Marzo 1998

Page 1

Anno 6

Numero 5

A bocce ferme vogliamo tornare con una breve riflessione al periodo delle occupazioni . M ol ti giornali hanno scritto che si è visto un mondo studentesco debole e disorientato e parlano della “solitudine imp otente di u na generazione di giovanissimi a cui il mondo adulto dà insieme troppo e troppo poco. Troppo in termini di consumi, di beni, di tempo libero, di spazi individuali di autonomia, di p rotezi one e tutela familiare. Troppo poco in termini di comunicazione, di attenzione, di incontro/ scontro, di proposte e di

I.T.C. LUNARDI - BS

r e g o l e d i re sp onsabili zzazione ” Siamo sostanzialmente d’accordo. Siamo delusi da una scuola che dimostra ogni giorno di più di abdicare al suo ruolo educativo che richiederebbe molto di più della sola trasmissione dei contenuti del sapere. E’ significativo in proposito il fallimento pressoché totale della proposta di fare dei locali della scuola luoghi di aggregazione e di iniziativa giovanile nei tempi non occupati dalle normali attività didattiche (pomeriggi) ed è significativo che non si

Marzo 1998

riesca a trovare un modo intelligente per utilizzare i f ondi stanziati per questo (e sono parecchi milioni!). Questa però è la triste realtà. Bisogna allora che ci sve gliam o e che stimoliamo la realtà in cui viviamo a non addormentarci con i sogni telematici ultramoderni di internet e dintorni. Saremo fragili, ma non siamo stupidi. Saremo forse anche viziati ma siamo vivi e vogliamo f a re d el la nostra esistenza un capolavoro. La redazione

INDICE Scrutini si salvi ... Pena di morte Il corpo (la schiena) Autonomia scolastica Internet interdetto Auguri a ... Test “Stiamo bene ... Naneropoli Messaggi Guinnes L’Edicola Anassimandro Anassimene

pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 6 pag. 8 pag. 8 pag. 9 pag. 9 pag.10 pag.11 pag.12 pag.15 pag.16


2

Il rito antichissimo degli scrutini del pri mo qu adrimestr e è stat o celebrato anche quest’anno. Guardando ai risultati si ha l’impressione di una vera e propria strage o se volete di un cimitero di guerra cosparso da centinaia di croci che sono i cinque e i quattro che ci sono stati attribuiti. Sarebbe interessante fare un bilancio complessivo come istituto, ma con i mezzi disponibili non ci è possibile. Ci accontentiamo

REDAZIONE BARONE SILVIA BONASSI ELEONORA BONDIOLI NADIA BORDOGNI LUCA BRAMI GABRIELE CERUTTI ROBERTA CLAUSER ELISA COELLI FEDERICA CRISTOFOLO FRANCA DEL MEDICO ELISABETTA FUSARI ROBERTA LIPAROTI VALERIO MARTINAZZOLI LINO MATTEI GIUSEPPE PALAMARA STEFANIA PASOLINI ELENA PODETTA ROBERTA SONCINA STEFANO ZANOTTI ELENA ZILIANI GIOVANNA

Lunarfollie viene pensato, prodotto, sta mpat o e distribuito presso il CIC dell’ ITC LUNARDI, via Riccobelli 47 25125 Brescia, Italia. Tel. 030/2009508/9/0 Fax 030/390996 E-MAIL ciclun@master.cci.unibs.it

LUNARFOLLIE

quindi di alcune considerazioni e riflessioni suffragate dai dati numerici. I partenti Gli iscritti alle classi del Lunardi per il 1997/98 erano 1190. Di questi se ne sono già ritirati 64 (5,3%) di cui 44 non hanno nemmeno iniziato l’anno scolastico e 20 si sono perduti nel primo quadrimestre. Sono i nostri “morti”, nelle statistiche infatti sono annoverati sotto la voce “mortalità scolastica”. Dove sono ora questi amici meno fortunati di noi. Sarebbe bello rintracciarli e conoscere le loro storie. I salvi Vediamo anzitutto chi se la cava bene. Sono, ovviamente in tutto l’Istituto, 216 le persone che non hanno insufficienze. Che dire? Bravi! Complimenti, siete la nostra forza. Accanto a loro ve ne sono altre 204 che sarebbero salve se questi fossero stati gli scrutini di fine anno. Ci spieghiamo. Essendo tollerate dal nostro regolamento due insufficienze lievi o una grave sono 204 le persone ch e ri en t ra n o qu esta categoria. Se facciamo la somma arriviamo a 420 che sarebbero state promosse pari al 32 %. Gli altri? Gli altri sarebbero bocciati!!! Forse non proprio tutti ma i numeri al riguardo parlano chiaro il 68% di noi ha lacune tali da “meritare” una bocciatura. Fortunatamente siamo solo a

metà anno e non tutto è perduto, anzi possiamo benissimo farcela. I dannati Cercando di non essere troppo seri (l’ironia dicono sia segno di una certa intelligenza) proviamo a vedere qualche numero tra i tanti. Sapete quanti soni i cinque scritti sui famosi tabelloni? 3530 vale a dire che abbiamo in media tre cinque a testa. I quattro sono ovviamente di meno ma anche loro arrivano alla rispettabile somma di 834 vale a dire che abbiamo quasi un quattro a testa. I tre sono “solo” 70 ma pesano in modo del tutto particolare. Le classi più tartassate sono la 1 B e la 2 B. In queste due classi non vi è nemmeno una persona che sia priva di insufficienze. (sic!) DALLA PRESIDENZA Ho letto l’ultimo numero del giornalino, nel quale si sollevava il problema della pubblicazione dei voti quadrimestrali. Confermo che esiste una disposizione in tal senso e ve la mando come allegato di questa mia lettera. Soprattutto per quanto attiene il risultato finale poi, non mi pare ci siano alternative: l’esposizione è obbligatoria. E’ vero che il decreto è molto vecchio (1924) però non mi risulta che sia stato modificato per la parte che ci interessa. Per quanto riguarda infine la tutela della privacy, è ovvio che tale diritto è valido e sussiste fino a che disposizioni particolari e precedenti non prevedono procedure specifiche. Mi sembra questo il caso degli scrutini e dei voti, che sono atti pubblici per definizione. Un saluto cordiale a tutti Giulio Spagnoli


LUNARFOLLIE

3

COME UN ROMANZO Pena di morte. La sola frase ha un suono sinistro che ci ricorda altri tempi che vorremmo fossero superati da una civiltà capace di rispetto della vita . Non è così nemmeno in un paese civilissimo come gli USA. Volentieri quindi pubblichiamo l’articolo che segue invitando tutti a un momento di riflessione e se volete anche a un dibattito. La notte tra il 3 e il 4 febbraio, in Texas, all’una di notte, ora italiana, una donna americana, Karla Tucker, è stata uccisa da un’iniezione letale. Sulle sue spalle gravava un’accusa di duplice omicidio avvenuto 14 anni fa. In 14 anni di carcere la donna ha potuto riconoscere le proprie colpe e compiere un lungo cammino spirituale che l’hanno portata ad un profondo pentimento. Ora, noi non possiamo sapere fino a che punto questa donna fosse veramente pentita e innocua per il resto della società, ma sicuramente lei, come tanti altri, non meritava la morte, per lo meno no quella amministrata da un altro essere umano. Con questo articolo non voglio fare discorsi inutilmente retorici o buonisti, ma solo cercare di sollevare una discussione su un tema che mi sta molto a cuore: la pena di morte. Ritengo assurdo che alle soglie del XXI secolo questa pratica medievale sia ancora presente nel sistema giudiziario di molti stati. Noi che ci vantiamo tanto di essere civili, di lottare per l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, non possiamo accettare

queste pratiche assassine. Chi siamo noi per decidere della vita di un altro essere umano? Avvalendoci della pena di morte, non abbiamo forse commesso lo stesso crimine che Karla Tucker, e come lei altri, avevano commesso? Oltretutto, una persona, dopo14 anni di carcere e con un ergastolo da scontare, sicuramente non può essere pericolosa per la società. Secondo questa “stupida” legge, chi uccide deve essere ucciso. Occhio per occhio, dente per dente. E me nt re noi stia mo comodamente seduti sulla nostra poltrona a guardare la Tv, pensando che hanno fatto bene a giustiziare quella donna, non ci ricordiamo che la maggior parte delle cose che utilizziamo tutti i giorni, per esempio un paio di sc a rpe, c ont ri bui sc ono all’uccisione di una bambino nel III mondo. Certo. Un crimine molto più indiretto, al quale spesso non vogliamo neanche ccredere, ma è pur sempre un omicidio. A questo punto sarebbe forse il caso di farci un esame di coscienza per renderci conto che nessuno di noi è perfetto e per tanto, nessuno ha il diritto di disporre della vita degli altri, neanche in nome della giustizia. Spero che qualcuno abbia voglia di rispondere a questo mio articolo, invece che scrivere più o meno stupidi messaggi. Francesco Francesconi

