Anno 5 Numero 7
I.T.C. LUNARDI - BS
28 maggio 1997 La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è la fame, la settima orrore, l‟ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima un uomo che mi guarda e non mi uccide. L’ultima è una vela. Bianca. All’orizzonte. (Alessandro Baricco) INDICE Tra vissuto e progetti pag. 2 Silvia: un incontro pag. 3 Lettera dal tempo pag. 4 La qualità della vita pag. 5 Orientando...Ci pag. 6 Sord Nud pag. 6 Sport 96/97 pag. 7 La strategia della tensione pag. 8 Lettera sulla felicità pag. 9 Messaggi pag.10 L‟isola di Arturo pag.11
Tutto passa, tutto si dimentica, ma ci sono cose che nemmeno la polvere degli anni può cancellare.
Maggio 1997
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Un altro anno scolastico finisce e tanti volti del Lunardi se ne andranno per percorrere ognuno la sua strada. Durante l‟anno tante novità sono state protagoniste all‟interno della scuola: l‟ambiente CIC, il CIMP, il primo scambio culturale con l‟EX URRS: nuovi strumenti e nuove esperienze da mettere nel bilancio scolastico, aggiunti agli scambi culturali ed ai viaggi sui quali rimane il dubbio: verranno sospesi? Visto il fallimento dei corsi di recupero, attuati anche quest‟anno, il Ministro ha
REDAZIONE BARONE SILVIA BONASSI ELEONORA BIANCHI SONIA BONDIOLI NADIA CLAUSER ELISA COVERLIZZA ALESSANDRO CRISTOFOLO FRANCA DEL MEDICO ELISABETTA FUSARI ROBERTA MARTINAZZOLI LINO MATTEI GIUSEPPE PALAMARA STEFANIA PODETTA ROBERTA SONCINA STEFANO TAGLIETTI MASSIMILIANO ZANOTTI ELENA ZILIANI GIOVANNA
Lunarfollie viene pensato, p r o d o t t o , st a mp a t o e distribuito presso il CIC dell‟ ITC LUNARDI, via Riccobelli 47 25125 Brescia, Italia. Tel. 030/2009508/9/0 Fax 030/390996 n. E-MAIL ciclun@master.cci.unibs.it
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previsto criteri più flessibili nel giudizio finale: chi sarà promosso e chi, invece, sarà bocciato? Ognuno tiri le somme e rifletta su ciò che ha fatto e ciò che avrebbe potuto fare. L‟anno è quasi terminato: per molti è un sollievo, per altri sarà un brutto scontro con i giudizi finali. E dopo, tre mesi liberi per tutti: Tre mesi per essere liberi per pensare e fare quelle cose che ci piacciono e che riteniamo importanti. A tutti un in bocca al lupo per la scuola. Il giornalino vi augura buone vacanze e un arrivederci a settembre. La Redazione
ATTO FINALE Il traguardo della maturità è certamente una meta importante. Avremmo voluto ospitare sul g iornalino riflessioni e saluti di tutti gli amici di quinta, ovviamente non è poss ibile . Ci accontentiamo dunque di questa riflessione della 5 F L‟affiatatissimo gruppo della 5^F si appresta ad affrontare l‟ultimo temutissimo impegno scolastico: la Maturità. Questa classe è il risultato di una grande manipolazione genetica che è riuscita a fondere i corsi C, D, E, F, I ed il fu corso O. Col passare del tempo abbiamo perso qualche pezzo per strada, però i migliori sono rimasti e ricorderanno per sempre questi anni passati a scuola. Sebbene all‟inizio no n fossimo un gruppo molto
unito, lo scambio e le altre occasioni per stare insieme hanno fatto di noi una solida compagnia di amici. Siamo entrati in questa scuola che eravamo “pivellini” senza esperienze e intimiditi dal nemico che stava dietro alla cattedra; dopo cinque anni ne usciamo formati e temprati e soprattutto avendo capito che il nemico è annientabile. Trascorrere ore insieme seduti sui banchi non è sempre stato facile, ma bisogna ammettere che siamo riusciti a sopravvivere senza scannarci più di tanto. Questi anni sono stati tutt‟altro che noiosi: ce ne sono capitate di tutti i colori, dai numerosi flirt italotedeschi alle performance dei nostri bizzarri, nonché tanto amati professori. Per non parlare poi delle cruenti guerre per la conquista del centimetro quadrato più lontano dalla cattedra durante i compiti in classe, nelle quali sfoderavamo il lato più selvaggio della nostra personalità. Ciò nonostante non sono mancati i momenti di tenerezza, che più volte hanno reso pepate le solite insipide giornate scolastiche. La 5^F è composta infatti da elementi estremamente dolci, passionali e soprattu tt o si m pati ci, ma purtroppo gli insegnanti non hanno mai tenuto in considerazione queste nostre qualità nelle loro valutazioni. Tutto questo ci mancherà molto e l‟anno prossimo sarà completamente diverso: ci rimarranno solo dei bei ricordi che ci accompagneranno per tutta la vita...Buona questa! Dalla classe 5^F
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“Tutti gli anni mi dico: non parlerò più della mia storia, voltiamo pagina, anch‟io ho bisogno di dimenticare, ma mi sent o r esp o n sa bi l e n ei confronti di alcune situazioni che necessitano attenzione, così non posso tacere.”
insegnare qualcosa a questi bambini, così Silvia, sempre in prima fila nelle rivendicazioni, vi prende parte, non pensando che questa decisione le avrebbe cambiato la vita. In quel periodo, in Argentina, scomparivano p erson e
Con queste parole Silvia Gardella apre l‟incontro sulla v i o l a z i o n e d ei d i r i t t i dell‟uomo, tenutasi nel nostro istituto il 24 Aprile. Silvia è stata in carcere per quattro anni e otto mesi, dal 1976 al 1980, senza essere nemmeno processata. La sua storia ha inizio a Santiago dell‟ Estero, una città estremamente povera nel nord dell‟Argentina, dove Silvia cresce a stretto contatto con i bambini poveri della favela, senza comprendere perché loro, al contrario di lei, non potessero studiare. Il suo liceo organizza un gruppo di alfabetizzazione allo scopo di
considerate leaders in diverse rivendicazioni che dopo alcuni giorni venivano ritrovate morte con segni evidenti di tortura. Nel 1975, quando Silvia ha solo 17 anni, viene prelevata illegalmente per strada dalle Forze Paramilitari e condotta con la forza in un luogo che ancora oggi le è sconosciuto, in seguito viene liberata. Il 23 Marzo 1976 Silvia si reca in caserma su invito del giudice e viene rinchiusa in carcere dove trascorre la nottata, in attesa di essere interrogata. Il 24 Marzo s‟instaura, con un colpo di Stato, la dittatura
militare e Silvia, accusata di voler sovvertire l‟ordine della nazione argentina, di importare illegalmente armi e di di str ibuir e mat erial e sovversivo viene arrestata. Rimane in carcere fino al 1980, anno in cui, grazie ad un or gani smo u manitari o (pr o ba bi l men t e An n est y International, che nel 1978 era riuscito a penetrare nella realtà delle carceri argentine), il governo italiano chiede il suo trasferimento nella nostra nazione in quanto cittadina italiana (i suoi bisnonni erano infatti italiani). Nel nostro paese Silvia inizia una nuova vita, impara ad assaporare piano piano la sua libertà ma non potrà mai dimenticare gli orrori vissuti in carcere. Quando una persona subisce violenza, anche se solo psicologica, qualcosa dentro di lei si spezza e non si ricompone più. La sua storia ci ha colpito, per questo abbiamo voluto, tramite il giornalino, condividerla con tutti. Quarta F “Se son rose fioriranno”
Le aiuole vicino alla palestra sono fiorite grazie alle cure di Rosetta. Co mp lime nt i, complimenti!!! Ora aspettiamo che fioriscano anche i muri grazie ai murales di cui si parla ormai ovunque.
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Iniziamo una nuova rubrica spinti dagli avvenimenti. Abbiamo infatti per la prima volta ricevuto una lettera. Il nome “Lettera dal tempo” sta a significare che vorremmo, con il vostro contributo, dirci come vivere bene questi anni della nostra giovinezza. Caro Lunarfollie, ho 15 anni ed è il primo anno che frequento questa scuola. Fin dall’inizio una mia compagna ha preso ad odiarmi. Odiare è parola f ort e, f ors e in ad att a all’anima ancora acerba di un’adolescente, ma quando la cattiveria trova sfogo senza una ragione è l’unico termine adatto. Ogni giorno, come frecce, mi trafiggono gli scherni e i soprusi; ogni giorno lei mi riserva parole amare. Questo atteggiamento insistente ha creato attorno a me il vuoto e l’incertezza. A causa sua molti amici si sono allontanati da me; la paura di es s er e giudicata e schernita mi impedisce di aprirmi anche con chi mi vuole bene. Davanti alle persone forti che mi spronano a reagire provo vergogna per non sapermi difendere, per non saper combattere per ottenere rispetto. Ieri un’ultima frase
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gridata come una sfida: ”Non sarò contenta finché non sarai morta!”. Il mio cuore si è gelato. Come può lei, senza una ragione, desiderare questo? Cercavo nella classe un luogo dove imparare prima di tutto il rispetto reciproco e la collaborazione, ma ho trovato l’invidia e la rabbia di una persona sola e senza gioia, che ha sparso attorno a me tanto odio e discordia. Con questa lettera voglio esprimere un mio parere a chi c red e di ess ere superiore mentre è inferiore per la sua sfortunata bruttezza, cattiveria, invidia, perfidia e bugiardaggine:
Con tutto ciò non le riserbo rancore. Le auguro sempre miglior fortuna e che maturi il suo carattere. by Cinzia ‘82 1^M Una lettera significativa che ripropone una cruda realtà che talvolta sfugge agli sguardi i ndiffe re nti di compagni e insegnanti. Qualcuno, diciamocelo sinceramente, se ne accorge, ma non fa nulla, o pensa di non poter far nulla. L‟atteggiamento che viene riservato a Cinzia „82, potrebbe essere riservato ad ognuno di noi... E‟ una lettera che sembra un grido d‟aiuto non tanto per liberare se stessa, ma per aprire orizzonti nuovi a quella compagna tanto ostile che sembra non lasciare alcuna possibilità a Cinzia di aiutarla a trovare la strada dell‟amicizia. Si parla addirittura di odio... una parola dura per noi giovani. Costruire una scuola nuova vuol dire “tirar fuori” tutti gli aspetti positivi di una persona, prepararci ad una l e nt a ma c ost a nt e maturazione che ci darà la possibilità di fare le nostre scelte più importanti. Significa imparare ad amare e non ad odiare. Una scuola come la nostra non può permettere che si creino situazioni come quella denunciata da Cinzia. A tutti compete il dovere di rendere cordiale e sereno l‟ambiente in cui passiamo tante ore della nostra giovinezza. Eleonora
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Abbiamo trovato stimolante questo tema di Jessica sulle nostre responsabilità verso il futuro. Lo pu bbl ich ia mo int eg ral ment e ringraziando l‟autrice della collaborazione Tutti gli esseri viventi che p o p o l a n o l a t e r ra ha n n o i nnu me re v ol i ne c e ssi t à d a soddisfare ed i mezzi per poterlo fare sono racchiusi nella natura, in tutto ciò che ci circonda. Purtroppo però le risorse che il nostro pianeta offre non sono infinite e per altro sono soggette ad usi alternativi, così che è di fondamentale importanza sfruttarle in modo opportuno senza sprecarle o danneggiarle. Tutte le risorse sono collocate all‟interno di un sistema naturale in grado di riprodursi autonomamente, in grado, cioè, di stabilire un solido equilibrio. In natura, però, questo equilibrio è costituito da una complessità di elementi direttamente collegati tra loro, ognuno dei quali rappresenta un requisito essenziale; il che significa che alterare uno solo di questi può scatenare una reazione a catena. Per questo motivo l‟uomo deve porre un‟estrema attenzione a ciò che fa quando per venire incontro alle sue esigenze interviene sull‟ambiente modificandolo a suo piacimento... Ammesso che tali esigenze siano veramente sensate e che inducano ad apportare cambiamenti utili. Fino ad oggi gli esseri umani hanno purtroppo fatto il contrario e non uno, non due, ma centinaia di elementi dell‟equilibrio sono stati alterati o addirittura sottratti al sistema. Per rendersi conto di questo basta posare lo sguardo su una città o, ancora meglio, su uno di quegli agglomerati urbani che vengono
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orgogliosamente definiti metropoli o megalopoli. Chiedetemi di chiudere gli occhi un attimo e di immaginarmi la tanto famosa città del Duemila in una giornata di nebbia: il cielo è grigio, ovunque balenano luci multicolori, c‟è il caos, un grande caos; il rumore è assordante, l‟aria ha un odore soffocante...Non riesco a respirare. Non mi viene in mente nient‟altro: sì, pensandoci bene, nella città che ho visto si faceva la spesa con il computer, ma a me serve di più l‟aria... Tutto questo è ridicolo, ma è reale. E la città, con il suo inquinamento acustico e atmosferico non è l‟unico problema: ci sono le radiazioni, il cibo avvelenato, i fiumi a cui non piace restare entro gli argini di cemento. E poi, non era più grande la macchia verde c he si vede va sorvola nd o l‟Amazzonia? E dove sono gli orsi, gli elefanti e le balene? In compenso abbiamo i cosmetici e gli oggettini d‟avorio.. Ma la lista può continuare a lungo. Oggi siamo arrivati a questo punto, ma dove arriveremo domani? Sempre ammesso che a domani ci possiamo arrivare. Che cosa abbiamo fatto al mondo? Questa è una domanda drammatica, fa un po‟ paura: ma un po‟ di senso di colpa non fa male. Dopo la nostra ci saranno altre generazioni e nessuno ha il diritto di negare loro la vita. E‟ necessario fermarsi un attimo, riprendere il concetto di progresso e ristabilire quali sono i suoi scopi. Nel Terzo e Quarto Mondo la gente muore di fame e sta a guardare le nazioni tec nologica me nte progredit e sperando che qualcuno alzi gli occhi e si accorga di loro. Ma questo non avviene; nelle nazioni avanzate sono troppo occupati a giocare a fare Dio
