, il museo della scienza e della tecnica, il campo di concentramento di Dachau. Abbiamo ripercorso la storia della “Weisse Rose”, visitando l’Università e le tombe dove sono stati deposti i tre martiri: Sophie e Hans Scholl e Christoph Probst. Dal cimitero abbiamo potuto v e d e r e l’edificio dove sono stati processati e giustiziati. Mi è piaciuto tutto quello che ho visto:

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i quadri, le sculture, i monumenti, ma le cose che mi hanno colpito di più sono state quelle più tristi, perché sono quelle che toccano il cuore e ne lasciano un’impronta irremovibile. Il campo di concentramento mi ha turbata; è un largo spazio all’aria aperta, pulito, in contraddizione al fatto che in quel luogo venivano massacrati tanti innocenti. Nel museo del Lager sono conservate testimonianze sul Nazismo e di come venivano trattati gli Ebrei del campo, gli oggetti ritrovati e che un tempo appartenevano alle vittime: occhiali da sole, scarpe, carte d’identità, bretelle. Mi sono chiesta più volte chi fossero i proprietari, se erano morti o sopravvissuti, che vita facevano prima di perdere per sempre personalità e diritti. Abbiamo percorso le vie del campo fino ad arrivare alle camere a gas ed ai forni crematori; ho pensato subito alle stanze del terrore nei film o nei libri

horror, l’unica differenza è che quello che avevo davanti agli occhi era realtà. Un altro luogo che mi ha colpita è stato l’Università, perché ho potuto immaginarmi Sophie Scholl e suo fratello che distribuivano i volantini contro il Nazismo e venivano arrestati dal bidello. Abbiamo visto anche le tombe dei due fratelli e dell’amico Christoph Probst, perché volevamo avere la prova che la storia della Rosa Bianca non è una favola, ma alcune persone sono morte davvero combattendo per quello in cui credevano. Davanti alle loro tombe c’era una rosa bianca e delle corone di fiori, deposte il 22 febbraio, anniversario della morte dei tre ragazzi. E’ bello sapere che tutta la città li ricordi ancora. Monaco mi ha colpito molto, nonostante il freddo, e la trovo una città bellissima, incantevole e piena di luoghi che aspettano e meritano una visita, luoghi che rimarranno sempre nei nostri cuori, di cui l’immagine non si sbiadirà mai, e credo che, anche se abbiamo scattato molte fotografie, la miglior macchina fotografica è la nostra mente che imprigiona per sempre il ricordo di posti meravigliosi. Eli 3^C


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Hello folks! Dopo un lungo letargo invernale, finalmente la musica vera si risveglia, e come la primavera si appresta a darci i suoi migliori frutti. Fanno il loro ritorno, dopo un lungo e sentito periodo di assenza, volti noti della musica nostrana e internazionale… Ladies and gentlemen abbiamo l’onore di segnalarvi il ritorno per eccellenza: Eminem, il celeberrimo rapper di Detroit , dopo aver ritrovato il suo vecchio gruppo, i D12, sfocia con un singolo, "My band”. Slim Shady, che nei suoi pezzi ha sempre affrontato temi piuttosto seri, in questo brano scherza sul profilo del gruppo rap, sulla considerazione della gente, quella gente che confonde facce, voci e nomi del gruppo stesso. La satira si incontra anche nel nuovo video, diretto da Eminem, nel quale viene citato un altro volto noto della "famiglia": 50 Cent. Nel clip di "My band" Eminem è l'egocentrico frontman di una rock-band che si concede tutti i lussi delle celebrità. Il pezzo è incluso nel nuovo album dei D12 intitolato "D12 world". Si intitola "Where are we