Queste veloci pagine di Daniel Pennac meritano un’attenta lettura. “Come un romanzo” è infatti uno di quei testi su cui bisognerebbe ritornare spesso pe r i mpa ra re qua nt o è importante leggere, e saper leggere. Inizia con parole che potrebbero far parte della storia personale di ognuno di noi : “Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: “amare”...il verbo “sognare”... Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: “Amami!” “ S o g n a ! ” “ L e g g i ! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere” “Sali in camera e leggi!” Risultato? Niente. Si è addormentato sul libro. Imparare ad amare la lettura, imparare a “sognare” tramite la lettura è lo scopo che si prefigge questo non romanzo che suggeriamo veramente a tutti. Interessante l’elenco dei diritti del lettore. Eccolo:

1 Il diritto di non leggere 2 Il diritto di saltare le pagine 3 Il diritto di non finire il libro 4 Il diritto di rileggere 5 Il diritto di leggere qualsiasi cosa 6 Il diritto al bovarismo (malattia testualmente coraggiosa) 7 Il diritto di leggere ovunque 8 Il diritto di spizzicare 9 Il diritto di leggere a voce alta 10 Il diritto di tacere


4

Tra le sensazioni dolorose che più frequentemente viviamo siamo costretti a riconoscere le tensioni alla schiena, i crampi, dolori di ogni genere al punto da non sopportare, a volte, nemmeno il più lieve massaggio. Ma si può arrivare anche a subire vere e proprie lesioni. E’ un caso? Forse, prima di ricorrere alle medicine, c on vi en e p as s ar e i n r as s e g n a la n os t r a situazione personale, i nostri rapporti con la vita: gli altri, gli impegni, il lavoro, noi stessi... Già gli antichi dicevano che noi buttiamo dietro la schiena tutto ciò che non vogliamo affrontare, che ci dà fastidio! La schiena, allora, può dirci di non poterne più e si ribella o ci mette semplicemente in gu ardi a .Pr ovi am o a considerare brevemente questi meccanismi. La parte superiore del dorso corrisponde alla sezione della colonna vertebrale che comprende le dodici vertebre toraciche o dorsali. Data la struttura complessa dello psicosoma umano, quasi tutte le azioni vengono registrate nei muscoli e nei canali nervosi della spina dorsale le cui c on di z i on i i nf l uis c on o direttamente sulla salute e sul benessere di tutte le parti e le funzioni del corpo. Di conseguenza la struttura della colonna vertebrale e il

LUNARFOLLIE

suo potenziale funzionale spesso indicano in modo preciso lo stato generale, oltre che specifico, dello psicosoma dell'individuo. Perciò quasi tutte le forme di tensione psicosomatica si registrano in qualche punto lungo la spina dorsale; e a loro volta, la tensione e il blocco spinale producono un danno sulla salute degli or g a n i e degli ar t i corrispondenti. Visto in questa prospettiva, il sano flusso d'energia attravers o la c ol onna vertebrale è decisamente importantissimo, poiché si tratta veramente della "spina dorsale" dello psicosoma, anche in senso metaforico. Quando i sentimenti e le sensazioni sono bloccati, l'energia interrotta, le espressioni frustrate o l'azione limitata, spesso la carica energetica si deposita in qualche punto, lungo la colonna vertebrale, oltre che nell a s ezi on e dello psicosoma direttamente interessata. Di conseguenza, la spina dorsale diventa l'"immondezzaio", il “cestino dei rifiuti” dei sentimenti indesiderati e del conflitti non risolti. Localizzandosi lungo la spina dorsale, le emozioni restano temporaneamente sottratte alla vista e, via via che si accumulano, la c ongestione in ques ti muscoli aumenta e i sentiment i c ominc iano a trasformarsi in collera, poi in rabbia. Se resta inespressa,

la rabbia si tradurrà in dispetto ed amarezza, che si infiltreranno in tutti gli aspetti espressivi dello psicosoma nel tentativo di sfogare in parte la tensione e i conflitti accumulatisi. Qu an d o c i ò a vvi en e, l'individuo non ha più il controllo conscio delle sue passioni colleriche. Esse sono state isolate e, dalla nuova sede, cominciano a controllare tutte le sue azioni, i suoi movimenti e le sue espressioni. Nello psicosoma, una grande quantità di tensione si accumula nei muscoli della parte superiore del dorso che evidenzia il modo con il quale ci aggrappiamo ai sentimenti facendo intervenire spalle e braccia. Assumendo una costante postura di difesa o di vigilanza psicosomatica, si crea uno stato di tensione cronica nel dorso. Quando si allenta la presa sulle cose e si lascia che il mondo fluisca, i muscoli del dorso si liberano di parte dello stress e ci si sente considerevolmente più rilassati e a proprio agio. Spessi si ha l'impressione di portare sulle spalle il peso del mondo intero e di doverlo sostenere, altrimenti andrà a pezzi (e andremo a pezzi anche noi!). Imparando ad essere più fiduciosi e comprensivi nei c onf r ont i degli altri, cominceremo ad allentare un po' più il controllo. Allora scopriremo che il dorso si è un po' ammorbidito, le braccia sono più gentili, i sentimenti più equilibrati e il


LUNARFOLLIE cuore più disponibile. Anche la parte inferiore del dorso assume una grande i m p or t an z a i n q u es t o accumulo di emozioni e sentimenti non risolti. La t ens i on e e l o s tr es s addominali sono spesso alla radice dei dolori della parte inferiore del dorso, perché quando i muscoli del ventre si tendono e contraggono, cominciano a stirare i muscoli che circondano la colonna vertebrale, costringendoli a diventare anch'essi contratti e rigidi. L'armatura e il malessere possono c ontinuare ad accumularsi, fino a quando i dolori cronici e le ricorrenti lesioni alla schiena prendono il controllo sulle potenzialità di salute di questa regione. Il disturbo alla schiena non inc ominc ia t ant o nel momento della lesione acuta, ma la lesione si è verificata perché i muscoli e le emozioni del dorso erano stati cronicamente trattenuti e contratti per diverso tempo, predisponendo in tal modo l'area alla lesione. Tanta gente s offre di tensione e di stress in questa parte dello psicosoma perché questa regione, oltre ad essere connessa direttamente al centro del sentire e del potere, agisce anche da mediatrice tra gli aspetti psicologici della metà superiore ed inferiore del corpo. Secondo Alexander Lowen, * dal l'alto gi ungo no sentimenti e pressioni, come “imposizioni d'autorità, dovere, colpa e pesi fisici e psicologici". * dal basso sale "una forza

