MAG (azine) n°18 GIU/LUG 09

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MAGAZINE DEL MUSEO DELLE ARTI CATANZARO MODA / MUSICA / ARTE / N.18 GIU/LUG 2009

ALL’INTERNO:

KITESURF BABY BLUE AZIONI FUTURISTE IMMAGINE DI DONNA

g a m





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Summer ‘09 Quanti modi conoscete per restare a lavoro mentre il sole e il caldo (pre)estivo vi invogliano ad andare a mare? Stringiamo i denti in ufficio (anche perchè li almeno c’è l’aria condizionata e non si sta in fondo così male) in attesa delle “sudate” ferie da goderci al mare o in montagna o dove vi pare. Dal canto nostro proponiamo la nuova tendenza che si sta affermando con prepotenza sulle spiagge di mezz’Italia: il Kitesurf. Un servizio che prova a spiegare questo sport nel pratico ma anche nei concetti base, un modo di vivere l’estate (ma anche l’inverno se lo si fa per professione). Sondiamo il campo dell’arte con le fotografie di Melena Mazza, autrice doc del panorama internazionale, con la mostra sperimentale del Maca di Acri, e con le azioni futuriste del romano Graziano Cecchini, al suo (non rivendicato) terzo atto. In musica invece vi presentiamo: dj Sps, campione mondiale di scratch (tecnica con cui si modula il suono dei vinili) per il Dmc world, Ada, promessa della musica house-elettronica-sperimentale e i Baby Blue, gruppo rock emergente ma con i numeri giusti per sfondare il mercato. Tutto questo e molto altro ancora, in continuo aggiornamento, sul nostro sito www.magweb.it

LA REDAZIONE redazione@magweb.it




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MAG NUMERO 18, GIU/LUG 2009

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SOMMARIO

TENDENZE

BLACK

SECOND PLACE SUCKS!>36 di Carmen C. “Leva57” Sorbara

Flying on the waves>12

ELETTRONICA

ZOOM

di Mattia Marzo

FEMALE MUSIC PRODUCER>42 Immagine di donna>24 di Francesco Tavella

ARTE

ROCK

Azioni futuriste>34

di Mattia Marzo

BABY BLUE, ROCK ANNI ‘50>48 di Laura Caroleo

ALTRE RUBRICHE STREET REVOLUTION CLUB:20 LIBRI:54 CINEMA:56 DISCHI: 58 CALENDARIO:60


NEWS di Paola Bianco

OLTRE LA LEGGE afghanistan: si allo stupro nel matrimonio Per accontentare una minoranza sciita e riportare la pace in Afghanistan il parlamento ha approvato, lo scorso mese, una legge che legalizza lo stupro all’interno del matrimonio. Oltre a tutte le altre restrizioni di cui sono vittime le donne, adesso dovranno anche accettare di avere rapporti sessuali con il marito pur contro la propria volontà. La comunità internazionale ha già dichiarato che la legge viola la garanzia dei diritti fra sessi differenti e molte donne sono scese in piazza a protestare. Se questo è il prezzo da pagare per avere la pace, è un prezzo decisamente troppo alto.

DECIDERE PER SE!

il bio testamento argomento che divide l’opinione pubblica, ancora tropo distante dal realizzarsi

Il bio-testamento è un documento scritto che nasce per garantire il rispetto della propria volontà, in materia di trattamento medico. In Italia il dibattito sul testo di legge sul Testamento biologico è stato rimandato a data da destinarsi. Il Bel Paese non è ancora pronto ad affrontare una questione che mette in contrapposizione la libertà di autodeterminazione della persona, che permetterebbe di accettare o meno una forma di vita “artificiale”, e i comandamenti della religione cristiana.

RICICLO TECNOLOGICO quando si fa buon uso dei mezzi di comunicazione

Una nota casa produttrice di telefoni cellulari, ha avviato la raccolta dei telefonini usati, già da parecchi anni. Telefonini, batterie e accessori vengono raccolti nei punti vendita e il ricavato del riciclo è destinato all’acquisto di impianti fotovoltaici per generare energia pulita nelle scuole italiane nell’ambito dell’iniziativa “Il tuo telefonino ha ancora tanta energia”. Per scoprire altre informazioni e sapere dove portare i vostri vecchi cellulari aiutando l’ambiente basta farsi un giro su internet, le iniziative sono tantissime.


RICERCA SULLA PERSONALITA’ ENRIQUE DANS E LE SUE CINQUE CATEGORIE Enrique Dans, un docente universitario spagnolo si è interessato ad analizzare le tipologie di utenti che utilizzano il servizio di posta elettronica, estraendone cinque diverse figure: il classificatore, il dotato di memoria selettiva, il sentimentale, l’irresponsabile e il “diogene”. L’ultima figura porta il nome di un cinico filosofo che viveva in una botte, accumulando ogni genere di cosa. La pericolosità di questo atteggiamento consiste nel non riuscire a liberarsi dei messaggi inutili, atteggiamento che si rifletterebbe anche nella vita sociale dell’individuo, complicandola inevitabilmente.

ANCHE HITLER ALL’ASTA LE OPERE DI HITLER BATTUTE A 107 MILA EURO PER MURDOCK’S. RECORD NEL 2006 PER 118 MILA STERLINE

Sono 13 le tele dipinte ad acquerello da Adolf Hitler, tra il 1908 e il 1914, che sono state vendute dalla casa d’aste inglese Muddock’s per un totale di 107 mila euro. Il venditore è un collezionista di oggetti della seconda guerra mondiale che a sua volta comprò le tele da un soldato inglese che le aveva ritrovate in un garage abbandonato ad Essen, in Germania. Nel 2006 altre 21 tele di Hitler furono battute all’asta e vendute per un totale di 118 mila sterline.

LA FAME IN ITALIA RAPPORTO ISTAT 2007: COINVOLTI CIRCA 2,5 MILIONI DI CITTADINI

È stato, da poco, reso noto il rapporto Istat sulla povertà in Italia stimata nel 2007. I dati sono allarmanti anche perché dal 2005 paiono immutati, sono 2,5 milioni le persone che vivono in assoluta povertà, la concentrazione dei “poveri” è maggiore al sud e nelle isole, si calcola infatti sia 2 volte in più rispetto al resto del Paese. Per determinare la stima è stato usato un nuovo metodo che definisce un fabbisogno minimo essenziale al di sotto del quale ogni cittadino si trova a vivere in uno stato di assoluta povertà.


TENDENZE COPERTINA di Mattia Marzo

... FLYING ON THE WAVES...

Quando il sogno di volare sul mare diventa realtà! Si sta affermando come uno tra i principali sport estivi, ma si può praticare in tutto l’arco dell’anno. Requisiti minimi? Una tavola, una vela, una giusta dose di coraggio e tanto vento. Dopo il wind surf e il surf da onda, il kite sta spopolando in Italia, sulla scia di altri paesi del mondo, permettendo l’affermarsi della disciplina. Per l’occasione abbiamo sentito Marco Baiocchi, che questo ’inverno difenderà il titolo del contest “Capo del capo” (Sardegna) per la specialità wave riding, e Luca Valentini, istruttore di kite surf e titolare di una tra le maggiori scuole di kite in Calabria, la Hang loose beach, Gizzeria (Catanzaro).

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Come hai cominciato? Hai provato anche con gli altri sport da “tavola” oppure è stato amore a prima vista con il kitesurf? Marco: «Ho cominciato con il windsurf, che ho praticato per 15 anni. Dal 2000, anno di avvento del kite in Italia, mi sono innamorato di questo nuovo spor t ed ho abbandonato definitivamente il windsurf. Continuo invece a praticare il surf nelle giornate di onde senza vento». Sei anche uno sviluppatore ufficiale? In cosa consiste quest’attività? «Nel testare i nuovi prototipi, aiutando il designer nella creazione delle ali del futuro. In particolare il mio compito è quello di andare in mare e di ripor tare al designer le mie sensazioni e impressioni, il tutto mettendo a confronto vari prototipi, cercando di tirar fuori il migliore della giornata. Il tutto è ripetuto fino al raggiungimento del miglior risultato possibile compatibilmente alle varie scadenze della produzione». Perché fare kitesurf? Qual è la filosofia? «Il kitesurf rappresenta libertà, vita da spiaggia, amici, condivisione, emozioni, vento, mare, cielo. Più che uno spor t lo definirei una filosofia di vita, ti entra nelle vene e non puoi farne a meno, secondo me il kitesurf da dipendenza. Chi non ha mai sognato di poter volare sull’acqua, spinto dal vento!». Quali sono le specialità tecniche di questo sport? «Le specialità principali sono il freestyle, Race, Wave. La prima si ispira al wakeboard con manovre super tecniche dove l’aquilone viene usato dal rider come il motoscafo viene usato dal wakeboarder, questa disciplina è molto amata dai giovanissimi e richiede un allenamento intensivo e specifico. Il Race è molto simile alle classiche regate che si fanno anche in barca a vela o con il windsurf, prevede andature di bolina e poppa all’interno di un circuito delimitato da boe. La terza è il wave che come dice la parola stessa richiede la presenza di onde. Il rider in questo caso si ispira al surf puro facendo figure sulla

Nella foto sopra: Marco Baiocchi

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TENDENZE faccia dell’onda cercando di impressionare la giuria». La tua specialità, il wave riding, ti ha portato a vincere, nel 2007, il titolo di “Capo del Capo” al Budweiser wave ride… «Si! Nel 2007 sono riuscito a vincere questa bellissima gara. È stata un esperienza ed un grande onore, si tratta infatti della più importante gara wave del mediterraneo, si svolge a Capo Mannu in Sardegna e vincere questo evento è stato per me la soddisfazione più grande che il kitesurf mi ha dato finora». Cos’è il Budweiser wave? «È una gara molto particolare. Infatti è aperta sia al windsurf che al kite, nella prima fase si gareggia in due batterie distinte, windsurf e kite che determinano due classifiche separate. Per il gran finale invece si esegue una batteria che comprende i migliori del kite e del windsurf che si sfidano senza esclusione di colpi per determinare chi è veramente il migliore fra le onde indipendentemente dall’attrezzo che si usa». Quanto il kitesurf è riconosciuto a livello internazionale? «Dopo anni di limbo, cosa che tra l’altro succede spesso per gli sport nuovi, il kitesurf sta avendo finalmente il riconoscimento che si merita. Da

gennaio di quest’anno siamo stati riconosciuti dall’Isaf l’ente mondiale della vela ed è imminente l’ingresso del kitesurf come sport sperimentale alle olimpiadi. In questi mesi si sta inoltre lavorando alla creazione di una federazione kitesurf riconosciuta direttamente dal Coni. Il 2009 sarà l’anno che segnerà il passaggio dall’anonimato, all’ufficialità a livello internazionale del nostro sport». Che consigli dai a chi si cimenta per la prima volta con questo sport? «È fondamentale che chi si avvicina a questo sport lo faccia attraverso una scuola federale, il kitesurf è uno sport elementare, chi di noi non ha mai fatto volare un aquilone da bambino, ma nel caso specifico richiede alcune nozioni di base necessarie ad evitare spiacevoli incidenti in quanto gli aquiloni che si usano sono molto grandi e potenti.Vedrete che dopo una settimana o al massimo due sarete in grado di fare i primi bordi in autonomia». Quali sono i tuoi prossimi progetti? «Nell’immediato sono in attesa che venga chiamato il “Capo del Capo 2009” dove dovrò difendere il titolo che ho conquistato nel 2007, seguirò anche tutto il circuito italiano di gare Race e sicuramente nel mese di agosto parteciperò al photoshooting wave che organizza tutti gli anni l’azienda per la quale lavoro, North Kiteboarding».


I dettagli tecnici dell’istruttore Luca Valentini, istruttore e titolare della Hang loose beach, un centro di surf, wind surf e kite, tra i più rinomati in europa, per l’ottima posizione geografia e le condizioni climatiche favorevoli. Quando nasce e come si sviluppa questo sport? Luca: «Il kitesurf nasce alle Hawaii circa venti anni fa grazie ai fratelli Leganoix ed in Italia arriva 10 anni fa con i primi aquiloni a 2 cavi. Si sviluppa rapidamente appassionando soprattutto molti che già praticavano windsurf. La crescita del kitesurf è ancora a livelli esponenziali, cosi come lo sviluppo dei materiali che si utilizzano». Quali sono le caratteristiche del kitesurf? «Il kitesurf si pratica con un aquilone da trazione che sfrutta l’energia del vento, per spostarsi saltare e fare evoluzioni sull’acqua. La tavola può essere bidirezionale o unidirezionale, lunga in media 135 cm e si differenzia per il tipo di specialità». Ci spieghi in breve l’utilizzo di questi componenti? «L’aquilone si manovra tramite 4 o 5 cavi collegati ad una barra. Al centro della barra, attraverso un foro, scorre un cavo centrale (detto depower) che consente di scaricare l’energia in eccesso sviluppata dall’aquilone. Questo cavo è collegato al corpo tramite un finale a cerchio (detto chikenloop), agganciato al trapezio (imbracatura a fasce). L’energia del vento è trasmessa dall’aquilone in volo tramite i cavi di collegamento alla barra, e quindi trasferita sulle gambe e sulla tavola, che per effetto di alcune pinnette posizionate nella parte inferiore, consente di spostarsi nella direzione desiderata». Quali sono le maggiori manifestazioni o eventi per il kite? «Ogni anno si organizzano sempre più manifestazioni ed eventi . Tra i piu importanti ci sono le competizioni del circuito Fki in Italia e del circuito Kpwt e Pkra nel mondo. Poi si organizzano expo associati a gare, tra cui il piu importante si tiene a SanTeodoro in Sardegna nel mese di settembre».

Parlaci della tua scuola di kite a Gizzeria. «Hang loose beach nasce con l’idea di riuscire a sfruttare le favorevoli condizioni geomorfologiche dell’ area di Gizzeria lido (Catanzaro) e cioè il vento termico regolare e costante da aprile a settembre e gli ampi spazi della grande spiaggia. Gizzeria è considerata come uno dei luoghi migliori d’Europa per la pratica del kitesurf. Hlb si estende per una superficie di 12500 mq ed è una scuola Iko (Organizzazione internazionale di kitesurf, sono solo due in Italia) ed è riconosciuta in tutto il mondo. Il nostro scopo è dare servizi a coloro che vengono a praticare kitesurf».


TENDENZE di Carlotta Ceniti

Chanel movie La casa di moda Chanel, da sempre immagine di una donna elegante e raffinata, torna alla ribalta più che mai con l’uscita del film “Coco avant chanel”. È la storia della leggendaria stilista francese che ha creato uno stile unico e inimitabile, capace di resistere negli anni nonostante l’ampia concorrenza. La protagonista del film è Audrey Tautou e sembra una scelta davvero appropriata, in quanto Audrey è un’attrice dotata di un fascino naturale e una bellezza delicata molto simile alla vera Cocò. La domanda che ci poniamo è se questo film è una celebrazione alla stilista o una grande trovata pubblicitaria.. Forse entrambe le cose.

In stile eco-friendly

In tempi di crisi l’imperativo è: risparmiare! Messi da parte i Suv e le super-car l’ultima tendenza sembra essere la bicicletta a noleggio. Oltre all’indiscusso beneficio fisico, da un grande apporto all’ambiente evitando di inquinare e inoltre permette di evitare il traffico noioso. Il detto vuole che il vero chic non ostenta! Ed è proprio vero. La bicicletta rappresenta il simbolo di uno stile ecofriendly . E noi aggiungiamo super trendy! La città delle bici è Amsterdam, è il mezzo di trasporto più diffuso!


LeDì, linea beachware LeDì è la nuova linea beachware, ideata da Diletta Colosimo. Nata a Catanzaro, vive e lavora a Bassano del Grappa da circa 20 anni e ultimamente si divide tra Roma, Milano e NewYork. La collezione LeDì è creata per il mare ma può essere indossata anche la sera, data l’alta qualità dei tessuti e la versatilità dei modelli. Le linee sono morbide ed eleganti. Come Diletta ci ha raccontato, è una collezione dedicata a una ragazza semplice ma nello stesso tempo chic. La realizzazione avviene in aziende italiane nel pieno rispetto del made in Italy e la collezione include abitini per il mare che si trasformano in elegante abbigliamento per le notti estive, costumi e, per l’inverno, sono in cantiere numerose novità. I costumi in particolare hanno attirato la nostra attenzione: sono realizzati in tessuto elasticizzato e morbido capaci di adattarsi a tutte le taglie e, nota bene, non presentano cuciture!

Il ritorno della pochette Con inserti in metallo o in pietra, piccolissime, rettangolari o tonde, il must di quest’estate sono le pochette. Da sempre sinonimo di stile ed eleganza, abbandonata negli ultimi anni, a favore delle maxi bag, tornano a calcare le passerelle degli stilisti portare rigorosamente a mano. Certo è che non passano inosservate. Attenzione a non essere preda di sbadataggine, complice l’assenza della tracolla! È facile lasciarle poggiate su qualche tavolino nelle notti d’estate..

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TENDENZE REPORTAGE

MONOTY PARTY MAG STYLE! Dopo il tour “Mag goes to club”, che ha visto la nostra rivista entrare in alcuni club selezionati della Toscana e della Calabria, ora è il turno di Monoty clothes. Con il progetto “Monoty goes to shops”. I ragazzi del brand si stanno cimentando in una promozione mirata in alcuni negozi del nord Italia. Dopo il primo appuntamento, il 16 maggio, al Peacock store di Bologna (di cui riportiamo un piccolo servizio fotografico) e una seconda data, il 23 maggio, al Surplus point di Milano, il 6 di questo mese è stata la volta del Cleofe concept store di Cremona. Un tour promozionale, che da la possibilità di fare un comodo aperitivo con gli amici e di comprare, a discrezione, i capi d’abbigliamento disponibili nei negozi che ospitano l’evento. L’idea essenziale è quella di fare girare il nome e di farsi conoscere quanto più possibile. Numerosi gli ospiti accorsi tra invitati e curiosi, che hanno potuto conoscere così un modo nuovo e creativo di fare moda. Colori, disegni ricercati e una buona strategia di marketing faranno entrare Monoty nell’olimpo dei brand di cui non si può fare a meno!

www.monoty.com



TENDENZE OCCASIONAL SHOT

Street revolution club by Margot P

gam In questa pagina: cardian e vestito, H&M. Ballerine, shopping in Bologna.


g a m In questa pagina: cardigan, Zara man. Camicia e papillon,Vintage. Jeans, Cheap monday. Scarpe,Varesi. Borsa, H&M.


gam In questa pagina: camicia, Zara. Leggins, Oysho. Scarpe, Converse all star. Borsa., Mango.



ZOOM di Francesco Tavella

Immagine di donna Foto di Melena Mazza

Da sempre legata al mondo dell’immagine, Malena, inizia il suo percorso nei primi anni ‘80 come aiuto regista di personaggi del calibro di Michelangelo Antonioni e dei fratelli Taviani. Nell’84 inizia l’attività di fotografa professionista che la porterà a lavorare per molte riviste di moda sia italiane che straniere, alternandola con l’attività artistica con mostre personali e collettive. Attualmente espone in varie città italiane il suo ultimo lavoro “Donne cane” nato dalla collaborazione con Play boy Italia. Le sue donne sono trasgressive e provocanti, inserite in contesti chic nei quali si ha un connubio tra moda, design, corpo, arredamento e mondo animale. Donne così protagoniste e sicure che possono anche permettersi il lusso di scegliere di essere oggetto. Queste poche righe non bastano di certo a far capire la grandezza di questa fotografa apprezzata anche all’estero, il suo curriculum vitae richiederebbe molto più spazio di quello che possiamo utilizzare.. Spazio che preferiamo occupare con le immagini. Melena Mazza è in mostra dal 18 giungo ad Atri,Teramo, e se volete saperne di più consultate il sito. www.malenamazza.com mag 24


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ARTE CARTELLONE

di Francesca Tortorella

Palma Bucarelli. Il museo come avanguardia

25 giugno - 1 novembre

Un omaggio all’attività della direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, Palma Bucarelli. 150 opere per celebrare una donna indirizzata all’incremento delle collezioni del museo, alla conoscenza di personalità del mondo artistico di rilievo, alla promozione dell’arte italiana all’estero. Dal 1942 al 1975, Palma rappresentò per l’arte italiana contemporanea un arbitro assoluto: un ruolo documentato da fotografie, video e giornali d’epoca, presentato da dipinti, sculture, grafica suddivise in sezioni, epoche e artisti internazionali. Gnam - Galleria nazionale d’arte moderna, viale delle belle arti 131, Roma. Info: 06322981; www.gnam.beniculturali.it.

ROMA

Claudio Polles. Pittura degli dei la più antica arte moderna Suggestioni ancestrali e simboliche geometrie. La vivacità cromatica dell’arte aborigena australiana approda nel Vecchio Continente attraverso una quarantina di opere su tela e su legno. Le opere in mostra fanno parte della preziosa collezione di Claudio Polles: dipinti, utensili e strumenti musicali, legati dai colori del deserto e del bush australiano, che nella loro rappresentazione astratta esprimono i concetti fondamentali della mitologia australiana. MACA - Museo civico d’arte contemporanea, palazzo Sanseverino, piazza Falcone 1, Acri (Cs). Info: 0984953309; www.museovigliaturo.it. Fino al 14 giugno LUCCA

7 giugno - 22 novembre VENEZIA mag 30

Padiglione Italia: collaudi. Omaggio a F.T. Marinetti Nell’ambito della 53ª esposizione internazionale d’arte di Venezia, il nuovo padiglione Italia ospita le opere appositamente realizzate da ventuno artisti, tra cui Basilé, Bertozzi & Casoni, Bolla, Chia, Aron Demetz. Un evento che risponde a un tema specifico, l’omaggio a Filippo Tommaso Marinetti e alla vitalità del Futurismo. La creatività italiana torna al centro della esposizione, recuperando un ruolo cruciale in una fra le maggiori manifestazioni al mondo dedicate al contemporaneo. Biennale di Venezia, arsenale, tese delle vergini,Venezia. Info: 0415218849; www.labiennale.org.


Mirò. Opera grafica

Il castello Aragonese di Otranto si sveglia dal torpore per aprire le porte ad uno dei più importanti maestri spagnoli del ‘900. La mostra è un percorso tra una selezione di litografie del surrealista Joan Mirò, opere che raccontano l’incontro con il dadaista Tristan Tzara e con il patafisico Alfred Jarray. Forme, colori, curiosità e versatilità di un pittore affascinato dalle molteplici potenzialità dell’opera grafica e della sua capacità espressiva ed artistica. Castello Aragonese, via Castello, Otranto (Le).

Santa Apollonia, Omar Galliani e qualche dente di Andy Warhol Una vergine, i suoi denti, due grandi artisti. Una nuova pagina dedicata alla lunghissima storia dell’iconografia legata a Sant’Apollonia, la protettrice dal mal di denti e patrona dei dentisti. Un’iconografia che la rappresenta con le palme del martirio e le tenaglie dei cavadenti a stringere un dente sanguinante: un’immagine e una storia che affascinò il genio della pop art Andy Warhol e coinvolse il maestro emiliano Omar Galliani. Piogge di denti, denti sospesi nel cielo, il dente visto come elemento mistico, inquietante, stellare o anche più dichiaratamente sessuale. Chiostro di Sant’Apollonia, San Marco, ponte de la Canonica, Venezia. Info: 0415229166; www.museodiocesanovenezia.it.

27 giugno - 27 settembre OTRANTO

4 giugno - 15 agosto VENEZIA

I colori della rosa. Purezza e passione nell’arte dal ‘400 Simbolo della bellezza, del misticismo e della carnalità. Una straordinaria mostra che rende protagonista la rosa in tutte le sue accezioni, un fiore bello e perfetto, adorato dal tardo Medio Evo, durante l’ottocento e l’art nuveau, fino ad oggi: rosa dipinta, scolpita, trasformata in gioielli, in vetrate, in poltrone, rosa protagonista di pale d’altare, di allegorie e baccanali, soggetto di pannelli decorativi per privatissimi boudoir, di piatti, servizi da the, preziose stoffe. Il Filatoio, via Matteotti 40, Caraglio (CN). Info: 01716182; www.marcovaldo.it.

27 giugno- 25 ottobre CUNEO mag 31


ARTE - COPERTINA

Arredi inusuali

Da Parigi al Maca di Acri “Assises” sedute in opera di Francesca Tortorella

mag 32


La realizzazione inattesa e dissonante di qualcos’altro. Qualcosa che prima era semplicemente una sedia - un comune oggetto consumato senza contezza – che è stata poi scelta per essere decostruita e ricostruita, polverizzata, sfigurata, decorata, ammirata. In mostra al Maca le opere realizzate attraverso “un atto di trasfigurazione rivitalizzante del quotidiano” per “Assises «Sedute in opera»”, esposizione allestita per la prima volta nell’autunno scorso a Parigi, nella sede del ministero della cultura e della comunicazione del Governo francese. La sedia è protagonista dei giorni, del tempo speso in ogni sua azione e ogni situazione, protagonista poggiata al suolo, appesa, sospesa, inquadrata: “sedute in opera” è un progetto che ha impegnato artisti della scena contemporanea francese ed internazionale nella ricerca della destrutturalizzazione e rivitalizzazione di un oggetto ricevuto imballato e non assemblato, e nella sua restituzione quale scultura, dipinto, installazione, video, unico ed irripetibile. È la geniale intuizione del collezionista francese Philippe Delaunay, presidente dell’associazione “Á vol d’oiseau du cercle”: «La sedia può essere semplicemente assemblata, frammentata, associata ad elementi estranei, di qualunque natura essi siano». L’hanno fatto in cento e uno, tra cui Anne Rochette, Damien Cabanes. Léo Delarue, Claude Viallat, Pierre Biraglio, Shigéo Shinjo, François Arnal e Lydie Régnier che, rielaborato l’immagine e il concetto di partenza, hanno aderito al progetto presentando quello che era un elemento comune di arredo, come un biglietto da visita della propria ricerca artistica e stilistica, offrendo un pezzo di personale ispirazione creativa, come il gioco dell’oggetto inventato dal poeta Francio Ponge. “L’objeu” viene così esposto, fino al 20 settembre, in questa mostra dalla grande potenza espressiva, compiendosi in una “seduta in opera” capace sia di perdere il legame con la realtà che restituirne la sua trasfigurazione vivificata. Dal 5 luglio, Maca, museo civico d’arte contemporanea Silvio Vigliaturo, palazzo Sanseverino, piazza Falcone, 1, Acri (Cs). Info: 0984953309; www.museovigliaturo.it.

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ARTE

AZIONI FUTURISTE

di Mattia Marzo

1909-2009: i 100 anni del Futurismo. Un momento adatto per fare il punto sul lavoro di un artista che di questo movimento ne ha fatto la sua filosofia. Graziano Cecchini, ribelle e indomabile artista, colpisce con le sue “azioni” che dividono l’opinione pubblica. Dopo il rosso nella fontana di Trevi e le migliaia di palline colorate fatte cadere per la scalinata di piazza di Spagna, arriva il tris (rivendicato solo intellettualmente) con un intervento sul muro esterno dell’Ara pacis (Roma), attuato il giorno prima della festa della Repubblica (2 giugno). Ecco come lui stesso si racconta.


Parlaci della tua ricerca artistica. «Ho cominciato disegnando e poi mi sono dedicato anche alla fotografia. Oggi le due arti si sono fuse. Così che scatto delle fotografie che, una volta acquisite al computer, rielaboro con diversi materiali come i pennarelli o i colori acrilici, per avere la possibilità di rifotografare quello che è venuto fuori e avere l’opera finale. Mi dedicherò anche alle sculture importanti come il marmo e il bronzo, in questo momento, in mancanza di uno sponsor, sto lavorando con dei materiali di riciclo come il cartone, il legno, il ferro o la plastica». Quando hai cominciato con le “azioni” che fanno tanto parlare di te? Sopra: azione a fontana di Trevi (Roma) - 2007 «Ho cominciato il giorno che mi sono sentito pronto ad affrontare questa società. Ho creduto opportuno, e mi sono sentito preparato, dimostrare i pro e i contro di questa società. Dare la dimostrazione della forza di un’azione, di un’elaborazione mediatica così come è espresso dal concetto del futurismo. Mi sento in dovere di essere traghettatore dal ventesimo al ventunesimo secolo del futurismo e credo di esserci riuscito, perché si parla del futurismo già da due anni prima del centenario (dal 2007, anno dell’azione alla fontana di Trevi – ndr). Come spesso ho detto, non faccio il futurista, sono e vivo da futurista». Cosa vuol dire “vivere da futurista”? Sopra, sotto e a sinistra: azione a piazza di Spagna (Roma) - 2007 «Vuol dire vivere nel mio tempo, cercando di essere avanguardia cioè essere al di là di quello che è il tempo. Si deve essere un passo avanti al ventunesimo secolo se messo a confronto con tante persone che si rivolgono ancora ai libri e a cose che sono ormai stantie, ferme anche dal punto di vista delle tecniche e delle tecnologie. Il vero senso futurista è non fermarsi mai ma andare sempre avanti!». E come ti spieghi questo rallentamento della società? «Perché invece di mettere l’uomo al centro dell’universo è stato messo il mercato. Quando Giacomo Balla e Fortunato Depero, decisero di ricostruire l’universo, si basavano proprio su questo, cioè l’uomo al centro di tutto. Oggi è diventata una questione di mercato e il denaro è il metro per misurare la ricchezza». Dimmi della nuova azione all’Ara pacis. «La vedo come uno squarcio di colore in un mondo grigio!». Tu eri li? «No, non ero li. Come ho già dichiarato, la rivendico intellettualmente. Ce ne vorrebbe una al giorno di queste, in centro città come in periferia». C’era anche un water davanti la parete? «Si c’era un water che stava a denunciare il motto “La politica del cesso e il cesso della politica”». Azione all’Ara pacis (Roma) - 2009


MUSICA BLACK

SECOND PLACE SUCKS! di Carmen C. “Leva57” Sorbara

In apparenza timido e tranquillo, dj Sps è un campione Dmc (famosa battle mondiale di djing) Usa 2008 e vincitore di molti altri titoli, anche mondiali. Mag lo ha intervistato per raccontarvi la storia di questo umile dj che, rispettando il suo amore verso l’hip hop e la musica in generale, è riuscito a conquistare meritatamente ogni obiettivo che si era prefissato!


Chi è Dj Sps? «Ho iniziato ad allenarmi nel 1991 a Berlino. Vivevo là perché mio padre era nell’esercito. Non praticavo sport o attività svolte da gruppi come i ragazzi dell’epoca, ascoltavo le stazioni radio che trasmettevano Hip Hop. Andai ad un live dei Public Enemy per assistere alla performance solista del loro dj e la sua attitudine e i suoi scratch mi spinsero a intraprendere il djing. Mi procurai un lavoretto all’Apo (Army post office) per acquistare i giradischi: ho semidistrutto i piatti di mio padre e di mio fratello! Essendo una persona timida, quale sono tutt’oggi, non ho mai chiesto quale tipo di attrezzatura fosse più adatta, ma leggevo molti cataloghi musicali e riviste hip hop prestando attenzione a tutto ciò che i

musicisti e dj usavano. Il primo giradischi rimase inutilizzato perché non avevo mixer. Il mese successivo lo acquistai, ma mi mancava un giradischi e per un mese ho usato questo setup. Risuonavo ogni scratch ascoltato nei dischi provando a perfezionare tutto ad orecchio. Acquistati entrambi i giradischi non sono più uscito di casa, e mio fratello diceva ai miei compagni di scuola che ero a casa a fare il dj, anche se nessuno ci credeva… Nessuno mi aveva mai visto né ascoltato! Van Tell, che tutti conoscevano nella mia scuola, mi chiese se era vero ciò che si diceva di me in giro. Mi volle sempre con sé, e un giorno mi chiese se volevo aiutarlo a settare tutto per un teen party. Durante la serata mi disse che doveva assentarsi e mi chiese sepotevo continuare io…


Ero terrorizzato, avevo sempre fatto tutto in camera mia, da solo! Mi disse di non preoccuparmi. Tornò tardissimo e quella fu la prima notte in cui feci il dj… il resto è storia, grazie Van! Non fu che l’inizio della mia carriera come dj, produzioni e battle sono arrivate più tardi». Che origini ha lo street name Sps? «Mi chiamavano Speed perché dicevano fossi molto veloce, ma non mi piaceva. Tornai negli USA e mi venne presentato Mike Deelite che avevo visto su una video cassetta del Dmc, con lui mi sono allenato parecchio. Conobbi dj Storm e capii che volevo partecipare alle battle. Dopo tante gare a cui arrivavo secondo, sentivo che “Second place sucks” (il secondo posto non mi stava bene). Dall’acronimo è uscito il mio nome! Oggi ha un doppio significato: quando non vinco, e quando vinco lo uso rivolto come esclamazione verso il mio avversario (ride)!». Cosa ci dici del Dmc? «Avevo dieci anni di battle alle mie spalle. Ho lavorato con molti musicisti jazz e artisti con stili differenti che mi hanno insegnato musicalità e tecnica. Ma volevo il titolo Dmc Usa! Mi sono allenato 8 ore al giorno, ho implementato scratching, jugglin e showmantip in ogni routine di 90 secondi. Ciò mi ha dato i suoi risultati! Tutti gli anni di allenamento, battle e pratica finalmente avevano un senso. È stata un’esperienza indimenticabile!». E della tua esperienza in Italia? «Non ci ero mai stato. Mi ha invitato Mastafive e la serata è stata molto “fresh”. Il pubblico ha risposto bene e l’energia che mi trasmetteva è stata clamorosa! Dopo lo show, io e dj Double-S abbiamo infiammato i giradischi con una open session». Hai un messaggio da lasciarci? «Big up a Pete at Redefine Boutique, Swam & Second Subject recordings crew, Christie Z/ Tools of War/DMC, Tablehogs, NapoleonSolo & isWhat? e quelli che hanno creduto in me dall’inizio.“Eat gummie bears, drink Fanta and be happy!” (mangia orsacchiotti di gomma, bevi Fanta e sii felice! - ndt)».

www.myspace.com/djsps



Dj Sps - BIOGRAFIA Dj Sps è un dj/ turntabler. Nasce alle Hawaii, cresce ad Orlando e vive in Germania durante gli anni della sua adolescenza. Proprio durante gli anni trascorsi in Germania si avvicina al djing e decide di acquistare giradischi e mixer. Deve le sue prime esperienze all’amico liceale Van Tell, che lo spingerà ad esibirsi anche da solo. Dopo aver conosciuto ed essersi allenato con Mike Deelite e dj Storm, par tecipare alle battle. Nel 2006 conquista il primo posto mondiale allo Universal Zulu nation world 33rd anniversary. Dopo essere rientrato negli Usa, dopo dieci anni di battle, decide di presentarsi al Dmc, famosa e prestigiosa batmag 40

tle riconosciuta a livello mondiale di djing e nel 2008 conquista il primo posto Usa e le semifinali mondiali. Ha condiviso palchi e suonato con ar tisti di tutto rispetto come Nas, Guru, Wu-Tang Clan, Pharoahe Monch, Immor tal Technique, Talib Kweli, L.L. Cool J, Phife Dog, Outkast, Planet Asia, dJ Qber t, Blacksheep, 2 Mex, Mr. Lif & Akrobatik, J Live, Sol.illaquists of Sound, X, Men, Sole, Iswhat? e tanti altri. Attualmente dj Sps è in tour in Europa e si dedica anche alle produzioni di musica sperimentale come M.E., LP che si avvale della collaborazione di X:144, e Monkey Puppets, disco realizzato con Gamah.



MUSICA ELETTRONICA


Female music producer.. Giovane e intraprendente, con una programmazione live che la porta a suonare in mezzo mondo, Ada, ha anche i numeri giusti per scalare le classifiche internazionali nel genere electro. Ha esordito con una musica sperimentale vicino l’acid per approcciare, in tempi più maturi, ad un elecrto dancereccio e di gusto. Dopo il primo lavoro “Blondie” si ripropone con un nuovo album, “Adaptation”, dove mescola riminiscenze del passato e lavori della nuova ricerca e porta in copertina una foto sbiadita dell’interno di un auto, forse la sua, dove è nata l’idea di questo nuovo disco, come lei stessa ci racconta.

Come ti descrivi a chi non ti conosce? «Sono una prodruttrice di musica e vivo a Colonia, ma sono nata nella vicina Francoforte. Ho suonato in una serie di band prima della mia formazione corrente. Il primo era un gruppo di indie-rock, che suonava con un’attrezzatura basata sui sintetizzatori. Il gruppo è durato tre anni e i membri si sono mossi verso altre città per perseguire altre direzioni musicali. Dal 2002 produco musica elettronica». Sei nata e vivi in Germania ma suoni nei migliori club del mondo.. «La mia musica è fatta per essere suonata nei club in giro per il mondo. Mi rende molto felice pensarlo». mag 43


Cosa ti ha portata a suonare la musica elettronica? «Ho cominciato nella primavera del 2002. Era una notte fresca a Colonia ed ero in compagnia di un amico che suonava la chitarra e con la tastiera, Tb 303 Roland, sviluppava l’accompagnamento del basso. Dopo aver bevuto alcuni bicchieri di vino ho cominciato suonare anche io alcune melodie con la 303 e mentre cambiavo la frequenza d’interdizione, la risonanza, la modulazione del suono ed i comandi di accento è uscito inizialmente un suono molto morbido che si è sviluppato con il tempo. Si è creato improvvisamente questo ritmo che mi ha meravigliata, come un cinguettio che non avevo mai sentito prima. Quella è stata una notte memorabile. Per la prima volta ho avuto la sensazione di aver creato qualcosa di nuovo; un nuovo suono. Ho provato a dare un nome a tutto ciò, che potesse essere speciale, ma penso che non ci sia un nome unico e appropiato a questo genere. Così l’ho definito “acid” Parlaci dei tuoi live set. «Il mio live set, contiene principalmente la musica strumentale. È una miscela di roba non pubblicata e di brani in edizione speciale, un insieme di alcune mie vecchie e nuove tracce. Preferisco utilizzare gli hardware per le performance dal vivo perché posso ci lavorare in modo abbastanza intuitivo. Cosa pensi della tecnologia e che uso ne fai? «La tecnologia è importante per il genere di musica che faccio! Amo i cd-players, i campioni, i sintetizzatori, ma non ci si deve perdere nella tecnologia, a volte un pianoforte con una chitarra e una voce può bastare a fare un pezzo». Cosa ci dici riguardo il tuo nuovo album “Adaptation”? «“Adaptation” è una collezione di tutti i miei remix preferiti. È un insieme di brani inediti e di nuove trace, interamente mescolato insieme in un unico prodotto. Ancora registro i mixtapes per ascoltarli nella mia automobile, perché ho lo stesso vecchio mangia cassette da più di dieci anni e ora mi si spezza il cuore a sostituirlo. Ho cercato di dare ad !adaptation” le sembianze

di un mixtape. Ogni tanto lo si può sentire in macchina senza voler andare avanti con le trace, in questo senso credo di aver fatto un buon lavoro». Come mai hai unito suoni eletttronici con beat hip hop? «Questo dipende dal fatto che sono sempre stata influenzata dalla musica anni ’90, e anche dalla musica popolare». E come vedi il cantato nei tuoi pezzi? «In realtà non ho mai progettato di fare trace con voci. Ad esempio anche il mio primo album “Blondie” è stato creato per essere una col-lezione di brevi tracce strumentali, suonate ma senza voce. In confronto ad un cantante profes-sionista io non posso mettere le mani su un microfono, metto la voce giusto li dove serve ed è necessaria». Perché hai remixato brani di Tracey Thorn (dal gruppo Everything but the girl) o di Andi Teichmann? «Credo tu ti riferisca a due brani del mio ultimo lavoro. Ero una fan degli “Everything but the girl” fin dall’inizio, e mi sono sentita come un bambino nel giorno di natale quando mi hanno chiesto di fare questo lavoro. Così è uscito il brano “Gran canyon” che è uno dei miei pezzi preferiti dell’album di Tracy, “Out of the woods”. “Tape” invece è un pezzo amabile del mio amico Andi Teichmann, e proviene dal suo album “Fades”». Con quali etichette collabori? «Molte delle mie uscite sono firmate alla Areal records. Nel 2008 è nata una nuova sotto etichetta chiamata “Irr” dove registro con John Daly e dj Koze». Dove ti esibirai nei prossimi mesi? «I miei prossimi show saranno a Bruxel, Nizza, Nowosibirsk e Cologne». Domanda di rito: quali sono i tuoi prossimi progetti? «Sto lavorando ad un interessante collaborazione con Heiko Voss, con I Modernist e I Popnoname di Cologne». www.myspace.com/wwwmyspacecomada



Ada - BIOGRAFIA Ada, originaria di Francofor te, vive e lavora come musicista a Cologne. Pur essendo una giovane produttrice vanta diversi lavori che hanno fatto parlare molto di lei tra cui il primo album, “Blondie”, che è il primo lavoro firmato Areal, etichetta discografica tedesca. Dal 2006 si apre un periodo di produzioni e date all’estero, che la por tano a suonare, oltre che a New York eToronto, anche in Europa al Sven Väth’s Cocoon club di Francofor te, al Watergate di Berlino, allo Studio 672 di Cologne, al Fabric di Londra. “Adaptation”, il suo nuovo lavoro da poco uscito, è la riconferma della sua irrefre-

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nabile ricerca, che l’ha por tata ad unire tracce del passato remixate a brani inediti. Ne parlano tutti, anche il New York Times, che ha speso parole di elogio per il suo lavoro. Ada, come appare anche dalla sua musica, è molto legata ai suoni anni ‘90, che ripropone continuamente in una nuova chiave del tutto personale. Dopo il suo prossimo calendario di appuntamenti, che la por terà in estate a suonare in mezz’Europa, è probabile che la potremo sentire anche in Italia ma la data e il luogo sono ancora un incognita.


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MUSICA ROCK

Baby Blue, rock anni ‘50 di Laura Caroleo

Un genere indefinibile quello dei Baby Blue, tanto che la rivista Xl nell’aver recensito il loro primo album “Come!”, al quale ha attribuito ben quattro stelle, li ha qualificati come gruppo “Alternative”. La loro musica prende vita quasi per gioco, mescolando rock , blues, country, pop, e funky , scaturisce un sound unico e speziato che porta in se un accenno degli oramai dimenticati stornelli toscani. mag 48


Presentatevi «Siamo I Baby Blue siamo in quattro e abbiamo cominciato a suonare nel 2004». Come definireste il vostro genere? «È molto difficile dare una precisa collocazione alla nostra musica. I pezzi sono tutti diversi tra di loro, si potrebbero definire singolarmente, comunque si ritrova sempre in ognuno di essi la musica popolare». A chi è venuta l’idea di creare il gruppo? «A Mirko che aveva scritto alcuni brani e dopo averli fatti ascoltare a Serena e averli ricreati, abbiamo chiesto un consulto ad Andrea Sbaragli (A Buzz supreme promotion e management) che ci ha spinto a creare un vero e proprio gruppo». Come nascono i vostri brani? «Le ispirazioni sono tante, innumerevoli. Mirko solitamente scrive la bozza di un pezzo non ancora finito, lo fa ascoltare a Serena e insieme la finiscono».

Com’è stato lavorare con Paolo Benvegnù? «La prima collaborazione è stata per l’ep del 2006. Per l’album invece conoscendoci meglio e sapendo lui, in che direzione volevamo andare, ci è stato molto d’aiuto, non c’è mai stato alcun diverbio essendo Paolo una persona molto umile che si mette al ser vizio della musica pur avendo esperienze differenti dalle nostre non ha incanalato il tutto ma anzi l’ha ampliato». Perché il primo album è uscito solo dopo cinque anni? «A dir la verità per motivi organizzativi ed economici, pur avendo fatto molti brani fino al 2006, siamo riusciti ad inciderlo solo quest’anno. Il disco è stato registrato in una settimana». E il titolo “Come!” a cosa lo si deve? «Perché è la parola più ricorrente nei testi e se è letta in inglese appare come un invito

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all’ascolto». Quale epoca storica vi ha maggiormente influenzato? «Di base la musica anni ’50 e la musica popolare che mixiamo con altri generi, se noti le nostre sonorità sono molto semplici». A quali grandi nomi della musica vi vispirate? «Il nostro nome “Baby Blue” è tratto da una celebre canzone di Bob Dylan. Ci ispiriamo anche ai Velvet Underground e a Lou reed e, come ci hai fatto notare tu, la nostra musica ha anche dei punti in comune con i più recenti Dresden Dolls». Avete alle spalle oltre un centinaio di esibizioni, che rapporto avete con il pubblico? «Il rappor to con il pubblico è ottimo, solitamente non parliamo, siamo soliti comunicare con la musica essendo delle persone non molto espansive però quando ci ritroviamo a suonare nel sud Italia ci rendiamo conto che il calore egli spettatori è maggiore, abbiamo una risposta più for te, mentre al nord sono molto più “professionali”». Per quale ragione avete scelto di cantare in inglese? «Non ve n’è una in par ticolare, la nostra musica è influenzata anche dai nostri ascolti che sono per la maggior par te in lingua inglese, ci è venuto naturale non è stata una scelta, per di più ci piacerebbe riuscire a suonare anche all’estero». Cosa ne pensate della scena musicale italiana? «Non stiamo seguendo molto i decorsi della scena odierna, fra Prato, Firenze e Pistoia però c’è un ottima scena musicale». Per quanto riguarda invece i video musicali? «Abbiamo già fatto il video di “Rita”, una versione unplugged diretto da Pamela Maddaleno, aspettiamo che esca a breve quello di “Silent”». www.myspace.com/babyblue2004


BABY BLUE - BIO

I Baby Blue sono formati da Serena Altavilla (voce), Mirko Maddaleno (chitarra, voce), Duccio Burberi (basso) e Graziano Ridolfo (batteria). Nello stesso anno arrivano in finale al Rock contest di Controradio

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e registrano due demo. Il 2006 è fitto di impegni e di riconoscimenti: partecipano al festival Miami organizzato da Rockit e vengono selezionati per suonare sul second stage dell’Heineken Jammin’ festival, in seguito suoneranno

allo Psyco stage dell’Arezzo wave dove riceveranno il premio Fawi (fondazione Arezzo wave Italia) come miglior gruppo dell’anno con il brano “River”. Registrano un Ep con la collaborazione di Paolo Benvegnù e iniziano il Lucky Brand jeans free tour supportato da Rolling Stones, Rds e All Music. Tutto ciò li porterà a esibirsi in diversi locali in tutta Italia. Nel 2007 suoneranno a Bilbao per il concorso “Bilbo-Rock” e parteciperanno come ospiti all’”Italia wave”. Numerose le aperture di concerti per artisti quali Paolo Benvegnù, Beatrice Antolini, Skiantos, Jennifer Gentle, Chris Field e Hormonauts. Nel 2008 con Paolo Benvegnù registreranno il loro primo album “Come!”.



LIBRI di Maria Giulia Lamanna

Il cuore cucito carole martinez (mondadori, pp. 401, € 19,00)

A volte l’innata capacità di creare dal nulla oggetti favolosi può essere una condanna più che un dono. La protagonista del libro ha il dono di cucire abiti e oggetti meravigliosi ottenendoli non solo da stoffe, ma anche da semplici stracci, foglie e pietre. Abiti che possono regalare un istante di splendente bellezza a chi li porta, e che, usciti dalle sue mani, si trasformano: i fiori del suo vestito da sposa sono così vivi e freschi da appassire sotto gli sguardi gelosi dei compaesani, un piccolo ventaglio prende il volo come una farfalla, il cuore di seta nascosto sotto il vestito della Madonna portata in processione sembra palpitare. Ma nel villaggio, alla meraviglia per le sue opere segue la diffidenza e il timore per un potere che si tramanda di generazioni a tutte le donne della famiglia in maniera diversa. Carole Martinez mette in scena il racconto della paura e l’invidia per il diverso, sapientemente dosato dalla pura poesia delle parole del testo. Le pagine si susseguono a tinte forti passando dalla leggiadria delle farfalle alla guerra civile di Spagna, dai colori dell’Africa , alla devastazione della solitudine ed ogni parola sembra essere posta lì in quella successione non come in un’esercitazione manieristica, ma dosata nella consapevolezza dell’effetto che darà al lettore. Una storia idealmente divisa in due parti , dalla meraviglia e poi solitudine dell’incipit si passa poi alla fuga e alla ricerca di un riscatto o almeno di una vita vissuta in normalità per le proprie figlie, detentrici del suo stesso dono, un dono che cambia di generazione in generazione, ma che le rende diverse, quasi una metafora della unicità di ogni donna. Sicuramente un testo da leggere ed assaporare passo passo.


Lovebook

SIMONA SPARACO (NEWTON COMPTON, pp. 240, € 9,90) Dopo l’amore via mail e quello celebrato dagli sms, era inevitabile Facebook, il grande palcoscenico del web dove tutti si cercano e tutti s’incontrano e dove quel che accade dipende non certo solo dal caso, ma dalla capacità di navigare. Ed ecco allora che, quando anche l’immaginario viaggia sulla tastiera del computer, l’amore s’accende su Facebook. Come accade a Solidea, protagonista del romanzo d’esordio di Simona Sparaco infarcito di un romanticismo anni novanta alla Bridget Jones.Solidea ha otto anni. S’invaghisce di un adolescente biondo e irresistibile che si chiama Edoardo, ma la differenza d’età permette alla bambina di vivere solo un sogno infantile che svanisce nel tempo. Quindici anni dopo l’ex ragazzina, ormai donna, delusa da un amore infranto, si trova a ripensare a Edoardo e decide di digitare il suo nome per rintracciarlo tramite Facebook. È l’inizio di un’avventura che non risparmia imprevisti e colpi di scena.. Lo stile è molto scorrevole e lineare e le oltre duecento pagine fuggono via in un lampo, molto simile ad una favola dove il principe azzurro naviga attraverso il web e che strappa un sorriso ed un senso di tenerezza che probabilmente in tempi di crisi non guasta mai.

Su myspace sembravi più carino EMO TRILLY (MONDADORI, pp. 201 , € 15,00) L’adolescenza è un periodo bellissimo ed intenso in cui tutto è vissuto al massimo della felicità o della tristezza, ma se a complicare le cose arrivasse myspace cosa succederebbe? È questo che accade all’autrice Emo Trilly che, costretta dal lavoro della mamma, passa dal piccolo paese alla grande città. L’amore era già perso, quando aveva scoperto che il suo fidanzato la tradiva e che nella lista delle ragazze con cui era uscita lei non aveva neanche il voto più alto, che umiliazione! Ed il nuovo mondo è fatto di ragazze sempre in tiro e di strambi tipi che sembrano saltati fuori da un fumetto. Poi la scoperta di myspace e quello che è un anatroccolo diventa un cigno in quello spazio dove può raccontarsi come in un diario, ma dove tutti possono leggere. Chi l’avrebbe detto che proprio dal suo Space, quando tutto sembrava perduto, fallito, distrutto, potesse venir fuori un sogno così bello, così incredibile, così pazzesco e che nella sua lista di amici fosse nascosto l’amore? mag 55


CINEMA di Antonio Libonati

Angeli e demoni

THRILLER, USA, 140 MIN – UN FILM DI Ron Howard Il professor Robert Langdon scopre le prove della rinascita di un’antica confraternita segreta conosciuta come gli Illuminati, la più potente organizzazione sotto copertura della Storia, e deve anche fronteggiare un pericolo mortale per la sopravvivenza del nemico più disprezzato da questa confraternita: la Chiesa cattolica. Quando Langdon apprende che manca poco all’esplosione di una bomba piazzata in Vaticano dagli Illuminati, arriva in aereo a Roma, dove si allea con Vittoria Vetra, una bellissima ed enigmatica scienziata italiana. Imbarcandosi in una caccia senza soste e piena d’azione attraverso cripte sigillate, catacombe pericolose, cattedrali abbandonate e anche nel cuore della tomba più riservata sulla faccia della Terra, Langdon e Vetra seguono una scia di indizi risalenti a quattrocento anni prima, composti da simboli antichi, che rappresentano l’unica speranza di sopravvivenza per il Vaticano. Ron Howard, che già aveva diretto “Il Codice Da Vinci” presentato e molto fischiato a Cannes, aggiunge tutta l’azione che può e un bel giro turistico tra le chiese di Roma, con una preferenza per le sculture del Bernini. Senza, tuttavia, riuscire a tenersi lontano dal ridicolo. mag 56


Che - Guerrilla

BIOGRAFICO, FRA, 131 MIN – UN FILM DI Steven Soderbergh Seconda parte della biografia su Che Guevara diretta da Steven Soderbergh. Il teatro della vicenda è ora la Bolivia, paese dove Guevara si introduce clandestinamente dopo aver rinunciato alle cariche pubbliche che aveva ricoperto nel governo di Fidel Castro. Con pochi cubani al seguito ed altrettanto pochi boliviani che cerca di addestrare alla guerriglia, il Che tenta di ripetere l’esperienza cubana. Ma la Bolivia non è Cuba, la popolazione non si esalta per la rivoluzione, il partito comunista boliviano non li appoggia, l’esercito governativo, guidato dalla CIA, li bracca e dopo alcuni scontri Guevara, ferito e disarmato, viene catturato l’8 ottobre del 1967. Il pomeriggio del giorno dopo il Che è ucciso da un soldato che aveva l’ordine di sparargli dal collo in giù, in modo che non ci potessero essere dubbi sulla sua morte. I suoi resti rimasero occultati fino al 1997, quando furono ritrovati da un gruppo di antropologi e trasportati a Cuba, dove ora riposano nel mausoleo di Santa Clara.

Vincere

STORICO, ITA, 128 MIN – UN FILM DI Marco Bellocchio La storia di Ida Dalser, la donna che diede un figlio a Mussolini, uno scandalo soffocato e nascosto da Benito Mussolini stesso che portò Ida e il figlio a morire in manicomio. Mussolini sposò Ida Dalser in chiesa, ma poco dopo la nascita del figlio Albino, Mussolini sposò in municipio anche Rachele Guidi, già madre di Edda da cinque anni. Una sorta di bigamia tutta mussoliniana. Il film “Vincere” è una riflessione sul potere. Ida Dalser non si arrese mai nella sua lotta per portare alla luce la verità, ma la sua vita finì tragicamente nel manicomio in cui lo stesso Benito Mussolini l’aveva fatta rinchiudere. Ida Dalser fu seppellita nella fossa comune di quel manicomio e dimenticata. Il figlio “segreto” di Mussolini morì a 26 anni e fu sepolto in una fossa comune per essere cancellato dalla storia d’ Italia. Nella storia del film “Vincere” si intrecciano potere, morale cattolica e ragion di Stato, e il fascismo nelle sue forme pubbliche e private. mag 57


MUSICA Dischi del mese di Laura Caroleo, Eddie Suraci, Carmen C. Sorbara, Francesco Tavella

IGGY POP “Preliminaires” (Virgin)

Iggy Pop è tornato! Dopo aver ridato vita agli Stooges, l’Iguana, si ripresenta con un disco solista, un concept album ispirato al libro “La possibilità di un isola” di Houellebecq. Dalle sonorità insolite per il re dello stage diving ma che non ci stupisce, in 40 anni di carriera, il signor Pop, ha attraversato praticamente ogni genere musicale! A me è piaciuto, voi ascoltatelo. (F.T.)

MANDO DIAO “Give me fire” La band svedese che nel 2002 aveva sconvolto l’Europa con quel fantastico Bring ‘Em In arriva al quinto album. Buon segno? Non proprio. Perché Give Me Fire non è all’altezza dei precedenti (i primi due, per essere precisi). Da stimare però la coerenza che lega il loro sound negli anni, cosa non da tutti, ma oggi appaiono più che mai anacronistici. (E.S.) mag 58

MARITME

“We, the vehicles” E arrivò anche giugno. Dopo una stagione invernale pressocchè infinita, arriva il primo sole, e ce lo godiamo tutto. Come posso allora non consigliarvi un disco fresco, genuino e malinconico come questo? Nell’iPod sotto l’ombrellone, nello stereo della macchina per stemperare il traffico, per tornare con la mente sulla spiaggia, o mentre ci si mette in tiro, prima di uscire, nelle casse del computer, sarà We, The Vehicles il protagonista. Album dalla semplicità imbarazzante, che non si schioda dalla classica struttura strofa-ponte-ritornello, ma che, incredibilmente, in ogni singolo pezzo, ci riserva piacevoli sorprese. Tarda a decollare: fin quando non si arriva a Parade of Punk-Rock T-Shirts, ci si stanca; ma c’è sempre un qualcosina che non ti fa premere forward, c’è sempre una parte di canzone che attendi con ansia, c’è sempre un invenzione di Davey von Bohlen (frontman) dietro l’angolo. Anche se colmo di arpeggi scontati e scolastici, con una batteria che si limita all’inverosimile a tenere il tempo e un basso che non incide, quel nonsocché di nostalgico e di magico ti trattiene le cuffie incollate su pezzi come Don’t Say You Don’t o German Engineering. La voce un pò rauca (un pò alla Kelly Jones degli Stereophonics, per intenderci) è la giusta soluzione per testi che spaziano da sensazioni in riva al mare (e non poteva essere altrimenti, visto il nome), a sguardi che si incrociano e a serate tra alcol e disco. Un tocco di States, per fotografare la summer season ‘09. (E.S.)


STEVE BUG “Collaboratory” (Poker Flat)

Non serve aggiungere altro a quest’artista che Mag segue ormai da tempo (copertina n°12, novembre 2008). Si ripresenta con il nuovo album, Collaboratory, in uscita l’8 del mese e si riconferma un ottimo musicista. Il prodotto è pregno del suo stile con alcune trovate geniali e ben miscelate al contesto. Firmato dalla sua stessa etichetta (Poker Flat) consigliamo a tutti l’ascolto, anche a chi di questo genere è a digiuno.

ADA “Adaptations mixtape #1” (Kompakt)

HALVAR HANSO “Halvar Hanso”

DENTE “L’amore non è bello” (Ghost)

Halvar Hanso è un progetto da studio. È stato registrato al “Natural head quarer studios” di Ferrara, con l’aiuto del producer Adriano Angiolini, ed è un disco che si ispira ai Wilco, ai No Age, ai Magnetic Fields e agli Shins. Un rock sgangherato, canzoni brevissime ma che restano, decisamente low fi. Maggiori info su www.myspace.com/halvarhanso. (F.T.)

L’8 del mese esce il nuovo lavoro di Ada. Un insieme di original tack e remix di artisti di spessore, raccontano la sua ricerca musicale e le 12 tracce sviluppano un percorso tra techhouse, deep, e beat spezzati, con melodie e brani cantati che danno uno slancio in più al disco. La parola d’ordine è “sperimentaizione” ma l’attenzione si sposta sul ritmo che accompagna per tutti gli 80 minuti.

“L’amore non è bello” eppure Dente continua a scrivere canzoni d’amore e strappalacrime. Io amo definirlo l’ultimo dei romantici e dopo aver ascoltato questo suo nuovo album me ne darete ragione. Ho pianto ascoltando “parlando di lei a te” e sperato un giorno di poter trovar qualcuno a cui dedicare “Vieni a vivere come me”. Ascoltatelo e non potrete più farne a meno. (L.C.) mag 59


EVENTI

APPUNTAMENTI 12 GIUGNO Bugged out! Magnolia MILANO

10/14 GIUGNO Lamezia comics Complesso San Domenico LAMEZIA TERME(CZ)

15 GIUGNO Lello Arena Teatro Morelli COSENZA

16 GIUGNO Paola Turci Piazza San Basilio VIBO VALENTIA

16/18 GIUGNO Cinema rock Faenas cafè ROMA

18 GIUGNO De Andrè canta De Andrè Cineteatro Garden RENDE (CS)

26 GIUGNO Pino Daniele Auditorium ROMA

27/28 GIUGNO Festa della musica Sesto San Giovanni MILANO

29 GIUGNO Claudio Baglioni Piazza Prefettura COSENZA

3 LUGLIO Lauryn Hill Auditorium ROMA

4 LUGLIO Francesco De Gregori Auditorium ROMA

6 LUGLIO Patty Smith Villa Ada ROMA

10 LUGLIO Fiorella Mannoia Auditorium ROMA

11 LUGLIO Buena vista social blub Auditorium ROMA

15 LUGLIO Motorhead Ippodromo Capannelle ROMA

16 LUGLIO Motorhead Villa Contarini PADOVA

17 LUGLIO Motorhead Fortezze FIRENZE

27 LUGLIO Tracy Chapman Auditorium ROMA

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Mag lo trovi anche:

CATANZARO Casa delle culture P.za Prefettura Palazzo della provincia Porta Marina Corso Mazzini, 72 Mangianotte Via Buccarelli, 13 Girasole Viale della Valle, 104 Intervallo Via scesa eroi 1799, 7 Focacceria Chiricò Via indipendenza Corto Maltese Via XX Settembre Irish Pub Via XX Settembre, 19 Simon Via XX Settembre Birreria degli amici Via P.za Stocco, 12 Z-One Piazzetta della Libertà Garden Via Aldo Barbaro, 1/3 Imperiale Corso Mazzini, 161 Mignon Corso Mazzini, 121 Politeama Via Jannoni, 1 Complesso S.Giovanni Piazza Garibaldi MARCA Via Alessandro Turco

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