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runnin'?" il primo singolo di Lenny Kravitz, in attesa dell'album "Baptism" che l'artista pubblicherà il 14 maggio prossimo. Il nuovo lavoro sarà caratterizzato da un sound ricco di soul e atmosfere coinvolgenti . L’album presenta anche un pezzo realizzato in collaborazione con Jay-Z. Annunciato già il tour mondiale che partirà il 31 maggio dall'Olanda. L'unica data italiana per ora confermata è quella del 20 giugno a Imola, nell'ambito dell'Heineken Jammin' Festival. Per ora non possiamo fare altro che ascoltarlo nel suo nuovo pezzo. Un altro centro per The Black Eyed Peas. Dominatori delle classifiche mondiali, prima con "Where is the love?", attualmente con "Shut up", hanno presentato il terzo singolo

intitolato "Hey mama", che non ha nulla da invidiare ai due precedenti. Il successo per questo gruppo sembra ormai inarrestabile, e allora non fermiamoli e godiamoci un altro singolo estratto dall’album “Elephunk”. Una piacevole sorpresa per i fans italiani dei Blue: "A chi mi dice" è il nuovo singolo della boyband. Il brano, versione italiana di "Breathe easy" (singolo che possiamo ascoltare già del 26 marzo alla radio), e' stato scritto da Tiziano Ferro sul suono delle liriche originali e verrà incluso nella riedizione del loro terzo album "Guilty" in vendita dal 16 aprile. Con un look copiato dalle ragazzine di mezzo mondo, torna Avril Lavigne con il singolo "Don't tell me", anticipazione del suo secondo album intitolato "Under my skin", in uscita il 25 maggio. Non manca certo la grinta alla giovane rocker di Napanee (Ontario, Canada), che con il suo album di debutto "Let go" ha venduto 6 milioni di copie nel mondo. "Don't tell me" è un brano intenso ed arrabbiato, nel cui ritornello Avril dice "Esci dalla mia testa... Vattene dal mio letto". Il video, vede la cantante all'inseguimento del misterioso ragazzo che fugge da casa sua, dopo aver passato la notte con lei. Will Young torna con il singolo "Your game", dall'album "Friday's child", già


16 quadruplo disco di platino in Inghilterra. A detta del cantante, il video coloratissimo rispecchia la sua allegria e lo stato d’animo..ma allora è lecita una domanda..era così depresso nel girare il video di “Light my fire”? Il gruppo inglese Chumbawamba ritorna con il nuovo album "Un" , anticipato dal singolo "On Ebay", in airplay dal 23 aprile. Il brano, fra i più trasmessi dalle radio in Germania, Austria, Francia e Inghilterra, è accompagnato dal nuovo video, presto in rotazione sulle Tv musicali italiane. I Chumbawamba, che da anni uniscono contenuti e impegno sociale a un sound trascinante e orecchiabile, con il nuovo lavoro si sono dedicati a un pop di stampo elettronico concedendosi qualche divagazione etnica. Dopo un solo album, "Camino palmero", la rock band ,the Calling, di Los Angeles si è divisa e sono rimasti i due membri fondatori del gruppo Alex Band (voce) e Aaron Kamin (chitarrista e autore). Il nuovo album "Two" è pronto, forse non sarà facile bissare i successi di brani come "Wherever you will go", "Adrienne" e "Could it be any harder" ma certamente "Our lives", il brano apripista è veramente carino. Torna anche la scatenatissima Pink con “Last to know”. A dire il vero non se ne sentiva la mancanza: c’è da ammettere che dopo il cambio di stile la cantante americana non risulta più così popolare come ai tempi di “ Just like a pill” o “Don’t let me get me”,

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anche se con “God is a dj” si è E tornano invece a farci scatenare e ballare gli Outkast, che con il loro “Hey ya” carico di energia e vitalità avevano raggiunto la vetta di tutte la classifiche ed ora esce il loro nuovo singolo “ The way you move” e già dal titolo possiamo capire che questo pezzo ci farà divertire da matti!!! riscattata, ottenendo un notevole successo. E’ tornata da tempo anche Alanis Morisette con il singolo “Everything” tratto dall’album “ So called chaos”. La canzone è stupenda, cantata da una voce splendida questa è la combinazione per un successo assicurato. Ma non è tutto così perfetto come appare infatti la ragazza acqua e sapone ha incontrato un ostacolo lungo il suo cammino… la censura delle radio americane! Vi chiederete come è possibile?! E noi ve lo spieghiamo: al centro

