3 minute read

A Villa Fabbricotti arriva il Museo Alinari I nuovi abitanti di via Rocca Tedalda

A Villa Fabbricotti arriva il Museo Alinari

di Michele Baldini

Advertisement

Lo scorso 19 dicembre, per mezzo dell'Assessore Regionale alla Cultura Monica Barni, la Regione Toscana ha presentato a Palazzo Strozzi Sacrati l'acquisto del patrimonio della Fondazione Alinari, una collezione che conta oltre 5 milioni di immagini che raccontano più che mai la storia di Firenze (e d'Italia) dall'unificazione a oggi. Per l’acquisizione la Regione ha appositamente deliberato una variazione di bilancio, impegnandosi a mantenere integro il fondo fotografico, (il rischio era la vendita “a pezzi” incorrendo così in uno smembramento e nella dispersione del patrimonio). Un investimento importante, che rappresenta una forma di restituzione pubblica al pubblico di uno dei più grandi archivi fotografici del mondo. Ma è anche un intervento che ha, allo stesso tempo, costituito un ripensamento di Villa Fabbricotti, proprietà della Regione. Più di una voce infatti era trapelata riguardo alla privatizzazione dell'edificio e del parco adiacente, situato nel Quartiere 5 e che prossimamente diventerà il luogo per il Museo Permamente Alinari. Nel 2017 era infatti nato un comitato spontaneo per opporsi a quella che sembrava una decisione inevitabile e che avrebbe potuto privare la città di un altro luogo distintivo della zona di viale Vittorio Emanuele, accessibile a tutti. Susanna Cecchi, portavoce del Comitato Villa Fabbricotti, si è spesa molto per la causa e saluta con positività e soddisfazione un primo risultato di una campagna lunga e spesso ignorata, ma che non è ancora terminata: “evidentemente qualcuno ha finalmente capito l'importanza che riveste quella villa per la popolazione e la vita comunitaria e aggregativa del quartiere” ci dice “ma occorre anche preservarne il parco, un luogo dove giovani e meno giovani possono trascorrere il proprio tempo libero in un'area verde, dobbiamo anzi impegnarci per far sì che l'orario di apertura del parco sia esteso, la chiusura pomeridiana alle 17 non permette a chi lavora di accedervi per fare una corsa o una passeggiata”.

I nuovi abitanti di via Rocca Tedalda

di Camilla Guidi

Dallo scorso gennaio la città di Firenze possiede un nuovo grande dipinto murale. Sono terminati infatti i lavori del notevole intervento nel quartiere di Rovezzano curato da Matteo Bidini in collaborazione con Street Levels Gallery e portato a termine dai due artisti RUN e Basik. Un’opera importante realizzata su un condominio alto ben sei piani tra le case minime di via Rocca Tedalda, i cui giovani artefici sono entrambi attivi e impegnati da anni nel settore dell’arte urbana: l’anconetano Giacomo Bufarini - RUN - autore tra l’altro del più grande dipinto a cielo aperto d’Africa, realizzato in occasione della Biennale d’arte di Marrakesh nel 2016 (6800 metri quadrati di piazza colorata a Essaouira in Marocco) e il riminese Lucio Basik Bolognesi - in arte Basik - anch’egli giunto ormai a lavorare nelle più importanti città del mondo (da San Francisco a Los Angeles e da Londra a Berlino). Quello di Rovezzano si caratterizza come il primo grande intervento di muralismo in un palazzo del Quartiere 2, emerso in più occasioni vivo e in fermento e che infatti ha reagito con notevole entusiasmo e sostenuto fin dal principio l’idea. La scelta del soggetto era inizialmente ricaduta sul tema del pugilato, per la presenza di una palestra di boxe che rappresenta una realtà significativa per la zona, ma è stato poi rielaborato e reinterpretato dagli artisti che hanno voluto evocare soprattutto l’immagine della lotta e del confronto. RUN e Basik si sono ritrovati a collaborare per la prima volta e sono riusciti nella non semplice sfida di mantenere riconoscibile il proprio personale tratto stilistico (entrambi devoti più a pennelli e vernici piuttosto che agli spray e indirizzati verso una ricerca pittorica dai colori accesi e luminosi a campiture nette) e allo stesso tempo a lavorare in sintonia e a dar vita ad un risultato armonico e d’impatto. Per farsi un’idea di quanto la creatività possa cambiare la percezione urbana, non resta che fare un salto in via Rocca Tedalda!

This article is from: