Sozzi isamaria 39205 rivoluzione internet

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Sociologia delle professioni multimediali – Isa Maria Sozzi matr. 39205

La rivoluzione culturale che sta avvenendo, grazie ad Internet, investe così tanti aspetti della cultura, della conoscenza e dell’educazione che sarebbe impossibile scriverne in poche pagine. Cercherò di elencare brevemente i punti più salienti, in particolare riferendomi al campo educativo e scolastico. L’elenco seguente non è stilato in ordine di importanza, ma in base alla riflessione che si è sviluppata in riferimento al tema. Ogni punto non è isolato, ma strettamente connesso alle altre tematiche. 1. Nuovo rapporto autore-lettore L’avvento di internet ha offerto a tutti la possibilità, prima più teorica che realmente praticata per la relativa complessità delle conoscenze richieste (linguaggio html), di costruire un sito personale per pubblicarvi i proprio materiali. Oggi con i blog e i microblog questa possibilità è estesa a tutti. Quindi ogni internauta è non solo lettore di contenuti pubblicati da altri, ma autore o coautore di contenuti disponibili. La corrispondenza elettronica fra l'autore e i suoi lettori, trasformati in coautori di un testo mai terminato ma continuato dai loro commenti e dai loro interventi, rende possibile una relazione impossibile per i limiti dell'edizione stampata. Cambia anche la “filiera” della pubblicazione, autore -editore – libraio – lettore, che si accorcia potendo eliminare le figure intermedie. È da notare però che il testo scritto e stampato ha trovato nuove possibilità di circolazione, ad esempio con i BOD “book on demand” o i nuovi lettori per e-book, che cercano di unire le caratteristiche proprie del testo a stampa con quelle del testo digitale. Altre caratteristiche peculiari della lettura on-line: - la non linearità per default (il lettore può seguire percorsi assolutamente personali e casuali) - la possibilità praticamente infinita di consultazione e reperimento di informazioni specifiche - nuove figure (il progettista di interfacce, la comunità, …) - il supporto (server) che contiene l’informazione (diffusa nella rete) non è detenuto dal lettore, è diverso da quello che la visualizza (computer/schermo) - la presenza contemporanea di più media che veicolano in sinergia i significati, elevato grado di interattività con i contenuti mediali - elevato grado di interattività con altri utenti - instabilità delle informazioni: continui aggiornamenti, aggiunte o eliminazioni, tramite la rete - l’impossibilità della collezionabilità, sia delle informazioni sia dei bookmark, la quantità dei contenuti praticamente infinita - la dipendenza da nuove tecnologie (nuovi standard che non contemplano la compatibilità all’indietro …) - l’accessibilità per quanto riguarda alcune tipologie di disabilità. Contemporaneamente viene spesso lamentata la morte del lettore e la scomparsa della lettura, viste come la conseguenza ineluttabile della civiltà dello schermo, del trionfo delle immagini e della comunicazione elettronica. In primis la scuola di tipo “tradizionale” e molti docenti rifuggono dalle nuove tecnologie proprio paventando la scomparsa delle tipologie comunicative, come la scrittura manuale e la lettura del libro, conosciute e praticate come “non tecnologiche”. Vengono completamente ignorati gli effetti delle precedenti rivoluzioni dei supporti della cultura scritta, delle modalità di lettura, delle conseguenze sociali di tali pratiche, delle strutture cognitive implicate. 2. Direzione comunicazione La comunicazione di massa tradizionale prevede che la relazione tra fonte e ricevente sia di tipo uno a molti, vale a dire tra una fonte ed una audience indistinta. L’elemento chiave di novità di Internet colma proprio questa lacuna dei mass media tradizionali: la Rete rende possibile la costruzione collaborativa del processo e dell’ambiente di comunicazione. In essa è possibile per la prima volta l’integrazione dei modelli di comunicazione interpersonale, di broadcasting e di rete. L’integrazione è totale: un semplice sito informativo può ricadere nell’uno a molti, ma se in esso sono disponibili forme di chat o di gruppo di discussione, si ricade nel molti a molti. Se poi è possibile comunicare con il gestore del sito o sfruttare l’interattività di testo, allora si


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è in ambito uno a uno (interpersonale). Ancora: una comunicazione broadcasting, nella quale un messaggio standard viene inviato a un pubblico ampio, può avvenire tanto in modo push quanto pull. Nel primo caso si intende una comunicazione a una via, nella quale un messaggio viene distribuito dalla fonte al ricevente consentendo a questo di rimanere passivo, mentre nel secondo caso il consumo è on demand, quindi presuppone un rapporto a due vie. 3. Dematerializzazione Una svolta epocale nella fruizione delle opere dell'ingegno, che può essere pari a quella dell'invenzione della stampa, è determinata dalla digitalizzazione. L'opera, scorporata dal supporto fisico tradizionale, è trasformata in un flusso di numeri (sequenze di 0 e di 1) che sono trasmessi in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, e permettono di ricostruirla in maniera identica all'originale. Si verifica così una trasmissione di massa dell'opera a costi bassissimi, se non nulli (anche di immagazzinamento), senza perdita di qualità. La trasmissione può avere luogo non solo da punto a massa, come succede per esempio con la trasmissione dei programmi televisivi via etere, ma anche da punto a punto. L'opera è fruibile senza che l'utente sia in qualche modo obbligato a recarsi fisicamente nei luoghi tradizionali della cultura (negozi di libri o di dischi, cinema, teatro, concerto, e così via), ricevendola direttamente sul terminale abilitato (telefono, palmare, computer, e altro). L'opera è fruita nel luogo e nel momento scelto dal consumatore. Dall'opera possono essere tratte innumerevoli copie dalla qualità identica. L'opera è "dematerializzata" in quanto non più incorporata in un supporto. 4. Diritti d’autore – copyright e copyleft Con la diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione, nei media “tradizionali” ha avuto vasta eco il tema dei diritti d’autore, soprattutto per la loro violazione tramite la condivisione di file musicali o video con i sistemi peer to peer. Infatti, il digitale ha messo in crisi un sistema legislativo, che non può controllare la riproduzione e la diffusione, libera e senza costi, dei contenuti, cresciuti in maniera considerevole. Sono state invocate e poi varate norme più restrittive per il controllo della diffusione e della riproduzione non autorizzare dei contenuti digitali, permettendo l’uso di pratiche che cercano di “legare” il contenuto digitale a un supporto fisico o la violazione della privacy dei navigatori con l’accesso, non preventivamente autorizzato dall’autorità giudiziaria, ai dati di log dei provider. Il consumatore trasmette con facilità le copie digitali realizzate a costi nulli, il più delle volte non è conscio di compiere un atto illecito, è difficilmente individuabile, e un'azione nei suoi confronti è antieconomica e impopolare. Vi è notevole difficoltà di controllo della circolazione dell'opera: le prime normative sul diritto di copia (copyright) vengono emanate dalla monarchia inglese nel XVI secolo con la volontà di operare un controllo sulle opere pubblicate nel territorio, più che tutelare i diritti degli autori! Gli utenti sono diventati, da spettatori, attori della scena della comunicazione. Non sono più soltanto gli autori affermati di opera far circolare il proprio lavoro. La rete offre una libertà di azione, derivata dalla facilità di entrare a far parte della comunità virtuali e in vario modo. La nascita di blog, di forum e dei modelli Wiki hanno reso incerto il concetto di proprietà intellettuale dell'opera, che online è in continuo divenire, in virtù della possibilità da parte dell’utente di modificare un testo ed intervenire con i propri commenti nelle discussioni. L'acquisto di un dominio Internet ad un prezzo molto accessibile consente la pubblicazione on-line di testi, audio, video, il cui valore e l'eventuale diffusione virale è giudicata direttamente dal pubblico, senza l'intermediazione dell'editore. A questo si aggiunge l'abitudine alla condivisione di file (filesharing), che l'utente può allo stesso tempo scaricare per se stesso e mettere in comune, secondo il modello di diffusione del peer to peer, P2P, attraverso l'installazione di software gratuiti reperibili in rete. La normativa sviluppatesi parte proprio dal diritto d'autore di praticare un libero uso del proprio lavoro, con la clausola che la medesima modalità di comportamento sia applicata da quanti fruiscono di opere prodotte da questo tipo di licenze. Si tratta del concetto di copyleft, una pratica nata negli Stati Uniti nell'ambito del dibattito sul software libero (progetto GNU), come tutela della