delle polemiche è proprio questo suo ultimo “single” colpevole di contenere una parolaccia; ad essere incriminata è la frase “ I can’t be an asshole of the grandest kind” non stiamo qui a tradurla perché noi del Lunardi dovremmo sapere cosa significa vero?!? Alanis è corsa ai ripari e ha sostituito “asshole” con “nightmare” questo però solo per la versione radio. In seguito ai grandi successi ,prima di “White flag”, che ha quasi raggiunto le 250000 copie vendute in Italia e poi di “Life for rent” tratto dall’omonimo album, ora Dido ci presenta il suo terzo singolo “Don’t leave home”, canzone semplice ed orecchiabile, piacevole e rilassante che è pronta a seguire le orme dei lavori precedenti… Qualche segnalazione anche sul fronte casereccio: gli Articolo 31 ci propongono il lo-


LUNARFOLLIE ro singolo dall’ album “Italiano medio”: “Senza dubbio” è il titolo di questo pezzo, che va a riconfermare lo stile della coppia J.Ax e Dj Jad. La canzone , molto orecchiabile e facilmente memorizzabile è accompagnata dal video, molto divertente, che vede i due trasformarsi per ripercorrere un po’ le tappe della storia della musica. Senza dubbio il loro successo è destinato a crescere.. Il s uo ul t im o di sco “Iperbole” risale all’età della pietra..opss scusate intendevamo dire al tardo 2001, dopo di che non ci sono più state notizie di lui..avete capito di chi stiamo parlando?? Di Raffaele Riefoli in arte Raf , che ha deciso di uscire dal lungo letargo invernale e di annusare un po’ l’aria frizzantina primaverile… sperando che gli porti bene! Ci propone il suo nuovo singolo “ In tutti i miei giorni” tratto dall’album “Ouch”, sicuramente sarà un capolavoro e siamo tutti curiosi di sentirlo dato che ci ha messo anni e anni per inciderlo!

17 E con il primo caldo si fanno vivi proprio tutti.. Paola e Chiara tornano con “Blu”, canzone che riconferma l’impossibilità per le due sorelle milanesi di forgiare una canzone sensata che non si basi solo su rime facili ...Sperano forse di vincere la gara per il tormentone estivo?! Ritorno anche per Caparezza, che in dialetto di Molfetta significa "testa riccia", che dopo il tormentone “ Fuori dal tunnel”, colonna sonora di Zelig e canzone contro tutto ciò che è standard, trendy, ci propone il singolo "Vengo dalla luna" continuando a conquistare un numero sempre maggiore di ascoltatori. Il pezzo è incluso nell'album "Verità supposte .“Vengo dalla Luna”…e ce ne siamo accorti, questo ragazzo ha una carica incredibile e ha trovato la formula giusta per far cantare l’Italia. Però un consiglio glielo dobbiamo dare… Caparezza il 2004 è il tuo anno buono, vedi di sfruttarlo più che puoi perché non è sempre festa… prima o poi tutto finisce… non dire che non ti abbiamo avvertito.

E infine tornano tre grandi della musica italiana: il primo è Piero Pelù che ci presenta il suo nuovo single prendimi così..e su di lui non c’è niente da dire…il successo è un must! Non dimenticate questa data: 6 maggio 2004; è il giorno in cui verrà presentato ufficialmente al mondo, in unico concerto evento alla Royal Albert Hall di Londra, "ZU & Co." il nuovo album di Zucchero. Ad anticipare l'uscita del nuovo lavoro di Sugar, disco che racchiude alcuni inediti e le sue più belle canzoni riarrangiate e risuonate al fianco di ospiti del calibro di Pavarotti, Eric Clapton, Sting, Macy Gray, Miles Davis, B.B.King e tanti altri, il singolo apripista "Il grande Baboomba . Il terzo è il mitico Vasco Rossi, e anche per lui ogni parola è sprecata, le sue canzoni parlano da sé, quindi noi ci limitiamo solo ad informarvi che il 2 aprile è uscito il suo nuovo singolo “ Buoni e cattivi” e se è bello solo la metà della precedente raccolta possiamo comunque ritenerci soddisfatti…solo lui può farci provare certe emozioni!!! Anche per questa volta il nostro viaggio nel pianeta della musica si è concluso..alla prossima! Ps: Per i ragazzi di 5°: coraggio, ancora un piccolo sforzo e poi la tortura è finita!! Francy & Sara 5I


