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ALLA RICERCA DI GAS

ECONOMIA E POLITICA

PROTAGONISTI NELLE DECISIONI: L’artigianato non è rilevante soltanto a livello locale, bensì anche in ambito nazionale ed internazionale.

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Alla ricerca del gas perduto

LA CRISI IN UCRAINA IMPONE ANCHE PER L’ITALIA LA NECESSITÀ DI REPERIRE ALTERNATIVE VALIDE IN AMBITO DI FORNITURE DI GAS. IN ALCUNI CASI SI STANNO GUARDANDO ALTRI PAESI, IN ALTRI SI RAGIONA SULL’EVENTUALITÀ DI UNA FORNITURA INTERNA.

All’interno dell’UE, la Germania e l’Italia sono i Paesi più dipendenti dal gas russo. A seguito della guerra di aggressione russa in Ucraina, all’interno dell’UE si è ripetutamente discusso su un embargo relativo al gas. In mancanza di alternative reali, questa decisione potrebbe avere un forte impatto negativo sulle economie di entrambi gli Stati. Scelte troppo radicali rischierebbero infatti di causare sensibili perdite o addirittura il blocco della produzione e la cancellazione di numerosi posti di lavoro. Entrambi i Paesi stanno di conseguenza cercando di diversificare le proprie importazioni di gas per liberarsi dalla dipendenza dalla Russia. Il primo ministro italiano Mario Draghi è stato più rapido a leggere i segnali degli ultimi mesi rispetto al cancelliere tedesco Scholz: mentre quest’ultimo a gennaio era ancora attaccato al progetto “Nordstream 2”, Draghi ha iniziato ad aumentare le importazioni di gas dal Nord Africa, più precisamente dall’Algeria.

01 Guerra in Ucraina

Numerose conseguenze

02 Alternative nei rifornimenti Indispensabili

Inoltre in Italia si è avuto modo di attivare un piano di emergenza circa un mese prima rispetto alla Germania. Nonostante l’aumento delle forniture nordafricane tuttavia, l’Italia deve ancora riuscire a procurarsi i quasi 30 miliardi di metri cubi di gas necessari ogni anno per fare a meno della Russia come fornitore. A differenza della Germania, l’Italia ha già tre terminali di GNL, uno sull’Adriatico e due sulla costa ligure. I terminali GNL servono a rigassificare il gas liquefatto che viene consegnato via nave, attualmente principalmente dal Qatar. I terminali di GNL possono aumentare la propria capacità di quasi un terzo a breve termine, il che potrebbe assicurare cinque miliardi di metri cubi di gas in più ogni anno.

ALTERNATIVE DIFFERENTI

L’anno scorso, 21 miliardi di metri cubi di gas sono arrivati in Italia attraverso il cosiddetto gasdotto “Transmed”, che parte dall’Algeria (quota di importazione pari sin qui al 31%) attraversa la Tunisia e prosegue fino alla Sicilia e quindi fino a Bologna. Al momento sono in corso significative trattative per aumentare le forniture. Esistono in parallelo anche colloqui con fornitori minori, quali Libia (quota di importazione pari sin qui al 4%), Egitto, Angola e Mozambico. L’Italia sta tuttavia anche esplorando diverse opzioni per un approvvigionamento autonomo di gas che sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno nazionale. Nel nostro Paese esistono infatti 1300 giacimenti di gas, principalmente in regioni quali Emilia Romagna, Marche, Basilicata, nel mare Adriatico e al largo della costa meridionale della Sicilia. Tuttavia, di questi solo 500 sono ancora regolarmente in uso.

DIVERSI SCENARI

Se all’inizio del millennio si producevano 20 miliardi di metri cubi di gas in Italia, oggi la cifra è poco più di tre miliardi. Una situazione negativa per l’ambiente e non redditizia: c’erano diverse ragioni per fermare la produzione ai tempi. Ora però potrebbe essere arrivato il momento di affrontare di nuovo la questione. Ci vorranno tuttavia degli sforzi per migliorare i vecchi sistemi e modernizzare le tecniche di estrazione. Per anni, questa scelta semplicemente non è sembrata conveniente: perché investire denaro per produrre gas quando il gas russo è più economico? L’attuale discussione mostra un aspetto: alcune questioni sono solo una questione di prezzo a prima vista, ma in realtà si tratta di decisioni strategiche che uno Stato deve prendere. Essere completamente dipendenti da un altro Paese per un prodotto così importante come il gas o accettare un prezzo più alto per essere indipendenti? L’alternativa non è certo di quelle semplici e sicuramente porterà a diversi schieramenti ed a scelte non sempre condivise nei prossimi mesi. La certezza resta la necessità di poter contare su una fornitura adeguata per proseguire al meglio nello svolgimento delle diverse attività quotidiane, sia per quanto riguarda la vita privata che per quanto concerne le aziende appartenenti ai diversi settori. Un obiettivo primario da raggiungere senza gravare sulle tasche dei cittadini.

PNRR per le realtà locali

I VERTICI DI LVH.APA CONFARTIGIANATO IMPRESE HANNO INCONTRATO QUELLI DEL CONSORZIO DEI COMUNI, CON L’OBIETTIVO DI DISCUTERE SUL PIANO NAZIONALE RIPRESA E RESILIENZA E SUI MARGINI D’INTERVENTO IN FAVORE DELLE PMI.

Artigianato e comuni Obiettivi condivisi.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento strategico predisposto dal Governo italiano per ottenere sostegni dal programma UE NGEU (Next Generation EU). Anche i comuni altoatesini possono prendere parte a determinate gare. Nell’ambito di un recente incontro i vertici del Consorzio dei Comuni e di lvh.apa hanno affrontato nel dettaglio la tematica, arrivando ad una conclusione condivisa: al momento dell’assegnazione degli incarichi è importante sfruttare tutti i margini disponibili per coinvolgere al massimo le ditte artigiane locali. I comuni assumono del resto un ruolo cruciale nell’ambito del PNRR, in quanto partecipano direttamente a diverse gare dei progetti e possono implementare le proposte in loco qualora vi sia una valutazione positiva. “Il nostro obiettivo è sfruttare tutte le opportunità disponibili per coinvolgere il maggior numero di ditte artigiane locali nell’assegnazione dei lavori – ha evidenziato il presidente di lvh.apa Martin Haller -. Un passaggio possibile effettuando l’assegnazione per lavorazioni.” Il presidente ha quindi confermato ancora una volta l’ottima collaborazione in essere tra l’artigianato e l’amministrazione comunale.

A sostegno dei comuni altoatesini

I FINANZIAMENTI AI COMUNI CONTINUANO A RAPPRESENTARE UNA PRIORITÀ PER LA GIUNTA PROVINCIALE. IN OCCASIONE DELL’ULTIMA RIUNIONE, I RAPPRESENTANTI POLITICI HANNO INTRODOTTO DUE RISOLUZIONI SU EDIFICI SCOLASTICI E SERVIZI PER I SENZATETTO.

La Giunta Provinciale si è occupata di recente di due risoluzioni relative ai finanziamenti comunali, riguardanti gli edifici scolastici e i servizi per i senzatetto. Per quanto concerne i progetti nel campo dell’istruzione, la provincia intende sostenere i comuni con un totale di 14 milioni di Euro nei prossimi anni. Di questi, nove verranno stanziati nell’esercizio 2022 e altri cinque nell’esercizio 2023. Sono previsti in particolare investimenti per trasformazioni, ampliamenti e ristrutturazioni di scuole materne, elementari e medie in 14 comuni. La delibera prevede inoltre l’investimento in un progetto più grande, ovvero un nuovo complesso scolastico sovracomunale nei comuni di Bolzano e Laives, a San Giacomo. I fondi provengono dal “nuovo fondo per gli investimenti”, la cui base giuridica è stata introdotta nel 2021 e regolata con accordi supplementari sul finanziamento comunale alla fine del 2021. Una parte di questo fondo sarà messa a disposizione dei comuni su loro richiesta per progetti nell’edilizia pubblica, pronti ad essere selezionati con un bando. La Giunta ha poi deciso il finanziamento dei costi per l’alloggio