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facoltà di intervenire sulla struttura e sulla funzionalità dei pacchetti applicativi, creati con l'operatività dell'hardware di un computer, considerato uno strumento di sviluppo tecnologico piuttosto che un oggetto di marketing. I principi cardine sono contenuti nella licenza GPL, la cui ultima versione risale al 29 giugno 2007. L'espressione copyleft nasce nella prassi goliardica di alcuni sviluppatori di software, che distribuivano copie dei loro lavori riportanti la dicitura “copyleft – all rights riserve”. Il termine racchiude un duplice gioco di parole: "left” è appunto il participio passato di “leave” (significa sia "lasciato", sia "sinistra") e comunica l'idea di un regime più libero; ma anche l'opposto di “right” (significa sia "diritto", sia "destra") e comunica l’idea di ribaltamento dei principi. La GPL vincola i programmi software ad una proprietà collettiva (bene comune digitale), per cui ogni loro versione successiva deve contenere la medesima protezione sul copyright, anche gli applicativi derivati che includono una porzione minima del codice originario. Per questa ragione, il copyleft è definito una licenza virale, che si auto-riproduce all'interno di ogni software con cui viene a contatto. La libertà del copyleft si fonda sulla possibilità di intervenire sul codice sorgente di un programma e di mettere a disposizione, dell'autore e di quanti ne hanno necessità, i risultati delle modifiche apportate, in un processo che può durare infinite volte. In seguito, il principio del copyleft è esteso all'ambito dei contenuti. Nel contesto del progetto GNU, nel 2000 nasce la Free Documentation License, una licenza per le opere letterarie. Ad essa, ne seguono altre, agevolate dalla diffusione di Internet che permette la libera circolazione dei contenuti (musica, immagini, testi). Un ruolo rilevante in questa direzione è svolto dall'attività collegate al progetto Creative Commons e alla conseguente diffusione, a partire dal 2002, di licenze adatte a tutti tipi di opere creative, con una struttura tale da permettere all'autore di decidere il grado di libertà di utilizzo dell'opera, chiarendone le condizioni. Le licenze CC scaturiscono dall'unione di quattro fattori, che definiscono le azioni base permesse dall'autore ai fruitori: “attribuzione”, “non opere derivate”, “non commerciale”, “condividi allo stesso modo”. 5. Abbondanza informazione Internet rappresenta un ambiente di comunicazione caratterizzato dalla possibilità di accedere a una quantità enorme di informazioni in un arco di tempo brevissimo, rendendo immediatamente disponibile una quantità di documenti impensabile solo alcuni anni fa. Tale dimensione “quantitativa”, che si percepisce anche solo digitando una parola in un motore di ricerca, pone problemi nuovi, legati alla selezione delle notizie, alla gerarchia della loro importanza, alla verifica della loro corrispondenza alla verità. Poiché chiunque può pubblicare commenti o informazioni su Internet, gli utenti devono sviluppare delle capacità di pensiero critico per poter valutare l'accuratezza delle informazioni trovate online. Questo è vero in modo particolare per bambini e ragazzi, che tendono a credere che "se è su Internet, allora deve essere vero". Tuttavia, in molti casi, Internet non dispone di filtri che verifichino la validità delle informazioni pubblicate online. Per dominare tutto ciò occorrono strumenti capaci di vagliare, classificare, gerarchizzare; strumenti per ricercare, valutare, mettere in relazione. Oggi le informazioni e i contenuti sono facilmente disponibili in Internet. La connessione a banda larga permette la fruizione di contenuti multimediali ad una larga fascia della popolazione dei paesi sviluppati. Il sovraccarico informativo è diventato tale che elementi di conoscenza si accumulano rapidamente in modo frammentario e casuale, così che risulta difficile mettere ordine significativo all’informazione per trarne un senso memorizzabile ed esprimibile come ricordo. Per sopperire a questo stato di cose i processi mnemonici tendono a modificarsi assumendo un carattere sempre più dinamico, per far coincidere sempre meno la conoscenza individuale con il sapere ripetitivo delle nozioni acquisite. Agendo in tal modo, la formazione cerebrale tende, di fatto, ad adeguarsi all’uso delle nuove tecnologie di comunicazione multimediali in Internet, le quali, processando l’informazione sia in tempo reale sia differito, permettono di esercitare un’estensione della memoria connettiva esternalizzata nella rete. 6. Digital divide