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Lacrime Piango per te, dolce il mio pianto, piacevoli le mie lacrime, se sono per te. Lacrime che scrivono la tua bellezza, la tua felicità assorbita dal mio cuore. Gocce di rugiada che narrano i nostri momenti, ci indicano la strada che abbiamo percorso, vissuto, gioito assieme. Indicano e cantano turbe di innamorati, esperienze di sentimenti, momenti di sfioritura, di passione. Gocce di lacrime vissute, amate, divise assieme. Se non avessi queste lacrime per il tuo addio, non avrei mai conosciuto l'amore. Piango di gioia, anche se e' un addio. Felicità a te, amor mio. Un sorriso sparso nel vento, un sorriso sparso nel tempo, sparso nell’eternità, nell'eternità della luce, avvolto per istanti dall'ombra di un cuore. Un sorriso seminato in un sentimento, bagnato da dolcezza, serenità, amore. Un sorriso scoperto e coperto da un gioco di labbra, di ciglia, di guance paffute. Un sorriso smaltato di fresco,

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ricoperto di gioia, fissato con felicità. Un sorriso, nato da un piacere di donare, mostrare ciò che noi siamo. Un sorriso del mio amore, questo è il sorriso mi fa sentire tutto questo. Amore Silenzioso come una foglia che si schiude al sole, profumato come un giglio al suo compleanno, più bello di un narciso narcisista, più sicuro di un nido su una quercia, ricercato come la fonte della giovinezza. Attimi Attimi su attimi Il vento del sorriso soffiato dal cuore, onde di gioia spinte dall'amore. Gocce pesanti da un viso rigato e triste, frastuoni di pensieri struscianti come serpi velenose. Amore. Odio. Vita. Attimi di vita pura, come fuochi di speranza, anima circondata da muri di mattoni d'argilla educata, rispettosa, saggia. Anima inchiodata dalla purezza e dall'amore. Anima rinchiusa da sbarre. Sbarre d'egoismo, di crudeltà. Tristezze, sorrisi, pianti e speranze. Attimi cercati come una scia di una cometa, eterni, rari, irripetibili, incisi nei ricordi per sempre.

In sogni eterni come le comete Lacrime Piango per te, dolce il mio pianto, piacevoli le mie lacrime, se sono per te. Lacrime che scrivono la tua bellezza, la tua felicità assorbita dal mio cuore. Gocce di rugiada che narrano i nostri momenti, ci indicano la strada che abbiamo percorso, vissuto, gioito assieme. Indicano e cantano turbe di innamorati, esperienze di sentimenti, momenti di sfioritura, di passione. Gocce di lacrime vissute, amate, divise assieme. Se non avessi queste lacrime per il tuo addio, non avrei mai conosciuto l'amore. Piango di gioia, anche se e' un addio. Felicità a te, amor mio.


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In procinto di lasciare la scuola dopo trentaquattro anni, dei quali quasi trenta passati al Lunardi, per la mia nuova vita da pensionata (tra parentesi sono l’unica sia tra i docenti che tra il personale ATA ad aver preso la fatale decisione nel 2004), ho scritto questa poesia tra il serio e l’ironico, che non entrerà certamente nelle antologie. La dedico a tutti i miei alunni ed ex alunni, compresi quei disgraziatissimi dell’attuale 1B, che mi hanno fatto sputare sangue. Con amore LA BORSA Quasi una scolaretta. I libri sotto il braccio. Una pila. Cadono. Davanti all’aula. Prona a raccogliere le pagine della Scienza. Giovani sguardi ammiccanti trafiggono senza pietà l’orgoglio docente. Il rimedio. Un contenitore per gli scivolosi volumi. La borsa. Resistente. Una grossa maniglia da serrare con forza. Il giorno del compleanno, la mamma solerte. Ecco la Samsonite. Robusta come lo zaino di un contrabbandiere. Il manico che sembra il ponte di Brooklyn. Niente più caduta