5 ascensionale, tramite le gambe, che sostiene l'individuo nella posizione eretta e nel suo modo di reagire alle esigenze ed ai pesi che le vengono imposti”. Le sensazioni sessuali, l'autocontrollo, l'autosupporto e l'autostabilità sono tra le forze emotive che ascendono attraverso lo psicosoma. Ecco allora che la parte inferiore del dorso si trova spesso al centro di una grande quantità di passioni, c on f l i t t i ed es i g e n z e psicosomatiche. Non è sorprendente, quindi, scoprire che tante persone hanno accumulato in questa regione molto stress e molta tensione. Si è notato che la misura in cui un individuo ritiene la tensione nella parte inferiore del dorso spesso indica es att am ent e qu ant o è compulsivo (subisce) o impulsivo (reagisce) nelle attività e nelle relazioni di tutti i giorni. Sembra che le p ers on e es tr em am en t e compulsive abbiano spesso i muscoli contratti nella parte inferiore del dorso. Per contro coloro che sono estremamente impulsivi di solito hanno in quella regione

m us c ol i r el at i v am en t e flessibili. Un suggerimento sia per chi soffre di tensioni muscolari come per chi, di norma, si sente sufficientemente in grad o di g es tirl e: il massaggio. Lo si può ottenere o ricorrendo a strutture specializzate, ma lo si può donare e ricevere molto semplicemente in un rapporto di reciprocità. Abbiamo tutti un immenso bisogno di essere “toccati”, coccolati! Ebbene lo si può fare mettendoci sdraiati bocconi mentre qualcuno preme con le sue mani più o meno pesantemente sulla nostra schiena, dalle spalle fino ai glutei, o manipolando i nostri muscoli: non si tratta di un massaggio tecnico in cui potrebbero insorgere delle controindicazioni, ma di un modo di risvegliare s ens azi oni, s entim enti, situazioni non ris olte, oppure, s emplic em ente prendere coscienza in modo piacevole di avere una s c hiena c os ì p oc o conosciuta, così poc o apprezzata e così tanto importante per il nostro equilibrio psicosomatico e relazionale. Giancarlo Moroni


6

( SECONDA PARTE) Dopo aver definito come ottimale la dimensione di un istituto con almeno 600 studenti si dovrebbe procedere agli accorpamenti necessari, anche tra ordini di scuola diversi. Per esempio si dovrebbero mettere insieme scuole come quella elementare e media, magari anche superiore se necessario. In città questo dato non solleva particolari preoccupazioni, considerata la dimensione di gran parte degli istituti. Però, se andiamo oltre la semplice lettura e proviamo ad immaginare cosa potrebbe succedere in concreto, allora sì che i problemi si pongono! Per esempio cosa dire del fatto che, come penso, nessuna delle scuole medie della provincia raggiunge le dimensioni ipotizzate dai regolamenti? Spariranno tutte le presidenze dei vari paesi e le scuole verranno unite? Con quali effetti sull’organizzazione e quindi sul r eale fu nzi ona mento delle istituzioni? Ma poi, anche in città, che accadrà degli istituti più grandi: saranno sdoppiati? E ancora, verranno privilegiati isti tu ti p o l iva len ti , co n attenzione quindi più alla distribu zi on e t erritoriale, oppure istituti monovalenti, quindi con maggiore attenzione alla qualità delle esperienze specifiche? Tutte queste domande non sono poste con lo scopo di affermare: anche questa riforma ci lascia perplessi, come del resto ogni riforma ci lascia perplessi,

LUNARFOLLIE

perché in realtà non ci piace nessu na rifor ma e no n vogliamo mai che cambi nulla. Credo invece sia utile e opportuno pensare prima alle cose; per non essere travolti da aspettative irrealizzabili, ma soprattutto per creare davvero le condizioni di un cambiamento, che è possibile sì grazie alla buona volontà ma anche all’analisi e alla capacità

di trovare giuste soluzioni. Dunque queste accennate sono preoccupazioni reali, molto importanti. Ma io penso che la chiave del problema non stia solo in questioni di questo genere, quanto piuttosto in un punto cruciale: quello dell’autonomia decisionale. Mi spiego: si tratta di capire quanto potere decisionale verrà trasferito alle singole istituzioni scolastiche. Certo, sarà necessario un giusto equilibrio tra criteri standard “nazionali” e progettualità l oca l e. N ondi meno è importante capire quanto potranno contare i singoli istituti. Qui, se devo essere sincero, non mi sembra ci sia

ancora la dovuta chiarezza. Anche stavolta cerchiamo di andare con ordine. Penso, dalla lettura dei documenti disponibili, che si possano individuare tre aree di intervento su cui esercitare autonomia decisionale. 1 I Docenti I docenti: la prima risorsa della scuola (e non solo perché la voce più grossa del bilancio del ministero della Pu bblica Istruzione è costituita dai loro stipendi). Maggiore autonomia significherà poterli utilizzare in modo più ampio e flessibile. Senza entrare in discorsi esoterici, dirò che questo significa una titolarità docente più estesa di quella odierna, sia in riferimento all’attuale gabbia oraria (la cattedra), sia in riferimento alla sede (plesso, istituto). Infatti si parla di organico di istituto o di circolo e della possibilità di destinare risorse umane alla progettazione al tutoring, al recupero e sostegno all’interno dell’istituto. Si ipotizza anche il ricorso a competenze esterne alla scuola, qualora questo fosse necessario integrare i curriculi con insegnamenti specifici. Infine si fa riferimento a forme di retribuzione differenziate per incentivare alcune iniziative e progetti. Non si fa alcun cenno (e questo per me è una mancanza) a


LUNARFOLLIE n o r me p i ù a g i l i d i reclutamento del personale su p pl en t e t en d ent i a migliorare l’offerta formativa. Questo è un discorso nel complesso accettabile, ma ci sono le risorse finanziarie per farlo? Perché non è possibile concepire una autonomia basata su questi presupposti e poi sostenere che le risorse per realizzarla devono essere le stesse che nel passato, come avviene nel decreto Berlinguer cui si faceva cenno all’inizio (vedi prima puntata). Inoltre chi attribuisce le risorse umane previste dall’organico di istituto? Ci son o meccanismi e parametri che attribuiscono risorse aggiuntive ai vari istituti oppure, come avviene ora, tali risorse vengono g esti t e da l d ir i g ent e periferico (leggi Provveditore) sulla base di esigenze provinciali, di conteggi provinciali e via discorrendo? Se fosse vera l’ultima ipotesi, avrei dei seri dubbi sulla possibilità di g e st i r e e f fi ca c em en t e l’organico delle scuole in funzione dell’autonomia. 2 - Il tempo, i curricoli. Il tempo per apprendere è una cosa importante. Finora i tempi sono stabiliti in maniera abbastanza rigida d a l l e t a b el l e o r a r i e settimanali delle varie discipline scolastiche. Nulla v i et a , a n zi fo r s e è auspicabile, che i carichi orari siano diversamente distribuiti (ma ga ri concentrati invece che frantumati) in funzione di

7 una oggettiva migliore qualità della didattica. Per fare questo occorre però una gro ssa riv olu zi on e nella mentalità degli insegnanti e nelle consuetudini organizzative. Oppure un contratto del tutto diverso. Perché certo io non vedo come si possa destrutturare in tale modo l’orario scolastico e pensare di rimanere legati alle 18 o 19 ore settimanali di p er ma n en za n el l’ ed i fi ci o scolastico. Così come è ovvio che chi ha la responsabilità di organizzare la didattica dovrà immaginare un continuo lavoro di adeguamento dell’orario, per tutto l’anno, per favorire questa nuova modularità. Senza però essere ancora in grado di sapere se il sistema è in grado di supportare questo ulteriore carico di lavoro. Infine sarebbe indispensabile che almeno parte dei curricoli potesse venire progettata dalle singole scuole. Penso che questa della progettualità sarebbe una sfida stimolante per le scuole e per gli insegnanti. Ci sarebbe la possibilità per i docenti di sentirsi maggiormente coinvolti e responsabili nel processo educativo. Ci sarebbero da costruire o ricostruire una serie di abilità qualificanti sotto il pr o fil o pr o fessio nal e. Au me nt er e bb e la consapevolezza e con essa il grado della motivazione. 3 - Dalla Classe al Gruppo La creazione di gruppi diversi dal gruppo classe potrebbe rispondere ad una migliore analisi dei bisogni degli alunni e dei loro stili di apprendimento. Individualizzare l’insegnamento non significa inseguire un improbabile rapporto uno ad