cercando di dimostrare che possono scegliere il sesso e tutte le caratteristiche genetiche di un essere vivente che non nasce da un padre e una madre ma dalla sola madre. E allora entrano in gioco la morale e il concetto di limite. L‟opinione pubblica vuole che vengano varate leggi universali che fissino dei paletti attorno alla ricerca e c‟è già chi ribatte che bisogna evitare la lotta contro la scienza verificatasi nel Medioevo: ma, come dice un esperto del Cnr, non si chiede allo scienziato di fermarsi, ma di continuare ad accelerare...su un altro fronte, però. Non ha senso uscire dal limite del rispetto della vita (che, secondo me, dovrebbe essere connaturato all‟uomo) quando al suo interno c‟è ancora tanto, troppo da fare. Abbiamo il dovere di non lasciare che le capacità umane vengano sviate, ma di utilizzarle in modo molto più razionale, soprattutto per riparare gli errori del passato e per rispettare e garantire la vita di tutti gli esseri viventi. Lo sviare le capacità può nascondere cifre vertiginose, successi incredibili e carriere promettenti: non è facile resistere alla tentazione. Per evitare tutto questo è necessario che ognuno faccia la sua parte: la società e la religione così come gli apparati politici. E‟ necessaria sollecitudine da parte di tutti. Non perdiamo tempo a discutere sul diritto di eutanasia, cerchiamo di fare in modo che non ce ne sia bisogno; non litighiamo sul fatto che un embrione possa ereditare la f o r t u n a d e l n o n n o , ma garantiamogli la vita...diamogli la possibilità di rivolgerci, un giorno, un “grazie” meritato. Jessica Pegoiani III H
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Siamo state anche noi, come altre classi, a Orientando, l‟iniziativa che viene preparata ogni anno per aiutare noi di quinta a trovare la strada del nostro futuro Riassumendo le impressioni d el l a cl a ss e p o s si a m o affermare che il giudizio è generalmente positivo. In particolar modo l‟organizzazione, la struttura e le indicazioni del percorso proposto ci sono sembrate adatte a sfruttare al massimo il poco tempo a disposizione. Ciò che più ci ha soddisfatte è stata la possibilità di trovare risposta a molti interrogativi e soprattu tto di pr end ere conoscenza di tutte le realtà che ci attendono dopo la scuola (lavoro e università) in un‟unica occasione. Infatti, il problema ricorrente che riguarda i giovani nella loro scelta per il futuro è costituito dalla difficoltà di contattare le persone e gli enti giusti e quindi addirittura di non sapere da quali fonti attingere le informazioni. Importante è stato venire a conoscenza delle possibilità di studio, non solo nell‟ambito della nostra città, ma anche in aree diverse. Molto disponibili e preparate ci sono parse le rappresentanze degli ordini professionali, mentre lo sono state un po‟ meno quelle delle università (costituite prevalentemente da studenti stessi) le quali hanno puntato più sulla distribuzione di materiale informativo che sul colloquio diretto.
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Abbiamo infatti notato come i professionisti che ci hanno illustrato il loro ruolo fossero più disponibili a spiegare anche aspetti personali e non solo quelli tecnici della loro attività. Il fatto di potersi orientare liberamente nel percorso e di consultare gli stands presenti alla manifestazione è stato senza dubbio positivo, ma la presenza di troppi ragazzi poco interessati ha creato un po‟ di confusione. Im pressio n e d eci sa ment e negativa sulla conferenza tenuta dai rappresentanti delle banche e assicurazioni che si è dimostrata troppo pesante, molto va ga e poco coinvolgente. FRASSI e RADICI Classe 5^N Se siete alla ricerca di informazioni sull‟orientamento è disponibile presso l‟A.R.I.S. (è il nuovo nome del CIC e significa Area di Ricerca Informazioni e Scambi) del materiale in forma tivo interessante su CD ROM (Pollicino, Colombo 95, Kurs Direkt) e dischetti (Ipertesto Dedalo, Lombardia Orientamento), mentre in Biblioteca potete trovare le guide dello studente di molte università italiane. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi alla prof.sa Maria Corinna Tosi nell‟aula ORIENT EXPRESS del II piano (Ex aula CIC).
SORD NUD E’ la formula invertita di NORD/SUD, ovvero come appare il Nord del mondo visto dal Sud. Il Vostro giornalino vi p r o po n e u n p e rc o rs o certamente interessante: una mostra un po’ particolare che usa il fumetto, vale a dire uno strumento che ha a che fare con l’immaginario collettivo e due raccolte di fumetti. Fumetti fatti da persone del Sud che guardano il Nord e guarda caso - lo vedono ancora come neocolonialista, narcisista, razzista. Forse vale allora la pena di dedicare un po’ di tempo per vedere la mostra e leggere i due fumetti che oltretutto pr es e nt an o a nc h e un notevole interesse grafico. La mostra è allestita nei pressi della biblioteca. Le due raccolte di fumetti le trovate nella sede del giornalino al II piano
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Tra le tante attività sportive che hanno caratterizzato q u est ‟ a n n o sco l a st i c o cogliamo alcune notizie tra le più significative. Il torneo di calcetto del biennio è stato vinto dalla turbolenta 2^C.