Comuni Finanziamento dei progetti.

e altri servizi per i senzatetto. A questo proposito nell’ambito dei fondi per le assegnazioni correnti ai comuni e alle comunità comprensoriali dovute per l’anno 2022 è avvenuta una ridistribuzione tra enti a causa dei costi per un importo di 2,9 milioni di euro, in cui Bolzano è destinata a ricevere 2,6 milioni di Euro.

Novità in vista

NELLA NUOVA VERSIONE DELLA LEGGE PROVINCIALE TERRITORIO E PAESAGGIO DIVERSE CHANCE PER GLI ARTIGIANI.

Urbanistica Attese nuove disposizioni.

La nuova legge territorio e paesaggio è destinata ad essere nuovamente modificata con alcune disposizioni, che verosimilmente dovrebbero venire approvate entro il mese di giugno dal Consiglio Provinciale. Nell’occasione, i vertici di lvh.apa Confartigianato Imprese intendono attirare l’attenzione su alcune preoccupazioni riguardanti il settore dell’artigianato. “L’artigianato ed in particolare l’edilizia sono direttamente interessati dalla nuova legge provinciale territorio e paesaggio – ha spiegato il presidente di lvh.apa Martin Haller. Il neonato gruppo di lavoro sull’urbanistica creato all’interno di lvh.apa e le consulte volontarie sono chiamate a sviluppare delle proposte volte ad evitare che il settore delle costruzioni rimanga fermo. “Per quanto riguarda i programmi di sviluppo comunale, che avrebbero dovuto essere completati entro giugno di quest’anno, chiediamo un quadro temporale chiaro e disposizioni transitorie che permettano di continuare a costruire nei prossimi anni – ha proseguito continua Haller. I vertici di lvh.apa non hanno al contempo l’intenzione di lasciar perdere i numerosi obblighi burocratici legati all’edilizia. “A questo proposito, continuiamo a chiedere una migliore connessione tra le banche dati, in modo che gli artigiani e i progettisti non debbano presentare tutto due o tre volte – ha concluso Haller.

LUCIA MENINI Consulente Effizient Srl in tema di privacy

La videosorveglianza in azienda (parte uno)

Sempre più aziende decidono di installare un impianto di videosorveglianza per proteggere i beni aziendali e le persone che lavorano in azienda. Prima di procedere bisogna però tener conto di due cose fondamentali: la privacy e i diritti dei lavoratori. È necessario, infatti, rispettare diverse regole per poter installare le telecamere e poter poi usare le immagini in giudizio: vediamone insieme alcune. Prima regola e domanda da porsi: le telecamere saranno attive durante l’orario di lavoro? Potranno essere ripresi, anche incidentalmente, i dipendenti? Se sì, è necessario predisporre un accordo sindacale oppure richiedere l’autorizzazione all’installazione alla Direzione Provinciale del Lavoro, fornendo tutte le informazioni tecniche richieste. Seconda regola: le telecamere non possono riprendere postazioni lavorative, spogliatoi, bagni, strade pubbliche, proprietà private altrui etc. È importante valutare dove si desidera posizionare le telecamere. La terza regola è quella di affiggere la cartellonistica (informativa breve) prima dell’accesso all’area videosorvegliata, in un posto ben visibile con qualsiasi condizione atmosferica e predisporre in aggiunta un’informativa completa, reperibile in ingresso, che indichi nel dettaglio com’è stato impostato l’impianto di videosorveglianza, con particolare attenzione ai tempi di funzionamento delle telecamere e a quelli di conservazione delle immagini. Per conoscere le altre regole da rispettare, vi aspettiamo nella seconda parte dell’articolo, che potrete leggere il prossimo mese qui su Manufakt!

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