uno con gli alunni, ma fare conto su una articolazione di gruppi in base ad interessi, bisogni, livelli, caratteristiche e perché no, come dovrebbe avvenire anche nel nostro liceo g est i o nal e , cert i fi ca zi o ni differenziate. Forse anche l’elemento spazio potrebbe avvalersi di soluzioni più originali. Per esempio aule con destinazione monografica, aree modulari con specifiche caratterizzazioni didattiche, laboratori di vario genere (intesi come spazi mentali, non tanto come aule dotate di particolari attrezzature). Certo, nel nostro paese siamo ancora alle prese con problemi enormi di strutture, per cui parlarne in un certo modo può essere fuorviante. Resta da rilevare che alcune di queste idee, campo privilegiato d’applicazione di una idea di autonomia, sono in effetti presenti nel testo istitutivo della sperimentazione dei nuovi cicli scolastici. Esiste però ancora uno scarto troppo alto tra la progettualità che si potrebbe esprimere e le reali condizioni di lavoro. Alcune buone idee secondo me si debbono comunque mutuare dal lavoro già svolto in maniera si g ni fi cat iva da sin g ol e istituzioni scolastiche. Un altro punto cru cia le sarà l’ ela b o ra zi o n e d i bu o ni regolamenti operativi. Tutto questo non può non essere però accompagnato da un senso di condivisione di obiettivi e di analisi, il che appare l’aspetto di più difficile realizzazione nel percorso che dovrebbe portare all’autonomia scolastica. (Fine) Vix


8

INTERNET INTERDETTO Da qualche settimana , per accedere a internet occorre proc u ra r si il perme sso dal preside. A quanto ho potuto capire, tutto questo è nato dal fatto che gran parte degli studenti utilizza questo servizio non per fini utili, di ricerca, ma semplicemente per giocare, o per meglio dire “chattare”. Gli studenti ovviamente non sono favorevoli a questo tipo di provvedimento, in quanto, pur essendo concordi che l’uso di internet debba essere adeguato, resta il fatto che è un servizio della scuola al quale si deve poter accedere liberamente. Inoltre è impossibile per noi ragazzi richiedere giornalmente l’autorizzazione, perché non se ne ha il tempo. Purtroppo le informazioni che ho potuto cogliere dai miei coetanei sono molto imprecise e confuse. C’è chi propone di mettere una sicurezza ai siti che non si possono visitare. E’ possibile? Altri optano per inserire una password differente di classe in classe. E’ fattibile? Altri pensano che una regolare presenza dei tecnici nei laboratori, (non però come guardie carcerarie con i fucili puntati), potrebbe essere sufficiente a risolvere questo problema. Essi dovrebbero controllare il corretto uso del PC, richiamando chi “chatta”. Nei prossimi numeri, il giornalino sarà ben lieto di pubblicare i pareri di voi lettori, ma soprattutto maggiori e più sicure informazioni a riguardo, poiché (tengo a precisare prima che nascano equivoci) in questo articolo ho esposto “voci di corridoio” e i suggerimenti di un ristretto gruppo di studenti. Quindi sollecito chiunque possa offrire un chiarimento a riguardo a farlo pervenire in redazione. G.P.

LUNARFOLLIE

Marzo è il mese che ci porta la primavera. E’ il mese del risveglio della natura che rifiorisce con sempre sorprendente esuberanza. Ai fortunati nati in que sto me se un augurio cordiale. Classe 1^A Calzoni Isabella Papetti Pietro Classe 1^B Fontana Daniela Iodice Carmen Senici Sara Classe 1^C Bardelloni Silvia Benzoni Giulia Iveljic’ Ivana Tossi Ilaria

Bozza Massimiliano Fontana Silvia Tonoli Erika Classe 2^A Corradi Alessia Marelli Paola Classe 2^B Savoldelli Francesca Classe 2^C Galuppini Paola Classe 2^D Falappi Elisa Classe 2^E Salvi Graziano Classe 2^F Rosa Daniele

Classe 1^E Archetti Chiara Cantoni Cristina Gatelli Marco Marini Barbara Treccani Valentina Classe 1^F Baronchelli Cristina Bubba Laura Pedrinelli Jessica Classe 1^G Bulgari Valeria Rigamonti Mattia Classe 1^H Barabanti Serena Cinque Fabio Daldossi Francesco Fiore Simona Frassine Claudia Lazzaroni Francesca Classe 1^I Bontempi Sara Marchetti Elisa Classe 1^L Donghi Elena Pasolini Elena Classe 1^M

Sarmento Silva Lorena Classe 2^I Cozzolino Andrea Classe 2^L Ristucchi Nadia Classe 2^M Brognoli Francesca Classe 3^A Grassi Paola Classe 3^C Buzzi Delia Ungaro Michela Classe 3^D Berardi Diana Billi Gabriele Tignonsini Roberta Classe 3^E Modonesi Simona Classe 3^F Camedda Samantha Soana Barbara Classe 3^L Camossi Claudia Ghiroldi Silvia Classe 3^M Alberti Laura Procuranti Laura

Classe 4^A Franceschini Michela Martinelli Vanessa Resmi Silvia Classe 4^E Sina Paola Sossi Francesca Classe 4^G Biemmi Valentina Lazzari Dalila Classe 4^H Beretti Elisabetta Comini Laura Persegoni Roberta Classe 4^M Huynh Ngoc Ai Clara Classe 5^B Zanoni Mara Classe 5^D Favalli Elisa Gentili Manuel

Panchieri Laura Classe 5^E Pederzini Vera Peroni Silvia Classe 5^F Cherubini Francesca Pasotti Manuela Sbalzer Marco Classe 5^H Grimaldi Michele Medeghini Paola Classe 5^I Bianchini Fabrizio Spada Claudia Classe 5^L Ziliali Giovanna Paola Classe 5^M Bettoni Barbara Cadeddu Chiara Fornari Raffaella


LUNARFOLLIE

Stiamo bene nel nostro corpo? 1. Mi trovo bello/bella a) Ogni volta che mi guardo in uno specchio b) Quando mi preparo per uscire c) Quasi mai 2. Mettendo a parte il mio aspetto fisico a) Sono semplicemente fantastico/a b) Sono gentile c) Non ho fiducia in me 3. Mi sento molto male quando a) Gli altri non mi comprendono b) Ho speso tutte le mie energie c) Sono solo/a 4. Sono contento/a quando a) Sono circondato/a d’amici b) Penso alla vita c) Mi sento amato/a 5. Sono capace di a) Sedurre chi voglio b) Avere dei buoni rapporti con gli altri c) Rispettare gli altri 6. Quando mi dicono che ho del carattere a) confermo quello che mi hanno detto b) Sono contentissimo/a c) Affermo il contrario 7. Quando mi dicono: “Tu mi piaci” a) Sono un po’ sorpreso/a b) Sono molto contento/a c) Non ci credo 8. So che è importante accettarsi per quello che si è a) Ma c’è qualcosa che non mi piace b) E mi piaccio per come sono c) Ma non ne sono capace 9. Ho spesso voglia di a) Ridere delle paure degli altri