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1^ I, Vanina Granati 1^ B) guidate dalla prof. Giovanna Anderboni, che si classifica 2^ assoluta nella fase provinciale dietro alla squadra del liceo Calini. La nostra squadra, tuttavia, arriva davanti alle rivali liceali nella gara più prestigiosa: i regionali; dove le giurie sono più imparziali. Nell‟atletica leggera Adelaide Scola (1^ M) salta più in alto di tutte (m 148).
La grande assente della fase finale del torneo del triennio di calcetto è l‟attuale 4^ H, la plurivincitrice degli anni scorsi. Grande soddisfazione arriva dalla squadra di ginnastica artistica d‟istituto (Silvia Righi 1^ M, Valentina Vittorio 1^ B, Elena Rossi
Massimiliano Taglietti (1^ B) non ha ancora capito la tecnica del lancio del disco, ma riesce ugualmente a lanciare l‟attrezzo a 38 metri e stravince. Prof. Ruzzier
Martedì 22 aprile hanno avuto luogo le gare interne di atletica e le premiazioni verranno effettuate a fine maggio con la presenza di personaggi di rilievo del mondo dello sport. A differenza dell‟anno scorso, un maggior numero di alunni ha seguito gli allenamenti. Gli allievi inoltre hanno partecipato alle gare provinciali a Castelcovati, anche se non sappiamo ancora come si è posizionata la nostra scuola rispetto alle altre.
Il nostro istituto ha vinto un computer grazie al numero più elevato d‟iscrizioni a “Vivi Città”. Infatti ben 60 alunni e 16 insegnanti e applicati hanno partecipato alla gara. A tutti loro le nostre congratulazioni. Ziliani G.
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La vita politica del nostro Paese, all‟inizio degli anni „70, fu caratterizzata dalle forti pressioni dei gruppi sindacali e dei movimenti di sinistra, i quali rivendicavano u n preciso intervento dello Stato in appoggio ai ceti più deboli ed oppressi della società ed allo stesso tempo l‟abbattimento delle condizioni di privilegio della media ed alta borghesia. Il quadro politico rispecchiava, d‟altra parte, la situazione mondiale dell‟epoca: tutto il m o n d o o c ci d e n t a l e e r a attraversato da forti fermenti di rinnovamento, che destavano notevoli preoccupazioni nei ceti dirigenti, anche in considerazione della grande paura suscitata nel periodo della guerra fredda dallo “spettro del comunismo”. La scelta operata dalle varie potenze occidentali, per gestire questa difficile situazione, fu quella di porre in atto una politica fortemente repressiva. L‟Italia non solo non fece eccezione, ma addirittura si distinse per la violenza con cui attuò tale linea politica. La classe dirigent e italiana, permeata di elementi autoritari neofascisti, giunse addirittura a praticare metodi terroristici: le stragi di piazza Fontana, piazza Loggia, dell‟Italicus e della stazione di Bologna funestarono il paese di morti e scossero profondamente le coscienze. Lo scopo di tali attentati, praticati dalle istituzioni deviate dello Stato, era quello di farne ricadere la responsabilità sui gruppi riformatori al fine di alimentare la diffidenza della
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collettività nei loro confronti, e di spingere i cittadini ad invocare un governo “forte”: con questa, che viene definita “strategia della tensione”, si sperava di scongiurare il pericolo di uno spostamento a sinistra del Paese che, come già si osservava, avrebbe fortemente nuociuto ai ceti dominanti. Le conseguenze di questa politica non poterono che essere gravissime, ed i loro effetti non si possono definire, ancora ai giorni nostri, completamente esauriti: il cittadino ha capito che lo Stato poteva comportarsi da nemico, che la democrazia poteva giungere ad utilizzare metodi non democratici per impedire il cambiamento. Accanto ad un generale senso di paura e di diffidenza verso le istituzioni che non ha più abbandonato la collettività, si deve ricordare, tra i nefasti risultati della strategia assassina attuata da una parte delle istituzioni, la forte e violenta
radicalizzazione dello scontro politico. Alcuni gruppi di sinistra, verificata l‟inutilità della lotta democratica, si abbandonarono a loro volta alla violenza, ricorsero alla lotta armata, in nome di idee rivoluzionarie di stampo marxista: le Brigate Rosse aggiunsero al sangue altro sangue, al dolore altro e inutile dolore. E‟ possibile lasciarsi alle spalle qu esto terribile passato? Allo stato attuale delle cose certamente no: solo il raggiungimento della verità sulle stragi potrà permettere non di dimenticare, ma di ritenere veramente conclusa questa terribile stagione della vita p ol it i ca i tal ia na. N el frattempo non resta che rivendicare con forza, senza perdersi d‟animo, che sia fatta chiarezza. DANIELA ANGELETTI 4^N
