LUNARFOLLIE Maggio-Giugno 2021

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I.I.S. LUNARDI - BS

Anno 29 Numero 1

Maggio - Giugno 2021

La pandemia ha avuto effetti rilevanti anche nelle scuole italiane. Per questo motivo abbiamo voluto documentare attraverso la testimonianza di studenti, docenti e del personale ATA come quest’anno di pandemia abbia stravolto le nostre abitudini, relazioni e influito sulla nostra vita scolastica. Vi proponiamo qua sotto una tabella comprendente i dati riguardanti la nostra scuola. a.s. 2020/2021 studenti studenti

docenti/Ata docenti/Ata

positivi positivi

isolamento isolamento positivi positivi fiduciario fiduciario

settembre settembre ottobre ottobre novembre novembre dicembre dicembre

00 44 44 44

33 43 43 44 33

00 22 11 22

gennaio gennaio febbraio febbraio

7 7 55 55

6 6 40 40

2 2 6 6

classiclassi in in isolamento isolamento isolamento isolamento osservazioni osservazioni fiduciario fiduciario fiduciario fiduciario inizio scuola il 12 setteminizio scuola il 12 settem1 bre2021 1 bre2021 in daddal dal26/10/2020 26/10/2020 2 2 tuttitutti in DaD 1 1 2 2 in presenza a classi alternee in presenza a classi alterne e le V in presenza dal 27 le 5^gennaio in presenza 1 2021 dal 27 gen1 naio 2021 1 13 tutti in dad dal 24/02/2021 1 13 tutti in DaD dal 24/02/2021

marzo marzo

15 15

3 3

2 2

0

Situazione Situazione Covid Covid

aprile aprile

26 26

33 33

1 1

2

0 2

in presenza con classi inte-

3

3

in presenza classi re ed altrecon al 50% dalintere ed altre al 50% dal 14/04/2021 14/04/2021

La responsabile covid, docente Daniela Rolando, sottolinea che i picchi di febbraio e aprile sono dovuti alla mancata comunicazione dei casi nel periodo di Dad e non ad effettivi contagi avvenuti all’interno della struttura. Inoltre, i positivi riportati sono stati contagiati esternamente all’istituto, si nota infatti che non ci sono stati focolai all’interno della scuola nel periodo del rientro.

IN QUESTO NUMERO:

Io mi ribello

"Il nostro lavoro quest'anno si ispira ad Antigone. In uno scambio reciproco di spunti e potenzialità lo sforzo è stato quello di guardare con occhi nuovi la tragedia di Sofocle e di dare voce ai personaggi che solitamente rimangono nell'ombra della protagonista"

Laboratorio Teatrale del Lunardi,

a cura di Valentina Pescara e Gianluca Alberti. Docenti referenti: Vavassori, Laudati, Pilia. Il video è disponibile su https://www.lunardi.edu.it/pagine/beyond-antigone

Reportage Pandemia Catcalling Festival Economia Trento Finanza spiegata Intervista Sara Cavalleri IUS SOLI Cittadinanza Concorso COVID-19 Interviste Essere Ecologista Buona lettura COVID cambia lo sport Danimarca Pianeta Musica Nerdomania Movies Oroscopo Relax Annunci e consigli

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Reportage pandemia Intervista a Caterina Dall’Era della classe 1AT Come hai vissuto la scuola durante quest’anno? Io, essendo in prima, ho vissuto un situazione un po’ strana, con i protocolli sanitari ed il distanziamento sociale; indubbiamente un’esperienza unica.

Intervista a Marta Stefana della classe 5BL Come hai vissuto la scuola durante quest’anno? Non avrei mai pensato che stare a casa fosse peggio di andare a scuola perché, durante la prima ondata, la nostra scuola ha continuato a fare le lezioni online a differenza di altre; invece quest’anno stare a casa mi è pesato perché ho perso molta capacità di concentrazione e la quantità di verifiche e interrogazioni non hanno aiutato. Durante la mia giornata, l’unica cosa che facevo era studiare anche perché non si poteva uscire di casa e quindi quest’insieme di cose mi ha affaticata abbastanza. Noi attualmente siamo tornati tutti in presenza, a differenza di alcune classi, e da un lato è una cosa positiva passare gli ultimi periodi con la propria classe, però allo stesso tempo è molto rischioso perché se uno di noi ha contatti con un positivo tutta la classe finisce in quarantena e sotto esame non è il massimo.

Per la maturità? Sono abbastanza tranquilla e penso che la scuola ci abbia preparato in maniera adeguata. Vedo la maturità come la coronazione dei 5 anni e non solo dell’ultimo anno passato maggiormente in didattica a distanza, poi secondo me le prove hanno perso una parte di significato. Per il proseguimento degli studi in ambito universitario come vi siete programmati? Io personalmente mi ero già informata in quarta tramite i siti, campus oline e openday, poi però con la scuola abbiamo seguito dei corsi di orientamento. Come vi siete organizzati per il PTCO? Noi avevamo organizzato tutto per la quarta, però con la pandemia non abbiamo potuto fare neanche un’ora di alternanza. Quest’anno ci siamo organizzati e alla fine abbiamo seguito un corso online ed in classe abbiamo presentato degli itinerari culturali e turistici, che abbiamo creato utilizzando le 3 lingue

Com’è stata l’integrazione con i compagni? È stato difficile integrarsi, perché anche se io ho un carattere estroverso, la didattica a distanza al 50% ha bloccato un po’ le relazioni, dopo si sono creati delle sorte di gruppi e quindi tutto questo non ha aiutato a formare una classe coesa. Poi, adesso che manca circa un mese a fine scuola ed io non conosco ancora la maggior parte dei miei compagni, posso affermare che è stato un anno difficile per la socializzazione. Mara Delbono 2^A AFM

Intervista ai docenti Caterina Sora e Mara Salvetti Abbiamo intervistato due docenti, la Prof.ssa Caterina Sora, insegnante di diritto e di relazioni internazionali e la Prof.ssa Mara Salvetti, insegnante di scienze motorie. Entrambe, alla domanda se si aspettavano un ritorno a scuola con meno DAD, hanno risposto che a settembre erano molto più ottimiste, si aspettavano un rientro in classe per tutto l’anno e non prevedevano che invece da lì a poco saremmo tornati in DAD. La Prof.ssa Sora, inizialmente, aveva percepito una sensazione di fragilità e di solitudine, perché secondo lei per un insegnante la scuola è un ambiente vivo e sicuro; non nasconde che le prima settimane sono state difficili e frustranti, data la mancanza di comunicazione non facilitata dalla DAD. Inoltre, anche gli insegnanti, come noi ci scambiamo due parole tra i banchi, so-


LUNARFOLLIE no abituati a dialogare in corridoio magari al cambio dell’ora o in aula insegnanti e questo le mancava molto. Però da tutta questa situazione è riuscita comunque a trarre degli aspetti positivi, per esempio, come lei scherzosamente dice, i colloqui o le riunioni a distanza, ma un altro effetto positivo che ha riportato è la sensazione di aver stretto rapporti ancor più forti con i propri studenti perché c’era una volontà generale di risolvere i problemi e collaborare tra docenti e studenti. La Prof.ssa Salvetti, invece, esprime della demotivazione perché la sua materia serviva per farci muovere e staccare dalle altre ore, ma con la DAD si è dovuta reinventare con lezioni di teoria, ma sempre provando a spingerci e a motivarci a fare attività motoria per la nostra salute sia fisica che mentale. Marco Dessi 4^CR

Intervista a Lucia Salvini collaboratrice scolastica La scuola ha assunto tutto un nuovo aspetto in questo periodo di emergenza sanitaria, come pensa sia stato dover far fronte alle nuove esigenze? Sicuramente il lavoro è aumentato, ma prima di questo bisogna capire la situazione. Questa pandemia ha cambiato le nostre abitudini e anche un po’ il nostro modo di interagire. Penso a queste classi dimezzate con ragazzi che comunque devi sempre entrare un po’ a sgridare o dividere perché non stanno molto alle regole, alle misure di con-

3 sure sono necessarie: finestre aperte, mascherina e igienizzante sono i nostri alleati. Anche il fatto di aver tolto le macchinette riduce gli assembramenti. Si potrà nuovamente comprare l’acqua, comunque questa soluzione, per quanto provochi scontento, riduce notevolmente le occasioni di contatto o assembramento.

tenimento adottate, ai nuovi incarichi. È tutto surreale e speriamo passi alla svelta. Siamo all’ultimo mese, quindi è indispensabile cercare di non aggravare la situazione, nei limiti del possibile ovviamente. Secondo lei le misure adottate dalla scuola sono state efficaci? Secondo me sì, già anticipando l’apertura della scuola a 7.30 piuttosto che a 7.45 si riesce ad evitare l’assembramento. Credo sinceramente che il 50 % fosse perfetto per garantire il distanziamento nelle aule, di cui purtroppo non possiamo modificare la dimensione. Il distanziamento è fondamentale e senz’altro le mi-

È stato difficile gestire i cambi d’ora? Questo è l’unico punto per così dire critico. Siamo organizzati abbastanza bene, ma quando suona la campanella devi correre. Io ho i laboratori da igienizzare, quindi non solo la cattedra dell’insegnante ma anche mouse, tastiere e piani di lavoro, ma fortunatamente ho solo una classe. Credo quindi che la spartizione dei ruoli sia piuttosto equa. Il problema insorge quando mancano colleghi o quando c’è uno studente da seguire, da accompagnare dal genitore o più banalmente quando non si sente bene, il che è comunque molto frequente. In queste occasioni devi correre il doppio e cercare di fare in tempo. Speri sempre di essere sul posto per non fare aspettare il docente, ma per qualsiasi motivo può capitare che tu non sia lì. I tempi sono corti, specialmente quando c’è un collega da coprire, e per fronteggiare a tutte le esigenze servirebbero più persone, ma comunque la chiave è sapersi organizzare. Irene Reboldi 3^DL


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LUNARFOLLIE CATCALLING: apprezzamento o molestia troppo a lungo sottovalutata?

Ti sei mai chiesto che cosa abbia provato quella ragazza? Sì, intendo proprio quella ragazza che hai visto ricevere apprezzamenti non richiesti, quella che hai visto sommersa da occhiate maliziose e da fischi? Se la tua risposta è no, forse ti conviene spendere un paio di minuti e continuare a leggere questo articolo. Per prima cosa, sappi che non è affatto raro non sapere come vengano recepiti tali comportamenti dalle ragazze; anzi, non è affatto raro non esserselo nemmeno mai chiesti. Senza mentirci, quanti di noi davvero ritengono questo genere di commenti un problema grave? Certo, non si tratta di esempi massimi di finezza, però, in fin dei conti, non è altro che innocente goliardia e dietro ad essa non si nasconde necessariamente della malizia. Qualcuno, infatti, potrebbe legittimamente domandarsi: “I problemi che affliggono la popolazione femminile sono ben altri, no? E, in ogni caso, perché dovrebbero disprezzare quelli che, tutto sommato, sono complimenti?”; se non sostenere, addirittura: “Se avessero detto lo stesso di me, ne sarei andato fiero”. Effettivamente, se volessimo limitarci a considerare le parole impiegate, estrapolandole del contesto, è difficile immaginare che possano ferire realmente qualcuno. Ma non c’è solo questo, provate a pensarci: se fate un commento sul fisico di una ragazza, innanzitutto vuol dire che la state osservando e, di certo, con non poca insistenza.

REDAZIONE

I più irriducibili potrebbero comunque ribattere: “Beh, ma che vuoi che sia? Gli sguardi non ti possono mica ferire”. Davvero? Davvero pensate che, nel considerare una donna come un mero oggetto per le vostre fantasie, non venga meno il rispetto fondamentale dovuto ad ogni individuo? È una questione di dignità, troppo spesso non rispettata. E, accanto a questo, entra in gioco anche un sentimento che molti sottovalutano: la paura. “Ma come paura? Non siamo mica nel Bronx, cosa pensano che le possa succedere?”. Eppure, i dati parlano chiaro. Secondo un’indagine ISTAT del 2014, circa il 30% delle donne tra 16 e 24 anni è stata vittima di molestie sessuali. Una su tre. Pensate alle vostre compagne di classe, prendetene un terzo e immaginate che abbiano subito una qualche forma di violenza. Sono ragazze che vivono nel vostro stesso mondo, quello che credevate a malape-

Dall’Era Caterina, 1^AT; Faustinoni Valentina, 2^EL; Lombardi Federica, 2^F AFM; Delbono Mara, 2^A AFM; Sylvester Phil, Botti Mattia, 3^AR; Abatti Valentina, 3^AL; Schivardi Jennifer, 3^CL; Gamba Alessandro, Massarotto Giulia, 3^EL; Reboldi Irene 3^DL; Facchi Alessia, Terrazzino Alessia, Vianelli Alessia, Scaglia Clara, 3^A AFM; Loiudice Antonio, Buizza Laura, Caratti Cristiano, Senes Elisa, 2^CT; Dessi Marco, Scaroni Stefania, Cavallone Nicole, 4^CR; Rocco Elena, 4^EL; Tosi Maria, 4^CL; Stefana Marta, Rezzola Ilaria, 5^BL; Scalvini Niccoló, 5^B AFM

na sfiorato dalle disparità di genere, dove sembrava di essere liberi da violenze e abusi. Eppure, evidentemente, non è così e forse è necessario cambiare le nostre convinzioni su questo e riconoscere che, a quanto pare, la paura di diventare vittime del desiderio di qualche uomo non è assolutamente ingiustificata. Adesso immagino che, rileggendo la domanda iniziale, possiate rispondervi affermativamente, che siate consapevoli di cosa vogliano dire per una ragazza fischi e apprezzamenti, o che almeno abbiate accettato la possibilità che le vostre convinzioni sull’argomento siano da rivedere. Provate a parlarne, per prima cosa, con una ragazza: è incredibile come un’amica che conoscete da tempo potrebbe aver sempre vissuto queste paure senza parlarvene. Sicuramente non è facile: si tratta di una problematica che, per la maggior parte dei ragazzi, sembra non esistere neanche, ma è proprio per questo che è necessario parlarne, cercare di affrontare la questione attraverso un’altra prospettiva. E poi, se sarà stata una persona a cui siete sempre stati vicini, di cui vi fidate, a raccontarvi di questa situazione, forse non sarà così facile sminuire ciò che si apprende, o considerarla un’esagerazione. È difficile essere presi sul serio se, criticando dei comportamenti tanto assimilati dalla società, si rischia di ottenere l’effetto contrario. Per questo, di nuovo, è fondamentale come prima cosa l’informazione; è fondamentale che anche gli altri ragazzi

Direttori responsabili: prof.ssa Manuela Bambini prof.ssa Rita Pilia Composizione a cura di Lino Martinazzoli

Lunarfollie viene pensato, prodotto, e distribuito presso il CIMP dell’ IIS “A. LUNARDI” via Riccobelli, 47 Tel. 030/2009508/9/0 Archivio: https://issuu.com/lunarfollie Email: lunarfollie@lunardi.bs.it


LUNARFOLLIE si rendano conto di cosa provino le ragazze ogni volta che sentono tutte queste piccole molestie verbali. Essere aggressivi e attaccare chi secondo voi sbaglia non ha senso: è molto più importante renderlo consapevole della conseguenza delle sue azioni, in modo che da solo possa comprendere cosa sia sbagliato. È questa la cosa che, più di tutte, è nostro dovere fare per combattere questa problematica nascosta: portarla alla luce e impedire che venga ignorata. Ma non c’è solo questo: anche noi ragazzi, in prima persona, possiamo cambiare, e cambiare non vuol dire solo smettere di fare battute e fischi molesti: dobbiamo per primi accettare di aver sempre vissuto al primo posto sotto molti aspetti, di esserci sempre convinti di avere il dovere di primeggiare. Questo da una parte significa che dobbiamo riconoscere di essere “partiti avvantaggiati” e che spesso risultiamo privilegiati in determinati campi. Queste disparità si fanno evidenti soprattutto nel mondo del lavoro, e proprio per questo è necessario rendersene conto adesso, per far sì che tale divario, negli anni a venire, possa finalmente colmarsi. D’altra parte, però, non dover necessariamente primeggiare vuol dire anche imparare ad accettare il secondo posto negli ambiti che, tipicamente, associamo alla mascolinità. Sembra scontato, ma quante volte succede, anche inconsapevolmente, di trovarsi amareggiati per essere stati superati in qualche sfida in cui pensavamo di essere naturalmente migliori? Riuscire a rinunciare a questa idea di virilità che, in un modo o nell’altro, riguarda molti di noi uomini, è un vantaggio da entrambe le parti: i maschi si liberano dalla preoccupazione di dover primeggiare, mentre le femmine possono essere maggiormente considerate anche negli ambiti tipicamente maschili. L’importante, in ogni caso, è continuare ad affrontare questa tematica, come abbiamo fatto nel nostro gruppo Scout, in modo da impedire che una questione di tale rilevanza passi in secondo piano: soltanto parlandone, liberi da pregiudizi e disposti all’ascolto, sarà possibile costruire un dialogo che consenta una maggiore comprensione reciproca. a cura di Maria Tosi, 4^CL

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Festival ECONOMIA Trento La mia inaspettata, grande opportunità Non l'avrei mai detto, ma oggi sono qui per condividere con voi la mia esperienza al Concorso EconoMia. Spesso, quando dico di aver partecipato, quello che mi chiedono è: "Perché? Ma come ti è saltato in mente?”. In realtà, non lo so spiegare neppure io. Ho scelto di farlo per puro interesse, perché sentivo che poteva essere adatto a me. O forse, sentivo che poteva essere un'opportunità per uscire dalla mia "bolla" di liceale, affacciandomi sull'ignoto. O forse, volevo solo mettermi alla prova. Alla fine, ho scelto di buttarmi con tanta incertezza, in un periodo che mi ha fatto capire che di certezze non ce ne sono affatto... All'inizio, sapere che io e Rita, inseparabili, saremmo state le uniche intraprendenti (o forse incoscienti) del liceo, non è stato molto incoraggiante. Come fare a non sentirsi l'unica "capra" del gruppo? Eppure, è proprio l'ignoranza e l'attrazione del totalmente nuovo che mi ha motivata dall'inizio alla fine. E poi, c'era da sfatare l'idea che il tecnico è il tecnico e il liceo è il liceo, che di argomenti come l'economia o il diritto non ci avrei capito un tubo. Se dalla preparazione vi aspettavate la lezioncina tradizionale... non siete nel posto giusto. Se invece siete curiosi, intraprendenti, e vi piace discutere di attualità, direi che siete sulla giusta strada. A rendere il tutto interessante c'è il confronto personale

coi testi, non solo strettamente economici come ci si aspetterebbe, e le nostre riflessioni. Ci è voluto impegno: testi su testi (rigorosamente da me disseminati di note e scarabocchi), pomeriggi di webinar e lezioni, una supercarrellata di slides riassuntive… ma soprattutto momenti di condivisione e di partecipazione, anche se attenuati dagli schermi dei pc e dalle distanze. E adesso eccoci qua, a concorso fatto. E io che nemmeno pensavo di affrontarla la prova! Devo ringraziare chi mi ha spinto a provarci, perché farlo mi ha fatto apprezzare ancor più ciò che questa esperienza mi ha dato. È stato un percorso che mi ha arricchito e fatto crescere come persona, che mi ha dato modo di saper ragionare di più sulla realtà di tutti i giorni e sulla pandemia, il tema di quest'anno. Ti rendi davvero conto della strada che hai fatto quando ti ritrovi davanti la traccia della prova aperta, ed è la peggiore che ti abbiano mai proposto, quella antipatica, che proprio non volevi… argomento: come risollevare la situazione economica dopo il covid. Eppure, al posto di rimanere a fissarla come un pesce lesso, provi a dare la tua risposta. Te ne rendi conto quando le notizie economiche del TG o i programmi di attualità politica non sembrano più parlare arabo, perché dai, dicia-


6 mocelo, prima capivi seriamente qualcosa? Se dovessi tornare indietro, al contrario di come ho fatto, non ci penserei due volte ad iscrivermi! Considerata la differenza che ha fatto per me, il Concorso è un'iniziativa che consiglio a tutti di provare: non come studente del tecnico, non come studente del liceo, ma come persona, così come l'ho abbracciata io. Concludo, ringraziando e salutando i proff. Filippini, Guerra e Cristini per il sostegno e l'opportunità grandiosa che ci hanno offerto, oltre ai miei compagni, anche se sono riuscita a conoscerli bene solo all'ultimo, condividendo l'entusiasmo e i timori per la gara. Se sono riuscita a incuriosirvi… ci rivedremo l'anno prossimo! Elena Rocco 4^EL

Parte Aperta Concorso EconoMia 2021 [Riportiamo il testo dello studente Niccolò Scalvini di 5^B afm relativo alla seconda parte della prova del Concorso come esempio di un lavoro ben svolto]

Esponi una tua proposta contenente le azioni, con un collegamento logico nel tempo, che dovrebbero compiere imprese, comunità, istituzioni per riavviare l’economia dopo la pandemia. Evidenzia per ogni step che proponi da quale lettura-stimolo del Concorso esso abbia tratto spunto o conferma. L’intero elaborato non deve superare le 5.000 battute. In questo periodo di crisi, più di ogni altro momento nel corso della storia, è stato e sarà fondamentale il ruolo giocato dallo Stato. Un ruolo che deve essere coordinato e di comune accordo con imprese e comunità, poiché solamente attraverso una stretta collaborazione tra queste tre entità, si riuscirà a uscire in fretta da questa recessione, sfruttando l'opportunità di effettuare una svolta decisa rispet-

LUNARFOLLIE to al passato e rilanciare al tempo stesso l'economia. Innanzitutto, sono fondamentali alcune riforme che lo Stato deve necessariamente progettare, in modo tale da rilanciare il Paese e renderlo attraente per le imprese, anche straniere, invogliandole a investire sul nostro territorio, per creare nuovi posti di lavoro e innalzare così il tasso di occupazione. La prima riforma da attuare è sicuramente quella della Pubblica Amministrazione, di cui si parla da anni, ma che non è mai stata realizzata in modo serio ed efficace. Snellire la burocrazia e promuovere la meritocrazia devono essere i due pilastri alla base del progetto di riforma, come sostenuto anche da Cottarelli durante il suo webinar. Successivamente, è importantissimo abbassare le imposte per le imprese e ridurre il costo del lavoro, invogliando nuove imprese ad investire nel nostro Paese, favorendo l'assunzione di personale all'interno di quelle già esistenti e garantendo a queste una quantità maggiore di capitale da investire in nuovi prodotti e processi, che possano rilanciare sia la situazione reddituale dell'impresa che la crescita del Pil a livello nazionale. Sul costo del lavoro lo Stato può incidere con il livello dei contributi sociali da un lato e con l’investimento in R&S dall’altro, come ben spiegato nel saggio di Mazzuccato. Chiaramente il processo di riforma non può concludersi qui. Ci sono ancora numerosissimi settori in cui andrebbero realizzati progetti seri ed efficaci. Primo su tutti la giustizia, come faceva notare V iolante durante il suo intervento, che la pandemia ha reso ancora più lenta ed inefficiente rispetto al passato, quando già mostrava grandi lentezze, specie nei processi civili che molto interessano le imprese straniere che vogliono investire in Italia. Nel settore della giustizia sono state realizzate varie riforme solo negli ultimi anni, basti pensare alla Riforma Orlando nel 2017 e alla Riforma Bonafede nel 2019, che hanno tentato, attraverso misure più o meno condivisibili, di rendere più snelli e rapidi i processi. Questi interventi non sono stati tuttavia abbastanza per velocizzare la giustizia, per cui servirebbero riforme ben più profonde e strutturate. Un ulteriore punto che ho trovato interessante durante il webinar di Violante e che condivido è la necessità di riformare le istituzioni, in particolare la figura del Presidente del Consiglio, ideata in un periodo politico e storico

completamente diverso rispetto al presente e che attualmente si presenta quindi come inadeguata. Il fatto più grave è che questo ruolo non è adatto da cinquant'anni a questa parte, dopo l'assassinio di Aldo Moro che ha rivoluzionato la situazione a livello politico in Italia, e da allora, non si è fatto nulla per rendere il ruolo più adatto alle necessità contemporanee. Restando nell'ambito istituzionale, un altro aspetto nel quale vedo un immobilismo generale, nonostante necessiti secondo me di un cambiamento, è la struttura del Parlamento. Il voler mantenere ad ogni costo il bicameralismo perfetto, quando risulta essere l'emblema della classica lentezza dell'amministrazione italiana di cui quotidianamente ci lamentiamo, mi sembra un paradosso. Inoltre, sono portati avanti progetti di legge che tendono quasi a rendere sempre più uguali la Camera e il Senato, come ad esempio l'allargamento del voto ai diciottenni anche alle elezioni dei senatori, che rimaneva uno dei pochi aspetti che poteva garantire una differente composizione delle due Camere. Fare un passo oltre questo sistema potrebbe, oltre a essere un procedimento più che giusto, rappresentare il giusto segnale di svolta del Paese in termini di efficienza. Una volta realizzate queste riforme, bisogna seguire un'unica parola: investire. L'investimento rappresenta, tanto per lo Stato quanto per le imprese, la propria capacità di visione e di credere nel futuro. Le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea, istituzione che si è rivelata fondamentale in questo periodo, attraverso il Next Generation EU, che è stato ampiamente descritto nei testi del Concorso, devono essere sfruttate al massimo, perché difficilmente nei prossimi anni ci ritroveremo in una condizione di risorse tali da poter investire così tanto per la crescita e il futuro del Paese. Questi due concetti devono essere alla base degli investimenti, come dimostrato anche dai vincoli posti dalla Commissione Europea per accedere ai fondi. Istruzione, ricerca, transizione digitale, transizione verde devono essere i pilastri da cui partire per mettere le fondamenta al futuro del nostro Paese e garantirci i fondi europei. Solo in questo modo possiamo cogliere questa grande occasione e porre le basi per un periodo roseo alla nostra generazione e a quelle che verranno. Niccolò Scalvini


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LA FINANZA SPIEGATA IN MODO SEMPLICE!

In seguito a un’attività svolta con la Dott.ssa Cavalleri, abbiamo deciso di approfondire alcune rilevanti tematiche inerenti il mondo della finanza, in particolar modo, vorremmo introdurvi brevemente il primary e secondary market. Un ulteriore approfondimento riguarderà invece gli NFT: la rivoluzione per il mondo dell’arte, musica e collezionismo. Che cos’è il primary market? Il mercato primario è quello in cui vengono offerti e sottoscritti titoli di nuova emissione. Questo mercato serve all’emittente, ovvero colui che vende i titoli, per finanziare la propria attività. Non a caso, nel mercato primario si incontrano gli emittenti, che vogliono finanziarsi emettendo nuovi titoli, e gli investitori, intenzionati ad investire nei titoli al fine di ricavarne un rendimento. Nel mercato primario, l’incontro tra, offerta dei titoli e domanda degli investitori, serve quindi a stabilire un prezzo iniziale per i nuovi titoli. Inoltre, il primary market è utile per segnalare all’emittente il gradimento dell’operazione. In base al prezzo e al rendimento dei titoli stabilito in fase di collocamento, si comprende quanto consenso ha raccolto tra gli investitori l’operazione di vendita dei nuovi titoli (più alto è il tasso d’interesse, minore è il gradimento avuto dal titolo).

Che cos’è il secondary market? Il mercato secondario è, invece, il luogo in cui gli investitori acquistano e vendono titoli che già possiedono. È ciò che la maggior parte delle persone normalmente considera il "mercato azionario", sebbene le azioni siano vendute anche sul mercato primario quando vengono emesse per la prima volta. Il numero di mercati secondari esistenti è in costante aumento con la disponibilità di nuovi prodotti finanziari. Le borse nazionali, come la Borsa di New York (NYSE) e il NASDAQ, sono mercati secondari. Nel mercato secondario partecipano, ad esempio, banche di investimento, investitori aziendali e privati, che acquistano e vendono fondi comuni di investimento e obbligazioni sui mercati secondari. Focus NFT: la rivoluzione per arte, musica e collezionismo. NFT è l’acronimo di “non fungible

token”, ovvero “token non fungibili”. Ma cosa vuol dire essere fungibile? La fungibilità è la capacità di un bene o asset di essere scambiato con beni o asset dello stesso genere (ad esempio l'euro, il dollaro e il bitcoin). Gli NFT sono quindi beni o asset non fungibili che esistono sotto forma di token e viaggiano all’interno di una block chain. L’aspetto più interessante degli NFT, è che l’oggetto scambiato è unico nel suo genere. Le “gallerie d’arte” più note per vendere e scambiare gli NFT sono Nifty Gateway e Super Rare: per potere vendere al loro interno bisogna essere un artista da loro approvato. È da considerare che, attualmente, si stanno sviluppando ‘mondi virtuali’, dove possiamo esporre le nostre collezioni di NFT, come A xie. I collectibles (i collezionabili) più noti, invece, sono i CryptoPunks, che hanno un valore che giunge fino ai 2 milioni di dollari per uno solo di essi. Un altro esempio è l’NBA, che sta vendendo delle figurine con clip di alcuni top shots delle precedenti stagioni cestistiche. Sapevate che la figurina della schiacciata di Lebron James è in vendita sotto forma di NFT a 250.000 dollari? Questa è di certo una vera e propria rivoluzione per l’arte, la musica e il collezionismo! Vorremmo concludere consigliandovi di leggere l’intervista fatta alla Dott.ssa Cavalleri e, speriamo, che questa nostra panoramica generale della finanza, possa essere uno spunto di approfondimento e riflessione, per chi avrà intenzione di studiare tale materia in futuro o saperne di più su di essa! a cura di Stefania Scaroni e Marco Dessi, classe 4^CR


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Intervista alla Dott.ssa Sara Cavalleri Nelle scorse settimane abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la Dott.ssa Sara Cavalleri, ex alunna del Lunardi, laureatasi recentemente presso l’Università Bocconi di Milano. Sara, in seguito agli studi di finanza, ha deciso di trasferirsi a Londra ed intraprendere una carriera lavorativa che le sta tuttora regalando moltissime soddisfazioni. Grazie alla Prof.ssa Sora, abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad una lezione interattiva relativa a una ‘Introduction to stock exchanges’, accompagnata dall’approfondimento di: The most important financial instruments, the services provided by the LSEG, the primary and the secondary market, the post trade and how to invest in financial instruments. Io e Nicole abbiamo deciso di intervistare Sara, così da poter condividere con voi questa esperienza, oltre a immergerci nel mondo della finanza, che oramai è di rilevante importanza. Stefania: Che ruolo ha all'interno del London Stock Exchange e di cosa si occupa principalmente? Dott.ssa Cavalleri: A settembr e ho iniziato a lavorare nel Graduate Scheme, per il quale ci sono due rotazioni da sei mesi l’una. La prima rotazione, chiamata anche “divisione madre” è per me il LCH, quindi la Clearing House (in post trade). In particolare mi occupo del rischio operativo, della cyber sicurezza, del rischio tecnologico, del rischio di default e del rischio di continuità del business. Essendo passati sei mesi, a breve è iniziata la mia carriera lavorativa presso FTSE Russell, dove mi occupo delle operazioni riguardanti la vendita di strumenti finanziari. Nicole: Come mai ha scelto di lavorare specificatamente presso il London Stock Exchange e non altri Stock Exchanges noti a livello mondiale? Dott.ssa Cavalleri: Ho pr eso questa decisione per la cultura del lavoro che c’è in Inghilterra e poiché la mia tesi della triennale riguardava i mercati finanziari islamici: poco discussi, ma in realtà molto interessanti. Essi, infatti, basano tutte le loro vendite sulla religione, la quale non permette loro di guadagnare sul tempo e, per tale motivo, non hanno tassi di interesse. Il LSEG tratta questa categoria di

strumenti finanziari, per tale ragione ho deciso di lavorare a Londra. Stefania: Visto che ci ha parlato del suo ruolo all’interno della Borsa londinese, qual è stata la sua più grande soddisfazione da quando ha intrapreso la carriera lavorativa? Dott.ssa Cavalleri: La mia più grande soddisfazione dal punto di vista lavorativo è essere cosciente del fatto che, anche da remoto, si riescano a concludere progetti in modo ottimale. Nicole: In base all’esperienza maturata nel corso di questi anni, è soddisfatta del suo percorso di studi presso l’Istituto di istruzione superiore Astolfo Lunardi ? Dott.ssa Cavalleri: Il Lunar di a livello di preparazione mi ha lasciato davvero molto. Rim in particolare è un corso ben strutturato, poiché si ha la possibilità di imparare tre lingue affiancate allo studio di materie più tecniche, come economia aziendale, relazioni internazionali per il marketing e diritto. I miei più sentiti ringraziamenti vanno anche alla Prof.ssa Sora, poiché in università molti argomenti li danno spesso per scontati, ma grazie alla solida base di studi e di materiale che mi ha fornito, sono riuscita ad affrontare il percorso universitario senza grosse difficoltà. Nicole: Quali sono le materie che l'hanno affascinata principalmente al Lunardi e grazie alle quali ha deciso di proseguire gli studi economici? Dott.ssa Cavalleri: Le mie mater ie preferite erano tedesco ed economia aziendale. Inoltre, la mia intenzione fin dalle superiori era quella di studiare economia dal punto di vista più finanziario, poiché ritengo che quest’ultima sia molto di nicchia e raramente spiegata nelle scuole, nonostante sia la base dell’economia attuale. Stefania: Come ha affrontato i momenti di demotivazione durante il suo percorso scolastico? Vista la sua esperienza, che consiglio darebbe a noi ragazzi che stiamo vivendo questo periodo di sconforto? Dott.ssa Cavalleri: Dopo cinque anni di Bocconi la cosa più angosciante in assoluto è stata laurearmi e

discutere la tesi nel luglio 2020 da remoto. D’altra parte ho notato che tutti riconoscono le fatiche e gli sforzi di chi, come voi, sta proseguendo gli studi a distanza. Quindi vi consiglio di non abbattervi e di lottare per i vostri sogni. Nicole: Qualcuno ha mai ostacolato le sue scelte, poiché contrario ad esse? Dott.ssa Cavalleri: Sono sempr e stata una ragazza che fa le cose di testa sua, compresa la scelta delle superiori. Non a caso, mia mamma voleva che frequentassi un liceo, eppure io volevo frequentare il Lunardi per avere una preparazione sia linguistica che tecnica. Per quanto riguarda il fatto che io volessi lavorare a Londra, mia mamma preferiva che trovassi un lavoro qui in Italia, questo perché le possibilità offerte da Londra, soprattutto all'inizio della carriera, non sono uguali a quelle che offre l’Italia. Di conseguenza, non è stato proprio un mettersi contro, ma è stato più un tentare di farmi desistere dalle mie scelte. Stefania: Ci è giunta voce che in passato ha vinto il premio Rim. Ci potrebbe raccontare qualcosa in merito? Dott.ssa Cavalleri: Avevano selezionato trentatré scuole in tutta Italia e una tra queste era il Lunardi. La gara si tenne a Padova e io sono arrivata là un po' spiazzata, dato che i partecipanti erano molto preparati e seri, attrezzati persino di Codice Civile e calcolatrice. Il vero problema, è che la maggior parte dei ragazzi presenti, pensava solo a vincere la gara. È stato molto inaspettato vincere, dato che ero andata là senza aspettative e per affrontare una nuova sfida fondamentale per la mia crescita personale. Questa è stata l'intervista che abbiamo fatto alla gentilissima Sara, speriamo possiate riconoscervi anche voi in queste parole e che esse possano essere fonte di coraggio e motivazione. Le auguriamo il meglio! Vorremmo concludere porgendole i nostri più sentiti ringraziamenti, sia a lei che alla Prof.ssa Sora poiché questa è stata sicuramente un’esperienza molto fruttuosa per il nostro futuro. a cura di Stefania Scaroni e Nicole Cavallone, 4^CR


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IUS SOLI, IUS SANGUINIS O IUS CULTURAE? dentemente ad un vero dibattito, ha saputo gestire senza problemi l’organizzazione e le tempistiche. In conclusione, ritengo che questa esperienza sia stata utile per la mia crescita personale e dato che ho avuto il compito di esporre argomentazioni a favore dello ius culturae, è stato anche un ottimo esercizio di public speaking. Spero quindi che in futuro l'insegnante possa offrirci la possibilità di prendere parte ad altri dibattiti.” (Francesco Pisano)

Il 14 gennaio 2021 la classe 3°CL è stata coinvolta dalla professoressa Laura Vavassori in un dibattito online sul diritto di cittadinanza, in particolare sulle modalità con le quali si può ottenere, ovvero ius soli, ius sanguinis e ius culturae. Al termine dell’incontro la vittoria è stata assegnata al gruppo che ha difeso le ragioni dello ius sanguinis. Con il termine ius soli si intende un’espressione giuridica per cui è permessa l'acquisizione della cittadinanza come conseguenza della nascita in un determinato Paese, indipendentemente dal fatto che i genitori siano cittadini o meno. Oggi è valido negli Stati Uniti, ma in nessuno stato dell'Unione Europea: in Italia, infatti, chi nasce nello stato italiano può diventare cittadino solo dopo il compimento dei 18 anni. Secondo lo ius sanguinis, invece, si può ottenere la cittadinanza se il genitore ne è in possesso. In Italia perciò sono cittadini italiani i figli di almeno un genitore italiano, mentre i figli di stranieri che nascono e risiedono in Italia fino al compimento della maggiore età possono, entro i 17 anni, dichiarare di voler acquisire la cittadinanza. In base allo ius culturae, infine, è possibile per un minore straniero, nato o arrivato in un Paese entro una certa età, ottenere la cittadinanza, a patto che abbia frequentato regolarmente almeno uno o più cicli di studio o dei percorsi di istruzione e formazione professionale. Divisi in tre gruppi da dieci, gli studenti hanno approfondito tramite una serie di ricerche tutte queste

differenti modalità, mettendone in evidenza i pro e i contro. In un debate è fondamentale la ripartizione dei ruoli, per questo ogni gruppo era composto da: tre speaker, due giudici e cinque osservatori. I nove speaker avevano il compito di esporre la tesi e sostenerne la validità davanti ai giudici. Godevano del supporto di Samantha Brahaj, una studentessa della classe più esperta perché già coinvolta nel corso di Debate d’Istituto. Gli osservatori, invece, dopo aver ascoltato le argomentazioni di tutti i gruppi, avrebbero dovuto porre domande agli speaker avversari. L’incontro si dichiarava concluso quando il primo speaker di ogni gruppo portava a termine la propria “arringa” finale (un discorso in cui venivano riassunti tutti i principali punti a favore della tesi, emersi nel corso del dibattito) e i sei giudici si riunivano per votare il vincitore. Riportiamo qui le opinioni degli studenti Francesco Pisano, Linnea V alenti e Laura Milesi sul progetto: “In qualità di speaker, ho avuto il compito di raccogliere, ordinare e rielaborare informazioni relative allo ius culturae, prendendo spunto da diverse fonti. Purtroppo i materiali online erano inferiori rispetto a quelli relativi allo ius sanguinis e allo ius soli, tuttavia sono riuscito comunque a costruire un discorso che mi è apparso convincente. Mi sono trovato bene all’interno del mio gruppo e mi ha fatto piacere che tutti fossero interessati ad eseguire al meglio il proprio lavoro. Ci tengo a ringraziare l’aiuto e la disponibilità di Samanta, che avendo assistito prece-

“Io in qualità di giudice, ho dovuto “privatamente” confrontarmi con altri miei compagni, investiti dello stesso compito. La scelta su chi dichiarare vincitore, sinceramente, è stata ardua poiché ogni gruppo ha saputo tener testa alle continue opposizioni e attirare l’attenzione del pubblico. Dopo una accurata e attiva discussione, tuttavia, siamo riusciti a metterci d’accordo su chi ritenere degno della vittoria, ovvero il gruppo dello ius sanguinis, che ha dimostrato di saper convincere e far cambiare idea a chi tra noi era inizialmente diffidente.” (Linnea Valenti) “Come osservatore, ho dovuto concentrare la mia attenzione su un determinato speaker di una squadra avversaria e individuare scrupolosamente i possibili punti di forza e debolezza. Questo lavoro mi è servito per rendermi conto che, per quanto nel complesso il dibattito sia stato coinvolgente e interessante, solo andando ad analizzare ogni membro nel dettaglio si possono riconoscere imperfezioni e sbavature. Per esempio, nelle qualità da migliorare, ho accennato all’importanza di una fiera e corretta postura per apparire più credibili davanti a un pubblico oppure a quanto conti migliorare la velocità di esposizione per favorire la comprensione delle argomentazioni più complesse.” (Laura Milesi) In conclusione questa esperienza si è rivelata utile non solo a livello didattico: ha infatti consentito agli studenti, nonostante la distanza, di confrontarsi in modo stimolante su un argomento importante e attuale. Jennifer Schivardi 3^CL


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Giornale di classe Lunardi, CITTADINANZA: Nell’articolo precedente abbiamo trattato delle tre modalità per poterla ottenere: IUS SOLI, IUS SANGUINIS e IUS CULTURAE, ma cosa si intende veramente con il termine cittadinanza? Cittadino è colui che appartiene e che contribuisce a comporre uno Stato, ma anche colui che gode, di conseguenza, di pieni diritti civili e politici. La cittadinanza stabilisce il rapporto dell’individuo con e nello Stato, ma ha anche un significato più ampio perché si riferisce all’appartenenza ad una comunità. La sua origine è antichissima, se pensiamo che già nell’Antica Grecia e durante l’Impero romano questo concetto esisteva e differenziava, principalmente, il cittadino dallo straniero, ma anche coloro che erano liberi dall’essere schiavi e sanciva chi potesse essere in possesso di una determinata proprietà. Sono passati moltissimi secoli e il termine per riferirsi a questo concetto così ampio e articolato non è mutato, seppure oggigiorno abbia trovato impieghi diversi. La cittadinanza possiede un significato giuridico relazionato ai diritti e doveri che essa sancisce, ma la vera svolta si è verificata quando Thomas H. Marshall ne evidenziò la stretta connessione con le disuguaglianze di classe e l’integrazione sociale. Infatti ad essa si attribuiscono varie applicazioni: non si limita a indicare e garantire i diritti fondamentali dell’uomo, bensì identifica la persona come

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un individuo facente parte di una comunità ed è attiva perché esige un impegno concreto da parte del cittadino nella società. Quindi, riassumendo, la cittadinanza è la capacità del soggetto di realizzarsi all’interno di una comunità partendo dalle proprie risorse e da quei

servizi che gli vengono messi a disposizione. Ovviamente però il tempo corre rapidissimo e con lui muta inevitabilmente il corso della storia e la società in cui viviamo. Ad esempio, stiamo assistendo in maniera sempre più evidente al processo di globalizzazione che oltre a cambiare drasticamente la realtà dei singoli individui, sta influenzando i rapporti economici, politici e sociali di quei, sempre più numerosi, cittadini che risiedono all’estero, ma che continuano ad intrattenere rapporti stretti con il Paese di origine. Passando però agli aspetti più tecnici del concetto di cittadinanza, dobbiamo riferirci alla differenza tra cittadino e suddito: cittadino è colui che non subisce passivamente i doveri e le situazioni imposte correlate alla sovranità, ma che è titolare dei propri diritti e delle situazioni giuridiche in cui è coinvolto. Un uomo diventa infatti cittadino quando lo Stato gli riconosce questi diritti civili e politici. Ciò nonostante, è possibile che un individuo si trovi in una situazione

definita di mezzo quando, ad esempio, gli è concesso un permesso di soggiorno di breve o lungo periodo o la carta di soggiorno. L’aspetto fondamentale della cittadinanza è, indubbiamente, il fatto che non si tratti di un titolo fine a se stesso, ma è attiva, viva e implica, per coloro che la possiedono, diritti e doveri. Per quanto riguarda i diritti, essi sono distinti tra civili, politici e sociali. Tra i civili, la libertà personale, di movimento, di associazione, di riunione, di coscienza e di religione, nonché l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge o, tra i tanti altri, il diritto a non poter essere arbitrariamente privati della proprietà. I diritti politici sono quelli relativi alla partecipazione dei cittadini al governo del proprio Stato; partecipazione che può essere diretta o indiretta, se attraverso l’elezione dei propri rappresentanti o candidandosi alle relative elezioni. Infine, tra i diritti sociali vi sono quelli che mirano alla protezione contro la malattia, la vecchiaia o la disoccupazione, ma anche il diritto al lavoro, all’istruzione ecc. Parallelamente, la cittadinanza prevede dei doveri ai quali il cittadino deve rispondere e che talvolta sono estesi anche a coloro che, seppure non cittadini, sono presenti sul territorio dello Stato. Tutti gli aspetti precedentemente elencati definiscono il concetto di cittadinanza, ma, frequentando il Lunardi, mi sento di dire, a nome di moltissimi miei compagni di studi, che oggigiorno, oltre che cittadina italiana, mi piacerebbe definirmi cittadina del mondo. La società odierna si


LUNARFOLLIE proietta oltre i confini di uno Stato, e, in questo 2021 più che mai, siamo consapevoli di essere tutti coinvolti nel fenomeno di globalizzazione. Non ci possiamo più limitare ad identificarci come facenti parte di sola, ristretta, realtà, piuttosto ci dovremmo considerare membri di una comunità globale in cui ciascuno di noi contribuisce alla crescita e allo sviluppo dei suoi valori. Non fraintendiamoci, è certamente giusto, se non dovuto, interessarsi a preservare il nostro personale bagaglio culturale, costruito a partire dalle tradizioni, dalla cultura e dalle esperienze a cui il nostro Paese ci ha educati. Tuttavia, bisogna abbattere le barriere e cercare di aprirci ad altre culture, tentare di sviluppare una visione d’insieme per cui essere consapevoli dell’impatto globale che le nostre azioni eserciteranno. Partecipare alla comunità significa infatti costruire un mondo più tollerante, più equo e mettersi in gioco. Entrare in contatto con cittadini provenienti da tutto il mondo, non solo sarebbe utile per la creazione di un dialogo alla pari, per lo sviluppo della tolleranza di ciò che è diverso, ma ci stimolerebbe a formare un pensiero critico e a comprendere maggiormente la nostra stessa realtà e la fortuna di poter contare sui diritti e i doveri che la cittadinanza italiana ci garantisce. Solo così sarebbe possibile comprendere che la cittadinanza è un riconoscimento senza eguali, è ciò che ci riconosce quei diritti umani fondamentali. Comprenderemmo inoltre che estendere la cittadinanza non significhi privarci di qualcosa, bensì fare in modo che più individui possano essere altrettanto fortunati, avendo la possibilità di costruire una famiglia, avere una casa, un’istruzione per i propri figli e lavorare, contribuendo così alla crescita del Paese. Marta Stefana 5^BL

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Questa primavera l'I.I.S. Astolfo Lunardi e l'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Brescia hanno organizzato un concorso e un convegno sull'esperienza vissuta dagli studenti nell'era Covid-19. Il concorso, articolato in tre sezioni (narrativa e poesia; artistica e audiovisivo), propone agli/alle studenti/esse una riflessione di natura educativa e li stimola a rappresentarla in differenti linguaggi. La partecipazione è possibile a livello individuale, di classe o in gruppo. Questo progetto, pertanto, ha dato la possibilità di riscoprire amicizie perdute nel tempo, dato che molti gruppi sono composti da studenti appartenenti a scuole diverse che nonostante la distanza, sono riusciti a rimanere uniti. Nel complesso le iscrizioni sono state più di 280 (76 solo al Lunardi): 165 per la sezione narrativa; 70 per l’artistica e 45 per l’ambito audiovisivo. Le scuole che hanno aderito maggiormente, escluso il Lunardi, sono state: il Golgi e il Leonardo a Brescia ed il Fermi di Salò. Il concorso ha l'obiettivo principale di promuovere una riflessione sulla riscoperta dei valori della relazione educativa in ambito scolastico e formativo,

una riflessione maturata in questo periodo da tutte le componenti delle istituzioni educative, ma anche dalla società civile nel suo complesso. Durante il convegno, che si svolgerà in autunno, infine, diversi esperti esporranno le difficoltà che tutto il personale scolastico ha dovuto affrontare in questo periodo. Ricordiamo con grande entusiasmo che tutte le premiazioni avverranno il 5 giugno 2021 presso l'Istituto Lunardi, pandemia permettendo. I premi si differenziano a seconda della categoria di appartenenza: per esempio i vincitori della sezione narrativa e poesia riceveranno un abbonamento a un quotidiano locale, biglietti per il cinema e ingressi per visitare il Museo di Santa Giulia. Per quanto riguarda la categoria artistica è possibile vincere un ipad e altro materiale utile per il disegno; partecipando alla categoria audiovisiva, infine, è possibile aggiudicarsi un ipad, macchine fotografiche e cuffie wireless. A questo punto ci resta solo che augurare buona fortuna a tutti gli iscritti! Alessandro Gamba e Giulia Massarotto 3^EL


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ALLA DIRIGENTE SCOLASTICA GEMMA SCOLARI Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la nostra nuova dirigente scolastica Gemma Scolari. La dirigente, più comunemente detta preside, di solito nelle scuole è una figura che suscita inquietudine o paura… ma non abbiatene. Infatti dall’intervista è emersa una persona molto interessante, curiosa, sempre alla ricerca di novità e desiderosa di lavorare per il Bene degli studenti e della scuola. >Come è arrivata da noi? La sua carriera scolastica inizia come maestra delle elementari per poi passare a insegnare lettere alle medie e letteratura alle superiori. Affronterà nel 2011 il concorso per diventare dirigente scolastico vincendolo, ma a causa di rallentamenti vari, solo nel giugno 2014 riceverà l’incarico in un Istituto Comprensivo della Valcamonica per sei anni. A questo punto le abbiamo domandato se le mancasse insegnare e la sua risposta è stata che le manca molto il rapporto con i propri alunni e la possibilità di studiare argomenti che la appassionano, inoltre il ruolo di dirigente non è privo di difficoltà. Ha raccontato che quando insegnava, la proporzione era: 20% problemi mentre 80% gratificazioni, ora in realtà, ci riferisce come queste percentuali si siano invertite: un dirigente scolastico, più che essere un preside, è stato trasformato in una sorta di manager con ogni sorta di responsabilità e la situazione che stiamo vivendo complica ancor più le cose. Negli ultimi mesi sono state tante le decisioni delicate da prendere, bilanciando tra la salute dei propri studenti e la loro necessità di formazione. Nel suo ruolo di dirigente scolastico la professoressa Scolari si pone l’obiettivo, una volta riorganizzato in modo efficiente l’Istituto, di rilanciare culturalmente la scuola. > E il Lunny dove è finito? La nostra dirigente ci ha riferito di essere molto contenta del Lunardi perché ha trovato personale collaborativo, che l’ha sempre aiutata ad affrontare i molti ostacoli, ma anche perché è una scuola che offre molte opportunità. Dopo l’emergenza sanitaria, avrebbe l’intenzione di occuparsi dell’offerta formativa, a partire dai progetti e dai laboratori che andrebbero migliorati e potenziati. Già da settembre si sta attuando la digitalizzazione dell’ambito amministrativo, e sono stati fatti interventi strutturali migliorativi in tutte le aule dato che ritiene che tecnologia e innovazione, se messe a servizio della scuola ed utilizzate con intelligenza, siano un buon ausilio. In conclusione si è dichiarata pronta a impegnarsi seriamente e con passione per noi in modo da poterci garantire le migliori possibilità e un buon funzionamento didattico. A cura di Marco Dessi 4^CR, Jennifer Schivardi 3^CL, Irene Reboldi 3^DL

ALLA PROFESSORESSA ROSAMARIA SALERNO Abbiamo avuto il piacere di intervistare la Prof.ssa Salerno, docente di italiano e latino presso l’Istituto Lunardi, non-

ché ex giornalista, che ha condiviso con noi il suo percorso in ambito giornalistico. Il suo percorso La docente, dopo essersi laureata in Lettere, ha iniziato il dottorato di ricerca in Storia contemporanea, scegliendo come argomento di tesi la questione palestinese israeliana. Si è quindi recata a Tel Aviv dove ha conosciuto un giornalista e un fotoreporter, inviati del giornale italiano «Soprattutto», che dovevano relazionare un servizio proprio sulla questione palestinese. Si è unita a loro e subito si è appassionata al lavoro, tant’è che al suo ritorno a casa ha lasciato il dottorato di ricerca. Grazie alle persone incontrate a Tel Aviv è entrata in contatto con un direttore milanese di un giornale ed è entrata a far parte del suo staff come stagista da Firenze. Dopo due anni, il giornale è stato inglobato dal «Corriere della Sera» e a tal proposito alcuni giornalisti sono andati a lavorare presso i Corrieri regionali; così la professoressa Salerno ha prestato servizio per tre anni al «Corriere di Firenze» e successivamente è stata trasferita, fino ad arrivare nel 2000 a Brescia. Qui ha svolto il suo lavoro come corrispondente per cinque anni e nel 2006 la sua collaborazione si è interrotta per una serie di circostanze tra cui la crisi della carta stampata. In seguito, ha preso la decisione di creare una famiglia, ma questo, non essendo conciliabile con il suo impegno da giornalista, l’ha costretta a lasciare il lavoro. Dopo due anni ha intrapreso il ruolo di insegnante ed ora è docente di italiano e latino presso la nostra scuola. Le emozioni e i rapporti La professoressa Salerno ci spiega che non si aspettava di diventare giornalista, soprattutto perché a quei tempi era un lavoro che si ereditava ed i suoi genitori non lo erano. È successo tutto un po’ per caso, desiderava fare questo tipo di lavoro ed una serie di coincidenze l’hanno portata a coronare questo progetto. Per lei è stata un’esperienza veramente importante, che ha anche influenzato la sua carriera scolastica: ci ha riferito infatti che senza questa “avventura” avrebbe insegnato in maniera diversa: un po’ insoddisfatta e demotivata. Ci ha poi spiegato che attualmente è molto difficile diventare giornalisti perché al giorno d’oggi ci sono altri modi per fare notizie. Inoltre il mestiere è cambiato, si tende a mascherare i fatti e a non dire sempre la verità. Infine, ci ha riferito che per lei sono stati dieci anni bellissimi e pieni di grandi esperienze. Ambiente scolastico o giornalistico? Quando era una giornalista era molto felice perché tramite il suo lavoro poteva viaggiare e vedere altre realtà, ma ci ha riferito che l’ambiente scolastico lo vive sulla stessa lunghezza d’onda. a cura di Mara Delbono 2^A AFM e Jennifer Schivardi 3^CL


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L’IMPORTANZA DI ESSERE ECOLOGISTA Durante il periodo di lockdown l’inquinamento era diminuito, dato che le persone dovevano restare chiuse in casa. Quest’anno, invece, l’inquinamento è aumentato, perché abbiamo “ripreso” a vivere la nostra vita, anche se non appieno. Sono pochi a prendere iniziative per salvare il nostro pianeta. Le acque non sono più cristalline a causa del petrolio, i pendii nevosi delle montagne si stanno sciogliendo, così come i ghiacciai. Anche l’aria è contaminata dai fumi delle fabbriche e dai carburanti delle auto. L’uso della plastica è in aumento e ciò è dannoso soprattutto per gli oceani e le sue creature, che si cibano di questi rifiuti. L’ONU ha a cuore la causa ambientale e ha istituito la giornata mondiale dell'ambiente che si celebra il 5 di giugno. Al nostro pianeta farebbe veramente piacere se questa data venisse segnata sul vostro calendario. Nel frattempo, ti forniamo consigli per cercare di salvarlo e, abbi fiducia, nel fatto che piccole azioni quotidiane possono veramente fare la differenza.

La svolta GREEN di Coca-Cola

Coca cola ci stupisce ancora una volta presentando un prototipo di bottiglia 100% riciclabile, rispettando così l’ambiente e le norme antinquinamento. Lo scopo è quello di rendere questo nuovo prototipo, presto in arrivo, completamente riciclabile nella carta. Il trucco è un contenitore in legno, ricavato da fonti sostenibili ed un involucro interno di materiale biologico adatto a contenere la bibita. Nell'estate 2021 Coca-Cola spedirà 2000 prototipi in Ungheria per verificare l’apprezzamento dei clienti e la funzionalità di questa rivoluzionaria bottiglia. La vision di Coca-Cola per il futuro, chiamata “World Without Waste”, ha degli obiettivi molto precisi spiegati sul loro sito: “Introdurre sul mercato confezioni solo 100% riciclabili entro il 2025 – e in Italia tutti i nostri pack sono già 100% riciclabili in anticipo rispetto agli impegni assunti a livello globale – ed entro il 2030, per ogni bottiglia o lattine vendute, indipendente-

mente da chi verrà prodotta, favorirne la raccolta e il riciclo”. Alessandro Gamba, Giulia Massarotto 3^EL

PICCOLI GESTI PER SALVAGUARDARE L’AMBIENTE

La Terra è la nostra casa, pertanto sta a noi prenderci cura di essa. Ci sono dei piccoli gesti nella vita di tutti i giorni che farebbero un’enorme differenza. Vediamoli insieme!

Fare una buona raccolta differenziata: c'è il bisogno di riciclare più quantità possibile di ogni materiale. Se hai dei dubbi riguardo in quale dei bidoni appositi gettare un qualsiasi rifiuto, sul sito web del tuo comune troverai le indicazioni necessarie ben dettagliate. Un'alternativa più smart è l’app Junker. Aprendola si potrà scansionare il codice a barre del rifiuto e automaticamente ti dirà dove gettarlo. Semplice, no?

LA FOLLA NON SI FERMA

Come ormai tutti saprete, questo virus da un anno a questa parte ha messo in pausa la vita come la conoscevamo e, nonostante gli effetti sulla nostra società siano stati devastanti, c’è una cosa che nemmeno il Covid 19 è riuscito ad ostacolare: il nostro amore per il pianeta. A Marzo 2020, l’attivista e fondatrice del movimento ambientalista Fridays For Future, Greta Tunberg ha invitato gli attivisti di tutto il mondo a non perdersi d’animo e a spostare la lotta online postando foto con i propri cartelli usando l’hashtag #ClimateStrikeOnline. Il 24 Aprile 2020, giorno in cui si sarebbero dovute tenere manifestazioni in giro per il globo, milioni di persone in molti stati diversi, Italia compresa dove oltre un milione hanno aderito all'iniziativa comprendendo anche varie celebrità come Elisa o Alessandro Gassman, si sono connesse simultaneamente in favore dell’ambiente. Ora che abbiamo di nuovo il permesso di manifestare fisicamente, la Fridays For Future di Brescia si impegna ad organizzare manifestazioni sicure per continuare a lottare insieme per un futuro più verde Valentina Faustinoni 2^EL

Spesa: ogni quanto farla? Se possibile, non farla ogni settimana, invece potresti farla ogni due o, se in famiglia siete in pochi, anche ogni tre settimane. Così facendo si riducono le emissioni gassose prodotte dall'automobile. Scegli il bio: quando fai acquisti, prova a cercare i prodotti necessari in versione biologia. Sono prodotti 100% naturali e quasi sempre accompagnati da un imballaggio plastic free. Dai dentifrici, ai prodotti per la casa fino al make up e i prodotti di bellezza. Compostabile è meglio: se avete bisogno di una cover per il cellulare pensate alle opzioni compostabili. Una volta che l'oggetto non dovrà più essere utilizzato, potrà essere gettato nella pattumiera perché composto al 100% da elementi naturali Oggetti riutilizzabili: un quaderno alla fine del suo utilizzo verrà gettato in un cassonetto. Ma se passiamo a opzioni riutilizzabili come questo quaderno smart, ci sarebbe una riduzione notevole di rifiuti in ogni casa. La borraccia: se ci pensate, quante bottigliette di plastica utilizzate in una sola giornata? Mediamente, dalle 2 alle 3 bottigliette da 500 ml. Ecco perché usare una borraccia (preferibilmente in metallo) è più eco friendly. Riempi, bevi, lava, e riutilizza ;) Antonio Loiudice 2^CT


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Tra Romeo e Giulietta fu vero amore?

Due studentesse di 3A AFM hanno in merito un’opinione completamente diversa… FU VERO AMORE Nella tragedia Romeo e Giulietta, di William Shakespeare, viene presentato, senza ombra di dubbio, un sentimento profondo, di vero amore. Il legame tra i due giovani nacque per caso ad una festa presso la corte dei Capuleti, dove Romeo era giunto, infiltrandosi, solo per vedere Rosalina, la donzella di cui credeva di essere follemente innamorato e per cui si tormentava. Il cugino Benvolio, tuttavia, gli aveva detto che la ragazza amata non sarebbe stata così bella in mezzo alle altre. Questo perché Romeo la vedeva sempre quando stava sola, e ciò traeva in inganno il suo cuore. Il cugino aveva infatti ragione: Romeo alla festa venne innocentemente rapito dallo sguardo di un’altra fanciulla, Giulietta. Quando il ragazzo si avvicinò a lei, ciò che provò fu un sentimento puro ed innocente. Fu un amore a prima vista colmato da un bacio fugace e sincero, dato prima di scoprire che ciò andava contro la volontà delle famiglie, Montecchi e Capuleti, acerrime rivali. Solo un vero amore avrebbe potuto dare a Romeo il coraggio di recarsi al balcone di Giulietta in piena notte, aspettando il canto dell’allodola al mattino per non farsi scoprire e solo allora fuggire. Un amore vero va contro la volontà altrui e porta alle decisioni più azzardate, proprio per questo Romeo e Giulietta lo rappresentano. Nonostante Giulietta fosse per volontà della famiglia promessa sposa al giovane Paride, Romeo non si rassegnò. Si recò subito da Frate Lorenzo e dichiarò il desiderio di voler sposare la fanciulla. Frate Lorenzo rimase stupito dato che Romeo fino a poco prima si era mostrato innamorato di

un’altra ragazza, ma vide probabilmente in questo nuovo sentimento un legame forte e sincero che sarebbe stato in grado di placare anche gli animi delle due famiglie rivali. Il giorno del matrimonio, tuttavia, Mercuzio, amico di Romeo, fu ucciso da Tebaldo, cugino di Giulietta, e ciò provocò l’ira del giovane Montecchi. Egli sfidò a duello Tebaldo e lo uccise per vendetta. Questo evento valse a