9

b) Gridare la mia gioia di vivere c) Dire agli altri che la vita è ingiusta 10. Dedico la maggior parte del mio tempo a a) Curare il mio aspetto b) Approfittando della vita c) sperando che le cose cambino. Profili Almeno 7 risposte A Siete sicuri di essere onesti con voi stessi? Siete felici di vivere, ma c’è qualcosa in voi stessi che non vi piace. Non sarete troppo perfezionisti per caso? Cercate di essere più naturali e vi sentirete ancora meglio! Almeno 7 risposte B Avete una buona opinione di voi stessi e una visione ottimistica del mondo che vi circonda. Adorate la vita e desiderate far dividere questi sentimenti a chiunque incroci il vostro cammino. I vostri amici vi amano per la vostra gioia di vivere e soprattutto, per la vostra sincerità Almeno 7 risposte C Perché siete cosi pessimisti? La vita non è così terribile come credete! Le vostre idee nere, vi impediscono di vedere i lati buoni dell’ esistenza. E’ vero che dovete ancora conoscervi, ma accettatevi per come siete, e soprattutto, SORRIDETE, e la vita vi

sorriderà. Se non avete ottenuto 7 risposte con lettere uguali I vostri sentimenti sono divisi tra la gioia di vivere e il dubbio. Ma di cosa avete paura? Di cosa ne pensano gli altri di voi? Allora, coraggio... smettetela di preoccuparvi inutilmente! Non cercate sempre di nascondere i vostri sentimenti per fare piacere agli altri. I vostri amici, quelli veri, vi ameranno di più1

NANEROPOLI ... Continua la ricerca dei nani

ancora sconosciuti. In questo mese abbiamo trovato: - il nano polveroso RICETTACOLO - il nano delfi ORACOLO - il nano ministro RUFFOLO - il nano che condisce INTINGOLO - il nano verduraio BROCCOLO - il nano geometra REGOLO - il nano delle matasse BANDOLO - il nano rigattiere BARATTOLO - il nano maleducato MOCCOLO a proposito e il - nanosecond: used to mesure a woman’s attention span.....................provocazione? STEFANO


10

LUNARFOLLIE

Per Luca Fontana 4^H Sei bello tutto By Paola Per Roby 5^F Ti vedo tutte le mattine sulla “filo” e quando ti guardo i miei occhi si riempiono di gioia, perché incontrano i tuoi che mi penetrano l’anima. Vivo per un tuo sorriso anche se non avrò mai il coraggio di espormi, sarai sempre nei miei pensieri, nel mio cuore! Tuo per sempre “G.” Per Sergio 3^C Piccolo, più passa il tempo più mi rendo conto che sei l’unica persona che mi lega veramente alla mia famiglia, perché sei il mio preferito, sei speciale ed io TI VOGLIO TROPPO BENE. P.S. Ieri sono stata molto bene con te!(20.01.98) Sara 4^G Per Frà 2^C Mi raccomando, non fidarti di nessuna ragazza chiesa - casa scuola. Sono le peggiori!! Se hai bisogno di aiuto per farne fuori una, CHIAMAMI! Ti voglio strabene!!! Tua amica 4Ever Baby 2^C Per Roberto 2^ D Ciao Roby, non indovini chi ti scrive? Stupefacente, eh? Sono io, tua sorella ! Perchè que sto messaggio? Per far sapere a tutti che ho un fratello meraviglioso. Già, perchè anche se non sono molto espansiva, ma anzi forse un po’ troppo insopportabile, mi sciolgo di tenerezza a pensare a quanto ci vogliamo bene. Sei un fratellino dolcissimo e affettuoso, anche se ogni tanto mi stressi e striloo come una matta.

SCUSAMI. VOGLIO DIRTI CHE TI VOGLIO BENE DAVVERO. Con tanto affetto, tua sorella. P.S. Non pensare mai che sia vero che avrei preferito essere figlia unica. Sono stupidaggini che ti dico nei momenti di stizza o per scherzo. Sono contenta che mio fratello sia tu, perchè sei davvero un ometto speciale. Ciao. Laura Per Chiara Visani 2^ I Visto che di solito i messaggi me li scrivi tu, ho deciso questa volta di scrivertene uno io. Come va? A me così e così, ma visto che queste cose già le sai e che non è questo il motivo per cui ti scrivo, arriviamo al dunque: TVBF. Sei la mia amica preferita! Una scarica di baci Chiara, 2 F P.S “Where’s the love” I don’t know and you? Datti da fare con Luca, chissà che no ti vada bene, al massimo lo sai che nel nostro club delle sfigate c’è sempre un posto anche per te. Ora la pianto, ma chiamami più spesso. Te lo ricordi no! L’ultima cosa, un mega salutone a tutte le tue compagne di classe: siete strasimpatiche. Per Andrea 3^ D Sei adorabile e per questo non ti sopportiamo più. Bacioni by le tue compagne preferite che ti vogliono tanto bene Chiara, Laura e Luisa P.S Chiara dice che sei simpatico come Leo Gullotta A Matteo (3 C) e King (3 A) Visto che non riusciamo più a liberarci di voi, manette a parte, ci siamo rassegnate a tenervi così. Vi amiamo tantissimo (Più di voi!) Baby e Fra 2^ C

Per Sara F 1^D La ve ra amica non è quella che ti asciuga le lacrime, ma quella che ti impedisce di versarle. Quest’ultima sei tu!. By Sara 1 F A l l a m i t i c a F r a nc e s c a Lazzaroni 1^H Sei sempre la solita svampita. By Miriam Vi va Gi orgi a ! Giorgia sei strabrava, sei la più grande! By Pamela e Miki Marco Inverardi di 4^ H Sei strafigo e hai due occhi favolosi! By Elena, Cry e Alice 1^ A Per Manuel Gentili my love is all I have to give, spero che ti basti. Io in questo momento vivo di aria, tu sei la mia aria e io vivo di te T.V.T.B. By una che vedi sempre Per Gabriele di 4^F Sei strabello, per noi sei tutto! By pesci e sagittario P.S. Passa qualche volta davanti alla 3^ A Per Roby 4^ F Ti vedo tutte le mattine sulla “filo” e quando ti guardo i miei occhi si riempiono di gioia perchè incontrano i tuoi che mi penetrano l’anima. Vivo per un tuo sorriso. Anche se non avrò mai il coraggio di espormi sarai sempre nei miei pensieri e nel mio cuore! By tuo sempre “G”


LUNARFOLLIE

11

Un augurio particolarissimo per una persona davvero simpatica. TANTI AUGURI SARA! P.S. Grazie per il tuo appoggio, tu sai quello che voglio dire! By L’altra Sara 1^ I T.V.B.

Per Elo Ciao Elo, come sta Jane? Vienimi a trovare che ho un bel casco di banane per te. P.S. Non tagliarti più il baffo Cola ti saluta

Per Eletta 2^ C Sono felice che la nostra amicizia stia crescendo sempre di più e te ne sono immensamente grata. Ricorda sempre che ti voglio bene, un bacione By Cristina 2^ C

Per Lonati Matteo 6 bellissimo, sappi che tvtb e che sei sempre nei miei sogni! Guardati intorno, c’è tanta gente migliore della tua ex. By puffetta di 1^

Per Monia 2^I Un consiglio: non dormire troppo in classe... Altrimenti, io a chi posso rompere le scatole ogni giorno 6 ore su 6? T.V.B.F. Tua vicina di banco Elena Per Tania 2^E Se non te ne frega niente di un ragazzo, lascialo a chi gli vuole veramente bene!! By “R” Per Andrea 5^F Va be’ che sei il più “figo” del Lunardi, però potevi evitare di tagliarti come Raul Bova! by Manu ed Ely Per Claudia Camnaghi 1^H Sei strasimpa!T.V.B.F. P.S.Auguri per il 28 Gennaio BY Elena, Cinzia e Alice di 1^A Per Federica 2^F Non ti preoccupare che non è un messaggio d’amore, volevo solo dirti che anche se con PIETRO non ti è andata bene, prima o poi il principe dei tuoi sogni salterà fuori, forse chi ti vuole veramenta bene, è stato trasformato in un rospo e tu non ti accorgi neanche di lui! T.V.B. By Chiara 2^F Per Flora, la barista Sei la tipa più assurda dell’intero... bar del Lunardi. Saluti dal distruttore

Per Stefano Torri 3^A Sei sempre nei miei sogni! TVTB By Claudia 1^... Per Lalla Ciao Lalla, sono io, la tua amica fex, un sacco fuori di cico, la baby!!! Ieri al Number c’era il Nando. E’ figo fex fex. Comunque ti consiglio col Nitto vai fuori a bala, perché sembra timido, ma è OK. Senti, c’ho l’ultimo cd di disco mania dance n°15, è sballo fex, solo se lo ascolti alto a manetta, ti saluto, perché ho finito il mio voca. T.V.W.O.P.S.S.TR.P.N.L.P.S.Q.Q. Y.I.A.P.R.O.T. by baby 80 xxx