LUNARFOLLIE Terrorismo, stragi, Brigate Rosse, gambizzazione. Se queste espressioni fino a qualche mese fa rappresentavano per me una realtà oscura, oggi mi portano a riflessioni molto particolari sulla società di ieri e sulla crudeltà umana. Il percorso proposto dal prof. Mantegazza e le varie conferenze alle quali abbiamo partecipato, mi hanno a aiutato a calarmi nella terribile realtà che ha scosso il nostro Paese dal 1969 al 1980. Trovo molto significativa questa esperienza, perchè ci ha fatto conoscere momenti terribili vissuti in Italia pochi anni prima della nostra nascita e che segneranno la storia del nostro Paese. Molto interessante è stato anche il discorso legato alla memoria. Inizialmente, quando ci sono stati proposti i lavori con le fotografie e gli oggetti, ero un po‟ scettica e non ne capivo il senso. Riflettendoci, però, ho scoperto che sono degli ottimi strumenti per attivare la memoria “involontaria”, che noi spe sso abband oni amo rinunciando a scavare nel passato . Credo che concludere questa esperienza con la partecipazione alla manifestazione del 28 maggio in piazza Loggia sia fondamentale per dimostrare che coloro i quali sono a conoscenza di quanto è avvenuto si riuniscano ancora, a distanza di quasi 30 anni, per protestare e sconfiggere queste crudeltà. Ma, in particolare, per ricordare le persone innocenti che in questa strage hanno perso la vita. Erika Scalvenzi 4 N
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In questi giorni ho letto la “lettera sulla felicità” del filosofo greco Epicuro e con mia sorpresa, l‟ho apprezzata molto. Felicità: quante volte abbiamo letto, sentito e pronunciato questa parola? Eppure cos‟è veramente la felicità? Questa è una domanda che mi sono sempre posta, senza però riuscire mai ad arrivare ad una conclusione accettabile. Epicuro ci da‟ la sua opinione in proposito: per raggiungere la felicità bisogna prima soffrire; soltanto superando il dolore, infatti, possiamo poi apprezzare la felicità. Secondo Epicuro, quindi, la felicità non è altro che l‟assenza di dolore, ma è altresì vero che colui che non ha mai provato dolore non può rendersi conto di cosa sia la felicità. Riflettendo su questo pensiero mi sono resa conto che Epicuro, vissuto molti secoli fa, ci ha lasciato insegnamenti validi tutt‟oggi. Pensiamo, per esempio, a quelle persone che vivono nel lusso più sfrenato, nel benessere più opulento, da tutti considerate fortunate. Ebbene: queste persone sono davvero così fortunate? Nella loro vita non hanno mai conosciuto la sofferenza: come possono conoscere la felicità? Facciamo ora il ragionamento opposto: pensiamo ai bambini africani che muoiono di fame e di malattia. E‟ sorprendente come questi fanciulli, ripresi dalle telecamere di qualche giornalista europeo o americano, siano sempre vivaci e sorridenti. Dove trovano la forza per continuare a sorridere di fronte ad una vita così difficile e sp i e t a t a ? Q u e st i b a mb i n i s‟accontentano di pochissimo, di una caramella o di un pezzo di pane offerto loro dalle persone che li aiutano: vivendo nel dolore e nella sofferenza, hanno imparato ad essere felici con così poco. Ma allora chi sono i più felici? Coloro che conducono una vita di sacrifici
e sofferenze, o coloro che vivono nella ricchezza più sfrenata? Epicuro afferma che, per essere veramente felici, basta soddisfare i bisogni necessari, fondamentali per ogni essere umano; mentre tutti gli altri bisogni (da lui chiamati desideri) sono perfettamente inutili. Una volta raggiunto il benessere strettamente fisico, anche l‟anima è serena e quindi si vive felici, alla ricerca del piacere. Epicuro si ammonisce, però, dicendo che non sono i piaceri dei goderecci a renderci felici, ma le scelte di tutti i giorni che ci aiutano a sfuggire dai condizionamenti presenti nella società fonte di sofferenza. Un‟altra riflessione di Epicuro che mi ha colpita è stata quella sulla morte. Io, che ho paura di morire, la prima volta che ho letto questo passo sono rimasta allibita: come si può affermare che la morte non esiste? Dal mio punto di vista la morte esiste, eccome se esiste!! E‟ una tappa obbligatoria nella vita di ognuno di noi e per ognuno di noi segna la fine. Poi ho letto questo pensiero una seconda volta: mi sono soffermata sul punto in cui Epicureo afferma che se noi viviamo, la morte non c‟è e se c‟è la morte non ci siamo noi. Effettivamente è vero: non ha alcun senso temere la morte quando si è vivi, perché allora la morte non c‟è e quando si è deceduti la morte è già arrivata e quindi non la possiamo più temere. Questa “lettera sulla felicità” è qualcosa di eccezionale: in poche righe, infatti, Epicuro è riuscito a spiegarci concetti complessi ed a risolverci con apparente facilità quesiti essenziali che tutti noi ci poniamo sin dalla più tenera età. Dopo aver ultimato questa lettera, posso dire di sentirmi cresciuta interiormente e credo che consiglierò questo libro ad amici e parenti, sperando che per loro sia altrettanto utile ed interessante. LUISA GALLIA 3^A