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Dall'altra parte, la rivoluzione elettronica che sembra universale, può anche approfondire, e non ridurre, le disuguaglianze. È grande il rischio di un nuovo 'analfabetismo', definito non più dall'incapacità di leggere e scrivere, ma dall'impossibilità di accesso alle nuove forme di trasmissione dello scritto, che non sono prive di costi, anzi!! Il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale può essere inteso sia rispetto a un singolo paese sia a livello globale. I motivi di esclusione comprendono diverse variabili: condizioni economiche, livello d'istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, appartenenza a diversi gruppi etnici, provenienza geografica. 7. Privacy La recente diffusione delle NT ha contribuito ad un assottigliamento della barriera della privacy, ad esempio la tracciabilità dei cellulari o la relativa facilità a reperire gli indirizzi di posta elettronica delle persone. Con il proliferare dei conti on-line e lo spostamento delle aziende su Internet, risulta più semplice per i malintenzionati accedere alle informazioni personali riservate. Una delle piaghe più dannose della rete è lo spyware che, installandosi spesso in maniera fraudolenta nel computer delle vittime, provvede ad inviare dati personali (pagine visitate, account di posta, gusti ecc) ad aziende che successivamente li rielaboreranno e rivenderanno. Inoltre la mancata tutela della privacy è spesso causata dagli stessi navigatori, che diffondono, senza averne piena consapevolezza, i propri dati, immagini ecc. in siti e social network. 8. Importanza metadati e standard internazionali L’adozione di standard di metadati rappresenta un elemento fondamentale per la realizzazione della piena interoperabilità tra sistemi informativi eterogenei. La loro applicazione, infatti, permette di definire una rappresentazione efficiente ed efficace della realtà inerente il dominio di riferimento verificando, al tempo stesso, lo scambio di informazioni tra soggetti che cooperano per il raggiungimento di un obiettivo specifico. Si avverte infatti l’esigenza di disporre di strumenti in grado di recuperare e condividere informazioni presenti in ambienti distribuiti ed eterogenei. Si pensi alla ricerca di materiale didattico con caratteristiche utili alla costruzione dinamica di percorsi di apprendimento personalizzati, forniti in solo in modalità a distanza. 9. Informazion literacy Ogni navigatore deve possedere un insieme di competenze che gli permettano di orientarsi all’interno delle fonti informative disponibili e, prima ancora, di essere consapevole di quale tipo di informazione ha bisogno. Perciò non si tratta solo di reperire un’informazione, districandosi nel labirinto dei motori di ricerca e delle folksonomy (uso di chiavi adeguate), tra formati più o meno compatibili, ma anche di valutare la pertinenza di quanto reperito con l’oggetto di ricerca e l’attendibilità della fonte. 10. Valutazione dell’attendibilità e rilevanza della fonte e dell’info rmazione Tutte le fonti di informazione sono potenzialmente vittime di condizionamenti di mercato o politici, non solo i dati pubblicati in rete. Confrontando fonti diverse sottoposte a diversi tipi di "rumore" informativo si può ottenere una informazione più equilibrata. Nonostante ciò, ad esempio Wikipedia, attraverso un’accurata analisi, si è rivelata poco meno affidabile dell’enciclopedia Britannica. In ambito scientifico la “pubblicazione” di articoli sulle ricerche svolte si avvale non del controllo editoriale di esperti scelti dalle riviste specializzate, ma della peer-review di altri scienziati. Per le normali pagine web, però, la situazione è un’altra e accanto a siti amatoriali di valore ci sono molte bufale e informazioni scarsamente attendibili. 11. Accessibilità e disabilità Attraverso Internet un disabile ha la possibilità di socializzare in maniera autonoma, senza essere posto in situazioni di disagio e di inferiorità. Il telelavoro può consentirgli l'inserimento in una vita