GUINNESS UNO SGUARDO AL PASSATO Un anno è passato, lasciando come sempre, ricordi buoni e ricordi cattivi. Riepiloghiamo attraverso i personaggi e gli eventi artistici e n o n ch e l o ha nn o caratterizzato, avvalendoci dei dati di u n referendu m pubblicato recentemente da un mensile italiano. Nell’ambito mu si cal e spi cca n o du e vincitori assoluti, i Radiohead di Thom Yorke e i Verve di Richard Ashcroft, entrambi primi in ben tre categorie. Il quintetto di Oxford ha trionfato nelle classifiche come miglior gru ppo

Per Andrea 2 F I tuoi occhi di ghiaccio incutono timore, ma per me, sono fari nel buio che illuminano la strada della mia vita! Mi piaci un casino. By Una di 2

(precedendo mostri sacri quali Oasis e U2) e miglior disco rock con Ok Computer, riconoscimento strameritato per l’intelligenza e la voglia di sperimentare dimostrate. E’ arrivata pure la ciliegina sulla torta, Thom Yorke, infatti, leader carismatico e misterioso della band, è la miglior voce


12 maschile dell’anno ridicolizzando cantautori quali Liam Gallagher, Jon Bon Jovi e Bono Vox. Il complesso “Entusiasmo” ha risposto decisamente all’altezza: sono il gruppo rivelazione, e non poteva essere altrimenti: la loro st u p e n d a “ B i t t er S w eet Simphony” è la più bella canzone del 1997, resa ancora più grande dal videoclip, vincitore indiscu sso della rispettiva categoria, dove Ashcroft travogle tutto e tutti, infischiandosene dei bellimbusti che gli si parano davanti (non imitatelo, è pericoloso!). Tra gli altri premiati, meritano una citazione Bjork (miglior voce femminile), gli U2 (miglior concerto live) e i Litfiba (miglior band italiana), senza dimenticare la pluripresenza dei Prodigy che non hanno però, colto la palma della vittoria. Passando al cinema, i lettori hanno insignito il colosssal fantascientifico di Luc Besson “Il quinto elemento” del titolo di miglior pellicola dell’anno. Il regista francese ha scritto e diretto con maestria un capolaavoro in grado di tener testa alle c o st o s i s si m e p r o d u zi o n i hollywoodiane, già indicato come film-culto e degno erede dell’indimenticabile “blade runner”. E’ il francese Jacq l’autore del libro più apprezzato, ”Ramses”, la storia d i u n Egi tto impantanato in invidia e in giochi di potere, ha conquistato un pubblico che applaude così come per “L’identità” di Kundera e “Di noi tre” di De Carlo. La morte di Lady Diana ha sconvolto i nostri cuori tanto da

LUNARFOLLIE di v enir e la n oti zia più significativa del 1997, la stessa amata-odiata principessa del Galles, però, non compare tra gli eroi dell’anno: la classifica vede al primo posto la ormai leggendaria Madre Teresa di Calcutta, seguita da quella macchietta virtuale che risponde al nome di Mr. Bean. Al essi a Ma r cu zzi d o v rà probabilmente ringraziare il calendario di “Max” se da bella e semplice ragazza della TV si è trasformata in un vero e proprio sex-symbol, spopolando nella rispettiva classifica. Tra i ma sch i et t i v i en e i n v ece incoronato Ewan Mac Gregor, tenebroso interprete dell’osannato “Trainspotting” del bravissimo Danny Boyle. Ma fin qui abbiamo parlato solo dei “buoni”, ma perchè non sparliamo un po’ dei cattivi, ossia dei peggiori dell’anno? Partiamo dalla peggior band musicale dando alcuni indizi: sono cinque ragazze inglesi, stonate...ebbene sì, le tanto osannate Spice Girls rappresentano il peggio che la musica mondiale possa offrire; congratulazioni agli 883 e agli Oasis che imperversano in solitudine nella classifica dei più brutti album. Nel cinema, “Fuochi d’artificio” che stava per essere eletto m i g l i o r fi l m d el l ’ a n n o , conquista invece il titolo di peggiore precedendo “Soldato Jane” e “Lolita”. E ora non ci rimane che guardare avanti e sperare che i migliori rimangano tali e i peggiori si facciano strada per migliorare. Valerio Liparoti

VERMI Sul Corriere della Sera del 16 gennaio 1998 abbiamo trovato la notizia che di seguito riportiamo. Noi ci siamo chiesti se per divertire b isog na a rrivare a lle schifezze che qui vedete illustrate. Eppure ci siamo proprio arrivati. Non è il caso che che ci ribelliamo a certe schifezze? Torturati in TV per vincere un premio: il più ambito, un viaggio intorno al mondo. I partecipanti devono superare selezioni terribili. come quella in cui vermi, topi e scarafaggi vivi si arrampicano sul corpo. Con questo “gioco” l’emittente satellitare e via cavo britannica “Sky” dal 31 gennaio vuole conquistare il pubblico del sabato sera. Di origine giapponese, il progra m ma si chia ma “Endurance Uk”. Ed è già un successo clamoroso. Per i primi venti episodi, già girati e pronti per andare in onda, si sono presentati centoquara nta quattro concorrenti. Tra questi, Carole Aye Maunge, 30 anni, cronista del quotidiano “The Mirror”. E’ stata scelta dal suo direttore per raccontare come è possibile partecipare ad un gioco TV che di divertente ha


LUNARFOLLIE ben poco. “non sa p ev o quello a cui andavo incontro”, spiega la giornalista . “Cercavano persone prive di papille gustative e con un tocco di follia, ma non avevo capito di cosa si trattasse”. Per la prima prova, le hanno messo sugli occhi una maschera da sub, “era piena di vermi vivi. Poi mi hanno dato una fetta di torta salata piena di vermi morti, e mi hanno detto di mangiarla. devo dire che fin qui non ho avuto molti problemi. Al secondo turno, la situazione era già diversa. “Saponette inzuppate nell’olio delle patatine fritte: ho dovuto inghiottirne quattro”. Carole ha superato il test a pieni voti e si è trovata al terzo girone, quello delle travi e dei topi. “Mentre i topi mi mangiucchiavano le mani, venivo colpita con bastoni ricoperti di escrementi. il peggio però doveva ancora arrivare: mi hanno riempito di scarafaggi”. ma Carole è andata avanti. Al quarto round, eccola sospesa grazie alla forza delle sue braccia su una stufa accesa, con le mutande piene di curry. Al quinto, l’hanno costretta a sdraiarsi per terra con un pentolone di curry sul volto, poi le hanno rovesciato addosso chili di vermi. “A quel punto non ce l’ho fatta più. Avevo vermi dappertutto. Ho gridato e mi sono alzata. Non mi dispiace affatto - spiega la giornalista con il sorriso sulle labbra - di essermi persa la prova finale: bere un secchio di pipì di maiale”.

13 BOIA La magistratura iraniana cerca senza successo da tre anni un medico disposto a strappare gli occhi ad un detenuto condannato a essere accecato. Vahid Abdollai è recluso per aver lanciato dell'acido muriatico sul viso di un collega, accecandolo: in base alla legge islamica deve subire la stessa p ena ("I l Mes sa g g ero " 05/11/1998).

in moto 104, a piedi 70, in bici 50, in auto e taxi 4.4, in treno 1.1, in autobus 0.45, su voli di linea 0.23. (Da vide Savelli,"Diario " 17/12/97). PIEGHE «Evitate di dormire sempre sullo stesso lato: le pieghe all'angolo della bocca si formano così» ("Class" 11/97).