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TUTTI AL TENDA SABATO 24 MAGGIO Pomeriggio: dalle ore 15.00 alle 18.30 Sera: dalle ore 21.00 alle... Dopo lo strepitoso successo dell‟anno scorso, il coordinamento studentesco cittadino (formato da quasi tutti gli istituti della città) con la complicità esterna dell‟ITC e del Liceo artistico di Sarezzo e del C omi tat o Orga niz za ti vo Palcogiovani, stanno organizzando per SABATO 24 MAGGIO l‟ormai consueta festa di fine anno scolastico. Due sono i momenti proposti: il pomeriggio con musica Live, arte, sport, ludoteca, spazi liberi, ospiti big e stand di tante associazioni; la sera con discoteca no-stop dalle 21.00 con vari DJ e sfilate Mr. & Mrs.. La festa è in collaborazione con il Comune e la Provincia di Brescia e god e d e l pa t roc i ni o d el provveditorato agli studi. Cosa assai importante è che l‟incasso sarà devoluto alla lotta contro la leucemia (all‟AIL e all‟ADMO). Il biglietto del pomeriggio avrà un costo di £. 3.000 e la sera di £. 8.000. Le prevendite saranno nelle scuole affidate ai Rappresentanti d‟Istituto e il giorno stesso al botteghino del Teatro Tenda. Per informazioni tel. 030/3701370: dal Lunedì al Venerdì dalle 18.00 alle 19.00, il Martedì dalle 20.30 alle 22.30. VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!
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PER MORE V A Mi dici dove troverò un’altra “rompiballe” come te, finita questa benedetta scuola? Tra Fantozzi, Naselli, il ritorno sconcertante della Sicilia e ovviamente anche del sugo, credo proprio che non ti dimenticherò mai!!! Grazie di tutto, ti voglio una cifra di bene “per sempre”
PER GIOGIO 3 E “...aspetterò che aprano i binari, più grande ti sembrerò e tu più grande sarai, nuove distanze ci riavvicineranno dall’alto di un cielo diamante i nostri occhi vedrai..”
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TUA PICCOLA PER LUSSI 3 E Allora quando uscire???
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inviti
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MAFFE 5 G PER L’ALVEARE La Sicilia è fantastica... Ma averla visitata con voi l’ha resa ancora più bella!!! Ci siamo divertiti tantissimo!!
VERO,MANU,DIGO,BONNY,DAN Y,MICHI PER LA III E Barcellona è spettacolare e con voi lo è stata ancora di più. Avete reso una gita che pensavo noiosa, davvero divertente. Siete proprio simpatici. Ogni volta che ripenserò alla Spagna mi ricorderò di voi. Un bacio grosso grosso a tutti.
STEPHI A FLORA LA BARISTA Sei incredibilmente sexy e ci dispiace lasciarti (speriamo) l’anno prossimo
PER LE CLASSI 3 E/ 5 G/ + GNARI 3 F/ 4 F Grazie per la bella gita passata con voi... Siete davvero simpaticissimi! Adios Amigos.
CAROL e STEPHI PER LA CLASSE 5 G Dopo la gita passata insieme mi sono resa conto di quanto mi mancherete finita la scuola. In bocca al lupo a tutte per gli esami e non dimenticatevi mai che sarete sempre uno dei miei ricordi + belli. Vi voglio tanto, tanto bene.
STEPHI! PER DOMENICO 3 E In gita non ho avuto il coraggio di dirtelo, ma da quanto ti ho conosciuto non faccio altro che ripensare a quel tuo accento un po’ straniero... Sei dolcissimo e vorrei conoscerti meglio.
A&L DUE MATURANDI
BY VALE 5 G
A SILVIA LA BARISTA Il tuo sorriso ci toglie il respiro, il tuo caffè ci inebria di felicità, tieni da parte due piadine... secche.
ALLA SELVAGGIA 5 L Ci son due Valentine e una Giuseppina, due pi ccol e Elenine, un Ezio volante. Lilli, Bedu, Dany e Bu, Ghe manca po nusu. Solo non si vedono Ale, Gali, Laure, Francy, Fortu, Tumas... un attimo! Scorgiamo una nuovola all’orizzonte, sono loro: Marta, Berta e Bertoc!
A&L I SOLITI DUE MATURANDI PER WLADIMIR V A e PER FACCHINI 4 G Siete a dir poco meravigliosi, grazie per le serate passate insieme. Non ci dimenticheremo mai BY PUSSY „80 e KETTY „81
In bocca al lupo per tutto!