Ida

rovinosa dei massi del sapere. Dignità restituita all’integerrima insegnante di Scienze. Ora passo deciso verso l’aula. Una donna arrivata. Non fosse per il salario più esile di una promessa. La carriera è ormai giunta al termine. Si ritirano i remi nella barca dell’istruzione. Via testi, registri, progetti didattici. Basta spiegazioni mai ascoltate, interrogazioni balbettanti, mucchi di verifiche alti come la catena andina, riunioni interminabili con la noia che svolacchia simile ad una falena fastidiosa. In vacanza senza soluzione di continuità. Il mare in inverno. Il raffreddore cullato nel tepore delle coperte. Nessuna burocratica certificazione per lo starnuto malandrino. La sveglia muta.

Il letto rifatto a dovere ogni santa mattina. Il pranzo scodellato con cura in ore distanti dalla cena. Chiacchierare con le amiche, indugiare il bagno a farsi bella, leggere, scrivere. Quel crogiolarsi su se stessa e, per contro, il decidere improvviso di cambiare il quotidiano. Prendere per mano l’uomo e correre. La borsa? In disparte spera di essere di nuovo riempita. Un tempo insieme ai libroni zeppi di formule, alle cento penne, alle circolari dense di parole inutili, ha portato anche sogni leggeri. I sogni si stanno avverando, uno ad uno. E un ragno ha cominciato a tessere nel manico metallico. La Redazione augura a Ida di realizzare totalmente il suo sogno e la ringrazia per la cordiale collaborazione che ha sempre offerto a Lunarfollie, soprattutto come membro della Commissione biblioteca. Siamo certi che non mancherà di seguirci anche fuori dalla scuola.


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Hola a todos… Siete pronti per scoprire le novità di questo mese in tema cinematografico? Ok…per cominciare…vi avvisiamo che questo fine settimana sarà in tutti i cinema u n f i l m d’avventura veramente mostruoso…”Van Helsing” dal regista della Mummia 1&2. Nel corso del 19° secolo, un famoso ammazza-mostri, viene spedito nell’est Europa per affrontare il Conte Dracula, l’Uomo Lupo e Frankenstein. Affiancato da una bella e giovane ragazza erede di una famiglia votata alla s c o nf i t t a d e l M al e … riusciranno ad abbattere il Male? Il 14 maggio preparativi all’ennesimo horror telefonico, stile “The Ring”, intitolato “Phone”…ma invece di morire entro 7 giorni, una ragazza acquista un telefono cellulare e scopre che tutti coloro che avevano avuto il suo numero sono morti in circostanze misteriose. Decide così di iniziare ad investigare sulla prima persona che prima di lei l’ha posseduto… “veramente da brivido”… Il 21 esce in tutti i cinema “Troy”…con la partecipazione dei bellissimi Brad Pitt e

Orlando Bloom…Paride, re di Troia, rapisce Elena, regina di Sparta. Un atto d’amore che condurrà alla più sanguinosa e devastante guerra dell’antichità. L’immortale opera di Omero rivive al cinema grazie a un regista scrupoloso e a un cast pazzesco. Mentre alla fine del mese escono 2 pellicole. La prima è u n t h ri l l e r d al t i t ol o “Cypher”…la vita di Morgan Sullivan e un emerito schifo, incastrata fra un matrimonio infelice, una provincia che prosciuga l’anima e un lavoro insignificante. Poi viene contattato dalla Digicorp, una società di spionaggio industriale, che gli propone di diventare una spia al suo servizio. Incontra anche una donna misteriosa che gli rivela del lavaggio del cervello che la Digicorp sta operando su di lui. A tutto questo si aggiungerà poi un’altra società di spionaggio che propinerà a Morgan di attuare il doppio gioco. L’ultimo film di questo mese è