GIORNALI Copertine dedicate da "Time" alla politica nazionale nel '96 13; alla politica internazionale. 4. Copertine dedicate da "Time" alla politica nazionale nel '97: 6; alla politica internazionale: 3. Copertine dedi cate da "Newsweek " alla politica nazionale nel '96: 14, nel '97: 4 Temi che sono invece stati trattati con maggiore impegno: scienza (13 copertine contro 9), società (13 contro 10) e cronaca (8contro 7). Stabile l'economia. Altri temi in calo: cultura, spettacoli e sport ("L'Espresso" 29/12/97).

Astrofisici «Paneroni, sedicente genio incompreso dell'astrofisica, girava per la campagna bresciana spiegando che "l'è minga vera che è la pressione atmosferica a tenere in piedi l'uomo, perché se gli tiri una pistolettata in testa va giù stecchito. Che cosa ci tiene in piedi? La salute, o bestie!"» (G i a n A n t o n i o S t e l l a , " C o r r ie re d e ll a S e ra " 24/1/98).

MORTE/1 Rischio (su un milione) di morire in un anno per cause diverse: fuga di radiazioni 0.1, omicidio 10, incidente sul lavoro 23, giocare a calcio 40, leucemia 80, influenza 200, cause naturali a 40 anni: 1176, con 10 sigarette al giorno 5.000. (Davide Savelli, "Diario" 17/12/97). MORTE/2 Morti per un miliardo di chilometri percorsi in Gran Bretagna dal 1986 al '90:

LIUTAI Nella giuria del p r e m i o Stradivari figura anche, senza diritto di voto, un liutaio. «Deve sapere che molti giovani arrivano alle selezio ni con violini straordinari, prestati loro da alcune Fondazioni, ma altri concorrenti non hanno questa fortuna e si presentano con autentiche scatole di cartone. Il liutaio, col suo parere sulla qualità dello strumento, può aiutare la giuria a capire se lo strumento ha privilegiato il concorrente oppure no». (Salvatore Accardo, "Corriere della Sera" 24/1/98)


14 UNIFORMI Le uniformi del personale dei giochi olimpici invernali, che si terranno a febbraio in Giappone, sono prodotte dalla Mizuno con filo di poliestere tratto da 240 mila vecchie bottiglie di plastica riciclate (MFF 22/1/98) SPIE Un'inserzione pubblicata la settimana scorsa su "Corriere della Sera" e "Repubblica" informa che il Sismi, servizio per le informazioni e la sicurezza militare, seleziona laureati in Ingegneria elettronica, ingegneria delle Telecomu nica zioni e Matematica. Sono inoltre ricercati interpreti traduttori in arabo (2), albanese (1), serbo-croato (1), russo (1) e bulgaro (1). I candidati (almeno 105/110 per il diploma di laurea e almeno 56/60 per il diploma) devono esser e disponibili al trasferimento all’estero, ed aver vissuto per almeno un po' nel Paese della lingua conosciuta. È g ra d i ta u n 'esp er i en za lavorativa nei settori di "crittografia". «È necessario allegare inoltre la seguente dichiarazione: "Presto consenso al trattamento dei dati personali ai sensi della della legge 675/96"».

NORDEST Secondo una ricerca del sociologo Ivo Diamanti nel 2008 nel Nord-Est mancheranno

LUNARFOLLIE 100mila lavoratori. Il calo demografico si tradurrà in 300mila posti di lavoro inevasi e le imprese dovranno contendersi gli attuali 200 mila disoccupati (A Maugeri "Il Sole-24 Ore" 14/11/97). Che cosa accadrà in Italia. I possibili effetti sull'Italia dell'innalzamento del livello delle acqu e cau sato dal "riscaldamento globale". Eccoli qui di seguito secondo uno studio congiunto Columbia Un i v er sit y -Na sa -Uffi c i o Metereologico della Gran

Bretagna , pr esentato dal Ministero dell'Ambiente Italiano a Kyoto: «Temperature in crescita, inverni più umidi e piovosi, estati torride con effetti di desertificazione. Area Milano: incremento della temperatura, d'estate e d'inverno, maggiore che nel resto della penisola, tra 3 e 6 gradi. Aumento del 15 per cento delle precipitazioni invernali. Area Roma: aumento della temperatura di 2-4 gradi, precipitazioni in calo sia d'estate che d'inverno. Area Palermo: precipitazioni in calo del 30 per cento in estate, forte peggioramento della siccità , au ment o della temperatura di 3 gradi. Aree costiere: il livello del mare si alzerà di 67 centimetri e 4.500 chilometri quadrati di aree costiere saranno a rischio di inondazione. Il 25,4 per cento del Nord il 5,4 del Centro, il 62,6 del Sud, il 6,6 per ento in Sardegna.

LOMBARDIA Nella sola Lombardia vi sono più camere iperbariche che in tutto il resto d’Europa (Gianni Barbacetto, "Diario" 3/12/97). LAVORO «Oggi al mondo esistono quattro grandi datori di lavoro: lo Stato, il mercato, la criminalità e il Terzo settore. I primi due danno sempre meno occupazione, la criminalità, invece, è in forte crescita». ("la Repubblica” 8/12/97): VITA Dura nt e u na vita di settant'anni: 106 giorni per fare la pipì, 23 anni per dormire, 500 giorni per far la coda negli uffici, 1 anno e 258 giorni per ridere, da 3 a 6 giorni per compilare moduli delle tasse, 3 anni per spostarsi in città, 8 giorni per dire «buongiorno», 531 giorni per vestirsi le donne, 177 gli uomini, 420 giorni a letto malati, 6-7 anni per mangiare, 5 anni e 303 giorni davanti alla TV, 1 anno e 195 giorni per cucinare, 250 giorni per leggere, 180 giorni per telefonare, 140 giorni per fare la spesa, 140 giorni per radersi, 72 giorni per depilarsi, 117 giorni per lavarsi (gli uomini, 2 anni le donne), 110 giorni per fare l'amore, 108 giorni per pettinarsi, 92 giorni per lavarsi i denti, 53 giorni per defecare, 50 giorni per piangere, 3 giorni per guardare l'orologio ("Focus" dicembre 1997).


LUNARFOLLIE

Parlare di FILOSOFIA al Lunardi può sembrare assurdo, contraddittorio e forse , se seguiamo una certa logica lo è anche. Se però riflettiamo bene scopriamo di avere un grande bisogno di sapienza e la filosofia è appunto “amore per la sapienza”. Eccoci dunque a parlare di filosofia. Lo facciamo in un modo che speriamo simpatico, presentando i primi filosofi dell’antica Grecia che, con la semplicità dei bambini e la profondità di chi sa andare oltre la superficie, ci aprono alla scoperta dell’origine delle cose e del loro significato. In questo numero del giornalino presentiamo Anassimandro e Anassimene. Aria, acqua, fuoco, terra sono gli elementi da cui parte la riflessione di questi primi fornidabili pensatori. Vi consigliamo di seguirli nel loro cammino di ricerca e di scoperta, potrebbe essere un modello utile anche per noi oggi. La redazione ringrazia l’autore dei testi, a nostro avviso molto belli anche dal punto di vista letterario. Vuole rimanere nell’ombra e non apparire con la sua identità. Anche un tale atteggiamento può essere visto come un’apprezzabile posizione filosofica. A tutti l’augurio di una buona lettura . A noi la speranza che questo sforzo del vostro giornalino di qualificarsi anche dal punto di vista culturale sia apprezzato e incoraggiato.

15

ANASSIMANDRO Anassimandro osservava, con un lieve sorriso compiaciuto, lo stilo metallico, che proiettava la propria ombra sulla superficie piatta di un’asse percorsa da un reticolo di linee incise con lo scalpello. Finalmente dopo tanti inutili tentativi, era riuscito a costruire lo gnomone che gli avrebbe permesso, osservando la lunghezza dell’ombra proiettata dallo stilo, di conoscere l’altezza del sole e della luna sull’orizzonte, e di misurare la durata del giorno. Non era un’invenzione del tutto nuova, perché i mercanti che tornavano dalla lontana Babilonia raccontavano di aver visto usare uno strumento simile dagli astronomi di quel paese, ma nessuno, in Grecia, ancora lo possedeva e lui, Anassimandro, era il solo che potesse misurare, con precisione quasi assoluta, il trascorrere del tempo. <Con uno strumento simile> pensava <chissà quali progressi potrà compiere la scienza>. Gli sembrava incredibile che, proprio a lui, gli dei avessero dato la possibilità di misurare il tempo e dunque, la possibilità di misurare la lunghezza della vita, della sua vita. Ricordava la giovinezza e gli pareva un periodo lontanissimo. Eppure erano trascorsi soltanto pochi anni da quando, discepolo di Talete, aveva iniziato gli studi astronomici e filosofici. E sentiva ancora nel cuore la fierezza di allora e la gioia di frequentare una delle scuole più famose della Grecia e come gli insegnamenti del maestro gli sembrassero verità, che nessuno avrebbe mai osato, né potuto mettere in discussione. Ora invece le cose erano cambiate. Il te mpo non e ra pa ssat o

inutilmente e non riusciva più a credere come prima alle parole del maestro. “La natura ha leggi universali, diceva Talete, valide per tutti i fenomeni. Di conseguenza bisogna che esista una sostanza universale, unica, da cui tutte le cose hanno origine. E questa sostanza non può essere che l’acqua, che esiste in tutte le cose e da cui tutte le cose nascono”. <Ma come è possibile> rifletteva Anassimandro <credere che eterno e immutabile sia soltanto l’umido, quando, osservando il mondo che ci circonda, posso constatare che non c’è soltanto l’umido, ma esiste anche il secco, cioè il suo contrario, così come esiste una infinità di altri contrari: il caldo e il freddo, la luce e l’ombra, il veloce e il lento, e così via. Dunque non può essere l’acqua l’unica origine della varietà delle cose. E’ la mescolanza continua dei contrari, l’apeiron, che dà origine alla infinità delle cose. E questo è talmente vero, che se tutto fosse umido, il secco non potrebbe esistere. Ma il secco c’è... Se una qualità fosse infinita non ci sarebbe spazio per le altre. L’infinità di una distruggerebbe tutte le altre>. Questi erano i pensieri che occupavano la mente d i Ana ssi ma nd ro, me nt re osservava l’ombra proiettata dallo stilo sulla tavola di legno. Il sole era già alto sull’orizzonte e l’ombra si era leggermente accorciata e spostata. E gli sembrava che anche dallo strumento appena costruito venisse una conferma alla sua teoria. La luce del sole e l’ombra proiettata dallo stilo, due contrari indissolubili più che se fossero una cosa sola, gli permettevano di misurare il tempo, di conoscere una realtà che nessuno, in Grecia,


16 aveva ancora conosciuto. La mescolanza e l’unione dei contrari erano dunque la sola origine di tutte le cose.

ANASSIMENE Per arrivare fino in fondo alla via dove si apriva la scuola di Anassimandro, Anassimene doveva passare davanti a vecchi muri scrostati dai quali spuntavano cespi di capperi selvatici che allungavano i rametti verdi fino a sfiorare il selciato fatto a gradini e a ciottoli di pietra bianca. Dove la strada finiva, una porta di legno ormai scolorito dal sole e scheggiato dal tempo, chiudeva una stanza illuminata da una finestra attraverso la quale si vedeva una striscia di cielo azzurro intenso. Era la scuola dove Anassimandro accoglieva i suoi discepoli. Quando Anassimene spinse il vecchio uscio cigolante, il maestro aveva da poco cominciato la sua lezione. Gli allievi, silenziosi e attenti, ascoltavano. <Ogni cosa nasce dall’unione e dalla lotta dei contrari. E’ questa, a me pare, la sola origine possibile di tutte le cose e degli esseri viventi: ogni specie ha le proprie caratteristiche, ma non esiste un individuo che sia uguale ad un altro della stessa specie, perché la mescolanza dei contrari è sempre diversa>. Anassimene era soggiogato dalle parole del maestro. Gli sembrava di vedere la lotta dei contrari e, dalla lotta, scaturire tutte le cose del mondo. Immaginava di essere all’inizio del tempo e di assistere alla nascita dell’universo: uno spettacolo pauroso e affascinante. Eppure, mentre ascoltava le parole di Anassimandro, pensava che nemmeno Talete avesse del tutto torto. In fondo l’acqua era veramente presente in tutte le cose ed era sempre uguale a se stessa. Ma allora, come era possibile spiegare l’esistenza del secco, cioè della mancanza d’acqua? La voce del maestro lo richiamò:

LUNARFOLLIE <Anassimene, mi sembri piuttosto distratto, oggi. Ascolta le mie parole. Rifletti su di esse. Forse ti aiuteranno a capire la realtà>. Ormai era diventato un uomo maturo, ma Anassimene ancora non era riuscito a dimenticare la voce severa del maestro: “Forse le mie parole ti aiuteranno a capire meglio la realtà”. Ma chi avrebbe potuto capire il mondo? Da anni stava cercando, inutilmente, una risposta convincente alle domande: - Qual è l’origine prima delle cose? - Qual è la sostanza che, rimanendo sempre uguale a se stessa, può dare origine alla infinità degli esseri esistenti? Così pensava Anassimene, mentre seduto all’ombra di un gigantesco olivo, si riparava dai raggi del sole estivo.

Improvvisamente alcuni nuvoloni neri apparvero all’orizzonte e, spinti dal vento, si avvicinarono minacciosi. I rami dell’olivo si piegavano come se stessero per spezzarsi, alcune foglioline lucenti si staccarono strappate dalla violenza del vento, mentre i capelli e la tunica del filosofo erano scompigliati dal turbine più furioso. <Sta per scoppiare un temporale> pensò <almeno la pioggia porterà un po’ di refrigerio>. E si avviò velocemente verso casa imprecando contro quel ventaccio che sollevava l a pol ve re del la st r ad a cacciandogliela negli occhi e impolverandogli la barba. Il tuono faceva udire il suo cupo brontolio, quando cominciarono a cadere i primi goccioloni. Ma Anassimene, invece di accelerare il passo, si fermò improvvisamente in

mezzo alla strada, incurante della pioggia che cadeva sempre più fitta. <Che fai, Anassimene? Non ti accorgi che sta piovendo? Ti piace forse ascoltare il rumore delle acque del Meandro?> La voce irridente di un venditore di fichi che cercava di ripararsi come poteva, tenendo la cesta colma di frutti sulla testa, non distolse il filosofo dai pensieri che, lentamente, quasi inaspettati si affollavano nel suo cervello. <L’aria, col suo movimento, ha staccato e fatto volare le foglie dell’olivo, ha sollevato la polvere, ha spinto le nuvole, mi ha spettinato. Dunque ha cambiato alcune cose e ha dato origine a cose nuove: il cielo prima era sereno e ora è nuvoloso, l’olivo ora ha meno foglie, la polvere sollevata, prima era in un posto, ora è in un altro, io ero pettinato, ora invece ho tutti i capelli scompigliati. E nessun essere vivente può vivere senza aria e l’aria circonda ogni cosa. Dunque è l’aria la sostanza che, pur rimanendo sempre uguale a se stessa, dà origine alle cose del mondo>. La pioggia scrosciava sempre più violenta quando Anassimene entrò nella sua casa bagnato come un pulcino. Non si preoccupò nemmeno di asciugarsi. Sedette al suo tavolo da lavoro e così scrisse: “Dalla rarefazione e dalla condensazione dell’aria infinita sono nate tutte le cose che sono, che furono, che saranno e anche gli dei e le cose divine”. E mentre scriveva gli sembrava di risentire le parole che un giorno il maestro Anassimandro gli aveva detto: <Come l’anima nostra è aria e ci tiene insieme per questo, così l’aria e il soffio tengono insieme il mondo intero>. Il vecchio maestro, con le sue parole custodite nella memoria, continuava ad essere accanto a lui.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.