LUNARFOLLIE PER LA 5 A E’ quasi finito l’anno scolastico e fra un po’ non ci vedremo più! Dopo 5 anni insieme possiamo dirvi con sincerità che: V.V.B.F.!!
CRY, GES, FEDE, KATE, ELENA, ANNA, CHICCA PER TUTTE COLORO CHE ADORANO SCRIVERE MESSAGGI AI NOSTRI TRE COMPAGNI DI CLASSE Sappiate che conoscendoli bene e avendoli in classe 9 mesi all’anno per 4 anni non sono proprio niente di speciale... Vi lasciamo con alcuni detti: “Se li conosci li eviti”, “ Non è tutto oro quello che luccica”, “l’erba del vicino non è sempre la più verde”. P.S. E’ un consiglio da amiche
SARA, SILVIA, ROSY 4 I ALLE FALSE “CINZIA 82” Se volete dedicare cavolate alle altre persone fatelo con il vostro nome. Ho letto il messaggio sul Giornalino e devo dire che scrivete bene in rima. Chiedo scusa ai Venturini per il messaggio che è stato loro dedicato dato che delle cose che hanno scritto io non ne sapevo nulla.
BY LA VERA CINZIA „82 A TUTTE LE CLASSI QUINTE E’ disponibile in Biblioteca una selezione di articoli tratti da riviste di attualità, raggruppati per tematiche. Questo materiale viene p r op os t o c om e supp ort o documentativo al tema d’esame e, più in generale, come fonte di formazione personale. Gli studenti e i docenti interessati possono consultare in Biblioteca gli elenchi ordinati per soggetti. Il file è visibile a n c h e s u l s e r v e r d’Istituto:\organigrammi\biblioteca\ soggetti.xls Sono disponibili anche delle proposte tematiche per le letture estive. ORARIO ESTIVO BIBLIOTECA
dal 1/7/97 al 30/8/97 dal lunedi al venerdi 8.30-13.30 CHIUSA la settimana di ferragosto
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Continua la nostra rivisitazione d i a lcu n e pa g in e della letteratura italiana. Riceviamo questo pezzo che vi sottoponiamo. Procida, 29 - 8 - 1923 Ciao! Io mi chiamo Arturo Gerace... vi piace il mio nome? A me tantissimo e me ne sono sempre vantato perché è anche il nome di una stella che fa parte della costellazione di Boote, nell‟emisfero boreale. Oggi è il mio compleanno e sono triste e sconvolto perché, anche se ho ritrovato Silvestro, l‟uomo che mi ha fatto da balia e mi ha cresciuto con il latte di capra, ho scoperto che mio padre è omosessuale. Penso che lascerò quest‟isola, la bellissima Procida e partirò con Sil vestro p er arru o larmi nell‟esercito partecipando così alla seconda guerra mondiale. La mia storia è iniziata molti anni fa su quest‟isola magnifica che fa parte dell‟arcipelago napoletano; mia madre è morta subito dopo avermi partorito e di lei, come ricordo, ho solo delle piccole fotografie ingiallite. Mio padre si chiama Wilnen Gerace ed è un uomo di nazionalità italo - tedesca; nonostante i suoi lunghi viaggi che mi obbligavano a star solo per mesi e mesi, io ho sempre provato per lui un senti ment o di venerazione. Di lui mi ricorderò sempre il fazzoletto a ricami annodato attorno al collo, la camicia aperta sul petto, i suoi pantaloni scoloriti, i suoi capelli biondi e gli occhi turchino violacei... Io e mio
pa dr e a b bia mo sempr e paragonato la nostra casa ad un castello, ma in verità è una v era e pr o pr ia g ro tta impolverata visto che nessuno di noi si è mai preoccupato di pulirla. Quando io avevo quattordici anni mio papà è tornato da un lungo viaggio con una moglie, poco più grande di me, di nome Nu nziat el la . Su bit o h o cominciato a provare per lei un sentimento d‟affetto e a confessarle tutti i miei segreti. Poi però, la bellissima amicizia che ci legava è diventata gelosia perché mio padre si preoccupava solo di lei: quando tornava dai suoi viaggi, ad esempio, portava regali solo per la “sua Nunziata”. Questa gelosia è poi diventata odio con la nascita di un mio fratellastro ch e è stat o chi a mat o Carminiello Arturo. Mi dava molto fastidio vedere che qu esto bambino p oteva ricevere tutto l‟affetto che io non avevo mai avuto. Poi l‟odio che provavo per Nunziata si è tramutato in amore ma non mi è stato ricambiato neanche quando le ho svelato che mio padre era diventato omosessuale. Penso proprio che questo viaggio mi servirà per pensare ad altro e per scoprire una nuova realtà della vita.... Ne ho proprio bisogno... Così i conclude la mia storia e se vie è piaciuta e volete saperne di più... leggete il libro “L‟isola di Arturo” di Elsa Morante.
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P.S. Alla prossima avventura Soana Barbara 2 A