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Personaggi fiorentini - David Guetta (È) tutto nei termini
di Tommaso Ciuffoletti illustrazione di Marcho
David Guetta
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Se dici David Guetta, una discreta parte del mondo là fuori considera che si tratti di un tizio francese (pron. Ghettà) che fa il dj e producer, ha venduto milionate di dischi e fatto ballare altrettante persone. Ma se dici David Guetta a Firenze, magari quella Firenze che segue il calcio ed è appassionata di Fiorentina, allora tutti penseranno a un signore con la erre un po’ moscia, che quando fa le radiocronache e la Fiorentina segna, sembra pazzo della pazzia delle persone elettriche, che vengono scosse da un sentimento collettivo, che collettivamente riversano. A ben vedere il dj e il radiocronista hanno questo in comune: la connessione con le persone, quello che – con eccesso retorico – qualcuno chiama “il loro popolo”. Hanno un ruolo inevitabilmente sciamanico. Il dj lega canzoni, per costruire un flusso che tenga insieme le persone e le faccia muovere per andare ciascuna dove vuole, senza andare in nessun posto. Il radiocronista narra vicende di 22 ragazzi – generalmente strapagati – che rincorrono lo stesso pallone cercando di spingerlo coi piedi oltre una certa soglia e nel raccontarle le trasfigura in epica tragica e gloriosa, attraverso saliscendi emotivi che sfiorano la trance. Però, a dirla proprio tutta, se fai il dj hai a disposizione, come strumenti del tuo lavoro sciamanico, una discografia globale sconfinata. Se fai il radiocronista delle vicende sportive della squadra del gioco del calcio sita in Firenze e nota come Fiorentina, ti tocca arrangiarti con quello che passa il convento. Ecco per me il nostro Guetta è meglio di quello francese.
(È) TUTTO NEI TERMINI

di Michele Baldini e Virginia Landi
Nel 2020 ne abbiamo sentite di ogni. Così come di parole per descrivere relazioni, legami affettivi e spazi sociali. Ne conseguono non poche e contorte definizioni che suggeriamo di seguito. Buona lettura!
Congiúnto /kondˈʒunto/ [part. pass. di congiungere; lat. coniunctus, part. pass. di coniungĕre pl. m. Congiùnti]: unito, legato da parentela. In seguito alle critiche, in una nota del 27 aprile Palazzo Chigi ha chiarito che i c. sono «parenti e affini, coniugi, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili». Ne consegue che i c. siano visitabili e intrattenibili, utili al trascorrimento di una cena o di uno scambio di doni natalizi, ma che con essi non si possa fare della movìda («Il particolare clima di vitalità sociale, culturale e artistica, caratteristico della Spagna degli anni intorno al 1980, da poco ritornata alla democrazia» – quale democrazia e quale ritrovata vitalità sociale, culturale e artistica verrebbe da chiedersi). Per analogia l’aggettivo al plurale può – soprattutto a Firenze – trasformarsi nella risposta alla domanda: «Con quale casa editrice vorresti che questo dizionario di parole nuove o di nuovo significato uscisse?».
Social Bubble /social ˈbəb(ə)/ dall’inglese Social Bubble (bolla sociale). Social Bubble è un incontro di parole usato per definire quella ristretta cerchia di parenti, amici e conoscenti a cui limitare le frequentazioni post quarantena. Ma come la storia insegna, da grandi Ego dipendono grandi Social Bubble e anche il termine “ristretto” ha avuto interpretazioni discretamente personali. Dalla movìda al Social Distancing, per arrivare alla Social Bubble sono bastati pochi attimi. Quel metro fra i corpi all’inizio aveva anche un certo appeal: in fila alla posta, tra gli scaffali dei supermercati, camminando per strada. Un “vorrei ma non posso” che è finito con un “potrei ma non voglio” accostando in un paradosso distanza e socialità. Ne escono illesi solo i misantropi. Non si sono neanche accorti di cosa sia successo. Canzone associata? “Luna” di Gianni Togni.