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lavorativa attiva in situazioni in cui gli spostamenti fisici sarebbero problematici o impossibili. L'accessibilità del web risponde perfettamente a due concetti di riduzione dell'handicap: avvicinamento della persona disabile all'ambiente in cui vive e adattamento dell'ambiente alla disabilità della persona. Infatti, il sito web, accessibile agli utenti più diversi per formazione e capacità, deve agevolare l'utilizzo di qualunque tecnologia assistiva o adattamento della postazione di navigazione. Dal 2004 l'accessibilità del Web in Italia non è solo una serie di raccomandazioni tecniche e di buone prassi, ma è legge dello Stato. Dopo una lunga attesa il 9-1-2004 è stata promulgata la legge n. 4 conosciuta come legge Stanca (Ministro per l'Innovazione Tecnologica). 12. Apprendimento collaborativo/cooperativo – e-learning L'educazione a distanza si basa ormai largamente sull'uso di strumenti di rete, che essendo fruibili in ogni momento e, con analoghe modalità sia in classe sia a casa, permettono una migliore integrazione con l'educazione in presenza. Attraverso un metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro apprendimento si promuove lo sviluppo e il potenziamento di abilità cognitive generalmente superiori a quelle richieste dalle attività proposte dalla scuola tradizionale e la loro applicazione dalla situazioni artificiose del contesto di classe a quelle più autentiche della vita reale. Inoltre, indotti a coordinare il proprio impegno con quello dei compagni per raggiungere determinati scopi, gli studenti col tempo imparano ad apprezzare il valore della responsabilità individuale, della collaborazione, dell'aiuto, dell'accettazione del diverso da sé, del contributo dell'altro, della conoscenza come sforzo condiviso, elementi questi che sono alla base delle cosiddette 'comunità di apprendimento', verso le quali oggi gli esperti rivolgono una particolare attenzione. Metodo didattico applicabile in presenza, ma che ha trovato fertile terreno nell’e-learning, visto l’insuccesso del modello erogativo. 13. Conoscenza in rete e costruzione della conoscenza con la rete Le comunità Open-source sono gli esempi più importanti di comunità virtuali che hanno dato vita non solo a nuova conoscenza, ma ad una nuova etica sull’uso sociale della conoscenza. Levy chiama questo contesto “intelligenza collettiva”, mentre De Kerckhove “intelligenza connettiva”. 14. Long life learning L’archetipo del sapere è stata fino a poco tempo fa la memoria formidabile di Pico della Mirandola: ricordare tutto, indipendentemente dal significato o dal valore. Imparare ciò che serve, in modo definitivo e per tutta la vita. Nella società odierna sta crescendo il bisogno di canali formativi di base e superiori effettivamente qualificanti sul piano culturale e professionale ma aumentano anche le necessità di spostare i confini tradizionali della formazione per soddisfare esigenze di apprendimento estese lungo tutto l’arco della vita di lavoro e connesse ai risultati e alle performances. Long Life Learning per imparare ad imparare, dunque, lungo tutto il corso della vita. In un mondo sempre più competitivo è la conoscenza la vera chiave del successo. La continua e veloce evoluzione della conoscenza e la nascita della cultura del probabile richiedono un apprendimento di metodo, più che di contenuti, anche attraverso canali non formali, che però devono travare adeguato riconoscimento. 15. E-government L'uso della telematica nello scambio informativo all'interno della pubblica amministrazione, dovrebbe permettere una notevole razionalizzazione (e un notevole risparmio) all'interno di questo settore. Le novità del piano di e-government italiano che potranno avere maggiore impatto nella vita di tutti i cittadini: la firma digitale e la carta di identità elettronica. Tralascio molteplici tematiche, legate all’impresa, alla sanità, alla giustizia e al governo del territorio, per menzionare in particolare quelle legate al mondo della scuola: interazione digitale scuola-famiglia (iscrizione, prenotazione colloqui, pagella elettronica e registro elettronico con molteplici canali di comunicazione, Internet, e-mail, SMS), strumenti innovativi per la didattica digitale (lavagne digitali interattive, LO, recupero studenti), formazione continua del personale.


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