Romeo l’esilio a Mantova, lontano dalla amata, ma nonostante ciò l’amore vero resistette. Il giorno in cui avrebbe dovuto forzatamente sposare Paride, pur di non farlo, Giulietta assunse un sonnifero per fingere la morte. Una finta morte che avrebbe dovuto essere annunciata a Romeo per conto di Frate Giovanni, ma così non fu. Romeo, infatti, pensando che l’amata fosse morta davvero, volle immediatamente recarsi a vederla, portando con sé un veleno acquistato poco prima da un vecchio speziale. Giunto a Verona, quando la vide, non credette ai suoi occhi. Era talmente innamorato che la vedeva ancora bellissima in quel corpo spento. Neanche la morte – pensava - era riuscita a nascondere le guance rosse e la pelle luminosa di Giulietta. Romeo era talmente innamorato che, per la mancanza della sua amata o forse per la voglia di raggiungerla in un posto migliore, decise di sdraiarsi al suo fianco

e bere tutto d’un fiato il suo veleno. Solo poco dopo Giulietta si svegliò e, presa dalla disperazione, cercò nella boccetta di Romeo altro veleno, baciandolo nella speranza che una piccola goccia rimasta sulle sue labbra potesse riunirla a lui. Non trovando veleno, strinse tra le sue mani il pugnale di Romeo e si trafisse nel posto in cui di più provava dolore. La scena della tragedia che fa maggiormente capire quanto questo amore sia vero è sicuramente la fine. Solo quando le due famiglie realizzarono a cosa avesse portato il loro odio, infatti, capirono come i due ragazzi avessero lottato per stare insieme nella loro breve vita. Il forte dolore delle famiglie che videro i figli dotati di un grande cuore e di una forte passione, ormai morti e coi corpi freddi, li portò al pentimento. L’amore vero è quello che attraverso due persone si diffonde ad altri. È quel sentimento che porta la pace nei momenti più difficili, nei conflitti passati e dà serenità al cuore. L’amore che aveva provato Romeo per Giulietta portò infine i Montecchi a valorizzare Giulietta. Vollero infatti ricordarla con una statua d’oro a lei dedicata. Ma anche i Capuleti apprezzarono il coraggioso Romeo, tanto da voler mettere la sua figura vicino alla statua di Giulietta. In conclusione il vero amore è sempre qualcosa difficile da descrivere e complesso da spiegare. È una cosa che non si capisce se non si vive e che porta ad agire solo col cuore, non pensando alle conseguenze. Il vero amore è rappresentato dalla determinazione dei due ragazzi che, non potendo fare a meno l’uno dell’altro, trovarono la pace in un posto tranquillo, portandola addirittura tra due famiglie da sempre in conflitto e nell’intera città di Verona. Alessia Terrazzino, 3^A AFM


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FU SOLTANTO UNA VIOLENTA PASSIONE Romeo e Giulietta è la celebre tragedia di William Shakespeare, ambientata a Verona, che vede come protagonisti Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti. I due segretamente si sposano, mentre le rispettive famiglie sono impegnate a combattere tra di loro. I due sposini, tuttavia, in realtà non si amano per davvero: sono solo giovani attratti dal proibito. Entrambi sono adolescenti che hanno voglia di esplorare il più possibile ogni sfaccettatura della vita. Romeo, un sedicenne pieno di ambizione, è alla ricerca di uno stimolo per scappare dalla monotonia. Giulietta, invece è in cerca di un’avventura; lei ha solo quattordici anni e non ha mai avuto la possibilità di vedere e conoscere il mondo che la circonda. Ci troviamo in un contesto dove da un lato c’è una ragazza che vuole scoprire nuove realtà, dall’altro un ragazzo che vuole fuggire dalla sua. Romeo e Giulietta trovano quello che cercano nel brivido della segretezza. Per scappare dalla monotonia si sono costruiti una bolla di illusioni, attraverso il matrimonio segreto. La rivalità tra famiglie rende il loro “amore” proibito e impossibile, perciò i giovani, non si sono sposati perché si amano veramente ma spinti dall’eccitazione. In secondo luogo il loro amore passa per gli occhi e non per il cuore: non è vero amore perché entrambi sono attratti dalla bellezza senza conoscersi. Romeo e Giulietta si incontrano al ballo organizzato dalla famiglia Capuleti, rimangono affascinati uno dall’altra, quando si vedono nasce in loro un’attrazione puramente fisica. Durante la serata si appartano non per conoscersi (infatti non si presentano nemmeno), ma per scambiarsi complimenti pieni di passione e desiderio, e il mattino seguente decidono di sposarsi per poter consumare il matrimonio. Non c’è stato un corteggiamento che ha dato loro il tempo di conoscersi a vicenda. Giulietta non conosce l’indole da corteggiatore di Romeo che prima del famoso ballo in cui si sono incontrati, si dichiarava disperatamente innamorato di Rosalina (un’altra ragazza di Verona) per poi dimenticarla in un batter d’occhio come si fa con un capriccio, non appena riuscì a catturare l’attenzione di un’altra donna. La novella sposa

Il trionfo della passione in Romeo e Giulietta

non conosce la natura violenta di Romeo e quando scoprì l’assassinio di Tebaldo Capuleti (suo cugino) rimase sbalordita. Si può essere attratti dalla bellezza esteriore, ma si può essere innamorati solo quando si esplora e apprezza la dimensione più intima e l’“io” di una persona. Romeo e Giulietta non sono riusciti a esplorarsi a vicenda perciò il loro non fu vero amore, ma solo un sentimento che passa per gli occhi. L’amore è uno dei sentimenti più travolgenti, insieme alla disperazione e al desiderio, ma al contrario di questi il suo ruolo è quello di raffinare l’animo e allontanare la violenza. Tra Romeo e Giulietta nasce una relazione basata su un desiderio che porta alla disperazione. In nome della passione c’è la rinuncia e la condanna del proprio nome; è Romeo a perderlo sotto richiesta della sua amante. Il nome di una persona rappresenta l’identità, l’origine e la famiglia della stessa. Perdendo il nome si perde sé stessi, Romeo rinnega tutto ciò che è, spinto dal desiderio della ragazza. Il vero amore porta a ritrovarsi e ad amare se stessi, mentre la relazione tra questi due adolescenti porta all’odio. “Gli amori troppo violenti fanno una fine violenta” L’amore tra Romeo e Giulietta non porta gioia e vita come dovrebbe, il sentimento che li lega porta alla disperazione e morte, infatti l’opera si conclude con il suicidio passionale dei giovani. Tra Romeo e Giulietta non nasce un amore vero, sono adolescenti che vogliono esplorare tutti gli aspetti della vita, sono più legati da una passione che dall’amore, infatti la loro relazione si rivela tossica. Alessia Vianelli, 3^A AFM

Nella famosa tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare è evidente la rilevanza delle emozioni. In ogni azione compiuta dai personaggi, infatti, si nasconde la passione, negativa o positiva che sia. Essa conduce più volte i personaggi a superare il limite, a peccare di Hybris, la più grande nemica della ragione. Un primo esempio significativo è racchiuso nel comportamento delle due famiglie: Montecchi e Capuleti, da sempre in lotta. L’odio domina il loro rapporto, non concede una minima tregua, anzi, provoca per più volte scontri e diverse vittime. All’inizio della tragedia viene proprio descritta questa eterna lotta, quest’odio dominante che porta al litigio prima i servi, Sansone ed Abramo, e poi i giovani nobili Benvolio e Tebaldo. È evidente, in questa parte della narrazione, come l’odio sia indomabile e accomuni le diverse classi sociali. Montecchi e Capuleti desiderano scontrarsi, persino uccidersi, senza riuscire a comunicare civilmente o restare nel così detto “limite”. Se avessero usato la ragione o un minimo di riflessione, avrebbero capito che le passioni stavano prendendo il sopravvento. Il litigio non sarebbe avvenuto se avessero troncato il problema sul nascere, se non si fossero stuzzicati e minacciati. Invece è stato necessario l’intervento di un terzo individuo che con le sue parole ragionevoli ha sovrastato le passioni quasi incontrollabili. È evidente quindi come in questa tragedia l’odio e l’ira siano i veri protagonisti, quasi più dei personaggi stessi. È quanto accade in seguito in modo manifesto nel caso di Romeo, che, preso dalla rabbia, uccide Tebaldo e successivamente Paride, il promesso sposo di Giulietta. In secondo luogo la potenza delle passioni emerge con la figura del padre di Giulietta, un uomo molto autoritario, tanto severo da sopprimere completamente le volontà della giovane figlia. Anche in questa circostanza l’ira è l’elemento caratterialmente prevalente. Diverse volte il Signor Capuleti si è lasciato trasportare dalla situazione, pronunciando parole poco consone e spregevoli nei confronti della figlia che cercava di ribellarsi alla sua autorità. Ogni uomo, donna ed essere umano deve essere libero di prendere decisioni che più ritiene opportune per la sua


16 persona, ma come avrebbe potuto farlo la povera Giulietta con un padre simile? Un uomo costantemente in preda all’ira, perennemente nervoso e irascibile. Le passioni, in lui, erano sempre al di sopra della ragione, solo seguire il suo volere lo poteva calmare. Usare la ragione significa anche riuscire a rispettare le decisioni e il volere altrui. Il Signor Capuleti, sottomettendo Giulietta ai suoi ordini e facendola sposare con un uomo che lei non amava, ha fatto esattamente il contrario. Scagliare la propria ira contro la famiglia è un grave superamento del limite, quel limite che raccomanda il rispetto assoluto verso i propri cari. La ragione andrebbe sempre ascoltata perché guida chiunque verso la buona strada, la strada del bene. È evidente, tuttavia, che il padre di Giulietta non aveva interesse alcuno ad ascoltare la propria ragione, a rispettare il volere della figlia e la figlia stessa.

Tutto quest’odio, infine, nel corso del dramma, viene messo da parte per lasciare spazio all’amore, un amore infelice che portò i giovani innamorati a riunirsi in un’unica morte. Un amore dunque nel complesso negativo perché sovrasta il bene e il buon senso. Romeo e Giulietta, infatti, fin dall’inizio, si amarono con una tale intensità da essere indotti al compimento di numerosi peccati, tra cui il suicidio, una grave forma di violenza contro la propria persona, un’azione non consentita dalla legge divina. L’amore autentico, inteso come sentimento che migliora l’uomo, come qualcosa che porta sulla strada giusta, è un amore totalmente diverso da quello provato da i due protagonisti. Se si ama in modo genuino non si arriva al compimento di peccati gravi come il togliersi la vita. Romeo, come Giulietta, di fronte alla perdita della persona amata avrebbe dovuto ascoltare la ragione che gli avrebbe suggerito, per esempio, di continuare a vivere per la sua metà, in suo onore. I due avrebbero dovuto innalzare il sentimento genuino che è racchiuso nella parola A more, invece hanno lasciato che il dolore prendesse il sopravvento, e questo li ha portati alla morte, al suicidio. Per l’ennesima volta, nella tragedia, le passioni hanno distrutto la ragione, hanno manipolato la mente di Romeo e

LUNARFOLLIE Giulietta spingendoli verso l’hybris. Ognuno di noi possiede una forza interiore tale da poter sovrastare le passioni, la cosa fondamentale è volerlo o almeno cercare di impedire alla ragione di essere completamente travolta, come invece è accaduto ai personaggi del dramma shakespeariano. Alessia Facchi, 3^A AFM

IL RITRATTO DI UN’EPOCA: PERCHÉ ORGOGLIO E PREGIUDIZIO NON È SOLO UNA SEMPLICE STORIA D’AMORE C’è chi sogna di incontrare il proprio Mr Darcy e c’è chi mente. Il fascino irresistibile che caratterizza l’ambientazione e i personaggi, abilmente descritti da Jane A usten nel suo capolavoro Orgoglio e Pregiudizio, ha incantato i lettori di moltissime generazioni. Infatti il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1813, gode di un insormontabile successo, testimoniato dalle innumerevoli ristampe, trasposizioni teatrali e cinematografiche di cui è stato oggetto, tra cui la più recente e apprezzata del 2009, diretta da Joe Wright, che vede nei panni di Elizabeth la splendida Keira Knightley. La storia narrata dalla Austen la conoscono tutti: secondogenita della famiglia Bennet, Elizabeth incontra ad un ballo il misterioso e taciturno Mr Darcy, che oltre ad essere molto ricco, è anche estremamente bello. Tuttavia il nobiluomo non va molto a

genio alla ragazza: pare infatti che Mr Darcy abbia ostacolato la storia d’amore fra la sorella di Elizabeth, Jane, e il simpatico Mr Bingley, e che abbia maltrattato il rispettabilissimo Mr Wickham. Fra incomprensioni, malintesi e scandali, il romanzo descrive il percorso di maturazione dei due protagonisti, che impareranno a conoscersi, mettendo da parte, come suggerisce il titolo stesso, il loro orgoglio e i pregiudizi che avevano l’uno nei confronti dell’altra, e viceversa. La penna della Austen descrive minuziosamente i caratteri e le particolarità dei personaggi, dando ampio spazio alle figure femminili, che sono poste in primo piano. La rilevanza di cui godono le donne in questo romanzo (e in generale in tutte le opere dell’autrice) permette ai lettori di analizzare le strette convenzioni sociali a cui erano costrette a sottostare durante l’epoca vittoriana. Innanzitutto, il fulcro del romanzo non è rappresentato da un problema di tipo sentimentale, quanto economico: i coniugi Bennet, infatti, hanno avuto cinque figlie, di conseguenza il patrimonio della famiglia passerà ad un lontano cugino, lasciando poche prospettive alle giovani e alla moglie, una volta che Mr Bennet le avrà lasciate. Questo spiega anche l’imbarazzante comportamento di Mrs Bennet, che non ha altre preoccupazioni se non quello di trovare dei mariti di buon partito per le figlie. La Austen, quindi, critica sottilmente l’ingiustizia sociale che si cela dietro la leggerezza della vicenda, raddolcita da un generoso lieto fine, che vede ben tre delle cinque signorine Bennet sistemate. Quest’analisi della società ha infine il suo culmine nella precisione con la quale l’autrice descrive tutti i rituali sociali tipici dell’epoca, come ad esempio fare visita ai nuovi vicini, partecipare ai balli, evidenziando soprattutto i dialoghi fra i personaggi, che a noi lettori “postumi” appaiono impregnati di una forma di cortesia quasi esagerata. In conclusione, l’affascinante ambientazione neoclassica, lo stile ironico dell’autrice e, ovviamente, la storia d’amore che l’ha reso uno dei libri più famosi al mondo, fa di Orgoglio e Pregiudizio un classico insormontabile e inimitabile, che io non smetterò mai di consigliare a chiunque. Ilaria Rezzola, 5^BL


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DANTE ALIGHIERI «Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.» Quelli sopra riportati sono tra i versi più celebri della storia della letteratura, scritti da colui che viene considerato il padre della lingua italiana: Dante A lighieri. Proprio quest’anno verrà celebrato il 700° anniversario della sua morte, avvenuta a soli a 56 anni, a Ravenna, mentre si trovava in esilio, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321. Sono numerosissime le iniziative organizzate per celebrare la sua grandezza ma, prima di iniziare, ripercorriamo, attraverso un breve excursus, le tappe principali della vita di Dante. Nacque a Firenze in un periodo imprecisato tra il 21 maggio e il 21 giugno dell’anno 1265, con il nome di battesimo di Durante di Alighiero degli Alighieri. Era figlio di Alighiero II degli Alighieri e di Bella, famiglia che apparteneva alla piccola nobiltà fiorentina di fazione guelfa. Dante crebbe dunque in un ambiente elegante e cortese, seguito e influenzato dal maestro Brunetto Latini, figura di spicco di questi anni a Firenze. I primi anni passarono veloci, imparò l’arte della poesia, strinse amicizia con intellettuali come Guido Cavalcanti, Lapo Gianni o

Cino da Pistoia e nel 1285 sposò Gemma di Manetto Donati con la quale ebbe quattro figli. Pochi anni prima, era però avvenuto un incontro che avrebbe sconvolto la sua esistenza, quello con Beatrice o Bice Portinari alla quale restò legato per tutta la sua vita, esaltandola come donna simbolo della grazie divina e di cui rimase profondamente innamorato, anche dopo la sua morte prematura. Fu questo il periodo in cui Dante iniziò a stendere la “Vita Nuova”, consacrandosi definitivamente all’arte poetica. Si interessò anche alla vita politica della sua città che vedeva la lotta tra Guelfi Neri e Bianchi inasprirsi sempre più e che lo avrebbe portato a schierarsi con la fazione bianca che cercava di difendere l’indipendenza di Firenze, contro le mire espansionistiche del papato. Venne anche eletto tra i Priori, i custodi del potere esecutivo, ma presto fu coinvolto in una serie di processi e, chiamato di fronte al Papa, venne accusato di corruzione, sospeso dagli uffici pubblici, condannato ad una pesante ammenda e

gli venne impedito di restare a Firenze, pena la morte. Costretto ad abbandonare la città, visse in esilio e si dedicò allo studio della filosofia e alla composizione di molte liriche. In questi anni di solitudine e sofferenza, precisamente nel 1306, iniziò la redazione della “Divina Commedia” che sarebbe diventato il suo capolavoro per eccellenza. Quando, nel 1310, Enrico VII di Lussemburgo giunse in Italia, Dante si aggrappò alla speranza di poter rientrare in patria, speranza mal riposta, poiché il sovrano morì poco dopo. L’ultima possibilità di rientrare a Firenze gli venne offerta dal Papa, a patto che riconoscesse i propri errori, ma Dante rifiutò tale umiliazione e concluse la propria vita da esule. Accolto a Ravenna nel 1319 da Guido Novello da Polenta, pochi anni dopo, nel 1321, morì a causa di un attacco di malaria. Marta Stefana 5^BL

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IL NOME DELLA ROSA Il romanzo di Umberto Eco come percorso di formazione Il narratore del romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco è Adso, un giovane novizio che, insieme al suo maestro, il frate francescano Guglielmo da Baskerville, nel 1327 viene mandato in un monastero benedettino per una settimana; questo soggiorno si rivela essere un vero percorso di formazione per il ragazzo, che impara cosa significhi davvero stare al mondo. Adso, infatti, fin dal giorno del suo arrivo comincia a capire cosa si celi dietro ad un luogo apparentemente perfetto e quieto, perché viene subito a conoscenza di un terribile segreto che macchia l’abbazia: un assassino si aggira per i corridoi e nessuno sa chi sia. Il novizio ed il suo maestro trascorrono l’intera settimana a cercare di scovare la figura misteriosa; assistono ad eventi macabri, ascoltano storie di monaci corrotti e misteriosi e scoprono luoghi altrettanto oscuri, giungendo infine ad una soluzione. Grazie a queste esperienze, il giovane riesce ad aprire gli occhi. Difatti lui proviene da un luogo ordinato che non è mai stato scenario di scandali; per tutta l’infanzia ha vissuto a Melk, in un monastero pacato e, in qualche modo, questo ha influenzato il suo modo di pensare e di vedere la realtà che lo circonda. Adso, all’inizio del suo soggiorno, è un ragazzo ingenuo, ma i fatti che accadono all’interno del monastero smontano volta per volta quel muro che lo protegge da tutte le insidie del mondo esterno; riesce a capire che non tutto è sempre buono e innocente, capisce che il male si cela anche dietro ai luoghi più inaspettati e che, quindi, nessun luogo è sicuro, perché la crudeltà si può impossessare di chiunque. Quindi il suo percorso di formazione comincia già dal primo giorno, quando comprende che non ci si può fidare ciecamente di tutti e

LUNARFOLLIE che l’apparenza inganna. In questo suo percorso, Adso, viene affiancato da Guglielmo da Baskerville, un grande maestro che favorisce fortemente la sua crescita. Difatti è grazie a lui che riesce a maturare, a capire di avere dei punti di forza e a potenziarli. Guglielmo sconvolge completamente il suo modo di pensare, facendogli osservare il mondo da un’altra prospettiva, in contrapposizione con la visione degli altri monaci. Lui rappresenta la scienza moderna: crede che la conoscenza debba essere condivisa e che le nuove scoperte non dovrebbero limitarsi ad appartenere ad un singolo individuo, bensì dovrebbero giovare all’intera umanità, un pensiero non condiviso da tutti quei monaci che vorrebbero invece tenere sotto stretto controllo l’accesso alla grande Biblioteca e soprattutto a certi libri. Adso, trascorrendo la maggior parte del suo tempo con Guglielmo, riesce ad ampliare le proprie vedute, capendo che non esiste un unico giusto pensiero e che le opinioni di altri interlocutori potrebbero essere valide, anche se non ci si trova in accordo con esse: bisogna sempre ascoltarle con attenzione prima di giudicare. Inoltre, per merito di Guglielmo, fa nuove scoperte e comprende che non tutto deve sempre essere preso per vero; uno degli eventi che lo indirizza in tal senso è la leggenda che viene raccontata riguardo alla biblioteca, secondo cui, di notte, gli spiriti dei monaci deceduti si aggirano per le stanze, emanando una luce. Inizialmente Adso sostiene che questa tesi non faccia una piega, ma, quando riesce a penetrare nella biblioteca, scopre che la luce proviene da un lume, posizionato lì per ingannare i monaci. Oppure, è sempre il suo maestro a rivelargli la vera natura degli unicorni, che Adso credeva essere meravigliosa e graziosa. Quindi per il novizio è fondamentale la presenza di Guglielmo, che lo sprona a verificare la veridicità di ciò che gli viene raccontato, senza dare nulla per scontato, ed è grazie a lui se riesce a comprendere meglio il mondo.

La settimana all’interno dell’Abbazia, infine, termina con un incendio che devasta l’intero edificio ma, nonostante sia la fine per un luogo dominato da bellezze ed enigmi, questo evento rappresenta anche una crescita per Adso, che assiste alla caduta di uno dei luoghi più preziosi: la Biblioteca. Essa viene descritta come un labirinto, ricco di insidie e inganni, così da allontanare i malintenzionati, che potrebbero causare disordine all’interno dell’Abbazia. La Biblioteca, con la sua infinità di libri provenienti da luoghi ed epoche diverse, ritrae la sapienza e la conoscenza assoluta, è il luogo dove i dubbi svaniscono e si trasformano in certezze, per questo è motivo di attrazione per i monaci curiosi, e anche per Adso e Guglielmo. Loro, infatti, riescono ad entrarci per più volte e ad ammirare gli antichi libri e manoscritti, restando sempre stupiti davanti alle ricchezze e all’immensità degli scaffali. Addirittura Adso riesce a risolvere i suoi problemi di cuore grazie ad uno di questi libri e, nel momento in cui il suo dubbio scompare, è come se lasciasse una parte di sé all’interno della biblioteca perché si affida e si confida con quest’ultima. Al termine del soggiorno, però, la biblioteca va in fiamme, e con essa tutti i suoi libri vanno perduti. Questo tragico fatto contribuisce alla crescita personale del giovane perché capisce che esiste un limite a tutto, anche alla conoscenza. La biblioteca che brucia rappresenta l’impossibilità di raggiungere la sapienza assoluta, perché i manoscritti, fonte di sapere, vanno in fiamme. In più Adso, assistendo alla caduta della biblioteca, apprende cosa voglia dire subire una perdita e provare delusione e capisce che non sempre si riesce ad ottenere ciò che si vuole, anche se si fatica molto. Quindi Adso, che inizialmente veniva spronato a ricercare la verità dietro ad ogni cosa, ora capisce che non è sempre possibile e, soprattutto, che non bisogna esagerare o tutto andrà in fumo. In conclusione è possibile notare come il romanzo di Eco non descriva soltanto una settimana densa di avventure e misteri, ma tracci un vero e proprio percorso di formazione: che inizia con la rivelazione, continua con l’apertura mentale e termina con la perdita. Clara Scaglia, 3^A AFM


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Covid come cambia LO SPORT Per capire come sia cambiato lo sport in tempo di pandemia, abbiamo scelto di intervistare tre sportivi del mondo del basket. Il primo è Mattia Mar tellosio, un arbitro di 34 anni, che arbitra dal 2006 e che negli ultimi 5 anni ha militato nella serie A2 maschile; oltre ad essere un arbitro è anche un istruttore giovanile. La seconda è Rachele Colosio, un’ufficiale di campo di 52 anni, che ha iniziato la sua carriera 25 anni fa, è in serie A da circa 15 anni quindi ha l’opportunità di partecipare a campionati come l’Eurolega e l’Eurocup; è anche un’istruttrice provinciale a Brescia da 6 anni. Il terzo è Paolo Galbiati, un allenatore di serie A di 37 anni, che ha iniziato ad allenare all’età di 18 anni, ormai allena da 4 anni la serie A e quest’anno si trova come capoallenatore del Vanoli Cremona.

Quali sono state le sue principali emozioni con il blocco dei campionati e invece cosa ha provato quando sono ripresi? Arbitro: Ho pr ovato una sensazione davvero brutta, però noi siamo stati fortunati, perché lo stop è stato di sei mesi, fino alla fine dell’estate; dopo, da settembre, non ci siamo fermati ed abbiamo riiniziato. È stato bello ritornare subito in campo anche lì la situazione veramente strana, però ci riteniamo fortunati. Ufficiale di campo: Io ho fatto la mia ultima partita di campionato a febbraio, invece l’ultima di Euro-

cup durante la prima settimana di marzo quando Brescia “non era molto colpita”, però la cosa che mi è rimasta più impressa è quando sono andata a fare la partita a Brescia; c’erano tre arbitri un polacco, un russo e uno spagnolo e vedere il russo che non ha mai tolto la mascherina e che ci trattava come se fossimo degli “appestati”, a differenza dello spagnolo e del polacco mi ha fatto sentire a disagio e mi sembrava anche un po’ un gesto di maleducazione, però da là ad una settimana ho capito, e forse lui stava già vivendo quella situazione in Russia, quindi ho compreso il suo comportamento; poi da lì a 10 giorni sono stati sospesi tutti i campionati, però per fortuna a fine agosto ci è arrivata la comunicazione dalla F.I.P. dove ci informavano che la super coppa italiana di serie A sarebbe ricominciata; da marzo fino a fine agosto sono stati tantissimi mesi senza la pallacanestro e mi mancava, mi mancava lo stridore delle scarpe, il palleggio sul parquet, il pubblico e soprattutto mi mancava tutto l’ambiente, però quando a fine agosto siamo ripartiti è stato bellissimo. La cosa più bella in assoluto quando ho fatto la mia prima partita è stato proprio sentire il palleggio sul parquet, quella è stata proprio la sensazione più bella, anche se ero seduta dietro ad un tavolo con tutte le precauzioni, la sensazione più bella è stata proprio quella ed è la sensazione che mi fa andare avanti. Allenatore: Quando tutto si è fermato è stato un colpo molto forte perché la mia squadra stava facendo un’ottima stagione. All’inizio fu surreale, io ho giocato probabilmente l’ultima partita di qualsiasi campionato. Era un sabato sera ed eravamo in Sicilia a Capo d’Orlando, la dome-

nica siamo rientrati a Linate alle 8:30 del mattino e non c’era quasi nessuno, sembrava un film catastrofico, fu scioccante; quando ci dissero che era tutto finito, ho provato un forte senso di smarrimento perché da un giorno all’altro siamo rimasti spiazzati, poi quando abbiamo potuto riprendere è stata una bella boccata di ossigeno, io ho ricominciato con degli allenamenti individuali nel mese di giugno con dei giocatori professionisti, e già quello dopo tre mesi senza fare niente mi sembrava una cosa meravigliosa. Allenare una squadra offre tante piccole occasioni di gioia e quindi è stato molto bello riprendere. Ormai è passato all’incirca un anno e mezzo dall’inizio di tutta questa situazione, se lei dovesse mettere a confronto una partita pre covid ed una attuale quali sarebbero le differenze più eclatanti? Arbitro: Le differ enze sono tantissime soprattutto quando si gioca all’esterno: la trasferta spesso inizia il giorno prima della partita, quindi bisogna organizzarsi, poi bisogna effettuare il tampone per ogni partita e si deve viaggiare con la mascherina, non è possibile fare consueti pranzi o cene nei ristoranti perché sono chiusi, perciò se siamo fortunati alloggiamo in albergo o se no bisogna un po’ arrangiarsi; successivamente in partita la differenza più grande è la mancanza di pubblico, di suoni all’esterno… Manca l’ambiente perché in certi palazzetti è veramente bello andare per la presenza degli spettatori e invece adesso se giochiamo gli unici rumori che sentiamo sono quelli delle panchine. Ufficiale di campo: Allor a innanzitutto giocare nei palazzetti a porte chiuse, perché è tutta un’altra cosa a livello di concentrazione, poi il fatto di sentire tutto quello che viene detto in campo è strano perché prima bene o male veniva un po’ mimetizzato dai rumori del pubblico; poi c’è il Pro-


20 tocollo Sanitario: tutte le volte che andiamo a fare una partita siamo obbligati compilare un’autocertificazione, in cui è riportato se siamo stati a contatto con persone che hanno avuto il tampone positivo meno di 14 giorni prima e se abbiamo avuto dei sintomi. In tutti in campionati si fa il tampone nelle 48 ore precedenti all’incontro e esso deve risultare negativo. Allenatore: Il pubblico chiar amente è la cosa che ci manca di più, nel bene e nel male perché quando giochi in casa il pubblico ti incita, mentre quando giochi in trasferta magari ti dà contro, ma comunque sono due sensazioni bellissime. Gli sportivi prendono adrenalina da queste situazioni. A noi manca il calore delle persone, mancano il tifo e gli insulti sugli spalti, ma sui social network tutti ci possono dire ancora quello che vogliono, i giornali possono lodarci o criticarci quindi nonostante ci sia stato un cambiamento, per me è cambiato poco. Poi per ogni partita io e tutto il mio staff dobbiamo fare un tampone che deve essere negativo, i giocatori fanno dei tamponi che si chiamano tamponi mono fluorescenti che danno una risposta praticamente immediata, solo nei casi più estremi, quando vogliamo essere sicuri al 100%,facciamo un tampone molecolare. Queste sono le due grandi differenze. Secondo lei attualmente è sicuro far giocare i campionati dei minors? Arbitro: Questo non lo decido io, ma ci sono persone preposte che ne sanno molto più di me e che soprattutto hanno molte più competenze a riguardo; per quanto vedo io tutti quelli che partecipano alle partite fanno dei controlli per ogni gara, quindi dire che sia sicuro o no io sinceramente non lo so.

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Ufficiale di campo: Secondo me la mascherina è la cosa che più di tutto ci protegge; una volta che noi ci sediamo al tavolo ad un metro di distanza dal nostro collega e ci detergiamo le mani, secondo me problemi non c’è ne sono, anche perché noi non abbiamo un contatto diretto con i giocatori a differenza degli arbitri, che sono più esposti nonostante tutti effettuino un tampone, quindi per me poco cambia tra serie A e serie C silver. Secondo me, però, l’unica cosa che magari renderebbe tutto più sicuro sarebbe eseguire un tampone molecolare al posto del tampone rapido per avere risultati un po’ più attendibili in tutte le categorie. Per quanto riguarda il protocollo sanitario e le zone-colore come si è dovuta organizzare tutta la squadra? Allenatore: Noi come squadr a dobbiamo fare il tampone due volte alla settimana, ovviamente rispettiamo tutte le regole e prestiamo la massima attenzione, però nonostante tutto la mia squadra è stata mar-

toriata non una, ma due volte: la prima volta a novembre, quando 7 giocatori e 4 persone dello staff hanno preso il virus, e la seconda volta tre settimane fa quando è stato colpito l’ultimo giocatore professionista e tutti i ragazzi del settore giovanile che lavorano con noi. Nonostante il massimo controllo e le precauzioni, il virus ci ha colpiti lo stesso, ed è tutto quanto ingestibile. Con questo virus non c’è da scherzare. Invece per quanto riguarda le zone noi, essendo professionisti, non ci siamo mai fermati, se non nel momento in cui avevamo tutti questi casi. Noi seguiamo tutti protocolli come ad esempio l’obbligo di sottoporci al tampone, poi se alcune trasferte sono “vicine” ci muoviamo il giorno stesso, invece per quelle più lunghe, come la più recente a Sassari, in Sardegna, chiaramente siamo dovuti andare in aeroporto quindi abbiamo dovuto preparare tutte le carte e tutti i test, però siamo tenuti sotto controllo a livello sanitario quindi diciamo che siamo un po’ più avvantaggiati rispetto alle persone che fanno un lavoro “normale” o che non lavorano come professionisti dello sport. Mara Delbono 2^ A AFM

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ALLA RISCOPERTA DELLA DANIMARCA! CUCINA DANESE

Cercate una meta da sogno per vivere una vacanza indimenticabile? La Danimarca è il Paese perfetto per voi! I paesaggi paradisiaci vi emozioneranno, i monumenti vi affascineranno e gli amabili abitanti vi faranno innamorare della cultura. E ora...basta con le chiacchiere, seguiteci lungo questo incantevole percorso! Prima tappa: il Castello di Kronborg, che sor ge sullo str etto di Øresund. Nel 2000 è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO. Le visite sono allietate dalla presenza di attori in costumi d’epoca che mettono in scena alcuni dei più celebri e importanti passi dell’Amleto. Le sale interne al castello sono austere e non molto sfarzose, con l’eccezione dell’ampio salone da ballo, voluto dal re Federico II. Nei sotterranei, in particolare, verrete accolti dall’imponente statua di Ogier il Danese, importante protagonista delle leggende danesi, che riposa avvolto nella sua lunga barba: se la Danimarca dovesse trovarsi oppressa dai nemici, allora Ogier interromperà il suo sonno lungo secoli e le andrà in soccorso con la sua potente spada!

E infine, per coloro che come noi hanno adorato i racconti di Andersen, una tappa fondamentale per gli amanti di fiabe è la Sirenetta di Copenaghen: una scultur a br onzea situata nel lungomare di Langelinie. La scultura, che raffigura la famosa Sirenetta protagonista delle fiabe di Hans Christian Andersen, narra di una giovane sirena disposta a rinunciare alla sua vita in mare e alla sua identità pur di avere una vita e un’anima da umana. L’opera fu commissionata nel 1909 da Carl Jacobsen, figlio del fondatore del birrificio Carlsberg, che dopo essere rimasto affascinato da un balletto sulla Sirenetta presentato al teatro reale di Copenaghen, chiese alla ballerina di punta, Ellen Price, di far da modella per una statua della Sirenetta. Noi vi abbiamo mostrato solamente una piccola parte dello stupendo Paese che è la Danimarca. Adesso sta a voi curiosare qua e là, per scoprire tutte le meraviglie nascoste. Buon viaggio! fonte: ente del turismo danese; wikipedia Valentina Abatti 3^AL, Laura Buizza e Cristiano Caratti, 2^CT

Seconda tappa: i Giardini di Tivoli, il secondo par co divertimenti più antico al mondo, che conta più di quaranta attrazioni. Tra quelle più famose vi sono sicuramente le numerose montagne russe e la famosa ruota panoramica da cui si può ammirare Copenaghen dall’alto.

Uno dei piaceri più belli della vita è sicuramente mangiare, per tale ragione abbiamo deciso di consigliarvi dei piatti tipici molto gustosi! Wienerbrød: golose brioches a base di pasta sfoglia e ripiene, secondo la ricetta tradizionale, di crema pasticcera e uvetta. Molto appetitose sono anche quelle ricolme di cioccolato e ricoperte di glassa. Quando camminerete tra i vicoli di Copenaghen, verrete sicuramente attratti dal loro profumo inebriante! fonte: Tickle Smørrebrød : è definito dai turisti come uno dei capolavori più riusciti della gastronomia danese. È normalmente composto da pane di segale imburrato e costituisce una parte molto importante dell’alimentazione scandinava. La base è costituita da fette di carne, pesce, salumi o formaggio, opportunamente ricoperti da verdure affettate, uova sode, maionese o altre salse. Questo must-eat è sicuramente un sandwich visivamente accattivante, ma allo stesso tempo molto gustoso. fonte: La cucina Italiana.it Stefania Scaroni e Nicole Cavallone, 4^CR

SISTEMA EDUCATIVO

Il sistema educativo danese è all’avanguardia e l'accesso alla scuola pubblica è gratuito fino alle scuole superiori e per la maggior parte dei corsi universitari. Si compone di dieci gradi, di cui l’ultimo non è obbligatorio. Il più singolare tipo di scuola danese è il Doposcuola, che è facoltativo e gli alunni vi rimangono per un solo anno. In queste scuole si presta particolare attenzione su una specifica materia, ad esempio l'educazione fisica o lo studio delle lingue. Il più importante contributo all'educazione è la Folkehøjskole, in cui non si effettuano esami e valutazioni e si presta attenzione alla cultura generale e alle soft skills. Dopo il diploma vi sono diverse opportunità di proseguire gli studi, tra cui il Gymnasium, le HF e le HTX (che focalizzano gli studi sulla matematica e le materie tecniche), le HHX (a indirizzo commerciale) e molte altre. Antonio Loiudice, 2^CT


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PIETRO MORELLO E LA MUSICOTERAPIA: AIUTARE IL PROSSIMO UTILIZZANDO LA MUSICA Pianista, giramondo, tiktoker, sono tante le occupazioni di Pietro Morello che, a soli 21 anni, è diventato una star sui social networks, grazie al suo incredibile talento musicale. Fra sfide lanciate dai suoi fan, che spesso gli chiedono di suonare il pianoforte a mani incrociate, o mentre recita una poesia, o mentre ripete le tabelline, e le missioni umanitarie in cui si cimenta, il giovane musicista è riuscito nel suo intento di sfruttare la propria passione per donare un sorriso ai più bisognosi. La sua conquista più recente è stata quella di aiutare i bambini che, per via di malattie, sono costretti a stare chiusi in ospedale, facendo installare un pianoforte nel reparto di Oncologia dell’Ospedale Santa Margherita di Torino. La sua fortissima passione per la musica è nata quando Pietro aveva solo 12 anni. Il suo primo

strumento fu la chitarra, che presto affiancò al violino, al kalimba e al pianoforte, l’amore della sua vita, che ha imparato a suonare come autodidatta. Parallelamente al suo percorso musicale, Morello ha anche sviluppato quello umanitario, prima offrendo il suo aiuto ai centri di volontariato della sua città, Torino, e poi come missionario in Romania. Oggi, il giovane pianista è riuscito ad unire le sue due passioni nel progetto Musicoterapia, che prevede l’utilizzo della musica come modo per contrastare gli orrori della guerra e della povertà. Alla domanda “Perché hai deciso di mollare tutto e dedicarti alle missioni umanitarie?” Pietro risponde: “L’amore per i bambini. Quando sono nei campi di guerra in mezzo a loro non mi importa delle bombe che cadono, me ne frego, voglio stare con loro”. Ilaria Rezzola, 5^BL

Festival di Sanremo 2021: trionfa il rock dei Maneskin! “Sono fuori di testa, ma diverso da loro E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro Siamo fuori di testa, ma diversi da loro Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”

Sicuramente avrete sentito queste frasi molto spesso, recentemente. Si tratta infatti del testo di “Zitti e buoni”, la canzone che ha portato il gruppo musicale rock dei “Maneskin” a vincere la 71esima edizione del Festival di Sanremo, diventando di conseguenza coloro che rappresenteranno l’Italia all’Eurovision Song Contest 2021. Ma questi Maneskin, chi sono? La band nasce dopo una collaborazione tra Damiano David (il cantante, classe 1999) e V ictoria De A ngelis (la bassista) quando, nel novembre 2015, David la ricontatta con lo scopo di formare un gruppo; alla formazione si aggiungono poi Thomas Raggi (il chitarrista), amico delle scuole medie di Victoria e Ethan Torchio (il batterista), tramite un annuncio pubblicato su un gruppo Facebook. Il loro nome, Måneskin (chiaro di luna in italiano) è una parola in lingua danese scelta da De Angelis la quale ha origini danesi. L’esordio del gruppo musicale romano avviene quando, nel 2017, prende parte all'undicesima edizione del ta-


LUNARFOLLIE lent show X Factor e si classifica al secondo posto, sotto la guida del mentore Manuel A gnelli che, a distanza di quattro anni, canterà in duetto con loro in una delle serate dell’edizione del Festival di Sanremo dove sono stati i vincitori . In poco meno di cinque anni e con la loro enorme carica, questi straordinari ragazzi che hanno iniziato a esibirsi live da giovanissimi nelle strade di Roma hanno conquistato il pubblico italiano ma anche internazionale, spazzando via stereotipi di genere, mescolando influenze e stili in un mix originalissimo e unico, arrivando a collezionare con il primo tour, 70 date sold out in Italia e in Europa, oltre a 15 dischi di platino e 5 dischi d'oro. Inoltre, il loro profilo Instagram ufficiale conta 1.2 milioni di follower. Sono giovani e freschi e possiamo dire che rappresentano a pieno le generazioni di adesso, la cosiddetta generazione Z. Sono infatti molto sensibili in merito a problematiche sociali di ogni tipo e desiderosi di mettere fine alle discriminazioni a favore dell’unico genere che esiste: quello umano. Disturbi alimentari, violenza di genere, omotransfobia e razzismo sono solamente alcune delle tematiche che affrontano nei loro testi; anche i loro look eccentrici e talvolta anche poco ortodossi spesso diventano strumento per spazzare via ogni tipo di stereotipo. Sono giovani rivoluzionari, sono rock e sono spiriti liberi. Sono veramente ciò di cui l’Italia aveva bisogno! Phil Sylvester e Mattia Botti, 3^AR

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GRAMMY’S 2021

Non è bastata questa pandemia globale per arrestare la forza della musica: poche settimane fa infatti, precisamente la notte del 14 Marzo 2021, milioni di persone hanno seguito la 63° edizione dei Grammy A ward. Si tratta del più prestigioso riconoscimento musicale a cui un artista possa ambire nel corso della propria carriera. La sua fondazione è datata 1959 e, ogni anno, riconosce il merito a 105 diverse categorie artistiche divise in 30 generi musicali. Non si limita a questo però: la cerimonia di consegna dei premi è in sé un vero e proprio show, durante il quale si susseguono numerose esibizione degli artisti più celebri e star di spicco a livello internazionale, che intervengono per trattare tematiche d’attualità, riguardanti non solo il mondo musicale. Nonostante sia stata posticipata e la premiazione sia avvenuta in assenza di pubblico, anche quest’anno la cerimonia ha avuto un seguito clamoroso e, durante una premiazione e l’altra, si sono esibiti artisti come Harry Styles, Billie Eilish, Dua Lipa , Taylor Swift e tanti altri… Il conduttore della serata è stato l’attore sudafricano Trevor Noah, promosso a pieni voti dalla critica. Passando ai premi però, quest’anno la regina assoluta dei Grammys è stata indubbiamente Beyoncé che, con nove nomination e 4 vittorie, ha raggiunto i 28 premi, diventando così l’artista donna con più Grammy della storia. Altri premi prestigiosi sono stati assegnati a: Billie Eilish, per la migliore registrazione dell’anno; H.E.R., per la migliore canzone dell’anno; Taylor Swift, per “Folklore” considerato il miglior album dell’anno e, infine, Meghan Thee Stallion, rapper riconosciuta come miglior artista emergente.

Elencando i principali riconoscimenti nel mondo del pop, “Watermelon Sugar” di Harry Styles, la canzone che ha fatto da sottofondo all’estate di noi giovani, ha vinto il premio come miglior interpretazione pop solista, mentre Dua Lipa quest’anno è stata premiata per “Future Nostalgia”, considerato il miglior album pop vocale. Passando al rock, Fiona Apple con “Shameika” ha ottenuto il riconoscimento di miglior interpretazione rock e “The New Abnormal” degli, ormai veterani del mondo musicale, The Strokes, è stato considerato come il miglior album rock dell’anno. A vincere nella categoria miglior interpretazione rap e contemporaneamente miglior canzone rap sono state Megan Thee Stallion e Beyoncé con “Savage (Remix)”. Questi sono solo alcuni degli artisti che hanno solcato il palco della 63° edizione dei Grammy Award, che verrà di certo ricordata per essersi tenuta in un momento storico difficile, segnato dai problemi della pandemia. Non sono mancate infatti riflessioni a riguardo, soprattutto da parte degli artisti che sono stati privati di una componente fondamentale per il loro lavoro: il pubblico. Niente più concerti, esibizioni festival o spettacoli. Grande è stata la manifestazione di dolore e tristezza, nonché parole di conforto per coloro che hanno perso amici, parenti o famigliari. Tutti questi professionisti si sono detti però fiduciosi: non vedono l’ora di poter tornare ad unirsi e a vedere i propri fans stringersi sotto un palco, accomunati dall’amore per la musica. Non sarà probabilmente immediato, ma “ne usciremo”, queste alcune delle parole che mi hanno più colpita in questa speciale edizione dei Grammy Award. Marta Stefana, 5^BL


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LUNARFOLLIE seconda manga). Genere Psicologico: Death note/ Death parade/ Angel of death// Film: La forma della voce/ Il castello errante di Howl/ Paprika// Classici: Jojo bizar adventure/ One piece/ Evangelion// Genere storico: Vinland saga/ Dororo/ Genere sportivo: Haikyuu!!!/ Kuroko no basket/ Sk8 the infinity//

Nerdomania

Qui di seguito troverete alcuni consigli di lettura: Genere azione: Naruto/ Hunter x Hunter/ Full metal alchemist//

Per chi è invece in questo mondo da più tempo:

-ANIME DEL MESE : To your eternity; Provenienti dal Giappone i manga, cioè fumetti letti al contrario rispet-MANGA DEL MESE: Tokyo Roto a quelli occidentali, e gli anime, Genere romantico: Maid sama/ vengers; cioè la loro animazione non sempre Wotakoi/ Bunny girl senpai// coerente o identica, ma comunque -VIDEOGIOCO DEL MESE: spesso eccezionale, sono un passaGenere giallo: Moriarity the patriot/ Resident villege. tempo sempre più gettonato tra le Bungo stray dogs// persone di tutto il mondo e di tutte Spero di essere stata d’aiuto e di le età. Genere fantasy: Mushoku Tensei/ I avere stimolato interesse o curiosiDal punto di vista della maggior sette peccati capitali / Demon slayer// tà per le storie dietro i titoli da me parte dei normie (persone che non proposti. leggono o guardano manga e aniGenere BL: Yuri on ice/Dakaretai In caso questa rubrica continui, vi me) tutto ciò che le persone weeb otako/ Given// terrò aggiornati sempre su nuove (occidentali appassionati di questo uscite, siti per comprare gadget, genere di animazioni o fumetti) Genere GL: Citrus/Miss Kobayashi's console, manga e vestiti a tema e amano, viene sempre criticato in Dragon Maid/ Adachitoshinamura// gossip dei fandom. quanto considerato infantile. Nel frattempo, buona lettura! Piacere sono Ela e vi spiegherò coGenere soprannaturale: Attack on sa sia davvero questo mondo! Titan/ Jujutsu kaisen/ The promise neElisa Senes 2^CT Gli anime hanno una infinità di geverland (solo la prima stagione e la neri e sotto generi con animazioni e trame totalmente differenti l’una dall’altra. Per poter spiegare meglio la bellezza di questa mia passione, utilizzerò una metafora da me ideata, a mio parere molto calzante. Ogni anime o manga corrisponde ad un sogno, un sogno che si può scegliere di vivere The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo (Micheal Chaves) 03/06/2021 quando e dove più aggrada, un SPIRAL – L’eredità di Saw (Darren Lynn Bousman) 16/06/2021 sogno con delle emozioni, dei A Quiet Place II (John Karasinski) 24/06/2021 personaggi, delle amicizie, avventure, amori e cose che molti Voyagers (Neil Burger) 24/06/2021 avrebbero sempre voluto, co- Io Sono Nessuno (Ilya Naishuller) 01/07/2021 me: un maiale che parla o un Black Widow (Cate Shortland) 07/07/2021 gatto con le ali blu o un ragaz- Uno Di Noi (Thomas Bezucha) 29/07/2021 zo dagli occhi azzurri… The Suicide Squad – Missione Suicida (James Gunn) 05/08/2021 Insomma questo mondo è co- All My Life (Marc Meyers) 05/08/2021 me una libreria dei sogni e il I Croods 2 (Joel Crawford) 12/08/2021 lettore o spettatore deve solo Fast&Furious 9 (Justin Lin) 18/08/2021 scegliere quello che più desidererebbe vivere. Non importa Space Jam: New Legends (Malcom D. Lee) Settembre 2021 l’età: tutti abbiamo bisogno di No Time To Die (Cary Fukunaga) 30/09/2021 Valentina Faustinoni 2^EL sognare, non solo i bambini.