“Honey” sulle tracce di Flash Dance…vi ricordate Dark Angel? Ecco il ritorno di Jessica Alba che impersona la protagonista, Honey Daniels. Questa lavora in un music store di giorno mentre di notte lavora in discoteca e insegna danza hiphop nel centro commerciale del Bronx. Balla hip-hop come nessun altro e una sera in discoteca il regista Michael Ellis la nota e la chiama per partecipare a un videoclip. Honey cerca, anche se avuta la notorietà, non vuole abbandonare l’impegno attuato nel quartiere. Ma la scalata al successo viene bruscamente interrotta dal regista perché lui, innamorato di lei, ci prova ma lei lo rifiuta. Michael le toglie così il lavoro. Honey decide infine di organizzare una grande serata di ballo per raccogliere fondi per un nuovo centro commerciale e… Eccoci arrivati al termine anche per questo mese… Vi salutiamo…se non ci sentiremo per il numero di giugno… vi auguriamo una buona vacanza in anticipo… e un in bocca al lupo a tutti quelli che hanno la maturità e riusciranno finalmente a uscire da questa prigione… Giada & Ale 5^I


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-no no ma bello il 7 marzo -no no ma… bella la cena di Fabio Anni ma poi non siamo state male ciao squaqquerone luna-lumi-mony

Paolo sei troppo bello… non so cosa ti farei by la tua ammiratrice non troppo segreta X FABY 3^H Faby… basta… non se ne può più ! hai rotto! lo stadio è pieno.. non sappiamo più dove metterli! X MICHELA 3^G Ciao angegolas!!!ti devo dire una cosa e non si discute! prima della fine dell’anno ti presento Angelo… anche contro la tua volontà e comunque ricorda sempre… abcfx oppura abtt! tvb Simona X NICOLO’ 1^M Sei proprio un gran bel figo! tutte le volte che ti vediamo ci sentiamo svenire!siamo catturate dai tuoi magnifici occhi azzurri!un bacione (anzi 2) dove vuoi! da 2 cotte di te X SERENA 4^E -no no ma rubami il moroso

X GENNY 1^L volevo dirti che hai degli occhi bellissimi… ed hai un fisico molto carino. Io sono moro tu mi conosci bene… o meglio mi hai visto 2 o 3 volte… ciao tvtb il tuo ammiratore segreto anonimo x LE MIE AMORINE DEL BUSINESS GAME Anna, Claudia, Chiara, Noemi. Paola e Silvia siete superspeciali e mi ha fatto piacere fx lavorare con voi! E’ soprattutto grazie a voi che non dimenticherò questa esperienza (a parte la pasta…) Un beso Ps. W volare!!!i 5 M PER ALESSANDRA 5 C Ciao Ale mi è piaciuto molto la vera amicizia… TVB P.S. 6 e rimani x sempre 1 Ciao Corrado, o per meglio dire STUPENDO, quando ti guardiamo i nostri occhi si illuminano e la nostra giornata si riempie di allegria! A volte sulla C ti salutiamo, e tu ci ricambi dandoci un sorriso. Ora concludiamo salutandoti. Un bacio Due tipe di 1^H dell’88 X !K@ & KIA (3^I) Volevo ringraziarvi x il mex

che mi avete mandato sullo scorso giornalino. E’stata una sorpresa bellissima!!! Anche voi mi mancate fx, ma d’altronde le vere amike non si perdono di vista solo x’ nn sn + in classe insieme, giusto? E !K@ nn preoccuparti ke i nostri concertini (semplicemente unici!) li possiamo sempre rifare! Gnare vv1kdbfx Jan@ P.S. -Λ la freccia bianconera e i gnari ke nn sanno decidere con la loro testa ma si fanno influenzare da c. impiccioni PER LA REDAZIONE DI LUNARFOLLIE Volevo farvi notare che tutte le volte che ho ricevuto o mandato 1 mex su questo giornalino è stato scritto male (con lettere mancanti e sbagliando addirittura i nomi dei destinatari). Vi chiedo quindi di far + attenzione a ciò che scrivete. Una lettrice