FILM IN USCITA ESTATE 2021


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Acquario/ Aquarius Questo mese ti porterà tante piccole soddisfazioni che faranno crescere la tua autostima. Sul piano scolastico il tuo impegno e i tuoi sacrifici verranno ripagati con dei benefici. Tuttavia, la sorte non ti assiste in amore: il tuo cuore non capisce se batte veramente per quella persona o se prova solo amicizia. Dovresti riposare un po’ la mente dai problemi quotidiani e dedicarti a ciò che ti piace di più. Ricordati che il riposo è fondamentale! Pesci/ Pisces Il mese è partito con qualche contrasto in corso, ma da metà mese potrai dichiarare l'uscita dal tunnel e vedere la luce della primavera. Abbi ancora un po' di pazienza e cerca di essere positivo di fronte ad eventuali sfide. Molto probabilmente provi delle sensazioni contrastanti nei confronti di un genitore o un amico. Forse c’erano state delle discussioni o dei malintesi che vi hanno portato a pensare male di questa persona, ma con il dialogo potrete recuperare il vostro rapporto. Ariete/Aries Trovandosi Marte in un segno amichevole all’inizio del mese, assicurerà che i tuoi rapporti siano variati e animati e le attività interessanti ed istruttive. Ma dovrai comunque aspettare fino alla seconda settimana, quando Mercurio entrerà nel vostro segno, approfondendo i rapporti, e aumentando l’entusiasmo nei discorsi ed iniziative. Dal 19, la luna piena in Bilancia vi concederà una buona occasione per festeggiare con l’entrata di Venere nel vostro segno, stimolando l’area emozionale ed economica. Questo transito porterà con sé dinamismo nell’amicizia, chiarezza nella vostra storia d’amore, e fortuna nell’aspetto emozionale e finanziario.

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no infatti tantissimi i pianeti che entreranno nel tuo segno, per questo capirai di poter vivere e affrontare ogni sfida con uno spirito diverso, perché ora sei tu a decidere. Gemelli/ Gemini Questo non sarà il mese per concentrarti sulla tua carriera, infatti hai bisogno di una persona di cui fidarti, che possa darti le giuste attenzioni e a cui vuoi bene. Questo periodo sarà assai turbolento e riscontrerai dei problemi e delle incomprensioni nei tuoi rapporti più significativi, ma non devi abbatterti. Con la giusta forza di volontà riuscirai ad aggiustare tutti gli errori commessi. Cancro/ Cancer L’avvio della primavera è una parvenza estiva: un periodo romantico dove potrai incontrare la tua anima gemella. In questo mese le stelle ti aiuteranno a sviluppare le tue doti comunicative e a migliorare come persona, conducendo un lifestyle più produttivo e sano. Per te sarà un mese in cui potrai socializzare molto, ma non dimenticare le tue priorità e i tuoi obiettivi. Leone/ Leo Dai sempre l'idea che sia tutto perfetto, ma in realtà dentro sei fragile...non devi sempre nascondere i tuoi veri sentimenti, hai bisogno di sfogarti con qualcuno e mostrare chi sei davvero, non chi vogliono che tu sia. Questo mese sarà il tuo. Segui solo il tuo intuito e il tuo cuore, e non sbaglierai mai, sarà sempre la scelta giusta. La tua vita cambierà in meglio, farai nuovi incontri, raggiungerai obiettivi attesi da tempo e, soprattutto, sarai felice davvero. Dopo tanto tempo, non avere paura di esserlo. Vergine/ Virgo Non perdere tempo quando si tratta di questioni di salute. Ganesha, infatti, raccomanda di prendere del tempo per te, così da poter ricaricare le batterie! Dal punto di vista scolastico incontrerai molti ostacoli, ma troverai sicuramente la grinta per superarli e rialzarti più forte di prima!

gliono veramente bene. Sul piano lavorativo e scolastico otterrai molte soddisfazioni e tutte quelle insicurezze, che hanno vissuto nel tuo interiore durante il freddo e cupo inverno, spariranno e la via giusta da percorrere per un luminoso futuro, ti sarà chiara. Scorpione/ Scorpio Sei forte, moltissimo. Devi solo capirlo anche tu. Presto comincerà un nuovo capitolo della tua vita, della tua storia, e sarà ancora più bello. Lasciati sorprendere e non smettere mai di provare a realizzare i tuoi sogni. Non rinunciare perché pensi di non farcela, vali molto di più di quello che pensi. Circondati di persone che ti fanno stare realmente bene e non solo apparentemente. Il passato può fare male, puoi decidere di lasciartelo alle spalle oppure imparare da esso. Vai avanti. Verso una nuova strada, un nuovo inizio. Sagittario/ Sagittarius Nonostante tutte le difficoltà che hai affrontato con forza e tutti gli ostacoli che dovrai ancora affrontare, non arrenderti mai. Non rinunciare ad un sogno solo perché ti sembra irrealizzabile, o perché pensi ci vorrà troppo tempo per realizzarlo, il tempo passerà comunque. Questo mese dovrai fare delle scelte importanti, dovrai saperti ascoltare e fare i conti con te stesso. Tu, però, abbi cura di te, nonostante tutto e nonostante tutti, non smettere mai di brillare. Proprio come risplende il tuo segno zodiacale nella volta celeste. Capricorno/ Capricorn La vita è costituita da ostacoli che cercano sempre di intralciare il nostro cammino e i nostri obiettivi. Si prospetta per te un mese all’insegna di difficoltà da superare in campo scolastico, lavorativo e sul piano dell’amicizia. Non dovrai fare ciò in solitudine: la tua dea protettrice Freya ti darà la forza necessaria per farlo e per riuscirci. Per quanto riguarda l’amicizia, imparerai a distinguere i veri amici da quelli falsi: i primi ti aiuteranno ad uscire da questo arduo periodo, mentre i secondi se ne staranno con le mani in tasca. Durante questo periodo la tua autostima aumenterà e ti renderai conto del tuo valore.

Toro/Taurus Caro Toro, ci sono momenti bellissimi, in cui l’energia torna ad appartenerti, tanto che hai subito la sensazione di essere di nuovo il protagoBilancia/Libra nista di quel film che è la vita. Se, Questo mese sboccerai come un fiore fino ad ora, sei stato spesso spettatoche ha solo aspettato la fine dell’inre di qualcosa, ora è arrivato il moverno con impazienza. Avrai la possimento di agire, di fare come ti pare bilità di rafforzare le tue amicizie e e di prendere in mano la situazione. renderti conto di quali persone ti voNella seconda parte del mese, sarana cura di: Alessandro Gamba e Giulia Massarotto 3EL, Stefania Scaroni e Marco Dessi 4CR, Federica Lombardi 2F AFM


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Across

6-you can't judge a book by 7-Get a taste of your own 8-Go back to the drawing 10-The ball is in your 11-Out of the frying pan and into

by Giulia Massarotto

Down

1-He who laughs last 2-Spill the 3-Break the 4-On cloud 5-There are clouds on the 7-Don't cry over spilt 9-Slow and steady wins the

English proverbs

REBUSES IN ENGLISH by Alessandro Gamba 3EL

te B

ORIZZONTALE 4- Poeta italiano famoso per la sua tendenza a svenire 6- Bevanda gassata più famosa al mondo 12- Virgilio ne è la guida 13- Il Basket in Italia

VERTICALE 1- Materiale di cui sono pieni gli oceani 2- programma di salvaguardia ambientale dell'ONU 3- Settore che trasforma la materia prima in prodotto finito 5- Stato con capitale Copenhagen 7- Giocatori per squadra in una partita di basket 8- Chiusura generale 9- Attrazione più visitata di Copenhagen 10- Agricoltura e.… 11- Movimento ambientalista creato da Greta Thunberg

Hoc

Valentina Faustinoni, 2^EL


REBUS

BEE-LEAF= BELIEF FLU-TE= FLUTE B-EAR= BEER TREE-SUN= TREASON HOC-KEY= HOCKEY

BRITAIN'S CULTURE Across

4. HP—Le iniziali del mago più famoso al mondo 5. SWABS—Si fanno per verificare la positività o meno ad un virus 10. EDIMBURGH—È il capoluogo della scozia 11. AWARENESS—Consapevolezza in inglese 12. RIGHT—Significa destra, diritto e giusto 13. STUART—Il cognome della Regina rivale di Elisabetta I di Inghilterra 15. RENT—Affittare in inglese

Down

1. CHAUCER—È il padre della letteratura inglese, come Dante Alighieri per gli Italiani. 2. LOCHNESS—Uno dei laghi più grandi di Scozia 3. WESTMINSTER—Il quartiere, sede del governo, vicino a Buckingham Palace 6. SHAKESPEARE—Scrisse molti capolavori tra cui Romeo and Juiliet 7. CORNWALL—La contea più a sud ovest di Inghilterra 8. CHATERINE—Il nome della Duchessa di Cambridge 9. CARDIFF—Capolouogo del "WALES" 14. TONGUE—La lingua anatomica

1-È il padre della letteratura inglese, come Dante Alighieri per gli Italiani. 2-Uno dei laghi più grandi di Scozia 3-Il quartiere, sede del governo, vicino a Buckingham Palace 6-Scrisse molti capolavori tra cui "Romeo and Juiliet" 7-La contea più a sud ovest di Inghilterra 8-Il nome della Duchessa di Cambridge 9-Capoluogo del "WALES" 14-La lingua (parte del corpo)

by Alessandro Gamba 3EL

Down 4-Il mago più famoso dei tempi moderni (iniziali) 5-Si fanno per verificare la positività o meno ad un virus 10-È il capoluogo della scozia 11-Consapevolezza 12-Destra, diritto o giusto 13-Il cognome della Regina rivale di Elisabetta I di Inghilterra 15-Affittare

Across

BRITAIN'S CULTURE (da completare in inglese) LUNARFOLLIE

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In questo periodo abbiamo imparato l’importanza di goderci ogni attimo della vita, perché essi sono preziosi e ci insegnano a costruire la nostra identità pezzo dopo pezzo. Anche i momenti più dolorosi sono importanti: andando incontro a difficoltà si cresce e si apprende qualcosa di essenziale per scrivere la nostra storia e proseguire il nostro cammino. Ricordiamoci sempre di vivere ogni istante. Il sorriso è un segno di gioia e felicità, ma anche una maschera che siamo soliti usare per nascondere le nostre sofferenze e fingere che tutto stia andando per il verso giusto. Abbattiamo questa difesa e impariamo che le persone a noi care saranno sempre al nostro fianco, sia nei momenti di gioia che in quelli dolorosi. Dobbiamo essere sempre sinceri con loro e ciò implica che dobbiamo sempre dire quando qualcosa non va, ma la maggior parte delle volte questo non serve. Infatti, uno sguardo vale più di mille parole. Questa necessità di stare distanti l’un l’altro per frenare il contagio da Coronavirus, ci fa sentire sempre più la mancanza dei nostri amici e familiari. Questa situazione ci ha insegnato che si può sempre rimanere uniti, nonostante la distanza. Potrebbe sembrare una contraddizione, ma non è così. Quando qualcuno vi dirà che avrebbe bisogno della vostra vicinanza per superare un ostacolo, rispondete che il vostro cuore sarà lì per tifare per lui/lei. I nostri cuori sono l’unica cosa che il Coronavirus non potrà mai separare. Giulia Massarotto 3^EL

Siamo in pandemia da più di un anno. Di consigli ce ne sono a bizzeffe, ma voglio cominciare con uno per me importantissimo… È pomeriggio: finalmente avete finito le lezioni, pranzate, state per andare a prendere il libro di matematica... No!!! Mai fare questo errore: non cominciate mai con i compiti di matematica, soprattutto se sono argomenti nuovi che ancora non capite. Perché? L'ho provato su me stessa, vi rovina tutta la giornata e dopo non avrete più la voglia di fare nessun altro compito. Secondo consiglio. In realtà, spero che questo non vi serva, perché se fosse così sareste davvero sfortunati ad essere come me. Mettiamola sul ridere, ma è importante. Io sono una ragazza a cui piace particolarmente dormire, ma proprio tanto. C'è solo un piccolo problemino: si dovrebbe dormire di notte e non di giorno… Ok, se avete anche voi questo problema ecco voi a una soluzione: appena dite "5 minuti e mi alzo" ricordatevi di questo articolo e ricordatevi che vi ho detto di ricordarvelo... Se avete quella forza di volontà che vi fa alzare anche involontariamente dal letto, dal divano o da quella nuvoletta che vi fa addormentare, siete molto fortunati. Ma se, come me, avete parecchi conflitti interiori, urlate a qualcuno che è in casa "Qualcuno mi butti giù sennò mi addormento". Sarà che sono pazza io, ma con me funziona. Mi dispiace, per chi è solo in casa: sarà destinato a vivere la storia della bella addormentata. Altro spoiler: so che per molti, compresa me è un miracolo se si va a letto alle 11. Ma sapete, la tisana è stata creata apposta per questo: fatevi una bella tisana calda prima di andare a letto e dormirete come dei ghiri; cer-

La redazione augura a tutti la promozione e vacanze formidabili

to, ovviamente non se si hanno dei fratelli che danno sberle nel sonno o cantano come Pavarotti russando. Io avevo un pregiudizio sulla tisana. Sapete che da piccoli i nostri genitori ci dicevano che non potevamo bere la tisana prima di andare a letto perché ci saremmo fatti la pipì addosso? Beh, questa regola non vale più tranquilli... Almeno se non avete problemi di incontinenza. Adoro dare consigli. Dirvi di mettervi una sveglia, però, sarebbe stato troppo scontato e poi una sveglia potrebbe non far resuscitare tutti dal gran sonno pomeridiano, come accade a me. Preferisco darvi consigli particolari, in chiave ironica, utili e personali. Tipo? Beh, il consiglio più personale che ho, e anche più strano, potrebbe non servirvi più. Lo dico comunque perché è così particolare che ogni volta che l'ho raccontato, pensando di essere normale tutti mi guardavano in un modo strano. D’Inverno, la mattina dobbiamo svegliarci spesso e volentieri presto, ci alziamo dal letto rabbrividendo e ci vestiamo il più velocemente possibile per non congelare. E se vi dicessi che questa tortura non deve per forza esserci? Io da piccola, non so se per la mia creatività o per la mia stupidità, ho inventato un metodo efficace. La sera prima lasciavo i vestiti della mattina dopo in fondo al letto, così che appena sveglia li avrei presi, sarei andata sotto le coperte e con delle mosse un po' contorte li avrei indossati. PS: Non state a letto troppo a lungo con i vestiti addosso perché questo vi potrebbe far addormentare di nuovo. Spero di avervi rubato almeno un sorriso, di questi tempi ne vedo pochi. Alla prossima risata! Caterina Dall'Era 1^AT


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