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La gita scolastica è da sempre attesa con ansia dalla stragrande maggioranza degli studenti. E a ragione! Infatti è un momento ideale per interrompere un periodo particolarmente carico di studio e intensificare determinate amicizie nate durante l’anno scolastico oppure semplicemente per conoscersi meglio e approfondire i rapporti umani. Senza dimenticare il suo scopo culturale. Chi è quello studente che non attende con ansia e sospiri la tanto desiderata gita scolastica? All’orizzonte gli si prospettano nuove amicizie, nuove conoscenze e magari l’incontro con l’anima gemella. Inoltre, per ciascuna fascia d’età la gita scolastica (che ora non è più chiamata così, anzi definendola correttamente bisognerebbe dire “viaggio d’istruzione”o “visita guidata”) rappresenta una fase importante nella vita dello studente. Egli infatti ha la possibilità di conoscere e di farsi conoscere

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dai propri compagni e dai professori in modo diverso, da un punto di vista differente da quello scolastico. Indubbiamente questi viaggi d’istruzione servono in molti casi a far aprire di più magari persone introverse, che proprio grazie alla gita riescono a sviluppare determinate capacità relazionali. Sinceramente credo che questo sia un aspetto molto positivo e pieno di qualità: nella società in cui viviamo il valore dello stare assieme si è in gran parte perso, la gita rappresenta quindi uno dei pochi modi per far tornare alla ribalta questo importante aspetto. Per i ragazzi delle superiori si tratta per lo più di sfuggire alla realtà quotidiana, ma anche ai problemi di tutti i giorni, che nel periodo adolescenziale in particolar modo pullulano da ogni parte. E allora ecco che la gita scolastica è considerata come un’occasione e un’opportunità di sfuggire alla routine di ogni giorno. Insomma, non solo un modo per fare nuove conoscenze, ma anche

per rilassarsi! Anche se c’è da fare attenzione..infatti proprio per questo le visite d’istruzione spesso si sono trasformate in viaggetti di piacere, facendo dimenticare agli studenti lo scopo per il quale sono state incentivate e approvate. Di fronte all’aspetto puramente umano e relazionale,al quale molto spesso ci si limita, assume un’ulteriore importanza (che non va trascurata!) anche e soprattutto quello culturale, che è poi lo scopo reale per il quale le gite sono rese possibili. Anche questo è un altro modo di conoscere il mondo che ci circonda e che permette indubbiamente di arricchirci. Dunque: non solo divertimento ma anche cultura, che per certi versi è da annoverare tra gli svaghi della mente.. Laura Visioli 5^C

Brufoli addio. Alcuni ricercatori londinesi hanno messo a punto una nuova cura utile per arginare le forme di acne, quelle, per intenderci, che rendono difficile se non impossibile la vita sociale in particolare di noi adolescenti. Finora i giovani con il viso, le spalle e la schiena deturpati dalla malattia che in genere compare al momento dello sviluppo, avevano a disposizione creme e, nei casi gravi, anche antibiotici. «Ma ora - spiega il dottor Anthony Chu, un dermatologo dello Hammersmith Hospital di Londra - per la prima volta abbiamo utilizato con successo il laser per curare alcune forme di acne». La ricerca del dottor Chu e dei suoi colleghi è stata pubblicata dalla rivista scientifica «The Lancet» e ha riguardato 41 pazienti con forme di acne da lieve a moderata. Di questi, 31 sono stati curati con il laser, mentre 10 sono stati sottoposti a un trattamento placebo. Dodici settimane dopo una sola seduta di laser terapia il dottor Chu ha potuto constatare un miglioramento nei pazienti trattati con la nuova tecnica. Mentre per gli altri non era cambiato nulla. La tecnica consiste nel puntare il laser sulle cellule infiammate e rilasciare impulsi molto brevi, di 0,3 millisecondi. L'intera seduta dura dieci minuti, è indolore e non dà luogo a effetti collaterali. Mentre la maggior parte delle cure a base di creme o antibiotici devono essere seguite giornalmente, una sola seduta di laser terapia prolunga gli effetti benefici per almeno tre mesi. «E' così conferma il dottor Chu - Ma non si tratta di una cura vera e propria. Bensì di un ottimo trattamento sintomatico». Se consideriamo l'impatto dei brufoli sulla vita sociale degli adolescenti, è già qualcosa.

ACNE ADDIO


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A Lecco ci sono liste d'attesa a tre cifre per impossessarsi della «chiave» che apre le porte alla tv

del futuro: il decoder digitale terrestre. E pensare che nella città lariana i nuovi canali non si vedono ancora: solo a Genova, Roma e Palermo finora si prendono tutti. Non c'è che dire, la pubblicità e gli incentivi del governo stanno funzionando: con il contributo di 150 euro, ne bastano per ora 49 per portarsi a casa il ricevitore interattivo più economico. Per ora, perché la promozione è valida per i primi 700mila acquirenti in tutt'Italia. Così è scattata una corsa all'accaparramento: nelle prime due settimane di finanziamenti pubblici, ne sono stati venduti 35mila e molti di più si sono prenotati. Eppure oggi soltanto un italiano su due potrebbe ricevere qualche canale in questo formato. Entro gennaio, però, il 70% della popolazione sarà raggiunto, stima Carlo Sartori, presidente Dgtv, l'associazione per lo sviluppo del digitale terrestre che riunisce i quattro network protagonisti: Rai, Mediaset, Telecom con La Sette e Mtv e Dfree, il bouquet dell'algerino Tarak Ben Ammar che ospita Canale 5 e Italia Uno. VENTI CANALI MA NON TUTTI INSIEME Quattro operatori che trasmettono finora venti canali:

oltre ai sette nazionali, ci sono due nuove reti (Raidoc dedicato a cultura e spettacoli e Rai Utile) e alcune di quelle che finora erano visibili solo via satellite come Bbc World e Coming Soon. Ma attenzione: solo a Genova, Roma e Palermo si prendono tutti e venti. E si contano sulle dita delle mani anche le città «illuminate» da tre dei quattro bouquet: sono Milano, Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Venezia, Ancona e Catanzaro. I network non coprono per ora le stesse aree. Le nuove reti usano infatti frequenze acquistate dalle tv locali, (titolari di quasi due terzi della banda disponibile), ad eccezione di Dfree che si serve della banda di Telepiù. Nuove frequenze si libereranno con lo "switch off", quando si spegnerà la "vecchia" tv: la data

prevista almeno per il momento è il 31 dicembre 2006, ma l'Authority di Enzo Cheli sta verificando l'effettiva copertura delle nuove tv digitali e la reale disponibilità dei decoder: primo bilancio entro aprile. Il governo naturalmente corre per riuscire a stare nei tempi: la nuova tv digitale moltiplicando i canali (nella banda occupata ora da una rete analogica potranno esserne trasmesse almeno cinque) dovrebbe salvare Rete 4 dalla migrazione sul satellite e Rai 3 dal divieto di raccolta pubblicitaria, come aveva imposto la Corte costituzionale. NAVIGARE CON IL TELECOMANDO La nuova tv promette più canali e una migliore qualità audio e video ma anche la possibilità di esplorare nuove frontiere per l'intrattenimento: già ora si possono rivedere i gol del Campionato e giocare ai telequiz, presto si potranno votare i concorrenti del Grande Fratello. Il tutto a colpi di telecomando. Non solo. Grazie all'interattività, si apre un capitolo nuovo per la televisione: quello dei ser-


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vizi. In prospettiva si potrà prenotare una visita medica, pagare il bollo auto, spedire un telegramma e svolgere altre «commissioni» stile Internet semplicemente con la tv. Quando con i quattro speciali tasti colorati del telecomando si inviano dati all'emittente televisiva o all'Aci (per esempio rispondendo a un sondaggio o con il televoto), si sfrutta la linea telefonica a cui il decoder è collega-

to. Dunque si pagherà almeno la telefonata, e forse anche con una maggiorazione di prezzo stabilita dal fornitore del servizio. IN ARRIVO IL DECODER CON MODEM A BANDA LARGA Per chi è abituato a navigare sul Web si tratta per ora di opzioni interattive rudimentali. D'altra parte sono destinate al grande pubblico televisivo, che

non ha molta dimestichezza con mouse e tastiere, e naviga a vista con il telecomando. Per i più esigenti, però, già dal prossimo mese sono attesi nei negozi i decoder con modem per la banda larga, che permettono di muoversi più velocemente tra i palinsesti della nuova tv e di ricevere on demand contenuti video. Quando arriveranno, naturalmente. Alessandra Muglia

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